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Formazione associativa: accompagnamento e sviluppo · riconoscere la vera figura adiuvante, di...

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43
Filomena Tarantino C’era una volta… una fiaba lunga un anno Cersosimo, sala Castello 17 maggio 2015 Anna Maria Bianchi
Transcript

Filomena Tarantino

C’era una volta…

una fiaba lunga un anno

Cersosimo, sala Castello

17 maggio 2015

Anna Maria Bianchi

2

Cersosimo

Una comunità

che conosce

il fascino e il valore

della narrazione

Incontro-dibattito

Ti regalo una fiaba Raccontare per educare

Cersosimo, 14 gennaio 2014

3

I perché di una collana

Poco la scuola parla di sé

Vicinanza all’aula

Le esperienze “esemplari”

T. J. Sergiovanni (2000). Costruire comunità nelle scuole, Roma, LAS.

«Invece di cercare metafore esterne per l’educazione

scolastica, forse è meglio che ritorniamo alla classe e

all’immagine dell’insegnante che si prende cura dei suoi

studenti, li guida, li aiuta ad apprendere come gruppo e

come individui, utilizzando sia conoscenze disciplinari

che pedagogiche…»

Poco la scuola parla di sé

Esemplare non equivale

a eccezionale e non vuol

dire da replicare

Ciascuno di noi ha un

talento, una particolare

abilità che, se usata,

rende esemplare la sua

esperienza. Ma bisogna

“vestirla di parole”.

Le esperienze “esemplari”

• Iniziazione alla vita

• Trasformazione di un eroe adulto

La metafora del viaggio

Il viaggio di iniziazione

Il viaggio è per la conquista

dell’autonomia (diventare

re o regina): Biancaneve,

Cenerentola, Telemaco,

Pinocchio…

Ripetute prove, figure

agevolanti o ostacolanti, …

Il viaggio di iniziazione

…serve il coraggio

di attraversare il

bosco o il mare

o il deserto…

Il viaggio di iniziazione

… serve la capacità di

riconoscere la vera figura

adiuvante, di imparare a

distinguere di chi potersi

fidare e quando

Il viaggio dell’eroe adulto

L’esito è una maggiore

conoscenza di sé, della

propria identità e della realtà

delle cose, che trasforma

l’eroe:

Gilgamesh, Ulisse, Faust

Elemento caratterizzante è la

struttura a spirale, che

prevede come esito un ritorno

al punto iniziale o ritorno a

casa, in cui però il viaggiatore

che ritorna non è più la stessa

persona che era partita.

L’esito del viaggio adulto è

una trasformazione interna,

non un’acquisizione materiale

o un nuovo status.

Il curricolo … come un viaggio

Quale sarà la destinazione?

Quali sono le mappe su cui

programmare e progettare

un viaggio?

I saperi si presentano come una mappa: un insieme

di basi di conoscenze tra loro collegate da relazioni

di senso.

Ho pensato di unificare il tutto scegliendo di illustrare in

sequenze una storia che parlasse di forme. Ho deciso

di utilizzare il racconto Berta impara a trasformarsi,

perché mi consentiva di lavorare sulle forme

geometriche e al contempo sulle emozioni (p. 48)

PROBLEMA

I bambini fanno confusione con

i nomi delle forme

COMPITO DA AFFRONTARE

Riassumere un testo letto

dall’insegnante in una serie di

sequenze illustrate e

riformularlo a partire da queste

ESIGENZA DIDATTICA

Lavorare sulle forme

geometriche

ESIGENZA

EDUCATIVA

Curare lo sviluppo

emotivo-affetivo

Non si costruiscono saperi,

cioè relazioni di senso fra

conoscenze, senza

motivazione e

coinvolgimento emotivo

Se vuoi costruire una nave…

…non richiamare prima

di tutto gente

che procuri la legna,

che prepari gli attrezzi

necessari,

non distribuire compiti,

non organizzare

lavoro…

Prima risveglia invece

negli uomini

la nostalgia del mare

lontano e sconfinato.

Appena si sarà svegliata

in loro questa sete,

gli uomini si metteranno

subito al lavoro

per costruire la nave

Antoine de Saint-Exupèry

Avere chiara la meta

Nessun vento

è favorevole

per chi non sa

dove andare,

ma per noi

che sappiamo

anche la brezza

sarà preziosa.

Rainer Maria Rilke

La maestra Filomena ce l’ha chiara

e regge saldamente il timone

Tendere alla costruzione

di uomini liberi,

capaci di

pensare con la propria testa

e sognare

con il proprio cuore (p. 64)

La scuola come luogo d’incontro dove si educa al vero, al bene, al bello,

alla libertà, può far sì che tutti sappiano affrancarsi dalle catene della

nuova schiavitù: omologazione, consumismo sfrenato, social network, che

“cercano di trasformare gli uomini in macchine ottuse e appagate, che si

credono libere mentre sono asservite”. (p. 64)

La maestra cantastorie

e i bambini inventastorie

Non perché tutti

siano artisti, ma

perché nessuno sia

schiavo” (G.Rodari)

Allenare al senso critico

Affinare l’insieme dei propri valori

sommandoli ai valori della

comunità di cui si è partecipi

Prevenire la patologia: affidarsi ai

“pifferai”, quali che siano,

cedendo loro in gran parte la

funzione leaderistica sulle

singole menti

Esercitare responsabilità educativa

La fiaba come sfondo integratore

Storie e racconti hanno consentito

ai bambini di discernere il reale

dal fantastico, ciò che è possibile

nella nostra vita da ciò che può

accadere solo nelle fiabe.

“Per i miei alunni l’azione

materiale di “aprire il libro”

equivale infatti all’apertura di una

porta varcando la quale si entra in

un mondo dove (…) perfino alberi e

cespugli si animano. Quando però il

libro si chiude, tutto torna alla

normalità: alberi e animali non

parlano più, streghe e orchi

smettono di esistere” (p. 14)

La fiaba come sfondo integratore

Magia come:

Superamento della

razionalità

Uso di codici

comunicativi non usuali

Occasione per fare i conti

con se stessi

“Le magie sono per

finta… vero maestra?”

Il tempo della riflessività non può coincidere con il tempo

dell’azione. Solo riflettere dopo, insieme, secondo chiavi

interpretative condivise, fa prendere consapevolezza

dello spessore di senso di quanto si è vissuto.

Il valore aggiunto della riflessività…

“Affinchè il fare non rimanesse

un’azione fine a se stessa, ho

sempre fatto seguire alle attività,

ai giochi, ai laboratori, momenti

di riflessione collettivi, senza dei

quali non sarebbe stato possibile

trasformare le esperienze in

apprendimenti” (p. 39)

…e quello della motivazione

…possono dare cuore anche agli aspetti più “tecnici”

Un problema reale da cui partire…

Forse anche per fare una storia ci vogliono

gli ingredienti (Martina)

…e una motivazione forte per far

innamorare del viaggio…

I bambini hanno trovato al centro

dell’aula una grande valigia di cartone e

hanno cominciato a fare ipotesi… (p. 56)

Con una scuola spazio

sicuro e stimolante

di fiducia,

accompagnamento,

cura,

valorizzazione reciproca,

condivisione di

pensieri ed azioni…

Per educare un bambino ci vuole un villaggio (detto africano)

…a Bella si è ri-costruito il villaggio educativo!

La scuola non è un luogo

dove le persone importanti non hanno bisogno di imparare

e le persone non importanti lo fanno.

Al contrario, è un luogo

dove gli studenti scoprono e gli adulti riscoprono

il piacere, le difficoltà e le soddisfazioni dell’apprendere

R. Barth (1990), Improving school from within. San Francisco, CA: Jossey-Bass, p. 9.

I principi guida per l’insegnamento di ogni disciplina derivano dalla

preoccupazione primaria per le persone a cui si insegna, i metodi di

insegnamento sono scelti proprio in base a questo.

Occorre che i docenti abbiano un’etica della cura dei loro

allievi, e che vivano il prendersi cura come valore etico

R. Barth (1990), Improving school from within. San Francisco, CA: Jossey-Bass,

Da preoccuparsi

per…

… a occuparsi,

prendersi cura di …

Da prendersi cura…

…a prendere a cuore

29

Ognuno dovrebbe chiedersi fino a che punto, con la sua testimonianza ed il suo intervento, elimina o

aggiunge "mattoni", promuove o mortifica la spinta vitale alla scoperta di sé e del mondo connaturale

ad ogni bambino.

La metafora del muretto da scavalcare

…andare verso qualcosa,

verso qualcuno, verso se

stessi

…scoprire nuovi mondi e

trovare nuovi modi di

vivere il mondo

…apprendere cose nuove

e incontrare nuovi modi

di apprendere le cose.

C’era una volta… Il diario di un viaggio lungo un anno

che ha portato a …

…dare e ridare

continuamente senso

al proprio imparare,

crescere, esistere

…emozionarsi di

fronte al bello e

ritrovarlo ovunque

…affrontare la paura

dell’ignoto e stupirsi

del mistero

…alimentare la

curiosità, tra mente e

cuore

…sentirsi compagno di

viaggio

…comprendere e

superare insieme

sofferenza e monotonia

…ricevere e dare

conoscenze e sentimenti

…condividere e

costruire competenze e

valori.

…con una valigia reale

e la consueta paura dell’ignoto

intraprenderò un viaggio

differente,

abiterò aule al momento

sconosciute

e mi affezionerò ad altri alunni

e ad altre colleghe (p. 63)

L’avventura continua

Temevo il mio ritorno

tanto quanto avevo temuto la

mia partenza;

entrambi appartenevano

all’ignoto e all’imprevisto.

Ciò che mi era stato familiare

nel passato,

nel presente mi era

sconosciuto:

la sola cosa che era cambiata

ero io...

Rientravo con “niente”

da trasmettere della mia

esperienza. Grazie alla comprensione del mio viaggio,

trovai in me la fiducia sufficiente

per compiere le necessarie, e difficili,

separazioni dalle mie vecchie strutture di vita,

in quel momento prive di senso...

Tornai dal viaggio per intraprenderne un altro

(Epopea di Gilgamesch)

Ci fa dono di un testo che DOCUMENTA

La maestra Filomena non rientra con “niente”

da trasmettere della sua esperienza.

-Il cosa, il prodotto (e le scuole lo fanno abitualmente)

-Il come, il processo (già un po’ più raro, ma si va diffondendo)

- Il perché non finalistico, ma motivazionale (aspetto fondamentale, ma ancora raro da trovare nei documenti scolastici)

Documentare le intenzioni

• Quali le motivazioni delle scelte?

• Che cosa abbiamo voluto veicolare?

• Perché in questa forma?

• E’ coerente con la nostra identità di scuola?

• Facilita/sostiene l’entrare in dialogo con altri

soggetti?

• ….

Documentare con i bambini

Dall’esperienza e dal gioco

all’invenzione del racconto collettivo…

…alla costruzione del libro pop up..

…al libro digitale nella scuola 2.0 Entrando nelle stanze sconosciute della

biblioteca virtuale, hanno scoperto che il

loro racconto si era trasformato in uno

strano libro che si sfoglia, si guarda e… si

ascolta! (p. 60)

L’insegnante entusiasta

L’entusiasta è un infaticabile sognatore, Un inventore di progetti, Un creatore di strategie Che contagia gli altri con i suoi sogni …

Non è cieco, non è superficiale. Sa che ci sono difficoltà e ostacoli. Sa che su dieci iniziative nove falliscono … Ma non si abbatte.

Aimc 39

Le paure iniziali

Alla fine di agosto del 2013, con una nomina a tempo

indeterminato tra le mani e una considerevole agitazione

nel cuore (p. 17). I giorni che hanno preceduto il mio

ingresso nella sezione B sono stati inquieti e carichi di

tensione, perché da sempre il nuovo mi affascina e al

contempo mi spaventa (p. 22)

Mi sentivo molto maldestra. Non sapevo come toccarli,

come raggiungerli… Il paese delle lacrime è così

misterioso (p. 24)

Questo momento è stato l’inizio del viaggio che ci ha visti

protagonisti; un viaggio faticoso, costellato di imprevisti,

in cui mi è forse capitato di sbagliare strada, perché io, da

inesperto capitano quale sono, non sempre conoscevo le

tappe per arrivare alla meta (p. 25)

Non solo rose…

Il progetto Learning is fun cominciato a ottobre,

si è interrotto a dicembre per carenza di

fondi…qualcuno dei bambini talvolta mi chiede

ancora dove sia finito il bel cagnolone (p. 42)

Mi sarebbe piaciuto far inventare altre storie

utilizzando lo stesso metodo… Purtroppo non è

stato possibile perché le prove dello spettacolo

finale hanno impegnato le nostre mattinate ed

esaurito le mie energie (p. 59)

L’avvio del corso (di formazione) è avvenuto a

maggio e pertanto non è stato possibile

sperimentare in aula i laboratori progettati negli

elaborati (p. 61)

La maestra Filomena ha una

consapevolezza

“So che tra qualche anno i bambini

non ricorderanno più le filastrocche

imparate in questi mesi e che, forse,

l’albero Filippo, la nuvola Berta, la

valigia di Fantasia finiranno in

qualche angolo nascosto della loro

memoria.

Lo so perché anch’io ho dimenticato

tante delle cose imparate sui banchi

di scuola”

Conta, però, di essere riuscita a trasmettere ciò che anche a lei è rimasto :

“la curiosità, la brama di conoscenza, il desiderio di apprendere, la

sensazione che ci sia sempre ‘un di più’, un qualcosa che ancora non

possiedo, ma che va assolutamente indagato” (p. 63)

Cosa resta alla fine del viaggio

GRAZIE, maestra Filomena,

insegnante entusiasta,

per averci fatto il dono di condividere

un tratto del tuo cammino

Filomena Tarantino

C’era una volta…

una fiaba lunga un anno

Cersosimo, sala Castello

17 maggio 2015


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