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f , Metodi per una esa - Waterslager · 2012. 4. 24. · Metodi per una esa! tt, a eonoseenza del...

Date post: 31-Jan-2021
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"'T o 01- l'O L re __f ...., !, Metodi per una esatta eonoseenza del eanto Malinois ed altri eantori PRIMA PARTE N - el la llevamen to dei Malinos, ma anche in quello delle altre Razze da Canto e dei cantori in generale, è necessaria una cono- scenza sia pure di carattere generale, ma tuttavia ben sicura, del loro canto nelle sue componenti o tours. Ecco dunque la domanda chiave: come acquisirla? Molti si mettono alla ricercò di dischi, ed io stesso ho dato in prestito più volte i miei vecchi di- schi e molte registrazioni da me fatte su nastro ad appassionati. Ma non è così che si impara a capire il Malinois ed il suo canto, come non si impara una lingua straniera studiandone sol- tanto grammatica e sintassi senza fa- re lunghi e defatiganti esercizi di con- versazione. Noi daremo qui alcune semplici indicazioni su come conseguire tale conoscenza senza eccessivi sforzi. Di questi metodi ne ho fatto largo uso ai miei tempi, costruendorni una specie di archivio di canti, ma. con sorpresa, ho sentito parlare di recente di un analogo metodo da G. Frank in Olan- da ed ho ripensato ai miei vecchi me- todi. Capire il canto degli Uccelli è dif- ficile: bisogna dunque convincersi che per apprendcrlo occorre operare non diversamente da come si impara, parland ola ed ascoltandola. una lin- gua straniera. Nel nostro caso ed in un primo tempo, senza tuttavia en- trare in assoluto nel lavoro del giudi- ce, che è di massima una cosa ben di- versa. Insisterò, peraltro volutamente, in taluni d ettagli che vedremo in una prossima nota di accento del canto, giacchè ogni Razza da Canto ha, e de- ve avere, come ogni lingua, un suo accento particolare. Va subito detto che ciascun iour è sovente espresso con una bruciante velocità di note, più rapida dei nostri riflessi nervosi uditivi, per cui se non siamo molto ben allenati sfugge facil- mente alle nostre possibilità di de- codificazione o di comprensione. Va poi soggiunto che i tours sono diversi e non si riconoscono da stamm a stamm l'Io talvolta da cantore a can- tore. Spesso, infine, nella cantata l'or- dine dei tours cambia continuamente. Da ultimo, molti iours sono emessi in Harzer di 8 gg. pronti ... I/Oll al canto ma alì'inibcccata maniera poco persistente per cui compaiono e scompaiono con la rapi- dità di un flash: sono i cosiddetti "glissandi", dal francese "scivolare", e sono io urs o mal appresi di con- giunzione. Tentare, per esempio, di scoprire il canto Malinois, che è il più soggetto a continue trasformazioni nel corso delle sue cascate canore, è particolar- mente affascinante. Per riuscirvi noi dobbiamo registrare su nastro ma- gnetico la sua cantata completa. Do- vremo tu tta via registrare il canto di un singolo cantore, non certo di uno stamm e nemmeno di un duetto, per- chè altrimenti sarà arduo per un prin- ci pia n te dis tinguere a l su ccessi va ascolto un cantore dall'altro. Facendo poi ripassare il nastro prenderemo nota dei singoli tours marcando con numeri 0,2,3, ... ) quelli emergenti (sono irrilevanti, anche in sede di giudizio, i tours appena accennati), e cioè di durata ben avvertibile al no- stro orecchio, emessi C011 almeno 4-5 colpi (il Malinois deve eccellere nei tours scanditi; l'Harzer in quelli con- tinui), e cioè ripeto di durata avverti- bile al nostro orecchio, ma sempre troppo difficili per coloro che sono agli inizi nell'allevamento del Mali- (Foto Gli!! Fcnunuirz} u o is (il Malinois deve eccellere nei tours scanditi, mentre l'Harzer deve eccellere in quelli continui). Potrebbe già bastare questo primo nastro per iniziare lo studio del canto Ma linois ... ma se non bastasse (come capiterà a molti) prepariamo a parte un secondo nastro da incidere e un secondo registratore ove registreremo almeno due volte di seguito il tour 1, poi subito dopo altre due volte il iou r n? 2 e così via, ottenendo in tal modo una registrazione di doppia durata dei singoli tours e di più facile intendimento per lo studioso; singoli tours susseguentisi uno dopo l' altro l'usi come cantati dal nostro soggetto e ricavati dallo nastro, inserendo e disinserendo il 2° registratore sulla base degli appunti del nostro taccui- no. Insomma lavoreremo come le sale di registrazione, non miscelando; ma allungando i singoli suoni registrati. Da qui, con calma ed attenzione, inizieremo il nostro studio riascol tan- do più e più volte il nastro n° 2 fino a riconoscere senza difficoltà i tours ad uno ad uno senza soverchio sforzo. Potremo, eventualmente, farei aiutare da un esperto il quale potrà direi con esattezza di quali tours si tratta, come 11
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  • "'T o 01- l'O L re__f ...., ! ,Metodi per una esatta eonoseenzadel eanto Malinois ed altri eantori

    PRIMA PARTE

    N-el la llevamen to dei Malinos,ma anche in quello delle altreRazze da Canto e dei cantoriin generale, è necessaria una cono-scenza sia pure di carattere generale,ma tuttavia ben sicura, del loro cantonelle sue componenti o tours.

    Ecco dunque la domanda chiave:come acquisirla? Molti si mettono allaricercò di dischi, ed io stesso ho datoin prestito più volte i miei vecchi di-schi e molte registrazioni da me fattesu nastro ad appassionati. Ma non ècosì che si impara a capire il Malinoised il suo canto, come non si imparauna lingua straniera studiandone sol-tanto grammatica e sintassi senza fa-re lunghi e defatiganti esercizi di con-versazione.

    Noi daremo qui alcune sempliciindicazioni su come conseguire taleconoscenza senza eccessivi sforzi. Diquesti metodi ne ho fatto largo uso aimiei tempi, costruendorni una speciedi archivio di canti, ma. con sorpresa,ho sentito parlare di recente di unanalogo metodo da G. Frank in Olan-da ed ho ripensato ai miei vecchi me-todi.

    Capire il canto degli Uccelli è dif-ficile: bisogna dunque convincersiche per apprendcrlo occorre operarenon diversamente da come si impara,parland ola ed ascoltandola. una lin-gua straniera. Nel nostro caso ed inun primo tempo, senza tuttavia en-trare in assoluto nel lavoro del giudi-ce, che è di massima una cosa ben di-versa.

    Insisterò, peraltro volutamente, intaluni d ettagli che vedremo in unaprossima nota di accento del canto,giacchè ogni Razza da Canto ha, e de-ve avere, come ogni lingua, un suoaccento particolare.

    Va subito detto che ciascun iour èsovente espresso con una bruciantevelocità di note, più rapida dei nostririflessi nervosi uditivi, per cui se nonsiamo molto ben allenati sfugge facil-mente alle nostre possibilità di de-codificazione o di comprensione. Vapoi soggiunto che i tours sono diversie non si riconoscono da stamm astamm l'Io talvolta da cantore a can-tore. Spesso, infine, nella cantata l'or-dine dei tours cambia continuamente.Da ultimo, molti iours sono emessi in

    Harzer di 8 gg. pronti ... I/Oll al canto ma alì'inibcccata

    maniera poco persistente per cuicompaiono e scompaiono con la rapi-dità di un flash: sono i cosiddetti"glissandi", dal francese "scivolare",e sono io urs o mal appresi di con-giunzione.

    Tentare, per esempio, di scoprireil canto Malinois, che è il più soggettoa continue trasformazioni nel corsodelle sue cascate canore, è particolar-mente affascinante. Per riuscirvi noidobbiamo registrare su nastro ma-gnetico la sua cantata completa. Do-vremo tu tta via registrare il canto diun singolo cantore, non certo di unostamm e nemmeno di un duetto, per-chè altrimenti sarà arduo per un prin-ci pia n te dis tinguere a l su ccessi vaascolto un cantore dall'altro. Facendopoi ripassare il nastro prenderemonota dei singoli tours marcando connumeri 0,2,3, ... ) quelli emergenti(sono irrilevanti, anche in sede digiudizio, i tours appena accennati), ecioè di durata ben avvertibile al no-stro orecchio, emessi C011 almeno 4-5colpi (il Malinois deve eccellere neitours scanditi; l'Harzer in quelli con-tinui), e cioè ripeto di durata avverti-bile al nostro orecchio, ma sempretroppo difficili per coloro che sonoagli inizi nell'allevamento del Mali-

    (Foto Gli!! Fcnunuirz}

    uo is (il Malinois deve eccellere neitours scanditi, mentre l'Harzer deveeccellere in quelli continui).

    Potrebbe già bastare questo primonastro per iniziare lo studio del cantoMa linois ... ma se non bastasse (comecapiterà a molti) prepariamo a parteun secondo nastro da incidere e unsecondo registratore ove registreremoalmeno due volte di seguito il tour n°1, poi subito dopo altre due volte iliou r n? 2 e così via, ottenendo in talmodo una registrazione di doppiadurata dei singoli tours e di più facileintendimento per lo studioso; singolitours susseguentisi uno dopo l' altrol'usi come cantati dal nostro soggettoe ricavati dallo nastro, inserendo edisinserendo il 2° registratore sullabase degli appunti del nostro taccui-no.

    Insomma lavoreremo come le saledi registrazione, non miscelando; maallungando i singoli suoni registrati.

    Da qui, con calma ed attenzione,inizieremo il nostro studio riascol tan-do più e più volte il nastro n° 2 fino ariconoscere senza difficoltà i tours aduno ad uno senza soverchio sforzo.Potremo, eventualmente, farei aiutareda un esperto il quale potrà direi conesattezza di quali tours si tratta, come

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  • sono cantati e (o) come dovrebberoesserlo secondo i criteri di giudizio.

    Badate bene, cari lettori, dovremoascoltare il nastro molte volte - ci por-terà via poco tempo - fino a che pas-sando al canto non più registrato, maa quello del nostro cantore, ci accor-geremo che, malgrado qualche diffor-mità nell' ordine di presentazione e didurata dei singoli squarci riconosce-remo il suo canto nelle singole com-ponenti fondamentali.

    Da questo momento possiamopassare ad una fase successiva, chesarà una fase di perfezionamento, re-gistrando il canto di ottimo cantore(un campione per intenderei) di am-pio repertorio e di alto punteggio.

    Potremo ripetere con questo na-stro la stessa procedura di doppia re-gistrazione vista sopra e troveremocertamente che questo cantore è inpossesso di un canto ben diverso dalnostro registrato prima. Impareremocosì a comparare i due canti, a distin-guerne anche le più sottili differenzeed a prendere soprattutto nozioneche una stessa melodia può venireespressa in molti modi dai diversiMalinois che la interpretano. Se se-guirete dunque questo metodo di ap-prendimento con pazienza ed entu-siasmo riuscirete gradualmente maanche rapidamente ad imparare, a ca-pire il canto Malinois o Harzer o dialtro cantore, a c1assificarlo secondola nomenclatura di scheda. Ma atten-zione, non a giudicarlo secondo i ca-noni dei criteri.

    La fase di giudizio esige più lungapreparazione, ma non aggiungo altrosu questo argomento.

    Applicando quanto abbiamo ap-positamente scritto circa l'apprendi-mento del canto Malinois (o di altrocantore, Usignolo C0111preSO,o Cana-rino Harzer o Timbrado) negli squar-ci riguardanti specialmente i princi-pali iours, si avrà un'idea abbastanzachiara del modo di ascoltare prima ecapire dopo il loro canto, sicchè, inbase a tali metodi nei quali, ove sianoutili, possono ampliarsi le registrazio-ni, si renderà sempre più agevole esicuro il nostro proponimento e, poi-chè tutti i cantori rientrano in questimetodi, sarà utile esercizio studiarliseguendo passo passo gli schemi dati.

    Non è tutto.È necessario iniziare subito dopo

    lo studio dell'accento, perchè ogniRazza da Canto ha, e deve avere, co-me ogni lingua, un suo particolare ac-cento. Ma devo rimandare questi ar-gomenti ad altro momento in cui milimiterò ad una sola Razza da Cantoper le ardue difficoltà di esposizioneche tali argomenti presentano (1)

    Giuseppe Paolo Mignone

    (1) Questa nota riproduce - con qualcheriduzione ed aggiunta - alcuni argomentisvolti dall'autore nel corso del 1979 presso ilGruppo Genovese Harzer e Malinois fondatodall'indimenticabile sig. Emilio Piattiuo.

    DANILO MAINARDI

    DIZIONARIODIETOLOGIA

    Giulio Einaudieditore,

    Torino 1992.

    Pagg.868,Formato 12 x 20,3

    corredateda disegni in bn.

    Prezzo L. 65.000

    L'etologia, cioè lo studio del comportamento animale, ha avuto l'in-dubbio merito di essere riuscita a polarizzare l'interesse degli studio-si di scienze naturali (ed altre discipline) e di un gran numero di zoo-fili.

    N on a caso il termine "etologia". nella prefa ta accezione, si è im-posto con vigore nel linguaggio corrente, offuscando quelli che era-no i significati originali. Invero con tale termine (dal greco: Ethos=abitudine, costume; Logos= discorso) nel secolo scorso John StuarddMill intendeva lo studio delle leggi della formazione del carattere,e nel secolo XVII "etologo" era considerato l'attore che rappresen-tava in teatro gli umani aspetti caratteriali (The Open University.1979).

    Attualmente esiste un apprezzabile numero di libri in lingua italia-na che prendono in esame il comportamento animale, ma la relativalettura, pur essendo affascinante, non sempre è agevole, perchè pos-sono incontrarsi difficoltà nel comprendere termini e concetti (natu-ralmente mi riferisco ai non addetti ai lavori). A titolo di esempio ba-sta proporre alcune parole inglesi comunemente usate dai nostri eto-logi: aniing, fanning, fitness, homing, lnsight, mobbing, ecc.

    Pertanto la consultazione del "Dizionario di Etologia", costituito daquasi 450 voci (tutte ben sviluppate ed esposte in forma piana), rap-presenta un ottimo strumento di chiarificazione ed approfondimen-to, oltre che una sicura fonte di solleticanti curiosità.

    Per garantire l'alto livello scientifico e il reale aggiornamento delleinformazioni, alla stesura di questo originale e pregevole volumehanno partecipato 42 esperti, compreso il noto prof. Danilo Mainar-di, che si è anche fatto carico di assumere la direzione dei lavori.

    Nell'intento di agevolare ulteriormente l'esame del libro, la parte fi-nale è comprensiva di un indice dei lemmi e dei nomi italiani escientifici degli animali.

    Gradite sono altresì alcune pagine in bianco, disposte per eventualiannotazioni da parre del lettore.

    ~,,·,.",_CI

    Ivano Mortaruolo

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  • _T,O ~ NoveV'Vtbre 1~'J3

    Metodi per,uoa esatta eoooseeozadel eaoto MaUnois ed altri eantori

    SECONDA PARTE

    • IntroduzioneCapire il canto si può solo se ci si

    dispone come ad un piacere. Ci si acco-sterà man mano.

    Ho proposto nella la Parte audizio-ni di canti singoli, o meglio di brani re-gistrati, cogliendo ad ogni audizioneun pò meglio il singolo dettaglio quan-to più ci si sarà impadroniti del sensocomplessivo dell'intero canto. Riaudi-zioni dell'intero e progressiva illumi-nazione dei singoli tours vanno di paripasso. Ho poi mostrato che la più ar-dua difficoltà nel riconoscere i varitours emessi di regola in rapidissime,brucianti sequenze si produce non -nell'atto della ricezione da parte nostradi tali tours, nè nell'atto di classificarli.Il passo difficile è nell' analisi del mes-saggio canoro che stiamo ascoltando,analisi che ci permette sia di riconosce-re il tour - e questo come abbiamo vistoe vedremo ancora ci sarà relativamentepossibile - sia quali qualità sufficienti,buone o ottime lo caratterizzano.

    E questa seconda fase ci sarà molto, -molto poco accessibile.

    Perchè? Ora un pò di attenzione.

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    • Aspetti funzionalidef cantoLe tre fasi or citate (e cioè ascolto,

    riconoscimento, riflessione su ogni sin-golo tour) debbono obbligatoriamenteavvenire alla stessa velocità con cui itours stessi si susseguono, velocità cheforse lì per lì non immaginerete. Qua-le? La velocità di emissione di un tourcompleto ha molto spesso una persi-stenza o durata sillabica brevissime evariabilissime che vanno da 0,5 a pochisecondi, eccezion fatta per certi tours

    ··...t! •4 .: Andamento annuale0/\ della assiduità:2 di canto

    ,? di un Malinois

    ~\i"·J·(da novembread ottobredell'anno successivo).

    O * 'f~ L'asterisco indicaN D 'G F M A l'intervallo dei primiconcorsi di canto

    basse continui e di facile emissione fi-siologica da parte del cantore quali ades. le Hohlrollen dell'Harzer. A similivelocità e condizioni (sequenze moltoravvicinate) è impossibile al cervelloumano "riflettere" su ogni singolo pas-saggio canoro, Soltanto con un uditomolto allenato (vedi la Parte) è possibi-le, peraltro entro certi limiti, affrontareil problema. In che modo? Risposta: unorecchio molto allenato permetteall' ascoltatore di raddoppiare il tempodi valutazione a sua disposizione per-chè semplicemente non perde tempoprezioso nella fase di riconoscimento eclassificazione dei suoni.

    Concede così alle sue cellule nervo-se il massimo del tempo disponibileper la fase di "riflessione" o, meglio, divalutazione qualitativa melodica.

    Ora concedetemi un altro pò dellavostra pazienza perchè vi devo unaprecisazione.

    Esiste una caratteristica tipica cano-ra di grande importanza che distingueuna Razza da Canto da un' altra: il co-siddetto accento canoro. Nelle righeche seguono devo spiegarla il più chia-ramente possibile nella speranza che ilpunto di vista da me difeso, come quel-lo che finora vi ho illustrato sopra, pos-sa tornare utile a qualcuno di voi.

    Prenderemo come esempio il Mali-nois, perchè è il più imprevedibile (conle sue variazioni sulle singole melodie)dei cantori,

    • Intermezzodi chiarimentiSe vogliamo dunque capire il canto

    Malinois dobbiamo continuare, dopolo studio delle melodie, con quellodell' accento, poichè ogni Razza daCanto, come si è già detto, ha e deveavere come ogni lingua un suo partico-lare accento.

    Ora probabilmente penserete: certa-mente chi aspira a capire anche l'accen-to dovrà avere qualche indicazionechiara e precisa su di esso e sta a leidargliela in queste righe, come ha fattonella precedente 1il Parte con lo studiodelle melodie. C'è però una possibilità:ch'io a parole non ci riesca, perchè l'ar-gomento è difficile. In questo malaugu-rato caso è come se calasse tra noi unvero e proprio sipario: voi smetteretedi leggere.

    Come farò a spiegarvi l'accento, iltocco dell'autentico Malinois?

    Premesso che questo cantore devecontraddistinguersi in generale nei toursscanditi (ma lo vedremo meglio piùavanti), mentre ad esempio l'Harzer de-ve eccellere in quelli dolci, chiari e con-tinui, procurerò di chiarirlo nel modopiù semplice possibile, anche se limitatoper ragioni di spazio, e cioè nelle melo-die d'acqua in movimento che sono fon-damentali in questa Razza da Canto.- Ecco, prima di tutto, devo ripetere

    che tali suoni sono chiamati in fiammin-go "waterslags" ch'è una parola compo-sta da "water" che significa acqua e da"siag" che, nel nostro caso, non significapropriamente "colpo", come spesso miavrete anche visto scrivere, ma più esat-tamente "tocco". Da qui il nome fiam-mingo di Waterslager al Malinois, cioèun cantore dal tocco sonoro e chiarodell'acqua in movimento. Non dalle ti-rate continue. Vediamo di chiarircelicon gli stessi vocaboli fiamminghi.

    "Klok" in fiammingo (neerlandese)significa "campana" e lega con il termi-ne "slag" o rintocco visto prima. Pertan-to "Klokkende", che è aggettivo di "Klok",è traducibile nella nostra lingua come "acampana". Quindi Klokkende waterslagsta per "echi, rintocchi lenti d'acqua";aggiungerei lenti come quelli di unacampana. Li vedremo meglio più avanti.

    "Bol" in fiammingo significa "ton-do" o "rotondeggiante", tanto che lo ri-troviamo nella lingua come aggettivoin espressioni come la seguente "metbolle wagen" traducibile "con gote ro-tonde". Trattasi quindi di un iourdall'accento rotondo, ma non lento co-me un rintocco.

    "Ro/" in fiammingo è un sostantivoche significa "rotolo". Il relativo verboè "Rollen" = rotolare. Usato nella lin-gua come aggettivo, cioè "Rollende", si-gnifica un tour rotolante e veloce.

    (continua)Giuseppe Paolo Mignone

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