+ All Categories
Home > Documents > GCS News maggio 2012

GCS News maggio 2012

Date post: 22-Mar-2016
Category:
Upload: salvo-caldarella
View: 215 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
Description:
GCS News maggio 2012
4
1 Il dominio di Dio sulla storia Dietrich Bonhoeffer La meditazione che segue è tratta dal libro "Resistenza e resa" del teologo luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer. Nato a Breslava il 4 febbraio del 1906, Bonhoeffer è stato un grande studioso di teologia, protagonista della Resistenza e della lotta al Nazismo. Fu arrestato nel 1943 con l'accusa di essere uno degli organizzatori di un colpo di Stato e rimase in prigione per due anni, durante i quali scrisse i testi e le lettere contenute in "Resistenza e Resa", la sua opera più famosa, in cui rifletteva sul rapporto tra fede e azione, tra religione e mondo. Bonhoeffer venne impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg all'alba del 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra. In questo brano Bonhoeffer riflette sull'importanza di riconoscere il dominio che Dio esercita sulla storia in generale, e sulla storia della nostra vita in particolare. Le difficoltà del presente e la situazione storica sfavorevole non devono impedirci di pensare ad un futuro migliore e di adoperarci per renderlo reale. Alcuni articoli di fede sul dominio che Dio esercita sulla storia. Io credo che Dio può e vuole far nascere il bene da ogni cosa, anche dalla più malvagia. Per questo egli abbisogna d’uomini che si pongano al servizio di ogni cosa per volgerla al bene. Io credo che Dio in ogni situazione difficile ci concederà tanta forza di resistenza quanta ne avremo bisogno. Egli però non la concede in anticipo, affinché ci abbandoniamo interamente in lui e non in noi stessi. Ogni paura per il futuro dovrebbe essere superata con questa fede. Io credo anche che i nostri errori e le nostre manchevolezze non siano inutili, e che a Dio non sia più difficile venirne a capo di quanto egli riesca con le nostre supposte buone azioni. Io credo che Dio non sia un Fato atemporale, ma che egli aspetti e risponda alle rette preghiere e alle azioni responsabili. [...] Finora ci era sembrato che fosse un diritto inalienabile della vita umana quello di poter progettare un piano di vita, sia dal punto di vista professionale che individuale. Ma le cose sono cambiate. Dalla potenza delle circostanze siamo stati cacciati in una situazione nella quale dobbiamo rinunciare a pensare al domani (Mt. 6, 34); c’è però una differenza di fondo: se ciò avviene per un atteggiamento di fede libero, come intende il Discorso della Montagna, oppure per imposta schiavitù verso il momento. La forzata rinuncia a pianificare il futuro significa per i più l’irresponsabile, leggera o rassegnata limitazione al momento; alcuni, pochi, sognano ancora con nostalgia un futuro migliore e in tal modo cercano di dimenticare il presente.I due comportamenti sono per noi ugualmente impossibili. Ci rimane soltanto lo stretto sentiero, spesso ancora da scoprire, di prendere ogni giornata come fosse l’ultima e di vivere con fede e senso di responsabilità, come se ci attendesse ancora un grande futuro. "Si compreranno ancora case, campi e vigne in questo paese" (Ger. 32, 15), così deve annunciare Geremia - contraddicendo paradossalmente le sue profezie di sventura - subito prima della distruzione della città santa, quasi un segno divino di fronte alla completa assenza di futuro e quasi una garanzia di un nuovo grande futuro. Pensare e agire con lo sguardo alla generazione futura, pronti a partire ogni giorno, senza paura e senza preoccupazione - questo è il comportamento che praticamente ci viene imposto e che non è facile, ma necessario, mantenere con coraggio. Anna Maria Cantarella GCSNEWS Sommario Il dominio di Dio sulla storia. Pg1 Avere intimità con Dio. Pg2 Io e... Dio Pg2 Guardate le mie mani e i miei piedi. Pg3 Libro del mese. Pg4 Maggio 2012 N°4 - Anno 3° Geremia 29:11 Poiché io conosco i pensieri che ho per voi», dice l'Eterno, «pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza.
Transcript

1

Il dominio di Dio sulla storiaDietrich BonhoefferLa meditazione che segue è tratta dal libro "Resistenza e resa" del teologo luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer. Nato a Breslava il 4 febbraio del 1906, Bonhoeffer è stato un grande studioso d i teo log ia , protagonis ta de l la Resistenza e della lotta al Nazismo. Fu arrestato nel 1943 con l'accusa di essere uno degli organizzatori di un colpo di Stato e rimase in prigione per due anni, durante i quali scrisse i testi e le lettere contenute in "Resistenza e Resa", la sua opera più famosa, in cui rifletteva sul rapporto tra fede e azione, tra religione e mondo. Bonhoeffer venne impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg all'alba del 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra. In questo brano Bonhoeffer riflette sull'importanza di riconoscere il dominio che Dio esercita sulla storia in generale, e sulla storia della nostra vita in particolare. Le difficoltà del presente e la situazione storica sfavorevole non devono impedirci di pensare ad un futuro migliore e di adoperarci per renderlo reale.

Alcuni articoli di fede sul dominio che Dio esercita sulla storia.Io credo che Dio può e vuole far nascere il bene da ogni cosa, anche

dalla più malvagia. Per questo egli abbisogna d’uomini che si pongano al servizio di ogni cosa per volgerla al bene. Io credo che Dio in ogni situazione difficile ci concederà tanta forza di resistenza quanta ne avremo bisogno. Egli però non la concede in anticipo, affinché ci abbandoniamo interamente in lui e non in noi stessi. Ogni paura per il futuro dovrebbe essere superata con questa fede. Io credo anche che i nostri errori e le nostre manchevolezze non siano inutili, e che a Dio non sia più difficile venirne a capo di quanto egli riesca con le nostre supposte buone azioni. Io credo che Dio non sia un Fato atemporale, ma che egli aspetti e risponda alle rette preghiere e alle azioni responsabili. [...] Finora ci era sembrato che fosse un diritto inalienabile della vita umana quello di poter progettare un piano di vita, sia dal punto di vista professionale che individuale. Ma le cose sono cambiate. Da l la potenza de l l e circostanze siamo stati cacciati in una situazione nella quale dobbiamo rinunciare a pensare al domani (Mt. 6, 34); c’è però una differenza di fondo: se ciò avviene per un atteggiamento di fede libero, come intende il Discorso della Montagna, oppure per imposta

schiavitù verso il momento. La forzata rinuncia a pianificare il futuro significa per i più l’irresponsabile, leggera o rassegnata limitazione al momento; alcuni, pochi, sognano ancora con nostalgia un futuro migliore e in tal modo cercano di dimenticare il presente.I due comportamenti sono per noi ugualmente impossibili. Ci rimane soltanto lo stretto sentiero, spesso ancora da scoprire, di prendere ogni giornata come fosse l’ultima e di vivere con fede e senso di responsabilità, come se ci attendesse ancora un grande futuro. "Si compreranno ancora case, campi e vigne in questo paese" (Ger. 32, 15), così deve annunciare Geremia - contraddicendo paradossalmente le sue profezie di sventura - subito prima della distruzione della città santa, quasi un segno divino di fronte alla completa assenza di futuro e quasi una garanzia di un nuovo grande futuro. Pensare e agire con lo sguardo alla generazione futura, pronti a partire ogni giorno, senza paura e senza preoccupazione - questo è il comportamento che praticamente ci viene imposto e che non è facile, ma necessario, mantenere con coraggio.

Anna Maria Cantarella

GCSNEWS

• Sommario• Il dominio di Dio sulla storia. Pg1• Avere intimità con Dio. Pg2• Io e... Dio Pg2• Guardate le mie mani e i miei

piedi. Pg3• Libro del mese. Pg4

Mag

gio

201

2 N

°4 -

Ann

o 3

°

Geremia 29:11Poiché io conosco i pensieri che ho per voi», dice l'Eterno, «pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza.

2

GCSNEW

S M

agg

io 2

012

N°4

- A

nno

Avere intimità con DioOratore: Patrizia MaugeriLa vera intimità con Dio nasce dal cuore. In proverbi 4:23 sta scritto di custodire il nostro cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. Ma ahimè! l’uomo per sua natura non sa custodirlo come il bene più prezioso. Geremia 17:9 ce lo conferma: il cuore è ingannevole ed insanabilmente maligno e ci fa desiderare cose che collimano con la Parola di Dio, basti pensare con quale celerità si arrivi a divorziare, con quale d i s i n i b i z i o n e s i d e c a n t i l’omosessualità, la volgarità, la lussuria.Il nostro cuore è come un giardino. Gesù vi entra, lo coltiva, lo custodisce ma il nemico cerca costantemente di mettere zizzania, ansie, paure, scoraggiamento. Ciò a cui noi siamo chiamati è curare ogni giorno questo giardino estirpando ogni erbaccia che possa affondare le sue radici producendo veleno.

Nel vangelo di Giovanni al capitolo 12 leggiamo la storia di Mar ia che rompe i l va so d’alabastro ai piedi di Gesù; per tutta la casa il profumo di

quest'olio aleggia soave. In quell’epoca quell’olio raccolto in quella boccetta di profumo equivaleva ad un anno di duro lavoro di un operaio. Forse avrebbero potuto venderlo e r i c av a r n e d e l d e n a r o , o continuare a conservarlo quale bene di inestimabile valore, ma Maria scelse di romperlo ai piedi di Gesù, scelse la parte migliore, scelse di dare tutta se stessa al Signore dei signori, al Re dei re. Custodire qualcosa di prezioso significa alle volte dover ricorrere alle armi. Per cui se vogliamo cus tod i re i l nos t ro cuore dobbiamo combattere con la preghiera contro ogni attacco del nemico. So l t an to s e non a b b a s s i a m o l a g u a r d i a riusciremo a mettere Dio e la sua giustizia prima di ogni cosa. Allora sì che le nostre attitudini cambieranno e le nostre priorità si allineeranno alla Sua volontà:

allora sì la gente attorno a noi potrà sentire il profumo di Cristo.

Sara Torrisi

Io e... Dio

Sono nata e cresciuta in una famiglia cattolica e fino all’età di 13 anni frequentavo la chiesa, ma all’età di 14 anni, a causa di un evento doloroso che ha turbato la mia vita di adolescente, mi sono allontanata da Dio perché non mi e r a n o s t a t e d a t e r i s p o s t e esaurienti a ciò che era accaduto e di conseguenza ritenevo Dio responsabile. La mia vita è continuata in modo tranquillo, pensavo di avere tutto: una bella famiglia, tanti amici e stabilità economica. All’età di 21 anni mi sono sposata e dopo 10 mesi è nato Claudio, il mio primo figlio. Dopo solo 2 anni di matrimonio sono iniziati grossi p r o b l e m i , c a u s a t i d a l l a tossicodipendenza di mio marito. È iniziato un calvario durato 4 anni e nel frattempo sono nati Luca e Viviana. Sono stati anni terribili, ho cercato con le mie forze e con le mie capacità di aiutare mio marito, ma tutto era inutile. A tutti i costi volevo

salvare il mio matrimonio, ma ogni aiuto risultava vano. Ero d i spe ra ta , su l l ’ o r l o d i un esaurimento e mio malgrado ero giunta alla conclusione che l’unica cosa giusta da fare era separarmi. Ma è stato proprio in que l momento che Dio è intervenuto. Anche se io non lo cercavo, Lui mi ha cercata, mi ha trovata e mi ha tirata fuori dal baratro. In modo casuale, ma io sono sicura che non è stato un caso, ho conosciuto dei fratelli i quali mi hanno parlato di un Gesù vivente, pronto ad aiutarmi. Ho subito accolto il messaggio e i l Signore ha conquistato il mio cuore, ha perdonato tutti i miei peccati e mi ha dato tanta forza e soprattutto ha messo tanta fede nel mio cuore. Io ho subito creduto che Dio voleva e poteva cambiare prima la mia vita e poi quella di mio marito. E così è stato: dopo 2 anni anche mio marito ha dato la sua vita a Gesù e per noi è iniziata una nuova vita in Cristo. Dio ha restaurato il nostro

matrimonio, abbiamo compreso il suo grande amore e che Lui aveva dato suo Figlio a morire, affinché noi vivessimo e avessimo la vita eterna. Dal giorno che ho incontrato il Signore la mia vita è cambiata radicalmente. Lui ha dato valore e colore alla mia vita. Non mi sono sentita più sola, né abbandonata, ma ho avuto la certezza che Lui era con me e n o n m i a v r e b b e m a i a b b a n d o n a t a . H a s e m p r e provveduto per ogni bisogno mio e de l la mia famig l ia . Nel frattempo Dio mi ha dato il quarto dono, Emanuela, che è veramente una benedizione. Tutti i miei 4 figli amano e servono il Signore e per questo voglio benedire il mio Dio, perché Lui ha fatto cose splendide nella mia vita personale e nella mia famiglia, dandomi anche la gioia di 3 meravigliosi nipoti. Dio mi ha ricompensata grandemente e per questo lo lodo e lo benedico tutti i giorni della mia vita.

Graziella Panebianco

3

Nel Vangelo di Luca 24,36 leggiamo l'episodio in cui Gesù appare in mezzo ai suoi discepoli e li saluta. I discepoli sono impauriti e credono di vedere uno spirito ma Gesù li rimprovera per la loro incredulità e, per dissipare i loro dubbi, presenta loro le sue mani e i suoi piedi, invitandoli a guardare e a toccare (vv. 38-40). La vita dei cristiani non è sempre facile, e ci sono momenti particolari in cui siamo messi alla prova, ci sentiamo sopraffatti dalle circostanze e la nostra fiducia in Dio vacilla. Anche i discepoli, seppure avevano conosciuto bene Gesù, non riescono a credere che sia davvero lui l'uomo che hanno davanti. Restano increduli, sospesi nella sensazione di chi è stupito per un evento che credeva impossibile. Gesù, che quasi li rimprovera per avere dubitato, cerca di far sparire i dubbi mostrando le sue mani e i suoi piedi.Il mondo ricordava un Gesù sconfitto, trattato come un comune malfattore ed inchiodato ad una croce. L'ultimo ricordo di Gesù, delle sue mani e dei suoi piedi, poteva essere quello di un uomo morente, che sanguina per le ferite inferte dai chiodi. Non è così per i discepoli e non deve essere così per la Chiesa. I discepoli conoscevano bene le mani di Gesù, che in più di una occasione avevano dimostrato che Lui sapeva elargire il suo amore, la sua guarigione e la sua liberazione. Pensiamo a Pietro che affonda nell'acqua e a Gesù che gli tende la mano, oppure al lebbroso che viene toccato dalle mani di Gesù e guarito, e ancora all'episodio in cui Gesù tocca il pane, lo spezza e lo benedice per dare da mangiare a 5000 persone. Pensiamo al cieco che viene toccato dalle mani di Gesù che spalma il fango sui suoi occhi. Le mani di Gesù sono le mani di Dio, e il nostro Dio conosce il dolore, ha a cuore le nostre debolezze e vuole intervenire. Sono le mani dell'unico che può intervenire e risolvere i nostri problemi. Allora perché i discepoli s’impaurirono? Forse perché, come può succedere anche a noi, pure loro

non erano riusciti ad attivare la fede, non riuscivano a fidarsi di Gesù perché erano sopraffatti dai dubbi. Le mani di Gesù erano per il mondo le mani di un uomo sepolto in una tomba, ma non è così per i suoi discepoli, che infatti in più di un'occasione dopo la sua morte lo riconoscono proprio dalle sue mani risuscitate, come nell'episodio dei discepoli di Emmaus, che riconoscono Gesù dallo spezzare del pane. Quello che stiamo vivendo è un momento storico molto difficile, la crisi economica affligge buona parte del mondo, la situazione politica di Israele è drammaticamente incerta. Ma c'è una speranza: quelle mani, che sono state inchiodate, sono risorte con Gesù! E non appena i discepoli si rendono conto che è davvero Gesù che hanno di fronte, il loro dubbio si trasforma nell'immensa gioia dell'avere compreso che è risorto. Se anche noi abbiamo questa certezza, siamo come i discepoli di Gesù: possiamo temere le difficoltà che ci affiggono ma abbiamo la certezza che il nostro Dio è risorto e le sue mani e i suoi piedi non solo ci hanno liberato dalle malattie e dalle afflizioni, ma ci hanno liberato dalla schiavitù del peccato.Abbiamo tutti provato il sentimento del dubbio, tutti abbiamo meditato pensieri che creano paura per il nostro futuro, ma in ogni circostanza e di fronte a qualunque difficoltà possiamo affidarci a Gesù Cristo. Possiamo confidare in Dio che è morto e risorto e che si è mostrato trionfante ai suoi discepoli, possiamo confidare in Gesù che, come è scritto in Ebrei 7:22, è il nostro garante in eterno, non si pentirà del suo patto, non ci volterà le spalle, ma ci invita a ritornare a Lui perché sarà fedele con noi fino alla fine.

Anna Maria Cantarella

Guardate le mie mani e i miei piedi Filippo Wiles

GCSNEW

S M

agg

io 2

012

N°4

- A

nno

Il combattimento spirituale vittoriosoHickey MarilynPublielim

Il combattimento spirituale richiede un piano d'attacco soprannaturale, l'uso di armi soprannaturali, l'applicazione di metodi soprannaturali e la disponibilità di una capacità soprannaturale. Quando usiamo le armi di Dio e i Suoi modi, noi vinciamo! Questo messaggio è il nocciolo di questo importante libro scritto dalla nota insegnante biblica Marilyn Hickey. Le sue pagine mettono in evidenza l'opera ingannatrice e distruttrice del diavolo e ti insegneranno ad armarti con la Parola di Dio e a renderti pericoloso, identificandolo e usando le armi che Dio ha fornito. Non permettere al nemico della tua anima di servirsi di te e di abusare di te. Preparati alla battaglia, quella che tu sei in condizione di vincere in maniera schiacciante, scoprendo chi è il tuo nemico e adottando un piano biblico per riprenderti la vita.

GCSNEW

S M

agg

io 2

012

N°4

- A

nno

Lunedì Scuola biblica Corsi biblici

Ore 19:30 Ore 20:00

Martedì Riunione di preghiera Ore 20:00

Sabato Riunione Pre-Teens Riunione Adolescenti Riunione Giovani

Ore 18:00 Ore 18:00 Ore 20:00

Domenica Culto Mattina Culto sera

Ore 10:00 Ore 18:00

Programma mensile ordinario

Libro del mese


Recommended