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G P N N. 454 - 17.06.2018 Visitate il nuovo sito...

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XIª SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (18 - 24 GIUGNO 2018) 18 L Sii attento, Signore, al mio lamento. S. Gregorio Barbarigo; S. Calo- gero; S. Leonzio. 1Re 21,1b-16; Sal 5,2-3.5-7; Mt 5,38-42. 19 M Pietà di noi, Signore: abbiamo peccato. S. Romualdo (m.f.); Ss. Gervasio e Protasio. 1Re 21,17-29; Sal 50, 3-6.11.16; Mt 5,43-48. 20 M Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore. S. Gobano; S. Giovanni da Matera; B. Margherita Ebner. 2Re 2,1.6-14; Sal 30,20.21.24; Mt 6,1-6.16-18. 21 G S. Luigi Gonzaga, religioso. Memoria (bianco). Gioite, giusti, nel Si- gnore. S. Rodolfo; B. Tommaso di Orvieto. Sir 48,1-14; Sal 96,1-7; Mt 6,7-15. 22 V Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza. S. Paolino da Nola (m.f.); Ss. Giovanni Fisher e Tommaso More (m.f.). 2Re 11,1- 4.9-18.20; Sal 131,11-14.17-18; Mt 6,19-23. 23 S La bontà del Signore dura in eterno. S. Giuseppe Cafasso; S. Lan- franco; B. Maria R. Cimatti. 2Cr 24,17-25; Sal 88,4-5.29-34; Mt 6,24-34. E-MAIL T ELEFONO UFFICIO PARROCCHIALE - 0761-557015 CHIESA S. FAMIGLIA - 0761-557919 PADRE JANUSZ - 339-1082608 [email protected] PADRE PAOLO - 345-6303035 [email protected] PADRE TOMMASO - 334-2668574 [email protected] PADRE LUCA - 331-7929220 [email protected] SANTE MESSE GIORNI FESTIVI CONCATTEDRALE - 09,00 - 11,30 - 18,30 SACRA FAMIGLIA - 09,30 COLLE LYDIA - 11,15 CARMINE - 10,00 GIORNI FERIALI SAN PIETRO - 08,30 CONCATTEDRALE - 18,30 SACRA FAMIGLIA - 09,15 CARMINE - 17,30 GIORNALINO DELLA PARROCCHIA DI NEPI – N. 454 - 17.06.2018 Visitate il nuovo sito: parrocchianepi.it 17 GIUGNO 2018 XIª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO In quel tempo, Gesù diceva alla fol- la: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua om- bra». Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola se- condo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34)
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XIª SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (18 - 24 GIUGNO 2018)

18 L Sii attento, Signore, al mio lamento. S. Gregorio Barbarigo; S. Calo-gero; S. Leonzio. 1Re 21,1b-16; Sal 5,2-3.5-7; Mt 5,38-42.

19 M Pietà di noi, Signore: abbiamo peccato. S. Romualdo (m.f.); Ss. Gervasio e Protasio. 1Re 21,17-29; Sal 50, 3-6.11.16; Mt 5,43-48.

20 M Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.

S. Gobano; S. Giovanni da Matera; B. Margherita Ebner. 2Re 2,1.6-14; Sal 30,20.21.24; Mt 6,1-6.16-18.

21 G S. Luigi Gonzaga, religioso. Memoria (bianco). Gioite, giusti, nel Si-gnore. S. Rodolfo; B. Tommaso di Orvieto. Sir 48,1-14; Sal 96,1-7; Mt

6,7-15.

22 V Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza. S. Paolino da Nola (m.f.); Ss. Giovanni Fisher e Tommaso More (m.f.). 2Re 11,1-

4.9-18.20; Sal 131,11-14.17-18; Mt 6,19-23.

23 S La bontà del Signore dura in eterno. S. Giuseppe Cafasso; S. Lan-franco; B. Maria R. Cimatti. 2Cr 24,17-25; Sal 88,4-5.29-34; Mt 6,24-34.

E-MAIL TELEFO NO

UFFICIO PARROCCHIALE - 0761-557015

CHIESA S. FAMIGLIA - 0761-557919

PADRE JANUSZ - 339-1082608

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PADRE PAOLO - 345-6303035

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PADRE TOMMASO - 334-2668574

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PADRE LUCA - 331-7929220

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SANTE MESSE

GIORNI FESTIVI

CONCATTEDRALE - 09,00 - 11,30

- 18,30

SACRA FAMIGLIA - 09,30

COLLE LYDIA - 11,15

CARMINE - 10,00

GIORNI FERIALI

SAN PIETRO - 08,30

CONCATTEDRALE - 18,30

SACRA FAMIGLIA - 09,15

CARMINE - 17,30

GIORNALINO DELLA PARROCCHIA DI NEPI – N. 454 - 17.06.2018

Visitate il nuovo sito: parrocchianepi.it

17 GIUGNO 2018 XIª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

In quel tempo, Gesù diceva alla fol-la: «Il regno di Dio è come un uomo

che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua om-bra». Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola se-condo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34)

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17 GIUGNO 2018 XIª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

”Dio, seminatore che non si stanca mai di noi“

Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno. L'infinito di Dio raccontato da un minuscolo seme, il futuro nella freschezza di un germoglio di senape. Accade nel Regno di Dio come quando un uomo semina. Il Regno accade perché Dio è l'instancabile seminatore, che non è stanco di noi, che ogni giorno esce a immettere nell'universo le sue energie in forme semina-li, germinali, come un nuovo giardino dell'Eden che sta a noi custodire e coltivare. E nessun uomo

o donna che siano privi dei suoi germi di vita, nessuno troppo lontano dalla sua mano. Che dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Gesù sottolinea un miracolo infinito di cui non ci stupiamo più: alla sera vedi un bocciolo, il giorno dopo si è aperto un fiore. Senza alcun intervento esterno. Qui affonda la radice della grande fiducia di chi crede: le cose di Dio, l'intera creazione, il bene crescono e fioriscono per una misteriosa forza interna, che è da Dio. Nonostante le nostre resistenze e distrazioni, nel mondo e nel cuore il seme di Dio germoglia e si arrampica verso la luce. La seconda parabola mostra la sproporzione tra il granello di senapa, il più piccolo di tutti i semi, e il grande albero che ne nascerà. Senza voli retorici: il granello non salverà il mondo. Noi non salveremo il mondo. Ma, dice Gesù, gli uccelli verranno e vi faranno il nido. All'ombra del tuo albero grande accorreranno in molti, all'ombra della tua vita verranno per riprendere fiato, trovare ristoro, fare il nido: immagi-ne della vita che riparte e vince. «Se tu hai aiutato anche uno solo a stare un po' meglio, la tua vita si è realizza-ta» (Papa Francesco). La parabola del granello di senape racconta la preferenza di Dio per i mezzi poveri; dice che il suo Regno cresce per la misteriosa forza segreta delle cose buone, per l'energia propria della bellezza, della tenerezza, della verità, della bontà. Mentre il nemico semina morte, noi come contadini pazienti e intelligenti seminiamo buon grano; noi come campo di Dio continuiamo ad accogliere e custodire i semi dello Spirito, nono-stante l'imperversare di tutti gli erodi dentro e fuori di noi. Un seme deposto dal vento nelle fenditure di una muraglia è capace di viverci; è capace, con la punta fragilissima del suo germoglio, di aprirsi una strada nel duro dell'asfalto. Gesù sa di aver immesso nel mondo un germe di bontà divina che, con il suo assedio dolce e implaca-bile, spezzerà la crosta arida di tutte le epoche, per riportarvi sentori di primavera, di vita fiorita, di mietiture. Tutta la nostra fiducia è in questo: Dio è all'opera in seno alla storia e in me, in alto silenzio e con piccole cose.

24 GIUGNO 2018 NATIVITÀ DI S. GIOVANNI BATTISTA: SOLENNITÀ

”Giovanni, il Battista, dono di Dio“

Per Elisabetta si compì il tempo e diede alla luce un figlio. I figli vengono alla luce come compi-mento di un progetto, vengono da Dio. Caduti da una stella nelle braccia della madre, portano con sé scintille d'infinito: gioia (e i vicini si rallegravano con la madre) e parola di Dio. Non nascono per caso, ma per profezia. Nel loro vecchio cuore i genitori sentono che il piccolo appartiene ad una storia più grande, che i figli non sono nostri: appartengono a Dio, a se stessi, alla loro vocazione, al mondo. Il genitore è solo l'arco che scocca la freccia, per farla vo­lare lontano. Il passaggio tra i due testamenti è un tempo di silenzio: la parola, tolta al tempio e al sacerdozio, si sta intessendo nel ventre di due madri. Dio traccia la sua storia sul calendario della vita, e non nel confine stretto delle

istituzioni. Un rivoluzionario rovesciamento delle parti, il sacerdote tace ed è la donna a prendere la parola: si chiamerà Giovanni, che in ebraico significa: dono di Dio. Elisabetta ha capito che la vita, l'amore che sente freme-re dentro di sé, sono un pezzetto di Dio. Che l'identità del suo bambino è di essere dono. E questa è anche l'iden-tità profonda di noi tutti: il nome di ogni bambino è «dono perfetto». Stava la parola murata dentro, fino a quando la donna fu madre e la casa, casa di profeti. Zaccaria era rimasto muto perché non aveva creduto al­l'annuncio dell'angelo. Ha chiuso l'orecchio del cuore e da allora ha perso la parola. Non ha ascoltato, e ora non ha più niente da dire. Indicazione che mi fa pensoso: quando noi credenti, noi preti, smarriamo il riferimento alla Parola di Dio e alla vita, diventiamo afoni, insignificanti, non mandiamo più nessun messaggio a nessuno. Eppu­re il dubitare del vecchio sacerdote non ferma l'azione di Dio. Qualcosa di grande e di consolante: i miei difetti, la mia poca fede non arrestano il fiume di Dio. Zaccaria incide il nome del figlio: «Dono-di-Dio», e subito ri-prende a fiorire la parola e benediceva Dio. Benedire subito, dire-bene come il Creatore all'origine (crescete e moltiplicatevi): la benedizione è una energia di vita, una forza di crescita e di nascita che scende dall'alto, ci rag-giunge, ci avvolge, e ci fa vivere la vita come un debito d'amore che si estingue solo ridonando vita. Che sarà mai questo bambino? Grande domanda da ripetere, con venerazione, davanti al mistero di ogni culla. Cosa sarà, oltre ad essere dono che viene dall'alto? Cosa porterà al mondo? Un dono unico e irriducibile: lo spazio della sua gioia; e la profezia di una parola unica che Dio ha pronunciato e che non ripeterà mai più (Vannucci). Sarà «voce», proprio come il Battista, la Parola sarà un Altro.

ATTIVITÀ DELLA PARROCCHIA

DOMENICA 17 GIUGNO XIª Domenica del Tempo Ordinario Festa della Consolata come ringraziamento per la beatificazione della Beata Suor

Leonella e giubileo dei 50 anni della vita religiosa di Suor Fulvia Concordia presso le Suore Missionarie della Consolata a Settevene. Santa Messa alle ore 18.00.

LUNEDÌ 18 - VENERDÌ 22 Continua l’attività estiva per i ragazzi “OREST”, presso l’oratorio della Chiesa

Santa Famiglia.

MARTEDÌ 19 GIUGNO Alle ore 19.00 presso la Chiesa Santa Famiglia, S. Messa a conclusione del cammi-

no eucaristico dei Discepoli di Emmaus.

MERCOLEDI 20 GIUGNO Alle ore 21.15 inizia la recita settimanale del Santo Rosario in piazza B. Cecilia

Eusepi

SABATO 23 GIUGNO Alle ore 09.00 presso la Chiesa Santa Famiglia, Consiglio Pastorale Parrocchiale.

DOMENICA 24 GIUGNO Festa della natività di San Giovanni Battista.

PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA DAL 20 AL 27 OTTOBRE 2018. INFO PRESSO LE SAGRESTIE DELLE NOSTRE CHIESE.

Un kilogrammo il prodotto da donare a GIUGNO è:

2 confezioni da 270 gr. di CARNE in scatola, 500 gr. di PASTA asciutta

Meditazione del giorno San Cromazio di Aquileia (? – 407), vescovo

Discorso 30, 2 (SC 164, p. 137) Il chicco di grano caduto a terra porta molto frutto (Gv 12,24)

Il Signore si è paragonato lui stesso ad un granello di senape: lui che era il Dio di gloria e maestà eterna si è fatto piccolo, poiché ha voluto nascere da una vergine con un corpo di bambino. E' stato messo a terra quando il suo corpo è stato messo nella tomba. Ma, dopo essersi tolto dai morti con la resurrezione gloriosa, è cresciuto in terra fino a diventare un albero nei cui rami abitano gli uccelli del cielo.

Quest'albero significava la Chiesa che la morte di Cristo ha risuscitata nella gloria. Per rami non si può inten-dere che gli apostoli, perché, come i rami sono l'ornamento naturale dell'albero, così gli apostoli sono l'ornamento della Chiesa di Cristo per la bellezza della grazia ricevuta. Su questi rami si sa che abitano gli uccelli del cielo. Par allegoria, gli uccelli del cielo designano noi che giungiamo alla Chiesa di Cristo e riposiamo sull'insegnamento degli apostoli, come gli uccelli sui rami.


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