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Gennaio/Febbraio 2019 Anno 4 - N 1 · 2019-02-23 · a difesa di Bernardino Telesio. E,...

Date post: 27-Mar-2020
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Il Nuovo Corriere della Gennaio/Febbraio 2019 Anno 4 - N°1 AIUTACI A MANTENERE IN VITA LA RIVISTA “NUOVO CORRIERE DELLA SIBARITIDE” PAGANDO SOLO
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Il Nuovo Corriere della

Gennaio/Febbraio 2019Anno 4 - N°1

AIUTACI A MANTENERE IN VITA LA RIVISTA“NUOVO CORRIERE DELLA SIBARITIDE”PAGANDO SOLO

Anno 4 n. 1 - Gennaio/Febbraio 2019Sped. in abb. post. Tab. D aut. DCO/DCCosenza/127/2003 valida dal 14-3-2003

Sede Redazione:870645 Corigliano Cal. Scalo (CS)

Via Nazionale, 57tel. (+39) 0983 885.985cell. 392 46 22 722

E-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE:Antonio Benvenuto

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:Antonio Benvenuto, Salvatore Arena,Fabio Pugliese, Lenin Montesanto, FrancoLiguori, Rita Benigno, Mario Vicino, LuigiVisciglia, Franco Emilio Carlino, Dome-nico Bagnato, Domenico A. Cassiano,Gerardo Mazziotti, Anna Di Vico De Si-mone, Sipbc, Luca Latella, Stefano Ma-scaro, Elmore Benvenuto, Ecoross,Amerigo Minnicelli, Luigi Promezio, :PDScelta, Liliana Misurelli.

FOTOGRAFIE: Salvatore Visca

CONTRIBUTO SPEDIZIONE 15,00SOSTENITORE 30,00

IBANIT43 G010 0580 6900 0000 0002 365

Benvenuto AntonioCorigliano Calabro (Scalo)

AVVISO

La collaborazione è libera e gratuita.Ogni articolo o lettera verrà pubbli-cato su decisione insindacabile delDirettore e del Comitato di Reda-zione il cui contenuto rispecchia ilpensiero dell'autore e non impegnala responsabilità della testata. Nonviene poi restituito all'autore.

FOTO di COPERTINA:Rossano - Chiesa di S. Maria del Pa-thir, Abside (sec.XII)

IL POTERE E LA RICCHEZZAVIVONO E MUOIONO CON ILLORO CORPO

SOMMARIO

L’uomo animico11 Gennaio 2019

Non c’è armonia e pacenel labirinto sociale.Uragani filosofici spiranoinneggiando al materialismoNell’esaltazione del proprio io:avidità, ricchezza, sottomissione morale,impoverimento del simile, dominio,generando sudditanza sociale.L’ingorda anima galopparaggiungendo il nefasto potere,seminando distruzione e morte.Se il soffio del vento senza temponon muta le pudriche anime,triste sarà l’avvenire dell’umana specie.Violati i limiti prischiani,innalzando templi senza fede,alimentando il tritacarne umano.Madre Natura!Dalle viscere delle terraplasmò, generò, partorì,con un bagliore di luce,annunciò:“Ecce Homo Animico”.Ostile al potere e alla ricchezza,consapevolezza dell’animo, saggezza,coscienza civile, uguaglianza, solidarietà.La tirannia divide le coscienze,regnando nel suo vivere,schiavo della sua aviditànel suo corpo che nasce e muore.L’egotico potere!Avverso all’uguaglianza umana,ordina!Estirpate “Ama il prossimo tuo…”,lo schiavo nasce per servire.Crocifiggitelo!Sul Golgota sanguina la croce.Il Nazareno!Sì! Animico è il suo pensiero.La polvere del tempo, il soffio del vento,non disperderanno la sua improntadi libera coscienza umana.

Animico: uomo non amante del po-tere e della ricchezza.Egotico: uomo senza coscienzaumana.I limiti prischiani: limite religioso invalicabile.

Luigi Visciglia

NON V’HA LIBROSÌ CATTIVO CHE

NON ABBIAQUALCOSA DI

BUONO

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· Poesia: L’uomo animico

· Verità su chi ostacola il progetto S.S. 106

· Campanella: il filosofo immaginato

· Mazziotti su terrorismo e mafia

· “So che un giorno tornerai”: Bianchini

· Bianchini visita l’ITIS di Corigliano

· Statale 106 “svegliati” i parlamentari M5S

· Richiesta mercato ortofrutta nella sibaritide

· La SIPBC-Calabria ricorda L. De Luca

· Corigliano-Rossano: no BIT di Milano

· Strade impraticabili

· Vita amministrativa comune di Cariati

· Sindacati condividono proposte Sindaco

· Proteste per monetizzazione dei parcheggi

· Arcidiacono sul servo di Dio De Cardona

· Una caserma al Villaggio Palumbo

· Alessandro Amerelli al tempo delle corciate

· Vergine in Gloria

· Premiato l’avv. Pagliaro a Roma

· Blitz antibracconaggio

· Appello pubblico a Oliverio

· Il Kiwanis di Corigliano rilancia la Befana

· Ecoros soddisfatta

· Lettera aperta al dr. Domenico Bagnato

· Lettera a Oliverio e Cotticelli

· Fra Corigliano e Rossano il silenzio sulla Tranvia

· Recenzione

· Convocato il consiglio provinciale

· PD per commissariamento regionale

· Approvata la richiesta del CDP

· Brevi dalla Sibaritide

· Laurea ad Honoris per Mons. Savino

· Premio Nazionale Valente alla IV Edizione

· Giustina Gencarelli - 2°

· Presentato archivio “Ermanno e Mario Candido”

· 1° Concorso di Poesia - Libreria Aurora

Attendiamo il vostro pareresulla rivista. Grazie

GRAZIE A CHIDICHIMO ORA SAPPIAMO LAVERITÀ SU CHI OSTACOLA IL PROGETTO DELLANUOVA S.S.106

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MORRA, CIOFFI E FERRARA HANNO “AIUTATO” – E CONTINUANO – L’AVVOCATO CHIDI-CHIMO, PROPRIETARIO TERRIERO, DA SEMPRE CONTRARIO AL PROGETTO DI AMMODER-NAMENTO DELLA STRADA STATALE 106 TRA SIBARI E ROSETO CAPO SPULICO

Sul Corriere della Calabria, l’Avvocato Rinaldo Chidichimo, nella giornata di ieri rievoca un servizio daltitolo “Una strada a tutti i costi” pubblicato dal giornalista Roberto De Santo il 29 maggio 2014 e stracolmodi inesattezze tanto da aver costretto l’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” aduna replica puntuale e precisa come sempre non pubblicata dalla suddetta testata online.La stessa che ormai da anni invece garantisce spazio a quanti, come Grazioso Manno, sono contrari allarealizzazione del Megalotto 3: un’Opera fondamentale e strategica per la Calabria ed il Paese. Tuttavia,seppure Manno nel suo intervento di ieri dice qualcosa di condivisibile quando afferma che oc-correrebbe una inchiesta della Magistratura (che l’Associazione invoca da anni!!!), per capirecome mai il Progetto abbia raggiunto costi così importanti per merito delle osservazioni contrarieall’Opera pervenute dai “Turisti di Ferrara” accolte (anche se in parte), dal Ministero dell’Am-biente, non si può dire la stessa cosa rispetto a quanto afferma – peraltro ormai da anni – l’Avvocato Chi-dichimo che, come sempre, è inesatto e dimostra quanto non sia bene informato sull’Opera.Del Resto l’Avvocato Chidichimo a furia di ripetere le stesse inesattezze con il tentativo di farlediventare verità, senza però riuscirci, inizia a perdere pezzi: non è un caso che il suo primo ricorsoal TAR contro il Progetto (31 ottobre 2017), è firmato da altre 15 persone mentre l’ultimo ricorso al TARcontro il Progetto (31 ottobre 2018), è firmato da altre 5 persone.L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ritiene l’articolo di ieri dell’Avvocato Chi-dichimo di importanza straordinaria e per questo intende evidenziarne un passaggio.Quello nel quale dichiara – citiamo testualmente – che “negli anni precedenti avevamo avutol’aiuto del senatore Morra oggi presidente dell’Antimafia e dell’onorevole Cioffi, ingegnere e oggisottosegretario al ministero dell’Economia nonchè della eurodeputata Ferrara”.Un pezzo di storia da ricordare questo. Perché ci consente di comprendere quale componente del Movi-mento 5 Stelle ha sempre “aiutato” (E CONTINUA!), l’Avvocato Chidichimo ma anche quale parte– più vasta ed articolata e composta da migliaia di semplici attivisti – del Movimento 5 Stelle ha semprecondiviso l’idea che l’Opera merita di essere realizzata in qualunque modo poiché necessaria e fonda-mentale per tutti i cittadini calabresi ed italiani.È evidente che gli onorevoli Morra e Cioffi invece di “aiutare” l’Avvocato Chidichimo avrebberopotuto svolgere semplicemente il loro ruolo di opposizione al Governo Renzi – Gentiloni chie-dendo una azione di inchiesta sulle centinaia di osservazioni contrarie all’Opera pervenute dai“Turisti di Ferrara” che non sapevano neanche dove fosse la S.S.106… Non hanno fatto nulla!Lo stesso si può dire per l’eurodeputata Ferrara a cui dobbiamo dare un solo grande merito: quello di es-sere riuscita in 5 lunghi anni al Parlamento Europero solo ad organizzare – come ha ricordatol’Avvocato Chidichimo - una iniziativa a Trebisacce in cui sosteneva le ragioni del raddoppiodel tracciato attuale della S.S.106 che – come è noto a tutto – è irrealizzabile per sostenere, ap-punto, le ragioni “dell’Amico” Avvocato Chidichimo.L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ovviamente ringrazia l’Avvocato Chidi-chimo per averci donato un importante frammento di verità che da anni sostenevamo con prove pro-vate nonostante qualche onorevole “Amico” rispondeva dicendo che noi volontari di una AssociazioneOnlus, sostenevamo il falso poiché appartenenti “al Pd oggi ed a Forza Italia domani”.Ora dopo Manno e Chidichimo, poiché non c’è due senza tre, sul Corriere della Calabria ci aspettiamoPietro Molinaro: un altro “Amico”. Speriamo che anche lui ci dia qualche altro prezioso frammentodi verità che riesca a farci capire chi sono TUTTI gli artefici di questa lotta cruenta contro gli in-teressi generali, contro ogni possibilità di cambiamento e di crescita e contro chi vuole che la Ca-labria cambi per far rimanere tutto così com’è!

Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”

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TOMMASO CAMPANELLA,ILFILOSOFO IMMAGINATO,INTERPRETATO, FALSATOdi Franco Liguori

Un valido saggio di Luca Addante, che ribaltale interpretazioni dominanti sul celebre filo-sofo calabrese

Nell’appena trascorso 2018, 450° anniversario dellanascita di Tommaso Campanella (1568-2018), nonpochi sono stati i libri, i saggi, gli articoli pubblicatida vari studiosi sul grande filosofo calabrese, nato aStilo nel 1568 e morto a Parigi nel 1639, il cui nomeviene solitamente associato all’opera “La Città delSole”, e il cui pensiero da sempre affascina, per es-sere egli stato un irriducibile ribelle per le sue ideepolitiche, filosofiche e religiose. Un posto di rilievotocca, in questa produzione saggistica legata alla ri-correnza del 450° della nascita, ad un valido ed ori-ginale saggio edito da Laterza, opera di LucaAddante, storico calabrese (Cosenza,1970), docentedi Storia Moderna all’Università di Torino, da sempreappassionato studioso di personaggi e movimentidel dissenso religioso e politico italiano, dagli ereticiai libertini, dai giacobini ai carbonari. Il saggio, dicirca 250 pagine, diviso in cinque capitoli, reca untitolo che già anticipa il contenuto del libro: Tom-maso Campanella. Il filosofo immaginato, interpre-tato, falsato. Nella premessa introduttiva, intitolata“I due Campanella”, l’autore scrive che il filosofo ca-labrese “appartiene a quella schiera di personaggistorici su cui ha più gravato il peso di indagini, miti,fraintendimenti” e che “scopo precipuo” del suolibro è quello di operare un minuzioso lavoro di re-stauro, teso a disincrostare le infinite stratificazioniche i secoli hanno posato su una rilevante figura del-l’età moderna”, per “restituirgli il ruolo che gli spettanella storia del tardo Rinascimento, del libertinismo,del dissenso religioso, filosofico, politico, vale a direnel complicato e contraddittorio processo attraversocui si è costituita la modernità dell’Occidente. Unposto da protagonista, che le interpretazioni tuttoradominanti hanno finito paradossalmente per negar-gli”. Noi riteniamo, avendo letto attentamente que-sto bel lavoro e conoscendo la produzione saggisticaprecedente dello storico cosentino, da “Eretici e li-bertini nel Cinquecento italiano”, (Laterza, Bari2010) a “Valentino Gentile e il dissenso religioso nelCinquecento” (Scuola Normale Superiore, Pisa2014), che Luca Addante sia riuscito pienamente nelsuo intento, facendo un certosino lavoro di ricogni-zione di tutta la sterminata letteratura dedicata, neisecoli, al filosofo calabrese, e smascherando l’incre-dibile stratificazione di miti e di usi politici ed apo-logetici della sua figura, che ne hanno stravolto leoriginarie fattezze. I cinque densi capitoli in cui illibro è suddiviso, ripercorrono la storia delle inter-pretazioni date al pensiero e all’opera di TommasoCampanella, dal Seicento ai nostri giorni, attraversouna minuziosa indagine su quanto di lui è stato

scritto. Nel primo capitolo, intitolato “Immagini ba-rocche”, Addante si sofferma sul periodo giovaniledella vita di Campanella, quando egli soggiornò aCosenza per seguirvi il corso universitario in teologiae intrattenne rapporti di amicizia con un certoAbramo, un ebreo che l’aveva spinto ad abbando-nare il saio, divinandogli un futuro luminoso; rac-conta, poi, del suo passaggio a Napoli, dovefrequentò personalità sospette come il naturalista G.Battista Della Porta e pubblicò la sua prima opera:la Philosophia sensibus demonstrata (1591), scrittaa difesa di Bernardino Telesio. E, successivamente,l’autore segue gli spostamenti del Campanella e isuoi passaggi da Roma, da Firenze, da Venezia, daBologna e, infine, da Padova, dove viene arrestatodalla locale Inquisizione con le accuse di “ateismo”e di “eresia”, per aver composto il De tribus impo-storibus. Addante ricorda anche l’estradizione aRoma e la prigionia nelle carceri del Sant’Uffizio, ilprocesso “de heretica pravitate”, il tentativo del pen-satore di Stilo di organizzare in Calabria, nel 1599,“gran rivoluzioni contra Sua Maestà”, fino alla con-danna (nel 1602) dell’Inquisizione al carcere “per-petuo”, ove trascorse quasi 27 anni (1599-1626),che si aggiunsero ai circa quattro dei processi pre-cedenti. Fu così che - come fa rilevare l’autore- Campanella divenne, agli occhi delle autoritàcattoliche, un “eretico marcio”, un “frate increduloe ribelle”, ed anche “diabolico”, un “mago”, un“astrologo”, un “profeta”, un “machiavellico poli-tico”, fino al punto che le congregazioni del Sant’Uf-fizio e l’Indice, ne fecero condannare tutti gli scritti.La condanna della sua “opera omnia”, pronunciatagià nel 1593, fu ribadita nel 1603 e rimase in vigore

5fino al 1900. Questa sua fama di “eretico” si diffusepresto in tutta Europa. Addante riferisce che lo sto-rico Tomaso Costo, nel suo “Compendio dell’Istoriadel Regno di Napoli” (1613) ne parla come di “uncerto frate ribaldo apostata”, “sospetto di rea dot-trina”, il quale “proponeva una nuova vita e reli-gione piena di luce e di tante e tali eresie chefarebbon raccapricciare chiunque l’udisse”, “unasfacciata libertà di vivere senza conoscere né prin-cipe né Chiesa né Iddio stesso”. Ad accusare Cam-panella di “ateismo” fu anche un frate minimofrancese, Marin Mersenne, che lo affiancò a Brunoe a Machiavelli, e a tutti gli altri “deisti”, “atei” e “li-bertini” europei. Ma ad accreditare l’immagine diun Campanella ateo o comunque sospetto di atei-smo, fu ancor più l’opera Atheismus triunphatus.Quest’opera, il cui titolo può intendersi sia come “iltrionfo sull’ateismo”, sia come “il trionfo dell’atei-smo”, fu vista dai contemporanei ed anche dalle ge-nerazioni successive (cattolici, anglicani, luterani,calvinisti, greco-ortodossi, libertini...) come un“trionfo dell’ateismo”. Campanella divenne così “ilfrate empio e simulatore” che, con le sue opere, siera dato alla causa dei libertini, esponendo la reli-gione alle derisioni degli scettici e degli atei; perquesto il titolo della sua opera (Atheismus triunpha-tus) era da intendersi non come “ateismo debellato”,ma bensì come “ateismo trionfante”. Questa inter-pretazione di un Campanella “ateo”, “incredulo” e“ribelle” si consolidò e rimase in auge per tutto ilSeicento e oltre. Nel 1723 Pietro Giannone pubbli-cava la sua “Istoria civile del Regno di Napoli”, cheebbe enorme fortuna anche all’estero (Francia, In-ghilterra, Germania) e in essa si parla anche di Cam-panella, che viene definito dallo storico pugliese“gran imbrogliatore fantastico e di spirito inquieto etorbido”, accusato di “molte esecrande eresie”, edaffiancato a Giordano Bruno. Le accuse di ateismo,a partire dall’età illuministica, fanno registrare unanetta flessione, fin quasi a scomparire; la fama di“empietà” diffusa quando Campanella era in vita eche si perpetuò per tutto il Seicento, ora cominciaad affievolirsi e così pure quella che lo designavacome un “ribelle” in politica e in filosofia. Il filosofocalabrese - rileva Addante - è ormai visto come “unpazzoide geniale. Sì, ma pure matto: anomalo e ir-regolare”. Poca attenzione gli riservano i grandidell’Illuminismo (Addante parla di “sonora boccia-tura dell’Encyclopedie”), circostanza che dimostra“come non ci fosse spazio nella cultura delle lumiè-res per quel filosofo tanto stravagante”, anche se, “èdifficile negare”- scrive lo stesso Addante – “il ruolodi un autore come Campanella nella lotta illumini-stica per le libertà di pensiero e d’espressione, non-chè nella maturazione di deviazioni dall’ortodossiache poi furono caratteristiche dell’illuminismo,come il deismo, il panteismo e l’ateismo”. Ancorapiù svalutato appare Campanella al tempo della ri-voluzione francese, se consideriamo che il philoso-phe Jaques André Naigeon , nel 1791, scrive di luiche era un frate “spietato e feroce”, “fanatico” ed“entusiasta”, ma non aveva la stoffa per essere unvero e proprio ateo, come altri filosofi come Hobbes,Spinoza, Diderot. Agli inizi dell’Ottocento, nell’etànapoleonica, inizia una rivalutazione del filosofo ca-labrese. In Germania a rivalutarlo è il filosofo Gof-fredo Herder; in Italia sono alcuni patrioti

meridionali come Vincenzo Cuoco, Francesco Lo-monaco, Francesco Saverio Salfi, che lo elogianocome pensatore politico e precursore dell’opposi-zione alla dominazione straniera in Italia. Addante,nel suo saggio, si sofferma anche sui giudizi che die-dero di Campanella i “moderati” italiani dell’Otto-cento: A. Rosmini, V. Gioberti, C. Cantù.Quest’ultimo lo etichetta come “cattolico” e soste-nitore della “monarchia universale della SantaSede”, mentre il Gioberti lo affianca a Bruno, a Te-lesio, a Machiavelli. Il patriota milanese GiuseppeFerrari, invece, fu il primo, secondo Addante, a iden-tificare con decisione, il programma rivoluzionariodel 1599 col progetto solariano. La prima metàdell’Ottocento fa registrare, complessivamente, unuso politico della figura e dell’opera di Campanella,a vantaggio della corrente del neo-guelfismo, cheauspicava una confederazione di principi italiani dariunire in una Dieta presieduta dal pontefice Pio IX.Nella sinistra risorgimentale, a subire il fascino diCampanella fu Carlo Pisacane, anche se il suo ten-tativo di recupero non ebbe grande seguito. Nega-tivo il giudizio di Carlo Cattaneo, per il quale “lapolitica di Campanella è un ammasso di artifici giàusati, che involgono in una continua contraddi-zione” ed egli rimane indelebilmente un “teologo”.Per Bernardo Spaventa “Campanella è il filosofodella restaurazione cattolica”; in lui albergano “dueuomini e due coscienze in una: l’uomo del Me-dioevo (il discepolo di S. Tommaso) e l’uomo nuovo,con nuovi istinti e tendenze, il quale teme sempredi contraddire al primo e quasi diffida di se stesso”.Di Campanella si occuparono anche, nell’Otto-cento, i due maggiori storici della nostra letteratura:Luigi Settembrini e Francesco De Sanctis. Settem-brini lo vide come patriota che voleva emanciparela sua Calabria dalla tirannide spagnola; De Sanctisraffigurò un “Campanella doppio”, in cerca di una“conciliazione tra due uomini che pugnavano in lui,l’uomo Telesio e l’uomo S. Tommaso”. Sul finiredell’Ottocento si apre una “nuova stagione nellerappresentazioni di T. Campanella”, fa rilevare Ad-dante. Si attenuano i toni apologetici e politici edentra in scena una “dimensione storiografica”, gra-zie soprattutto agli studi e alle ricerche sulla vita esulle opere del filosofo di Stilo, portati avanti con te-nacia da Luigi Amabile (1828-1892), un medico-chirurgo di Avellino, che dedicò anni e anni alloscavo in archivi e biblioteche di tutta Europa per ri-costruire le vicende biografiche di Campanella. Lasua opera, in tre tomi, s’intitola Fra Tommaso Cam-panella. La sua congiura, i suoi processi e la sua paz-zia (Napoli,1882). Tra i numerosi “documenti”raccolti in questi tre tomi, Addante evidenzia unamemoria spontanea resa da Campanella subito dopola congiura, nel settembre del 1599, dalla quale,viene fuori una “narrazione dettagliata del moto del‘99, dell’ampia rete di complicità che s’era dipanataattorno a Campanella e a Dionisio Ponzio”. Scopodel filosofo di Stilo era quello di “far la provintia diCalabria repubblica e ponerla in libertà”. Addantesi sofferma su alcune testimonianze rese su Campa-nella da alcune persone molto informate (G.B.Cor-tese, D.Petrolo, C.Pisano), dalle quali emerge unquadro netto e preciso dell’incredulità del filosofocalabrese, ed anche che il suo più stretto sodale fufra Dionisio Ponzio da Nicastro. Il lungo e docu-

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mentato excursus storiografico di Addante si sof-ferma naturalmente anche sull’opera più famosa epiù discussa del Campanella: “La Città del Sole”,un’opera che ha la forma di un dialogo politico, mache lo stesso Campanella non pose mai in vetta allasua produzione, considerandola una “finzione”, po-nendola egli stesso in una dimensione che è quelladell’utopia, del non-luogo. Addante non ritiene che“La Città del Sole” sia, comunque, un’opera avulsadal pensiero del filosofo di Stilo e ne sottolinea leidee caratteristiche che vanno dall’importanza rico-nosciuta al ruolo delle donne alle istanze di giustiziasociale, dall’istruzione pubblica e universale qualestrumento di selezione dei migliori alla grande con-siderazione per artigiani e contadini e per tutti gliesclusi dai diritti pubblici. L’indagine dell’autore nontrascura di riferire sull’interpretazione data al pen-siero di Campanella dai due maggiori filosofi italianidel primo Novecento: Benedetto Croce e GiovanniGentile. Il Croce - scrive Addante – “cerca di raffred-dare gli entusiasmi socialisti e comunisti per La Cittàdel Sole, richiamando la differenza posta dai marxistitra il “socialismo scientifico” e quello “utopistico”ed assegnando la celebre opera campanelliana algenere delle “costruzioni fantastiche”. Gentile, in-vece, “rinforza la lettura del Campanella deista e fi-losofo della natura, teso ad un naturalismoestremamente radicale”. Nel Novecento, accanto adun notevole incremento degli studi campanelliani,si ha un consolidamento in paradigma della “inter-pretazione deistica”, con la conseguente “predomi-nanza della Città del Sole”, opera con la qualerisorge l’immagine del filosofo ribelle, che il potereassoluto aveva cercato (invano) di annientare. “Gra-zie ai primi studi documentati e rigorosi” - scrive Ad-dante – “Campanella era tornato ad assumere ilruolo che gli spetta nella storia del tardo Rinasci-mento e del libertinismo, del panteismo, del liberopensiero”, come testimoniano la voce su Campa-nella di Dentice D’Accadia, sull’Enciclopedia Trec-cani, e il volume “La filosofia politica di T.Campanella” di Paolo Treves (Laterza,1930). Ma, dilì a poco, fa notare con rammarico l’autore, “ritornòin sella un’aggressiva apologetica cattolica a recla-mare a sé il domenicano”. Nell’ultimo capitolo delsaggio campanelliano di Addante si parla di una “re-staurazione del revisionismo” e della “canonizza-zione della conversione”. Si parte dagli “Studicampanelliani” (1934) di Rodolfo De Mattei, unostudioso siciliano di storia delle dottrine politiche,che presenta Campanella quale “cavaliere dellaControriforma”, “vera sentinella di Dio”, indicandotra i punti fermi della sua politica “la necessità dellareligione cattolica”; si passa poi all’interpretazionedi Romano Amerio, cattolico tradizionalista, il qualeparla di “sostanziale rigidità ortodossa che vive perentro a tutta la speculazione del monaco calabro”.Amerio, che fu il primo a utilizzare la parola decisiva“conversione” per conciliare libertinismo e ortodos-sia, è ritenuto da Addante il responsabile di una “ri-visitazione della figura del filosofo calabrese”, di una“trasfigurazione teologale”, che lo ha collocato nuo-vamente ai margini del grande affresco del moderno.Alla tesi della “conversione” aderì, poi, un giovanestudioso torinese, che diventerà, successivamente, il

massimo esperto di studi campanelliani e, al tempostesso, “il più entusiasta partigiano del revisionismo”:Luigi Firpo (1915-1989). Grazie a Firpo - rileva Ad-dante – la conversione di Campanella si trasformòda teoria in paradigma dominante; ma, grazie a lui,venivano anche scoperti e pubblicati testi ignoti delfilosofo calabrese, e smascherati numerosi errori chegravavano ancora sulle sue tormentate vicende bio-grafiche. Nella linea del revisionismo si colloca unaltro importante esponente degli studi campanellianidel Novecento: il calabrese Giovanni Di Napoli (Ca-riati 1910- Roma 1980), che, nel 1947 pubblicòpresso Cedam Editore (Padova), un ampio e sistema-tico volume, ricco di erudizione, col titolo di “Tom-maso Campanella filosofo della restaurazionecattolica”, con evidente richiamo - come rileva Ad-dante – a Spaventa, ma con l’accento molto più cal-cato sull’ortodossia. Di Napoli, che Addanteinserisce nella “formazione dei filo-ortodossi”, in-sieme ad Amerio, a Firpo, a De Mattei, svolse unruolo di primo piano in occasione del convegno na-zionale svoltosi a Reggio Calabria nel 1968, nella ri-correnza del IV Centenario della nascita diCampanella. Fu lui a tenere la relazione introduttivaa quell’importante assise culturale (titolo: Il messag-gio di Tommaso Campanella) in cui dice, tra l’altro,che “il messaggio di Campanella, pur nei suoi scom-pensi e nei suoi scarti, è un messaggio di libertà, distoricità, di eticità, di universalità, di unità”. Addanteaccenna anche alla cosiddetta storiografia gram-sciana, a quegli studiosi vicini al Partito Comunistaitaliano, che cercarono di opporsi ad Amerio ed aFirpo, dissentendo dalla tesi della “conversione”, frai quali spicca il nome di Nicola Badaloni, autore diun saggio edito da Feltrinelli nel 1965 (TommasoCampanella è il titolo), in cui viene affrontato a tuttocampo il pensiero del filosofo calabrese, descrittocon una visione alternativa a ogni ipotesi orto-dossa. Il nome più importante fra gli studiosi spe-cialisti che si sono occupati, negli ultimi decenni, diCampanella, è quello di Germana Ernst, storica dellafilosofia, continuatrice dell’attività di Luigi Firponella pubblicazione di testi campanelliani, autricedi una biografia intellettuale del filosofocalabrese, Tommaso Campanella. Il libro e il corpodella natura, edita da Laterza nel 2002, “summa deisuoi studi e oggi libro di riferimento da cui prenderele mosse”, come scrive Addante. Alla stessa storicasi devono numerosi altri saggi su Campanella, moltidei quali confluiti nella “Enciclopedia Bruniana eCampanelliana”, da lei diretta insieme ad E. Canone.Noi non possiamo non dare atto allo storico cosen-tino, che pur afferma di non aver avuto la pretesa di“scovar la chiave del segreto di Campanella”, di averfatto un ottimo lavoro di scavo negli studi sul filosofocalabrese, smascherando l’incredibile stratificazionedi miti e di usi politici ed apologetici, che ne hannostravolto il suo originario pensiero, e restituendoci ilvero volto di Campanella, un grande pensatore cheè da vedere, insieme a Giordano Bruno, come“padre delle libertà dei moderni”, della libertas phi-losophandi , della libertà di espressione come dirittoa pensare ed esprimersi liberamente.

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La Procura della Repubblica di Milano, tanto per nonsmentire la fama di “prima della classe” acquisitaquando con Mani Pulite cancellò l’intera classe politicache aveva governato il paese dal 1946, risparmiandosolo i missini e i comunisti, ha deciso di svolgere unaapprofondita indagine sulle protezioni che hanno con-sentito la lunga latitanza di Cesare Battisti. Il capo delgruppo terroristico “Proletari Armati per il Comunismo“, che nel 1978 uccise due persone e che nel 1979 par-tecipò all’omicidio di altre e fu condannato a quattroergastoli, uno per ogni vittima (laddove ne basta unosolo perché il terrorista non esca più dal carcere, glialtri tre sono inutili).I PM milanesi sanno benissimo che quando nel 1981Battisti evase dal carcere di Frosinone fu accolto inFrancia dal presidente socialista Francois Mitterrandche gli concesse l’asilo politico e poi la cittadinanzafrancese. E che nel 2002, quando fu abolita la DottrinaMitterrand, si rifugiò in Brasile, dove fu accolto dai pre-sidenti della Repubblica Ignatio Lula e Dilma Rousseff,tutt’e due comunisti, che negarono la sua estradizione,chiesta insistentemente dai vari governi italiani. La sua latitanza in Brasile fu favorita da Bernard HenryLevy, il grande filosofo francese, da Valerio Evangelisti,tra i più noti scrittori italiani, e dai membri sudameri-cani di Amnesty International, che, assieme al premioNobel Gabriel Garcia Marquez, firmarono un appelloalle massime autorità politiche e giudiziarie brasilianesostenendo che “Cesare Battisti non è più il terroristadel 1978 ma è uno scrittore di talento ammirato dalmondo culturale internazionale ed è un uomo since-ramente pentito dei crimini commessi”.Mi sfugge perciò il senso di questa decisione perché anessuna di quelle personalità viventi (Mitterrand e Gar-cia Marquez sono deceduti) può essere contestatoqualche reato penale. Hanno esercitato il diritto alla,libertà di pensiero.Perciò una indagine giudiziaria inutile e tardiva. Nel contempo il ministro Matteo Salvini, dopo il suodemagogico show all’aeroporto di Ciampino per pre-senziare vestito da poliziotto allo sbarco di Battisti, hascoperto il 14 gennaio scorso (solo lui non ne sapevanulla prima di quel giorno) che sono ancora latitanti inalcuni paesi europei, africani e sudamericani trenta ter-roristi, rossi e neri. Si tratta dei responsabili della ucci-sione dell’operaio Guido Rossa, del presidente del

Consiglio Aldo Moro e degli uomini della scorta, delcommissario Luigi Calabresi e dei giuslavoristi Mas-simo D’Antona e Marco Biagi. E dei magistrati AntonioOccorsio, massacrato da un commando neofascista,Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione, uccisi dalleBrigate Rosse, Fedele Calvosa, freddato dal terrorismonero, Emilio Alessandrini, fatto fuori nel suo ufficio conquattro colpi di pistola da un commando brigatista, Ni-cola Giacumbi, Girolamo Minervini e Guido Galli uc-cisi dai brigatisti rossiLodevole l’interesse sui terroristi ancora latitanti e liberima deplorevole la mancata indignazione dei PM mi-lanesi e del ministro dell’Interno per la libertà concessaa un feroce mafioso palermitano. Giovanni Brusca,uno dei capi di Cosa Nostra, ha confessato oltre 150omicidi, ma di non ricordarne i nomi, e di avere orga-nizzato la strage di via Pipitone in cui lo scoppio di au-tobomba imbottita di tritolo causò la morte di RoccoChinnici e degli uomini della scorta e la strage di Ca-paci in cui saltarono in aria le auto con a bordo Gio-vanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e ipoliziotti della scorta provocandone una morte or-renda. E ha confessato di avere affogato e sciolto nel-l’acido il corpo di un ragazzo di tredici anni, figlio diun pentito che la vendetta mafiosa non era riuscita araggiungere.È stato condannato a sette ergastoli ma si è pentito edè diventato collaborante di Giustizia. E nel 2016 è tor-nato a casa in stato di libertà vigilata. Ma prima o poila vigilanza gli sarà tolta.Di più. Nel contestato processo sulla Trattativa Stato-Mafia, conclusosi con pesanti condanne, i Pubblici Mi-nisteri hanno chiesto e ottenuto la prescrizione delleaccuse nei confronti di Brusca. Che è stato assolto. ..Autorevoli giuristi e molti magistrati hanno espresso illoro sdegno: In nessun altro paese al mondo sarebbestato accettato il pentimento di questo feroce pluriomi-cida.La Procura milanese e il ministro dell’Interno dovreb-bero impegnarsi perché il mafioso Brusca torni nel car-cere per scontare la pena dell’ergastolo cui è statocondannato.Come il terrorista Battisti. Terrorismo e mafia sono due facce della stessa [email protected]

di Gerardo Mazziotti

L’OPINIONE DI GERARDOMAZZIOTTI SUTERRORISMO E MAFIA

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“Alla fine, ognuno di noi s’innamora di chi ci guardaper un attimo e poi ci sfugge per sempre”…questo ilfil rouge del nuovo romanzo dello scrittore torineseLuca Bianchini “ So che un giorno tornerai” editoda Mondadori che, anche stavolta, come con gli altrisuoi numerosi best-sellers, sta riscuotendo enormeconsenso da parte di lettori giovani e meno giovani.Quello raccontato da Luca Bianchini in quest’ultimoromanzo, è un amore impossibile, ambientato nellaTrieste degli anni ’60, tra la diciannovenne Angela,unica figlia femmina dei Pipan, la ragazza più belladi San Giusto,che sogna di somigliare a Monica Vitti,e vive coccolata dai genitori e dai fratelli, e Pa-squale Spadafora, uno dei primi jeansinari del mer-cato di Piazza Ponterosso, originario della Calabriae giunto a Trieste per arricchirsi. Il loro è uno di que-gli amori a prima vista, quegli amori così coinvol-genti che rendono ciechi, perché Angela, nella suaingenuità non si accorge che Pasquale le nascondeun segreto: è già sposato. Per questo motivo non ri-conoscerà la bimba nata dalla loro relazione, Emma,che vivrà con i nonni e gli zii, orfana di un padre

che l’avrebbe accettata solo se fosse nata “maschio”e di una madre fragile e imperfetta che lascerà Trie-ste e cercherà di rifarsi una vita altrove. L’amore im-possibile tra Angela e Pasquale s’intreccia, dunque,con temi altrettanto attuali come quello della paritàdi genere e dei retaggi culturali ancora latenti in al-cuni strati del nostro tessuto sociale, nonché le diffi-coltà del rapporto tra genitori e figli,incarnati dapersonaggi nei quali ciascuno di noi potrebbe iden-tificarsi. Quella raccontata nel romanzo, peraltro, èuna storia vera,come lo stesso Bianchini tiene a sot-tolineare, una storia come tante altre, svelatagli daun’amica durante una serata un po’ noiosa, che loaffascina e che lo scrittore sente l’urgenza di raccon-tarci e che, magari, diventerà la sceneggiatura di unnuovo film di successo, fortunata opportunità a cuilo scrittore è ormai avvezzo. Proprio in questigiorni,infatti, al cinema è uscito il film “Nessunocome noi” ispirato ad suo omonimo romanzo; mapossiamo ricordare altri film di successo ispirati aisuoi romanzi, come “La cena di Natale” e “ Io cheamo solo te”. Gli studenti che Luca Bianchini sta in-contrando in tutta Italia, e recentemente anche aCorigliano Calabro, ospite presso i Licei e nei localidella libreria Aurora di Corigliano Scalo, hanno par-tecipato con entusiasmo alla presentazione del ro-manzo, soprattutto per l’empatia e la spontaneitàche lo scrittore trasmette e per la generosità con cuisi concede al suo pubblico. Ai ragazzi che gli hannochiesto cosa il suo romanzo volesse insegnare, harisposto di non essere in grado di insegnare nulla edi non averne neanche voglia. In realtà, “So che ungiorno tornerai” trasmette un messaggio semplice eindispensabile allo stesso tempo, e cioè che nellavita ce la si può sempre fare, anche quando tuttosembra perduto…..

Anna Di Vico De Simone

“SO CHE UN GIORNO TORNERAI” DILUCA BIANCHINI

Preside Maradei presenta l’autore Bianchini

Bianchini e studenti

Bianchini nei locali della “Libreria Aurora”

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Ormai è diventato un banale luogo comune: iragazzi di oggi sono svogliati, insofferenti, con-centrati su se stessi e sui loro “mondi virtuali”.Eppure di quegli onnipresenti smartphone chesembrano essere incollati alle mani dei più gio-vani (e non solo alle loro), ieri, nell’aula magnadell’ITG “Falcone e Borsellino” non se ne sonovisti. Gli studenti delle classi quinte dell’ITIS“Green-Falcone e Borsellino” sono stati letteral-mente travolti dal ciclone Luca Bianchini, notoscrittore torinese, che con il suo fare amichevoleed estroverso ha letteralmente catalizzato l’at-tenzione di una platea assolutamente rapita.Sempre giocando sul filo dell’equivoco, Bian-chini ha presentato la sua ultima fatica letteraria“So che un giorno tornerai”, edito da Monda-dori, una storia non semplice ma ricca di spuntidi riflessione che gli studenti hanno avuto l’oc-casione di leggere e divorare sotto la guida delleproprie insegnanti di Italiano. Ad aprire l’in-contro il Dirigente Scolastico, Alfonso Costanza,che ha voluto ringraziare gli alunni e gli inse-gnanti presenti nonché Gianfranco Benvenuto,della casa editrice “Aurora”, grazie al quale èstato possibile ospitare Luca Bianchini. Ben settei romanzi al suo attivo tra cui “Io che amo solote” e “Nessuno come noi”, da cui sono stati tratti

due film con Riccardo Scamarcio e Laura Chiattiil primo e Alessandro Preziosi il secondo. Il DSha voluto sottolineare la grande importanzadella lettura, soprattutto quella fatta di pagineche si sfogliano e profumano di carta stampataproprio per contrastare la fuga nel virtuale tipicadelle nuove generazioni. E’ stata la professo-ressa Beatrice Canale Parola a moderare il di-battito e a sottolineare, giustamente, quanto iragazzi si siano sentiti coinvolti nel leggere il ro-manzo pur avanzando qualche critica costrut-tiva. Grazie alla verve di Luca Bianchini glistudenti sono stati coinvolti attivamente in unsusseguirsi di battute e momenti di riflessione sutematiche a loro vicine. “Sapete cosa mi piacedei ragazzi? – ha detto scherzando lo scrittoretorinese - Che hanno sempre lo sguardo ten-dente all’infinito e tu, praticamente, non esisti”.Ha poi sottolineato il potere della parola che, senon controllata e “pesata”, può creare delle fe-rite profonde che possono condizionare interevite. Ha quindi invitato i giovani ad affrontarele situazioni difficili sempre mantenendo la pro-pria identità ma credendo nel potere della me-diazione e nel rispetto degli altri. Un vero eproprio “assalto” a Bianchini ha segnato la con-clusione dell’incontro con l’autografo e la de-dica di rito sulle copie dei libri.

LUCA BIANCHINI VISITA L'ITIS DICORIGLIANO

SOSTENETE IL CORRIERE DELLA SIBARITIDE

Bianchini tra gli studenti

Bianchini, Dirigente Costanza e Docenti

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SULLA STRADA STATALE 106 LE ELEZIONI RE-GIONALI E COMUNALI “SVEGLIANO” I PARLA-MENTI DEL M5SATTENTA RIFLESSIONE dell’ASSOCIAZIONE“BASTA VITTIME” PROPONE AI PALAMENTARIDEL M5S UNA IDEA PER L’AMMODERNA-MENTO DELLA S.S.106C’è un elemento negativo ed uno positivo nell’ul-timo comunicato stampa dei parlamentari Abate,Sapia, Forciniti, Scutellà e dall’Onorevole Consi-gliere Regionale Tavernise del M5S sul tema dellaS.S.106. I nostri onorevoli sono consapevoli che trapochi mesi avranno luogo le elezioni amministrativeper l’elezione del Sindaco della Nuova Città di Co-rigliano Rossano (la terza città della Calabria), poi leelezioni Europee e, subito dopo, le elezioni Regio-nali ed hanno compreso – un po’ troppo in ri-tardo – che il divario di voti che si preannunciatra quanto è stato ottenuto dal M5S lo scorso 4marzo e quello che otterranno in queste pros-sime competizioni elettorali sarà enorme. L’ele-mento negativo, quindi, è questo: la stradaStatale 106 diventa – esattamente come in pas-sato – un argomento utilizzato dalla “politicapoliticante” per raccogliere consensi con pro-messe ed annunci di ogni genere. La famigerata etristemente nota “strada della morte” viene ora sì“strumentalizzata” da chi fino all’altro ieri parteci-pava alle manifestazioni della Coldiretti, saliva suitrattori e chiedeva la modifica e, quindi, il bloccodell’ammodernamento del Megalotto 3 della S.S.106insieme agli “amici” proprietari terrieri ed oggi, allesoglie delle imminenti prossime competizioni elet-torali, intende far partire anche l’ammodernamentodella strada Statale 106 a Sud di Sibari. L’elementopositivo, invece, è proprio questo: i suddettionorevoli del M5S si accorgono della morte diuna donna di 64 anni investita sulla S.S.106 l’al-tro ieri. Capiscono finalmente la drammaticitàdi un problema atavico che condanna la Cala-bria jonica da circa un secolo. Dichiarano final-mente che questa situazione “ormai non è piùaccettabile”. Così decidono – finalmente – diandare dal Ministro Toninelli e di non chiedere“blocchi” o “modifiche” inutili e dannose all’in-tesse generale ma Opere e Progetti per laS.S.106 A supporto delle loro richieste – altroelemento positivo – non ci sono le farneticanti edinesatte motivazioni che da sempre accompagnanoi rappresentanti parlamentari di Corigliano Rossanodel M5S o le offese rivolte al nostro Presidente del-

l’On. Consigliere Regionale di Crosia ma, questavolta, ci sono i dati del Primo Rapporto sugli In-cidenti Mortali Stradali avvenuti sulla S.S.106negli ultimi 5 anni e redatto dal Centro Analisie Ricerca dell’Associazione “Basta Vittime SullaStrada Statale 106”. Oltre 50 vittime negli ultimi5 anni tra Crotone e Sibari (57 per la precisione),una vittima ogni 2 mesi di media in provincia diCosenza ed una ogni 3 mesi in Provincia di Cro-tone; una vittima di media ogni 3 chilometri inProvincia di Cosenza ed una ogni 4 chilometriin Provincia di Crotone, sono dati riportati nel no-stro rapporto e l’Associazione “Basta Vittime SullaStrada Statale 106” ritiene apprezzabile che i parla-mentari del M5S del territorio insieme all’On. Con-sigliere Regionale di Crosia lo abbiano finalmenteletto e, soprattutto, compreso.L’Associazione, a questo punto, vuole soloavanzare una PROPOSTA ai politici del M5S. Il Governo Renzi – Gentiloni nel quinquennio con-cluso ha stanziato sulla S.S.106 circa 360 milioni dieuro sul Megalotto 3 (che si sono aggiunti ai 970 mi-lioni di euro già esistenti per un totale di 1.335 mi-lioni di euro). Inoltre, nella tratta Sibari – Crotonehanno previsto l’investimento già stanziato eprogrammato di 771,72 milioni di euro.Tale importo prevede:Un massiccio investimento di 448 milioni di europer realizzare in parte l’allargamento (di qualchemetro…), dell’attuale “strada della morte” che re-sterà comunque sempre a due corsie ed in parte perrealizzare una S.S.106 su tracciato ex-novo, semprea due corsie, in variante ai centri abitati (messa in si-curezza 1° Tronco dal Km 309 al 329; 2° Tronco dal290 al 309; e 3° Tronco dal 256 al 290);Un intervento di allargamento di qualche metrodell’attuale S.S.106 per 25 milioni di euro (messain sicurezza dal Km 238 al Km 241+700);La realizzazione in variante su tracciato ex novo,sempre a due corsie, di un tratto di S.S.106 che vadal Km 241+250 al Km 250+500 per un investi-mento di 148,27 milioni di euro;L’investimento per la realizzazione ex novo, semprea due corsie, di un tratto di S.S.106 che collega ilMegalotto 3 alla S.S.106 esistente a Sud di Sibari per151 milioni di euro.Un colossale ed inutile sperpero di denaro pub-blico!

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PROPOSTA: Chiedere con forza al Ministro To-ninelli, così come abbiamo fatto noi, di utiliz-zare questo massiccio investimento già stanziatoper la realizzazione dell’inizio del primo trattodel Megalotto 8 (Sibari – Mandatoriccio). Perchépur essendo consapevoli che per la realizzazione diquesto lotto per intero occorre molto di più rite-niamo che sarebbe opportuno iniziare l’ammoder-namento della S.S.106 a Sud di Sibari fin dove lerisorse già disponibili lo consentono, invece, dicontinuare inutili rattoppi che non solo non ri-solvono alcun problema di incidentalità e mor-talità stradale ma, come in questo caso,addirittura, rischiano di peggiorarlo. La princi-pale causa di mortalità sulla S.S.106 in Calabriaè l’inadeguatezza dell’attuale sede stradale asopportare gli attuali volumi di traffico: non ca-pire che la realizzazione di un tracciato ex-novoin collina che preveda l’ammodernamento a 4

corsie della S.S.106 è l’unica possibilità che ab-biamo per ridurre la mortalità e l’incidentalitàstradale significa continuare ad investire male ildenaro pubblico degli italiani. L’Associazione“Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” pertantoevidenzia il sostanziale apprezzamento dovutoalle posizioni degli Onorevoli del M5S, auspicache la nostra proposta possa essere da loro accolta,fatta propria ed imposta nelle sedi opportune e di-chiara di essere disponibile ad ogni confrontopubblico e/o privato con tutte le forze politiche– M5S compreso – che intendono affrontare e ri-solvere seriamente i problemi della S.S.106 inCalabria nell’esclusivo interesse della colletti-vità.

Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”

RIPETIAMO SINO ALLA NOIA SPERANDOCHE QUALCHE POLITICO POSSA SPOSARE ILPROBLEMA E PORTARLO AVANTI.SU QUESTE PROBLEMATICHE SI MISURAL’OPERA DEL POLITICO E NON SOLTANTOSULLA SPARTIZIONE DEL POTERE.

Il Commendatore Giorgio Aversente si è semprebattuto per la creazione di un mercato ortofruttanella Piana di Sibari, considerato la grande pro-duzione degli agrumi e di altra frutta come co-comeri e meloni.Ora unitamente al prof. Antonio Benvenuto, Re-sponsabile dell’Associazione Sibariti nelmondo, è stata inviata domanda al Consorziodi Bonifica del bacino Ionico (Trebisacce) e alCommissario dell’ASI di Cosenza per la crea-zione del mercato nella zona del VillaggioFrassa da parte del Consorzio di Bonifica o in

direzione zona portuale da parte dell’Asi.Nella richiesta è specificato che i progetti po-tranno essere presentati alla Regione e all’UEdagli stessi Enti con gestione diretta oppure of-frire il terreno per poi creare una Cooperativa diagrumicoltori per il realizzo della infrastrutturae parimente creazione di una Consulta comu-nale tra i Comuni di Corigliano e Rossano, cittàunica..Detta opera, oltre ad essere vantaggiosa per glioperatori del settore contribuirà a dare lavoroa giovani disoccupati.Ora si attende che il nuovo sindaco della cittàCorigliano Rossano intervenga presso i due Entiper esaminare il problema e dare corso al pro-getto e quindi alla realizzazione del mercato.

Antonio Benvenuto

RICHIESTA DI UNMERCATO ORTOFRUTTANELLA SIBARITIDE

di Antonio Benvenuto

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Un interessante incontro culturale si è svolto recen-temente a Corigliano Scalo, presso il Salone dellaChiesa dei Santi Nicola e Leone, per ricordare la fi-gura e l’opera del prof. Luigi De Luca (1934-1998),nel ventesimo anniversario della sua dipartita. Adorganizzare la manifestazione commemorativa delnoto studioso e uomo di scuola coriglianese, è statala Sezione Regionale Calabria della “Società Italianaper la Protezione dei Beni Culturali” (SIPBC Onlus),presieduta dal prof. Franco Liguori, che, fin dalla suacostituzione (gennaio 2016), è intitolata allo stessoLuigi De Luca. La manifestazione si è svolta il 22 di-cembre u.s. con una buona partecipazione di pub-blico, ed è stata seguita con interesse da tutti gliintervenuti, tutte persone che hanno conosciuto invita il preside De Luca e ne hanno avuto stima econsiderazione, tra cui il direttore del “Corriere dellaSibaritide”, prof. Antonio Benvenuto. La manifesta-zione si è aperta con l’intervento del presidentedell’Associazione, prof. Liguori, che ha tracciato unampio e dettagliato profilo bio-bibliografico di DeLuca, evidenziandone le qualità umane e le doti distudioso e ricercatore serio della storia e del dialettodella città di Corigliano e, più in generale, della Ca-labria tutta. Liguori ha passato in rassegna tutti gliscritti dello studioso coriglianese, da “Coriglianomedievale” al “Tesoretto calabrese”, dal “Lessico ca-labrese” ai “Nomi di famiglia in Calabria” e ai suoinumerosi articoli e saggi pubblicati, negli anni, suvari periodici culturali del territorio. Liguori ha vo-luto ricordare anche l’impegno di L. De Luca in di-fesa dei beni storico-architettonici di Corigliano, coni suoi articoli sul Castello Ducale, sul Castello di SanMauro, sulla Chiesa del Carmine, da lui studiati conamore e competenza.L’intervento di Liguori è stato arricchito dal contri-buto di altri studiosi e conoscitori del preside DeLuca, come il prof. Giuseppe De Rosis, il prof. Fran-cesco Filareto e il prof. Mario Massoni, ognuno deiquali si è soffermato ad evidenziare l’importanzadella figura e dell’opera di Luigi De Luca, nel pano-rama culturale coriglianese e del territorio della Si-baritide, nell’ultimo trentennio del Novecento,avendo parole di apprezzamento per l’opportunamanifestazione commemorativa organizzata dallaSIPBC-Calabria. Altre testimonianze sulla persona-

lità di De Luca sono state portate dal comandantedella Marina Luigi Leotta, che ha sottolineato la va-lidità dei tre volumi del “Tesoretto calabrese”,un’opera meritevole di essere ristampata ; dal prof.Leonardo Amato e dal prof. Enzo Cumino, chehanno raccontato qualche episodio legato ai loro ri-cordi di frequentazione del preside De Luca. Parti-colarmente interessante il contributo dato alla seratacommemorativa, dalla poetessa Anna Lauria, che,oltre a riferire i suoi ricordi sulla figura di Luigi DeLuca, molto importante per la sua formazione, harecitato una bella poesia a lui dedicata. La serata siè conclusa con l’intervento della prof.ssa FrancescaDe Luca, figlia del compianto preside “Gigino”, chesi è detta molto commossa per i tanti attestati distima verso il suo caro genitore, ed ha ringraziatotutti i relatori e gli intervenuti per la bella serata de-dicata a rievocarne la personalità e l’operosa attivitàculturale. I vari interventi delle persone che hannoportato la loro testimonianza, sono stati inframezzatidalla magistrale esecuzione di alcuni canti dialettalicoriglianesi eseguiti dal noto Gruppo musicale “Fra-telli de Almaviva”. I bravi musicisti, che molto de-vono allo studioso Luigi De Luca, per la ricerca e“riscoperta” dei canti popolari coriglianesi del lororepertorio, hanno veramente dato un bell’apportoalla riuscita serata culturale. Il presidente Liguori,soddisfatto del buon esito della manifestazione, haringraziato tutti e ha dato appuntamento ai nuovi in-contri culturali che la SIPBC-Calabria ha program-mato per il 2019.

(Comunicato-stampa SIPBC-Calabria)

LA SIPBC-CALABRIA HA RICORDATO LA FIGURA EL’OPERA DI LUIGI DE LUCA, APPREZZATOSTUDIOSO DELLA STORIA E DEL DIALETTO DICORIGLIANO

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Dal 10 al 12 febbraio prossimo a Milano si terrà laBit, la Borsa Internazionale su Turismo. Una ker-messe fondamentale per la promozione territoriale,alla quale, però, non parteciperà la città di Cori-gliano Rossano.In proposito, la Rete turistica Corigliano Rossano,esprime tutto il proprio disappunto. Ed è il presidentedella rete, Francesco Scarcella, a parlare.«Una città come la nostra – esordisce – avrebbe me-ritato una vetrina del genere, in modo particolarequest’anno, che si presentava come città unica. Era-vamo pronti in tutto, mesi di studio e di sacrificio permeglio presentarci a questo importantissimo appun-tamento. Non avevamo trascurato nessun partico-lare, producendo finanche un video di presentazionedell’intero territorio. Il turismo, può davvero rappre-sentare una spinta propulsiva dal punto di vista eco-nomico e non solo. La natura è stata molto generosacon questo territorio – prosegue Scarcella – posizio-nata da fare invidia a tutte le altre mete turistiche eu-ropee, eppure, ancora non riesce a decollare». A nome di tutti i componenti della rete, il presidentecontinua amareggiato: «I nostri sforzi, seppur limitati,sono vani se le istituzioni continuano a fingere dinon sentire. L’amministrazione commissariale, ini-zialmente aveva sposato totalmente questo progetto,a tal punto da prevedere alcune risorse economicheper la partecipazione al Bit, poi più nulla. Compren-diamo perfettamente che i commissari abbiano ben

altro a cui pensare, ma hanno l’obbligo di essere re-sponsabili della cosa pubblica. E in questo caso, unapartecipazione alla Bit doveva essere responsabil-mente programmata, in un contesto di gestione dellacosa pubblica in proiezione futura, come accade peri bilanci o la macchina comunale».Scarcella mette il dito nella piaga e conclude: «In unincontro il sub commissario Greco ci ha riferito chenon vi erano fondi per questo tipo di iniziative. Ep-pure i soldi si trovano per iniziative più che discuti-bili, come le manifestazioni natalizie, lasciateall’interpretazione e all’organizzazione di volontariinnamorati della loro terra.

LUCA LATELLA

Non è la prima volta che mi sono in-teressato, tramite il Blog o la stampacartacea, delle buche delle duestrade, ove io abito: Dragosei e Mor-tati. Le buche sono diventate piùgrandi e quindi più pericolose.La cosa strana è che le buche sonostate riparate e dopo un certo pe-riodo sono diventate peggio diprima.

C’è da chiedersi.I lavori sono seguiti da un tecnico oppure gli operai sono impreparati per tali lavori? Chiediamoun sopralluogo per avere una spiegazione precisa e tecnica, tecnici permettenti.

CORIGLIANO-ROSSANO NON PARTECIPERA’ ALBIT DI MILANO: IL DISAPAPUNTO DELLA RETETURISTICA

STRADE IMPRATICABILI

Greco - Scarcella

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EMERGENZA SANITARIA, RIAPRIRE EX OSPE-DALEGRECO: SANITÀ PUBBLICA LOCALE QUE-STIONE APERTAMEDICI ED OPERATORI TRA MILLE DIFFI-COLTÀ QUOTIDIANE

CARIATI (Cs), Sabato 19 Gennaio 2019 – Puntodi Primo di Intervento (PPI), alla luce dei 9000accessi registrati nel 2018 continua ad esserenecessario il laboratorio di analisi. Radiologia,non è possibile coprire la richiesta (14.000esami nel 2018, ben oltre il limite normativo na-zionale) perché un solo radiologo (con soli 3tecnici) non può essere presente tutti i giorni:servono sia una terza unità (già annunciata) edun apparecchio telecomandato (già richiesto).Senologia, non si può proseguire con lo stessoritmo di prenotazione precedente. DipartimentoSalute Mentale e Dipendenze (ex CSM), stantela carenza di medici si ha difficoltà a program-mare le visite e le prenotazioni. Cardiologia,l’ambulatorio ha cercato in tutti i modi e congravissimi sforzi di sopperire alla mancanza diun reparto, facendo fronte a circa 15.000 pre-stazioni l’anno con soltanto due cardiologi econ necessità di infermieri.Sono, queste, alcune delle principali criticitàed emergenze emerse e registrate nel corsodell’incontro con i responsabili dell’ex Ospe-dale di CARIATI Vittorio COSENTINO svoltosinei giorni scorsi nell’ambito delle attività del Ta-volo Tecnico sulla Sanità (TTS) composto dalconsigliere di maggioranza Marialena CICCO-PIEDI, da quello di minoranza Maria CRE-SCENTE e dal Sindaco Filomena GRECO;il TTSha già avuto modo di incontrare l’ex commis-sario regionale SCURA e il Direttore Generaledell’ASP Cosenza MAURO. – Obiettivo dell’in-contro e del confronto con medici ed operatori,attori e protagonisti quotidiani ed esemplari deldifficilissimo governo dell’emergenza sanitarialocale era e resta la quanto mai necessaria ria-pertura dell’Ospedale territoriale ed in ognicaso l’urgente potenziamento dei servizi, dellestrutture e delle risorse umane attuali a garanziadella fruizione normale e per tutti del diritto allasalute ed all’assistenza medica.Nell’esprimere soddisfazione per il metodo delconfronto costruttivo che tutti gli interlocutorihanno voluto e saputo garantire nell’interesse

generale il Primo Cittadino coglie l’occasioneper sottolineare sia che nel territorio dell’ex di-stretto di Cariati i Livelli Essenziali di Assistenza(LEA) restano al di sotto dei già bassi livelli ditutto lo ionio cosentino, perciò non garantiti exlegge; sia la necessità di riportare l’emergenzasanità pubblica territoriale al centro del dibattitoe dell’azione sociale ed istituzionale. Bisognaperò preferire – conclude la GRECO – il coin-volgimento e il dialogo con tutti i soggetti edevitando passerelle solitarie e dal solo speratoeffetto mediatico, così come l’ultima escursioneal Vittorio COSENTINO di parlamentari M5S iquali non hanno avvertito neppure l’esigenza dicondividere iniziativa o esiti con il Sindaco,principale autorità sanitaria locale.( COMUNICATO STAMPA N.5 – FONTE: CO-

MUNE DI CARIATI)

STANZIATI 1 MILIONE E 800 MILA EURO PERL’ ADEGUAMENTO SISMICO DEI PLESSI DELLE SCUOLE ELEMENTARI diCARIATIDiritto allo studio e sicurezza in materia di edi-lizia scolastica, 1 MILIONE e 800 MILA EUROper l’adeguamento sismico dei plessi di FuoriPORTA PIA (scuola dell’infanzia), del CentroStorico (scuola primaria), Edmondo DE AMICIS,Via MOLINELLO (scuole dell’infanzia e prima-ria) e Via STABILIMENTO (scuola dell’infanzia).È quanto fa sapere l’assessore ai lavori pub-blici Francesco CICCIÙ esprimendo anche anome del Sindaco Filomena GRECO e dellaGiunta Municipale soddisfazione per questonuovo positivo risultato conseguito a beneficiodella comunità.La comunicazione ufficiale della confermadell’inserimento degli interventi per le quattrostrutture scolastiche tra quelli finanziabili nel-l’ambito del Piano Triennale 2018-2020 è statatrasmessa al Sindaco nei giorni scorsi dal Dipar-timento Regionale Infrastrutture – Lavori Pub-blici e Mobilità. L’iter prevede adesso ilperfezionamento del procedimento con l’inte-grazione della progettazione definitiva, il cro-noprogramma di attuazione dell’intervento e,quindi, la firma della convenzione con la Re-gione Calabria per l’erogazione dei fondi.

(da COMUNICATO-STAMPA Comune di CARIATI).

DAL COMUNE DI CARIATI- NOTIZIEDI VITA AMMINISTRATIVA

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Proposte illustrate dal Sindaco FilomenaGRECO nell’incontro ad hoc promosso dal-l’Amministrazione Comunale e condiviso conle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU)Scopo dell’incontro: conoscere e approfon-dire suggerimenti sul percorso di metodo che laGiunta Municipale intende portare avanti, nelrispetto della normativa vigente e del CCNL, perla valorizzazione delle risorse umane e l’effi-cientamento della macchina comunale, unita-mente con la massima collaborazione deiSindacati rendendo la macchina comunale , af-ferma il Sindaco Greco, ancora più trasparente,efficace ed efficiente; contribuendo a snellire ilfunzionamento della struttura burocratica, a tu-telare tutto il personale dipendente e, in ultimaanalisi, ad assicurare migliori servizi e risposteveloci al cittadino.

Temi trattatti: Orari personale/istituire due rientripomeridiani e turni di pronta disponibilità neigiorni e negli orari non lavorativi. Incentivi peril personale/costituire un fondo per le risorse de-centrate. Contenimento della spesa/rivedere nu-mero e pesature delle posizioni organizzative.Rotazione e ottimizzazione delle risorseumane/avviare una migliore distribuzione delpersonale, sia a tempo indeterminato che atempo determinato, tenendo conto delle com-petenze e capacità e in considerazione dellecessazioni avvenute e di quelle che avverrannoa breve e medio periodo.Presenti. i rappresentanti delle RSU FloraGRASSO, Francesco VUONO e Lidia SALIM-BENI.

PERSONALE, RIENTRI, INCENTIVI E ROTAZIONESINDACATI CONDIVIDONO PROPOSTE SINDACOOBIETTIVI: MIGLIORARE SERVIZI E RIDURRE SPESA

PROTESTIAMO PER DECISIONE DIMONETIZZAZIONE DEI PARCHEGGI.Non approviamo la delibera del CommissarioDomenico Bagnato per la monetizzazione deiparcheggi.Ci aspettavamo che il commissario prendesse al-cune deisioni per la creazione di parcheggioinesistenti almeno in Corigliano. Ci stiamo bat-tendo per la creazione di parcheggio del ca-stello e nessuna azione viene intrapresa dalCommissario Bagnato. La monetizzazione ag-grava la situazione invece di agevolarla. A.B.

IL TESTO DEL REGOLAMENTO

CORIGLIANO ROSSANO (CS), Giovedì 24 Gennaio2019 – Edilizia/mancata realizzazione di par-cheggi privati di pertinenza, di parcheggi pub-blici e delle aree da destinare a standards, èstato approvato il regolamento comunale per lamonetizzazione. Gli introiti saranno investitinella realizzazione e nella riqualificazione diopere, come l’abbattimento delle barriere archi-tettoniche. È quanto contenuto nella delibera ap-provata con i poteri del Consiglio Comunale dal

Commissario Prefettizio, il Prefetto Domenico BA-GNATO. Essa è finalizzata, tra le altre cose, a migliorare il li-vello dei servizi e a realizzare spazi pubblici edinfrastrutture di maggiore qualità, valorizzando ilsistema urbano.

In considerazione che negli interventi di recuperodel patrimonio edilizio esistente, in zone di satura-zione, le aree da destinare a parcheggi o da cederea standard sono difficilmente reperibili, nel Regola-mento si fa particolare riferimento alle zone deidue centri storici delle aree di CORIGLIANO eROSSANO, alle zone di completamento ed allezone di espansione.

L’obiettivo – si legge nell’atto – è quello di investiregli introiti nel rilancio, nella rivitalizzazione, nel re-cupero e nella valorizzazione di questi spazi, fa-vorendo il ripopolamento.-

(Fonte: Lenin MONTESANTO)

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Per questa terza puntata su Giuseppe Arcidiacono, mio vecchio amico, avevo in mente un altrotema. Senonché, di recente, è accaduto un avvenimento importante che appartiene alla vera storiacattolica e di cui si è occupato il Nostro nel 1974 con un articolo che, io, oggi, ripropongo conside-

randolo di grande attualità. Per prima, però, mi è doveroso mettere in risalto l’impegno di Giuseppe Arci-diacono nella DC. Dalla giovanile passa a ruoli di responsabilità. Oratore forbito, tiene comizi nei paesiviciniori a difesa dello Scudo Crociato, riscuotendo ovunque enormi consensi. Gode, ormai, di grandeconsiderazione e in molti facciamo affidamento su di lui. Il Segretario Provinciale della DC, Rag. SalvatorePerugini, gli scrive una calorosa lettera di ringraziamento per i risultati ottenuti. Ritengo opportuno trascri-vere detta missiva datata 3/06/1958-prot.2987-: “Carissimo Arcidiacono, a conclusione della significativavittoria del nostro partito, ti esprimo il mio più vivo ringraziamento per l’opera da te svolta per il raggiun-gimento delle posizioni acquisite dalla Democrazia Cristiana in Provincia. Grato di quanto hai fatto ti porgocordiali ed affettuosi saluti”. L’avvenimento importante cui mi riferisco sopra è quello relativo alla traslazione delle spoglie mortali diDon Carlo De Cardona, Servo di Dio, dal cimitero di Morano Calabro alla chiesa di Santa Maria Maddalenaavvenuta il 2 dicembre 2018. Ricordo che la cerimonia religiosa è stata promossa dalla Diocesi di CassanoJonio e alla quale ha presenziato il vescovo mons. Francesco Savino. È, pertanto, questa l’occasione diportare alla luce l’articolo di Arcidiacono pubblicato su “CorBonum” di Corigliano (diretto da G.B. Poli-castri) del 30 aprile 1974. Nel “profilo” è racchiusa tutta l’esistenza del Servo di Dio, fino alla sua morte.È un articolo interessante in cui, fra l’altro, vengono citati i nomi di Don Luigi Nicoletti, di Don EugenioSerravalle e di Don Agostino De Gennaro che furono sacerdoti e sostenitori delle sue idee. Chi scrive haavuto la gioia di conoscerli personalmente e di apprezzarne la loro operosità. Il primo è stato il fustigatoredei nuovi rampanti della DC e, quando in sezione si rivolgeva a noi giovani non faceva mai i loro nomi:li indicava come i componenti del “Sinedrio”. Un altro grande è stato Don Eugenio Serravalle, docente dilettere al Telesio di Cosenza, più moderato ma sempre agguerrito. Quasi ogni anno preferiva venire a Co-rigliano in Commissione di maturità, e, per via dell’amicizia con mio padre, era quasi sempre ospite apranzo a casa mia. Un’amicizia bella consolidata nel tempo. Infine, Don Agostino de Gennaro, il mio par-roco nella chiesa di Santa Maria Maggiore fino alla mia età adulta. Di statura imponente, ha lasciato ungrande ricordo. A Corigliano ha aperto la Prima Cassa Rurale. Arcidiacono con il suo articolo, che trascrivoqui di seguito, dà un senso alla memoria; e dà voce a chi nel passato ci ha regalato un mondo di benesenza nulla chiedere.

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Aspirò alla lotta sociale e in questa si tuffò, tutto su di essa puntando.Si dice fosse mingherlino, secco, piccolo di statura ma che a parte o di tutto ciòè provato avesse la statura del gigante per essere così profondamente entrato afar parte della migliore storia del movimento cattolico calabrese e nazionale; eche, figlio della generazione a cavallo dei due secoli, somigliasse per moltiaspetti a Maestri come lui e a discepoli suoi che Maestri d’altri divenirono. Erainfatti coetaneo del Pacelli, del Gemelli, dell’Olgiati, dello Sturzo e del Murri efra i figli della sua mente e della sua anima vantava – fra gli altri in numeri edegregi – Luigi Nicoletti, Eugenio Serravalle; tutti laici alla licenza liceale e tuttipresi dalla chiamata sacerdotale al principiare della vita universitaria; e tutti contale carica d’energia esuberante da essere –forza d’urto- nella società del tempotanto da tramutarla da chiusa e gretta nella reazione borbonica e massonica adaperta ai temi della libertà, della fratellanza, della giustizia. Rivendicatori dei

grandi meriti della migliore cultura sociale cristiana essi furono i frutti dell’opera di Papa Leone XIII, l’ari-stocratico rivendicatore dei diritti degli umili che, con il Toniolo, tessè la trama dell’impareggiabile scuolasociale cristiana. Dai primi sommessi passi dell’opera dei cattolici liberali, all’Opera dei Congressi, ai cat-tolici deputati (e non deputati cattolici, come con aderenza si volle dire intendendo così significare un ser-vizio e non già un onore!), alle Leghe operaie e contadine, all’ Azione Cattolica, al P.P.I. del ’18 e del ’48,ai trionfi conseguiti dopo il volgere di un secolo di studi, passioni, ansie, lotte e vittorie! Sarebbe veramente

GIUSEPPE ARCIDIACONONELLA DC COSENTINAUN SUO ARTICOLO SULSERVO DI DIO DI MORANO

CARLO DE CARDONA

di Salvatore Arena

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Il sindaco lamenta: Abbiamo sollecitato più voltele istituzioni competenti affinché si istituisse un ade-guato presidio dell’Ordine pubblico, quale è una ca-serma, con l’impegno di garantire l’immobile ed isuoi costi. I riscontri ricevuti sono sempre stati nega-tivi. I parlamentari – per BELCASTRO - sollecitati inmerito ad un presidio di legalità in SILA, continuanoa girarsi dall’altra parte, dimostrando un alto livellodi disinteresse per le problematiche del nostro terri-torio. L’Amministrazione Comunale – aggiunge – ri-tiene tuttavia che la sicurezza, fruita e percepita dai

cittadini rappresenti un diritto fondamentale ed unacomponente indispensabile, una condizione stessadella qualità della vita. Riceviamo quotidianamentecittadini – conclude BELCASTRO – che esprimonoe denunciano un diffuso sentimento di insicurezzae che chiedono all’Istituzione locale di attivarsi perarginare ed eliminare questa emergenza prima chediventi troppo tardi. -

(Fonte: Lenin MONTESANTO)

SICUREZZA, UNA CASERMA AL VILLAGGIO PALUMBO-SILA SOLLECITATA DAL SINDACO BELCASTRO ALPREFETTO DI CROTONE DENUNCIA DISINTERESSEPARLAMENTARI COINVOLTI

meritevole l’occupare tempo nella disamina psicologica di tali personalità, nel tentare di stabilire cos’èquesta molla che lancia nel mondo dei preti laici eccezionali, così d’un tratto, senza ambiente familiarepreparatorio (Il Gemelli proveniva, anzi, da famiglia ricca, socialista e massonica!) ma ci facciamo ragionedella spiegazione antica: è la voce dell’Alto, la voce del Padre che chiama da sempre i migliori alla con-tinuità del Messaggio. Non sfuggì al grande arcivescovo Sorgente il pretino di Morano uscito dal frescodelle rigide aule romane dei Gesuiti, di quei Gesuiti di cui la chiesa del principiare del secolo e della finedel trascorso affidava i suoi migliori cervelli, raccolti da tutte le diocesi d’Italia, perché fossero preparaticome i nuovi quadri del mondo ecclesiastico. E mons. Sorgente lo volle segretario prima e insegnante difilosofia dopo nel seminario; e qui forgiò le nuove generazioni d’allora e fece così bene da far dire al suoallievo Luigi Nicoletti: «… rivelò profondità di dottrina, modernità di intuizioni… »; all’altro non menoegregio E. Serravalle: « … avrebbe potuto aspirare ad altissimi posti in ogni campo per altezza di ingegno,colpo d’occhio felice, chiarezza di temperamento… ». Nicola Misasi scrisse di lui un articolo di lodi dasuscitare scalpore nel mondo anticlericale d’allora. Ma il professore aspirava alla lotta sociale e in questasi tuffò, tutto su di essa puntando. E sorgono le leghe operaie e contadine, prima nelle –vinelle- dei dise-redati di Cosenza e poi via via in tutta la provincia; le leghe bianche opposte alle rosse, in e per una con-cezione diversa e più nobile dell’uomo. E poi le Casse Rurali che in tutti i centri della provincia ebberoillustri, tenaci e provvidi sostenitori e qui;in Corigliano, quel grande sacerdote che fu l’Arciprete De Gen-naro. Patetica, triste storia del benemerito Ente; sorto per incanto, divenuto potente e generoso, sostenitoredelle classi umili, rivolo di aiuto continuo ai miseri, difesa verso l’usura del potente sfruttatore, ossaturad’appoggio politico al partito dei cattolici, nel baratto infame compiuto ai tempi dell’omicidio di Matteotti,fu cinicamente sacrificato alla sopravvivenza ed a patti scellerati di cui non vogliamo, noi indegni e fedelifigli, nulla scrivere ma che sarebbe tempo che altri non legati dalle nostre convinzioni superiori scrivesseroe dicessero a lettere e parole di fuoco…! Solo ripeteremo con Serravalle: « … e avrebbero potuto esserefacilmente salvate!» e con Nicoletti: « … la gratitudine non è pianta che nasca nel mondo idolatra del de-naro »; tutto questo riesce più evidente se si pensa che le Casse segnarono (nel 1926) 31.032.326,74 liredi depositi a pochi anni dalla loro fondazione ed alla vigilia della loro sporca distruzione. E, parallelamente,si tuffò nell’agone politico. Fondatore, Maestro, dirigente del PPI, lo rappresentò nel Consiglio Comunaledi Cosenza, in quello Provinciale divenendone il componente più stimato ed autorevole; instancabile edinsonne fece nascere il partito, lo allevò amorevolmente, lo condusse alle improvvise e folgoranti vittorie,lo sorresse con le organizzazioni dei lavoratori, in suo nome occupò le terre del latifondo alla testa difolle di diseredati, bandiera bianca al sole, lo potenziò con la Banca, ne fece uscire parlamentari della sta-tura di Miceli-Picardi e Sensi, ne fece – lui sempre professore - scuola per chi doveva continuarlo e sosti-tuirlo dopo il crollo del ’26. Lui, lui fu povero nelle ricchezze, modesto nelle glorie e pagò di persona ilsacrificio di tutto il movimento alla dittatura con ogni amarezza, con la fame, con l’oblio in quel di Morano.Tornato dopo il calvario alla terra natale, l’insigne volle essere dimenticato; visse oscuramente e la Verginedel Pollino al figlio devoto fece una grazia: una disfunzione cerebrale ne offuscò l’intelligenza, gli tolseogni memoria tormentante, ne svuotò la mente, sicchè morì in soporosa incoscienza il 10 marzo del 1958.

Giuseppe Arcidiacono

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IL VALOROSO CAPITANOROSSANESE ALESSANDRO AMARELLI ALTEMPO DELLE CROCIATEdi Franco Emilio Carlino

Dal punto di vista storico la conclusione dell’XI secolo viene ricordata come l’inizio dell’espansione militarein Terra Santa ad opera dei cristiani, allo scopo di difendere i confini e reprimere i nemici della Chiesa.Notoriamente conosciute col termine di Crociate, si trattò di un intervento militare cruento che, in pienoMedioevo, si dilungò fino alla conclusione del XIII secolo, caratterizzato da ben otto spedizioni militari daparte della Chiesa di Roma per cancellare il paganesimo e piegare i nemici infedeli. La Terra Santa divenne un campo di battaglia fra opposte fazioni dove eserciti provenienti dai diversi paesicristiani d’Europa si confrontarono con le truppe musulmane del Medio Oriente, per impossessarsi di Ge-rusalemme e assumerne il controllo. A riguardo molto discordanti sono i giudizi consegnatici dalla storia,in particolare da quella moderna, secondo la quale la validità dell’intervento e la condotta del comandoe la responsabilità degli armati spesso si mostrò contraddittoria con gli stessi scopi della missione, infatti,non manca chi sottolinea che le Crociate vennero intese come un insieme di mansioni militari e religiosecausate da pretesti religiosi, politici ed economici mosse dalla stessa matrice teorica e c’è persino chi nedenuncia il saccheggio delle città conquistate e il mantenimento dei diversi territori acquisiti non riconse-gnati all’Impero bizantino come, invece, pattuito. Pertanto, non sono pochi quelli che sostengono che ilprogetto complessivo delle Crociate, con la macchinazione di espugnare e poi conservare il dominio deiterritori in Terra Santa, sostanzialmente ebbe come epilogo un autentico insuccesso.Chi spinse le armi nei confronti di Gerusalemme con la scusa di difendere i Cristiani dagli attacchi e dalpericolo musulmano fu papa Urbano II che cercò di rapportare la condotta dei cavalieri secondo quelloche era il principio della morale cristiana richiamata dalle innovazioni gregoriane. Purtroppo, i risultati diquesta chiamata andarono oltre tale proposito. Così, animata da impulsi religiosi e in un certo qual modoanche da una sorta di rivincita sociale prese il via la prima Crociata del 1096. Una operazione che videcoinvolti, per volere di Urbano II, i principali rappresentanti del patriziato europeo e che, come riferisconoalcune fonti storiche cristiane e musulmane, tre anni dopo, nel 1099, portò alla conquista di Gerusalemme,dopo una successione di scontri atroci e violenti e la conseguente morte di numerosi cavalieri italiani edeuropei. Gerusalemme fu sottomessa e alla guida di tale regno si pose la classe dei cavalieri partecipanteall’impresa, con compiti, incarichi e responsabilità politiche concordate con gli stessi sovrani di riferimento.Inoltre, aspetto importante di questa complessa operazione fu la formazione dei primi gruppi d’armi cono-sciuti come cavalieri templari. Si trattava, per lo più, di ordini religiosi cavallereschi cristiani venuti a for-marsi appunto per proteggere i luoghi sacri e accogliere i pellegrini. Ma veniamo alla sostanza e alla centralità del presente contributo che è quello di diffondere maggiormentela conoscenza della nobile figura di Alessandro Amarelli, forse nota solo agli studiosi, colui che la storiaidentifica come valoroso Capitano rossanese del XII secolo per aver preso parte come crociato alla libera-zione del Santo Sepolcro, venuto alla luce nel 1071nella Città di Rossano, sul finire dell’XI secolo, pochianni prima dell’inizio delle Crociate. Le notizie biografiche in merito non sono molte, tuttavia, per quantola stessa ricerca ha consentito di reperire ai fini di una più completa narrazione biografica, nel prosieguodi questo mio scritto, mi affiderò a due brevi citazioni, prodotte rispettivamente da due storici di rangoquali il Martuscelli e l’Accattatis. Figlio di Leonardo e di Ippolita de’ Pagani, de’ Signori della Città di Nocera e Cavalieri del Sedile di Portoin Napoli, insieme al fratello più grande Ansoise, secondo le numerose fonti storiche, fu dignitosamenteformato e alimentato nei sentimenti della Cavalleria di allora. «Fin dagli anni più teneri -compila il Martuscelli- si manifestò in lui il genio militare, accompagnato daldisprezzo de’ perigli e dal concepimento di grandi ed eroiche azioni. Egli in età di circa 30 anni, per se-condare i sentimenti generosi del suo cuore, vedendo che da tutti i paesi di Europa, i giovani delle piùnobili famiglie prendevano le armi per andare a combattere gl’infedeli, che con guerra ostinata tentavanoogni giorno di riacquistare i luoghi Santi di Gerusalemme, lasciando ad Ansoise tutta la cura e l’ammini-strazione della roba della famiglia, unitosi col suo fratello cugino Ugone de’ Pagani, giovane egualmentevaloroso ed ardente, levando soldati a loro spese, e messisi alla loro testa, come Capitani, si portaron con

19essi nell’anno 1101, in Gerusalemme, ove si presentarono al Re Balduino. Da principio significarono al Reil loro dolore per la morte poco innanzi avvenuta del Duca Goffredo Buglione di Lorena di lui fratello, equindi esposero la loro determinata volontà di combattere fino all’ultimo sangue per custodire que’ santiluoghi; Balduino aggradì sommamente questa offerta e soggiunse, che in quella circostanza il meglio afarsi era il custodire le strade, per le quali passavano i pellegrini, che andavano a visitare quella Santa Terra.Presero allora essi congedo dal Re, ed andarono colle loro genti ad eseguire quanto era stato loro coman-dato. Lo zelo ed il valore, che in varj rincontri mostrò Alessandro in Palestina, il fece divenire una dellepersone più care e più stimate da quel Sovrano. Quantunque non si conoscano i dettagli de’ combattimentida lui fatti co’ barbari di que’ luoghi; pure non s’ignora ch’egli riportò moltissime vittorie contro immensetruppe di Arabi, i quali per molto tempo non ardirono di affrontarlo più in campo aperto; ma non perciò siastennero di tentare degli agguati contro quel Capitano, chetante volte gli avea repressi e sbaragliati»1.«Dopo due anni di continue pugne e di continue vittorie, -riporta L. Accattatis- mentre scorreva una stradacon soli venticinque suoi soldati e due scudieri, cadde in una imboscata di un centinaio di Barbari, che,posti in un sito vantaggioso, cominciarono a combatterlo. Fu tanto il valore del giovine Eroe, che animandoi suoi pochi soldati si spinse con la spada alla mano in mezzo agli avversarli e gli atterrò quasi tutti. Inquesto combattimento però, oltre la morte di cinque suoi soldati, furono uccisi i due suoi scudieri, ed eglifu gravemente ferito nella testa; per cui il di 18 Ottobre 1103 passò agli eterni riposi fra le lagrime universali,non solamente di tutti gli altri cavalieri, che allora militavano in Gerusalemme, ma ancora della Maestàdel Re Balduino; il quale dispose, che fosse condotto al sepolcro con tutti quegli onori, ch’erano dovuti adun guerriero che tanto si faceva ammirare pel suo zelo e pel suo valore. Fu accompagnato con tutti glionori militari da numerosissimo stuolo di gentiluomini suoi confratelli nell’armi, alla testa dei quali si videil Re Balduino incedere in atto di tristezza e di duolo. Il suo cadavere fu messo in un tumulo di marmopomposamente eretto por ordine dell’accennato Sovrano. Alessandro morendo dispose che alle famigliedei suoi scudieri, ch’eran morti in quel conflitto si desse un mensuale sussidio dai suoi Genitori, oltre amolte altre cose che attestano l’animo grande, l’imperturbabilità e la pietà di un guerriero singolarmentecoraggioso, benefico e pio. Dopo il decorso di più di sette secoli si sono conservate queste poche notiziedella sua vita, le quali si rilevano da una autentica lettera latina, scritta in pergamena da Gerusalemme indata de’18 di Ottobre 1103 da Ugonede’ Pagani a Leonardo Amarelli, padre del defunto e Ziodi Ugone,la quale si conserva tuttavia nella famiglia dei Signori Amarelli in Rossano. Le medesime cose si rilevanoda’ Capitoli Istorici della Città di Rossano scritti dal Dott. Carlo Blasco, i quali sono commendati dal-l’Ughelli, dal Gimma, dal Pacichellie da molti altri Autori»2.Mi avvio alla conclusione, ma non prima di aver riportato una breve nota sulla figura di Ugo de Payens(Ugo de’ Paganis), cugino di Alessandro, cavaliere italiano, primo Maestro e fondatore in Terra Santa nel1119 dell’ordine religioso-militare dei cavalieri del Tempio. Notizie sul de’ Paganis furono da me già evi-denziate in una mia precedente pubblicazione commentando l’opera di Luigi Manglaviti, dal titolo: DossierTemplari Graal, un libro che, come riportato in copertina: «Con l’aiuto degli storici, dei filologi, dei teologi,dei semiologi, e perfino degli archeologi -e resistendo alle infinite brume disseminate in materia di esote-rismo e massoneria-scava con testardaggine sia nella storia che nella leggenda»3.Un libro nel quale l’Autore, riprendendo una pubblicazione del 2004 dello scrittore Mario Moiraghi, fa ri-ferimento a una lettera nella quale si parla della famiglia Amarelli di Rossano e il cui testo integrale è pre-sente a p. 38 del volume. «Lo scrittore Mario Moiraghi -scrive Manglaviti- ha pubblicato nel 2004, il testodi una lettera (originale in latino conservata in copia tarda) che Ugo de’ Pagani avrebbe scritto nel 1103da Gerusalemme; in quella lettera, Hugo de’ Paganis scriveva a suo zio Leonardo, appartenente alla famigliadegli Amarelli, una delle più antiche famiglie del patriziato meridionale raccontando della morte del cuginoAlessandro -membro di quella che nella descrizione appare in effetti una confraternita con le identichecaratteristiche dei Templari-, avvenuta in uno scontro con alcuni predoni infedeli. […] L’inizio della lettera.Molto magnifico signor zio padre osservantissimo. Dopo che gionsimo qua in Hierusalem io et Alessandrovostro figlio e mio cordialissimo fratello con li altri Genthilomini nostri compagni tra dieci ch’erano io etAlessandro fummo eletti che andassimo a baciar la mano et far riverenza alla Maestà del re Balduino concondolerci della morte del sig. duca Goffredo suo fratello […]»4.

1 DOMENICO MARTUSCELLI, Biografia degli Uomini Illustri del Regno di Napoli, p. 214, Tomo I, stampata presso Nicola Ger-vasi calcografo, Napoli 1819.2 LUIGI ACCATTATIS, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, pp. 66-68, Volume I, Dalla tipografia municipale, Co-senza 1869.3 LUIGI MANGLAVITI, Dossier Templari Graal, Reggio Calabria, 2008. 4 Ibidem, pp. 37-38, in FRANCO EMILIO CARLINO, Rossano tra Storia e Bio-Bibliografia, p. 108, Imago Artis Edizioni, Ros-sano, 2014.

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di Mario Vicino

Vergine in gloriaPittura muraleAngelo Galtieri (Mormanno 1692? - Notizie finoal IV decennio del ‘700)Volta del presbiterio della Chiesa del Suffragiodi Mormanno (Cosenza)

Le notizie che riguardano Angelo Galtieri, natoa Mormanno (CS) probabilmente nel 1692,sono abbastanza esigue.Nella sua città natale realizzò – tra l’altro – pit-ture murali negli oratori di Santa Apollonia e delSuffragio. In quest’ultimo, per il quale è stataavanzata una datazione riferibile al quarto de-

cennio del XVIII secolo, sono effigiate, nel pre-sbiterio, Scene della vita della Vergine, precisa-mente sulla volta a botte, con un incalzarefigurativo interamente teso a rendere omaggioalla Madonna, che nella parte centrale trova ilperno compositivo. Nell’opera l’autore elaborain senso scenografico il motivo delle architetturedei piani intermedi e del fondo, come elementidi contrappunto alla vivacità mimica e agliscorci esasperati delle figure. L’artista sembra ri-cercare complessi e concitati effetti luministiciche animano in tal modo la gran “macchinascenica” nella suggestione del cromatismo,giungendo al limite tra l’infinito e il finito. El’umanità divina di Maria non è sminuita dal va-lore di apparizione, perché il Galtieri toglie so-stanza e peso alle immagini nel diapason dellaluce.Sotto i piedi della Madonna un angelo rinfrescale anime del Purgatorio versando acqua dalvaso che sorregge, mentre quelle in accoratasupplica elevano le braccia implorando pietà.L’assetto compositivo discende da svolgimenticlassicheggianti, riferiti a modelli figurativi ri-correnti, derivati anche da grafici su cartone ap-prontati in botteghe artistiche napoletanerinomate, che in tal modo risultavano funzionalia riproporre tipologie che nella devozione crea-vano interesse nei fedeli, oltre che figurativopure cultuale.Dopo il 1744 non si conoscono notizie sull’au-tore, invece già dalla seconda metà del XVIII se-colo compaiono dipinti e attestazioni chedocumentano l’operato di Genesio Galtieri.

VERGINE IN GLORIA

Il caro amico avv. Alfonso Pagliaro, che d’estateci onora e ci arricchisce della sua piacevolecompagnia, il 15 dicembre dello scorso anno,nel corso di una solenne cerimonia nella salaconvegni della Corte di Cassazione a Roma èstato premiato con medaglia d’oro per aver rag-giunto l’ambito traguardo dei 50 anni di onorataprofessioneLa manifestazione, presenti autorità, familiari eamici, ha interessato un nutrito numero di av-

vocati appartenenti all’Ordine di Roma.L’avv. Alfonso Pagliaro, penalista, originario diSan Demetrio Corone, ha svolto sempre la suaprofessione a Roma ed è tra quelli che più ditutti si è mosso da un capo all’altro dell’Italiaper difendere i suoi assistiti. Ad Alfonso il mioaugurio fraterno, unitamente a quello di tutto lostaff direzionale e redazionale.

S. Arena

IN CASSAZIONE A ROMAPREMIATO L’AVV. ALFONSO PAGLIARO

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Continua l’attività di prevenzione e repressionedei reati in materia venatoria da parte della Po-lizia Provinciale di Cosenza, che sotto le diret-tive del comandante dott. Pasquale Monea e delSostituto Commissario Maria Antonietta Pigna-taro, nei giorni scorsi ha effettuato alcuni miratiinterventi che hanno portato alla denuncia didue persone e al sequestro di un’arma, di mu-nizioni detenute illegalmente e di selvagginanon cacciabile per il periodo.Gli Agenti in servizio presso il distaccamento diSan Giovanni in Fiore si sono recati in varie lo-calità situate tra i Comuni di San Giovanni inFiore, Casali del Manco, Spezzano della Sila,Acri, San Demetrio Corone e Santa Sofiad’Epiro.Nel corso dell’attività investigativa, all’internodi alcune campagne del cosentino è stato indi-viduato un uomo che, al termine di una battutadi caccia eseguita con altre tre persone, aveva

abbattuto alcuni esemplari di avifauna apparte-nenti alla specie Merlo (Turdus merula). Se-condo il vigente calendario venatorio regionale,la specie in oggetto non è più cacciabile (pe-riodo consentito solo dal 1 ottobre al 31 dicem-bre 2018) e di conseguenza l’abbattimentocostituisce un illecito di tipo penale; pertanto,con il coordinamento del Pubblico Ministero diturno presso la Procura della Repubblica di Ca-strovillari, sono state effettuate diverse perquisi-zioni volte a ricercare selvaggina protettaoccultata.In un altro intervento condotto sempre dagliAgenti del distaccamento di San Giovanni inFiore e finalizzato al contrasto del bracconaggioal Cinghiale, specie per cui l’attività venatoria èchiusa ormai dal 30 dicembre scorso, un uomoè stato trovato con delle munizioni a palla unicaportate e detenute illegalmente, poiché non de-nunciate all’autorità di pubblica sicurezza. Nel corso delle operazioni sono stati sequestraticomplessivamente un fucile calibro 12, venti-sette munizioni tra piombo spezzato e a pallaasciutta, più alcuni capi di avifauna illecita-mente abbattuti; dopo le formalità di rito per ipresunti responsabili è scattata la denuncia instato di libertà alla competente Autorità giudi-ziaria, che ha già convalidato l’attività della po-lizia giudiziaria operante.I controlli della Polizia Provinciale di Cosenza,tesi a garantire il corretto svolgimento dell’atti-vità venatoria, la difesa del patrimonio fauni-stico, e la tutela della sicurezza pubblica, sonostati intensificati in questi ultimi periodi e pro-seguiranno anche nei prossimi giorni.

Stefano MASCARO co-ordinatore regionaledell’Associazione Na-zionale della Cittàdell’Olio, in un comu-nicato stampa, assaiforte, si rivolge al Presi-dente della RegioneCalabria perché sappiafarsi garante, con ur-genza, di questa esi-

genza diffusa ed al tempo stesso di questastraordinaria opportunità. Chiarisce come, so-prattutto in questa fase buia per il comparto,può e deve rappresentare un contributo pre-zioso per tante realtà territoriali. Non può esserevanificata per sottovalutazione da parte di nes-

suno! Nel comunicato si legge ancora come” ri-spetto alla grave crisi che sta attraversando que-st’anno il comparto produttivo olivicolo edagrumicolo regionale, con numeri di mancatoincasso complessivo da vera e propria emer-genza, non si è ancora deciso di aprire un ta-volo di confronto ad hoc. Non solo. Si starebbeaddirittura pensando di cancellare la partecipa-zione della Regione Calabria e dei produttoridell’extravergine alla più importante fiera e ve-trina internazionale del settore, OLIO CAPITALEil 13esimo salone degli extravergini tipici e diqualità in programma a TRIESTE dal 15 al 19MARZO prossimi. Si paventa anche la non par-tecipazione alla Fiera internazionale del turismodi Berlino (ITB Berlin dal 6 al 10.3) . Ciò sarebbeassurdo ed inaccettabile per Stefano Mascaro.

BLITZ ANTIBRACCONAGGIO DELLA POLIZIAPROVINCIALE: DENUNCE, SEQUESTRI EPERQUISIZIONI VASTA ATTIVITÀ DEGLIAGENTI PROVINCIALI

APPELLO PUBBLICO AL PRESIDENTE MARIO OLIVERIO

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Sabato 5 Gennaio 2019 , ore 15, Parrocchia “BEATO GIOVANNI XXIII, di Corigliano Scalo,ASPETTANDO LA BEFANA.I bambini di un tempo appendevano calze ai ca-mini con la speranza che la Befana, volando trale stelle, con la sua scopa ed il suo sacco, lanotte della Befana le riempisse di bellissimidoni. Era un’attesa fatta di speranza e di magia.Oggi, in piena era tecnologica, nelle città dove lavita è regolata da ritmi frenetici e dove i comignolisui tetti non fumano più, la leggenda della Befanasembra ormai perdere il suo fascino.Il desiderio di recuperare questa bellissima tradi-zione ha spinto il Presidente del Kivanis di Cori-gliano , prof. Adele Servidio, unitamente a tutti i

soci, ad organizzare una manifestazione dedicata aibambini avente per protagonista la famosa e gene-rosa vecchietta.Difficilmente i bambini di Corigliano dimentiche-ranno questa giornata all’insegna della festa e delgioco.La manifestazione si è rilevata interessate anche peri suoi risvolti umanitari: infatti erano presenti bam-bini che vivono in una realtà che non offre moltispazi alla speranza.Proprio per questa ragione il regalo più bello chequesti bambini hanno ricevuto dal Kiwanis Club inquesto magico pomeriggio è stato il diritto al sognoe alla fantasia.

E.B.

IL KIWANIS DI CORIGLIAO RILANCIAIL FASCINO DELLA BEFANA

Educare alla tutela dell’ambiente attraverso ilgioco. È il tema trattato che ha coinvolto circa1200 alunni delle quarte classi delle scuole diRossano svolgendo la proposta educativa:“Raccontare per imparare a non sprecare, arecuperare e a riciclare”

Il tutto in linea con la mission di Ecoross che daanni riserva grande attenzione alle attività di-dattico-educative negli istituti scolastici, cre-dendo fermamente nell’importanza di educareall’ambiente sin dalla tenera età stimolandoprocessi di attenzione e interesse che possanotrasformarsi in stili di vita virtuosi.

Il percorso didattico si è svolto dal 15 ottobre 2018fino allo scorso 18 gennaio 2019. Nuovo metododi educare e infondere adeguate conoscenze aipiù piccoli, stimolando la loro curiosità e la lorovoglia di apprendere anche attraverso il gioco. Suquesto ha lavorato lo staff di Ecoross, ideando erealizzando materiali didattici ad hoc al fine di cat-turare l’interesse dei bambini. Obiettivo perfetta-mente riuscito se si considera l’entusiasmodimostrato dai piccoli alunni che, divertendosi,hanno imparato le buone abitudini ambientali eappreso le corrette modalità di separazione e con-ferimento dei rifiuti.

Sono stati illustrati anche tutti i servizi offertidall’azienda Ecoross, così come il percorso deirifiuti all’interno dell’impianto di selezione estoccaggio. Per ciascuna classe della scuoladell’infanzia, il progetto ha previsto un unicoincontro nel corso del quale si è proceduto a si-mulare la separazione dei rifiuti partendo dal“Sacco nero”. Durante lo svolgimento del pro-getto è’ emerso la voglia di una città pulita emeno inquinata, un maggiore rispetto delle re-gole e un maggiore amore verso la natura daparte degli adulti. Di particolare impatto ilvideo proiettato dalla informatrice ambientalesulle conseguenze dell’inquinamento a livelloglobale, che ha suscitato negli studenti una ar-ticolata riflessione sulla necessità di difendere,facendo ognuno la propria parte, l’ambienteche ci circonda. La proposta educativa “Rac-contare per imparare a non sprecare, a recupe-rare e a riciclare”, è stata realizzata anche a SanDemetrio Corone e a Scalea, da lunedì 21 gen-naio prenderà il via nell’area urbana di Cori-gliano dove, fino al prossimo mese di aprile,coinvolgerà le scuole primarie (classi quarte) edell’infanzia dell’intero territorio.

UFFICIO COMUNICAZIONE ECOROSS

ECOROSS SODDISFATTA PER IL SUCCESSOOTTENUTO NELLE SCUOLE DI ROSSANO

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In riferimento alle (tardive)dimissioni del Direttore ge-nerale dell’ASP di Cosenza,dott. Raffaele Mauro, nonpossiamo che auspicare, lanomina di un prossimo Di-rettore generale che vogliabene “anche” al territorio diCorigliano-Rossano e della

Sibaritide. Chiediamo inoltre che le SSV VIll.memettano in atto tutte le opportune iniziative affinchè

le Direzioni Aziendali, quelle dei Distretti Sanitariterritoriali fino ad ogni singolo reparto ospedaliero,non cedano alla tentazione di diventare luoghi dicampagna elettorale per le imminenti elezioni am-ministrative, dimenticando di essere preposte, in-vece, a servire i bisogni del Popolo di Calabria…

Dott. Luigi PromenzioPresidente dell’Associazione “Fiori d’Arancio”

Corigliano-Rossano

AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA CA-LABRIA ON. MARIO OLIVERIO E AL COMMISSARIO PERL’ATTUAZIONE DEL PIANO DI RIENTRO DELLA SANITÀ,GEN. SAVERIO COTTICELLI

A volte si perde l’occasionedi tacere.Gli altri che parlano ai cittadini,compreso il C100A, caro Pre-fetto Bagnato, sono volontariche vanno rispettati semprequando agiscono in buona fedee fanno politica che è un lorodiritto. Al contrario, di chi la facome lei, sbaglia della grossa enon le è consentito, essendo in-caricato di pubblico servizio,cioè della gestione comunale

transitoria e dell’applicazione del dettato normativotra cui - lo ricordavamo pochi giorni fa - la LeggeGraziano N.2/2018 di Fusione del nostro Comune. Questo, per legge, ha la sua sede deputata, da rea-lizzare ad Insiti e non presso alcun altro Ente. In quelluogo, non a caso, esso dispone ancora di un’areapubblica di 3 ettari vocata a quello scopo. Senonchélei, in assonanza con l’Amministrazione precedente,se la sta facendo portare via da un privato che sem-bra essere stato agevolato: da atti omissivi come lanon adeguata vigilanza sull’andamento delle proce-dure giurisdizionali pendenti (ben 3 distinte); la noncorretta conservazione e custodia di documenti im-portanti che risultano spariti ovvero inutilizzati neidetti processi, senza che ella abbia assunto alcunainiziativa. Ciò nonostante che sia stato regolarmenteavvertito e messo in guardia. Persino una inerentenotifica a mezzo pec, avvenuta presso l’Ufficio Le-gale e presso di lei, è stata occultata per lunghi mesie solo grazie a noi, lei, ne è venuto a conoscenza,se lo ricorda? Informato da chi? Da quei volontari dicui sopra che invece di essere ringraziati e rispettatisono da lei insultati e vilipesi.

Crede il Prefetto Bagnato che ci faccia paura? O chefacendo false allusioni o dicendo bugie o tacendosulle cose serie, noi, si stia buoni e si taccia? Non ciconti, signor Prefetto. Noi nelle tempeste navi-ghiamo come nel mare calmo che comunque, comele abbiamo dimostrato per lunghi 8 mesi, preferiamoalla bufera. Ma se lei con le sue omissioni e azionicontrarie allo spirito della Legge Graziano, continuaad alzare il mare per nascondere qualcosa, ebbene,sappia che noi andremo dritti all’obiettivo, senza giridi parole. Cerchi e trovi, se ne è capace, le carte oc-cultate del Consorzio Sportivo Corigliano Rossano,dove c’è tutta la verità sulla storia del Centro Spor-tivo, verità che non è mai giunta al Consiglio di Statoe nè al Giudice Ordinario quando era il momento.Sono solo due i suoi dipendenti che le hanno ma-neggiate, le Procure, se no, che ci stanno a fare?Quindi trasferisca subito al Comune la proprietà del-l’immobile Insiti, cosa che sarebbe dovuta avveniresubito dopo ben due Delibere del 2015, atteso che,da mesi, lei e i suoi funzionari non ne siete capaci,nonostante le affermazioni e le rassicurazioni datein pubblico. Esattamente come non ci sono riusciti isuoi predecessori che, però, almeno, avevano l’alibidella doppia personalità degli Enti.Quindi agisca sulle cose serie che le competono enon su quisquiglie o su regali di “schemi di statuti”che non sono stati richiesti da nessuno. E si vergognidi scrivere ignominie che non sono degne di lei especie della sua funzione che noi abbiamo rispet-tato, ab initio, avendole porto la mano sempre inbuona fede, nell’esclusivo pubblico interesse.Distinti saluti

AVV. AMERIGO MINNICELLICOORDINATORE DEL C100A

C100A, LETTERA APERTA AL DR. DOMENICO BAGNATO

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Una lettura fugace su fogli ormai ingialliti dal tempoe trovo una sorpresa: nel 1915 su “Il Mattino” di Na-poli, un nostro concittadino, Giuseppe Tricarico, cor-rispondente di quel quotidiano lancia l’idea di unatranvia fra Corigliano e Rossano. Un progetto che, aitempi d’oggi, e rapportato al passato di oltre un se-colo fa, ci lascia senza parole: audace fino all’inve-rosimile. Chi ebbe il coraggio di proporlo sapevabenissimo che la tranvia non doveva servire soltantoagli studenti. Infatti, afferma il Nostro: “Corigliano eRossano, due città ricche e popolose, in continuoscambio di prodotti e di affari, potrebbero pure,senza scomporsi, e con iniziative private, lasciandoin disparte i bilanci comunali, congiungersi anche amezzo di tranvia, se (guardate l’enorme corbelleriache mi esce dalla bocca!) proprio l’avidità o le indi-gestioni di studi classici non impedissero alle provin-cie meridionali di badare un pò più seriamente aifatti loro. Io non appartengo agli eterni piagnoni delnostro caro Mezzogiorno, né sono di quelli che dadieci portano la nostra inferiorità a centomila (nonso se a danno o a vantaggio nostro) ma credete a me:in Alta Italia, tra due città come Corigliano e Ros-sano, non si sarebbe pensato due volte a stabilire unservizio tranviario, ricorrendo, forse in ultimo, adeventuali sussidi dello Stato e non prima di comin-ciare, come da noi, che senza il chiaro di luna delGoverno Centrale, siamo degli sperduti nel buio. Lìsi coltivano, anche, in giusta misura, gli studi classici,ma il forte della popolazione (compreso la nobiltà!),lavora e come per far sempre nuovi passi nella vitadella ricchezza e della vita civile”.

Giuseppe Tricarico scuote gli animi e porta esempidi amici arroccati in paesetti di montagna nella no-stra provincia ed estranei al malinconico quadrodella sua casa, del suo paese senza strade, senza net-tezza, senza luce…, desolato ed immobile come dichi attende con estrema rassegnazione che il suo fatosi compia.

Il giornalista Tricarico fu criticato e ostacolato per illancio di quel suo avveniristico progetto. Coriglianoe Rossano da allora continuarono a servirsi del trenoe delle carrozze trainate dai cavalli. Per anni. Finchéuna società non istituì con un piccolo pullman unacorsa S. Demetrio-Corigliano-Rossano e viceversa.Poi, nei periodi più recenti le corse Cariati-Rossano-Corigliano-Cosenza sia della ditta Scura che dellaSimet di Smurra. Ma la tranvia non c’è. Resiste neisecoli: un cimelio in mostra in qualche Museo.

Quando parlo di comunicazioni, voglio affermareche ci siamo fermati alle cinque o sei corse giorna-liere fra i due paesi con fermate che nulla hanno ache vedere con un centro urbano. Di certo, pos-siamo dire che, nonostante il progresso nel campodei trasporti, i nostri Amministratori, non hanno fa-cilitato le comunicazioni fra i due centri.

Quando funzionerà la nuova grande Città della Si-baritide Corigliano-Rossano, fra qualche tempo, perquanto concerne la mobilità interna, si riparlerà ne-cessariamente del trasporto urbano, con fermate mi-rate e filobus adeguati e, forse, sarà possibile ottenerefinalmente l’accesso dei pullman da Corigliano-Ros-sano all’Università della Calabria. Solo così sarà pos-sibile dar ragione a Giuseppe Tricarico, vecchiocorrispondente de “il Mattino” di Napoli, per quelsuo sogno di tranvia infranto in sul nascere nel 1915.

FRA CORIGLIANO E ROSSANO1915 - LA PRIMA IDEA DI UNA TRANVIA2019 - PER OLTRE UN SECOLO SU QUELSEGNO DI PROGRESSO È CALATO ILSILENZIOdi Salvatore Arena

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“Io amo l’Italia”, è il titolo dell’opera a cura diGoffredo Zanchi e Alessandro Persico.

Si tratta di una interessante e singolare espe-rienza militare di un futuro Pontefice che nasceattraverso accurati studi, come afferma l’Arcive-scovo Santo Marcianò, Ordinario Militare perl’Italia e già Arcivescovo della Diocesi di Ros-sano-Cariati.

Da questo studio si evince che la figura assaipoliedrica di S. Giovanni XXIII, noto al mondocome il “Papa Buono” va molto al di là dellasuddetta espressione o del celebre “Discorsoalla luna”,alla sera dell’ inizio del Concilio, l’11ottobre 1962. Da questo studio si evince che lafigura assai poliedrica di S. Giovanni XXIII, notoal mondo come il “Papa Buono” va molto al dilà della suddetta espressione del celebre “Di-scorso alla luna”,alla sera dell’ inizio del Con-cilio, l’11 ottobre 1962.

Cuore dell’opera è l’esperienza del futuro Gio-vanni XXIII, di Cappellano militare durante ilprimo conflitto mondiale, un periodo per il gio-vane Roncalli affrontato, come sempre, con una

pace interiore, un sorriso che sempre lo carat-terizzava, ma anche con la profonda amarezzanel cuore per tutto ciò che significa l’evento diuna guerra, distruzione, odio, violenza e morte.L’impegno per la pace forse, è da ricercarsi pro-prio in questi anni. Nell’opera si sviluppa laconvinzione secondo cui Giovanni XXIII maturail tema della pace fra i popoli proprio nel pe-riodo di Cappellano militare. L’esperienza dellaguerra dunque, segna profondamente il “PapaBuono”, in lui rimangono impressi i volti deigiovani soldati che diventano per il giovaneRoncalli, i volti della Patria da amare, difenderee riportare a casa. Qui vi è in gioco il triplicevolto della pace, quella interiore, sociale ed in-ternazionale. Per Roncalli il compito di servirela Patria va visto come servizio a Dio. Il soldatoha un compito delicatissimo, come quello deicappellani militari oggi che accompagnano imilitari nel loro servizio alla Nazione.

Mons. Marcianò da fine conoscitore di Roncalli,illustra in una maniera magistrale, nella sua in-troduzione, i momenti fondativi che segnanol’iter interiore e spirituale del “Papa Buono”.Dall’esperienza militare al suo delicato rapportocon gli Stati, il periodo di Nunzio ad Istambul,il suo rapporto con la sofferenza, con gli Ebrei.Tutto porta alla maturazione di tematiche qualila verità, la giustizia e la pace. Emblematico atal riguardo è il richiamo alla soluzione dellacrisi di Cuba, pacificamente risolta grazie aisuoi interventi. Celebre è il radiomessaggio del25 ottobre 1962.

Mons. Santo Marcianò si inserisce molto benenel dispiego del testo apportando all’opera ealla fatica degli autori freschezza ed originalitàdi una figura che ancora merita essere appro-fondita e conosciuta per la modernità. I suoi cin-que anni di pontificato sono il tasselloindispensabile per comprendere il nostro pre-sente e il bene della pace, quale valore indivi-sibile.

RECENSIONE

di Antonio Benvenuto

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CONVOCATO ILCONSIGLIOPROVINCIALE

Convocato dal Presidente Franco Iacucci il primo Consiglio Provinciale del 2019, che si terrà martedì 29gennaio alle ore 12:00, in sessione straordinaria e in prima convocazione, presso la Sala delle Adunanzedell’Ente. L’Adunanza, che è anche la prima del corrente anno, chiude il biennio di questo Consiglio il cuirinnovo è previsto ai sensi di legge per domenica 24 febbraio 2019.L’Ordine del Giorno che il Consesso provinciale è chiamato ad approvare è il seguente:- Comunicazioni del Presidente;•- Approvazione verbale della seduta consiliare del 13 dicembre 2018;- Art.1, commi da 849 a 857, della Legge 30 dicembre 2018, n.145 (Legge di Bilancio 2019). Appro-vazione richiesta a CDP delle anticipazioni di liquidità da destinare al rimborso di debiti certi, liquidied esigibili maturati al 31/12/2018. Autorizzazione alla firma del Contratto.

di Rita Benigno

PD PER COMMISSARIAMENTO REGIONALESCELTA CANDIDATO SINDACO SENZAPREGIUDIZICORIGLIANO ROSSANO (Cs), Venerdì 18Gennaio 2019 – AMMINISTRATIVE 2019, ilPD CORIGLIANO ROSSANO non si sot-trarrà al primo appuntamento elettorale chedovrà dare il primo governo democraticoalla nuova Città. E pensa già al programma,ispirato ad una visione e ad un progetto daconcretizzare. Con l’aiuto delle energie edelle competenze di quanti vorranno con-tribuire a raggiungere l’obiettivo. L’approc-cio: quello dell’apertura.

È quanto emerso dalla riunione del coordina-mento del PD CORIGLIANO ROSSANO, orga-nismo costituito e legittimato dall’assembleadegli iscritti, alla presenza dei dirigenti provin-ciali e regionali.

Nel corso dell’incontro, molto partecipato eproficuo, non poteva non essere commentata lanotizia del commissariamento del partito regio-nale, accolta all’unanimità con disapprova-zione per quanto riguarda metodo e tempistica.

La riunione è servita anche per individuare itemi fondamentali su cui confrontarsi per le ele-zioni. Sul piano operativo si è deciso di avviare

la procedura di composizione della lista, con laraccolta delle disponibilità a candidarsi e la fis-sazione dei criteri per avere la massima compe-titività.

Il confronto sulla scelta del candidato Sindaco,che non può essere preconfezionata, né oggettodi pregiudizi, resta aperto al contributo di tutti.La scelta – sottolineano – dovrà ricadere su unapersona con indiscusse ed indiscutibili capacitàcommisurate al compito e di cristalline qualitàmorali.

Il coordinamento del PD CORIGLIANO ROS-SANO richiama, infine, alle regole che devonopresiedere alla vita di un partito, cioè di una co-munità di uomini e donne: non possono essercifughe in avanti sulle scelte di fondo; ogni sortitasingola nasce debole ed indebolisce nel con-tempo l’immagine del Partito. Meglio la condi-visione prima e la traduzione in propostacollettiva poi. Diversamente si tradisce lo spiritodello stare insieme, ponendosi fuori da quellacomunità che ha liberamente scelto al mo-mento della iscrizione e, ancor di più, quandoha accettato di svolgere ruoli di guida e rappre-sentanza.

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IL CONSIGLIO PROVINCIALE APPROVA LA RICHIE-STA ALLA CDP DELL’ANTICIPAZIONE DI LIQUIDITÀIACUCCI ANNUNCIA LA CONVOCAZIONE DELCONSIGLIO PER L’8 FEBBRAIO PER IL CONSUNTIVODEL BIENNIO

L’ultimo Consiglio Provinciale del biennio,prima del rinnovo elettorale, non sarà quelloodierno.Lo ha annunciato Iacucci in apertura dei lavoridell’Adunanza, comunicando la sua volontà diriconvocare l’Aula venerdì 8 febbraio prossimo«per un ringraziamento doveroso ai Consiglieriuscenti e un consuntivo del buon lavoro sin quisvolto, del quale si iniziano a vedere i risultati».Per la seduta odierna, il Presidente ha chiestoquindi di procedere all’approvazione della ri-chiesta alla Cassa Depositi e Prestiti di anticipa-zione di liquidità, poi approvata all’unanimità,così consentendo all’Ente di aderire allo schemagenerale CDP di “Contratto tipo di anticipa-zione 2019 per assicurare la liquidità per paga-

menti di debiti certi liquidi ed esigibili della Pro-vincia di Cosenza”, per un importo massimo di14 milioni di euro.Sul punto Iacucci ha comunicato che, difatti, ilmonte debiti della Provincia ammonta proprioa 14 milioni di euro che, se pagati, consentireb-bero di chiudere l’intera partita debitoria e di ri-prendere una serie di lavori oggi bloccati acausa delle difficoltà finanziarie delle dittestesse. Ma il Presidente ha anche voluto ribadireche «questi debiti non sono maturati per respon-sabilità dell’Ente, il quale vanta invece 25 mi-lioni di crediti da Stato e Regione. Proprio lamancata erogazione da parte del MEF del saldodel Fondo Sperimentale di riequilibrio 2018,pari a circa 10 milioni di euro, nonché il man-cato trasferimento da parte della Regione Cala-bria delle risorse dovute a vario titolo, hannocreato la situazione debitoria odierna, che è ne-cessario sanare per non strozzare il tessuto pro-duttivo del nostro territorio».Due le buone notizie comunicate invece daFranco Iacucci al Consiglio, sul fronte dei finan-ziamenti: dei 250 milioni di euro previsti in Fi-nanziaria per le Province, garantiti e consolidatifino al 2033, alla Provincia di Cosenza ne sonostati assegnati oltre sei milioni per viabilità ededilizia scolastica; inoltre, il Piano quinquen-nale di 24 milioni di euro per la viabilità pro-vinciale, presentato dall’Ente al Ministerocompetente, è stato finanziato totalmente. «Unrisultato che - ha concluso Iacucci - è giusto ri-conoscere anche nei confronti di un ConsiglioProvinciale che ha lavorato bene».

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---Il 24 gennaio scorso è deceduto il noto esponentedel P.C. di Corigliano, Avv. Gigino Passerini, penali-sta. Ha ricoperto la carica di Sindaco di Coriglianoper breve periodo, di consigliere provinciale e diconsigliere comunale.

---Nei locali di Amarelli, su iniziativa della Respon-sabile della sezione FIDAPA, Giuseppina Santagata,si è svolto un Convegno sul tema: Bullismo e cyberbullismo. Affollata la sala con interventi vari.

--Cosenza: circa ottocento gli espositori alla tradi-zionale fiera di San Giuseppe.

--Marea di partecipanti alla festa patronale “Ma-donna del Pilerio”.

--Castrovillari: sono già in attività le varie organiz-zazioni per il carnevale.

--Cariati: è nata l’Associazione CoordinamentoDonne. Responsabile Maria Elena Ciccopiede.

--Villapiana: molti i disagi per alcune riparazioniall’acquedotto dell’Eiano.

BREVI DALLA SIBARITIDE

All’ultimo momento, prima di andare in macchina,apprendo che è stata conferita dall’Università di Bari,nell’Aula Magna del Policlinico, la Laurea MagistraleHonoris Causa in Medicina e Chirurgia a Mons. Fran-cesco Savino, Vescovo di Cassano all’Ionio, in pro-vincia di Cosenza.La cerimonia è stata presieduta dal prof. Antonio Fe-lice Uricchio, rettore dell’Università di Bari “AldoMoro”, dal prof. Loreto Gesualdo, Presidente dellascuola di Medicina dell’Università di Bari e dal prof.Carlo Sabbà, Direttore del dipartimento interdiscipli-nare di medicina dell’Università di Bari. La “laudatio”è stata affidata al prof. Antonio Moschetta, Presidentedel corso in Medicina e Chirurgia della predetta Uni-versità.Al termine della cerimonia, Mons. Savino ha tenutola Lectio Magistralis su “Medicina, spiritualità ed

umanizzazione delle cure”.Presenti autorità, medici e studenti.Questo alto riconoscimento premia Mons. Francesco Savino per il suo percorso da parroco inPuglia, a Bitonto, nel Santuario dei Santi Medici.Chi scrive ha avuto la fortuna di conoscere personalmente con quanto amore quel giovane par-roco si è dedicato ai bisogni preminenti della povera gente. Accanto al Santuario è riuscito acreare una struttura sanitaria per le cure palliative di prim’ordine, dove gravitano medici e infer-mieri: una struttura che è il fiore all’occhiello di Bitonto - e non solo -.All’inaugurazione, a suo tempo, ricordo, tante autorità, ma, sopratutto, tantissima gente. Ma l’opera di don Savino non si ferma qui: organizza e, con l’ausilio dei volontari, provvede al-l’assistenza dei bisognosi anche a domicilio.Oggi, seguo attraverso la stampa l’attività di mons. Savino, da tre anni Vescovo nella vicina Cas-sano all’Ionio, e devo sottolineare, con gioia, che l’impegno per il sociale non è mutato.

Salvatore Arena

Presso Università “Aldo Moro” di BariLAUREA MAGISTRALE IN MEDICINA ECHIRURGIA H.C. A MONS. FRANCESCOSAVINO

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È giunto alla quarta edizione il Premio Nazionale VincenzoValente, ideato e promosso dal “Centro di ValorizzazioneVincenzo Valente” in collaborazione con l’AssociazioneCulturale White Castle, il Circolo della Stampa “ Pollino –Sibaritide” e il Club Corigliano-Rossano Sybaris, Distretto2011, Inner Wheel in- ternational e si è avvalso, come nellescorse edizioni, del Patrocinio del Comune. Con l’istitu-zione del suddetto Concorso, che coinvolge gli alunni dellescuole secondarie di primo e secondo grado del territorionazionale, si vuole stimolare l’interesse e la conoscenza delmusicista Vincenzo Valente, affinché i giovani riscopranoradici e valori fondamentali della loro cultura. Vincenzo Valente, nato a Corigliano Calabro il 21 febbraiodel 1855 e morto a Napoli il 6 settembre 1921, è un im-portante protagonista dell’arte e della cultura italiana del di-ciannovesimo e ventesimo secolo e, ancor oggi, vedericonosciuti, con il rilievo adeguato, i suoi notevoli meritinel campo musicale. Autore, insieme ai massimi poeti deltempo, delle più belle melodie della canzone napoletanad’autore, è considerato un “Padre fondatore della Canzonenapoletana”, ma fu anche creatore della macchietta e Mae-stro acclamato dell’operetta italiana. Il successo dell’ope-retta “I Granatieri” percorse in lungo e in largo l’Italia earrivò persino in America. In ricordo dell’attività cinquan-tennale del Maestro, nel 1927 la locale amministrazionecomunale gli dedicò una piazza e un teatro.Per ricordare Vincenzo Valente, giovedi 13 dicembre, alleore 17, nel Salone degli Specchi del Castello ducale, allapresenza del Commissario prefettizio dott. Domenico Ba-gnato, sono stati premiati gli alunni vincitori di questa im-portante edizione del Concorso Nazionale. Una qualificatagiuria di esperti, composta da Alfredo Bruni, Mimmo San-gineti ed Enrico Iemboli, ha selezionato, tra gli studenti dellescuole secondarie di primo e secondo grado, gli elaboratidella sezione letteraria, mentre Eugenio Nastasi, Pino Sa-voia e Marina Fino gli elaborati della sezione artistica. Perla sezione letteraria, ha vinto il primo premio Noemi Sera-fina Iapichino, dell’ Istituto d’Istruzione Superiore - LiceoClassico “S. Nilo” classe 5^B, Corigliano - Rossano; per lasezione artistica hanno vinto Martina Vulcano, dell’Istitutod’Istruzione Superiore - Liceo Artistico “S. Nilo” classe 3^A,e Marialetizia Cianci, dell’Istituto Comprensivo “Alessandro

Amarelli” Ros-sano 4 - ScuolaSecondaria di 1°grado “Piragi-neti”, classe1^A. Le opere in con-corso sono stateesposte nel Ca-stello ducale dal13 dicembre al 6gennaio 2019con il mio archi-vio personale

composto da spartiti di canzoni, fascicoli di piedigrotte,operette, copielle, cartoline musicali Bideri e dischi. Durante la cerimonia di premiazione sono state presentatealcune melodie di Vincenzo Valente: voce, la soprano Si-mona Corino, piano, la prof.ssa Marinella Le Voci. Le manifestazioni in onore del grande musicista calabrese,condotte dalla giornalista Anna Minnicelli, hanno visto unaltro momento importante sabato 15 dicembre, alle ore19.30, con l’atteso concerto "È NAPULE" VINCENZO VA-LENTE: STILI E GENERI DI UN COMPOSITORE ECLET-TICO, con Gianni Aversano e Franco Castiglia (voce),Maurizio Pica (arrangiamenti e chitarra), Michele De Mar-tino (mandolino), Sasà Piedepalumbo (fisarmonica), Giu-seppe Carannante (clarinetto), Michele Del Canto(contrabbasso), Raffaele Di Mauro (note storiche e cultu-rali).La ricerca e lo studio che si stanno portando avanti, sonorivolti a scoprire, tra i 500 spartiti, le perle preziose delgrande maestro, molti motivi che tanti interpreti non cono-scono perché alcuni di questi non sono mai stati incisi e letracce sonore sono scarse. L’artista Gianni Aversano, chefortunatamente condivide con noi l'amore per lo studio ela passione per la ricerca di tesori nascosti del nostro grandemaestro, solo lui, ci può regalare l’emozione dell’ascolto dinuovi brani, grandi successi ai tempi della canzone napo-letana d'autore. Aversano, che si avvale di un gruppo digrandi musicisti, dopo averci regalato l'ascolto della primacanzone di Vincenzo Valente "T'Aggia parlà no poco Ntu-niè, composta all’età di quattordici anni su versi di RaffaeleDe Lillo, mai ascoltata prima, quest'anno ha preparato altribrani inediti tra cui "E' Napule", che dà il nome al concerto,l'ultimo motivo composto dal grande Maestro che morivanella vigilia di Piedigrotta del 1921 mentre nelle vie di Na-poli si sentivano le note da lui composte.Già da domani si lavorerà, con il comitato di coordina-mento, composto da Costantino Argentino – Presidente del-l'Associazione White Castle, Ernesto Paura - Giornalista delCircolo della Stampa “Pollino – Sibaritide", Anna Minnicelli– Giornalista, Ombretta Gazzola - Presidente Inner WheelCorigliano - Rossano Sybaris e i docenti Giulia Amantea,Nicola De Rosis e Piergiorgio Garasto, al nuovo progettoper produrre un cd con i motivi più belli e interessanti diVincenzo Valente, preziosi brani che in queste quattro edi-zioni sono stati riscoperti e sottratti all’oblio. Anche il PremioNazionale prenderà nuovo vigore per entusiasmare e coin-volgere sempre più non solo gli studenti di ogni ordine egrado, ma anche gli artisti.

Liliana Misurelli

GIUNTO ALLA QUARTA EDIZIONE IL PREMIONAZIONALE VINCENZO VALENTE

Intevento del Commissario Bagnato

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Lo svolgimento della campagna elettorale non fupriva di contrasti ideologici e di asperità. I parrocinon mancarono di intervenirvi pesantemente, ad-

ditando i comunisti come distruttori dell’ordine sociale,della famiglia e della religione; chiamavano, quindi, ilpopolo dei fedeli alla difesa dei valori tradizionali, Dio,Patria e Famiglia. Evelina Cundari, già appartenente algruppo dei “cristiani comunisti”, nel suo discorso alla vi-gilia delle elezioni, chiedeva alle donne cosentine di “se-guire la nostra bandiera per combattere, sotto l’insegnadello scudo crociato, una grande battaglia non solo cit-tadina, ma nazionale. Sotto il segno della croce noi chia-miamo a raccolta quanti vogliono fare dell’idea cristianala prima ragione delle lotte per la giustizia…”. Solo “que-sta idea Cristiana” avrebbe potuto essere un “punto d’in-contro per un’azione comune, io mi auguro…che possaessere un punto d’intesa in cui gli italiani e voi donnespecialmente, vorrete convenire per l’edificazione diun’Italia libera, democratica e unita, se sarà cristiana”.Su tali premesse, lo scontro nei vari Comuni della pro-vincia si sviluppò con uguale asprezza da ambedue leparti, socialcomunisti e democristiani. Giustina Gencarelli, in occasione della celebrazionedell’8 marzo, fece confluire a Cosenza, nel teatro Italia,da tutta la Provincia una grande massa di donne di tuttii ceti sociali per dimostrare il radicamento e la forza rag-giunti dall’organizzazione femminile, ma anche perascoltare il discorso di Rita Montagnana, moglie di To-gliatti, che andava tenendo affollati comizi in Rossano,Corigliano, Acri, Spezzano Albanese, Lungro, San De-metrio Corone, nei quali pacatamente, ma inutilmente,come si legge nell’organo provinciale della Federazionecomunista, aveva precisato che “il Partito Comunistanon è mai stato contro la religione e mai lo sarà e che laprima cellula della società (la famiglia) sarà difesa contutta la sua forza”.Alle donne di tutta la provincia, confluite a Cosenza nelcinema Italia, la Montagnana, dopo avere ribadito cheil fascismo tentava di rialzare la testa “attraverso il qua-lunquismo e la monarchia, responsabile come Mussolinidella catastrofe italiana”, invitava le donne a respingerefermamente tutti i tentativi delle “forze reazionarie di farerisorgere il fascismo”. Non mancò, infine, dal sottoli-neare la strumentale falsità della propaganda che, dalpulpito, facevano i parroci contro le donne dirigentidell’U.D.I. e ribadendo che i comunisti non erano i di-struttori della famiglia, bensì decisi sostenitori del suo“rafforzamento”. Cristina Gencarelli profuse la sua ca-pacità e la sua intelligenza, contestualmente eviden-ziando anche una solida preparazione culturale, neltenere vivo il dibattito e l’interesse tra le donne della Si-nistra, con numerosi comizi e conferenze nei vari Co-muni della Provincia, essendo stata candidata dal Partitoalle elezioni per l’Assemblea Nazionale Costituente. Edera l’unica donna in Calabria.Palmiro Togliatti, nel suogiro elettorale in Calabria, volle essere accompagnatoda lei nei comizi che tenne a Catanzaro ed a Cosenza. Il leader comunista, nella azione di proselitismo, cercava

di attrarre al suo partito gli elementi più rappresentatividi estrazione medio o alto borghese che, una volta inse-riti negli organismi del partito o eletti negli organi istitu-zionali in sua rappresentanza, esercitavano la duplicefunzione di qualificare in senso positivo il partito stessoe, contestualmente, ne costituivano la prova e la dimo-strazione che la strategia complessiva della dirigenza co-munista era finalizzata alla costituzione di una sorta diliberaldemocrazia di massa; il che ovviamente avrebbedovuto fare comprendere alla pubblica opinione in ge-nerale che definitiva era la scelta democratica, così tran-quillizzando quei ceti abbienti, che avrebbero potutoscegliere o inseguire le tradizionali posizioni della destrareazionaria ed avventuristica, retorica e provinciale,come, peraltro, insegnava la caotica e magmatica av-ventura dell’Uomo Qualunque.Giustina Gencarelli, non solo era l’unica donna cala-brese, candidata alla Costituente, ma era colta, intrapren-dente, di estrazione alto borghese, progressista eriformatrice, che aveva scelto coraggiosamente e senzatimori reverenziali di battersi apertamente, in prima per-sona, per una politica di concrete riforme sociali, politi-che, economiche ed istituzionali, che avrebbero dovutofare uscire il Paese dall’arretratezza e dall’immobilismo,senza dovere passare per le avventure di un rivoluzio-narismo velleitario ed, in definitiva, sicuramente per-dente.Da una sua relazione si vengono a conoscere alcuni par-ticolari di cronaca dei comizi togliattiani nel capoluogodi regione, a Catanzaro, ed a Cosenza. “Sono tornata ierida Catanzaro con Palmiro Togliatti…ha parlato ieri mat-tina a Catanzaro benissimo. Sono venuti ad ossequiarlotutte le Autorità ed il Colonnello dei Carabinieri (e questol’ho guardato dall’alto in basso…). E’ venuta tutta la Ma-gistratura e Togliatti ha fatto loro un bel discorso…Volevache io parlassi insieme a lui a Catanzaro (roba da matti!)perché sapeva chi io sono…A Cosenza c’era una follastraordinaria. Non si vedevano che teste. Ma Togliatti eramolto stanco e nervoso e il suo discorso non è riuscitocome a Catanzaro…oggi mi riposo. Domani andrò aCerzeto e a Lattarico”.Non fu eletta, ma ebbe un notevole successo. Dopo il’46, si trasferì a Roma, lavorando in modi diversi per ilPartito. Fu docente alle Frattocchie, e fu anche inviata inInghilterra per approfondire i principi, teorici e pratici,del Welfare state in previsione di un progetto simile daattuare in Italia. Ma il decennio 1946 - 1956 è il periododella guerra fredda, dello scontro degli opposti dogma-tismi, delle contrapposizioni frontali e totali di schiera-menti politici e sociali, dei miti e della realtà di classe,di entusiasmi e di subitanee cadute di certezze, illustratonel già menzionato testo di Paolo Spriano. Frana il mitodi Stalin, che Togliatti aveva chiamato “gigante del pen-siero e dell’azione” e con esso, quello dell’Unione So-vietica come “patria del socialismo”; si sgretola la ciecacredenza dei sindacati e della dirigenza comunista nellacrisi imminente e definitiva del capitalismo giudicato “fa-sullo”. Il 1956 rivela realisticamente le contraddizioni

GIUSTINA GENCARELLI (1914-2005):UNA INTELLETTUALE BORGHESE ECOMUNISTA

di Domenico A. Cassiano

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Il 13 gennaio scorso, nella Sala degli Specchi del Ca-stello Ducale di Corigliano, L’Associazione Culturale“Bauci” ha presentato in forma ufficiale l’Archivio“Ermanno e Mario Candido” in versione digitale cheracchiude tutto un mondo che, altrimenti, sarebberimasto ignorato. Bisogna dare atto ai vari soci perquesta bella iniziativa, e, in modo particolare, allaprofessoressa Maria Teresa Candido e al di lei figliodottor Alessandro Gangemi. Scorrendo l’Archivio, èpossibile rendersi conto dell’attività di restauro e pro-gettazione di beni architettonici fatta sia da Ermannoche da Mario Candido nel loro fecondo percorso ter-reno. Ermanno, dagli anni ’20 del 1900, già capitanodel Genio, inviato dal Governo, ha cavalcato inlungo e in largo la nostra Piana di Sibari, tracciandostrade, costruendo acquedotti, prosciugando i terrenidalla malaria e rendendoli idonei alle colture. Unpioniere che ha cercato, con gli scarsi mezzi di al-lora, di rendere fruibile la Piana con la rete viaria el’arricchimento dell’agricoltura. Durante i lavori, siè imbattuto nel mondo nascosto dell’archeologia. Siè innamorato di quel mondo e ne ha fatto un’altraragione di vita contribuendo alla nascita dell’Asso-ciazione “Ritorno a Sibari”, riuscendo a far accen-dere i riflettori politici nazionali e internazionali suSibari. Lui, uomo del Nord, ha amato la Calabria piùdi qualsiasi calabrese. Ed ha lottato, trovando i poli-tici nostrani posti su altri fronti. Politici che avevanogelosia dei progetti, dell’intelligenza e del disinte-resse di Ermanno Candido. Senza sapere che il No-stro avrebbe celebrato un inno alla Calabria. E’ statoun ambasciatore della nostra terra in Italia e al-l’Estero. Proprio per questo, unitamente ad altri col-leghi giornalisti, ho sempre chiesto agliamministratori pro-tempore e anche attraverso quo-tidiani e periodici di voler intitolare una strada a Er-manno Candido. Tutti hanno preferito il silenzio.Oggi non mi pento di aver ripetuto più volte quelleproposte (per altro, non c’è n’era bisogno). Ma l’epi-

sodio mi è valso a capire quanta falsità può prospe-rare nel nostro animo. Se Candido fosse stato un im-postore, oggi avrebbe avuto già quei riconoscimentiche gli erano dovuti. Un fatto, comunque, rimane: Ermanno Candido hasaputo scrivere pagine di storia che hanno arricchitoil Mezzogiorno.Mi tocca chiarire che le mie non sono considera-zioni e lodi di convenienza: Ermanno Candido èstato per me (e anche per mio fratello Elio) un grandeMaestro di vita. Come solo può fare un buon padreaffettuoso ci ha coinvolti nell’Associazione “Ritornoa Sibari” e nella Rivista “Sviluppi Meridionali”, pre-tendendo di essere sempre al suo fianco. Esperienzeche rimangono per sempre dentro di me: una ric-chezza incalcolabile. Di certo, posso affermare, chesia mio fratello Elio che io abbiamo ricambiato sem-pre stima e affetto.Il Nostro, al figlio Mario, ha trasmesso il suo amoreper questo territorio. E, Mario, architetto di fama, au-tore di numerose e interessanti pubblicazioni, si èdedicato al Piano Regolatore di Corigliano, al re-stauro del Castello, al restauro delle Chiese. Il suostudio è stato fucina di idee per i suoi allievi. Ha ri-cevuto molti premi importanti. E’ stato anche do-cente universitario. Chiamato, qualche anno fa, afare l’assessore al Comune di Corigliano, ha saputoesercitare questo ruolo con grande professionalità.Mario, è stato un professionista che ha fatto onorealla sua famiglia, a Corigliano, alla Calabria e allasua professione. Entrambi, padri e figlio, per un di-segno del destino sono stati accomunati nello stessoArchivio digitale. D’ora in poi i loro nomi e il lorooperato sarà ricordato per sempre: esempio per lenuove generazioni.

Salvatore Arena

comuniste tra ideologia e prassi politica. Il rapporto Kru-sciov indica all’opinione pubblica mondiale le gravi de-generazioni staliniste e dell’URSS. Nenni finalmenterivendica le necessarie garanzie di libertà che debbonocaratterizzare anche lo Stato socialista, che il legame conl’URSS era valso a mettere tra parentesi. La lettera dei“centouno intellettuali” al Comitato Centrale del PCI sol-lecitava il partito a meditare seriamente sui fatti di Polo-nia e di Ungheria, di uscire dalla “sovranità limitata” neiconfronti dell’URSS e di porsi all’avanguardia di un rin-novamento radicale. Ha rilevato giustamente NelloAiello che gli eventi del ’56, Ungheria compresa, con-cludevano gli anni ’50 anticipatamente: le ansie revisio-niste diventavano aperta abiura e condanna e “antichesolidarietà e amicizie politico-letterarie si frantumavanonella polemica, nel sospetto, nell’anatema”. Si faceva

vivo il richiamo a Gramsci come teorico di “vie diverse”al socialismo. La crisi di coscienza che, tra angosce,ansie e dubbi, aveva attanagliato i comunisti nel decen-nio 1946-1956, si scioglieva con l’abbandono del par-tito. Come moltissimi fecero, compresa la nostraGiustina Gencarelli. E tanto era inevitabile e, per cosìdire, “naturale” in una intellettuale, che aveva vissuto ilcomunismo non come mito viscerale e istintivo, macome strumento finalizzato alla realizzazione di quelgobettiano liberalismo riformatore e azionismo di massache, purtroppo, ancora oggi è appannaggio di un’Italia“di minoranza”.Ma non finisce qui la carriera politica della signora Gen-carelli. Col PSI, farà parte della segreteria di Pietro Nennialla Vice-presidenza del Consiglio e, successivamente,a quella di Francesco De Martino.

NEL SALONE DEGLI SPECCHI DEL CASTELLO DUCALEDI CORIGLIANOPRESENTATO DALL’ASSOCIAZIONE CULTURALE“BAUCI” L’ARCHIVIO “ERMANNO E MARIO CANDIDO”

1°- CONCORSO PER GLI STUDENTIIl Concorso si articola in due sezioni con temi indicati per ciascuna:--Scuole Medie: La figura della nonna verso i nipoti

OOO--Scuole Superiori: Quale ruolo e funzione potrebbe avere una nonna nel sociale.

REGOLAMENTOLa partecipazione è aperta a tutti gli studenti delle Scuole Medie e Superiori della Calabria.Ogni elaborato, scritto in lingua italiana, dovrà essere non inferiore a due facciate di un foglio A/4,corpo 14, word.

NORME PARTICOLARI-- L’elaborato dovrà avere forma anonima e riportare sul retro un “codice” identificativo consistente,a scelta, in un numero di 6 cifre oppure in un motto ed inserito in una busta formato A/4 sulla cuisinistra, in alto, dovrà essere riportato il medesimo “codice” identificativo riportato sul retro dell’ela-borato.--Nella busta A/4 dovrà essere inclusa, altresì, una busta piccola, contenente un biglietto sul qualedovranno essere indicati: Generalità e recapito del concorrente; numero del telefono e del cellulare;indirizzo dell’e-mail; nome e indirizzo della Scuola di appartenenza; classe e sezione; “codice”identificativo, estremi documento personale.L’Elaborato dovrà essere spedito in una busta grande, a mezzo raccomandata, oppure, consegnatoa mano, al seguente indirizzo: EDITRICE-LIBRERIA AURORA, via Nazionale, 87, 87064. CoriglianoStazione.

entro e non oltre il 10 Marzo 2019.

--La partecipazione è gratuita. Gli elaborati non verranno restituiti e potranno essere utilizzati dal-l’Organizzatrice senza nulla pretendere da parte dei partecipanti.-- Non è ammessa assegnazione ex aequo dei premi: Se l’elaborato viene svolto da più studenti ilpremio verrà attribuito al primo firmatario.--La data, salvo imprevisti, è fissata al 14 aprile 2019 mentre il luogo di premiazione verrà tempe-stivamente comunicato agli interessati. La manifestazione finale verrà svolta in Corigliano Calabro.--I premi saranno ritirati personalmente dai vincitori o da un Responsabile della Scuola di prove-nienza e appartenenza.

PREMI1°---Alla prima poesia classificata da un apposita COMMISSIONE andrà un premio di 1000 (mille)euro, un attestato e un libro edito dall’Editrice “Aurora”2°--Alla seconda e terza poesia classificata andranno un premio di un vocabolario grande, un atte-stato e un libro edito dall’Editrice Aurora;3°--Alla quarta e quinta poesia classificata andranno un premio di una zaino scolastico stilizzata, unattestato e un libro edito dall’Editrice Aurora.

Corigliano, 10 Febbraio 2019Il Direttore EditorialeAntonio Benvenuto

L’EDITRICE- LIBRERIA “AURORA”di Corigliano Calabro

INDICE

1o CONCORSO DI POESIA

Riservato agli studenti delle scuole medie e superiori della Calabria


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