CHE PUNTO È LA LOTTA CONTRO ILPUNTO LOTTACONTRO VIRUS
Una sola cura non c'è,ma non fa più pauraCONTRORDINE DELL'OMS: FINITI I SINTOMI, BASTANO TRE GIORNI PER DICHIARARE UN MALATODI COVID19 GUARITO E NON PIÙ CONTAGIOSO. MENTRE L'ITALIA DECIDE COME ADEGUARELE SUE NORME, NOI FACCIAMO IL PUNTO SU FARMACI E TEST. CON QUALCHE SORPRESA
e
di Valeria Pa/umbo
Studi in corsoin tutto il mondo
| il plasma dei guaritiha superato la prova
CON IL PLASMA, ASPETTANDO IL VACCINO servono donatori che abbiano sviluppato unBrescia, 8 maggio 2020: un'operatrice Avis numero consistente di anticorpi neutralizzanti
sacca di plasma ottenuta attraverso aferesi a destra, un laboratorio della
donatori abbianoabbiano2020: 'operatrice'operatrice consistente di
una di ottenuta SopraSopra destra, laboratoriolaboratoriodella Irbmun procedimento che centrifuga il Science Park di Pomezia dove è stato messoprocedimentoprocedimento per di Pomezia dovedove
in componenti. Contro SarsCov2 punto un vaccino, ora in fase sperimentale.componenti.componenti. Contro Cov punto sperimentale.
e il rebus dei tamponi
drossiclorochina, ovvero il farmacoche Donald Trump prendeva addirittura (e insensatamente) in modo
preventivo? Bocciato e sperimentazione sospesa. I due tamponi negativiconsecutivi per dichiarare "guarita"ima persona che ha contratto il virus e,in casi minoritari, la malattia? Inutilisecondo l'Ortis, che ha abbassato a trei giorni il periodo tra fine dei sintomie fine della contagiosità e quindi Finizio della riconquistata libertà (anchese Tltalia non ha ancora rivisto i suoiprotocolli). Per ridurre la mortalità?Basta il vecchio cortisone, anche sei britannici che hanno pubblicato gli
studi hanno scelto la "variante" desametasone. Gli ultimi giorni hannoportato molte novità su Covid19: sullamalattia in sé, la sua contagiosità, itest e i tamponi, e le cure. Abbiamofatto il punto con i nostri esperti.Tamponi. Come ci aveva avvertitoMassimo Ciccozzi, dell'Università Campus BioMedico diRoma, «capita che adessoi reagenti dei test rivelinopezzi di Rna del virusche è ancora nella faringe e nel naso. Ma è Rnadegradato e quindi nonpiù attivo». Lo conferma
Cosimo Ottomano, ex direttore delDipartimento di Medicina di laboratorio degli Ospedali riuniti di Bergamo eoggi Chief Medicai Officer di SynlabItalia: «I tamponi di alcuni soggettieseguiti dopo test sierologici positivi,risultano a loro volta positivi al virus
anche per molto tempo. In realtàpotrebbero essere tracce delvirus non più attivo. Le società scientifiche stannoraccogliendo evidenzeper diagnosticare queste situazioni: è unagrande responsabilitàche dovrà essere con
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SEMPRE MENO GRAVICremona, 30 aprile 2020:un paziente nel. repartodi terapia intensiva perCovid19 dell'ospedale.
Quel giorno i malaticosì Aravi in tutta Italia
erano *694. Il 22 giugnof erano scesi a 127.
divisa con chi governa il Paese. Perfortuna, con il passare delle settimane, i produttori di sistemi diagnosticici offrono armi sempre più capaci diindividuare gli anticorpi neutralizzantiin chi è venuto a contatto con SarsCov2. È molto importante, fra l'altro,per utilizzare per scopi terapeutici ilplasma dei "guariti"».Cure. Ottomano è ottimista anchesulle cure: «Sono migliorate e in piùla malattia si manifesta con sintomi diminore gravità». E quello che ripete daqualche tempo Alberto Zangrillo,direttore della Terapia intensiva Ospedale San Raffaele di Milano, che, sui
rimedi, aggiunge: «Abbiamo imparato che il problema maggiore è statol'approccio terapeutico non tempestivo. Da noi al San Raffaele abbiamosubito agito su tre fronti di cure: gliantinfiammatori, gli immunomodulatori, ovvero farmaci che modificano larisposta del sistema immunitario e gliantivirali. A volte in combinazione. Èstato presto evidente che il controllodell'eccessiva risposta immunitariaera il modo per controllare la malattianella forma grave. Ma il punto è chealla forma grave non si deve arrivare». Premesso che anche GiuseppeRemuzzi, direttore dell'Istituto Mario
Negri, ha dichiarato al Corriere dellaSera che i nuovi positivi hanno unacarica virale molto bassa e non sonocontagiosi, resta che qualcuno è ancora malato e, presumibilmente, ci siammalerà ancora.
Quindi, come curarlo? Dice Francesco Scaglione, della Società italianadi farmacologia e medico dell'ospedale Niguarda di Milano: «A mio parerel'idrossiclorochina funziona: è un problema di dosi. Servirebbero più alte,ma comportano gravi effetti collaterali.Quanto al cortisone, fu sperimentatocon la Sars: è un antinfiammatorio cheviene utilizzato nelle polmoniti vixali.
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»Ma non si può usare all'inizio, quando3uò avere effetti negativi, perché placaa risposta del sistema immunitario».In sintesi, se gli antinfiammatorispengono la risposta eccessiva dellenostre difese, che può anche ucciderci,e quindi si usano in una fase avanzata della malattia, all'inizio si tentadi agire con gli antivirali: «Non neabbiamo ancora uno specifico controSarsCov2», chiarisce Scaglione, «inparticolare se si hanno pochi sintomisi tende a non dare nulla. Ci sono,però, molti farmaci allo studio».
BOCCIATI E PROMOSSIPlasma e farmaci. «Molto interessante il plasma», sottolinea Scaglione,«ma dipende da quanti anticorpi neutralizzanti contiene. E una cura sicura,ma è temporanea». Così in attesa delvaccino («sempre che il virus non mutio scompaia»), gli studi si moltiplicano earrivano promozioni e bocciature. Bocciato il farmaco antinfiammatorio dalnome "atzeco", il Tocilizumab, mentreè entrato in fase di sperimentazioneavanzata un antivirale che si chiamacome un robot, PTC299. «Come antinfiammatorio si è dimostrato utile ancheil Celecoxib, usato già nella cura deitumori», aggiunge Scaglione. Restavalido il ricorso all'eparina, che riducele trombosi, una delle complicanze piùpericolose. Intanto l'antivirale Remdesivir aspetta l'approvazione dell'Agenzia europea per i medicinali, Ema. Mal'elenco è lungo e lunghi gli studi. Perquesto Paolo Bonanni, docente diIgiene all'Università di Firenze, avverte che, in vista di una seconda ondatad'autunno, non bisogna sottovalutare ilcontemporaneo ritorno dell'influenza,clemente con gli anziani nello scorsoinverno anche per il clima mite, macattiva nei due precedenti: «E fondamentale fare una seria campagna divaccinazione antiinfluenzale. Gli studi mostrano che aver avuto l'influenza rende più recettivi al Covid19. Ècome avere due delinquenti in giro;uno, l'influenza, lo conosciamo benee abbiamo il vaccino».
Valeria Pafumbo
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