+ All Categories

FN2009

Date post: 27-Mar-2016
Category:
Upload: contardo-ferrini
View: 214 times
Download: 1 times
Share this document with a friend
Description:
Anno 3, numero 2 Giugno 2009 Fondato da Anna Giardina La maestra Enrica Orestano (responsabile del progetto “Ferrini News”) Ferrini News n. 0: “il prototipo”. Roma, Giugno 2009 Messaggio del Dirigente Scolastico Pagina 2
30
“I tempi passano, le cose buone restano!” L’entusiasmante esperienza editoriale, avviata nell’anno scolastico 2006 - ‘07, ha coinvolto sempre più gli alunni, i genitori, i nonni e i docenti della Scuola “Contardo Ferrini”, così che, in quest’anno sco- lastico, giungiamo alla pubblicazione del n. 2 del nostro giornalino: il “Ferrini News”. Sull’esempio di questo progetto, alcune classi hanno prodotto un proprio “giornale di classe” (5ª B), mentre altre (5ª D – E – F ) hanno at- tivato collaborazioni con scuole del territorio (S.M.S. Sinopoli) scrivendo articoli per il loro giornalino scolastico in un’ottica di “continuità didattica” fra ordini di scuole. I nostri alunni si stanno appassionando sem- pre di più a quest’attività editoriale che con- sente loro di mostrare il frutto del lavoro sco- lastico svolto, non solo ai genitori, ma anche a tutto il territorio del II municipio e, tramite internet, al mondo intero. È proprio vero il detto: “I tempi passano, le cose buone restano!”. La maestra Enrica Orestano (responsabile del progetto “Ferrini News”) Anno 3, numero 2 Giugno 2009 Ferrini News n. 0: “il prototipo”. Fondato da Anna Giardina
Transcript
Page 1: FN2009

“I tempi passano, le cose buone restano!”

L’entusiasmante esperienza editoriale, avviata nell’anno scolastico 2006 - ‘07, ha coinvolto sempre più gli alunni, i genitori, i nonni e i docenti della Scuola “Contardo Ferrini”, così che, in quest’anno sco-lastico, giungiamo alla pubblicazione del n. 2 del nostro giornalino: il “Ferrini News”.

Sull’esempio di questo progetto, alcune classi hanno prodotto un proprio “giornale di classe” (5ª B), mentre altre (5ª D – E – F ) hanno at-tivato collaborazioni con scuole del territorio (S.M.S. Sinopoli) scrivendo articoli per il loro giornalino scolastico in un’ottica di “continuità didattica” fra ordini di scuole.

I nostri alunni si stanno appassionando sem-pre di più a quest’attività editoriale che con-sente loro di mostrare il frutto del lavoro sco-lastico svolto, non solo ai genitori, ma anche a tutto il territorio del II municipio e, tramite internet, al mondo intero.

È proprio vero il detto:

“I tempi passano, le cose buone restano!”.

La maestra Enrica Orestano

(responsabile del progetto “Ferrini News”)

Anno 3, numero 2

Giugno 2009

Ferrini News n. 0: “il prototipo”.

Fondato da Anna Giardina

Page 2: FN2009

Il Dirigente Scolastico

Roma, Giugno 2009

In tempi come i nostri in cui la cronaca ci offre giornalmente riscontri che possono ingenerare sfiducia e indurre a un crescente pessimismo riguardo al futuro, è bello poter offrire qualche ‘buona notizia’: il fatto stesso del giornalino scolastico e i suoi contenuti, che mostrano come la scuola riesca ancora a motivare positivamente i suoi ospiti, nel contempo protagonisti. In un’epoca caratterizzata dalla fretta (e dunque spesso dalla superficialità) e dall’ansia di ‘bruciare’ ogni esperienza in poco tempo, è consolante che dei bambini abbiano voluto fissare nella memoria momenti coinvolgenti del loro anno scolastico, trasponendoli poi su carta. Nel giornalino si ritroveranno resoconti e poesie, ricette e tanta allegria, oltre ai ricordi di alcuni nonni ‘illustri’. Un anno intenso, in cui ci piace evidenziare anche lo scambio culturale con un gruppo di docenti dell’ ‘Escola Da Vila’ di San Paolo del Brasile, realizzato presso la ‘Contardo Ferrini’ in attuazione di un progetto di formazione svoltosi in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Grazie a tutti per il loro impegno; un caro abbraccio al personale che ha concluso la sua esperienza presso di noi e, certo a malincuore, ci ha dovuto lasciare. Buona lettura! Il dirigente Scolastico Paola Senesi

Messaggio

del Dirigente

Scolastico

Pagina 2

Page 3: FN2009

“I tempi passano, le cose buone restano!”

Pag. 1

Persone speciali: i clown di corsia. Pag. 4

La memoria dei nonni: la memoria della mia scuola elementare. (di Giuseppe De Rita)

Pag. 6

La memoria dei nonni: la classe. (di Alberto Asor Rosa)

Pag. 7

Iniziativa di solidarietà del Comitato dei Genitori.

Pag. 8

Studiare alla “Ferrini”. Pag. 9

Etichetta Amica: cibo e salute. Pag. 11

Do la parola a ... Pag. 15

Progetto “VIVIDARIA”: un rifiuto. Pag. 17

Novità a scuola ... Pag. 18

“Poetando, filastroccando, componendo..."

Pag. 19

Emozioni … Tutti in scena! Pag. 24

Riciclare … la carta. Pag. 25

Amori segreti …

(da”Intervallo” giornalino della 5ªB)

Pag. 26

Cipì (dal libro di Mario Lodi) Pag. 27

Saluto del Dirigente Scolastico Pag. 2

Scambi culturali: “Escola da Vila”

(San Paolo - Brasile)

Pag. 3

Amicizia a scuola. Pag. 10

“Il viaggio fra i colori: Van Gogh alla scuola dell’Infanzia”

Pag. 28

Sommario

Pagina 3

Page 4: FN2009

FILIPPO LIGUORI alunno della classe 5ª A della Scuola “Contardo Ferrini”

vincitore dell’edizione italiana 2008 del concorso "Kangourou della Matematica"

(livello ECOLIER alunni di 4ª e 5ª elementare)

La “clown terapia”

L’attività dei Clown di Corsia nasce cir-ca quaranta anni fa in America dall’esempio del medico, pediatra e clown Hunter “Patch” Adams. Questo straordinario medico fu il primo ad accorgersi che in una persona mala-ta (e soprattutto in una persona ospeda-lizzata) non esiste solo una sofferenza di tipo fisico, ma anche una sofferenza più profonda, psicologica, che si manife-sta con tristezza, paura e solitudine. Questa non impedisce la guarigione ma la rende più lunga e difficoltosa e ampli-fica la percezione del dolore fisico. E’ così che “Patch” fonda il suo lavoro sull’eliminazione di questa sofferenza e sul miglioramento dello stato d’animo del paziente: porta avanti la teoria del sorriso come terapia dell’anima e dello spirito.

Oggi, è dimostrato scientificamente che il sorriso, l’allegria e il buonumore han-no un effetto preciso e diretto sui centri preposti alla percezione del dolore. Ecco quindi entrare in gioco i Clown di Corsia.

Un Clown di Corsia non è per nulla un clown d’animazione: egli applica la "Comicoterapia" , un vero e proprio me-todo di guarigione, di supporto e inte-grazione alla medicina tradizionale. La Clownterapia deriva proprio dalla Comicoterapia e si basa sul principio che il ridere è positivo non solo da un punto di vista psicologico ma anche strettamente biologico e fisico.

Pagina 4

RIDERE A VOLTE È PROPRIO UNA COSA SERIA!

Il giorno 13 Marzo 2009 le maestre ci hanno portato in pale-Il giorno 13 Marzo 2009 le maestre ci hanno portato in pale-Il giorno 13 Marzo 2009 le maestre ci hanno portato in pale-Il giorno 13 Marzo 2009 le maestre ci hanno portato in pale-stra, ma noi non sapevamo il motivo.stra, ma noi non sapevamo il motivo.stra, ma noi non sapevamo il motivo.stra, ma noi non sapevamo il motivo. Quando siamo arrivati , abbiamo trovato altre classi e ci hanno Quando siamo arrivati , abbiamo trovato altre classi e ci hanno Quando siamo arrivati , abbiamo trovato altre classi e ci hanno Quando siamo arrivati , abbiamo trovato altre classi e ci hanno fatto sedere. Improvvisamente sono comparsi 4 clown !!fatto sedere. Improvvisamente sono comparsi 4 clown !!fatto sedere. Improvvisamente sono comparsi 4 clown !!fatto sedere. Improvvisamente sono comparsi 4 clown !! Avevano nasi rossi, scarpe enormi, erano vestiti in modo buffo e Avevano nasi rossi, scarpe enormi, erano vestiti in modo buffo e Avevano nasi rossi, scarpe enormi, erano vestiti in modo buffo e Avevano nasi rossi, scarpe enormi, erano vestiti in modo buffo e … indossavano anche un camice da dottore con scritto il loro … indossavano anche un camice da dottore con scritto il loro … indossavano anche un camice da dottore con scritto il loro … indossavano anche un camice da dottore con scritto il loro nome. nome. nome. nome. Hanno fatto uno spettacolo per noi bambini e ci siamo accorti Hanno fatto uno spettacolo per noi bambini e ci siamo accorti Hanno fatto uno spettacolo per noi bambini e ci siamo accorti Hanno fatto uno spettacolo per noi bambini e ci siamo accorti che uno dei clown ci ricordava qualcuno … ma si: era la mae-che uno dei clown ci ricordava qualcuno … ma si: era la mae-che uno dei clown ci ricordava qualcuno … ma si: era la mae-che uno dei clown ci ricordava qualcuno … ma si: era la mae-stra Rosa stra Rosa stra Rosa stra Rosa ---- Pucci della classe 3ª F !!!Pucci della classe 3ª F !!!Pucci della classe 3ª F !!!Pucci della classe 3ª F !!! Loro ci hanno spiegato che sono dei volontari: si travestono da Loro ci hanno spiegato che sono dei volontari: si travestono da Loro ci hanno spiegato che sono dei volontari: si travestono da Loro ci hanno spiegato che sono dei volontari: si travestono da clown e vanno negli ospedali per far sorridere i bambini malati. clown e vanno negli ospedali per far sorridere i bambini malati. clown e vanno negli ospedali per far sorridere i bambini malati. clown e vanno negli ospedali per far sorridere i bambini malati. Questi “Nasi Rossi” ci hanno invitato il giorno 24 maggio a Questi “Nasi Rossi” ci hanno invitato il giorno 24 maggio a Questi “Nasi Rossi” ci hanno invitato il giorno 24 maggio a Questi “Nasi Rossi” ci hanno invitato il giorno 24 maggio a Piazza Farnese per la “Giornata del Naso Rosso” : qui ci sa-Piazza Farnese per la “Giornata del Naso Rosso” : qui ci sa-Piazza Farnese per la “Giornata del Naso Rosso” : qui ci sa-Piazza Farnese per la “Giornata del Naso Rosso” : qui ci sa-ranno molti stand e si potranno raccogliere fondi per tutte le si-ranno molti stand e si potranno raccogliere fondi per tutte le si-ranno molti stand e si potranno raccogliere fondi per tutte le si-ranno molti stand e si potranno raccogliere fondi per tutte le si-tuazioni di bisogno. tuazioni di bisogno. tuazioni di bisogno. tuazioni di bisogno. Cio’ che fanno queste persone è bello e importante e noi speria-Cio’ che fanno queste persone è bello e importante e noi speria-Cio’ che fanno queste persone è bello e importante e noi speria-Cio’ che fanno queste persone è bello e importante e noi speria-mo che ci siano sempre volontari che fanno del bene. mo che ci siano sempre volontari che fanno del bene. mo che ci siano sempre volontari che fanno del bene. mo che ci siano sempre volontari che fanno del bene. La 3ª E e la 3ª F La 3ª E e la 3ª F La 3ª E e la 3ª F La 3ª E e la 3ª F

Il medico, pediatra e clown Hunter “Patch” Adams

Page 5: FN2009

3ª E - 3ª F

Pagina 5

Foto di gruppo prima della missione.

C’è anche la maestra Rosa (detta Pucci) la riconoscete ?

Page 6: FN2009

La memoria della mia scuola elementare, la Federico di Donato, in via Bìxio vicino Piazza

Vittorio, è ormai resa sfocata dal tanto tempo passato da allora.

Vi sono entrato nel 1938 e ne sono uscito nel 1942, anni di ingenua mobilitazione e di sfilate

con la divisa di "Figlio della lupa" ed anni poi di paura e fame all'inizio della guerra; avrei quindi da ricorda-

re un periodo non banale, quasi da piccola saga giovanile. E invece no. Non ho memorie vivide e forti, e non

mi vergogno di confessare che della mia scuola elementare resta un ricordo confuso: il grande cortile, la clas-

se di mia madre (maestra nella stessa scuola), l'immagine molto attraente di una bambina biondissima ma

per noi di un altro mondo (era Elettra, la figlia di Guglielmo Marconi), l'immagine non simpatica del diret-

tore didattico, fascista a forti tinte, i percorsi casa-scuola e ritorno a piedi, con lunghe soste al semaforo fra

Viale Manzoni e Via Emanuele Filiberto. Poca roba, in fondo, a conferma di quanto la vita resti banale an-

che in momenti storici per altro verso drammatici.

Forte resta invece, e riconoscente, il ricordo della mia maestra dei primi tre anni, la soli-

da e sorridente signora Menghini, che spesso ci faceva andare a casa sua, con una bellissima vista sulla faccia-

ta di Santa Maria Maggiore: e il ricordo del mio maestro degli ultimi due anni; il prof. Cabras. anche lui propen-

so a stabilire rapporti familiari, tanto che sono stato amico del figlio anche in età adulta.

La maestra, il maestro. Forse non e neppure un caso che la memoria si sia radicata in loro, nello

stesso ricordo dei loro volti. Certo per i loro meriti didattici, ceno per la loro personalità umana, certo per il

senso di familiarità che in loro trovavo; ma anche e forse

specialmente per una ragione apparentemente banale ma

nel fondo importantissima: che erano sempre loro, giorno

dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Ed è nella

continuità della presenza che hanno fatto maturare in me

alcune caratteristiche umane, "caratteriali", che ancora oggi

mi contraddistinguono: ho avuto tanta gente che mi ha in-

segnato tante cose, ma la caratteriale tenacia e la caratte-

riale pazienza sono convinto, e neppure tanto misteriosa-

mente, di doverle alla Signora Menghini. la mia unica maestra. GIUSEPPE DE RITA (nonno di Vittoria)

Giuseppe De Rita (Roma, 27 luglio 1932) è uno dei più noti sociolo-gi italiani.

Nel 1954 si laurea in Giurisprudenza e dal 1955 al 1963 è funziona-r io de l l a Sv imez

(Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno), di cui è responsabile della sezione sociologica dal 1958 al 1963.

Nel 1964 è tra i fondatori del Censis (Centro studi investimenti sociali), di cui è consigliere delegato per dieci anni e poi segretario generale dal 1974 ad oggi. Collaboratore del Corriere della Sera, è stato presidente del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) dal 1989 al 2000 e della casa editrice Le Monnier dal 1995.

È membro della Fondazione Italia USA. Attualmente è il presidente del Censis.

Pagina 6

Page 7: FN2009

A scuola io però andavo volentieri soprattutto perché la scuola era la «classe»: non un'istituzio-ne, ma una realtà fisica, corposa, vivente, in cui il sapere astratto veniva ri-versato e, circolando vorticosamente fra i banchi e fra i miei compagni, s'infilava quasi senza volerlo nelle mie orec-chie e di lì entrava nel mio cervello. Alla classe correvo incontro ogni mattina come verso una liberazione, e sapevo che per altri miei compagni era la stessa cosa. … mi precipitavo senza riserve in quella voliera di parole e di sguardi. Stavamo tutti appollaiati sui nostri banchi scomodi, con i grembiuli blu e i cravattoni svolazzanti, attenti alla lezione del mae-stro, eppure continuamente impegnati in un torneo di occhiate, risatine, gomitate, calcetti sotto il banco, carte assorbenti appallottolate e lanciate da una fila all'altra con abilità professionistica. Siccome si scriveva con la cannuccia e il pennino, l'inchiostro, che stava in certi rozzi calamai vetrosi infilati nelle apposite fessure dei banchi, diventava uno strumento di aggressione e di av-ventura, buono a molteplici usi. Se normalmente serviva a fare segni neri, più o meno sensati, sui fogli dei quaderni che erano stati bianchi prima d'entrare nelle nostre cartelle, poteva anche diventare il liquido micidiale in cui affogare una povera mosca incolpevole o il proiettile schizzato dal pennino destramente piegato ad arco …

Messi uno accanto all'altro, coltivavamo, senza saperlo ma con gioia, l'eterna illusione d'essere del tutto nuovi, che contraddistingue tutti i bambini di tutti i tempi e di tutte le generazioni. Se questa illusione non ci fosse, il mondo si sarebbe fermato da un pezzo. Non è pericoloso per quelli che verranno svelarne così l'arcano, anche se potrebbe sembrare, perché, per un verso, se uno andasse a spiegare ai bambini che ciò che fanno è già stato fatto mille volte, nessuno di loro capirebbe, e per un altro, anche se lo capissero, la loro forza elementare, primigenia, li spin-gerebbe avanti lo stesso, sollecitati dalle dinamiche semplici ma poderose della scoperta e della sorpresa. La cosa che mi colpiva di più nel pingue vassoio delle novità era che non esisteva un solo compagno identico a un altro: ognuno, evidentemente, era stato pensato per recitare su questa terra una parte diversa. C'era il compagno allegro, quello malinconico, quello gentile, quello sgarbato, lo scemo, il deficiente, l'astuto, il bonaccione, il leale, l'infido, il vigliacco, il vio-lento, lo studioso, lo scansafatiche, il ricco, il poveraccio. Entrare in classe, mescolarsi agli altri era come andare incontro ogni mattina a un'avventura dagli esiti imprevedibili. … Li in mezzo scopersi, nella costrizione del vincolo scolastico, più che nella libera e caotica comu-nità dei bambini di Artena, che c'erano affetti che potevano sorge-re e miracolosamente consolidarsi come conseguenza di una pu-ra, disinteressata attrazione sentimentale. … Coltivarsi qualcuno fra i compagni di classe era frutto di una scelta più libera, sperimentata attraverso il filtro difficile dell'esperienza. L'amicizia vera nasce così: nasce nel mondo delle conoscenze infantili, e resta per tutta la vita un'esperienza di tipo infantile. Non ho mai conosciuto, neanche più tardi, amicizie compiutamente a-dulte. … Si è veramente amici, insomma, solo con gente con cui fonda-mentalmente si sarebbe voluto giocare o con cui, effettivamente, si gioca (anche quando si discute o si decide di cose che vorreb-bero essere mostruosamente serie) … ALBERTO ASOR ROSA (nonno di Elena, Francesca, Giovanni)

Alberto Asor Rosa, nato a Roma nel 1933, è italianista, storico e critico letterario di grande prestigio. Docente universitario dal 1972, è titolare della cattedra di Letteratura Italiana de "La Sapienza", dove dirige il Dipartimento di Studi Lin-guistici e Letterari.

(da "L'alba di un mondo nuovo"

di Alberto Asor Rosa, Einaudi - Torino 2002)

Pagina 7

Page 8: FN2009

Nel 38° C.D. di Roma - Scuola “Contardo Ferrini”, i genitori degli alunni si sono riuniti in un comitato che ha fra i suoi “compiti” quello di promuovere

e curare alcune attività di solidarietà e raccolta fondi.

Ecco le iniziative che si sono svolte durante questo anno scolastico.

Pagina 8

Page 9: FN2009

Pagina 9

5ª E - F

Page 10: FN2009

In cinque anni di scuola primaria si possono fare molti amici ma in prima non parlavo qua-

si con nessuno. Un giorno andai a casa di Claudio, un mio compagno di classe, per fare amici-

zia con lui e non pensavo che mi sarei divertito molto. Da quel giorno ci incontrammo

sempre più spesso e imparammo a condividere i segreti.

Mia madre sostiene che la nostra sarà un amicizia molto lunga.

Ah, dimenticavo, non vi ho detto com'è Claudio: è alto 1 metro e 49 centimetri, è ma-

gro come me, ha i capelli castani e ha gli occhi marroni.

Pensate che ci avevano scambiato per fratelli per quanto stiamo insieme!

Claudio è un po' vanitoso o possessivo e per questo a volte litighiamo come quando si vantava

di avere le carte più forti delle mie o quando, per sbaglio, gli rompevo i lego e lui mi

insultava. Il giorno dopo però, ci riappacificavamo sempre.

Claudio è sempre gentile e sensibile con me come quando ho preso un brutto voto e mi ha

confortato. Io faccio lo stesso con lui per ricambiare i favori che gli devo.

Claudio, come lui mi chiama Licantropo io lo chiamo Ciccio Pasticcio, perché a volte mi

rompe dei giochi ma io non mi arrabbio perché non mi affeziono agli oggetti e poi perché

mi fa sempre ridere.

E' proprio vero che la nostra sarà una amicizia molto lunga!

A scuola possono nascere diverse amicizie, è il luogo migliore per conoscere bambini di-

versi nel carattere, nelle passioni, bambini più gentili, più sgarbati …

A scuola ho conosciuto in particolare una bambina dal carattere speciale, Lucy. Ho appro-

fondito la mia amicizia con lei fin dalla prima elementare. Con Lucy abbiamo avuto litigi

e confidenze. Lei ha un suo stile: coraggioso e introverso, fisicamente è alta e di corpora-

tura magra. Il suo viso è ovale, il naso è abbastanza piccolo e grazioso, gli occhi sono pro-

fondi e di color caramello ed esprimono subito tanta felicità,le sue guance sono paffute e

rosee. I capelli sono di un colore particolare che è tra il castano e il biondo. Si veste in un

modo tutto suo, un look pieno di colori vivaci e personale. Con Lucy facciamo la bancarel-

la e quando è giù di morale basta un sorriso e una domanda per capire cosa non va.

Noi ci scambiamo i segreti, ci mandiamo bigliettini e ridiamo allegramente. Uno sguardo

al passato e vedo: io e lei disegnare insieme, io vicino a lei, le faccio i complimenti e le di-

co che è un bel lavoro. Vedo ancora me e lei studiare insieme e scambiarci gli ultimi pet-

tegolezzi.

Quando andremo in prima media spero tanto di rimanere in classe con lei.

5ª E - F

Pagina 10

Page 11: FN2009

PREMESSA

Quest'anno, noi ragazzi delle classi V e lI D, in c o l l a b o r a z i o n e c o n c l a s s i d e l l a S.M.S.Sinopoli, abbiamo realizzato un opuscolo sulle "Basi della sicurezza alimentare".

Vogliamo offrirvi elementi chiari per nutrirci in modo sano e sicuro, tenuto conto dei numerosi problemi provocati da alimenti messi in commercio senza rispettare le direttive comunitarie. Abbiamo analizzato anche le etichette, molto impor-tanti per avere la consapevolezza di ciò che mettia-mo in tavola. Allora che aspettate? Seguite i nostri consigli!

5ª D

Pagina 11

Star bene a tavola

… con i consigli della 5ª D

Page 12: FN2009

Pagina 12

Page 13: FN2009

Pagina 13

Page 14: FN2009

Pagina 14

Page 15: FN2009

La parola al … cuscino

Uffa! Oggi non ho chiuso occhio, quella strana della mia padrona, stanotte, non riusciva a stare comoda, così si rigirava nel letto di continuo.

Ha tentato di mettermi in mille posizioni: storto, dritto, in verticale, ai piedi del letto, schiacciato contro il muro!

Insomma è stata una notte d’inferno, alla fine mi ha messo tutto storto e mi ha abbracciato. Non riuscivo a respirare da quanto forte mi stringeva.

A volte la padrona si siede sopra di me, mi mette i piedi in faccia oppure mi butta a terra e poi mi salta sopra.

Durante la notte non sta un attimo ferma.

Come si sta bene quando parte: notti indimenticabili, tutto il letto per me e non devo portare il peso della sua faccia e soprattutto non ho i suoi capelli in faccia che mi fanno il solletico.

Sono ogni mese di un colore diverso perché mi cambiano la fodera ... pardon la federa!

In questo periodo sono ricoperto da un tessuto decorato con pecore che dormono su di un prato verde che si abbina con il lenzuolo!

VF

5ª E - F

Voglio dare la parola allo zaino...

“Buongiorno, io sono lo zaino di Martina. Martina mi tratta da re! Quando lui prepara i quaderni da utilizzare il giorno, parla sempre il minimo indispensabile per non farmi scucire, e tiene sempre la merenda in un sac-chetto per non riempirmi di briciole. Quando mi appende fuori dalla sua classe, vedo zaini sporchi, maltrattati, così tristi che a volte cadono apposta dall’attaccapanni per farsi notare dai loro padroni!

Io, invece, anche se vecchio di cinque anni, sono lì felice, pulito come una pagina prima senza alcun difetto. Sono talmente bello e così capiente che Martina, al posto dei bagagli, quando viaggia mi porta con sé; ecco perché sono anche molto colto rispetto agli altri zaini. So che il Duomo sta a Milano e che il Colosseo sta a Roma. Un giorno, poi ho perfino in-contrato il Papa che ha stretto la mano la mano a Martina!!!

Il giorno più bello della mia vita, però, è stato un altro! Un giorno, a Pisa ho incon-trato la borsa della mamma di Martina! Era Rossa, in pelle, così lucida! Ora sono uno zaino felice, perché Martina ha finito le elementari e per le medie sarò ancora io il suo zaino. Anche in questa scuola ho ricevuto mille complimenti! Un giorno pero, data la mia infinita bellezza, hanno tentato di rubarmi: mentre stavo dormen-do sull’attaccapanni, un ragazzo maleducato, dato che sapeva quanto Martina teneva a me, mi ha nascosto nello sgabuzzino insieme a secchi e scope. Per mia fortuna, però, il bidello entrato nello sgabuzzino mi ha notato li triste, in un angolo, e così mi ha rimesso sull’attaccapanni prima che Martina potesse accorgersene.”

Pagina 15

Page 16: FN2009

Pagina 16

Voglio dare la parola ad un libro

“Buongiorno, sono un libro di 270 pagine: ospito la storia, o meglio, il romanzo “La tigre di fuoco”. Sono vittima di un ragazzino ignorante e mi vergogno di essere letto da lui!

Anzi, secondo me, lui non legge e fa finta per ingannare la madre mettendomi aperto davanti a lui, giocando poi, invece, alla PSP (Play Station Portatile)! Quando smette di giocare, mi mette su uno scaffale disordinato e polveroso...quanto lo odio: io sono allergico alla polvere! Intorno a me, ci sono dei libri strappati, senza co-pertina o mancanti di pagine che mi fanno orrore e paura allo stesso tempo! Ora sono alla biblioteca che lui chiama blibriocheta...finalmente un po’ di pace! Lui è così ignorante che chiama paninoteca la pinacoteca. Ah ah ! Casa dolce casa.

Qui mi trattano bene e mi rispettano anche perché sono un best seller! Purtroppo sono stato scritto da uno scrittore poco conosciuto: se mi avesse scritto F. C. Andersen, grandissimo autore danese che ha scritto “la Sirenetta”, sarei stato il più bel libro esistente al mondo!

Nonostante ciò sono un bel libro e sono orgoglioso di me e del mio autore. Un libro del piano di sotto è invidioso di me e cerca di diffamarmi, ma per fortuna nessuno gli da ascolto. Ma che succede, un bambino si sta interessando a qualcuno di noi... che brutto bambino, spero che non prenderà me! Evviva! Scusatemi, ma devo andare a festeggiare, ha preso il libro del piano di sotto e lo ha acquistato! Ora non mi darà più fastidio! Sta entrando un signore, ma è ... Roberto Piumini! E’ un mio idolo, ho letto tutti i suoi libri! Si sta dirigendo verso il mio scaffale, ecco che tende la mano...ha scelto me!!! La mia felicità esplode, non riesco a trattenerla più! Il mio cuore batte a 2000! Non mi riesco a trattenere più, mi ha acquistato! Starò per sempre con lui! Chissà come mi tratteranno gli altri libri, spero bene!

E’ passato molto tempo, questi libri sono educati, gentili e simpatici: ho molti amici. Roberto mi ha letto 17 volte e dice che sono un libro interessante. Ora sta scrivendo un libro e non bisogna distrarlo in alcun modo.”

5ª E - F

Voglio dare la parola al mio zaino.

“Ciao, sono Speed e non ho una vita facile, infatti Edoardo mi carica di libri, quaderni...faccio una gran fatica nel portare tutta la sua roba. Io adoro i martedì perché Edoardo mi carica di meno, mentre odio i giovedì per-ché è il giorno in cui Edoardo ha tutte e tre le materie principali. Edoardo, quando siamo a casa, dice che sia-mo la squadra “Speed”, perché siamo sempre i più veloci nel preparare gli zaini. In questi momenti mi sento stimato da lui, anche se certi giorni è infuriato per qualche stupidaggine.

Un giorno era arrabbiato perché la madre non gli aveva comprato le figurine: così lui mi ha buttato a terra; la madre gli ha detto di raccogliermi e lui lo ha fatto. Mi ha portato in camera sua e, per togliersi la rabbia mi ha incominciato a prendere a calci e mi ha buttato sotto il letto. Pensate che la madre non aveva ancora spolverato, per cui mi sono trovato in mezzo alla cameretta; dopo che la rabbia gli era passata Edoardo ha chiesto alla madre se mi poteva pulire.

E’ in momenti come questi che mi sento trascurato. Mi sento felice quando per lui formiamo la squadra “Speed”.

Un giorno, per un soffio, siamo arrivati primi nel preparare gli zaini e lui ha detto:-“La squadra Speed ha vinto ancora!”.

Page 17: FN2009

Il 25-11-08 siamo scesi in teatro per la lezione di educa-zione ambientale del progetto “Vividaria”. Abbiamo imparato che i rifiuti che si mettono nella compostiera diventano, dopo 3 mesi, un compost: fertilizzante per la terra.

Le foglie diventano terra e per diventarlo, esse seguono un processo di trasformazione. Prima arrivano i batteri, poi la muffa. Sotto strati di terra si possono trovare resti di foglie rovinate. Esse vengono spesso trovate dal cin-ghiale, che scava con il suo muso come il contadino fa con la zappa.

Inoltre, abbiamo imparato anche nuovi insetti: la Chioc-ciola piatta, il Collemboli, gli Acari, i Porcellini di Sant’Antonio e molti altri.

VIVIDARIA LABORATORIO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE

UN RIFIUTO Un rifiuto è una risorsa che si trova nel posto sbagliato. Se le foglie che gli alberi lasciano cadere sull’asfalto cadessero, invece, sul terreno di un giardino o di un prato, quelle stesse foglie non diventerebbero una polti-glia viscida e insidiosa, ma al contrario sarebbero considerate materiale ideale per pacciamare (ovvero, per ricoprire e proteggere il suolo durante l’inverno).

Inoltre, esse potrebbero diventare un’ottima risorsa da utilizzare insieme ad altri rifiuti organici affinché si possa fare il prezioso “compost”.

Le bucce e i torsoli delle mele, gli scarti della verdura, i fondi del thè e del caffè, insieme a foglie e rametti derivanti dalle potature, dalla carta e dalla segatura, forniscono un nutrimento indispensabile per il suolo.

La scelta di fare e di utilizzare il compost, rispecchia uno stile di vita: evitare gli sprechi, riciclare il più possi-bile, restituire al terreno ciò che gli è stato sottratto “copiando” il modello naturale, ossia permettendo ai microrganismi del suolo di svolgere sui materiali organici il loro lavoro di trasformazione e bioriduzione.

Il premio, alla fine del processo, sarebbe il prezioso suolo fertile e ricco di vita, e denominato “humus”.

Rifiuti nel Lazio Anche nel Lazio, la regione in cui viviamo, esiste un emergen-za rifiuti. Infatti, si fa sempre più allarmante la condizione di degrado provocata da quelle che vengono chiamate le “discariche a cielo aperto” in cui quintali equivalenti di rifiuti ingombranti vengono abbandonati sul ciglio della strada.

Alcuni esempi servono a dimostrare la gravità di questa situa-zione.

Tra Tivoli e Villa Adriana c’è una discarica abusiva in mezzo agli oliveti. A Monterotondo sono custoditi, in un capannone, quintali di rifiuti provenienti dalla Lombardia e scaricati ille-galmente nel Lazio.

Attualmente le discariche esistenti nel Lazio che possono provvedere alla raccolta differenziata sono soltanto otto: in provincia di Roma a Cecchi-na, Civitavecchia, Colleferro, Guido-nia e Malagrotta; in provincia di Lati-na a Borgo, Montebello e in provincia di Viterbo a Le Fornaci.

Bisogna intensificare la raccolta diffe-renziata, prendere provvedimenti molto severi nei confronti di chi opera in maniera illegale e insegnare ai cittadini di rispettare l’ambiente.

Relazione sulla lezione svolta nel laboratorio di Scienze

Il giorno 25-11-08 siamo andati in teatro per parlare con la biologa Giulia, che lavora al Parco Nazionale del Circeo. La dottoressa Giulia ci ha spiegato come si forma il com-posto e con che cosa si fa. Il compost, dunque, viene fatto con la compostiera e si for-ma con foglie secche, terriccio fertile e con resti di cibo e di carta. Poi, sempre la biolo-ga Giulia, ci ha fatto vedere disegni di insetti che vivono e “mangiano” nel compost, e ci ha mostrato le varie parti della compostiera e come essa è fatta al suo interno. Succes-sivamente ci hanno fatto uscire fuori in cortile per fare un gioco; indovinare dove butta-re la carta, i bastoni, le bucce di frutta, il cibo, e altri materiali: se nel secchione o nella compostiera. E’ stato molto divertente e, allo stesso tempo, educativo.

Pagina 17

5ª E - F

Page 18: FN2009

3ª C

Pagina 18

Page 19: FN2009

I

I clown di corsia fanno curare la malattia,

divertire i bambini con scherzi e giochini.

Il naso rosso mette allegria, ai bambini che sono in corsia.

Il dottore è noioso, ma alcune volte è gioioso. Lui cura con le medicine

tutti i bambini e le bambine. Il clown non cura,

ma con il suo buon umore … supera pure il dottore!

Ecco i clown di corsia che fan sempre allegria

nell’ospedale in cui ci si sente male. Ogni volta che stanno insieme

son più dolci del miele, hanno il naso tinto di rosso con lo scarpone grosso.

Son dei pagliacci che a volte portano degli stracci

e ogni volta che escono dagli ospedali lasciano dietro grossi sorrisi.

3ª E - F

Pagina 19

Page 20: FN2009

Bambini malati, non dovete esser annoiati! I clown sorrider vi faranno! Gli ospedali portan tristezza, ma riposarsi è una bellezza!

Ci sarà un dottore che ti curerà con amore!

I clown di corsia, invece,

portano allegria! Il denaro loro

sono i vostri sorrisi, che li rendono felici!

Ecco a voi il “NASO ROSSO” Sempre pronto a più non posso!

I bambini dell’ospedale sono felici come a Natale.

Tanti lecca lecca ai bimbi daranno per farli felici tutto l’anno;

i dottori arriveranno mentre i bimbi giocheranno. Sono arrivati i clown di corsia che portan sempre l’allegria!

3ª E - F

Pagina 20

Page 21: FN2009

Sono in quinta elementare e dovrò presto lasciare la mia scuola, gli insegnanti e gli amici, tanti tanti. La mia scuola è la Ferrini, centinaia di bambini che ogni giorno, per cinque ore han studiato con amore. Alle medie sarà bello Poi studiare questo e quello, ma nel cuore, ovunque andrò la Ferrini porterò.

Eleonora 5ª E

ABRUZZO

Nel cielo si intravede un monte

Bianco si scorge di fronte

Brilla la cima nel cielo

Azzurro come nel mare un veliero.

È il Gran Sasso immenso e imponente

Che fa ombra sulla terra dolente

Aiuta e da coraggio a tutta la gente

E porta via con sé la tristezza invaden-te.

4ª B

Una scossa possente Che nessuno non sente

Tutti tremano come il terremoto Che sembra il rombo di una moto

Ci sono sfollati E molti morti e malati

C’è sempre una commedia In mezzo a una tragedia.

4ª B

Pagina 21

Page 22: FN2009

2ª D

Pagina 22

Page 23: FN2009

C’era una volta un bel folletto

che indossava la giacca con un gran colletto,

portava sul capo un buffo berretto;

ogni mattina mangiava un cornetto,

poi nel giardino s’inventava un balletto

e ad ogni passo gli dava un morsetto.

Il suo nome volete sapere?

Sulla porta lo potete vedere

Si chiama Gigi Mangialampone

ed è sempre un gran furbacchione.

3ª C

Pagina 23

Page 24: FN2009

2ª E

Il giorno 4 giugno 2009 alle ore 9,30 ab-biamo fatto una recita intitolata: “La ri-volta dei segnali stradali” e l’abbiamo reci-tata nel teatro della scuola. Io all’inizio mi ero molto emozionata, e poi, quando ho recitato la mia parte del “limite di velocità” mi sono emozionata ancora di più perché sono stata al centro del palco con le luci. E insomma, mi sono divertita molto. Carlotta R.

Il giorno 4 giugno 2009 io e i miei compagni sia-mo andati a recitare “La rivolta dei segnali strada-li”. Io ero emozionata ma poi mi sono sciolta e se-condo me la recita è andata benissimo, tranne qualcuno che aveva dimenticato la sua parte. Io facevo il segnale stradale di rotatoria. Quando ho detto la mia parte ero emozionata con tutti i genitori che mi guardavano. Ma alla fine ce l’ho fatta e mi sono divertita. Francesca Romana

Oggi 4 giugno 2009 ho fatto la recita con i miei compa-gni di classe, intitolata “La rivolta dei segnali stradali”. Mi sono divertita molto! Io ho pensato di essere un’attrice vera. Alla fine della recita abbiamo anche bal-lato: “Testa spalla”. La cosa che mi ha fatto divertire di più è stata quando Valerio e Gabriele hanno recitato la filastrocca “Il vigile urbano” di Gianni Rodari perché alla fine della poesia Valerio ha detto: “Chi è più pazien-te del vigile urbano?” e noi, tutti in coro abbiamo urlato: “Anna Maria!!”… la nostra maestra di Italiano. I genitori si sono messi tutti a ridere. Alla fine della recita siamo andati a salutare i nostri pa-renti, poi siamo ritornati sul palco a toglierci i cartelli della recita e siamo saliti in classe. Eleonora

Il giorno 4 giugno 2009 abbiamo fatto la recita intitolata “La rivolta dei segnali stradali”. Io facevo la parte del segnale che indicava “lavori in corso” ed ero anche il bambino che non ha attraversato sulle strisce e non ha rispet-tato il segnale di attraversamento pedonale. Ero molto emozionato ma una volta che sono salito sul palco era passato tutto, ma la cosa più bella è stato che mi sono divertito con i miei compagni. Alessandro

Il giorno 4 giugno 2009 siamo andati in tea-tro e abbiamo rappresentato la recita intitola-ta “La rivolta dei segnali stradali”. Dietro le quinte ero molto emozionato, cer-cavo di ricordare le mie parti, ma quando sono entrato in scena è filato tutto liscio co-me l’olio! Alessandro

Il giorno 4 giugno 2009 siamo andati in teatro e abbiamo rap-presentato la recita intitolata “La rivolta dei segnali stradali”. Io mi sentivo preoccupato perché pensavo che sarei andato male, ma poi mi sono divertito, ho fatto un’esperienza molto bella. Io ero il segnale di senso unico. Giacomo

Pagina 24

Page 25: FN2009

SAI PERCHE' E' IMPORTANTE RICICLARE LA CARTA?

Per la fabbricazione della carta vengono ab-battuti moltissimi alberi, viene consumata

tantissima acqua e occorre produrre una ele-vata quantità di energia elettrica.

Infatti - per produrre 1000 Kg di carta occorrono ben 15 alberi, 440.000 litri d'acqua e 7.600

kwh di energia elettrica. mentre

- per produrre 1000 Kg di carta riciclata non serve nessun albero e bastano 1.800 litri d'acqua e 2.700 kwh di energia elettrica.

Pertanto riciclando la carta si ha la possibilità di conservare le risorse ambientali e di ri-

sparmiare energia.

3ª A

Pagina 25

Page 26: FN2009

Ciao sono Flavia e mi occupo d’amori segreti.

Non so se succede anche nella vostra classe ma nella 5ª B ci sono tantissimi amori

segreti.

In ogni festa tutti i bambini fanno regali, ma appena entra in gioco 2 bambini che gli

piace la stessa ragazza “sono guai”.

Ma perche lo tengono nascosto?

Sona andata ad indagare un po’ in classe, parlando con alcuni bambini che hanno ri-

sposto così a questa domanda :

- Per vergogna

- Per paura di essere ferito

- Per paura di non apparire bella davanti a lui.

Ma nella nostra classe ci sono anche molti cuori infranti:

Ecco le loro risposte:

- perche forse non sono bello come lei mi desidera

- perche non è la ragazza dei suoi sogni.

Flavia

Pagina 26

Dal n.2 del giornalino di classe della 5ª B “INTERVALLO”

Page 27: FN2009

Pagina 27

Cipì: “Cari compagni del tetto, da qualche tempo molti passeretti spariscono e non tornano più. Vengono ingannati dalle false parole del signore della notte che li invita nel paese della felicità e poi li uccide.”

Beccodolce: “Come puoi dire questo?”

Cipì: Perché io e Passerì l’abbiamo visto.

Amici, la verità è questa: il signore della notte ingan-na i nostri passeretti con false parole e li uccide.

Beccodolce: L’hai visto proprio con i tuoi occhi?

Cipì: Si, la notte scorsa io e Passerì abbiamo visto ...

Beccodolce: Canaglia!

Uccellino: Silenzio. Si fa presto a dire canaglia, ma sarà vero? Io non credo che Cipì dica la verità.

Beccodolce: Io ho sempre sentito parlare bene del signore della notte. Cipì ha inventato tutto!U Abbasso Cipì. E’ un bugiardo! Viva il signore della notte!

Cipì deve darci la prova che il signore della notte ci inganna e rapisce i nostri piccoli!

Cipì: Vi darò la prova.

Chiederò al vento di aiutarmi.

Narratore - Una mattina d’inverno le farfalle bianche incominciarono a volteggiare nell’aria. In poco tempo tetti, campi, alberi, siepi e cortili furono coperti di far-falle bianche e i passeri smarriti e affamati, volavano dal tetto alla campagna in cerca di qualche chicco.

Raspavano, raspavano, ma non trovavano niente.

Uccellino - Ho fame! Ho fame!

Cipì - Amici, bisogna fare qualcosa, se qualcuno trova cibo, deve avvisare tutti. D’accordo?

Uccellino - D’accordo!

Narratore - Cipì esplorò la campagna, tutto era se-polto sotto un manto soffice e intanto le farfallette bianche continuavano a volteggiare e a cadere sempre più fitte e i passeri avevano sempre più fame.

2ª B

Page 28: FN2009

Pagina 28

Page 29: FN2009

La maestra Antonella CataldoLa maestra Antonella CataldoLa maestra Antonella CataldoLa maestra Antonella Cataldo

Pagina 29

Scuola dell’Infanzia Statale

Sezione F

Page 30: FN2009

Alla realizzazione di questo giornalino hanno lavorato, disegnando e scrivendo te-sti e poesie, gli alunni delle classi:

• 2ª B - D - E

• 3ª A - C - E - F

• 4ª B

• 5ª B - D - E - F

• Sezione F della Scuola dell’Infanzia Statale

Si ringrazia per il costante contributo di articoli gli illustri nonni della scuola “Contardo Ferrini”.

Un grazie a colei che ha fondato il giornalino, Anna Giardina, che con grande disponibilità ha collaborato alla stesura di questo numero del “Ferrini News”.

Pagina 30

38° Circolo Didattico di Roma - Scuola Primaria e dell’Infanzia Statale “Contardo Ferrini”

Via di Villa Chigi n. 20/22 - 00199 ROMA

Tel. 06.86212470 - Fax 06.86212838

E-mail: [email protected], [email protected], [email protected]

Sito web: http://cferrini.altervista.org (url breve: www.scuolaferrini.too.it)

FERRINI NEWS Anno 3 Numero 2 - Giugno 2009 La redazione di “Ferrini News” Direttore: Paola SENESI (Dirigente Scolastico) Redattori. Gli alunni delle classi della Scuola Primaria e dell’Infanzia “Contardo Ferrini” Collaboratori. I team docenti delle classi:

2ª B - FENOTTI /PARBONI 2ª D - DE STASIO/FUCCIO 2ª E - FUSIELLO/ORESTANO 3ª A - SABATINI/SANTELLA 3ª C - DI SIMONE/PAOLUCCI 3ª E/F - AVERSA/BENTIVEGNA/MECO/DI LUCA 4ª B - FIORENZA/RATINI 5ª B - ISIDORI/RAVÀ/VALENTE 5ª D - CIPRIANO/PIERUCCI 5ª E/F - BASILE/CARAMADRE/CIARLONE Sez. F Scuola dell'’Infanzia - CATALDO

Impaginazione, computer e grafica: Enrica ORESTANO (insegnante elementare)