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Focus Società Cooperativa Sociale Area Giovani Rassegna ... · Quando il gioco si fa urbano Testo...

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Focus Società Cooperativa Sociale Area Giovani Rassegna Stampa O CUS F INNOVAZIONE SOCIALE Via Fogagnolo, 11 20099 Sesto San Giovanni (Mi) T 0245484338 [email protected] www.focuscoop.it FOCUS soc. coop. sociale
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Focus Società Cooperativa SocialeArea Giovani

Rassegna Stampa F

OCUSFINNOVAZIONE SOCIALE

Via Fogagnolo, 11 20099 Sesto San Giovanni (Mi)

T [email protected]

www.focuscoop.it

FOCUSsoc. coop. sociale

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Internimarzo 2010

Quando il gioco si fa urbano

Testo ArticoloUn’estate, due universitari, un’idea un pò folle: “Pensa come sarebbe bello se esistesse un gioco talmente grande da coinvolgere tutta la città; pensa se il gioco facesse parte integrante della tua vita...Ma non sullo schermo del computer: in una piazza, una via, un giardino della città...” Era il 2007 e Augusto Pirovano, milanese, bocconiano, insieme all’amico Matteo Battaglia sognava quello che di lì a poco avrebbe preso forma e nome, un gioco collettivo di trasformazione urbana chiamato CriticalCity. Come funziona? C’è un sito in cui i giocatori scelgono missioni urbane di vario tipo: guerrilla gardening, street art, esplorazione urbana. Si accede, si sceglie la missione, si esce di casa, si agisce documentando il tutto. Quindi si sale di livello e si provano giochi più difficili. Lo scopo? “Agire dalla base della web community per coinvolgere i giovani che vogliono divertirsi, facendoli interagire con l’ambiente urbano per conoscerlo,

migliorarlo, per provare a cambiare la città” spiega Augusto Pirovano, ora trentenne, che questo progetto ha fatto la sua professione; “abbiamo cominciato con gli amici, poi la cosa si è allargata; e abbiamo compreso quali potenzialità potesse avere un gioco collettivo coordinato dal basso”. Come, ad esempio, portare i giovani giocatori nel cuore della notte a piantare alberi là dove le aiuole sono spoglie; o organizzare feste ed aperitivi dentro al perimetro delle tante rotonde che proliferano ovunque; o ancora, a recarsi a scoprire angoli urbani abbandonati e disegnare cartelli ironico-critici sulle mancanze della segnaletica. Lo stesso Pirovano inquadra la portata dell’operazione: “Siamo coscienti che non è così che renderemo più verdi o più allegre le città, ma crediamo di poter cambiare nei giocatori la percezione dello spazio pubblico e, forse, creare o suggerire prototipi di interventi reali.” CriticalCity, che nasce come giovo no-profit, in poco più di un anno di vita ha già ricevuto numerosi riconoscimenti: tra gli altri, il Kublai Award del Ministero dello Sviluppo Economico, il TechGarage 2009 come start-up, il premio della Comunità Europea per i migliori progetti creativi. Sostenuto dall’interesse crescente, Augusto Pirovano con un team di altri tre colleghi, ha chiamato come consulenti i migliori tra i game-designer del mondo per lanciare nella primavera del 2010 la nuova versione perferzionata, ovvero CriticalCity Upload, che in collegamento con i social network concentrerà l’azione su specifici nodi urbani e coinvolgerà giovani di tutta Europa-Nel frattempo, alla sua capacità di creare giochi urbani si è appellata la Regione Basilicata che, a ottobre 2009, ha commissionato ad Augusto e alla sua società Focus un gioco urbano a Matera, a conclusione degli Open Days della creatività. Tra atmosfere da Indiana Jones e suggestioni cyberpunk, i giocatori in tuta bianca hanno provato a risolvere degli enigmi esplorando la città. Scoprendola, forse, come non avevano mai fatto prima. Antonella Galli

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La Stampa01 aprile 2010

La creatività ha trovato casa

Testo ArticoloIl futuro ha un indirizzo: via Paolo Sarpi 8. Però è un futuro complicato da trovare. Il numero 8, infatti, è nascosto in una rientranza della strada, che a Milano significa Chinatown. Per accedere al primo “The Hub” italiano bisogna fare a meno di cartelli ed etichette sui campanelli. Ma con un pò di tenacia si entra in un loft, dove i progetti più strani diventano realtà.E questa sete di futuro devono averla avuta anche quel centinaio di persone che a pochi giorni dall’inaugurazione si sono già iscritte: artigiani, avvocati, architetti, designer, informatici, organizzatori di eventi, stilisti e chiunque abbia interesse nell’innovazione. Perchè qui si lavora collaborando e si cercano sinergie tra lavori diversi per inventare imprese comuni. Si tenta di fare insieme quel che non si riesce a fare da soli. Basta avere un’idea e versare dai 17 ai 775 € al mese per varcare il cancelletto di via Sarpi e la porta a vetri. A seconda del livello di abbonamento si può accedere al loft dai pavimenti in resina ogni tanto oppure ogni giorno. E c’è anche un tavolo da lavoro più o meno grande in rapporto alla spesa. La sala principale è uno spazio aperto in vetro e cemento, dove aumentano costantemente le scrivanie degli iscritti. Nel soppalco, invece, ci sono tanti puff per il relax, ricavati dagli scarti di suole per scarpe e rielaborati dall’artista Ingrid Taro.Ad aiutare gli iscritti a mettere a fuoco i loro obiettivi e ad interagire con gli altri ci sono gli “host”, che fanno da padroni di casa. “Nei social network trovi soprattutto persone che hai già incontrato, mentre noi ti presentiamo le persone che dovresti conoscere per accellerare l’innovazione sociale”. È con questa frase che Alberto Masetti-Zannini s’illumina come chi trova la sintesi di ciò che fa. Lui, bresciano, 34 anni, nel 2007 è entrato nel primo “Hub” del mondo, aperto due anni prima a Londra nel quartiere di Islington. Da allora ne sono nati 24 nelle principali città, da Berlino a Bombay, da Boston a San Paolo, da Johannesburg a Tel Aviv. Perchè all’”Hub” puoi fare due scelte. O porti la tua idea di imprenditoria sociale per svilupparla insieme con altri soci (600 nella sede di Londra) oppure esporti il modello dall’estero. Masetti voleva progettare un fondo d’investimento per Paesi in via di sviluppo e ha finito per aprire a Milano il primo “Hub” italiano con Nicolò Borghi, Serena Porcari e Federica Scaringella. Un loro amico, Dario Carrera, sta intanto lavorando

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a un “Hub” romano, mentre altri affiorano a Bari, Catania, Modena e Rovereto.“L’iniziativa segue le regole non scritte di internet. È aperta e orizzontale - rivela Masetti -. Io ho studiato il meccanismo a Londra e ora, qui a Milano, siamo indipendenti, anche se collegati alle altre sedi nel mondo. E qui come ovunque c’è un sistema di voto: tra due anni gli attuali gestori potranno essere messi in discussione dagli iscritti. La moltiplicazione dei centri è nell’interesse degli associati perchè più siamo più gli scambi di conoscenze aumentano.”Particolare attenzione è stata posta alla scelta di via Sarpi. “Locale e insieme globale - spiega Masetti -. Geograficamente centrale come richiede il nostro nome (letteralmente fulcro) eppure di confine come noi”. Perchè all’”Hub” non si viene per caso. Bisogna avere un’idea. Alessia Bighi della società Beating Hearts di Ferrara, per esempio, produce t-shirt organiche, ispirate ai diritti dell’uomo, e ha usufruito di conoscenze elaborate qui per costruire il nuovo “showroom” con materiali rinnovati.Spiega Augusto Pirovano, socio di CriticalCity, specializzata in servizi sociali innovativi e giochi urbani educativi: “Ci sono tre livelli, di approccio all’Hub. Primo: è uno spazio dove lavorare. Secondo: si creano novità sociali. Ho amici poco soddisfatti sul lavoro che passano una volta a settimana per collaborare a dei progetti. Terzo: la rete mondiale di gente che vuole cambiare il mondo.”

Francesco Rigatelli

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Gazzetta dello Sport24 marzo 2010

Il social network delle idee

Testo ArticoloUn social network cove incontrarsi, conoscersi e costruire progetti. Rivolto ai giovani creativi, a chi ha voglia di mettersi in gioco. È Kublai (www.progettokublai.net), ambiente di lavoro sulla Rete, promosso dal ministero dello Sviluppo Economico, che in due anni ha visto arrivare a compimento 50 idee. Come “CriticalCity”, piattaforma di trasformazione urbana, attraverso cui le persone realizzano missioni a beneficio del territorio: sistemare un giardino piuttosto che ripulire un muro. Chiamatela riqualificazione urbana partecipata. L’idea è venuta ad alcuni ragazzi bocconiani di Milano, che in Kublai hanno trovato ascolto e supporto. E si sono pure gettati nell’organizzazione interattiva, come la caccia al tesoro tra i sassi di Matera, commissionata dalla Regione Basilicata. Da Milano a Napoli. Un’altra idea che ha trovato la luce è stata “Angeli per viaggiatori”: una comunità di cittadini che di offrono volontariamente di accompagnare i turisti in giro per la città ai piedi del Vesuvio.Competenze. Attualmente ci sono 250 progetti in progress sul social network, a cui sono iscritte 1700 persone. Tutti quanti mettono a disposizione le loro competenze e le loro conoscenze settoriali per quella che il coordinatore operativo di Kublai, Nicola Salvi, chiama “intelligenza collettiva”. “Il nostro staff - spiega - offre ai creativi l’assistenza di base, come la realizzazione di un business plan, poi gli iscritti intervengono per dare corpo al progetto. Progetti che, nella maggior parte dei casi, sono orientati a un approccio no profit, con una forte componente etica”.Fondi. I costi del ministero? Solo quelli per lo staff. Kublai sfrutta gratuitamente gli strumenti messi a disposizione dal web. “Facciamo partire i progetti sulle loro gambe, indirizzandoli verso finanziamenti privati, anche per scardinare il luogo comune italiano che serva per forza un’assistenza pubblica per realizzare qualcosa.” m.i.

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Voguegennaio 2010

Urban Play

Testo ArticoloGiocando s’impara, e le esperienze che si sviluppano possono assumere valenze a livello città. Come? Osservando con piglio situazionista la realtà circostante e trasformando lo spazio urbano in una scacchiera da scoprire per renderlo più vivibile. “Il gioco è un istinto naturale; usiamo questa inclinazione per agire sulla mentalità” dice Augusto Pirovano, ideatore del gruppo-progetto CriticalCity, che ha nella community il suo pubblico. “Proproniamo via web, cioè a chiunque voglia partecipare, missioni da compiere per migliorare la città: da interventi di guerrilla gardening a spedizioni per creare imbarazzo in chi inquina. Ma anche l’iniziativa autonoma dai singoli è ben accetta”. Il gruppo ha trasformato per una notte Matera in un labirinto virtuale e insieme reale A-Maze: i giocatori sono stati chiamati a salvare la città in (ipotetico) tilt superando prove tra i “Sassi” e ricomponendo un codice-enigma la cui soluzione era disseminata in elementi architettonici e simbolici della città stessa, che veniva così riscoperta sotto una luce diversa. Continua Pirovano: “Abbiamo firmato una partnership con Fondazione Iulm per far evolvere CriticalCity a livello europeo e, in parallelo, lavoriamo per riproporre A-Maze in altre città”. Non mancano iniziative di questo tipo in cui l’aspetto ludico è prevalente. Nella notte di Halloween, Vicenza si è trasformata in un campo di battaglia per The Day, gioco firmato da TheDay Communication, che organizza anche cene con delitto sempre full booked. A proposito di gioco, spiega Matteo Romeo, co-fondatore del festival “Come out&play”, che invade New York per un weekend: “la kermesse coinvolge molti giocatori e favorisce lo scambio di idee tra game designer. Ma il vero obiettivo rimane l’uso attivo degli spazi urbani.” In Brasile, Curitiba punta sulla creatività per risolvere alcuni problemi. In questa città, indicata dall’Unesco come modello per la ricostruzione in Afghanistan, coloro che differenziano i rifiuti ricevono verdura per lo stesso peso, mentre l’analfabetismo si combatte con ben visibili fari-biblioteca. E la nascita di una zona pedonale è passata per l’invito a colorare una lunga striscia di carta che percorreva l’area. L’idea di agire con micro interventi anima poi a Trieste il progetto “La città radiosa”. Artisti, studenti, cittadini sono chiamati a mappare spazi abbandonati e a proporre interventi di recupero, i migliori saranno realizzati.Elisa Pervinca Bellini

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Corriere del Mezzogiorno29 ottobre 2009

Un gioco nei Sassi per scoprire Matera

Testo ArticoloA|Maze, un misterioso gioco aperto a tutti per scoprire gli angoli più insoliti della cittàUn labirinto di cunicoli, chiese, grotte un tempo abitate e strette le une alle altre. Un paesaggio urbano enigmatico, che ancora suscita stupore e lancia sfide. Sono i Sassi di Matera, riconosciuti dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità, ad ospitare, nella giornata di domani, un singolare “gioco urbano”, che consente di conoscere e ri-conoscere la città lucana da angolazioni diverse, grazie ad una buona dose di creatività. Ingrediente essenziale per partecipare a questo itinerario ludico è la voglia di avventurarsi in luoghi più o meno noti, provando a sfuggire a misteriosi personaggi, che porranno quesiti e strani indizi per ritrovar la retta via. Si scoprirà una Matera capitale del mistero, dove sarà facile perdersi, ma tutti, sia grandi che piccini, iperattivi o oziosi purchè curiosi, potranno arrivare al traguardo. I Sassi sono solo il pretesto. Il gioco si chiama A|Maze, in onore al labirinto che, fra storie e leggende, è sempre stato sinonimo di sfide. È stato creato dalla cooperativa Focus, che ha ideato CriticalCity, il primo progetto di riqualificazione ludica partecipata, realizzato a Milano due anni fa. Obiettivo di tale operazione è quello di favorire la conoscenza a 360 gradi, anche dei loro punti di criticità, per partecipare così a “missioni speciali”.Il tutto si inquadra nel progetto comunitario degli Open Days 2009, in collaborazione con il programma della Regione Basilicata, Visioni Urbane (www.visioniurbane.net), a sua volta inserito nel patto dei giovani. Il fine è quello di recuperare immobili in disuso e organizzarvi all’interno laboratori di innovazione e creatività. Si è ancora in tempo per iscriversi sul sito www.a-maze.it e giocare. Il requisito minimo per esplorare le sei aree coinvolte della città dei Sassi è solo quello di aver compiuto 14 anni di età. Si gioca in coppia. Vince chi raggiunge prima la meta finale, quindi sono richieste capacità di orientamento e di velocità. Il premio è rigorosamente segreto ma racchiuso in una grande scatola rossa. Il check-in avverrà alle ore 18 presso la piazza del Circolo la Scaletta, nel rione dei Sassi.

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Muniti di kit di esplorazione, si è così pronti sui blocchi di partenza. Il Sasso Baresano e il Caveoso, dominati dalla Cattedrale, posta sulla parte alta della Civita, rappresentano una delle tappe obbligate. Così come lo è il Museo di scultura contemporanea, il Musma, dove sarà allestita una suggestiva scenografia. Altre mete sono le chiese rupestri come quella di Santa Maria di Idris e altre sconsacrate solitamente chiuse al pubblico. Ma una guida ludica, collagata tramite cellulare, condurrà in zone del tutto inedite rispetto ai consueti itinerari turistici della città. Ad esempio in piazza della stazione. A Matera i treni non fermano, dunque cos’è questa piazza della stazione? Impossibile saperlo, se non esplorandola. Uno di quelli che sono stati definiti da Marc Augè “i non luoghi” per eccellenza, diventa così un sito da conoscere. Ma una certa aria di mistero lega tutte le mete di A|Maze. Lungo il percorso saranno allestiti i check point, forniti

di aree relax e generi di ristoro per un veloce pit-stop. Anche sostando si potrà vedere Matera sotto un diverso profilo, grazie ad installazioni artistiche ed interattive, messe a disposizione dei partecipanti. Una sorta di totem multimediali-opere d’arte. Creatività, tecnologia e innovazione vanno a braccetto. Nella giornata di oggi si tiene, infatti, il laboratorio sulle tecnologie Fablab, organizzato da Massimo Banzi, altro aspetto integrante degli Open Days.Per riprendere il percorso turistico, se i Sassi rappresentano il punto di forza delle attrazioni turistiche della città, con la loro storia sedimentata, c’è un’area, che risale alla fine degli anni ’50, che ha accolto gli abitanti dei Sassi stessi e che è la prossima tappa del nostro tour. Si tratta del quartiere La Nera, sorto in seguito all’abbandono delle case-grotte. Ci si arriverà seguendo sempre il filo rosso del gioco. Si distribuiranno ad esempio fotografie di piazze, vie, edifici meno noti e, così, scatterà la caccia al tesoro. Chi identifica i luoghi così immortalati avanza, in direzione della meta finale. E ancora si potrà giocare con macchine speciali, create dal gruppo riminese dei Mutoidi con pezzi di riciclo, che indicheranno la strada da seguire.Ancora il mistero è fitto, ma molti angoli nascosti di Matera sono ormai svelati ai partecipanti del gioco-tour, che si spera non siano solo turisti ma anche autoctoni. L’obiettivo è quello di guardare con occhi nuovi e mescolare i linguaggi della conoscenza di un luogo così surreale, che non a caso è stato negli anni privilegiato set per pellicole d’autore. Il progetto A|Maze è un ulteriore obiettivo puntato su Matera e sui suoi enigmatici siti, un gioco che termina alle 23, quando, complice l’oscurità della notte, il mistero si riapproprierà della città.

Antonella Lippo

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Corriere Magazine22 ottobre 2009

Il popolo delle partite IVA

Testo ArticoloAveva già aperto la partita Iva mentre era ancora studente, Augusto Pirovano. Era il 2001 e faceva qualche lavoro nell’ambito web. Nel 2005 si è laureato in economia dei beni culturali, arte e comunicazione alla Bocconi. Ha mandato qualche curriculum, ma senza troppa convinzione, infatti le risposte non sono arrivate. Per lui lavorare in proprio è stata una scelta naturale, una continuazione di quanto aveva cominciato a fare prima della laurea. Così ha affittato un locale in via Monza, a Milano, assieme ad alcuni amici e lì è cominciata l’avventura di CriticalCity (www.criticalcity.org). È lui stesso a spiegare come funzioni questa specie di gioco di ruolo che si prefigge di cambiare almeno un pò le nostre città divertendosi. “Si tratta di utilizzare le tecnologie 2.0 per portare le persone a uscire di casa e trasformare la città”, spiega. Chi partecipa al gioco deve inventarsi una missione e svolgerla in gruppo; per esempio piantare alberi (è accaduto a Milano), utilizzare uno spazio organizzando un aperitivo in una rotonda (è successo a Ravenna), coordinare uno sbadiglio collettivo (ancora a Milano). Il tutto va documentato con foto postate sul sito dove gli utenti possono votare il loro gradimento alle varie missioni. Ora Augusto ha 29 anni, il suo progetto è cresciuto e si è strutturato, dopo un inizio all’insegna dell’autofinanziamento; ai giocatori comunque non viene chiesto nulla, se non impegno ed entusiasmo. CriticalCity fa parte della Cooperativa Sociale Focus e in questo modo s’è proposto alle pubbliche amministrazioni che intendono migliorare la vivibilità dei centri urbani utilizzando il gioco ed il web. In effetti qualcosa si sta muovendo: il Comune di Matera, per esempio, ha commissionato un gioco per la città e la start-up milanese sta partecipando ad un bando della Regione Puglia.

Alessando Marzo Magno

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Corriere della Sera e Corriere.it17 agosto 2009

Tutto è cominciato con i curriculum respinti

Testo ArticoloTempo passato a inseguire un sogno. Questo sono stati gli ultimi quattro anni per Augusto Pirovano. Milanese, 29 anni, Pirovano si è laureato nel 2005 all’università Bocconi in Economia dei beni culturali. Da allora lavora per realizzare la sua idea d’impresa: il social network CriticalCity. Oggi aspirazione e realtà sono a un passo dal coincidere.

Ma srotoliamo la storia dall’inizio. Da quel giorno, nel 2005, in cui, fresco di laurea, Augusto Pirovano ha per la prima e unica volta nella sua vita cercato un lavoro. «Ho inviato tre curriculum. Forse quattro. Non ho nemmeno ricevuto risposta — racconta oggi l’imprenditore in erba —. Avevo troppe idee che mi frullavano per la testa, non mi sarei potuto accontentare di un lavoro in cui ti metti alla scrivania a eseguire compiti qualunque. Per questo avevo selezionato con attenzione le porte a cui

bussare. Evidentemente, però, non c'era nessuno che trovasse il mio curriculum sufficientemente interessante da affidarmi sfide importanti. Così ho deciso di mettermi in proprio».

Con le ambizioni, però, non si mangia. Perciò Pirovano apre partita Iva e progetta siti web. Un modo per portare a casa mille euro al mese per sopravvivere. E intanto lavorare a qualcosa di più ambizioso. Questo «qualcosa» prende forma nel 2007. Si chiama CriticalCity. Un’iniziativa che sposa sul web gioco, occasioni di incontro e finalità sociali. «In sostanza si tratta di un social network in cui gli iscritti giocano tra loro. Il gioco sta nell’individuare i punti deboli della propria città. E nel metterli in evidenza tramite missioni speciali. Prendiamo il caso reale di un incrocio pericoloso, a Milano, senza segnaletica adeguata — esemplifica Pirovano —. Uno dei giocatori ha portato in strada in bella vista un segnale di pericolo con su un autobus che andava a sbattere contro un palazzo, fatto peraltro accaduto. Alla fine il Comune si è deciso a mettere un segnale vero».

Quando la missione raggiunge l’obiettivo, il giocatore acquista punti. Il gioco è anche la scusa per conoscersi. Perché CriticalCity ti mette in contatto con gente della tua città. E poi c’è la dimensione civica-partecipativa della faccenda. «Non a caso io e i quattro amici che lavorano con me ci siamo costituiti cooperativa sociale — racconta Pirovano —. Stiamo cercando di finanziarci anche tramite fondi pubblici». E qui cominciano i dolori. «Le fondazioni bancarie e le società di venture capital assicurano risposte veloci. Il ministero dello Sviluppo economico, poi, ci ha dato una grossa mano grazie a Kublai, progetto per sviluppare idee creative che abbiano un impatto sul territorio. In compenso la scorsa primavera abbiamo partecipato a un concorso per accedere a fondi del ministero della Gioventù: salvo sorprese avremo informazioni soltanto tra un anno», lamenta l’imprenditore.

Il sito www.criticalcity.org è nato nell’ottobre 2008. Ora il lancio pare davvero a un passo. «Quando meno te l’aspetti arriva l’imprevisto che spinge il traguardo ancora più in là. Ma non ho intenzione di arrendermi», stringe i denti Pirovano. D’altra parte gettare la spugna adesso sarebbe

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un delitto. L’idea è stata premiata nel 2008 del ministero dello Sviluppo economico perché la più innovativa tra le 80 che hanno partecipato al progetto Kublai. Augusto e i suoi «soci» hanno preso coraggio. E ora sono a caccia dei finanziamenti che potrebbero dare la svolta. Nella speranza che il proprio social network diventi un caso da manuale.

Rita Querzé

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viasarfatti25.it28 luglio 2009

Con Augusto il web 2.0 scende per strada

Testo ArticoloE’ un laureato Cleacc il fondatore di CriticalCity, gioco online di missioni sul territorio per una trasformazione urbana ludica e partecipata. Con affinità con il Sacro Graal del marketing esperienziale

Quando, il 20 maggio 2008, un tram della linea 7 si è schiantato contro l’edificio in cui lavora a Milano, Augusto Pirovano ha capito che la sua creazione, CriticalCity, il gioco che assegna missioni da svolgere in città nell’ottica di una trasformazione urbana ludica e partecipata, stava funzionando. Una delle missioni aperte al sito www.criticalcity.org invitava a realizzare un segnale stradale creativo e qualcuno ne ha subito preparato, e piantato all’incrocio, uno di “attenzione, schianto tram contro i palazzi”. Il segnale è rimasto lì per mesi, fino a quando è stato sostituito da un cartello ufficiale di precedenza, che i residenti invocavano da tempo.

Augusto, laureato Cleacc nel 2005, è il fondatore di CriticalCity, una start-up che, attraverso un gioco, fa scendere in strada il web 2.0 in un’ottica di agopuntura urbana. I partecipanti si iscrivono al sito, scelgono le missioni da realizzare sul territorio da soli o in compagnia, le documentano filmandole o fotografandole e postano il materiale insieme a un loro commento. I giocatori acquisiscono punti per il solo fatto di completare una missione e attraverso i commenti positivi degli altri, nella logica web 2.0. “Tra una visita al sito e l’altra, però”, afferma Augusto, “scendono in strada, si incontrano e, in molti casi, realizzano prototipi di cambiamento urbano che possono funzionare da microstimolo significativo, un po’ come gli aghi della medicina cinese”.

Ad Augusto piace ricordare di un giovane giocatore impegnato in un’azione di guerrilla gardening che, dopo avere messo una pianta in un’aiuola, ci è tornato il giorno dopo per annaffiarla, scoprendo che se ne era già preso cura un pensionato. “Ha scoperto che il pensionato lo faceva per molte piante che il suo comune non cura, e i due hanno fatto conoscenza, superando anche la barriera generazionale”.

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All’innovazione creativa in ambito urbano Pirovano ha dedicato la tesi di laurea (relatore Lanfranco Senn, correlatori Alex Turrini e Gianfranco Franz, che insegna architettura a Ferrara), frutto di quattro mesi di lavoro sul campo a Curitiba, capitale dello stato brasiliano del Paranà, un vero caso di studio per chi pensa che per le città sia possibile uno sviluppo sostenibile e creativo. Il concetto di agopuntura urbana lo deve a Jaime Lerner, il sindaco che ha cambiato il volto di Curitiba.

Già dal secondo anno di università Pirovano aveva avviato un’attività imprenditoriale in partita Iva, sviluppando applicativi gestionali, siti internet dinamici e strumenti di pubblicazione per il web. Grazie al passaparola in campo scout, in cui è tuttora attivo, nel 2005 ha organizzato una caccia al tesoro urbana per il Comune di Milano, mentre nel 2006 ha curato la realizzazione di un percorso di edutainment basato su palmari e tecnologie wireless in un parco naturale delle Marche.

È nell’estate del 2006, nel corso di una traversata in traghetto per raggiungere la Sardegna, che Augusto e Matteo Battaglia, un giornalista finanziario suo amico, cominciano a fantasticare di un gioco “così grande da influenzare la vita reale e da avere un’intera città come campo da gioco”. Avevano in mente antecedenti della cultura popolare come il romanzo Il mago di John Fowles, i film The Game di David Fincher ed EXistenZ di David Cronenberg o il fenomeno nascente degli alternate reality games. Ma è solo a fine 2007 che i due amici decidono di fare sul serio, facendo una piccola ricerca di mercato per vedere se esistesse qualcosa di simile e partendo con un prototipo, grazie alla collaborazione dei giovani professionisti con i quali Augusto condivide un ampio spazio di lavoro in un seminterrato della periferia milanese.

Ne è seguito il contatto con un gioiello misconosciuto del settore pubblico italiano, il Progetto Kublai del Ministero per lo sviluppo economico, uno spazio virtuale che, grazie alla collaborazione di professionisti qualificati, si presenta come una community per creativi orientati allo sviluppo locale e li aiuta a mettere meglio a fuoco e a sviluppare le loro idee. Grazie a Kublai Augusto ha potuto passare un breve periodo a San Francisco, negli uffici di SF0, un’iniziativa analoga a CriticalCity, e ha condotto un roadshow di presentazione a Milano presso

la Camera di commercio, alcune fondazioni e una società di venture capital, DPixel, che ha spinto CriticalCity a partecipare a maggio 2009 a Roma a Techgarage, un concorso per start-up tecnologiche, che ha vinto a mani basse, aggiudicandosi tutti e tre i premi messi in palio.

“In un’atmosfera per noi davvero incredibile, accanto ai premi sono arrivati l’invito di Saeed Amidi a trasferirci nel suo acceleratore in Silicon Valley e l’impegno di Marco Magnocavallo di Blogo.it  e alcuni venture capitalist di finanziarci con 100.000 euro”, racconta Augusto. “Tanto interesse è dovuto al fatto che le modalità di gioco potenzialmente intersecano la traiettoria di quel Sacro Graal che sta diventando il marketing esperienziale. Un grande salto per noi, che siamo nati come iniziativa non-profit e con un sito che non contiene neppure pubblicità...”

Fabio Todesco 

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La Tribune02 luglio 2009

L’aventure italienne, version 2.0Testo ArticoloQuand Marie-Chantal Dumont est partie rejoindre son copain à Milan, il y a un an, elle était loin de penser qu'elle se retrouverait au coeur d'une des meilleures initiatives web italiennes de l'année. Par le fruit du hasard, mais surtout par passion, elle est pourtant devenue la rédactrice du blogue de CriticalCity, un jeu de transformation urbaine grandeur nature récompensé trois fois lors d'une récente compétition à Rome.«J'ai rencontré les fondateurs de CriticalCity en faisant du couchsurfing (cyberhospitalité). Ils m'ont présenté leur projet et j'ai trouvé ça génial. J'ai commencé à jouer et à force de les côtoyer, ils m'ont proposé d'écrire le blogue de leur site web. J'ai tout de suite dit oui, même si j'ai plus de difficulté à écrire en italien qu'à le parler», se rappelle la Sherbrookoise de 25 ans, de passage dans sa ville natale.CriticalCity propose aux joueurs une plateforme de jeu bien spéciale: leur ville. Le joueur doit d'abord s'inscrire sur le site web www.criticalcity.org et remplir son profil. Il a ensuite accès à une multitude de missions, qu'il doit remplir sur le terrain, documenter à l'aide de photos, vidéos et courts textes, pour ensuite les partager avec la communauté. «Ça peut être planter un arbre, faire de l'art de rue, tenir une manifestation éclair, aller rencontrer des immigrants ou réaliser des parcours thématiques. C'est une manière de vivre la ville», explique Marie-Chantal Dumont. Selon le degré de difficulté de la mission et le nombre accompli, le joueur accumule des points et grimpe dans le classement.

Une histoire à succèsOfficiellement lancé en mai 2008, le concept milanais, l'un des premiers du genre au monde, a fait boule de neige. Des centaines d'adeptes se sont inscrits et ont pris leur vie urbaine en main. Le monde des nouvelles technologies et de l'internet s'est quant à lui emballé pour le projet, lors de la compétition TechGarage 2009, qui se tenait à Rome en mai dernier. L'événement récompense les dix meilleures nouvelles entreprises italiennes oeuvrant dans le secteur du web et des nouvelles technologies. «Nous nous sommes fait inviter. Au début, nous n'étions pas certains, puisque les entreprises qui se présentent sont souvent

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orientées vers le profit, alors que nous sommes un projet à but non lucratif, à vocation sociale», fait valoir Marie-Chantal Dumont.L'équipe, composée de quatre Italiens et de Marie-Chantal, a pourtant fait un tabac en raflant les trois premiers prix de la compétition. «Le présentateur était tellement enthousiaste qu'il a décidé de mettre 10 000 euros sur notre projet et de faire un petit encan. En cinq minutes, nous avions 100 000 euros provenant de divers investisseurs dans la salle. C'était improvisé et tout à fait improbable», raconte la Sherbrookoise, encore abasourdie.La jeunesse de CriticalCity, dont l'équipe a entre 25 et 32 ans, a sans doute contribué au succès monstre du jeu au concours. «Les gens n'en reviennent pas quand je leur dis tout ce que j'ai fait à mon âge. En Italie, les études sont plus longues et c'est plutôt difficile de se partir en affaires. Moi, j'ai déjà fait un baccalauréat en communication à l'UQAM et j'ai travaillé sur deux documentaires avant de partir.»L'invité d'honneur de la compétition, le directeur du Plug and Play Tech Center de Silicon Valley (Californie), Saeed Amidi, a invité les gagnants à y passer trois mois, afin de perfectionner leur concept et de travailler sur une prochaine version du jeu, peut-être en anglais. «Le jeu est encore en italien, mais nous aimerions l'internationaliser, le rendre accessible en anglais. Les missions peuvent cependant déjà être réalisées partout au monde. J'en ai même fait une à Montréal», souligne Marie-Chantal Dumont.Si les possibilités de commercialisation sont multiples pour CriticalCity, les cinq adeptes de la transformation urbaine ne pensent pas encore développer cet aspect de leur création. Leur nuage flotte encore trop bien pour se poser ce genre de question.Encore au Québec pour quelques semaines, la Sherbrookoise fera l'aller-retour entre son patelin natal et Montréal, entre amis et famille, et savourera pleinement son aventure italienne avant de s'envoler pour Silicon Valley, berceau des technologies de pointe.

Caroline Chrétien

trad.:Quando Marie-Chantal Dumont si è ricongiunta con suo marito a Milano, un anno fa, non avrebbe immaginato di trovarsi nel cuore di una delle

migliori iniziative di web italiane dell’anno. Grazie al frutto di un azzardo, ma soprattutto della propria passione, è infatti diventata la redattrice del blog di CriticalCity, un gioco di trasformazione a scala urbana, premiato tre volte nel corso di una recente competizione a Roma. “Ho incontrato i fondatori di CriticalCity facendo couchsurfing. Mi hanno presentato il loro progetto e l’ho trovato geniale. Ho iniziato a giocare e, a forza di stressarli, mi hanno proposto di scrivere il blog del loro sito web. Ho detto immediatamente sì, anche se ho più difficoltà a scrivere che a parlare l’italiano”, ricorda la Sherbrookoise di 25 anni, di passaggio nella città natale.CriticalCity propone ai giocatori una piattaforma di gioco particolarmente speciale: la loro città. Il giocatore deve iscriversi sul sito web www.criticalcity.org e compilare il suo profilo. Si ha poi subito accesso ad una moltitudine di missioni, da svolgere sul campo, documentare con l’aiuto di foto, video e rapidi racconti, per, in seguito, condividerli con la community. “Si può piantare un albero, fare arte di strada, organizzare una manifestazione flash, incontrare gli immigrati della propria città o realizzare dei percorsi tematici. È un modo di vivere la città”, spiega Marie-Chantal Dumont. Secondo il grado di difficoltà della missione e il punteggio, i giocatori accumulano punti e salgono in classifica.

Una storia di successoLanciato ufficialmente nel maggio del 2008, il progetto milanese, uno dei primi del suo genere al mondo, ha scatenato un effetto valanga. Centinaia di seguaci si sono iscritti ed hanno preso in mano la loro vita urbana. Il mondo delle nuove tecnologie e di internet si è entusiasmato per il progetto, durante la competizione TechGarage 2009, che si è tenuta a Roma il maggio scorso. L’evento premiava le dieci migliori start-up italiane nel settore del web e delle nuove tecnologie. “Siamo stati invitati. All’inizio, non eravamo sicuri, la maggior parte delle imprese che si presentavano erano quasi sempre orientate al profit, mentre noi siamo un progetto senza scopo lucrativo, a vocazione sociale”, sostiene Marie-Chantal Dumont.Il team, composto da quattro italiani e da Marie-Chantal, ha fatto il botto raccongliendo i tre primi premi della competizione. “Uno dei giudici era talmente entusiasta che ha deciso di mettere 10000 € sul nostro progetto e di fare una piccola asta. In cinque minuti avevamo raccolto

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100000 € provenienti da diversi investitori presenti in sala. Una cosa improvvisa e completamente impensabile!”, racconta la Sherbrookoise, ancora stordita.La giovane età del team di CriticalCity, compresa tra i 25 e i 32 anni, ha senza dubbio contribuito al successo ricevuto al concorso. “Nessuno mi crede quando racconto tutto quello che ho fatto alla mia età. In Italia il periodo di studio è più lungo ed è più difficile entrare nel mondo del lavoro. Io ho già una laurea in comunicazione presso l’UQAM e ho lavorato a due documentari prima di partire.”L’ospite d’onore della competizione, il direttore del Plug and Play Center nella Silicon Valley in California, Saeed Amidi, ha invitato i vincitori a passare tre mesi nel suo centro, al fine di perfezionare il loro concept e lavorare su una nuova versione del gioco, probabilmente in inglese. “Il gioco è ancora in italiano, ma ci piacerebbe internazionalizzarlo, renderlo accessibile in inglese. Le missioni possono già ora essere realizzate in qualsiasi parte del globo. Ne ho fatte alcune anche a Montréal”, sottolinea Marie-Chantal Dumont.Anche se le possibilità di commercializzazione sono molteplici per CriticalCity, i cinque seguaci della trasformazione urbana non pensano ancora di sviluppare questo aspetto della loro creazione. Il loro sogno galleggia ancora troppo bene per fermarsi su questo tipo di questioni.In Québec per alcune altre settimane, la Sherbrookoise farà avanti e indietro tra il suo paese natale e Montréal, tra gli amici e la famiglia, e assaporerà pienamente la sua avventura italiana prima di involarsi verso la Silicon Valley, culla delle tecnologie d’avanguardia.

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Cittaitalia.it01 luglio 2009

CriticalCity - partecipare giocando

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Repubblica22 giugno 2009

Tutti all’opera con CriticalCity, il mondo web entra nella realtà

Testo ArticoloC’è chi riutilizza una rotonda abbandonata per un aperitivo o una partita a carte. Chi pianta un albero in un angolo di degrado, inventa modi per risparmiare energia, organizza un picnic in un’aiuola e poi lascia tutto pulito. Obiettivo: trasformare le città insieme come un gioco. Con le missioni da compiere nella vita reale e raccontare in quella virtuale. Si parte con l’iscrizione al sito www.criticalcity.org, si sceglie la mission e si corre fuori a migliorare la città: da soli o con i compagni di rete. Poi si torna sul web per pubblicare foto e video, guadagnare punti, essere votati, scalare la classifica e passare alla successiva mission.“Un Facebook sociale per sognate il futuro delle città, perchè c’è vita oltre lo schermo”, lo chiama Augusto Pirovano, 29 anni, fondatore di CriticalCity con un gruppo di amici. In un anno ha catturato 600 giocatori in Italia e ora si è presentato al TechGarage, la fucina di start-up della Luiss e di Working Capital, il progetto di Telecom da 5 milioni di euro destinato alle migliori idee di business per il web 2.0: ha vinto 100mila euro di venture capital per avviare la società e tre mesi nella Silicon Valley, ospite di Saeed Amidi, presidente dell‘“accelleratore di imprese” il Plug and Play TechCenter.

Valentina Conte

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Nova24, il Sole24 ore

28 maggio 2009

Perchè tifiamo Internet

Testo ArticoloNon capita spesso di assistere ad una raccolta fondi spontanea per alzata di mano. Per di più a favore di un progetto imprenditoriale, italiano, che ha a che fare con il web e pure noprofit. E invece è accaduto la settimana scorsa a TechGarage, durante la premiazione di CriticalCity come migliore idea web e media-tech nate in ambito universitario e nel mondo della ricerca. I quattro ragazzi inventori di quello che definiscono un progetto internet di agopuntura urbana avevano appena ricevuto le congratulazioni. Quando in modo del tutto inatteso, Marco Magnocavallo, fondatore di Blogo.it prende il microfono e in preda all’entusiasmo annuncia di voler mettere sul piatto ventimila euro per sostenere l’iniziativa. Qualche secondo di sconcerto. Poi nel giro di una decina di minuti dal pubblico arrivano altri 80mila euro, sufficienti a CriticalCity per crescere. Al di là delle cifre, non ingenti, sorprende di questi tempi sapere che c’è chi è disposto a tifare per internet […]

Luca Tremolada

(pagina centrale)Si definiscono una cura di agopuntura urbana. CriticalCity è il progetto che ha vinto la competizione TechGarage. L’idea è di trasformare, riqualificare con internet le città chiamando i cittadini a partecipare ad una sorta di gioco sociale. “Alla fine dell’evento è arrivata la sorpresa”, come confida Augusto Pirovano, 29 anni, ideatore di CriticalCity con un team di altre sette persone. “La nostra è una start-up sociale e finora ci siamo autofinanziati. Ma erano presenti in sala imprenditori di venture capital e business angel: hanno deciso di finanziare l’intera somma di cui abbiamo bisogno. Quanto? centomila euro, raccolti in una decina di minuti”, dice entusiasta Pirovano. E poi va a godersi il barcamp di Working Capital, l’iniziativa di venture capital promossa da Telecom Italia.

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MelaBlog.it28 maggio 2009

TechGarage2009 Roma: CriticalCity vince tutto

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Wired Italia27 maggio 2009

CriticalCity, la mejo startup del 2009

Testo ArticoloVi hanno piantato un albero nottetempo davanti al portone di casa? oppure qualcuno ha rimesso in uso e ridipinto la vecchia panchina dei giardinetti? O siete circondati da  stranieri che vanno in giro cantando allegramente il proprio inno nazionale? Non è grave, probabilmente siete finiti senza saperlo dentro uno dei giochi di CriticalCity.  Ovvero, come usare la potenza del web 2.0 per migliorare i posti in cui viviamo. L’idea è di due giovani bocconiani appassionati di economia noprofit, Augusto e Duccio, assistiti dalla creatività di un architetto, Matteo, e di una videomaker, Chantal. Non si tratta del solito tentativo di trasformare i social network in un network reale (come ha fatto persino Veltroni quando ormai un anno fa ha invitato in discoteca i suoi “amici” di facebook), ma convogliare tutte le energie che si agitano su internet in un grande progetto collettivo: “Cambiare le nostre città”. Funziona così: si va sul sito di CriticalCity e ci si iscrive alla gara con gli altri membri della community. Per vincere occorre compiere delle missioni collettive, dei microprogetti creativi. E quindi “spegnere il computer, uscire di casa e costruire delle relazioni reali con gli altri utenti”. Obiettivo: trasformare le nostre città, “con una specie di agopuntura urbana”. Sembra velleitario? Può darsi, ma da quando è nata, il 1 giugno del 2007, CriticalCity ha razzolato premi in tutto il mondo. L’ultimo venerdì scorso a Roma quando ha sbancato il Techgarage 2009, ambito riconoscimento alle migliori start-up del web e dei new media. Oltre alle targhe e a tre mesi spesati in Silicon Valley, i quattro moschettieri della rete si sono portati a casa 100 mila euro racimolati in meno di un minuto per alzata di mano fra i venture capitalist presenti in sala.

Riccardo Luna

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Nova24, il Sole24 ore23 Maggio 2009

CriticalCity fa piazza pulita di tutti i TechGarage Awards

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Citylights - Informacittà

01 maggio 2009

Trasforma la tua città: CriticalCity

Testo ArticoloCosa succederebbe se qualcuno inventasse un gioco tanto coinvolgente da infrangere la barriera tra vita quotidiana e divertimento? Questo è quanto si sono chiesti gli ideatori di CriticalCity, un innovativo social network che è anche una grande iniziativa ludica di collaborazione urbana in Italia. Partendo dal principio che la metropoli moderna concentra in sé tante contraddizioni quante soluzioni, questo gruppo di giovani creativi (tutti under 30) ha provato ad immaginare un modo per coinvolgere i cittadini nella trasformazione attiva del territorio, e la risposta è stata tanto semplice quanto entusiasmante: il gioco, un grande gioco che oggi coinvolge più di 300 persone nella città di Milano. Tutto questo grazie ad un sito (www.criticalcity.org), un buon numero di cittadini svegli e un’idea originale, concepire il gioco come modalità di riappropriazione degli spazi urbani. Come funziona CriticalCity? Il sistema è molto semplice: ci si registra sul sito, si seleziona una delle tante “missioni” a disposizione e la si porta a termine, fisicamente, sul territorio; per ogni missione compiuta si guadagna punteggio, chi ha più punti controlla la

zona: così la città si trasforma in un grande Risiko, dove le squadre si sfidano in una gara sospesa a metà virtuale e reale. Le missioni propongono un po’ di tutto, e ognuno può inventarne di nuove: esplorare un edificio abbandonato o disegnare un murales, girare un video in stop motion o “fare il giro del mondo” conoscendo i migranti della zona, flash mob, street art, guerrilla gardening, di tutto un po’ insomma. Ad ogni zona vengono assegnate missioni precise, secondo il principio dell’”agopuntura urbana”, mirate per risolverne i problemi specifici: ogni giocatore accetta le sfide che preferisce, per poi documentarle sul sito con foto, video e reportage (andateli a vedere, sono davvero spassosi). Augusto Pirovano, il programmatore che ha fondato CriticalCity, ha compiuto ricerche in tutto il mondo per trovare esperienze alle quali ispirarsi: le principali sono quella di due mindspacer di Toronto, Lori Kufner e Kevin Bracken (che aiutano i loro concittadini a liberarsi dello stress da metropoli organizzando eventi spettacolari, divertenti ma soprattutto collettivi, come ad esempio la grande “guerra dei cuscini” tenutasi lo scorso marzo a New York) e soprattutto le politiche urbanistiche attuate a Curitiba, metropoli brasiliana celebre per la sua amministrazione illuminata. I punti di forza del progetto, che lo hanno portato a vincere il Premio Kublai promosso dal Ministero per lo Sviluppo come miglior progetto creativo, sono i format sui quali opera (smart blog, sms) che permettono una connessione rapida tra i giocatori, e l’approccio dinamico alla mappa, che invita ad agire sul territorio, a riappropriarsene favorendo la riqualificazione del contesto urbano: i creatori parlano di una “città invisibile”, composta da relazioni tra persone e interessi, che attraverso il lavoro in rete riesce ad innescare un processo di riqualificazione in favore della “città visibile”. Il numero di giocatori cresce ed è prevista una partecipazione all’Expo di Milano 2015; inoltre la piattaforma si sta già testando su altre città, Modena e presto Venezia: Vicenza non sembra così lontana. Se qui la città non presta molta attenzione ai giovani, forse un domani saranno proprio loro a prendersi cura della città, e perchè no? Divertendosi anche: a quando la prima battaglia di cuscini in Piazza dei Signori?

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Repubblica.it26 aprile 2009

In missione tra piazze e giardini il grande gioco per scoprire la città

Testo ArticoloC'è chi ha tentato l' esplorazione di palazzi abbandonati, chi si è cimentato con il tour delle gelaterie e chi ha ideato un percorso olfattivo che passa dall'«odore di muffa» di Brera al «profumo di sambuco» delle massicciate ferroviarie dell'Ortica. Tanti in città si annoiano e appena possono scappano per i weekend al mare. Loro invece, più di 400 giocatori, il divertimento lo cercano per le strade trafficate della city. Non ci sono regole, se non che il campo da gioco va dalla propria stanza alla città intera e che, per potersi aggiudicare un punteggio, ogni impresa deve essere documentata con foto, filmati e quanto altro suggerisce la fantasia. Una sfida a colpi di missioni creative e imprese sopra le righe. Come campo base un sito Internet, www.criticalcity.org, su cui presentare il proprio profilo di giocatore e postare le imprese. Una sorta di Second life del gioco? «Niente affatto, le missioni favoriscono nuovi incontri in real life», spiega Augusto Pirovano, 29 anni, programmatore. «Lo scopo è quello di uscire di casa e rivitalizzare la città», rilancia Davide Portanome, grafico, 32 anni. Così, Aug e Skugnizzo hanno lanciato la sfida "Pianta una pianta", per «rendere accogliente e ombroso un luogo di sosta dove prima non c' era nulla». E Dna500 ha trasformato un cartello stradale abbandonato in un comodino di design urbano. Il motto dei quattro trentenni ideatori è semplice: "Libera il gioco, conquista la città".E se fra pub e birrerie a Milano le possibilità di divertirsi non mancano, CriticalCity osa qualcosa di più: «Giocare è anche un modo per riqualificare la città e i suoi servizi», spiega Matteo Battaglia, 33 anni, giornalista. Si agisce in base alle segnalazioni dei giocatori: «In zona Precotto, ad esempio, c' era un punto in cui spesso avvenivano incidenti fra tram e auto. Era da tempo che il Consiglio di zona chiedeva al Comune di sistemare l'incrocio. Lo abbiamo fatto noi, con un segnale alto più di un metro e mezzo: fino a che il nostro cartello è rimasto al suo posto, di incidenti non se ne sono più visti». Come fare con le vie degradate? Giandula, Westk e Broly hanno realizzato un "Pic quick", un pic-nic in un'aiuola di corso Como: «Tolti i vetri e steso il telo, abbiamo tagliato pane e toma», scrivono sul sito. Spazio goduto, aiuola lasciata migliore di come l'avevano trovata, dagli altri giocatori la missione è stata valutata con un buon terzo livello. A lanciare "Street hunting", la prima

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caccia di ombre collettiva per le strade di Milano, è stato invece Fbigio78, che con altri cacciatori armati di gessetti, in una sera ha catturato tutti i profili attorno a piazza Caiazzo. Risultato, la mattina dopo sui marciapiedi capeggiavano le figure surreali delle ombre notturne. «Siamo noi che possiamo cambiare la città - dice Duccio Machnitz, 30 anni - Alla guerra di bolle di sapone in piazza Duomo ci hanno seguiti in tanti. Quando riusciamo a coinvolgere i passanti è il massimo». PickQuick: Pic nic in corso Como, con pane e formaggio. I giocatori ripuliscono anche l' aiuola dai cocci. Street hunting: Caccia di ombre per le strade della città. Con i gessetti si tracciano per terra i profili delle persone Pianta la Pianta: Il gioco vuole creare un' area accogliente e ombrosa, piantando alberi nel centro città .

Laura Bellomi

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Il Sole24 Ore22 aprile 2009

Un sito web per riqualificare la città

Testo ArticoloUn aperitivo organizzato dentro una rotonda, il miglior itinerario urbano per appassionati di skate, un fiore piantato in un’aiuola abbandonata, sono alcune delle “missioni” che si possono compiere nella propria città e documentare con foto, filmati e didascalie da condividere online. Sul sito CriticalCity.org, la prima piattaforma italiana di riqualificazione urbana ludica e partecipata, una rete di giocatori usa arte e creatività per trasformare gli spazi cittadini. Con questo obiettivo Augusto Pirovano, insieme a quattro amici ha lanciato un nuovo modo per guardare e criticare ciò che non piace, “perchè prima di modificare una città, dice, bisogna cambiare il modo di viverla da parte dei cittadini”. Secondo Augusto, classe 1979, “il gioco è una delle strade che può innescare un processo di riappropriazione degli spazi pubblici e creare una rete che sia fondamento per la città che ognuno vuole vivere”.Innovazione e creatività hanno fatto vincere a CriticalCity il Kublai award 2009, l’iniziativa del ministero per lo Sviluppo economico che premia il miglior progetto creativo come sviluppo locale. Augusto, dopo una laurea in economia all’università Bocconi e una tesi in Brasile sulle politiche di sviluppo creativo della città di Curitiba, ha ideato un gioco dove “la città visibile si mescola con quella invisibile creata dai cittadini in un processo di riqualificazione dal basso”. Un modello che Augusto spera sia apprezzato anche a livello europeo. Il forum “è un’occasione per scambiarsi idee, creare nuove partnership - osserva - Internet offre modalità nuove per cambiare e chi sta al potere inizia a rendersene conto”.

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Glamour1 febbraio 2009

Techno Trend: CriticalCity

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Il Manifesto15 novembre 2009

Milano città critica

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Testo Articolo“Il gioco, secondo noi, è una delle strade che può innescare un processo di riappropriazione degli spazi pubblici e portare i cittadini a conoscersi tra loro, creare una rete che sia poi fondamento per la città che ognuno di noi ha voglia di creare”. Con questo scopo a Milano è nato CriticalCity (www.criticalcity.org), progetto al confine tra il gioco urbano e l’Alternate Reality Game.Con circa 250 critical user iscritti ed una piattaforma ancora in fase di rodaggio, rappresenta una delle esperienze pioneristiche in Italia, se non altro per la particolare formula adottata.Gli utenti sono invitati a svolgere missioni proposte dalla community e poi documentarle online con foto e video; i risultati vengono poi valutati dagli altri utenti, dando vita ad una classifica. Al di là dell’aspetto competitivo e community online, l’originalità di CriticalCity sta soprattutto nel tentativo di spingere i cittadini a esplorare la realtà urbana e, magari, provare a cambiarla in maniera creativa.Le prime missioni portate a termine già offrono una buona idea delle potenzialità della piattaforma: “Durante un’azioni di guerrilla gardening - ci spiega Augusto Pirovano, uno dei quattro ideatori - un critical user ha piantato un ulivo in un parco e la mattina seguente l’ha trovato innaffiato: un pensionato, che ha poi conosciuto, si era preso cura della nuova pianta. Un esempio di come CriticalCity può dar vita a nuove relazioni nel tessuto urbano, rendendo visibile la città solitamente invisibile” continua Pirovano.“Altra missione emblematica è stata “Cartellartistica”: un gruppo di cittadini ha realizzato un cartello stradale per l’incrocio dove la scorsa estate era deragliato un tram. Il Comune non ha mai pensato di mettere un cartello d’avviso in quell’incrocio. E così il nostro “cartello artistico” è rimasto lì per diversi mesi ad avvisare gli automobilisti dei potenziali rischi.”

Nicola Bruno

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02blog.it6 novembre 2008

CriticalCity e l’appropriazione debita della città

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DNews Milano6 novembre 2008

A caccia di creativi nelle terre di Kublai

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Testo Articolo

CriticalCity. Si tratta di costruire, a partire da Milano, dove gli ideatori sono di base, “una rete di giocatori e di sfide, missioni, prove di abilità e creatività”. Tutte sul territorio della propria città. Un modo per riappropriarsene e renderla più vivibile. Aggiornamento internettiano delle derive di Baudelaire e della psicogeografia londinese, basato non sulla speculazione filosofica ma sulla partecipazione ludica. Online la versione beta: www.criticalcity.org

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Il Giornale18 maggio 2008

Iniziativa CriticalCity: una caccia al tesoro per vivere la città

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Rassegna Web

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workingcapital.telecomitalia.it9 febbraio 2010KublaiCamp 2010: i momenti dedicati alla formazione degli aspiranti imprenditori

ymag.it9 febbraio 2010CriticalCity

morettamara.wordpress.com7 febbraio 2010CriticalCity sta per tornare

Blog-associations.com4 novembre 2009URBANISATION : Critical City, un jeu en ligne pour améliorer ton milieu urbain

Lucanianews24.it2 novembre 2009A-MAZE DI MATERA GRANDE SUCCESSO PER GLI OPEN DAYS VINCE ECO 16

Libero-News.it27 ottobre 2009MATERA: DA GIOVEDI’ GLI OPEN DAYS DELLA CREATIVITA’

Lucanianews24.it26 ottobre 2009MATERA OSPITERA’ AMAZE ENTRA NEL LABIRINTO IL PIU’ GRANDE GIOCO URBANO

Catepol.net26 ottobre 2009A-maze – Entra nel labirinto: giochi urbani in giro per Matera

iovotopli.wordpress.com15 settembre 2009Facco: Rivolta di Atlante e Critical City!

Eolopress.it11 settembre 2009Sulla rete spopola un nuovo gioco: ‘Criticalcity’

Freeonline.org9 settembre 2009CriticalCity

Libero News2 Agosto 2009CriticalCity, la città dentro un gioco

Ernyblog.com19 Luglio 2009CriticalCity libera il gioco, conquista la città.

100web2.it 18 Luglio 2009Critical City - Libera il gioco, riconquista la città!

c6.tv17 Luglio 2009Stati Generali Expo 2015

Corriere della sera.it 17 Luglio 2009I progetti dei giovani per l’Expo

Chez ASA 25 giugno 2009Expo2015 Camp

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Radio2 23 giugno 2009Kondor - intervista con Augusto Pirovano

RAI TG3 Lombardia14 Giugno 2009Premio Mercanti Camera di Commercio di Milano-Categoria no-profit

Natura Giuridica 10 Giugno 2009Critical City per una città sostenibile

Lifegate Radio 5 Giugno 2009People, planet, profit,… CriticalCity

ItalianInnovation.it02 Giugno 2009Innovazione territoriale: il Geoblog come strumento di partecipazione e creatività connettiva

IntesaSanPaolo Eurodesk - Blog dell’innovazione 30 Maggio 2009CriticalCity vince Techgarage 2009

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