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Funzioni

Date post: 19-Jun-2015
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slidelesson: La "relazione" di funzione. Materiale ad uso del triennio
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Page 1: Funzioni
Page 2: Funzioni

Le funzioni

PROF. AURICCHIO ANTONIO

corso abilitante in Matematica applicata

Page 3: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE: DEFINIZIONE

Dati due insiemi non vuoti A e B, si dice applicazione o funzione

da A a B una relazione tra i due insiemi, che ad ogni x A fa

corrispondere uno ed un solo y B.

L'insieme A viene chiamato dominio (o insieme di definizione) della

funzione.

L'insieme degli elementi di B che hanno almeno una contro-immagine

in A, viene chiamato codominio della funzione.

Page 4: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE: DEFINIZIONE

Se x è un elemento di A, il suo corrispondente y di B si indica anche con

f(x):

y = f(x)

Nel in cui A e B sono insiemi numerici si parla di funzioni numeriche, in

tal caso:

• x è detta variabile indipendente

• y è detta variabile dipendente

La funzione numerica è definita matematica qualora i valori della x e i

corrispondenti valori della y sono legati da operazioni matematiche,

viene detta, invece, empirica qualora i valori della x e i corrispondenti

valori della y sono legati dall’esperienza.

Page 5: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE NON NUMERICA: ESEMPIO

Nell'insieme degli insegnanti della tua classe, si consideri la

relazione che ad ogni insegnante associa la classe in cui

insegna. E' una funzione?

La risposta corretta è NO.

Infatti solitamente ad un insegnante corrispondono più classi.

Page 6: Funzioni

Le funzioni

                                       

                        

                                       

                        

                                       

                        

Non è una funzione: un elemento di A ha più di una immagine

in B

Non è una funzione: un elemento di A non

ha immagine in B

E' una funzione: ad ogni elemento di

A ne corrisponde uno ed un solo di B

FUNZIONE NUMERICA

Quale dei seguenti grafici rappresenta una funzione numerica?

Page 7: Funzioni

Le funzioniFUNZIONE NUMERICA MATEMATICA:

ESEMPIO

Si consideri la relazione che ad un elemento di x di R associa

il suo doppio. E' una funzione?

La risposta corretta è SI.

Infatti ad ogni elemento x di R corrisponde uno ed un solo

elemento doppio.

Page 8: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE NUMERICA EMPIRICA: ESEMPIO

Si consideri la relazione che allo scandire di ogni ora della

giornata di domani associa la temperatura.

E’ una funzione?

La risposta corretta è SI.

Infatti ad ogni ora corrisponde un solo valore della

temperatura.

La seguente funzione è un esempio di funzione empirica,

infatti, i valori della y, in questo caso quelli della

temperatura, non si possono determinare con operazioni

matematiche, ma soltanto in seguito all’esperienza.

Page 9: Funzioni

Le funzioniCLASSIFICAZIONE DELLE FUNZIONI

MATEMATICHE

Da ora in poi ci occuperemo solo di funzioni matematiche.

E’ necessario prima di proseguire farne una classificazione:

razionali intere

funzion

itrascendenti

algebrich

erazionali fratte

irrazionali

esponenziali

logaritmiche

tutte quelle che non

sono algebriche

Page 10: Funzioni

Le funzioni

Data la funzione f : A →B chiameremo grafico della funzione f l’insieme

Gf definito da:

Gf = {(x, y) A × B | y = f(x)}

GRAFICO DI UNA FUNZIONE

Nel caso in cui A,B sono insiemi numerici questo insieme rappresenta

una curva nel piano (x, y).

Non tutte le curve nel piano sono grafici di funzione, affinchè lo siano

devono verificare la definizione di funzione, cioè che per ogni x A

esiste uno ed un solo y B tale che y=f(x)

Page 11: Funzioni

Le funzioni

GRAFICO DI FUNZIONE: ESEMPI

Si, in quanto soddisfa la condizione di unicità; infatti come evidenziato

dalle linee tratteggiate ad ogni x corrisponde una ed una sola y.

La seguente curva rappresenta il grafico di una funzione?

Page 12: Funzioni

Le funzioni

GRAFICO DI FUNZIONE: ESEMPI

No, in quanto non soddisfa la condizione di unicità; infatti come

evidenziato dalla linea tratteggiata esiste una x a cui corrispondono

ben tre y, ciò va contro la definizione di funzione che richiede che ad

ogni x deve corrispondere una ed una sola y.

La seguente curva rappresenta il grafico di una funzione?

Page 13: Funzioni

Le funzioni

Una funzione da A in B si dice iniettiva se ad elementi distinti di A

corrispondono elementi distinti di B.

FUNZIONE INIETTIVA: DEFINIZIONE

Si può anche scrivere

x1,x2 A, con x1 ≠ x2 allora f(x1) ≠ f(x2)

Se la funzione è iniettiva noto un elemento di arrivo y B da

questo è possibile risalire in modo univoco all'elemento x A

Page 14: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE INIETTIVA

.

Funzione iniettiva Funzione non iniettiva

                                                           

Il primo grafico è una funzione iniettiva, infatti, ad elementi distinti del

primo insieme, corrispondono elementi distinti del secondo insieme. Il

secondo grafico non è invece una funzione, poiché non sempre ad

elementi distinti del primo insieme corrispondono elementi distinti del

secondo insieme.

Page 15: Funzioni

Le funzioni

Dati gli insiemi A={1,2,3}, B={1,4,9,16} si consideri la funzione che

ad un elemento di x associa il suo quadrato.

La funzione è iniettiva.

Infatti ad elementi distinti di A corrispondono elementi distinti di B. .

FUNZIONE INIETTIVA: ESEMPI

Dati gli insiemi A={-3,-2,-1,1,2,3}, B={1,4, 9,16} considera la funzione

che ad un elemento di x associa il suo quadrato.

La funzione non è iniettiva.

Infatti ad elementi distinti di A non corrispondono elementi distinti di B.

Ad esempio ad entrambi gli elementi -3, 3,  corrisponde lo stesso

elemento 9

Page 16: Funzioni

Le funzioni

Grafico di funzione

iniettiva, ad x distinte

corrispondono y distinte.

FUNZIONE INIETTIVA: ESEMPI

Grafico di funzione non

iniettiva, vi sono x distinte

a cui corrisponde la stessa

y (come evidenziato dai

punti rossi).

Page 17: Funzioni

Le funzioni

Questa funzione non è suriettiva perché esiste un elemento di B (5) che non è immagine di qualche elemento di A

Questa funzione è suriettiva, infatti non esiste alcun elemento di B che non sia immagine di elementi di A

FUNZIONE SURIETTIVA: DEFINIZIONE ED ESEMPI

Una funzione da A a B si dice suriettiva se ogni elemento di B è

immagine di almeno un elemento di A.

In altre parole il codominio coincide con B.

Page 18: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE SURIETTIVA: DEFINIZIONE ED ESEMPI

Sia f : R → R

La funzione non è

suriettiva: si ha

infatti che i numeri

negativi non hanno

controimmagine

Sia f : R → R

La funzione è suriettiva: si ha

infatti che ogni numero reale ha

controimmagine

Page 19: Funzioni

Le funzioni

Una funzione da A a B che sia contemporaneamente iniettiva e

suriettiva viene detta biettiva (o corrispondenza biunivoca).

Poiché la funzione è iniettiva ad elementi distinti di A

corrispondono elementi distinti di B, ma la funzione è anche

suriettiva quindi non esiste alcun elemento di B che non sia

immagine di un elemento di A.  

FUNZIONE BIETTIVA: DEFINIZIONE

Page 20: Funzioni

Le funzioni

                                       

                                    

                                             

                          

                                 

La funzione è suriettiva perché non esiste un  elemento di B che non sia immagine di qualche elemento di A. Non è invece iniettiva.

La funzione è iniettiva perché ad elementi distinti di A corrispondono elementi distinti di B. Non è invece suriettiva.

La funzione è sia iniettiva che suriettiva.E' una corrispondenza biunivoca.

FUNZIONE BIETTIVA: ESEMPI

Page 21: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE BIETTIVA: ESEMPI NON NUMERICI

Nell'insieme degli alunni di una classe, si consideri la funzione che

associa ad ogni alunno il suo nome (e cognome) sul registro dell’

insegnante di matematica.

Ad ogni studente corrisponde un solo nome e cognome. Viceversa

ad ogni nome e cognome corrisponde un solo studente.

La funzione è una corrispondenza biunivoca.

Sempre in riferimento all'esempio precedente si consideri la

relazione che associa ad ogni studente il suo numero d'ordine. La

funzione è biunivoca?

In genere la funzione sarà iniettiva, perché a studenti distinti

corrispondono numeri distinti, ma probabilmente non suriettiva,

perché ci saranno sul registro numeri ai quali non corrispondono

studenti.

Page 22: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE BIETTIVA: ESEMPI

Sia f : R → R

La funzione è biettiva essendo sia iniettiva che suriettiva

Page 23: Funzioni

Le funzioni

Sia data una funzione f biettiva di A in B. Allora ad ogni

elemento di A corrisponde un solo elemento di B, o meglio

ogni elemento di B è immagine di un solo elemento di A.

La relazione che ad ogni elemento di B fa corrispondere un

elemento di A è a sua volta una funzione: essa viene chiamata

funzione inversa e viene indicata con il simbolo f-1 .

Una funzione è quindi invertibile solo se è biunivoca.

FUNZIONE INVERSAINVERTIBILITA’ DI UNA FUNZIONE

Page 24: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONE INVERSA: ESEMPI

Si consideri la relazione che ad un elemento di x di R associa il suo

cubo.

Essa è una funzione. E' invertibile?

La risposta corretta è SI.

Infatti la funzione è biettiva, e la sua inversa sarà la funzione che ad

ogni elemento y di R associa la sua radice cubica.Si consideri la relazione che ad un elemento di x di R associa il suo

quadrato.

Essa è una funzione. E' invertibile?

La risposta corretta è NO.

Infatti la funzione non è biettiva, in quanto non iniettiva: il quadrato

di un numero è infatti uguale a quello del suo opposto.

Page 25: Funzioni

Le funzioniFUNZIONI PARI, DISPARI E PERIODICHE

DEFINIZIONI

Si consideri la funzione f di A in B

Diremo che f è una funzione

• pari se f(x) = f(−x) , per ogni x A

• dispari se f(x) = −f(−x) , per ogni x A

• periodica (di periodo T) se f(x + T) = f(x) , per ogni x

A

Page 26: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI PARI E DISPARI: ESEMPI

Si consideri la funzione f che ad ogni x R associa il suo quadrato:

Che tipo di funzione è?

La risposta corretta è PARI. Infatti, come già evidenziato in

precedenza, il quadrato di un numero è infatti uguale a quello del suo

opposto. Ad esempio, f(2) = f(-2) = 4.

Si consideri la funzione f che ad ogni x R associa il suo cubo:

Che tipo di funzione è?

La risposta corretta è DISPARI. Infatti, il cubo di un numero e del suo

opposto sono a loro volta opposti. Ad esempio, f(3) = 9 ≠ f(-3) = -9.

Page 27: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI PARI E DISPARI: ESEMPI

Come detto prima, la

funzione che ad ogni x

associa il suo quadrato è

pari, il suo grafico è

simmetrico rispetto all’asse

delle y come per tutte le

funzioni pari.

Come detto prima, la

funzione che ad ogni x

associa il suo cubo è dispari,

il suo grafico è simmetrico

rispetto all’origine come per

tutte le funzioni dispari.

Page 28: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI MONOTONE

Una funzione f : A → B si dice crescente in senso stretto se:

x1 , x2 A, con x1 < x2 si ha che f(x1) < f(x2)

Una funzione f : A → B si dice crescente in senso lato se:

x1 , x2 A, con x1 < x2 si ha che f(x1) ≤ f(x2)

Una funzione f : A → B si dice decrescente in senso stretto se:

x1 , x2 A, con x1 < x2 si ha che f(x1) > f(x2)

Una funzione f : A → B si dice decrescente in senso lato se:

x1 , x2 A, con x1 < x2 si ha che f(x1) ≥ f(x2)

Page 29: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI MONOTONE: ESEMPI

Una funzione si dice monotona in un determinato intervallo, se in

quell’intervallo risulta essere crescente in senso stretto o in senso

lato, oppure decrescente in senso stretto o in senso lato.

La funzione è

crescente.

La funzione è

decrescente

Page 30: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI CONTINUE

Sia A R un insieme numerico, diremo che il punto

x0 A è un punto interno di A se esiste un intorno completo di

x0 costituito da soli elementi di A.

Prima di enunciare la definizione di funzione continua è

necessario richiamare la definizione di punto interno e punto di

frontiera.

Sia A R un insieme numerico, diremo che il punto

x0 A è un punto di frontiera (o punto estremo) di A se

comunque si prenda un intorno completo di x0, esso contiene

almeno un punto non appartenente ad A.

Page 31: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI CONTINUE: DEFINIZIONE

Intuitivamente possiamo dire che una funzione si dice continua

quando possiamo disegnarla senza staccare la penna dal foglio (o

il gessetto dalla lavagna); è necessario però darne una definizione

matematica precisa utilizzando il concetto di limite.

)()( 0lim0

xfxfxx

Diremo che una funzione f(x), definita in (a, b), è continua nel

punto

x0 ]a, b[, interno all’intervallo (a, b)

se accade che

In altre parole, una funzione è continua in un punto x0 se in quel

punto esistono il suo limite destro e sinistro ed i due limiti sono finiti

ed uguali.

Page 32: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI CONTINUE: DEFINIZIONE

Nella precedente definizione nell’indicare il dominio abbiamo

usato, invece del generico insieme A, un intervallo. Il motivo è

che, nella maggior parte dei casi, le funzioni sono definite in un

solo intervallo con la eventuale esclusione di qualche punto di

esso. E’ ovvio che quanto diremo sugli intervalli si può ripetere

per domini generici per esempio costituiti dall’unione di più

intervalli.

Page 33: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI CONTINUE: DEFINIZIONE

Diremo che una funzione f(x), definita in (a, b), è continua

nei punti di frontiera a, b, se accade che:

)()(lim bfxfbx

)()(lim afxfax

Ovviamente può accadere che la funzione sia continua in uno

solo dei punti di frontiera.

Page 34: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI CONTINUE: DEFINIZIONE

Diremo che la funzione f(x) definita nell’intervallo (a, b)

(aperto o chiuso) è ivi continua se essa è continua per ogni

x (a, b), cioè se la funzione è continua sia in tutti i punti

interni ad (a,b), sia nei punti di frontiera.

Page 35: Funzioni

Le funzioniFUNZIONI DISCONTINUE: DEFINIZIONE

Sia f(x) una funzione definita in (a, b) e sia x0 (a, b). Se

• f(x) è non dotata di limite in x0, cioè se il limite in tal punto non esiste,

oppure

• se pur essendo convergente si ha:

allora

x0 si dice punto singolare o punto di discontinuità della funzione f(x).

)()( 0lim0

xfxfxx

Page 36: Funzioni

Le funzioniFUNZIONI DISCONTINUE: DEFINIZIONE

)()( limlim00

xfxfxxxx

1. Discontinutà di I specie

Sia f(x) una funzione definita in (a, b) e sia x0 (a, b).

Diremo che x0 è un punto di discontinuità di I specie se la funzione, non è dotata di limite in x0, cioè è dotata di limite destro e sinistro distinti e finiti, cioè:

2. Discontinutà di II specie

Diremo che x0 e un punto di discontinuità di II specie se almeno

uno (o entrambi) dei limiti destro o sinistro di f(x), per x che tende a x0

non esiste o non esiste finito.

3. Discontinutà di III specie

Diremo infine che x0 è un punto di discontinuità di terza specie o eliminabile della funzione quando esiste finito il limite per x che tende a x0 di f(x), ma f(x0) o non esiste o è diversa dal valore del limite.

Page 37: Funzioni

Le funzioni

FUNZIONI CONTINUE: ESEMPI

Sia f : R → R

Esempio di funzione

continua; in qualsiasi

suo punto il limite

destro e sinistro

coincidono

Esempio di funzione

discontinua; nel punto 0

infatti il limite destro e

sinistro non coincidono

(discontinuità di prima

specie).

Sia f : R → R

Page 38: Funzioni

Le funzioniSTUDIO DI FUNZIONE - PROCEDIMENTO

In matematica per studio di funzione si intende quell'insieme di

procedure che hanno lo scopo di analizzare una funzione f(x) al fine di

determinarne alcune caratteristiche qualitative. Uno studio di funzione

correttamente condotto permette di tracciare il grafico della funzione.

In sintesi, il procedimento per un corretto studio di funzione sono:

• Determinazione dell'insieme di definizione

• Intersezioni con gli assi

• Segno della funzione

• Calcolo dei limiti di frontiera

• Continuità / Discontinuità della funzione

• Individuazione degli asintoti

• Monotonìa

• Concavità/Convessità

Page 39: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONEINSIEME DI DEFINIZIONE

Per determinare l'insieme di definizione (dominio) di una funzione

assegnata in termini di funzioni elementari, a meno di indicazioni

esplicite, si deve individuare il sottoinsieme dei reali più esteso entro il

quale l'espressione che la definisce non perda di senso.

In particolare conviene porre l'attenzione alle seguenti evenienze:

• le funzioni fratte non esistono nei punti dove il denominatore si

annulla,

• le funzioni sotto radice di esponente pari non esistono se il

radicando è minore di zero,

• le funzioni logaritmiche non esistono nei punti dove l'argomento è

minore o uguale a zero.

Page 40: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONE INTERSEZIONE CON GLI ASSI

Può essere utile a questo punto cominciare ad individuare alcuni punti del piano che stanno sul grafico della funzione; in particolare si è soliti cercare le eventuali intersezioni con gli assi cartesiani.

Per determinarle si opererà come segue:

intersezioni con l'asse x: sono i punti di coordinate (x,0) dove x è soluzione dell'equazione f(x) = 0. Si possono presentare diverse eventualità:

• l'equazione potrebbe non avere soluzioni, e in questo caso la funzione non ha intersezione con l'asse x,

• potrebbe avere una o più soluzioni, ma comunque un numero finito di soluzioni (e quindi un numero finito di punti di intersezione),

• potrebbe avere infinite soluzioni.

intersezione con l'asse y: l'intersezione con l'asse y esiste solamente se lo zero appartiene al dominio della funzione, nel qual caso questa intersezione è unica per definizione stessa di una funzione, e sarà il punto di coordinate (0,f(0)).

Page 41: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONE – IL SEGNO

Ci si chiede ora di studiare il segno della funzione, cioè ci si chiede

quando la funzione è positiva (sopra l'asse x) o negativa (al di sotto

dell'asse x). In altre parole quali sono i valori della x appartenenti al

dominio tali che sia soddisfatta la disequazione f(x) > 0 e quali

invece siano tali che sia soddisfatta la f(x) < 0.

Può essere molto utile a questo punto annerire su un piano

cartesiano tutte le zone in cui il grafico della funzione non può

passare, se ad esempio nell'intervallo (a,b) la funzione risultasse

positiva si annerirà la zona del piano sotto l'asse x, dove x è

compresa fra a e b.

Page 42: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONELIMITI DI FRONTIERA

Una volta stabilito il dominio e le particolari caratteristiche che può

avere la funzione, si studia il comportamento della funzione sulla

frontiera del dominio. In particolare si andrà a calcolare i limiti:

per x che tende a -∞ se il dominio è illimitato inferiormente

per x che tende a +∞ se il dominio è illimitato superiormente

Per c R se c è punto di accumulazione (un punto si dice di

accumulazione se qualunque suo intorno contiene sempre almeno un

punto del dominio diverso da esso stesso) del dominio ma non è un suo

punto interno. In alcuni casi sarà necessario limitarsi a calcolare solo il

limite destro o il limite sinistro

Page 43: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONECONTINUITA’ ED ASINTOTI

Il calcolo dei limiti permette di verificare la continuità di una funzione o

di valutarne le discontinuità in quel punto.

Infatti, basterà analizzare il limite destro e sinistro nei punti di

accumulazione. Se essi coincidono, allora la funzione è continua,

altrimenti in quel punto presenta una discontinuità.

Page 44: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONECONTINUITA’ ED ASINTOTI

Con il calcolo dei limiti si è in grado di individuare anche l'esistenza di

eventuali asintoti sia verticali, orizzontali che obliqui.

asintoto orizzontale: è la retta di equazione y = l se

asintoto obliquo: è la retta di equazione y = mx + q se si verificano

nell'ordine le seguenti proprietà:

asintoto verticale: è la retta di equazione x = c se

dove c è un eventuale punto di discontinuità o un estremo finito del

dominio.

dove più o meno infinito sono gli eventuali estremi infiniti del

dominio.

Quindi se la funzione ha un dominio limitato non può ammettere né

asintoti orizzontali né obliqui.

Page 45: Funzioni

Le funzioni

Si devono inoltre precisare alcune caratteristiche specifiche:

• le funzioni goniometriche non presentano alcun asintoto,

• una funzione che ammette asintoti orizzontali, non ammette quelli

obliqui e viceversa, mentre non c'è alcuna restrizione per gli asintoti

verticali,

• un asintoto verticale esiste se e solo se ci sono dei candidati

asintoti nel campo d'esistenza; quindi, se la funzione è definita su

tutto il campo dei numeri reali, non esiste alcun asintoto verticale.

STUDIO DI FUNZIONE - ASINTOTI

Page 46: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONEMASSIMI E MINIMI

Uguagliando a zero la derivata della funzione, cioè risolvendo

l’equazione

f ’ (x) = 0

si individuano i punti stazionari della funzione.

Si studia, poi, il segno di f’(x), cioè si risolve la disequazione:

f ’ (x) > 0

e si determinano gli eventuali punti di massimo relativo, minimo

relativo e punto di flesso a tangente orizzontale.

Detto x0 uno di questi punti, esso sarà punto di massimo o di minimo

relativo per la funzione, se la derivata prima cambia di segno

passando dalla sinistra alla destra di x0, cioè se la derivata cambia di

segni ‘attraversando’ x0.

Se invece non cambia di segno esso sarà un punto di flesso a

tangente orizzontale.

Page 47: Funzioni

Le funzioni

STUDIO DI FUNZIONEMONOTONIA, CONCAVITA’ E

CONVESSITA’

Infine, vanno ricercati gli intervalli in cui la funzione è concava

(convessa).

Ciò si ottiene calcolando la derivata seconda della funzione, risolvendo la

disequazione

f ’’ (x) > 0 (f ’’ (x) < 0) Risolvendo l’equazione

f ’’ (x) = 0

vengono individuati eventuali punti di flesso della funzione. Detto x0 uno

di questi punti, esso sarà un punto di flesso nel caso in cui la derivata

seconda, a destra e a sinistra di x0 cambia di segno.

Il punto di massimo (minimo) in cui la funzione assume il valore

maggiore (minore) è detto “punto di massimo (minimo) assoluto”. Gli

altri punti sono detti di massimo (minimo) relativo


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