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Fra Noi - Aprile 2012 - Frati Cappuccini Italiani · L A “ M O N A S T I C H E R I A ” L A “...

Date post: 08-Nov-2018
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1 La lettera: La condivisione della nostra fragilità Fra Noi - Notiziario Aprile-2012 Numero 03- Nuova serie AGENDA 5 Casalpusterlengo: ordinazioni presbite- rali. 9-10 Varese: presen- tazione del Progetto Formativo dei Cap- puccini Italiani 11-24 fra Raffaele, fra Giansandro e fra A- gostino Valsecchi visi- tano la Delegazione della Thailandia 14-19 Terzolas (Tn): Corso di esercizi spi- rituali interprovinciali 19 Anniversario della morte del S.d.D. P. Daniele da Samarate 25 Milano Monforte: Incontro della Com- missione preparato- ria del Capitolo Stra- ordinario 26 Milano – Monforte: Definizione 28 Villafranca: Incon- tro dei Ministri e De- finitori di Milano, Trento e Venezia 29 Milano san France- sco: Incontro dei guardiani e vicari - Relazione economica annuale alla Provincia Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia Carissimi fratelli, Continuo a proporvi alcune piccole riflessioni sulla qualità della vita fraterna, tema sul quale stiamo lavorando come Provincia e come fraternità locali. Du- rante la visita alle fraternità, negli incontri personali e nel capitolo locale, ho trovato desiderio di autenticità, proposte di rinnovamento, ho udito frati chie- dersi perdono, ho incontrato fratelli con una profonda domanda di condivi- sione vissuta nella concretezza del quotidiano. Il mese scorso ho scritto che nella fraternità evangelica i fratelli sono chiamati a rendersi onore gli uni gli altri perché riconoscono la dignità con cui Cristo ha rivestito ognuno. Nella lettera di questo numero di Fra Noi offro un breve spunto di riflessione sulla Fraternità come luogo dove possiamo condividere la nostra debolezza tratta da una pagina da un libro di Jean Vanier, La Comunità luogo del perdono e della festa, Jaka Book, Milano 1985, che parecchi frati della mia generazione cono- scono bene. “L’altro giorno Collen, che vive in comunità da più di 25 anni, mi diceva: Ho sempre voluto essere trasparente nella vita comunitaria. Volevo soprattutto evitare di essere un ostacolo all’amore di Dio e per gli altri. Adesso comincio a scoprire qualcos’altro: io sono un ostacolo e lo sarò sempre. Ma la vita comunitaria non consiste forse nel riconoscere di essere un ostacolo, e nel riconoscere questo fatto con i miei fratelli e sorelle e nel chiederne perdono?” Non esiste la comunità ideale. La comunità è fatta di persone con le loro ricchezze, ma anche con le loro debolezze e povertà, che si accettano a vicenda e si perdonano. Più della perfezione e dell’abnegazione, l’umiltà e la fiducia sono fondamento della vita comunitaria. Accettare le proprie debolezze e quelle degli altri è esattamente il contrario della sdol- cinatezza. Non è un accettazione fatalista, senza speranza. E’ essenzialmente una preoccupazione di verità per non essere nell’illusione e per poter crescere e partire da quello che si è e non da quello che si vorrebbe essere, o da quello che altri vorrebbero che si fosse. E’ solo quando si è coscienti di quello che si è e di quello che sono gli altri, con le nostre ricchezze e le nostre debolezze, della chiamata di Dio e della vita che ci dona, che possiamo costruire qualche cosa insieme. La potenza della vita deve sprizza- re dalla realtà di quello che siamo. Più una comunità s’approfondisce, e più i suoi membri divengono fragili e sensibili. A volte si potrebbe credere il contrario: proprio perché i membri hanno una tale fiducia gli uni degli altri, dovrebbero diventare sem- pre più forti. E’ vero ma questo non impedisce quella fragilità e sensibilità che sono alla radice di una nuova grazia e fanno sì che si divenga in un certo qual modo dipen- denti gli uni dagli altri. Amare significa diventare deboli e vulnerabili; è togliere le barriere, è spezzare il proprio guscio nei confronti degli altri; è lasciare entrare gli altri in sé e farsi delicati per entrare in loro. (pp 31-32) Con fraterno affetto. Fra Raffaele
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La lettera: La condivisione della nostra fragilità

L A “ M O N A S T I C H E R I A ” L A “ M O N A S T I C H E R I A ” L A “ M O N A S T I C H E R I A ” L A “ M O N A S T I C H E R I A ”

Fra Noi - Notiziario

A p r i l e - 2 0 1 2 N u m e r o 0 3 - N u o v a s e r i e

AGENDA

5 Casalpusterlengo: ordinazioni presbite-rali. 9-10 Varese: presen-tazione del Progetto Formativo dei Cap-puccini Italiani 11-24 fra Raffaele, fra Giansandro e fra A-gostino Valsecchi visi-tano la Delegazione della Thailandia 14-19 Terzolas (Tn): Corso di esercizi spi-rituali interprovinciali 19 Anniversario della morte del S.d.D. P. Daniele da Samarate 25 Milano Monforte: Incontro della Com-missione preparato-ria del Capitolo Stra-ordinario 26 Milano – Monforte: Definizione 28 Villafranca: Incon-tro dei Ministri e De-finitori di Milano, Trento e Venezia 29 Milano san France-sco: Incontro dei guardiani e vicari - Relazione economica annuale alla Provincia

Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia

Carissimi fratelli,

Continuo a proporvi alcune piccole riflessioni sulla qualità della vita fraterna,

tema sul quale stiamo lavorando come Provincia e come fraternità locali. Du-

rante la visita alle fraternità, negli incontri personali e nel capitolo locale, ho

trovato desiderio di autenticità, proposte di rinnovamento, ho udito frati chie-

dersi perdono, ho incontrato fratelli con una profonda domanda di condivi-

sione vissuta nella concretezza del quotidiano. Il mese scorso ho scritto che

nella fraternità evangelica i fratelli sono chiamati a rendersi onore gli uni gli

altri perché riconoscono la dignità con cui Cristo ha rivestito ognuno. Nella

lettera di questo numero di Fra Noi offro un breve spunto di riflessione sulla

Fraternità come luogo dove possiamo condividere la nostra debolezza tratta

da una pagina da un libro di Jean Vanier, La Comunità luogo del perdono e della

festa, Jaka Book, Milano 1985, che parecchi frati della mia generazione cono-

scono bene.

“L’altro giorno Collen, che vive in comunità da più di 25 anni, mi diceva: Ho sempre

voluto essere trasparente nella vita comunitaria. Volevo soprattutto evitare di essere

un ostacolo all’amore di Dio e per gli altri. Adesso comincio a scoprire qualcos’altro:

io sono un ostacolo e lo sarò sempre. Ma la vita comunitaria non consiste forse nel

riconoscere di essere un ostacolo, e nel riconoscere questo fatto con i miei fratelli e

sorelle e nel chiederne perdono?”

Non esiste la comunità ideale. La comunità è fatta di persone con le loro ricchezze, ma

anche con le loro debolezze e povertà, che si accettano a vicenda e si perdonano. Più

della perfezione e dell’abnegazione, l’umiltà e la fiducia sono fondamento della vita

comunitaria.

Accettare le proprie debolezze e quelle degli altri è esattamente il contrario della sdol-

cinatezza. Non è un accettazione fatalista, senza speranza. E’ essenzialmente una

preoccupazione di verità per non essere nell’illusione e per poter crescere e partire da

quello che si è e non da quello che si vorrebbe essere, o da quello che altri vorrebbero

che si fosse. E’ solo quando si è coscienti di quello che si è e di quello che sono gli altri,

con le nostre ricchezze e le nostre debolezze, della chiamata di Dio e della vita che ci

dona, che possiamo costruire qualche cosa insieme. La potenza della vita deve sprizza-

re dalla realtà di quello che siamo. Più una comunità s’approfondisce, e più i suoi

membri divengono fragili e sensibili. A volte si potrebbe credere il contrario: proprio

perché i membri hanno una tale fiducia gli uni degli altri, dovrebbero diventare sem-

pre più forti. E’ vero ma questo non impedisce quella fragilità e sensibilità che sono

alla radice di una nuova grazia e fanno sì che si divenga in un certo qual modo dipen-

denti gli uni dagli altri. Amare significa diventare deboli e vulnerabili; è togliere le

barriere, è spezzare il proprio guscio nei confronti degli altri; è lasciare entrare gli

altri in sé e farsi delicati per entrare in loro. (pp 31-32)

Con fraterno affetto.

Fra Raffaele

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Notizie dalle fraternità

Milano Monforte Nella chiesa di Milano-Monforte sono cu-stodite le spoglie mortali di due Servi di Dio “campioni” di carità” sia verso Dio che verso il prossimo: fra Cecilio M. Corti-novis e fra Daniele Rossini da Samarate (accanto a lui ci sono altri due frati mis-sionari morti lebbrosi: fra Ignazio da I-spra e fra Marcellino da Cusano Mila-nino). Per tener viva la memoria e la devozione di questi confratelli “santi” la fraternità di Milano-Monforte ha pensato di ricordarli ogni mese nei giorni del loro “dies nata-lis” al cielo. Il 10 e il 19 di ogni mese, al termine della celebrazione eucaristica verrà recitata una preghiera comune composta dai due vice-postulatori: fra Claudio Resmini e fra Claudio Todeschini. La pittrice Ilia Rubini ha dipinto un qua-dro con il volto dei due Servi di Dio e que-sto è servito per stampare una imma-ginetta con la preghiera.

Celebrazione anniversario della morte

del S.d.D. Fra Cecilio Cortinovis

Martedì 10 aprile nella nostra chiesa di viale Piave abbiamo ricordato il 28° anniversario della morte di Fr. Cecilio. La S. Messa delle ore 16 era presieduta da Fr. Alessandro Ferra-ri, guardiano della fraternità e concelebravano con lui undici confratelli. A tale evento parte-cipava un folto gruppo di fedeli devoti del nostro Servo di Dio. Immancabile il gruppo

proveniente da Albino e Bergamo guidato da Fr. Vincenzo Mazzoleni. Durante l’omelia il celebrante oltre che a com-mentare le letture bibliche così si è espresso: “Era il martedì della settimana di passione quando Fr. Cecilio all’età di oltre 98 anni ci ha lasciati. Sono passati 28 anni da quel giorno e siamo qui, oggi, numerosi, in questo martedì dell’ottava di Pasqua a ricordare il suo transi-to. Da quel giorno sono ancora molti che en-trando in questa chiesa prima di salutare il Signore vanno direttamente alla sua tomba. Sembra che sia ancora lui il portinaio che ac-coglie, ascolta, conforta, incoraggia e indiriz-za. Sembra che con il suo saluto “lo sai che il Signore ti vuole bene?” indichi il tabernacolo, quel tabernacolo che ha visto per tanti anni, giorno e notte, Fr. Cecilio a parlare con Gesù Eucaristico e dica: “Vai da Lui, ti sta aspettan-do”. Al termine della concelebrazione, in proces-sione, i concelebranti e i fedeli si sono stretti vicino alla tomba e lì sono stati benedetti dei panini, simbolo della Provvidenza di Dio, da condividere a casa, con i propri famigliari. E’ seguita la preghiera per ottenere la glorifi-cazione del confratello. Dopo il saluto del celebrante, i fedeli si sono soffermati ancora per qualche momento di preghiera, affidando al “portinaio di Dio” le proprie necessità.

Sabbioni di Crema Oratorio in festa Dieci anni fa, nell’aprile del 2002, si con-cludevano i restauri dell’oratorio dei Sab-bioni, un intervento che ha cambiato ra-dicalmente il volto del Centro parroc-chiale della frazione cittadina, conse-gnando alla comunità un vero e proprio “gioiellino” in grado di ospitare le mol-teplici attività presenti e contribuendo, nel contempo, al fiorire di numerose altre iniziativa di carattere ricreativo, sportivo e culturale. Per celebrare degnamente l’importante anniversario del decennale, la comunità dei Santi Lorenzo Martire e Francesco dei

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Sabbioni ha predisposto una “tre giorni” di festa che ha preso il via venerdì 20 per concludersi domenica 22 aprile. Venerdì 20 alle ore 21, nel Salone “San Filippo Neri”, si è tenuto un incontro con il gio-vane cremasco Fra Davide Horeschi, ori-ginario della parrocchia di San Giacomo, sul tema della vocazione. Nella mattinata di sabato 21 aprile la struttura è stata aperta alle 9 e alle 11 c’è stato in chiesa un momento di preghiera per i bambini delle elementari, mentre a mezzogiorno “pranzo al sacco” per tutti. Nel pomerig-gio si è continuato con i giochi e ha preso il via il torneo “Calciolando”, che è prose-guito anche il giorno successivo, mentre alla sera karaoke all’aperto per gli adulti. Domenica 22 la Santa Messa comunita-ria delle 10.30 è stata celebrata all’inter-no dell’oratorio e presieduta da padre Gianni Landini, il parroco che portò a compimento gli interventi di restauro del-la struttura. Al termine della celebrazio-ne eucaristica si è proceduto all’intitola-zione del campo di calcio a Giovanni Pao-lo Cremonesi, conosciuto da tutti come “Paolo Sport”, notissima figura del quar-tiere che tanto si è speso per lo sport e l’oratorio dei Sabbioni.

Da cent’anni l’Ordine Francescano Secolare è presente nella parroc-chia dei Sabbioni e nella diocesi di Crema. Nel rendimento di grazie al Padre per Cri-sto, oggi si aggiunge una nuova motiva-zione di gratitudine: il dono cioè che Egli fa a queste sorelle chiamandole a vivere nel mondo lo spirito delle beatitudini e-vangeliche, e il dono che fa a noi asso-ciando nuovi membri alla nostra Frater-nità. Chiamati alla sequela di Cristo, sia-mo insistentemente invitati, in modo par-ticolare oggi, a unire la nostra offerta all’-offerta di Cristo. E’ con queste parole che è stata introdot-ta domenica 26 febbraio l’Eucaristia co-munitaria delle 10.30. Presieduta dal ve-scovo Oscar Cantoni e concelebrata dal parroco Fra Giuseppe e dall’assistente spirituale dell’Ofs cremasco Fra Antonio Belingheri. La chiesa, gremita da molti fedeli provenienti dalla diocesi e con il servizio dei Confratelli del Santissimo Sa-cramento e della corale “San Francesco”

integrata dal piccolo coro “Dolce Sentire” diretti dal maestro Francesco Perolini. Nel corso della celebrazione, animata dai membri delle fraternità cremasca dell’Or-dine Francescano Secolare, cinque con-sorelle al termine del previsto periodo di formazione e di approfondimento spiri-tuale e culturale, hanno emesso la solen-ne professione entrando così a fra parte a pieno titolo della comunità. Sempre nell’ambito delle celebrazioni di questo importante evento che vede coin-volta l’intera comunità “cappuccina” cre-masca, il Gruppo Famiglie della Parroc-chia dei Sabbioni ha promosso, dopo la positiva esperienza dello scorso anno, un secondo ciclo di incontri formativi sul francescanesimo.

Museo Beni Culturali Cappuc-cini - Milano Croci etiopiche dalle missioni cap-puccine. In occasione del tempo di Quaresima e di Pasqua, il Museo dei Cappuccini ha e-sposto una parte delle numerose croci Etiopiche, di varia tipologia, raccolte da padre Gianalberto Santinelli provenienti dalla Missione dei Cappuccini presenti in Etiopia ed Eritrea dal 1911. Pur non essendo esaustive sulle numero-sissime varianti della croce che si sono sviluppate in queste terre, le preziose in-teressanti croci selezionate per la mostra aiutano a ripercorrere la particolarissima evoluzione che il segno della croce ha a-vuto in terre che hanno vissuto la prima evangelizzazione. La terra che è stata la prima a inserire nella propria monetazio-ne il segno della croce, ha sviluppato in-numerevoli modi per tenere presente la croce, segno principale del suo credo, ma, diversamente da come avvenne nel corso dei secoli in Europa, ha sempre preferito omettere l’immagine del Cristo. La mostra propone la presentazione di vari manufatti variamente databili (si va dal secolo XVI ai giorni nostri), pezzi più preziosi, altri di serie, esempi di moderna interpretazione di segni dall’origine molto antica…. Oggetti di metalli sbalzati o fu-si, intagliati nel legno, dipinti su perga-

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mena o stoffa sono distribuiti in vetrine orizzontali e verticali. In alcuni casi si pro-pone l’affiancamento ad oggetti particolari di provenienza etiopica (come la pregevole icona domestica proveniente dall’Archivio Provinciale dei Cappuccini di Lombardia), alla ricorrenza del motivo della croce, assai presente in tutta la cultura di questi Paesi. L’allestimento che occupa una sola sala del museo (dove per una parte sono con-temporaneamente esposte opere di icono-grafia di san Francesco e, nello specifico, san Francesco penitente di fronte al croci-fisso) mira alla valorizzazione di ciascun pezzo con l’aiuto di materiale didattico che indirizza il visitatore al riconoscimento di diversi elementi simbolici che completano le croci. Grazie al prezioso contributo dei Missionari Cappuccini onlus, sono esposti anche abiti, paramenti sacri, cappelli sa-cerdotali e ombrelli processionali mentre tutto l’allestimento è arricchito da diverse fotografie provenienti dall’archivio di Cam-

mino, gentilmente concesse da padre Francesco Calloni. Aperta con una introduzione dell’Arch. Mario di Salvo sui simboli e sui significati della croce etiopica, la mostra ha già accol-to numeroso pubblico convenuto presso il museo anche in occasione della conferenza di Alberto Elli (La chiesa etiopica: storia e prospettiva di una chiesa delle origini),- intervenuto anche grazie alla collaborazio-ne intercorsa per questa iniziativa con Edi-zioni Terra Santa-, e il toccante intervento di padre Marino Hailé che come frate cap-puccino cappellano della comunità cattoli-ca eritrea ed etiope a Milano, ha presenta-to la storia della presenza dei Cappuccini in Eritrea. L’esposizione rimarrà aperta fino al 1° lu-glio 2012

Venezia Lo Studio Teologico Interprovinciale «Laurentianum»

Da due anni ormai, all’interno della collaborazione a livello formativo tra le Province di Mi-lano, Trento e Venezia, gli ambiti di studio accademico filosofico-teologico sono legati alle sedi di Milano e di Venezia, avendo come polo di riferimento lo Studio Teologico Laurentia-num, istituzione legata alla Provincia veneta.Nei giorni 10-15 maggio 2012 il Laurentianum sarà interessato alla visita del delegato della Pontificia Università Antonianum di Roma, in occasione del rinnovo dell’affiliazione dello stesso Studio alla Facoltà di Teologia dell’Anto-nianum. Ciò offre l’opportunità per dare qualche notizia sul Fra noi su questa realtà che riguarda in particolare i nostri studenti di teologia e i postnovizi. In questo anno accade-mico 2011-2012, che ormai volge al termine, tre sono i dati significativi da sottolineare.

In primo luogo, la Facoltà di Teologia dell’Antonianum, approvando la revisione dello Statuto del Laurentianum, ha ratificato la nuova situazione “interprovinciale” dello Studio Teologico venutasi a creare a partire dal 2010. Infatti, così recita l’art. 1 dello Statuto: «Lo Studio Teologico Interprovinciale Laurentianum di Venezia è un’istituzione formativo-culturale delle Province dei Cappuccini di Lombardia, di Trento e del Veneto-Friuli Vene-zia Giulia». A norma dell’art. 2, poi, il Ministro provinciale di Venezia è il “Moderatore” del-lo Studio, mentre una Convenzione apposita precisa la modalità di esercizio delle compe-tenze dei Ministri provinciali delle province collaboranti. L’approvazione dello Statuto, inol-tre, ha dato carattere ufficiale alle due sedi di cui si avvale lo Studio Teologico: 1) la sede “storica” del SS. Redentore di Venezia, per il Triennio teologico e l’Anno di pastorale; 2) la sede di Milano «San Francesco», per il Biennio filosofico-teologico. Questo primo dato ri-sulta rilevante e ben esprime, dal lato del percorso accademico, i frutti della collaborazio-ne interprovinciale.

Un secondo elemento importante è costituito dall’iter per il rinnovo dell’affiliazione alla Facoltà di Teologia dell’Antonianum, che scadrà il 4 ottobre 2012. Tutto il processo è stato avviato, sia con la richiesta delle lettere postulatorie, sia con la preparazione della “Memoria illustrativa” da presentare alla Congregazione per l’Educazione cattolica. Il rin-novo dell’affiliazione costituisce sempre un momento importante e, insieme, delicato nella vita dello Studio Teologico.

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Ordinazioni e professioni

I mesi di aprile e maggio sono stati e saranno ricchi di eventi di Grazia. Custodia del Cameroun: Il 14-15 aprile hanno ricevuto l’ordinazione presbiterale fra Joseph Wirba fra Terence Sahaven fra Martin Dikwa. In Provincia: il 5 maggio Fra Marco Dellon e fra Cristian Limonta, saranno ordinati presbiteri nel Santua-rio della Madonna dei Cappuccini di Casalpusterlengo per l’imposizione delle mani di Mons. Serafino Spreafico. Delegazione della Thailandia: il 13 maggio emetteranno la prima professione i novizi: fra Anselmo Anuchit Sombunphunperm, fra Matteo Thanet Manikangwan, fra Giovanni Battista Thawanchai Sriphithakdamrong fra Marco Udom Krakunngam Il 19 maggio sarà ordinato presbitero fr.Pietro Phanomkhon Sangawong (Chai) Nello stesso giorno fra Luigi Carlea, fra Davide Campesan e fra Giovanni Fontolan della Provincia di Venezia saranno ordinati diaconi nel Duomo di Rovigo. Per tutti questi fratelli lodiamo e benediciamo il Signore.

Un terzo dato degno di nota è costituito dalla presenza in questo anno accademico nella sede del Biennio filosofico-teologico di Milano dei postnovizi delle Province cappuccine di Alessandria, Emilia Romagna, Genova e Piemonte. Si tratta indubbiamente di un fattore im-portante e aperto a possibili sviluppi positivi in rapporto alla collaborazione nella formazio-ne iniziale tra tutte le Province cappuccine del Nord Italia.

La realtà della collaborazione interprovinciale non deve far passare sotto silenzio la con-solidata collaborazione del Laurentianum con il Patriarcato di Venezia. Infatti, i seminaristi del Patriarcato frequentano il quadriennio teologico presso il nostro Studio, che si avvale pure della presenza di docenti diocesani. È certamente questo un fattore significativo, an-che per la responsabilità affidataci dal Patriarca. Ci incoraggia, in questo senso, la valuta-zione espressa dal Card. Angelo Scola, che, poco prima della sua nomina ad Arcivescovo di Milano, così scriveva nella lettera indirizzata al Provinciale di Venezia: «Anche a nome dei Superiori e degli alunni del Seminario patriarcale, testimonio che il Laurentianum, potenzia-to dalla presenza di docenti e studenti della Provincia Lombarda, è un serio ambito accade-mico in cui si presta particolare cura alla ricerca, all’insegnamento e allo studio. Esso rap-presenta un’importante risorsa non soltanto per la Chiesa veneziana, ma anche per la so-cietà civile» (15 giugno 2011).

Per concludere, alcuni dati statistici. In questo anno accademico 2011-2012 nella sede di Venezia ci sono 23 studenti ordinari, di cui 10 cappuccini (5 lombardi e 5 veneti), 12 semi-naristi del Seminario patriarcale, 1 seminarista della Chiesa cattolica uniata di Oradea in Romania. Nella sede di Milano gli studenti ordinari, tutti cappuccini, sono 12, cui vanno aggiunti i 6 postnovizi del “terzo anno”, esenti da studi accademici. Da non dimenticare, in-fine, i 4 frati lombardi che insegnano a Venezia, nonché i 5 frati veneti che insegnano a Mi-lano (con relativo incremento degli utili delle ferrovie statali).

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XXVIII Convocazione nazionale dei novizi Mercoledì 18 aprile al primo sorgere del sole, allacciate le cinture del nostro ormai mitico Du-cato “a vapore”, siamo partiti da Lovere per partecipare alla XXVIII Convocazione nazionale dei Novizi Cappuccini, ad Assisi presso la Domus Laetitiae. Eravamo trenta novizi provenienti dai quattro noviziati interprovinciali d’Italia: sei da Lovere (BG) accompagnati dal maestro fr. Adriano e dal vicemaestro fr. Ugo; nove da Santarcangelo di Romagna (RN) guidati dal maestro fr. Lorenzo; sette da Camerino (MC) al seguito del mae-stro fr. Gianni e del vicemaestro fr. Marco; otto da Morano Calabro (CS) più il maestro fr. Bruno. Titolo del convegno, l’azzeccatissimo ed esaustivo “Dono di libertà”! Proprio questo, infatti, è stato il leitmotiv delle conferenze cui abbiamo preso parte! Per l’occasione sono intervenuti come relatori, nelle quattro giornate di studio, il salesiano don Mario Llanus che ci ha parla-to della Castità, i cappuccini fr. Piero Vivoli (provincia Toscana) e fr. Dino Dozzi (provincia Emilia-Romagna) rispettivamente sui temi dell’Obbedienza e della Povertà e il diocesano don Felice Accrocca sulla Fraternità. L’ascolto delle lezioni, i gruppi di studio e il dialogo con i relatori ci hanno permesso di conoscere meglio alcuni aspetti dei consigli evangelici che ci stiamo preparando a professare, del carisma del nostro ordine religioso e della concreta vita quotidiana in convento nelle relazioni fraterne. È quindi importante sottolineare in quest’ottica come la settimana di convegno sia stata in-nanzitutto una significativa esperienza di vita fraterna, di confronto, di Chiesa e poi, in se-condo luogo anche se non meno importante, di studio e approfondimento. Esempio emblematico a tal riguardo è stata la giornata passata a Camerino, sede del novizia-to del centro Italia, ospiti della fraternità che vive nello storico primo convento dei cappucci-ni, occasione per fare memoria delle nostre origini e trascorrere un bel momento di convivia-lità! Non vanno dimenticate neanche le celebrazioni eucaristiche svolte presso Santa Maria Mag-giore e la cappella del Crocifisso in Santa Chiara; la visita guidata alla biblioteca del Sacro Convento; l’incontro con le clarisse di Camerino; le serate di presentazione ed animazione dei novizi; la partita a calcio tra i più giovani e incoscienti: una novella riedizione della fantozzia-na sfida tra scapoli e ammogliati rivista in chiave cappuccina! Giovedì 26 mattina, abbiamo terminato la settimana ad Assisi nel migliore dei modi: cele-brando messa alla Porziuncola, in Santa Maria degli Angeli! Dopo gli ultimi saluti, siamo partiti per fare ritorno a casa, a Lovere, non senza deviare di un poco il tragitto e fare una capatina a la Verna…così, per chiudere in bellezza!!

I novizi

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Mons. Luigi Padovese TURCHIA: PROCESSO MONS. PADOVESE, (18 aprile) LA QUARTA UDIENZA (Agenzia SIR) “Ho visto Murat con un coltello completamente sporco di sangue in mano urlare ed invocare Allah”: è un passaggio di una testimonianza resa ieri nel corso del processo per l’omicidio di mons. Luigi Padovese, avvenuto il 3 giugno del 2010 a Iskenderun. Sul banco degli imputati l’autista del vescovo, Murat Altun. A riferirlo al SIR è John Farhad, uno dei collaboratori più stretti di mons. Padovese, presente all’udienza, la quarta dall’inizio del processo, citando le pa-role di una testimone, la vicina di casa del vescovo ucciso. “I testimoni ascoltati sono stati no-ve, tra cui alcuni operai che lavoravano nelle vicinanze ed una vicina di casa richiamati dalle invocazioni di Allah” ha dichiarato Farhad lui stesso chiamato a testimoniare nella passata u-dienza di febbraio. “Ancora una volta - ha aggiunto il collaboratore di mons. Padovese - il giudice ha rigettato le richieste dei legali di Altun di far analizzare i medicinali assunti dallo stesso Altun sofferente di esaurimento nervoso, e che, a parere degli stessi, potrebbero aver scatenato in lui effetti nega-tivi e di approfondire i motivi della bontà del vescovo nei confronti del suo autista. Lo scopo è sempre quello di gettare fango sulla figura di mons. Padovese” avvalorando la pista passionale come movente dell’omicidio. “Dopo circa un’ora e mezza la seduta è terminata ed il giudice ha aggiornato il processo al 6 giugno quando gli avvocati potrebbero tenere la loro arringa prima della sentenza prevista, forse, per settembre”. La prima udienza del processo, risale al 5 otto-bre, e si concluse dopo 15 minuti con il rinvio al 30 novembre. In questa seconda udienza, che durò solo 4 minuti, l’avvocato difensore aveva chiesto il trasferimento del suo assistito presso l’ospedale ad Adana per motivi di salute, richiesta respinta dal giudice. Il 22 febbraio si è tenu-ta la terza udienza, durata poco meno di 4 ore, nella quale sono stati ascoltati diversi testimo-ni.

Grazie di cuore fra Fedele Fra Fedele Merelli, Archivista provinciale ha chiesto di essere sollevato dall’incarico di Vice-postulatore della causa di Beatificazione del Servo di Dio p. Arsenio Migliavacca da Trigolo e ha rassegnato le sue dimissioni al Postulatore generale dell’Ordine. Desidero esprimere il mio più vivo ringraziamento per la competenza, la precisione e la dedizio-ne con le quali fra Fedele ha condotto il suo lavoro per far conoscere ai frati e a tante altre per-sone la vita e l’opera di p. Arsenio. Oltre a quanto detto finora, fra Fedele ha operato una frut-tuosa collaborazione con le Suore di Maria Consolatrice, non solo in relazione alla causa, ma anche fornendo loro, attraverso incontri e pubblicazioni, significative ed essenziali contributi per conoscere e approfondire il carisma del Fondatore. Colgo l’occasione per significare a fra Fedele a nome di tutti lettori di Fra Noi, un ‘ulteriore parola di gratitudine per le segnalazioni librarie che puntualmente invia al nostro foglio informativo, note per le quali riceviamo segni di vivo apprezzamento.

Fra Raffaele Della Torre

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Notizie dalle Missioni

Visita alla Custodia della Costa d’Avorio Una piccola delegazione, composta da fra Sergio Pesenti, fra Mauro Miselli, fra Dino Fran-chetto, fra Josè Rodrigo Araujo già ministro provinciale del Maranhão e la signorina Elena, fotografa di Sassuolo, ha visitato la nostra missione della Costa d’Avorio dal lunedì 9 al mer-coledì 18 aprile. E’ stata una visita di incontro fraterno, di ascolto della situazione dei nostri confratelli e di valutazione circa i numerosi progetti che sono stati avviati e che sono proseguiti, nonostante le turbolenze socio-politiche di questi ultimi tempi, specie dello scorso anno. Abbiamo incontrato dei confratelli certamente provati dagli eventi che hanno vissuto, ma anche desiderosi di partecipare alla ricostruzione del Paese, soprattutto con l’apporto speci-fico che solo la fede può garantire: quello che riguarda i cuori, le coscienze, la voglia di ricre-are un tessuto di relazioni basato sulla collaborazione, la fiducia, l’accoglienza di ogni perso-na nella sua identità peculiare. Oggi c’è bisogno di un nuovo slancio di fede, di uno sguardo che aiuti ad andare in profondi-tà; ma tutto questo va coniugato con il sostegno ad iniziative che hanno dato un contributo decisivo alla promozione umana di tante persone e popolazioni. Abbiamo notato con soddisfazione che la giovane Custodia della Costa d’Avorio (ha una trentina d’anni di vita!) cerca di crescere in una giusta autonomia e che i frati autoctoni stanno prendendo responsabilità sempre più importanti. C’è tanta fiducia nella loro capacità di interpretare i bisogni delle popolazioni, di cui sono figli e delle quali sono chiamati a di-ventare animatori spirituali e guide sicure sulla via dello sviluppo integrale. A loro, “in primis” va il nostro grazie e il nostro incoraggiamento, per il coraggio e la forza che dimostrano in una situazione di precarietà e spesso di insicurezza. Ricordiamo con af-fetto e simpatia i missionari rimasti e salutiamo in particolare fra Giuseppe Lecchi, rientrato definitivamente dopo 24 anni di vita missionaria, per ragioni di salute. Il Signore sia la no-stra ricompensa e la nostra roccia, Lui che ha promesso di essere vicino ai suoi, specie nelle difficoltà e che ha assicurato “Coraggio, Io ho vinto il mondo”.

Fra Dino Franchetto

Grazie per gli anni donati in missione Fra Giuseppe Lecchi dopo 24 anni di missione in Costa d’Avorio è rientrato definitivamente in Provincia. Lo accogliamo con fraterno affetto e gli diciamo un fraterno grazie per la sua testimonianza evangelica e francescana donata in modo particolare agli ammalati, ai giovani studenti ospiti del Foyer di Alepè e a tutti coloro che ha incontrato e sostenuto nei vari am-biti dove ha vissuto.

Fra Raffaele Della Torre

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L’eco dalla stampa Domenica 1 aprile u.s. l’inserto di Avvenire de-

dicava la pagina 13 a “Speciale Cappuccini Vare-

se” curata da Pierfranco Redaelli. Tale pagina

era occupata da vari articoli: “Una Settimana

Santa nell’ascolto dei frati”, “Un convento da

secoli nella storia di Varese. Padre Aguggiari è

stato l’artefice del Sacro Monte”, “Cammini di

fede, percorsi ‘su misura’”, “Radio Missione, dal

1990 un’emittente per tutti. In palinsesto, cronaca

locale, cultura, società”, “Dopo Pasqua riprendo-

no gli incontri”.

Riportiamo l’articolo centrale.

“Un Centro nell’oasi, così l’annuncio è più

forte”.

Il convento dei frati Cappuccini si apre alla comunità.

Nasce un nuovo ‘polo’ dedicato all’evangelizzazione

per la città e il nord Italia.

La spiritualità che sanno trasmettere i frati Cap-

puccini la si avverte appena varcata la portineria,

già nel piccolo chiostro, il cuore del convento di

Varese. Fuori, lungo viale Borri, c'è tutta la vitalità

della città con le auto che corrono verso la confi-

nante università dell’Insubria o l’ospedale di Cir-

colo, la gente che si reca al vicino supermercato o

che raggiunge la maestosa chiesa del convento

per un momento di preghiera. Così centrale, eppu-

re così monastero nel suo silenzio. Il convento co-

struito nel 1939 è stato sino al 2005 seminario. La

quasi totalità dei frati Cappuccini lombardi ha stu-

diato, ha approfondito la vocazione fra queste

mura. Con tanto verde, in un’oasi di pace, c’è per-

sino un campo di calcio, ma, soprat-

tutto un grande parco dove medita-

re ed apprezzare il volto della natu-

ra. Una struttura seminaristica oggi

più che mai attuale, che guarda al

futuro. E’ in questa cornice che, nel

2008, il Capitolo Provinciale dei frati

Cappuccini lombardi, con grande

intuizione, ha aperto in questi spazi

il “Centro di evangelizzazione”. Fra

Tommaso Grigis, il padre guardia-

no, responsabile di questa nuova

proposta di fede, ricorda che il con-

vento, come dice lo stesso nome,

intende essere non solo una «casa»

per esercizi spirituali o un Centro di spiritualità,

ma una realtà più ampia e multiforme, attraverso

iniziative che in questi anni sono state messe in

opera. Fra i punti cardini vi è il mettersi in ascolto e

al servizio della chiesa locale in spirito di collabo-

razione, attraverso proposte o accogliendone le

richieste. Oggi il Centro di evangelizzazione dei

Cappuccini è un punto di riferimento per la Chie-

sa varesina. Padre Tommaso ricorda che il cammi-

no è appena iniziato ed i frati sono aperti a qual-

siasi sug-gerimento che favorisca l’annuncio del

Vangelo. In viale Borri, nella chiesa, nelle diverse

sale, in questi primi tre anni sono transitati oltre

11 mila presenze: momenti di accoglienza per ra-

gazzi e genitori dell’iniziazione cristiana, gruppi

giovanili, giovani in ricerca vocazionale, ritiri per

sacerdoti, gruppi di fedeli, catechisti, movimenti

del volontariato, che fra queste mura hanno in-

contrato Cristo. «Giornate propositive - dice padre

Tommaso - ma ancor ristrette. C’è un’evidente dif-

ficoltà nel far conoscere questa nostra realtà. Una

struttura dove accanto alla chiesa vi è un salone

per le conferenze, salette per piccoli gruppi, un

coro per la preghiera, una cappella, un ampio re-

fettorio e 50 camerette. Con la comodità di un am-

pio parcheggio». Scorrendo il depliant, possiamo

scorgervi diverse iniziative delle quali parliamo a

lato. Per gruppi di laici che nelle prossime setti-

mane, con l’arrivo della stagione estiva, vogliono

sperimentare qualche giorno di riposo fisico e spi-

rituale, c’è la possibilità di assaporare lo spirito

francescano.

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SEGNALAZIONI LIBRARIESEGNALAZIONI LIBRARIESEGNALAZIONI LIBRARIESEGNALAZIONI LIBRARIE

cura di Fr. Fedele Merelli

1. Milvia Bollati, Gloriosus Franciscus. Un'immagine di Francesco tra agiografie e storia, Editrici Francescane, Padova 2012, p. 249, 37 tavole, € 35,00.

Il volume descrive gli affreschi della basilica inferiore di san Francesco in Assisi, ma non si limita

agli aspetti artistici, bensì approfondisce quelli biografici e spirituali del Santo. Nella quarta di copertina si legge una sintesi dell’opera, che conferma quanto sto dicendo. “In queste pagine abbiamo cercato di lascia-re parlare proprio gli affreschi non attraverso la voce dei pittori, ma attraverso la voce degli agiografi. La navata è il luogo privilegiato per una catechesi per immagini sulla figura di Francesco. La crociera, invece, mette in scena un ciclo non narrativo, ma altamente simbolico, i cui primi destinatari sono proprio i frati. Il Gloriosus Franciscus, elevato dagli angeli in cielo, indica a tutti la via dell’obbedienza, della castità e della povertà ovvero la scelta dei consigli evangelici come via personale di perfezione attraverso la Regola. Il perduto affresco absidale, nascosto oggi dal Giudizio Universale di Cesare Sermei, offriva un’altra immagi-ne, quella di un Francesco intercessore in virtù delle stimmate. Nel luogo della sepoltura del santo, non è dunque un Francesco taumaturgo a prevalere, ma un Francesco renovator viae evangelicae e via verso il Paradiso”. Il volume può essere di aiuto a chi si reca ad Assisi, ma è molto utile a chi vuol approfondire sem-pre più san Francesco.

2. Enzo Fortunato, prefazione del Card. Gianfranco Ravasi, «Siate amabili». Riflessioni e meditazioni

per la vita quotidiana, Edizioni Messaggero, Padova 2012, p. 143, € 11,00. Questo volume ripropone gli editoriali che l’Autore ha pubblicato nella rivista San Francesco Patro-

no d’Italia. È un bell’esemplare dell’attuale editoria, anche francescana: infiacchita, stanca, ripetitiva di cose già edite e invecchiate, stucchevole e senza grandi novità che facciano progredire la ricerca e la vita francescana. Si vuole presentare qualcosa di nuovo ricorrendo al titolo, alla prefazione di un cardinale e alla presentazione fatta nella rubrica Billi del TG1 delle ore 13,30 del giorno di pasqua (08.04.2012), inve-ce è materia già invecchiata prima di essere qui raccolta. Chi ha curato il titolo deve avere avuto molti dub-bi e, forse, problemi di coscienza: l’aveva annunciato (febbraio del 2012 più di un mese prima della pubbli-cazione) così: Con gli occhi di Francesco riflessione e meditazione per la vita quotidiana. Non è che i due titoli definiscano bene i contenuti, ma almeno quello previsto aveva la pretesa di dire che il testo riguarda anche san Francesco e il francescanesimo, cosa completamente persa nel titolo attuale, a meno che di spie-gare il virgolettato «Siate amabili», il che risulta come un imbroglio a chi non sa a cosa si riferisce. Tanta incertezza sul titolo e tanta pubblicità sono in stretto rapporto con i contenuti: si tratta di 70 articoli, alcuni di una pagina che, proprio perché editoriali, non possono avere un tema unitario e preciso, ma ogni articolo è slegato dall’altro e salta di palo in frasca. Si potevano dare tanti altri titoli che non sarebbe stati utili ad indicare i contenuti! Ci sono pubblicazioni più importanti ed interessanti che non possono accedere a tali mezzi: questo è un brutto segno di decadenza del francescanesimo. È un libro che non val la pena di acqui-stare. Queste segnalazioni, senza pretesa, servono anche a questo scopo.

3. S. Camilla Battista Da Varano, Passione per Dio. Autobiografia e Istruzioni al discepolo, Edizioni

Porziuncola, S. Maria degli Angeli - Assisi (PG) 2012, p. 112, € 10,00. Santa Camilla Battista Varano da Camerino clarissa morta nel 1624 è una grande rappresentante del

francescanesimo femminile senza il quale non esisterebbe neppure il francescanesimo. Questo volume pre-senta due scritti della Santa. Il primo è più conosciuto e si tratta della sua autobiografia, il secondo (Istruzioni al discepolo) è meno conosciuto. Molti studiosi riconoscono nel discepolo p. Giovanni Pili la Fano, prima persecutore dei cappuccini poi frate cappuccino convinto, che ha fondato anche la nostra pro-vincia di Lombardia.

Forse chi segue queste presentazioni conosce già le due opere, ma chi non le conosce trova in questa edizione un’occasione per accostare testi fondamentali per la nostra storia e della nostra vita spirituale.

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4. OFS, GiFra, Araldini: l’Assistente spirituale e l’«azione educativa». Atti del XIII corso di forma-

zione per Assistenti OFS e Gifra d’Italia. Assisi, 23-26 gennaio 2012, Centro di Spiritualità «Barbara Mi-

carelli», Santa Maria degli Agneli – Assisi (PG), Conferenza Nazionale degli Assistenti Spirituali dell'Or-dine Francescano Secolare d'Italia (CASIT), senza luogo 2012, p. 127.

Segnalo questo volume che è sicuramente noto a chi si occupa di questo aspetto della nostra vita fran-cescana. Lo segnalo anche se non è facilmente acquistabile. Lo faccio, perché la nostra fraternità ha re-sponsabilità di testimonianza e di assistenza spirituale verso queste realtà già presenti o da fondare: rinno-vare, sostenere, ravvivare, proporre. Questi incontri che si traducono in un libro possono illuminare e gui-dare. Chi vuole conoscere i contenuti del volume può ricorrere al sito della nostra biblioteca provinciale, che ripeto: www.infoteca.it/bfcp/opac.htm.


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