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Fondazione Cariplo Annual Report

Date post: 16-Mar-2016
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IL FINE DELL’AMORE é IL SERVIZIO Un viaggio attraverso la storia dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes dalle sue origini ai giorni nostri con uno sguardo anche al futuro
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IL FINE DELL’AMORE É IL SERVIZIO Un viaggio attraverso la storia dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes dalle sue origini ai giorni nostri con uno sguardo anche al futuro creato da MAB.q Anno 2010 Edizione unica
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Per una data importante, un documentoaltrettanto utile per approfondire il ruolodell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes

In un DVD che potrete richiedere pressola sede dell’Hospitalité, sono stati raccoltiuna serie di dati e testimonianze da partedi chi l’Hospitalité la vive da dentro

IL FINE DELL’AMORE é

IL SERVIZIOUn viaggio attraverso la storiadell’Hospitalité Notre Damedi Lourdes dalle sue originiai giorni nostri conuno sguardo anche al futuro

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Anno 2010

Edizione unica

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IL FINE DELL’AMORE è

IL SERVIZIOEdizione unica

Edito perHospitalité Notre Dame de LourdesAccueil Jean-Paul II, B.P. 19765106 Lourdes Cedex

Responsabile della pubblicazioneAntoine Tierny

Realizzato perHospitalité Notre Dame de Lourdes

Testi a cura diPierre ChalvidanPierfrancesca GravianiDeborah Moleri

Progetto graficoMAB.q Roma-Milano-Parigi

ImpaginazioneElena Colombi

RedazionePierfrancesca GravianiDeborah MoleriTino Redaelli

RingraziamentiA Padre René Point per aver messoa disposizione la propria testimonianza diretta, i suoi scritti e gran parte delle immagini utilizzate in questa monografia

FotografieOsservatore Romano“Servire i malati a Lourdes, 1885-1985; 100 anni di Hospitalité”, di padre René Point, NDL edizioni

StampaImprimerie Augé

s i t o w e b

L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes ha un nuovo sito internet!

Concepito nell’ottica di un restyling comunicativo con cui l’associazionevuole avvicinarsi maggiormente ai suoi membri e interagire sempre più attivamente

con loro, il sito ha una veste grafica accattivante, è semplice da consultaree si presenta in sei lingue (francese, italiano, inglese, spagnolo, tedesco, olandese),

per raggiungere i nostri hospitalier e simpatizzanti sparsi in tutto il mondo.

Collegati all’indirizzo www.hospitalite-lourdes.com per trovare uno spazio web ricco di informazioni utili per conoscere la nostra associazione, storia, attività,

servizi, come prendere parte agli stage ed entrare nella grande famigliadell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes.

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Questa pubblicazione si propone di ripercorrere i 125 anni dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes, nata il 28 gennaio 1885.

Un documento che permetterà a ciascun membro e a tutti coloro che sono interessati alla nostra associazione di conoscere la sua storia e quella degli uomini e donne che ci hanno preceduto. Rendiamo dunque omaggio alle testimonianze di coloro che ci hanno permesso di avere tutte le informazioni necessarie a questa pubblicazione, in particolare ai signori Rebsomen, Chanoines Courtin e Branthomme, alla signora Touvet, a padre Point e ai responsabili dei Santuari di Lourdes da cui provengono gran parte dei documenti.

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa monografia, specialmente a Pierre Chalvidan, che ha ricevuto l’arduo compito di parlare del nostro futuro. In sostanza da quest’opera emergono due moniti fondamentali: Accogliere e Servire. Attraverso il nostro esempio, sulle tracce dei nostri “antenati”, trasmettiamo tali impegni a coloro che ci seguiranno, affinchè l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes possa continuare a vivere con questo inalterato spirito.

Antoine Tierny

INTRODUZIONE DEL PRESIDENTE DELL’HOSPITALITé

2 - Intervista esclusivaUna testimonianza di valore

6 - La nascitaLa nascita dell’associazionetra buona volontà e perseveranza 12 - L’Hospitalitési sviluppa – 1885 - 1914Dalle prime presidenze alla Grande Guerra

18 - L’associazione tra le due guerreUn cammino difficile

24 - Il DopoguerraVerso il centenario delle apparizioni

32 - Pellegrinaggio a Roma 2010

34 - L’associazione compie cent’anni – 1960 - 1985Dopo il centenario delle apparizioni l’Hospitalitési prepara a vivere il suo secolo di vita

42 - Storia recente – 1986 - 2008L’Hospitalité nell’ultimo ventennio

48 - L’Hospitalité oggiUna solida realtà

56 - Il futuro dell’HospitalitéCentoventicinque anni e oltre...

60 - Lourdes e i papiUn legame profondo

SOMMARIO

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Padre Point è l’autore del libro “Servire i malati a Lourdes 1885-1985; 100 anni di Hospitalité” edito da Ndl Editions e uscito nell’aprile 2009. La sua

opera è stata definita da monsignor Jacques Perrier, vescovo di Tarbes e Lourdes, «più che il semplice studio di uno storico, l’opera di un testimone» che ha saputo rievocare un secolo di storia di un’associazione fuori dal comune quale l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes.

In effetti, padre Point, nato a Lourdes il 22 aprile 1911, cappellano di Notre Dame di Lourdes dal 1947 al 1955 e responsabile del “Pellegrinaggio di un giorno” dal 1967 al 1984, ha vissuto di persona gran parte delle vicende che hanno interessato l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes. Per il suo ruolo, l’impegno e gli importanti incarichi ricoperti nella località mariana, padre Point si pone come un testimone cardine della vita della storica associazione e delle sue vicende nel corso dell’ultimo secolo. Particolarmente preciso e scrupoloso, il religioso non si è limitato a raccontare il suo vissuto, ma ha voluto intraprendere numerose ricerche e studi approfonditi sia sull’associazione che sul Santuario di Lourdes, fino a toccare il tema dei pellegrinaggi in generale. Il tutto basandosi su fonti autorevoli e documenti d’epoca quali per esempio gli Archivi della Grotta di Lourdes, gli Annali, il Journal de la Grotte, portando a compimento, come risultato finale, un’opera di indiscusso valore storico.

Il lavoro di ricerca e stesura ha obbligatoriamente portato ad una selezione degli avvenimenti da parte dell’autore, focalizzando l’attenzione, non solo sull’Hospitalité Notre Dame di Lourdes, ma anche sui fatti storici e religiosi del tempo che l’hanno vista in qualche modo coinvolta, come pellegrinaggi, visite papali, nomine ecclesiali. Questo per fornire al lettore un quadro dettagliato e completo nel quale l’associazione si è trovata ad operare. Il lavoro di padre René Point è stato talmente apprezzato, che monsignor Jacques Perrier, vescovo della diocesi di Tarbes e Lourdes, gli ha chiesto di lavorare ad un seguito: la storia dell’associazione dal 1985 al 2010, anno che segna un anniversario molto importante per l’Hospitalité, i suoi 125 anni di attività al servizio di malati e pellegrini.

Una testimonianza di valoreIntervista a padre René Point, l’autore centenario di un volume che ripercorre il primo secolo di vita dell’associazione. La testimonianza diretta di chi ha vissuto da vicino tutte le trasformazioni, i successi e i traguardi dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes

Sopra la copertina del volume di padre René Point, autore del libro dedicato ai cento anni dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes “Servire i malati a Lourdes, 1885-1985; 100 anni di Hospitalité”, pubblicato da NDL edizioni

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“Servire i malati a Lourdes 1885-1985; 100 anni di Hospitalité” è l’opera che padre Point ha pubblicato nell’anno dedicato a Bernadette

Il presidente dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes, Antoine Tierny, con padre René Point, autore del libro sui primi cento anni dell’Hospitalité: 1885-1985. Padre Point sta raccogliendo una serie di documenti sull’associazione, utili alla stesura del seguito del primo libro (gli ultimi 25 anni fino al 2010)

Padre Point ha accettato volentieri questo impegno, che si profila come un «lavoro abbastanza lungo». Anche se l’autore è cosciente che non potrà terminare il libro entro il 2010, è pronto ad affrontare con entusiasmo questa nuova avventura, «sperando che il Signore mi permetterà di portare a termine il mio compito». Come prezioso incipit di questa monografia, vogliamo regalarvi la testimonianza diretta di padre Point e le sue considerazioni sulla realtà a cui ha dedicato buona parte del suo lavoro. Abbiamo pertanto chiesto a quello che, senza ombra di dubbio, possiamo definire il maggior esperto dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes, quali siano state le evoluzioni più significative

Padre René Point, missionario dell’Immacola-ta Concezione, sacerdote dal 1935, è l’autore del libro che ripercorre i primi cento anni dell’Hospitalité. Tra i suoi incarichi ricordiamo anche il servizio come cappellano di Notre Dame di Lourdes dal 1947 al 1955. Esauden-do la richiesta di un confratello, padre Henri Joulia, ex cappellano generale dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes, padre Point ha de-ciso di intraprendere un lavoro certosino per esporre la storia dell’associazione attraverso i suoi primi cento anni, senza nascondere le difficoltà che l’Hospitalité ha incontrato du-rante questo secolo.Tra le pagine del libro emerge un’importante particolarità: padre Point, a differenza di un semplice storico, si rivela, capitolo dopo ca-pitolo, la persona più indicata a presentarci i diversi fatti, grazie al suo profondo legame con l’Hospitalité e la stessa Lourdes, non a caso sua città natale. Un legame intenso che dura da quasi un secolo, dato che l’autore si prepara a festeggiare cento primavere. Cosa che rende questo resoconto una vera e propria testimonianza su un’associazione

che non cessa di «splendere e ringiovanire in questo inizio di terzo millennio», come scrive François Vayne, direttore di Pole Edi-tions dei Santuari di Notre Dame di Lourdes, nella sua presentazione.Il libro si caratterizza per una narrazione dei fatti di tipo cronologico, in base alle diverse presidenze che si sono susseguite nella sto-ria dell’associazione (a partire da Combette du Luc, dal visconte Georges de Pouy, pas-sando dal conte Etienne de Beauchamp per finire con François Guilbaud). Fa eccezione il primo capitolo, che fornisce preziosi elementi per contestualizzare la storia dell’Hospitalitè. A conclusione del libro un’interessante sezione dedicata all’“Hospitalité delle donne”, con preziose informazioni sulla nascita, organizzazione e dirigenza del movimento “al femminile”. Il libro di padre Point si rivela dunque come una vera e propria “bibbia”, che si pone come utile riferimento per tutti coloro che si interessano da vicino all’Hospitalité Notre Dame. E perché no, anche un mezzo per risvegliare e dare nuova linfa vitale alle vocazioni dei “piccoli operai di Maria”.

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all’interno dell’associazione e nei suoi volontari dal 1985 ad oggi. «Mi pare che la data più importante da considerare nella storia moderna dell’Hospitalité, non sia il 1985, ma il 1978, anno della firma dell’Atto costituzionale (una sorta di Statuto dell’associazione, n.d.r.) da parte dell’allora vescovo di Tarbes e Lourdes, monsignor Donze - sostiene padre René Point -. In quel documento, concepito nello spirito di quanto emerso con il Concilio Vaticano II, vennero definite alcune importanti linee guida in riferimento a vari ambiti per regolamentarne l’attività: furono per esempio introdotti limiti di età per i responsabili dell’associazione, venne sancita l’apertura del Consiglio anche a membri di nazionalità non francese e, soprattutto, non dobbiamo dimenticare l’integrazione e il riconoscimento all’interno dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes di tutte le sezioni della parte femminile, come le infermiere dell’ospedale Saint-Frai e dell’Accueil Notre Dame».

«Da quel momento in poi, sotto l’impulso fondamentale di padre Joulia, l’associazione ha fatto passi da gigante, e si è dimostrata in linea con i cambiamenti della nostra epoca. Un’evoluzione che si è focalizzata su alcuni punti cardine,

rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni. Il tutto puntando sull’accoglienza dei giovani e sulla loro formazione spirituale come stagisti e hospitalier, senza dimenticare una preziosa opera di avvicinamento tra l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes e le hospitalités diocesane, realtà unite dallo stesso impegno e dai medesimi intenti, per favorire una maggiore interazione e rapporti più cordiali e calorosi», precisa Padre Point. Ovviamente, l’evoluzione dell’associazione e dei volontari è andata di pari passo con un nuovo modo di organizzare e di vivere i pellegrinaggi, sulla scia dei cambiamenti tipici della nostra epoca sempre in movimento.

Padre René Point così descrive questi significativi cambiamenti: «Si è passati da pellegrinaggi intesi come grandi cerimonie, a dei pellegrinaggi visti come un momento di comunione. C’è sempre un grande numero di pellegrini isolati che vengono quotidianamente a Lourdes senza essersi organizzati e privi di un’adeguata preparazione spirituale, presupposto necessario e fondamentale per una simile esperienza. Con questo spirito è nata la necessità di istituire il “Pellegrinaggio di un giorno”, che ho personalmente organizzato nel 1967 per facilitare il

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Padre Point, nato il 22 aprile 1911 a Lourdes, è stato cappellano di Notre Dame di Lourdes dal 1947 al 1955 e responsabile del “Pellegrinaggio di un giorno” dal 1967 al 1984. Egli ha quindi vissuto in prima persona gran parte della storia dell’Hospitalité

Padre Point sottolinea che l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes valorizza l’operato dei giovani nei confronti degli anziani e si interessa dei bisogni altrui…

cammino spirituale di queste persone e predisporle a vivere in pienezza la preghiera e le diverse celebrazioni».

Con l’autore del libro sui cent’anni dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes abbiamo affrontato anche un argomento di grande attualità, la crisi dei valori che ogni giorno di più contraddistingue il mondo di oggi. Eppure, questo generale allontanamento nei confronti della spiritualità e dello spirito di servizio, non arriva a toccare in alcun modo le file dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes. C’è infatti una sorta di “magia” che permea ancora oggi l’associazione, la quale non smette di reclutare nuovi volontari, anche tra quei giovani del Duemila spesso accusati di superficialità e disinteresse nei confronti dei valori fondamentali della vita e della cristianità. Quale sarà mai il segreto dell’Hospitalité? Per padre Point si tratta di «un’attrazione speciale che notiamo sin dalla nascita dell’associazione», sulla scia del monito di Gesù “Chi accoglierà il piccolo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo tra voi, questi è grande”. Dal Vangelo alla pratica concreta attraverso l’opera dell’Hospitalité: «Servire un malato, è servire il Cristo, in modo tale che appartenere all’associazione diventa un onore, un privilegio». Cosa si potrebbe dire del rapporto dell’Hospitalité con i giovani? «È un rapporto che è cambiato molto - spiega padre Point -. In effetti, dall’applicazione dell’Atto costituzionale, i giovani, che fino ad allora erano soltanto barellieri, possono ormai eseguire una formazione che dia loro la voglia di impegnarsi maggiormente nell’associazione. E i rapporti più stretti tra le hospitalités diocesane e l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes lasciano intravvedere un futuro ancora più roseo da questo punto di vista».

Leggendo il libro sui cent’anni dell’associazione si nota, dalla prima all’ultima pagina, una sorta di fedeltà di tutti i volontari alle intuizioni e agli obiettivi originari fissati nel 1885. Essere hospitalier significa affrontare un percorso di spiritualità a trecentosessanta gradi, una preparazione articolata e complessa che ben oltre la concreta opera di aiuto, giunge a toccare le corde più profonde dell’animo, in un rapporto di reciprocità con i malati, bisognosi ben più che di un’assistenza puramente materiale. È molto raro vedere una tale costanza, non solo in un’associazione ma nel mondo che ci circonda in generale… «Per l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes padre Sempé avrebbe potuto pensare ad una semplice associazione, ma ha scelto di farne una confraternita per darle il marchio e la stabilità di un’opera della Chiesa. Ha voluto che i membri dell’associazione si impegnassero in maniera più profonda per una vita cristiana più autentica, avendo come principale scopo il servizio dei malati che si recano alla Grotta di Lourdes. Gli hospitalier non si accontenteranno mai di dare cure materiali, ma si preoccuperanno, anche e soprattutto, per il bene spirituale delle anime».

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La nascita dell’associazionetra buona volontà e perseveranza

L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes

che conosciamo oggi prende forma nel gennaio

del 1885, ma la vocazione e l’impegno

dei volontari che l’hanno fondata risale ai primi

pellegrinaggi del 1864

Si potrebbe facilmente iniziare questa rivista che ripercor-re e celebra la lunga storia dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes con un classico «C’era una volta…».

Un po’ fiabesco come inizio, ma il percorso dell’associazione, che a gennaio del 2010 ha compiuto 125 anni, si può facil-mente definire come un percorso straordinario.Ripensiamo brevemente alla situazione politica e sociale degli anni 1850-1885, per capire bene le circostanze nelle quali è stata fondata l’Hospitalité. Tra le date chiave spicca sicuramen-te il 2 dicembre 1851, in cui grazie a un colpo di stato, Luigi Napoleone Bonaparte passerà da “semplice” Principe-Presi-dente a Imperatore dei Francesi. Un colpo di stato applaudito dai cattolici che sostenevano Napoleone III ormai dall’aprile 1850 quando, sconfiggendo i repubblicani di Garibaldi, riuscì a riportare papa Pio IX a Roma.Un amore, quello tra Imperatore e Chiesa, durato una decina d’anni. Fino a quando, nel 1860, Napoleone III allontana i cat-tolici rifiutando fermamente che lo Stato Pontificio si leghi al nuovo Regno d’Italia.Passano altri dieci anni, è il 1870, quando il 4 settembre in occasione della battaglia di Sédan, i prussiani catturano Na-poleone, e a Parigi la folla invade il Palais-Bourbon, sede della Legislatura, dichiarando la fine dell’Impero e proclamando la Terza Repubblica.Mentre la Francia è in pieno periodo napoleonico, l’8 dicem-bre 1854 in Vaticano, Pio IX proclama il dogma dell’Immaco-lata Concezione a conclusione di una riflessione teologica du-rata alcuni secoli. Qualche anno più tardi, precisamente l’11 febbraio 1858, in un piccolo paese alle pendici dei Pirenei, una giovane fanciulla, semplicissima e poverissima, assiste a quella che sarà la prima apparizione della Vergine. «È perché sono la più povera e la più ignorante che la Santa Vergine mi ha scelta» dirà più tardi Bernadette. Segue una serie di appa-rizioni (18 in totale), che si concludono in luglio. Nel corso di queste apparizioni la Vergine confida a Bernadette quello che diventerà il Messaggio di Lourdes. Il 25 marzo, alla sedicesi-ma apparizione, la Vergine si presenta alla ragazza dicendo:

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La piazza intitolata a monsignor Laurence e la “salita dei padri”verso la basilica

Gli hospitaliere i sacerdoti aiutano i pellegrini e i malati a salire sui treni

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«Sono l’Immacolata Concezione». Nel frattempo, monsignor Bertrand-Sévère Laurence, vescovo di Tarbes aveva posto al-cune riserve riguardo queste apparizioni, dichiarando di voler attendere le conclusioni della commissione d’inchiesta che aveva lui stesso formato, prima di confermare questi eventi. Sarà solamente il 18 gennaio 1862 che il vescovo emanerà una lettera pastorale nella quale confermerà l’appoggio alle conclusioni positive della commissione, dichiarando che l’Im-macolata Madre di Dio è realmente apparsa a Bernadette Sou-birous nella Grotta di Massabielle.

La storia dell’Hospitalité comincia esattamente due anni dopo, il 4 aprile 1864, in occasione della prima cerimonia ufficiale legata alle apparizioni di Lourdes: la benedizione della sta-tua della Grotta. Solo tre mesi dopo, nel mese di luglio, vie-ne organizzato il primo pellegrinaggio locale verso i luoghi scelti dalla Vergine. Lourdes diventa raggiungibile via treno nel 1866, rendendo così più agevoli gli arrivi dei pellegrini della regione. Treni speciali iniziano a viaggiare tra Bayonne e i luo-ghi mariani, con a bordo non meno di 700 pellegrini. Ormai il movimento è in marcia e inizia ad estendersi. Nel 1872 l’abate Victor Chocarne, comincia a mettere in moto l’organizzazione di una «grande manifestazione di fede e di speranza della Fran-cia», ancora ferita dalla sconfitta del 1870.

Con l’aiuto di una fervente cattolica come madame de Blic non si fatica ad allertare tutte le diocesi francesi, i santuari del-la Vergine e la stampa. Tra il 5 e l’8 ottobre 1872 sono ben 25.000 i pellegrini che, provenienti da ogni angolo del Paese, si recano a Lourdes. Notre Dame de Lourdes diventa così il più grande santuario mariano di Francia. Proprio per questo, il 1872 viene definito «l’anno del grande sviluppo» della loca-lità mariana, che in dodici mesi registra l’afflusso di 119.000 pellegrini venuti a Lourdes dalle rive della Garonna, dai bacini della Loira e del Rodano, da Parigi a anche dalle coste del Mediterraneo.

Nel luglio del 1873 padre Picard, direttore del Consiglio Gene-rale dei Pellegrinaggi e tra i fondatori dell’Associazione Notre Dame de Salut, che l’anno prima aveva organizzato un pelle-grinaggio nazionale a La Salette, ripete l’esperienza a Lourdes, con un totale di 492 pellegrini. Alla fine dell’anno, i registri della compagnia dei “Chemins de Fer du Midi”, attestano che Lourdes ha ricevuto ben 140.000 pellegrini nell’arco dell’anno e che, per la prima volta, ci sono stati anche fedeli provenienti dall’estero, in particolare dalla Spagna e dal Belgio.Due eventi principali marcano il 1874: da un lato 14 perso-ne malate e povere partecipano al pellegrinaggio nazionale

Nel 1866, la linea Bordeaux-Tarbes è prolungata fino a Lourdes, facilitando il viaggio dei malati e dei pellegrini

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e dall’altro le “Figlie di Notre Dame des Douleurs”, fondate a Tarbes per accogliere gli anziani, posano la prima pietra dell’ospedale di Notre Dame des Douleurs e aprono provvi-soriamente lo chalet Saint-Joseph alla Villa Sainte-Marguerite nell’avenue du Paradis. L’ospedale doveva essere destinato alle persone anziane e povere della regione, ma anche ai pellegrini che non avevano sufficienti disponibilità finanziarie per per-mettersi un alloggio. In questo periodo i malati erano sempre accompagnati dalle famiglie, alloggiavano negli hotel ed erano a carico dei famigliari. Già allora potevano “lavarsi alla fonta-na” visto che dal 1862 una cabina era stata costruita accanto alla Grotta per “il bagno” dei malati.

Nel periodo 1875-1879 il numero di pellegrini lievita sempre più e va di pari passo con l’aumento dei malati e poveri, che dal 1879 vengono trasportati gratuitamente grazie all’opera di Notre Dame de Salut. Tutto ciò non è tuttavia sufficiente per accompagnare e seguire i malati. All’inizio tutto è lasciato all’improvvisazione, alla buona volontà e devozione di reli-giosi, studenti e anche suore che si prendono cura, anche dal punto di vista sanitario, di queste persone non autosufficienti. Poco a poco a loro si aggiungono nuovi volontari e semplici curiosi, anche se il “personale” e le strutture dedicate all’ospi-

I pellegrini attendonol’arrivo dei treni bianchi

Testimonianza tratta dagli Annali di Notre Dame

di Lourdes sui primi pellegrinaggi del 1879

«Infine, dopo due giorni di viaggio faticoso, arriviamo a Lourdes. I vagoni dei malati sono visitati con timore. Primo e commovente prodigio: non c’è nessun morto! Sicuramente alcuni hanno ricevuto l’estrema unzione durante il viaggio ma, ci sono ancora tutti, pieni di fiducia e di gioia.

Poco dopo i malati erano davanti alla Grotta o nelle Piscine, ed era iniziata la grande preghiera. Mai il mondo potrà dire di aver assistito ad

uno spettacolo più toccante. Per tre giorni e tre notti, centinaia, migliaia di cristiani radunati intorno alla Grotta e alle Piscine, in ginocchio, braccia incrociate, baciando la terra al segnale, recitando i rosari e le litanie, cantando gli inni, non fermandosi mai, ostinandosi nella preghiera e nelle lacrime mentre i loro fratelli trasportavano i malati e li bagnavano nelle Piscine.

Folle venivano da lontano per contemplare questo straordinario

spettacolo della preghiera. Gli indifferenti erano commossi, con le lacrime agli occhi si inginocchiavano e cominciavano anch’essi a pregare.

La Vergine Immacolata era toccata così tante volte e con così tanto amore. Coloro che hanno assistito a questo spettacolo non potranno mai dimenticarlo… Già alle 6 del mattino l’Esplanade della Grotta cominciava a riempirsi… Un saluto solenne del Santo Sacramento era dato alla Grotta in presenza dei malatiı».

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talità si rivelano spesso insufficienti a soddisfare il numero sempre maggiore di pellegrini. Spesso per il trasporto dei ma-lati si improvvisano mezzi di fortuna. Sovente le barelle sono portate “a braccia” dai volontari, dalla stazione fino alla Grotta e all’alloggio. Quando si può, si adagiano i malati su delle car-rozzine spinte a mano o trainate da cavalli. I disagi proseguo-no anche davanti alla Grotta, dove si installano barelle, sedie e materassi per gli infermi, ma il tutto in maniera estremamente provvisoria e non proprio funzionale.È proprio in questo contesto che, grazie alla buona volontà di personaggi come il conte Etienne de Beauchamp, il signor L’Espinois, Combette du Luc e padre Vincent de Paul Bailly, si cerca di reclutare e organizzare al meglio un numero sem-pre maggiore di volontari. Ecco prendere forma il concetto di Hospitalité.

Un primo Comitato Hospitalier viene formato a Tolosa sotto la presidenza di Combette du Luc e nell’agosto 1881, alla vi-gilia del Pellegrinaggio Nazionale, questo comitato organizza la sua prima riunione. I suoi membri si impegnano a servire i malati a Lourdes durante tutta la durata del Pellegrinaggio Nazionale. Quando i malati iniziano ad arrivare ogni hospi-talier é già pronto alla sua postazione, il marchese Laurens Castelet ha infatti organizzato tre squadre di barellieri: quella dell’ospedale, quella della Grotta e quella delle Piscine. I capi di ogni squadra sono stati scelti nel gruppo del Comitato Hospitalier e hanno il compito di formare i giovani volontari. Già dal primo anno i servizi principali sono organizzati: il tra-sporto dalla stazione verso gli alloggi dei malati, il trasporto quotidiano dei malati verso la Grotta e le Piscine, una serie di infermiere a loro disposizione, una sorta di servizio di sicu-

1848 -1849 ITALIAPrima guerra di indipendenza italiana

1851 FRANCIAIn Francia colpo di stato di Luigi Bonaparte (Napoleone III)

1859-1860 ITALIASeconda guerra d’indipendenza italiana contro l’Austria

1860 ITALIAGaribaldi e la spedizione dei “Mille”

1861 ITALIAProclamazione del Regno d’Italia

1864 INGHILTERRALondra, creazione della prima Internazionale dei Lavoratori fondata su iniziativa del filosofo Karl Marx

1866 ITALIAGuerra di Prussia e Italia contro l’Austria (terza guerra d’indipendenza italiana): annessione del Veneto all’Italia

Il cortile dell’ospedale Notre Dame des Douleurs (Saint Frai). I servizi dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes sono molto importanti per l’assistenza dei malati a Lourdes

l’assistenza dei malati

QUANDO E COSA

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rezza alla Grotta e alle Piscine e, infine, i bagni nelle Piscine assicurati (gli uomini accompagnati dagli hospitalier, le donne dalle infermiere).Sotto la presidenza del conte di Combette du Luc l’organizzazione dell’Hospitalité di Lourdes si perfeziona. Nel 1882 gli hospitalier pronti ad accogliere i pellegrini sono 300. Gli ospiti iniziano ad arrivare in ogni periodo dell’anno e gli hospitalier devono quindi riorganizzarsi per assicurare una certa qualità di servizi in modo continuativo: ecco allora che si forma il “Comitato permanente dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes”. Bisognerà tuttavia attendere il 1885 per vedere la nascita della vera e propria Hospitalité Notre Dame di Lourdes. Dopo un periodo di circa due anni di assestamento, il 25 gennaio 1885 monsignor Billère erige canonicamente la confraternita di Notre Dame di Lourdes nella cappella della Cripta e firma, lo stesso giorno a Tarbes, il suo statuto. L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes ottiene così il riconosci-mento ufficiale della Chiesa.

Fondazione dell’Hospitalité

Notre Dame di Lourdes «Sotto la direzione dei Padri dell’Immacolata Concezio-ne, l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes offre, durante tutto l’anno, ai malati che affluiscono alla Grotta e alle Piscine, gli stessi servizi , le stesse cure, che l’Hospitalité Notre Dame de Salut rende ai malati durante il Pelle-grinaggio Nazionale. Il vescovo di Tarbes l’ha canonica-mente elevata al rango di confraternita».

Tratto dal numero di settembre 1885degli Annali di Notre Dame di Lourdes

1870 EUROPAGuerra franco-prussiana; annessione di Roma all’Italia e sua proclamazione a capitale

1871 FRANCIAMoto rivoluzionario della “Comune” di Parigi

1871 GERMANIAProclamazione dell’impero tedesco

1873 EUROPALega dei Tre Imperatori traAustria-Ungheria, Germania, Russia

1878 GERMANIACongresso di Berlino, sistemazione della penisola balcanica

1882 EUROPAStipulazione della Triplice Alleanza fra Italia, Germania e Austria

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Gli anni che precedono lo scoppio della Prima Guerra Mondiale costituiscono per l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes un periodo piuttosto travagliato, a causa di

molteplici ragioni storiche e politiche. Senza dimenticare il non semplice rapporto che si viene presto a creare con l’Hospitalité Notre Dame de Salut, da cui l’associazione prende gradualmen-te distanza fino a conquistare una propria autonomia.

Siamo quindi di fronte ad una delicata fase di passaggio e tran-sizione, che comunque non potrà che confermare la fede e la vocazione dei membri dell’Hospitalité. Il 1885 segna l’inizio di questi primi contrasti. Infatti, a differenza del passato, il Comitato di Accoglienza che si occupa di assistere i pellegrini e i malati in arrivo nella cittadina mariana, viene per la prima volta allestito dall’Hospitalité Notre Dame di Lourdes. I membri e i responsabi-li, tra cui lo stesso presidente, appartengono in toto all’Hospitalité Notre Dame de Salut, ma le incomprensioni sul piano organizza-tivo vengono superate grazie allo straordinario lavoro compiuto dagli hospitalier, che dimostrano un atteggiamento irreprensibile e molte qualità, lodate in un rapporto dello stesso anno scritto dal visconte di Pouy, segretario dell’Hospitalité: abnegazione, devozione, precisione e impegno nel servizio, prove di valore che allontanano ogni iniziale diffidenza. Il visconte aggiunge che, grazie alla loro saggezza, moderazione e obbedienza alle disposizioni, gli hospitalier hanno completamente dissolto ogni pregiudizio nei loro confronti. I loro servizi spaziano nei diversi ambiti e luoghi, dalla Grotta alle Piscine, con particolare riferi-mento all’area delle donne, attentamente sorvegliata da una di-rettrice «precisa e severa, che sa come tenere lontani i profani».

Nonostante l’ottimo lavoro compiuto dagli hospitalier, non man-cano problemi di natura politica. Per esempio, in un suo rapporto diretto a padre Sempé del 12 ottobre 1885, padre Burosse critica de Combettes di voler manipolare l’Hospitalité Notre Dame de Salut mettendone a repentaglio l’unità. Al contrario, domanda che sia perfettamente applicato l’ordinamento dell’associazione «senza compromessi, come dovuto alla comunità, agli amici, ai pellegrini, a Notre Dame». Queste parole si rivelano premonitri-ci di un momento fondante della storia dell’Hospitalité, ora più che mai bisognosa di una propria autonomia e libertà di azione. È necessario scindere il legame con l’Hospitalité Notre Dame de Salut, come enunciato da padre Burosse il 5 ottobre 1885 in una riunione cruciale: «A partire dall’8 ottobre 1885, la nostra

Dalle prime presidenzealla Grande Guerra

L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes diventa un punto

di riferimento importante per migliaia di pellegrini.

Con il prestigioso riconoscimento

del Vaticano

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La sosta di una carrozza

trainata da cavalli davanti all’ufficio

dell’Hospitalité

La “Popote” degli hospitaliers è stata creata nel 1895 dall’Hospitalité per i barellieri che non avevano il tempo di andare in città a prendere i pasti, essendo trattenuti dal loro servizio con i malati

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organizzazione si fonderà sulle sole proprie forze, ed entrerà in vigore a partire dal Pellegrinaggio Nazionale, esplicando tutte le precedenti funzioni dell’Hospitalité Notre Dame de Salut. Non nascondo tutte le difficoltà che mi attendono… ma conto sulla vostra pietà, carità e sulla protezione di Dio. A lui chiedo la luce, la forza, la saggezza, la fermezza necessaria per condurre l’opera di Notre Dame di Lourdes a buon fine». Il tutto manifestando una particolare gratitudine per la realtà dell’Hospitalité Notre Dame de Salut, a cui tutti si sentiranno sempre profondamente legati.Le difficoltà anticipate da padre Burosse nel suo discorso non tardano a manifestarsi, a causa di abitudini consolidate e pri-vilegi esistenti, per cui si parla anche di una manifestazione di protesta, senza che però vengano fornite ulteriori precisazioni. Nonostante tutto, regna un clima di ottimismo. A questo propo-sito il visconte di Pouy scrive: «Il primo nucleo dell’associazione ha dunque terminato il proprio servizio; ma gli uomini che lo compongono restano e mantengono il loro ruolo, si dimostrano sempre presenti alla chiamata del Padre». Una situazione dun-que complicata, in cui de Combettes si ritrova presto a ricoprire nello stesso tempo due incarichi ormai incompatibili. Nonostan-te le sue iniziali perplessità in merito alla creazione di una realtà parallela all’Hospitalité Notre Dame de Salut, a cose fatte ac-cetta le disposizioni con rispetto nei confronti di padre Sempé e dei missionari, e si prepara a dirigere anche l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes. Il suo difficile compito è però destinato a ter-minare prematuramente: de Combettes muore improvvisamente l’8 marzo del 1886 all’età di 45 anni. La repentina scomparsa di de Combettes costituisce una signifi-cativa perdita per l’associazione, che si trova privata di un presi-dente dalle incontestabili qualità umane. A de Combettes segue nel 1886 il visconte de Pouy, in passato al suo fianco in quali-tà di vicepresidente. Un personaggio fidato e appartenente ad un antico casato nobiliare della Guascogna. Resta da pensare all’Hospitalité Notre Dame de Salut: è il caso di designare un unico presidente per entrambe le realtà, o viceversa, favorire una loro completa scissione nominando due figure diverse? Il mar-chese di Laurens Castelet si fa portavoce della prima tendenza in una lettera a padre Sempè. Una mossa inutile dato che nel maggio successivo Fernand de Carrière viene nominato ai vertici dell’Hospitalité Notre Dame de Salut.

Il 1886 è un anno difficile. L’associazione si trova per la prima volta a volare con le proprie ali, gestendo l’assistenza dei 700 malati giunti a Lourdes con il Pellegrinaggio Nazionale. Una si-tuazione gestita in modo brillante dall’esperienza del nuovo pre-sidente: alla fine dell’anno l’associazione conta 84 hospitalier e ben 50 nuove domande di ammissione. A questo traguardo si ag-giungono due importantissimi eventi, la costituzione dell’Hospi-talité des Dames, il ramo femminile dell’associazione, e la prima processione del Santissimo Sacramento. Nell’anno successivo,

il 1887, l’Hospitalité continua ad incrementare il proprio raggio d’azione con sempre nuovi volontari (129 titolari, 38 ausiliari, nel ramo maschile, 84 titolari e 52 ausiliari nel ramo femminile). In occasione del giubileo sacerdotale di quell’anno, molti pelle-grinaggi vengono compiuti a Roma, e il presidente de Pouy, nel corso di uno in particolare, ha l’occasione di incontrare papa Leone XIII, che ne loda le grandi qualità. Una gioia purtroppo di breve durata: il 25 agosto del 1888, all’indomani del Pellegri-naggio Nazionale, la morte lo coglie all’improvviso all’età di 54 anni, mentre si trova a pochi passi dalla Grotta.

Il periodo compreso tra il 1888 e il 1891 vede la presidenza del barone Dunot de Saint Maclou, eletto il 28 agosto a capo dell’Ho-spitalité. Medico e appassionato di filosofia, fonda il “Bureau des Constatations médicales”, per esaminare in modo scrupoloso i vari casi di guarigioni apparentemente inspiegabili che avvengo-no nella cittadina mariana. Il 1889 è un anno fondamentale per l’associazione e per la cittadina di Lourdes, con l’inaugurazione della chiesa del Rosario nei giorni 6, 7 e 8 agosto. Questa grande festa diventa anche l’occasione per rinnovare le processioni del Santissimo Sacramento e le benedizioni dei malati. Tuttavia, la gioia lascia presto il passo ad un nuovo lutto per l’Hospitalité, con la scomparsa di padre Rémi Sempé, superiore generale dei Missionari. Il barone Dunot de Saint Maclou muore nel 1892,

Padre Burosse, direttore dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes dal 1885 al 1914

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anno in cui si inaugura la lunga presidenza del barone di Malet, membro titolare dell’associazione e consigliere da molti anni. Un impegno di tale portata che il cardinale Lécot, arcivescovo di Bordeaux, sua città natale, a suo tempo lo definisce «il guar-diano della Grotta». Negli anni della sua presidenza avvengono molti fatti importanti per l’Hospitalité. Nel 1895 viene istituita una nuova figura per gli hospitalier, quella dei “popote”, con il compito di rifocillare i volontari in servizio nella cittadina, i quali spesso non hanno il tempo di pranzare. Lourdes incrementa la propria vocazione all’internazionalità, con l’arrivo dei primi pel-legrini organizzati dal Belgio il 27 aprile del 1897.

Il 1899 è un anno cruciale per il lavoro dell’associazione, con l’istituzione, dal 17 al 21 aprile, del primo Pellegrinaggio Nazionale, che vede confluire a Lourdes ben 40.000 pellegrini. Un evento dalla straordinaria portata, che diventerà sempre più importante nel calendario degli appuntamenti della località mariana, come testimoniato nel 1901 dall’afflusso di ben 60.000 fedeli. Di fronte al sensibile aumento dei malati e dei pellegrini (980 al Pellegrinaggio Nazionale e 3.678 per le altre occasioni), insieme alla crescita costante dei membri dell’Hospitalité, monsignor Schoepfer, nuovo vescovo di Tarbes, decide di istituire la nuova carica di vicepresidente, ruolo ricoperto da Emile Christophe. Grande risalto viene inoltre dato al lavoro del ramo femminile dell’associazione, come si legge negli annali, in cui

viene espressa riconoscenza per le hospitalier che «non contente di occuparsi dei malati, vogliono inoltre donare il loro tempo e le loro cure ai nostri santuari».

I giorni 5, 6 e 7 ottobre del 1901 segnano un importante evento per la cittadina mariana, la consacrazione della chiesa del Rosario e dei 15 altari laterali da parte di monsignor Langénieux. Nel 1904 si celebra il cinquantenario dell’istituzione del dogma dell’Immacolata Concezione. In ottobre gli hospitalier organizzano il loro primo pellegrinaggio a Roma e il vescovo di Tarbes partecipa in dicembre al Congresso mariano di Roma.Nel frattempo, l’anno 1903 vede la morte di padre Picard, supe-riore generale degli Agostiniani dell’Assunzione e promotore dei Pellegrinaggi Nazionali di Lourdes e Gerusalemme. Altrettanto spiacevole è, nello stesso anno, lo smembramento dei Missiona-ri dell’Immacolata Concezione, conseguenza della legge contro le Congregazioni religiose. Questo provvedimento colpisce in modo particolare padre Burosse, direttore dell’Hospitalité, no-minato canonico nel 1903 dal vescovo e inviato come vicario ad Auriébat, a 54 chilometri da Lourdes, ai confini opposti della diocesi. Un nuovo incarico che tuttavia rende difficoltoso il suo ministero presso l’Hospitalité. Due anni dopo fa tuttavia ritorno a Lourdes come cappellano dell’Orfanotrofio delle Suore di Ne-vers, mantenendo il suo ruolo al servizio dell’associazione fino alla morte che avverrà nel 1914. Il barone di Malet nel 1905, vi-

1887 EUROPANobel inventa la dinamite

1888 FRANCIAInaugurazione della Torre Eiffel

1889 EUROPAViene celebrata la prima festa dei lavoratori

1892 ITALIAInizia l’epoca giolittiana

1895 ITALIAGuglielmo Marconi inventa e brevetta la radio

1896 MONDODe Coubertin ripropone le Olimpiadi, che d’ora in avanti saranno a cadenza quadriennale

1896 ITALIAIn Etiopia si consuma la carneficina di Adua, che segna il fallimento della campagna d’Africa

1901 INGHILTERRAMuore la regina Vittoria

1904 FRANCIAAdesione alla Triplice Intesa con Inghilterra e Russia

1909 ITALIANascita del Futurismo, con il manifesto programmatico di Filippo Tommaso Marinetti

1912 MONDOAffonda il transatlantico Titanic

QUANDO E COSA

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sto l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, rassegna le proprie dimissioni, e viene nominato presidente onorario, incarico che ricopre fino alla morte, che avviene l’anno successivo. La sua presidenza, durata 13 anni, è una delle più significative per la storia dell’associazione. Per capire la portata di questo sviluppo esponenziale basta volgere uno sguardo alle cifre: il numero di “treni bianchi” passa da 179 a 318, e da 1.554 a 5.502 i pelle-grini malati in visita nel corso dell’anno. A queste cifre si aggiun-ge l’incremento degli hospitalier, passati da 84 a 301, mentre l’associazione si trova a fronteggiare l’allestimento e l’organiz-zazione di un sempre maggiore numero di eventi. Al posto del dimissionario barone di Malet, viene nominato alla presidenza il vice Emile Christophe, che ricopre tale incarico dal 1905 al 1922, in uno dei periodi più travagliati e problematici della sto-ria, accompagnando l’associazione nel corso della Prima Guerra mondiale e agli inizi del dopoguerra. Nel 1906 l’Hospitalité ha l’importante compito di accogliere 240 treni di pellegrini e ben 6.000 malati. Un numero in costante aumento anche grazie allo sviluppo dei trasporti, in particolare dei treni con vagone letto, allestiti con maggior riguardo nel trasporto e nell’assistenza ai malati, con la presenza di medici e infermieri in grado di prestare loro le cure necessarie durante il lungo viaggio.

Il 1906 vede sorgere alcune importanti questioni di natura poli-tica che mettono a repentaglio lo svolgimento dei servizi e del-le funzioni nei luoghi di culto. Infatti, a causa dell’applicazione della legge circa la separazione tra Stato e Chiesa, la Grotta di Lourdes viene posta sotto sequestro dal Governo francese. Su consiglio di monsignor Schoepfer, Christophe e de Beauchamp operano in modo da ottenere dallo Stato una cessione dei terre-ni a titolo di locazione, cosa che avviene in accordo con Cle-menceau, allora Presidente del Consiglio. La situazione viene risolta in via definitiva solo quattro anni più tardi, con un de-creto ufficiale del 9 aprile, secondo cui i beni del Santuario di Notre Dame di Lourdes vengono attribuiti alla Ville e al Bureau di Bienfaisance. Nel 1908 Christophe viene affiancato dal conte Etienne di Beauchamp, nominato vicepresidente in preparazione ai grandi eventi che si prospettano per l’anno successivo, con il cinquantenario delle apparizioni alla Grotta. Per l’occasione, papa Pio X annuncia la presenza a Lourdes del cardinale Lécot, arcivescovo di Bordeaux, in qualità di suo delegato. Intanto, il numero di pellegrini diretti a Lourdes continua ad aumentare: i treni salgono a 602 e i malati a 9.290. Il Pellegrinaggio Nazio-nale si pone come uno degli eventi di punta di quell’anno, con oltre 70.000 presenti.

Nel 1910 l’Hospitalité raggiunge un traguardo importante: i primi venticinque anni di attività. Il 6 aprile l’Hospitalité, condotta a Roma da monsignor Schoepfer, viene ricevuta da papa Pio X. Nel-la sua presentazione il vescovo spiega che in 25 anni di attività,

Una vista delle Piscine nel 1891. Le piscine, situate a sinistra della

Grotta, sono uno dei luoghi più importanti di Lourdes

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l’associazione ha accolto a Lourdes più di 80.000 malati, grazie all’impegno di 631 volontari. La grande festa giubilare dell’Hospi-talité, in programma l’8 settembre 1910, con la benedizione del Papa, nella persona del segretario di Stato Vaticano, ai volontari, ai malati e alle loro famiglie è l’evento clou dell’anno. Per l’oc-casione, più di 420 hospitalier si riuniscono ai piedi della statua della Vergine e partono in processione verso la Basilica recando la loro bandiera, evento che si ripete anche nella festa del Santis-simo Sacramento. Le feste giubilari di quell’anno portano alla co-stituzione della “Confraternita spirituale degli hospitalier di Notre Dame di Lourdes”, per creare un’unione anche spirituale tra i vari membri dell’associazione, attraverso una comune preghiera quo-tidiana per i fratelli defunti e una celebrazione mensile. A questa si aggiungono alcuni lavori di miglioria, tra cui la costi-tuzione di un nuovo e più grande Asile dei Pellegrini nel 1913, e il trasferimento della sede dell’associazione presso il terzo porti-co delle scale del Rosario.

Malati e barellieri dell’Hospitalité Notre

Dame di Lourdes nel cortile dell’ospedale Saint Frai, negli

ultimi anni del XIX secolo, sotto la direzione del barone

Dunot de Saint-Maclou

Le infermiere del Pellegrinaggio Nazionale davanti al treno

bianco alla stazione di Lourdes. Il pellegrinaggio è

un grande evento con più di 40.000 pellegrini nel 1899

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Le guerre mondiali, con la loro scia di morte

e distruzione, non risparmiano l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes. Ma tra dolorose perdite

ed emergenze c’è sempre spazio per la speranza

La fine della Belle Epoque apre nuovi importanti scenari poli-tici e sociali, mentre il mondo si prepara ad essere sconvolto dalle atrocità di due conflitti inediti e sanguinosi. Un clima

di cambiamento in cui Lourdes diventa centro nevralgico, luogo di accoglienza per rifugiati e feriti. Il tutto sotto una luce comple-tamente nuova: il messaggio della Vergine portato a Bernadette si trasforma in una preghiera di pace e in un grido di speranza che giunge a toccare ogni parte del globo, nonostante tutto e al di là di ogni strategia geopolitica di cui la guerra è portatrice.

Il 1914 segna l’improvvisa e dolorosa scomparsa di padre Bu-rosse, che muore il 25 gennaio a Maubourguet, mentre si trova in visita al capezzale del suo grande amico monsignor Gardey, curato di Santa Clotilde e vicario generale di Parigi. Padre Bu-rosse nel corso della sua vita ha seguito con dedizione il percor-so dell’Hospitalité fin dalla sua nascita e per 29 anni, attraverso le varie presidenze, ha recato pertinenti consigli e decisioni al fine di conservare lo spirito più autentico dell’associazione. Monsignor Schoepfer nomina immediatamente il suo successo-re alla guida spirituale dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes: si tratta di padre Balette, cappellano del Santuario e redattore degli Annali dal 1909. L’11 febbraio 1914 padre Balette pro-nuncia il suo atto di consacrazione nella Grotta di Massabielle e riceve dalle mani del suo vescovo la medaglia dell’Hospitali-té. Poi, dopo il canto del Magnificat, celebra il Santo Sacrificio della Messa, attorniato da una quindicina di hospitalier e da un cospicuo numero di volontarie. Dal 22 al 26 luglio dello stesso anno è in programma, per la seconda volta in quindici anni, il Congresso Eucaristico Inter-nazionale, in cui l’Hospitalité è attesa come parte fondante. Per capirlo, basta scorrere la lista dei membri “del comitato locale del Congresso Eucaristico”, tra cui si nota la presenza, come vicepresidente e segretario generale, di Emile Christophe e del conte di Beauchamp. Figurano inoltre sulla lista padre Balette nel il suo doppio ruolo di redattore degli Annali e di direttore dell’Hospitalité, de Boysson, presidente dell’Hospitalité Notre Dame de Salut e cinque altri hospitalier fra cui il segretario ge-nerale Emile Boulet. Il Congresso Eucaristico viene presieduato dal cardinale Granito Pignatelli di Belmonte, legato del Papa, e

Un cammino difficile

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Un cammino difficilela processione finale si svolge attraverso le strade della cittadina mariana, accom-pagnata da una folla di 100.000 persone. L’ultima benedizione viene impartita ai fedeli da un altare sopraelevato nei pressi del cancello della Basilica del Rosario. Il servizio d’ordine a questo proposito viene affidato ai volontari dell’Hospita-lité, sotto la direzione di Christophe, de Beauchamp e di Armand Mérillon. Per l’Hospitalité si profila un arduo compito, soprattutto a causa dell’immensa folla di fedeli, ma tutto si svolge senza il minimo incidente. Come riconoscimento del grande impegno profuso da de Beauchamp nella preparazione e nello svolgimen-to del Congresso, papa Pio X decide di conferirgli il prestigioso riconoscimento di comandante dell’Ordine di San Gregorio.

A questo si aggiungono importanti approvazioni e lodi unanimi per l’operato degli hospitalier. Per esempio il cardinale Andrieu, arcivescovo di Bordeaux, li paragona all’ordine degli hospitalier militari, che assistono i pellegrini in Terra Santa. Tra le sue parole si ricorda un caloroso augurio: «Sotto la protezione della Vergine, imparano a pregare, apprendono i principi della devozione e dell’obbedienza. Che l’Eucarestia diventi l’alimento della loro carità!».

Il Congresso Eucaristico si svolge in un periodo cruciale della storia. Le ostilità han-no inizio il 4 agosto. La Prima Guerra mondiale non risparmia Lourdes, che si trova peraltro in una posizione geograficamente cruciale sui Pirenei e si pone come pos-sibile bersaglio. Si può quindi immaginare quanto sia complessa la situazione nella cittadina mariana. I viaggi di pellegrini e malati, come ovvio, si riducono nettamen-te, ma il lavoro di hospitalier e volontari non si ferma. C’è da gestire un quadro di emergenza con poche risorse a disposizione, occuparsi dei fedeli ancora presenti a Lourdes in concomitanza con lo scoppio del conflitto mondiale, e soprattutto ap-prontare un servizio di assistenza per i feriti.Per prima cosa monsignor Schoepfer mette a disposizione delle forze di soccorso alcune strutture portanti quali l’Asile Notre Dame e l’Asile dei Pellegrini, che in-sieme vengono a costituire l’Ospedale temporaneo numero 32, con una capacità di cinquecento posti letto. Un migliaio di altri posti letto vengono forniti da diversi ospedali e centri di assistenza della cittadina, in particolare dal Saint Frai. L’amministrazione finanziaria nel periodo di guerra viene affidata a Christophe, con la puntuale assistenza di de Beauchamp e di Boulet. Le cure ai malati e ai feriti ven-gono assicurate da religiosi e infermieri volontari, la cui maggioranza è composta da persone reclutate nella stessa cittadina di Lourdes. L’Ospedale temporaneo 32 termina la propria attività il 12 febbraio del 1919, dopo aver accolto e curato più di 8.000 feriti. Durante la Prima Guerra mondiale, Lourdes diventa un prezioso riferi-mento per molti rifugiati del Nord-Est della Francia e del Belgio.

L’Asile Notre Dame durante la guerra del 1914-1918 (Ospedale temporaneo 32)

Padre Balette, direttore dell’Hospitalité Notre Damedi Lourdes dal 1914 al 1943

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L’ A S S O C I A Z I O N E T R A L E D U E G U E R R E

A questo proposito viene anche creata un’apposita istituzione, il “Foyer du Soldat Belge”, con lo scopo di accogliere, previa autorizzazione, i militari di quella regione i quali, a causa della guerra e dell’invasione del loro Paese, non hanno la possibilità di riabbracciare le famiglie.

Il mese di settembre 1914 segna l’inizio di una fase molto do-lorosa per l’Hospitalité. Molte persone vicine all’associazione, hospitalier, familiari e amici perdono la vita a causa delle atro-cità della guerra, molti dei quali con onore sul campo. La prima vittima è il capitano Jean de Montesquieu, cognato del conte Beauchamp. Nello stesso periodo le file di hospitalier, sia uo-mini che donne, della prima ora, vedono una drastica riduzione e la perdita di preziosi elementi, come la signora Paule Goumy de Morvan, il visconte di Roussy, Julien Davignon, la signora Gamblon, l’abate Espinos, il dottor Gustave Boissarie, Emma-nuel Bailly, Emmanuel de Barbarin. Durante gli anni della Grande Guerra il flusso dei pellegrinaggi nella cittadina mariana si arresta. Solo qualche sparuto gruppo di pellegrini della regione affronta il rischioso viaggio alla volta di Lourdes. In ogni caso, i Padri dell’Assunzione riescono ad organizzare il consueto Pellegrinaggio Nazionale, senza la par-tecipazione dei malati né con il contributo dell’Hospitalité. Nel 1919 un significativo numero di malati raggiunge la località di culto, tra cui una cinquantina di soldati feriti e accolti presso l’Asile Notre Dame. A partire da questo momento gli hospitalier riprendono gradualmente il loro servizio, sotto la direzione di Christophe e Beauchamp.

Il 20 agosto 1919 l’Hospitalité si riunisce per la prima volta dopo l’inizio del conflitto mondiale e monsignor Schoepfer tiene in particolare a ricevere di persona otto nuovi titolari, che decidono di affrontare l’arduo servizio all’interno dell’associazione nono-stante i tempi difficili. Il vescovo approfitta di questa occasione per ringraziare gli hospitalier e rimarcare ulteriormente la loro devozione e perseveranza, sia nei confronti dei malati, dei feriti, che del nemico, e li incoraggia a proseguire il cammino con rin-novata fiducia. All’inizio di ottobre, il pellegrinaggio del Rosario di Tolosa riesce comunque a raccogliere un centinaio di malati, mentre la Prima Guerra Mondiale si avvia alla conclusione dopo aver seminato in tutta Europa morte e distruzione. Un migliora-mento e un’iniezione di fiducia che tocca il culmine nel mese di novembre dello stesso anno. I Padri Assunzionisti decidono di organizzare un nuovo momento di fede, un “Pellegrinaggio di grazia per tutti i militari della Terra e del Mare”, che arriva a radunare a Lourdes più di 20.000 pellegrini, dall’11 al 13 no-vembre. La maggior parte di loro è costituita da soldati al rientro dalla guerra che «giungono per ringraziare la Vergine di averli restituiti alle loro famiglie e di aver donato la vittoria alla Fran-cia». In tale occasione viene inoltre benedetta la prima pietra del “Monumento della Pace” alla sinistra dell’Esplanade del Rosario, di fronte all’Asile Notre Dame.

Il 1920 e soprattutto il 1921 vedono la progressiva ma importante ripresa del flusso dei pellegrinaggi. Molti soldati prima di partire per il fronte avevano chiesto l’intercessione alla Vergine per tor-nare in salute dalle loro famiglie. Per questo, molti dei superstiti

«La restaurazione della Francia esige una presa di coscienza del popolo, una volontà morale di sforzo, il ritorno alle discipline forti della virtù e del lavoro, una ripresa del principio d’autorità accettato cordialmente e voluto».

Lourdes, capitale della pace Il 23 agosto 1942 il vescovo

di Lourdes, monsignor Choquet,

lancia un appello al mondo in guerra

1935, chiusura del Giubileo della Redenzione. Arrivo a Lourdes e saluto della bandiera del cardinale Pacelli, Segretario di Stato e Legato Pontificio

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L’ A S S O C I A Z I O N E T R A L E D U E G U E R R E

al conflitto, si apprestano al pellegrinaggio a Lourdes, e la maggior parte delle diocesi orga-nizzano viaggi da tutta la Francia. I conside-revoli miglioramenti nei trasporti consentono poi al Pellegrinaggio Nazionale di radunare a Lourdes oltre 400 malati nel 1920 e 600 l’an-no successivo, soprattutto grazie alla puntuale assistenza fornita dagli hospitalier, che final-mente riprendono il servizio a pieno regime con gioia e rinnovato entusiasmo. Nel frat-tempo, anche il Bureau Médical riapre le sue porte. Al posto del dottor Boissarie, il dottor Le Bec viene nominato presidente del Bureau des Constatations e il dottor Marchand vice presidente. Entrambi conoscono alla perfe-zione le problematiche legate alle guarigioni inspiegabili di Lourdes, per la collaborazio-ne di lunga data con il dottor Boissarie. Dal 1920 Christophe lascia la cittadina di Lourdes per stabilirsi a Parigi e seguire più da vicino l’educazione dei suoi quattro figli, ritrovando il contatto con l’Hospitalité solo all’epoca dei grandi pellegrinaggi. Tuttavia presto un male che lo affligge da tempo mina definitivamente la sua salute portandolo alla morte il 9 febbra-io del 1922, dopo un’esistenza condotta per la maggior parte al servizio dell’Hospitalité e dei suoi malati. Anche il ramo femminile dell’associazione viene messo a dura prova dalla perdita di due membri, tra le prime col-laboratrici della confraternita fin dal 1886: la baronessa di Malet, vice presidente dell’Ho-spitalité Des Dames di Lourdes fin dal 1903, morta il 1 marzo del 1920 e la viscontessa di Pouy, primo presidente della stessa confrater-nita, scomparsa il 20 gennaio del 1922. Nel frattempo, durante la presidenza di Christo-phe, le Dames delle Piscine restano sotto il controllo di madame de Werbier, con ma-dame de Malet in qualità di vicepresidente. Anche questo ramo dell’associazione subisce in questi anni un considerevole rallentamento

QUANDO E COSA

1915 MONDOAffondamento del transatlantico Lusitania ad opera dei sottomarini tedeschi

1917 RUSSIAHa inizio la Rivoluzione Bolscevica guidata da Lenin

1918 STATI UNITIPrende il via l’epoca del proibizionismo, è vietato fabbricare o vendere bevande alcoliche

1919 ITALIADopo la fine della Grande Guerra, si parla di “vittoria mutilata”. Gabriele D’Annunzio guida l’impresa di Fiume

1921 ITALIAMussolini dà inizio al Ventennio fascista

1921 FRANCIAA Parigi sulla Torre Eiffel viene installata la prima emittente per le trasmissioni regolari quotidiane radiofoniche. È la prima in Europa

1926 MONDOFleming scopre la penicillina, il primo antibiotico

1927 FRANCIAI piloti Costes e Le Brix compiono il primo volo transatlantico francese, Parigi – Buenos Aires

1929 STATI UNITIHa inizio la Grande Depressione

1933 GERMANIA Hitler conquista il potere assoluto nel Paese

1939 MONDO Scoppia la Seconda Guerra mondiale

Nella carrozza,a sinistra del cardinale,

il prefetto Vié. Vicino alla carrozza

monsignor Gerlier

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L’ A S S O C I A Z I O N E T R A L E D U E G U E R R E

nelle proprie attività, in seguito alla Grande Guerra. Dal 1922 inizia per l’associazione una nuova era sotto la presidenza del conte Etienne de Beauchamp. Un lungo cammino che proseguirà fino al 1957, segnando una delle più lunghe gestioni nella storia dell’Hospitalité. Il 13 febbraio del 1922, soltanto pochi giorni dopo la morte di Christophe, monsignor Schoepfer nomina il nuovo presidente dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes, che si rivela, come ampiamente previsto, Etienne de Beauchamp. Pre-sente a Lourdes e al servizio dell’associazione dal lontano 1881, ne diventa membro titolare il 24 settembre del 1885, e viene nominato vicepresidente nell’agosto del 1907, segnando un per-corso in continua ascesa. Dopo la perdita di gran parte della sua famiglia, decide di restare stabilmente a Lourdes e dedicare tutte le proprie energie al servizio dell’Hospitalité. Al suo fianco, come vice presidente, Armand Mérillon, appartenente ad una rispetta-bile famiglia di Ossun e da anni tra le file dell’associazione, dopo la sua consacrazione avvenuta nel 1886. Una collaborazione tut-tavia molto breve, data la prematura scomparsa che avviene il 5 dicembre del 1923. Al suo posto viene nominato Georges Boutry, hospitalier dal 1905 e membro del Consiglio.

Nel dicembre del 1926 avviene uno spiacevole episodio all’inter-no della Chiesa, che coinvolge buona parte dei membri dell’Ho-spitalité Notre Dame di Lourdes: la condanna dell’Azione Fran-cese da parte di papa Pio XI, promulgata tramite un’ordinanza dei cardinali e arcivescovi transalpini del 7 marzo 1928, la qua-le specifica che tutti coloro che rifiuteranno di rispettare questa osservanza saranno «esclusi da tutte le Associazioni caritatevoli e dalle opere cattoliche». Si tratta di una scelta estremamente difficile per molte famiglie e anche per l’Hospitalité. Mostrando spirito di sottomissione al Pontefice, il Consiglio dell’Hospitalité si appresta a divulgare coraggiosamente la seguente nota, datata 4 maggio 1928 e firmata dal Presidente: «Il Consiglio dell’Hospi-talité di Notre Dame di Lourdes, totalmente obbediente al Ponte-fice Sovrano e alle sue direttive legate all’Azione Francese, prega gli Hospitalier, gli Ausiliari e i Volontari che non condividono tali sentimenti, di non prestare servizio presso l’Associazione».

L’anno successivo avviene la dolorosa scomparsa di monsignor François Xavier Schoepfer, il 24 agosto, dopo aver diretto per ben 27 anni la diocesi e contribuito in modo importante all’incre-mento del culto mariano a Lourdes, insieme al grande affetto da lui manifestato nei confronti dell’Hospitalité e in particolare di de Beauchamp, suo grande amico. Al suo posto viene immediata-mente chiamato un suo coadiutore, monsignor Alexandre Poirier. Un cammino tuttavia di breve durata, in seguito alla prematura scomparsa, nel 1928, ma che non manca di gesti significativi. In particolare monsignor Poirier compie un atto fondamentale per la crescita dell’Hospitalité: grazie ad una sua richiesta, papa Pio XI, con un documento del 20 marzo 1928, eleva l’Hospitalité

Notre Dame de Lourdes al rango di arciconfraternita. Non si trat-ta semplicemente di un’onorificenza, ma tale atto segna l’inizio di una nuova fase per l’associazione, con la possibilità di avere delle sedi decentrate che ne condividano la spiritualità e che sia-no profondamente legate all’opera di Lourdes e al servizio nei confronti dei malati. Inizia quindi a delinearsi un quadro nuo-vo, con la presenza di varie “filiali” dell’Hospitalité dislocate per l’Europa, in particolare in numerose diocesi francesi ma anche in Belgio, Spagna, Italia, Inghilterra e Svizzera. Un altro vantag-gio legato al nuovo assetto approntato per l’associazione riguar-da la possibilità di integrare in tale contesto anche le infermiere dell’ospedale Saint Frai e dell’Asile Notre Dame, gruppi diretti dai superiori a capo delle due strutture sanitarie, ma finora sem-pre ai margini dell’Hospitalité. In realtà il processo di integrazio-ne sarà molto più lungo e complesso del previsto e sarà portato a compimento solamente nel 1978.

Il 14 maggio del 1929 viene nominato il successore di monsignor Poirier, monsignor Pierre Marie Gerlier. Durante gli otto anni del suo episcopato si impegna ad organizzare nel Santuario grandi cerimonie in grado di attirare grandi folle di fedeli, con il coin-volgimento diretto dell’Hospitalité in molte di queste occasioni. Il primo evento è il Congresso mariano, celebrato dal 24 al 27 luglio 1930, sotto la direzione del cardinal Verdier, arcivescovo di Parigi e legato del Papa, sul tema dell’Immacolata Concezione, con la partecipazione di oltre 40.000 persone. Beauchamp viene nominato vice presidente del comitato locale, con il compito di provvedere all’organizzazione.

Nel frattempo, nel 1933, si avvicina un’importantissima ricorren-za per la cittadina mariana, il 75° anniversario delle apparizioni. L’8 dicembre avviene il fatto più atteso dai fedeli in questi anni: la canonizzazione di Bernadette durante la Festa dell’Immacolata Concezione, presso la Basilica di San Pietro e alla presenza di

Il Segretario di Stato Vaticano durante il suo discorso

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Il cardinale Pacelli al trono pontificio

de Beauchamp e di alcuni membri dell’Hospitalité. Per la grande festa a Lourdes si deve però attendere l’anno successivo. Ben tre i giorni di festa (14, 15 e 16 luglio 1934), coronati dalla splendida Messa cantata a quattro voci dedicata alla nuova santa, e da una grandiosa processione per le vie della cittadina. Sempre nello stesso anno, si concludono le celebrazioni per il Giubileo della Redenzione, con un triduo di Messe presso la Grotta, dal 25 al 28 aprile. In questa occasione il cardinale Pacelli viene designato come legato pontificio e la presenza del Segretario di Stato del Papa, dona un eccezionale risalto a queste cerimonie, insieme alla presenza di 5 cardinali, 12 arcivescovi, 50 vescovi, 3.000 preti e religiosi e 250.000 pellegrini, una folla senza precedenti.

L’anno successivo ricorrono i cinquant’anni dalla fondazione dell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes. La grande festa viene celebrata il 25 agosto, con la Santa Messa officiata da monsignor Gerlier presso la Grotta. Al pranzo prendono parte 250 hospi-talier. Nel suo mezzo secolo di attività l’Hospitalité è giunta ad accogliere ben 835 titolari, 450 ausiliari e 5.570 barellieri volon-tari. Nel 1937 monsignor Gerlier viene trasferito a Lione e la si-gnora Werbier rassegna le proprie dimissioni dalla presidenza del ramo femminile dopo 50 anni di servizio e 34 ai vertici. Al suo posto viene nominata la baronessa Jeanne Berthemy, membro del Consiglio. Pochi mesi dopo un’inondazione del fiume Gave provoca gravi danni alla cittadina di Lourdes, in particolare alla Grotta, agli uffici dell’Hospitalité, all’Asile e alle Piscine, una par-te delle quali resta inutilizzabile. A questi problemi si aggiunge nel 1939 lo scoppio della Seconda Guerra mondiale. Per Lourdes si profila un’altra fase di estrema difficoltà, in cui i pellegrinag-gi lasciano il posto ad una situazione di emergenza, mentre nel frattempo il cardinale Pacelli viene eletto Papa con il nome di Pio XII. Come avvenuto per la Prima Guerra mondiale, le strut-ture adibite all’accoglienza dei pellegrini vengono trasformate in ospedali da campo per la cura dei feriti, in particolare militari

francesi, tedeschi e marocchini. I pellegrinaggi presso Lourdes si arrestano nuovamente fino al termine delle ostilità, nel 1945. Tuttavia l’Hospitalité non resta inattiva, soprattutto grazie all’ope-ra di de Beauchamp. La sua prima preoccupazione è sostenere il morale di tutti i membri dell’associazione e ogni mese invia a tutti coloro che hanno la possibilità di riceverli, dei messaggi di conforto e incoraggiamento. In più organizza un comitato di accoglienza per i rifugiati provenienti dal Belgio e dal Nord-Est della Francia, occupandosi del vitto, del vestiario e della distribu-zione di denaro. Si dedica anche ai giovani e ai bambini, con il supporto della Croce Rossa.

In questi anni difficili, Lourdes diventa il centro mondiale della preghiera per la pace, grazie al nuovo vescovo, monsignor Cho-quet, che si prodiga per trasformare la cittadina nella «montagna sacra del nostro Paese, dove Dio si rivela e ci mostra il suo pre-zioso messaggio». Il nostro viaggio attraverso il periodo tra le due guerre mondiali si avvia alla conclusione. Un percorso difficile e travagliato, di cui anche le ultime fasi non mancano di dolorose perdite per l’Hospitalité. Gli anni del secondo conflitto mondia-le vedono infatti la scomparsa di personalità importanti, come Emile Boulet, nel 1939, monsignor Charles François da Costa nel 1941, madame di Werbier e padre Balette, ricordato con affetto da de Beauchamp: «Come una guida valida e sicura ha contribu-ito alla crescita degli hospitalier diocesani, a cui avevo dato vita insieme a lui». In questi ultimi anni nasce la consapevolezza per l’Hospitalité di essere una forza preziosa, in grado di attraversare mezzo secolo di storia senza perdere unità di intenti e un forte messaggio spirituale, lo stesso fin dalla sua fondazione.

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Il Dopoguerra è per l’Hospitalité un periodo

di forte ripresa. Il numero di malati

aumenta, si lavora per migliorare le strutture

di accoglienzae ci si prepara al Giubileo

delle apparizioni. L’associazione

e i suoi membri ritrovano un vero e proprio

“ritmo di crociera”

La prima metà del 1900 é stata particolarmente dura per l’associazione, a causa soprattutto dei conflitti mondiali. Bisogna aspettare il 1946 per vedere l’Hospitalité Notre

Dame di Lourdes riprendere i suoi abituali compiti. Il suo pre-sidente, il conte Etienne de Beauchamp, fa riparare e rimettere in funzione tutto il materiale necessario per il servizio ai ma-lati e alla fine dell’anno sollecita, tramite una lettera, tutti gli hospitalier sottolineando che nel 1946 sono arrivati a Lourdes ben un milione di pellegrini e che per il 1947 se ne attendono ancora di più. Conclude la sua lettera con queste parole: «Non bisogna dimenticare che siamo dei servitori privilegiati di No-tre Dame di Lourdes, e questo ci obbliga a dare l’esempio nel-la nostra vita privata come nella nostra vita pubblica».

Nel febbraio 1947 monsignor Pierre-Marie Théas diventa ve-scovo di Tarbes e Lourdes e si fa immediatamente ricordare per la decisione coraggiosa presa nel mese di novembre dello stesso anno di mantenere la responsabilità del Santuario di Lourdes e continuare ad affidare ai Padri della diocesi l’am-ministrazione finanziaria e l’organizzazione dei pellegrinaggi. Contemporaneamente monsignor Théas richiamerà a Lourdes i Missionari dell’Immacolata Concezione - che avevano do-vuto lasciare il Santuario nel 1903 - affidando loro la respon-sabilità spirituale e pastorale dei pellegrinaggi. Il 1947 è se-gnato anche da due giubilei che riguardano l’Hospitalité: il 27 settembre il conte di Beauchamp festeggia i suoi 60 anni da hospitalier di Notre Dame de Lourdes e i suoi 25 anni da presidente. Il 26 dicembre la superiora di Saint-Frai, madre Siant-Etienne festeggia i suoi 90 anni, 40 da superiora, ovve-ro una vita spesa al servizio dei malati e dell’Hospitalité.

Il 1948, non tanto rilevante da un punto di vista dei pellegri-naggi, è però importante per le innovazioni che si realizza-no in quell’anno, a cominciare dall’inaugurazione dell’ae-

Verso il centenario

delle apparizioni

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Processione del Santo Sacramento con il celebrante sotto il baldacchino

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roporto di Ossun che apre la strada all’arrivo in aereo dei pellegrini e dei malati. Si crea allora una linea regolare tra Lourdes e Bruxelles-Amsterdam (solo in questo primo anno i pellegrini e i malati che arrivano a Lourdes via aereo sono ben 1.442). Sarà in seguito la Camera di Commercio di Tar-bes, responsabile dell’aeroporto, che farà dei grandi lavori di miglioramento delle piste, permettendo così l’arrivo di aerei più grandi. L’Hospitalité si prende immediatamente l’inca-rico di questo nuovo servizio di accoglienza. Una giornata importante è anche l’8 luglio, quando per la prima volta una tappa del Tour de France parte dalla Grotta di Massabielle. Il 24 agosto, invece, è il giorno dell’arrivo a Lourdes del primo pellegrinaggio organizzato americano: 550 persone venute da Boston via mare.

In preparazione del centenario delle apparizioni, monsignor Théas prevede di spostare le Piscine ed aumentarne l’esten-sione per facilitare l’accesso alla Grotta. Bisogna dunque provvedere a lavori mai fatti prima. È così che, effettuando degli scavi due metri sotto il livello della Grotta, viene alla luce la sorgente, il punto da cui zampilla l’acqua che poi, attraverso la roccia, arriva alle Piscine. Si costruisce allora un bacino per raccogliere e convogliare questa vera e propria “acqua santa”. Grazie ad una lastra di vetro che protegge la sorgente, i pellegrini che passano nella grotta possono vede-re scorrere l’acqua scoperta da Bernadette nel 1858. I lavori di restauro della Grotta e delle Piscine terminano alla fine dell’anno, ma l’area viene inaugurata il 3 febbraio 1949.

Gli anni Cinquanta per l’Hospitalité si aprono con l’inaugu-

razione dell’Abri Saint-Michel, una struttura con una capaci-tà di 100 letti e 140 coperti, destinata soprattutto ai giovani dell’Hospitalité con poche disponibilità economiche. Il 1° novembre 1950 è, invece, un grande giorno dedicato alla gloria della Vergine Maria: papa Pio XII definisce il dogma dell’Assunzione in piazza San Pietro a Roma.Il 21 novembre 1951 il conte di Beauchamp è fatto cavaliere della Legione d’Onore al titolo di “Presidente generale dell’Hospitalité di Lourdes”. La motivazione cha accompagna questa nomina sono i «66 anni di servizi civili e militari», visto che l’impegno del conte come membro della confraternita risale al 1885, data della fondazione dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes. Si tratta dunque contemporaneamente di un omaggio all’associazione e del riconoscimento dei servizi resi dal suo presidente durante le due guerre, per i feriti curati all’Asile e per i militari in licenza accolti al Foyer della rue du Bourg. La cerimonia avviene il 6 maggio 1952: il generale Lafon, in tenuta militare, spilla la Croce della Legione d’Onore sul petto del presidente, che sfoggia la medaglia d’argento dell’Hospitalité e la targhetta della Grande Croce di San Gregorio il Grande.

Il 1952 è segnato da un’importante decisione: la costruzio-ne di due ponti sul Gave. Il prato di fronte alla Grotta potrà così essere utilizzato dai pellegrini e dai malati per diverse attività e cerimonie. Alcuni anni dopo saranno costruiti l’Ac-cueil Sainte Bernadette e la chiesa dedicata alla veggente di Massabielle e, nel 1977, il nuovo Acceuil Notre Dame. Il 9 settembre il conte de Beauchamp consegna la croce della Legione d’Onore a madre Marie-Antoinette Gueydier, supe-

1945 GERMANIALiberazione di Auschwitz, Suicidio di Hitler, caduta della Germania

1945 ITALIAEsecuzione di Mussolini

1945 FRANCIADe Gaulle capo del Governo

1945 GIAPPONEBombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki

1946 FRANCIADibattiti e voti costituzionaliche creano la IV Repubblica 1953 URSSMuore Stalin, fine del terrore staliniano

1957 EUROPATrattato di Roma: nasce la Cee e l’organizzazione doganale per il Mercato Comune

QUANDO E COSA

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riora dell’Asile Notre Dame, presso il quale presterà servizio per più di 40 anni. Sia madre Marie Antoinette, sia il conte di Beauchamp grazie alla loro autorità esercitata con tatto e intelli-genza, hanno saputo mantenere vivo lo spirito dei fondatori in tutti gli ho-spitalier, uno spirito di rigore nel ser-vizio, nella perseveranza e nella sere-na carità verso i malati.

Il 1954 è un “Anno Mariano” visto che porta al centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Conce-zione. Papa Pio XII l’8 settembre 1953 lo annuncia con un’enciclica che sottolinea il legame privilegiato tra Roma, dove il dogma è stato defini-to, e Lourdes, dove Maria, nelle sue apparizioni l’ha confermato. A partire dall’8 dicembre 1953, festa dell’Im-macolata e apertura dell’Anno Ma-riano, i festeggiamenti a Maria sono celebrati a Lourdes con uno spirito ben particolare. Le festa dell’11 feb-braio 1954 è presieduta dal cardina-le Saliège, arcivescovo di Tolosa. La sera una processione di fiaccole dalla chiesa parrocchiale al Santuario, vede la partecipazione del sindaco Antoine Béguère, e di diversi consiglieri mu-nicipali. Il 25 marzo il cardinale Fel-tin, arcivescovo di Parigi, celebra una messa cantata dai monaci benedetti-ni di Tournay. Il pellegrinaggio della Lega Femminile dell’Azione Catto-lica dona una campana che porta la scritta: “per tutte le donne di Francia”. L’Anno Mariano si conclude con la festa dell’Immacolata Concezione, celebrata sotto la presidenza del car-dinale Léger, arcivescovo di Montrèal e legato pontificio.

Il 1955 è invece l’anno dei 70 anni dell’Hospitalité, festeggiati il 28 gen-naio, ma si celebra anche la consa-crazione dei primi sette hospitalier il 19 agosto e la medaglia d’argento al conte di Beauchamp il 24 settembre.

Le nuove Piscine

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Il tempo vola anche per lo storico pre-sidente dell’Hospitalité che si avvici-na al suo centenario… Tutti intorno a lui sperano di poterlo festeggiare nel 1958 insieme alle apparizioni, ma putroppo, dopo una breve malattia, il conte Etienne de Beauchamp si spe-gne il 21 agosto 1957. Un momento difficile e particolarmente doloroso per la grande famiglia dell’Hospitali-té e per tutti gli amici; de Beauchamp aveva suscitato ammirazione, stima e affetto in tutti coloro che si erano recati a Lourdes negli anni. I funerali sono celebrati nella basilica del Rosa-rio. Monsignor Théas celebra la messa ed è circondato da cinque arcivesco-vi e vescovi, numerosi rappresentanti della diocesi, dei Santuari di Lourdes e diverse hospitalité, dal prefetto degli Alti Pirenei, dal sindaco di Lourdes e da una delegazione del Consiglio Mu-nicipale. Alla fine della messa, mon-signor Théas pronuncia l’elogio del defunto: «Il primo cavaliere di Notre Dame di Lourdes, il principe dei barel-lieri, la figura più rappresentativa del nostro santuario e il suo benefattore, il testimone privilegiato d’un lungo pas-sato lourdese, presidente dell’Hospi-talité Notre Dame di Lourdes, Grande Croce dell’Ordine di San Gregorio, cavaliere della Legione d’Onore, ca-valiere dell’Ordine di Leopoldo, uffi-ciale della Corona Belga».Durante i 35 anni della sua presiden-za de Beauchamp è stato l’animatore instancabile dell’associazione. Vi era legato a tal punto che si identificava in essa. Testimone e garante della tra-dizione, parlava spesso e volentieri di colui che aveva fondato l’Hospitalité, padre Sempé. Prestigioso servitore di Notre Dame ha difeso il dominio e portato fieramente la bandiera anche durante gli anni difficili dei conflitti. Durante la Seconda Guerra mondiale ha accolto i rifugiati e alloggiato i mi-litari in licenza.Una vita passata a “Servire”, con

intelligenza, devozione e convinzioni cristiane.

Alla fine del discorso pronunciato du-rante i funerali del conte di Beauchamp, monsignor Théas annuncia il nome del successore: si tratta di Goslen de la Poë-ze, classe 1892, reduce della guerra del 1914-1918 dove si è distinto per merito e ricompensato con la Croce di Guerra e la Legione d’Onore. Il suo primo impe-gno all’Hospitalité risale al 1927, la sua consacrazione al 1929. L’incarico che gli viene affidato non è semplice. Si tratta di prendere le redini dell’associazione nel vivo della stagione dei pellegrinaggi e alla vigilia del centenario delle apparizioni. Ma de la Poëze conosce perfettamente il

funzionamento e lo spirito dell’Hospitali-té ed è dunque ben preparato a prosegui-re l’opera di Beauchamp.

Secondo monsignor Théas il 1958, cente-nario delle Apparizioni, dovrebbe essere una «Pentecoste mariana e una sovrab-bondante effusione dello Spirito Santo», ma anche, grazie al numero dei pelle-grini e alla vivacità delle cerimonie, uno degli apici della storia del Santuario di Lourdes.Papa Pio XII dà molta importanza a que-sto giubileo, non solo per i pellegrini che si recheranno a Lourdes, ma in generale per l’intera Chiesa Cattolica. Approfitta dunque dell’occasione per incitare i fede-li alla conversione interiore, grazia mag-

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6 maggio 1952 - Legione d’Onore del conte di Beauchamp, alla sua sinistrail generale Lafon

Legione d’Onore di Beauchamp. Discorso di

monsignor Théas: alla sua sinistra il cardinale Liénard

e monsignor Mericq

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giore del pellegrinaggio. Durante tutto l’anno Pio XII mostrerà la sua unione con i pellegrini di Lourdes tramite sei lettere e diversi messaggi radiofonici.Ma, come si può ben immaginare, i preparativi per il cente-nario sono cominciati molto prima… Da tre anni Lourdes è al lavoro per realizzare dei cambiamenti alla Grotta, la quale, restituita al suo stato originario, diventa agibile ad un numero maggiore di persone. Si cominciano anche i lavori per quel-la che sarà la basilica San Pio X, così come la creazione del campo scout e della città soccorso. Il quartier generale degli Scout di Francia si interessa parecchio a Lourdes e a poco a poco, uno dei commissari riesce a far convogliare la truppa dei foulard bianchi verso il clan degli hospitalier di Notre Dame. È così che questi giovani saranno successivamente ammessi a tutti i servizi dell’associazione e daranno regolarmente una mano nel servire i malati in arrivo a Lourdes.La Cité Saint-Pierre, città soccorso, è invece un centro d’acco-glienza destinato alle persone che desiderano intraprendere un pellegrinaggio a Lourdes, ma non hanno disponibilità econo-mica per alloggiare negli hotel della cittadina. La Cité è aperta a tutti, a prescindere dalla nazionalità, dall’étà, dalle origini, professioni e convinzioni religiose. Si pensi che ospita ogni anno circa 10.000 pellegrini provenienti da 20 Paesi.

Il Giubileo si apre con un triduo di preparazione. L’11 febbraio rimarrà nella memoria grazie alla cerimonia presieduta dal cardinale Gerlier, alla quale Pio XII parteciperà con un messaggio radio. Seguo-no una serie di grandi celebrazioni, come il 25 marzo, festa dell’Annun-ciazione, o il 16 luglio, anniversario dell’ultima apparizione. E ancora la festa dell’Assunta, il Congresso mariologico dal 10 al 13 settembre seguito da un congres-so mariano dal 13 al 17 e, per finire, la festa dell’Immacolata Conce-zione l’8 dicembre. Alla fine dell’anno si prova a fare una stima di quante persone possano essersi recate a Lourdes in oc-casione del Giubileo e

si arriva alla conclusione che i pellegrini sono stati più di 5 milioni. Dopo l’anno del centenario il Santuario riprende il suo ritmo di crociera. È de la Poëze che lo fa notare in una cir-colare del gennaio 1960. In questa missiva, oltre ad esprimere i suoi auguri ai membri dell’Hospitalité, evidenzia il fatto che il 1959 ha registrato un gran numero di pellegrini che, seppur inferiore a quello dell’anno del Giubileo, è ancor più alto del totale dei pellegrini venuti a Lourdes nel 1957. Ciò significa che l’affluenza è in costante aumento e che bisogna sviluppare i mezzi d’accoglienza dell’Hospitalité, ma anche degli hospi-talier e dei barellieri stessi, in modo da ridurre il più possibile le loro spese di soggiorno che rimangono, soprattutto per i più giovani, un problema serio.È allora che il presidente decide di ampliare l’Abri Saint Mi-chel, che era stato disposto dal predecessore, per accogliere un centinaio di persone in più. I nuovi lavori dotano così l’Abri di quattro dormitori con 225 letti e un grande refettorio in gra-do di accogliere fino a 300 persone.

Processione del Santissimo Sacramento.Canto del Parce Domine con le braccia rivolte al cielo

Un gruppo di hospitalier intorno a Beauchamp e a de la Poëze. A sinistra di quest’ultimo de Montecler. A destra di Beauchamp, Georges Boutry e Janson (Consiglio del 1957)

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L’associazione cambia pelle.

Sono anni intensi, in cui si avvicendano presidenti

e si creano nuovi assetti organizzativi.

Due parole definiscono e racchiudono

perfettamente questi processi: rinnovo e

riconciliazione

Dopo il centenario delle apparizioni l’Hospitalité si prepara

a vivere il suo secolo di vita

Gli anni Sessanta del secolo scorso, per l’Hospitalité, si aprono (il 12 agosto 1961) con la storica inaugu-razione e la benedizione dei nuovi locali dell’Abri

Saint Michel. È il primo di una lunga serie di eventi che, in un decennio, muteranno profondamente e ammoderneran-no i luoghi, l’organizzazione e le funzioni dell’associazione. L’anno 1962, è segnato dal centenario della lettera pastorale di monsignor Laurence che nel lontano 1862 confermava solen-nemente l’autenticità delle apparizioni di Lourdes. Il 3 giugno 1963 muore papa Giovanni XXIII al quale succede il cardinal Montini, arcivescovo di Milano, grande devoto del-la Vergine di Lourdes e più volte pellegrino nella città mariana, che prende il nome di Paolo VI. A Lourdes si ricorda anche il 23 agosto e il primo pellegrinaggio Anglicano, condotto da monsignor Westall che ha raggruppato una sessantina di fe-deli e una decina di pastori. In questi anni, con l’aumento dei pellegrinaggi, cresce in maniera esponenziale anche il traffico all’aeroporto, tanto che i passeggeri raggiungono quota 98.111 in un solo anno. Ragion per cui la pista viene allungata fino a 2.400 metri, in previsione di ulteriori lavori di ingrandimento e ammodernamento dell’intera sede aeroportuale.

La Camera di Commercio di Tarbes, infatti, annuncia la messa in cantiere, fine 1964, di un terminal per i malati, dove saran-no installati 30 letti e dove sarà presente un servizio speciale d’accoglienza e di trasporto con squadre speciali di barellieri e infermiere. Sempre nel 1964 il Giornale della Grotta pubblica il resoconto di un’inchiesta condotta presso un gran numero di malati dei pellegrinaggi che s’intitola: “Comprensione e ri-spetto dei malati”. Ne emergono alcune riflessioni destinate a sacerdoti e agli hospitalier: l’indelicatezza dei predicatori che sacralizzano la sofferenza, le cerimonie e le preghiere troppo lunghe, il tono asciutto come fosse un ordine di alcuni barel-lieri che non sembrano rendersi conto che parlano a dei malati

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che soffrono, il desiderio di una vita più comuni-taria tra i malati e i sani che partecipano allo stes-so pellegrinaggio, il comportamento di coloro che circondano i malati che spesso causa, per colpa dell’indelicatezza, ancor più sofferenze.Ecco allora che i lavori di rinnovo dell’Hospitalité non riguardano più solo le strutture e l’organizza-zione, ma anche i modi di operare.

«Carissimi fratelli e sorelle dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes,

Festeggiate il centenario della vostra Confraternita con la vostra

venuta a Roma alla tomba di Pietro. Il vostro approccio è un segno

di comunione ecclesiale che sottolineo con gioia accogliendovi qui

oggi, con il vostro presidente e monsignor Henri Donze, vescovo di

Tarbes e Lourdes, che ringrazio per le sue parole. (…) La presenza

dei malati ha suscitato intorno ai Santuari e nei pellegrinaggi un

movimento intenso di fratellanza e aiuto per accompagnarli. Molti

di quelli che li hanno serviti si sono affezionati a questo compito

e l’hanno portato avanti d’anno in anno. Si sono presi carico di

molti aspetti dell’animazione dei pellegrinaggi, tanto da un punto

di vista spirituale che pratico. Così è nata la vostra confraternita

a Lourdes, presto associata alle innumerevoli confraternite legate

ai pellegrinaggi organizzati regolarmente da tutti i paesi europei e

da altre parti del mondo. Quando penso a quello che rappresenta

l’Hospitalité di Lourdes, sono colpito dal senso evangelico di

ciò che essa compie. Sembra scopra un lungo seguito di risposte

alla parola della Madre di Gesù: “Fate quello che vi dirà”.

Servire i malati, è fare quello che il Signore si aspetta da noi.

E quando l’abbiamo fatto, durante un pellegrinaggio, l’esperienza

dell’imitazione del Signore sotto i tratti del Buon Samaritano,

sentiamo che non può trattarsi di un’esperienza isolata d’un

giorno. Gli hospitaliers ritornano ogni anno. Ancor più di anno

in anno prolungano la loro azione nelle loro comunità d’origine.

(…) A Lourdes come ovunque, l’hospitalier sa bene che il soccorso

fraterno a quelli che patiscono tante sofferenze comporta allo

stesso tempo un aiuto di tipo spirituale, un’esperienza di comunità

ecclesiale. (…) Voglio semplicemente sottolineare la ricchezza del

vostro impegno. Quando i membri dell’Hospitalité pronunciano il

loro atto di consacrazione, pregano la Vergine Immacolata, nella

docilità allo Spirito Santo e nel fervore della fede, le chiedono la

grazia di lavorare con Lei “nel conforto di coloro che soffrono,

nella riconciliazione degli uomini, nell’unità della Chiesa e nella

pace del mondo”. (…) Con voi vorrei rendere grazia per tutto ciò

che è stato realizzato nel corso di un secolo di vita della vostra

confraternita, raggiante in tanti luoghi, vorrei pregare con voi

la Madre del Signore perché vi aiuti a proseguire sempre più

intensamente la vostra azione e, in particolare, perché aiuti molti

giovani a sentire l’appello evangelico della carità in tutte le sue

dimensioni. (…) Che possiate accogliere e visitare i più poveri, i

più sofferenti di noi, accompagnarli con discrezione, aiutarli così

a ricevere la grazia salvifica del Redentore cosicché, confortati

dall’aiuto dei loro fratelli, siano illuminati nella fede dalla forza

della speranza e dell’amore. Quest’intensa esperienza vi conduca

a partecipare sempre più ai molteplici sforzi pastorali della

Chiesa anche in altri settori. (…) Dal profondo del cuore prego

Dio che vi benedica, così come tutti i membri dell’Hospitalité

di Lourdes e tutti coloro che servite in nome del Signore».

La parola dell’accoglienza di Giovanni Paolo II per il

centenario dell’Hospitalité – Udienza del 18 marzo 1985

Da destra a sinistra, monsignor Henri Donze, il signor Tronchet e padre Joseph Bordes, rettore dei Santuari

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Ed è così che in questi anni l’associazione prosegue e imple-menta il lavoro al suo interno. Nel 1965 sono costruite 75 camere per gli hospitalier sopra alla Sala Bernadette, in modo da rimpiazzare quelle che erano sopra all’Abri dei pellegrini dove, a partire da ora, sono predisposte delle sale conferenze, sempre più richieste dai direttori dei pellegrinaggi. Si costruiscono anche due ponti sul Gave in modo che la pra-teria di fronte alla Grotta possa essere più funzionale e utiliz-zabile. Il 25 marzo 1966, giorno dell’inaugurazione dei due ponti, finalmente i luoghi dei pellegrinaggi acquistano spazio e agilità. Appena in tempo, si può dire, per accogliere la ma-rea umana che arriva a Lourdes dal 10 al 12 settembre 1966. Il pellegrinaggio degli ex deportati e prigionieri che raccoglie circa 100.000 persone provenienti da tutto il mondo. Il 1966 si conclude con un importante pellegrinaggio a Roma, nel quale il presidente, il vice presidente, i membri del Consi-glio e diversi hospitalier dell’Abri Notre Dame sono ricevuti in

udienza da papa Paolo VI, insieme ad alcuni membri dell’Uni-talsi, nella sala del “Piccolo Trono”. Il Santo Padre dedica loro un messaggio speciale e, prima di benedirli, rende omaggio all’Hospitalité con queste parole: «Questa istituzione bene-fattrice che ha prodigato, nel corso degli anni, dei tesori di fervore e di generosità ha aiutato profondamente le migliaia di malati che l’hanno incontrata».Già dal 1965 gli hospitalier, ma anche i pellegrini che arriva-no a Lourdes sono sempre più giovani. Basti pensare che nel 1967 il Pellegrinaggio Nazionale francese festeggia i giovani hospitalier di Notre Dame de Salut, un team di ragazzi che hanno tra i 14 e i 18 anni. Sempre nel 1967, nel mese di lu-glio, nasce un nuovo servizio: il “Pellegrinaggio di un giorno”, destinato a raggruppare i turisti e i pellegrini isolati e aiutarli nel loro cammino spirituale. Mentre nel mese di dicembre è inaugurato il nuovo foyer delle “Bernadettes”, totalmente rin-novato dopo un incendio che l’aveva in parte distrutto.

Intorno a monsignor Viscaro, rettore dei Santuari e direttore dell’Hospitalité, a destrai signori de Valicourt, Janson, Imbert;a sinistra i signori de la Poëze, Lanfry, de Bellisal

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Nel 1969 l’Hospitalité è colta da un lutto improvviso: quello di Georges Lanfry, membro del Consiglio ed ex presidente dei Cadetti Normanni dal 1913 al 1935 (nel box di pag 41 trova-te l’azzeccatissima descrizione che ha fatto dell’hospitalier).Dopo i lutti dell’anno, finalmente il 13 settembre l’Hospitalité può festeggiare un evento gioioso: i 40 anni della medaglia d’argento e i 13 anni di presidenza del conte de la Poëze. Il 1970 si apre con un importante cambiamento per l’Hospita-lité e Lourdes: le dimissioni di monsignor Théas dalla carica di vescovo di Tarbes e Lourdes. Lo sostituisce il vescovo di Tulle, monsignor Henri Donze. Il nome di Pierre-Marie Théas resterà comunque impresso e legato al Santuario di Lourdes, non solo per la sua tenacia e la sua fede che hanno reso possibile, nonostante i numerosissimi ostacoli, la costruzione della basilica San Pio X, ma anche per il suo ruolo di apostolo instancabile di Maria. Nel mese di maggio vengono invece inaugurate, alla stazione di Lourdes,

le installazioni destinate a facilitare lo sbarco e l’imbarco dei malati: due nuovi binari che possono ricevere diciannove va-goni e una hall d’accoglienza rimessa a nuovo. Anche l’Asile Notre Dame è ristrutturato in questi mesi e si ap-profitta di queste modifiche per cambiarne il nome in “Accueil Notre Dame”. Altra novità, che renderà più facile il trasporto dei malati alla basilica San Pio X, è la creazione di un passag-gio diretto tra l’Accueil e la basilica, evitando così di percorre-re tutto il pezzo dell’Esplanade.Parte delle questioni sollevate dal resoconto del Giornale della Grotta nel 1964 sono state sistemate, ma ne restano ancora da risolvere: come quella legata agli orari, non sempre rispettati, alla partecipazione attiva dei malati ai pellegrinaggi, ai loro bisogni materiali e spirituali, al loro contatto con gli hospita-lier. Bisogna risolvere anche i problemi deontologici relativi all’acqua della Grotta e delle Piscine. A seguito del Consiglio Pastorale l’Hospitalité Notre Dame di

1961 MONDOIl 21 aprile inizia una gravissima crisi internazionale che coinvolge Cuba, Urss e Stati Uniti, che rischia di portare il mondo sull’orlo di un nuovo, spaventoso conflitto globale

1961 GERMANIAA Berlino viene costruito il Muro, che separa la zona ovest della città, controllata dagli Alleati, da quella orientale in mano all’Unione Sovietica. Inizia l’era della Guerra Fredda tra Usa e Urss

1963 MONDOIl 3 giugno muore papa Giovanni XXIII, pochi mesi dopo aver pubblicato l’enciclica “Pacem in terris”. Il 21 giugno viene eletto come suo successore Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI

1963 STATI UNITIIl 22 novembre a Dallas in Texas, viene assassinato il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy

1969 MONDOTre astronauti della Nasa, comandati da Neil Armstrong, a bordo della navicella Apollo 11 sbarcano sulla Luna, avvenimento seguito da tutto il mondo in diretta televisiva

1978 ITALIAIl 16 marzo le Brigate Rosse sequestrano Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, che verrà assassinato il 9 maggio

1979 MONDOMuore papa Paolo VI, al suo posto viene eletto papa Luciani con il nome di Giovanni Paolo I, che morirà trentatrè giorni dopo la sua elezione. Il successore è Karol Wojtyla, primo pontefice polacco nella storia della Chiesa e primo straniero dopo 455 anni

1981 MONDOPapa Giovanni Paolo II resta gravemente ferito in un attentato in piazzaSan Pietro per mano del turco Alì Agca

QUANDO E COSA

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Estratto della lettera di monsignor Donze sulla missione degli

hospitalier. Si trova in queste parole quale dev’essere lo spirito

dell’Hospitalité e in che prospettiva devono vivere i malati a

Lourdes

«… Che sia prima, durante o dopo il pellegrinaggio, siete

attraverso il servizio dei vostri fratelli malati, al servizio

di Cristo stesso. Il Vangelo è categorico su questo punto:

“Signore, ci è mai successo di vederti malato e di venire a

visitarti?... In verità vi dico, se l’avete fatto con uno anche

dei miei più piccoli fratelli, è a me che l’avete fatto”. (cf.

Mt 25 39-40) Questo servizio suppone da parte vostra

discrezione e oblio di se, oggi più che mai, il malato vuol

essere considerato come una persona vera e non essere più

trattato come un assistito, semplice oggetto di beneficenza.

Colui che va verso l’altro rischia sempre d’andarci a mani

piene, con l’illusione di superiorità, rivestito di privilegi, a

testa alta. Ciò che i malati si aspettano da voi è una presenza

cordiale, gratuita, un’amicizia da pari che cancella tutte le

frontiere. Vedendo il Cristo nei malati, avrete più a cuore di

facilitare la loro partecipazione attiva al pellegrinaggio. La

vostra missione è di servirli per aiutarli, non solo a spostarsi

ma a ritrovarsi sotto lo sguardo della Vergine per ascoltare il

suo Messaggio e illuminare la loro vita. (…) Dei lavori sono in

progetto per facilitare a Lourdes il vostro compito di carità.

Che la Madonna ci aiuti a portarli a buon fine, e che benedica

il vostro prossimo pellegrinaggio».

Lettera tratta dal

n°69 del Bollettino

dell’Hospitalite di Nancy

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Lourdes invita i suoi associati a riscoprire lo spirito dei fondatori e a non incorrere in errori nell’approccio nei confronti dei malati. In particolare, si insiste nella direzione di migliorare la formazione dei barellieri e delle infermiere e nell’agevolare la partecipazione dei malati al pellegrinaggio. Si decide allora di mettere a disposizione degli animatori, preti o laici, una guida di preghiera, e di pubblicare un rapporto sull’Unzione comune dei Malati. D’ora in poi sarà possibile anche un approccio

di fede personale e libero, anche se grande spazio sarà dato alla preparazione del pellegrinaggio, sia nelle diocesi che a Lourdes. Proprio a questi fini l’Hospitalité e il Santuario creano nuovi strumenti per favorire uno scambio di informazioni per tutti coloro che si recano a Lourdes. A cominciare da un ufficio stampa nel Santuario, affidato a padre Ramond, ex direttore della rivista Santuari e Pellegrinaggi. Viene inoltre dato alle stampe, nel febbraio del 1973, un bollettino sotto forma di supplemento della pubblicazione Ricerche di Lourdes, che in pratica funge da collegamento con l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes. La redazione del bollettino è affidata a padre Henri Joulia, cappellano dell’Hospitalité. In questo primo numero il presidente de la Poëze spiega che il bollettino è un modo per collegare tutti gli hospitalier, ma anche un sostegno e un conforto spirituale. Questa pubblicazione è molto ben recepita poiché mostra la volontà d’unificazione dell’Hospitalité, l’apertura verso i problemi dei giovani, il desiderio dell’associazione di rinnovarsi. Il 16 e 17 marzo 1974 si riunisce a Lourdes il Congresso dei Responsabili delle hospitalité diocesane e nazionali francesi. La prima giornata è animata da padre Turquet, delegato alla Pastorale della Sanità per la Regione parigina sul tema: “Come aiutare il malato a creare un collegamento tra la sua fede e la sua vita?”. La seconda giornata vede come relatore monsignor Fauchet, vescovo di Troyes, sul tema: “In che modo viviamo noi questo legame tra fede e vita?”. Il Congresso riunisce 470 persone e tra queste ben 410 sono rappresentanti delle diverse hospitalité. Questi due giorni saranno sempre ricordati come il momento in cui si delinea una nuova missione degli hospitalier nella Chiesa: la scoperta di un vero e proprio carisma, grazie al quale si vuole far condividere al malato la propria vita.

Il 1974 rimane una data importante per l’Hospitalité anche perché alla fine dell’anno il suo presidente de la Poëze ras-segna le dimissioni. L’inaspettato annuncio genera un senti-mento di disagio e inquietudine nell’Hospitalité. Il conte de la Poëze, che è succeduto al tanto amato conte di Beauchamp, si è imposto per la sua grande conoscenza di ogni servizio dell’Hospitalité, ha saputo conquistare tutti con la sua umiltà, la sua disponibilità, il suo spirito di servizio, ha dato l’esempio dell’attaccamento alla Chiesa e alla Santa Sede, la devozione alla Santa Vergine. Sotto la sua presidenza, il numero di hospi-talier è cresciuto considerevolmente, tanto che si sono dovuti predisporre e creare nuovi locali per ospitare tutti i volontari. Monsignor Donze annuncia queste dimissioni nel gennaio del 1975 e, dopo aver nominato de la Poëze presidente onorario, designa come successore Edouard Imbert, presidente dell’Ho-spitalité di Marsiglia e membro del Consiglio.

In questi dieci anni immediatamente precedenti al centena-

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rio dell’Hospitalité si succedono ben quattro presidenti: Edouard Imbert, fino al 1978, che rinnova l’associazio-ne “servendo nell’umiltà”, Jean-Marie Landouzy, fino al 1982, che offre una collaborazione efficace, Jean Toso, in carica un solo anno e, per finire, colui che porterà l’Hospitalité al centenario e ben oltre, François Guilbaud.

Il periodo della presidenza di Edouard Imbert è segnato da rinnovamenti e ri-conciliazioni. Decide di delineare nuo-vamente e sin dall’inizio del suo manda-to sei punti fondamentali: l’hospitalier è innanzitutto un servitore; comandare significa innanzitutto servire; l’umiltà e la disponibilità sono due qualità essen-ziali per l’hospitalier; la medaglia non è una ricompensa e, l’hospitalier si deve riconoscere non dalle bretelle, ma dal suo rosario. Per Imbert bisogna identificarsi nello spirito del van-gelo e del concilio per ritrovare l’imma-gine di una carità più sorridente e autenti-ca. Nel 1974 padre Joulia, porgendo i suoi auguri ai mem-bri dell’Hospitalité sottolinea due paro-le in particolare che devono riguardare l’associazione e i suoi membri: ricon-ciliazione e rinnovo. Bisognerà tuttavia attendere cinque anni per arrivare alla stesura di una nuova carta dell’Hospita-lité (promulgata l’8 settembre 1978) che stabilisce nuove regole: i presidenti non saranno più nominati a vita, il Consiglio dell’Hospitalité non sarà più composto solo da francesi, ma si aprirà ai volontari di altre nazioni, ci saranno degli stage di formazione per ogni nuovo hospitalier cosicché ognuno possa conoscere tutti i servizi e passare dall’uno all’altro. Nel 1979 diventa presidente dell’associazione Jean-Marie Landouzy, avvocato al Consiglio di Stato e alla Corte di Cassa-zione che alla fine della Seconda Guerra mondiale promette di mettersi al servizio di Notre Dame di Lourdes. Landouzy è stato scelto per portare avanti il lavoro degli ultimi

Officina di riparazione delle carrozzine per i malati

anni soprattutto riguardo allo sforzo fatto perché ogni hospi-talier abbia una vita spirituale più intensa e più comunitaria e che partecipi ancor più alla ricerca dell’attività pastorale della Chiesa. Segue la presidenza di François Guilbaud (tra i due presidenti alla guida dell’associazione, per un brevissimo las-so di tempo, c’è anche Jean Toso) che porterà l’Hndl al suo centenario. Oltre alla preparazione di quest’importantissimo evento, il nuovo presidente è incaricato di migliorare l’orga-nizzazione amministrativa dell’associazione e la formazione

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dei giovani volontari. Il periodo comincia con un altro evento importantissimo: un pellegrinaggio del Papa a Lourdes il 15 agosto 1983. Giovanni Paolo II si recherà infatti a Lourdes per celebrare il Giubileo della Redenzione.

Arrivato all’aeroporto di Ossun è accolto dal presidente della Repubblica Francese, François Mitterand (per maggiori infor-mazioni sulle visite dei papi a Lourdes rimandiamo alla sche-da dedicata). Si arriva così all’anno del centenario, il 1985. Il momento che lo segna maggiormente è sicuramente il pelle-

grinaggio a Roma e la successiva esposizione delle immagini storiche dedicate all’Hospitalité voluta da padre Joulia e Gui-labaud e inaugurata il 24 aprile da monsignor Donze, visitata da 40.000 persone.

Tornando al pellegrinaggio a Roma, dal 15 al 22 marzo circa un migliaio di membri dell’Hospitalité vivono uno dei momenti più forti della storia dell’associazione. A Roma gli hospitalier possono, tra le altre cose, visitare le Catacombe, partecipare alla messa a Santa Maria Maggiore, a San Pietro, a San Giovanni

in Laterano, a San Paolo fuori le Mura, e privilegio assoluto: l’udienza con papa Giovanni Paolo II. Intanto a Lourdes, si

Al centro, Jeanine Dabadie; alla sua sinistra, la signora de Radzisky, il dottor Da Badiee il signor Gil; alla sua destra, in secondo piano, padre Joseph Bordes, Recteur, la signora Guilbaud e padre Huchett

Intorno al cappellano Etienne Lalaque, a sinistra il signor Gil, il dottore Da Badie, la signora Da Badie; a destra, suor Anne Marie e il signor Lanfry

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celebra il centenario con una messa internazionale, con la partecipazione dei cardinali Etchegaray e Willebrand.Ovviamente l’anno di festeggiamenti non interrompe la “quotidianità” dell’associazione, anzi i pellegrinaggi a Lourdes vanno aumentando, come l’attività congressuale, convegnistica e le giornate di formazione. Il 1985 è una data fondamentale per ogni hospitalier, anche per i più giovani che hanno raggiunto l’associazione recentemente. Il pellegrinaggio a Roma ha segnato le memorie, ecco perché, per i 125 anni, l’attuale presidente Antoine Tierny, ha deciso di organizzare un viaggio nella città simbolo del cristianesimo.

Hospitalier

Hospitalier, che bel nome, che suona bene.

Esso è vecchio, esso è giovane? Esso è tutti i tempi.

Rinchiude tutto il passato caritatevole e

Dimora pieno di promesse.

Hospitalier, colui che tiene la sua

dimora come il suo cuore,

Aperta a tutte le miserie e a tutte le pene

Per soccorrerle e sollevarle.

Hospitalier, colui che si attarda

sulle sofferenze dell’anima

Come sulle ferite del corpo per

Medicarle e guarirle.

Hospitalier, colui che si fa buon

Samaritano del viaggiatore,

Cireneo dei cammini di croce troppo duri,

Il Cristoforo dei piccoli e dei poveri.

Hospitalier, colui che porta o guida

verso la sorgente di vita

I tristi e gli ammalati che svengono

e che gridano Aiuto.

Hospitalier, non solo sul cammino di Lourdes,

All’accoglienza o presso la Grotta, sotto lo sguardo

Della Vergine, è troppo facile!

Hospitalier, ora e sempre da noi.

Nelle nostre opere, in ufficio, a lavoro.

Per tutti i nostri fratelli e tutti i giorni

Della nostra vita.

Georges Lanfry

Descrizione dell’hospitalier

secondo Georges Lanfry

Un mezzo peril trasporto dei malati

Arrivo dei malati, aeroporto di Ossun (intorno a 1970)

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Dopo il centenario l’associazionesi riorganizzae tocca quota

diecimila volontari

L’Hospitalité nell’ultimo ventennio

Anche dopo il centenario l’Hospitalité continua la sua missione e il suo impegno per rinnovarsi, rimanere al passo con i tempi ed essere sempre più efficiente, sia

nei confronti dei volontari, sia dei pellegrini che arrivano a Lourdes. Fin dagli albori dell’associazione, i responsabili si sono sempre preoccupati dello sviluppo della vita cristiana dei suoi membri e della devozione mariana. Il Rosario rimane per gli hospitalier la preghiera di tutta la giornata, preghiera che re-citano con i malati, preghiera attraverso la quale danno l’esem-pio. L’associazione con il tempo, acquistando esperienza, ha visto la necessità di organizzarsi in servizi per accompagnare i malati in ogni singola tappa del loro pellegrinaggio. La devo-zione e l’impegno dell’Hospitalité ha così richiamato un nu-mero sempre maggiore di volontari, alcuni dei quali decidono addirittura di stabilirsi a Lourdes.

Tra il 1986 e il 2008 questa consapevolezza diventa sempre più forte e va di pari passo con la necessità di altri miglio-ramenti. Rinnovi e cambiamenti voluti dai suoi presidenti e che hanno portato l’Hospitalité a diventare quella che cono-sciamo oggi. Fino al 1994 l’associazione rimane sotto la guida dello stesso presidente che l’ha accompagnata nell’anno del Giubileo, François Guilbaud. Dal 1994 al 2008 l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes vede succedersi solamente tre presi-denti: Etienne de Roaldès, che sostituisce Guilbaud nel 1994 e accompagna l’associazione fino al 1999, Gabriel Barbry che guida la confranternita al cambio di secolo e infine, Antoine Tierny che dal 2004 mantiene l’associazione al passo con i tempi e che l’accompagna a vivere un altro momento molto importante: i 125 anni.

Durante questo periodo si rende omaggio anche ad alcuni grandi hospitalier scomparsi in questi anni, ma che si sono distinti per la loro devozione, umiltà, calma e per le loro ini-

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25 Marzo 1988 – Passaggio di consegne da monsignor Donze a monsignor Sahuquet

L’ingresso dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes

ziative. Nel 1972 sono venuti a mancare Frotier de la Messe-liere, titolare dal 1949, capo del servizio generale, molto attivo all’interno dell’associazione, ed Elie Longuet, capo del servi-zio alle Piscine che ha passato trent’anni a Lourdes a servire i malati. Tra le donne, invece, emerge un nome: Solar Eugénie de Borurbon, responsabile della biancheria delle Piscine, un lavoro importante, svolto con grande efficacia e discrezione, nominata da monsignor Théas, nel 1958, presidente dell’Ho-spitalité delle Piscine. Un ruolo che porta avanti per diciassette anni e coronato con la costruzione di due padiglioni destinati ad ospitare le hospitalier delle Piscine.

L’Hospitalité femminile, infatti, nata anch’essa intorno al 1880 grazie a de Combettes, allora presidente dell’Hospitalité No-tre Dame de Salut, e ai Padri della Grotta, avanza negli anni a pari passo con l’arciconfraternita di cui fa parte dal 1978. Anch’essa può contare sugli stessi organi decisionali (presiden-te, consiglio, ecc.) della confraternita maschile. Esistono pre-

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sidenti della sezione delle Piscine, delle madri superiori che gestiscono l’ospedale Notre Dame des Douleurs ora l’Accueil Marie Saint Frai, e altre madri superiori che guidano l’Asile Notre Dame, divenuto l’Accueil Notre Dame.Dall’anno del centenario al 2008 l’Hospitalité ha voluto fare diversi passi avanti. È per questo che ha rispolverato i vecchi archivi che raccoglievano le lettere di lamentele dei malati, che denunciavano la poca esperienza e spesso l’indelicatezza di alcuni volontari, dei conflitti esistenti tra i membri delle ho-spitalités diocesane e gli hospitalier di Notre Dame di Lourdes, le controversie tra le infermiere di Saint Frai, l’Asile e le hospi-talier delle Piscine. Preso atto di questa situazione, i presidenti hanno messo ordine nei diversi servizi. A livello di accoglienza, ad esempio, da sempre i malati dei pellegrinaggi erano ospitati in tre accueil diversi: Saint Frai, Notre Dame e Sainte Bernadette. Nel 1997 si decide che saranno solamente il grande Accueil Notre Dame e, l’anno dopo, nel 1998, l’Accueil Saint Frai completamente rinnovato, ad ospitare i malati. Si mette ordine anche nell’organizzazione: le hospitalités diocesane si occuperanno delle stanze dei malati Aeroporto: imbarco

di una persona malata

I pellegrini si bagnano con l’acqua benedetta davanti alle Piscine

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1986 MONDOEsplode un reattore nella centrale nucleare di Chernobyl, in Unione Sovietica. Una nube radioattiva si diffonde per buona parte dell’Europa, generando un allarme ambientale in tutto il continente

1986 MONDOSvolta storica nei rapporti tra Chiesa cattolica ed ebraismo. Papa Giovanni Paolo II e il rabbino capo della comunità romana Toaff pregano insieme nella sinagoga di Roma. È la prima volta che questo avviene nella storia dei papi

1988 MONDO Primi cambiamenti nell’assetto globale ancora segnato dalla Guerra Fredda, grazie all’era del premier sovietico Gorbaciov. In Polonia si sviluppa il sindacato cattolico Solidarnosc di Lech Walesa

1989 CINA Il governo di Pechino reprime nel sangue la rivolta studentesca nel mese di giugno in piazza Tien an Men

1989 MONDO La caduta del Muro di Berlino segna la fine della Guerra Fredda Usa-Urss, mentre l’era comunista si avvia alla sua conclusione

1990 MEDIO ORIENTE Scoppia la Prima Guerra del Golfo in seguito all’invasione del Kuwait da parte delle truppe irachene di Saddam Hussein

1995 ISRAELE Il premier israeliano e Nobel per la Pace Yithzak Rabin viene ucciso in un attentato a Tel Aviv, segnando l’inizio di un’epoca difficile nei rapporti con il popolo palestinese

1997 MONDOTermina il dominio britannico di Hong Kong, che ritorna alla Cina dopo 99 anni

1997 MONDOIl 5 settembre muore Madre Teresa di Calcutta, che sarà proclamata Beata nel 2003 da papa Giovanni Paolo II

2001 MONDO L’11 settembre un gruppo di terroristi islamici, appartenenti all’organizzazione internazionale Al Qaeda deviano aerei civili contro il World Trade Center di New York, provocando il crollo delle Torri Gemelle. Un altro aereo viene indirizzato contro il Pentagono, mentre un quarto, probabilmente dirottato sulla Casa Bianca, grazie ad una rivolta dei passeggeri, non raggiunge l’obiettivo e precipita in Pennsylvania. Si conteranno 3.000 morti. Il mondo intero è sotto shock

2004 MONDO La sonda spaziale Spirit invia sulla Terra le prime immagini a colori del pianeta Marte

2005 MONDO Il 2 aprile muore papa Giovanni Paolo II dopo 27 anni di pontificato. Il 19 aprile viene eletto come suo successore il cardinale tedesco Joseph Ratzinger con il nome di Benedetto XVI

2008 STATI UNITIBarack Obama vince le elezioni americane. È il primo presidente di colore nella storia degli Stati Uniti, premio Nobel per la Pace nell’anno successivo

QUANDO E COSA

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e dei refettori, mentre le hospitalier di Notre Dame di Lourdes saranno incaricate dei servizi più generali. Anche i mezzi di trasporto si rinnovano. Le carrozzine e le brandine diventano più comode e agevoli, alla stazione si costruiscono dei binari supplementari e si attrezza la struttura di punti di ristoro con lavabi e wc. Nel 1999 si avrà un cambiamento ancora più significativo per l’associazione: lo Statuto viene modificato, ed è creata un’unica Hospitalité suddivisa in quattro servizi; il Servizio Saint Jean Baptiste che si occupa delle Piscine, il Servizio Notre Dame, il nuovo Servizio Marie Saint Frai e infine, il Servizio Saint Joseph.Questa nuova organizzazione funziona bene, ma l’associazione ha bisogno anche di un servizio in grado di formare i futuri hospitalier e di uno che si occupi della logistica, di verificare che tutto il materiale funzioni, che le strutture

I pellegrini in processione mariana

Distribuzione di acqua ai malati sul piazzale

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d’alloggio siano in buono stato e che i servizi di ristoro riescano a seguire le necessità dei pellegrini. Ecco allora che nel 2000 sono creati due nuovi servizi che si occuperanno di questi aspetti, il Servizio Sainte Bernadette e il Servizio Saint Michel.A partire dal 2005 si decide di rinnovare ancora i mezzi di trasporto interni che devono assicurare la navetta con la stazione, l’aeroporto e la Grotta. Si acquisteranno quindi nuovi autobus per i malati, barelle, sedie a rotelle più comode e sicure.Insieme ai servizi e al materiale, anche gli edifici sono rimessi a nuovo. Nel 1993 è costruita una casa-alloggio che prende il nome di “Benoît Labre”, nel 2000 gli uffici dell’Hndl si spostano nell’Accueil Jean Paul II, nel 2007 si decide di vendere Villa Marie Joseph e nel 2008 si costruisce la casa-alloggio “Notre Dame du Oui”.

Le candele, simbolo di speranza e di preghiera

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L’ H O S P I TA L I T É O G G I

Alla soglia dei suoi primi 125 anni di vita,

l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes è

oggi un’associazione tra le più importanti a livello mondiale.

Alla base della sua attività regole precise e uno

spirito di accoglienza immutato nel tempo

Una solida realtà

«Per confortare coloro che soffrono, per la riconci-liazione degli uomini, per l’unità della Chiesa e la pace nel mondo». Essere hospitalier non significa

diventare semplicemente un volontario, ma adottare un au-tentico progetto di vita, uno spirito di servizio nei confron-ti dei più deboli che si traduce in ogni gesto della propria quotidiana esistenza, a Lourdes come in qualsiasi altro luogo del pianeta. Proprio per questo l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes non può essere considerata al pari di tante numerose realtà, per quanto importanti e degne di riconoscimento, che operano all’interno dello stesso ambito. Sono tante le ragioni che rendono davvero unica l’associazione nata nel lontano 1885 nella piccola località dei Pirenei scelta solo pochi anni prima dalla Vergine per manifestare al mondo il suo messaggio di fede. Prima di tutto il particolare contesto rappresentato da Lourdes, che da semplice villaggio di contadini si è trasforma-to nel fulcro del culto mariano a livello mondiale: tra queste montagne si respira un’atmosfera unica, immutata nel tempo, una sensazione che si fa ancor più intensa durante la preghie-ra presso la Grotta di Massabielle, dove la giovane Bernadette ricevette le visite della «Signora vestita di bianco».

La suggestione di questi luoghi, la profonda devozione dei pellegrini e dei numerosissimi malati che affrontano viaggi spesso lunghi e faticosi, portano alla creazione di un am-biente unico, dove la parola “accoglienza” cela dietro di sé un valore del tutto particolare. Un messaggio colto appieno dall’Hospitalité e da tutti coloro che, giovani o adulti, deci-dono di intraprendere il cammino che li porterà ad essere membri dell’associazione. Nonostante gli anni, nonostante le epoche così diverse, nonostante una generale perdita di valori e interesse da parte delle nuove generazioni. Dal 1885 ad oggi, alla soglia del 125° anniversario di vita, l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes ha saputo crescere, evolversi, acco-

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gliere di giorno in giorno un numero sempre mag-giore di persone pronte ad affrontare una nuova e importante esperienza di vita. Nel corso della sua storia non sono mancati problemi, difficoltà, osta-coli, senza dimenticare due conflitti mondiali che hanno messo a serio rischio la stessa Lourdes. A questo si unisce il non facile cammino dell’asso-ciazione nel corso dell’ultimo secolo, tesa a resta-

re al passo con i tempi senza snaturare il proprio originario progetto. Missione, che, ormai giunti a questa ricorrenza così importante, possiamo dire pienamente compiuta. L’Hospitalité, forte di questa storia così ricca e preziosa, ha saputo trasformare i problemi in opportunità di miglioramento e crescita spirituale; con il tempo si è trasformata e sviluppata in linea con le crescenti esigenze e il sempre mag-

Ingresso della sede dell’Hospitalité

Notre Dame di Lourdes

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gior numero di pellegrini e malati in viaggio verso Lourdes; ha saputo organizzare al meglio le proprie risorse, con lo scopo di offrire il migliore e più autentico servizio possibile. L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes è oggi un’associazione di rilevanza mondiale, che conta al momento più di 20.000 volontari attivi. Una crescita esponenziale, soprattutto se pen-siamo al numero di hospitalier operanti nel lontano 1885, come si legge nelle parole dell’attuale presidente Antoine Tierny: «L’Hospitalité è l’unica struttura a Lourdes che si oc-cupa dell’accoglienza dei malati e dei disabili. Li andiamo a prendere alla stazione, all’aeroporto, li accompagniamo alle celebrazioni liturgiche del Santuario e alle Piscine, luogo de-vozionale che negli ultimi anni ha conosciuto un incremento di visite (del 23% nel 2008 rispetto agli anni precedenti). Le attività dell’Hospitalité iniziarono nel 1885 con soli tre vo-lontari, mentre adesso siamo giunti a quota 20.000».

Gli hospitalier attualmente sparsi per il mondo, provengo-no da più di 70 Paesi dei cinque continenti, e per svolgere il loro servizio con i pellegrini malati, accettano di giunge-re completamente a proprie spese nella località mariana. Il trend positivo degli ultimi anni è ancora una volta testimo-niato dalle parole del presidente Tierny: «Nel 2008, anno in cui si è celebrato il 150esimo anniversario delle apparizioni mariane, abbiamo potuto disporre di 8.535 volontari (4.047 hospitalier, 3.747 stagiaire e 741 ausiliari), un migliaio in più rispetto agli anni precedenti». Un altro elemento che carat-terizza i membri dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes è la loro internazionalità. Molti sono italiani (in totale 3.036, tra hospitalier, stagiaire e ausiliari), seguiti da francesi (2.739), americani (471), inglesi (429), irlandesi (311), tedeschi (252), belgi (72). Cresce di anno in anno anche il numero dei vo-lontari provenienti dai Paesi orientali, 221 tra hospitalier, sta-gisti e ausiliari.

Per gestire al meglio le attività quotidiane e il crescente numero di pellegrini (anche sei milioni) che ogni anno affluiscono a Lourdes, l’Hospitalité si è dotata con il tempo di una complessa organizzazione per non trascurare alcun aspetto del servizio e dell’accoglienza, offrendo un’opera il più possibile esauriente. Sin dalla sua fondazione, attestata al 28 gennaio del 1885, l’associazione è posta sotto l’autorità del vescovo di Tarbes e Lourdes, guida e pastore delle associazioni di cristiani impegnati al servizio della Chiesa cattolica nella propria diocesi. Il tutto a conferma di un progetto autorevole che nel corso dell’ultimo secolo ha ottenuto stima, riconoscenza e rispetto, come ampiamente manifestato nel corso delle visite papali che hanno visto Lourdes come protagonista. L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes è attualmente presieduta da Antoine Tierny, recentemente riconfermato per la secon-

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da volta alla carica di presidente, a coronamento di più di trentasette anni di impegno e servizio come hospitalier. Nel ruolo di cappellano generale è sta-to nominato padre Michel Riquet, parroco di Lou-rdes. Il presidente, il segretario generale e il tesoriere dell’Hospitalité non sono direttamente collegati ad un particolare servizio. Il loro compito è di assicu-rare il buon andamento generale, coordinando i vari comparti e favorendo la loro interazione reciproca. Il presidente ha inoltre l’incarico di tenere i rapporti con il Santuario Notre Dame di Lourdes e con le al-tre associazioni presenti sul territorio. Il cappellano generale porta a compimento l’incarico pastorale af-fidatogli dal vescovo di Tarbes e Lourdes, celebrando i sacramenti e occupandosi dell’assistenza spirituale ai tanti hospitalier che nel loro cammino di pelle-grinaggio e servizio, si rendono disponibili ai loro fratelli più deboli.

Dal 5 dicembre 1999, le attività dell’Hospitalité sono state ufficialmente suddivise in sei differenti servizi, ciascuno dei quali è presieduto da un responsabile che ricopre anche la carica di vicepresidente al fian-co del presidente Tierny:

Il servizio Sainte Bernadette: si oc-cupa dell’accoglienza dei futuri membri dell’Hospitalité, assicuran-do una loro adeguata preparazione al compito che li attende, durante i quattro anni di stage necessari a

diventare hospitalier. Per loro è stato predisposto un apposito programma di formazione in sei lin-gue (francese, italiano, spagnolo, inglese, tedesco e olandese), in base alle diverse nazionalità degli stagiaire, gestito da un consigliere e da “formatori” del servizio. Generalmente i lavori sono organiz-zati con cadenza settimanale: il lunedì viene riser-vato agli stagiaire del primo anno, martedì, merco-ledì e giovedì rispettivamente al secondo, terzo e quarto anno, mentre il venerdì è dedicato ad una sorta di bilancio generale della settimana durante il quale gli stagiaire fanno il punto sul loro vissuto. Tale programma è obbligatorio per i primi quattro anni di servizio, ed è aperto a tutti gli hospitalier che ne facciano richiesta e desiderino vivere un periodo di formazione spirituale. Il servizio è an-che responsabile dell’Ufficio d’accoglienza all’en-trata dell’Accueil Jean Paul II dove si trova la sede dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes.

Due volontari danno informazioni ai pellegrini

sull’Esplanade

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Il servizio Saint Jean Baptiste: tale servizio è rivolto all’ac-compagnamento alle Piscine dei pellegrini, in particolare malati e disabili. Il percorso del bagno, in cui si viene immersi

in una vasca riempita d’acqua della sorgente, è un cammino di fede a richiamo del sacramen-to del Battesimo e delle parole che la Vergine rivolse a Bernadette: «Andate alla sorgente, a bere e lavarvi». Compiere questo percorso è un’esperienza umana particolarmente forte e importante, un messaggio di fede e umiltà ca-pace di cambiare la vita di molte persone. Per questo motivo l’opera dell’Hospitalité assume un ruolo del tutto particolare: gli hospitalier devono accogliere e aiutare i pellegrini con dedizione e rispetto, anche di fronte a situa-zioni pratiche non facili. Spogliare e rivestire le persone malate, accompagnandole in un gesto, quale il bagno alle Piscine, di così forte impatto, richiede un autentico spirito di frater-nità, generosità e di amore verso il prossimo. A differenza degli altri servizi, generalmente attivi da marzo a ottobre, in concomitanza con la stagione di maggiore affluenza dei pel-legrinaggi, il servizio alle Piscine, per la sua particolare rilevanza, dura per tutto l’anno, con variazioni di orario tra la stagione estiva e quella invernale.

Il servizio Notre Dame: si oc-cupa di coordinare l’attività nel centro di accoglienza dei pellegrini malati che reca lo stesso nome, con una capien-za di oltre 900 persone. Gli

hospitalier vi operano a stretto contatto con la congregazione delle suore di Nevers, respon-sabili della struttura, e con il personale del Santuario. I compiti da gestire sono innumere-voli, e anche se non riguardano direttamente l’accompagnamento dei malati, sono altret-tanto importanti per garantire la migliore ac-coglienza possibile: il servizio ai tavoli (aiuto in cucina e nella distribuzione dei pasti), pu-lizia dei locali comuni, lavoro nelle sagrestie, cucito e ricamo, assistenza (per medici e infer-miere) ai punti di pronto soccorso, ricevimen-to all’ingresso dei locali dell’Hospitalité Notre

Dame di Lourdes, presenza al servizio “oggetti smarriti”, aiuto nella preparazione di composi-zioni floreali per i luoghi di culto. In base alle loro disponibilità, gli stagiaire possono ugual-mente raggiungere le equipe degli altri servizi dell’Hospitalité, in particolare alle Piscine, alla stazione, alla Grotta o nel corso delle grandi ce-lebrazioni sull’Esplanade, oppure nella basilica San Pio X. Allo stesso modo gli hospitalier sono spesso invitati ad unirsi alle suore nei momenti di riflessione e preghiera.

Il servizio Marie Saint Frai: il Servizio è legato all’Accueil Ma-rie Saint Frai, struttura situata in prossimità dei santuari, gestita dalla congregazione delle suore di Saint Frai, in grado di acco-

gliere fino a 400 pellegrini malati. Gli hospitalier

Aiuto pratico e sostegno morale: l’intento degli hospitalier è anche quello di regalare un sorriso

Un gruppo di malati in pellegrinaggio a Lourdes

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qui impegnati, a seconda della loro dispo-nibilità, prestano la propria collaborazione anche negli altri comparti.

Il servizio Saint Michel: gesti-sce e coordina tutto ciò che riguarda il vitto e l’alloggio dei membri dell’associazione presenti a Lourdes per acco-gliere i malati. Il Servizio si

occupa inoltre del “Foyer dell’Hospitalité” e dell’“Atelier”, che gestiscono tutta la parte logistica del lavoro, in particolare per quanto concerne il materiale in dotazione per l’assi-stenza, dalle vetture alle barelle, fino ad arri-vare agli interventi di manutenzione (per la-vori idraulici, di falegnameria, elettrici, ecc.) presso i vari edifici dell’associazione.

Il servizio Saint Joseph: a questi volontari è affidata una moltitudine di compiti, tra i quali l’accoglienza dei pelle-grini alla stazione di Lourdes e all’aeroporto di Tarbes-Lou-

rdes-Pirenei sia al loro arrivo che alla loro

Per essere accolti al primo anno di stage presso l’Hospitalité bisogna essere maggiorenni e non aver superato il 65° anno di età. Se si hanno tali requisiti, è necessario fare richiesta all’associazione compilando un apposito modulo scaricabile sul sito www.hospitalite-lourdes.com, inviandolo via mail a [email protected] oppure per posta a questo indirizzo: Hospitalité Notre Dame di Lourdes, BP 197, 65016 - Lourdes Cedex (Francia).

Al modulo di richiesta dovranno essere allegate una fototessera e una raccomandazione scritta dal proprio parroco o da un membro dell’Hospitalité. La durata di uno stage è compresa tra un minimo di 6 giorni e un massimo di 15. La presenza a Lourdes è totalmente volontaria e occorre farsi carico delle spese di viaggio, alloggio e dei pasti. È preferibile arrivare il sabato o la domenica poiché i corsi di formazione iniziano il lunedì mattina. Il prezzo della “cotisation” (la quota associativa) è di 8 euro per gli stagiaire e di 15 euro per gli hospitalier.

Per diventare hospitalier è necessario frequentare gli stage per quattro anni, a questo punto, dopo la cerimonia dell’engagement, si può entrare nell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes come membri effettivi.

Come diventare

hospitalier

Alcune informazioni

per fare uno stage

o entrare a far parte

dell’Hospitalité Notre

Dame di Lourdes

La vetrina dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes all’ingresso dei Santuari presso la Porta Saint Michel

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partenza. Si occupano del trasporto di questi pellegrini, con i bus dell’Hospitalité, verso le diverse case d’accoglienza, la Grotta e le Piscine. Gestiscono gli arrivi e partenze dei pelle-grinaggi all’Accueil Marie Saint-Frai e Notre Dame. Aiutano, infine, nell’organizzazione di tutte le celebrazioni quotidiane in stretta collaborazione con i santuari.

L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes, forte della notevole con-siderazione ottenuta in seno alla Chiesa, e grazie all’esperien-za accumulata in anni di servizio, dalle prime pionieristiche attività, si è strutturata con un’organizzazione solida ed effi-ciente, giungendo a diventare una delle più famose e consoli-date realtà nel mondo del volontariato cattolico. Il tutto senza perdere di vista in alcun modo la propria originaria vocazione, imprescindibile fondamento della scelta di vita di ogni singolo membro. Per questo diventare hospitalier richiede un impegno del tutto speciale e una preparazione laboriosa, per man-tenere puro e intatto quello spirito su cui l’associazione, fin dagli esordi, ha basato le sue attività e la sua stessa esistenza.

Un impegno riconosciuto e apprezzato da papa Giovan-ni Paolo II, che così scrisse in una preghiera rivolta ad una de-legazione di hospitalier raccolta in udienza in Vaticano: «Da quando, alla Grotta di Massabielle, si è ascoltato l’appel-lo della Vergine alla preghiera e alla penitenza, da quando si sono riconosciuti i segni della misericor-dia, i malati sono venuti a pregare, a offrire le loro sofferen-ze, a chiedere sollievo, a domandare i doni della speranza e della pace del cuore. Questi uomini e queste donne, giovani e vecchi, sono presto apparsi come i privilegiati dell’amore salvifico di Cristo e i prediletti della Madre sua, infinitamente compassionevole. La presenza dei malati ha suscitato attorno al santuario e nei pellegrinaggi un intenso movimento di fraternità e di aiuto ad accompagnarli. Molti di coloro che li hanno accuditi si sono legati a questo compito e l’hanno compiuto anno dopo anno.

Così è nata a Lourdes la vostra confraternita, presto associata ad innumerevoli confraternite e impegnata nei pellegrinaggi, organizzati regolarmente in Paesi dell’Europa e di altre par-ti del mondo». Il compianto pontefice proseguì enunciando le caratteristiche di ciascun hospitalier, una descrizione che ne traccia un ritratto esemplare: «Considerando ciò che rap-presenta l’Hospitalité di Lourdes, mi colpisce il significato evangelico di ciò che essa compie. Vi si potrebbe scoprire una lunga serie di risposte alle parole della Madre di Gesù: “Fate quello che egli vi dirà”. Servire i malati è fare quello che il Signore aspetta da voi. E quando lo si è fatto nel corso di un pellegrinaggio, l’esperienza dell’imitazione del Signore nei tratti del buon Samaritano, come egli descrive sè stesso

nel vangelo, certamente non può essere un’esperienza isolata, di un giorno. Gli animatori dell’Hospi-

talité tornano anno dopo anno. Inoltre, ne-gli anni, essi prolungano la loro azione

nella comunità della loro vita quoti-diana. Alla sequela del Signore, a

Lourdes come in qualsiasi altro luogo, essi sanno che il soccor-so fraterno portato a coloro che vivono tante diverse sof-ferenze implica, nello stesso tempo, un aiuto di ordine materiale, una testimo-nianza di ordine spirituale, un’esperienza di comunità ecclesiale».

Le parole di papa Giovanni Paolo II non potrebbero pre-

sentare in maniera più esau-riente la complessità del percor-

so che porta a diventare hospitalier: non una scelta estemporanea, ma

l’adempimento di una missione, un “marchio” impresso in modo indelebile at-

traverso la preghiera: «Oggi vorrei semplicemen-te sottolineare la ricchezza del vostro impegno. Quando

i membri dell’Hospitalité pronunciano il loro atto di consa-crazione, pregano la Vergine Immacolata, nella docilità allo Spirito Santo e nel fervore della fede; essi chiedono la grazia di lavorare “per confortare coloro che soffrono, per la ricon-ciliazione degli uomini, per l’unità della Chiesa e la pace nel mondo”. Con questa preghiera, voi delineate un ammirevole programma. Con voi, vorrei rendere grazie per tutto ciò che è stato realizzato, e vorrei con voi pregare la Madre del Si-gnore perché vi aiuti a compiere sempre più intensamente la vostra azione, e, in particolare, perché aiuti molti giovani ad

La medaglia dell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes

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zione, partecipando a diversi viaggi in qualità di stagiaire e frequentando un apposito percorso di formazione, pratica e spirituale, predisposto dal Servizio Sainte Bernadette. «I no-stri numeri, nel complesso crescono continuamente – ha detto il presidente Tierny – Per esempio, nel 2008, rispetto agli anni precedenti, abbiamo registrato una crescita del 10% di hospi-talier, del 15% di stagiaire e del 31% di ausiliari. Basti pensare che ogni anno formiamo circa 400 nuovi stagisti».

L’unico rammarico del presidente Tierny è la mancanza di un cospicuo numero di giovani, molti dei quali prendono parte agli stage di preparazione ma non portano a compimento il cammino. Ma il crescente interesse nei confronti dell’Hospi-talité Notre Dame di Lourdes, in particolare oggi che celebra i suoi 125 anni di vita, insieme al “risveglio” delle nuove ge-nerazioni nei confronti della solidarietà e dell’impegno nel mondo del volontariato, anche cattolico, sono i primi segnali di un cambio di rotta che pone ottime basi per il futuro.

accogliere l’appello evangelico della carità in tutte le sue di-mensioni. Questa testimonianza deve contribuire a dare alla Chiesa un nuovo volto e ad aprire voi stessi alle diverse solle-citudini pastorali della Chiesa». E ancora: «Possiate contribuire a questo grande aspetto del-la missione della chiesa: accogliere e visitare i più poveri, i più sofferenti tra noi, accompagnarli con la discrezione che richiede la sofferenza dell’altro e il mistero del suo cammi-no interiore; voi li aiutate anche a ricevere la grazia salvifica del Redentore affinché, riconfortati dall’aiuto dei loro fratelli, possano essere illuminati nella fede dalla forza della speranza e dell’amore. Questa intensa esperienza vi conduce a parte-cipare sempre più ai numerosi sforzi pastorali della Chiesa, anche in altri ambiti». Un compito dunque non facile, che richiede impegno, determinazione, una fede profonda, la capacità di affrontare anche situazioni problematiche. Ma come si diventa hospitalier? È necessario sapere che prima di raggiungere l’ambito titolo, servono quattro anni di prepara-

In 125 anni di attività tra servizio e preghiera, l’Hospitalité Notre Dame di Lourdes è diventata una delle associazioni più importanti del mondo cattolico

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L’avvenire non ci appartiene…

Così dice uno dei testi più belli che cantiamo a Lourdes: «Maria, nostra

guida nel cammino, ci porti a proclamare coraggiosamente un nostro “sì” di fronte

agli imprevisti che Dio ci pone innanzi…»

Centoventicinque anni e oltre...

Ciò che forse ci appartiene e che costituisce la giustificazione stessa di questa pubblicazione è - come ci insegna la stessa Maria - di meditare bene queste cose

nel nostro cuore (Lc 2.19) affinché il passato, qui rivissuto, si trasformi in memoria viva, portatrice di avvenire. Si è soliti dire, quando non si sa dove si va, che bisogna guardare da dove si arriva… L’Hospitalité sa “dove“ deve andare, ma la ri-lettura della sua storia può sicuramente aiutarla a capire “come” andarci meglio.

Due constatazioni almeno sembrano, in effetti, emergere da queste pagine di ricordi.

La prima, positiva, è quella della sorprendente capacità di quest’istituzione quale l’Hospitalité, di reagire e adeguarsi in funzione degli eventi e dei tempi grazie, in particolare, a responsabili di spessore e alla mobilitazione e alla disponibilità dei volontari.

La seconda, più negativa, è il fatto che, tranne in caso di grandi catastrofi - le guerre per esempio - il mondo esterno penetra poco a Lourdes. Un’esperienza che d’altronde facciamo tutti, individualmente, quella di un “mondo a parte “: quando siamo a Lourdes, abbiamo tendenza a dimenticare che il mondo esiste…

Forse sarebbe il caso di prendere atto di queste due constatazioni per preparare l’avvenire: consolidando la prima affermazione e correggendo la seconda.

È evidente, in effetti, cha la capacità di adattarsi e operare do-vrà essere preservata e sviluppata semplicemente perché le circostanze lo esigono. Ciò che permea la missione dell’Ho-spitalité evolve in fretta, in termini che abbiamo tutti chiari

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Un giovane malato africano in pellegrinaggio a Lourdes

A sinistra un’immagine della Madonna di Lourdes,

a destra Benedetto XVI firma la sua enciclica

Caritas in Veritate

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nella mente: il pellegrino e il malato di oggi, non sono quelli di ieri, il loro percorso non è più neces-sariamente lo stesso, le condizioni di trasporto e di alloggio neanche, così come le loro attese…

La pastorale dei Santuari deve quindi adat-tarsi, ed è quindi compito dell’Hospitalité di essere sempre meglio disposta al suo servizio, ac-cettando lei stessa i rinnovamenti necessari. Cosa che ha ampiamente intrapreso in questi ultimi anni dal cambiamento degli statuti fino… all’abban-dono delle bretelle, passando per la ristrutturazione dei servizi, l’adeguamento delle procedure, l’aper-tura a nuove nazionalità, il rinnovamento della divi-sa e degli alloggi, l’ammodernamento dei mezzi di trasporto, ecc… Domani, occorrerà proseguire con “l’operazione Si-loë”, la flessibilità degli assegnamenti nei servizi, la formazione continua e tutte le ristrutturazioni che si riveleranno indispensabili. In un contesto sempre più segnato dal cambiamento, la fluidità, l’indivi-dualizzazione dei comportamenti, la preoccupa-zione dell’istituzione, della sua solidità e della sua adattabilità diventa vitale. Insomma, l’avvenire, già nella nostra vita ospedaliera a Lourdes, è ben pre-sente, in fermento. Ed è un avvenire esigente.Lo è ancora di più, sicuramente, dal punto di vista dell’ “hospitalier nel mondo”, ed è su questo piano che dovremo probabilmente, domani, fornire sforzi più significativi. In effetti, entreremo sempre di più nell’era della globalizzazione, della comunicazio-ne, degli scambi, dell’internazionalizzazione… Il “mondo a parte” non resisterà e ancor di meno gli aspetti rimasti un po’ autoctoni dell’Hospitalité. Occorrerà probabilmente riscoprire meglio il fat-to che la parola “hospitalité”, che deriva da due parole latine (hospes e hostis), che significano entrambe “straniero”, e sono legate all’ospitalità biblica fondata su un rito di accoglienza tipico del nomadismo, in cui si voleva mettere alla pro-va la carità e la ricompensa divina (vedere La Croix 19.10.2009). In altri termini, l’ospitalità intesa come apertura al mondo e accoglienza di questo mondo diventerà una dimensione sempre più essenziale della dottrina e della pratica sociale della Chiesa. Benedetto XVI torna spesso su questo punto.E questa presenza del mondo e questo essere al mondo, richiederà maggiore attenzione da parte nostra, poiché l’attuale evoluzione è portatrice, in-sieme a numerose ricchezze, di rischi e anche di ca-

Un gruppo di giovani francesi in pellegrinaggio a Lourdes

Nemmeno le avverse condizioni atmosferiche frenano i tanti pellegrini che ogni anno pregano di fronte alla Grotta

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tastrofi virtuali, che, pur essendo meno spettacolari di quelli di una volta, toccano il cuore stesso del nostro “mestiere” di hospitalier: l’accoglienza del più debole, che sia malato, disabile, bambino o immigrato. Per far fronte alle minacce di un nuovo totalitarismo tecno-economico, non saremo mai troppi con le nostre teste, i nostri cuori e le nostre braccia, per elaborare questa nuova “sintesi uma-nista” che il Santo Padre, nella sua ultima encicli-ca, auspica. Nessun dubbio quindi, che partendo da tutti questi punti, a Lourdes e fuori da Lourdes, sia necessario amalgamarci sempre meglio, tessere insieme, questo mondo e l’altro mondo.È la cosa per la quale dovremo più che mai “impe-gnarci” e “dedicarci”.

In questo senso, è giusto che la nuova pagina del-la storia dell’Hospitalité, che si apre con il 125° compleanno, sia segnata da un rinnovo dei nostri rituali d’impegno e di consacrazione, per distin-guere meglio, e unire, ciò che dipende dal “fare” a Lourdes e dall’“essere” nella Chiesa e nel mondo.

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Il contesto suggestivo, tra monti e paesaggi di roccia. La semplice umiltà di una giovane, prescelta per essere protagonista e deposi-taria di un prodigio che segnerà la storia della cristianità. La bellis-sima “Signora” vestita di bianco e avvolta da una luce misteriosa. Sono tante le ragioni che rendono unica l’atmosfera di Lourdes e che hanno trasformato questo piccolo villaggio adagiato sui Pire-nei nel fulcro della devozione mariana a livello mondiale. Ma ciò che forse più colpisce, a prescindere dalle miracolose guarigioni susseguitesi nel corso degli anni, è il legame sincero e profondo che lega milioni di pellegrini a questi luoghi, forse più di qualsiasi altra località di culto sparsa per il globo. Infermi, malati, persone di ogni provenienza e cultura che si rivolgono alla Vergine in cerca di un conforto fisico o spirituale, di un’intercessione in favore di

un loro caro, di una semplice preghiera. Il tutto con una fede e una forza che traspaiono dagli sguardi, dai gesti, dal silenzio delle folle adunate presso la Grotta o l’Esplanade del Rosario. Basta recarsi una sola volta a Lourdes per cogliere quest’atmosfera unica e trarne spesso un ricordo indimenticabile. Molti pontefici, fin dai primi anni a partire dalle apparizioni, ne hanno compreso l’importanza, a conferma di un legame ormai indissolubile. Ogni viaggio papale segna una nuova, fondamentale tappa nella storia della Chiesa, diventa l’occasione per proclami importanti, lascia ricordi struggenti. Come nel caso di papa Giovanni Paolo II, che scelse proprio la località francese come meta del suo ultimo viaggio apostolico, il 14 e 15 agosto 2004, prima della sua morte avvenuta nell’aprile 2005. Ormai prostrato dalla malattia,

visibilmente provato dal dolore, pregò per lunghi e silenziosi minuti presso la Grotta di Massabielle, affidando il suo discorso al cardinale Etchegaray. Parole di affetto e comprensione, in particolare nei confronti dei malati, con i quali ha condiviso la profonda sofferenza fisica degli ultimi anni di vita: «Sono con voi, cari fratelli e sorelle, come un pellegrino presso la Vergine; faccio mie le vostre preghiere

e le vostre speranze; condivido con voi un tempo dell’esistenza segnato dal dolore del corpo, ma non per questo meno fecondo nel disegno mirabile di Dio. Insieme a voi prego per coloro che si sono affidati alla nostra preghiera». E ancora: «Ho sempre avuto grande fiducia, per il mio ministero apostolico, nell’offerta, nella preghiera e nel sacrificio di quanti sono nella sofferenza. Vi domando di unirvi a me,

15 agosto 1983 - Pellegrinaggio di Giovanni Paolo

II a Lourdes: all’aeroporto

di Ossun con Francois

Mitterrand

Un legame profondoMolti pontefici, già negli anni successivi alle apparizioni, sono giunti a Lourdes per conoscere da vicino la realtà unica di questi luoghi. Da Pio XII a Benedetto XVI, la storia di un incontro speciale

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durante questo pellegrinaggio, per presentare a Dio, per intercessione della Vergine Maria, tutte le intenzioni della Chiesa e del mondo». A conclusione di questo commovente saluto, papa Wojtyla si rivolse ancora una volta ai malati con parole di profondo affetto: «Cari fratelli e sorelle ammalati, vorrei stringervi fra le mie braccia con affetto, uno dopo l’altro, e dirvi quanto sono vicino e solidale con voi. Lo faccio spiritualmente affidandovi

all’amore materno della Madre del Signore, e chiedendo a Lei di ottenere per voi le benedizioni e le consolazioni di suo Figlio Gesù». Il viaggio di Giovanni Paolo II avvenne in occasione del 150esimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, sottolineandone il profondo legame con l’Assunzione della Vergine: «Inginocchiandomi qui, presso la Grotta di Massabielle, sento con emozione di aver raggiunto la meta del mio pellegrinaggio. Questa grotta, dove apparve Maria, è il cuore di Lourdes. Fa pensare alla caverna del monte Oreb, dove Elia incontrò il Signore, che gli parlò nel “mormorio di un vento leggero”. Vogliamo imparare dall’umile serva del Signore la disponibilità docile all’ascolto e l’impegno generoso nell’accogliere l’insegnamento di Cristo nella nostra vita. “Io sono l’Immacolata Concezione”. Le parole che Maria rivolse a Bernadette il 25 marzo

All’arrivo a Lourdes con il sindaco Francois Abadie

Giovanni Paolo II all’arrivo nei Santuari a bordo della papamobile, vicino alla Vergine Incoronata

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1858 risuonano con intensità tutta particolare nel corso di quest’anno, nel quale la Chiesa celebra il 150° anniversario della solenne definizione del dogma, pronunciato dal Beato Pio IX con la Costituzione apostolica Ineffabilis Deus. Oggi in particolare la Chiesa celebra la gloriosa Assunzione al Cielo di Maria in corpo e anima. I due dogmi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione sono tra loro intimamente legati. Entrambi proclamano la gloria di Cristo Redentore e la santità di Maria, il cui destino umano è già da ora perfettamente e definitivamente realizzato in Dio». Il discorso di papa Wojtyla non trascura ancora una volta un pensiero nei confronti dei malati e degli hospitalier che li accompagnano con impegno e devozione: «Saluto in modo speciale i giovani, che a Lourdes sono di casa, e che pongono generosamente le loro forze al servizio dei fratelli ammalati come hospitaliers. Ricordo con emozione gli incontri avuti in Francia con i giovani: il primo a Parigi, poi a Lione, a Strasburgo e infine nuovamente a Parigi per la Giornata Mondiale della Gioventù. Questi incontri mi hanno dato una grande speranza, che oggi voglio condividere con voi, cari giovani amici. Ponetevi alla scuola di Maria e porterete nel mondo una ventata di speranza!». Anche i suoi predecessori non mancarono di celebrare Lourdes e la sua grandezza, spesso in occasione di solenni ricorrenze, come papa Pio XII, che scrisse un’apposita enciclica per il centenario delle Apparizioni della Vergine Maria: «Il pellegrinaggio a Lourdes, che Noi abbiamo avuto la gioia di compiere recandoci a presiedere in nome del Nostro predecessore Pio XI le solennità eucaristiche e mariane per la chiusura del giubileo della Redenzione, ha lasciato nella Nostra anima profondi e dolci ricordi. Insieme con voi, diletti figli e venerabili fratelli, vogliamo ringraziare Dio per l’insigne favore fatto alla vostra patria e per tante grazie

Preghiera ai malati

Poiché tu sei il sorriso di Dio, il riflesso della luce di Cristo, la dimora dello Spirito Santo, Poiché tu hai scelto Bernadette nella sua mise-ria, tu che sei la stella del mattino, la porta del cielo e la prima creatura risorta, Nostra Signora di Lourdes, con i nostri fratelli e le nostre sorelle i cui cuori e i cui corpi sono dolenti, noi ti preghiamo!

Papa Benedetto XVI, Lourdes, 15 settembre 2008

Il presidente Antoine Tierny accompagna la carrozzina di papa Giovanni Paolo II

La preghiera di Karol Wojtyla alla Grotta con monsignore Donze

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elargite nel corso di un secolo sulla moltitudine di pellegrini. Desideriamo invitare tutti i Nostri figli a rinvigorire, in questo anno giubilare, la loro devozione fidente e generosa verso colei che, secondo la parola di San Pio X, si compiacque di stabilire a Lourdes “la sede della sua immensa bontà”. “Ella viene a Bernadetta, ne fa la propria confidente, la collaboratrice, lo strumento della sua materna tenerezza e della misericordiosa onnipotenza del suo Figlio, per restaurare il mondo in Cristo mediante un nuovo e incomparabile effondersi nella redenzione».

Pio XII parlò del profondo legame che i suoi predecessori vol-lero creare con Lourdes e le sue molteplici suggestioni: «Questi cento anni di culto mariano hanno in qualche modo intrecciato tra la sede di Pietro e il santuario dei Pirenei saldi vincoli, che Ci piace ricordare. Non è stata forse la stessa Vergine a desiderare tali reazioni? Pertanto non fa meraviglia che i Nostri predeces-sori si siano compiaciuti di moltiplicare i privilegi al Santuario». Per esempio, già nel lontano 1869, Pio IX manifestò la propria soddisfazione «perché gli ostacoli suscitati contro Lourdes dalla nequizia degli uomini avessero consentito di manifestare con più forza ed evidenza la chiarezza dell’avvenimento». Nel 1892 Leone XIII arrivò a concedere uno speciale ufficio e la messa della festa “in apparitione beatae Mariae virginis immaculatae”: «Nella sua potenza la Vergine Madre, che altre volte cooperò con il suo amore alla nascita dei fedeli nella Chiesa, sia ancora oggi lo strumento e la custode della nostra salvezza; che ella dia la tranquillità della pace agli spiriti angosciati, che affretti infi-ne, nella vita privata come in quella pubblica, il ritorno a Gesù

Cristo». A sua volta Pio X si fece promotore di un al-tro gesto importante, creando il titolo episcopale di Lourdes unitamente a quello di Tarbes, elevando Ber-nadette all’onore degli altari con l’avvio della causa di beatificazione. Papa Pacelli proseguì citando altri due importanti predecessori: Benedetto XV, che «vol-le arricchire il santuario, già colmo di favori, di nuo-ve e preziose indulgenze, e se le tragiche circostanze del suo pontificato non gli permisero di moltiplicare gli atti pubblici del suo ossequio, volle nondimeno onorare la città mariana accordando al suo vescovo il privilegio del pallio nella sede delle apparizioni»; Pio XI, già pellegrino a Lourdes, il quale «proseguì l’ope-ra ed ebbe la gioia di elevare agli altari la privilegia-ta della Vergine, divenuta suor Maria Bernarda nella Congregazione della Carità e dell’istruzione cristia-na», dicendo infine che «questo santuario passa ora a giusto titolo per uno dei principali santuari mariani del mondo». Lourdes ha visto la presenza di un altro papa molto amato, Giovanni XXIII, che ebbe modo più volte di visitare la località mariana, come giovane sacerdote insieme al suo vescovo Giacomo Maria Ra-

dini Tedeschi, e come legato pontificio, pri-ma della sua elezione. Il cardinale Roncalli vi aveva consacrato nel marzo 1858 il tempio sotterraneo di San Pio X, dopo essere stato Rappresentante Pontifi-cio in terra transalpina per circa nove anni, dal 1944 al 1953, e dall’8 al 15 luglio 1954 aveva presieduto il pel-legrinaggio triveneto a Lourdes come Patriar-ca di Venezia. Senza dimenticare i lavori di restauro del Santuario operati nel 1962, con la demolizione delle due rampe di scale late-rali che hanno portato all’attuale sistemazio-ne incentrata sull’alta-re e sulla piccola statua dell’Immacolata. Dopo i viaggi oltralpe di Giovanni Paolo II, l’ultimo dei quali se-

15 settembre 2008 Pellegrinaggio di Papa Benedetto XVI. Messa dei malati

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Il presidente Tierny spinge la sedia a rotelle di papa Giovanni Paolo II in occasione del suo ultimo viaggio apostolico a Lourdes

gnato dal doloroso cammino della malattia, papa Benedetto XVI ha voluto rendere omaggio ai centocinquanta anni dalle apparizioni del-la Vergine a Bernadette con una solenne visita dal 12 al 15 settembre del 2008. Un’esperienza carica di molteplici valori, spirituali ma an-che politici, come testimoniato dall’incontro a Parigi con il presidente francese Nicolas Sarkozy. Un’occasione particolarmente importante in un periodo della storia segnato da conflitti, incomprensioni, po-vertà e problematiche sociali, nella quale Benedetto XVI ha voluto sottolineare con vigore l’unità della Chiesa e il bisogno di unire le forze in un’epoca così travagliata. Davanti a più di duecentomila per-sone riunite sull’Esplanade per la Santa Messa, il Papa ha parlato di una forza nuova che da questo luogo è in grado di portare nuova linfa vitale e rinnovamento spirituale a tutta la comunità cristiana.

Da Lourdes la missione della Chiesa «riceve un soffio nuovo», un nuovo «spirito missionario» sulla scia dei «grandi evangelizzatori del-la Francia». Il messaggio della Vergine, secondo Joseph Ratzinger, sta nel suo presentarsi «in una dipendenza totale da Dio, che esprime in realtà un atteggiamento di piena libertà, fondata sul completo rispetto della sua dignità. Siete venuti in grande numero a compiere questo pellegrinaggio giubilare con me e ad affidare le vostre famiglie, i vo-stri parenti ed amici, e tutte le vostre intenzioni a Nostra Signora. Gesù ha preso su di sé il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità, portando le umiliazioni e le discriminazioni, le torture subite in tante regioni del mondo da innumerevoli nostri fratelli e sorelle per amore di Cristo». Il tutto senza dimenticare parole di affetto e partecipazione nei confronti dei malati, nel corso della Santa Messa celebrata sul sagrato della Basilica del Rosario lunedì 15 settembre: «Maria ama ciascuno dei suoi figli, concentrando in particolare la sua attenzione su coloro che, come il Figlio suo nell’ora della Passione, sono in preda alla sofferenza; li ama semplicemente perché sono suoi figli, secondo la volontà di Cristo sulla Croce. Nel sorriso della più eminente fra tutte le creature a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile. La sofferenza prolungata rompe

gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita. Vorrei dire umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria! Nel sorriso del-la Vergine si trova misteriosamente la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell’ora voluta da Dio».

Le parole di papa Giovanni Paolo II ai giovani hospitalier nel suo ultimo viaggio apostolico

«Saluto in modo speciale i giovani, che a Lourdes sono di casa, e che pongono gene-rosamente le loro forze al servizio dei fratelli ammalati come hospitalier. Ricordo con emo-zione gli incontri avuti in Francia con i giova-ni: il primo a Parigi, poi a Lione, a Strasburgo e infine nuovamente a Parigi per la Giornata Mondiale della Gioventù. Questi incontri mi hanno dato una grande speranza, che oggi voglio condividere con voi, cari giovani ami-ci. Ponetevi alla scuola di Maria e porterete nel mondo una ventata di speranza!»

UN RICORDO SPECIALE

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IL FINE DELL’AMORE è

IL SERVIZIOEdizione unica

Edito perHospitalité Notre Dame de LourdesAccueil Jean-Paul II, B.P. 19765106 Lourdes Cedex

Responsabile della pubblicazioneAntoine Tierny

Realizzato perHospitalité Notre Dame de Lourdes

Testi a cura diPierre ChalvidanPierfrancesca GravianiDeborah Moleri

Progetto graficoMAB.q Roma-Milano-Parigi

ImpaginazioneElena Colombi

RedazionePierfrancesca GravianiDeborah MoleriTino Redaelli

RingraziamentiA Padre René Point per aver messoa disposizione la propria testimonianza diretta, i suoi scritti e gran parte delle immagini utilizzate in questa monografia

FotografieOsservatore Romano“Servire i malati a Lourdes, 1885-1985; 100 anni di Hospitalité”, di padre René Point, NDL edizioni

StampaImprimerie Augé

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L’Hospitalité Notre Dame di Lourdes ha un nuovo sito internet!

Concepito nell’ottica di un restyling comunicativo con cui l’associazionevuole avvicinarsi maggiormente ai suoi membri e interagire sempre più attivamente

con loro, il sito ha una veste grafica accattivante, è semplice da consultaree si presenta in sei lingue (francese, italiano, inglese, spagnolo, tedesco, olandese),

per raggiungere i nostri hospitalier e simpatizzanti sparsi in tutto il mondo.

Collegati all’indirizzo www.hospitalite-lourdes.com per trovare uno spazio web ricco di informazioni utili per conoscere la nostra associazione, storia, attività,

servizi, come prendere parte agli stage ed entrare nella grande famigliadell’Hospitalité Notre Dame di Lourdes.

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Per una data importante, un documentoaltrettanto utile per approfondire il ruolodell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes

In un DVD che potrete richiedere pressola sede dell’Hospitalité, sono stati raccoltiuna serie di dati e testimonianze da partedi chi l’Hospitalité la vive da dentro

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IL SERVIZIOUn viaggio attraverso la storiadell’Hospitalité Notre Damedi Lourdes dalle sue originiai giorni nostri conuno sguardo anche al futuro

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Anno 2010

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