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FIABE INVENTATE DALLA I^ B - · PDF file3 l’antagonista è il cattivo della storia...

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a.s. 2015 2016 I.C. MORI FIABE INVENTATE DALLA I^ B
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a.s. 2015 2016

I.C.

MORI FIABE INVENTATE DALLA I^ B

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PREMESSA

La fiaba…

nasce come racconto orale;

la storia si svolge in un’epoca lontana e indefinita e i luoghi non sono precisati;

il protagonista è il personaggio principale e alla fine, dopo aver superato delle

prove, trionfa;

l’aiutante è colui che aiuta il protagonista nell’impresa;

l’impresa è un compito difficile da superare, in cambio del quale il protagonista

riceverà un premio;

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l’antagonista è il cattivo della storia che si oppone al protagonista;

vi è un lieto fine (ma, nelle fiabe moderne, potrebbe anche non esserci);

il linguaggio è semplice e ricco di dialoghi; a volte sono usate frasi ripetute,

ritornelli ed espressioni della lingua parlata;

un personaggio tipico delle fiabe è la strega, il cui nome deriva dal latino “strix”

che significa “uccello notturno, barbagianni”: infatti la strega è il personaggio

maligno associato agli uccelli che volano nel buio e hanno fama di

preannunciare sventure;

un altro personaggio tipico delle fiabe è il mago, termine che indicava

inizialmente colui che scrutava gli astri per predire il futuro.

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Indice

p. 5 Cenepentola, di Gabriel C.

p. 7 Il piccolo e coraggioso Giacomino, di Elisa

p. 10 Il contadino coraggioso, di Matteo

p. 12 La principessa Alyssa, di Giulia G.

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CENEPENTOLA

di Gabriel C.

C’era una volta una ragazzina molto pigra e svogliata chiamata Cenepentola. Viveva con

la sua mamma, che era preoccupata per il suo futuro.

Una sera la madre, per renderla meno pigra, rinchiuse la ragazza in casa e le disse che

doveva essere splendente al suo ritorno; intanto lei sarebbe andata al ballo reale che

aveva organizzato il principe, per parlargli di Cenepentola.

E così fece! Ma mentre gli stava parlando di sua figlia, ecco un’ altra fanciulla

interrompere la conversazione: era Cenepentola travestita.

Ma la madre non se ne accorse!

Allo scoccare della mezzanotte la ragazza scappò dal palazzo e ritornò a casa, ma

mentre scendeva le scale del palazzo perse una scarpetta di cristallo.

Ritornata a casa, la madre si trovò tutto pulito e splendente.

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Il giorno dopo il principe passò a casa di Cenepentola e le disse che stava cercando la

proprietaria della scarpetta trovata.

Così entrò in casa: notò subito che tutto era in ordine e perfettamente pulito, quindi

infilò la scarpetta alla ragazza e... ci stava! Il principe, che era un maniaco della pulizia,

chiese alla fanciulla chi fosse l’artefice di tale splendore, e lei gli risposte: “Sono stata

io: adoro rendere splendenti i pavimenti, passare l’aspirapolvere sul tappeto persiano,

togliere le cacchette di mosca dai vetri del salone, far brillare il cristallo dei lampadari”.

Così egli chiamò la madre della fanciulla e la accusò di avergli mentito riguardo la

svogliatezza e la pigrizia della figlia, che dopo un po’ divenne sua moglie.

I due infatti si sposarono e vissero “puliti e contenti” mentre la madre di Cenepentola fu

condannata a lucidare le posate d’argento del castello per il resto della sua vita.

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IL PICCOLO E CORAGGIOSO GIACOMINO

di Elisa

C’erano una volta un re e una regina che governavano un regno che si trovava in mezzo

ad una grande pianura.

Avevano un figlio che si chiamava Giacomino; era un bambino piccolo di statura ma

molto furbo e coraggioso.

Un giorno la moglie del re andò a fare un giro a cavallo nella foresta che stava un po’

più in là del regno. All’improvviso il cavallo vide una vipera e si spaventò; la regina

cadde per terra e, per le gravi ferite, morì.

Dopo qualche mese il re incontrò una donna, se ne innamorò e la sposò.

La nuova regina in realtà era una strega che voleva impossessarsi del regno facendo

addormentare tutti gli abitanti con una pozione magica. E così fece: tutti caddero in un

sonno profondo tranne Giacomino che l’aveva sentita, ma che non era riuscito in tempo

a fermala.

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Per salvare il regno, Giacomino pensò al da farsi e il giorno dopo partì per il regno

vicino, dove si trovava la sorella della sua povera mamma, per chiederle dei consigli. La

zia le diede tre fagiolini che doveva usare per superare le prove che avrebbe trovato

lungo il cammino.

Giacomino, arrivato alla fitta foresta, tirò fuori un fagiolino che si trasformò in un’ascia,

che lo aiutò a tagliare i rami che non lo lasciavano passare per arrivare in fondo alla

foresta.

Cammina e cammina arrivò al lago ghiacciato e tirò fuori un altro fagiolino che si

trasformò in pattini da ghiaccio, così attraversò tutto il lago e arrivò sano e salvo.

Dall’altra parte del lago si trovò davanti la più alta montagna innevata: anche qui tirò

fuori l’ultimo fagiolino che si trasformò in ciaspole e bastoni da montagna e incominciò a

scalarla. Arrivato in cima c’era il castello della principessa delle nevi.

Giacomino andò al castello e le raccontò tutta la storia. Insieme salirono sul suo drago

volante, arrivarono al laboratorio dove prepararono la pozione per svegliare tutti gli

abitanti. Poi ripartirono con il drago dal e arrivati al castello spruzzarono la pozione su

tutto il regno.

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Il re disse alle guardie arrestare sua moglie e di metterla in prigione per tutta la sua

vita. Infine il re ringraziò la principessa per aver salvato il regno e le chiese di sposarlo;

lei disse di sì e vissero tutti felici e contenti.

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IL CONTADINO GENEROSO

di Matteo

C'era una volta in un regno lontano, in una graziosa casetta di montagna, un ragazzo

di nome Steve con la sua famiglia. Il ragazzo oltre a essere molto generoso, aiutava sia

suo padre nel lavorare la terra, che sua madre nelle faccende domestiche, e oltre a

questo trovava il tempo di studiare.

Un giorno, mentre stava tagliando la legna nel bosco con suo papà, vide passare a

cavallo la principessa e se ne innamorò a prima vista. Di lì a poco arrivò in paese un

messo del re, che diceva che la principessa era stata rapita dal malvagio mago nero e la

prometteva sposa a chi l'avrebbe salvata. Steve, senza pensarci due volte, decise di

partire di salvare la principessa. Durante il suo lungo viaggio Stive incontrò sul bordo

della strada un povero vecchio che chiedeva aiuto. Nonostante il suo pensiero fosse

quello di salvare la principessa, si fermò a soccorrere quel povero signore.

Improvvisamente, con sorpresa, il vecchietto malandato si trasformò in un mago bianco

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e per ricompensare Steve per la sua generosità , il mago gli fece due doni: gli indicò

dove fosse la casa del mago nero e gli donò una spada magica, in grado di sconfiggere

il malvagio.

Giunto alla casa del mago nero, Steve volle affrontarlo a viso aperto: grazie alla sua

forza e agli insegnamenti dei suoi genitori, riuscì a tagliargli la testa e a liberare la

principessa. Fu così che la principessa, incurante delle umili origini del contadino, si

innamorò del suo eroe e, tornati al castello, i due si sposarono. E vissero felici e

contenti.

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LA PRINCIPESSA ALYSSA

di Giulia G.

C’era una volta, in uno splendido castello, alle pendici di una rocciosa montagna, una

regina la quale aveva dato alla luce una bambina bellissima di nome Alyssa, una

creatura gentile e solare, che adorava tutti.

Mi sono dimenticata di dire, miei cari lettori, che a circa un chilometro dal castello si

trovava un paesino i cui abitanti vivevano felicemente fino a quando non accadde che,

in una fredda giornata di inverno, Dimatra, la strega più cattiva al mondo, rapì la

bambina e in un attimo sparì senza lasciare alcuna traccia.

I genitori, non vedendo la loro piccola, si disperarono, ovviamente, moltissimo. Il re e la

regina la cercarono ovunque, ma inutilmente: la piccola non si trovava e sembrava

essersi dileguata nel nulla.

Passarono gli anni, e nel paesino continuavano a girare voci sulle possibili sorti della

giovane principessa, ormai divenuta una ragazza. Un giovane contadino di nome Filippo,

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affascinato da questi racconti, pensò che poteva ritrovarla. Così si presentò a corte

dicendo che voleva salvare l’ erede al trono.

Il re, vedendo quel ragazzo magrolino, pensò che non ce l’ avrebbe mai fatta.

Nonostante ciò gli offrì un’opportunità: se il contadino avesse riportato a corte la

ragazza, l’avrebbe potuta sposare e, in futuro, diventare sovrano.

Allora il ragazzo partì.

Il re, di nascosto, per sicurezza mandò una fata madrina di nome Sara per proteggere

sia il ragazzo che la sua adorata figlia.

Intanto Alyssa, che aveva trascorso tutta la sua infanzia insieme alla strega in una

casetta in mezzo al bosco, considerava ormai Dimatra come la sua “nuova” mamma.

Da lei aveva imparato molte cose, e si sentiva al sicuro in quella radura, protetta dalla

donna che le aveva imposto un unico divieto: in sua assenza non poteva uscire dall’

abitazione.

Proprio quel giorno, era il compleanno di Alyssa e, Dimatra, come ad ogni suo

compleanno, chiese alla ragazza cosa volesse per regalo. Lei rispose una conchiglia dal

mare.

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Il viaggio, verso il mare, sarebbe stato molto faticoso e lungo: sarebbe durato ben tre

giorni. Ma Dimatra per la “sua bambina” avrebbe fatto questo ed altro. Così partì.

Nel frattempo, Sara raggiunse Filippo: le raccontò che era la fata madrina della

principessa e che era lì anche per aiutarlo (e in effetti, Filippo, aveva proprio bisogno di

un aiuto). Cammina cammina, eccoli finalmente arrivati alla casetta! Solo che … la porta

era chiusa a chiave. La chiave , purtroppo, ce l’aveva Dimatra, per paura che Alyssa

scappasse. Allora, la fata madrina, tirò fuori dalla sua tasca un pizzico di polverina

magica che trasformò, con un’abile mossa, in una chiave perfettamente corrispondente

al buco della serratura. Filippo aprì la porta e così liberò la principessa.

I due già alla prima vista si innamorarono.

La principessa tornò a casa da i suoi adorati genitori che, nel rivederla, scoppiarono in

lacrime dalla felicità.

Ma il re doveva rispettare ancora un patto, cioè il matrimonio tra sua figlia Filippo. Il

matrimonio fu presto celebrato.

Rimaneva ancora una cosa da sistemare cioè Dimatra. E a Sara venne un‘idea.

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Con la poca , ma sufficiente, polverina rimasta, in un battibaleno comparve un feroce

drago. La fata madrina gli ordinò di trovare Dimatra e ucciderla. Così fu fatto: il drago

uccise Dimatra e tutto finalmente ritornò alla normalità. Per sicurezza, Sara costruì una

bolla d’ aria intorno al regno (incluso il paesino). Così finalmente il regno visse in pace e

felicità.

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