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Fotogiornalismo e videogiornalismo 5 lezione

Date post: 27-Jun-2015
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L’immagine fotografica tra linguaggio e tecnologia A cura di Andrea Cerase Luca De Bernardis
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Page 1: Fotogiornalismo e videogiornalismo 5 lezione

L’immagine fotografica tra linguaggio e tecnologia

A cura di Andrea Cerase

Luca De Bernardis

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L’immagine e l’informazione

• Per la legge 633/1941 (normativa sul diritto d’autore) il fotografo, per il solo fatto di aver scattato l’immagine è detentore di tutti i diritti sulla foto.

• Ciò che generalmente viene ceduto al giornale non è la stampa, la diapositiva o il file, ma il diritto a pubblicare per UNA volta l’immagine

• Alcune agenzie preferiscono concordare un diverso tipo di contratto e lavorano “a forfait” per una testata, fornendo un certo numero di immagini o servizi a prezzo più basso

• Fanno eccezione i fotoreporter inquadrati in una redazione, che possono far riferimento alle leggi sul giornalismo (il giornale come prodotto dell’ingegno collettivo).

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Fotogiornalisti e photo editor

• L’aver realizzato delle immagini giornalisticamente valide non è assolutamente sufficiente né per commercializzarle né per vederle pubblicate

• Come in molte professioni, le testate vogliono evitare di dover gestire grane per colpa di fotografi inesperti e poco conosciuti dal punto di vista professionale

• Le forme dell’organizzazione produttiva e distributiva sono centrali nel processo in cui l’offerta di materiale fotografico si incontra con la domanda.

• Le tecnologie digitali hanno da almeno un decennio, modificato le modalità di distribuzione e di consumo del materiale fotografico.

• Il referente ultimo del fotografo all’interno di un giornale, colui che materialmente acquista le foto è un giornalista del desk competente di grafica e di fotografia: il photo editor

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Chi è e cosa fa il photo editor?

• Il photo editor, o redattore iconografico è una figura di mediazione tra la richiesta di immagini fotogiornalistiche da parte una determinata testata (o agenzia) e l’offerta disponibile sul mercato

• Concretamente ciò significa:– Saper interpretare le esigenze delle varie sezioni in base alle notizie

del giorno, ai temi d’attualità e al “taglio” della testata– Tenere aggiornato un archivio per supplire alle necessità di immagini

sui temi d’interesse generale (salute, lavoro, trasporti)– Coordinare i flussi di foto di attualità in entrata– Gestire il budget e tenere i contatti con agenzie e fotografi– Pianificare il lavoro, assegnare i servizi e gestire le richieste della

redazione• Può essere un giornalista interno alla redazione o un libero

professionista a contratto o retribuito a fattura

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I problemi dei photo editor

• In Italia, i photo editor risentono, come i fotogiornalisti, di una scarsa cultura dell’informazione visuale

• Il loro ruolo professionale non è sempre riconosciuto nelle testate, e in alcuni casi sono stati messi lì per “punizione” o come “binario morto” a fine carriera

• A differenza di ciò che avviene in Europa, non hanno una formazione specifica e verificabile

• Spesso non sono neppure inquadrati come giornalisti. Nella migliore delle ipotesi hanno un contratto da poligrafici.

• Hanno responsabilità affini a quelle di un caporedattore o di un caposervizio, ma non hanno lo stesso tipo di privilegi contrattuali e retributivi

• Attualmente è in corso una vertenza perché vengano riconosciuti i loro diritti e nel 2001 hanno fondato un’associazione chiamata G.R.I.N., Gruppo Nazionale dei Redattori Iconografici

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La giungla delle tariffe e l’intervento dell’Antitrust

• Fino al 2007, esistevano diversi tariffari di riferimento per le prestazioni professionali dei fotogiornalisti

• Indubbiamente, i due tariffari più accreditati erano quelli dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e quello di Tau Visual, associazione di diritto privato che rappresenta gli interessi dei fotografi professionisti in diverse aree (advertising, editoriale, etc.)

• ONG e Tau Visual per anni hanno tentato di difendere il valore economico dell’immagine fotogiornalistica e della professionalità dei fotoreporter dai tentativi degli editori di “tenere basso” il mercato

• Con una stupefacente interpretazione dell’art. 2 della legge Bersani n. 248/2006, l’Autorità Garante della Concorrenza ha chiesto a ONG e Tau Visual la rimozione dei tariffari perché individuati come strumenti di restrizione della concorrenza tra gli operatori del settore, essendo una indicazione volta ad uniformare il prezzo di vendita del servizio e ad alterare il libero gioco della concorrenza

• Ma l’Antritrust è mai intervenuta sulla formazione di un “cartello” tra gli editori per livellare al minimo i compensi dei fotogiornalisti?

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Tariffario Ordine Nazionale dei Giornalisti (2007) - 1

• Quotidiani e periodici a diffusione nazionale con tiratura oltre 250.000 copie Periodici stranieri – Emittenti radiotelevisive a

diffusione nazionale e network

• Fotografia singola bianco e nero € 136,00

• Fotografia singola colore € 153,00

• Foto in copertina bianco e nero € 427,00

• Foto in copertina colore € 460,00

• Ripubblicazione € 101,00

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Tariffario Ordine Nazionale dei Giornalisti (2007) - 2

• Quotidiani e periodici a diffusione nazionale con tiratura fino a 250.000 copie

• Fotografia singola bianco e nero € 122,00

• Fotografia singola colore € 137,00

• Foto in copertina bianco e nero € 355,00

• Foto in copertina colore € 400,00

• Ripubblicazione € 87,00

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Tariffario Ordine Nazionale dei Giornalisti (2007) - 3

• Quotidiani e periodici a diffusione regionale o locale con tiratura oltre 40.000 copie – Emittenti radiotelevisive a diffusione regionale o locale con potenziale bacino di utenza superiore a 400.000 destinatari

• Fotografia singola bianco e nero € 93,00

• Fotografia singola colore € 108,00

• Foto in copertina bianco e nero € 122,00

• Foto in copertina colore € 153,00

• Ripubblicazione € 52,00

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Un mestiere da ricchi? Certamente no.

• Le tariffe proposte dall’Ordine fino al 2007 erano rappresentative di una ristretta parte del mercato, e riguardavano in pratica i soli fotogiornalisti iscritti all’albo dei professionisti o dei pubblicisti

• I compensi si riferiscono a servizi giornalistici completi di tutte le indicazioni per la pubblicazione: nella didascalia devono essere riportate l’identità dei personaggi fotografati, luogo, data e cronaca giornalistica dell’avvenimento cui le fotografie si riferiscono

• I compensi si riferiscono a fotografia singola e, quando il servizio comprende più fotografie, il minimale di cessione si intende triplicato

• In realtà tutto questo non ha mai funzionato, nemmeno prima del 2007. Mediamente, i prezzi reali praticati dalle testate erano dal 30% al 70% inferiori alle tariffe minime. Meno ancora per le testate locali: in molte le immagini vengono pagate meno di 10 €

• Qualsiasi fotogiornalista che proponga le sue immagini sul mercato sa perfettamente che vendere 2/3 immagini di un servizio di oltre 50 è un evento. Solo i paparazzi della cronaca rosa guadagnano davvero.

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Agenzie di stampa nazionali ed internazionali

Agenzie private di produzione e di distribuzione

Redazioni fotografiche interne al giornale

Fotogiornalisti Free - Lance

Il mercato dell’immagine: tipologie d’offerta

• L’offerta di materiale fotogiornalistico è organizzata in quattro forme principali di struttura produttiva con caratteristiche alquanto differenti e in concorrenza tra loro.

• Pur essendo diverse per modalità operative e per dimensioni, ciascuna di queste forme strutturali è in grado di offrire al giornale particolari vantaggi competitivi

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Agenzie di stampa nazionali ed internazionali

• Il servizio fotografico integra la copertura delle principali notizie a carattere nazionale ed internazionale prodotte dai giornalisti dell’informazione scritta

• Al fotoreporter è riconosciuto lo status e lo stipendio da giornalista professionista, e viene inviato a documentare determinate notizie dal caporedattore centrale

• Il lavoro è organizzato in turni, la copertura dei settori e delle notizie è determinata dall’esperienza specifica e dalla disponibilità

• Il fotoreporter è chiamato a sintetizzare il proprio lavoro in un numero molto ristretto di fotografie che verranno poi distribuite alla rete dei giornali abbonati all’agenzia via telefoto o tramite reti telematiche

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Agenzie private di produzione e di distribuzione

• L’agenzia privata produce o distribuisce immagini per trarne il massimo profitto economico

• Si avvale di fotografi che offrono materiale già realizzato da distribuire, o investono del denaro per produrre i loro servizi

• I fotografi corrispondono una parte dell’introito all’agenzia per il materiale che essa riesce a collocare sul mercato. Spesso, dal punto di vista giuridico, sono delle figure libero – professionali

• L’agenzia raccoglie in archivi molto forniti il materiale prodotto da fornire al cliente quando lo richiede, preparando una selezione del materiale da distribuire

• In alcuni, rari, casi sono organizzate in forma cooperativa (Magnum)

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Fotogiornalisti Free – Lance

• Il fotogiornalista free – lance decide e realizza in piena autonomia organizzativa e professionale i servizi che intende offrire al mercato

• Egli assume su di sé l’intero rischio di impresa, finanziando in proprio il lavoro che dovrà svolgere e godendo dei risultati del suo lavoro

• Il free lance distribuisce in proprio i servizi che realizza, o ne affida la distribuzione ad un’agenzia

• Spesso, intrattiene dei rapporti privilegiati con una o più testate che ne apprezzano lo stile, che necessariamente dovrà essere personale e riconoscibile

• In Italia essere free – lance vuol dire spesso trovarsi in una situazione di scarso riconoscimento professionale. Negli USA e nel mondo anglosassone tale figura è considerata un punto d’arrivo della carriera

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Redazioni fotografiche interne alla testata

• Alcune testate (sempre di meno) dispongono di una propria redazione di fotogiornalisti che realizzano tutti i servizi o una parte di essi

• I fotografi possono essere inquadrati contrattualmente come giornalisti professionisti o come poligrafici

• La redazione utilizza i fotoreporter per coprire eventi legati alla cronaca e all’attualità, o per realizzare servizi esclusivi per il giornale

• I fotografi agiscono alle dirette dipendenze dei capiredattori, che forniscono loro le indicazioni di massima sul lavoro da svolgere

• Solitamente coprono la notizia insieme al giornalista che redigerà il “pezzo” scritto

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Il rischio delle agenzie di stock

• Corbis, Getty Image, Photostock sono solo alcune società che gestiscono immensi archivi, a volte formati da miliardi di immagini

• Le agenzie di stock gestiscono e mettono a disposizione immense quantità di immagini (anche non strettamente fotogiornalistiche) per qualsiasi tipo di utilizzo editoriale: dal giornale quotidiano al manifesto, al libro, alla brochure, alla copertina di dischi etc.

• Il meccanismo è molto semplice: pagare il meno possibile al fotografo, acquisire con pochi soldi tutti i diritti, invadere il mercato abbattendo i costi per il cliente finale e, soprattutto, la concorrenza sulla qualità

• Grazia Neri, principale agenzia italiana d’archivio, da sempre attenta alla qualità ha chiuso i battenti nel 2009

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L’impatto del digitale sul mercato

• La digitalizzazione dell’immagine ha prodotto notevoli conseguenze sul mercato dell’immagine fotogiornalista

• Tutto può essere visto, acquistato e fatturato direttamente dallo schermo di un PC

• Sono scomparse le figure dei “venditori” delle agenzie e il rapporto tra fotogiornalisti e photoeditor si è molto spersonalizzato

• Si sono ridotti i budget delle testate, sempre più riluttanti in tempo di crisi ad investire sulle immagini fotogiornalistiche e sulle professionalità ad esse collegate

• L’incapacità dei fotografi di far valere un potere contrattuale, la deregulation normativa, le pressioni degli editori e l’arrivo delle grandi agenzie di stock hanno ristretto i margini per il fotogiornalismo di qualità

• Ciò non ha impedito ad alcuni di far valere la propria originalità, la propria professionalità e la passione di raccontare per raggiungere importanti risultati di carriera: molti autori italiani sono conosciuti ed apprezzati all’estero.

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Esercitazione: immagini senza tempo

• Alcune immagini fotogiornalistiche hanno dimostrato una inusuale capacità narrativa, rimanendo “fissate” in modo quasi indelebile nella memoria individuale e collettiva degli eventi

• Questa capacità di diventare “classici” si lega alla capacità del fotogiornalista (o a volte alla fortuna) non solo di trovarsi nel posto giusto e nel momento giusto, ma soprattutto di sfruttare appieno le potenzialità del linguaggio dell’informazione visiva

• L’esercitazione consiste nello scrivere brevemente, per ciascuna delle foto di seguito proposte:

– A quale evento / tema fanno riferimento?– Per quale motivo appaiono così efficaci dal punto di vista narrativo?– In che modo il fotografo ha utilizzato la tecnica per finalità narrative?– In che modo il fotografo ha utilizzato la tecnica per finalità

espressive?– Qual è il “punctum” della foto?– Qual è il valore di notizia dell’immagine?

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Foto 1

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Foto 2

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Foto 3

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Foto 4

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Foto 5

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Foto 6

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Foto 7

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Foto 8

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Foto 9

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Foto 10

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Di chi erano queste fotografie?

1. Margaret Bourke White (American Way Of Life, coda di affamati durante la recessione)

2. Alfred Eisentstaed (bacio a Times Square, New York, 1945)

3. Alberto Korda (Che Guevara ad un comizio dopo la morte di alcuni rivoluzionari, 1961)

4. Hank Walker (John Fitzgerald Kennedy e suo fratello Robert discutono nella sala ovale della Casa Bianca, 1960)

5. Larry Burrows (Vietnam: il mitragliere Farley colpito dal fuoco dei vietcong

6. Bill Epridge (Robert Kennedy assassinato)

7. Josef Koudelka (La rivolta contro l’invasione di Praga da parte dell’Armata Rossa)

8. Shoba (omicidio di mafia: il corpo di Benedetto Grado vegliato dai familiari)

9. James Natchwey (Afghanistan, 1996)

10. Sebastiao Salgado (rissa tra i garimpeiros della sierra Pelada)


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