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FedericoIIdiSvevia Wikipedia

Date post: 08-Jan-2016
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Storia

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  • Federico II di Svevia

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    bussola Disambiguazione Se stai cercando il duca di Svevia che regn

    negli anni 1105-1147, vedi Federico II di Svevia (duca).

    Federico II

    Palazzo Reale di Napoli - Federico II.jpg

    Statua di Federico II all'ingresso del Palazzo Reale di Napoli

    Imperatore del Sacro Romano Impero

    (formalmente Imperatore dei Romani)

    Stemma

    In carica 22 novembre 1220

    13 dicembre 1250

    Incoronazione 22 novembre 1220

    Predecessore Ottone IV

    Successore Grande Interregno, poi Enrico VII di Lussemburgo

    Re di Sicilia

    In carica 27 novembre 1198

    13 dicembre 1250

    Incoronazione 17 maggio 1198

    Predecessore Costanza I

    Successore Corrado IV di Svevia

    Re di Gerusalemme

    In carica 9 novembre 1225

    13 dicembre 1250

    Incoronazione 18 marzo 1229

  • Predecessore Jolanda

    Successore Corrado IV di Svevia

    Re di Germania

    (formalmente Re dei Romani)

    In carica 25 luglio 1215

    22 novembre 1220

    Incoronazione 9 dicembre 1212 (Magonza)

    25 luglio 1215 (Aquisgrana)

    Predecessore Ottone IV

    Successore Enrico di Svevia (co-reggente: 1220-1234)

    Corrado IV di Svevia (co-reggente e successore: 1237-1254)

    Re d'Italia

    Altri titoli Duca di Svevia

    Nascita Jesi, Marche, 26 dicembre 1194

    Morte Castel Fiorentino, Puglia, 13 dicembre 1250

    Luogo di sepoltura Cattedrale di Palermo

    Dinastia Hohenstaufen

    Padre Enrico VI

    Madre Costanza d'Altavilla

    Coniugi Costanza d'Aragona

    Jolanda di Brienne

    Isabella d'Inghilterra

    Bianca Lancia

    Figli Enrico

  • Corrado

    Margherita

    Costanza

    Manfredi

    Enzo

    Religione Cristianesimo Cattolico

    Federico II Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 Fiorentino di Puglia, 13

    dicembre 1250) fu re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), Duca di

    Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), re di Germania (dal 1212 al

    1220) e Imperatore del Sacro Romano Impero, e quindi precedentemente

    Re dei Romani, (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad

    Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa come

    Imperatore nel 1220), infine re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio,

    autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229).

    Apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen e discendeva per

    parte di madre dalla dinastia normanna degli Altavilla, regnanti di Sicilia.

    Conosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia o stupore del

    mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia")[1], Federico II era dotato di

    una personalit poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha

    polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una

    lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male.

    Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attivit legislativa

    e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma

    fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il

    potere temporale. Federico stesso fu un apprezzabile letterato, convinto

    protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture

    greca, latina, araba ed ebraica.

  • Uomo straordinariamente colto ed energico, stabil in Sicilia e nell'Italia

    meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno,

    governato centralmente e con una amministrazione efficiente.[2]

    Federico II parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e

    arabo)[3] e gioc un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso

    la poesia della Scuola siciliana. La sua corte reale siciliana a Palermo, dal

    1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una

    lingua romanza (dopo l'esperienza provenzale), il siciliano. La poesia che

    veniva prodotta dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla

    letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La

    scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi

    contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma toscano

    come lingua d'lite letteraria d'Italia.[4]

    Indice [nascondi]

    1 Biografia

    1.1 La nascita

    1.2 Infanzia ed educazione in Sicilia

    1.3 La corona imperiale a 18 anni

    1.4 L'attivit nel regno di Sicilia

    1.5 La crociata e la scomunica da parte di Gregorio IX

    1.6 In lotta col papato

    1.7 Il declino e la fine

    1.8 La morte in Fiorentino di Puglia

    2 L'eredit culturale

    2.1 L'attivit legislativa

    2.2 L'Universit

  • 2.3 La poesia siciliana

    2.4 De arte venandi cum avibus

    2.5 Le arti figurative

    2.6 Le architetture

    2.6.1 Residenze federiciane

    3 Antenati e discendenti

    3.1 Albero genealogico

    3.2 Le mogli di Federico e i suoi figli legittimi e naturali

    4 Fra mito e leggenda

    4.1 Appellativi

    5 Media

    5.1 Letteratura

    5.2 Cinema

    6 Note

    7 Bibliografia

    7.1 Fonti antiche

    7.2 Principali biografie e studi generali

    7.3 Sintesi enciclopediche

    7.4 Studi sullo sviluppo della storiografia federiciana

    7.5 Cultura, diritto e letteratura alla corte di Federico II

    7.6 Architettura federiciana

    7.7 Studi su aspetti particolari

    8 Voci correlate

    9 Altri progetti

  • 10 Collegamenti esterni

    Biografia[modifica | modifica wikitesto]

    La nascita[modifica | modifica wikitesto]

    Duchi di Svevia

    Hohenstaufen

    Armoiries Famille Hohenstaufen.svg

    Federico I (1050 - 1105)

    [mostra]

    Figli

    Federico II (1105-1147)

    [mostra]

    Figli

    Federico III (1147-1152)

    [mostra]

    Figli

    Federico IV (1152-1167)

    Federico V (1167-1170)

    Federico VI (1170-1191)

    Corrado II (1191-1196)

    Filippo I (1196-1208)

    [mostra]

    Figli

    Federico VII (1212-1216)

    [mostra]

  • Figli

    Enrico II (1216-1235)

    [mostra]

    Figli

    Corrado III (1235-1254)

    [mostra]

    Figli

    Corrado IV (1254-1268)

    Nascita di Federico II a Jesi, in una tenda, secondo una fantasiosa

    tradizione.[5] dovuta a Ricordano Malispini.[6]

    Federico nacque il 26 dicembre 1194 da Enrico VI (a sua volta figlio di

    Federico Barbarossa) e da Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II di Sicilia,

    detto Il Normanno[7], a Jesi, nella Marca anconitana, mentre l'imperatrice

    stava raggiungendo a Palermo il marito, incoronato appena il giorno prima,

    giorno di Natale, re di Sicilia. Data l'et avanzata, nella popolazione vi era

    un diffuso scetticismo circa la gravidanza di Costanza, perci fu allestito un

    baldacchino al centro della piazza di Jesi, dove l'imperatrice partor

    pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al

    trono.[8]

    Costanza, che prima del battesimo del figlio lo avrebbe chiamato

    inizialmente col nome matronimico di Costantino[9], port il neonato a

    Foligno, citt dove Federico visse i suoi primissimi anni, affidato alla

    duchessa di Urslingen, moglie del duca di Spoleto Corrado, uomo di fiducia

    dell'imperatore. Poi part immediatamente alla volta della Sicilia per

    riprendere possesso del regno di famiglia, poco prima riconquistato dal

    marito. Qualche tempo pi tardi, nella cerimonia battesimale, svoltasi nella

    Cattedrale di San Rufino in Assisi, in presenza del padre Enrico, il nome del

    futuro sovrano venne meglio precisato e definito in quello, "in auspicium

  • cumulande probitatis", di Federico Ruggero; "Federico" per indicarlo come

    futura guida dei principi germanici quale nipote di Federico Barbarossa,

    "Ruggero" per sottolinearne la legittima pretesa alla corona del Regno di

    Sicilia quale nipote anche di Ruggero il Normanno. Quella fu la seconda e

    ultima occasione in cui Enrico VI vide il figlio.

    Federico nasceva gi pretendente o erede di molte corone. Quella imperiale

    non era ereditaria ma elettiva, peraltro Federico era per nascita un valido

    candidato al titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero, che

    comprendeva le corone di Germania, d'Italia e di Borgogna. Questi titoli

    assicuravano diritti e prestigio, ma non davano un potere effettivo,

    mancando in quegli stati una solida compagine istituzionale controllata dal

    sovrano: in pratica tali corone davano potere solo se si era forti, altrimenti

    sarebbe stato impossibile far valere l'autorit e i diritti del re sui feudatari e

    sui Comuni italiani. Inoltre per via materna Federico aveva ereditato la

    corona di Sicilia, dove invece esisteva un apparato amministrativo ben

    strutturato a garantire che la volont del sovrano venisse applicata,

    secondo la tradizione di un governo centralistico. L'unione dei regni di

    Germania e di Sicilia non veniva tuttavia vista di buon occhio n dai

    normanni, n tantomeno dal papa, che, con i territori che a vario titolo

    componevano lo Stato della Chiesa, governava su una grossa porzione

    dell'Italia centro-meridionale, che peraltro si sarebbe trovata proprio in

    mezzo a questo nuovo grande regno, e ci -in qualche modo- avrebbe fatto

    sentire il pontefice accerchiato..

    Infanzia ed educazione in Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

    Il 28 settembre 1197 Enrico mor e Costanza affid il figlio di tre anni a

    Pietro da Celano conte della Marsica (Abruzzo) . Costanza mor il 27

    novembre 1198 cio quando Federico ebbe quattro anni, dopo averlo posto

    sotto la tutela del nuovo papa, Innocenzo III, e aver costituito a favore del

    papa un appannaggio di 30.000 talenti d'oro per l'educazione di Federico.

  • Gualtiero di Palearia, vescovo di Troia e cancelliere del regno, fu in quegli

    anni, a Palermo, il vero tutore di Federico. Il giovane sovrano risiedeva nel

    Palazzo dei Normanni e nel Castello di Maredolce, il Castello della Favara,

    seguito direttamente da Gentile di Manopello, fratello di Gualtiero. Suo

    primo insegnante fu frate Guglielmo Francesco, che ne rispondeva al

    vescovo Rinaldo di Capua, il quale, a sua volta, informava costantemente il

    papa dei progressi scolastici, della crescita e della salute di Federico.

    Regno di Sicilia

    Hohenstaufen

    King Manfred of Sicily Arms.svg

    Enrico VI

    [mostra]

    Figli

    Federico II

    [mostra]

    Figli

    Corrado

    [mostra]

    Figli

    Corradino

    Manfredi

    [mostra]

    Figli

    Nell'ottobre 1199, Marcovaldo di Annweiler[10], per volere di Filippo di

    Svevia, zio paterno di Federico, s'impadron della Sicilia per averne la

    reggenza e prese su di s anche la custodia del giovane, sottraendola a

  • Gualtiero di Palearia e, quindi, al tutoraggio di Innocenzo III, in aperto

    contrasto col Papa e col suo paladino in Sicilia, Gualtieri III di Brienne;

    ciononostante, Marcovaldo non priv Federico della tutela dei suoi maestri.

    Il Papa accus Gualtiero di Palearia di tradimento quando suo fratello

    Gentile di Manopello consegn Federico, assieme alla citt di Palermo, a

    Marcovaldo. Nel 1202 Gualtiero di Palearia guid una spedizione,

    unitamente al conte Diopoldo di Acerra, contro il pretendente al trono

    Gualtieri di Brienne, il quale, a sua volta, dopo la morte di Marcovaldo,

    consegn Federico a Guglielmo di Capparone, successore alla reggenza di

    Marcovaldo. Diopoldo liber Federico da Capparone nel 1206 e lo

    riconsegn alla custodia di Gualtiero di Palearia.

    Guglielmo Francesco, Gentile di Manopello e un imam musulmano, rimasto

    sconosciuto alla storia, furono i precettori di Federico sino al 1201, quando

    Guglielmo Francesco fu costretto ad abbandonare la Sicilia; torn a essere il

    maestro di Federico dal 1206 al 1209, anno dell'emancipazione del giovane.

    Nel periodo tra il 1202 e il 1206, in cui fu sotto la custodia di Guglielmo,

    Federico II visse probabilmente nel Palazzo reale: probabile che il giovane

    re abbia ricevuto nel palazzo dei suoi avi una buona educazione e

    un'istruzione adatta al suo rango. La tesi secondo la quale Federico II si

    sarebbe aggirato per i vicoli e i mercati di Palermo, che gli avrebbero offerto

    molteplici stimoli in una sorta di autoformazione, invece frutto della

    fantasia di autori moderni[11]; ugualmente non attendibile la notizia del

    Breve Chronicon de rebus Siculis, secondo la quale il giovane re avrebbe in

    questo periodo addirittura sofferto la fame, avrebbe vagato per le strade di

    Palermo ricevendo il sostentamento dai sudditi[12][13].

    La corona imperiale a 18 anni[modifica | modifica wikitesto]

    Il 26 dicembre 1208 Federico comp il quattordicesimo anno di et e usc

    dalla tutela papale assumendo il potere nelle sue mani. Su consiglio del

    pontefice nell'agosto del 1209 spos la venticinquenne Costanza d'Aragona,

    vedova del re d'Ungheria Emerico: Federico non aveva ancora compiuto

    quindici anni.

  • In Germania, nel frattempo, dopo la morte di Enrico VI nessuno era pi

    riuscito a farsi incoronare imperatore. Due erano i rivali che puntavano al

    titolo imperiale vacante: il primo era appunto Filippo di Svevia, fratello

    minore di Enrico VI, che fu eletto re dai principi tedeschi nel 1198 e

    incoronato a Magonza; il secondo era Ottone di Brunswick, figlio minore del

    duca di Baviera e Sassonia Enrico il Leone, che fu eletto anchegli re da

    alcuni principi tedeschi che si opponevano allelezione dello Staufer e

    incoronato ad Aquisgrana.[14] Ottone poteva contare sullappoggio del re

    d'Inghilterra Giovanni I, che era suo zio, e di Innocenzo III, che voleva

    evitare di vedere uno svevo imperatore per scongiurare una rivendicazione

    di questultimo del regno di Sicilia; Filippo, a sua volta, poteva contare

    sullappoggio del re di Francia Filippo II Augusto. La situazione si risolse

    solo nel 1208 quando Filippo di Svevia fu assassinato per motivi personali e

    Ottone ebbe campo libero. Egli fece numerose concessioni al papato, in

    particolare la corona doveva rinunciare allingerenza nelle elezioni dei prelati

    e accettare senza limiti il diritto dappello del pontefice negli affari

    ecclesiastici; inoltre si sarebbe posto fine ad abusi quali lappropriazione

    delle rendite delle diocesi vacanti.[15] Il 4 ottobre del 1209, a Roma,

    Innocenzo III incoron imperatore Ottone IV. Nonostante le numerose

    promesse di Ottone IV, lo stesso imperatore, richiamandosi allantiquum ius

    imperii, rivendicava il dominio sullItalia intera; cos egli sost per circa un

    anno nellItalia centrale, cosa che preoccup non poco Innocenzo III che

    proprio in quei territori stava cercando di estendere lo Stato della Chiesa.

    Riccardo di San Germano ci dice che:

    "Il detto imperatore Ottone, attratto da Diopoldo e da Pietro conte di

    Celano, [] gettatosi dietro le spalle il giuramento che aveva fatto alla

    chiesa di Roma, entra nel regno dalla parte di Rieti e sotto la guida di coloro

    che vi avevano prestato il giuramento di fedelt, vi giunge attraverso la

    Marsia e quindi attraverso il Comino; []Il papa Innocenzo lo scomunic e

    pose linterdetto alla chiesa di Capua, perch aveva osato celebrare alla sua

    presenza e nellottava di S. Martino scomunica anche tutti i suoi

    fautori."[16]

  • Salimbene de Adam aggiunge:

    "Nellanno del Signore 1209 limperatore Ottone fu ospitato sul Reno ( un

    torrente nel vescovado di Reggio) e fu pure ospitato a Salvaterra. E fu

    incoronato da papa Innocenzo III il giorno 11 di ottobre. []Ma il suddetto

    Ottone, una volta incoronato, muove con molti sforzi contro il padre che lo

    aveva incoronato e la madre chiesa che lo aveva generato, e si arm

    rapidamente contro il piccolo re di Sicilia che non aveva altro aiuto eccetto

    la chiesa. Perci lanno seguente, cio lanno del Signore 1210, il venerabile

    padre Innocenzo potente in opere e in parole scomunic il gi detto

    imperatore Ottone. Ci nonostante, costui mand in Puglia un esercito cui

    era a capo il marchese Azzo dEste. E poi passando per la Toscana, raccolto

    un grande esercito, prese alcune localit con la forza, altre per resa;

    resistendogli soltanto Viterbo, Orvieto e poche altre. Infine avanz e svern

    a Capua."[17]

    Dopo la scomunica papale e a causa dellostilit di Filippo Augusto di

    Francia, che incoraggi la resistenza in Germania, la nobilt, che aveva

    inizialmente appoggiato Filippo di Svevia e ora vedeva Ottone IV

    combattere proprio contro un Hohenstaufen, si ribell all'imperatore, che fu

    costretto a tornare in Germania. I feudatari ribelli cercarono allora laiuto di

    Federico, proponendolo come candidato da contrapporre a Ottone IV; nel

    frattempo, in Sicilia, dove lo svevo era appena divenuto padre del suo

    primogenito Enrico, che neonato venne incoronato re di Sicilia come

    coreggente, si organizz subito una rapida spedizione Oltralpe: partito a

    marzo del 1212 da Palermo, Federico giunse a Roma la domenica di Pasqua

    e prest giuramento vassallatico al papa; a settembre entr trionfalmente a

    Costanza, a ottobre indisse la sua prima dieta da re di Germania e a

    novembre stipul gli accordi col futuro re di Francia Luigi VIII per

    combattere il rivale Ottone IV. Finalmente il 9 dicembre 1212 Federico

    veniva incoronato imperatore nel duomo di Magonza dal vescovo Sigfrido III

    di Eppstein, ma la sua effettiva sovranit doveva ancora essere sancita. Il

    12 luglio 1213, con la cosiddetta "Bolla d'Oro" (o "promessa di Eger"),

  • Federico promise di mantenere la separazione fra Impero e Regno di Sicilia

    (dominio del Pontefice) e di rinunciare ai diritti germanici in Italia

    (promessa gi fatta da Ottone IV e mai mantenuta). Si impegn inoltre a

    intraprendere presto una crociata in Terrasanta, nonostante non ci fosse

    stata un'esplicita richiesta in tal senso da parte del papa.

    Sigillo in cera 85 mm della pergamena 13 febbraio 1240. Intorno al campo

    la legenda recita: [FRIDERICUS D(e) I GR(ati) A IMPE]RATOR

    ROMANOR(um)[SE]MP(er) AUGUST[US]. Al centro del campo affiancano il

    trono i due termini: REX IH(e) R(usa) L(e) M. Cagli, Archivio Storico

    Comunale

    Federico II pot essere riconosciuto unico pretendente alla corona imperiale

    solo dopo il 27 luglio 1214 quando, nella battaglia di Bouvines, Filippo

    Augusto re di Francia, alleato di Federico, sbaragli Ottone IV alleato degli

    inglesi. In Germania resistevano al dominio di Federico soltanto Colonia, la

    citt pi ricca e popolosa della Germania del tempo, i cui mercanti

    vantavano particolari diritti commerciali e di traffico con l'Inghilterra di

    Enrico II Plantageneto sin dal 1157, e Aquisgrana, dove erano conservate le

    spoglie di Carlo Magno. Aquisgrana cadde nel 1215 e Federico vi ricevette

    una seconda e splendida incoronazione (25 luglio 1215) che complet quella

    di Magonza. L'11 novembre 1215 venne aperto da Innocenzo III il IV

    Concilio Lateranense (XII universale) cui anche Federico partecip.

    Finch fu in vita il suo protettore Innocenzo III, Federico evit di condurre

    una politica personale troppo pronunziata. Morto Innocenzo III e salito al

    soglio Onorio III (18 luglio 1216), papa di carattere molto diverso rispetto

    al suo predecessore, Federico fu incalzato dal nuovo pontefice a dare corso

    alla promessa di indire la crociata. Il sovrano tergivers a lungo e nel 1220

    fece nominare dalla Dieta di Francoforte, tenutasi nel medesimo anno, il

    figlio Enrico "re di Germania". Onorio III ritenne allora che l'unico modo per

    impegnare Federico fosse quello di nominarlo imperatore, cosicch il 22

  • novembre 1220 lo Svevo fu incoronato imperatore in San Pietro a

    Roma[18] dallo stesso papa Onorio III.

    Confoederatio cum principibus ecclesiasticis

    Confoederatio cum principibus ecclesiasticis.jpg

    Il Trattato con i principi della chiesa, o Confoederatio cum principibus

    ecclesiasticis, del 26 aprile 1220 fu emanato da Federico II come

    concessione ad alcuni vescovi tedeschi per avere la loro collaborazione

    all'elezione del figlio Enrico come re di Germania. La Carta rappresenta una

    delle pi importanti fonti legislative del Sacro Romano Impero nel territorio

    tedesco. Con questo atto Federico II rinunciava a un certo numero di

    privilegi reali in favore dei principi-vescovi. Fu un vero stravolgimento

    nell'equilibrio del potere, un nuovo disegno che doveva portare a maggiori

    vantaggi nel controllo di un territorio vasto e lontano.

    Fra i tanti diritti acquisiti, i vescovi assunsero quello di battere moneta,

    elevare o abbassare le tasse e costruire fortificazioni; inoltre ottennero

    anche la possibilit di istituire tribunali nelle loro signorie e di ricevere

    l'assistenza del re o dell'imperatore per far rispettare i giudizi emanati nei

    territori di loro giurisdizione. La condanna di un tribunale ecclesiastico

    equivaleva automaticamente a una condanna (ed alla pena conseguente),

    da parte del tribunale reale o imperiale. Inoltre, l'emanazione di una

    scomunica si traduceva automaticamente in una sentenza da parte del

    tribunale del re o dell'imperatore, che sanciva per lo scomunicato lo status

    di reo. Il legame, quindi, fra il tribunale di Stato e quello locale del Principe

    Vescovo si sald indissolubilmente.

    L'emanazione di questo trattato si ricollegava direttamente al pi tardo

    Statutum in favorem principum che sanciva simili diritti per i principi laici. Il

    potere dei signori si accresceva, ma aumentava anche la capacit di

    controllo sul territorio dell'impero e sulle citt. In questo modo, Federico II

    sacrific l'accentramento del potere per assicurarsi una maggiore

    tranquillit nella parte centrale dell'Impero stesso, in modo da poter

    rivolgere la sua attenzione al fronte meridionale e mediterraneo.

  • Federico non diede peraltro alcun segnale di voler abdicare al Regno di

    Sicilia, pur mantenendo la ferma intenzione di tenere separate le due

    corone. Aveva anzi deciso di lasciare il Regno di Germania al figlio,

    conservando tuttavia, quale imperatore, la suprema autorit di controllo.

    Essendo stato educato in Sicilia probabile che si sentisse pi siciliano che

    tedesco, ma, soprattutto, egli conosceva bene le potenzialit del suo

    regno[19], con una fiorente agricoltura, citt grandi e buoni porti, oltre alla

    straordinaria posizione strategica al centro del Mediterraneo.

    L'attivit nel regno di Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

    Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Regno di Sicilia Il

    periodo svevo.

    Augustale di Federico II, 1231 circa. Museo di Foggia

    Tornato nel 1220 in Sicilia, che aveva lasciato otto anni prima, Federico

    pot dedicarsi a consolidare le istituzioni nel Regno, indicendo due grandi

    assise a Capua e a Messina (1220-1221). In quelle occasioni stabil,

    rivendicando quanto accaduto in passato, che ogni diritto regio confiscato

    precedentemente a vario titolo dai feudatari venisse immediatamente

    reintegrato al sovrano. Introdusse inoltre il diritto romano, nell'accezione

    giustinianea rielaborata dall'Universit di Bologna su impulso di suo nonno il

    Barbarossa. A Napoli fond l'Universit nel 1224, dalla quale sarebbe uscito

    il ceto di funzionari in grado di servirlo, senza che i sudditi a lui fedeli

    dovessero recarsi fino a Bologna per studiare. Favor anche l'antica e

    gloriosa scuola medica salernitana.[20]

    Il tentativo di Federico di accentrare l'amministrazione del Regno e ridurre il

    potere dei feudatari locali (soprattutto ordinando la distruzione delle

    fortificazioni che potessero rappresentare un potenziale pericolo per il

    potere centrale) incontr molte resistenze nella parte continentale del

    regno, tra queste principalmente quella del conte di Bojano, Tommaso da

    Celano, la cui contea, unita con i possedimenti originali in Marsica,

  • rappresentava il feudo di maggiore estensione del regno. Il conte Tommaso

    si rifiut di smantellare i castelli come ordinato dallo svevo e organizz la

    resistenza presso le fortificazioni di Ovindoli e Celano in Marsica, Civita di

    Bojano e Roccamandolfi in Molise, dove affront a partire dal 1220 la forza

    d'urto dell'esercito imperiale. Le prime tre citt caddero nel giro del primo

    anno di guerra, mentre il castello di Roccamandolfi, dove il conte da Celano

    aveva lasciato alla guida della resistenza la moglie Giuditta, si arrese

    all'assedio nel 1223 dopo essere stato danneggiato ma non preso. Il

    castello del capoluogo della contea, Bojano, venne demanializzato e

    ricostruito; Ovindoli e Celano furono distrutte, Roccamandolfi dovette

    essere ricostruita pi a valle lasciando il castello alla rovina; Tommaso da

    Celano, non avendo in seguito rispettato i termini della resa, fu espropriato

    della contea che cess di essere la spina nel fianco nei possedimenti

    normanni di Federico.

    Il Castello di Melfi dove Federico II promulg le costituzioni.

    Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Costituzioni di Melfi.

    Giunto a Melfi, l'imperatore, accolto calorosamente dalla popolazione locale,

    pernott nel castello costruito dai suoi ascendenti normanni, cui apport in

    seguito alcuni importanti restauri[21]. Nella localit melfitana (ma anche a

    Lagopesole, Palazzo San Gervasio e Monticchio), Federico II trascorse il suo

    tempo libero, dedicandosi alla caccia con il falcone, poich le zone boschive

    del Vulture erano ideali per il suo passatempo preferito.

    Nel castello di Melfi Federico II, con l'ausilio del suo fidato notaio Pier delle

    Vigne, eman nel 1231 le Constitutiones Augustales (note anche come

    Costituzioni di Melfi o Liber Augustalis), codice legislativo del Regno di

    Sicilia, fondato sul diritto romano e su quello normanno delle Assise di

    Ariano, considerato tra le pi grandi opere della storia del diritto per la sua

    importanza storica di recupero delle antiche leggi normanne, e di cui si sono

    conservati pochissimi documenti. Queste norme miravano a limitare i poteri

    e i privilegi delle locali famiglie nobiliari e dei prelati, facendo tornare il

  • potere nelle mani dell'imperatore e a rendere partecipi anche le donne per

    quanto riguardava la successione dei feudi. Ne doveva nascere uno Stato

    centralizzato, burocratico e tendenzialmente livellatore, con caratteristiche

    che gli storici hanno reputato "moderne".[22]

    La crociata e la scomunica da parte di Gregorio IX[modifica | modifica

    wikitesto]

    Federico incontra il sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, codice miniato.

    Negli anni seguenti Federico si dedic a riordinare il Regno di Sicilia,

    eludendo le continue richieste del papa Onorio III di intraprendere la

    crociata. Per dilazionare ulteriormente il suo impegno, Federico stipul col

    papa un trattato (Dieta di San Germano, nel luglio 1225), con il quale si

    impegnava a organizzare la crociata entro l'estate del 1227, pena la

    scomunica. In realt il vero obiettivo di Federico era l'unione fra Regno di

    Sicilia e Impero, nonch l'estensione del potere imperiale all'Italia. In

    questo disegno rientr il suo tentativo di recuperare all'impero la marca di

    Ancona e il ducato di Spoleto, rientranti nella sovranit papale. Inoltre in

    Sicilia procedette all'occupazione di cinque vescovadi con sede vacante, alla

    confisca dei beni ecclesiali e alla cacciata dei legati pontifici che si erano

    col recati per la nomina dei vescovi, pretendendo di provvedere

    direttamente alle nomine. Il papa era molto adirato con Federico sia perch

    non aveva adempiuto ai patti di tenere separati Impero e Regno di Sicilia,

    sia perch non rispettava la libert del clero nei suoi territori

    intromettendosi sistematicamente nell'elezione dei vescovi, sia, infine,

    perch non si decideva a partire per la crociata[23]: durante la fallimentare

    crociata del 1217-1221 (la quinta) Federico si era ben guardato dal prestare

    assistenza ai crociati, avendo pi a cuore la pace con il Sultano ayyubide

    d'Egitto al-Malik al-Kamil, i cui territori erano molto vicini alla Sicilia e con il

    quale manteneva buoni rapporti, con frequenti contatti diplomatici.

    Nel frattempo, a causa delle mire di controllo sull'Italia da parte di Federico,

    era risorta nel nord Italia la Lega Lombarda: nell'aprile 1226 Federico

  • convoc la Dieta di Cremona con il pretesto di preparare la crociata ed

    estirpare le dilaganti eresie, ma questa non pot avere luogo per

    l'opposizione della Lega Lombarda, che imped l'accesso ai delegati, mentre

    Federico non aveva al nord forze sufficienti per contrastare i Comuni ribelli.

    Il 9 settembre 1227, pressato dal successore di Onorio, papa Gregorio IX,

    molto pi determinato contro l'imperatore e sotto la minaccia di scomunica,

    Federico tent di onorare la promessa fatta al predecessore partendo per la

    sesta Crociata, ma una pestilenza scoppiata durante il viaggio in mare che

    falcidi i crociati lo costrinse a rientrare a Otranto: lui stesso si ammal e

    dovette ritirarsi a Pozzuoli per rimettersi in sesto. Gregorio IX interpret

    questo comportamento come un pretesto e, conformemente al trattato di

    San Germano del 1225, lo scomunic il 29 dello stesso mese nella

    cattedrale di Bitonto. A nulla valse una lettera di giustificazioni inviata al

    papa da Federico nel novembre e la scomunica fu confermata il 23 marzo

    1228. Era evidente l'atteggiamento ostile del papa.

    A questo punto, nella primavera 1228, Federico decise di partire per la

    Terrasanta, pur sapendo che durante la sua assenza il Papa avrebbe cercato

    di riunire tutti i suoi oppositori in Germania e in Sicilia, minacciando la

    Lombardia e il suo Regno Meridionale. Come riferito dal cronista Riccardo di

    San Germano, Federico celebr a Barletta la Pasqua 1228 "in omni gaudio

    et exultatione" e ai primi di maggio del 1228, convocata sempre a Barletta

    un'assemblea pubblica, comunic di persona le sue decisioni: nomin

    Rainaldo di Urslingen, gi Duca di Spoleto, suo sostituto in Italia durante

    l'assenza; in caso di sua morte, nomin erede suo figlio Enrico re dei

    Romani e in seconda istanza il piccolo Corrado, nato pochi giorni prima ad

    Andria il 25 aprile da Jolanda di Brienne, che nel frattempo era morta in

    seguito al parto.

    Quindi seppur scomunicato, part da Brindisi il 28 giugno[24] 1228 per la

    sesta Crociata. Federico ottenne un successo di un certo rilievo senza

    combattere una sola battaglia, ma grazie a un accordo diplomatico con il

  • sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, nipote di Saladino: Gerusalemme venne

    ceduta, peraltro ridotta senza mura e indifendibile, e con l'esclusione

    dell'area della moschea di Umar (ritenuta dai cristiani il Tempio di

    Salomone), che era un luogo santo musulmano. Questa soluzione aveva

    evitato i combattimenti e aveva sollevato Federico dall'incombenza della

    crociata, ma consegnava alla cristianit una vittoria effimera e in balia dei

    musulmani, anche se, formalmente, con importanti risultati territoriali e,

    soprattutto, con la riconquista di Gerusalemme. Il 18 marzo 1229, nella

    basilica del Santo Sepolcro, Federico si incoron re di Gerusalemme (in

    quanto erede del trono per aver sposato nel 1225 Jolanda di Brienne, regina

    di Gerusalemme, nonostante l'opposizione del clero locale e di quasi tutti i

    feudatari).

    Durante l'assenza di Federico, Rinaldo tent di recuperare con le armi il

    ducato di Spoleto, mentre truppe germaniche scesero in difesa della Sicilia.

    Il Papa assold altre truppe per contrastarle, bandendo la paradossale

    crociata contro Federico II, e i territori di Federico subirono l'invasione delle

    medesime. Quando Federico ritorn in Italia dopo la crociata, trov molte

    citt che appoggiavano il Papa[25]: riusc ad avere ragione delle forze

    papali ma ritenne opportuno, per quel momento, riconciliarsi col pontefice e

    con la Pace di San Germano del 23 luglio 1230, promise di rinunciare alle

    violazioni che avevano determinato la scomunica, di restituire i beni

    sottratti ai monasteri e alle chiese e di riconoscere il vassallaggio della

    Sicilia al papa. D'altro canto il papa non poteva non tener conto

    dell'obiettivo ottenuto da Federico in Terra santa e il 28 agosto successivo

    ritir la scomunica: il 1 settembre papa e imperatore si incontrarono ad

    Anagni.

    Nella diatriba fra papa e imperatore intanto si erano inserite le citt della

    Lega Lombarda ed era ripresa la secolare divisione fra guelfi e

    ghibellini[26]. Nel 1231 Federico convoc una Dieta a Ravenna nella quale

    fece riaffermare l'autorit imperiale sui Comuni, ma ci ebbe poca influenza

    sugli eventi successivi.

  • In lotta col papato[modifica | modifica wikitesto]

    L'imperatore Federico II

    Nel periodo di pace e distensione che segu gli eventi precedenti, Federico

    volle sistemare alcune questioni giuridiche nei suoi regni, con particolare

    riguardo a quello siciliano. Il rinnovato accordo fra il papa e Federico venne

    utile a quest'ultimo allorch nel 1234 suo figlio Enrico si ribell al padre:

    rivoltosi al papa, Federico ottenne la scomunica contro il figlio, lo fece

    arrestare e lo tenne prigioniero fino alla morte, avvenuta nel 1242. Alla

    corona tedesca venne allora associato l'altro figlio Corrado IV (che non

    riusc neppure lui a governare in pace per l'opposizione dei nobili che gli

    contrapposero bellicosamente alcuni anti-re[27]).

    Nel maggio dello stesso anno alcuni violenti tumulti, organizzati in Roma dal

    Senatore (cio governatore) di Roma Luca Savelli e da varie famiglie

    ghibelline ostili a Gregorio IX, costrinsero quest'ultimo a fuggire in Umbria.

    Federico, cui faceva molto comodo politicamente apparire come il difensore

    della Chiesa, accorse in armi e si un, a Montefiascone nell'agosto del 1234,

    alle milizie pontificie guidate dal cardinale Raniero Capocci. I due eserciti

    sconfissero alla fine l'armata dei romani, ma l'atteggiamento ambiguo

    tenuto dall'imperatore in questa circostanza gli alien definitivamente le

    simpatie del Capocci, che divenne da quel momento un suo mortale

    nemico[28]

    Il sovrano svevo in effetti non era mai venuto meno ai suoi propositi di

    sottomettere l'Italia all'impero germanico, favorendo l'instaurarsi di signorie

    ghibelline a lui amiche (la pi potente fu quella dei Da Romano che

    governava su Padova, Vicenza, Verona e Treviso). Nel novembre 1237

    Federico colse una notevole vittoria sulla Lega Lombarda a Cortenuova,

    conquistando il Carroccio che invi in omaggio al papa. L'anno successivo il

    figlio Enzo (o Enzio) spos Adelasia di Torres, vedova di Ubaldo Visconti,

    giudice di Torres e Gallura e Federico lo nomin Re di Sardegna. Ci non

    poteva essere accettato dal papa, visto che la Sardegna era stata promessa

  • in successione al papa dalla stessa Adelasia. Alle rimostranze del pontefice,

    Federico rispose nel marzo 1239 tentando di sollevargli contro la curia, ma

    il papa scagli subito contro di lui la scomunica durante la settimana

    santa[29], indicendo successivamente un concilio a Roma per la Pasqua del

    1241. Federico, per impedire lo svolgimento del Concilio che avrebbe

    confermato solennemente la sua scomunica, blocc le vie di terra per Roma

    e fece catturare due cardinali e molti prelati, in viaggio per mare con navi

    della flotta genovese, da navi della flotta pisana guidate dal figlio Enzo, con

    una battaglia navale avvenuta presso l'isola del Giglio (3 maggio 1241). Le

    truppe imperiali giunsero alle porte di Roma, ma il 22 agosto 1241 l'anziano

    papa Gregorio IX mor[30] e Federico, dichiarando diplomaticamente che lui

    combatteva il papa ma non la Chiesa (egli era sempre sotto scomunica), si

    ritir in Sicilia.

    Dopo la morte di Gregorio IX, venne eletto papa Goffredo Castiglioni, che

    prese il nome di Celestino IV, ma che mor dopo soli diciassette giorni di

    pontificato. I molti ecclesiastici ancora prigionieri di Federico e l'incombente

    minaccia delle sue truppe alle porte di Roma provocarono una vacanza al

    soglio pontificio di un anno e mezzo, periodo durante il quale si svolsero

    frenetiche trattative. Infine l'elezione papale si tenne ad Anagni e fu eletto,

    il 25 giugno 1243, il genovese Sinibaldo Fieschi che prese il nome

    pontificale di Innocenzo IV. Innocenzo tent inizialmente di trovare un

    accordo con Federico, ma la rivolta scoppiata in quei mesi contro

    l'imperatore in Viterbo, preparata e portata avanti dal cardinale Capocci e

    che si concluse con una clamorosa sconfitta dell'esercito imperiale, costrinse

    il sovrano svevo a trovare un'intesa con il papa, suo malgrado. Il 31 marzo

    1244 fu stilata in Laterano una bozza di accordo fra Federico e Innocenzo IV

    che prevedeva, in cambio del ritiro della scomunica, la restituzione di tutte

    le terre pontificie occupate dall'imperatore. L'accordo peraltro non fu mai

    ratificato. Tra il 1243 e il 1246 Federico II trascorse le stagioni invernali a

    Grosseto, approfittando del clima mite e delle aree umide attorno alla citt

    per praticare la caccia, suo passatempo preferito[31].

  • In quegli stessi decenni, circolarono in Italia diverse opere di impronta

    apocalittica, che attribuivano a Federico un ruolo di protagonista nella

    riforma della Chiesa. In particolare, il commento al profeta Geremia Super

    Hieremiam (attribuito pseudoepigraficamente a Gioacchino da Fiore ma

    prodotto forse entro ambigui ambienti cistercensi o florensi e rielaborato e

    aggiornato entro ambienti, egualmente poco affidabili, di francescani

    rigoristi) riconosceva a Federico II un ruolo incredibilmente e

    paradossalmente provvidenziale, proprio in quanto atteso persecutore

    apocalittico della Chiesa corrotta e in special modo dei cardinali.[32]

    Il declino e la fine[modifica | modifica wikitesto]

    La disfatta di Vittoria, presso Parma (1248).

    Papa Innocenzo IV decise di indire un Concilio per confermare la scomunica

    a Federico e far nominare un altro imperatore, rivolgendosi ai suoi nemici

    che in Germania erano numerosi. Giunto a Lione[33] svolse un'intensa

    attivit diplomatica presso i nobili tedeschi e indisse un Concilio che si apr il

    28 giugno 1245. Inoltre, durante il concilio, il cardinale Raniero Capocci,

    acerrimo nemico dell'imperatore che voleva allontanare ogni possibilit di

    accordo, fece circolare nella citt francese due libelli da lui ispirati nei quali

    Federico veniva dipinto come un eretico e un anticristo[34]. Da notare che

    Lione, sebbene formalmente in Borgogna, quindi di propriet

    dell'imperatore, era fuori dal tiro del sovrano svevo ed era sotto la

    protezione del re di Francia.

    Il concilio non solo conferm la scomunica a Federico, ma addirittura lo

    depose[35], sciogliendo sudditi e vassalli dall'obbligo di fedelt, e invit i

    nobili elettori tedeschi a proclamare un altro imperatore, bandendo contro

    Federico una nuova crociata. Non tutta la Cristianit per accett quanto

    deliberato nel concilio, che si era tenuto in condizioni non troppo chiare. Il

    papa aveva finto fino all'ultimo di voler patteggiare con Federico e molti si

    domandarono se fosse giusto un provvedimento cos grave contro

  • l'imperatore in un momento in cui nuove minacce si affacciavano

    all'orizzonte (l'offensiva mongola).

    L'imperatore sub il gravissimo colpo che ne appann il prestigio e dal 1245

    gli eventi iniziarono a precipitare. Gli Elettori tedeschi trovarono il nuovo

    imperatore (in realt "re di Roma", titolo che preludeva alla nomina di

    imperatore) in Enrico Raspe, margravio di Turingia, che il 5 agosto 1246

    sconfisse nella battaglia di Nidda il figlio di Federico, Corrado. Tuttavia,

    l'anno successivo, Enrico Raspe mor.

    Nel febbraio del 1248 Federico sub una grave sconfitta nella battaglia di

    Parma ad opera di Gregorio da Montelongo. Dopo un assedio durato oltre

    sei mesi i parmigiani, approfittando dell'assenza dell'imperatore che era

    andato a caccia nella valle del Taro, uscirono dalla citt e attaccarono le

    truppe imperiali, distruggendo la citt-accampamento di Vittoria.

    L'imperatore riusc a stento a rifugiarsi a San Donnino, da dove raggiunse

    poi la fedele alleata Cremona. L'anno seguente il figlio Enzo, battuto nella

    battaglia di Fossalta, fu catturato dai bolognesi che lo tennero prigioniero

    fino alla morte (1272)[36]. Poco dopo Federico sub (o credette di subire) il

    tradimento di uno dei suoi pi fidati consiglieri, Pier delle Vigne (rievocato

    da Dante Alighieri nel tredicesimo canto dell'Inferno).

    La vittoria militare del figlio Corrado sul successore di Raspe, Guglielmo II

    d'Olanda avvenuta nel 1250, non port alcun vantaggio per Federico, il

    quale nel dicembre dello stesso anno mor a causa di un attacco di

    dissenteria. Nel suo testamento nominava suo successore il figlio Corrado,

    ma il papa non solo non riconobbe il testamento ma scomunic pure

    Corrado (che mor quattro anni dopo di malaria, nel vano tentativo di

    ricuperare a s il Regno di Sicilia).

    La morte in Fiorentino di Puglia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico cadde vittima di una grave patologia addominale, forse dovuta a

    malattie trascurate, durante un soggiorno in Puglia; secondo Guido Bonatti,

    invece, sarebbe stato avvelenato. Egli, difatti, qualche tempo prima aveva

    scoperto un complotto, in cui fu coinvolto lo stesso medico di corte.

    Comunque, le sue condizioni apparvero immediatamente di tale gravit che

    si rinunci a portarlo nel pi fornito Palatium di Lucera e la corte dovette

    riparare nella domus di Fiorentino, un borgo fortificato nell'agro dell'odierna

    Torremaggiore, non lontano dalla sede imperiale di Foggia.

    Leggenda vuole che a Federico fosse stata predetta dall'astrologo di corte,

    Michele Scoto, la morte sub flore, ragione per la quale pare egli abbia

    sempre evitato di recarsi a Firenze. Allorch fu informato del nome del

    borgo in cui infermo era stato condotto per le cure necessarie, Castel

    Fiorentino per l'appunto, Federico, comprese e accett la prossimit della

    fine.

    Il sarcofago di Federico II nella Cattedrale di Palermo.

    Stando al racconto del cronista inglese Matthew Paris ( 1259) non

    confermato per da altre fonti l'imperatore, sentendosi in punto di morte,

    volle indossare l'abito cistercense e dettare cos le sue ultime volont nelle

    poche ore di lucidit. Il testamento, dettato alla presenza dei massimi

    rappresentanti dell'Impero, reca la data del 17 dicembre 1250. La sua fine

    fu rapida e sorprese i contemporanei, tanto che alcuni cronisti anti-imperiali

    diedero adito alla voce, storicamente infondata, secondo cui l'imperatore

    era stato ucciso da Manfredi, il figlio illegittimo che in effetti gli successe in

    Sicilia. Una nota miniatura (vedi sotto) raffigura persino il principe mentre

    soffoca col cuscino il padre morente.

    La salma di Federico fu sommariamente imbalsamata, i funerali si svolsero

    nella sede imperiale di Foggia, per sua espressa volont il cuore venne

    deposto in un'urna collocata nel Duomo, la sua salma omaggiata dalla

  • presenza di moltitudini di sudditi venne esposta per qualche giorno e

    trasportata poi a Palermo, per essere tumulata in Cattedrale, entro il

    sepolcro di porfido rosso antico, come voleva la tradizione normanno-sveva,

    accanto alla madre Costanza, al padre Enrico VI e al nonno Ruggero II.

    Recentemente il sepolcro stato riaperto. Federico giace sul fondo sotto

    altre due spoglie (quelle del padre Enrico VI e della madre Costanza

    d'Altavilla). La tomba era stata gi ispezionata nel tardo XVIII secolo: il

    corpo, nel Settecento, era mummificato e in buone condizioni di

    conservazione; ne risulta che l'imperatore sia stato inumato con il globo

    dorato, la spada, calzari di seta, una dalmatica ricamata con iscrizioni

    cufiche e una corona a cuffia.

    La tomba imperiale custodita nella Cattedrale era destinata in origine al

    nonno Ruggero II che l'aveva voluta come suo sarcofago per il Duomo di

    Cefal. Il sepolcro inoltre reca i simboli dei quattro evangelisti e la corona

    regia.

    L'eredit culturale[modifica | modifica wikitesto]

    Ritratto di Federico II con il falco dal suo trattato De arte venandi cum

    avibus

    Federico fu chiamato dai suoi contemporanei Stupor Mundi (Stupore del

    Mondo), appellativo che deriva dalla sua inestinguibile curiosit intellettuale,

    un eclettismo che lo port ad approfondire la filosofia, l'astrologia

    (consigliere molto ascoltato fu l'astrologo Guido Bonatti), la matematica

    (ebbe corrispondenza e fu in amicizia con il matematico pisano Leonardo

    Fibonacci, che gli dedic il suo Liber quadratorum), l'algebra, la medicina e

    le scienze naturali (impiant a Palermo persino uno zoo, famoso ai suoi

    tempi, per il numero di animali esotici che conteneva); scrisse anche un

    libro, un manuale sulla falconeria, il De arte venandi cum avibus che fu uno

    dei primi manoscritti con disegni in tema naturalistico. Si dice che Federico

  • conoscesse ben nove lingue e che fosse un governante molto moderno per i

    suoi tempi, visto che favor la scienza e profess punti di vista piuttosto

    avanzati in economia.

    Alla sua corte soggiornarono uomini di gran cultura di quei tempi quali

    Michele Scoto, che tradusse alcune opere di Aristotele, Teodoro da

    Antiochia, un arabo cristiano, e Juda ben Salomon Cohen, grande

    enciclopedista ebreo.

    L'attivit legislativa[modifica | modifica wikitesto]

    Federico condusse un'intensa attivit legislativa: a Capua e a Catania nel

    1220, a Messina nel 1221, a Melfi nel 1224, a Siracusa nel 1227 e a San

    Germano (Cassino) nel 1229, ma soltanto ad agosto del 1231, nel corso di

    una fastosa cerimonia tenutasi a Melfi, ne promulg la raccolta organica e

    armonizzata secondo le sue direttive, avvalendosi di un gruppo di giuristi

    quali Roffredo di Benevento, Pier delle Vigne, l'arcivescovo Giacomo di

    Capua ed Andrea Bonello da Barletta. Questo corpo organico, preso

    lungamente a modello come base per la fondazione di uno stato moderno,

    passato alla storia col nome di Costituzioni di Melfi o Melfitane anche se il

    titolo originale Constitutiones Regni Utriusque Siciliae rende pi esplicita la

    volont di Federico di riorganizzare il suo stato, il Regno di Sicilia:

    quest'ultimo, infatti, fu ripartito in undici distretti territoriali detti

    giustizierati, poich erano governati da funzionari di propria nomina, i

    giustizieri, che rispondevano del loro operato in campo amministrativo,

    penale e religioso a un loro superiore, il maestro giustiziere, referente

    diretto dell'imperatore che stava al vertice di questa struttura gerarchica di

    tipo piramidale. Abol i dazi interni e i freni alle importazioni all'interno del

    suo impero.

    L'Universit[modifica | modifica wikitesto]

    Il 5 giugno 1224, all'et di trent'anni, Federico istitu con editto formale, a

    Napoli, la prima universitas studiorum statale e laica della storia

  • d'Occidente, in contrapposizione all'ateneo di Bologna, nato come

    aggregazione privata di studenti e docenti e poi finito sotto il controllo

    papale.[37] L'universit, polarizzata intorno allo studium di diritto e

    retorica, contribu all'affermazione di Napoli quale capitale della scienza

    giuridica. Napoli non era ancora la capitale del Regno, ma Federico la scelse

    per la sua posizione strategica e il suo gi forte ruolo di polo culturale e

    intellettuale di quei tempi.[38]

    La poesia siciliana[modifica | modifica wikitesto]

    Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola siciliana.

    Il Cancelliere Aulico ricevuto da Federico II, Re di Sicilia, a palazzo della

    Favara di Palermo con letterati, artisti e studiosi siciliani.

    Contribu a far nascere la letteratura italiana e in questo senso ebbe

    importanza fondamentale la Scuola siciliana o anche Scuola poetica siciliana

    che nacque tra il 1230 e il 1250, che ingentil il volgare siculo con il

    provenzale, e i cui moduli espressivi e tematiche dominanti furono

    successivamente ripresi dalla lirica della Scuola toscana. Gli sono inoltre

    attribuite quattro canzoni. Appassionato della cultura araba, fece tradurre

    molte opere da quella lingua e fu quasi sempre in ottimi rapporti con gli

    esponenti di quella cultura al punto da guadagnarsi il soprannome (fra i

    tanti) di "sultano battezzato".

    Nella corte era presente un gruppo di poeti, per lo pi funzionari, che

    scrivevano in volgare meridionale. Nella corte di Federico si costitu una

    scuola poetica siciliana al quale si deve l'invenzione di una nuova metrica, il

    sonetto.

    Federico stato individuato come l'autore delle cinque questioni poste ai

    sapienti del suo tempo, a cui rispose nelle Questioni siciliane il filosofo

    arabo Ibn Sab'in.[39]

  • De arte venandi cum avibus[modifica | modifica wikitesto]

    Particolare del folio 16 recto del trattato De arte venandi cum avibus.

    Federico II non fu solo un mecenate, ma anch'egli si ciment in un'opera

    letteraria: De arte venandi cum avibus. La traduzione letterale del titolo di

    quest'opera di Federico II : "L'arte di cacciare con gli uccelli", e di essa

    molte copie, illustrate nel XIII e XIV secolo, ancora sopravvivono.

    Il De arte venandi un trattato nato innanzitutto dall'osservazione, che non

    ha nulla delle enciclopedie zoologiche fino ad allora redatte (i bestiari intrisi

    di mitologia, teologia e superstizione). In esso i problemi di ornitologia, di

    allevamento, di addestramento e di caccia sono trattati con attenzione al

    principio dell'osservazione diretta e dell'esperienza, con assoluto spirito di

    indipendenza rispetto alla trattatistica precedente, per questo lo scritto

    rappresenta un fondamentale passo verso la scienza "moderna".

    Federico era un cacciatore appassionato. Le battute di caccia erano in quei

    tempi un modo per socializzare con persone dello stesso rango, per

    esercitarsi nell'uso delle armi e per rappresentare il potere. Il suo hobby

    preferito era la caccia con il falco addestrato, attivit molto costosa e quindi

    elitaria: un falco addestrato veniva a costare infatti quasi quanto un intero

    podere. La caccia con i falchi per Federico non era un passatempo vero e

    proprio ma una scienza. Egli si procur trattati di ornitologia e caccia, e, in

    base ad ordini dell'imperatore, questi testi furono raccolti in un codice

    miscellaneo, concepito come un libro sulla falconeria. Le fonti non sono

    certe se Federico abbia scritto personalmente il libro, ma sicuramente egli

    partecip alla sua redazione esponendo i propri punti di vista: il De arte

    venandi cum avibus rappresenta pertanto una trattazione molto moderna

    sia sui metodi di cattura e addestramento dei falchi, sia sulle tecniche di

    caccia della selvaggina con l'uso dei falchi addestrati.

  • Le arti figurative[modifica | modifica wikitesto]

    Presunto busto di Federico II[40], al Castello di Barletta.

    Federico II, essendo un generoso mecenate, ospit alla sua corte numerosi

    artisti che ebbero probabilmente modo di spostarsi con lui nei suoi soggiorni

    in Germania (a pi riprese tra il 1212 e il 1226): ci fu infatti un contatto con

    le novit del gotico tedesco, che proprio in quegli anni produceva opere di

    rinnovato naturalismo come il Cavaliere di Bamberga del Duomo di

    Bamberga (ante 1237, alto 267 cm), dove era raffigurato un ritratto

    dell'Imperatore stesso riprendendo l'iconografia delle statue equestri

    antiche. Inoltre Federico II invit nel sud-Italia i cistercensi gi nel 1224, i

    quali diffusero il loro sobrio stile gotico nell'architettura (abbazie laziali di

    Fossanova e Casamari che probabilmente costituiscono i primi esempi di

    applicazione italiana dello stile gotico).

    Oltre alla ricezione delle novit gotiche, Federico promosse anche

    attivamente il recupero di modelli classici, sia riusando opere antiche, sia

    facendone fare di nuove secondo i canoni romani: per esempio le monete

    auree da lui fatte coniare (gli augustali) presentano il suo ritratto idealizzato

    di profilo, e numerosi sono i rilievi che ricordano la ritrattistica imperiale

    romana (al gi citato Duomo di Bamberga, alla distrutta Porta di Capua,

    eccetera). In queste opere si nota una robustezza che ricorda l'arte romana

    provinciale, una fluente plasticit, come nei realistici panneggi, e gli intenti

    ritrattistici. Tra i rilievi superstiti della Porta di Capua esiste anche un Busto

    di imperatore: se si trattasse delle vere fattezze del sovrano saremmo di

    fronte al primo ritratto pervenutoci dell'arte post-classica, un primato

    altrimenti stabilito dal Ritratto di Carlo d'Angi di Arnolfo di Cambio.[41]

    La seconda corrente predominante all'epoca di Federico, dopo quella

    classicista, fu quella naturalistica. Lo stesso Federico II nel De arte venandi

    cum avibus scriveva come si dovesse rappresentare le cose che esistono

    cos come sono (ea quae sunt sicut sunt), un suggerimento che si pu per

    esempio riscontrare nell'originalissimo capitello attribuito a Bartolomeo da

  • Foggia e conservato al Metropolitan Museum di New York (1229 circa). In

    questa opera quattro testine spuntano dagli angoli, ma la loro raffigurazione

    cos realistica (nelle scavature degli zigomi, nelle rughe, nelle imperfezioni

    fisiche) da sembrare un calco da maschera mortuaria.

    I frequenti movimenti di Federico, seguito dalla corte e dagli artisti,

    permisero la diffusione di uno stile sovraregionale, con opere di

    sorprendente similarit stilistica anche in aree molto distanti, come

    testimoniano, per esempio, gli ingressi di alcuni castelli fredericiani: i leoni

    scolpiti nel settentrionale castello dell'Imperatore di Prato sono identici a

    quelli di Castel del Monte in Puglia. Nicola Pisano, citato nei documenti pi

    antichi come Nicola de Apulia, probabilmente arriv in Toscana proprio con

    Federico II, alla cui corte potrebbe aver trovato la sintesi tra gli stimoli

    classici e transalpini che caratterizzarono la sua rivoluzione figurativa.

    Le architetture[modifica | modifica wikitesto]

    Castello di Barletta, una delle sue architetture pi imponenti.

    Castel del Monte, in provincia di Barletta-Andria-Trani

    Nei pressi di Andria presente la costruzione pi affascinante voluta

    dall'imperatore ma ancora incompiuto al momento della sua morte, Castel

    del Monte, dichiarato Patrimonio dell'Umanit dall'UNESCO. Dal punto di

    vista architettonico il castello una sintesi tra le tendenze europee e quelle

    arabo-musulmane (presentando soluzioni innovative, quali torri sporgenti,

    feritoie ed elementi anticipatori del gotico)[42].

    Porta della Reggia Imperiale a Foggia

  • A Foggia, residenza imperiale, aveva fatto costruire un magnifico Palatium,

    edificato da Bartolomeo da Foggia, su cui vi era un'iscrizione (oggi

    conservata nel Portale di Federico) che recitava: "Hoc fieri iussit Federicus

    Cesar ut urbs sit Fogia regalis sede inclita imp(er)ialis" (Ci comand

    Federico Cesare che fosse fatto affinch la citt di Foggia divenisse reale e

    inclita sede imperiale). Federico II considerava la Capitanata un luogo

    ideale anche per la caccia e perci fece costruire altre due importantissime

    dimore a Foggia. La prima, la Domus/Palacium Solatiorum San Laurencii o

    Pantani, in localit Pantano, tra gli attuali quartieri Salice Nuovo, San

    Lorenzo e Ordona Sud, dove il Guiscardo aveva fatto edificare la chiesa di

    San Lorenzo in Carmignano, testimonianza visiva, insieme alla Regia

    Masseria Pantano, della vasta area che occupava la struttura federiciana;

    essa includeva una residenza signorile, con giardini, vivarium con animali

    acquatici ed esotici, padiglioni per il solacium. L'altra dimora del grande

    imperatore svevo era il Palacium dell'Incoronata, nei pressi dell'omonimo

    Bosco/Santuario: in merito a questo edificio, testimonianza importante della

    struttura federiciana la Regia Masseria Giardino, nelle immediate

    vicinanze della linea ferroviaria Foggia - Potenza; anche questo complesso

    viene descritto dalle cronache di quel tempo, come tra le dimore pi belle e

    sontuose dello "Stupor Mundi".

    Facciata del Castello Svevo a Porto Recanati

    Federico aveva per sparso castelli e palazzi imperiali in tutta la regione,

    amata anche per le possibilit di esercitarvi la caccia, di cui era

    appassionato: tra questi, il Castello di Lucera, che affid ai Saraceni

    deportati dalla Sicilia. Altre fortificazioni importanti, sono sorte con

    l'edificazione del castello svevo di Trani, caratteristico per la sua cortina sul

    mare e recentemente restaurato, il Castello di Barletta, risultato

    architettonico di una serie di successioni al potere, e il Castello Svevo di

    Porto Recanati, fatto edificare nel 1229 quando Federico ratifica il possesso,

    da parte di Recanati, delle terre dal Musone al Potenza. Altre strutture

    fortificate sveve sono conservate a Bari, Bisceglie, Manfredonia, Lucera,

    Gravina di Puglia, Brindisi, Mesagne, Oria, Termoli, ecc.

  • Sono attualmente in corso nel sottosuolo del centro storico della citt di

    Foggia, scavi archeologici nell'area in cui sorgeva il palatium

    dell'imperatore, ad ora si in presenza di una notevole presenza di ipogei.

    Infine va menzionata la Porta di Capua, che doveva esprimere visivamente

    la maest imperiale e Castello Ursino a Catania

    Residenze federiciane[modifica | modifica wikitesto]

    Castel del Monte

    Castello Svevo di Gravina

    Castello Ursino

    Rocca di Federico II

    Palazzo della Favara

    Palazzo dei Normanni

    La Zisa


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