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filologia romanza

Date post: 16-Jul-2015
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1. COS LA LINGUISTICA ROMANZADella Linguistica1, scienza sviluppatasi sul finire del XVIII sec, fa parte la Linguistica Romanza che studia tutti gli aspetti (fonetica, morfologia, sintassi, lessicologia, dialettologia, sociolinguistica, tipologia) delle lingue che hanno origine da una evoluzione della lingua latina. Linsieme caotico delle lingue ad oggi parlate sul nostro Pianeta viene classificato in diversi modi, il pi comune quello di tipo genealogico (a cui si adatta perfettamente il solo gruppo romanzo) secondo cui ogni lingua deriva da una proto-lingua o lingua madre; poi c la classificazione tipologica (Schlegel 1818), che distingue le lingue tra isolanti, agglutinanti, flessive; unaltra possibile classificazione linguistica quella di ordine geografico che ben si adatta ad esempio alle lingue cosiddette Semitiche. Le lingue romanze, tutte pressoch di tipo flessivo, sono unite dal denominatore comune latino, ma sono esse stesse un sottoinsieme di un imponente gruppo linguistico, quello INDOEUROPEO. Si ipotizzato che da una immaginaria lingua madre (lindoeuropeo2 appunto) si siano poi diversificate molte delle lingue tuttora parlate. Sono state poi postulate varie sottofamiglie appartenenti al ceppo indoeuropeo tra cui le lingue germaniche, celtiche, romanze. Le lingue romanze sono il solo caso per ora documentato in cui da una lingua attestata come il latino si sia poi sviluppata unintera famiglia (questo non certo senza problemi, alcune lingue sono pi romanze di altre). La linguistica romanza include: fonetica, morfologia, sintassi, lessicologia, dialettologia, sociolinguistica, pragmatica e tipologia.

2. STORIA DELLA LINGUISTICA ROMANZAGi dal medioevo abbiamo testimonianza di importanti studi di Linguistica Romanza, noto il De vulgari eloquentia, in cui Dante ammette di riconoscere, attraverso coincidenze lessicali, una fondamentale unit tra le lingue romanze. E poi dal Cinquecento e con lUmanesimo che aumentano le trattazioni grammaticali delle singole lingue. Verso la met del XIX sec, con lacquisizione di una metodologia comparativa, il tedesco Friedrich Diez compila una interessante grammatica comparata delle lingue romanze con annesso vocabolario etimologico. Tra il 1866 e il 1868, il tedesco Schuchardt afferma che le lingue romanze non derivano dalla lingua scritta degli autori classici latini, ma dalla lingua parlata dellImpero (com logico d'altronde visto che le letture non erano a tutti accessibili). Tra il 1902 e il 1910 il francese Jules Gilliron pubblica il primo atlante linguistico nazionale, dal quale prese spunto Schmidt3 per la formulazione della Teoria delle Onde. Con Gilliron nasce la geografia linguistica. 900 linguistica strutturale: Ferdinand de Sassurre.

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In Italia in uso anche il sinonimo glottologia. Di cui non si ha alcuna testimonianza diretta. 3 Secondo Schmidt, lingue originariamente diverse ma vicine sul territorio si influenzano reciprocamente mediante la circolazione di innovazioni linguistiche che, partendo da un centro, si propagano verso l'esterno in cerchi concentrici come le onde di uno specchio d'acqua in cui siano stati gettati dei sassi. L'intersecarsi di queste onde, e il fatto che col tempo perdono la loro forza propulsiva (perci le lingue pi lontane non sono toccate dall'innovazione), d luogo all'uniformit di una famiglia linguistica e alla diversit interna dei suoi membri. La teoria delle onde trov poi conferme nel campo della dialettologia e della geografia linguistica.

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3. GEOGRAFIA E IDENTIT DELLE LINGUE ROMANZEE chiamata Romnia larea geografica che occupano le lingue romanze. Lattuale estensione in Europa delle lingue romanze va ad ovest da una linea immaginaria che unisce il Canale della Manica al Mar Adriatico. (fig. 1)

A parte alcune localit (pi o meno estese4) la Romnia Europea occupa quanto resta dellantica area latina. Attorno alla massa continentale vanno annoverate molte isole di lingua romanza: Nord Isole Normanne della Manica (politicamente inglesi) Ovest Azorre portoghesi Canarie spagnole Baleari catalane Sud Corsica Sardegna Sicilia Pantelleria Est Isole Tremiti Isole siciliane nel Tirreno

Allinterno di questarea alcune parlate hanno assunto una fisionomia netta in quanto hanno avuto una tradizione letteraria, una normalizzazione grammaticale e il loro uso divenuto ufficiale. Sono lingue romanze: PORTOGHESE, SPAGNOLO, FRANCESE e ITALIANO. Negli ultimi decenni le spinte autonomiste hanno dato al catalano un riconoscimento ufficiale che sar dato nella Penisola Iberica anche al galego e allasturiano. In Francia sta accadendo lo stesso col provenzale. Il corso appartiene pi allitalo-romanzo come il sardo, il friulano e il ladino che godono di un certo grado di autonomia.

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Alto Adige (tedesca), Bretagna Francese (celtica), Provincie Francesi di s-w (basche), Navarra (basca).

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Esiste oltre alla Romnia Antica e Europea, una Romnia Nuova ben pi ampia dellImpero Romano. Bisogna contare i Paesi colonizzati: AMERICA E romanzo il Qubec (francese) e il Canada; una minoranza negli U.S.A. parla spagnolo come il Messico, Cuba, Portorico, il Guatemala, il Salvador, Nicaragua, Honduras, Panama, Venezuela, Columbia, Ecuador, Per, Bolivia, Cile, Argentina, Uruguay e Paraguay; parla portoghese in Brasile, francese nelle isole Haiti di ovest e spagnolo nelle Haiti di est. AFRICA Nessun Paese propriamente di lingua romanza, solo che dopo le recenti indipendenze delle colonie i nuovi Stati hanno deciso di mantenere comunque la lingua dellantico colonizzatore, francese, spagnolo o portoghese. ASIA A parte piccole aree portoghesi a Goa e Macao, lo spagnolo resiste strenuamente alle parlate locali e allinglese nelle Filippine. OCEANIA Alcuni gruppi di isole parlano francese e anche Tahiti.

4. POLITICHE LINGUISTICHENella diffusione di una lingua incidono decisioni coscienti la cui influenza maggiore quanto pi lo chi prende questa decisione. Nel caso dellAfrica romanza, ad esempio, la decisione di mantenere luso del Francese ad esempio non nata dai parlanti ma dal loro governo. Si parla dunque di politiche linguistiche. Per la lingua romanza sono state fondamentali alcune date. 813 il Concilio dei Vescovi dellImpero Carolingio, riunitisi a Tours decret che nelle Chiese dellimpero si mantenesse luso del latino come lingua liturgica mentre le omelie dovevano essere formulate in volgare, romanzo nelle aree romanze e germanico in quelle germaniche. 1539 Francesco I di Francia per evitare equivoci nati dalluso del latino nei tribunali, decise che fosse obbligatorio luso del Francese. Questo elev il francese ad uno status pi alto rispetto agli altri dialetti del regno, dando inizio ad una politica di unificazione della lingua francese. 1560 Emanuele Filiberto, duca di Savoia, nella parte italiana dei suoi stati adott litaliano come lingua della giustizia e dellamministrazione. 1707 1716 Filippo V di Spagna col decreto de Nueva Planta introdusse lobbligo, nei paesi catalani, dello spagnolo nelluso amministrativo e giudiziario. Altri atti importanti per la politica linguistica sono le fondazioni di Accademie della Lingua. 1582 In Italia la pi antica lAccademia della Crusca che godeva della protezione dei Granduchi di Toscana. Non unistituzione pubblica. 1636 In Francia il cardinale Richelieu organizz una Acadmie Francaise che ancora oggi

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nellorbita dello stato, col compito di dare al francese una norma lessicale e grammaticale. 1714 In Spagna Filippo V fond la Real Academia de la lengua che ancora oggi opera nel settore con una grande influenza anche verso le ex colonie. Tra il 1810 e il 1820 le colonie americane ottennero lindipendenza e anche grazie alle spinte romantiche (per cui la lingua un valore essenziale per lidentit nazionale), molte furono le spinte al frazionamento linguistico. Nacquero in Messico, in Argentina, delle Accademie Nazionali dalle quali quella di Madrid non si distacc mai del tutto. Nel mondo romanzo di oggi solo in Francia normale che il governo intervenga sulluso linguistico, evitando lintroduzione di termini stranieri (computer - > ordinateur), stabilendo le parole da inserire nelle insegne dei negozi legiferando sugli usi grafici persino nel Consiglio dei Ministri (dieresi e accento circonflesso). Il campo pi importante della politica linguistica da parte del governo sempre stata la scuola, specie dallintroduzione dellobbligo scolastico. In Italia dal 1861 in poi in maniera piuttosto continuativa, lItaliano, pressoch sconosciuto ai pi, sempre stato insegnato nelle scuole a scanso dei dialetti. Nel mondo di lingua spagnola (come in quello inglese) non si mai avuta la formazione di lingue propriamente neo-spagnole o neo-inglesi e questo dovuto al fatto che il vincolo di simpatia tra madrepatria e colonie non si mai spezzato e con le nuove tecnologie la distanza non stato pi un problema.

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5. LA VARIAZIONELunit linguistica non la condizione naturale di una lingua che nasce allinterno di piccole comunit di parlanti e si evolve nello spazio e nel tempo a seconda di diversi fattori di ordine storico e sociale. La variazione linguistica un fenomeno del tutto normale non solo tra le diverse comunit ma allinterno di ognuna di esse. Si parlato addirittura di idioletto, forma delle caratteristiche del parlato (ma anche dello scritto) di un individuo. Nonostante la politica linguistica tenti di imporre una unit della lingua, in ogni lingua esistono variazioni di tipo diverso, e sebbene queste variazioni possano essere combinate, si tende a studiarle isolandole:

Variazione Diatopica Variazione Diastratica Variazione Diafasica Variazione Diacronica

spazio estrazione sociale registri espressivi tempo

5.1 LA VARIAZIONE DIATOPICA: I DIALETTI E LE VARIET REGIONALI[DI + TPOS] E la forma pi evidente di variazione linguistica, e si realizza nello spazio. Le variet della lingua prodotte dallinfluenza diatopica sono ci che si chiama generalmente dialetto. Nella Romnia antica i dialetti sono spesso il continuum del latino parlato in quellarea, influenzati dalle altre parlate vicine e dalle forme scritte (latino letterario prima, lingue romanze di cultura poi).E dunque del tutto sbagliata la convinzione che i nostri dialetti siano forme corrotte della lingua nazionale che ne praticamente una evoluzione. (toscano /fiorentino/ > italiano; parigino > francese). Levoluzione della lingua disturbata da molti fattori anche dai movimenti migratori delle popolazioni vicine (Siviglia islamizzata 713-1248 e reconquistata) o lontane (Spagna, Francia, Portogallo > Centro America, Qubec, Brasile [Romnia nuova]). Il continuum dialettale permette la comprensione fra gruppi parlanti vicini ma sempre meno con quelli pi lontani, dove appare evidente che la differenziazione sia pi radicale. I casi di confini dialettali molto netti sono comunque poco frequenti. Nel caso della linea La Spezia - Rimini, considerata una importante isoglossa5, che segue in gran parte la linea dellAppennino tosco-emiliano, tutto fa pensare che le barriere geografiche siano anche barriere linguistiche. Ma cos non . Le Alpi Occidentali non impediscono al provenzale di scendere nelle valli piemontesi, n i Pirenei fermano la circolazione del basco o del catalano. Le fratture del continuum dialettale nello spazio sono quindi dovute da fratture nellidentit sociale e culturale; il limite posto dalle forze sociali (amministrazioni politiche o religiose) che portano il parlante ad identificarsi in gruppi pi ampi di quelli locali. Pisa, Grosseto, Firenze e Arezzo hanno parlate simili, ma non identiche, i parlanti si identificano per tutti come toscani. I dialetti locali subiscono dunque linflusso livellatore dei dialetti regionali, in epoca moderna quello della lingua di cultura imposta dalla scuola, amministrazione e mass-media. La lingua di cultura indispensabile per lintegrazione. Chi parla solo il dialetto condannato allemarginazione. Molti sono i geosinonimi, parole di origine locale, sempre romanza che vogliono dire la stessa cosa.

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Linea tracciata su una carta linguistica per segnare i limiti di estensione di un fenomeno linguistico.

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Diversa invece la variazione diatopica nella Romnia nuova. Le parlate di Caracas, Santiago, San Paolo e Rio si sono formate sulla base delle parlate dei colonizzatori, specie i primi, che hanno costruito una tradizione linguistica locale. Gli stessi colonizzatori erano di origine eterogenea, e nuove abitudini alimentari, nuove forme di vita, hanno condizionato la lingua di ambedue le parti; anche se nella madrepatria con influsso nettamente minore (cacao, patata, cioccolato sono parole di origine indigena). Il caso del giudeo-spagnolo6 ancora pi complesso, nelle comunit ebraiche si mescolano ebrei provenienti da diverse regioni per cui non mai esistita una norma e la variazione vivacissima (forte anche linfluenza delle lingue semitiche) ma i legami familiari, commerciali, culturali tra le diverse comunit ebraiche cos stretta che non vi sono variet molto differenziate. I PIDGINS E I CREOLI Lespansione oceanica degli europei nel medioevo e poi nelle colonie basate sul lavoro degli schiavi, ha portato alla creazione di empori commerciali in cui parlanti di lingue diverse venivano a confronto. Il rapporto tra europei ed indigeni era inizialmente mediato da servitori locali, nacque cos il pidgin, un dialetto nato per necessit commerciale e necessit di convivenza. Il pidgin instabile e non ha una grammatica molto ricca, appare una lingua isolante e non mai la lingua materna di chi lo usa. Alcuni di questi empori sono per rimasti attivi per secoli, i coloni (maschi) hanno creato famiglie con donne indigene e i nati erano detti meticci. Il pidgin diveniva la lingua di un gruppo sociale abbastanza stabile. Da questo momento in poi si parla di creolo7, che non ha pi limitazioni funzionali alle relazioni commerciali ma appunto lingua materna e unica. E accaduto tanto in Africa, dove nei centri di smistamento degli schiavi i coloni creavano gruppi eterogenei di indigeni che a loro volta avevano problemi di comunicazione tra loro; quanto nelle piantagioni americane dove schiavi, indigeni e coloni si trovarono di fronte a difficolt comunicative e si fin per usare la lingua dei padroni non senza cambiamenti profondi. Lingue creole romanze e non costituiscono una categoria linguistica ben individuabile: grammatica semplificata e isolante, la morfologia verbale espressa non da desinenze ma da particelle di netta provenienza romanza. Ogni creolo differente dallaltro. Lisola di Haiti, nella sua met occidentale stata colonia francese fin dopo la rivoluzione, la popolazione bianca andata sparendo e tra il 1979 e il 1987 la lingua creola di Haiti entrata nelle scuole e nellamministrazione fino e divenire ufficiale. Considerare le lingue creole dialetti romanzi non quindi esatto perch nasce da una necessit del tutto artificiale di comunicazione tra le due lingue, mentre il dialetto romanzo si conserva e si evolve diacronicamente di generazione in generazione.

5.2 LA VARIAZIONE DIASTRATICA[DI + STRTOS] Questa variazione legata alle condizioni sociali dellutente. Una delle forme di differenza nelluso linguistico quella tra chi usa il dialetto e chi usa la lingua. Per quanto riguarda lItalia ben noto che fino al pieno Ottocento la maggior parte degli italiani apparteneva al primo gruppo, al momento dellunit (1861) solo una ristrettissima minoranza parlava litaliano standard. Non esistono classi linguistiche ben definite, questo dovuto non solo allinflusso di fattori6

La diaspora ebraica dai paesi della penisola iberica (Castiglia, Portogallo, Aragona, Catalogna) e non (Sicilia, Grecia) avvenne dopo il 1492, anno della reconquista e della scoperta dellAmerica. 7 Parola di probabile origine spagnola indicante meticcio.

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tradizionali come reddito economico e patrimonio posseduto, ma dallincrocio di vari indicatori: sociali economici e culturali (istruzione, attivit lavorativa, lettura) ma generalmente il numero dei dialettofoni aumenta tra le persone di condizione bassa rispetto a quelle di condizione medio - alta, tra gli anziani rispetto ai giovani, nei piccoli centri rispetto alle citt. Tuttavia parlando della stratificazione sociale dellitaliano si elaborato il concetto di italiano popolare una variet che rappresenta il livello sociolinguistico basso della nostra lingua. Enorme poi la differenza tra lo scritto e il parlato, a meno che questo non imiti coscientemente il primo. Questa differenza presente tanto in italiano quanto in altre lingue romanze in cui spesso, la differenza tra le due forme non riguarda solo il lessico ma anche elementi fondamentali della struttura linguistica (fra: sing / plu lesistenza della -s finale presentata solo dalla qualit della vocale).

5.3 LA VARIAZIONE DIAFASICA: DIFFERENZE DI SESSO, ET E PROFESSIONE[DI + PHSIS] E una variazione che dipende dalle differenti situazioni comunicative, dalle funzioni e dalle finalit del messaggio sia nello scritto che nel parlato. Tra le forme di differenziazione diafasica ci sono quelle collegabili al sesso e allet del parlante (si parla anche di diastrasia allargata). Non stato facile per gli studiosi definire in che cosa consista il linguaggio delle donne, ma molti studiosi tendono ad affermare che la lingua delle donne sia pi conservatrice rispetto a quella degli uomini. Non mancano per i casi contrari, in Francia ad esempio nelle aree occitane e franco-provenzali, le donne sono passate alluso del francese a scapito del dialetto (patois) prima e con pi correttezza rispetto agli uomini; questo probabilmente fu dovuto allo stretto legame che cera tra il dialetto e le attivit prettamente maschili come la caccia, la pesca, la viticultura. Esistono linguaggi tecnici (informatica) specifici (medicina specialistica) e linguaggi in codice che nel caso dei giovani ad esempio si tramuta in vero e proprio gergo8, cio una forma linguistica usata da un gruppo con la specifica finalit di non farsi comprendere da chi del gruppo non fa parte. Registri linguistici: 1.aulico 2.colloquiale 3.trascurato colto familiare popolare sostenuto

Esistono anche dei sottocodici, diversi registri che mutano a seconda della situazione e dellargomento, diventando pi o meno specifici. Un sottocodice pu fare uso di diversi registri linguistici: un cardiologo che parla di medicina con un cardiologo, si esprimer diversamente parlando di medicina con un fruttivendolo. Il sottocodice lo stesso: medico, ma il registro linguistico diverso.

5.4 LA VARIAZIONE DIACRONICA

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Anche la malavita usa un gergo, cos come i carbonari e persino i partigiani. In Francia gergo jargon che divenne poi argot. In via di estinzione per molto diffuso tra i giovani, negli ultimi anni un gruppo di ragazzi francesi ha stilato un dizionario francese-argot, argot-francese.

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[DI + KRNOS] Questa trasformazione legata alla dimensione cronologica, allevoluzione della lingua nel tempo. Un esempio lampante in italiano potrebbe essere luso perduto della prostesi di -i innanzi a -s impura, che ancora permane negli anziani (per iscritto, in Isvizzera), e luso di arcaismi superati (reclame per pubblicit). Questa trasformazione evidente in entrambe le forme della lingua, nello scritto si attestano sempre pi forme abbreviate dovute alla diffusione di mezzi di comunicazione istantanei (x al posto di per) e nel parlato la diffusione di parole di nuovo conio (sfiga, impanicato, accannato).

6. LO STUDIO DELLA VARIAZIONE:6.1 GLOSSARI, VOCABOLARI E GRAMMATICHE La coscienza della variazione linguistica nel mondo romanzo molto antica e rafforzata dal racconto biblico di Babele (Genesi, 11) che segue la Tavola delle Genti (Genesi, 10). Punizione divina e non risarcibile limpossibilit degli uomini a capirsi tra di loro. Il pi antico segno di attivit culturale legata alla variazione lattivit di glossatura9. Le glosse si ritrovano fin dallantichit per spiegare con parole latine comuni termini pi arcaici o astrusi di un testo. Famose sono le Glosse di Reichenau10 della fine del VIII sec e le Glosse emilianesi11 del 1000 ca., volte a semplificare in romanzo termini antichi del latino religioso. Ben presto si svilupparono veri e propri glossari che vennero tosto compilati seguendo un ordine alfabetico (la catalogazione per argomento rendeva difficile la ricerca delle glosse). Nel 1500 ca. venne pubblicato a Firenze il Vallilium, glossario siciliano-latino, primo vocabolario dialettale ad uso di coloro che dovevano esprimersi in latino; solo con la dialettologia moderna, verso la fine dellOttocento iniziano ad apparire vocabolari volti alla conoscenza del dialetto in tutta la sua variet semantica e formale, e non solo dunque, funzionali alla traduzione. 6.2 DIALETTOLOGIA E ETNOLINGUISTICA La dialettologia non si caratterizza per lo studio di un singolo dialetto, ma la metodologia. La dialettologia moderna descrittiva, si basa sulla raccolta di dati della lingua parlata (ultimamente con supporti magnetici, prima con lausilio della trascrizione), secondo le diverse varianti diatopiche, diafasiche e diastatiche, e selezionando i soggetti da analizzare (che siano pi puri possibile e con pochi contatti con la lingua standard). Cos la dialettologia si fatta sempre pi sociolinguistica. Gli studi dialettologi non trascurano quasi mai il lessico anche se non hanno come scopo la confezione di un vocabolario, ma il loro fine la messa in risalto della variazione. Per avere chiare le idee sulle zone dinfluenza di una data variazione si pu tracciare su una carta geografica una linea che separa le zone che mantengono un dato fenomeno dalle altre. Questa linea si chiamer isoglossa. Lo studio del lessico dialettale ha avuto nel corso degli anni un altro sviluppo, quello etnolinguistico i cui vocabolari necessitano descrizioni ulteriori rispetto a quelle di traduzione9

Accompagnare un testo in una lingua poco familiare con annotazioni interlineari o marginali che rendono una o pi parole del testo con voci di unaltra lingua pi conosciuta a chi la scrive. 10 Isola tedesca sul lago di Costanza dove si trova un monastero benedettino. 11 Monastero spagnolo di S. Milln, in Rioja Spagna N-E.

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della parola in quella equivalente della lingua standard, seguono infatti una corrispondenza parola cosa con lausilio di disegni e descrizioni. Il metodo parole cose, sviluppato agli inizi del 900 venne ben presto esteso dai termini designanti oggetti a quelli designanti valori astratti che illustrano lideologia e valori di una cultura. Nacque cos una dialettologia che non ricostruiva solo le forme di espressione ma anche i contenuti della cultura della comunit esaminata: la linguistica etnografica. 6.3 GLI ATLANTI LINGUISTICI. Il primo Atlante Linguistico di lingua romanza quello che elabor allinizio del 900 Gilliron in Francia. Un Atlante Linguistico una raccolta di carte il cui fondo costante: la rappresentazione schematica e muta (senza nomi di localit, fiumi o monti) dellarea studiata, con la sola indicazione (attraverso numero) delle localit di studio. Su questo fondo costante, ogni carta rappresenta un singolo fenomeno linguistico riportandone le diverse varianti nei vari punti di inchiesta. Le carte sono quindi carte onomasiologiche, basate su concetti che corrispondono ad una eguale domanda posta a ogni parlante sulla base di un questionario determinato. Il questionato composto di domande indirette che non suggeriscano risposte. Le risposte sono trascritte con alfabeto fonetico e/o registrate. Il soggetto analizzato deve conoscere bene il proprio dialetto e possibilmente conoscere poco (o niente) di dialetti limitrofi e lingua standard. Dagli atlanti si pu evincere che in generale che le isoglosse che dividono le aree in cui un fenomeno si realizza o no raramente si sovrappongono. Questo conferma linesistenza di confini dialettali netti, ma lesistenza di continua dialettali. Esistono atlanti linguistici nazionali per quasi tutti i paesi romanzi, ma data la vastit del campo di inchiesta sono spesso apparsi lacunosi. Per ovviare a questi difetti furono elaborati atlanti regionali (ne esistono per la gran parte delle regioni francesi e per alcune di quelle italiane). Latlante regionale permette di ampliare e approfondire i campi di indagine e sono nettamente pi analitici data la riduzione dellarea di lavoro. Qualche problema nato con linserimento negli atlanti linguistici delle variazioni diatopiche, ma per questo restano da sfruttare ancora le funzioni di tridimensionalit del computer. 6.4 LA SOCIOLINGUISTICA12 E risultato molto difficile rappresentare su una carta bidimensionale di un atlante le variazioni diastratica e diafasica. La linguistica romanza non riuscita a superare questo scoglio. Nel 1950 la linguistica anglosassone diede vita alla sociolinguistica, volta allo studio della variazione nei grandi centri urbani come New York City. Per uno studio sociolinguistico si rendono fondamentali norme che non lo sono per gli altri. Innanzi tutto necessario analizzare tutte le forme in uso del parlato in tutti i ceti sociali e in tutte le localit dellarea sottoposta allinchiesta. Possibilmente la forma del parlato deve essere spontanea e raccolta mediante registratore senza che i soggetti capiscano di essere osservati e che questo limiti la loro spontaneit di espressione.12

Parte della linguistica che studia i legami tra la lingua e la stratificazione sociale.

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Fondamentale una conoscenza della situazione sociale della comunit studiata. Col tempo ci si resi conto che le situazioni linguistiche tanto antiche quanto moderne sono complesse. Non esiste omogeneit allinterno di grandi comunit [inchieste macro] tantomeno allinterno di comunit piccole come la famiglia [inchieste micro]. In generale si pu affermare che la lingua pi conservativa la dove la lingua si imposta successivamente,13 esempio lampante quello della Spagna e dellAmerica Latina. Spesso parlando ancora di politiche linguistiche, limposizione dellautorit a determinare lo sviluppo o linvoluzione di una lingua; questo il caso della popolazione romanza stanziata al nord del fiume Prut, in Romania. In epoca comunista venne reintrodotto lalfabeto cirillico a scapito del latino in vigore da met Ottocento per creare un solco tra questa regione degli U.R.S.S. e lallora borghese Regno di Romania.

7. DIGLOSSIA E LINGUE IN CONTATTO ALLINTERNO DELLA FAMIGLIA ROMANZABisogna innanzitutto determinare la differenza tra diglossia [D]e bilinguismo [B]: [D] fenomeno collettivo, riguardante luso contemporaneo, nella stessa comunit, di due sistemi linguistici differenti, di cui uno riservato agli usi bassi(famiglia, gruppo di pari) [basiletto] e laltro agliusi alti (religione, cultura, insegnamento) [acroletto]. Se il parlante passa da una variet allaltra si dice code-switching. Nel Medioevo il latino fungeva da lingua alta, il volgare da lingua bassa. La lingua alta di norma quella imparata a scuola, di maternit estranea al parlante. fenomeno individuale, riguardante il singolo che riesce a usare due o pi variet linguistiche.

[B]

Ci sono ben quattro situazioni possibili che riguardano diglossia e bilinguismo:1numero di utenti

diglossia e bilinguismo n diglossia n bilinguismo diglossia senza bilinguismo bilinguismo senza diglossia

[Europa medievale, tutti conoscevano il volgare e un cospicuo

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anche il latino] [in casi rari come nelle trib primitive dove i parlanti non hanno contatti con altre popolazioni] [i gruppi sociali che usano le due variet sono nettamente divisi, come nelle colonie europee] [parecchie persone conoscono pi variet ma non c differenziazione sistematica del loro uso]

Analoga alla diglossia la situazione in cui in una data zona di due lingue di egual prestigio, una col tempo tende a prevaricare laltra che perde popolarit. Questo il caso in Francia del francese e occitano e della Spagna del castigliano e catalano. Col tempo catalano e occitano hanno preso terreno sul piano sociale e culturale. In sostanza, come disse il noto linguista norvegese Einar Haugen La lingua non altro che un dialetto che ha fatto carriera Si parla nel caso della diglossia di rapporto verticale tra lingue (una pi importante dellaltra), quando le variet si sovrappongono si parla di sostrato linguistico; quando invece il rapporto orizzontale si parla di adstrato in cui le lingue non si sovrappongono ma si influenzano in un13

Secondo la norma dellArea Seriore formulata da Bartoli allinizio del 900.

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rapporto pressoch paritario (prestiti linguistici, francesismi ecc.).

8. LINGUE ROMANZE E NON ROMANZE IN CONTATTOLe lingue romanze, data la loro distribuzione sul territorio, non sono solo in contatto tra loro, ma anche con lingue di famiglia diversa (celtiche, germaniche, slave); il caso pi estremo di contaminazione forse quello dellAmerica Latina dove castigliano e portoghese si sono scontrati con centinaia di parlate locali, che nulla avevano in comune con il sostrato romanzo (latino). Caso particolare quello del Paraguay in cui la lingua locale: il guaran, conta circa 3,2 milioni di parlanti in tutti i ceti sociali ed tratto costitutivo dellidentit nazionale ed stato introdotto anche nelle scuole. In Per il quechua, antico e glorioso dialetto Inca, non ha avuto la stessa fortuna del guaran. Nonostante infatti il tentativo di renderlo paritario allo spagnolo, questultimo lo ha quasi completamente soppiantato. Ad oggi con la globalizzazione e linnalzamento dellinglese a lingua universale,questo influisce sulla maggio parte delle lingue creando sempre pi parlanti bilingui e influenzando le altre lingue (a parte quelle che lo Stato protegge con severe politiche linguistiche). Molti sono, infatti, i prestiti lessicali dallinglese e, in italiano ad esempio, molte sono proprio le influenze sul sistema morfo-grammaticale. (consonante + consonante in fine parola: film; sostantivo + sostantivo in unico morfema: conferenza stampa; determinante + determinato anzich il contrario: radiocronista).

9. PRAGMATICA, TRADIZIONI DISCORSIVE E TRADIZIONI TESTUALILa pragmatica una disciplina della linguistica che si occupa dell'uso della lingua come azione, osserva come e per quali scopi la lingua viene utilizzata. Pi nello specifico si occupa di come il contesto influisca sull'interpretazione dei significati. (In questo caso il termine contesto sinonimo della parola situazione, in quanto potrebbe riferirsi a qualsiasi fattore extralinguistico, tra cui sociale, ambientale e psicologico.). Questa disciplina classifica gli enunciati in: CONSTATATIVI Constatano qualcosa, che sia vero o falso: luomo bipede; gli asini volano. Caratterizzati da una forza illocutoria per cui gli interlocutori attribuiscono al parlante la responsabilit dellaffermazione PERFORMATIVI Attraverso cui si compie una azione: ti proclamo laureato in lingue. Producono un atto perlocutorio per cui il parlante produce effetti sugli interlocutori.

Aspetto importante del discorso (parlato) la deissi14, cio linsieme dei riferimenti allo spazio, al tempo, alle persone e alle cose. Attraverso luso di determinanti (pronomi e aggettivi dimostrativi, articoli.) La distinzione apportata dai determinanti porta a contrapporre il dato dal nuovo, concetti importanti dellanalisi pragmatica. Lanalisi pragmatica cerca di individuare i comportamenti diffusi dei parlanti e le varie tradizioni14

La deissi una funzione linguistica che serve a collocare un enunciato in una situazione nello spazio e nel tempo, ovvero a collegare il testo al contesto. Il concetto di deissi fa riferimento a espressioni linguistiche la cui interpretazione possibile solo grazie al contesto in cui vengono prodotte: in genere le informazioni contestuali richieste riguardano l'identit dei partecipanti alla conversazione e la loro collocazione spaziotemporale

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del discorso (parlato e scritto) determinate dai vari codici linguistici adatti alle diverse situazioni (testo parlato) e diversi generi letterari (testo scritto). E la linguistica testuale che per studia i fenomeni di testualit, cio le regolarit e le condizioni che trasformano una serie di enunciati in un testo. In questo rientra anche lo studio dei generi letterari (e delle specie letterarie)15, piuttosto approfondito ad oggi data la vastit di studi anche di epoche precedenti (la retorica era arte studiata gi dagli antichi greci.).

10. CORPORA DI TESTI ORALI E SCRITTILa variazione si pu studiare nellaspetto macro solo se si dispone di materiali ampi e sistematici. I corpora sono praticamente insiemi di testi (orali o scritti) che forniscono materiale per le ricerche pi svariate senza che ogni volta sia necessaria la raccolta personale del materiale di base. Con linvenzione di forme di registrazione della voce stato possibile raccogliere anche materiale sonoro quindi testi orali. Lo sviluppo dellinformatica ha reso il tutto ancora pi semplice rendendo possibile disporre materiale vastissimo in semplici cd, dvd, siti internet che ne semplificano e velocizzano laccessibilit. In Italia lopera canonica di corpora letterari la LIZ (Letteratura Italiana Zanichelli) su supporto magnetico riunisce pi di 800 opere. Corpora informatici di testi non letterari sono ancora pochi data la scarsit di fondi per le ricerche, ma il Centro dellOpera del Vocabolario del Consiglio Nazionale delle Ricerche sta realizzando un vocabolario riprendendo anche lavori dellAccademia della Crusca, inserendo testi anche anteriori al 1379. Discorso pi complesso quello dei corpora di lingua parlata. Nasce la necessit di ridurre le variet, cercando un parlato rappresentativo di decine di milioni di parlanti. Il parlato radiofonico e televisivo non pu essere rappresentativo del parlato in genere, per ci si ricorre alle interviste cercando di individuare un parlato spontaneo che deve per essere raccolto in un ambiente senza rumori di fondo e disturbi vari, col rischio che il parlante si renda conto di essere registrato e la spontaneit del parlato viene meno. In Italia ben noto il LIP (Lessico di frequenza dellItaliano Parlato) di Tullio De Mauro e collaboratori che mette a disposizione pi di 50 ore di registrazione in ambiente sterile raccolte nelle pi grandi citt dItalia.

11. TIPOLOGIA16 DELLE VARIET ROMANZELa linguistica moderna ha sviluppato molto lanalisi tipologica. I principali elementi costitutivi della frase si dispongono in modo diverso a seconda della lingua, ma generalmente in uso lordine SVC, ma questa non era la norma del latino, dove S e C non avevano ordine stabilito, mentre V era sempre alla fine della frase. [SCV; CSV] Anche se generalmente la norma comune delle lingue romanze Soggetto, Verbo e Complemento, ma questo non vero in tutti i casi. Nelle frasi interrogative ad esempio, il francese richiede linversione obbligatoria del Soggetto. [+] il vient; [?] vient-il?.

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Genere: narrativa; Specie: autobiografia, aneddoto, favola ecc.. La Tipologia della frase, posizione di soggetto S, verbo V e complemento C.

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Nel corso del tempo questa norma ha perso man mano di influenza mentre si fatto pi forte lobbligo di esprimere sempre il soggetto della frase (almeno dal Cinquecento in poi). La norma dellitaliano analoga a quella delle altre lingue romanze che non hanno lobbligo di espressione del soggetto, anche se questo riguarda la lingua standard. A livello dialettale, il panorama differente. Italia settentrionale: piem. (mi) i dizu dico soggetto espresso e rafforzato Italia centrale: frequenza del soggetto maggiore dello standard Ma questo accade anche per altri dialetti romanzi: occitani e franco-provenzali. Altra variante tipologica quella dellOggetto marcato. Se questo un essere vivente umano e definito, lo spagnolo lo fa obbligatoriamente precedere da a: Pedro quiere a Dolores. Nulla di simile appare in francese o italiano, salvo per i dialetti italiani meridionali, probabilmente reduci dallinfluenza spagnola. Anche se alcuni fonti ne attestano lesistenza anche il epoca precedente.

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LA STORIA DELLE LINGUE ROMANZE12. LE LINGUE ROMANZE NEL 1600 E NEL 1100Molti sono stati nei dodici secoli di storia delle lingue romanze i mutamenti della loro distribuzione geografica. Date importanti per la ricostruzione dei mutamenti geografici della Romnia sono quelle del 1100 e 1600. Nel 1100 la geografia politica europea stava cambiando. LImpero Romano non esisteva pi, lantico confine romano lungo il Reno e il Danubio si era perso, ma isole linguistiche romanze rimanevano ancora a nord e a est. Discreta la documentazione di isole romanze intorno al fiume Mosella e a Treviri (Germania), nellarea renana di Strasburgo e nellattuale austriaca Salisburgo. Le citt erano bilingui mentre nelle zone rurali strenua ma efficace era la resistenza del romanzo. Nel 1066 lInghilterra venne conquistata dai Normanni ed il paese diventava lentamente trilingue (celtico, anglo-sassone e anglo-normanno), forse unantica isola romanza da tempo perduta stava rientrando nella cosiddetta Romnia. Nella penisola iberica la perdita di zone di lingua romanza era veloce e devastante, la conquista araba aveva ridotto ad una netta minoranza il romanzo dei mozrabes. Larabo prevale anche in Sicilia anche se da poco riconquistata (Normanni entrano a Palermo nel 1072). Difficile da stabilire la situazione nei Balcani, dove molte erano ancora gli stati latini costituiti in seguito alle Crociate, specie nel Levante (coste del Mediterraneo orientale) dove accanto a variet arabe ed in parte greche erano parlate variet romanze. E probabile anche che esistesse ancora (ed bene o male attestato fino al 1450) una variet di romanzo africano nella zona interna della Tunisia Centrale (Gfsa) Nel 1600 la situazione cambiava radicalmente. Ai confini della Romnia antica si dovettero aggiungere quelli della Romnia nuova. Dalla scoperta dellAmerica le lingue romanze si diffusero in tutto il nuovo continente (in concomitanza con linglese) e nelle nuove colonie africane. La Spagna (1492)e la Sicilia vennero riconquistate dagli stati cristiani che operarono una epurazione tanto razziale quanto linguistica sperando (e riuscendo) a riportare la situazione linguistica alla normalit. Cipro e gli stati crociati avevano perso la variet romanza, ma a Creta e in altre isole dellEgeo si stava facendo strada il veneziano, in una sorta di diglossia col greco. In oltre stavano prendendo vita le comunit giudeo-spagnole dei Balcani della Macedonia, dellAnatolia e del Levante.

13. LA RICONQUISTA DELLA SPAGNA E DELLA SICILIALespansione musulmana pervase anche la lingua afro-romanza, che per quanto ben radicata fosse (dopo secoli di egemonia romana) non sopravvisse allarabo, a parte nella piccola colonia tunisina di Gfsa. DallIfriqiya gli arabi entrarono nella Romnia meridionale tra il 710 e il 711 e nei 20 anni successivi con continue incursioni verso linterno arrivarono a minare il regno Francese (e Cristiano) di Carlo Martello che riusc per a fermarne lavanzata nel 732 a Poitiers. La conquista musulmana non aveva introdotto alcun obbligo a professare la religione islamica n a parlare la lingua araba. I non musulmani (cristiani o ebrei) erano semplicemente costretti a pagare una tassa per la libert di culto e ad evitare manifestazioni esteriori della fede. I convertiti invece si videro costretti ad imparare ex novo una lingua liturgica e totalmente sconosciuta.

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Naturalmente gli invasori non parlavano un arabo omogeneo, le prime incursioni avevano portato migliaia di individui di lingua berbera e da Bagdad arrivarono rinforzi solo successivamente. A nord i cristiani oppositori del potere islamico avevano creato dei piccoli staterelli (Asturie, Castiglia, Navarra, Len, Aragona) che continuavano a parlare la lingua romanza. Per chi, non convertito, restava nel paese arabo fu coniato un nuovo termine: mozrabo. El Andalus era dunque un grande calderone di gente e lingue differenti, chi parlava larabo, chi il berbero, chi dialetti mozarabici, chi lebraico, chi le lingue romanze. Dei dialetti mozarabici non vi sono molte testimonianze scritte, a parte in calce ad alcune poesie dove sono state riscontrate strofette mozarbiche17 con nomi di luogo e poco altro. Il romanzo era rimasto relegato al nord della Spagna, dove lasprezza del territorio rendeva difficili le comunicazioni tanto che quei territori risultavano poco latinizzati anche al tempo dei romani. La reconquista cristiana non attese molto, il regno di el-Andalus non ebbe mai vita semplice, dopo battaglie ed incursioni da ambo le parti, nel 1250 agli arabi non restava che il piccolo, ma maestoso regno di Granada. I moriscos, i musulmani rimasti in terra cristiana e battezzati furono poi espulsi tra 1609 e 1614 dalla Spagna. Il tipo linguistico romanzo che fin per dominare in seguito alla riconquista fu quello castigliano, in quanto il regno di Castiglia fu quello con maggiore espansione. Dalla Galizia scese verso sud il portoghese, mentre asturiano e navarro rimasero relegati nelle province originarie, solo il catalano conserv lautonomia dai Pirenei ad Alicante. LAndalusia, in mano agli arabi sino al 1492, sub una successiva romanizzazione ad opera dellimmigrazione cristiana dal nord. (lo Spagnolo americano ha un timbro fortemente andaluso, poich le navi per lAmerica (scoperta proprio nel 1492 dagli spagnoli) partivano dal porto di Siviglia. La Sicilia fu conquistata dagli arabi dall827 al 902, lisola allora apparteneva allImpero Bizantino ed era prevalentemente di lingua greca a est e romanza a ovest. La riconquista, bizantina prima e normanna poi, lasci ad oriente popolazioni di lingua greca specie a Messina. Dopo la riconquista solo la popolazione araba dei ceti alti torn in Africa. Malta e Gozo, arabe dal 870 al 1091 furono talmente arabizzate che la riconquista non riport il dialetto romanzo, tanto che il maltese attuale un dialetto arabo.

14. COME FURONO SCRITTE LE LINGUE ROMANZECi che sappiamo delle antiche lingue romanze lo apprendiamo solo dai testi scritti. Di norma chi scrisse per la prima volta in lingua romanza aveva avuto una infarinatura della lingua latina. Resta dunque da capire a che cosa corrispondono le grafie; come cio, nelle variet romanze, LITTERA sta a NOTA. Il latino usava un alfabeto di 23 lettere: A B C D E F G H I K L M N O P Q R S T V X Y (mancanti: J, U, W questultima presente in area anglonormanna per rendere la bilabiale) Non veniva pi espressa la quantit vocalica ma doveva essere normalizzato luso di V (oscillante tra vocale [u] e semiconsonante [w])18 e di I (vocale [i] e semiconsonante [j]). Nessuna lingua romanza ha mai usato grafemi diversi per intendere e (aperta e chiusa) e o (aperta e chiusa). Solo il francese fa uso degli accenti (uso diacritico) per differenziarle.

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Chiamate Kharat, scritte con alfabeto arabo ma in lingua latina. La distinzione tra luso di u per la vocale e v per la consonante si normalizzata solo nel XVI sec

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Per le consonanti, la grafia sovente la medesima (o con aggiunta di segni diacritici), ma la pronuncia pu cambiare di regione in regione. Nelle aree dalla forte impronta diglottica, le lingue romanze sono state scritte con alfabeti non latini: giudeo-spagnolo e il giudeo-italiano sono scritte con alfabeto ebraico; molti sono poi i testi scritti con alfabeto arabo (Kharat), greco, e cirillico.

15. I PRIMI TESTI ROMANZIIl primo in assoluto che scrisse un testo in romanzo conscio di contrapporre due sistemi linguistici differenti: latino e romanzo, fu lo storico carolingio Nitardo, nel 842 con i Giuramenti di Strasburgo. Successivi sono dei testi gallo-romanzi di contenuto religioso: la Cantilena di S. Eulalia, probabilmente di provenienza clericale 878. In Italia lasciando da parte testimonianze dubbie i primi testi che si differenziarono dal latino furono i Placidi Capuani scritti dal giudice Arechisi nel 960. Dal 960 al 1100 i testi volgari sono relativamente pochi e provengono perlopi da alcune localit del nord e del centro. Nella Penisola Iberica appare il volgare per la prima volta in un modesto documento, una lista dei formaggi (Nodicia de kesos) annotata da un frate in un convento a Rozuela verso il 980. Di epoca successiva al 1000 sono le Glosse emilianesi e le Kharat. Attestazioni di portoghese sono successive al XII sec (Noticia de torto).

18. TRADIZIONI SCRITTORIE (LETTERARIE E NON)Nel medioevo i luoghi dove cera la consuetudine di scrivere erano pochi: gli scriptoria. In origine solo monastici, episcopali poi e dal 1200 ca. anche di laici professionisti della scrittura. Attraverso lunghi e approfonditi studi di paleografia e linguistica si giunti alla conclusione che chi scriveva per la prima volta il dialetto romanzo, non solo tendeva ad eliminare i tratti puramente personali ma anche quelli troppo caratteristici della sua localit nella speranza e intenzione di dare un tono al nuovo sistema linguistico. Si giunti poi alla definizione di scripta: tradizione linguistica scritta, non solo letteraria ma privata e anche pubblica rappresentativa di una data area.

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19. I MUTAMENTI DEL SISTEMA FONOLOGICO DAL LATINO ALLE LINGUE ROMANZESISTEMA DELLE VOCALI TONICHE In latino esistevano 10 fonemi vocalici sia in sede atona che tonica. Le cinque vocali disposte su tre gradi di apertura possedevano sia il fonema breve che quello lungo. I E A I sistemi Romanzi, pur tra loro differenti, non valorizzano la lunghezza o la brevit della vocale, ma si basano sulla sua apertura e valorizzano il fatto che questa porti o no laccento. Il sistema pi diffuso quello del romanzo comune , alla base delle variet iberiche, francesi ed in parte di quelle italiche: O U

In Sardegna, una fascia di Basilicata e a suo tempo forse in Africa vige il sistema sardo. Ogni coppia di vocali si fusa in un solo fonema:

Nei Balcani, nelle variet romene e nella Basilicata orientale:

Il quarto sistema, detto siciliano quello che riguarda Sicilia, Salento e Calabria meridionale:

Nelle parole che in latino erano sdrucciole, la voclae atona nella penultima sillaba scomparsa in gran parte della Romnia: It.: OCLUM> oclu> occhio; It.: VIRDEM > virde> verde IL DITTONGA MENTO Le vocali toniche sono state esposte al dittongamento ma esso si presenta nelle diverse aree in maniera differente. Il toscano e quindi litaliano standard dittonga le vocali medio-basse [ MLE > miele [] > -ie NVO > nuovo [] > -uo Il francese dittonga le vocali medio-basse [ MLE > miel [] > -ie19

]in sillaba libera19:

]e medio-alte [e ed o]in sillaba libera:

Sillaba libera se termina in vocale, sillaba bloccata se finisce con consonante.

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> nuef [] > -ue > feu [] > -eu HABRE > fra. ant. aveir > fra. mod. avoir TLA > fra. ant. teile > fra mod. toile FLRE > fleur VTU > voeuNVO FCU

e e o o

[ ] > [ ] > [] > [] >

-ei > -oi -ei> -oi -eu -oe

(it. avere) (it. tela) (it. fiore) (it. voto)

Si pu assimilare a questi dittongamenti ci che accade in sillaba libera alla A latina: il risultato francese una e molto aperta: MARE > mer; PATRE > pere . Questo potrebbe essere il risultato di un precedente dittonga mento visto che quando la consonante che segue nasale abbiamo: PANE > pain. Ed in provenzale, lo stesso *pere < PATREM reso paire. In castigliano il dittonga mento avviene per sillabe medio-basse [ bloccata: MLE > miel [] > -ie SEPTEM > siete FCU > fuego [] > -ue FRRU > hierro ] sia in sillaba libera che

Oltre a questo tipo di dittongamento spontaneo, ne esiste un altro risultante da una armonizzazione o dittonga mento per metafonesi. Nelle localit che non conoscono il dittongamnto spontaneo se ne ha uno indotto dalla vicinanza delle palatali. Un caso importante di armonizzazione la nasalizzazione: ladeguamento della vocale alle condizioni della pronuncia della consonante successiva nasale [m, n]. LACCENTO E LA SUA POSIZIONE Non si certi che luso dellaccento in latino stesse a significare un mutamento musicale della vocale tonica (pronunciata un tono pi alta) o una diversa emissione di fiato; nelle lingue romanze per laccento ha una natura di tipo espiratorio: la vocale (e la sillaba) che porta laccento pronunciata con pi forza, questo porta ad un indebolimento delle vocali atone (gi citato It.: OCLUM> oclu> occhio). In latino laccento cadeva sulla penultima sillaba, a meno che la sua vocale non fosse breve; in tal caso, se la parola aveva almeno tre sillabe, laccento si spostava sulla terzultima. Nel latino di et imperiale si sono verificati dei fenomeni che hanno portato a spostare la posizione dellaccento: Nel latino Augusteo se la vocale breve era seguita da una occlusiva pi R (muta cum liquida) essa non diveniva lunga per posizione. I verbi composti con prefisso applicavano la regola dellaccento e la vocale breve, divenuta atona, si modificava. Caso pi evidente di spostamento daccanto avveniva in parole latine dalla penultima vocale oppure , precedute da I oppure E senza formare dittongo (in iato). Verso la fine dellImpero gli iati sono stati risolti e le vocali I ed E sono divenute semivocali. Le parole hanno dunque perso una sillaba e laccento non cade sulla semivocale, bens sulla successiva: *FILILU> it. figliolo. LA PALATALIZZAZIONE

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Lunica palatale del sistema latino era la semivocale /j/, molte erano le parole che presentavano /j/ dopo consonante portando ad un mutamento generale delle consonanti che la precedevano formando una serie di nuove consonanti palatali. Esempi: TJ> it. /tts/ > fr. /jz/ > sp. /dz/ PUTEU > it. pozzo > fr. puis > sp. pozo MJ > it. /mmj/ > fr. /ndz/ > sp. /mj/ VINDEMIA > it. vendemmia > fr. vendage > sp. vendimia Laltra semivocale /w/ in origine occorreva nelle labiovelari [sorda K ; sonora G ], nelle evoluzioni romanze, la labiovelare si conservata quasi ovunque, oppure diventata velare [sorda K; sonora G]. Esempi: ANTICUA > it. antica > fr. antique > sp. antigua LINGUA > it. lingua > fr. langue > sp. lenguaW W

In italiano in genere le semivocali /w/ dopo la risoluzione degli iati hanno raddoppiato la consonante precedente. VOLUI> volli HABUI> ebbi LA LENIZIONE O indebolimento che ha colpito le consonanti intervocaliche di Penisola Iberica, Francia e Italia settentrionale fino allisoglossa La Spezia Rimini. Il quadro si riassume cos: Sorde doppie [PP; KK; TT] > Sorde semplici [p; k; t] Sorde semplici [P; K; T] > Sonore semplici [b>v; g; d] Sonore semplici [B; G; D] > Fricative o dileguano Questo fenomeno ha interessato anche le altre consonanti, per quanto riguarda RR si mantiene ovunque tranne nel romanesco; la MM regolarmente ridotta a m e questo vale indicativamente anche per SS che diviene s. Per quanto riguarda NN e LL il pi riduce le consonanti a n e l, lo spagnolo invece opta per la palatalizzazione. LE CONSONANTI FINALI LATINE In latino, anche per motivi morfologici, le consonanti si trovavano spesso in finale di parola; infatti, -S, -M e T si trovavano rispettivamente nei plurali, negli accusativi singolari e nella terza persona dei verbi. Nelle lingue romanze della M non rimane alcuna traccia nelle parole con pi sillabe, mentre per i monosillabi, alcune volte scompare, altre si trasforma in n, specie nella Romnia occidentale. MEUM> fr. mien Quanto alla S dopo periodi di debolezza rimasta ad indicare il plurale nelle lingue occidentali, mentre in italiano attraverso un processo in /j/20 scompare. Molti sono per i dialetti italiani che conservano tratti di s. Il processo s > -j comunque, rimane visibile anche nel resto della Romnia orientale.

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La fase in /j/ ancora constatabile in italiano nei monosillabi: NOS > noi.

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20. I MUTAMENTI DEL SISTEMA MORFO-SINTATTICO DAL LATINO ALLE ALTRE LINGUELA DECLINAZIONE Il latino indicava una parte delle funzioni sintattiche dei sostantivi attraverso le desinenze. I nomi (ma anche gli aggettivi e i pronomi) possedevano sei desinenze per il singolare ed altrettante per il plurale. Nel pi delle lingue romanze [port. sp. it. cat. rom.]non v traccia delle declinazioni, i sostantivi hanno una sola forma per il singolare ed una per il plurale. Questa forma di norma (le eccezioni sono pochissime) deriva dallaccusativo singolare del sostantivo latino. Nel primo medioevo, loccitano ed il francese presentavano una declinazione bicasuale (retto, obliquo) che sparisce del tutto, a vantaggio dellobliquo, nel secondo medioevo con grande confusione tra casi e numero. PLURALI ITALIANI E RUMENI Pu sembrare apparentemente che alcuni plurali italiani provengano direttamente dal nominativo plurale latino AMICAE>amiche. Si invece osservato che la S latina prima di sparire diviene /j/, probabile che AMICAS>amicaj>amice>amiche che quindi il dittongo aj sia diventato e dopo che era terminata la palatalizzazione di C + E, I. Per il romeno uguale. GENERI Il latino possedeva tre casi: singolare, plurale e neutro. Questultimo sparisce nelle lingue romanze tranne che in rumeno. Nei plurali collettivi per si mantiene luscita in A del neutro: LIGNA> it ligna. ARTICOLO E DIMOSTRATIVI Il latino non possedeva articoli n determinativi, n indeterminativi; mentre nelle lingue romanze sono sempre presenti entrambi. Larticolo determinativo romanzo proviene dal pronome dimostrativo ILLE quello. Lorigine la stessa tranne che per il sardo e per alcune variet catalane che hanno prediletto la forma IPSE. La posizione dellarticolo determinativo la stessa in tutte le lingue romanze (prima del nome) tranne che per il rumeno dove larticolo determinativo postposto ed enclitico: LUPU ILLU> lupul per il maschile. Nel femminile la differenza sta nella qualit della a finale del sostantivo. Quando questo determinato la a finale risulta pi aperta [ ]. I pronomi dimostrativi latini erano tre a seconda dei gradi di vicinanza: HIC, ISTE, ILLE. Nelle lingue romanze sono spesso rafforzate con lanteposizione di ECCU, ECCE. I tre gradi si conservano ovunque (in italiano mod. tendono a due) tranne che in francese e rumeno SISTEMA VERBALE E PERIFRASI Il latino possedeva: 4 coniugazioni 3 ditesi attiva, deponente, passiva 3 tempi presente, passato, futuro 2 aspetti perfettivo;imperfettivo 3 modi indicativo, congiuntivo, imperativo 3 persone (+ 3 plurali) 3 infiniti 3 participi 1 supino 1 gerundio 1 gerundivo

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Nelle lingue romanze stato scardinato e ricostruito spesso mediante perifrasi. Lausiliare HABERE che in lingua latina reggeva anche i verbi intransitivi, stato sostituito da ESSERE tranne che in romeno e nelle variet iberiche. Le forme del passivo sono state trasformate in forme perifrastiche: AMABAR ero amato, AMATUS ERO sar stato amato. Ai tre modi del latino, tramite forme perifrastiche si giunge alla creazione del condizionale. Supino e gerundivo invece, non hanno futuro.

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21. MUTAMENTI NELLA STORIA DEL FRANCESE E DELLO SPAGNOLOA differenza dellItaliano che si molto ben conservato nel corso dei secoli, Spagnolo e Francese hanno subito molte modificazioni nel passaggio dalla lingua volgare alla lingua moderna (la lingua standard in uso in questi Paesi). Se da noi bene o male possibile leggere e capire un testo di Dante Alighieri, risulta invece difficile ad uno spagnolo o a un francese leggere ed interpretare con facilit degli scritti del 1200. Solo chi ha studiato la lingua antica pu accedere a questo tipo di letture. La situazione risulta differente in queste due lingue, il francese certamente la lingua che presenta lo stacco pi forte rispetto al volgare, lo stacco dello spagnolo meno accentuato, ma egualmente evidente. Per il francese pu essere un punto di partenza per lanalisi dei cambiamenti tra medioevo e epoca contemporanea, il dileguo o lindebolimento di alcune uscite consonantiche: -t; -s; -nt. Dalle importanti funzioni morfologiche. -S: dilegua dopo il XIII attraverso una fase in sonorizzazione [z] che lascia le sue tracce nella liaison, causando la perdita della distinzione tra caso retto ed obliquo (alternanza di uscite in s e ). La perdita della s (nel parlato) cre non pochi disguidi anche nella distinzione tra singolare e plurale, tranne che nel caso di liaison, e lopposizione fu recuperata grazie allaggiunta di un elemento a sinistra: larticolo, la cui differenza tra singolare e plurale rimane evidente dalla pronuncia delle rispettive vocali.


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