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Facoltà di Veterinaria
Corso di Laurea in Tutela e Benessere Animale
Tesi di Laurea in Ecologia e Ecotossicologia
FLORITERAPIA AUSTRALIANA:
POSSIBILITA’ DI IMPIEGO PER
MIGLIORARE LA QUALITA’ DI
VITA DEI CANI NEI CANILI
RIFUGIO
Candidato: Relatore:
Sara Santaroli Michele Amorena
Matricola n°. Correlatore:
71294 Maria Mayer
Parole chiave: canile, rifugio, floriterapia, educazione cinofila, bush flowers
Anno accademico 2015 – 2016
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Indice
1 INTRODUZIONE ............................................................................................................ 4
2 IL RANDAGISMO IN ITALIA ...................................................................................... 6
2.1 I NUMERI DEL RANDAGISMO IN ITALIA ....................................................... 7
2.2 LEGGE QUADRO 281/91 .................................................................................... 11
3 I CANILI: CANILE SANITARIO E CANILE RIFUGIO ............................................ 13
3.1 CANILE SANITARIO........................................................................................... 13
4 VALUTAZIONI E INTERVENTI COMPORTAMENTALI IN CANILE .................. 16
4.1 LIMITAZIONI DI ESPRESSIONE DI COMPORTAMENTI SPECIE-SPECIFICI
IN CANILE / RIFUGIO .................................................................................................... 17
4.2 PROBLEMI COMPORTAMENTALI RIFERITI DAI PROPRIETARI .............. 18
4.3 VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEI CANI IN CANILI/RIFUGI . 20
4.3.1 INTRODUZIONE AI TEST COMPORTAMENTALI: LIMITI E
POSSIBILITA’ .............................................................................................................. 21
4.3.2 TIPI DI TEST RIPORTATI IN LETTERATURA ........................................ 22
4.3.3 QUANTIFICAZIONE DEL LIVELLO DI BENESSERE NEL RIFUGIO .. 34
4.4 L’INFLUENZA DELL’ARRICCHIMENTO AMBIENTALE IN CANI DI
CANILE E RIFUGIO ........................................................................................................ 36
4.4.1 ARRICCHIMENTO AMBIENTALE............................................................ 38
4.4.2 HOUSING ...................................................................................................... 39
4.4.3 COMUNICAZIONE E STIMOLI OLFATTIVI E UDITIVI ........................ 41
4.4.4 EDUCAZIONE CINOFILA .......................................................................... 42
4.4.5 ALIMENTAZIONE ....................................................................................... 43
4.4.6 IL GIOCO ...................................................................................................... 44
4.4.7 CONTROLLO DELL’AMBIENTE .............................................................. 45
5 FLORITERAPIA ........................................................................................................... 46
5.1 LA NASCITA DELLA FLORITERAPIA: BACH E IL KIT INGLESE .............. 47
5.2 STORIA DELLA FLORITERAPIA ...................................................................... 48
5.2.1 MODALITA’ DI PREPARAZIONE E SOMMINISTRAZIONE DEI
RIMEDI FLORITERAPICI DI BACH ........................................................................ 50
5.2.2 SOMMINISTRAZIONE DEI RIMEDI FLORITERAPICI DI BACH ......... 52
5.3 IL KIT INGLESE: FIORI E PRINCIPALI MACRO-FAMIGLIE ........................ 53
5.4 LA FLORITERAPIA AUSTRALIANA ................................................................ 56
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5.4.1 LA NASCITA DELLA FLORITERAPIA AUSTRALIANA ....................... 57
5.4.2 MODALITA’ DI PREPARAZIONE ............................................................. 58
5.4.3 SOMMINISTRAZIONE DEI RIMEDI FLOREALI AUSTRALIANI ......... 59
5.4.4 IL KIT AUSTRALIANO ............................................................................... 60
6 PARTE SPERIMENTALE: FLORITERAPIA IN RIFUGIO ....................................... 61
6.1 IL RIFUGIO DI BELLANTE ................................................................................ 61
6.2 MATERIALI E METODI ...................................................................................... 63
6.3 GLI OSPITI ............................................................................................................ 66
6.3.1 HOPE ............................................................................................................. 66
6.3.2 OLIVER ......................................................................................................... 68
6.3.3 DARIA ........................................................................................................... 70
6.3.4 MIRTILLA ..................................................................................................... 72
6.3.5 NINA .............................................................................................................. 74
6.3.6 RED ................................................................................................................ 75
6.3.7 BIMBA ........................................................................................................... 77
6.3.8 ROXI .............................................................................................................. 78
6.3.9 PLUTO ........................................................................................................... 80
6.3.10 MARTA ......................................................................................................... 82
6.3.11 UGO ............................................................................................................... 84
6.3.12 NERO ............................................................................................................. 86
6.3.13 BOB ............................................................................................................... 88
7 RISULTATI ................................................................................................................... 90
8 CONCLUSIONE ........................................................................................................... 96
9 Ringraziamenti ............................................................................................................... 97
10 Appendice I – Test di valutazione .................................................................................. 98
11 Bibliografia .................................................................................................................. 101
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1 INTRODUZIONE
Gran parte degli studi d’interesse comportamentale è rivolta ai cani, uno degli
animali da compagnia più popolari, che vive abitualmente con l’uomo da millenni e
che ha innumerevoli ruoli, dalla compagnia al lavoro.
La collocazione sociale di quest’animale si è però evoluta nel tempo: cani selezionati
per il lavoro sono diventati cani da compagnia e cani semi-selvatici che un tempo
vagavano sul territorio e avevano gruppi familiari, ai nostri giorni hanno dato vita al
fenomeno del randagismo, socialmente rilevante soprattutto nell’Italia meridionale.
Per questo motivo su tutto il territorio nazionale si è assistito ad un incremento di
Associazioni di volontariato e di rifugi che si occupano di dare ricovero e ospitalità
ad animali che un tempo vivevano liberi nelle campagne, in città e paesi. Lo scopo
principale dei rifugi per cani è (o dovrebbe essere) quello di accudirli nel corso di un
periodo relativamente breve, per poi essere adottati da singoli o famiglie (Barrera,
G., et al. 2008), in modo da non aumentare il numero di cani e causare situazioni di
esubero. Nella realtà dei fatti però purtroppo ilfenomeno dell’esuberosi presenta
costantemente. Le adozioni al Sud e Centro-Sud d’Italia sono poche e i rifugi il più
delle volte diventano un alloggio permanente per la maggior parte dei cani (Monico,
2009).
All’interno delle strutture rifugio gli animali sono cronicamente esposti a numerosi
fattori di stress (Hennessy et al.1997; Tuber et al. 1999), vivono spesso in cattive
condizioni igieniche, in stalli sovraffollati e con scarso contatto con esseri umani
(Barrera et al., 2008). Spesso inoltre sono animali che hanno già sperimentato
diverse situazioni traumatiche come maltrattamenti o incuria (De Palma et al., 2005).
Tutte queste condizioni, oltre a rendere scarsa o pessima la qualità di vita degli
ospiti, possono esacerbare alcuni tratti comportamentali che, a loro volta, renderanno
poi più difficile un’adozione. Paura, aggressività, eccessivi vocalizzi, iperattività
sono solo alcuni dei disturbi più comuni. Per quanto riguarda il fenomeno
randagismo, l’Abruzzo, pur non avendo un numero di randagi catastrofico come
quello delle Regioni del Sud Italia, presenta una situazione abbastanza grave, con
diverse migliaia di cani detenuti in canile o rifugio, oltre ai non censiti vaganti. Per
questo motivo è particolarmente importante gestire a livello territoriale il fenomeno
randagismo, idealmente impiegando e coordinando Medici Veterinari
Comportamentalisti, Educatori e Istruttori Cinofili, Assistenti Veterinari che possano
valutare e migliorare concretamente il benessere dei cani nei rifugi – visti i lunghi
tempi di permanenza – e allo stesso tempo migliorarne alcuni tratti comportamentali
per facilitare una eventuale adozione.
In questo contesto e con questi obiettivi nasce questa tesi. Operando nella realtà
abruzzese come Educatrice cinofila (diploma SIUA 2013) e partecipando ad attività
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come volontaria presso canili e rifugi infatti, l’autrice della tesi ha sentito la necessità
di apprendere nuove tecniche adatte a migliorare la qualità di vita di cani in cerca di
adozione. La floriterpia australiana, disciplina energetica non atto medico,
rappresentava in questo senso una possibilità concreta per arricchire da una parte le
possibilità di azione dell’autrice e aiutare al contempo i cani ospitati nel rifugio della
Lega del Cane di Bellante (TE) dove si era iniziata attività di volontariato.
In questa tesi viene quindi discussa la situazione randagismo nel nostro Paese,
presentando al contempo delle soluzioni gestionali. Nella parte sperimentale viene
riportata l’esperienza acquisita durante il periodo di utilizzo dei rimedi floriterapici
australiani presso il rifugio di Bellante, approfondendo sia aspetti critici pratici che la
disciplina in sè stessa, che si presenta a tutti gli effetti come un possibile coadiuvante
nella riabilitazione comportamentale di cani di canile/rifugio, oltre ad essere un
prezioso e semplice strumento per migliorare la qualità di vita dei cani ivi detenuti.
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2 IL RANDAGISMO IN ITALIA
Per randagismo si intende la condizione di un animale, in genere un cane, prima
domestico, che si trova a senza proprietario, perchè abbandonato o smarrito, e che
vaga sul territorio. In senso lato in realtà, vengono indicati come “randagi” anche
cani (e gatti) che non sono mai stati di proprietà, ma che sono nati sul territorio,
facendo con questo riferimento alla lunga storia di domesticazione e amicizia
instauratasi fra uomo e cane nel corso dei millenni. Sono spesso definiti “randagi”
inotlre anche i cani detenuti in canili o rifugi, pur avendo a tutti gli effetti un
proprietario legale nel Sindaco del comune dove è ubicata la struttra.
Il randagismo in Italia, in modo particolare nel Sud, ha raggiunto livelli molto
elevati ed è difficile riuscire a contenere il numero di cani sul territorio.
I cani abbandonati, vaganti e semiselvatici contribuiscono ad aumentare la
popolazione canina, poichè la loro riproduzione è difficilmente controllabile e i
cuccioli, una volta adulti, sono un’ulteriore fonte di animali randagi se non muoiono
prima della maturità (Monico, 2009). I semiselvatici, anche chiamati feral dog, a
causa degli scarsi contatti con l’uomo, sono ritenuti un problema perchè è difficile
controllarli, soprattutto se formano dei branchi.
I cani vaganti rappresentano un rischio sanitatio perchè:
Sono un potenziale rischio di aggressione per le persone;
Possono essere un serbatoio e veicolo di malattie infettive e/o infestive,
alcune delle quali trasmissibili all’uomo come la rabbia, echinococcosi-
idatidosi…;
Possono causare incidenti stradali;
Possono arrecare danni al bestiame allevato;
Possono arrecare danni agli animali selvatici;
Se non sterilizzati possono alimentare il fenomeno del randagismo;
Possono essere la causa di degrado ed inquinamento ambientale sia in un
contesto urbano che nelle campagne, con conseguente proliferazione di ratti e
topi, parassiti ed insetti che a loro volta costituiscono una possible fonte di
pericolo per la salute umana (Ministero della salute, 2008).
Per questo motivo è opportuno diffondere la cultura del “possesso responsabile” di
cani e gatti. Sia il Medico Veterinario che gli Educatori ed Istruttori Cinofili
dovrebbero informare i futuri proprietari sulle esigenze fisiologiche ed etologiche dei
cani; sugli obblighi etici, normativi e di civile convivenza che derivano dal possesso
di un cane; e per finire sulla corretta gestione del cane, anche in merito alla sua
attività riproduttiva (Ministero della Salute 2008). Questo potrebbe essere un primo
passo per diminuire il fenomeno del randagismo in Italia.
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2.1 I NUMERI DEL RANDAGISMO IN ITALIA
I dati riguardanti il randagismo in Italia, in particolare nel Centro-Sud della penisola,
hanno evidenziato una situazione critica sul territorio.
L’ultima analisi completa del Ministero della Salute sul territorio nazionale è riferita
all’anno 2006 e si parla di una popolazione canina di proprietà di 6.000.000, mentre i
cani randagi sono circa 590.000, di cui solo un terzo è ospitato all’interno di canili e
rifugi (Ministero della Salute, 2006).
Tabella 1. Prevalenza di animali randagi e di proprietà nelle Regioni Italiane
rispetto al numero di canili sanitari e rifugi. (Ministero della Salute, 2006)
Regione Cani di
proprietà
Randagi nei
canili
Randagi nei
canili
sanitari
Randagi nei
rifugi
Numero
presunto di
cani randagi
Piemonte 976.189 4.258 63 75 2.935
Valle
d’Aosta
23.454 160 1 1 100
Lombardia 733.396 3.896 37 93 0
PA Bolzano 30.000 150 1 1 0
PA Trento 36.174 160 2 5 0
Veneto 458.239 3.163 18 23 0
Friuli
Venezia
Giulia
145.000 1.650 7 12 0
Liguria 240.985 3.168 4 30 3.861
Emilia
Romagna
623.016 8.804 65 8.052
Toscana 373.021 4.870 28 32 2.211
Umbria 269.704 3.049 10 20 23.000
Marche 204.298 5.912 36 26 2.042
8
Lazio 833.000 13.628 20 40 60.000
Abruzzo 127.835 8.699 6 60 19.300
Molise 39.339 2.458 11 14.500
Campania 162.321 32.126 2 81 70.003
Puglia 120.939 22.729 66 78 70.671
Basilicata 29.320 4.140 14 14 9.450
Calabria 150.000 10.377 17 24 65.000
Sicilia 246.000 10.338 37 42 68.000
Sardegna 177.803 5.689 31 11 22.000
TOTALE 6.000.033 149.424 465 679 441.125
Le regioni italiane sono tenute ad adottare un programma di prevenzione del
randagismo, grazie alla collaborazione di associazioni animaliste, protezioniste e
venatorie attive sul territorio. Il programma deve prevedere degli eventi di
informazione, anche nelle scuole, e corsi di formazione per gli operatori sanitari nei
servizi veterinari.
Lo Stato il 14 agosto 1991, attraverso la legge 281, ha istituito un fondo per la tutela
del benessere e la lotta all’abbandono degli animali da compagnia. I contributi sono
distribuiti tra le regioni e province autonome di Trento e Bolzano e devono essere
destinati alla realizzazione e rinnovamento di strutture di rifugio per cani randagi
(canili rifugio), strutture per la sterilizzazione di cani e gatti (canili sanitari), centri di
adozione e rieducazione comportamentale canina. Ai fini della ripartizione del fondo
per la lotta al randagismo istituito con la Legge 281/91 sia le Regioni che le Province
autonome ogni anno trasmettono al Ministero della Salute i seguenti dati: numero di
ingressi dei cani nei canili sanitari (ossia il numero di cani vaganti catturati sul
territorio) e il numero di gatti sterilizzati nell’anno del Servizio Sanitario Nazionale
(Ministero della Salute).
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Tabella 2. Ripartizione anno 2015. I dati sono trasmessi dalle Regioni e Province
Autonome al Ministero della Salute entro il 31 marzo per la ripartizione dei fondi
anno 2015 ai sensi del decreto ministeriale 6 maggio 2008.
Regioni e Province Autonome Ingresso di cani nei canili sanitari
Abruzzo 4.624
Basilicata 1.750
Calabria 2.174
Campania 10.283
Emilia Romagna 9.951
Friuli Venezia Giulia 1.542
Lazio 7.627
Liguria 1.078
Lombardia 12.528
Marche 1.233
Molise 631
Piemonte 9.050
PA Trento 9.073
PA Bolzano 3.228
Puglia 6.071
Sardegna 7.749
Sicilia 311
Toscana 713
10
Umbria 1.731
Valle d’Aosta 271
Veneto 8.576
TOTALE 100.194
La normativa vigente prevede il controllo della popolazione canina anche mediante
interventi sistemici di sterilizzazione degli animali catturati. L’obbligo della
sterilizzazione dei cani randagi deriva dalla necessità di elaborare una politica di
controllo delle nascite, al fine di ridurre il fenomeno del randagismo e il
sovraffollamento dei canili.
Per questo motivo le Regioni e i Comuni, in base all’articolo 1, comma 2 del Decreto
Ministeriale 13 maggio 2005, possono richiedere dei contributi statali per la
realizzazione o la ristrutturazione di strutture che ospitano animali randagi, per la
sterilizzazione e centri di rieducazione-adozione per aumentarne l’indice di
adottabilità. Allo stesso tempo i fondi sono limitati e devono essere distribuiti dando
la precedenza ai progetti che prevedano strutture multinazionali e a progetti articolati
che contemplino allo stesso tempo lo sviluppo di piani di adozione e sterilizzazione,
volti a mantenere al minimo la popolazione canina ospitata nei canili rifugio
(Monico, 2009).
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2.2 LEGGE QUADRO 281/91
La prima legge che si è mossa alla tutela degli animali randagi è stata la Legge
quadro 281/91, anche se questa ha determinato un aumento dei cani vaganti sul
territorio della penisola italiana.
Infatti fino alla fine degli anni ’80 in Italia si praticava ancora l’eutanasia di tutti i
cani randagi e/o selvatici a tre giorni dalla cattura, indipendentemente dalle
condizioni di salute o di pericolosità dell’animale, a meno che i proprietari non
reclamassero l’animale entro quel periodo secondo l’articolo 85 del Regolamento di
Polizia Veterinaria (DPR 320/54).
All’inizio degli anni ’90 questa pratica è stata abbandonata in seguito all’entrata in
vigore della Legge quadro 281 del 14 agosto 1991, in materia di “animali d’affezione
e prevenzione del randagismo” (Monico 2009).
Il principio generale alla base della formulazione della legge 281/91 afferma che “lo
Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di
crudeltà contro di essi, i maltrattamenti e il loro abbandono, al fine di favorire la
corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
Si evince come non potesse più essere ammessa l’eutanasia dei randagi catturati
senza un valido motivo legato allo stato di salute dell’animale stesso o alla sua
pericolosità nei confronti di altri animali e/o persone.
Allo stesso tempo, per controllare il numero delle popolazioni di cani all’interno di
canili rifugio è stato indispensabile prendere misure di prevenzione per impedire
l’accesso di ulteriori animali all’interno delle strutture. Per la prima volta si è iniziato
a sterilizzare in modo sistemico i randagi catturati sul territorio.
I punti principali della legge 281/91 atti a mantenere il controllo della popolazione
canina sul suolo italiano sono i seguenti:
Il controllo della popolazione dei cani e dei gatti mediante la limitazione delle
nascite viene effettuato, tenuto conto del progresso scientifico, presso i
servizi veterinari delle unità sanitarie locali. I proprietari o i detentori possono
ricorrere a proprie spese agli ambulatori veterinari autorizzati delle società
cinofile, delle società protettrici degli animali e di privati
I cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso canili rifugio o
canili sanitari, non possono essere soppressi.
I cani vaganti catturati, regolarmente tatuati o, dal primo gennaio 2005,
regolarmente dotati di microchip sono restituiti al proprietario o al detentore.
I cani vaganti non tatuati o, dal primo gennaio 2005, non dotati di microchip,
nonché i cani ospitati presso i canili sanitari o rifugio, devono essere tatuati
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dal primo gennaio 2005 l’obbligo di tatuaggio è stato sostituito dall’obbligo
di inserimento del microchip; se non reclamati entro il termine di 60 giorni
possono esser ceduti a privati che diano garanzie di buon trattamento o ad
associazioni protezionistiche, previo trattamento profilattico contro la rabbia,
l’echinococcosi-idratidosi e altre malattie trasmissibili.
I cani ricoverati nei canili sanitari e nei canili rifugio possono essere
soppressi, in modo esclusivamente eutanasico, ad opera di medici veterinari,
soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità.
Negli anni si è cercato di prevenire il fenomeno del randagismo cercando di
controllare la riproduzione degli animali già in libertà, istituendo un’Anagrafe
Canina che permettesse di ricondurre in modo rapido ai legittimi proprietari dei cani
smarriti dotati di microchip, promuovendo campagne di informazione e
sensibilizzazione anche nelle scuole. Dall’altro lato si è cercato di risanare e
riqualificare le strutture sanitarie adibite all’accoglienza degli animali vaganti
catturati, visto il crescente numero di individui dopo l’abolizione dell’eutanasia e
lunghi periodi di soggiorno all’interno dei rifugi per mancanza di adottanti.
Molti punti del sistema sono certamente criticabili o ancora lacunosi nel loro
funzionamento: ad esempio l’anagrafe canina – voluta e pensata come anagrafe
NAZIONALE, funziona ancora a tutti gli effetti ancora come anagrafe regionale,
permettendo di visualizzare i dati del leggittimo proprietario SOLO a Medici
Veterinari della ASL di registrazione. Altro esempio di malfunzionamento sono le
pessime condizioni di qualità di vita cui i cani sono soggetti a volte anche per tutta la
vita.. Nonostante questo, il sistema italiano di gestione del randagismo, può essere
senza dubbio considerato all’avanguardia mondiale per la sensibilità verso gli
animali, che non vengono più visti come oggetti inanimati di cui disfarsi.
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3 I CANILI: CANILE SANITARIO E CANILE RIFUGIO
Il canile sanitario e il canile rifugio sono due strutture fondamentali per la lotta al
randagismo e per agevolare la gestione degli animali catturati, ma allo stesso tempo
queste due strutture occupano funzioni ben distinte come riportato dalla legge
281/91.
3.1 CANILE SANITARIO
I canili sanitari sono strutture pubbliche di ricovero di prima accoglienza, realizzate e
gestite dalle A.S.L. che hanno la funzione di custodire i cani vaganti catturati,
ricoverati e/o maltrattati, oltre all’isolamento di cani e gatti morsicatori.
La gestione della struttura può essere affidata a terzi attraverso delle convenzioni ed
è riconosciuto il diritto di prelazione agli Enti o alle Associazioni Animaliste o
protezioniste iscritte all’Albo regionale. Nei canili sanitari l’assistenza veterinaria è a
cura del Servizio Veterinario di Sanità animale della A.S.L. competente e dell’Unità
Operativa addetta alla prevenzione e controllo del randagismo, se presente. Tale
struttura presso cui giungono gli animali catturati ha un ruolo di primaria importanza
per gli interventi sul territorio, per il controllo demografico della popolazione canina
randagia e per il riconoscimento degli animali randagi catturati. É infatti presso i
canili sanitari che vengono fatti gli interventi per limitare le nascite e dove viene
fornito ai cani catturati un dispositivo di identificazione, il microchip, se sprovvisti
(Monico, 2009).
I cani catturati sono sottoposti dalla A.S.L. all’identificazione per rintracciare ed
avvertire il proprietario del cane, avvisandolo dell’avvenuto ritrovamento e/o
dell’avvenuta cattura, del luogo ove si trova e delle modalità di riscatto. Dopodiché
si effettuano le operazioni di anagrafe, controlli sanitari, inclusa la sierodiagnosi
della leishmania, la sterilizzazione, vaccinazione e ogni altro intervento necessario
per la cura e salute degli animali custoditi nei canili sanitari. I cani, su richiesta ed
adozione dell’autorità sanitaria locale, possono essere rimessi in libertà nei luoghi
abituali di stazionamento. La A.S.L. ha locali adibiti all’osservazione per
accertamento delle condizioni fisiche, anche ai fini della tutela igienico- sanitaria in
caso di maltrattamento dei cani (L.R. 86/99).
Dopo il controllo A.S.L. il cane viene ricoverato all’interno del canile sanitario che
secondo l’allegato A della Legge Regionale 86 del 21/09/1999 deve possedere i
seguenti requisiti:
autorizzazione sanitaria;
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sistema di smaltimento delle carogne e dei rifiuti speciali ambulatoriali
conformi alla normativa vigente;
collocazione ad una sufficiente distanza da inserimenti urbani e da strutture
sanitarie ed annonarie;
recinzione esterna dell’altezza minima di 2.50 mt o altro idoneo sistema;
box: individuali o collettivi realizzabili con materiali lavabili e disinfettabili
in modo da garantire lo spazio minimo di 4 mq., di cui il 20% coperto, per i
box singoli;
nel caso di box collettivi detta superficie deve essere aumentata del 30% a
capo;
box singoli, di norma, in rapporto di 5 ogni 10 posti/cane;
locale adibito ad ambulatorio veterinario, dotato di pareti e pavimenti lavabili
e disinfettabili nonché delle attrezzature mediche e chirurgiche necessarie per
gli interventi di cui agli art. 4 e 12.
La capacità massima consentita è di 100 soggetti e per la gestione della struttura sarà
necessario individuare un Medico Veterinario ufficiale e detenere un registro di
carico e scarico degli animali ricoverati, vidimato dal servizio veterinario, con
l’indicazione della data e luogo cattura, dati segnaletici e tatuaggio, condizioni
generali e stato di salute al momento della cattura, eventuali interventi veterinari,
data dell’adozione e generalità del destinatario, data del riscatto, data del
trasferimento al rifugio, data e motivo della morte e/o eutanasia ( Allegato A, L.R.
86/99).
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4.2 I RIFUGI
I rifugi sono strutture pubbliche destinate al ricovero permanente dei cani e dei gatti,
realizzate e gestite da Comuni o associati e dalle Comunità montane. La gestione può
essere affidata mediante convenzione, ad Enti o Associazioni iscritte all’Albo
Regionale.
Nei rifugi l’assistenza veterinaria è assicurata dal legale rappresentante della struttura
nella figura diun medico veterinario iscritto all’Albo, al quale è affidata la
responsabilità sanitaria della struttura stessa (L.R. 86/99).
I rifugi devono possedere i seguenti requisiti:
autorizzazione sanitaria;
autorizzazione allo smaltimento delle carogne, e dei rifiuti speciali
ambulatoriali conforme alla normativa vigente;
sistemazione ad una sufficiente distanza da insediamenti urbani e da strutture
sanitarie ed annonarie;
recinzione esterna dell’altezza minima di 2.00 mt o altro:
box: recinti collettivi, per massimo 10 cani con altezza non inferiore a 2.50
mt, realizzati in modo da garantire lo spazio minimo di 6 mq, di cui il 20%
coperto, per i box singoli;
nel caso di recinti collettivi detta superficie deve essere aumentata del 30% a
capo;
box individuali, di mq 4, destinati all’isolamento sanitario, nella misura del
5% dei posti/cane;
locale adibito ad infermeria veterinaria, dotato di pareti e pavimenti lavabili e
disinfettabili nonché delle attrezzature mediche e chirurgiche necessarie a far
fronte agli interventi veterinari;
Per la gestione sarà necessario – come abbiamo detto - individuare un Medico
Veterinario iscritto all’Albo Professionale responsabile sanitario della struttura e sarà
importante detenere un registro di carico e scarico degli animali ricoverati, vidimato
dal servizio veterinario, con l’indicazione della data d’introduzione, lo stato
segnaletico compreso il numero di tatuaggio, eventuali interventi veterinari, data
dell’adozione e generalità del destinatario, data e motivo della morte e/o eutanasia.
La capacità complessiva del rifugio non può superare il numero di 500 soggetti e i
box destinati alla custodia a pagamento di cani di proprietà devono essere dislocati in
moduli nettamente separati dagli altri (Allegato A, L.R. 86/99).
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4 VALUTAZIONI E INTERVENTI COMPORTAMENTALI IN CANILE
Negli anni si è cercato di rendere con un parametro numerico la possibilità che il
cane detenuto in una struttura tipo canile/rifugio ha di essere adottato da una
famiglia. Uno di questi indici viene definito IDA o Indice Di Adottabilità) e
rappresenta un valore indicativo del livello di appetibilità che ogni cane possiede, per
sue specifiche caratteristiche. Questo valore si basa su
1) parametri fissi o semi- fissi come età, sesso, taglia, mantello, razza, ragioni
addotte all’abbandono e storia clinica;
2) parametri modificabili quali le caratteristiche comportamentali, lo stato di salute e
l’aspetto generale.
Per aumentare l’IDA dei cani di canile sarebbe quindi fondamentale effetturare una
valutazione comportamentale, al fine di intervenire sugli individui per la parte
modificabile del parametro, andando a diminuire i livelli di stress dei soggetti e
facendo attività di educazione-istruzione cinofila. Dopodiché sarà possibile
monitorare l’individuo attraverso delle valutazioni per vederne l’andamento,
valutarne miglioramenti o peggioramenti e nel caso modificare l’andamento del
percorso educativo.
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4.1 LIMITAZIONI DI ESPRESSIONE DI COMPORTAMENTI SPECIE-
SPECIFICI IN CANILE / RIFUGIO
Gli animali liberi di vagare sul territorio, seppur sottoposti ad altri tipi ovviamente di
stress (mancanza di cibo e acqua, mancanza di riparo, mancanza di interazione
amichevole con l’uomo), vivono in ambienti spaziosi, spesso stimolanti e con
contatti sociali interspecifici che gli permettono di esplicare e mettere in atto
comportamenti specie- specifici.
Tali comportamenti includono il gioco, il riposo, la ricerca del cibo,
l’accoppiamento, la comunicazione con animali appartenenti alla stessa specie, la
crescita e svezzamento della prole, il controllo e la difesa del proprio territorio
(Monico , 2009). Ovviamente – come abbiamo già accennato - la vita di animali
vaganti non è certo priva di avversità, quali la scarsità o la competizione per le
risorse come il cibo, il riparo e l’accoppiamento (Reid et al., in Zawistowski &
Miller, 2004).
Al contrario, gli animali che vivono all’interno di canili e rifugi vivono in ambienti
che comportano restrizioni fisiche e sociali significative, che ne limitano ed
impediscono la normale espressione del loro range comportamentale. Non ci sono,
allo stesso tempo però, necessità di ricerca delle risorse, né la necessità – almeno
reale - di controllare un territorio e l’interazione con i con-specifici è limitata,
regolata o addirittura inesistente (Reid et al., in Zawistowski & Miller, 20004).
L’impossibilità di mettere in atto questi comportamenti fa si che i cani chiusi in
strutture siano sottoposti a fattori stressanti a livello psicologico, quali la mancanza
di controllo su eventi esterni come l’introduzione di nuovi animali nel gruppo, la
caccia, l’esposizione ad un ambiente che potrebbe essere ritenuto non sicuro e la
mancanza di figure sociali a cui legarsi. In effetti, la differenza più evidente tra i
cani vaganti e quelli nei canili/rifugi non è l’esposizione a fattori stressanti e
imprevedibili, quanto la possibilità/impossibilità di reagire alle diverse
circostanze (Reid et al., in Zawistowski & Miller, 2004). Gli animali nei canili non
possono fuggire o evitare situazioni stressanti, né possono avere il tempo di adattarsi
allo stimolo subito.
E’ sempre opportuno tener presente che gli animali sono individui diversi tra loro per
esigenze, età, sesso, razza e attitudine individuale. Di conseguenza non è possibile
stabilire una soluzione uguale per tutti per arricchire l’ambiente. Inoltre gli effetti
della vita di canile varieranno da animale ad animale e in base al tempo trascorso
all’interno della struttura (Reid et al., in Zawistowski & Miller, 20004; Wells et al.,
2002B).
18
4.2 PROBLEMI COMPORTAMENTALI RIFERITI DAI PROPRIETARI
In seguito all’adozione molti proprietari evidenziano una serie di problematiche
comportamentali nei cani, anche se quest’ultimi sono stati precedentemente
sottoposti a test valutazionale.
Secondo alcuni dati, circa un quarto(il 25%)dei nuovi proprietari riporta l’insorgenza
di problemi comportamentali nel cane adottato dal canile entro un mese
dall’adozione. Non è ancora stato compreso se si tratti di problemi comportamentali
oggettivi o semplicemente se il comportamento del cane sia normale, ma non
rispecchi le aspettative dei proprietari. Qualunque sia il caso, la percezione o
l’effettiva insorgenza di patologie comportamentali è la ragione principale di
restituzione del cane al canile (Wells & Hepper, 2000A; Marston & Bennett, 2003).
Un’indagine di Upton (1992) condotta sugli animali lasciati dai proprietari al canile
Fairfield Refuge di Brisbane (Australia) ha considerato quali fossero le cause che
portavano un proprietario a voler lasciare il proprio cane in canile. Se si considera il
totale dei problemi comportamentali riferiti dai proprietari quali causa
dell’abbandono del loro cane, questi compongono il 45% delle ragioni per cui il cane
giungeva al Fairfield Refuge.
Tabella 2. Motivi di abbandono di cani adulti al Fairfield Refuge (da Upton, 1992).
MOTIVO DELL’ABBANDONO PERCENTUALE DI CASI
Trasloco 20
Giardino troppo piccolo 4
Tempo insufficiente da dedicare al cane 1
Non vuole più il cane 6
Morte/malattia del proprietario 6
Costi divenuti troppo elevati 6
Sviluppo di allergie 1
Tendenza alla fuga del cane 8
Cane incontrollabile 14
Cane scava troppe buche 2
19
Cane morsicatore 17
Vocalizzazioni eccessive 3
Lamentele dei vicini 2
Cane troppo amichevole 1
Problemi di salute del cane 7
In uno studio recentemente condotto da Wells e Hepper (2000) è stata esaminata la
presenza di problemi comportamentali manifestati dai cani entro le 4 settimane dalla
loro adozione da un canile dell’Irlanda del Nord.
La maggior parte dei nuovi proprietari, circa il 68,3%, ha riferito che il loro cane
manifestava un problema comportamentale: quello che più comunemente veniva
riportato era l’eccessiva paura del cane. La maggioranza di quei proprietari che,
dopo l’adozione, hanno optato per ridare il loro cane al canile (89.7%) hanno
sostenuto di averlo fatto a causa di un comportamento ritenuto inaccettabile dal cane
da loro scelto.
Questo studio ha inoltre evidenziato come fosse più frequente l’insorgenza di
problemi indesiderati in cani di sesso maschile, piuttosto che nelle femmine. I maschi
infatti manifestano più frequentemente problemi di aggressività nei confronti di con-
specifici, problemi nel comportamento sessuale e tendenza alla fuga. I cuccioli, al
contrario, hanno dimostrato di essere meno soggetti all’insorgenza di problemi
comportamentali rispetto ad adolescenti ed adulti (Monico,2009). I giovani adulti
frequentemente incorrono in problemi di iperattività e vocalizzazioni eccessive
rispetto a cuccioli e adulti, mentre l’aggressività verso altri cani è più rara nei
soggetti adottati che non in cani di altre età e provenienza (Wells & Hepper, 2000).
Queste valutazioni, potrebbero confermare il fatto che il test di valutazione del
comportamento non può limitarsi all’ambiente del canile/ rifugio, dove i cani spesso
sono ipostimolati e non hanno la possibilità di socializzare con oggetti che solo per
noi sono di uso comune o persone differenti, quanto piuttosto andrebbe effettuato in
un ambiente più simile a quello dove verrà introdotto, vale a dire in famiglia
Come ulteriore appunto, possiamo affermare che indice di adottabilità è aumentato
ogni qual volta si è aumentato il contatto regolare con l’uomo, la cuccia è stata
spostata nella zona frontale della gabbia e si è posizionato un gioco nel box. Questi
risultati evidenziano come l’ambiente sia fondamentale per modellare il
temperamento del cane e influenzarne così l’adottabilità (Wells & Hepper, 2000B).
20
4.3 VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEI CANI IN
CANILI/RIFUGI
La valutazione comportamentale dei cani, soprattutto se all’interno di canili e
rifugi, è fondamentale per quantificare l’adattabilità, la socialità e la docilità che gli
permetteranno di integrarsi all’interno della famiglia adottiva e società moderna.
Per poter effettuare una valutazione comportamentale di una specie è necessario
conoscere il suo etogramma, ovvero una raccolta di “moduli comportamentali” dai
segnali all’organizzazione sociale della specie, effettuata possibilmente in condizioni
naturali. Dalla conoscenza di questo si possono poi svolgere esami per la valutazione
comportamentale e fare osservazioni del temperamento.
Il temperamento invece viene definito come la risposta di un individuo alla novità e
ai cambiamenti (Pervin & John, 1997; Wilson et al., 1998), un fattore essenziale per
i cani che devono integrarsi all’interno di una società mutevole ed in situazioni
ambientali molto scostanti dalla loro epigenetica.
Per questo motivo la conoscenza del temperamento di un cane è di fondamentale
importanza per la selezione di individui con compiti specifici (Batt et al., 2008), per
l’allevamento (Svobodova` et al., 2008), nell’avere un carattere che dia una maggiore
possibilità di adozione per i cani dei rifugi (Lucidi et al,. 2005), e per la prevenzione
di problemi comportamentali (Haverbeke et al., 2009; Basse et al., 2010).
21
4.3.1 INTRODUZIONE AI TEST COMPORTAMENTALI: LIMITI E
POSSIBILITA’
La scelta di un test per la valutazione comportamentale è difficile perché bisogna
prendere in considerazione sia l’individualità del soggetto esaminato, che l’ambiente
in cui avviene la valutazione.
Per quanto riguarda l’omogeneità dei questionari e i parametri utilizzati per essere
svolti, alcuni autori come Diederich e Giffroy ritengono che sarebbe necessario
formulare un metodo standardizzato per la valutazione dei test, perché
l’interpretazione e la comparazione dei risultati appaiono spesso complicate. D’altra
parte, realizzare dei test standard risulta particolarmente difficile quando a cambiare
sono soprattutto le condizioni ambientali in cui molti cani dei rifugi e dei canili
vivono.
Taylor e Mills (2006) affermano che la maggior parte dei test pubblicati non soddisfa
le regole per l’affidabilità (i punteggi dei test sono ricchi di errori di misurazione;
APA, 1985), validità (l’appropriatezza, la funzionalità e la praticità dei risultati
ottenuti dai test; APA, 1985) e la fattibilità (la praticità del test per l’uso sul campo).
Per questi stessi motivi la realizzazione dei Test di Temperamento (TTs) è
particolarmente difficile nei rifugi. (Valsecchi et al., 2011). Inoltre i test effettuati
all’interno di canili e rifugi spesso sono stati criticati a causa della situazione
ambientale potenzialmente schiacciante, che avrebbe inibito l’espressione della
personalità che un cane avrebbe potuto mostrare in ambiente domestico o familiare
(Martson and Bennett, 2005).
A tal proposito la scelta di un test per una valutazione comportamentale è da ritenersi
una scelta personale, dettata dalla propria esperienza e soprattutto dall’ambiente
all’interno del quale vivono i cani. Oltre alla componente individuale infatti, anche le
condizioni esterne contestualiavranno una grande influenza sui risultati dei
questionari e sul benessere comportamentale dei soggetti.
22
4.3.2 TIPI DI TEST RIPORTATI IN LETTERATURA
In letteratura troviamo una vastità di test per la valutazione comportamentale,
strutturati in base alle esigenze del fruitore. In questa tesi prenderemo in
considerazione i Test di Temperamento (TTs), The Canine Behavioral Assessment
and Research Questionnaire (C-BARQ), i test di valutazione della Dott.ssa Catalani
(Medico Veterinario Comportamentalista riconosciuto FNOVI) e il Test di
Temperamento di De Palma e colleghi.
Molti etologi e professionisti del settore hanno analizzato vari test del
temperamento (TTs). I seguenti test sono classificati secondo quattro differenti
approcci (Jones and Gosling, 2005): “le caratteristiche del cane come individuo”
attraverso la compilazione di un questionario da parte del proprietario riguardante il
comportamento del cane (Hsu and Serpell, 2003); test riguardanti “un’esperta
classificazione dei soggetti allevati” in cui gli esperti chiedono di valutare razze in
relazione alle diverse caratteristiche (Hart and Hart, 1985); “test a batteria” in cui
una serie standardizzata di stimoli specifici è presentata al cane e le sue reazioni
vengono codificate (Ruefenacht et al., 2002) e un “test basato sull’osservazione” in
cui le reazioni del cane sono osservate in una situazione meno standardizzata
(Murphy, 1995).
Queste tipologie di test sono basate sull'esperienza di alcuni autori con i cani che
vivono nei rifugi (Valsecchi et al, 2007b;.. Normando et al, 2009), e sui risultati
ottenuti in alcuni studi precedenti (Valsecchi et al, 2002;. Mondelli et al., 2003).
Il TTs è stato standardizzato sia nella sua esecuzione da parte dei ricercatori, che
nelle valutazioni di risposte comportamentali del cane, in modo da rendere più
attendibili i risultati. Lo studio aveva quindi lo scopo di valutare quanto segue: (1) la
coerenza della valutazione di un singolo tester nel notare il comportamento dello
stesso cane in due diverse occasioni (affidabilità intra-tester); (2) la probabilità che
diversi tester valuteranno lo stesso cane, nella stessa occasione, nello stesso modo
(affidabilità inter-tester); (3) la probabilità che un cane si comporterà nello stesso
modo quando la stessa prova è eseguita una seconda volta (affidabilità test-retest);
(4) la validità del test utilizzando un criterio esterno come riferimento (criterio di
validità); (5) le giuste misure scelte per valutare il temperamento del cane (tenore di
validità); e (6) la correlazione tra le misurazioni utilizzate per definire un tratto
carattere (coerenza interna). Questo test per i cani del rifugio è stato concepito per
fornire uno strumento fattibile e utile per la valutazione del comportamento dei
singoli cani e il personale del rifugio potrebbe trarre vantaggio da questa prova,
ottenendo informazioni sulla capacità di adattamento di ciascun cane subito dopo
essere entrato in canile, rendendo più piacevole il soggiorno all’interno della struttura
e migliorando allo stesso tempo la futura relazione cane-proprietario.
23
Il TTs è diventato uno dei mezzi più comuni in ricerche recenti (Valsecchi et al.,
2011), soprattutto i “test a batteria”. La sua grande divulgazione ha permesso a Bräm
e colleghi (2008) di fare degli studi per validare il test per i cani di rifugi. Sono stati
affrontati i seguenti punti: (1) valutare le risposte comportamentali di cani di fronte a
una serie di stimoli standardizzati in circostanze che mimano situazioni di vita
quotidiana; (2) valutare la coerenza delle reazioni comportamentali nel tempo e in
diverse situazioni; (3) la valutazione della validità del test nel descrivere tratti del
comportamento. I risultati hanno evidenziato una sostanziale incoerenza dei test nella
valutazione di cani che hanno mostrato segni di comportamenti potenzialmente
aggressivi, compromettendo così la validità dei TTs all’interno dei rifugi.
Un altro test per la valutazione comportamentale dei cani è il C-BARQ. Il Canine
Behavioral Assessment and Research Questionnaire (C-BARQ) originariamente
comprendeva 11 comportamenti o temperamenti (Hsu and Serpell, 2003).
Recentemente al test sono stati aggiunti “l’energia del cane” e “la rivalità tra cani”
(Duffy and Serpell, 2012).
Questo test permette di valutare i cani attraverso l’osservazione di tredici tratti
comportamentali relativamente costanti in cani di sesso, razze ed età differenti. Il
questionario è di semplice utilizzo e viene compilato dai proprietari che osservano il
proprio animale domestico. I comportamenti osservati sono l’aggressività verso un
estraneo, un altro cane ed il proprietario, la socievolezza e capacità di lasciarsi
guidare dagli altri, la predatorietà, la paura per un estraneo e un altro cane, la
separazione dal proprietario, la sensibilità al tatto, l’eccitabilità, la ricerca di
attenzione ed attaccamento, l’eccitabilità. Il proprietario volontario dovrà rispondere
alle domande di tutto il questionario ed i risultati verranno raccolti dagli studiosi
(Tamim et al., 2015).
Il C-BARQ viene utilizzato per mostrare i problemi comportamentali dei cani e
valutare cambiamenti nel temperamento (Hsu and Sun, 2010; Van Der Berg et al.,
2010; Bennett et al., 2012; Kato et al., 2012). L’uso di questionari può facilitare la
risoluzione di problemi comportamentali ed incoraggiarne il trattamento da parte dei
proprietari. In aggiunta, questi questionari sono utilizzati per identificare
comportamenti fenotipici in studi genetici del comportamento canino (Van der Berg
et al., 2006; Liinamo et al, 2007; Van der Berg et al., 2008).
Questo test è tradotto in Mandarino Cinese (Hsu and Sun 2010), Svedese (Svartberg
2005) e Olandese (Van Den Berg et al., 2006), ciò dimostra un alto livello di
interesse nella struttura del test attraverso distinte popolazioni di cani per geografia e
cultura (Svartberg, 2005; Van Den Berg et al., 2006; Hsu & Sun 2010; Nagasawa et
al., 2013) e l’elevato interesse da parte di etologi.
24
La valutazione dei cani riportata dalla Dott.ssa Catalani (Medico Veterinario
Comportamentalista) è basata sull’Indice di adottabilità (IDA), un valore indicativo
del livello di appetibilità che ogni cane possiede secondo:
Parametri fissi o semi fissi: età, sesso, taglia, mantello, razza, ragioni addotte
all’abbandono, storia clinica
Parametri modificabili: caratteristiche comportamentali, stato di salute,
aspetto generale (Posage et al., 1998).
Questi parametri ci permettono di avere una prima valutazione generale
dell’individuo. Successivamente andranno approfonditi attraverso dei protocolli di
testaggio per stabilire l’adottabilità del cane. In questo modo sarà possible migliorare
la qualità di vita dell’individuo all’interno della struttura e scegliere l’adottante
giusto.
Una prima valutazione è chiamata Fase 1. Questa è caratterizzata da tre step:
accalappiamento/cessione, ricovero nel canile sanitario e trasferimento nel rifugio.
Durante questa fase l’osservazione del comportamento del cane è generica e
permette di raccogliere informazioni sul comportamento in momenti di stress, paura
etc; informazioni da parte dei proprietari sui motivi addotti per la cessione e un
referto anamnestico in caso di traumi da cattura, traumi precedenti alla cattura,
modificazioni di comportamentali eclatanti.
Il personale addetto deve compilare un questionario sulle metodiche di cattura, il
comportamento del cane in quel momento e, nel caso di una cessione, le motivazioni
dei proprietari e le abitudini del cane.
Tabella 4.1 – Valutazione per calcolo dell’Indice di Adottabilità (Catalani)-1
METODO DI CATTURA
1) Accalappiato a laccio 2) Cosegnato a terzi 3) Avvicinamento e cattura
4) Abbandonato presso struttura 5) Altro 6) Altro
COMPORTAMENTO ALLA CATTURA
Socievolezza
Tranquillità
Tentativo di aggression
Tentativo di fuga
Immobilità
Apatia
Comp. Ambivalente
Aggressione senza
minaccia
Altro
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Note:
motivi addotti per la cessione
Abitudini trascorse Ambienti di vita:
Educazione ricevuta:
Difetti- pregi riferiti dal cedente:
Successivamente il cane è trasferito nel canile sanitario. Il medico veterinario
pubblico deve riportare la storia clinica dell’individuo e compilare una scheda di
valutazione del cane in due tempi, all’ingresso nel box e dopo l’ingresso nel box. É
osservato il comportamento del cane nei confronti di eterospecifici e conspecifici
presenti nella struttura.
Tabella 4.2 – Valutazione per calcolo dell’Indice di Adottabilità (Catalani)- 2
STORIA CLINICA
Profilassi:
Malattie contratte:
Note:
VALUTAZIONE IN BOX DEL CANILE SANITARIO
ALL’INGRESSO IN
BOX
DOPO L’INGRESSO
IN BOX
Con operatore Cooperativo
Inibito
Aggressivo
Necessita di contenimento
Eccitato
Abbaia con minaccia
Abbaia per richiesta di
attenzioni
Salta e ricerca contatto
Inibito
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Con altri cani nel box
Assertivo
Remissivo
Minacce offensive
Minacce difensive
Gioca, è eccitato
E’ inibito, evita
Socializzazione
normale
Inibizione protratta
Evita e minaccia
Si isola
Gioca, interagisce
Stereotopie
In seguito il cane è trasferito dal canile sanitario al canile rifugio, questo passaggio è
chiamato Fase 2. Durante questa fase il Medico Veterinario e gli Operatori del Canile
fanno una valutazione comportamentale del soggetto per osservare: il
comportamento del cane con persone ed altri cani; attività esplorative in libertà, in
presenza di persone note senza interazioni e con oggetti sconosciuti; attività
esplorative spontanee, in ambiente tranquillo e conosciuto; manipolazione ed altri
parametri (cuccioli- nati in canile o fuori, adulti, etc).
Tabella 4.3 – Valutazione per calcolo dell’Indice di Adottabilità (Catalani)- 3 -
Parte di valutazione comportamentale
1. ELEMENTI DI VALUTAZIONE
CATEGORIA DI ATTRIBUZIONE A B C
Cuccioli
Presenza della madre Si No
Capace Distaccata incapace
Presenza di altro adulto adottante Si No
Capace Distaccato incapace
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Presenza di fratelli/sorelle Si No
Età del distacco della cucciolata >120 30-60 0-30
Comportamento con le persone
CUCCIOLI ED ADULTI:
Curiosità Molta Poca Assente
Paura Assente Poca Molta
Gioco Molto Poco Assente
Controllo nelle interazioni Buono Scarso Assente
Minaccia/affressività Assente Poca Molta
Apatia
assente
poca
presente
Assertività Assente Poca Molta
Deferenza Molta Poca Assente
Comportamenti con altri cani
CUCCIOLI:
Interazioni con altri cuccioli
Socializzazione primaria:
Interazione con altri cani
Minaccia
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Controllo di adulti
Socializzazione secondaria:
Interazione con persone Ricerca Accetta Rifiuta
Rilassato Deferente Assertivo
Comportamento in ambiente sconosciuto: in libertà, con personale senza
interazioni, in presenza di oggetti sconosciuti
Curiosità Molta Poca Assente
Paura Assente Poca Molta
Apatia Assente Poca Presente
Esplorazione Molta Poca Assente
Ricerca di interazioni Molta Poca Assente
Tentativo di fuga Assente Poco Molto
Vocalizzazione Poca Assente Molta
Masticazione oggetti Poca Saltuaria Assente
Comportamento esplorativo: spontaneo, in ambiente tranquillo e conosciuto
Attività esplorativa Presente Sporadica Assente
Controllata Inibita Ininterrotta
Esplorazione orale Presente Sporadica Ininterrotta
Su oggetti Eterodiretta Autodiretta
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Presenza di oggetti sconosciuti Curiosità Inibizione Paura
Manipolazione e costrizione: da parte di persone sconosciute, in ambiente
conosciuto, per tempo breve
Contatto fisico Cerca Accetta Rifiuta
Esplorazione del corpo Accetta Rifiuta Minaccia
Esplorazione testa Accetta Rifiuta Minaccia
Manipolazione Si rilassa Si sottrae Minaccia
L’IDA e le schede compilate nella fase 1 e 2 permettono al Medico Veterinario
Comportamentalista (MVC) e agli Educatori Cinofili di avere un quadro più
completo della valutazione comportamentale. In questo modo è possible stabilire il
livello di adottabilità, che fornisce informazioni rispetto al tipo di intervento richiesto
sui parametri modificabili in vista dell’adozione. Di seguito è riportata la
classificazione del livello di adottabilità:
adottabilità immediata (soggetti con alto indice di adottabilità ed alta
adottabilità tra cui giovani, adulti, cani di taglia medio-piccola, colore chiaro,
mantello raso, sani, le femmine maggiormente rispetto ai maschi; il
comportamento sarà con una buona socializzazione, pochi problemi educativi
ed un livello di esperienza medio-alto);
adottabilità con riserva (la maggior parte dei cani rientra in questo livello.
L’adottabilità è con riserva e sono importanti i parametri modificabili; questo
IDA sarà di cani adulti, anziani, taglia medio-grande, aspetto fisico poco
accattivante e i maschi in modo maggiore rispetto alle femmine; il
comportamento di questi individui sarà caratterizzato da una scarsa
socializzazione, una scarsa esperienza relazionale e i cani avranno patologie
con prognosi più complessa).
adottabilità difficile (l’adottabilità di questi soggetti sarà influenzata da
parametri non modificabili e gravi compromissioni cliniche e
comportamentali. L’IDA sarà di cani adulti, anziani, di taglia grande, malattie
gravi e uno stato generale compromesso; i soggetti avranno gravi patologie
comportamentali e comportamenti aggressivi conclamati).
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SCHEDA RIASSUNTIVA
PARAMETRO IDA A B C
Età
Taglia
Mantello
Razza
Ragioni per
l’abbandono
Storia clinica
Stato di salute
Aspetto generale
Comportamento
Adottabilità: Immediata Con riserva Difficile
Prescrizione:
Precauzioni:
Attraverso questa procedura sarà possibile valutare il cane, stabilirne il carattere,
affrontare con il personale qualificato eventuali problemi comportamentali ed
innalzare l’IDA per poter trovare un adottante (Catalani M.C.).
31
Il Test di Temperamento di De Palma et al. è svolto all’interno del rifugio
pubblico ed Ospedale Veterinario di Porta Portese, a Roma. I soggetti dello studio
sono 74 cani, di varie razze, tutti castrati, di cui 40 maschi e 34 femmine selezionati
tra un pool di 180-200 cani. La scelta è stata dettata dalla durata del soggiorno nel
rifugio (circa 2-12 mesi), dall’età dei cani (da un anno a sei anni), e dalle condizioni
di salute (i cani sani sono stati esclusi). I 74 soggetti erano cani randagi abbandonati
dai proprietari e cani sequestrati dal personale della struttura a causa di abusi subiti
dai proprietari.
I cani sono stati alloggiati a coppie in box con una zona notte ed una zona esterna
coperta a metà. Gli animali sono stati nutriti e puliti due volte al giorno dai volontari.
Durante la permanenza nel rifugio i cani sono stati portati fuori dai box per una
passeggiata all’interno di aree sgambo della struttura. Ogni cane è stato identificato e
descritto su una scheda identificativa con numero di microchip, colore, razza, data di
arrivo nel rifugio e, se possibile, la storia precedente.
Ogni soggetto è stato osservato in tre diverse situazioni:
all’interno del box in presenza di un altro cane convivente;
in uno spazio aperto all’interno del rifugio (durante queste sessioni di
osservazione di circa 30 minuti i cani erano soli con l’osservatore che non
interagiva con loro);
nell’area sgambo in cui il cane prima interagisce con l’osservatore e poi con
un altro cane.
Lo scopo del test era quello di verificare l’indipendenza dagli esseri umani. Il test è
svolto in due giorni consecutivi, in modo da non alterare le risposte dal cane allo
stimolo. Si osserva la reazione degli animali quando:
1. l’operatore si allontana o si avvicina al cane che lo guarda;
2. l’operatore si allontana o si avvicina al cane che non lo guarda;
3. il comportamento del cane all’operatore seduto a terra;
4. il comportamento del cane all’operatore che lo chiama mentre è seduto a
terra;
5. l’operatore invita il cane a giocare;
6. improvvisamente l’operatore interrompe il gioco;
7. l’operatore cerca di manipolare il cane;
8. chiede al cane di sedersi.
Il risultato del test dimostra che il cane è dipendente dall’uomo quando:
1. il cane segue l’osservatore quando lo guarda;
2. il cane segue l’osservatore quando non lo guarda;
32
3. il cane si avvicina all’osservatore accucciato a terra che non lo chiama;
4. il cane si avvicina all’osservatore accucciato a terra che lo chiama;
5. il cane gioca con l’osservatore;
6. il cane continua a cercare le attenzioni dell’osservatore nonostante il gioco
sia finito;
7. il cane viene tranquillamente manipolato;
8. il cane si chiede su richiesta. Se la risposta 1) e 8) sono opposte il risultato
del test indica l’indipendenza del soggetto.
Oltre a questa valutazione svolta nel rifugio, l’operatore deve portare il cane fuori in
passeggiata per due volte in due giorni diversi. Questo permette all’operatore di
osservare qualitativamente le reazioni di paura (fuga, tremore etc) in un ambiente
nuovo per degli stimoli non conosciuti come traffico, persone, rumori (Serpell &
Hsu, 2001). Dopo la passeggiata l’operatore deve classificare il cane in base al
comportamento avuto:
1. molto calmo (a passeggiata si è svolta senza esitazioni anche in presenza di
rumore e persone sconosciute, esplora l’ambiente; urina con la zampa
sollevata, defeca, raspa a terra);
2. calmo (il comportamento osservato sarà come quello del punto 1) ma il cane
sarà più vigile);
3. timoroso (una passeggiata con qualche esitazione, esplora l’ambiente con
esitazione e cerca conforto dall’operatore; non urina e defeca);
4. pauroso (il cane è disposto ad uscire per la passeggiata ma cerca di fuggire e
trema in un ambiente sconosciuto);
5. molto timoroso (il cane non vuole uscire dal rifugio, cerca di fuggire, trema,
ha paura dell’ambiente).
Ad ogni risposta è stato assegnato un punteggio da 1 (il minimo) a tre (il massimo).
Ogni cane durante il test è stato osservato per un totale di 4,5 ore in diverse
situazioni, per la durata di massimo 10 giorni.
Questa tipologia di test presenta due vantaggi: è molto semplice da applicare rispetto
ai test comportamentali standardizzati, e quindi può essere svolto anche da personale
del rifugio con una breve formazione; permette di fare un profilo comportamentale
dei cani nei rifugi, ciò risulta utile alle persone che vogliono adottare un cane perché
sono maggiormente consapevoli e in questo modo la probabilità di successo è
maggiore (De Palma et al., 2005).
I test comportamentali osservati fino ad ora sono ampiamente divulgati in letteratura,
ma allo stesso tempo confermano quanto affermato da Taylor e Mills (2006). La
maggior parte dei test non soddisfa le regole per l’affidabilità (i punteggi dei test
33
sono ricchi di errori di misurazione; APA, 1985), validità (l’appropriatezza,
funzionalità e la praticità dei risultati ottenuti dai test; APA, 1985) e la fattibilità (la
praticità del test per l’uso sul campo).
Inoltre i test effettutati all’interno di canili e rifugi spesso sono stati criticati a causa
della situazione ambientale potenzialmente schiacciante, che avrebbe inibito
l’espressione della personalità che un cane avrebbe potuto mostrare in ambiente
domestico o familiare (Martson and Bennett, 2005).
34
4.3.3 QUANTIFICAZIONE DEL LIVELLO DI BENESSERE NEL
RIFUGIO
Negli ultimi anni si è molto parlato di benessere animale ed il concetto ha subito
varie modifiche ed ampliamenti. In seguito a molti studi si è attribuito a questo
termine il significato di buona salute fisica, psichica e mentale (Rossisi 2015).
Nel 1965 Commissione Brambell per definire il concetto di benessere ha stabilito
delle coordinate di welfare animale, chiamate comunemente “cinque libertà”: dieta
sufficiente ed adeguata, riparo da intemperie, assenza di stress o di malattie, libertà
dalla sofferenza e dalla paura. Purtroppo con il tempo si è consolidata l’idea che
fosse sufficiente assicurare all’animale uno stato di welfare per dare benessere, ma
welfare e benessere non sono la stessa cosa. Se associamo tale lettura alla cultura
della seconda metà del Novecento il sinonimo di benessere diventa assenza da
qualunque sollecitazione problematica.
Questo paradosso è stato peggiorato dall’approccio animalista degli anni ’80 che, pur
importante ed attivo nella discussione degli interessi animali, ha deciso di liberare gli
stessi dalle difficoltà della vita quotidiana, allontanandolo da qualunque condizione
di stress. In questo modo si dimentica che il benessere è equilibrio dinamico tra
gratificazioni, appagamenti e fatica, stress. In questo modo si comprende come
l’analisi motivazionale, ciò che ci permette di fare delle scelte e vivere, sia al centro
di quel benessere animale proattivo che viene chiamato wellbeing, felicità di specie,
ovvero ciò che un qualunque soggetto appartenente a quella specie naturalmente
sceglierebbe di fare. Partendo dalle motivazioni è doveroso, se si vuole assicurare
benessere, dare al soggetto l’opportunità di esprimerle in un contesto e in attività
coerenti (Marchesini, 2015).
E’ estremamente complesso stabilire il livello di benessere di un animale. I
ricercatori ritengono che uno stato di malessere si rifletta in livelli di stress maggiori
rispetto alla norma. Uno scarso livello di benessere è tipicamente evidenziato da:
indicatori comportamentali di stress, quali la ripetizione e disordine di schemi
motori (stereotipie) o di vocalizzazioni. Inoltre è possibile valutare
l’estensione del repertorio comportamentale dell’animale (Hubrecht, 1993);
indicatori fisiologici di stress quali l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-
surrene e la presenza di elevati livelli di cortisolo in circolo (ancora dubbio
quanto sia possibile stabilire però da misurazioni puntiformi del cortisolo
ematico).
35
L’ideale sarebbe combinare più tipi di misurazione, in modo da avere un quadro più
preciso (Hubrecht, 1993).
Diversi studi hanno esaminato l’impatto di stress acuti e cronici sul comportamento
del cane ed stata notata una correlazione tra le risposte fisiologiche a questi eventi
stressanti e il comportamento del cane stesso: un rapido e pronunciato abbassamento
del corpo (cowering); sbadigliare e muovere velocemente la lingua (tongue flicking);
l’irrequietezza e un portamento del corpo che tende a farsi piccolo con coda bassa,
orecchie abbassate tenute all’indietro e gambe piegate, sono alcuni dei
comportamenti osservati in cani sottoposti a stimoli stressanti (Reid et al., in
Zawistowski & Miller, 2004).
I cani isolati tendono maggiormente a mettere in atto comportamenti di auto-
grooming, vocalizzazioni, coprofagia e stereotipie, oltre ad essere più insicuri
rispetto a cani sistemati in coppia o gruppo. Inoltre si è osservato che i cani maschi
che vivono da soli tendono ad essere più aggressivi mostrando segnali di
comunicazione di pilo erezione, ringhio e mostrare i denti se messi a contatto con dei
con-specifici (Reid et al., in Zawistowski & Miller, 20004).
Per quanto detto sopra, appare quindi importante non tenere gli animali in gabbie
singole, isolate, senza possibilità di esercizio fisico, in un ambiente carente di
stimoli, perché questo risulterà nocivo per il benessere dei cani, predisponendo
all’insorgenza di problemi comportamentali (Reid et al., in Zawistowski & Miller,
2004).
36
4.4 L’INFLUENZA DELL’ARRICCHIMENTO AMBIENTALE IN CANI
DI CANILE E RIFUGIO
Il benessere fisico e psichico di animali che vivono in un ambiente chiuso come uno
zoo, un laboratorio o un canile possono essere considerati a rischio perché gli
animali sono sottoposti a stress cronico se l’ambiente in cui vivono non rispecchia le
loro esigenze (Reid et al, Zawistowski & Miller, 2004).
Secondo la guida del National Research Council riguardante la cura ed il trattamento
degli animali da laboratorio (1996) la sistemazione nelle gabbie deve avere
l’obiettivo di massimizzare l’espressione di comportamenti specie- specifici e di
minimizzare i comportamenti indotti da stress. Per quanto riguarda gli animali
sociali, questo si traduce in una sistemazione in coppia o in gruppo, compatibile
con le possibilità della struttura. Lo stesso principio dovrebbe essere applicato allo
stallo di animali all’interno di canili e rifugi, in modo da creare un ambiente
stimolante e consentire l’espressione di normali schemi comportamentali, che
permettano una buona salute mentale dei cani, così da aumentarne l’adottabilità
(Reid et al., in Zawistowski & Miller, 2004).
Purtroppo i canili devono spesso operare con budget limitati e personale non sempre
preparato, che si occupa prevalentemente dell’alimentazione, pulizia del box e
l’eventuale cura di malattie. Al contrario i canili dovrebbero dare maggiore
importanza a programmi di arricchimento ambientale che consentano di abbassare lo
stress ed incrementare così il benessere psico- fisico degli animali ospitati (Reid et
al., in Zawistowski & Miller, 2004).
E’ stato osservato che le persone che si recano al canile o al rifugio per adottare un
animale tendono a preferire cani socievoli, piuttosto che diffidenti; animali calmi
piuttosto che animali in continua vocalizzazione; cani in un ambiente arricchito
invece di una gabbia spoglia (Wells & Hepper, 2000B). Nello stesso studio è stato
esaminato il comportamento di cani di canile in risposta a cambiamenti ambientali,
per stabilire se questi ultimi potessero influenzare il comportamento dell’animale in
modo da essere percepiti positivamente dai potenziali proprietari e se ciò si riflettesse
nell’incidenza di adozioni dal canile stesso. É stato studiato il comportamento dei
cani in relazione alla loro posizione all’interno della gabbia, il livello di
vocalizzazione e l’attività in seguito ad uno stimolo sociale da parte degli operatori,
allo spostamento della cuccia nella parte frontale del box, alla presenza di un gioco.
I cani hanno aumentato la loro interazione sociale con gli operatori aumentando il
tempo trascorso nella parte frontale del box, stanno in piedi piuttosto che seduti o
distesi e abbaiando leggermente di più rispetto a prima. Lo spostamento della
cuccia nella parte frontale ha incoraggiato i cani a trascorrere più tempo in quella
zona ma ciò non ha influenzato il loro livello di attività o di vocalizzazioni. La
37
presenza di un giocattolo non ha apparentemente avuto effetti sul comportamento dei
cani, anche se la sua presenza potrebbe dare una percezione più positiva a dei
probabili proprietari aumentandone l’indice di adottabilità ( Wells & Hepper,
2000B). L’indice di adottabilità è aumentato ogni qual volta si è aumentato il
contatto regolare con l’uomo, la cuccia è stata spostata nella zona frontale della
gabbia e si è posizionato un gioco nel box.
Questi risultati evidenziano come l’ambiente sia fondamentale per modellare il
temperamento del cane e influenzarne così l’adottabilità (Wells & Hepper, 2000B) e
come sarebbe di notevole aiuto arricchire l’ambiente in tutti i canili per innalzare
l’IDA, aumentare il numero degli animali adottati e migliorare il benessere dei cani.
38
4.4.1 ARRICCHIMENTO AMBIENTALE
L’arricchimento ambientale (Environmental enrichment) è fondamentale per
migliorare la qualità e le aspettative di vita dei cani che vivono all’interno dei canili e
rifugi.
L’arricchimento ambientale può essere “inanimato” ossia consistere nel fornire
all’animale giochi, mobilia per il box, stimoli olfattivi ed uditivi; oppure essere
“animato” ossia dato da tutte le forme di interazione sociale con i con specifici o
l’uomo. Per il cane entrambe queste forme di arricchimento sono importanti, in
quanto il benessere di questa specie può essere compromesso tanto dal mantenimento
in ambienti inadeguati, quanto dalla mancanza di interazioni con altri esseri viventi
(Wells, 2004).
I canili e i rifugi possono prendere in considerazione una varietà di interventi per
arricchire e migliorare la qualità di vita degli animali ospitati in modo da permettere
la normale espressione individuale, sia in senso fisico che comportamentale, e
ristrutturando i box degli animali, il tempo dedicato al gioco, l’esercizio fisico, la
ricerca di cibo, l’addestramento e le interazioni sociali con l’uomo e conspecifici.
39
4.4.2 HOUSING
I box dei canili e dei rifugi sono, il più delle volte, di dimensioni standard minime e
poco accoglienti, oltre al fatto che il contatto con l’uomo e con altri animali è
limitato. I box singoli all’interno di queste strutture sono i più utilizzati per meglio
controllare le aggressioni e la trasmissione di malattie (Taylor & Mills, 2007). Di
conseguenza la progettazone delle gabbie è frequentemente troppo semplice,
consistendo spesso in semplici aree recintate, al chiuso, in cui il cane non ha alcun
controllo sull’ambiente che lo circonda. In alcuni casi la struttura del box è resa più
complessa creando una piccola area all’aperto separata dalla zona per dormire, ma
comunque la struttura è semplicistica rispetto alle necessità dell’animale (Hubrecht,
1993).
Per un buon livello di benessere psico-fisico i cani hanno bisogno di un ambiente
adeguato in cui possano interagire socialmente con altri cani; nel caso di cani di
canile e rifugi la sistemazione in gruppi di animali soddisfa questa specifica necessità
(Reid et al., in Zawistowski & Miller, 2004; Hubrecht, 1993; Taylor & Mills; Wells,
2004).
Per motivi di praticità, igiene e dimensioni le strutture che accolgono i cani sono
semplici in modo da poter accogliere un maggior numero di animali. Infatti i ricoveri
sono spesso essenziali e spogli in modo da tenere più pulite le gabbie, perché alcuni
cani defecano nel ricovero stesso, possono rovinare e consumare cucce o giochi che
gli vengono forniti (Reid et al., in Zawistowski & Miller, 2004).
I cani che alloggiano in box singoli svolgono minor attività fisica rispetto ai cani che
vivono in gruppo, per questo motivo sono meno stimolati all’interazione sociale con
altri animali, sono meno soggetti agli stimoli olfattivi che ne derivano e passano poco
tempo ad annusare (Hubrecht, 1993).
E’ stato evidenziato come i disordini comportamentali possano scaturire in molte
specie animali quando sono tenuti in gabbie spoglie e povere di arricchimento
ambientale, oltre a star da soli (Monico, 2009). Questi problemi si possono prevenire
e magari curare quando l’ambiente in cui l’animale vive viene arricchito. Infatti
Wells e Hepper (2000B) hanno mostrato come una semplice cuccia e un gioco
introdotti nel box possano contribuire a diminuire l’insorgenza di comportamento
ritenuti indesiderati.
Le cucce ad esempio raramente vengono introdotte nei box perché, nonostante i cani
apprezzino questi oggetti, vengono sporcati, distrutti o spostati all’interno delle
gabbie. Molti ad esempio ritengono che gli animali che distruggono la loro cuccia
possono apparire meno desiderabili per l’adozione, perché il cane potrebbe mettere
in atto lo stesso comportamento all’interno dell’ambiente domestico. La tendenza a
40
masticare e strappare tessuti delle cucce può essere ridotta offrendo ai cani snack o
oggetti da masticare che li attraggano maggiormente (Reid et al., in Zawistowski &
Miller, 2004).
I cani che vivono in gruppi all’interno delle strutture è importante che abbiano
accesso ad aree separate in cui si sentano sicuri e possano ritirarsi per sfuggire ad
interazioni sociali indesiderate (Hubrecht, 1993).
Dare l’opportunità a tutti i cani di poter accedere ad aree esterne è stata associata ad
un decremento nell’osservazione di stereotipie e, in alcuni casi, di un incremento
dell’attività dei cani stessi probabilmente anche per la presenza di oggetti come
legnetti e pietre in grado di stimolare la curiosità dei cani (Taylor & Mills, 2007).
41
4.4.3 COMUNICAZIONE E STIMOLI OLFATTIVI E UDITIVI
Gli animali inviano e ricevono segnati attraverso la vista, l’olfatto, l’udito e il tatto.
Oltre a questi sensi, il cane, come altri animali, ha l’organo vomero nasale o “di
Jacobson”, che è in grado di ricevere molecole olfattive. Questo organo è usato in
modo particolare quando l’animale annusa tracce e segnali odorosi lasciati da altri
animali. Le molecole rilasciate sono i feromoni che hanno effetti sullo stato
emozionale dell’animale che li riceve.
Recentemente sono stato immessi sul mercato i feromoni calmanti canini (D.A.P.)
che dovrebbero ridurre i comportamenti conseguenti a stress negli animali di casa e
di canile/rifugio come le vocalizzazioni eccessive, marcature con urina e
l’eliminazione inappropriata (Monico, 2009). Ci sono molti studi al riguardo ma fino
ad ora l’impatto che i feromoni di sintesi hanno sugli animali di canile non è stato
ancora chiarito definitivamente (Reid et al., in Zawistowski & Miller, 2004).
Uno studio di Graham, Wells e Hepper (2004) ha considerato l’impiego di odori
conosciuti per le loro proprietà calmanti nell’uomo, quali lavanda e camomilla. Nel
corso di questo studio è stato osservato come queste essenze, in particolare la
lavanda, avessero un effetto calmante sui cani manifestato attraverso un incremento
del tempo trascorso a riposo e un decremento delle vocalizzazioni.
Riguardo le vocalizzazioni, come l’abbaiare, queste contribuiscono in maniera
sensibile al livello di rumore all’interno del canile, al punto che la misurazione dei
decibel ha superato il livello soglia in grado di provocare danni uditivi all’orecchio
umano. I cani hanno uno spettro uditivo superiore a quello degli umani, ma non è
stato ancora chiarito se l’esposizione continua ad un livello di rumore così elevato
possa provocare loro danni all’udito o stress cronico.
L’impatto negativo dell’abbaiare continuo sui cani e sugli operatori può essere
mitigato con l’impiego di materiali fonoassorbenti o, come affermato da Wells et al.
(2002 A) si può ricorrere alla diffusione della musica classica all’interno delle
strutture. Infatti è stato dimostrato come questa soluzione provoca nei cani un
aumento del tempo di riposo e un decremento del tempo trascorso ad abbaiare.
Questo potrebbe anche dare una percezione migliore del cane ai visitatori e di
incrementare il numero di adozioni (Wells et al., 2002 A).
42
4.4.4 EDUCAZIONE CINOFILA
Un percorso di educazione di base può migliorare la vita degli animali all’interno dei
canili e dei rifugi andandone ad aumentare anche l’adottabilità e stimolare delle
risposte accettabili nelle interazioni con l’uomo.
Un cane che si presenta “educato” davanti a dei potenziali proprietari avrà maggiori
possibilità di essere adottato rispetto ad un soggetto iperattivo, rumoroso, aggressivo
o impaurito (Wells & Hepper, 2000 B). Prendendo anche in considerazione il fatto
che molti cani adottati vengono riportati in canile a causa di un comportamento
considerato indesiderabile, l’educazione del cane acquista ancora maggiore
importanza (Wells, 2004).
Passeggiate quotidiane ed esercizi con del personale qualificato rappresentano delle
opportunità di stimolo per i cani, non solamente fisico ma anche psicologico per i
cani dei rifugi e li prepara ad una vita fuori di esso (Reid et al, in Zawistowski &
Miller, 2004). Questi momenti nella vita del cane all’interno delle strutture possono
rappresentare anche delle opportunità per interagire con altre persone e animali.
Hubrecht (1993) afferma che cani di laboratorio sottoposti a brevi periodi di
manipolazione giornaliera spendessero meno tempo a masticare l’arredo dei box e
divenissero più inclini ad essere approcciati anche da persone non familiari.
43
4.4.5 ALIMENTAZIONE
Dare ai cani rinchiusi all’interno dei canili e rifugi la possibilità di ricercare del cibo
è una procedura semplice ed efficace per ridurre noia, inattività e comportamenti
ripetitivi (Monico, 2009). Infatti i cani in libertà trascorrono gran parte del tempo a
cacciare e ricercare cibo. Gli operatori quindi0 oltre a fornire ai cani delle ossa da
poter masticare potrebbero simulare attività di ricerca del cibo attraverso l’uso di
bottiglie forate, scatole o giochi.
Questi giochi di attività mentale fanno sì che il cane usi prattognosi (ossia capacità di
risolvere problemi) per riuscire ad ottenere gli snack. Giochi come il Kong farciti di
patè o formaggi freschi faranno si che l’alimentazione diventi più stimolante e il cane
trascorra del tempo in modo diverso. È stato dimostrato in effetti come il leccamento
ripetitivo per rimuovere il cibo dai giochi riduca i livelli di stress, espresso a volte
come auto-leccamento compulsivo (Reid et al., in Zawistowski & Miller, 2004).
44
4.4.6 IL GIOCO
I giochi come già detto precedentemente sono una delle forme più comuni di
arricchimento “inanimato”. I risultati degli studi che ritengono il gioco una soluzione
per i problemi comportamentali sono contraddittori e se da un lato alcuni
suggeriscono che questi oggetti nei box aiutino a stimolare l’esplorazione, aumentare
l’attività e ridurre comportamenti stressanti, dall’altro altri studi sostengono che la
presenza di giochi non abbia alcuna influenza sul comportamento del cane (Wells et
al., 2004).
La motivazione che spinge il cane a giocare è la masticazione, ma se l’animale non
ha mai avuto esperienza con un gioco il suo stimolo all’utilizzo dello stesso sarà
limitato (Taylor & Mills, 2007). Hubrecht (1993) ritiene che i cani passino una
buona parte del tempo a masticare oggetti creati apposta per questo scopo e
continuino a farlo anche quando l’inserimento di questi giochi non sia più una novità.
In questo modo se il cane impiegherà gran parte del tempo in questa attività,
trascorrerà meno tempo a distruggere la cuccia o le ciotole, così dei probabili futuri
proprietari avranno un interesse maggiore perché il cane non sarà ritenuto un
probabile problema all’interno di un ambiente domestico (Hubrecht, 1993). Sarà
sempre importante scandire il tempo del gioco per preservare l’integrità degli oggetti,
permettere una migliore pulizia del box ed avere un minor numero di episodi di
aggressività tra i cani (Hubrecht, 1993; Wells, 2004).
E’ importante sottolineare come i giochi non possono sostituire i contatti sociali, di
cui i cani necessitano. É stato osservato inoltre come cani che alloggiano da soli nei
box si stancano più velocemente di un gioco se questo è lasciato sul pavimento del
box, soprattutto se si tratta di adulti, al contrario dei cuccioli che hanno interesse per
più settimane (Hubrecht, 1993); Wells, 2004).
45
4.4.7 CONTROLLO DELL’AMBIENTE
L’impossibilità di controllare l’ambiente può essere fonte di stress per un cane che
vive all’interno di un canile o di un rifugio. Questo è maggiormente osservabile in
animali vaganti (feral dogs) o cani domestici liberi di poter accedere all’esterno.
Il controllo sull’ambiente sembra avere un’importanza maggiore rispetto
all’arricchimento ambientale stesso, tuttavia la presenza di oggetti o persone
comporta un certo livello di controllo. Quindi aumentare gli stimoli all’interno del
ricovero permette al cane di avere una maggiore possibilità di scelta per quanto
riguarda dove riposare, mangiare o dormire (Monico, 2009).
La routine contribuisce a fornire ai cani un certo livello di controllo sul loro ambiente
e ne diminuisce lo stress. Una volta che la quotidianità si è sedimentata si possono
inserire elementi imprevisti per far sì che la routine non diventi una fonte di stress,
visto che in natura è normale essere soggetti ad imprevedibilità o elementi stressanti
(Taylor & Mills, 2007).
46
5 FLORITERAPIA
La floriterapia è un tecnica olistica energetica che utilizza essenze di alcuni fiori
selvatici per prevenire e curare problemi emozionali, stati d’animo negativi,
disarmonie del carattere, conflitti e difficoltà relazionali, disagi psicologici, disturbi
fisici e malattie di origine psicosomatica.
Il primo a scoprire le proprietà terapeutiche delle essenze floreali fu il medico inglese
Edward Bach, immunologo, batteriologo ed omeopata, che negli anni Trenta scoprì
38 essenze floreali, successivamente chiamate “Fiori di Bach”. Ognuna delle
essenze scoperte dal dr.Bach agisce su uno specifico stato d’animo in squilibrio,
come ansia, insicurezza, paura, depressione, scoraggiamento etc. Secondo Bach se i
fiori sono assunti per via orale sotto forma di gocce, questi rimedi agiscono
positivamente non solo sulla psiche, ma anche su tanti sintomi somatizzati sul corpo,
riattivando a poco a poco uno stato di benessere generale.
La terapia floreale, diffusasi dapprima in Gran Bretagna e nei paesi anglosassoni, si è
successivamente sviluppata in tutto il mondo e ottendo ovunque un interesse
importante, tanto da essere diventata uno dei più famose e utilizzate terapie olistiche.
Nel corso degli anni, numerosi studi e ricerche a livelo internazionale hanno
permesso la scoperta di nuovi repertori di fiori curativi come la California, India,
Australia, Sudamerica, Alaska e Canada (Campanini, 2013).
In particolare tra questi i fiori Australiani, Australian Bush Flowers, si distinguono
per la loro efficacia e velocità di azione su numerose patologie fisiche, psicologiche e
disturbi psicosomatici, mentre i fiori californiani ci offrono un interessante supporto
per riequilibrare svariati problemi relazionali e comportamentali.
La floriterapia è dunque un sistema terapeutico non invasivo, che non sopprime né
combatte direttamente i sintomi, ma che piuttosto attraverso l’assunzione dei rimedi
floreali, concentrati liquidi ricchi di energia vibrazionale, permette di attivare il
processo di auto guarigione dell’organismo, favorendo il recupero della salute e del
benessere fisico e psichico.
47
5.1 LA NASCITA DELLA FLORITERAPIA: BACH E IL KIT INGLESE
Edward Bach nacque il 24 settembre 1886 a Moseley in Inghilterra, da una famiglia
di origini gallesi. All’età di 17 anni iniziò a lavorare alla fonderia paterna, dove si
rese conto delle difficoltà di vita degli operai che, a causa delle condizioni
economiche, non potevano permettersi delle cure mediche. Si rese conto che c’era un
nesso tra stress psicologico e la malattia dei lavoratori, così intraprese gli studi di
medicina e nel 1918 entrò a lavorare nell’ospedale di Londra.
Le sue ricerche lo portarono ad individuare delle corrispondenze tra dei batteri
intestinali e alcune patologie croniche. Così iniziò ad approfondire gli studi di
Samuel Hahnemann, padre dell’omeopatia, arrivando a mettere a punto sette nosodi,
ovvero sette rimedi omeopatici orali rivolti all’intestino (Bach contrastava qualsiasi
tipo di dolore, compreso quello causato da un’iniezione) per la cura di patologie
croniche. Impostò tale ricerca sull’analisi delle emozioni del malato, con la
convinzione che la terapia vincente fosse quella basata su di esse ( Grassi M.R.,
2015).
Contrariato del fatto che i suoi nosodi avessero origine da ceppi batterici, iniziò ad
analizzare piante e fiori in grado di svolgere la medesima azione. Così abbandonò
l’ospedale per dedicarsi ad un grande laboratorio di Londra e iniziò a collaborare con
un consultorio della città per curare gratuitamente gli indigenti.
Il suo percorso lo portò ad osservare le caratteristiche psicologia dei pazienti,
accomunandole in sette gruppi a seconda del tipo di patologia e della modalità di
risposta a essa. Così tra il 1928 e il 1929 individuò nelle campagne del Galles i primi
tre rimedi floreali, spinto da una intuitività che si trasformò in sensitività, al punto
che tramite l’olfatto ed il gusto era in grado di percepire la struttura anatomica della
pianta. Due anni dopo ne scoprì altri nove e iniziò a preparare le essenze floreali con
la solarizzazione; negli anni a venire individuò altri ventisei rimedi, nacque così il kit
inglese formato da 38 essenze floreali (Grassi M.R., 2015).
Bach dedicò la sua vita alla ricerca e alla cura gratuita dei bisognosi, lasciando in
eredità una nuova ed innovativa metodica per auto curarsi.
48
5.2 STORIA DELLA FLORITERAPIA
L’impiego dei fiori e delle loro essenze ha antiche e profonde radici nella cultura
popolare.
Alcune testimonianze risalenti a tremila anni fa dimostrano che gli Egizi
raccoglievano la rugiada dai fiori per trattare gli squilibri emozionali. Altre
documentano che gli Aborigeni Australiani usavano i fiori per guarire le emozioni
mangiandoli o sedendosi vicino ad un albero fiorito per acquisire le vibrazioni della
pianta (Matthews M., 2007).
Le prime testimonianze in Europa risalgono a Ildegarda di Binger, vissuta nel XII
secolo, una donna che ebbe visioni rivelatrici sulla teologia, musica e medicina.
Nelle sue opere principali, Physica e Causae et Curae, Ildegarda dimostrò le sue
conoscenze nella dottrina delle segnature: comprese le proprietà terapeutiche di una
pianta dall’aspetto, colore, consistenza e dallo sviluppo (Matthews M., 2007).
Si ritiene che anche Paracelso, famoso alchimista e medico svizzero del XVI secolo,
utilizzasse i fiori per trattare i problemi emozionali e fisici, raccogliendone la rugiada
del primo mattino (Matthews M., 2007). Lui approfondì le corrispondenze tra
medicina, astrologia ed alchimia, focalizzando un nesso tra forze umane ed
universali – nel concetto cosmico che la natura è un unico organismo vivente
formato, come il corpo umano, da più componenti che si diversificano tra loro per le
funzioni svolte- e individuando nella morfologia delle piante le loro proprietà
terapeutiche, tramite l’osservazione della similitudine tra la loro struttura e quella
umana. Come ad esempio la morfologia dell’equiseto, che ricorda lo scheletro
umano e che è ricco di silice, prezioso remineralizzante osseo. Per questo il legame
universale è contraddistinto da “segni” che accomunano per somiglianza tali parti del
corpo e altrettante specifiche piante (Grassi M.R., 2015).
In epoca recente il medico inglese Edward Bach (1886-1936) diventò il pioniere
moderno delle essenze floreali e le reintrodusse nell’uso popolare. Era un chirurgo
interno e lavorò come batteriologo e patologo, ma nonostante i suoi successi con la
medicina allopatica non approvava l’attenzione rivolta alla malattia anziché
all’individuo. Rinunciò al suo lavoro per dedicarsi ad una medicina che si poteva
trovare in natura e così comprese che si potevano curare le personalità e i sentimenti
dei pazienti per alleviarne l’infelicità e i disturbi fisici (Matthews M., 2007).
Nella teoria delle segnature c’è la necessità di osservare come profonda e sensibile
attenzione al prossimo, inteso come insieme di tratti somatici, vissuto e personalità
(l’Io per Bach). Bach rivolse la sua attenzione ai fiori, che attraverso le corolle
assorbono l’ossigeno dell’aria e la luce del sole, ai semi che assorbono l’acqua e
49
nutrimento dalla terra e che rappresentano la continuità di vita della pianta (Grassi
M.R., 2015).
In questo modo mise a punto il suo kit inglese: una raccolta di 38 essenze floreali in
grado di agire sui malesseri psico-fisici delle persone e a partire dagli anni ’80 ha
permesso una diffusione nell’impiego delle essenze in tutto il mondo (Matthews M.,
2007).
50
5.2.1 MODALITA’ DI PREPARAZIONE E SOMMINISTRAZIONE DEI
RIMEDI FLORITERAPICI DI BACH
Prima di conoscere il metodo di estrapolazione delle essenze, è importante
comprendere il perché della modalità di estrazione.
Bach assaggiando la rugiada nei petali di un fiore si accorse che questa
“memorizzava” le proprietà terapeutiche della pianta e aveva effetti sorprendenti e
profondi a livello fisico e psichico. Si rese conto che la rugiada necessitava
dell’esposizione ai raggi solari per acquisire queste proprietà: da qui nacque la
solarizzazione. Poiché tale metodo era applicabile solo a piante con fioritura nel
periodo estivo, Bach inventò il metodo della bollitura per ricavare l’essenza di piante
invernali, utilizzandone anche rametti ed arbusti (Grassi M.R., 2015).
Prima di estrarre le essenze è opportuno sapere dove e quando raccogliere i fiori: la
raccolta andrebbe effettuata all’alba in una giornata con cielo terso, in un luogo
incontaminato, cogliendo fiori completamente dischiusi. Solo alla fine si estrarranno
le essenze in base alle caratteristiche della pianta con solarizzazione o bollitura.
La solarizzazione viene effettuata in una ciotola di vetro liscia posizionata a fianco
alla pianta e contenente acqua di fonte pura, all’interno della quale vengono posati i
fiori raccolti senza toccarli. Ci si può aiutare con una pinza di legno o con una foglia.
Quindi si espongono al sole per alcune ore facendo attenzione che non ci siano punti
d’ombra. Quando i fiori avranno perso il colore significherà che l’acqua ne avrà
assorbito l’energia.
A questo punto i fiori verranno tolti dall’acqua con un bastoncino e il contenuto della
ciotola verrà versato in una caraffa di vetro graduata, dotata di un filtro di carta
assorbente, alla quale si aggiungerà la medesima quantità di brandy di qualità a 40°,
che farà da conservante. Questo composto si chiama tintura madre e verrà versato
in una bottiglia di vetro scuro chiudibile ermeticamente (Grassi M.R., 2015).
Per la bollitura si svolge la stessa raccolta, ma questa volta si mettono i fiori, rametti
e arbusti nell’acqua in una pentola di smalto o di acciaio, si porta ad ebollizione su di
un fornellino e si toglie dal fuoco dopo circa mezz’ora. Quindi si copre con un
coperchio. Quando l’acqua si sarà raffreddata verranno tolti i fiori e il tutto verrà
filtrato ed imbottigliato, dopo aver aggiunto il brandy (Grassi M.R., 2015).
La tintura madre viene utilizzata per preparare lo stock bottle, che servirà per
formare le varie miscele all’interno di una bottiglia di vetro scuro, piena di brandy, si
mettono due gocce di tintura madre ogni 30ml.
Infine per ottenere le miscele utilizzate a scopo terapeutico si dovrà riempire per
tre quarti un flacone di vetro scuro con contagocce di acqua minerale naturale, a cui
51
verrà aggiunto un quarto di brandy o, per bambini ed animali, aceto di mele
biologico; a questo punto si inseriranno da due a quattro gocce di ciascuna bottiglia
stock utlizzata, per ogni 30ml di liquido.
É importante non conservare le boccette nel frigorifero o comunque vicino a fonti
elettromagnetiche come pc, telefoni, per non alterarne l’azione vibrazionale.
52
5.2.2 SOMMINISTRAZIONE DEI RIMEDI FLORITERAPICI DI BACH
Per gli animali l’assunzione dei fiori di Bach ha metodologie che variano a seconda
del tipo di patologia da riequilibrare. É importante non avere fretta nell’evidenza dei
risultati, perché i fiori esplicano la loro azione benefica in tempi differenti che sono
soggettivi ed influenzati da variabili ambientali e individuali (Grassi M.R., 2015).
I metodi di somministrazione orale solitamente usati sono:
Il cucchiaio, non di metallo, con all’interno dell’acqua e due gocce delle
rispettive stock bottle, da somministrare ogni due ore. In tal modo si va ad
agire soprattutto sul piano fisico, con riferimento ad alcuni casi acuti (come
tremore da spavento), per i quali a volte può essere di maggior efficacia
utilizzare direttamente il contenuto della stock bottle.
La ciotola di ceramica o di plastica, non di metallo, piena d’acqua e mettere
due gocce di ogni stock bottle utile per il soggetto, sostituendo l’acqua ogni
giorno e re-immettendo le gocce. Questo metodo è indicato per le
somatizzazioni (ad esempio la gastrite nervosa).
Il flacone di vetro scuro da 30 ml con contagocce, mettere all’interno acqua
minerale naturale e un cucchiaino di aceto di mele, quindi inserire due gocce
di ogni stock bottle utilizzata e somministrarne quattro gocce direttamente in
bocca all’animale. La posologia è di quattro volte al giorno, otto o dodici
gocce per animali di grossa taglia e due gocce per piccoli animali; bisogna
sciacquare il contagocce se leccato prima di riporto nel flacone, in quanto la
saliva andrebbe ad alterare la miscela. In tal modo si agisce sulla sfera
psichica, quindi sui disturbi comportamentali.
Il massaggio con una lozione a base di essenze floreali: in un flacone scuro da
100 ml di vetro scuro si aggiunge dell’acqua minerale naturale e si mettono
sei o sette gocce di ogni essenza utile; si applica massaggiando ad intervalli
di tempo variabili a seconda della situazione e più il sintomo è acuto più le
applicazioni saranno ravvicinate (ad esempio a distanza di 20 min l’una
dall’altra e gradualmente distanziarle). Il massaggio ha ottimi effetti perché il
pelo assorbe le vibrazioni dei rimedi.
E’ importante sottolineare come nella disciplina olistica non ha rilevanza la quantità
di prodotto somministrato, ma la frequenza delle applicazioni (Grassi M.R., 2015).
53
5.3 IL KIT INGLESE: FIORI E PRINCIPALI MACRO-FAMIGLIE
Le classificazioni dei fiori di Bach sono molteplici. La più indicata per il mondo
animale raggruppa le essenze floreali in sette categorie, in funzione del disagio che
vanni a riequilibrare.
Tali problematiche sono:
La paura
E’ importante non antropomorfizzare questo sentimento perché l’uomo spesso tende
a non confessarla agli altri, per non essere considerato un vigliacco, e nemmeno a se
stesso, per non ammettere una debolezza.
Gli animali al contrario non possedendo un inconscio non possiedono tale tipo di
reticenza e palesano questo disagio, che può sfociare in reazioni di difesa come
l’aggressività.
Edward Bach identificò cinque fiori come rimedi ad altrettante tipologie di paure:
Aspen, Cherry Plum, Mimulus, Red Chestnut e Rock Rose.
La solitudine
Di per sé non è un sentimento negativo perché ci permette di rimanere con noi stessi,
di guardarci dentro e mettere a fuoco i nostri sentimenti, conoscere le nostre paure in
modo da riuscire a superarle. Il problema si presenta quando questo stato d’animo
non ci permette di comunicare con gli altri, perché non li accettiamo o perché non
siamo accettati. Basterebbe porre la nostra attenzione sugli aspetti positivi che ci
permettono di rapportarci in modo sereno e consapevole.
Queste considerazioni valgono anche per gli animali, per evitare di manipolarli e
costringerli alle nostre abitudini che spesso per loro sono innaturali. I fiori di questo
gruppo sono: Heather, Impatients e Water Violet.
L’influenzabilità e/o dipendenza dagli altri
Chiedere consiglio agli altri e scambiarsi opinioni fa parte della comunicazione con il
prossimo, è prova della capacità di ascoltare e ci permette di entrare in empatia con il
prossimo; la storia stessa è caratterizzata da correnti di pensiero che hanno riunito
migliaia di seguaci. Quando non si è in grado di prendere delle decisioni, non si
riesce a restare faccia a faccia con se stessi e se ne ha timore allora nasce il disagio,
ossia l’ipersensibilità alle influenze e alle idee degli altri.
54
Gli animali risentono di questo problema quando vengono antropomorfizzati e
pensiamo che debbano vivere la propria vita secondo i nostri schemi. I fiori che
appartengono a questo gruppo sono: Agrimony, Centaury, Holly, Walnut.
L’apatia
Lo scarso interesse per ciò che ci circonda è la conseguenza di una forma depressiva,
siamo sempre sottoposti a stimoli negativi dai mass media e ci si nasconde dietro
l’indifferenza per sfuggire alle angosce e ai timori del presente.
Gli animali, o meglio alcuni di essi, sono difficilmente addestrabili ed educabili a
causa della distrazione e di uno stato fisico rallentato ed indebolito. I fiori che vanno
a riequilibrare tale disagio sono Chestnut Bud, Clematis, Honeysuckle, Mustard,
Olive, White Chestnut e Wild Rose.
La disperazione
La disperazione è conseguenza dell’individualismo della società. L’essere umano
spesso cerca di soffocarla o di nasconderla a se stesso e agli altri per timore di
apparire debole e vulnerabile. Gli animali al contrario la palesano in svariati modi,
anche di semplice comprensione e riconducibili ad errati comportamenti umani. I
fiori indicatori sono Crab Apple, Elm, Larch, Oak, Pine, Star of BethleHem, Sweet
Chestnut e Willow.
L’eccessiva apprensione per gli altri
L’interferenza nella vita altrui è motivata da insicurezza e mancanza di autostima;
non si è soddisfatti della propria vita e si reputa più interessante quella di chi ci
circonda, a tal punto che si desidera farne parte invadendo gli spazi altrui, in modo
conscio ed inconscio, dimenticando la propria e provocando la rottura di equilibri.
Negli animali questo disturbo comportamentale è causato dall’umanizzazione da
parte nostra dei loro comportamenti, che li rende così fragili dal punto di vista
emotivo. All’essere umano risulta difficile convivere con un animale che tenta di
essere se stesso, eppure sarebbe sufficiente provare a rispettare i suoi ritmi e
abitudini per una serena convivenza. I fiori di questo gruppo sono Beech, Chicory,
Rock Water, Vervain e Vine.
L’insicurezza
L’ultimo gruppo dei fiori di Bach tratta i diversi aspetti dell’insicurezza. Questo è
uno stato d’animo positivo quando ci induce a riflettere e ci porta a compiere scelte
corrette e a prendere decisioni ponderate, ma è patologico quando si tramuta in
presenza inquietante ed assillante, limitando il nostro Io e annientando la fiducia in
noi stessi e negli altri.
55
Questo sentimento può assalirci a causa di un evento inaspettato che stravolge i
nostri piani, la nostra quotidianità e ci priva delle nostre sicurezze. I fiori di questa
categoria sono : Cerato, Gentian, Gorse, Hornbeam, Scleranthus, Wild Oat.
La scelta delle essenze floreali è del tutto personale ed individuale. Molti del
comportamenti che alcuni proprietari ritengono anomali, possono essere anche
normali ed insiti nell’indole dell’animale, per questo non vanno corretti.
56
5.4 LA FLORITERAPIA AUSTRALIANA
La floriterapia australiana ha origini profonde nell’antica tradizione aborigena. I bush
flowers sono noti per la rapidità con cui intervengono sulle problematiche del
paziente, migliorandone l’equilibrio psico-fisico (Jasmin Rani,
www.ilgiardinodegliilluminati.it).
L’impiego dei fiori di Bach negli animali è simile a quello nell’uomo. Per prima cosa
opportuno prendere informazioni sull’animale e dell’ambiente in cui vive, dal
proprietario o da un operatore del canile. Sarà necessario osservare l’animale ed
identificare il problema per poter individuare lo squilibrio emozionale e scegliere le
essenze floreali più opportune (Matthews M., 2007).
La scelta delle essenze può essere effettuata sulla base della sintomatologia del cane;
oppure possono essere usate delle carte con una serie di immagini fotografiche che
raffigurano i fiori che andranno a costituire le varie essenze, disposte sul pavimento e
si permette al cane di poterle scegliere autonomamente la carta che più preferisce
annusandola, mettendocisi sopra o vicino. Un altro metodo è la Kinesiologia, un test
muscolare che sfrutta l’energia muscolare della persona che esegue il test e
dell’animale trattato per accedere al Sé Superiore. Questi metodi richiedono che
l’attenzione sia sempre rivolta all’animale e che vengano chiarite le nostre intenzioni
prima di iniziare. Le domande dovranno essere formulate con precisione e
utilizzando le informazioni ottenute dal colloquio-esame sarà possibile scoprire
rapidamente i sintomi dell’animale (Matthews M., 2007).
In questo modo sarà possibile conoscere le emozioni dell’animale e l’eventuale
oggetto scatenante dei suoi problemi, in modo da poter scegliere le essenze floreali
più opportune per l’individuo.
57
5.4.1 LA NASCITA DELLA FLORITERAPIA AUSTRALIANA
A partire dagli anni ’80 l’impiego delle essenze floreali ha subito una crescita
esponenziale in tutto il mondo.
Uno dei pionieri australiani è Ian White, naturopata ed omeopata di Sydney, che ha
creato le Australian Bush Flower Essences. Ian White nasce in Australia in una
famiglia di guaritori, esperti di erbe medicinali spontanee, e appartiene alla quinta
generazione di erboristi australiani. Sin da piccolo White dimostra interesse per il
potere terapeutico delle piante originarie dell’Australia. In seguito ad un viaggio in
India, dove si ammalò di dissenteria, ormai debilitato decise di intraprendere gli studi
della medicina alternativa e si iscrisse al New South Wales College of Natural
Therapies, diventando omeopata e naturopata; la sua formazione iniziale fu con i
fiori di Bach. Con il tempo nacquero le Australian Bush Flower Essence. Infatti
proprio durante una delle sue meditazioni Ian visualizzò l’immagine di una pianta e
il luogo più indicato per ricavarne l’essenza e nel corso del tempo le visioni
continuarono, ogni volta con un fiore diverso (Matthews M., 2007).
Con l’osservazione degli effetti delle essenze fu in grado di verificare le informazioni
incanalate e nacquero 69 essenze cui vennero attribuite diverse attività terapeutiche.
La caratteristica di questi rimedi è innanzitutto la sicurezza, perché non c’è alcun
rischio di sovradosaggio e possono essere assunte da sole o assieme rimedi allopatici
(Matthews M., 2007).
Le essenze del Bush sono note e utilizzatae in tutto il mondo per le loro proprietà,
non solo in Australia, venendo impiegate nella cura di malattie psichiche e fisiche.
58
5.4.2 MODALITA’ DI PREPARAZIONE
Le Australian Bush Flower Essences si preparano – analogamente a come avviene
per i Fiori di Bach – tramite il metodo della solarizzazone, mettendo cioè i fiori
all’interno di una ciotola trasparente contenente acqua pura. Si lasciano al sole per
circa due ore nel clima australiani, in luoghi più freddi il tempo di esposizione sarà
maggiore. In questo modo avviene uno scambio di energia grazie al quale le
proprietà terapeutiche dei fiori vengono rilasciate nell’acqua. I fiori successivamente
vengono tolti dall’acqua energizzata e quest’ultima viene mescolata ad una stessa
quantità di brandy, che farà da conservante; così si ottiene la tintura madre.
Per preparare lo stock bottle, o concentrato, si versano sette gocce di tintura madre
in una boccetta di 15-30ml contenente due terzi di brandy e un terzo di acqua pura.
Invece si aggiungono sette gocce di stock bottle in una boccetta da 15-30 ml con due
terzi di acqua pura e un terzo di brandy per ottenere un flacone pronto all’uso;
quest’ultima è la forma da somministrare sia agli animali che all’uomo (Matthews
M., 2007).
Nel caso si volessero usare più essenze all’interno di un flacone pronto all’uso sarà
opportuno mettere nella boccetta da 15-30 ml sette gocce di ogni essenza, assieme
alla miscela di una parte di brandy e due parti di acqua pura. Secondo alcuni autori, è
importante non utilizzare più di quattro o cinque essenze ed è importante che tutte
siano più o meno indirizzate verso un’unica problematica (Matthews M., 2007).
59
5.4.3 SOMMINISTRAZIONE DEI RIMEDI FLOREALI AUSTRALIANI
Il trattamento con le Essenze del Bush prevede sette gocce di rimedio dal flacone
pronto per l’uso, due volte al giorno, per via orale o applicato sulla testa e sul resto
del corpo dell’animale. Le essenze possono essere aggiunte sia nel cibo che
nell’acqua, maggiormente indicata, oppure spruzzarle sull’animale, nei suoi campi
energetici o nell’ambiente circostante. Le essenze dei Bush si prestano ad essere
aggiunte all’interno di creme, oli per il massaggio, oppure possono essere usate
assieme a oli essenziali e tinture omeopatiche (Matthews M., 2007). La durata del
trattamento consigliata è di almeno due settimane e un prolungamento del
trattamento non ha controindicazioni.
E’ sempre importante ascoltare ed osservare l’animale per capire quali sono il
dosaggio e le modalità di somministrazione giusti per l’individuo.
60
5.4.4 IL KIT AUSTRALIANO
Le essenze che compongono il kit australiano sono 69 ed hanno uniche e numerose
caratteristiche.
L’Australia è il continente che possiede le più antiche specie e il più grande numero
di fiori, un ambiente in cui la biodiversità possiede splendide qualità riequilibranti.
Le Essenze Australian Bush FLower sono indicate per problematiche attuali, come la
comunicazione, le difficoltà di apprendimento, l’evoluzione del concetto di
spiritualità, le radiazioni elettromagnetiche e la sfera della sessualità, problematiche
che influenzano anche la convivenza con i nostri animali. Fra i floriterapeuti, le
Essenze del Bush sono rinomate per la loro azione rapida su mente e corpo, e per
l’intensa carica energetica curativa che li rende capaci di mettere in moto forze di
auto guarigione e di attivare profondi processi di trasformazione e cambiamento
interiore (Campanini M.E., 2013).
61
6 PARTE SPERIMENTALE: FLORITERAPIA IN RIFUGIO
6.1 IL RIFUGIO DI BELLANTE
Come abbiamo detto, i canili rifugio sono gestiti dai comuni, da associazioni
protezionistiche o da privati cittadini, a meno che i cani non vengano adottati. Queste
strutture accolgono i cani dopo un periodo di 60
giorni trascorso all’interno dei canili sanitari. Le
associazioni protezionistiche che prendono in
carico i cani devono essere iscritte ad un apposito
albo regionale e si impegnano, tra le altre cose, a
costruire rifugi per cani e gatti secondo i criteri
elencati dalla legge regionale 60/93 (art. 14, art.16).
Tali strutture sono sottoposte a vigilanza veterinaria
(art. 11, LR 60/93).
Il rifugio della LEGA DEL CANE di Bellante è
sito in una vecchia fattoria circondata da un ampio
terreno, in prossimità della Strada Statale. I
volontari si prendono cura dei cani alternandosi per
gestire le mansioni di pulizia, alimentazione,
sgambo ed eventuali cure mediche.
La struttura principale è stata ristrutturata e divisa
in 5 box, 3 dei quali con un’adiacente area sgambo
dove i cani possono accedere a piacimento,
ciascuna area ovviamente recintata e separata dalle
altre. All’esterno di questa struttura è presente un
ampio giardino dove quasi tutti gli ospiti hanno la
possibilità di uscire circa due ore, al giorno in presenza dei volontari. Fanno
eccezione i cani del box 1 per i quali come vedremo è necessario un trattamento
separato, essendo cani aggressivi e/o estremamente paurosi. Esternamente alla
struttura principale sono ubicati altri tre box.
I box interni alla struttura sono divisi come segue: Ugo, Nero e Bob nel primo box;
Hope nel secondo; Oliver e Daria nel terzo; Bimba, Red, Mirtilla e Nina nel quarto.
All’esterno solo due dei tre box sono occupati: nel quinto ci sono Roxi e Pluto e nel
sesto Marta.
Le schede di ciascun ospite del rifugio sono riportate dopo la parte di materiali e
metodi assieme ad una valutazione caratteriale/comportamentale e alla miscela
floriterapica scelta per ciascuno.
Figure 6-1 - Struttura
principale del Rifugio della
Lega del Cane di Bellante
62
Obiettivi della parte sperimentale di questa tesi sono:
1. valutare l’efficacia del test di comportamento da noi disegnato per l’utilizzo
all’interno di canili e rifugi, perchè in letteratura non sono presenti test
standardizzati ritenuti validi nelle diverse situazioni;
2. utilizzare miscele di Fiori Australiani per aumentare i livelli di benessere dei
cani alloggiati nella struttura rifugio della Lega del Cane di Bellante tenendo
conto che alcune strutture, che non sempre rispecchiano le necessità
etologiche dei cani, non possono essere facilmente cambiate nel senso
dell’arricchimento ambientale;
3. permettere alla laureanda in Tutela e Benessere Animale di imparare ad
utilizzare il kit di Fiori Australiani, tenendo conto che, questo tipo di tecnica
olistica, non è attualmente in Italia considerata atto medico e quindi
competenza esclusiva del Medico Veterinario, ma è piuttosto una tecnica
volutamente semplice e utile, utilizzabile da chiunque per risolvere i piccoli
problemi di comportamento. Essendo la laureanda già educatrice cinofila
SIUA e volontaria questo aspetto rivestiva una particolare importanza per
garantire possibilità future di impiego lavorativo.
63
6.2 MATERIALI E METODI
Il progetto sull’impiego della floriterapia australiana all’interno dei rifugi e canili è
nato dalla passione per per il volontariato, unito alla voglia di apprendere una tecnica
olistica come la floriterapia con il fine di migliorare il benessere psicofisico dei cani.
Il lavoro sperimentale è stato supervisionato e curato dalla Dott.ssa Maria Mayer,
medico veterinario omeopata, che dal 2006 si occupa di floriterapia di Bach e
Australiana. La parte pratica è stata svolta dalla laureanda in Tutela e Benessere
Animale e autrice della tesi Sara Santaroli, che ha conseguito il Diploma di
Educatore Cinofilo nell’anno 2013 presso la Scuola d’Interazione Uomo Animale
(SIUA) a Bologna.
La sperimentazione è stata così strutturata:
1. ricerca bibliografica per la scelta del miglior modello di test
comportamentale da applicare alla situazione del rifugio di Bellante
2. la valutazione al tempo zero (T0) utilizzando sia il test scelto che una
valutazione qualitativa e alcuni video.
3. scelta e preparazione della miscela floriterapica individualizzata
4. Somministrazione durante un tempo di 30 giorni della miscela scelta per
ciascun cane secondo la posologia indicata.
5. Rivalutazione tramite test e qualitativa a fine somministrazione (T30)
La scelta di un test per la valutazione comportamentale si è rivelata particolarmente
difficile nell’ottica di uno studio incentrato su una tecnica olistica come la
floriterapia. Era necessario infatti prendere in considerazione sia l’individualità del
soggetto esaminato, che l’ambiente in cui avviene la valutazione.
Sulla base degli studi precedenti analizzati (Valsecchi et al.,2011; Martson and
Bennett, 2005; Taylor e Mills 2006), è stato strutturato un test specifico per il
contesto del rifugio in cui lo studio si è svolto. Ad ogni paramentro, come ad es.
vocalizzazioni, paura, aggressività…è stato associata una VAS (scala visiva
analogica).
Figure 6-2 - VAS Visual Analogue Scale per la valutazione di variabili soggettive
64
La VAS è una scala unidimensionale della lungezza di 10 cm (non graduata
normalemente, a differenza della foto esplicativa) che viene utilizzata in medicina
per misurare l’intensità del dolore, garantendo una estrema facilità di utilizzo grazie
alla sua intuitività (Il Portale della Salute, www.doloreacuto.it).
Nella valutazione dei cani del rifugio, ogni paramentro (es.vocalizzi, timore,
aggressività) avevana quindi la scala associata,
alle cui estremità corrispondevano
rispettivamente i valori della variabile dal
minimo grado osservabile al massimo
immaginabile (ad esempio “nessun vocalizzo”
e “massimo vocalizzo”). Utilizzando il
modello di valutazione disegnato per questo
studio (vedi Tabella in Appendice I), è stata
effettuata un’osservazione dei 13 cani prima
della somministrazione dei fiori (T0) e dopo un
mese dall’inizio del trattamento floriterapico
(T30), sia da parte della laureanda che della
veterinaria floriterapeuta.
Nello stesso giorno della valutazione
quantitativa tramite test, per ogni cane è stata
effettuata una valutazione qualitativa
estensiva. Inoltre, per ogni singolo cane è stato
scelto una miscela floriterapica
individualizzata (10 cani su 13) oppure di una
miscela già pronta preparata dalla ditta (3 cani su
13). Le miscele individuali sono state preparata
secondo il metodo classico indicato dall’ideatore della floriterapia australiana dalla
dr.ssa Mayer.
Per motivi di gestione – come citatato poco sopra - 3 cani su 10 (Ugo, Nero, Bob)
hanno ricevuto la stessa miscela. Questo è stato dovuto non tanto alla difficoltà di
scelta delle essenze singole, che pure sarebbero state ben evidenti, quanto piuttosto
all’aggressività e/o estrema paura dimostrata dai soggetti, tali da renderli
sostanzialmente inavvicinabili a inizio studio.
Durante il periodo di sperimentazione le miscele sono state somministrare
individualmente a 10 cani, attraverso l’uso di biscotti appetibili o polpette di carne. I
3 cani che hanno ricevuto Emergency Pets, alloggiando nello stesso box, lo hanno
invece assunto nelle ciotole contenenti l’acqua. Il rimedio era assunto dai cani due
volte al giorno, mattina e primo pomeriggio. Nel caso della miscela Emergency Pets,
Figure 6-3 - La Dr.ssa Mayer,
durante la valutazione dei cani
alloggiati nel box 1
65
il rimedio è stato aggiunto come detto alle ciotole dell’acqua, che venivano poi
cambiate 2 volte al giorno in corrispondenza dell’assunzione del rimedio da parte
degli altri cani.
Nonostante fosse inizialmente pianificato, per questo studio, abbiamo scelto di non
effetturare un doppio cieco a gruppi randomizzati per due motivi essenziali: 1. il
numero di residenti in rifugio al momento dello studio era diminuito a causa di
diversi decessi in modo tale da rendere la divisione in due gruppi non consistente per
studi statistici; 2. abbiamo ritenuto che fosse più utile trattare tutti i cani al fine di
non negare a nessuno un’opportunità di migliorare la qualità di vita in rifugio.
Inoltre, un trattamento individualizzato non è previsto in uno studio controllato
randomizzato (RCT), nel quale il trattamento studiato è unico e prescritto a tutti gli
individui selezionati casualmente per appartenere al gruppo “trattamento”, mentre
agli altri viene somministrato placebo o trattamento conosciuto.
66
6.3 GLI OSPITI
6.3.1 HOPE
Età: 15 anni
Razza: meticcio tipo Schnauzer
Sesso: femmina, castrata
Taglia: grande
Anamnesi: Hope è stata trovata dalle
volontarie del rifugio che si sono prese cura
di lei da quel momento. Ha la leishmaniosi e tutti i giorni le volontarie le
somministrano allopurinolo (300mg). Inoltre ha una cataratta particolarmente
importante e con il tempo ha iniziato ad avere problemi epatici. In questo momento
presenta sull’arto dx anteriore una lesione cutanea che purtroppo fa fatica a
rimarginare per la quale le volontarie stanno facendo dei bendaggi con l’Hypermix©.
Nonostante le sue condizioni fisiche precarie Hope ha molta forza interiore. Ha
un’elevata motivazione et-epimeletica. É vivace ed attiva oltre ad avere una buona
interazione con gli altri cani del rifugio. Ignora gli estranei e preferisce fare il suo
giretto nell’area sgambo.
--------
Fiori scelti:
-Boronia: questo Fiore ha la proprietà di portare alla chiarezza di pensiero e alla
serenità mentale. Bornia è il fiore adatto ai comportamenti ripetitivi stereotipati
(Hope si lecca insistentemente la lesione sulla zampa).
-Crowea: questa Essenza aiuta con la sua vibrazione a diminuire lo stato ansioso del
cane.
-Isopogon: questo Fiore è frequentemente utilizzato per recuperare vecchi ricordi dal
passato. È un fiore utile ai cani anziani per recuperare le facoltà perdute.
-Little Flannel Flower: con l’avanzare dell’età molti cani perdono la giocosità e
libertà di pensiero. Questa essenza li aiuta ad eliminare le inibizioni e a divertirsi.
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-Freshwater Mangrove: questo Rimedio è indicato per coloro che hanno pregiudizi
ed aspettative verso qualcuno o qualcosa.
- Wild Potato Bush: questo Fiore aiuta a sentirsi in armonia con il proprio fisico,
nel caso di frustrazioni dovute a restrizioni causate dalle proprie limitazioni fisiche.
--------
Osservazioni qualitative: Hope durante il trattamento con i Fiori ha iniziato ad
abbaiare molto meno all’arrivo di qualcuno presso il rifugio. Resta molto più tempo
fuori dal suo box, gira sia nell’area sgambo che nel box 4.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Hope esce dal box, si fa un giretto ,
defeca e rientra. Nessuna interazione.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Hope esce dal box, fa il suo giretto,
defeca, ci viene incontro, si avvicina a me per “vedermi”, si fa un altro piccolo
giretto e rientra.
68
6.3.2 OLIVER
Età: 5 anni
Razza: meticcio tipo Collie
Sesso: maschio, castrato
Taglia: medio/grande
Anamnesi: Oliver è stato trovato da
cucciolo assieme ai suoi 4 fratelli e sorelle,
tra cui Daria di cui parleremo
successivamente. Da quel momento ha
sempre vissuto all’interno del rifugio.
E’ timido ed introverso. E’ spaventato dalle novità e dalle persone che non conosce,
ha bisogno di tempo per aprirsi ed uscire dal suo guscio. Non ama il contatto fisico
con le persone e non lo ricerca. Con i suoi conspecifici è molto comunicativo,
rispettoso degli spazi/risorse altrui e sensibile.
--------
Fiori scelti:
-Green Spider Orchid: molti cani tendono a tenere per se le proprie idee, pensieri e
bisogni. Questo Fiore li aiuta nella comunicazione con gli altri, persone o altri
animali.
-Angelsword: questo Fiore allenta i “cordoni energetici” che spesso si creano tra
individui ed aiuta a fare ordine in se stessi
-Dog Rose: questa Essenza è un valido aiuto per tutti coloro che hanno paure e fobie
comuni.
-Five Corners: questo è il Rimedio principale per riconquistare la confidenza con la
propria bellezza interiore ed esteriore.
-Waratah: forte, potente e di rapidissima azione Waratah favorisce il coraggio e la
fiducia, aiutando l’individuo in tutti i momenti difficili
-------
Osservazioni qualitative: Durante questi 30 giorni Oliver ha iniziato a trascorrere
molto più tempo fuori dal box. Ha avuto due piccole discussioni con Red sulla
gestione dello spazio. Questo è un notevole cambiamento per lui, che è stato sempre
69
ai margini e non ha mai voluto esprimere i suoi bisogni o idee. Ha iniziato a
comunicare anche con me (laurenda) e a chiedermi di uscire per fare una passeggiata.
Quando era in difficoltà con Red in mia presenza, si riferiva a me per aiutarlo a
gestire la situazione. In data 10/11/16 dei ragazzi a lui estranei sono venuti presso la
struttura per fare delle foto ai cani e una delle Volontarie mi ha riferito che Oliver era
incuriosito, è andato ad annusarli e non è stato tutto il tempo in disparte.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Oliver esce pochi secondi, mi guarda
lateralmente, fa pipì e rientra nel box.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Oliver esce dopo un po' si fa un piccolo
giretto, mi guarda lateralmente e torna dentro. Si lascia avvicinare solo da Daria.
70
6.3.3 DARIA
Età: 5 anni
Razza: meticcia
Sesso: femmina, castrata
Taglia: media
Anamnesi: Daria è la sorella di Oliver con
cui condivide lo stesso box
Daria ha molte difficoltà ad uscire dal box
e a mostrare al mondo la sua personalità.
Tende a chiudersi in un angolo e ad ignorare ciò che la circonda. Ha bisogno di
delicatezza, poca invadenza e sensibilità per lasciarsi conoscere. Questo è vero
soprattutto all’interno del rifugio, dato che se portata a fare una lunga passeggiata
libera in campagna, si lascia più facilmente andare. Per lei il fattore ambientale è
importantissimo. Non ama persone e cani invadenti: quando gli altri compagni di
rifugio sono liberi fuori dai box lei tende a non uscire, mentre esce più volentieri se
gli altri sono dentro.
--------
Fiori scelti:
-Waratah: forte, potente e di rapidissima azione Waratah favorisce il coraggio e la
fiducia, aiutando l’individuo in tutti i momenti difficili
-Dog Rose: questa Essenza è un valido aiuto per tutti coloro che hanno paure e fobie
comuni.
- Flannel Flower: questo Fiore è per tutti coloro che non amano o non sono molto
predisposti al contatto o alla vicinanza fisica.
-Five Corners: questo è il Rimedio principale per riconquistare la confidenza con la
propria bellezza interiore ed esteriore.
-Fringed Violet: questo Fiore è indicato per superare più facilmente uno shock o un
trauma.
-Red Grevillea: questa Essenza è indicata per chi si sente dipendente da qualcuno o
qualcosa e non ha la forza di uscire da situazioni sgradevoli.
71
--------
Osservazioni qualitative: Daria durante questo mese ha voluto trascorrere più tempo
in nostra compagnia nell’area comune. Ha avuto modo di confrontarsi più volte con
gli altri cani e ha gestito bene la situazione. In data 10/11/16 una delle volontarie mi
ha detto che in presenza di alcuni ragazzi a lei sconosciuti è stata più tranquilla, si è
lasciata accarezzare da uno di loro ed è rimasta con il gruppo senza isolarsi o
mantenendo distanze eccessive.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Daria non esce immediatamente all'
aperto del box, ma aspetta dentro. Dopo un poco esce e si avvicina a noi ( distanza
2,5 metri circa).
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Daria esce solo dopo che Sara ha
richiuso diversi altri box. Daria ha paura degli altri cani oltre che di noi. Non si
avvicina, se li rivolgo lo sguardo si allontana.
72
6.3.4 MIRTILLA
Età: 5 anni
Razza: meticcia simil segugio
Sesso: femmina, castrata
Taglia: piccola
Anamnesi: Mirtilla è stata trovata
assieme a sua sorella, morta
successivamente a causa del cimurro
nel novembre 2013. Entrambe erano
sottopeso e spaventate.
E’ una piccola segugia e adora andare a caccia e cercare premietti. Mirtilla è un po’
insicura e diffidente nei confronti dell’uomo, ma al contrario di altri cani lo dimostra
con un aumento dell’attività e abbai di richiesta d’attenzioni. Quando arriva il
momento delle interazioni gradisce un contatto delicato e non invadente. Allo stesso
tempo le piace essere resa partecipe di momenti di gioco e divertimento. Con gli altri
cani è socievole, pur dimostrando bisogno di spazio. Ha paura di essere “schiacciata”
dagli altri.
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Fiori scelti:
-Dog Rose: questa Essenza è un valido aiuto per tutti coloro che hanno paure e fobie
comuni.
-Waratah: forte, potente e di rapidissima azione Waratah favorisce il coraggio e la
fiducia, aiutando l’individuo in tutti i momenti difficili.
-Sturt Desert Pea: la principale proprietà di questo Fiore è di risolvere dolori e
dispiaceri che non si è riusciti a superare da lungo tempo
-Sturt Desert Rose: questa Essenza aiuta ad eliminare i sensi di colpa e a di
conseguenza grande effetto sulla propria autostima.
-Five Corners: questo è il Rimedio principale per riconquistare la confidenza con la
propria bellezza interiore ed esteriore
-Philoteca: questo Fiore consente di accettare il conseguimento dei propri successi e
del proprio essere, accogliendo il prossimo senza sminuirlo.
73
-Tall Yellow Top: questa Essenza è indicata per chi non si sente di appartenere ad
un gruppo, una famiglia o si sente rifiutato dagli altri e ha paura delle interazioni
sociali.
--------
Osservazioni qualitative: Mirtilla in questo mese non ha avuto alcun cambiamento.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Mirtilla insiste nell'abbaio anche fuori dal
box. Si vorrebbe avvicinare, ma ha paura. Abbaia e si ritrae. Postura bassa. Mantiene
la di stanza di circa 2,5 mt.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Mirtilla si avvicina abbaiando, ma non
ha bisogno di tenermi controllata. Si mantiene comunque sempre a distanza,
vorrebbe avvicinarsi, ma ha paura. Non noto un grande miglioramento rispetto
all'altra volta, se non nell'attività esplorativa esterna alla recinzione, dove si
avventura con gioia e tranquillità.
74
6.3.5 NINA
Età: 4 anni
Razza: meticcia simil pinscher
Sesso: femmina, castrata
Taglia: piccola
Anamnesi: Nina è entrata nel rifugio
dopo un sequestro: era tenuta dalla
proprietaria in condizioni precarie.
É molto curiosa e sempre attenta. É
diffidente nei confronti delle persone e
non ama il contatto fisico. Ha bisogno dei suoi tempo per sentirsi sicura e conoscere
bene la persona. Con gli altri cani preferisce mantenere le distanze, soprattutto per
tutelarsi essendo di piccola taglia.
--------
Fiori scelti:
-Flannel Flower: questo Fiore è per tutti coloro che non amano o non sono molto
predisposti al contatto o alla vicinanza fisica.
-Waratah: forte, potente e di rapidissima azione Waratah favorisce il coraggio e la
fiducia, aiutando l’individuo in tutti i momenti difficili.
-Dog Rose: questa Essenza è un valido aiuto per tutti coloro che hanno paure e fobie
comuni.
Freshwater Mangrove: questo Rimedio è indicato per coloro che hanno pregiudizi
ed aspettative verso qualcuno o qualcosa.
--------
Osservazioni qualitative: Nina in questo mese ha leggermente diminuito la sua
distanza di “sicurezza”, per il resto non ha avuto nessun cambiamento.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Nina non esce dal capannone. Guarda e
non si avvicina.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Nina esce dal capannone e si avvicina
curiosa a me. Mi guarda lateralmente, rimane a circa 2,5m da me e se la guardo mi
abbaia, anche se meno dell' altra volta.
75
6.3.6 RED
Età: 3 anni
Razza: meticcio simil pastore abruzzese
Sesso: maschio, castrato
Taglia: grande
Anamnesi: Red è arrivato nel rifugio assieme a
suo fratello Zac, gli unici due sopravvissuti di
una cucciolata numerosa all’età di due/tre mesi.
Red è molto socievole, incuriosito dalle persone
e si lascia guidare volentieri nelle richieste rimanendo allo stesso tempo
indipendente, sicuro di sé ed autonomo. Alcune volte, se si agita eccessivamente ha
difficoltà a calmarsi ed è esuberante, salta addosso e morde i vestiti. Aveva delle
dispute con il fratello Zac (deceduto prima di iniziare la sperimentazione), mentre lui
ed Oliver hanno ben stabilito la gestione degli spazi e delle risorse e sono molto
comunicativi tra loro con le marcature.
--------
Fiori scelti:
-Gymea Lily: questo Fiore riequilibra la tendenza di individui carismatici, leader
naturali, ad assumere il comando di una situazione, impartire ordini e invadere le
competenze altrui, aiutando a valutare meglio se è necessario e opportuno
intromettersi, e considerando di più la partecipazione degli altri.
-Rough Bluebell: questa Essenza aiuta ad esprimere compassione, sensibilità ed
amore verso il prossimo.
-Green Spider Orchid: molti cani tendono a tenere per se le proprie idee, pensieri e
bisogni. Questo Fiore li aiuta nella comunicazione con gli altri, persone o altri
animali.
---------
Osservazioni qualitative: Red durante la somministrazione dei Fiori ha smesso di
saltare addosso e di attaccarsi ai vestiti se particolarmente agitato. In situazioni
stressanti è rimasto molto più centrato. Ha avuto delle discussioni con Oliver, che ha
iniziato a dire la sua ed esternare di più i suoi sentimenti.
76
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Red è un cane equilibrato. Esce, Viene
incontro, annusa e si fa i fatti suoi.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Red rimane un cane equilibrato. Nei miei
confronti è più socievole, mi segue all'interno del recinto. Difende Mirtilla da Pluto.
Si dimostra leggermente possessivo (sempre nei confronti di Pluto) di me e di Sara.
77
6.3.7 BIMBA
Età: 5 anni
Razza: Spinone
Sesso: Femmina, castrata
Taglia: media
Anamnesi: Bimba viveva come cane di
quartiere in un paese nei pressi del
rifugio. É stata recuperata in seguito ad
un trauma cranico, causato da alcune
persone che non la volevano nei pressi della propria abitazione.
Bimba è un cane molto socievole, sicuro di sé e centrato. Ama essere coinvolta in
attività ludiche, ma anche rilassarsi al sole e sonnecchiare. É un cane molto
equilibrato. Non ha problemi ad essere manipolata e sicuramente aveva un
proprietario o qualcuno che si prendeva cura di lei prima di finire nel rifugio. Bimba
è molto comunicativa con gli altri cani e media con fermezza le interazioni troppo
eccessive tra loro.
--------
Fiori scelti:
-Sturt Desert Pea: la principale proprietà di questo Fiore è di risolvere dolori e
dispiaceri che non si è riusciti a superare da lungo tempo.
-Pink Flannel Flower: questo fiore dona gioia di vivere, favorendo la capacità di
godere di tutto ciò che ci accade e ci circonda.
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Osservazioni qualitative: Bimba non ha mostrato cambiamenti, ma lei non aveva e
non ha particolari problematiche. Avrebbe solo bisogno di una bella adozione e di
qualcuno che la faccia uscire finalmente dal rifugio e viaggiare per il mondo.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Bimba esce dal box e viene ad annusarmi.
Rimane intorno a me ricercando interazione più volte, poi si rifugia dentro quando
inizia la pioggia.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Bimba si avvicina immediatamente a me
all'apertura del box, mi lecca la mano, sta un po' intorno a noi, poi si va a fare i fatti
suoi.
78
6.3.8 ROXI
Età: 2 anni
Razza: meticcia
Sesso: femmina, castrata
Taglia: piccola
Anamnesi: E’ nata in casa ed è la terza
della cucciolata, di cui uno è stato
adottato. Lei e Pluto, il fratello, sono
arrivati così nel rifugio.
Roxi è in continuo movimento e dimostra poco autocontrollo. E’ una cagnolina
molto insicura, diffidente nei confronti delle persone e ha bisogno di tempo per
riuscire a relazionarsi. Ha pinzato alle caviglie in un paio di occasioni, probabilmente
in seguito ad eccessiva rumorosità o irruenza di persone poco conosciute. Ha paura
degli oggetti che non conosce. Stimola continuamente il fratello per farlo correre,
spostarsi, inseguirsi e da lui non accetta degli stop.
Da quando il fratello Pluto soffre di eplissia, attacca il fratello durante la crisi.
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Fiori scelti:
-Dagger Hakea: questo Fiore spinge chi l’assume ad esprimere i propri sentimenti e
a saper perdonare. Favorisce l’elaborazione e risoluzioni di situazioni di
risentimento, in cui sono coinvolti rapporti interpersonali
-Bluebell: questa Essenza è consigliata per aprire il cuore, per coloro che hanno
bloccato le proprie emozioni e difficilmente riescono a mostrare affetto.
-Gymea Lily: questo Fiore riequilibra la tendenza di individui carismatici, leader
naturali di assumere il comando di una situazione, impartire ordini e invadere le
competenze altrui, aiutando a valutare meglio se è necessario e opportuno
intromettersi, e considerando di più la partecipazione degli altri
-Rough Bluebell: questa Essenza aiuta ad esprimere compassione, sensibilità ed
amore verso il prossimo.
--------
79
Osservazioni qualitative: Roxi durante questi 30 giorni ha fatto dei cambiamenti
straordinari. Ha smesso di rincorrere Pluto di continuo, di aizzarlo e morderlo. Era
eccessiva solo per poco tempo appena uscita da box, ma poi riusciva a calmarsi e
inseguire qualche topolino, annusare in giro e addirittura sdraiarsi a terra a prendere
il sole. Nei confronti degli estranei si è dimostrata molto più sicura e meno
diffidente.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Roxi esce dal box, corre dietro al fratello,
non lo molla un attimo e non permette che lui si avvicini ne a me e ne ad altri cani.
Interazioni con me solo salti addosso. Ha atteggiamenti semi-aggressivi nei miei
confronti: mi segue e mi controlla.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Roxi è molto più pacata dell' altra volta:
all'uscita dei box rincorre Pluto, ma solo per pochi giri. Poi lo lascia in pace,
comincia una sua attività esplorativa, esce dal recinto, ritorna al richiamo. Si
avvicina a me più calma, mi lecca la i lati della bocca un paio di volte. Entrati nel
box dormono sereni!! L'altra volta era un abbaio continuo.
80
6.3.9 PLUTO
Età: 2 anni
Razza: meticcio
Sesso: maschio, intero
Taglia: piccola
Anamnesi: fratello di Roxi. Soffre
di attacchi epilettici ed assume
quotidianamente Luminale® o
Gardenale® e Bromuro di Potassio.
Pluto è un adolescente di sesso
maschile equilibrato, il suo unico “problema” è il coinvolgimento emotivo con la
sorella, che in alcune circostanze lo porta ad avere poco autocontrollo. Ad esempio
abbaia agli estranei solo se è la sorella a prendere l’iniziativa, altrimenti è un cane
molto socievole con le persone. Sa prendersi i suoi spazi e riposare dopo aver giocato
o fatto una passeggiata, ma Roxi gli morde le zampe, tenta di spostarlo e lo incita a
correre nonostante anche lei abbia fatto attività fisica e sia stanca. Tutto questo lo
carica emotivamente e lo porta a mettere in atto dinamiche non sue, perché non ha
difficoltà a relazionarsi con le persone, è curioso e gli piace avere compagnia oltre ad
essere coccolato e manipolato. Non ha problematiche con i cani del rifugio. Ha
continuamente fame, a volte mi ha mordicchiato le mani per vedere se avessi
qualcosa.
Da quando soffre di crisi epilettiche complete e prende farmaci, è successo più di una
volta di osservare difficoltà di concentrazione, di vederlo “distratto” guardando il
vuoto o che avesse difficoltà a concentrarsi sulla voce della persona che lo stava
chiamando. La sorella Roxi non aiuta neanche in questo caso, attaccandolo durante le
crisi.
--------
Fiori scelti:
-Crowea: questa Essenza aiuta con la sua vibrazione a diminuire lo stato ansioso del
cane
-Isopogon: questo Fiore è frequentemente utilizzato per recuperare vecchi ricordi dal
passato o le facoltà mentali perdute.
81
-Dog Rose of the Wild Forces: quando le emozioni si fanno così intense da
travolgerlo, questo Fiore donerà la capacità di mantenere il controllo, prevenendo
comportamenti esagerati.
-Five Corners: questo è il Rimedio principale per riconquistare la confidenza con la
propria bellezza interiore ed esteriore.
-Monga Waratah: questa Essenza è indicate per chi ha problemi legati alla perdita
di potere personale, al bisogno degli altri e alla dipendenza da essi. In questo modo si
avrà la forza di interrompere le relazioni insane e a trovare la propria forza interiore.
--------
Osservazioni qualitative: Pluto durante il periodo della somministrazione dei fiori è
migliorato tantissimo. Ha smesso di essere eccessivo nei modi, di avere molto meno
lo sguardo assente e di essere più centrato. Il rapporto con Roxi è migliorato
tantissimo, sono notevolmente diminuiti i morsi, le corse sfrenate e gli attacchi. Pluto
ha smesso di cercare continuamente cibo dale mani. Dopo una settimana
dall’interruzione dei Fiori tutto è tornato come prima.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Pluto quando viene aperto il box, quasi
non lo nota. Esce, corre parecchio con la sorella che non lo lascia un attimo in pace.
Continua a dover eludere la sorella Roxy per tutto il tempo della valutazione.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Pluto esce dal box appena aperto e si
avvicina a me annusando (non gradisce il tocco). Dopo qualche corsa con Roxi, ha
modo di rilassarsi, torna ad avvicinarsi a me , si sdraia all' ombra e si rilassa. Cerca
di montare Mirtilla e ce le prende da Red, ma non sembra spaventato da questo, anzi,
non sembra proprio molto cosciente e torna ad avvicinarsi a Red.
82
6.3.10 MARTA
Età: 5 anni
Razza: Bulldog americano
Sesso: femmina, castrata
Taglia: media
Anamnesi: Marta è stata trovata
vagante ed incinta da una delle
volontarie che l’ha presa in stallo per
qualche mese, successivamente è
entrata nel rifugio. E’ positiva alla
leishmania.
E’ molto socievole, adora essere coccolata e stare con le persone. E’ molto vorace e
ingorda, priva di autocontrollo in presenza di cibo. Per questo motivo ha problemi di
obesità e ha avuto alcune dispute con gli altri cani, come Fiona (soppressa qualche
giorno prima dell’inizio della sperimentazione).
--------
Fiori scelti:
-Jacaranda: questo è il Rimedio per gli incostanti, coloro che iniziano
continuamente nuovi progetti, ma di rado li portano a termine, perché si lasciano
distrarre facimente.
-Boronia: questo Fiore ha la proprietà di portare alla chiarezza di pensiero e alla
serenità mentale. É il fiore adatto a terminare comportamenti ripetitivi stereotipati.
-Crowea: questa Essenza aiuta con la sua vibrazione a diminuire lo stato ansioso del
cane.
-Kangaroo Paw: questo Fiore è indicato per coloro che sono ancora “immaturi” e la
loro estrema ingenuità porta alla goffaggine e alla difficoltà di relazionarsi con gli
altri, creando tensioni.
-Black Eyed Susan: questo Rimedio è per gli iperattivi e chi ha un continuo lavorio
mentale.
-Sundew: questa Essenza è ottima per riuscire a essere ben radicati, trovare
chiarezza, essere meno vaghi e prestare attenzione ai dettagli. Nei momenti di paura
83
e distacco dalla realtà, questa Essenza favorisce la stabilità e ritorno alla realtà
circostante.
--------
Osservazioni qualitative: Marta durante la somministrazione dei Fiori si è calmata
molto. Prima all’arrivo di una persona abbaiava ed andava in ansia all’interno del
box. Con l’aiuto dei fiori è riuscita a trovare la calma. E’ più consapevole del suo
corpo e del mondo che la circonda. Ha iniziato a pensare molto meno al cibo, a farsi i
suoi giretti per l’area sgambo e a non star sempre dentro al rifugio davanti
all’armadietto dei biscotti o al contenitore delle crocchette.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Marta esce dal box, corre intondo per
diverse volte, entra nel capannone , riesce e continua a correre. Si avvicina senza
grande entusiasmo a me. É giocosa, ma goffa. Mi mordicchia la mano. Non cerca
affetto, ma cibo. Rientrata nel box sta tranquilla.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Marta esce dal box, fa un paio di giri e si
calma. Comincia ad esplorare prima me, poi entra al capannone, poi riesce. È più
tranquilla. Molto goffa come sempre, più affettuosa con Sara.
84
6.3.11 UGO
Età: 6 anni
Razza: meticcio
Sesso: maschio, intero
Taglia: piccola
Anamnesi: Ugo, assieme a Nero,
Bob e molti altri cani erano di
proprietà di un signore che li
teneva nella sua campagna, in
condizioni disagiate. Alla morte di
questa persona, le volontarie si
sono prese cura dei suoi cani
riuscento a farne adottare alcuni.
Altri sono morti a causa del cimurro. É positivo a leishmania e le volontarie gli
somministrano l’allopurinolo .
Lui tra i tre è il meno insicuro: in presenza di una rete interna al box si avvicina a
prendere i farmaci e dei bocconcini appetitosi. É la vedetta del rifugio, appena un
estraneo o anche una delle volontarie che conosce da tempo arrivano, dà l’avviso a
tutti i cani. Allo stesso tempo è un cane incuriostito dalle persone. Con gli altri cani,
esclusi quelli appartenenti al suo box, ha problemi di aggressività.
--------
Fiori scelti:
Il mix floreale chiamato EMERGENCY PETS,
adatto per tutte le situazioni di emergenza o shock, è
composto delle seguenti Essenze Floreali:
-Crowea: questa Essenza aiuta con la sua vibrazione
a diminuire lo stato ansioso del cane.
-Dog Rose of The Wild Forces: quando le emozioni
si fanno così intense da travolgerlo, questo Fiore
donerà la capacità di mantenere il controllo,
prevenendo comportamenti esagerati.
-Fringed Violet: questo Fiore è indicato per superare più facilmente uno shock o un
trauma.
85
-Grey Spider Flower: questa Essenza aiuta per tutte quelle paure intese, quando il
terrore prende il sopravvento e rimangono immobilizzati dal panico. Grey Spider
donerà fiducia, coraggio e calma.
-Red Suva Frangipani: questa Essenza, presente nel mix di Emergency pet, è
specifica per aiutare nei momenti di distacco.
-Sundew: questa Essenza è ottima per riuscire a trovare chiarezza, essere meno
vaghi e prestare attenzione ai dettagli. Nei momenti di paura e distacco dalla realtà,
questa Essenza favorisce la stabilità e ritorno alla realtà circostante.
-Waratah: forte, potente e di rapidissima azione Waratah favorisce il coraggio e la
fiducia, aiutando l’individuo in tutti i momenti difficili.
--------
Osservazioni qualitative: tutti i componenti del box 1, cui è stato somministrato la
miscela Emergency Pets, hanno consumato una enorme quantità di acqua in più
rispetto a prima di aggiungere le gocce. Ugo ha fatto dei passi da gigante. Ha smesso
di abbaiare a tutto e tutti in modo compulsivo. A fine periodo di trattamento dà solo
l’allarme con qualche abbaio e poi si mette seduto, in silenzio, anche se non si rilassa
mai del tutto. Al mio arrivo ha iniziato ad accogliermi in modo festoso. Si avvicina
molto di più in assenza della rete, circa mezzo metro. Lui ed i suoi compagni di box
hanno iniziato a bere molto da quando hanno assunto Emergency pets nell’acqua.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Ugo mi accoglie con un continuo
vocalizzo. Dimostra paura nella postura al mio avvicinarsi e si tira anche un po'
indietro. Mantiene comunque un atteggiamento “simil-spavaldo”, abbaiandomi se
incrocio il suo sguardo, anche dopo alcuni minuti che sto ferma. Non ha
assolutamente voglia di interagire con me, si siede e mi tiene ben in vista.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Ugo abbaia al mio arrivo, ma smette.
Rimango ad osservarlo alla medesima distanza dell' altra volta: non abbaia, rimane
seduto e si guarda attorno.
86
6.3.12 NERO
Età: 6 anni
Razza: meticcio
Sesso: maschio, intero
Taglia: medio-piccola
Anamnesi: Nero vive assieme ad Bob
e Ugo. A causa della sua paura per
l’uomo e della sua aggressività ha una
zampa ferita, che non sono riusciti a
curargli.
E’ un cane molto intimorito
dall’uomo, dai rumori forti ed oggetti a lui estranei. Prende molto coraggio dalle
iniziative di Ugo, che fa da leva per entrambi i suoi coinquilini. Anche lui ha
problemi di aggressività con gli altri cani.
--------
Fiori scelti:
Il mix floreale chiamato EMERGENCY PETS, composto delle seguenti Essenze
Floreali:
-Crowea: questa Essenza aiuta con la sua vibrazione a diminuire lo stato ansioso del
cane
-Dog Rose of The Wild Forces: quando le emozioni si fanno così intense da
travolgerlo, questo Fiore donerà la capacità di mantenere il controllo, prevenendo
comportamenti esagerati
-Fringed Violet: questo Fiore è indicato per superare più facilmente uno shock o un
trauma
-Grey Spider Flower: questa Essenza aiuta per tutte quelle paure intese, quando il
terrore prende il sopravvento e rimangono immobilizzati dal panico. Grey Spider
donerà fiducia, coraggio e calma.
-Red Suva Frangipani: questa Essenza, presente nel mix di Emergency pet, è
specifica per aiutare nei momenti di distacco
87
-Sundew: questa Essenza è ottima per riuscire a trovare chiarezza, essere meno
vaghi e prestare attenzione ai dettagli. Nei momenti di paura e distacco dalla realtà,
questa Essenza favorisce la stabilità e ritorno alla realtà circostante
-Waratah: forte, potente e di rapidissima azione Waratah favorisce il coraggio e la
fiducia, aiutando l’individuo in tutti i momenti difficili.
--------
Ossevazioni qualitative: tutti i componenti del box 1, cui è stato somministrato la
miscela Emergency Pets, hanno consumato una enorme quantità di acqua in più
rispetto a prima di aggiungere le gocce. Nero in questi 30 giorni ha iniziato ad
accogliermi in modo festoso al mio arrivo presso il Rifugio. In presenza della
Dott.ssa Mayer, durante la valutazione finale, non era in ansia, si è addirittura messo
tranquillo a riposare nel box. Si avvicina a me a circa 1 metro e se sono nel loro box
non cerca luoghi nascosti o di uscire fuori. Beve anche lui molta più acqua da quando
ha assunto Emergency pets.
Osservazioni floriterapeuta T0: Nero si dimostra molto timoroso al mio
approssimarsi, portandosi nella parte del box più distante da me. Dopo qualche
minuto si avvicina ai compagni di box, continuando sempre però a mostrarsi
insolitamente timoroso della nostra presenza (coda bassa, orecchio besse ,schiena
verso il suolo).
Osservazioni floriterapeuta T30: Nero non scappa in giro per i box e anzi al mio
arrivo si avvicina alla recinzione, rimanendo vicino ai compagni, emettendo alcuni
vocalizzi. Si dimostra comunque spaventato e timoroso nei miei confronti, ma
accetta la mia osservazione sdraiandosi in un angolo.
88
6.3.13 BOB
Età: 6 anni
Razza: meticcio
Sesso: maschio, castrato
Taglia: media
Anamnesi: Bob è obeso,
apparentemente sempre stanco, ma
non è stata fatta una visita per
individuare la causa della sua
malattia.
E’ anche lui molto diffidente nei
confronti dell’uomo. Ha alti livelli di aggressività sia nei confronti degli altri cani,
che di Nero ed Ugo se vengono limitati gli spazi e si chiude l’accesso all’area esterna
al box. Ugo, Nero ed Bob a causa dei loro problemi comportamentali sono isolati dal
resto dei cani all’interno del rifugio ed hanno accesso solo a spazi adibiti
appositamente per loro, perché poco socievoli.
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Fiori scelti:
Il mix floreale chiamato EMERGENCY PETS, un composto delle seguenti Essenze
Floreali:
-Crowea: questa Essenza aiuta con la sua vibrazione a diminuire lo stato ansioso del
cane.
-Dog Rose of The Wild Forces: quando le emozioni si fanno così intense da
travolgerlo, questo Fiore donerà la capacità di mantenere il controllo, prevenendo
comportamenti esagerati.
-Fringed Violet: questo Fiore è indicato per superare più facilmente uno shock o un
trauma.
-Grey Spider Flower: questa Essenza aiuta per tutte quelle paure intese, quando il
terrore prende il sopravvento e rimangono immobilizzati dal panico. Grey Spider
donerà fiducia, coraggio e calma.
-Red Suva Frangipani: questa Essenza, presente nel mix di Emergency pet, è
specifica per aiutare nei momenti di distacco.
89
-Sundew: questa Essenza è ottima per riuscire a trovare chiarezza, essere meno
vaghi e prestare attenzione ai dettagli. Nei momenti di paura e distacco dalla realtà,
questa Essenza favorisce la stabilità e ritorno alla realtà circostante.
-Waratah: forte, potente e di rapidissima azione Waratah favorisce il coraggio e la
fiducia, aiutando l’individuo in tutti i momenti difficili.
--------
Osservazioni qualitative: tutti i componenti del box 1, cui è stato somministrato la
miscela Emergency Pets, hanno consumato una enorme quantità di acqua in più
rispetto a prima di aggiungere le gocce. Bob al mio arrivo nel box mi viene incontro,
non resta nell’area esterna in attesa che io gli metta da mangiare. Si avvicina anche di
mezzo metro. Beve anche lui molta più acqua. E’ molto più attivo e non trascorre
tutto il tempo sdraiato.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T0: Bob ci accoglie con alcuni vocalizzi,
senza neanche alzarsi (sta sdraiato all' arrivo). Dopo alcuni minuti che si avvicina al
box, smette di abbaiare e si sdraia viso a terra, senza più guardarci. Non cerca
interazioni, non si allontana al mio avvicinarsi. In passato aveva comportamento
aggressivi verso i compagni di box, che però in questa occasione non dimostra.
Osservazioni qualitative floriterapeuta T30: Bob si alza e si avvicina alla rete
abbaiando appena arrivati, ma poi si sdraia, assumendo una posizione rilassata.
90
7 RISULTATI
Obiettivi del nostro studio erano di valutare e al contempo migliorare lo stato psico-
fisico degli animali ricoverati nel Rifugio di Bellante (TE), migliorando la loro
qualità di vita in canile/rifugio in particolare tramite l’utilizzo della Floriterapia
australiana. L’apprendimento della floriterapia australiani tramite non solo lo studio,
ma anche l’uso in contesti pratici conosciuti, era un ulteriore scopo di questa tesi,
soprattutto considerato che, a fini lavorativi post-laurea, il kit floriterapico
australiano è utilizzabile da parte di educatori cinofili e non solo medici veterinari.
Per stimare il livello di benessere è stato necessario strutturare un test di valutazione
comportamentale che avesse precise caratteristiche quali: la facilità di comprensione,
un breve tempo di svolgimento e la facilità di impiego anche da parte di altre
persone.
Nonostante la ricerca bibliografica previa e i nostri sforzi per la compilazione del
miglior test posibile, anche nel nostro caso, come riportato in altri studi, abbiamo
incontrato difficoltà nell’oggettivare delle caratteristiche comportamentali. Per
ovviare a questo, in altri studi si è preferito misurare e conteggiare determinati
atteggiamenti o stereotipie, tramite l’utilizzo di telecamere fisse che potessero
monitorare i box h24. Per motivi economici questo non era ovviamente possibile nel
nostro caso.
L’assenza di un medico veterinario comportamentalista (MVC), figura professionale
competnete per la valutazione della patologia comportamentale, è stato ovviamente
un altro punto di debolezza del nostro studio. Anche in questo caso, purtroppo,
motivi logistici (assenza territoriale di un MVC) e economici non hanno permesso
l’ottimizzazione di questo punto dello studio.
Fra i problemi riscontrati durante l’esecuzione del test riportiamo la difficoltà di
utilizzo di termini, propri della scuola SIUA (Scuola Interazione Uomo Animale),
non univoci o comunque non chiaramente riconoscibili da una persona non
appartenente alla scuola (come in questo caso il medico veterinario floriterapeuta).
Sono un esempio di questo i termini “assertivo” oppure “inibito” .
La scarsità di soggetti ospitati nella struttura di Bellante può essere invece
considerato in parte com un punto di debolezza (scarsa significatività statistica), che
come un punto di forza. Come abbiamo visto in precdenza infatti, il sovraffollamento
è attualmente considerato come uno dei fattori che influenzano maggiormente in
modo negativo la qualità di vita di cani ospitati in canili/rifugio. Operare in un
rifugio dove non fosse presente questo problema ha probabilmente messo in
condizione di non essere “schiacciati” dalla pressione ambientale negativa gli ospiti
91
del rifugio, permettendo un miglioramento in tempi oggettivamente brevi (30 giorni
di somministrazione a fronte di anni di detenzione in rifugio).
Punti di forza di questo studio possono invece essere considerati: la lunga esperienza
clinica di utilizzo dei Fiori Australiani della dr.ssa Mayer (più di 10 anni);
somministrazione di una miscela di Fiori australiani che richiede, secondo il proprio
paradigma, una frequenza di sole 2 volte al giorno e non 4 come per i Fiori di Bach –
che sarebbe stata logisticamente impossibile da gestire in un rifugio; la preparzione
di miscele individualizzate – secondo quanto previsto dalla tecnica olistica – per la
quasi totalità dei cani; l’esecuzione in parallelo di una valutazione quantitativa e
qualitativa; lo scarso sovraffollamento del rifugio – come abbiamo detto – e le non
pessime condizioni ambientali cui i cani sono sottoposti, tanto da fornire risultati in
tempi relativamente brevi.
Un punto di forza particolarmente importante e da sottolineare è il fatto che la
laureanda fosse già presente come volontaria presso il Rifugio da diversi mesi al
momento dell’inizio dello studio. Questo particolare è importante per valutare quanto
del miglioramento osservato in cani paurosi, aggressivi o comunque diffidenti sia
dovuto alla “familiarità” e quanto invece alla miscela floreale. Rimane bene inteso
comqunque che non era scopo di questa tesi valutare l’efficacia dei rimedi floreali in
sé.
92
La valutazione statistica dello studio è stata come abbiamo detto difficoltosa,
soprattutto a fronte dello scarso numero di cani alloggiati in rifugio. Con la
collaborazione del Dott.re Maurizio Manera, medico veterinario esperto in
valutazione statistica, è stata comunque effettuata un’analisi di tre parametri:
aggressività, paura e vocalizzi. Il ridotto numero di repliche non è stato purtroppo
sufficiente per esprimere appieno la potenza statistica, tanto che per il paramentro
“paura” e per quello “aggressività” non sono emerse differenze significiative.
Per il paramentro “vocalizzi” invece è emersa una differenza significativa p < 0.05
con test non parametrico di Wilcoxon.
Figure 7-1 - Valutazione del parametro "vocalizzi" effettuato con test non
parametrico di Wilcoxon che evidenzia una p < 0.05
93
L’osservazione qualitativa, se pur non oggettivata da numeri, è stata nel nostro caso
quella maggiormente sensibile per individuare i cambimenti del singolo individuo.
Durante il periodo di sperimentazione infatti si sono osservati molti miglioramenti
comportamenta li. Come riportato nella parte “osservazioni” delle schede di ogni
singolo cane.
Una delle prime osservazioni effettuate dalla
laureanda è stata scoprire che i cani del box 1,
cui per problemi di inavvicinabilità era stato
somministrato Emergency Pets nell’acqua di
abbeverata, avevano aumentato la quantità
giornaliera di acqua assunta
considerevolemente. Ugo non ha più abbaiato
in modo eccessivo all’arrivo nel rifugio di una
persona conosciuta o sconosciuta, riuscendo
anche a mettersi seduto ed in silenzio nel suo
box. Marta, che aveva come unico obiettivo il
cibo durante la sua ora di libertà, al termine dei
trenta giorni di somministrazioni si concedeva
delle
perlustrazioni del rifugio, dei bagni di sole e
dei sonnellini.
Pluto e Roxi hanno raggiunto un equilibrio e
hanno smesso di rincorrersi, mordersi e
stuzzicarsi a vicenda, trovando la propria
autonomia l’uno dall’altra e dedicandosi ad
altre attività.
Oliver, secondo quanto riportato dalle
volontarie, è stato più incuriosito di alcune
persone estranee venuti in visita presso il
rifugio. Secondo l’osservazione delle volontarie
Mirtilla si è fatta coccolare da alcuni ragazzi
venuti in visita, fatto insolito per lei. Red ha
smesso di mordere gli indumenti delle volontarie per attirare l’attenzione.
Figure 7-3 - Marta, alla
valutazione qualitativa, risulta più
tranquilla e meno fissata
mentalmente sul cibo rispetto a
prima della somministrazione
Figure 7-2 - Ciotola dell'acqua
del Box 1 semi vuota: gli
occupanti hanno aumentato la
quantità di acqua assunta
94
Al contempo, alcuni cani hanno avuti pochi o non hanno avuto .- secondo le nostre
osservazioni – alcun befeneficio dalla somministrazione della miscela floriterapica
scelta. Ne sono un esempio Nina, Daria e Red.
Il motivo per cui la miscela non ha avuto
effetto, oltre che la mancanza di efficacia dei
rimedi floriterapici di cui ovviamente questa
tesi non può e non intende disquisire, potrebbe
essere ad esempio una scelta errata da parte del
floriterapeuta, un problema radicato troppo
profondamente, o – come nel caso di Red – un
sostanziale equilibrio presente tale da non
necessitare di un “aiuto” esterno.
Un’altra osservazione da riportare è la
seguente: non sempre la valutazione
“puntiforme” – nella figura di una valutazione
in una singola giornata – ha corrisposto con la
valutazione riferita ad un periodo. Per alcuni
cani infatti, agli occhi del medico veterinario
floriterapeuta, presente solo il giorno della prima
valutazione e dopo 30 giorni, non erano presenti
modifiche evidenti, mentre sia la laureanda che le
volontarie, che avevano modo di osservare il cane
durante più giornate diverse, era presente un cambiamento. Questo sottolinea senza
dubbio l’importanza di avere figure adibite alle cure giornaliere dei cani, tali da
sostituire il “proprietario” nell’osservazione del singolo cane da una parte, mentre
dall’altra dovrebbe essere tenuta in conto per eventuali studi basati su video a volte
di una sola ora, dove vengono conteggiati alcuni atteggiamenti. Come accade in
campo terapeutico umano è possibile sicuramente che i miglioramenti non siano
sempre osservabili, in crescendo, ma piuttosto che si alterni a stati emozionali
precedenti, andando pian piano a migliorare. Oppure ancora, potrebbe essere che la
presenza di un’esterna come la veterinaria floriterapeuta – completamente estranea al
contesto rifugio – rendesse più difficile identificare quegli atteggiamenti peggiorati
dalla presenza di estranei, come paura e aggressività.
Al termine della seconda valutazione (28.11.2016) è stata interrotta la
somministrazione della miscela floriterapica ai cani del Rifugio di Bellante.
Nonostante anche questa sia una valutazione puramente soggettiva e qualitativa,
vogliamo riportare come – già dopo solo 15 giorni – fossero scomparsi molti dei
Figure 7-4 - Cani fuori della
struttura principale del rifugio
95
benefici riportati sia dal floriterapeuta, che dalla laureanda, che dalle volontarie. In
questo senso e per futuri studi, vogliamo riportare come sia nostra opinione che un
tratattamento floriterapico, seppur apparentemente efficace in poco tempo, debba
essere prolungato e/o affiancato da un percorso gestionale al fine di grantire una
maggiore stabilità dei risultati raggiunti.
96
8 CONCLUSIONE
La floriterapia è una tecnica olistica che ha come obiettivo il miglioramento del
benessere psicofisico dell’animale. Durante questo mese di sperimentazione abbiamo
voluto dare la possibilità ai cani del Rifugio di Bellante di giovare dei benefici di
questa tecnica.
Sebbene la valutazione quantitativa sia risultata difficoltosa, i risultati della miscela
floriterapica erano evidenti all’osservazione qualitativa della laureanda e delle
volontarie, già dopo una settimana, soprattutto in quei cani che mostravano evidenti
segni di stress e che non riuscivano a gestire il proprio malessere, sfociando in
vocalizzazioni eccessive, iperattività, morsi e stereotipie.
Nonostante le difficoltà nella strutturazione di un test di valutazione oggettivo e
ripetibile, oltre a diverse difficoltà logistico gestionali, dovuti anche a scarsità di
mezzi economici, due degli obiettivi di questo studio sono stati comunque raggiunti
(miglioramento del benessere degli ospiti in rifugio, apprendimento di utilizzo in
contesto pratico del kit floriterapico australiano da parte della laureanda).
Ci auguriamo che questo progetto possa essere preso in considerazione per studi
futuri, sia aventi come obiettivo quello di validare l’efettività in campo della
floriterapia, sia come base di disamina dei problemi gestionali e logistici nella
valutazione del comportamento di cani ospitati in canili/rifugio. Speriamo inoltre che
possa essere uno spunto per tutti quelle figure (medici veterinari, assistenti veterinari,
educatori cinofili, e volontari) che hanno l’opportunità di interagire con cani osipiti
di canili/rifugio al fine di migliorare il benessere psicofisico di tutti quegli animali
che quotidianamente vivono situazioni di stress e disagio.
97
9 Ringraziamenti
Vorrei ringraziare il Professor Michele Amorena per aver creduto nel progetto ed
essere stato di grande sostegno; la Dott.ssa Maria Mayer, una fonte d’ispirazione ed
un punto di riferimento; il Dottor Massimo Mariscoli e la Dott.ssa Anja Pape per
avermi permesso di poter ampliare le mie conoscenze al di là del corso di laurea ed
esseri stati sempre disponibili.
Per la parte sperimentale vorrei ringraziare in particolare le volontarie della Lega del
Cane di Bellante, che hanno permesso l’effettuazione di questo periodo di
osservazione; la ditta Green Remedies S.p.A., distributore italiano delle Essenze
Floreali del Bush che ha generosamente collaborato a che il progetto avesse un
fondocassa per le spese vive sostenute e che ha fornito le essenze Emergency Pets; la
Dr.ssa Maria Mayer, per aver utilizzato non solo il suo tempo e le sue conoscenze,
ma anche le sue Essenze Stock per la preparazione delle miscele floreali; la Dr.ssa
Eva Ricci, etologa e futuro Medico Veterinario, e la Dr.ssa Annarita Ventura,
Medico Veterinario Comportamentalista Omeopata e Floriterapeuta, per i preziosi
consigli iniziali utili alla preparazione iniziale del progetto sperimentale.
Ringrazio mia madre e mia sorella che mi hanno permesso di seguire e realizzare i
miei sogni; i miei nonni Maria e Pierino, premurosi e presenti; la mia amica
Alessandra che ha condiviso con me gioie e dolori di questo periodo; Luca che è
sempre presente; Martina e Giulia mie care amiche e Nicola, l’amore della mia vita,
che è sempre al mio fianco.
98
10 Appendice I – Test di valutazione
99
100
101
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