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IL MESTIERE DI VIVERE
U n a r a p i d a c a r r e l l a t a d i a u t o r i
Ne “L’inconsolabile”, testo breve ap-partenente alla raccolta "Dialoghi con Leuco " di Pavese il protagonista Orfeo si contrappone a Bacca, giovane e sprovveduta menade. Con l’articolarsi del confronto tra i due caratteri, sco-priamo che egli ha cercato Euridice, ha conosciuto l'inferno, ma, in un cambio di prospettiva che ci appare ancora incomprensibile, ha rinunciato alla sua missione proprio quando e giunto al termine. Come narrato dal mito, si e inizialmente dannato per trovare la ninfa dei boschi, morta per errore; non appena salito alla luce, pero , con l'om-bra di Euridice alle spalle, Orfeo ha ripudiato la morte, la sofferenza, la stessa donna che un tempo aveva ama-to. Avvertendo la tristezza insita in tutto cio , dapprima inconsciamente e poi con crescente consapevolezza, Bac-ca gli si ribella, e lo accusa di tradi-mento. Quasi “trafitto” dall'amara or-ganicita di se e del proprio sentire, egli tuttavia ribadisce: "Il tempo passa, Bacca. Ci sono i monti, non c'è più Euri-dice. Queste cose hanno un nome, e si chiamano uomo. Invocare gli dèi della festa qui non serve.".
Pavese sembra dunque esprimere - attraverso la compassata pacatezza di un vecchio saggio, che in questo caso e anche una divinita – la sua drammatica concezione della vita umana. D’altron-de, numerose opere dell’intellettuale piemontese sono caratterizzate da questo spirito, dando sfogo a un’inten-sa e problematica ricerca filosofico-esistenziale: la loro missione sembra essere quella di indagare il quotidiano, di tracciare un filo conduttore degli eventi, giorno dopo giorno, per valuta-re l’ipotetica ma necessaria presenza di un approdo sicuro. Se e vero che questo in vita a Pavese non riuscì , o forse non fu sufficiente a concedergli la quiete – sappiamo infatti che morì suicida, stroncato dalla depressione e dal peso di una vita insoddisfacente – a noi pero rimangono i suoi scritti, che ci impongono una serie di interrogativi. Grande fu l’amore dell’autore in vita
per i suoi romanzi (“La luna e i falo ”, “La casa in collina” e molti altri), le sue poesie e il suo diario personale, compo-sto dopo la sua morte a partire dai frammenti piu intimi e significativi, a cui e stato assegnato appunto il titolo de “Il mestiere di vivere”. Ma in cosa consiste questo mestiere? Ecco le risposte di alcuni autori che ho richiamato alla mente, insieme alle loro interpretazioni. La novella pirandelliana "Il treno ha fischiato" e un emblema inimitabile della quotidianita del XX secolo. L'im-piegato Belluca, uomo oppresso e cir-coscritto come il suo triste ufficio da impiegato, e ormai dimentico da tanti anni dell'esistenza del mondo. Appare paradossale, eppure a una lettura piu attenta riesce facile capirlo. Nel suo lento ripetersi di gesti e doveri ritualiz-zati tra le incombenze da computista, e diventato mansueto e remissivo, ane-stetizzato alle dinamiche infernali che e costretto a sopportare in casa. Poi, im-provvisamente, il fischio di un treno: e riappaiono le citta , i paesaggi esotici, le foreste del Congo, i brividi elettrizzanti per i viaggi mai compiuti...l'universo in cui e sempre stato inconsapevolmente immerso si manifesta, e lui si fa "ebbro di gioia e di desiderio". La situazione e ribaltata: grazie a un salvifico “principio di febbre cerebrale”, l’omino ligio al senso comune si fa individuo dotato di spirito critico, libero di eva-dere e di creare nuovi mondi. “Si fa in un attimo, signor Cavaliere mio. Ora che il treno ha fischiato...” Il meno conosciuto "Libro dell'Inquie-tudine" di Fernando Pessoa (scritto nel 1929, ma pubblicato postumo solo nel 1982) muove da premesse analoghe. Si tratta di un diario in gran parte auto-biografico, che l'autore portoghese compone sotto lo pseudonimo di Ber-nardo Soares. L’argomento chiave dell'opera e il tedio, il vuoto piu crudo e prostrante in tutte le sue forme, che il contabile sperimenta ogni sera tornan-
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do nel suo appartamento a Lisbona. Da questo avver-timento della propria piccolezza parte una riflessione sui meccanismi del mondo che assume i tratti di una vera e propria metafisica.
“Io allora vivrò in pace in una casetta alla periferia di qualcosa, godendomi una tranquillità in cui non dovrò fare il lavoro che comunque anche ora non faccio e cer-cando, per continuare il mio non fare niente, scuse di-verse da quelle con le quali oggi evito il confronto con me stesso. Oppure sarò ricoverato in qualche ospizio per poveri, pago della mia completa sconfitta e confuso fra quei relitti umani che pensavano di essere geniali e invece erano solo mendicanti carichi di sogni; io, insie-me alla massa anonima di coloro che non ebbero la forza per vincere e neppure la generosa rinuncia per vincere alla rovescia. Dovunque sia, proverò nostalgia per il principale, il signor Vasques, per questa stanza di Rua dos Douradores. E la monotonia della vita sarà per come il ricordo degli amori che non ebbi, o dei trionfi che non sarebbero mai stati.” Ma quotidianita e anche ripetizione meccanica di ge-sti finiti, obbligati, resi familiari dall'abitudine. Non e solo stupore e meraviglia, ma e soprattutto -per quan-to spesso sembri banale ricordarlo- dovere, fatica, dedizione. Tanti sono coloro che hanno dato risalto a queste tematiche: l’arte dell’Otto-Novecento ha de-scritto i mestieri piu altisonanti quanto quelli piu umili; ci sono stati i romanzi e le sceneggiature (basti pensare a quelle di Ibsen) sulle vite borghesi, avvilup-pate tra la casa, famiglia e lavoro, così come hanno avuto grande successo i film in bianco e nero di Char-lie Chaplin. Con un balzo di circa mezzo secolo, nei contesti letterari che piu insistono su quotidianita e realismo incontriamo le dinamiche dello sviluppo capitalistico, degli orari di fabbrica. Dal decadentismo si passa quindi a quella societa , appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, che sara poi così attenta-mente analizzata e criticata da intellettuali dal calibro di Pasolini. ———————————— Vittorio Sereni (autore, tra gli altri, de "Gli strumenti umani"), dalla cui nascita quest'anno ricorre il cente-nario, descrive in questo modo la visita ad alcuni ope-rai in piena attivita :
"Eccoli al loro posto quelli che sciamavano là fuori qualche momento fa: che sai di loro
che ne sappiamo tu e io, ignari dell’arte loro … Chiusi in un ordine, compassati e svelti,
relegati a un filo di benessere senza perdere un colpo – e su tutto implacabile
e ipnotico il ballo dei pezzi dall’una all’altra sala."
Distogliendo lo sguardo da ingranaggi e prestazioni lavorative, torna nuovamente quel senso di strania-mento e meraviglia sul mondo che e la chiave di molte
delle nostre azioni quotidiane; e inevitabile così cita-re la figura de "Il fanciullino", opera breve in cui Pa-scoli nel 1907 traccia i confini della sua poetica. In questa ci viene presentata la figura sensibile e fanta-siosa di un bambino, di un'anima senza preconcetti che si sofferma a contemplare una realta priva di or-pelli e apparenze, nella sua autentica bellezza. Finali-ta e raziocinio si dimostrano in sovrappiu , cedendo il passo a una dimensione immaginifica, intuitiva, in cui l'esaltazione sinestetica delle percezioni va a subli-mare, con gli intimi moti dell'animo, la natura istin-tuale e massimamente umana dell'individuo.
"Ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, ché ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccare la selce che riluce.".
E se divagando cerchiamo una risposta piu sfaccetta-ta e vitale, allora non ci rimane che leggere la celebre poesia dello “zio Walt”, cultore del dinamismo e dell’immediatezza del reale, “amante del cosmo” e pilastro della letteratura americana. Oppure, ancora, potremmo riguardare uno spezzone de “L’attimo fug-gente”, con Robin Williams e la sua classe, sorridente e trionfante, in piedi sui banchi per l’ultimo saluto.
Oh me! Oh vita! Di queste domande che ricorrono, degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di scioc-chi, di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?) di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, della battaglia sempre rinnovata, dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida camminare a fatica attorno a me, dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri lega-to in tanti nodi, a domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre – Che cosa c'è di buono in tutto questo, oh me, oh vita? Risposta: Che tu sei qui, che esiste la vita e l'individuo, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuir-vi con un tuo verso.
Maria Francesca Di Feo IIIC
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Il mare e ingannevole. Basta un’im-prudenza giovanile, un tuffo non ben calcolato a segnare irrimediabilmen-te la vita di Ramo n. Cio in cui si ri-trova catapultato e un vortice infer-nale; la totale paralisi che incombe all’improvviso su di lui frantuma ogni suo sogno e ogni sua aspirazio-ne. Trascorre 28 lunghi anni di cio che lui stesso stenta a chiamare vita, riuscendo ugualmente a coglierne il senso piu profondo. Progetta e co-struisce, con l’aiuto del nipote, i piu ingegnosi macchinari, scrive poesie, vola libero con la mente oltre la fine-stra. Ma cio che desidera di piu e trovare qualcuno che possa aiutarlo a porre fine a quelle sofferenze che da noi sono solo a malapena imma-ginabili. Un’avvocatessa interessata alla sua vicenda diventa la sua com-pagna in questa battaglia; tra loro nasce affetto, complicita e anche qualcosa di piu … Nonostante la leg-ge intralci i loro progetti e la chiesa non sia certo favorevole, e con il per-corso verso la liberazione dal pro-prio corpo martoriato, diventato ormai prigione, che si conclude il film; sono piccoli gesti clandestini, compiuti ognuno da una diversa mano amica, ad accompagnare Ramo n fino alla fine.
Tema spinoso quello dell’eutanasia, trattato con estrema delicatezza dal regista Amena bar, il quale trae ispi-razione da una storia vera; cio che lo spettatore prova non e la compas-
sione suscitata solitamente dai film che trattano di malattie invalidanti. Tutt’altro. Quello che il regista riesce efficacemente a insegnare e il rispet-to per l’individuo, la sua dignita e le sue scelte. Chi puo giudicare se sia lecito o meno rinunciare alla vita, se non colui che vive sulla propria pelle un’esperienza così drammaticamen-te sofferta?
In Italia, la Costituzione garantisce il diritto a non essere sottoposti a trat-tamenti sanitari contro la propria volonta . Tuttavia, chi aiuta un mala-to terminale a morire, anche nel caso in cui vengano presentate dal pa-ziente dichiarazioni di volonta espli-cite come il testamento biologico, incorre nel reato di "Omicidio del consenziente" (art.579 c.p.), che pre-vede dai 6 ai 15 anni di carcere.
Un cittadino italiano, la cui vita risul-ti compromessa da malattie croni-che o terminali, non ha la possibilita di interromperla intenzionalmente, di ricorrere cioe all’eutanasia (dal Greco euthanasí a, “buona morte”).
In nazioni come l’Olanda, il Belgio o il Lussemburgo questa pratica e gia stata legalizzata. Nel nostro paese la situazione risulta piu controversa: chi si schiera in difesa della vita e dell’accanimento terapeutico indi-pendentemente dalla volonta del paziente, e chi sottolinea l’importan-za della liberta di scelta dell’indivi-duo.
Il problema della carenza legislati-va italiana e stato risollevato nel novembre 2011 dal caso di Lucio Magri, fondatore de “Il Manifesto”, il quale, all’eta di 79 anni, scelse il suicidio assistito in una clinica sviz-zera, suscitando un forte scalpore nell’opinione pubblica.
Venerdì 13 settembre, due anni dopo, e stato consegnato in Parla-mento un disegno di legge di inizia-tiva popolare in materia di testa-mento biologico ed eutanasia lega-le, sottoscritto da oltre 65.000 citta-dini italiani. Tuttavia, si prevedono tempi lunghi prima che tale propo-sta venga realmente presa in consi-derazione da Governo e Parlamen-to, viste le priorita su cui l’attuale crisi obbliga a concentrare l’atten-zione.
Al prete che lo incontra poco prima di morire e che tenta di dissuaderlo dalla sua tragica scelta suggerendo-gli: “Una liberta che elimina la vita non e una liberta ”, Ramo n replica semplicemente: “Una vita che elimi-na la liberta non e una vita.”
Parole che, chiare e incisive, mirano a far maturare nuove riflessioni e consapevolezze nelle coscienze di ognuno di noi.
ROSALUNA CAPUCCI IVG
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MATURITÀ 2014
Ebbene sì , cari veterani del Mura-tori, ci siamo appena addentrati in quello che per tutti noi sara un lun-go ed estenuante viaggio attraver-so l’ultimo anno nella nostra “amata” scuola. E trascorso poco piu di un mese dal ritorno sui ban-chi, tuttavia stiamo gia provando sulla pelle le difficolta che la prepa-razione all’esame comporta, chi di noi infatti non ha gia giornate pie-ne di verifiche e interrogazioni? Purtroppo questo non e nemmeno il male peggiore che ci aspetta!
Il Ministero dell’Istruzione negli ultimi anni ha dimostrato, infatti, un’efficace capacita di creare osta-coli e complicazioni ai maturandi, basta ricordare la prima prova scritta dell’anno passato. Chi si sa-rebbe mai aspettato di dover af-frontare, dopo aver trascorso gior-ni e giorni nel frenetico ripasso delle opere dei principali autori italiani del Novecento, uno scritto-re al contrario contemporaneo e ancora abbastanza sconosciuto agli occhi dei giovani? Il Ministro Car-rozza afferma che l’analisi era fatti-bile e Magris mostra con il brano de “L’Infinito Viaggiare” un tema eterno e topico della letteratura italiana, ma la risposta degli stu-denti e chiara. Solo il 15,3% di loro si e arrischiato ad affrontare l’ana-lisi.
Ma e principalmente la questione Bonus ad infiammare e ad aver gia infiammato lo scorso anno milioni di studenti. I Bonus consistevano in un punteggio associato al voto di
maturita che, unito ai risultati dei test di ammissione all’universita , disponeva i candidati in una gra-duatoria attraverso la quale sareb-be stato possibile accedere ai posti delle facolta a numero chiuso. Per l’assegnazione dei punteggi avreb-be avuto peso soprattutto la scuola superiore di provenienza, non solo il voto finale. Lo scandalo e stato provocato dall’improvvisa decisio-ne del Ministro Carrozza di cancel-lare i Bonus durante il periodo di esami, causando in questo modo uno sconvolgimento di piani a tutti coloro che avevano gia calcolato il proprio accesso universitario in base ad essi. Fatto inaccettabile che dimostra con quanto poco ri-spetto venga trattata la classe stu-dentesca. Per quanto riguarda l’an-no in corso, e tempo ormai di ras-segnarsi all’aiuto che i Bonus avrebbero potuto dare. Nel Decre-to Scuola del 12 Settembre 2013 infatti essi sono stati definitiva-mente aboliti. Le parole della Car-rozza “I bonus di maturita so-
no una misura che aveva creato solo sperequazioni, si pensera a valorizzare in qualche maniera il curriculum scolastico, magari con borse di studio” proiettano possi-bili alternative come futuri proget-ti, lasciando la prossima genera-zione universitaria in balia sola-mente dei test di ammissione. Cer-tamente la decisione mirava a ga-rantire una maggiore uguaglianza all’interno del sistema scolastico, in un periodo in cui “i raccomanda-ti” sono all’ordine del giorno, ma questa ha anche l’inevitabile con-seguenza di porre sullo stesso pia-no l’istruzione dei diversi istituti, togliendo quel poco di riconosci-mento che veniva con i Bonus ga-rantito agli studenti di provenien-za liceale.
Cosa ci si puo quindi aspettare con l’Esame di Stato 2014? Certamente molte altre sorprese vista la preca-rieta dei governi italiani e la facili-ta con cui si tende a cambiare idee e programmi. E per quanto riguar-da le prove scritte, abbiamo impa-rato dalle esperienze passate a diffidare del solito “toto scommes-se” sui possibili autori da trattare.
Cari Muratoriani, sara quindi ne-cessario contare solo sulle nostre forze, come ormai da cinque anni siamo abituati a fare!
In bocca al lupo!
Claudia Righi VF
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate
Y O U S H A L L N O T P A S S
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molto inquadrata e a volte ad esse-
re poco calorosi. Inoltre, anche se e
una citta particolarmente multiet-
nica, le varie nazionalita sono divi-
se in comunita , separate. Così l’im-
pressione che ne deriva e quella di
una citta moderna e dinamica ma
al tempo stesso piena di tensioni”.
Anche Marco ha vissuto un’espe-
rienza per certi versi analoga. “La
cultura del posto e molto diversa
dalla nostra ed e veramente diffici-
le integrarsi. Le persone con cui ho
avuto a che fare personalmente
sono state tutte gentili, ma riman-
gono comunque molto distanti da
noi”.
Ovviamente lo spostamento all’e-
stero non e da condannare in bloc-
co. Muoversi, comunicare in un’al-
tra lingua, imparare a conciliare la
propria diversita con quella altrui,
trovare un posto in cui vivere tra-
sformandolo nella propria nuova
casa sono tutte cose che ti aiutano
a sviluppare una capacita essenzia-
le che non si impara sui libri, ossia
la capacita di arrangiarsi. La facol-
ta di rendere la propria mente ver-
satile e una competenza che, indi-
dei vizi, dei servizi scadenti, dei
favoritismi e delle ruberie? Non e
forse vero che fuori dall’Italia ci
sono salari alti, politiche ecologi-
che e meritocrazia? Questa visione
da troppo tempo circola per le no-
stre case: si critica la nostra orga-
nizzazione in tv, sui giornali, sul
Web, e ovunque la si paragona a
quelle europee, a quella dei paesi
emergenti così favolosamente in
crescita economica e rigurgitanti
di possibilita di lavoro.
Purtroppo la realta spesso e ben
diversa, infatti qui come altrove
l’arrivo di immigrati, per quanto
qualificati possano essere, e sem-
pre visto con una punta di sospet-
to, come se da un momento all’al-
tro potessero portare via cio che e
nostro. E il proprio lavoro, il pro-
prio rispetto, bisogna guadagnar-
selo, come afferma Elisa. “In Au-
stralia hanno una qualita di vita
altissima, stipendi sostanziosi, case
invidiabili, servizi pubblici piu che
soddisfacenti, il loro problema e
che, dopo essersi creati questo
mondo perfetto, hanno paura che
qualcuno glielo rovini e tendono a
essere giusto un po’ razzisti. In
generale verso tutti quelli che non
sono bianchi. Ma dove va a finire
tutta quella grande civilta di cui si
parla?”. Chiedendo se anche in Ger-
mania abbia trovato una situazione
simile, risponde con una punta di
malizia: “Di Berlino mi ricordero
sempre una cosa: il freddo, non
solo quello del clima ma anche
quello delle persone. La loro cultu-
ra li porta ad avere una mentalita
“Non passare la vita chiuso in ca-
sa!”, sono le parole di Elisa, appena
tornata dalla Germania. E questo il
motto che l’ha spinta a viaggiare in
Australia, in Argentina e anche a
Berlino. Sicuramente non un per-
corso così comune. “Quando facevo
lo psico-pedagogico, non sapevo
chiaramente quello che volevo fa-
re, avevo solo una mezza idea di
lavorare con i bambini e, finita la
triennale in Scienze Politiche, ho
capito che l’Italia mi stava stretta e
che volevo conoscere realta lavora-
tive piu dinamiche. Così ho iniziato
a viaggiare”. Come Elisa, così molti
altri ragazzi hanno deciso di trova-
re la loro strada all’estero, parecchi
giovani, circa 316mila negli ultimi
10 anni la cui meta privilegiata e la
Germania, seguita da Inghilterra,
Francia e Stati Uniti. Così anche
Marco, 25 anni, laureato in Inge-
gneria Edile e Architettura, ha tro-
vato lavoro come assistente alla
direzione di cantiere in Libia e alla
domanda su quale sia la sua opi-
nione riguardo alle possibilita di
lavoro in Italia fa un sospirone.
“Penso che se ci si accontenta e ci
si adatta un po’, il lavoro si trova. Il
problema e che non si ha mai la
sicurezza necessaria per crearsi
una base per il futuro, perche nella
maggior parte dei casi si tratta di
lavori a breve termine senza ga-
ranzie di continuita ”, ciononostan-
te “non sempre i salti nel vuoto
sono dei successi” e il lavoro non
cade dal cielo. Ma come?, verrebbe
da chiedersi, non abbiamo forse
imparato che il nostro e lo Stato
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pendentemente dal lavoro che
fai, dallo Stato in cui abiti, e
essenziale per la vita e per la
propria maturazione indivi-
duale.
In conclusione, e sconsigliabi-
le andare a vivere all’estero?
In sostanza no, perche ti per-
mette appunto di acquisire
una mentalita piu aperta, di
scoprire nuovi orizzonti nel
mondo ma anche in te stesso,
pero bisogna abbandonare i
preconcetti sull’utopica visio-
ne degli altri Paesi, così in
contrasto con quella d’inade-
guatezza del nostro, cercando
invece di guardare alla realta
delle cose. La realta di come
ogni Stato, per quanto perfet-
to possa sembrare, abbia an-
ch’esso i suoi difetti e di come
l’Italia sì ne possieda, ma non
così invalicabili. La realta in
cui, se ognuno pensa solo ad
abbandonare la nave, non ri-
marra piu nessuno a gover-
narla. La realta in cui siamo
noi che ogni giorno costruia-
mo il Paese in cui viviamo.
RECENSIONE TEATRALE
Genere: Musical
Regia: Giuliano Peparini
Musiche: Gérard Presgurvic
Testi: Gérard Presgurvic (francese), fgffffffVincenzo Incenzo (italiano)
Coreografie: Veronica Peparini
Produzione: David Zard
Ama e cambia il mondo
Ne e valsa la pena di spendere oltre 5
milioni di Euro per raccontare la storia
d’amore piu famosa del mondo?
Lo scopo di questo musical era reinter-
pretare in chiave moderna un classico
della letteratura rendendolo originale.
Purtroppo “Romeo e Giulietta” negli
ultimi anni e un tema talmente tanto
usurpato che creare qualcosa di nuovo
si puo considerare una missione im-
possibile. In piu non credo che l’ob-
biettivo sia stato centrato. Ci sono in-
fatti scene assolutamente
“tradizionali” affiancate a momenti
troppo moderni e completamente fuo-
ri contesto. Per fare un esempio, la
scena del ballo, che dovrebbe essere
una delle scene centrali, sembra un
gigantesco Rave party buttato a caso in
mezzo a canzoni “classiche”.
Ci sono numeri corali molti validi
(“Verona”,” I re del mondo”, “La follia”)
mentre invece i duetti tra i due prota-
gonisti sono noiosi, molto noiosi. Molte
canzoni risultano uguali l’una all’altra,
alcune sono assolutamente inutili e
tediose. Tutto sommato non ci sono
numeri musicali brutti o inascoltabili
ma e mancato quasi del tutto quel
“Sense of wonder” che ti evita di sbadi-
gliare all’ennesimo assolo o duetto.
Come detto prima le scene corali sono
molto buone, in gran parte grazie
all’ottimo corpo di ballo, il quale non
credo purtroppo sia stato adeguata-
mente valorizzato.
Anche gli interpreti lasciano piuttosto
a desiderare, specialmente il protago-
nista. Romeo e infatti interpretato da
Davide Merlini, ex stellina di “X Fac-
tor”, cantante non eccezionale e so-
prattutto pessimo attore e ballerino.
Anche Giulia Luzi, l’interprete di Giu-
lietta, e un po’ insipida ma sa recitare e
tutto sommato interpreta bene la par-
te. Bravi invece Luca Giacomelli Ferra-
rini (Mercuzio), Riccardo Maccaferri
(Benvolio) e Gianluca Merolli
(Tebaldo), che spesso hanno l’ingrato
compito di coprire le spalle al debole
protagonista. Molto affascinante il
Principe, interpretato magistralmente
da Leonardo di Minno, simile a un’ape
regina che ha perso il controllo del suo
alveare, che pur essendo un personag-
gio secondario canta due delle canzoni
migliori dell’intero spettacolo. D’altra
parte mi lascia perplessa il poco spa-
zio dato ad attori del calibro di Vitto-
rio Matteuccio (Conte Capuleti), rele-
gati a contorno.
Tirando le somme, “Romeo e Giulietta”
non e un musical eccezionale e puo
essere certamente migliorato, ma non
e nemmeno un prodotto da buttare via
completamente. Purtroppo rimane
lontano non solo dai grandi musical di
Broadway ma anche da produzioni
europee come “Notre-Dame de Paris.”
Carino da guardare in televisione per
passare la serata, non vale il prezzo
del biglietto. VOTO: 6/10.
PIETRO DAVOLI
SARA FEDERICI IB
GIULIA GHIRELLI
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S” 6 giugno 2013, Unipol Arena, Casalecchio di
Reno (BO)
Dopo mesi di scongiuri e preghiere in tutte le lin-
gue del mondo, constatato che Billie Joe stava be-
ne, i Green Day non avevano scuse per non suona-
re: si parte per Bologna!
Per chi non fosse a conoscenza dei precedenti,
ecco un flashback. La band punk-rock era gia ve-
nuta in Italia nel settembre 2012 per l’I-Day festi-
val, evento in cui sarebbe stata l’headliner di 4
band di non basso profilo come the Kooks, Social
Distortion, Angel And Airwaves e All Time Low.
Ma all’ultimo i fan erano stati avvertiti da un vi-
deo-messaggio di Mike (basso) e Tre (batteria),
che Billie Joe (voce e chitarra) era stato male ed
era ricoverato all’ospedale Maggiore di Bologna.
In realta , molti sapevano gia che ultimamente il
cantante aveva avuto problemi di droga e alcool,
ma naturalmente nessuno si sarebbe mai aspetta-
to un risvolto simile proprio a Bologna, ultima
data del tour europeo.
Ma il 6 giugno, durante l’attesa pre-concerto, tra
l’ansia e la gioia, la voglia di sentirli e vederli su
quel palco superava di gran lunga la data cancella-
ta e tutto il resto. Entrati nell’arena, i fan vengono
accolti dagli All Time Low, che come ogni gruppo
di supporto (backup band) che si rispetti, hanno
saputo intrattenere e infiammare gli animi del
pubblico con il loro punk adolescenziale ma anche
originale.
Dopo la loro ottima performance, verso le 21,00 la
musica di sottofondo si e interrotta per un attimo
e, nel silenzio momentaneo, si sono sentite le pri-
me note di un brano epico, Bohemian Rapsody dei
Queen, e tutta l’Unipol Arena si e messa a cantare.
Alla fine della canzone, il pubblico si aspettava gia
l’ingresso dei californiani: infatti dalle quinte e
balzato fuori Drunk Bunny, il famoso e irriverente
coniglio rosa, che e solito preparare i fan all’entra-
ta della band, in questo caso sulle note di Hey Ho,
Let’s go dei Ramones.
Poi e scoppiata la bomba: era la forza dolce e rab-
biosa della voce di Billie, la sicurezza e il controllo
di Mike, il folle e trascinante ritmo delle bacchette
di Tre. Dal momento in cui hanno corso fuori dalle
quinte con 99 Revolutions, non c’e stato un attimo
di calo in piu di 2 ore di scaletta che hanno visto
alternarsi i tradizionali must, pezzi dalla trilogia
iUno! - iDos! - iTre!, ma anche brani di album pas-
sati raramente eseguiti live: un med-
ley di emozioni indescrivibili per i
fan che hanno dimenticato veloce-
mente il concerto di… che concerto?
Una scaletta perfetta musicalmente
parlando: Know Your Enemy, Stay
the Night, Stop When the Red Lights
Flash, Letterbomb, Oh Love, Holiday,
Boulevard of Broken Dreams, Stray
Heart, Nice Guys Finish Last, Waiting,
Missing You, Burnout, Hitchin’ a Ride,
Welcome to Paradise, Longview, Going
to Pasalacqua, Knowledge (cover di
Operation Ivy), St. Jimmy, When I
Come Around, Basket Case, She, King
for a Day, Shout, Always Look on the
Bright Side of Life / (I Can’t Get No)
Satisfaction / Hey Jude (cover di
Monty Python/ Rolling Stones/ Beat-
les), X-Kid, Minority; bis: American
Idiot, Jesus of Suburbia, Brutal Love, e
la classica Good Riddance (Time of
Your Life) come finale.
Quarta tappa italiana del 99 Revolu-
tions tour dopo le incredibili e sugge-
stive Milano, Trieste e Roma, Bologna
ha regalato delle grandi emozioni a
tutti. Sara che e stata una tappa volu-
ta fortemente sia da parte dei fan che
da parte della band, sara che i califor-
niani hanno lasciato il cuore a Bolo-
gna gia anni fa, dato che rimane
da tempo una tappa
quasi obbligatoria
del loro tour ita-
liano, sara che
Armstrong ripete-
va: “Ti amo
Bologna,
grazi(e)!”
alla fine
di ogni
canzone
per farsi
perdonare. In
ogni caso, la
complicita
creatasi al
concerto tra
pubblico e
musicisti e stata unica, irripe-
tibile, e solo i fan bolognesi ne
hanno potuto godere. Hanno
sofferto, ma sono stati adegua-
tamente ripagati, anzi di piu .
La gioia di vedere finalmente
Mike correre e saltare col suo
basso, la gratitudine di sentire
la voce, l’entusiasmo di Billie e
il suono delle sue storiche
chitarre Gibson, il senso di
vuoto dato dal vibrare della
cassa toracica al ritmo dei
colpi della batteria di Tre, era
quasi irreale ma al tempo stes-
so dannatamente vero e incre-
dibile.
Novita 2013 e sicuramente la
promozione della loro storica
seconda chitarra, Jason White,
a membro ufficiale della band.
A questo proposito, i Green
Day hanno pubblicato iCua-
tro!, il cd-dvd dei loro best live
e dietro le quinte, a seguito
della trilogia iUno!, iDos!, iTre!
dedicata alle facce del trio,
come tributo a White. Proba-
bilmente White e stato
“promosso” non solo per la
sua storica presenza, ma an-
Joy! Joy! Joy! Joy! Joy! BOL OGN A “
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Dicembre 2013
Innanzitutto le do il benvenuto da
parte degli studenti. Come vor-
rebbe presentarsi alla sua nuova
scuola?
Uno che crede nell’istruzione come
l’investimento piu importante per il
presente e per il futuro, per i giovani
in particolare, ma anche per un Pae-
se in crisi.
Quali sono i pregi che più l’hanno
colpita e i difetti che ha riscontra-
to a prima vista?
Il Muratori e una scuola molto ben
organizzata e con un livello di com-
petenza dei docenti elevato. Difetti?
La prima cosa che non mi ha fatto
un’impressione positiva e l’edificio e
l’organizzazione degli spazi, lontani
dall’idea di scuola che ho in mente.
Si è già prefissato degli obiettivi
per questo anno di reggenza?
Scelgo di lavorare, per quanto mi
sara possibile, anche con gli studenti
e di raccogliere da loro delle idee. Mi
piace pensare che la scuola si co-
struisce insieme, e non lo dico tro-
vandomi a fare un’intervista su un
giornale degli studenti; per me e
sempre stato importante condivide-
re un’idea di scuola , costruire un
comune senso di appartenenza.
Come pensa di impostare il suo
rapporto con gli studenti?
Io credo nella funzione dei rappre-
sentanti di classe, nonostante gli
organi collegiali siano considerati, e
sono, degli organismi vecchi perche
la legge risale a anni ’70, andrebbero
ripensati; tuttavia la funzione dei
rappresentanti di classe e importan-
te. E spero possano essere interlocu-
tori attivi.
Crede che sia possibile affrontare
temi della Politica con mezzi co-
me il giornalino e assemblee d’i-
stituto? La scuola dovrebbe per-
metterlo?
In una scuola dove si studiano mate-
rie come storia e filosofia, per esem-
pio, inevitabilmente si entra in con-
tatto con temi politici. Uno dei punti
di crisi del nostro paese e proprio
nella politica e sappiamo che deci-
sioni che riguardano questioni im-
portanti per futuro riguardano l’am-
bito politico, per cui i giovani non
dovrebbero essere estranei. E’ un
terreno delicato su quale e facile
incorrere in contrasti di valutazione
e di opportunita ma a 18 anni si
vota e le scelte strategiche del futuro
e del presente sono sempre conna-
turate alla politica quindi e giusto
che i giovani comincino a confronta-
re qualche loro idea.
Si potrà in futuro destinare un
fondo per iniziative degli studenti
meritevoli di essere considerate?
Sì , nei limiti, come al solito, delle
risorse. Una volta esisteva un capito-
lo di bilancio finanziato annualmen-
te dal ministero...
Che valore attribuisce ai momenti
di assemblea d’istituto?
E’ uno dei momenti importanti della
partecipazione alla vita della scuola,
so che gli studenti del Muratori san-
no farla nel modo e con gli intenti
giusti.
G I O R G I O S I E N A
che e soprattutto per aver soste-
nuto la band durante il “periodo
buio” e la riabilitazione di Arm-
strong. Quest’ultimo, durante il
concerto ha dato l’impressione di
essersi rimesso completamente e
di essere tornato quello di sem-
pre, solo piu responsabile, anche
se definirlo tale e un paradosso
per il personaggio che si e creato,
che amano tanto i fan. Nessu-
no comunque ha mai avuto dubbi
sul fatto che i Green Day sappiano
cosa sia un live. Brani come Oh,
Love, che in versione studio sono
abbastanza lontani dal punk-rock,
e piu vicini al pop, ritrovano la
loro vera forma live. In generale,
la band californiana si e sempre
dichiarata attenta nella selezione
delle canzoni per i nuovi album,
sulla base appunto di quanto esse
vengano bene live. Sanno quanto
possono permettersi su quel pal-
co, e il loro sorriso lo dimostra.
Si divertono e fanno divertire.
Durante il concerto hanno fatto
salire dei fan a cantare e persino a
suonare, li hanno fatti scendere
lacrimanti ma da eroi. Poi tutto si
e trasformato in un circo: Arm-
strong con la bandiera italiana
legata a mantello che sparava
gadgets, acqua, schiuma e carta
igienica tra i fan, mentre gli altri
membri vestiti da streghe, maghi
e simili correvano per il palco tra
gli effetti luminosi e i fumogeni:
tutte le solite ritualita che rendo-
no un concerto dei Green Day
paradossalmente unico. D’altra
parte il motto era: “Let’s go crazy
tonight Bologna! “. E siamo vera-
mente impazziti.
VIRGINIA STANZANI IIIA
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RAPPRESENTANTI
LAURA MANISCALCO IIIC
Cosa ti aspetti da questa candida-tura? In che modo, nel "tuo picco-lo", pensi di poter cambiare la scuola? Dunque, da questa candidatura mi aspetto davvero grandi cose. Mi sembra di essere proprio in un bel gruppo, riusciamo a collaborare tranquillamente! Sono convinta che lavorando sodo, unendo alle nostre idee, le opinioni e i desideri di tutti gli studenti, riusciremo ad ottenere qualcosa di concreto. Nel mio picco-lo, aspiro a rendere la scuola un am-biente che rispecchi le esigenze degli studenti. Ognuno di noi dovrebbe rendersi conto di essere un membro attivo, che davvero con la sua voce puo cambiare qualcosa. Personal-mente, ho vissuto i primi due anni in maniera davvero passiva, ma poi mi sono resa conto che mi lamentavo tantissimo di tutto e non facevo in modo che la situazione cambiasse. Pensavo che fosse una prigione e che non sarebbe mai stata modificata. Negli ultimi anni invece ho capito che se qualcosa non ti va bene devi alzare la voce e dirlo, o almeno ten-tare! Quindi e per questo che ho de-ciso di candidarmi! Spero proprio di riuscire a far si che ogni studente possa esprimere le proprie opinioni, critiche e idee e impari a vedere la scuola come una cosa in continua evoluzione!
Come mai hai scelto Giorgio come compagno di lista? Perche Giorgio e Giorgio! (ride) La-vora tantissimo e ha una marea di contatti per le assemblee; conosce moltissime persone che lavorano in
ambiti diversi e quindi mi sembrava perfetto! Inoltre ha a cuore molte delle cose che stanno a cuore a me. Ecco perche mi sono candidata insie-me a lui!
GIORGIO NICOLINI IIIC
Candidarsi rappresentante d’isti-tuto comporta molte responsabili-tà. Sicuro di poter accettare que-sta sfida durante il tuo ultimo an-no di liceo?
Assolutamente no. Non posso affatto aspettarmi quello a cui sto andando
incontro. E una sfida davvero grande, sia per la mole di tempo che essa richiede, sia per la serieta che questo lavoro esige. Tuttavia sono certo di una cosa: non smettero mai di stu-pirmi di fronte a cio che vedo tra gli studenti. Ad esempio, sono rimasto molto scosso positivamente quando, dopo uno dei turni di presentazione delle liste d’istituto, una ragazza mi e venuta incontro ringraziandomi per la bella atmosfera che si era creata. E incredibile non tanto il complimento che mi ha fatto, quanto la sua faccia, colpita letteralmente di fronte a quella situazione. Come afferma la filosofa Maria Zambrano, non ci si impena nel reale se non lo si percepi-sce come promessa. Io ho gia avuto modo di vedere questo, ad esempio in quelli che hanno deciso di impli-carsi nella felpa della scuola. Questo e quello che desidero fortemente per me: scoprire fino in fondo cio che mi e dato di fronte. E questa scoperta sola mi basta a farmi mettere in mo-to su tutto il resto, studio compreso.
Essere stato un anno all’estero, in America, ha cambiato la tua visio-ne complessiva di “scuola”?
Certo che sì . L’anno in America e stata un’esperienza che ha letteral-mente segnato la mia persona, e quindi, anche la mia concezione di scuola. Due aspetti mi hanno colpito molto. In primo luogo, il fatto che si leggano molti libri entrando in con-tatto diretto con cio che gli autori ci hanno lasciato di loro. Anche in lati-no, ad esempio, mi ha stupito che si confrontino con la versione originale senza mediazioni. Mi ha colpito an-cora di piu , pero , il fatto che assegni-no molto spesso lavori di ricerca agli studenti. Questo e cio che mi ha fatto cambiare idea circa la scuola. Per esempio, in occasione di un progetto di matematica a cui avevo appena iniziato a lavorare, il mio professore mi ha fatto capire che di tenere a me e al mio lavoro, non tanto ai fini di una buona riuscita della ricerca, ma per la mia vita. Dopo quest’esperien-za, ritengo dunque che la scuola deb-ba essere il luogo in cui uno studente viene preso sul serio e lanciato al massimo grado in un viaggio cono-scitivo e formativo per scoprire il fascino irresistibile delle cose.
GIULIA GRISPINO VE
Cosa ti ha spinto a candidarti rap-
presentante?
Ho sempre pensato che la scuola
fosse il "luogo sociale" per eccellen-
za. Noi studenti abbiamo la possibili-
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ta di creare momenti in cui mettiamo
alla prova le nostre menti e non delle
nozioni scritte su libri. Immagino da
sempre una scuola all'interno della
quale tutti si sentano in dovere e in
potere di far valere le proprie idee.
Per rendere possibile tutto questo, e
necessario dare degli stimoli che
possano diventare il trampolino di
lancio per la piccola societa che vive
all'interno dell’istituto. Con questa
candidatura, percio , ho deciso di
mettermi a disposizione dei miei
compagni per dare un contributo piu
concreto a ognuno di loro, per arric-
chire la vita scolastica di vita reale.
Qual è stata la tua impressione
personale sulla vostra prima as-
semblea? Contenta? Avreste potu-
to migliorare qualcosa o è andato
tutto come avevate sperato? Gli
studenti hanno partecipato attiva-
mente?
Mi sono preoccupata di ascoltare il
parere di alcuni ragazzi all'interno
della scuola e l'impressione generale
e stata molto positiva. Purtroppo ho
avuto la sfortuna di stare male il
giorno dell'assemblea e non ho potu-
to partecipare, nonostante ci tenessi
tantissimo al decollo di questo pro-
getto! Cio che ho apprezzato di piu e
stata sicuramente la partecipazione
attiva di tutti! E un fattore che non
va mai trascurato perche siamo noi
che dobbiamo animare le assemblee.
CAROLINA LEMMI IB
Soddisfatta di esserti candidata e successivamente essere stata eletta, o se potessi tornare indie-tro non lo rifaresti? Soddisfattissima. L'idea di candi-darmi mi e venuta circa un anno fa e ho trovato subito Giulia, un'otti-ma compagna. E stata pero una sfida, ho dovuto vincere l'imbaraz-zo e l'emozione per le assemblee di presentazione... Eppure il gioco e valso la candela. Quindi se tornassi indietro rifarei sicuramente questa scelta: e davvero stimolante ed interessante potersi occupare della propria scuola! Un punto della vostra lista che ha colpito molto sono i "murales". È una cosa material-mente realizzabile o ci potreb-bero essere problemi di permes-si? Prima di presentare questa propo-sta ho avuto un colloquio con il preside Siena, il quale ha manife-stato il suo interesse riguardo que-sto progetto e non ha evidenziato particolari ostacoli nella sua realiz-zazione. Ovviamente ci sono dei limiti entro cui dovremo stare, di spazio e di contenuto. Sono molto felice che questo progetto sia stato apprezzato anche dagli studenti e mi auguro di poter davvero riusci-re ad abbellire il Muratori, che e assai lugubre e triste, dando spazio alla vostra creativita .
SARA MAGLI
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NECROLOGI
Non esiste miglior ricordo di una
grande persona della stessa storia
che lo ha reso tale.
Nato nel Transkei, Sud Africa, il 18 luglio 1918, Nelson Rohihlahla Man-dela e stato uno dei statisti e rivolu-zionari che hanno condotto la lotta contro l’apartheid piu venerati al mondo. Avvocato qualificato dalla University College di Fort Hare e University of Witwatersrand, Mandela ha servito il Sudafrica come presidente nel quin-quennio 1994-1999. La sua carriera politica inizia quando nel 1944 si unisce all’African Natio-nal Congress (ANC) e partecipa alla resistenza contro l’allora politica di apartheid del governo ’48. Nel giu-gno 1961, l’esecutivo ANC approva la sua idea di usare tattiche violente e incoraggia i membri che condividono la campagna di Mandela fino alla nascita del braccio armato Umkhon-to we Sizwe di cui diventa leader. Nel 1962 viene arrestato e condan-nato a cinque anni di carcere per sabotaggio e altre pendenze, e quan-do l’anno successivo si tiene il pro-cesso sono presenti molti colleghi del Umkhonto we Sizwe, altresì rite-nuti colpevoli di aver cospirato con-tro il governo e tramato per rove-sciarlo con l’uso della violenza.
Condannato all’ergastolo. Ma solo
dopo aver pronunciato davanti alla
Corte Suprema di Pretoria parole
destinate a segnare e ispirare la stra-
da di tutti coloro che quotidianamen-
te combattono per i propri diritti.
“Nel corso della mia vita mi sono
dedicato alla lotta del popolo afri-
cano. Ho combattuto contro la
dominazione bianca e ho combat-
tuto contro la dominazione nera.
Ho amato l’ideale di una società
democratica e libera in cui tutte le
persone potranno vivere insieme
in armonia e con pari opportunità.
È un ideale che spero di vivere. Ma,
mio Signore, se necessario, è un
ideale per cui sono disposto a mo-
rire”
Ed e per questo ideale che trascorre i
successivi 10000 giorni nella prigio-
ne di Robben Island, al largo di Citta
del Capo dove lui e gli altri prigionie-
ri, sottoposti a lavori forzati in una
cava di calce, affrontano la dilagante
discriminazione razziale che li segre-
ga per razza con i neri che, in quanto
tali, ricevono un minor numero di
razioni.
Ormai noto in tutto il mondo come il
piu importante leader nero in Sud
Africa, diventa l’interlocutore obbli-
gato del governo quando la degene-
razione della politica interna attra-
verso movimenti anti-apartheid e la
sterile riforma razzista non indusse-
ro al tentativo di dialogo con espo-
nenti dell’opposizione. Coartato il
governo, l’opinione pubblica ottiene
finalmente uno sconto della pena e
nel febbraio 1985 P.W. Botha, offre
la liberta a condizione che rifiuti la
violenza come arma politica, propo-
sta che Mandela respinge di cui ren-
de note le motivazioni e il suo senti-
mento attraverso una lettera diffusa
dalla figlia.
“Solo gli uomini liberi possono ne-
goziare. I prigionieri non possono
stipulare contratti. La vostra li-
bertà e la mia non possono essere
separate”.
Ma gli attivisti non si fermano e fan-
no dello slogan “Free Nelson Mande-
la” il loro nuovo grido di battaglia.
L’11 febbraio 1990 Madiba viene
rilasciato e comincia la sua terza vita,
quella di riconciliatore, per raggiun-
gere gli obiettivi che lui e altri aveva-
no enunciati quasi quattro decenni
prima. E quando il 27 aprile 1994
l’ANC ottiene una maggioranza del
62% nelle prime elezioni multiraz-
ziali a cui si recano 23 milioni di su-
dafricani, parole di Mandela, “la na-
zione abbraccia un nuovo futuro”
La sua leadership e il suo impegno, così come il suo rapporto con l’allora
presidente F.W. de Klerk, sono stati riconosciuti con un Premio Nobel per la Pace congiunto nel 1993. Ma
dopo l’ex-equo, come ricorda la scrit-trice Toni Morrison “ogni volta che Mandela entrava in un luogo dove c’era anche de Klerk, tutti si voltava-
no a guardare Mandela, facendo in-gelosire il rivale. Gli rubava i rifletto-ri, ovunque andassero”.
R.S.
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alto e in lungo.
Nel febbraio 1944 sposo , con ceri-
monia religiosa, Aldo De Rosa, suo
amico di infanzia.
In una delle sue ultime interviste
affermo di non volersi operare al
cuore nonostante seri problemi car-
diaci. Diceva infatti di preferire re-
stare in pace con il suo lavoro e i
suoi animali anziche vivere male
altri cinque anni.
Così muore il 29 giugno 2013 all'eta
di 91 anni all'ospedale di Cattina-
ra a Trieste, dove era ricoverata da
una settimana.
ATTIVITÀ SCIENTIFICA
Margherita Hack e stata una delle
menti piu brillanti della comunita
scientifica italiana. Il suo nome e
legato a doppio filo alla scienza
astrofisica mondiale. Prima donna a
dirigere un osservatorio astronomi-
co in Italia, svolse un'importante
attivita di divulgazione e diede un
considerevole contributo alla ricerca
per lo studio e la classificazione
spettrale di molte categorie di stelle.
Dopo la laurea inizio un periodo di
precariato come assistente presso
l’Osservatorio di Arcetri e come in-
Il 29 giugno 2013 ci ha lasciato una
grandissima astrofisica e divulgatri-
ce scientifica italiana, Margherita
Hack.
LA VITA
Margherita nacque a Firenze il 12
giugno 1922. Entrambi i genitori
avevano abbandonato la loro religio-
ne d'origine per aderire alla Societa
Teosofica Italiana in cui il padre eb-
be anche un ruolo di rilievo come
segretario.
La Hack, dopo aver compiuto gli stu-
di presso il Liceo Classico “Galileo” di
Firenze, senza pero poter sostenere
gli esami di maturita a causa dello
scoppio della seconda guerra mon-
diale, si laureo in fisica nel 1945 con
una votazione di
101/110 presentando, presso
l'osservatorio di Arcetri, una tesi
di astrofisica sulle Cefeidi, stelle gi-
ganti gialle giovani che pulsano rego-
larmente espandendosi e contraen-
dosi.
Oltre alla scienza, l’astrofisica si de-
dico anche allo sport ottenendo otti-
mi risultati. Pratico la pallacanestro
ed ebbe successo anche con l'atletica
leggera. Fu campionessa di salto in
segnante presso l'Istituto di Ottica
dell'Universita di Firenze.
Nel 1954 ottenne la libera docenza e
inizio la sua attivita di divulgatrice
scientifica, collaborando con la carta
stampata.
Nello stesso periodo tenne corsi di
astrofisica e di radioastronomia
presso l'Istituto di Fisica dell'Univer-
sita di Milano e collaboro con uni-
versita straniere in qualita di ricer-
catore in visita.
Nel 1964 divenne professore ordina-
rio, ottenendo la cattedra di astrono-
mia presso l'Istituto di Fisica teorica
dell'Universita di Trieste e ne assun-
se l'incarico della direzione dell'Os-
servatorio astronomico. La sua ge-
stione duro per piu di vent'anni e
diede nuova linfa ad un'istituzione
che in Italia era ultima sia per nume-
ro di dipendenti e ricercatori, che
per qualita della strumentazione
scientifica. L'enorme sviluppo delle attivita di-
dattiche e di ricerca che Margherita
Hack promosse in universita , dette
vita nel 1980 ad un "Istituto di
Astronomia" che fu poi sostituito nel
1985 da un "Dipartimento di Astro-
nomia", che la scienziata diresse fino
al 1990.
Nel tempo collaboro con numerosi
giornali e periodici specializzati,
fondando nel 1978 la rivista
"L'Astronomia" di cui sara direttrice
per tutta la vita.
Ci piace pensare che ora sia piu vici-
na alle stelle che l’hanno sempre
tanto affascinata, anche se affermava
di non credere ad una vita oltre la
morte.
LUCIA MORANDI IIG
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f 451
E anche quest’anno Il Lucca Comics
& Games e finito, ma raggiungendo
una grande conquista: con le ol-
tre 380.000 presenze complessive
in citta , compresi gli eventi gratuiti,
ha superato le circa 180.000 pre-
senze del Comic -Con di San Diego,
la piu importante fiera del fumetto
e del videogioco di tutti gli Stati
Uniti! Come mai questo sproposita-
to successo, vi starete chiedendo?
Semplice: il Lucca Comics&Games
(a cui fanno seguito il Romics e il
Comicon di Napoli) e uno di quegli
eventi a cui un amante del fumetto,
dell’'animazione, dei giochi, dei
videogiochi, dell’'immagina-
rio fantasy e fantascientifico non
puo di certo mancare. Ogni anno la
febbre per il Lucca C&G cresce
sempre di piu e il successo che que-
sta fantastica manifestazione ha
raggiunto quest’anno e dovuto ai
tantissimi eventi che sono stati or-
ganizzati dallo staff con impeccabi-
le bravura: i 16 concerti e gli spet-
tacoli sul palco e negli auditorium,
tra cui il concerto di Mika Kobaya-
shi, famosa cantante giapponese di
sigle di anime, e il concerto di Cri-
stina D’avena e dei Gem Boy, le an-
teprime cinematografiche di “Thor
2: The Dark World” ,”Capitan Ame-
rica 2”, “Hunger Games: la ragazza
di fuoco” e “Capitan Harlock”, alle
quali hanno partecipato moltissimi
appassionati, le 180 ore di incontro
sul fumetto, i 700 stand suddivisi
nelle 6 sezioni della manifestazio-
ne, 4 mostre di disegni originali e,
infine, gli oltre 500 eventi principa-
li realizzati.
Per non parlare poi della “Cosplay
mania”, ossia la tendenza sempre
piu massiccia di vestire i panni del
proprio personaggio preferito di
un fumetto, di un videogioco o di
un film. E se ad un primo sguardo
la pratica del Cosplay potrebbe
sembrare qualcosa di superficiale e
di infantile, così non e : dietro ad
ogni Cosplay si nasconde spesso un
lavoro anche di mesi, lungo, fatico-
so e a volte costoso, che pero e del
tutto ripagato dalla soddisfazione e
dall'orgoglio di essere riusciti a
preparare in tempo il proprio co-
stume e di essere riconosciuti du-
rante la fiera. L’arte del Cosplay in
italia nasce con la prima edizione
del Lucca Comics & Games del
1997 e da allora ogni anno a Lucca
e possibile ammirare tantissimi
cosplayer aggirarsi per la citta ,
che, grazie alla sua pianta e alla sua
architettura, offre degli scenari
mozzafiato per le rappresentazioni
in cosplay. Ed e così che, mentre ci
si aggira per le strette viuzze della
citta medievale, si vedono spuntare
sulle mura accampamenti medioe-
vali e recinti per i tornei con veri
guerrieri che si battono tra loro
mentre su tutto sovrastano le ban-
diere di "A Game of Thrones", gab-
bie che contengono zombie e re-
parti militari che tengono sotto
controllo la situazione.
Ben 1600 sono stati i partecipanti
alle gare di cosplay di questa edi-
zione della fiera, per non contare le
altre migliaia di persone che si so-
no travestite, ma che non hanno
fatto in tempo ad iscriversi alle
competizione, a numero chiuso a
causa delle tantissime richieste di
partecipazione. Ma la caratteristica
particolare, e piu amata, del Lucca
comics e l'atmosfera. Non si tratta
di una banale fiera del fumetto, che
si svolge dentro ad un misero ca-
pannone: qui, per 4 giorni di frene-
sia pura, un'intera citta si riempie
di figure incredibili, di personaggi
conosciuti e sconosciuti, di mostri,
alieni e creature talmente realisti-
che da inquietarti. Si forma un cli-
ma di complicita che coinvolge tut-
ti, anche gli abitanti della citta , tan-
to che persino un fruttivendolo
decide di traverstirsi da puffo e di
consegnare la frutta a cavallo di
una bicicletta.
In conclusione, possiamo afferma-
re che anche l’edizione 2013 del
Lucca Comics & Games non ha de-
luso le aspettative di tutti gli ap-
passionati ma, anzi, le ha soddisfat-
te del tutto. E anche se il tempo
non e stato molto clemente a causa
della pioggia, possiamo sempre
rincuorarci ricordando che, dopo-
tutto, e proprio grazie alla pioggia
se sabato 2 novembre al Lucca e
stato registrato un altro importan-
te record: il record del maggior
numero di cosplay di Mary Poppins
mai registrato!
TERESA GALLICCHIO
FRANCESCA FRISINELLI IIA
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A M B I E N T E
Il nuovo prodotto (disponibile nelle erboristerie e su molti siti on-line), presenta anche degli svantaggi, come il costo, piu alto rispetto alle sigaret-te economiche del mercato tradizio-nale, e il fumo, che non contie-ne nicotina ed altre sostanze nocive, ma contiene concentrazioni di catra-me in grado di irritare i polmoni e generare malattie cardiovascolari.
Nirdosh - Sigarette alle erbe Nate circa trent’anni fa, quando al-cuni medici chiesero di sviluppare un prodotto utile a disintossicarsi da tabacco e nicotina, le sigarette alle erbe sono un prodotto adatto a dis-suadere un fumatore accanito dal suo peggior vizio. L'assenza di tabacco infatti, garanti-sce un'azione diretta sulle principali cause di dipendenza dal fumo. Le Nirdosh sono inoltre prive delle nu-merose sostanze chimiche usate come additivi, responsabili di gravi danni alla salute. Formate principalmente da basilico, curcuma, liquirizia, cannella e oli essenziali, durante la loro combu-stione fortificano il sistema immuni-tario dell’organismo e hanno effetti positivi sull’apparato respiratorio, proprio grazie alla miscela di erbe che contengono. Queste sigarette agiscono sul corpo umano in un modo meno duro ri-spetto a cerotti, capsule alla nicotina o altri trattamenti anti-fumo che impongono di starne completamen-te lontani, ma che finiscono sola-mente per invogliare di piu i fumato-ri ad accendersene una.
Roger Federer Roger Federer nasce a Basilea (Svizzera) nel 1981. La sua passio-ne per il tennis sboccia all’eta di nove anni, quando prova a prende-re in mano la racchetta per la prima volta. Poi, per qualche tempo ac-
S P O R T
cantona l’idea, attirato maggior-mente dalla voglia di giocare a cal-cio. Dopo cinque anni, pero , pren-de la sua decisione definitiva en-trando nell’accademia nazionale dei tennisti svizzeri. Qui, Federer migliora vistosamente la tecnica e sviluppa il grande talento che in-consciamente ha sempre avuto. Nel 1998 sfocia nel mondo del ten-nis diventando un professionista ed entrando, di conseguenza, nel Ranking Mondiale, la classifica che comprende i giocatori di questo sport provenienti da tutto il mon-do. Nell’anno 2001 Federer vince il suo primo torneo a Milano e rag-giunge altri successi. Il periodo che va dal 2003 al 2007 e quello mi-gliore per la sua professione. Vince Wimbledon, raggiunge il primo posto nella classifica del Ranking Mondiale, e porta a casa numerose vittorie su superfici diverse. Infine, nel 2012 Federer arriva all’apice della sua carriera partecipando e conquistando il primo posto alle Olimpiadi. Dal 2007 in poi pero , si iniziano a vedere piccoli segni di cedimento nelle sue performance. Pur rimanendo tra i primi quattro nella classifica mondiale, Federer paga le conseguenze dell’eta non piu giovane per lo sport che prati-ca e di avversari piu veloci. Tutto questo causa anche un ulteriore calo psicologico che porta alla de-moralizzazione personale, cosa forse scontata dopo l’abitudine fatta a tanti anni di continui suc-cessi. Ed e lui stesso ad ammetter-lo, dicendo: “Mi divertivo davvero ai tempi in cui vincevo 90 partite l’anno e ne perdevo 3 o 4. Chiara-mente vorrei riviverli ancora, ed e per questo che mi alleno così tan-to. Non posso iniziare una stagione o un torneo pensando che non po-tra mai piu accadere di nuovo.” Forse, ad un certo punto, bisogna essere capaci di guardarsi indietro, soddisfatti delle proprie conquiste, e chiudere una realta che inizia a non appartenerci piu .
SARA MAGLI
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O R O S C O P O
A R I E T E
18 aprile - 13 maggio
L’Ariete e la costellazione in cui si trovava il Sole quando e nato il sottoscritto! Il che mi delude as-sai, perche e una costellazione del tutto insignificante, con sole due stelle un po’ visibili… Per fortuna l’astrologia ufficiale mi assegna il Toro, di gran lunga piu interessante. Comunque, dopo l’opposizione al Sole del mese scorso il rischio influenza rimane concreto: non ci si disperi pero , un po’ di naso chiuso ogni tanto non e certo negativo se ci si trova di fianco ai Pesci.
T O R O
14 maggio - 21 giugno
Il Toro si trova questo mese (mese e forse eccessivo, diciamo per qualche settimana, controlli se vuole colui a cui interessa) in quadratura rispetto a Marte: so-no previsti scontri alla prossima partita del Torino e la vittoria dei “Tories” (niente elezioni nel Re-gno Unito? Ah! Occasione persa). Inoltre e senza dubbio un ottimo periodo per chi sognasse di assi-stere a una corrida!
Il Toro si segnala principalmente per le Pleiadi, incantevole am-masso aperto gia percepibile a occhio nudo come una nuvoletta bluastra di stelline vicine, spetta-colo impagabile in un binocolo o telescopio. Si individua poco lon-tano dalla stella principale della costellazione, Aldebaran, gigante arancione che si trova pratica-mente sul prolungamento della cintura di Orione.
G E M E L L I
21 giugno - 21 luglio
I Gemelli, che rappresentano Ca-store e Polluce, ospitano questo mese il Re dei pianeti, Giove! Co-me e facile intuire, questo ricon-giungimento familiare di Zeus e i suoi figliuoli non puo che portare pace e armonia nelle famiglie! Possano dunque riconciliarsi tutti i Gemelli coi loro padri, e padrini e patrigni e nonni e figli e figliastri e nipoti, nella gioia del Natale, che così tanto ha a che fare con Zeus e Dioscuri!
L’attrattiva principale e ovvia-mente Giove: basta anche un bi-nocolo per riuscire a vedere i satelliti Galileiani piu esterni, ed eventualmente seguirne gli spo-stamenti col passare dei giorni. Forma un bel triangolino con le due stelle principali, Castore e Polluce (ma davero?), a cui si aggiungera la Luna quasi piena nella notte del 19.
C A N C R O
21 luglio - 11 agosto
Il Cancro, anche questo mese, si trova tra Gemelli e Leone. Come diretta e intuitiva conseguenza della distruzione della cometa Ison a fine novembre scorso, tut-ti i Cancri (mi diverte sempre chiamarvi così ) saranno costretti ad accettare impotenti un calo delle loro azioni in borsa dello 0,17% in un tempo non meglio precisato e la totale impossibilita di girare un’omelette senza che la parte centrale rimanga appic-cicata alla pentola, disperdendo il ripieno faticosamente custodi-to e inducendo necessariamente il Cancro di turno ad augurare, manco a dirlo, <<d’i che nche r>>.
Il Cancro e costellazione abba-stanza inutile, unico gioiellino e l’ammasso aperto del Presepe
(per restare in tema natalizio), apprezzabile pero solo con alme-no un binocolo.
L E O N E
11 agosto - 17 settembre
Il Leone e il segno che l’astrolo-gia ufficiale assegna nientemeno che a REXHINA SARACI! In realta quando e nata il Sole era nel Can-cro, ma come io mi considero Toro perche l’Ariete non mi dice niente, così considerero Rex un Leone perche e una costellazione di gran lunga piu valida del Can-cro (giusto per essere persona coerente che non e che rifiuta l’astrologia tranne quando gli fa comodo, nono). Rexhina Saraci, redattrice del Farenheit, ex rap-presentante d’istituto, futura CEO di Apple, Amor et Delicia humani generis: nessun segno piu adatto del Leone per tale concentrazione di regalita e po-tenza! La vicina fine degli impe-gni di Rex comportera per la co-stellazione del Leone un periodo di incredibile vitalita e vigore, con la criniera che fara “swissshhh” anche senza Pante-ne; cio avra ripercussioni benefi-che su tutti gli appartenenti a questo segno. Il Leone e una bel-la costellazione, una delle poche la cui forma ricordi effettivamen-te cio che rappresenta; la sua stella principale e Regulus (che cosa significhera mai in italia-no?), così chiamata perche tro-vandosi pressoche esattamente sull’eclittica, Luna e pianeti gli passano spesso molto vicino, come a rendergli omaggio. Giu-sto per rimarcare un po’ l’idea di
di DAVIDE ALESSI IIIA
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Dicembre 2013
nobilta e forza. (Love you Rex!)
V E R G I N E
17 settembre - 31 ottobre
La Vergine ha ospiti d’eccezione: innanzitutto Marte, ma anche il pianeta nano Cerere e l’asteroide Vesta. Dio della guerra, Dea dei raccolti e Dea del focolare. Sem-brerebbe un evidente rimando alla campagna di Russia: l’eserci-to russo per lasciare i Francesi senza rifornimenti da fuoco alle campagne; la Vergine rappresen-ta ovviamente Napoleone e la purezza dei suoi ideali. Dunque il consiglio per questo mese e di fare scorta di viveri, coprirsi be-ne dal freddo del gelido inverno russo (ma con cappotti ignifughi, non si sa mai) e mettere nel pre-sepe la statuina di Napoleone al posto di Maria, con funzione apo-tropaica.
La Vergine e la costellazione in cui il Sole rimane piu a lungo; la stella principale e Spica, e non c’e molto altro di apprezzabile a oc-chio nudo. La star e dunque Mar-te, che si puo vedere anche ad occhio nudo essere ROSSO (la prima volta in cui l’ho visto non ho potuto evitare di commuover-mi dalla soddisfazione)! Per rin-tracciare Cerere e Vesta serve almeno un binocolo… La vera ricchezza della Vergine e l’esor-bitante numero di galassie, visi-bili pero solo con telescopi ade-guati. Ma c’e Babbo Natale per questo.
B I L A N C I A
31 ottobre - 23 novembre
La Bilancia accoglie Saturno: il gigante gassoso sulla bilancia potrebbe indurre notevoli disagi psicologici a chi ha problemi di peso, reali o presunti. In ogni caso sta arrivando il periodo piu mangereccio e pigro dell’anno, percio le preoccupazioni sono piu che fondate. Grande attenzio-ne inoltre alla privacy quando il Signore degli Anelli e nella co-
stellazione simbolo della Giusti-zia: la magistratura comunista non si fara scrupoli a spiare i Bilancia con l’Occhio di Sauron. La Bilancia nasce come prolun-gamento dello Scorpione e infatti le sue due stelle piu luminose rappresentano le chele, come si puo dedurre dai nomi Zubenel-genubi e Zubeneschamali (peraltro due dei miei preferiti in assoluto tra quelli stellari). Saturno sarebbe bello da vedere in binocolo o telescopio, per am-mirarne gli anelli; tuttavia que-sto non e il periodo piu adatto per osservare le costellazioni zodiacali dalla Vergine, che sorge quasi alle 3 di notte, fino al Ca-pricorno, per via appunto degli orari scomodi. Appuntamento con Saturno quindi a questa pri-mavera.
S C O R P I O N E
23 novembre - 30 novembre
Lo Scorpione e la costellazione in cui il Sole passa meno tempo, solo una settimana; si possono dunque dire ben fortunati i pochi che sono nati col Sole in questa bellissima costellazione, un’altra di quelle poche la cui forma puo ricordare cio che rappresenta. Poiche non si trova in semiqua-dratura con l’asteroide B612, si possono piantare baobab in bal-cone senza temere la distruzione della casa. L’assenza per ferie (o morte?) del Piccolo Principe ri-sollevera le vite afflitte da preoc-cupazioni e tedio, preparandole al meglio per il meritato riposo delle prossime vacanze. Lo Scor-pione e attraversato (prospetticamente, ovvio) dal piano galattico e pertanto e assai ricco di stelle e oggetti interes-santi. La stella principale e Anta-res, una supergigante rossa tra le piu grandi conosciute, che rap-presenta il cuore dello scorpio-ne: se ne deduce pertanto che gli Scorpione hanno un cuore gran-de quanto l’orbita di Marte – MA-KE LOVE NOT WAR!
S A G I T T A R I O
18 dicembre - 20 gennaio
Il Sagittario fa da sfondo alla sfol-gorante Venere, oggetto piu lu-minoso del cielo dopo Luna e Sole. Anche Plutone si trova nel Sagittario, ma sinceramente con-ta abbastanza poco dal momento che c’e dal 2007 e ci rimarra altri dieci anni. Povero Plutone, de-classato a pianeta nano. Eh no! Deve essere grato invece: per molti anni grazie all’entusiasmo degli astronomi ha goduto dello status di pianeta pur non aven-done i requisiti! Cerere, Eris, Ma-kemake e Haumea sono stati considerati da subito pianeti na-ni (beh Cerere non subito subi-to), e non li ho mai sentiti lamen-tarsi. E poi non e accettabile con-siderare l’essere pianeta nano meno dignitoso. Venere, Dea dell’Amore, e Plutone, Dio degli Inferi, insieme nel Sagittario pos-sono significare una sola cosa: matrimoni, necrofilia e la Geru-salemme Liberata. Il Sagittario sarebbe pieno di belle cose, ma sono invisibili in questo periodo; per niente invisibile e invece Ve-nere, che accompagnera il sole al tramonto ancora per diverse set-timane.
C A P R I C O R N O
20 gennaio - 16 febbraio
Il Capricorno sono convinto pos-sa definirsi in congiunzione con svariate molecole di idrogeno, estremamente rarefatte e mo-ventesi di moto Browniano. Per i nati sotto questo segno pertanto il consiglio e di aumentare la do-se di psicofarmaci che sicura-mente gia prendono per contra-stare l’inevitabile ondata di effet-ti che l’esplosiva commistione di molecole caotiche e capridi dall’ambigua identita (non sara l’Ariete travestito??) suscitera nella popolazione dei Capricor-no, da decisa deriva irrazionale a veri e propri episodi psicotici. La costellazione non ha stelle parti-colarmente luminose o oggetti di facile individuazione, inoltre e difficilmente osservabile in que-sto periodo.
A C Q U A R I O
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f 451
17 febbraio - 11 marzo
L’Acquario potrebbe essere una bella costellazione, ma non lo e , almeno da quando gli hanno tol-to la parte che ora e il Pesce Au-strale con la sua bella stellona Fomalhaut (altro nome secondo me stupendo). Nell’Acquario si trova ora Nettuno: una costella-zione che e acqua che scorre, in-sieme al Dio del Mare (beh tecni-camente delle Superfici, ma an-che per gli altri Dei e stata presa l’area di competenza piu como-da). Previsti dunque per gli ap-partenenti al segno pioggia alla Fantozzi e polmoniti per la voglia di fare il bagno anche se e dicem-bre. Puo avere effetti diuretici. Si parla tanto di cosa sia successo al clima negli ultimi anni, tra disa-stri e alluvioni. Semplicissimo: Nettuno e nell’Acquario gia da diversi anni, e ci rimarra fino al 2022, quindi cuore in pace e via dagli scantinati. Nettuno non e facilmente reperibile anche con l’uso di un binocolo, e comunque le condizioni di osservazione non sono ottimali in questo periodo.
P E S C I
12 marzo - 18 aprile
Mi dispiace per chi sente di ap-partenere ai Pesci, ma non puo che essere definita una grande costellazione messa lì a riempire spazio vuoto: infatti la sagoma stessa dei pesci e molto difficile da vedere, e non contiene oggetti degni di nota, nonostante le di-mensioni. Una delusione. La cosa piu interessante e che per mezza giornata il Sole fa una parziale incursione nella Balena per poi tornare interamente nei Pesci, percio ci sono persone Pesci che non sanno che quando sono nati un pezzo di Sole si trovava in realta nella Balena (per rimanere in tema marino, non fosse che la Balena non rappresenta un gon-golante cetaceo bensì il mostro marino mandato a divorare An-dromeda). I Pesci, senza solleci-tazioni di terze parti, non posso-no che divincolarsi (sono infatti legati da un nastro per le code, per non si sa quale spirito di tor-tura verso gli animali dei primi
ad aver raffigurato le costellazio-ni), provocando ansia e claustro-fobia nei nati sotto i Pesci. Per il resto si limitano a portare avanti la loro protesta muta contro i bastoncini Findus, finora invano.
E il segno del mese è…
O F I U C O
30 novembre - 18 dicembre
L’Ofiuco! Questo mese e proprio l’Ofiuco, 13 costellazione zodia-cale sconosciuta ai piu , ad avere l’onore piu alto: portare il Sole. I nati in questo periodo nascono sotto il segno dell’Ofiuco, che non e contemplato nell’astrolo-gia occidentale per un evidente GOMBLODDO. Infatti con 12 me-si 13 costellazioni ci stavano pro-prio male, ed ecco che a farne le spese e il povero Ofiuco, che pu-re non e attraversato di striscio: il Sole permane in territorio Ofiucano ben tre settimane, con-tro la sola settimana ad esempio dello Scorpione (che pero , biso-gna ammetterlo, e una costella-zione piu bella). L’Ofiuco e se-condo molti Asclepio, Dio della Medicina. Oltre al Sole l’Ofiuco ospita anche Mercurio, Dio di tante cose, ma per noi Muratoria-ni principalmente Dio delle Tra-duzioni: e questo il momento di prendere 10 nelle versioni, gra-zie anche al potenziamento do-vuto alla presenza del Sole! At-tenzione pero ai raggi UV e alle espulsioni di massa coronale. E’ una costellazione dalla forma sinuosa e interessante, tuttavia priva di stelle particolarmente appariscenti o oggetti godibili con strumenti semplici. In ogni caso la congiunzione col Sole difficilmente permetterebbe una visione agevole…
Ricordo infine che Ofiuco e il no-me del gatto dell’ex Muratoriana Giulia, che io e molti vorremmo fosse ancora Muratoriana.
Le indicazioni fornite sono da ritenersi certe, poiche ricavate attraverso l’interpretazione di fenomeni astrologici: come dubi-
tare dell’influenza che la posizio-ne prospettica di pianeti e altri corpi del sistema solare relativa alle costellazioni, zone di cielo nelle quali stelle e altre cose so-no accomunate solo dalla dire-zione in cui sono viste dalla Ter-ra e alle quali sono attribuite particolari proprieta in base a cio che ogni costellazione rappre-senta (pur quasi mai rappresen-tandolo effettivamente), proprie-ta che si combinano con le pro-prieta intrinseche dei pianeti, legate queste invece all’affinita tra i nomi dei suddetti pianeti e i rispettivi De i della mitologia gre-coromana, esercita, in modo di-verso a seconda del segno sotto cui ognuno e nato, segno attri-buito alla nascita in base alla po-sizione apparente del Sole, che pure quasi mai si trova effettiva-mente nella costellazione corri-spondente al segno, segno che cambia continuamente anche se lentamente il suo periodo a cau-sa della precessione e altri moti, sulla vita degli esseri umani sulla Terra? I suggerimenti per l’osservazione invece sono molto approssimati-vi, e non potrebbe essere altri-menti data la complessita di de-scrivere a parole come trovare oggetti sulla sfera celeste. Lo sco-po e piuttosto dare piccoli spun-ti, che per essere utilizzati richie-dono un approfondimento auto-nomo.
A chiunque fosse interessato ad addentrarsi nel meraviglioso mondo dell’astronomia, sia per trovare le Pleiadi in cielo sia per dimostrare la falsita della radia-zione di Hawking, consiglio di farsi iniziare da conoscenti che gia ne sanno qualcosa, altrimenti di arrangiarsi con internet: la parte di astronomia e fisica della spesso criticata Wikipedia ad esempio e fatta sorprendente-mente bene ed e piu che suffi-ciente per iniziare (io ho comin-ciato piu o meno così ). Per dubbi di ogni sorta io sono comunque disponibile a dare chiarimenti su cose accennate nell’oroscopo o anche che non
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Dicembre 2013
hanno niente a che fare (tenendo pero conto che chi scrive “si orienta” nell’astro-nomia per piacere personale, non ha ancora vinto il Nobel). Ritengo che un’infarinatura generale possa essere molto utile, dato che tutti i Murato-riani fanno prima o poi astro-nomia e un certo grado di comprensione dei concetti puo risparmiare giorni di studio, ma soprattutto perche quello che si fa (parlo da PNI) e scan-dalosamente poco, e non per-mette di apprezzare gli strabi-lianti tesori, che si celano tan-to nei falsi colori di nebulose screen saver quanto nella per-fezione delle formule matema-tiche, dell’Urania Scienza.
Di Marco: “Com'è che si
chiama il pollice delle scim-
mie? oppositivo? “
Ruini: Ti odio ma-
tematicamente e
puffosamente!
Manzini: “Siccome a
Newton piaceva fare il fe-
nomeno, nei Principia Ma-
tematica ha inserito
tuuuutte le dimostrazioni”
Studente: “Prof posso andare a prendere da mangiare?”
Codeluppi: “Nell’ora di arte si può solo espellere, non introiettare” …”P. stai introiettando!”
Studente: “Ma prof le mac-
chinette non vanno”
Pianesani: “Ragazzi dovete
smettere di frequentare le
macchinette.. sono cattive
compagnie”
Goldoni: “Sì insom-
ma...Diogene era un po'
come un punkabbestia”
Codeluppi: “Vi ri-
cordate la Vergine del
Correggio del Duomo di
Parma?" ...silenzio...
"Ditemi di sì" "Sì" (in co-
ro) "Benissimo, andiamo
avanti "
Studente: prof come si
chiama il nuovo preside?
Pianesani: “Giorgio
Sieni”
Studente: “No prof Sie-
na”
Pianesani: “Ma si!.. sie-
ni, siena, sienae… è una
Bertacchi: "...poi ovviamente i dantisti ci litigano, visto che non hanno di meglio da fa-re" (parlando della figura di Cangrande della Scala)
Codeluppi a uno studente
particolarmente esagitato:
"Nicolini, sei un monumento
all'egocentrismo"
Imperato: "Perché ragazzi, in fondo...come diceva Caterina Caselli quand'ero giovane, "nessuno mi può giudicare, nemmeno tu" " (parlando della diffe-renza tra etiche prescrittive e descrittive)
Macchioro:"Susu a me piacciono i neuroni svegli, che si muovono, che salta-no, non farli addormenta-re! Viva i neuroni che salta-no!!!" Bridget Nay Amponsah VE
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