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ffmagazine n° 5

Date post: 12-Mar-2016
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rivista di pesca a mosca
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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA Rivista di Pesca a Mosca 5 Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963 Aprile - Maggio 2010 i i
Transcript
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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

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Aprile - Maggio 2010

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"Aprile dolce dormire", recitava un detto che è ancora sempre di moda. Ma per i pescatori questo periodo coincide con l'inizio della bella stagione, sempre cheil "generale inverno" decide di andare in ferie e quindi, di dormire, i pescatori non ne vogliono sentir parlare appellandosi all'altro detto che dice "chi dormenon piglia pesci".Comunque, detti a parte, diciamo che la stagione di pesca entra nel vivo e tutti i pam si sentono in questo periodo elettrizzati dall'aria che si riscalda e da tuttiquei profumi che la natura sprigiona.Ora, però, lasciatemi spendere due parole per il "mio" amato fiume, quello che mi ha da sempre fatto sognare, quello che mi ha fatto migliorare come pesca-tore, quello che mi ha insegnato quasi tutto sul lancio e sulla pesca a mosca, insomma il fiume del mio cuore, il Nera.Il titolo di questo editoriale recita "eccolo di nuovo" e qualcuno ha già capito a cosa alludo. Infatti mi riferisco all'ultima tormentata vicissitudine che questostraordinario fiume ha avuto nella scorza stagione.Chi non ricorda tutti i problemi che sono nati intorno all'uso di queste splendide acque, specie riguardo alle scuole di pesca, che hanno fatto rischiare cheandasse perduto dall'inizio di questa nuova stagione, tutto il meticoloso lavoro svolto da Legambiente e da tutti coloro che indirettamente gli hanno giratointorno. Lo è stato anche per l'Aniene che senza troppo clamore, aveva "perso" il suo tratto no-kill ma, straordinariamente, le è stato ridonato senza troppiproblemi.Ritornando al Nera direi che per coloro che praticano il fly fishing su questo fiume è stato veramente un gran bel regalo. Ora vorrei fare alla nuova"dirigenza",chiamiamola così, di coloro che guideranno le sorti del Nera tra cui metto il mio amico Guglielmo Todini in prima persona, un grosso in bocca al lupo per illavoro che dovranno svolgere da qui in poi che sarà come sempre arduo e faticoso e che se in futuro dovessero stagliarsi di nuovo all'orizzonte delle nubi ric-che di problemi, di trovare immediatamente un dialogo per risolvere prima che sia troppo tardi, gli eventuali contenziosi.Passando a questo numero della rivista vorrei sottolineare l'articolo del mio amico Philip Bailey, uno straordinario pescatore a mosca australiano che da annivive in Inghilterra, che a partire da questo numero ci delizierà di articoli di storia degli artificiali classici ed anche di costruzione, come in questo primo artico-lo in cui, con una piuma di cdc e una hackles di gallo, costruisce una mosca straordinaria e leggerissima.Inoltre vorrei sottolineare anche l'articolo di Alessandro Sgrani. Chi non conosce Ale, ma credo siano ben pochi, troverà nei suoi scritti tutta l'arte della pescaa ninfa di cui Ale non è solo un profondo conoscitore ma anche uno straordinario divulgatore. Con questo non è che mi sono dimenticato degli altri collabora-tori che scrivono sulle pagine di FFMagazine, ma essendo ormai "compagni d'avventura" fissi, non hanno bisogno di presentazioni.Buona lettura ed in bocca al lupo per la nuova stagione di pesca.

Massimo Magliocco

ECCOLO DI NUOVO....

Di: Massimo Magliocco

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La nuova Era di

Massimo Magliocco

Sommario n° Sommario n° 5Direttore ResponsabileBaroni Franco

GraficiZagolin StefanoMondini Alberto

Coordinatori RedazionaliMagliocco MassimoMondini AlbertoCastellani Luca

CollaboratoriAlbini MarcoMazzali RobertoBerdin MarcoSantoro LucaMarco Pippi

DistribuzioneWEB

Pubblicazione BimestraleRegistrazione Presso il Tribunale di Modena n° 1963 del09/07/2009Rivista GRATUITA

PubblicitàMazzali RobertoTel. 3358701177e-mail:[email protected]

Tutti i Diritti RiservatiFFMagazinewww.ffmagazine.it

Aprile - Maggio 2010

Con le sue fotografie é con noi

Simone Repetti

Sedge Pupadi

Alberto Mondini

Errori comuni in situazioninon evidenti di:

Alessandro Sgrani

L’Ombradi

Philip Bailely

Catture Inaspettatedi

Gabriele Bielli

Trote Nativedi

Maurizio Penserini

Pescare in Austriadi

Roberto Mazzali

Hanno collaborato a questo numero:Hanno collaborato a questo numero:

Stonefydi

Antonio Vitolo e Aldo Porto

Naviglio Sforzescodi

Andrea Garinei

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La FFM comunica che sono aperte le iscrizioni alla nostra associazione, che ricordiamo essere non a scopo di lucro, per la stagione di pesca 2010 appenacominciata.Tale iscrizione, che ha un costo di euro 15,00, da al socio una serie di vantaggi che non possono essere ignorati come ad esempio, sconti in zone no-kill,sconti sull'acquisto del materiale da pesca, sconti sull'acquisto di prodotti editoriali sulla pesca a mosca, sconti sui corsi FFM, sconti su viaggi di pesca inEuropa ecc. Tali sconti verranno praticati dai sottostanti sponsor che hanno accettato di collaborare:

Ai corsi della Fly Fishing Masters 20 Euro

Albergo BucaneveVia >Giardini Sud,31 5%41027 PievepelagoTel. 0536 71383

Edy DonàDi Edgardo Donà via Monte Rosa, 68 10%20025 Legnano (MI) Cell. 3487616494

AKTIV HOTEL Tel. Adriano 0043-6645307670Tel. Alberto 0043-6641736341 10%Tel. Erika 0043-663951805

L'ALTRO SPORTVia Felice Frasi 25 c FFM POINT 10%.29100 PIACENZA

Il Pesce fuor D’Acqua SNCdi Lazzaro Gianluca & C36030 Costabissara (VI)Via Montegrappa 48 tel/fax 0444 970611 FFM POINT 10%e-mail [email protected]

Chi fosse interessato ad associarsi e quindi entrare in possesso della nostra tessera, può recarsi presso tutti gli esercizi commerciali e/o le strutture chesvolgono il servizio di seguito riportate, oppure tramite carta di credito di euro 15,00 che si può fare attraverso il sito www.flyfishingmasters.it nella appo-sita pagina, oppure attraverso bonifico bancario iban IT02-H-05164-03213-000000175379 oppure può mettersi in contatto con la segreteria al3343328889.Crediamo che i vantaggi che si possono avere con tale tessera siano estremamente interessanti cui tutti i pescatori a mosca non possono rinunciare.

Esercizi e/o strutture convenzionate:

Mayfly di Giorgio FerrariVia Zuavi n°1620077 Melegnano MI FFM POINT 10%Tel.02 9838901

Podere ViolinoLocalità Gricignano,52037 Sansepolcro /AR) 10%Tel, 0575-710174

Modern Fishing in LaplandUfficio Amministrativo Holmvagen 210 S-920 SE 10%Infos Italia: 0039 348 6004118 Infos Svezia: 0036 73 8213607E.Mail. [email protected]

Edizioni NUMAdi Massimiliano Nucci-PivaL.go Straidberg 30 00142 Romawww.edizioni muma.com 10%

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IBRA - 6° Raduno Italiano Ormai è diventato un appuntamento fisso!L'IBRA - Italian Bamboo RodmakersAssociation organizza il 6° raduno Italianocostruttori canne in Bambù che si svolgeràpresso il Podere Violino Loc GricignanoSansepolcro (AR) www.podereviolino.it neigiorni 22 e 23 Maggio 2010. Oltre ai mol-tissimi rodmakers provenienti da tuttal'Italia ed il mondo, l'ospite d'onore que-st'anno sarà Per Brandin, uno dei più noticostruttori di canne in bambù. Il program-ma, ricco di contenuti interessantissi, saràa breve pubblicato sul sito dell'IBRAwww.rodmakers.it . Come da tradizione,oltre al raduno, si svolgerà nella Tailwaterdel Tevere il Bamboo Only - Solo BambooDay il 21 Maggio 2010, giornata nellaquale sarà permesso pescare solo concanne in bambù. Gli appassionati e tutti ipescatori che non lo hanno mai fatto, pos-sono provare le canna in bambù che saran-no messe a disposizione dai soci IBRA e lecode in seta di Terenzio. Nel corso dellamanifestazione, saranno esposte le cannein bambù dei rodmakers partecipanti e visarà una sezione dedicata alle canne stori-che. Per informazioni contattare l'addettostampa Moreno Borriero [email protected].

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Costruttori Canne in Bambù per la pesca a mosca

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Primo di una serie di video riguardanti lacostruzione in cui, tre dei migliori costrut-tori italiani, istruttori FFM, si cimentanonelle loro personali interpretazioni.In questo primo video vedremo comeAlberto Mondini, Gianluca Mascitti e LucaSantoro, rappresentano i tre stadi di effi-mera, ninfa, emergente ed insetto adultorisultato di decenni e decenni di esperienzadi costruzione e di pesca a mosca che si tra-ducono in tre modi diversi di concepire lacostruzione di ciò che abbiamo definito"novità sull'acqua"Oltre 90 minuti di grande costruzionemesse a disposizione di chi ama cimentarsinella realizzazione dei propri "gioielli" dapesca.

Un video da non perdere.

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Domenica 28 marzo si è svolto a Valdieri (Cuneo) il "1° Fly FishingValdieri day".L'evento, che si è svolto nel Salone delle Conferenze gentilmentemesso a disposizione dall'Ente Parco delle Alpi Marittime, con ilpatrocinio della provincia di Cuneo e del C.O.N.I., ha riscosso unnotevole successo di pubblico intervenuto per la presentazionedella nuova riserva "Il Gesso della Regina".Emanuel Parracone, sindaco di Valdieri, ha dato il benvenuto a tuttii presenti e ha presentato i successivi interventi di Enrico Gallina,responsabile di Pesca Promotion ASD e presidente del gruppo chegestirà la riserva, l'architetto Simone Ardigò a cui va riconosciutala paternità del progetto "Il Gesso della Regina".Altri soci fondatori hanno poi illustrato alcune iniziative che si arti-coleranno sul nuovo no -kill durante la stagione. Davis Fantino haquindi introdotto la seconda parte del programma presentandoMassimo Ginanneschi, Danilo Lazzarini, Sandro Mandrini, FulvioMichelotti e Agostino Roncallo tutti soci IFTA (Italian Fly TiersAssociation) che si sono cimentati nella costruzione di artificialispiegando di ogni modello i vari passaggi costruttivi. Alle 13.00 circa un ricchissimo rinfresco, offerto da ristoratori loca-li, ha dato modo a tuttidi degustare tante prelibatezze tipiche della Val Gesso, abbinateagli ottimi vini piemontesi offerti dalla Cantina di Santo StefanoBelbo.Nel pomeriggio gran lavoro per i FlyTiers dell'IFTA che hannopolarizzato l'attenzione dei tanti appassionati che, complice la bellagiornata e l'introduzione dell'ora legale, hanno indugiato nelSalone delle Conferenze fino al tardo pomeriggio.Che dire... grazie a tutti,Pubblico, FlyTiers e organizzatori, arrive-derci al 2011 e...lunga vita alla "Regina"!!!

1° Fly Fishing Valdieri day

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STONELY

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MATERIALILamierino di stagnorachidi di penna di germanolana oppure bodyglasspenne di faggianocolla gommosarachidi di hackles di gallo

Di: Antonio Vitolo e Aldo Porto

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Breve biografia di Antonio Vitolo.Nasce a Nocera superiore il 28 ottobre del 1957, amante della natura e con una forte propensioneper l'arte, Non a caso i suoi hobby sono: la pesca, la musica (suona il basso) e la pittura su tela.Inizialmente la tecnica di pesca preferita è lo Spinning. Negli anni '70, proprio durante una battu-ta a spinning sul Sele, incontra un pescatore a mosca del nord Italia che era in vacanza da quelleparti.Subito fu attratto e meravigliato dalla facilità con cui quel pescatore del nord faceva volteggiare lacoda e pescava le trote con quella tecnica. Si soffermò a lungo ad ammirarlo fino a quanto quelpescatore non si accorse della sua presenza e lo chiamò, gli chiese se voleva provare a lanciare,Antonio gli rispose che non sapeva da che parte iniziare . Il pescatore, notando la curiosità diAntonio per quella tecnica nuova, accennò ad un sorriso e gli disse: Se mi prometti che impareraia pescare con la mosca ti regalo una delle mie canne complete di mulinello e coda. Antonio non sifece sfuggire l'occasione e, contento com'era, accettò subito.Nei giorni seguenti si incontrarono ancora sul Sele, il pescatore mantenne la promessa, regalò lacanna assieme ad alcune mosche ad Antonio e gli insegnò i primi passi della tecnica.Successivamente, nei suoi allenamenti con la canna da mosca, incontrò sul fiume altri pescatori amosca e fra questi Donato Tedesco, ne nacque una bella amicizia e da questo momento in poi lapassione per la mosca non lo abbandonerà più , acquisisce una formidabile esperienza nel lancio enella costruzione degli artificiali.Giudicate voi se questa non è ARTE!!!!!

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DRESSINGFissare il lamierino su un amo a gambo lungo con un po' di colla. Portarsi con il filo di montaggio in prossimità della curvatura dell'amo e fissaredue code di calamo di germano.Fissare uno spezzone di bodyglass. Forma il sottocorpo con lana e ricoprire con il bodyglass per formare l'addome.

Fissare nella parte sottostante del torace una piuma incollata cheservirà da chiusura dopo aver montato le zampette.Procedere al posizionamento delle zampe con legature incrocia-te. Posizionare tre piume incollate per formare le sacche alari dopoaverle sagomate a caldo con l' apposita pinzetta. Fissarle sovrap-ponendole fino in prossimità dell'occhiello.Ritornare sulla piuma incollata fissata precedentemente sotto altorace e coprire con essa le legature delle zampe, fissandola in

prossimità dell'occhiello.Fissare due antenne ricavatedal calamo di germano e forma-re la testa. Con l'aiuto di uno spillo legger-mente riscaldato si da la formaalle zampette e si conclude l'ar-tificiale tagliando l'eccedenzadelle zampe.

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LA "NUOVA" ERA" Il titolo potrebbe ingannare ma, se l'uso dellecanne lunghe utilizzate con la tecnica moderna per molti è una cosanuova, allora ci sta tutto…. "Pescare con una canna lunga, quindi, può dare dei vantaggi cheuna più corta forse non da".

Potrebbe essere questa la frase conclusiva di questo articolo,frase in cui si può racchiudere tutta l'essenza di quanto vi appre-state a leggere. Ma andiamo con ordine. Per moltissimi annisono stato un fervente fautore del "corto e leggero" e ho lavo-rato sodo per spingere i pescatori a condividere queste mie ideefatte di regole ferree, giuste o sbagliate che siano ma dalle qualiè "proibito" discostarsi. Potremmo dir loro che sono degli "inte-gralisti del lancio" ed associarli a quel proverbio che dice che"non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire". Comunque nien-te di particolare se ci si mantiene in un ambito di "democraziaalieutica", chiamiamola così, nel senso che basterebbe far rien-trare il tutto in un normale scambio di opinioni e quindi limitar-si a far osservare i vantaggi di questa tecnica o quella attrezza-tura. L'importante è non scadere in un "se non lanci come menon capisci un tubo" oppure "con questa attrezzatura ci faitutto". Ma il pescatore a mosca si sa, è litigioso di natura.Tornando al sottoscritto, anche io facevo parte di questa schie-ra di baldi e impettiti lanciatori, finchè un bel giorno, mettendoil naso fuori "dall'uscio di casa", ho scoperto un altro mondo,estremamente più grande e variegato di cui ne conoscevo l'esi-stenza ma che in qualche modo rinnegavo arrivando spessevolte anche a deriderlo. Invece mi sono accorto che l'errore piùgrande sarebbe stato quello di continuare a sottovalutare que-sto universo mentre, ora che l'ho conosciuto, mi sono reso contodella sua grande cultura nella quale si parlano lingue diverse matutte, indistintamente, finalizzate ad arrivare allo stesso obbiet-tivo, e cioè mandare la nostra mosca nel miglior modo possibi-le sull'acqua. Ma chi mi conosce sa anche che sarei un ipocritase rinnegassi il mio passato ed è proprio questo mio passato chemi ha spinto a completare la tecnica di lancio e a far coincide-

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re, con altre tipologie di attrezzature, la quadratura del cerchio. Questo preambolo era necessario per dire che, come avrete capito, ho scoperto da un pò di tempo le attrez-zature lunghe e attraverso di esse, la possibilità di completare, direi decisamente bene, diversi elementi inerenti il lancio insieme a quelli che già conoscevo. Quindi l'obbietti-vo è stato quello di lavorare affinchè si potesse integrare la "mia" tecnica fatta per lo più di attrezzature corte, con altri elementi aggiuntivi presi a prestito da altre tecnichedi lancio e basare il tutto su un ventaglio di attrezzature che vanno dalla corta alla lunga, mettendo, comunque al centro, proprio quest'ultime. L'idea mi è venuta qualcheanno fa quando parlando con uno dei nostri sponsor tecnici che produce e vende canne, mi sono reso conto che la stragrande maggioranza dei pescatori a mosca lancia e

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pesca con la 9', definita a ragione, un jolly. Tutti i pescatori a mosca sanno cosa vuol direpescare a secca con una 7',6'' e poi, nella stessa giornata, passare alla ninfa. Chi asseri-sce che con la 7',6'' ci si può fare tutto, dalla ninfa allo streamer, allora il problema nonsussiste, ma se si è un poco più razionali, allora è necessario tornare in auto e cambiarela canna sempre che non si stia pescando con una teleregolabile. Non sarebbe meglio inquesti casi utilizzare una canna polivalente adattabile ad entrambe le tecniche ?

Personalmente pesco solo a secca e questo non so se sia un pregio o un difetto, fatto sta che mi diverto solo con questa tecnica. Fino a qualche anno fa usavo pra-ticamente solo la 7',6'' e solo quando dovevo pescare in un fiume più grande, passavo a misure maggiori. Ora, ammesso che l'ambiente me lo consenta, pescandosempre e solo a secca, sono passato all'uso di una 9'. Oggi le canne, almeno quelle poche costruite in Italia, possiedono più o meno gli stessi requisiti di quelle dimisura inferiore, ad esempio le 7',6'' che, come tutti ormai sanno, hanno come caratteristica principale quella di essere rapide e progressive, e non sto qui a spie-gare il significato di progressivo poiché credo che ormai questo concetto sia conosciuto da tutti (?). Queste componenti importantissime, conferiscono a questa tipo-logia di canne una caratteristica molto valida che si sposa alla perfezione con il lancio della coda di topo in funzione della tecnica secca. Ora, se da una 9' vogliamoavere le stesse risposte di una più corta, questa deve essere, passatemi il termine, come una "sorella più grande". Qui qualcuno potrebbe dire che con queste carat-teristiche una canna non si adatta bene alla pesca a ninfa. Non sono d'accordo, anzi, ormai la maggior parte dei pam lancia decentemente e non trova nessuna dif-ficoltà a gestire al meglio un tale attrezzo pescando a ninfa. Addirittura credo che sia un vantaggio nel senso che molti lanci che si usano per la secca possono tor-nare utili anche alla ninfa ed una canna con certe caratteristiche aiuta ed anche di molto. Ma questa tecnica di lancio moderna nata e sviluppata, secondo alcuni,per essere utilizzata con una canna corta, con una lunga con quali dinamiche va utilizzata ? Le stesse, basta solamente adattarsi ai suoi tempi, che come si può

Sopra. Spazi ampi canna lunga

A fianco: spazi ridotti canna corta

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immaginare, sono più dilatati. Immaginatevi per un momento sul vostro fiume con in mano una 9' mentre state pescando a secca. Ora fate finta che in mano non avete lacanna più lunga ma la solita 7',6'' e quindi in quel momento state manovrando l'attrezzo con la tempistica che quest'ultima richiede. Capirete subito che i tempi sono troppostretti per avere delle buone risposte. Alcuni mi hanno obiettato che non riuscivano ad immaginare come avrebbero potuto adattarsi a tempi diversi. La 9' ha i suoi tempi chequindi sono più lunghi di quelli di una 7',6'' ma, e questo è un elemento molto importante, con una azione generale del lancio più breve. Mi spiego meglio. Chi lancia con una7',6'' di solito prima del lancio finale, se è bravino, fa almeno un paio di falsi lanci adoperando un tempo "X". Lo stesso pescatore con una canna più lunga a parità di dinami-ca avrà un'andatura leggermente più lenta dovuta, come abbiamo detto, ai tempi della canna, ma avrà bisogno di un falso lancio di meno. Risultato: tempi (movimenti) leg-germente più lunghi ma tempo totale di lancio inferiore. Questo per chi con la canna corta fa un paio di falsi lanci. Ma quanti sono questi pescatori ? La maggioranza dei pamquanti falsi lanci esegue prima di fare quello finale ? Quindi, più falsi lanci si fanno, meno tempo impiegheremo con la 9' a posare la mosca in acqua. Vogliamo parlare di tuttiquei lanci cosiddetti "specifici" ? Analizziamoli. Lancio Angolato Rallentato. Senza spiegarne le dinamiche chi lo conosce dirà subito che con una 9' si farà molto meglio. Lanci

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che prevedono un ribaltamento dellacoda sia in acqua che in aria. Stessodiscorso. Lancio Sottovetta Totale. Loabbiamo ampiamente dimostrato inuna importante fiera della pesca amosca in Toscana. Quindi idem.Lancio in angolazione. Questo forse èuno i quei lanci in cui una canna piùcorta può aiutare, ma mi viene sponta-nea una domanda: chi conosce bene lasua dinamica ? E quindi, chi lo sa farealla perfezione ? Dilemma vecchioquanto la moderna tecnica di lancio.Ergo, si può fare bene anche con una9' Lanci in cui è prevista una posizio-ne della coda parallela all'acqua.Stesso discorso del lancio in angolazio-ne, con in più un aumento delle diffi-coltà legate non alla canna ma alledinamiche intrinseche di questi lanci.Lanci curvi. Chi li sa fare si da unarisposta da solo. Per non parlare ditutti quei lanci che servono a tirarefuori la mosca dall'acqua o quelli che siusano quando alle spalle abbiamo unafolta vegetazione. Ma torniamo a par-lare della tecnica di lancio. Se si è d'ac-cordo nel dire che quest'ultima,pescando trote e temoli quindi concode leggere 3/5, è ormai una, nelsenso che è standardizzata anche se silancia con canne di lunghezze diverse,allora siamo in sintonia, se invece sidice che la tecnica cambia in funzionedella lunghezza della canna allora lasintonia non c'è evidentemente più.Ma coloro che affermano questa cosadovrebbero anche spiegarci i motiviper i quali le tecniche dovrebberovariare a seconda della lunghezza dellecanne e con questo non voglio certodire che è sbagliato farlo ma, dicoanche, che è controproducente usare

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delle tecniche diverse in relazione alle attrezzature. Attenzione non mi riferisco a quelle che gestiscono code dalla 8 in su o le canne a due maniquindi canne potenti, ma quelle usate per pescare normalmente. Non è meglio, per semplificare, uniformare la tecnica di lancio con il duplice finedi perdere meno tempo e migliorarsi con questa dinamica poiché sempre sotto allenamento ? A mio avviso, e lo ripeto, l'unica differenza che c'ènell'uso di canne lunghe rispetto a quelle corte, sono i tempi di manovra dovuti ad una lunghezza maggiore, mentre la dinamica vera e propria,cioè le escursioni del braccio (che possono anche essere inferiori), le spinte sia in avanti che indietro, la progressione di avanzamento della canna,le trazioni della mano sinistra e gli ammortizzamenti sia in avanti che indietro, restano tutti indistintamente i medesimi. A questo punto qualcu-no potrebbe dire che in base a questi miei discorsi le 7',6'' non servono più a niente. Non è così, anzi, con questa lunghezza si impara meglio l'ar-te del lancio sempre che si usi una tecnica adeguata. Inoltre il passaggio a canne più lunghe è molto più facile, l'importante quindi è usarla neiposti dovuti. Il titolo la "nuova" era quindi deve essere interpretato come una provocazione nel senso che di nuovo in realtà non c'è nulla, anzi,è tutto molto vecchio, ma di nuovo c'è di aver capito che il lancio, la pesca ed anche il modo di pensare la mosca, è fatto di mille piccole e gran-di cose alle quali fino a qualche anno fa non volevo credere e che inoltre rinnegavo pure.

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"Pescare con una canna lunga, quindi, può dare dei vantaggi che una più corta forse non da"

CANNE A CONFRONTO A PARITA' DI AZIONEmeglio 9' meglio7',6'' + / - uguali

capacità di adattamento alle varie tecniche Xampi spazi Xspazi ristretti e/o infrascati Xnumero limitato di falsi lanci Xesecuzione lanci specifici XLunghezza del lancio Xmanovrabilità XVeloce cambio di tecnica (secca - ninfa) Xapprendimento della tecnica di lancio X

Podere ViolinoLoc. Gricignano, 99,52037, Sansepolcro, ARtel.e fax 0575-720174www.podereviolino.it - [email protected]

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Di: Alberto MondiniDi: Alberto Mondini

Stretch Tubiing-SSedge Pupa

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Amo tipo grub 8/10 e seta

Appesantire a piacere

Con la seta cercare di diriempire tutti gli spazi cheinevitabilmente si creanoavvolgendo il filo di piombo

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Fissare in prossimità dellacurvatura dell’amo delStretch Tubing e una o duefibre di piuma di pavone

Per creare un effetto sangui-neo passare dello smalto tra-sparente sul sottocorpo

Avvolgere il Tubing fino a dovesi vuol formare il torace

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Fissare le fibre di penna dipavone e la seta rossa con ilfilo di montaggio

Fissare le fibre di piuma delfagianoe ed una piuma di perni-ce

Avvolgere con un giro lapiuma di pernice, quindiformare il torace con ilpelo di foca o sostituto edin fine creare la saccaalare e chiudere con ilnodo a formare la testaed un goccio di colla

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Amo: 8 / 10 modello grub

Filo di montaggio : marrone

Coda : no

Corpo : sottocorpo in seta rosso fluorescente overniciato

Corpo : Stretch Tubing ambra chiaro, fra unaspira e l’altra di Tubing avvolgere una fibra dipiuma di pavone

Collarino : Piuma di Pernice

Sacca alare : Fibre di piuma della coda di fagia-no preferibilmente maschio

Torace : Pelo di Foca o sostituto

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Errori comuni in situazioni non evidenti

Quando affrontiamo fiumi con caratteristiche differenti rispetto a dovesiamo abituati a pescare, o comunque ambienti nuovi o frequentati dirado, ci possiamo trovare in situazioni di non facile lettura, special-mente se i fiumi in questione sono ampi e dispersivi e soprattutto....

Di: Alessandro Sgrani

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se è inizio stagione, quando ancora le schiuse sonobrevi e il freddo rende poco attivi i pesci. Intendo direche, in assenza di pesci in bollata o facilmente visibilisul fondo, non è facile capire qual' è la tecnica giustada utilizzare, ma soprattutto non è facile capire qualisono i posti giusti dove cercare i nostri amici pinnuti.Quando non vedo attività, affronto il fiume pescando aninfa, adatto la tecnica alla stagione, alle condizioni delfiume e alle sensazioni che percepisco, questa è unaregola generale. Ad inizio stagione è normale immagi-nare che i pesci stiano sul fondo, con poca voglia disalire e di fare grandi scarti per mangiare le ninfe. Diconseguenza cerco di far lavorare le mosche più vicinoal fondo e più lentamente possibile. Capita però chel'approccio e la tecnica non siano corretti, la poca con-centrazione e la troppa insistenza nell' impiego di untipo di pesca, possano far perdere tempo prezioso ebruciare tratti di fiume con scarsi risultati.Infatti non c'è la peggio che cadere nella tentazione dimuoversi continuamente, macinando strada, per cattu-rare un pesce ogni chilometro, con il risultato di nonconcentrarsi e quindi di non capire. Per meglio spiegare cosa voglio dire, vi racconto cosami è capitato in una delle mie ultime uscite di pesca.Nel mese di marzo ho passato tre giorni a Bolzano condue amici, abbiamo pescato nel tratto cittadinodell'Isarco e nell'Adige, nel tratto FIPSAS che va daGargazzone a Terlano.Il tratto cittadino dell'Isarco è lungo circa 1,3 km e vadal ponte Roma al ponte Loreto, il permesso perentrambi i fiumi si ottiene al Bar Lidia in Via Firenze 9a Bolzano.L'Isarco è piuttosto largo e la portata d'acqua cambiain funzione del disgelo e delle tante dighe a monte chene regolano il livello. Comunque ad inizio stagione èabbastanza facile trovare ottime condizioni.La presenza di temoli e trote, comprese marmorate eibridi, anche di taglia importante, è piuttosto abbon-dante; abbiamo, quindi, passato due giornate di pescaveramente divertenti. In questi due giorni la tecnica della czech nymph hafatto la parte maggiore, la ricerca nelle correnti soste-nute e sugli scivoli veloci con passate precise fruttava

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spesso bei temoli. Mentre la maggior parte delle trotesono uscite vicino a grossi massi prevalentemente suilati del fiume.La qualità dei pesci, la difficoltà e la frequenza di cat-ture in questo tratto sono, a mio parere, più che sod-disfacenti.Per tornare invece all'argomento introdotto preceden-temente, la giornata passata in Adige, nel tratto sopradescritto, credo che possa spiegare perfettamentequello che voglio dire.L'Adige in quel tratto è un fiume piuttosto largo, daiventi ai trenta metri circa, con corrente sostenuta, conrari ostacoli, qualche masso prevalentemente sui lati, esoprattutto ghiaieti con ciottoli e qualche avvallamen-to in prossimità delle rive.Ad inizio stagione è facile trovare dei livelli relativa-mente bassi e l'acqua chiara.L'Adige di per se non offre grandi punti di riferimento,quindi abbiamo da subito camminato sulla sponda cer-cando situazioni più promettenti, provando a czechnymph negli occhi formati da questi rari massi o inprossimità delle rive, dove si presentava una situazio-ne, a nostro parere, migliore con acqua più profonda ecorrente più lenta. Abbiamo scartato a priori tratti dibassofondo, credendo che i pesci in questa stagionecercassero la profondità e le acque più lente.Dopo un paio d'ore con scarsi risultati, e l'auto semprepiù lontana, ho provato a fermarmi un attimo perragionare su cosa stavamo sbagliando.Un paio di pesci visti scappare nell'acqua bassa mihanno suggerito che forse stavamo saltando tratti difiume soltanto perché l'approccio non era corretto.Ho allungato il finale, montato un palmer sul #14 indrop e una ninfetta in lepre in punta, sempre sul #14con pallina di tungsteno da 2,3.Con cautela e, pescando molto morbido, con lanci lun-ghi otto/dieci metri al massimo, ho iniziato a batterequei posti che prima, pescando corto a czech aggredi-vo eccessivamente, provocando troppo disturbo.E' quindi evidente che con una visione ed un approcciocompletamente differente i risultati sono arrivati subi-to, con un susseguirsi di catture di temoli e trote.Risalendo lentamente e facendo questa pesca mi sono

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ritrovato, infatti, ad avvistare i temoli e a poterli pescare a vista, con grande soddisfazione.La differenza stava soprattutto nell'approccio, avvicinarsi troppo nel bassofondo, per eseguire la czech nymph spaventava i pesci. Ovviamente non li vedevamo scappare, altri-menti avremmo capito subito il problema.Pescando in drop, invece, con pose delicate, da una certa distanza, non comportava disturbo. Inutile dire che i pesci, non salivano a prendere il palmer, ma mangiavano laninfetta che, sostenuta dalla secca, effettuava passate lunghe e perfette, sondando ampi tratti di fiume. Utilizzando questo metodo risultavano pescabili anche tratti che pre-cedentemente avevamo scartato a priori. Credo che ciò sia dovuto al fatto di essere o meno in pesca, ovvero, quando sei concentrato e sicuro di quello che stai facendo, per-ché i risultati ti danno ragione, è più facile notare cose che poco prima non consideravi e catturare anche in zone dove precedentemente non immaginavi di poter avere risul-tati positivi.Questo tipo di errore è piuttosto comune, è provocato soprattutto dalla mancanza di concentrazione, da una osservazione poco attenta e spesso dalla pigrizia di provare a

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cambiare metodo. Frequentemente, infatti, giudichiamo con troppa fretta, nonsolo dopo una giornata di pesca, ma addirittura durante. Ci convinciamo senzaprova di qualcosa che diamo per scontato ma scontato non è. Insistiamo, quin-di, nell'errore che a volte non riusciamo a correggere e giudichiamo in manie-ra approssimativa e generica il fiume appena affrontato. Frequentemente sentodire che nel tale fiume non ci sono pesci, spesso questa, non è altro, che l'af-fermazione conclusiva di una o più giornate di pesca andate male. Può succe-dere infatti che la situazione non sia favorevole per eventi difficili da decifrare,ma spesso ci mettiamo del nostro perseverando nell'errore.Il classico gatto che si morde la coda insomma, perdiamo fiducia, concentra-zione e non riusciamo a risolvere una situazione non così impossibile.Pescando in fiumi con presenza di pesce naturale o comunque ben ambienta-to, capita che sia difficile individuarlo, dobbiamo sempre tenere conto di que-sto aspetto, infatti l'equazione non vedo pesce = non c'è , può essere vali-da in tratti gestiti con pesci pronta pesca, ma è quanto mai inadeguata in fiumicon pesci naturali o immessi e ben ambientati.Questa è una regola che mi sono ben stampato in testa e mi aiuta a risolveremolte situazioni di difficoltà. Non avere una ferma fiducia sulla presenza deipesci nel luogo in cui stiamo pescando, credo sia il miglior alleato per rovinar-ci una giornata di pesca.

http://edizioninuma.com

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PPeessccaarree iinn AAuusstt rr iiaa

Testo di: Roberto MazzaliFoto di: Alberto Mondini

Stefano Zagolin

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Pescare in Austria e' una frase che diper se suona molto bene. Per gli italia-ni evoca pescare in acque ben gestitee con pesci di taglia; poi in Austria c'e'di tutto: piccole acque semisconosciu-te, fiumi mitici che spesso di miticohanno mantenuto il costo dei permes-si ed infine fiumi che possono permet-tersi solo pochi fortunati. Una realta' che "facilita" il godimentodella pesca in Austria e' la gestionedella Famiglia Gargantini in Carinzia. Ilmio report attraversa 2 week end: unoestivo e uno invernale, vissuti conStefano "Zago" Zagolin e l'amico emitico Alberto Mondini, che con la suacompagnia ed esperienza rende ognipescata un "master". E' stato facile organizzare il tutto laprima volta: un'occhiata al sitowww.tropyclub.it, una telefonata adAdriano per concordare l'orario d'arrivoe le dritte per arrivare all' Aktiv Hotel evia che si parte. Passato Tarvisio, consolo un'altra mezzora si e' arrivati e dalprimo minuto ho percepito quella bellasensazione a pelle di sentirmi il benve-nuto. Alberto e Adriano poi, dopo 2minuti che si conoscono, iniziano afare dei remember in dialettoLodigiano stretto. Io li lascio per dedicarmi alle nuovegenerazioni, cioe' Alberto e Franz, chemi mettono da subito a proprio agio esi lasciano tempestare dalle miedomande sui livelli dell'acqua, schiuse,consigli. Si vede da subito che sonoveramente ragazzi in gamba e grandilavoratori. Erika poi, la moglie diAdriano, si presenta per ultima ma e'chiaro che e' il timone dell' albergo econ premura e passione mi chiede seper cena puo' andare un brodo caldo,

Sopra. una veduta della SorgivaSotto: Roberto con una bella cattura

Sopra: Alberto tenta di salpareuna grossa Fario

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e per secondo uno stinco (intero!!) con patate….Immaginate la risposta.La mattina partiamo per la Sorgiva, accompagnati da Franz che oltre a farci strada nei chilometri che separano l'hotel dal fiume, una volta arrivati ci da le dritte di massima.Appena vediamo la Sorgiva io e Alberto capiamo che siamo di fronte ad un chalk stream particolare, grazie alla varieta' di situazioni: ricco di vegetazione acquatica e riparia,con sponde a tratti basse e a tratti alte, massi e rami che forniscono molteplici tane. A quel punto Alberto tira fuori le scatole porta mosche e ci abbaglia con maggiolini luc-cicanti, api vaporose e formiconi; a me non resta che fare l'occhio languido e porgere la mano che so gia' verra' riempita dalla sua magnanimita'. Sono le 9,30 e da un ponte in metallo noto vari pesci immobili sul fondo. Franz ci tranquillizza dicendoci che da meta' giornata in poi i pesci entrano in attivita' a galla. Decidodi scendere a valle di 300-400 metri e risalire in wading, lanciando di dritto e rovescio nei sottosponda erbosi….niente; ho la sensazione che ci sia tanto pesce ma non riescoa farli salire. Pescare a ninfa in quell'ambiente non mi va, allora esco dall'acqua e scambio quattro chiacchiere con un pescatore di Gubbio che come me non aveva inquadra-to la situazione . Mentre chiacchieriamo, sento in lontananza Mondini che mi chiama a gran voce; capisco subito che ha in canna qualcosa di importante, infatti arrivo giustogiusto per vedere un'iridea enorme, che nell'ultima fuga rompe tutto. Ci ridiamo su mentre Alberto con le mani mi indica una lunghezza esagerata.Da li in poi parte una supergiornata con tante catture, alcune in posizioni relativamente semplici, altre frutto di lanci molto tecnici. Saper gestire la coda sia di dritto che dirovescio, lanciare anche con ostacoli dietro la schiena e mettere la mosca sotto i rami, raddoppia come minimo le possibilita' di successo. Abbiamo catturato pesci bellissimi ela sorpresa e' stata la varieta' delle specie presenti: abbiamo catturato iridee, fario, salmerini e un temolo. La sorgiva di Gargantini e' lunga vari chilometri e non si sporca mai.Cos'altro dire, forse non piacera' a chi ama il grande fiume, ma io ci torno. Il ritorno all' Aktiv Hotel e' una mezzora di macchina tra prati e mucche al pascolo, per arrivare allaveranda all'aperto con una abbondante grigliata e birrona, con Adriano che passa tra tavolo e tavolo per discutere, consigliare, ridere. Goduria.

A sinstra: Stefano con la sua prima cattura a moscaNelle altre foto: Roberto e Alberto con 2 catture

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VellachUn gioiello, nella natura incontaminata; correntine, buche, lame con fondale bicolore si vedono dal ponte della strada da cui siamo arrivati. Alberto Gargantini che ci ha gui-dati ci avverte che sono in frega i cavedani risaliti dalla Drava, spaventando letteralmente trote e temoli. Beh non resta che iniziare: io risalgo , Alberto e Zago scendono. Aiprimi lanci aggancio un cavedano di mezzo chilo, seguito da un cavedano/sommergibile che con 2 testate spacca lo 0,16….forza da incredibile hulk. Sfortunatamente caveda-ni non ne incontro piu', in compenso il maggiolino in foam rosso di Alberto fa salire bei pezzi. Mi accorgo subito di non aver portato la macchina fotografica, peccato perche'da un bell'occhio dietro un masso sale una fario maschio di 44 cm (reali)con un becco veramente impressionante e dalla livrea scurissima. Ho risalito 500 metri di torrentecirca, catturando alcune trote iridee e fario nei sottoriva e temoli non grossi in centro fiume. Torno dai ragazzi contento, pero' scopro che a loro e' andata male, a causa deifamigerati branchi di cavedani in frega.Per il week end puo' bastare con appuntamento all'autunno per la pescata in Gail e Drava.

A sinistra e sopra: Alberto e Stefano sul VellachA destra: Grosso Cavedano risalito dalla Drava nelVellach catturato con delle imitazioni di Maggiolino

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GailLa Gail nel tratto di Gargantini, a valledi Villach e' una forza della natura,largo dai 30 ai 60 metri, con tantaacqua, piane placide e larghe e rapideimpetuose. Ci troviamo ad affrontarloa meta' novembre, dopo pioggeimportanti, quindi con acqua limpidama livelli non ideali. Pero' noi siamo onon siamo istruttori FFM? La schiusa e' nelle ore centrali e fortu-natamente ci troviamo nella piana giu-sta al momento giusto, cosi' alcunitemoli smaliziati ci fanno sudare primadi essere ingannati. Niente di grosso,ma le potenzialita' del fiume si perce-piscono e sia prima che dopo la schiu-sa, pescando con ninfe pesanti aggan-ciamo alcune trote importanti sui fili dicorrente.Grande DravaI grandi fiumi mi trasmettono un'ener-gia speciale; quando ero piccolo anda-vo in Po con mio padre e rimanevoincantato dai gorghi e gli intrecci dellecorrenti. Ora sono attratto dalle acquepulite, quindi il Po di Reggio Emilia none' piu' un mio sogno. L'idea di pescare nella Grande Dravami aggiunge qualcosa di importante,da incorniciare tra le altre mie icone:Piave, Sava, Soca, Isel, Brenta.E' novembre inoltrato, le ore pescabilisono circa 4, i colori dell'acqua sonoquelli del letargo, ma i temoli, i padro-ni di casa di quelle acque, a detta diAdriano, sono ancora attivi.Adriano ci racconta che fino a 15 ggprima schiuse imponenti hanno man-dato in frenesia alimentare supertemo-li da 40 cm e oltre. La Drava infatti e'luogo da record, dove tutti saprete che

In questa pagina: Roberto con una piccola Trota, nelle altrefoto Temolo e Trota di buona taglia catturati in Gail

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e' possibile partecipare al temolo d'oro, concorso per chi cattura il temolo piu' grande, ideato dal vulcanico Gargantini. Nel frattempo Adriano e Mondini si mettono a raccon-tarsi cose di 30 anni fa; li stoppo dopo 30 secondi facendo loro notare che sarebbe ora di pescare. Il tratto che scegliamo e' la lunghissima piana a fine riserva vicino al ponte di legno. La temperatura negli ultimi giorni si e' abbassata e nell'aria non vola niente, quindi mon-tiamo le canne lunghe e con la 10' e le ninfe consigliate e costruite da Alberto Gargantini, solitamente vincenti in quelle acque. Dopo un'ora in cui abbiamo sondato vari stra-ti d'acqua senza risultato, si inizia a vedere qualche bollatina qua e la, solo che non si capisce se si tratta di moscerini, chironomi o altro.Immediato cambio di attrezzatura e, montando un'emergentina rosa sul 22, alcuni temoli di 25-30 centimetri abboccano. I pezzi grossi sono fermi immobili sul fondo; alcunisi riescono a vedere a poca distanza dalla riva.Poi finalmente scendono sporadiche effimere ed ecco una bollata fragorosa vicino alla sponda opposta, lontana ma non irraggiungibile.

In questa pagina e nella sucessiva:Roberto e Alberto con alcuni Temoli catturati in Drava

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E' sicuramente un bel pesce, ma non bolla piu'; comincio a pensare che non salira' e invece sale con un tonfo da brivido e mi trovo in canna uno dei temoli belli che tira comeun treno. La lotta e' abbastanza breve e per rispettare al massimo il pesce, lo libero velocemente slamandolo all'interno del guadino.Il bello di questa riserva, oltre alla qualità dei fiumi ed il prezzo del soggiorno, è che si riesce sempre a pescare visto la quantità e la diversità delle acque a disposizione: perla pesca con artificiali, Aktiv Hotel mette a disposizione circa 16 Km di acque, delle quali 9 Km (solo pesca a mosca) di una meravigliosa sorgiva, circa 7 Km di fiume, la gran-de Drava, la Gail a monte di Villach (solo pesca a mosca), i torrenti Rosenbach, Seebach e Treffnerbach, in più circa 200 Km di sponde divise con altre tecniche di pesca.Insomma, un gran bel posto per passare alcuni giorni di pesca.

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SERIO

NERA

TRONTO

OGLIO

AVETO

SCOLTENNA

MASTALLONE

ASTICO

GESSO

SOANA

MASTALLONE

NOCE

SIEVE

TWT

26-27-28 - MARZO

09-10-11- APRILE

16-17-18- APRILE

30-APRILE 1-2- MAGGIO

14-15-16- MAGGIO

03-04-05-06- GIUGNO

18-19-20- GIUGNO

02-03-04- LUGLIO

16-17-18- LUGLIO

03-04-05- SETTEMBRE

10-11-12- SETTEMBRE

24-25-26- SETTEMBRE

05-06-07- NOVEMBRE

DA DESTINARSI

PONTE NOSSA BG

B.CERRETO PG

ASCOLI PICENO AP

COSTA VOLPINO BG

REZZOAGLIO GE

PIEVEPELAGO MO

FOBELLO VC

ARSIERO VI

VALDIERI CN

VAL SOANA TO

FOBELLO VC

DIMARO TN

S.PIERO A SIEVE FI

SAN SEPOLCRO AR

CALENDARIO CORSISTAGIONE 2010

FFM Fly Fishing Masters

Associazione Sportiva Dilettantistica Nazionale

Via Cesare Costa, 25

41027 Pievepelago (MO)

www.flyfishingmasters.it

[email protected]

Segreteria Nazionale: Baroni Franco

Tel: 3343328889

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LA RISERVA DELNAVIGLIO SFORZESCO

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Al confine tra Lombardia e Piemonte, immerso nel meraviglioso contesto del Parco del Ticino in località San Martino di Trecate (NO), scorre il Naviglio Sforzesco, unosplendido corso d'acqua che nasce a Galliate dalla Lama Barcellona; le sue acque sono di origine prettamente risorgiva ma ricevono anche un contributo importante diret-tamente dal Ticino grazie ad un canale di collegamento; tutto questo permette di mantenere sempre una portata d' acqua costante durante tutto l'arco dell' anno a garan-zia di livelli pescabili e di una fauna costante.L' ambiente in cui scorre il Naviglio Sforzesco e' di grande impatto e davvero si stenta a credere di essere a pochi chilometri dalla provincia di Milano, infatti nel tratto dellariserva si e' immersi in una natura rigogliosa ed incontaminata, dove flora e fauna la fanno davvero da padroni.Nei boschi circostanti ci sono meravigliose querce, noccioli e pioppi ed e' presente una discreta popolazione di animali selvatici come cinghiali, lepri, volpi, scoiattoli, poia-ne, nibbi e molti altri.Naturalmente la fauna ittica e' ben popolata con la presenza sia di trote fario che di trote iridee dislocate un po' su tutto il tratto, si sono fatte invece più rare le trote mar-morate che un tempo popolavano in abbondanza queste acque; gli unici esemplari che ancora oggi vengono catturate sono grosse trote che risalendo dal Ticino duranteil periodo di frega, si fermano successivamente in questo tratto, che a quanto pare, si rivela straordinariamente idoneo alla loro permanenza. Negli ultimi anni pero' è

stata fortunatamenteosservata una certa ripresadi questa specie, con lasegnalazione ( documenta-ta ), di catturare anche diesemplari "giovani".

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Tutto il tratto e' riservato alla pesca con la mosca (solo in un "settore" e' possibile affiancare anche lo spinnig), le tecniche con cui si può affrontare il Naviglio sono comun-que molteplici, infatti, ci si può divertire pescando a secca ( ovviamente cercando di attenersi alle schiuse nelle varie stagioni), a sommersa (spiders), a ninfa e a streamer.Sicuramente la "secca" la fa' da padrona sia per la tipologia dell'ambiente ( fondali non eccessivamente profondi) e sia perchè in certi particolari momenti della giornata e faci-le assistere ad improvvisi risvegli dell'intera popolazione ittica che danno luogo ad una frenetica attività di superficie; ovviamente sarà la nostra cura nella scelta della moscae nella sua presentazione che ci potra' regalare catture davvero inaspettate.Naturalmente il piacere di queste catture e' "amplificato" se si effettua con una pesca definita "leggera", utilizzano canne corte dai 7 agli 8 piedi (misure consigliate anche acausa della fitta vegetazione presente in certi tratti sulle sponde), magari affiancate a code di tipo DT 2 o DT 3, al fine d'ottenere così pose più delicate.

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All'inizio della stagione e' consi-gliabile insidiare i pinnuti utiliz-zando piccole mosche in cdc oanche dei chironomi, poi con ilproseguire dei mesi (aprile inol-trato), iniziano le schiuse piu'interessanti di Baetis Rhodani,regina delle schiuse di questazona in primavera. A maggiopossiamo ancora assistere allacomparsa della meravigliosamosca di maggio(Mayfly), lesedges sono la grande fonte dicibo durante tutto l'arco dell'an-no; i portasassi sono una predaambita per le trote, inoltregarantiscono una ricca fonte dicibo nei mesi invernali. Perquanto riguarda lo stadio diinsetto adulto ci sono varie spe-cie che fanno la loro comparsanei vari mesi dell'anno a partireda aprile fino ad ottobre, sicura-mente le schiuse più intense espettacolari comunque le sihanno nei mesi di giugno eluglio ed e' per tanto quasi d'obbligo ricorrere in questoperiodo ad imitazioni decisa-mente piu' voluminose. Sullo Sforzesco, come su tutti iChalk Stream, la pesca non èpoi così facile, infatti in questiambienti i pesci hanno si unaminore diffidenza nei confrontidel pescatore, ma aumentanonotevolmente la loro selettività;per questo motivo, risulta fon-damentale da parte del Pam ( al fine di garantirsi realmentedelle catture), prestare semprela massima attenzione alleschiuse dettate dal periodo e dal

momento della giornata, scegliendo l'imitazione piu' idonea.Oltre a questo, bisognerà dare il giusto peso alle correnti superficiali e ai flutti delle alghe, che sono i veri nemici inquest' ambiente; sono consigliati finali decisamente lunghi e pose calibrate in funzione del tratto e delle correnti.Per pescare a secca in queste situazioni e' quindi basilare avere una buona preparazione nel campo dei lanci antidra-gaggio, che risultano importanti anche nella pesca a "ninfa a vista" ( altro grande e divertente aspetto di questiambienti) .

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Il fondo ciottoloso e la presen-za delle caratteristiche pianteacquatiche permette, comeaccennato, di cementarsi congrande successo anche allapesca con la ninfa, sia pescan-do a vista o in "High-Stick" o "Ninfa Ceca",con questa particolare tecnicala ninfa viene fatta passareabilmente trai i filari di crescio-ne utilizzando un finale abba-stanza corto, questo ci permet-terà di "avvistare" direttamentel'eventuale abboccata, infatti adogni arresto di quest' ultimo,verra' sempre prontamenteeffettuata una "ferrata".Per quanto riguarda la sopracitata pesca a "vista", questa sirivela molto efficace lungo tuttoil tratto, sia grazie all'estrematrasparenza dell'acqua ed aifondali poco profondi e sia allapresenza di una grande macro-fauna allo stadio ninfale, chenon è di certo disdegnata dallenumerosissime trote presentisul fondo, garantendo un'attivi-tà costante durante l'arco dellagiornata.

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Naturalmente e' molto redditizia anche la pesca con lo streamer, utilizzando piccoli artificia-li fatti abilmente "danzare", soprattutto se lanciati in prossimità delle sponde più infrascate,nei correntini, o in prossimità delle numerose buche, dove molto spesso e' possibile imbat-tersi in qualche grossa trota di taglia capace d'aggredire in maniera fulminea il nostro artifi-ciale, regalandoci sempre forti emozioni.In conclusione il Naviglio Sforzesco risulta essere davvero una meta interessante per tuttiquei moschisti che si vogliono regalare una giornata di puro divertimento immersi in unambiente di rara bellezza, dimenticandosi davvero di essere alle porte di una metropoli fre-netica come Milano.INFO & CONTATTI.Per avere tutte le informazioni relative alla pesca nella riserva del Naviglio Sforzesco si puòfar riferimento a quanto riportato sul sito ufficiale http://www.navigliosforzesco.it/

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L’OMBRAPhilip Bailey

Shadow flies

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Fishing and guiding on rivers, 4 days a week, you get to watch the behaviour of a lotof flies and casts. I am constantly reminding clients to "pick it up and cast againbecause the fly dragging". Very rarely do they see the minute change in the flotationof the fly.Some times you only get a few centimetres in a drift before 'micro-current' sets in andthe fly is rejected. It isn't drifting naturally.So why is this? Drifting a dry fly naturally has a couple of inherent problems. Firstlywe have a line attached to it. This acts to the detriment to a free drift. Even if youhave some loose tippet the water still affects the fly.Secondly, the design of traditional flies also allows them to be impacted by drag. Take a standard tying. What we have is a body wrapped around a fine hook with agape hanging down below. In my view we have created a 'boat shaped' object thatby its nature will be impacted by the small currents as the body sits right in thewater. A natural doesn't, it sits on top of the water.

Dato che pesco e faccio la guida sui fiumi 4 giorni alla settimana, riesco ad osserva-re il comportamento di molte mosche e molti lanci. Mi trovo costantemente a consi-gliare ai clienti di rilanciare perché la mosca "sta dragando". Raramente riescono avedere i minuscoli cambiamenti nel modo di galleggiare della mosca. Alcune volte rie-sci ad ottenere soltanto pochi cm senza dragaggio prima che si instauri una micro cor-rente e la mosca viene rifiutata. Questo perché non si muove sull'acqua in manieranaturale. Allora perché accade questo? Riuscire ad effettuare dei passaggi con lamosca secca in maniera naturale presenta alcune problematiche. Per prima cosa lamosca è collegata al finale. Questo impedisce un passaggio libero. Anche se il finalepresenta delle spire, l'acqua agisce sulla mosca. Secondariamente, il design costrutti-vo delle mosche tradizionali le rende soggette al draggio. Prendiamo in esame undressing del tipo che segue. Ciò che abbiamo è un corpo avvolto ad un amo con lasua bella curvatura che pende al di sotto. Ritengo che abbiamo creato una forma abarca che come oggetto subirà gli effetti di piccole correnti mentre il corpo si trova inacqua. Una mosca vera non fa questo; essa si trova al di sopra della pellicola. Aggiungiuna Hackle (nella maniera tradizionale) e hai creato una grande "chiatta". Attualmentemolti pescatori utilizzano mosche parachute. Mentre le Hackle riducono l'elemento"chiatta", esse non fanno altro che spingere il corpo ulteriormente nella superfice equesto crea ulteriori problemi di dragaggio.

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Add a hackle (in the traditional manner), to it and you have created a'barge'.Nowadays, most of anglers are using 'parachute' style flies. While the hackledesign removes the 'barge' element, it does more to push the body further into thesurface. Thus creating further drag problems.

Quindi in entrambi i casi si ottiene una barca con una chiglia attaccata ad una cima (ilfinale). Negli ultimi due anni sto studiando e sviluppando un dressing che inizia a risol-vere alcuni di questi problemi.. Circa due anni al British Fly Fishing International fa ho osservato Zandri Terenzio fareuna mosca al telaio piuttosto che al morsetto. Egli incorporava l'amo nell'artificiale in

Either way you end up with a boat and a keel with a towrope (the leader) attached.Over the past couple of years I have been researching and developing a pattern thatbegins to over come some of these problems.About two years ago I watched Terrenzio Zandri produce a fly from a 'loom' ratherthan a vice at the UK British Fly Fishing International show. He incorporated the hookinto the pattern in such a way that it simply hung loosely underneath. I felt that thiswas a major break through in my desire to produce a pattern that would reducemicro drag. The problem was that it still had a large hackle sitting in the water. Theflies are complex but a thing of beauty though.I then came across a pattern called 'the Umbrella'. Now this was getting closer butit required special hooks. These hooks have a "Z" at the top and the fly is tied sothat all of it (hackle included) sat above the water. It certainly was a simple fly to

In entrambi i casi si finisce con una barca e una chiglia con una fune di traino (ilcapo) in allegato. Nel corso degli ultimi due anni sono stato ricerca e sviluppo di unmodello che comincia a venire su alcuni di questi problemi. Circa due anni fa ho vistoTerrenzio Zandri produrre una mosca da un 'telaio' piuttosto che un vizio al BritishUK Fly Fishing Show internazionale. Ha incorporato il gancio nel modello in modo taleche semplicemente pendeva sotto. Ho sentito che si trattava di un break importan-te grazie a mio desiderio di produrre un modello che potrebbe ridurre la resistenzamicro. Il problema era che aveva ancora un grande hackle seduta in acqua. Lemosche sono complesse, ma una cosa di bellezza comunque. Poi ho incontrato unmodello chiamato 'la Umbrella'. Ora, questo si stava avvicinando, ma è necessarioappositi ganci. Questi ganci sono dotati di una "Z" in alto e la mosca è legata in modoche tutto quanto (hackle inclusa) seduto sopra l'acqua. Certamente era una mosca

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Hook: Partridge light wire nymph hook (BIN 14,16 18 & 20) this is important as the hook needsto hang a fair way below the fly for 'hook up'

Thread: Uni Thread Trico 17/0Wing: Two natural CDC tips tied back to back

Body: Natural CDC feather tied "Wonder wing"style.

Hackle: Genetic dun saddle hackle

semplice cravatta, ma ero ancora scontenti del modo incui se ne stava in acqua. Il gancio è stato effettivamen-te penzoloni a un angolo di 45O. Così ho iniziato a spe-rimentare. I criteri che ho impostato per il volo è stato: 1. Doveva essere in grado di essere legato a gape pic-coli ganci.2. Il gancio per appendere aveva verso il basso, similea quella del modello di Terrenzio. Ciò è perché ho sen-tito che la 'micro-corrente' non ha impatto sul volo tantoquando era in quella posizione.3. Doveva essere piuttosto semplice da cravatta, maanche abbastanza robuste per sopportare molti pesci.4. E, infine, si è dovuto soddisfare ciò che io chiamo letre 'punti di innesco' per un pesce di prenderlo (a) crea-re un ombra realistica; (b) creare stampe degli insetti'piede', e (c) disporre di una serie di ali, proporzionateal volo reale, che il pesce a riconoscere, come un inset-to realistico. Il risultato è stato una mosca che ho chia-mato L'Ombra (che è italiano per l'ombra). Questomodello è ora di iniziare a lavorare bene per me in tuttii tipi di botole. I cravatta in un'ampia gamma di forma-ti dal 14 al 20 e semplicemente selezionare la dimensio-ne del diritto di 'partita la botola'. Non perdere tempocon colori diversi, in quanto non è necessario farlo. Lamosca è qui una dimensione 20.

tie, but I was still unhappy about the way that it sat inthe water. The hook was actually hanging down at a45O angle.So I started experimenting. The criteria that I set forthe fly was:1.It had to be capable of being tied on small gapehooks.2.The hook had to hang straight down, similar to thatof Terrenzio's pattern. This is because I felt that the'micro-current' did not impact on the fly as much whenit was in that position.3.It had to be pretty simple to tie, but also robustenough to withstand many fish.4.And, finally, it had to satisfy what I call the three 'trig-ger points' for a fish to take it (a) create a realistic sha-dow; (b) create the insects 'foot prints'; and (c) Have aset of wings, proportionate to the actual fly, which thefish would recognise as a realistic insect.The result was a fly I have called L'Ombra (which isItalian for shadow). This pattern is now starting to workwell for me in all sorts of hatches. I tie it in a range ofsizes from 14 down to 20 and simply select the rightsize to 'match the hatch'. I don't bother with having dif-ferent colours, as it is not necessary to do so. The flyhere is a size 20.

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Passaggio 1 :Scegliere l'amo e fissarlo nel morsetto come sifarebbe normalmente. Avvolgere 5-6 giri di filo:

STEP 4 :Prepare the body. You need to select a CDC feather where thebarbules at the point where they are long enough to create tails.At the point where you want the tails to be, pull the remainingbarbules backwards towards the feather butt. Now 'clip out' thebottom section at a point which is relative to the natural insectsize: As a general rule, a size 14 = 1cm from where you want thetail to form. This is an important step as it allows you to pull thebody upwards once you have tied it in.

Passaggio 4 :Preparare il corpo. Selezionare una piuma in CDC nella quale lebarbule della punta sono abbastanza lunghe per creare le code.Nel punto dove volete che siano le code, stirate in avanti lerestanti barbule verso il calamo. Ora tagliate la parte inferiore nelpunto dove è della stessa misura dell'insetto vero: come regolagenerale per una misura 14 = 1 cm da dove volete formare lacoda. Questo passaggio è importante perché vi permette di sol-levare il corpo una volta che lo avete fissato.

Passaggio 3 :Legatele in avanti verso l'occhiello e tagliare l'ecce-denza. Assicurarsi che sono proporzionate allamisura dell'amo e all'insetto vero. Esempio 10mmsono sufficienti per un amo del 20.

Passaggio 2 :Scegliere 2 piume di CDC allineate per le punte:

STEP 3 :Tie these in pointing forward over the eye of thehook and clip off the excess. Make sure they areproportionate to the hook size and the natural. Forexample 10mm is sufficient for a size 20 hook.

STEP 2 :Take two CDC feathers and match the points:

STEP 1 :Select a hook and place it into the vice, as youwould normally do so to tie a standard pattern.Add 5 to 6 turns of the thread:

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Passaggio 5 :Occorre fare attenzione in questa fase. Fissate la piume inCDC del corpo alla base delle ali ne punto dove si formano lecode. Poi lentamente, tirare la piuma attraverso il filo finchesi arriva al punto dove è stato tagliato il calamo. Questo siavverto non appena il filo scivola via dal calamo. A questopunto dovreste avere un corpo "Wonder wing". Fissate laHackle e fate alcuni giri abbastanza stretti. Togliere l'ecceden-za per creare le code. Ora potete spingere il corpo in Avantiverso le ali.

Passaggio 6 :Ora siete pronti per preparare la Hackle. Due punti impor-tanti da considerare: (a) cercate di utilizzare spalle di quali-tà, il calamo è più sottile e non crea spessore (b) sceglieteuna Hackle due misure più grandi dell'amo. Questo assicurache la mosca si posa correttamente sull'acqua. Fate 3 - 4giri di Hackle verso il corpo e fissato appena sotto al corpo.Le punte delle Hackle dovrebbero essere rivolte verso l'oc-chiello.

STEP 5 :You need to take care at this stage. Loosely tie the CDC bodyfeather in at the base of the wings at the point where the tailswill form. Then slowly and firmly pull the feather through thethread until you reach the point where the stem was cut. Youwill feel this as the threads slide off the stem. It helps to holdonto the thread and keep a little pressure on it. You shouldhave a 'wonder wing' body. Tie the body hackle off with a fewtight turns and clip off the excess and then clip out the tip tocreate the tails. You can then push the body forward towardsthe wings.

STEP 6 :Now you are ready to prepare hackle. Two important points(a) make sure you use a quality saddle hackle. The stem isthinner and reduces bulk. (b) You need to select a hackle thatis two (2) sizes larger than the hook. This makes sure thatthe fly sits correctly on the water. Take three or four (3 or 4)wraps of the hackle back towards the body and tie off imme-diately under the body. The hackle points should be slopingtowards the hook eye.

Philip Bailey is a professional fly-fishing guide and tutorin Yorkshire (United Kingdom) specialising in traditionalNorth Country techniques using 'spider' patterns. Healso fishes small dry flies when not guiding. You canvisit his website on 'www.flyfishwithme.net'

So there you have it. An l'Ombra shadow fly.

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FFrraa mmoossccaa ee mmoouu

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Dopo un lungo inverno a costruire Mosche sommerse e Ninfesono partito da Bogliasco (genova) con il cuore ai luoghi dovemi recavo a pesca con mio nonno da bambino, zaino cannaun quaderno bianco una penna, una storia da scrivere. Unavoglia sfrenata di far scivolare le mie ninfe nelle buche pro-fonde e nelle correnti schiumose del fiume, vedere la cannacurvarsi e la coda sbattere sul manico dopo l' abbocata,immerso in un quadro di foglie cadute di aria fresca e di silen-zi, sedersi su una roccia levigata di secoli e ricoperta dimuschio ad osservare cosa il resto del mondo sta trascuran-do. La serenità mi avvolge ma c'è anche una voglia di entra-re in simbiosi con ciò che mi circonda e di potermi considera-re come un ospite privilegiato. Mi domando se il destino abbiadisegnato qualcosa di magico per me e che da quelle tanepossano mostrare ancora le loro livree le trote, compagne dicammino da rispettare. Mi ritrovo perciò alle nove del matti-no sul fiume, solo. Io e una quarantina di piccole moschedelle quali solo alcuni toccheranno l' acqua, la mia canna e legambe che tremano dall' emozione. Ma non dall' impazienza,la calma e la lentezza dei movimenti, il respiro lento portanoal miglior stato mentale per affrontare la prima sfida dell'anno. Ho scelto un piccolo fiume secondario, nessun ripopo-lamento di iridee, nessuna auto ferma lungo il corso delfiume, c'è da camminare per raggiungere il fiume d' estatequasi un rusciello invisibile e mai considerato. D' inverno sitrasforma in una cartolina. Comincio la risalita con una ninfacon la testa in tungsteno, il corpo in fagiano e pelo di coniglioe coda di pernice appena accennata, una collarino di setarossa sul collo montata su amo grub del 10. Una Ninfa chemi ha consigliato un mio caro amico che non mi nascondenulla delle sue conoscenze (come ritengo dovrebbero fare inmolti con noi nuova generazione senza alcuna gelosia). Lapesca a mosca dovrebbe essere motore di riflessione verso ilrispetto verso la natura e non un businnes per pochi. Fino alle11:30 nulla, il fiume è bellissimo ma le trote non rispondonoall' appuntamento, sono comunque felice, anche se sopra dime i nuvoloni promettono di volersi scaricare di un pesoinsopportabile. Io ho raggiunto l' ultima pozza pescabile sottouna maestosa cascata di 7 metri, l' acqua è vorticosa e la cor-rente porta la mia ninfa sotto un masso di forma allungata, l'acqua nebulizzata mi entra dentro e mi bagna i vestiti. Iniziaa piovere, per riflesso continuo a lanciare ormai senza speran-za dell' incontro, quando ad un tratto qualcosa si muove, un'

Di: Gabriele Bielli

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ombra nera spunta dalla tana e in un battito del cuore siavventa sulla mia indifesa ninfa, la canna si irrigidisce, il miovolto si fa serio e gli occhi si illuminano di arcobaleno, la trotada testate a destra e a sinistra, il suoi riflessi alla luce fiocasono argentei, mi scivola il pianto del cielo sulla bocca inar-cuata dalla gioia, adrenalina pura, la voglia di urlare di esse-re visto da mio nonno in quel momento, di poter esultare edi piangere. Recupero la trota che fuori dall' acqua mostra ei tratti caratteristici di una trota di ceppo mediterraneo, il chela rende enormemente piu' imponente, la fotografo con lemani bagnate e con cautela la riossigeno, e dopo alcuni atti-mi e di nuovo diretta verso la sua tana e io verso la mia. Unatrota fario di 24cm. Mi faccio un autoscatto sotto la cascata,perché sono le foto che rendono vive le emozioni e le espe-rienze, piccoli quadri di vita vissuta e che bloccano la gioia ela riportano ogni qual volta le si guardi.Il giorno successivo mi sono recato sullo stesso fiume e conmolta fatica mi sono avventurato sulla parte alta del fiume,aggirando la cascata con mezz'ora di cammino. Dall' altraparte un altro paradiso, enormi roccie tonde segnavano illetto del fiume con cascatelle pennellate e rami secchi. Lì adogni lancio nelle rare pozze pescabili c'era una trota sui 23cm che abboccava e mostrava la sua combattività, salti eguizzi fulminei, schizzi che spezzavano la superficie delfiume. E che esaltavano mi plasmavano sul viso espressionidi sorpresa di incredulità, l' idea di vivere un sogno ad occhiaperti. Vedere la propria ninfa, costruita con il massimoimpegno che richiama la voracità di una trota è la piu' inten-sa fra tutte le sensazioni. Ho terminato la giornata con cin-que trote autoctone fra i 20 e i 27cm e due trote perse, ognitrota fotografata e rilasciata al proprio ambiente in segno disensibilità verso animali ormai così rari da meritare il rispet-to piu' totale da parte di noi pescatori e non . Martedì sonorientrato a Genova con molto da raccontare ai miei amici,anche loro appassionati, con un pochino di esperienza in piu'e la coscienza di aver rispettato gli scenari del mio passag-gio, che sono luoghi di tutti e dei pesci in primo luogo.Approfitto per fare il mio migliore augurio ad un pescatoreanziano di Pontremoli che purtroppo non sta bene e che miha insegnato molto e mi regalò le prime mosche. Chiusi lacanna la prima volta che lo incontrai e lo seguii, perché l'anziano sa molto piu' del giovane e il giovane ha diritto disapere.

Amo 10/12 grub

Testa tungsteno 2,8mm

Corpo fagiano e rame

Coda pernice

Addome di coniglio bianco e setafloss rossa.

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Trote Native Trote Native

Dott. Maurizio Penserini - Mediterranean Trout Research Group

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d'Italiad'Italia Questo articolo che state per leggere, si discosta leggermente dalle tematiche consuete dellapesca a mosca. Trote Native d'Italia nasce con l'obiettivo di presentare e far conoscere inmaniera chiara e accessibile un argomento importante che riguarda non solo scienziati chesi occupano dello studio dei pesci, ma anche pescatori. Tutti noi abbiamo pescato trote indiversi fiumi e torrenti del nostro paese, e tutti ci siamo resi conto che quelle trote non eranouguali. Anzi, il più delle volte sembravano talmente diverse quasi da non essere riconosciu-te. La scienza moderna che studia i pesci, l'ittiologia, una multidisciplina costituita da esper-ti provenienti dalle scienze biologiche, veterinarie e naturali, ha sviluppato negli ultimi anniimponenti ricerche e studi per ricostruire la storia evolutiva delle trote presenti nei nostrifiumi. Grazie alla sensibilizzazione degli enti amministratori e soprattutto delle associazioni dipescatori, che hanno sostenuto finanziariamente e con tanto volontariato la ricerca scienti-fica, si è potuto definire con valida precisione la distribuzione e la caratterizzazione delletrote native italiane. E a questo importante obiettivo partecipa con grande entusiasmo erisultato il Mediterranean Trout Research Group, primo gruppo di ricerca italiano sullo stu-dio, il recupero e la salvaguardia delle trote mediterranee. Lo scopo di questo articolo è quel-lo di riportare in maniera semplice la distribuzione delle principali trote autoctone italiane ele loro caratteristiche. Questo per rispondere all'esigenza del moderno pescatore a mosca,che non si accontenta più di catturare una bella trota, ma grazie alla sua più approfonditacultura vuole conoscere che tipo di trota pesca e che valore biologico rappresenta. La complessa distribuzione dei salmonidi mediterranei è stata negli ultimi anni peggiorata acausa di mescolamenti e immissioni ad opera dell'uomo di forme nord-europee zootecnichea scopo di ripopolamento. Questo fenomeno oltre ad aver causato profonde modificazioninelle caratteristiche di rusticità delle trote autoctone, ha determinato persino la contrazioneo la scomparsa di popolazioni mediterranee. Grazie all'ausilio della genetica, e di altre tecni-che di indagine, siamo riusciti a identificare e risalire alle forme native pure e ricostruire laloro distribuzione e la loro storia. Storia che origina dagli ultimi eventi glaciali in etàPleistocenica. Si può considerare che le attuali forme di trote europee raggruppate all'inter-no della sottospecie Salmo trutta siano originate da un unico progenitore comune che puòessere individuato in un Salmo mediterraneo anadromo ancestrale. Questa forma avrebbecolonizzato a più riprese, nelle varie fasi glaciali e interglaciali, le acque interne del territoriomediterraneo. Questo a causa delle condizioni dell'acqua del Mar Mediterraneo non semprefavorevoli al mantenimento di popolazioni anadrome determinando fenomeni di isolamentoe di redistribuzione di queste trote all'interno del bacino mediterraneo. Tale fenomeno avreb-be generato le varie linee di trota mediterranea (Salmo mediterraneus, ora la chiameremo)presente nelle acque italiane. Pesci stanziali ad alta valenza e rusticità, capaci di colonizza-re ambienti estremi tipici del territorio italiano.Chiaramente qui viene sintetizzata e semplificata la reale storia evolutiva delle trote medi-terranee, che risulterebbe troppo lunga e complicata da esprimere in questa sede. La distribuzione naturale del complesso Salmo mediterraneus nelle acque italiane presen-ta:- una forma originatasi dal Salmo ancestrale definita Trota Mediterranea (Salmo mediter-raneus mediterraneus);- una forma endemica originatasi dal Salmo ancestrale nel bacino padano definita Trota

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Marmorata (Salmo mediterraneus marmoratus);- due forme costituite da endemismi puntiformi originatisi a causa delle dinamiche del-l'ultima glaciazione definite carpione del Garda e Carpione del Fibreno (Salmo mediter-raneus carpio e Salmo mediterraneus fibreni);La trota mediterranea (S. mediterraneus mediterraneus) può presentare due caratteristi-ci ecotipi o fenotipi: "macrostigma" (punto nero)"fario" (punto rosso)Questi due eco-fenotipi sono adattamenti a condizioni ambientali diverse, ma genetica-mente risultano appartenere alla stessa specie. La forma "macrostigma" (fig. 1)è lega-ta ad alvei con medio basse pendenze, a fondali ghiaiosi,sabbiosi e argillosi, alla presen-za di macrofite, ad elevate temperature (>22 - 24°C), basse concentrazioni di O2 (<6ppm) e spesso si trova in comunità ittiche con ciprinidi reofili. Il fenotipo "fario" (fig. 2)invece è legato ad alvei con medie-elevate pendenze, a fondali ciottolosi e rocciosi, adassenza di macrofite, a basse temperature (< 18 - 20°C) e ad elevate concentrazioni diO2 (> 8 ppm). Trota fario e macrostigma sono due adattamenti della stessa unità e nonè così facile definire i limiti di distribuzione degli areali. Laddove i sistemi idrografici inte-ressati siano omogeneamente caratterizzati da acque fredde e ossigenate e da elevatependenze sarà logico prevedere la presenza del fenotipo "fario"(torrenti alpini), mentreladdove vi siano ambienti con acque ad alta temperatura e presenza di macrofite è faci-le aspettarsi che predomini il fenotipo macrostigma (fiumare del Sud). Non sempre unbacino idrografico è caratterizzato da condizioni ambientali omogenee, più spesso vi èuna successione progressiva per cui gli alti corsi presentano le condizioni ideali per lo svi-luppo di una livrea "fario" e il basso corso presenta le caratteristiche adatte al fenotipo"macrostigma" (gran parte dell'Appennino). Anche all'interno della stessa razza (fario omacrostigma) è possibile riscontrare livree diverse, questo a causa dell'elevata plasticitàfenotipica dei salmonidi che è determinata dall'ambiente in cui vivono, e in particolaredall'alimentazione e dalle caratteristiche chimico-fisiche delle acque. La trota per eccellenza dei tributari alpini del grande Fiume Po: è la Trota Marmorata.Quella qui ritratta è quella dell'Alto Toce in Val d'Ossola (fig. 3). La specializzazione diquesto salmonide agli ambienti fluviali alpini evidenzia la grande azione di modellamen-to degli agenti evolutivi che inesorabilmente plasma gli organismi viventi. Infatti laMarmorata la si può ritenere la trota mediterranea dei graniti e delle acque di sciogli-mento nivo-glaciali, avendo sviluppato in almeno 150'000 anni una livrea ed un compor-tamento vincente per tali condizioni estreme. Predilige la vita in comunità con ciprinidireofili, come vaironi, barbi, scazzoni e cavedani di cui ama nutrirsi, soddisfando così lasua natura predatoria. E' nota anche per le ragguardevoli dimensioni che può raggiun-gere, specie se spende buona parte della sua vita trofica in alcuni laghi prealpini,Verbano e Ceresio, mantenendo così un comportamento migratorio rispetto agli immis-sari in cui svolge l'attività riproduttiva nei mesi autunnali.Circa 10'000 anni fa una lingua di ghiaccio ricopre ancora gran parte del lago di Garda.Per migliaia di anni il lago di Garda non ebbe immissari poiché la lingua di ghiaccio si riti-rava con eccezionale lentezza. Questa situazione favorì l'instaurarsi nel lago di una forma

fig. 1

fig. 2

fig. 3

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adattata a condizioni trofiche particolari e a compiere tutto il ciclo biologico-riproduttivo nellago, il Carpione del Garda (Fig. 4).L'altro endemismo puntiforme, il Carpione del Fibreno (Fig. 5), vive nel Lago di PostaFibreno, il quale fa parte del bacino orografico del Liri ed è alimentato direttamente da acquedi risorgiva. Queste acque fluiscono nel lago a partire da una estesa rete carsica di galleriee corsi idrici sotterranei che ricevono le acque provenienti dallo scioglimento dei ghiacciai delGran Sasso. Durante l'ultima glaciazione le acque provenienti dal Gran Sasso furono seque-strate dai ghiacciai causando una profonda siccità che prosciugò il lago. Qualche individuodella forma ancestrale che veniva a riprodursi nel lago, per necessità, potrebbe aver colo-nizzato i sistemi carsici sotterranei in cui polle d'acqua avrebbero resistito alla crisi forman-do grandi laghi sotterranei. La popolazione, quindi, che si salvò utilizzando le acque sotter-ranee, si adattò alla vita troglobia, evolvendo una forma affetta da nanismo a causa dellescarsissime possibilità trofiche a disposizione. Le successive colonizzazioni post-glaciazionehanno originato le popolazioni di trota macrostigma del Fibreno, ma il carpione non verràpiù in contatto con la forma del fiume per via di una barriera naturale costituita dall'elevataconcentrazione di anidride carbonica delle acque sotterranee, in cui esso compie la riprodu-zione, insostenibile per le altre forme di salmonidi e a cui il carpione si è dovuto adattare perevidente necessità.È semplice definire questo articolo come un sunto delle complicate origini di questi impor-tanti pesci. Questo però ci da la possibilità di capire in maniera chiara e accessibile cosa siintende per trota mediterranea e come si presenta alla luce della sua evoluzione. Risultafacile anche intuire quanto sia importante proteggere, salvaguardare e riabilitare le popola-zioni di trota mediterranea, e incentivare la divulgazione delle conoscenze e delle problema-tiche che riguardano questi pesci. Il pescatore è il più profondo conoscitore e protettore deifiumi e dei loro abitanti, e in maniera ancora più decisa deve rivolgere i suoi sforzi per col-laborare a realizzare questi obiettivi. Le immagini presentate sono fedeli riproduzioni disegnate dal Dott. Stefano Esposito.È possibile ottenere più approfondite informazioni riguardo all'origine e alla distribuzionedelle Trote Native Mediterranee al sito www.medtrout.org.

Fig. 4

Fig. 5

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SempliceEfficace

Il Dressing lo trovisul n° 6


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