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FIRENZE Book

Date post: 23-Mar-2016
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FIRENZE Book
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Page 1: FIRENZE Book
Page 2: FIRENZE Book

10 CAMPIONATOGIORNALISMO MARTEDÌ 20 DICEMBRE 2011

Aulla sommersa.«Siamoconvoi»Il sindacoSimoncini ha incontratogli alunni del nostro istituto

MARTEDÌ scorso, 13 dicembre,nell’aula Polifemo dell’Istitutocomprensivo Pieraccini, gli alun-ni della scuola hanno incontratoil sindaco di Aulla, Roberto Si-moncini, che è venuto per parlaredell’alluvione che ha colpito lasua città, un piccolo comune di11.000 abitanti nel cuore dellaLu-nigiana. Il 25 ottobre nell’arco di24 ore sono caduti 366 mm dipioggia, un evento straordinarioche ha provocato l’esondazionedel fiumeMagra.«Erano le 18,30 quando il Magraè esondato — ha detto il sindaco— prima è andata via la correntepoi è arrivata un’onda improvvi-sa, uno dei primi edifici ad esserecolpito è stata la caserma dei vigi-li del fuoco». Poi il fango ha som-merso ogni cosa.

L’ALLUVIONE è durata 2 ore e30, in questo tempo i danni sonostati enormi: «Ci sono stati duemorti e 108 evacuati. Le criticitàsono molte: case allagate, ponticrollati, frazioni isolate, mancan-za di acqua potabile e gas, in nu-merose frazioni niente corrente

elettrica e linee telefoniche».«Quali sono stati i monumentipiù colpiti della città?»: chiede unalunno della scuola primaria.«L’Abbazia di San Caprasiodell’884per fortuna non è stata di-strutta, ma è stata allagata e som-mersa dal fango».Cos’è l’Archivio Storico notarile

dei Feudi della lunigiana?«L’archivio è prezioso perchè cisono tutti i manoscritti del ‘400che raccontano la storia notariledel paese — spiega il sindaco —l’edificio è stato devastato dal fan-go, ma grazie all’intervento diuna giovane archivista romana,Francesca Frugoni, insieme ai ra-

gazzi del liceo classico diAulla so-no riusciti a portare in salvo i li-bri. Non è un caso che sono statiproprio i ragazzi a salvare l’archi-vio storico, poichè fanno parte delConsiglio dei Giovani e Aulla èstato il primo comune d’Italia adaverne uno. I libri sono stati tra-sportati a Firenze per il processodi liofilizzazione. I soccorsi sonostati numerosi: per nove giornihanno operato sul territorio pro-vinciale 7144 unità di personaledi cui 3851 angeli del fango».

CHIEDE un bambino: «Cosa haprovato quando ha visto la sua cit-tà distrutta?».«Un grande dispiacere, ma questacatastrofe paradossalmente ci haavvicinati di più. In seguito allatragedia abbiamo ricevuto unagrande solidarità da tutta laRegio-ne, sopratutto da Firenze. Molticittadini ci sono stati vicini, tracui tassisti fiorentini, la Fiorenti-naCalcio e altri».Un alunno dellascuola Pieraccini saluta il sindacoepromette: «Anche lanostra scuo-la contribuirà con un piccolo ge-sto di solidarietà».

CHI SONO gli angeli del fango? Sono persone co-muni come il nonno di un nostro compagno o notecome l’onorevole Pierluigi Bersani. Il loro aiuto è sta-to fondamentale nelle città alluvionate.

Lei dov’era il giorno dell’alluvione a Firenze?«Credo a scuola. Le notizie arrivavano dalla radio».

E’ stataun’ideasuaandareaFirenzeperporta-re aiuto?

«Ne parlammo tra noi, e cominciammo a chiederci:perché non andiamo? Diciamo pure che fui uno deipromotori. Il nostro insegnante di religione, donNi-so Della Valle, era un riferimento per noi. Ci vennenaturale andarne a parlarne con lui: non solo disse disì, ma si preparò a partire con noi».

Quell’esperienza ha cambiato qualcosa nellasua vita?

«Sicuramente, perché fu un’esperienza straordinaria.

Avevo quindici anni! E’ stata una grande emozionepoter vivere la solidarietà che si sentiva in quei gior-ni. Non solo: ho anche avuto l’occasione di respirarei primi passi di una storia nuova. Girava un’aria dicambiamento».

Ci sono ancora oggi molti documenti danneg-giati che hanno bisogno di essere restaurati.Quandosaràalgoverno faràqualcosaperaiu-tare questa opera?

«Adesso che me l’ hai ricordato sicuramente lo farò.Ricordo che quando partii sapevo che dovevamo sal-vare i libri e gli oggetti d’ arte, immaginavo che avreifatto quello. Però la mia squadra finì ad occuparsi diripulire dal fango laboratori e cantine.Ho fattomano-valanza. Ma fu lo stesso indimenticabile».Nel 2011 gli angeli del fango sono tornati in azionead Aulla; questa volta sono arrivati in aiuto anche gliultras della Fiorentina e i ragazzi del liceo classico diAulla.

L’INTERVISTA IL SEGRETARIO DEL PD HA PARTECIPATO AI SOCCORSI DOPO L’ALLUVIONE DI FIRENZE NEL ’66

Bersani, un angelo del fangodi quindici anni

LAVISITA I ragazzi della Pieraccini con il sindaco di Aulla

LAREDAZIONE

L’ARCHIVIO di Stato diFirenze si è occupato del re-stauro dei documenti allu-vionati nel 1966.Dei 30 chi-lometri danneggiati, 24 so-no stati restaurati. Il proces-so comprende molte fasi:prima si spagina il volume,poi col bisturi si toglie pa-zientemente il fango, si lavail foglio con acqua tiepida econ un pennello si leva losporco residuo. Una voltaasciutto, si ricalcano le partistrappate sulla “carta giap-ponese” operando con unago appuntito, poi questaviene incollata.Quando tut-to è fatto si ricostruisce il fa-scicolo cucendo tra loro lepagine. Dopo l’alluvionedel ’66 erano in 13 a lavora-re, oggi è rimasta una solarestauratrice, la dottoressaMorelli, perché l’Archivionon ha più finanziamenti.Ad Aulla lo scorso ottobresi è ripresentato il proble-ma: come ci ha confermatol’assessore Cristina Scaletti,che si sta occupando dellacosa, ben 40000 volumi del-la biblioteca e dell’ArchivioStorico sono stati danneg-giati dall’acqua, fra i quali45 preziosissimi atti notari-li del ‘400. Questi ultimi so-no stati messi in uno deicongelatori offerti dalla Bo-frost. Lì sarannomantenutiin sicurezza fino a quandonon saranno gli “liofilizza-ti”, con questo metodo i fa-scicoli vengono congelati fi-no a -50˚, poi messi in unapparecchio che prima limette sottovuoto, poi “subli-ma”il ghiaccio,cioè lo tra-sforma in vapore senza pas-sare dallo stato liquido. Al-trimenti, dopo il congela-mento, si può passare al re-stauro tradizionale.

Scuolamedia

PieracciniFirenze

SOLIDARIETÀAngeli delfango dopo l’alluvione del ’66

LAPAGINA è stata realizzata dagli studenti della I C dellascuola media Pieraccini in collaborazione con la classe VAdella scuola Lavagnini. I C: Abbado Luigi, Batacchi Tom-maso, Berretti Lucrezia, Borgioli Alessandro, CamastroGiorgia, CanastriniMaria, Celli Guglielmo, D’AntoniArian-na, Gabbrielli Edoardo, Garchitorena Vincent Galamay,GhisuDuccio, Huaroc SamaniegoAshleySayuri, JesusMe-

dina Nilton Oswaldo, Lenzi Lapo, Mucci Samuele, NatiAgnese,PairazamanChambergoMiguel, ParducciUmber-to, Pelleschi Greta, Rossi Federico, Wu Weiwei. V A: Ab-delqader Jasmin, Ani Ochenna, Bayongan JameverBalun-so, Caramitti Alessio, Carhuallanqui Montes Maria, CicaliAlessia, Cosofret Alexandru Constantin, Daghini Martina,Dauplo Christian Paul, Eletti Lorenzo, Gnesutta Daniele,

Haxhiu Aishe, Holguin Caller Mabel Gaudy, MaccallumEvaMaria,MananghayaParagasGuilfred,Masi Giulia,Mi-chahelles Flavia, Palchetti Vittoria,Perez Camila Natalia,Piras Vittoria, Pistolesi Boni Irene, Poli Zoe, Reyes Ha-rold James, Valladares Aguilar Marialaura, Vega CarolOlalla. Dirigente scolastico: Valerio Vagnoli.Insegnanti tutor: Cinzia Tosti Guerra, Anna Colantuono.

IRESTAURI

Archiviodi StatoUn lavoroprezioso

Page 3: FIRENZE Book

11CAMPIONATOGIORNALISMOMARTEDÌ 20 DICEMBRE 2011

Oltre la ribalta dellamodaVestirsi in un certomodo è diventato bisogno: come scegliere bene

LA MODA è una presenza fonda-mentale nella vita di noi adole-scenti, condiziona il modo di ve-stire e costituisce un bisogno dasoddisfare, al pari delle necessitàprimarie. Lamaggior parte di noisegue le tendenze che sono in vo-ga nel momento, alle quali è diffi-cile rinunciare, senza sentirsi “di-versi”; il rischio infatti è di trovar-si emarginati da quei compagniche hanno un forte interesse per iprodotti che più rispondono alconformismo. Anche per questo igiovani ritengono essenziale in-dossare abiti che li fanno sentireparte del gruppo, e non estranei,con il risultato di favorire la ten-denza al consumo e incrementareil fatturato delle aziende più “allamoda”. Di queste in generale iconsumatori sono portati a fidar-si, perché ritengono il marchiouna garanzia.

IL RAPPORTO tra la qualità e ilprezzo permette oggi a tutti, an-che ai meno benestanti, di acqui-stare le cose che desiderano; ma igiovani, pur di assicurarsi il capoche li fa sentire “alla moda”, sonoindotti a spendere anche molto.

Chiaramente chi hapiùdisponibi-lità economica hamaggiori possi-bilità di tenersi aggiornato con lamoda, perché può permettersi diandare oltre certi limiti, ma nonsempre ne sente il bisogno, men-tre chi ha meno disponibilità avolte si concede strappi eccessivi.Tutto questo fa emergere differen-ze rese immediatamente evidenti

dalla volontà omeno di indossarei capi delle marche più prestigio-se. Ciò, non di rado, è motivo dicontrasto tra i giovani, portati a se-guire le tendenze e ad ignorare igusti e le scelte dei genitori, piùorientati di solito a un look piùtradizionale, attenti alla qualità eal prezzo.Dietro il mondo fascinoso della

moda si nascondono, in qualcheoccasione, realtà di cui non siamospesso a conoscenza, ma che han-no a che fare direttamente con ciòche indossiamo. Sembra ad esem-pio, da indagini compiute e da de-nunce fatte negli anni addietro,che non sia assente l’impiego disostanze dannose da parte diaziende e marchi anche famosi,ma fa ben sperare il fatto che siastato raggiunto un impegno co-mune a ridurre, entro il 2020,l’uso di simili componenti. Nonmolto tempo fa, una giovane don-na accusava sulla rete di avere su-bito seri danni per aver indossatoabiti acquistati presso una catenadi grande distribuzione.

UN ALTRO aspetto negativo delmondo della moda è dato dallosfruttamento di manodopera mi-norile, senza che vi sia un adegua-to controllo della filiera produtti-va e un intervento repressivo daparte dei governi di quei Paesiche tollerano il fenomeno. Ci sichiede se non sarebbe meglio cheprestassimo più attenzione a que-sti aspetti del problema di cui disolito non teniamo conto, invecedi occuparci solo del marchio checi permette di stare “alla moda”.

ABBIAMO incontratoLorenzoBraccialini, diret-tore marketing e comunicazioni dell’omonimaazienda, e gli abbiamo posto alcune domande sultema della moda nel mondo, specie in relazioneagli adolescenti. «Le dinamiche dei giovani tendo-no oggi ad incrociarsi in modo continuo; non esi-ste più un target unico, ma una fusione di stili etendenze: gli adulti amano tornare alla loro adole-scenza, i giovani imitarli, per sentirsi più grandi».La Braccialini è un’azienda attenta ai giovani; perloro «ha creato una collezione che si ispira ai famo-si Looney Tones, unmarchio avuto in licenza dal-laWarnerBros. Lo stile sposa lamoda ai personag-gi simbolici che hanno segnato l’infanzia di moltegenerazioni».Quando si tratta di scegliere i capi daindossare, il consumatore in generale tiene conto«della funzionalità del capo in rapporto al tipo divita di ognuno e quindi all’uso, ma vi è da parte di

tutti una forte attenzione al prezzo e alla qualitàdei prodotti, visti in relazione tra loro».In fatto di moda, Firenze ha una nobile tradizioneche risale alRinascimento, «legata all’ideale di bel-lezza e alla qualità dei prodotti che nascono dallemani sapienti degli artigiani»; una tradizione chesi conserva e che fa anche oggi di Firenze il centrodellamoda.Gli abbiamo chiesto cosa pensasse del-lo sfruttamento del lavorominorile di cui spesso sisente parlare a proposito di aziende che operanonel settore. «Le grandi multinazionali estere, ci harisposto, oggi fanno più attenzione alla filiera, pro-prio a seguito degli scandali avvenuti; quanto allegriffe italiane già esercitano il controllo sul ciclodella produzione per i proprimarchi». Gli esponia-mo, prima di congedarci, una nostra esigenza: chei prodotti siano tutti etichettati per poterne verifi-care la tracciabilità, conoscere la qualità dellemate-rie impiegate e saperne la provenienza.

L’ESPERTO A COLLOQUIO CON LORENZO BRACCIALINI, DIRETTORE MARKETING DELL’OMONIMA GRIFFE

«Rapporto prezzo-qualità, vigilato speciale»

APPARIRE

O ESSERE?

Il rischio di esseresuccubi della modae non protagonistivisto con la fantasia

LAREDAZIONE

CI INTERESSAVA cono-scere quale fosse il rapportodei ragazzi con lamoda, e secambia con l’età, ma anchequanta importanza abbia lamoda per loro. Ne abbiamointervistati alcuni, ed abbia-mo ascoltato il parere diqualche adulto, nella cer-chia famigliare. La moda èun punto di riferimento, lostrumento attraverso il qua-le ogni adolescente, nel mo-mento in cui ricerca unasua identità, esprime il pro-prio stile e la propria perso-nalità, e costruisce il rappor-to con gli altri. La maggiorparte dei giovani, in fatto dimoda, non si fa influenzaredai compagni di classe, masegue l’esempio dei coeta-nei in generale, perchél’aspetto esteriore, sfortuna-tamente, oggi è quello chepiù conta. Nella scelta deicapi, ragazzi e adulti dannoimportanza alla comodità eall’eleganza; gli adulti ten-gono conto anche della qua-lità; per tutti è fondamenta-le sentirsi a proprio agio ne-gli abiti che si indossano.Un altro fattore decisivo alquale tanto gli adulti che iragazzi prestano attenzioneè il prezzo: i ragazzi, che ini-ziano a comprarsi i vestiticon i propri soldi, si sento-no responsabilizzati, gliadulti hanno il sospetto cheun abito che costa poco siadi qualità scadente: il prez-zo costituisce una garanzia.Può succedere però che iproduttori ne approfittino emettano sul mercato capi dibassa qualità ad un prezzopiù alto, ricavandone mag-gior profitto.Anche per que-sto sarebbe doveroso educa-re i ragazzi ad un consumoconsapevole.

Scuolamedia

CarducciFirenze

MANAGER

Lorenzo Braccialini in azienda

III A: Anzillotti Edoardo, Baldini Eva, Benucci Delfina, Ber-tini Emma, Bigi BiancaMaria, Bongiovanni Chiara Tiffany,Busoni Edoardo, CarubiaGabriele, ChenYongjie, Crescio-li Marco, Donati Federico, Finta Jane, Menicatti Teresa,Montagnoni Adele, Montaguti Leonardo, Moriani Leonar-do, Pagnano Tommaso, Prajia Diana Andreea, RamaMar-tina, Scalzullo Giulio, Stefanon Luca, Toschi Vespasiani

Martina, VaggelliGemma, Vigori Anna.

II A: Bayon Tommaso, Bertolasi Federico, BongiovanniMarco, Borghi David, Caldo Luigi, Carbungo Jairus Ja-mes, Denith Irene, Di Bari Giuliana, Dragoni Filippo, Enri-quez Camongol Lou, Flora Alessia, GagliardoMichael, Ia-copozzi Cosimo, Lomascolo Ilaria, LondonoHenaoFrance-

sco, LunardoMariaCaterina,Magni Lorenzo,MassaEuge-nia, Moschella Vanni, Noferi Benedetta, Paratore Giulia,Ruocco Matthew Alexander, Sansosti Chiara, SoffiettoNiccolò, Ventura Margherita, Verrecchia Beatrice.Docente tutor: De Robertis RitaDirigente Scolastico: Marchese Luciana

L’ANALISI

Un fenomenoradicato

nella società

Page 4: FIRENZE Book

12 CAMPIONATOGIORNALISMO GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011

Il rugby: lo sport del cuoreCresce ilmovimento nella nostra città: capitale europea dello sport 2012

QUANDO William Webb Ellis,giovane studente della cittadinadi Rugby vicino a Birminghamdecise, nel lontano 1823, di infran-gere le regole del football pren-dendo inmano il pallone e corren-do verso la linea di fondo campoavversaria, non immaginava certodi avere posto le prime regole diun nuovo sport, il Rugby Foot-ball, che di lì a breve divenne tra ipiù popolari nel mondo. Tanto-meno sapeva, il giovane William,che da quel gesto di ribellione sa-rebbe nata una disciplina nellaquale valori e confronto leale so-no un esempio per tutti gli altrisport.Oggi, con tutto quello che accadetra le tifoserie nel calcio e spessoin campo tra giocatori stessi, ilrugby rappresenta un’esperienzadi formazione positiva, soprattut-to fra i giovani, portatrice di ele-menti fondamentali: “la cultura”dello sport, intesa come una seriedi valori di cui il giocatore è esem-pio in campo comenella vita, il ri-spetto delle regole e la lealtà versogli avversari, l’educazione comecollaborazione e considerazionedei compagni e, infine, il “fair

play”. Quest’ultimo racchiude insé la vera forza di questo sport. Il“terzo tempo” prevede un mo-mento in cui le squadre avversa-rie si riuniscono informalmente afine partita per parlare di quantoaccaduto, davanti a un rinfresconella club house e a volte insiemeall’arbitro, tutto in modo confi-denziale. Questo è un atto di ami-

cizia edumiltà, nel quale il signifi-cato di vincere e perdere fannoparte del gioco.

PERCHÉ quindi non immagina-re che il rugby abbia un ruolo diprimo piano nei prossimi eventiche Firenze dovrà organizzare inoccasione della sua nomina a “Ca-pitale dello sport 2012”? Perché il

vicesindaco e assessore allo sportDario Nardella non potrebbe co-gliere l’occasione per rilanciareFi-renze come città del rugby?Firenze vanta già una buona tradi-zione in questo sport, e non soloperché il calcio in costume, inqualchemodo ne è stato il precur-sore, ma anche perché in questacittà sono presenti società che dadecenni svolgono con successo laloro attività in questo settore.Se “l’idea di sport è quella di stru-mento diffuso di forte socializza-zione e accrescimento delle quali-tà di vita,” come recita un passag-gio del documento che l’ammini-strazione comunale ha presentatoa Bruxelles per candidarsi al ruo-lo di città europea dello sport2012, allora il rugbypuò veramen-te rappresentare questo pensiero.Se sapremo cogliere quest’occasio-ne, il gioco della palla ovale po-trebbe essere non più quello sport“incomprensibile a molti” comescrive Alessandro Baricco, bensìuna fonte di formazione fisica edetica per molti giovani della no-stra città.

ABBIAMO intervistato Luigi Ferraro , giocatoredella Firenze Rugby ed ex capitano della NazionaleA.

Per quale motivo ha deciso di dedicarsi alrugby?

Ho iniziato a praticare il rugby a tredici anni, maera un gioco e quando scendevo in campo pensavosolo a divertirmi. Poi sono diventato capitano, hoiniziato a giocare a Padova e in Lombardia, nelleregionali e nelle nazionali. Questa esperienzami hafatto crescere come uomo e come rugbista; ora alle-no i ragazzi più giovani e spero di trasmettere loroquanto io stesso ho appreso: rispetto dei compagni,senso del gruppo e lealtà, perché la squadra nonpuò funzionare se manca un membro.

Cosa leha insegnato l’esperienzadi diventa-re capitano?

Hoprovato una grande emozione e senso di respon-sabilità verso gli altri. Nelle partite di rugby non ci

sono barriere fra pubblico e giocatori e quello che siimpara giocando è l’integrazione di tutti quanti, av-versari e compagni, ma soprattutto la voglia di nonmollare mai. Si impara a vincere, a godere di unavittoria, ma anche a prendersela con te stessi se siperde e non si è dato tutto.

Il valoredel fairplaysecondo lei si vaperden-do?

Nel rugby è incondizionato il fairplay, è possibile“schiantarsi” sull’avversario e fargli male, ma nonha senso dargli un calcetto fuori dal gioco!Una vol-ta che è terminato lo scontro, è grande il desideriodi aiutarlo a rialzarsi.

Qual è stata la partita più significativa?Secondo me tutte le partite sono fondamentali, an-che se la più importante è quella che ancora deveessere giocata. Il rugby si può paragonare alla vita,ciò che si è già vissuto è importante, ma quello cheverrà lo è ancor di più.

L’INTERVISTA INCONTRO CON LUIGI FERRARO, GIOCATORE DEL FIRENZE RUGBY ED EX NAZIONALE

«Unapalla ovale checostruisce valori»

LAREDAZIONE

“SONO in mezzo al cam-po, e non so neppure io, seho più paura o coraggio…Ultima frazione di gioco,lancio lungo, palla dell’av-versario, sono l’ultimo uo-mo, la partita è nelle miemani…La tensione sale, penso aimiei compagni che credonoin me, tutto si svolge in po-chi secondi: con tutta lamia forza lo placco! E final-mente… vittoria!”Pratico il rugby da diversianni, le emozioni che provoin questo sport sono fruttodi una nuova passione inme.Quando scendo in campoguardo negli occhi i mieicompagni e so che in quelmomento devo fidarmi diloro: siamo come “fratelliin guerra”.La cosa che amo di più inquesto sport è “il terzo tem-po” nel quale le squadre, fi-no ad ora rivali, escono in-sieme dal campo, vinte ovincitrici che siano. Così igiocatori socializzano an-dando a mangiare e bere,uniti come “amici” e nonpiù come “nemici”.Questa esperienza, se prati-cata fin da piccoli, insegnavalori importanti quali il ri-spetto verso il prossimo fon-damentale per la società. Ilnostro Istituto, propone ilprogetto “Crescere inMovi-mento” relativo alle Scien-ze motorie, che nel primoanno della scuola seconda-ria presenta il rugby come ilmodello di sport da seguire,particolarmente indicatoper la crescita integrale del-la persona.Consiglio ai ragazzi di pro-varlo, per far crescere in lo-ro passione e valori che ri-marranno per tutta la vita.

Scuolamedia

DeMattiasFirenze

PALESTRA

DI VITA

Un’immagineche illustral’affetto degliappassionati peril rugby, unadisciplinasportiva rude, maricca di valorietici

PROTAGONISTA

Luigi Ferraro in azione

LA PAGINA è stata realizzata dagli

studenti: Logan Aspin, Stefano Baylon,

Valentino Brocchi, Julia Brogi, Piero

Brogi, Federico Franceschi, Matilde

Francioni, Raveen Khawe, Cosimo Lori,

Giulia Matteuzzi, Edwards Miglinieks,

Maximilian O’ Kief, Brando Sacramento,

Andrea Cottoni, Filippo Torrini, Niccolò

Vieri, Davide Villani della III media dellaScuola Secondaria di primo grado BeataMaria De Mattias.Docente tutor e Dirigente scolastico è laprofessoressa Monica Milanesi

RIFLESSIONI

Unadisciplinavissuta

conpassione

Page 5: FIRENZE Book

13CAMPIONATOGIORNALISMOGIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2011

Autumnia: la tregiorni del gustoLa trasformazionediFigline: daborgo lontanoapolod’attrazione

CAMMINANDO per Figline,immersi nel profumo di castagnearrostite, mandarini e dolciumivari, si possono trovare, qua e là,orticelli con alberi e verdure, si-gnori che vendono cappelli e ce-ste fatte di paglia, altri che lavora-no il ferro e così via. Sono i giorni11 - 12 - 13 novembre. La stagio-ne autunnale è festeggiata conuno degli eventi più significatividella Toscana: Autumnia, chequest’anno raggiunge la sua tredi-cesima edizione e coinvolge, oltrealla Protezione civile, gli Assesso-rati alla attività produttive, al turi-smo ed alle politiche ambientali.Fiumi di persone si riversano nel-le strade e nelle piazze, non per lasolita passeggiata, ma spinte dallacuriosità di vedere e assaggiarequalcosa di nuovo e dal desideriodi sentirsi fiere delle bellezze edelle bontà che questa terra e tut-ta l’Italia possono offrire. La “pic-cola” Figline, per tre giorni, di-venta l’attrazione turistica dell’in-tera regione: circa ottantamila vi-sitatori di ogni età calpestanoquei cinquemila metri quadrati

su cui è spiegata la manifestazio-ne. Parlare di numeri però nonrende l’idea dell’autentico traspor-to che investe ogni visitatore, del-le emozioni che vengono vissute.No, perchénon si tratta di unmer-cato, Autumnia non è un sempli-ce appuntamento economico, èpiuttosto, grazie anche a una serie

di convegni, un’appetitosa possi-bilità di ampliare le conoscenzesull’Ambiente, sull’Alimentazio-ne, sull’Artigianato e sull’Associa-zionismo. Tutto infatti convergea sviluppare il programma dellequattro “A”, su cui si basa l’even-to. Un programma che offre an-che la possibilità di giocare e di di-

vertirsi o con un percorso di cor-de sugli alberi, o con una passeg-giata a cavallo, o con lamungituradi una mucca. Vista così, Autum-nia diventa unmezzo per educarea viveremeglio, alla cura del patri-monio circostante, al rispetto delfantastico sfondo naturale che in-cornicia questa città e tutta la To-scana, che troppo frequentemen-te trascuriamo. È un modo peraprire gli occhi davanti alla natu-ra e rendersi conto chemagari co-me “vicini di casa” non abbiamosolo gentili vecchietti, ma forseanchequalche animale, un procio-ne o una lepre, che vive propriosopra Figline, nel bosco di Val-lombrosa. Al tempo stesso Autu-mnia è un mezzo per guardarepiù lontano, per “unire” l’Italia,mediante lo scambio di usi e co-stumi con altre parti della peniso-la, presenti con i loro prodotti tipi-ci e la loro cultura.Di fronte a que-sta città in festa non resta che la-sciarsi piacevolmente coinvolge-re, animati da tanta voglia di ri-spolverare tradizioni e di saziarela propria curiosità.

AUTUMNIA attira l’interesse di decine di mi-gliaia di persone. Come sente il rapporto trala città di Figline e questo evento che apresempre più i propri confini?

«Autumnia è diventata la festa più importante della città euna delle prime della Toscana — risponde il sindaco diFigline, Riccardo Nocentini— è la festa in cui tutta la co-munità, tutta la cittadinanza attiva figlinese si apreall’esterno e tantissime persone rispondono positivamen-te al suo richiamo.Aprire l’esperienza diAutumnia a livello più ampio possi-bile e conservare il suo carattere locale è una sfida difficileda accogliere».

Quale ideapuòaiutarequestoeventoaman-tenere i livelli raggiunti e a incrementarli?

«Autumnia è unamanifestazione locale perché promuovei prodotti di Figline e del Valdarno, ma insieme è qualco-sa di più ampio, perché, richiamando l’attenzione su tutto

quello che può portare a una qualità migliore della vita,vuol dare unmessaggio universale. E lo fa anche con speci-fici incontri di approfondimento, che coinvolgono le va-rie associazioni presenti nel territorio, e con iniziative pergli alunni delle scuole».

Comevaluta in generale l’associazionismoaFigline?

«Una delle fortune maggiori di Figline è quella di essere“Terra di Associazioni”. Sono tante ed operano nei settoripiù diversi per il bene comune. Non solo, esse maturanoal loro interno valori importanti che poi si diffondonoall’esterno, fra la gente».

In una battuta, cosa può insegnare Autum-nia?

«Autumnia può insegnare che tutto è collegato. Ogni per-sona, ogni cosa è parte integrante di un tessuto naturale esociale legato in ogni sua parte da strettissime e inscindibi-li relazioni».

L’INTERVISTAQUATTRODOMANDEARICCARDONOCENTINI, PRIMO CITTADINO FIGLINESE

«Una festaperguardarealmondo»

LAREDAZIONE

A FIGLINEunperfetto in-contro tra presente e passa-to, tra la realtà di oggi e isuoi problemi e le origini,tra vicino e lontano.Quattro “A” in festa: Agri-coltura, Alimentazione,Ambiente e Associazioni-smo.“A”, la prima lettera dell’al-fabeto, l’origine, un tentati-vo di recuperare genuinità,di avanzare verso il futurosenza recidere il legame conil nostro passato. “A” diAgricoltura e Alimentazio-ne, per evitare che i bambi-ni del XXI secolo ignorinoil miracolo che ogni giornosi rinnova nei campi o nonsappiano da dove provieneil cibo che vedono nel piat-to; ed è importante riscopri-re i prodotti tipici di un’an-tica e storica regione comela nostra, laToscana, che ve-de nella coltivazione dellavite e dell’olivo due fonda-menti dello sviluppo dellasua cultura e una prospetti-va di lavoro e di guadagno.“A” diAmbiente: per sotto-lineare come questo piane-ta, che ci piaccia o no, perde-rà la pazienza di dare la vitaa un’umanità che non lo ri-spetta e non lo salvaguarda;e in quest’ottica non puòuna festa come Autumnianon porsi il problema dellatutela della realtà che ci cir-conda e che ha orizzontisempre più vasti. Infine,“A” di Associazionismo,per ricordare il valore dellacollaborazione e della soli-darietà; e per questo è giu-sto dedicare spazio alle nu-merose organizzazioni divolontariato che fioriscononel nostro territorio, dispen-sando frutti preziosi per tut-ti.

Scuolamedia

Marsilio FicinoFigline

SINDACO Riccardo Nocentinicon alcuni alunni dopo l’intervista

CLASSE III A: Aglietti Allegra, AnzevinoFiammetta, Bellandi Cristian, BumbucAlexandra, Di Trapani Antonio, GabbrielliFiammetta, Lanini Cosimo, Lapi Niccolò,Mar-zanoChiara,Mosconi Lisa, Nocentini Tomma-

so, Poggesi Eleonora, ReginaFilippo, Sabati-ni Chiara, Taddeucci Cosimo, TurriniMarghe-rita. III B: Bettini Giulia, Botti Francesco, Can-nelli Lapo, Carlone Davide, D’Angiulli Thier-ry, Emanuele Laura, Ermini Costanza,Marti-

gnetti Eleonora, Nannini Gregorio, OlivieroRosa Lucia, Ponzalli Elisa, Sicuro Rebecca,Soldi Mabel. Dirigente scolastico: Enrico M.Vanoni. Docenti tutor: Lorenzo Artusi, PaoloButti, Vera Checcacci.

L’ANALISI

Unmodoper riscoprirevalori etici


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