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GAS NATURALE: STORIA, DINAMICHE, EVOLUZIONE DEI … · 2013-11-22 · del costo sempre più elevato...

Date post: 16-Aug-2020
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Prodotto dalla decomposizione anaerobica di materiale organico, il gas naturale si trova, in na- tura, allo stato fossile, insieme al petrolio e al car- bone, o da solo in giacimenti esclusivi. Viene an- che prodotto dai processi di decomposizione cor- renti (paludi, discariche) e durante la digestione negli animali. Infine, viene liberato nell’atmosfera anche dall’attività vulcanica. È formato da una miscela di idrocarburi gassosi, il cui componente principale è il metano. Oltre che del gas naturale, gli idrocarburi (formati da carbo- nio e idrogeno) sono i principali componenti del petrolio. Il più generale crescente fabbisogno di energia ha evidenziato negli ultimi decenni l’im- portanza di questo combustibile. Le prime notizie del suo impiego risalgono al III secolo D.C. in Cina. Nell’industria moderna, la sua comparsa avviene nel 1820, con la perforazione di un pozzo presso la città di New York. Nel 1925 vie- OIKOS - 6 GAS NATURALE: STORIA, DINAMICHE, EVOLUZIONE DEI MERCATI E PROSPETTIVE FUTURE Il consumo mondiale di gas naturale è in costante aumento. In particolare, la forte richiesta dell’area asiati- ca e la continua evoluzione del mercato europeo incidono in maniera considerevole sulle politiche dei Paesi produttori e sulla formulazione dei nuovi progetti. Inoltre, i problemi legati all’estrazione e al trasporto del gas producono un consistente impatto ambientale e la disponibilità delle scorte accende il dibattito sulle re- ti di gestione e la loro indipendenza strutturale. Sopra. Il seep è una manifestazione sulla superficie terrestre della fuoriuscita naturale di idrocarburi, gas o petrolio. In apertura. Una nave per il trasporto di gas.
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Prodotto dalla decomposizione anaerobica dimateriale organico, il gas naturale si trova, in na-tura, allo stato fossile, insieme al petrolio e al car-bone, o da solo in giacimenti esclusivi. Viene an-che prodotto dai processi di decomposizione cor-renti (paludi, discariche) e durante la digestionenegli animali. Infine, viene liberato nell’atmosferaanche dall’attività vulcanica.

È formato da una miscela di idrocarburi gassosi,il cui componente principale è il metano. Oltre chedel gas naturale, gli idrocarburi (formati da carbo-nio e idrogeno) sono i principali componenti delpetrolio. Il più generale crescente fabbisogno di

energia ha evidenziato negli ultimi decenni l’im-portanza di questo combustibile.

Le prime notizie del suo impiego risalgono al IIIsecolo D.C. in Cina. Nell’industria moderna, la suacomparsa avviene nel 1820, con la perforazione diun pozzo presso la città di New York. Nel 1925 vie-

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GAS NATURALE:STORIA, DINAMICHE, EVOLUZIONE

DEI MERCATI E PROSPETTIVE FUTUREIl consumo mondiale di gas naturale è in costante aumento. In particolare, la forte richiesta dell’area asiati-ca e la continua evoluzione del mercato europeo incidono in maniera considerevole sulle politiche dei Paesiproduttori e sulla formulazione dei nuovi progetti. Inoltre, i problemi legati all’estrazione e al trasporto delgas producono un consistente impatto ambientale e la disponibilità delle scorte accende il dibattito sulle re-ti di gestione e la loro indipendenza strutturale.

Sopra.Il seep è una manifestazione sulla superficie terrestredella fuoriuscita naturale di idrocarburi, gas o petrolio.

In apertura.Una nave per il trasporto di gas.

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ne realizzato il primo gasdotto saldato in acciaio(dalla Louisiana trasportava il gas in Texas), decre-tando la sua commercializzazione su larga scala.

Estratto anche da giacimenti misti (petrolio egas) o da giacimenti di solo gas naturale, quelli piùestesi conosciuti si trovano nel Golfo Persico (Qa-tar, Iran), anche se la Russia possiede le maggioririserve al mondo. Una percentuale ridotta vieneanche estratta dalle miniere di carbone (CBM, Co-al Bed Methane).

L’estrazione avviene mediante pozzi che devonoessere disposti secondo opportune precauzioni.Una formula di estrazione massiccia e concentratain pochi punti comporta lo sconvolgimento dellecaratteristiche dell’intero giacimento. Alla testadei pozzi sono sempre presenti anche sostanze li-quide (in genere vapore acqueo) e materiali solidi(particelle di roccia) che è necessario eliminare conseparatori meccanici centrifughi.

Una volta estratto dai giacimenti, che possonotrovarsi sotto la terra ferma o i fondali marini, vie-ne immesso in grandi condutture che si diramanoin strutture sempre più ridotte (reti di distribuzio-ne) per raggiungere gli utenti finali. Spinto inizial-mente dalla sua stessa pressione, deve però esse-re costantemente sospinto da stazioni di pompag-gio inserite lungo la rete.

In molti casi (Arabia Saudita), il gas naturale vie-ne anche recuperato durante l’estrazione del pe-trolio e, non potendo essere venduto con profittoadeguato, viene bruciato direttamente sul posto.In questo caso, l’operazione (illegale in molti Sta-ti) produce gas serra che viene rilasciato in manie-ra massiccia nell’atmosfera terrestre. In altri casi,il gas viene reintrodotto nel giacimento petroliferoper mantenerne alta la pressione, consentendocosì una più completa estrazione di tutto il petro-lio contenuto nel pozzo.

Interessanti progetti di sfruttamento sono at-tualmente in corso in Ontario ein Danimarca (estrazione di me-tano dal letame prodotto daanimali, in particolare maiali ebovini) per la produzione dienergia elettrica. Tali sperimen-tazioni hanno attestato che unimpianto a biogas è sufficienteper produrre corrente elettricaper una città di ridotte dimen-sioni (250 MW) e ulteriori studihanno dimostrato che la portatapuò essere aumentata con l’ag-giunta di ulteriore materiale or-ganico (rifiuti domestici). Inoltre, altri progetti ri-guardano la possibilità di utilizzare le discariche(decomposizione dei rifiuti) per fornire agli agglo-merati urbani elettricità e riscaldamento.

Il gas, in natura inodore e incolore, prima di es-

sere immesso nelle condutture urbane viene deli-beratamente miscelato con sostante («odorizzan-ti») appartenenti a due tipologie di composti chi-mici, il TBM o terziar-butilmercaptano, o il THT otetraidrotiofene, al fine di rendere all’olfatto una

sensazione di cattivo odore, in-dispensabile per evitare sacchedi gas esplosivo. Pur non es-sendo tossico, in alcuni giaci-menti, nel gas naturale si trovadisciolta una certa quantità disolfuro di idrogeno, un gas al-tamente tossico anche a bas-sissime concentrazioni.

In merito agli impatti ambien-tali, alcuni ricercatori hannoevidenziato che la combustionedi gas naturale genera gas ser-ra che contribuisce al surriscal-

damento del pianeta, anche se in misura minorerispetto agli altri combustibili fossili. L’estrazionedi gas, anche se in maniera non dissimile dal pe-trolio, comporta una diminuzione della pressionenella riserva sotterranea, causando una subsiden-

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L’estrazione di gas, anchese in maniera non dissimiledal petrolio, comporta unadiminuzione della pressionenella riserva sotterranea,causando una subsidenzadel terreno in grado di dan-neggiare l’ecosistema e icorsi d’acqua

Un impianto per la produzione di energia eolica.

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za del terreno in grado di danneggiare l’ecosiste-ma e i corsi d’acqua. Inoltre, potrebbe essere an-che causa di cedimenti nelle fondamenta degliedifici. In considerazione dei prevedibili aumentidi consumo di gas naturale neiprossimi anni (richiesta cre-scente di fonti alternative al pe-trolio), alcuni esperti ritengonoche si potrebbero raggiungerepericolosi livelli di inquinamentoa causa dell’anidride carbonica,del monossido di carbonio, del-l’ozono e degli ossidi di azoto.

Oltre al largo impiego nella di-stribuzione cittadina (usi dome-stici) il gas naturale viene utiliz-zato anche in centrali termoe-lettriche che lo utilizzano comecombustibile (in Italia è presen-te una centrale di questo tipo aLeri, in provincia di Vercelli).Inoltre, viene utilizzato nell’industria come com-bustibile nei forni per la fusione del vetro, per laproduzione della ceramica e del cemento.

Secondo i dati forniti dall’ENI, nel 2004 sonostati consumati, in tutto il globo terrestre, quasi3 000 miliardi di m3 di gas naturale (2 760 mi-liardi di consumo e 177 572 miliardi di riserve).Assumendo i consumi costanti nel tempo, la di-sponibilità delle scorte avrebbe la durata mediadi 60 anni. Ma la dinamica dei consumi ha fattoregistrare una crescita media annua pari al 2,7per cento, facendo sorgere le prime difficoltà peri Paesi occidentali.

I Paesi Bassi (produzione di 74,20 miliardi di m3)nel 2004 avevano riserve per 1 492 miliardi di m3,con una vita residua di 20 anni.

Il Regno Unito (produzione di 103,65 miliardi di

m3) nel 2004 aveva riserve per 905 miliardi di m3,con una vita residua di 9 anni.

L’Italia, al quarto posto tra i principali importa-tori di gas naturale (dopo StatiUniti, Germania e Giappone), haimportato, nel 2005, 73,49 mi-liardi di m3. In particolare, daRussia (23,33) e da Algeria(27,73), ma anche da Norvegia(6,90) e Paesi Bassi (8,00). Gliaccordi stipulati nel 2006 conle compagnie straniere - Gaz-prom per la Russia e Sonatrachper l’Algeria - hanno comun-que spinto il Governo italiano aporre il problema di eventualitensioni sul livello dei prezzianche in sede comunitaria.

La principale difficoltà sinoad oggi riscontrata per l’utiliz-

zo del gas naturale consiste nel trasporto. Pur es-sendo la costruzione dei gasdotti un investimentorelativamente contenuto, essi non permettono

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Pur essendo la costruzio-ne dei gasdotti un investi-mento relativamente conte-nuto, essi non permettonol’attraversamento dei mari eulteriori complicazioni pos-sono nascere, nel caso distrutture internazionali, du-rante la collocazione e lagestione sotto il suolo diPaesi diversi

Impianti di un gasdotto.

Principali produttori di gas naturali e vita media delle riserve espressa in anni(miliardi di m3 nel 2004, fonte ENI)

Produttore Riserve Produzione annua Vita media riserva

Russia 48 000 607,67 79Iran 26 500 81,99 323Qatar 25 783 40,39 638Arabia Saudita 6 654 63,99 104Emirati Arabi Uniti 6 047 45,22 134Stati Uniti 5 353 526,51 10Nigeria 5 055 20,81 243Algeria 4 545 95,12 48Venezuela 4 223 29,39 144Norvegia 3 188 84,96 38Iraq 3 080 – –Turkmenistan 2 900 57,31 51Indonesia 2 557 82,76 31Australia 2 548 40,07 64Malesia 2 464 52,69 47Kazakistan 1 900 21,87 87Uzbekistan 1 860 58,01 32Cina 1 823 51,19 36Egitto 1 756 30,81 57Canada 1 603 178,35 9

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l’attraversamento dei mari e ulteriori complicazio-ni possono nascere, nel caso di strutture interna-zionali, durante la collocazione e la gestione sottoil suolo di Paesi diversi. I metanodotti sono costi-tuiti da tubazioni in acciaio per garantire la prote-zione contro la corrosione. Per il trasporto del gasa distanza sono necessari anche gruppi di com-pressione per compensare le perdite di carico.

L’utilizzo di navi per il trasporto di gas naturaleliquefatto (metaniere) è soggetto a costi produtti-vi e di gestione molto più alti e attualmente nonsono a disposizione efficaci sistemi di sicurezza.

La distribuzione e la vendita sono state recente-mente oggetto di una completa revisione norma-tiva nell’ambito del più ampio processo di libera-lizzazione del mercato del gas naturale. A causadel costo sempre più elevato del petrolio, il pro-cesso di trasformazione del gas naturale in car-buranti liquidi (nafta e gasolio) ha destato un piùmarcato interesse da parte degli operatori delsettore energetico. Il processo (denominato «GTL,Gas to Liquids»), è organizzato secondo la tecno-logia chiamata «Fischer-Tropsch», utilizzata daitedeschi durante il Secondo conflitto mondiale(attraverso la gassificazione del carbone e la suaconversione in carburante liquido, per sopperirealla mancanza di giacimenti petroliferi).

In molteplici tipologie di centrali, una delle prin-

cipali fonti utilizzate per la produzione elettrica ri-mane il gas naturale. Nelle centrali termoelettrichee in quelle a ciclo combinato (quelle considerateoggi le più ecologiche), viene utilizzato attraversoturbine a vapore o a gas, in quest’ultimo caso conun rendimento più elevato. Sperimentazioni incorso attestano che il calore residuo può esseresempre riutilizzato sia per il riscaldamento che peril condizionamento dell’aria. In ogni caso, alcunistudiosi hanno già sollevato polemiche sull’utiliz-zo di gas naturale per la produzione di energiaelettrica. Considerata una risorsa particolarmentepregiata, e destinata a un rapido esaurimento,questa tesi ritiene che il suo sfruttamento in ma-niera così massiccia sia una sorta di spreco, po-tendo l’energia elettrica essere raggiunta con altresostanze meno pregiate (come il carbone o l’olio),ovvero con fonti rinnovabili oppure attraverso ilnucleare.

L’INDUSTRIA E LE SUE ATTIVITÀ

L’industria del gas naturale, per la maggior par-te del XX secolo, è stata sottoposta a controllopubblico diretto, o quantomeno sottoposta a re-golamentazione. A partire dalla fine degli anniSettanta negli Stati Uniti, e in altri Paesi nei decen-ni successivi, sono state introdotte diverse formedi controllo che hanno prodotto profondi cambia-menti nel funzionamento e nella regolamentazio-

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Il tracciato del gasdotto Nabucco.

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ne dei diversi segmenti di questa industria, carat-terizzata dalle complesse fasi di produzione, tra-sporto, stoccaggio, distribuzione e commercializ-zazione.

La produzione consiste in una serie di attivitànecessarie a rendere disponibile il gas naturale perl’immissione in rete (esplorazione, trivellazione,produzione in senso stretto e raccolta). La raccol-ta è il trasporto del gas naturale, estratto da poz-zi diversi, nel luogo (terminale) dove verrà immes-so in un gasdotto. La fase del trasporto compren-de un insieme di operazioni elaborate per trasferi-re il gas dal produttore al mercato dei consumato-ri, attraverso gasdotti che lavorano in alta pressio-ne. Lo stoccaggio è l’attività che consiste nel bi-lanciare i consumi (soggetti a grande variabilità) ela produzione in ogni periodo. Inoltre, questa faseassicura la copertura del rischio di interruzionedella fornitura di gas naturale, che può esseresoggetta alla sospensione della produzione o aproblemi tecnici relativi alla rete di trasporto.

La distribuzione permette di far pervenire il gasagli utenti finali, siano essi civili o industriali, at-traverso il trasporto in gasdotti a bassa pressione.Infine, la fase di commercializzazione riferisce al-l’attività di acquisto di gas naturale dal produttoree alla successiva vendita al consumatore finale. Èimportante sottolineare che, in termini concettua-li, si tratta di un’attività diversa da quella del tra-sporto e della distribuzione. In questo caso, le im-prese che operano nella fase della commercializ-zazione assumono il rischio delle variazioni delprezzo di acquisto a fronte del pagamento di unadeterminata tariffa da parte dei consumatori fina-li. Inoltre, sono costrette ad agire costantementeanche per assicurare l’affidabilità completa delservizio.

La produzione, rispetto alle specifiche attività, ècaratterizzata da economie di scala che però nonprecludono un certo grado di concorrenza. In que-sta fase, è in genere compatibile la presenza di più

imprese in unico mercato. Esiste, comunque, unasorta di barriera all’entrata di questa attività, co-stituita da azioni legislative, ovvero da particolariautorizzazioni o concessioni governative rilasciateper l’attività produttiva. La questione diventa piùcomplessa nelle fasi di trasporto e di distribuzio-ne. Queste fasi sono tradizionalmente consideratemonopoli naturali, rispettivamente su scala nazio-nale e locale, a causa della compartecipazione deicosti di costruzione della rete.

Anche se i costi operativi sono considerati rela-tivamente bassi, quelli fissi risentono della limita-zione di usi alternativi dei gasdotti. Secondo que-

sta disamina, il mercato potrebbe accettare l’ipo-tesi di affidarne l’operatività ad una sola impresa,ma l’evoluzione delle dinamiche interne - per cer-ti aspetti repentine - hanno favorito soluzioni piùcomplesse.

In teoria, l’impresa monopolistica sarebbe, infat-ti, in grado di gestire al meglio le cosiddette ester-nalità di rete, ovvero di raggiungere il coordina-mento necessario per una gestione efficiente del-la rete, obiettivo che solo con difficoltà potrebbeessere raggiunto da più imprese in concorrenzache possono controllare solo singole parti dell’ap-parato. In ogni caso, l’industria del gas naturale hanel tempo assunto, almeno in senso tradizionale,una struttura caratterizzata da integrazione verti-cale in cui la produzione, il trasporto, lo stoccag-gio la distribuzione e la commercializzazione so-no sino ad oggi forniti da un’unica impresa.

Sulla scia dei cambiamenti economici e delle

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Impianti di un gasdotto.

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nuove regole che in tempi recenti hanno trasfor-mato le aziende del settore del gas naturale, maanche elettrico e dell’acqua potabile, i nuovi ope-ratori devono affrontare le sfide imposte da setto-ri in rapida espansione e in fase di liberalizzazio-ne. In particolare, la maggiore attenzione viene ri-posta nelle operations - investimenti, riduzionedei costi, miglioramento delle performance, ge-stione delle infrastrutture di rete e logistica - enella strategia, ambito nel quale calcolare le ven-dite, la crescita di lungo periodo, gli acquisti e i ri-sultati economici.

La differenza principale tra gas naturale e petro-

lio è sostanzialmente la forma fisica. A parità divolume, a pressione e temperatura ambientali, ilgas contiene mille volte meno calorie rispetto alpetrolio. Mentre il greggio può essere trasportatoalle condizioni ambientali, il gas naturale deve es-sere liquefatto, al fine di consentire il trasporto sunavi e camion. L’estrazione e l’utilizzo di questarisorsa ha bassi costi, ma quello del trasporto èpari all’80 percento del costo finale del gas. Inol-tre, è necessario costruire impianti di liquefazionevicino ai giacimenti, rigassificatori nelle regioni diconsumo ed eventuali gasdotti e stazioni di pom-paggio.

In linea di massima, il gas naturale non risentedelle oscillazioni del mercato di breve e medio pe-riodo. Inoltre, il costo delle infrastrutture per iltrasporto non dipende dalla quantità di gas intransito, ma sostiene un costo fisso. Una volta ef-fettuato l’investimento, rimane esclusivo interesse

dei produttori e dei distributori mantenere la por-tata sui livelli massimi, al fine di ridurre i costi uni-tari. Si tratta, quindi, di dinamiche diverse da quel-le del petrolio, che risente delle oscillazioni dimercato e di una rendita con un peso considere-volmente superiore. Questo tipo di rendita, anchese sempre presente, incide in maniera minore: glienormi investimenti, che sono ammortizzabili nelgiro di venti o trent’anni, sono i veri elementi con-dizionanti.

In effetti, si può ricondurre alla specifica naturadel gas naturale la richiesta di pianificazione dilungo periodo come la componente principale divalutazione dell’investimento. Sia essa elaboratada grandi compagnie energetiche o da entità sta-tali, non varia il contenuto di fondo dell’operazio-ne, anche se cambiano le forme giuridiche dellaproprietà fisica. Il gas è un prodotto che non rie-sce a seguire l’andamento del libero mercato, matrova la sua più esatta collocazione negli accordi enelle relazioni stabili (ventennali o trentennali) traproduttori e consumatori.

Il consumo di gas naturale è oggi concentrato inEuropa e Nord America, grazie a reti di distribu-zione urbane costruite agli inizi del secolo scorso(quando il carbone veniva trasformato in gas). At-tualmente questo gas viene utilizzato sia per il ri-scaldamento che per la produzione di elettricità,

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Sopra.Una piattaforma navigante per la posa di condutturesottomarine.

A sinistra.La posa di un gasdotto.

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così come materia prima nell’industria chimica.Mentre negli Stati Uniti il commercio del gas natu-rale inizia in piena Seconda guerra mondiale - constabilimenti in Texas, Lousiana e Oklahoma e gia-cimenti nel Golfo del Messico - in Europa questafonte di energia si afferma negli anni Cinquanta eincrementa sostanzialmente il proprio utilizzo do-po lo shock petrolifero del 1973.

Se dagli anni Sessanta viene registrato un calomondiale, sempre maggiore, relativo alla percen-tuale di consumo petrolifero (secondo i dati dellaInternational Energy Agency, il peso del greggiorispetto al totale delle fonti primarie varia dal 42,9per cento nel 1971 al 34,8 per cento nel 2000,quindi con un calo di 8,1 punti) il gas naturale in-crementa il suo trend e aumenta di 4,7 punti, pas-sando dal 16,4 per cento al 21,1 per cento nellostesso arco di tempo.

Infine, è interessante notare che il surplus pro-duttivo del gas naturale russo (+114 MTPE, mi-lioni di tonnellate di petrolio equivalente) ha sto-ricamente favorito i forti legami con l’Europa

(-148 MPTE), durante la terza guerra del Golfo,tra Russia, Francia e Germania.

LA REGOLAMENTAZIONE COMUNITARIA E NA-ZIONALE

Il settore del gas naturale è stato oggetto di unarilevante regolamentazione sia a livello comunita-rio che nazionale. In particolare, il processo di re-golamentazione è stato avviato a livello europeodalla Direttiva Gas (Direttiva 98/30/CE del Parla-mento e del Consiglio Europeo del 22 giugno1998) che reca le norme comuni per il trasporto, ladistribuzione, la fornitura e lo stoccaggio di que-sta risorsa. La Direttiva Gas è stata recepita in Ita-lia nel 2000, con il decreto legislativo del 23 mag-

gio, conosciuto come decreto Letta. Questo decre-to, nel dare attuazione alla direttiva, ha introdottonel mercato del gas italiano una normativa finaliz-zata a una più ampia liberalizzazione del mercato.Individuando i segmenti più importanti del pro-cesso, questo decreto prevede:• la liberalizzazione e lo sviluppo della concorren-

za nelle attività di importazione, produzione evendita del gas naturale;

• la regolamentazione delle attività di trasporto,stoccaggio e distribuzione, in modo che tali ser-vizi siano resi ai terzi a parità di condizioni e atariffe regolamentate;

• la separazione societaria delle attività di traspor-to del gas naturale da tutte le altre attività delsettore, ad eccezione dell’attività di stoccaggio,che rimane comunque oggetto di separazionecontabile e gestionale dalle altre attività;

• la separazione societaria dell’attività di distribu-zione di gas naturale da tutte le altre attività;

• l’accesso alle reti di trasporto e distribuzione,

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Sopra.La guerra del gas tra Russia e Ucraina ha danneggiatoprincipalmente la popolazione.

A destra.Operai intenti alla posa di un gasdotto.

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agli stoccaggi di rigassificazione e agli stoccag-gi, a condizioni trasparenti e non discriminato-rie, a favore dei clienti che ne facciano richiestanel rispetto delle condizioni stabilite dal decreto.Il decreto attribuisce anche ruoli e responsabili-

tà rilevanti al Ministero dell’Industria (oggi delloSviluppo Economico) e all’Autorità per l’EnergiaElettrica e il Gas. Il Ministero ha il compito di sta-bilire le linee guida strategiche e di garantire la si-curezza e lo sviluppo economico del settore.

L’Autorità è, invece, un organo governativo indi-pendente e operativo dal 1997, appositamentepreposto per la regolamentazione dei mercati na-zionali dell’energia elettrica e del gas naturale. Trale sue funzioni vi sono la determinazione e l’ag-giornamento delle tariffe, così come la predisposi-zione delle regole per l’accesso alle infrastrutturee per l’erogazione dei servizi relativi alle attività ditrasporto, di rigassificazione e di stoccaggio.

In ambito europeo, nel 2003 è stata emanata unanuova direttiva sul mercato interno del gas natu-rale, la direttiva 2003/55/CE del Parlamento Euro-peo e del Consiglio del 26 giugno 2003, che haabrogato la precedente 98/30/CE. La legge italia-na n° 239 del 23 agosto 2004 ne ha recepito alcu-ne disposizioni (legge sul «Riordino del settoreenergetico, nonché delega al Governo per il rias-setto delle disposizioni vigenti in materia di ener-gia», la cosiddetta legge Marzano).

La continua evoluzione del mercato (dalle crisi

tra Russia e Paesi confinanti sino alle oscillazionidel prezzo del petrolio), la dipendenza dell’Italia,la scarsità di infrastrutture adeguate, gli ingentiinvestimenti richiesti e i tempi lunghi di realizza-zione, impongono la necessità di effettuare sceltevincenti. In particolare, si tratta di conoscere gliscenari di sviluppo del mercato del gas naturale(disponibilità delle risorse nel breve, medio e lun-go termine), di individuare la prospettiva e l’evo-luzione delle infrastrutture (il ruolo dell’Italia nellanuova politica energetica europea) e di identifica-re i fattori che possono incidere sulla variabilitàdei prezzi (dalle prospettive di Borsa alle aperturedei nuovi mercati, sino all’elaborazione di allean-ze strategiche).

Ma quali sono le prospettive per l’apertura e l’in-tegrazione dei mercati del gas naturale in Europa?Gli analisti che hanno studiato l’evoluzione globa-le della domanda e della tecnologia, così come lostato dell’arte del processo di liberalizzazione,concordano che la diffusione del gas naturale li-quefatto potrebbe contribuire alla sua «globaliz-zazione», ovvero allo scambio fuori dai mercati re-gionali. In questa ipotesi, l’Europa rischia però ditrovarsi impreparata di fronte a questi nuovi svi-luppi a causa dei monopoli pubblici, verticalmenteintegrati e dominatori assoluti della scena. Anche

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Lavori su un tratto del gasdotto Dzuarikau-Tskhinval.

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se le politiche comunitarie hanno innescato un de-ciso miglioramento, non sono ancora stati affron-tati gli snodi critici di un’autentica liberalizzazio-ne, a partire dalla separazione proprietaria di retie stoccaggi, la base di un’efficace piattaformacommerciale europea.

IL CASO DEGLI STATI UNITI E DEL CANADA

Le riserve conosciute di gas naturale del Canadasi sono recentemente abbassate nonostante gli in-vestimenti record effettuati nel 2003. Questo Pae-se è tra i primi produttori e il secondo esportatoremondiale. La produzione di gas rappresenta il 7,3per cento della produzione mondiale. È il primoesportatore verso gli Stati Uniti. Attualmente, lesocietà di esplorazione scavano sempre più pozzie registrano sempre meno scoperte. Parallelamen-te, il prezzo del gas naturale si adegua alla libera-lizzazione del mercato. Si tratta di un mercato alungo termine, ma una veloce globalizzazione po-trebbe generare gravi variazioni nel prezzo, anchea breve scadenza. Di conseguenza, le società delsettore tendono a liberarsi sempre di più dellevendite a lungo termine, contribuendo a rendere ilprezzo del gas naturale molto più volatile. Inoltre,in questa regione sono stati analizzati con atten-zione i costi degli investimenti per il trasporto delgas naturale, con particolare riguardo alle condut-ture necessarie per trasportarlo dal luogo di pro-duzione alla stazione di liquefazione (il gas vieneliquefatto ad una temperatura di -82° con unapressione di 47 atmosfere).

Questo tipo di trasporto - all’unità di gassifica-zione - risulta essere da 6 a 10 volte più caro di

quello del petrolio. Di conseguenza, anche se è ilprezzo dell’energia a registrare nel suo insieme unconsiderevole aumento, quello del gas naturale siavvia verso una sua evoluzione. Le ragioni dell’au-mento non devono quindi essere ricercate nellegiustificazioni congiunturali a breve scadenza (cri-si politiche, situazioni economiche) bensì nellemodifiche strutturali a lungo termine, come l’au-mento costante della domanda e il ribasso dellescoperte relative alle fonti (sembra, infatti, avviatoil processo di carenza del gas naturale, così comeè in corso quello del carbone, del petrolio e del-l’uranio). Questi processi lasciano ipotizzare il co-stante ma inesorabile movimento rialzista nei

prezzi a lungo termine, quindi anche nel settoredel gas naturale, pur nella più complessa catego-ria merceologica dell’energia.

Al momento, le quotazioni sono oggetto digrande interesse da parte degli operatori e di at-tente analisi da parte degli istituti specializzati.

A differenza del petrolio, il gas naturale non èriuscito a superare i vecchi massimi storici segna-ti nel 2005, ovvero a 15,35 dollari, e la ripresa at-tuale delle sue quotazioni non tiene il passo con ilresto del comparto energetico. Rispetto all’iniziodell’anno in corso, il petrolio ha guadagnato circail 100 per cento, mentre il gas naturale ha recupe-rato soltanto il 18 per cento. I motivi di questabassa performance rispetto al resto del compartoenergetico sono legati - secondo alcuni analisti -alla natura regionale del gas naturale (la sua di-stribuzione dipende in gran parte solo dalla pre-senza di gasdotti). Anche per questo motivo, lamaggior parte dei fattori che influiscono sull’an-damento dei future quotati presso la Borsa NYMEXsono relativi al mercato domestico americano. In

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Sopra.Una Centrale a gas a ciclo combinato.

A destra.Un operaio effettua una saldatura durante la posa di ungasdotto.

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quest’ultimo periodo, il mercato risente non solodel calo della domanda, ma anche dell’aumentodella produzione, che rappresenta il risultato diuna frenetica attività di trivellazione svolta sino al-la fine della scorsa estate.

Dal lato della domanda, occorre però evidenzia-re che il periodo appena precedente l’inizio del-l’estate è quello della richiesta più debole, inquanto il calo dei consumi per il riscaldamentonon viene ancora compensato dall’aumento delladomanda di elettricità che accompagna l’utilizzodell’aria condizionata. La «Energy Information Ad-ministration», una divisione del Dipartimento diEnergia degli Stati Uniti che analizza gli scenari perl’energia, ha indicato («Short-Term Energy Outlo-ok», pubblicato nel mese di maggio del 2009) chela domanda totale di gas naturale nel 2009 do-vrebbe calare dell’1,9 per cento rispetto allo scor-so anno, mentre la produzione è destinata a ridur-si dell’1 per cento.

Non dovrebbe quindi sorprendere un aumentonotevole delle scorte, che nel mese di maggio era-no state segnalate a 2,213 trilioni di piedi cubi (1piede cubo corrisponde a 0,02832 metri cubi), conun aumento del 31 per cento rispetto al livello del-lo scorso anno e un aumento del 21,6 rispetto al-la media degli ultimi cinque anni. Secondo gli ana-listi della «Energy Information Administration», èprobabile che le scorte continuino ad aumentare inlinea con i trend storici sino alla metà dell’autun-no, raggiungendo il record assoluto di 3,635 tri-lioni di piedi cubi. L’accumulo delle scorte è favo-rito in questo periodo anche dal crescente pesodel mercato del gas naturale liquefatto (LNG), chepermette di spostare questa materia prima anchein navi cisterna.

A questo proposito è necessario segnalare che lamaggior parte dei Paesi asiatici che importano LNGnon possiede una grande capacità di stoccaggio,lasciando al mercato americano e canadese la de-stinazione naturale per il gas non consumato inAsia, anche qui per via della registrazione di uncalo della domanda nell’intera regione.

Benché la situazione per il gas naturale possasembrare piuttosto drammatica nel prossimo perio-do, non è da escludere che i prezzi si riprendano nelcorso del 2010, ovvero quando la «Energy Informa-tion Administration» prevede un leggero aumentodella domanda a fronte di un calo della produzionepari al 2,8 per cento rispetto al 2009. Questo calodella produzione dovrebbe essere causato dalla di-minuzione delle attività di trivellazione, dove gli im-pianti presenti nelle zone di esplorazione hanno re-gistrato un calo del 54 per cento rispetto ai livellidella scorsa estate. Nel breve periodo, sembra altre-sì possibile prevedere una leggera ripresa delle quo-tazioni, spinta dalla convenienza del gas naturaleper la produzione di energia elettrica rispetto ad al-

tre fonti. Ma secondo Matthew Simmons, una tra imaggiori esponenti del mercato del petrolio, neiprossimi due anni si registrerà un forte calo dellaproduzione americana di gas naturale. In ogni caso,il miglioramento delle prospettive del mercato, apartire dal prossimo anno, è stato già scontato dalmercato dei future, dove la scadenza di agosto 2010quota con un premio del 55 per cento rispetto allascadenza di agosto 2009.

Gli analisti consigliano, quindi, di prestare atten-zione prima di acquisire posizioni di lungo termi-ne, perché il contango (le scadenze più lunghe chequotano a premio rispetto a quelle a breve che au-mentano il costo di una più prolungata posizione)è sempre molto acuto nel mercato del gas natura-le. È invece possibile giocare su piccoli rimbalzi nelbreve termine, specialmente se il mercato - cosìcome sembra presentarsi - dovesse registrareun’ulteriore fase di debolezza.

IN ITALIA?

Secondo gli studi effettuati dall’Autorità perl’Energia e dal Ministero delle Attività Produttive, la

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Condutture di un gasdotto.

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soluzione al problema è quella di utilizzare il no-stro Paese come un centro di smistamento del gasnaturale eccedente il fabbisogno nazionale versoaltri mercati continentali. Si tratterebbe di unagrande opportunità perché, dopo il 2010, una par-te delle infrastrutture che verranno realizzate po-trebbero mantenere un elevato livello di utilizza-zione, in virtù del fatto che la loro capacità potreb-be essere destinata al mercato europeo.

Si tratta, quindi, di operare delle scelte basate suvalutazioni di convenienza economica e di politicaindustriale. Ferma restando la necessità di realiz-zare un considerevole aumento di capacità di im-portazione e di infrastrutture entro il 2015, è ne-cessario assicurare sicurezza e flessibilità nel si-stema gas naturale. In uno scenario di domandatendenziale, sarà necessario incrementare la capa-cità infra-strutturale (dal 2010 al 2015) nell’ordinedi 10 miliardi di mc. Nell’ipotesi invece di uno sce-nario di domanda alternativa,nello stesso arco di tempo la ne-cessità viene stimata in 20 mi-liardi di mc.

Per quanto attiene il quadrocomplessivo dei contratti d’im-portazione sino ad oggi stipula-ti, disponibili al 2010 (compresoil recente contratto relativo alterminale di rigassificazione del-la Edison-Exon-Qatar di Rovigo),il totale ammonta a oltre 88 mi-liardi di metri cubi. Anche se non si prospetta almomento un deficit contrattuale, gli analisti riten-gono opportuno avviare nuovi contratti per nuovi

operatori e modificare l’assetto della titolarità deicontratti già stipulati da ENI per aumentare la fles-sibilità e la diversificazione dell’approvvigiona-mento dall’estero di gas naturale.

Le previsioni indicano che nel 2015, a fronte diuna previsione di domanda di 102 miliardi di mcall’anno, il volume di gas complessivamente «con-trattato» non sarebbe sufficiente a coprire il fabbi-sogno di importazione. Sarebbero, infatti, neces-sarie importazioni per circa 100 miliardi, anche inconsiderazione del modesto apporto previsto dal-la produzione nazionale. Se poi lo scenario alter-nativo di domanda si prospetta al 2020, le inizia-tive per gli approvvigionamenti assumono caratte-re di necessità. La domanda di gas crescerà in tut-ti i comparti e il prossimo decennio sarà caratte-rizzato da un’intensa attività commerciale al finedi assicurare una maggiore capacità di trasporto

sulle infrastrutture e relativi volumi contrattuali diimportazione (e questa potrebbe essere la fasedella competizione tra gli operatori, sempre che

vengano rimossi gli ostacoli al-l’importazione).

In sintesi, rimane sempre piùfondamentale considerare ilmercato del gas naturale inun’ottica europea anziché so-lamente nazionale. In un con-testo (auspicabile) in cui venis-sero realizzate tutte o quasi leinfrastrutture di ricezione delgas (gasdotti e terminali) pre-viste in Italia, la capacità po-

trebbe essere molto superiore al fabbisogno na-zionale. In questo caso, sarebbe opportuno valu-tare con attenzione le possibilità che possono es-

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Un impianto per la raffinazione del gas.

Si aprirebbero di fattonuovi spazi per trasformareil nostro Paese da un impor-tatore (netto) di gas ad unodi transito e, quindi, ri-esportatore verso l’Europacontinentale

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sere generate dalle dinamiche della «domanda-offerta» di gas a livello europeo.

Si aprirebbero di fatto nuovi spazi per trasfor-mare il nostro Paese da un importatore (netto) digas ad uno di transito e, quindi, ri-esportatoreverso l’Europa continentale. In questa regione, difatto, secondo le previsioni di Eurogas, si prospet-ta un deficit di offerta dell’ordine di 50 miliardi dimetri cubi nel 2010 e di 125 miliardi nel 2015. Siprospetterebbero, quindi, ottime possibilità perl’Italia di diventare un hub di rilievo, ovveroun’area di transito del gas naturale che, venendodal Sud e dall’Est (Africa e Balcani), potrebbe esse-re rivenduto in Europa continentale. Interessantealternativa potrebbe essere la realizzazione dicontratti di swap da parte dei nostri operatori, cherenderebbero più economico l’intero sistema eu-ropeo, lasciando i maggiori quantitativi possibili di

gas vicino alle aeree di consumo.In questo caso, si potrebbe ipotizzare che la

produzione del Mare del Nord finisca nei Paesi delNord-Centro Europa e le importazioni da NordAfrica e Medio Oriente vadano in quelli dell’Euro-pa centrale e mediterranea (ovviamente con con-tratti di back-up in caso di interruzione di fornitu-ra e contratti di lungo periodo tra gli operatori).

Secondo questi studi, si rende quindi necessariorealizzare un importante aumento della capacità diimportazione nel 2015, e negli anni successivi, alfine di garantire sicurezza e flessibilità al sistemadel gas naturale, che si va prospettando come ilcombustibile fondamentale per lo sviluppo delsettore elettrico italiano, oltre al ruolo importanteche già esercita nel settore civile e industriale.

In definitiva, se non è possibile programmare in-frastrutture importanti in un’ottica di breve periodo,

come quello analizzato, è invece sicuramente ipotiz-zabile l’utilizzo di margini di capacità infra-struttu-rali del sistema italiano per l’esportazione di gas na-turale verso altri Paesi europei confinanti con l’Italia.

BRUXELLES E IL GAS NATURALE

Nel luglio del 2008, l’Europarlamento si è pro-nunciato favorevolmente alla possibilità che la re-te del gas venga affidata a un gestore di trasmis-sione indipendente, interno all’impresa ma total-mente separato a livello contabile e societario, inalternativa alla separazione proprietaria (579 votifavorevoli, 80 contrari e 52 astensioni). Il Parla-mento si è espresso sulla direttiva relativa a nor-me comuni per il mercato interno del gas natura-le, chiedendo innanzitutto che le norme stabiliteper il gas si applichino «in modo non discrimina-torio» anche al biogas e al gas derivante dalla bio-massa o ad altri tipi di gas, purchè «tali gas pos-sano essere iniettati nel sistema del gas naturale etrasportati attraverso tale sistema senza porreproblemi di ordine tecnico o di sicurezza».

Quindi, la separazione proprietaria tra i campio-ni nazionali del gas e le rispettive reti di distribu-zione (ENI non sarà più costretta a vendere SnamRete Gas). Anche se la relazione italiana (Romano

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Sopra.Un gasdotto in Siberia.

A sinistra.Il corridoio 8.

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La Russa) prevedeva la separazione proprietariatra produzione e distribuzione del gas, un emen-damento votato a grande maggioranza (trasversa-le) ha previsto la possibilità che la separazione siasolo societaria. ENI di conseguenza manterrà laproprietà del 50,03 per cento di Snam e il 100 percento di Stogit Stoccaggi Gas Italia, la società chegestisce le scorte di gas, fondamentali per garan-tire qualità e uniformità del servizio. Non potràperò influire sulle decisioni del Consiglio di Ammi-nistrazione, che dovrà essere nominato autono-mamente dall’azienda di distribuzione del gas.

Secondo Alessandro Ortis, garante per l’energia,la separazione proprietaria «resta la soluzione mi-gliore per assicurare più concorrenza, maggioresicurezza degli approvvigionamenti e un adeguatosviluppo delle infrastrutture», aggiungendo che ilmercato nazionale del gas naturale è ancora forte-mente dominato e controllato dall’Eni «in ogniparte della filiera».

In realtà, concorrenza, sicurezza delle forniture einfrastrutture sono proprio le carenze europee.Anche se si concorda sul raggiungimento di que-sto obiettivo, le strade sono diverse. Rimangonocontrari alla separazione completa sia la Franciache la Germania. In particolare, il responsabiledella società tedesca di gestione ha rilasciato una

dichiarazione al «Financial Times» sostenendo che«la vera minaccia per i grandi gruppi europei nonè la Russia ma Bruxelles, che vuole imporre la ces-sione della proprietà delle reti».

Infine, un altro significativo emendamento (an-ch’esso trasversale) chiede alla Commissione dipresentare, entro cinque anni, una relazionedettagliata sull’eventuale possibilità di metterein piedi un unico gestore della rete europea. Ma,alla luce dell’ultimo pronunciamento dell’Euro-parlamento, questa ipotesi sembra poco perse-guibile. In effetti, nella relazione La Russa si in-

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Sopra.Misuratori di gas.

A destra.Posa a mare di un gasdotto.

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vita la Commissione a porre un argine alla pos-sibilità che soggetti terzi all’Unione Europeaprendano il possesso di un gestore nazionale direte. Ma anche in questo caso è approvata lapossibilità che le società nazionali europee pos-sano accordarsi (quindi in deroga) con i gigantiextra europei dell’energia per un ingresso reci-proco nei rispettivi mercati del gas. Con questaipotesi, l’Europa non porrà il veto. Una deroga,quindi, in caso di accordi industriali con Paesiterzi finalizzati a «instaurare un quadro comuneper gli investimenti nel settore energetico e adaprire il mercato di uno Stato terzo alle impresecomunitarie». In definitiva, quella dinamica delnuovo mercato che già vede le compagnie (ENI,Total) corteggiare Gazprom con la promessa diquote di mercato nazionale in cambio di metricubi da vendere in Russia.

A complicare il quadro geopolitico della regione,la notizia che l’Europarlamento ha approvato unapetizione (del polacco Marcin Libicki) in cui sichiede alla Commissione di valutare con attenzio-ne i risvolti ambientali ed economici del progetto«North Stream», il gasdotto del Baltico che colle-gherà Russia e Germania tramite la posa di oltre1000 chilometri di tubi sottomarini. Tale strutturapotrebbe alterare l’ecosistema del fondo del MarBaltico, riducendone drasticamente la biodiversità.In realtà, questo gasdotto è il più «geopolitico» ditutti i progetti. Anche se la posa dei tubi nel sot-tosuolo di Bielorussia, Ucraina ePolonia avrebbe costi tre voltiinferiori a quelli previsti sul fon-do del mare, questa struttura èstata progettata proprio perescludere dal tragitto questiStati, considerati poco «affida-bili». Inoltre, alla guida del con-sorzio di gestione è stato nomi-nato l’ex Cancelliere tedescoGerard Shroeder e gli analisti ritengono che saràmolto difficile che il tragitto venga modificato.

La Russia ha recentemente deciso di affidare l’ap-palto della stesura dei tubi del «North Stream» allaSaipem, il reparto di ingegneria avanzata dell’ENI. El’incaricata per gli Affari Europei del consorzio, Ma-artje von Putten, ha dichiarato che «il voto con cuil’Europarlamento ha sollecitato una valutazione piùapprofondita dell’impatto ambientale non provo-cherà ritardi nel piano di lavoro per la costruzionedell’impianto. I contratti per le parti più importantisono stati già firmati e tutto procede secondoquanto previsto in base al processo decisionale del-le autorità nazionali dei Paesi interessati».

Per alcuni analisti, la manovra a tenaglia del ma-nagement del Cremlino è già iniziata. In effetti, ifunzionari di Gazprom, dopo aver incassato lapartecipazione italiana al progetto del Baltico (e un

voto in più al Consiglio dei Ministri europei) han-no rivolto il loro interesse al Mediterraneo, dovegià è suggellata la collaborazione con l’algerinaSonatrech e dove potranno prendere possesso dialcuni giacimenti ceduti dall’ENI. Ma dopo Algeri,probabilmente anche Tripoli. L’amministratore

delegato di Gazprom (AlexiMiller, successore dell’attualePresidente russo Medvedev) haproposto a Gheddafi di «pren-dere in gestione» tutto l’exportdi petrolio e gas naturale versol’Europa. Se i termini fosseroeffettivamente quelli trapelatisulla stampa (agenzia «Itar-Tass»), il segnalato pericolo di

un accerchiamento troverebbe un suo fondamen-to. Attualmente la Libia, pur non essendo «pesan-te» coma l’Algeria, è sicuramente determinanteper la politica energetica italiana. Nella propostarussa entrerebbe anche la costruzione di un nuo-vo gasdotto che dovrebbe collegare la Libia all’Eu-ropa (in questo caso, il terminale europeo potreb-be essere in Sicilia).

Infine, altre critiche vengono poste sull’operatodi Bruxelles. Secondo alcuni parlamentari comuni-tari, l’Unione Europea sponsorizza qualunque pro-getto in tema di energia, dagli impianti eolici off-shore al largo dell’Inghilterra, sino ai due gasdotti«Nabucco» e «South Stream», palesemente in con-correnza tra di loro.

Daniele CellamareLibero Docente di Relazioni Internazionali

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Impianti industriali.

Attualmente la Libia, purnon essendo «pesante» co-ma l’Algeria, è sicuramentedeterminante per la politicaenergetica italiana


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