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FAMIGLIE, GENITORI, SOCIALIZZAZIONE. Rimane la centralità della famiglia nonostante le radicali...

Date post: 01-May-2015
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FAMIGLIE, GENITORI, SOCIALIZZAZIONE
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FAMIGLIE, GENITORI, SOCIALIZZAZIONE

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Rimane la centralità della famiglia nonostante le radicali trasformazioni a cui essa è andata incontro.

Studio di Eiduson (1982) su 4 diverse tipologie di famiglie:a) Tradizionalib) Solo madrec) Coppie non sposated) In comunità

Effetti significativi sul bambino ….

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Famiglia come sistema aperto

Riorganizzazione dinanzi ai cambiamenti

Unità di analisi: individui e relazioni

Famiglia tre persone: 3 individui, 3 diadi, 1 triade

Famiglia quattro persone: 4 individui, 6 diadi, 4 triadi

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padre madre

figlio figlia

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Modello di Belsky delle influenze reciproche

Relazione coniugale

Comportamento e sviluppo del bambino

Funzione genitoriale

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La qualità del rapporto coniugale influenza la relazione con il figlio

Studio di Brody (1986).Tra padri e madri nessuna differenza se soddisfattiSe insoddisfatti:a) Padri > intrusivi e < feedback positivo (elogi)b) Madri > più domande ai figli

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Buon rapporto coniugale = + attaccamento sicuro

Bambino difficile = + crisi nella coppia

In uno studio di belsky su 100 famiglie >>> la crisi del rapporto coniugale incideva più sul ruolo paterno che materno . La madre è sostenuta da più chiari compiti sociali

Ostilità fra genitori= + tensione tra fratelli

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Se la famiglia è un sistema, un qualunque cambiamento in una sua parte si riflette in un cambiamento di tutto il sistema

Famiglie rigide e famiglie flessibili

L’evento più influente nella storia di una famiglia è la nascita di un figlio: si alterano radicalmente la precedente organizzazione nei seguenti ambiti:

a) Richieste fisiche b) Costi emotivi (responsabilità)c) Limitazionid) Tensioni nella coppia

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Dopo la nascita di un figlio sono soprattutto le donne a sentirsi più insoddisfatte ma solo se il padre non è coinvolto nel ruolo genitoriale

Nella nostra era si assiste al fenomeno nuovo delle famiglie ricostituite.Sembra più facili per i figli maschi riadattarsi al nuovo gruppo che alle femmine, specie se già più grandi di età.

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In cosa consiste la funzione genitoriale?

Premesso che i genitori non indispensabili, gli obiettivi dell’essere genitori sono:

a) Garantire la sopravvivenza del figliob) Aiutare il bambino ad acquisire abilità che gli consentiranno di

sopravvivere a sua volta (aspetto economico)c) Consentire al figlio di autorealizzarsi attraverso la trasmissione

di valori, norme, abilità

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Le qualità dei genitori vengono distinte in:

a) Universali

b) Specifiche per cultura

c) Individuali

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Al di là di quanto formulato dalla teoria dell’attaccamento sono pochi gli aspetti biologici e universali presenti nella funzione genitoriale.

Le differenze interculturali sono maggiori delle somiglianze

In occidente si educa all’autonomia, in Oriente alla dipendenza

Cambiano anche le credenze sui bambini (cosa sanno fare, quando parlare loro)

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Gli stili educativi(teoria di Diana Baumrind)

permissività severità

sollecitudine democratico iperprotettivo

Ostilità trascurante autoritario

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Secondo Baumrind vi è una correlazione molto stretta tra stile educativo e comportamento del bambino

Vi è coerenza generalmente negli anni dello stile genitoriale con una frattura durante l’adolescenza

Stile materno e stile paterno sono generalmente diversi ma le competenze sono simili

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Le idee che i genitori hanno sui figli possono essere molto diverse ed influenzano sia il comportamento del figlio che le credenze del figlio.

Le credenze dei genitori derivano da:a) Retroterra culturaleb) Struttura di personalità dei genitori

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La funzione genitoriale procede solitamente in modo ottimale ma può dipendere da:

1) Caratteristiche dei genitori2) Caratteristiche del bambino3) Contesto sociale

Fattori di rischio più comuni punto 1:•Deprivazione materna•Madri adolescenti•Disturbi psichiatrici

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Fattori di rischio più comuni punto 2:•Deficit•Prematurità•carattere

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Fattori di rischio più comuni punto 3:

Isolamento sociale

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SOCIALIZZAZIONE

Processo attraverso cui un individuo acquisisce modelli di comportamento che gli consentiranno di adattarsi ad un certo ambiente•Trasmissione•assimilazione

Comincia precocemente con azioni “educative” dei genitori

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Modelli storici:1) Rousseau = ruolo negativo della società rispetto alle

inclinazioni naturali. Pedagogia libertaria2) Locke = tabula rasa . Comportamentismo 3) Hobbes= Homo homini lupus – modello del conflitto.

Naturalmente “cattivo” – Freud4) Reciprocità = adattamento reciproco fra gli individui e non

conflitto

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SOCIALIZZAZIONE COGNITIVA

Diffusa concezione che la cognizione proceda senza influenze sociali

Vigotskij: la zona di sviluppo prossimale è l’unica area in cui possono aver luogo gli apprendimenti

Studi sulle interazioni madre-bambino evidenziano che quando le madri erano capaci di adeguarsi al livello di sviluppo del bambino il livello di apprendimento del bambino era superiore rispetto a madri “dimostrative” o “didattiche”.

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La struttura base per l’apprendimento è la JIE =episodi di coinvolgimento reciproco: il bambino parla di più, impara di più.

Sappiamo poco sugli effetti a lungo termine

Sappiamo anche poco su quali siano effettivamente gli elementi che promuovono l’apprendimento.Perfino la capacità di attenzione del bambino sembra influenzata dal livello di coinvolgimento del genitore col bambino.

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L’adulto non può creare nuovi processi cognitivi ma solo facilitare, dirigere, ampliare quelli già apparsi

Bruner: funzione di scaffolding (impalcatura)

La stessa nozione di numero è socialmente costruita

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SOCIALIZZAZIONE EMOTIVA

Regole di ostentazione culturalmente determinate

Esempi:1) Giappone (pianto)2) Kenia (ridurre intensità emotiva)3) Filippine (positività rabbia)

NORD-SUD

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Variabilità intraculturale

Famiglie depresse = riduzione eccitazioneFamiglie rabbiose =rabbia bambino Famiglie conflittuali = rabbia o ritiro

Crescere in famiglie problematiche altera la capacità di regolazione delle emozioni nel bambino

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Anche in questo caso le JIE hanno un ruolo fondamentale per l’addestramento emotivo

I dialoghi emotivi al principio sono gestuali poi divengono centrali i riferimenti verbali alle emozioni

Parlare di emozioni al bambino aumenta la sua competenza emozionale


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