Banche e territorio
VITERBO FINANZIAMENTI A IMPRESE E FAMIGLIE
«Prestiti ridotti e molta prudenza» È questo, secondo un'indagine a livello locale, l'atteggiamento delle aziende di credito nei confronti dell'economia reale. Ma le banche ribattono: «Finanziamo di più della media nazionale».
I FABIO SGROI
MODELLO AD HOC «Stiamo creando, un modello ad hoc per la sospensione delle rate, che va al di là dei parametri della normativa nazionale. E cioè le moratorie, che sono molto stringenti », dice Massimo Caporossi, direttore generale di Banca di Viterbo Credito cooperativo.
Anche la provincia di Viterbo non è stata r i sparmiata dall'atteggia
mento di prudenza assunto dalle banche locali. I dati relativi alle dinamiche del mercato del credito evidenziati dal tredicesimo Rapporto sull'economia della Tuscia Viterbese, realizzato dall'Osservatorio economico provinciale e dall'istituto di ricerca "Guglielmo Taghacarne" per la Camera di commercio di Viterbo, infatti, parlano chiaro: alla fine del 2012 (ultime rilevazioni disponibili), gli impieghi da parte del sistema bancario locale sono diminuiti dell'I,2% (a quota 5,1 miliardi di euro) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tutto questo mentre i depositi bancari sono cresciuti del 4,3%.
«Alla luce di questi andamenti», si legge nel documento, «si può osservare come i l rapporto impieghi/depositi (passato dal 127,7% di fine 2011 al 121% di fine 2012) evidenzi una minore esposizione da parte delle banche locali, indicando quindi un comportamento maggiormente orientato alla prudenza da parte degli istituti creditizi viterbesi, indotto dalle persistenti tensioni finanziarie e dal grado di rischiosità del credito». Un rapporto che, prosegue l'indagine, risulta «inferiore sia rispetto a quello rilevato per il Lazio (223%), sia rispetto a quello nazionale (156,8%)».
I l tessuto imprenditoriale del viterbese è molto particolare, essendo costituito per il 72% da ditte individuali. E forte, inoltre, la
tendenza alla terziarizzazione del tessuto produttivo (il peso del valore aggiunto dei servizi sul totale si è attestato suir81% nel 2011). Un trend comune anche all'economia regionale e nazionale, e che va a scapito in particolar modo del settore industriale.
OLTRE I RATING È in questo contesto, dunque, che si trovano a operare gh istituti di credito. «La Banca di Viterbo Credito cooperativo ha continuato a "fare" la banca anche nei momenti più acuti della crisi», sostiene i l direttore generale Massimo Caporossi. «Può sembrare un concetto ovvio ma non lo è, visto che una serie di situazioni come le nuove normative di riferimento e le grandi problematiche legate ai rating hanno spinto il sistema del credito a chiudersi a riccio. Per quanto riguarda le iniziative verso famiglie e privati, la banca ha dato la massima disponibilità a rivalutare la possibilità di allungare i termini di pagamento delle rate. Andando oltre. Stiamo creando, infatti, un modello ad hoc per la sospensione delle rate che va al di là dei parametri della normativa nazionale. E cioè le moratorie, che sono molto stringenti. Esistono alcuni paletti del-
H
la normativa che precludono a molti l'accesso a questa tipologia di strumento. Un esempio su tutti è il reddito massimo che bisogna avere per potere accedere alle agevolazioni. Noi, tra le altre cose, stiamo rivedendo questo parametro per venire incontro alle esigenze delle famiglie e dei privati. Un modo per permettere loro di pianificare le spese e affrontare i l futuro con meno stress».
La Banca di Viterbo, che in provincia conta complessivamente 16 filiali, di cui nove nel capoluogo, ha messo in piedi delle iniziative anche nei confronti dei cassintegrati. «Insieme con una piccola banca locale e in collaborazione con la provincia abbiamo messo a disposizione finanziamenti per sostenere la cassa integrazione straordinaria. Non ci sono state molte adesioni, però la nostra parte la stiamo facendo», dice Caporossi.
MUTUI IN LIEVE RIPRESA «Nella provincia di Viterbo, il nostro istituto di credito opera con 28 sportelli e 171 risorse viterbesi e detiene quasi il 12% delle quote di mercato, sia dei depositi, sia degH impieghi. E pertanto una banca di riferimento per questa
provincia, radicata fin dal 1994 quando l'allora Credito agrario bresciano (che con la Banca San paolo ha dato origine al Banco di Brescia nel 1999) ha acquisito i l controllo della storica Banca del Cimino», dice Rosario Saraceni, direttore territoriale per Viterbo dell'istituto del gruppo Ubi Banca. «In questi anni di grave crisi, il Banco si è fatto promotore e ha sempre aderito a tutte le iniziative tese a sostenere le famiglie e le imprese in difficoltà. Ne sono la prova accordi istituziona-H, intese categoriali, adesioni a iniziative governative e dell'Abi, costituzione di appositi plafond per le Pmi, sospensione delle rate dei mutui per famiglie e imprese in difficoltà, emissioni di social bond, anticipazione della cassa integrazione ai capifamiglia disoccupati e altro», dice Saraconi.
«Anche a seguito della campagna promozionale del prodotto Mutui per le giovani coppie abbiamo registrato variazioni positive sia in termini di impieghi alle medie e piccole imprese, sia alle famiglie. Anche per quanto riguarda la qualità del credito i l Banco di Brescia ha registrato andamenti dei crediti deteriorati meno negativi della media del sistema», sottolinea Saraconi.
Già, i mutui. Come sta andando questo mercato nel Viterbese? «Una ripresa si comincia a vedere», risponde Caporossi. «Sei mesi fa, allo scopo di stimolare la richiesta, Banca di Viterbo ha lanciato un plafond pari a 10 milioni di euro per facilitare la sottoscrizione di mutui prima casa, a tassi agevolati, e anche per lavori di ristrutturazione. Dopo un periodo di scetticismo della clientela nei confronti non della nostra banca, ma del sistema bancario in generale, adesso, negli ultimi quattro mesi, si iniziano a vedere i risultati di questa iniziativa. Del resto mi pare normale: in un momento in cui gran parte delle banche, come detto, si chiude a riccio, qualsiasi tentativo di andare controcorrente viene visto con cautela. Almeno all'inizio», dice Caporossi.
PRESTITI ALLE IMPRESE E per le imprese? Che cosa hanno fatto le banche locali per sostenere gli imprenditori? L'indagine della camera di commercio esprime numeri impietosi: credito ridotto e molta prudenza. E davvero cosi? «Una banca è solo un intermediario: se non ha approvvigionamenti, non può erogare finanziamenti, ed è suo dovere
MENO IMPIEGHI, PIÙ DEPOSITI Secondo il Rapporto sull'economia della Tuscia Viterbese, commissionato dalla camera di commercio di Viterbo, nel 2012 gli impieghi del sistema bancario locale sono diminuiti dell'1,2%, mentre i depositi bancari sono cresciuti del 4,3%. Sopra, una foto panoramica di Viterbo.
Marzo 2014 • Bancaplnanza 4 5
Banche e territorio
IN CONTROIENDENZA «In provincia di Viterbo, il Banco di Brescia lia impegnato circa mezzo miliardo in affidamenti e mutui a imprese e famiglie, con un tasso di crescita pari airi% medio l'anno fra il 2008 e il 2013. Tutto questo mentre si è verificato un calo a livello di sistema », dice Rosario Saraceni, direttore territoriale per Viterbo.
selezionare a chi dare credito. Premesso questo, i l Banco di Brescia, in provincia di Viterbo, ha impegnato circa mezzo miliardo in affidamenti e mutui a imprese e famiglie, con un tasso di crescita pari a i r i% medio l'anno fra i l 2008 e i l 2013. Tutto questo mentre si è verificato un calo a livello di s is tema», risponde Saraceni.
«Nello stesso intervallo di tempo, i fatturati di mol t i comparti dell'economia viterbese si sono più che dimezzati e i l valore agg iunto complessivo ha subito contrazioni dell 'ordine del 30%. Oltre a ciò, i l Banco ha intrapreso una serie di iniziative (come la trasformazione delle forme tecniche di finanziamento o le ristrutturazioni del debito o delle scadenze) che hanno assicurato, soprattutto alle imprese artigiane e alle Pmi, di continuare a operare», precisa Saraconi.
MENO RICHIESTA... «Banca di Viterbo, con i suoi 103 anni di storia, è una banca che vive per i l territorio. Ogni azienda che chiude è per noi una sconfitta e soprattutto una prospettiva minore pe rché i l nostro mercato non è illimitato», afferma Caporossi. «Che cosa abbiamo fatto per le imprese? La banca ha elaborato, tre anni fa, un piano strategico che prevedeva una ipotesi di crescita degli impieghi pari al 4%. Alla fine del 2012 abbiamo registrato un +2%, mentre alla fine dello scorso anno siamo andati in pareggio. Significa che siamo riusciti a impiegare quello che ci hanno restituito, ma ciò non è dipeso da noi. La banca ha un buon patrimonio di liquidità, buoni l i velli di capitale rispetto al rischio. I l problema è che non c'è richie
sta da parte degli imprenditori». Insomma, poche richieste di
credito. «Esa t tamente» , aggiunge Caporossi. «Quat t ro mesi fa abbiamo lanciato una iniziativa, denominata Sos Impresa, con l'obiettivo di sostenere le aziende del territorio, mettendo a disposizione un plafond di 10 mil ioni con prestiti della durata massima di due anni per i l ripristino della liquidità e fino a cinque anni per nuovi investimenti. Le richieste di finanziamento che stanno arrivando riguardano, nella maggior parte dei casi, i l ripristino della liquidità. Pochissime sono state le richieste per investimenti».
In effetti, anche i dati dell'ult imo Rapporto su l l ' economia della Tuscia Viterbese sembrano confermare ciò. Solo ril% degM imprendi tor i della provincia di Vi te rbo ha investi to nel 2012. I settori in cui g l i investimenti hanno avuto un maggior impulso sono stati i l terziario avanzato (+2,7%) e i l turismo (+2,1%). Le imprese artigiane hanno incrementato i loro investimenti dello 0,4%, mentre le altre dello 0,9%. Per quanto riguarda la destinazione degli investimenti emerge come quest 'ultimi sono stati indirizzati per lo più ad attività per l'aumento della capacità produttiva (opzione scelta dal 34,8% degli imprenditori), alla sostituzione di macchinari obsoleti e alla riduzione dei costi (entrambe 23,9%).
... E PIÙ SELEZIONE M a è vero che la selezione del credito è più marcata? «E normale che sia cosi», sottolinea Caporossi. «Per una banca è diventato ormai un percorso obbligato, visto che gl i scenari in cui si trova a operare sono cambiati in maniera importante. Un esempio: la Ban
ca d'Itaha, in questo momento, sta mostrando molta attenzione ai tassi di copertura sui crediti deteriorat i i n maniera rilevante. Nonostante questo contesto. Banca di Vi terbo ha deciso di rimanere vicino alle imprese e questo, ovviamente, comporta anche un aumento del credito deteriorato. Credo che una banca che si definisca locale abbia i l dovere-diritto di selezionare i l credito in maniera importante. A maggior ragione deve farlo un istituto bancario con dimensioni limitate. Noi sosteniamo solo le imprese che riteniamo possano avere un futuro».
«Basilea 2 può aver creato r i gidità in fase di attribuzione del merito creditizio, soprattutto alle imprese meno strutturate. I l Banco di Brescia, come credo tutte le aziende di credito che hanno a cuore lo sviluppo delle economie in cui sono radicate, ha integrato le procedure di affidamento con valutazioni di natura qualitativa, per recuperare quegh element i r i levanti ma non espressi (o non espressi correttamente) dai dati».
Quanto conta la collaborazione con le associazioni di categoria e con i confidi? «Per la Banca di Viterbo hanno rappresentato elementi importanti di confronto e di stimolo (e continuano a farlo). Gli incontri sono continui e spesso è accaduto anche di elaborare dei prodot t i specifici o delle iniziative proprio su loro suggerimento. Uno di questi è l'agevolazione che concediamo alle imprese femminili e a quelle di nuova cos t i tuz ione» , dice Caporossi.
«I confidi sono i l nostro canale privilegiato nella gestione del rapporto banche-imprese, per i l loro ruolo (r iconosciuto) di garanti delle linee di credito accordate dal sistema creditizio», aggiunge Saraconi. «Con Basilea 2, le garanzie dei confidi hanno potuto essere utilizzate per ridurre i l rischio di credito e creare un circolo virtuoso nel rapporto, soprattutto, con le piccole e medie imprese». •
46 Bancaplnanza • Marzo 2014
VITERBO PARLA FERINDO PALOMBELLA
Tassi alti e troppe garanzie Lo afferma il presidente della camera di commercio locale. Che rilancia: le banche dovrebbero credere di più nei progetti delle aziende.
I FABIO SGROI
F >erindo Palombella, presidente della Camera di Commercio di Viterbo,
ne è convinto: è sull'imprenditoria giovanile che bisogna puntare per dare nuova linfa al sistema produttivo locale. «Nonostante sia sfavorita dalla recessione in atto, dalle restrizioni del credito che ostacolano la nascita di nuove attività e dal clima di sfiducia che trattiene lo sviluppo di iniziative aziendali, l'imprenditoria giovanile può rappresentare un importante motore di sviluppo per i sistemi economici locali», sostiene il numero uno dell'ente camerale. «Proprio l'economia del territorio, con il supporto di politiche economiche mirate, potrebbe beneficiare della spinta innovativa che spesso caratterizza le attività produttive condotte dai giovani».
E il sostegno alla creazione di nuove aziende, insieme al rafforzamento delle reti di impresa, la diffusione della green economy per 10 sviluppo dei territori e la valorizzazione economica del patrimonio culturale, rappresentano le chiavi strategiche su cui si sta muovendo la camera di commercio . Con quale obiettivo? «Dare il via a un'azione di sistema che, attraverso la condivisione di obiettivi a più livelli istituzionali, contribuisca al miglioramento della competitività del sistema produttivo».
Certo, il sistema bancario locale deve fare la sua parte, sostenendo 11 territorio. Le imprese viterbesi sono soddisfatte del contributo che stanno dando gli istituti di credito locali oppure no? BancaFìnanza lo ha chiesto a Palombella.
Domanda. Com'è il rapporto con il sistema bancario locale?
Risposta. La relazione, negli
ultimi anni, si è fortemente modificata, nel senso che oggi le banche prestano molta più attenzione all'erogazione di fondi. Questo atteggiamento, sostanzialmente, mette in difficoltà le imprese soprattutto per due motivi: primo, per una maggiore richiesta di garanzie; secondo, per la questione legata al rating, che porta gli istituti di credito ad aumentare gli interessi. Pensi che, nella provincia di Viterbo, i tassi applicati da alcune banche raggiungono anche le due cifre.
D. E ciò rappresenta im freno allo sviluppo delle imprese...
R. Indubbiamente. Il problema è che le banche guardano più al mattone che alla progettualità delle aziende. E questo, alla lunga, incide molto nel contesto del tessuto produttivo viterbese, costituito molto da imprese attive nell'agricoltura e nell'artigianato. Nella nostra provincia c'è molto terziario, e ci sono soprattutto micro imprese.
D. Le aziende soffrono e gli impieghi del sistema bancario locale sono in diminuzione...
R. I dati del tredicesimo Rapporto dell'economìa della Tuscia Viterbese dicono questo. Per quanto riguarda il credito erogato dalle banche, abbiamo riscontrato una diminuzione degli impieghi bancari pari al 2% fra il giugno del 2012 e lo stesso mese del 2013 e i l calo è riferito alle imprese. L'altro dato che fa saltare sulla sedia è l'aumento delle sofferenze bancarie del 14,3%. Quindi: da una parte soffrono gli impieghi, dall'altra parte aumentano le sofferenze. Risulta chiaro che in una situazione del genere le difficoltà
sono evidenti, soprattutto in una provincia, come quella di Viterbo, che è "addica": siamo entrati più tardi in una situazione di crisi, ma ne usciremo dopo rispetto ad altre zone del nostro paese.
D. Gli ultimi dati disponibili sono quelli di giugno 2013. Pensa che da allora a oggi la situazione sia migliorata oppure no?
R. Penso che sia ulteriormente peggiorata. Le dico questo perché c'è un fenomeno che negli ultimi mesi si sta evidenziando. E cioè: anche il panorama dei confidi sta entrando in crisi. E questo va a sommarsi in un contesto nel quale le imprese, oggi come oggi, chiedono sempre meno credito alle banche.
D. C'è differenza, per l'imprenditore, nel rapportarsi con le banche effettivamente locali, rispetto a quelle per così dire nazionali?
R. Per rispondere al quesito mi pare doveroso fare una premes-
CONFIDI INORISI «Anche il panorama dei confidi sta entrando in crisi. E questo va a sommarsi in un contesto nel quale le imprese, oggi come oggi, chiedono sempre meno credito alle banche», afferma Ferindo Palombella, presidente della Camera di commercio di Viterbo.
Marzo 2014 . BancaFìnanza 4 7
Banche e territorio
PRODOTTI TIPICI La Camera di commercio di Viterbo (sotto) Ila puntato particoiarmente sulla valorizzazione dei prodotti tipici locali: dalla nocciola alla castagna, dal vino all'olio.
sa. Nella nostra provincia, tutte le aziende di credito che operano possono essere considerate locali. Mi spiego meglio con un esempio: prendiamo la Cassa di risparmio di Viterbo. Adesso è entrata nel grande circuito di Intesa Sanpaolo, ma non abbiamo riscontrato differenze evidenti rispetto a prima. La testa era ed è rimasta in provincia di Viterbo. Da noi abbiamo un buon numero di banche di Credito cooperativo. Che però, secondo me, presentano un limite: hanno liquidità fino a un certo punto, poi bloccano i finanziamenti.
D. La frequente rotazione dei direttori di filiale rappresenta un problema per gli imprenditori?
R. Altro che. La provincia viterbese è piccola, conta 60 comuni e poco meno di 300 mila abitanti. Insomma, è una provincia che si tocca con mano. Il turnover continuo dei direttori di filiale da noi è molto frequente. E rappresenta un vero e proprio danno perle aziende. Sento sempre più spesso gli imprenditori lamentarsi. Tenga conto che, come più volte sottolineato in questa intervista, ci troviamo di fronte a microimprese e quindi, molto spesso, il direttore di agenzia riveste una funzione - diciamo cosi - di "confessore". E chiaro che, cambiando continuamente interlocutore, i l problema che ha l'imprenditore è
quello di ricominciare da capo la relazione con il nuovo direttore. Non va bene. Personalmente ho anche affrontato l'argomento in più di una circostanza con chi adotta questi meccanismi. La risposta? Si considera più i l logo della banca che le persone che vi lavorano. Come potrà intuire, questo è un discorso che riguarda più che altro i grandi gruppi bancari.
D. Il sistema dei confidi ftm-ziona in provincia di Viterbo?
R. In ogni settore operano almeno due consorzi fidi. E questo, a mio parere, è un limite. La maggior parte dei consorzi di garanzia fidi sono 106, mentre altri, legati al settore industria e agricoltura, hanno aderito ai 107 regionali. Questi ultimi sono riconosciuti dalle banche come organismi più credibili, perché sono vigilati dalla Banca d'Italia. Si tratta di confidi che danno garanzie fino al 50% e quindi svolgono una funzione molto importante. La Camera di commercio di Viterbo crede molto in questi organismi. Da tempo, ormai, ogni anno inserisce nel proprio bilancio circa 500 mila euro, con l'obiettivo di aumentare le garanzie prestate del 30%. Con il supporto dell'ente camerale, dunque, l'impresa può arrivare fino air80% delle garanzie richieste. In alcuni casi, una parte di questi fondi può servire anche per l'abbattimento del tasso di interesse fino al 2,5%. In passato, la camera di commercio concedeva la possibilità di abbattere i l tasso direttamente all'impresa. Oggi non è più cosi. Crediamo che lo strumento dei confidi tuteli meglio le imprese. E poi c'è un altro aspetto da considerare.
D. Quale? R. I consorzi di garanzia fidi
hanno un potere contrattuale nei confronti delle banche che è diverso rispetto a quello del singolo imprenditore. In alcuni casi, come nell'agricoltura, è stata proprio la camera di commercio a spingere per la costituzione dei confidi.
D. Quale messa lo si sente di dare, in questo particolare momento, al sistema bancario locale?
R. Gli istituti di credito dovreb
bero credere di più nella voglia di fare impresa, nella scommessa di un buon progetto e nei consorzi fidi. Quella di Viterbo è una provincia dove l'imprenditoria locale è viva e frizzante. E un'imprenditoria che ha ancora voglia di fare e di mettersi in gioco.
D. E agli imprenditori quali su^erimenti darebbe?
R. Devono avere il coraggio di innovarsi ancora di più e dì diversificare la propria attività. Penso che, in questa fase particolare, concentrarsi in una attività sia diventato assai rischioso. Ci sono alcuni settori, come l'artigianato, l'agricoltura, ma anche l'industria, in cui è possibile diversificare e avere uno spaccato più ampio. Bisogna aprirsi anche ai mercati nuovi, al mondo dell'internazionalizzazione in generale.
D. Ci sono imprese che in questo momento staimo investendo in innovazione?
R. Si. Abbiamo timidi segnali, grazie anche al lavoro che sta facendo la camera di commercio, che offre formazione soprattutto alle nuove aziende.
D. Quali iniziative sta mettendo in campo o ha messo in campo la Camera di commercio di Viterbo per sostenere le imprese? Quali sono i progetti per U 2014?
R. Intanto abbiamo dato un forte impulso al settore agroalimentare e in generale ai prodotti tìpici della nostra provincia: dalla nocciola alla castagna, dal vino all'olio. Valorizzare il territorio significa valorizzare l'impresa e quindi i prodotti. Stiamo dando spazio all'internazionalizzazione, accompagnando le imprese all'estero e puntando sulle nuove generazioni. Alcuni anni fa siamo entrati nelle scuole, promuovendo l'attività di impresa, organizzando corsi, con l'obiettivo di far comprendere ai giovani che oggi il posto fisso non esiste più e che è possibile costruirsi un futuro puntando su se stessi. Insomma, per le aziende è necessario fare un salto culturale. Che, naturalmente, deve essere accompagnato con le politiche di credito, di sviluppo e di innovazione. •
4 8 Bancapinanza • Marzo 2014