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FRANÇOIS LA COMBE - Barnabiti · 2016. 1. 4. · stro Ordine – Madame Guyon contatta padre La...

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A DUECENTO ANNI DALLA MORTE DI PADRE FRANÇOIS LA COMBE Eco dei Barnabiti 4/2015 36 I l 26 giugno 1715 moriva il barnabita François La Combe nel manicomio di Charenton, presso Parigi, dove era entrato tre anni prima, settantaduen- ne. Precedeva di due mesi il celeber- rimo Re Sole, Luigi XIV, di dieci anni più anziano di lui, e morto il 1° set- tembre. Ricorre quindi un anniversa- rio che vede accomunate due perso- ne le cui vicende ebbero a incrociar- si a motivo del Quietismo, dottrina che venne a costituire il più grave ca- po d’accusa nei confronti del barna- bita. Entrato nell’Ordine quindicenne e mutato il nome da Andrea in Fran- cesco, La Combe fu ordinato sacer- dote nel 1663. Ben equipaggiato sot- to il profilo teologico e filosofico, do- po aver dimorato in alcune case d’Oltralpe, fu destinato come lettore di teologia al Collegio San Paolo di Bologna. Sul punto di partire (1671), ricevette dal confratello Domenico La Motte una lettera per la sorella Jeanne-Marie sposata Guyon, residen- te a Montargis, dove la Congregazione dirigeva un Istituto. Coetanea del La Combe, Madame Guyon – come ver- rà sempre indicata – si era sposata da sette anni con un uomo conosciuto appena tre giorni prima e al quale diede quattro figli. Morirà giusto due anni dopo l’infelice barnabita. Que- sti fu colpito dal singolare fascino della donna, cui attribuiva la grazia “esterna” della propria conversione, evidentemente una conversione “mi- stica”, come scrisse Madame nella sua Autobiografia: «Noi ci intratte- nemmo per poco e voi permetteste, o mio Dio, che gli dicessi cose che gli aprirono la strada alla più alta vita interiore. Id- dio gli fece tali grazie per mezzo di me, mise- rabile creatura, che egli mi confessò, in seguito, di esserne ripartito tra- sformato in tutt’altro uo- mo». Concordano nel giudizio della Guyon i confratelli del La Com- be, che ne definivano il «vivendi genus non vul- gare», ossia una condot- ta di vita non ordinaria. «Voi dimorerete in uno stesso luogo» Dopo dieci anni dal primo incontro – mentre aveva ricoperto diversi ruoli di prestigio nel no- stro Ordine – Madame Guyon contatta padre La Combe, al quale confidò il suo stato interiore e chiese di offrire per lei una messa il giorno di santa Maddalena. Men- tre celebrava – così rievoca il fatto la stessa Guyon – al memento udì una voce che gli diceva: «Voi dimorerete in uno stesso luogo». Non era in gio- co tanto la dimora fisica dei due, quanto piuttosto una profonda co- munione spirituale, che si risolse nel- la condivisione di grandi prove, vis- sute in un costante ancoraggio al Crocifisso. Di fatto però la vita del barnabita e della mistica – nota per aver redatto il trattato dei Torrenti spi- rituali scritto dopo un ritiro compiuto sotto la guida del nostro confratello, dove è racchiusa la parte più elevata della sua dottrina – avrebbe cono- sciuto un periodo di reciproca frequentazione e collaborazione in un’opera filantropica patrocinata dal vescovo di Ginevra. Questo rappor- FRANÇOIS LA COMBE Il tragico destino di un barnabita, vittima della polemica quietista che si scatenò nel secolo XVII e oppose Bossuet a Fénelon e Madame Guyon. La vittoria di Bossuet segnò l’evento che il teologo e storico Louis Cognet ha descritto come “il crepuscolo dei mistici”, cioè la fine dell’autentico misticismo cristiano in Francia. ritratto di Jeanne-Marie Bouvier de la Motte-Guyon (comunemente conosciuta come Madame Guyon). Arrestata anch’essa e rinchiusa nella Bastiglia a Parigi, vi rimase 5 anni fino al 21 marzo 1703 vista parziale della torre del castello di Lourdes nelle cui carceri fu rinchiuso il p. La Combe
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Page 1: FRANÇOIS LA COMBE - Barnabiti · 2016. 1. 4. · stro Ordine – Madame Guyon contatta padre La Combe, al quale confidò il suo stato interiore e chiese di offrire per lei una messa

A DUECENTO ANNI DALLA MORTE DI PADRE FRANÇOIS LA COMBE

Eco dei Barnabiti 4/201536

Il 26 giugno 1715 moriva ilbarnabita François LaCombe nel manicomio di

Charenton, presso Parigi, dove eraentrato tre anni prima, settantaduen-ne. Precedeva di due mesi il celeber-rimo Re Sole, Luigi XIV, di dieci annipiù anziano di lui, e morto il 1° set-tembre. Ricorre quindi un anniversa-rio che vede accomunate due perso-ne le cui vicende ebbero a incrociar-

si a motivo del Quietismo, dottrinache venne a costituire il più grave ca-po d’accusa nei confronti del barna-bita. Entrato nell’Ordine quindicennee mutato il nome da Andrea in Fran-cesco, La Combe fu ordinato sacer-dote nel 1663. Ben equipaggiato sot-to il profilo teologico e filosofico, do-po aver dimorato in alcune cased’Oltralpe, fu destinato come lettoredi teologia al Collegio San Paolo di

Bologna. Sul punto di partire (1671),ricevette dal confratello DomenicoLa Motte una lettera per la sorellaJeanne-Marie sposata Guyon, residen-te a Montargis, dove la Congregazionedirigeva un Istituto. Coetanea del LaCombe, Madame Guyon – come ver-rà sempre indicata – si era sposata dasette anni con un uomo conosciutoappena tre giorni prima e al qualediede quattro figli. Morirà giusto dueanni dopo l’infelice barnabita. Que-sti fu colpito dal singolare fascinodella donna, cui attribuiva la grazia“esterna” della propria conversione,evidentemente una conversione “mi-stica”, come scrisse Madame nellasua Autobiografia: «Noi ci intratte-nemmo per poco e voi permetteste, omio Dio, che gli dicessi cose che gliaprirono la strada allapiù alta vita interiore. Id-dio gli fece tali grazieper mezzo di me, mise-rabile creatura, che eglimi confessò, in seguito,di esserne ripartito tra-sformato in tutt’altro uo-mo». Concordano nelgiudizio della Guyon iconfratelli del La Com-be, che ne definivano il«vivendi genus non vul-gare», ossia una condot-ta di vita non ordinaria.

«Voi dimoreretein uno stesso luogo»

Dopo dieci anni dalprimo incontro – mentreaveva ricoperto diversiruoli di prestigio nel no-stro Ordine – MadameGuyon contatta padre LaCombe, al quale confidòil suo stato interiore echiese di offrire per leiuna messa il giorno disanta Maddalena. Men-

tre celebrava – così rievoca il fatto lastessa Guyon – al memento udì unavoce che gli diceva: «Voi dimoreretein uno stesso luogo». Non era in gio-co tanto la dimora fisica dei due,quanto piuttosto una profonda co-munione spirituale, che si risolse nel-la condivisione di grandi prove, vis-sute in un costante ancoraggio alCrocifisso. Di fatto però la vita delbarnabita e della mistica – nota peraver redatto il trattato dei Torrenti spi-rituali scritto dopo un ritiro compiutosotto la guida del nostro confratello,dove è racchiusa la parte più elevatadella sua dottrina – avrebbe cono-sciuto un periodo di reciproca frequentazione e collaborazione inun’opera filantropica patrocinata dalvescovo di Ginevra. Questo rappor-

FRANÇOIS LA COMBEIl tragico destino di un barnabita, vittima della polemica quietista che si scatenò nel secolo XVIIe oppose Bossuet a Fénelon e Madame Guyon. La vittoria di Bossuet segnò l’evento che ilteologo e storico Louis Cognet ha descritto come “il crepuscolo dei mistici”, cioè la finedell’autentico misticismo cristiano in Francia.

ritratto di Jeanne-Marie Bouvierde la Motte-Guyon (comunementeconosciuta come Madame Guyon).Arrestata anch’essa e rinchiusa nellaBastiglia a Parigi, vi rimase 5 annifino al 21 marzo 1703

vista parziale della torre del castello di Lourdesnelle cui carceri fu rinchiuso il p. La Combe

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to, per il quale verrannoingiustamente accusati discandalo e seduzione, eben più l’adesione a uninsieme di dottrine cheinculcavano il totale ab-bandono in Dio, prati-cando la cosiddetta ora-zione di quiete – da cui ilQuietismo –, spinserol’autorità ecclesiastica aprendere seri provvedi-menti nei loro confronti. Idue, a motivo del loroestremo rigore, furono al-lontanati dal vescovo edovettero migrare primain Piemonte e poi in Sa-voia, finché appro darono,per loro mala sorte, a Pa-rigi nel 1686. Nel frat-tempo Madame Guyonaveva dato alle stampe ilMoyen court et très facilede faire oraison (1685), dichiara tendenza quietistae alla cui elaborazionenon fu estraneo il LaCombe. Vi si affermavache nello stato di perfe-zione è abolito ogni attodistinto dalla carità e siraggiunge una totale in-differenza, anche neiconfronti della salvezza.

Orationis mentalisanalysis

Ma proprio a Parigi idue incapparono nell’ac-cusa di eresia, patrocina-ta e sostenuta con risvol-ti politici, dallo stessoLuigi XIV, re di Francia.La Combe si difese scri-vendo l’Orationis menta-lis analysis, che costitui-sce una piccola, prezio-sa somma dell’orazioneinteriore, suffragata dacontinui richiami al ma-gistero dei santi Padri.Pur approvata dall’Inqui-sizione romana, l’operet-ta venne messa all’Indi-ce il 9 settembre 1668.L’ondata di antimistici-smo ebbe quindi la me-glio e si risolse, per ilNostro, nell’incarcerazio-ne nella Bastiglia il 29

settembre 1687. A partire dal gen naiodel 1689, La Combe è trasferito nelcarcere di Lourdes, che noi oggi defi-niremmo di massima sicurezza. Lour-des all’epoca non era certo l’attualecittadina resa celebre dalle apparizio-ni mariane, con strutture ricettive infe-riori solo a quelle di Parigi, ma unborgo remoto e inospitale dei Pirenei.Quivi La Combe trascorse lunghi pe-

nosissimi anni, in quali condizionipossiamo ben immaginare, solo che siosservi la torre della prigionia cheporta ancora l’indicazione del carce-re. Nel 1689 La Combe lascia Lour-des e dopo diverse peregrinazionisempre sotto scorta, da pazzo furiosoquale era tristemente diventato, fu ri-coverato nel manicomio di Charen-ton, nei pressi di Parigi, il 23 giugno1712. Era il suo 50° di ordinazionesacerdotale e il 25° di incarcerazione.

l’imitazione del Crocifisso

Né diverso, anche se meno tragico,sarà il destino di Madame Guyon,che fu arrestata nel 1688 e relegatain un convento con la taccia di ereti-ca. In seguito all’abiura poté tornare

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particolare della porta di una delle celle del carcere del castello di Lourdes

La dottrina quietista venne ufficialmentecondannata come eresia da papa Innocenzo XIcon l’emanazione della bolla Caelestis Pastordel 20 novembre 1687 e, in Francia, le ideequietiste furono combattute aspramente dalfocoso oratore dell’episcopato francese JacquesBénigne Bossuet (1627-1704)

Nel dibattito teologico intorno al quietismo siinserisce anche François de Salignac de LaMothe-Fénelon (1651-1715) con l’Explicationsdes maximes des saints sur la vie intérieure. Il12 marzo 1699 papa Innocenzo XII, con il breveCum alias, condannava 23 tesi tratte dall’operadi Fénelon

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a piede libero e venne introdotta neicircoli religiosi di Saint-Cyr presiedu-ti dalla Marchesa di Maintenon, mo-

glie morganatica di Luigi XIV. La pro-fessione del più rigoroso quietismo daparte della Guyon, provocò un’in-chiesta ecclesiastica che approdò allacondanna dei suoi scritti nel 1694 (Ar-ticoli di Jssy). Nonostante la sua sotto-missione, la nostra mistica venne rin-chiusa nella Bastiglia dove rimase per7 anni. Uscitane nel 1703 si ritiròpresso uno dei suoi figli, dedicandosiall’accoglienza di ospiti e seguaci edandosi a opere di carità. Morì a Bloisnel 1617. L’esperienza mistica di Ma-dame Guyon si tradusse innanzituttonella percezione tangibile della pre-senza di Dio, durata 8 anni. I succes-sivi 7 anni visse la morte mistica, ac-compagnata dalla perdita della perce-zione della grazia divina. La terza fasevede la Guyon, ormai affrancata dalproprio ego (e quindi divenuta inca-pace di peccare…), immersa in Dio eimmedesimata in lui, che operava at-traverso di lei. Di qui l’approdo apo-stolico della sua travagliata esistenza.

Tornando al Lacombe, riprendere-mo quanto scrisse al termine del-l’Orationis mentalis, trattato che, unavolta abolito l’Indice dei libri proibi-ti, poté vedere la luce. Tradotto e de-bitamente annotato, con una notastorica sulla vicenda dell’autore, uscìper i tipi dell’Ancora di Milano nel1983 a cura di Antonio Gentili. Il LaCombe, dopo aver affermato, sullascorta di san Bonaventura, che sigiunge alla pace «attraverso i rapi-menti estatici della sapienza cristia-na», prosegue: «La strada da percor-rere non è se non l’amore ardentissimodel Crocifisso». E quindi aggiunge disuo: «L’amore di Cristo e l’imitazionedel Crocifisso ci conducono quasiper mano alla contemplazione; poi lastessa contemplazione, innalzandol’anima a Dio, conduce all’amore piùpuro di Cristo e alla più sublime imi-tazione del Crocifisso».

Antonio Gentili

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frontespizio dell’opera di p. FrançoisLa Combe

frontespizio dell’edizione del 1686dell’opera di Madame Guyon Moyencourt et très facile de faire oraison,uscita in prima edizione nel 1685

Trascriviamo – completo – il capitolo I dell’Orationis mentalis analysisin cui il p. Francesco La Combe definisce che cosa è l’orazione mentale ene presenta la triplice dimensione: meditativa, affettiva o di aspirazione econtemplativa.

CAPITOLO I

L’orazione mentale è una devota applicazione della men te in Dio, chesi attua nell’intimo del cuore e comporta il silenzio delle labbra. Secondoil pensiero dei santi Padri, «preghiamo il Padre nostro nella cella delnostro cuore e a porta chiusa, quando con le labbra serrate e nel silenziocompleto eleviamo suppliche a chi scruta non le voci ma i cuori, e questonel segreto perché soltanto con il cuore e con la mente attenta esponiamoa Dio solo le nostre richie ste». Questo è «il modo migliore di pregare e ilpiù alto grado di orazione con il quale apriamo a Dio i nostri cuori».L’orazione mentale è triplice: meditativa, affettiva, con templativa. Meditati-

va è l’orazione con la quale, per mez zo di svariati e devoti pensieri, l’anima,discorrendo inte riormente con intensa applicazione, cerca gli stimoli escruta i motivi per cui possa salire a Dio. È detta comunemente meditazione.Si dà orazione affettiva quando l’uomo parla con Dio con frequenti,

spontanei e brevi impulsi d’affetto, e anela con amore infuocato e ardentedesiderio all’unione con Dio, cioè al bacio della bocca divina. Per questoè giustamente chiamata aspirazione.L’orazione contemplativa è una semplice e spontanea intuizione di Dio e

dei misteri divini, accompagnata da religiosa ammirazione. È, in altri ter-mini, quel modo di pregare con cui la mente, lasciati da parte i molteplicie particolari atti con i quali prima cercava Dio e imposto il silenzio anchealle facoltà interiori, con semplice intuito aderisce a Dio solo e in lui siriposa e gode in tranquillità di spirito, come in uno stretto abbraccio di fedee di amore. Per questo ha ricevuto il nome specifico di contemplazione.

F. LA COMBE, Meditare, Analisi dell’orazione mentale, Introduzione,traduzione e note a cura di Antonio M. Gentili, Con una nota storica diAntonio M. Bianchi, Editrice Àncora, Milano 1983, pp. 71-72.

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