Ges$re le classi difficili
A cura di Enrica Ciullo
Ordine Psicologi del Lazio
Che cosa rende difficile lavorare in classe secondo voi?
Cosa rende difficile lavorare in classe?
• PRIMO PROBLEMA: la classe non sempre è un gruppo. • SECONDO PROBLEMA: ad ogni comportamento corrisponde una reazione o risposta che, a sua volta, genera una nuova reazione, in una catena infinita
• TERZO PROBLEMA : principio dell’omeostasi, ossia la classe, come tuI i sistemi, tenderà ad un equilibrio interno ma non è deMo che questo equilibrio sia di aiuto agli obieIvi educaNvi e didaIci
• QUARTO PROBLEMA: tu, prima di essere un insegnante, sei una per-‐ sona e provocherai tu stesso reazioni, comportamenN, equilibri e disequilibri all’interno della classe.
Ma sei un essere umano, non perfeMo! Sbagliare è normale. L’obieIvo non deve essere NON sbagliare mai, ma RICONOSCERE I PROPRI ERRORI E CERCARE DI MIGLIORARE CON UN PROGETTO OPERATIVO
Tipologie di studen$ difficili
Studenti con
problemi
Adattamento al ruolo
Relazioni sociali
Ostilità Risultati insoddisfacenti
Scarsi e lenti
Risultati inferiori
rispetto alle capacità
Perfezionisti Si
ndro
me
di fa
llim
ento
Ostili aggressivi
Passivi aggressivi
Ribelli e provocatori
Iperattivi
Facili a distrarsi Immaturi
Timidi ed introversi
Rifiutati dai compagni
L’insegnante che lavora in maniera efficace sa:
• Lavorare su di sé: (livello interno) che immagine e percezione ho dei miei allievi?
• Lavorare sul contesto: (livello esterno) cosa dico e come mi comporto con loro
Lavorare su di sé (internamente)
Comunicare qualcosa
1. Ottenere l’attenzione 2. Fuga /evitamento di situazioni spiacevoli 3. Ottenere gratificazioni concrete: oggetti, attività …
Permettere un’autoregolazione
ad esempio scaricare tensione, riempire un senso di noia o di vuoto : mi sento giù o annoiato e cerco stimoli /mi sento su o
agitato e ho bisogno di scaricarmi)
Un comportamento ha sempre uno scopoUN COMPORTAMENTO HA SEMPRE UNO SCOPO
Il comportamento scorreMo NON è una provocazione nei tuoi confronN, non prenderla MAI sul personale!
IMPIEGA DEL TEMPO PER INVESTIRE SULLA
RELAZIONE CON CIASCUN ALLIEVO, SOPRATTUTTO CON QUELLO PIU’ DIFFICILE!
• In praNca: • Realizza uno sNle educaNvo autorevole e non autoritario • Presta aMenzione al singolo (lavora sulla relazione) • Programma (non improvvisa) le aIvità didaIche e condivide con gli allievi obieIvi e step
L’insegnante che lavora in maniera efficace:
Stili contrari
Lassisti Fanno poche
richieste Non danno spiegazioni
Autoritari Non aiutano a
comprendere le ragioni delle
richieste
Stili educativi
Bisogno di piacere agli studenti
Bisogno di mantenere un potere nella relazione
Entrambi gli stili non rispondono a ciò di cui lo studente ha bisogno ma agiscono in base a
bisogni personali
Lo s$le educa$vo autorevole
L’insegnante che applica questo sNle si chiede: cosa serve al mio allievo per trovarsi nella migliore condizione per apprendere?
• E’ centrato sui bisogni dell’allievo e non sui propri • Fa rispeMare le regole spiegandone le moNvazioni • Non prende mai sul personale i comportamenN scorreI
degli allievi, ma si chiede il perché di essi
RispeJo a cosa fare su di sé: lavora sulla relazione!
L’insegnante efficace investe molto del suo tempo, nell’occuparsi e nel preoccuparsi del clima relazionale che c’è con ciascun allievo!
Lavorare su di sé (esternamente)
Esternamente
ü Chiama gli allievi per nome e con il sorriso. ü Inventa dei soprannomi simpaNci “Ehi bel ciuffo! Che intenzioni hai oggi?” ü Parla spesso individualmente con i ragazzi, sopraMuMo nei momenN non struMuraN
ü UNlizza una mimica complice ma che N permeMa di mantenere il tuo ruolo “Ehi orecchino alla moda! Oggi ho bisogno del tuo aiuto, mi raccomando!” (con occhiolino finale)
ü Comunica con fermezza e chiarezza una richiesta, ma mai con rabbia, cerca di uNlizzare quanto più possibile un’emoNvità NEUTRA!
ü Si informa sugli interessi personali di ciascuno, e ogni volta che puo’ cerca di sfruMare ciò che sa che piace per fare lezione. (Esempio: lezione di storia in rap)
Esternamente
ü Chiarisci il perché di certe regole, a cosa servono (Se fai faNca a chiarire a cosa serve una regola, forse non serve …)
ü Quando si riprende un comportamento scorreMo, si dovrebbe sempre dire qual è il comportamento desiderato
ü Comunicare la punizione con tono di tristezza piuMosto che con tono di vendeMa e di indignazione
Lo scopo è avere scambi relazionali che trasmeJano il messaggio Ø Tu esisN per me! Ø Tu vai bene così! Ø Ho piacere a interagire con te!
Ogni volta che stai per parlare con il tuo allievo chiediN “Sto per dargli una carezza o uno schiaffo psicologico?” Cerca sempre di tenere il conto delle carezze in aIvo rispeMo agli schiaffi!
Lavorare sul contesto
Creare rou$ne
Alcuni esempi di rouNne in classe potrebbero essere: -‐ ingresso in classe (cosa succede quando si entra? SaluN?) “Come stai oggi?” -‐ disposizione in fila -‐ inizio lezione -‐ presentazione delle aIvita e relaNvi tempi di lavoro -‐ pause concordate -‐ aIvita ricreaNve stabilite a priori -‐ deMatura dei compiN ad orario stabilito -‐ rouNne di saluto
ESEMPIO DI ROUTINE PER L’INIZIO DELLA LEZIONE Ø Discutere con gli alunni e insieme a loro elencare le
attività da svolgere prima dell’inizio della lezione e se ne decide l’ordine
Ø Scrivere alla lavagna o su un cartellone una checklist di tali attività e appenderla in classe (o si proietta una slides con i punti del giorno)
Ø Inizialmente l’insegnante guida i bambini, elencando attività dopo attività e aspettando che tutti i bambini abbiano concluso
Ø In un secondo momento il compito dell’insegnante passa ad un incaricato diverso ogni giorno
Ø Infine, la routine viene svolta in autonomia dagli alunni.
ESEMPIO DI ROUTINE AL CAMBIO DELL’ORA
Ø Se gli alunni sono fuori in parte o tuI (lezione di laboratorio, di educa-‐ zione fisica, ricreazione ecc.) provate a stare in piedi dinanzi alla porta e a salutare gli alunni ad uno ad uno mentre entrano.
Ø Dite qualcosa di amichevole, anche solo un “ciao” seguito dal nome. Ø Trovate studenN affidabili che siano sempre puntuali e date loro il compito di distribuire il materiale della lezione o le prove scriMe che avete correMo.
Ø Fate sedere la classe e fate togliere subito cappoI e giacche.
ESEMPIO DI ROUTINE PER L’ASSEGNAZIONE DEI COMPITI
Ø Predisporre uno spazio fisso sulla lavagna nel quale scrivere i compiN che si assegnano alla classe.
Ø Mantenere i compiN scriI fino alla fine della maInata (le insegnanN successive aggiungono i propri)
Ø Concludere l’aIvità 5/10 minuN prima per permeMere agli alunni di controllare.
ROUTINE E STRATEGIE DIDATTICHE
Ø La chiave del successo sta nell’uso regolare di alcune strategie di-‐ daIche cosicche gli alunni si sentano rassicuraN dalla familiarita del vostro approccio e dalle vostre aspeMaNve.
Ø Ma, come di consueto nell’insegnamento, deve esistere un equilibrio tra la rouNne, che puo annoiare aMraverso la monotona regolarita, e la “varieta” che manNene gli alunni sNmolaN e sulla corda. Quindi, bisogna anche cercare di variarle.
Creare Rou$ne e Dare informazioni*
*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson
Sul banco sono disposti i disegni che indicano le attività da svolgere. Man mano che le attività vengono svolto, i cartoncini vengono capovolti.
*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson
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Le uscite dalla classe con funzione autoregolativa vengono concesse, ma concordate nel numero:
Il bambino ha a disposizione 4 batterie che può utilizzare
“il Caricabatterie” serve a recuperare l’attenzione“Puoi uscire 4 volte”
Permetti di ricaricare le batterie
Promuovere un buon clima di classe • Sperimentare un clima di classe positivo significa percepire
un ambiente in cui le proprie opinioni e interessi vengono presi sul serio, in cui la propria partecipazione è un prezioso contributo alla comunità classe, della quale ci si sente membri effettivi.
• Quando gli studenti si sentono a proprio agio, come in una situazione familiare o di amicizia, sono più propensi ad assumersi dei rischi mettendosi in gioco.
La classe come luogo di incontro • Aiuta gli studenti a vivere in maniera positiva lo sviluppo delle
proprie competenze• Aumenta il senso di appartenenza e di responsabilità• Aiuta a comprendere il significato e l’importanza delle regole
di equità, gentilezza e responsabilità• Aiuta ad acquisire una migliore conoscenza di sé e degli altri• Favorisce lo sviluppo di motivazione intrinseca
1. Conoscenza reciproca
2. Possibilità di impegnarsi in compiti comuni
3. Rapporto studente-insegnante
Insegnare le Regole sociali
Volendo coinvolgere un gruppo di allievi in un lavoro sulle abilità sociali, cosa direi loro?Come farei a chiarire quali comportamenti mi aspetto che mettano in atto? Come li motiverei al rispetto dei comportamenti identificati?
Insegnare le abilità sociali
1-‐ Coinvolgere il gruppo nella scelta delle abilità
– “Ragazzi, oggi vorrei chiedervi di esprimere la vostra opinione su come vi piacerebbe che fosse la nostra classe durante le aIvità di studio o di lavoro in gruppo. Ad esempio: come vi piacerebbe che si comportassero i vostri compagni? Quali comportamenN secondo voi potrebbero facilitare il lavoro di gruppo e quali ostacolarlo?”
2-‐Costruire La Carta T
Abilità del Saper Ascoltare
Comportamenti Verbali Comportamenti non Verbali
“aspettare che l’altro abbia finito una frase prima di intervenire” “confermare l’ascolto con frasi: ‘sì, davvero, certo, capisco!” “Parafrasare il contenuto dell’interlocutore” “Fare domande per vedere se si è capito bene quello che l’altro intende comunicare”
Mantenere il contatto oculare. Stare di fronte alla persona o di lato, non di spalle. Annuire di tanto in tanto con gli occhi o con la testa Restare piuttosto fermi.
Comportamenti Verbali Comportamenti non Verbali
“Parlare di cose che sono inerenti al compito da svolgere” “Incoraggiare il lavoro con frasi: dai che stiamo andando bene, dai che ce la facciamo” “mantenere un tono di voce basso” “chiedere conferma di come sta procedendo il lavoro” “chiedere se qualcuno ha qualche dubbio su come si sta procedendo” “Fare domande per vedere se si è capito bene quello che si deve fare”
Prestare i materiali occorrenti Avere cura dei materiali comuni Alzarsi solo in caso di effettiva necessità e dopo averlo concordato con gli altri e aver chiesto all’insegnante il permesso Muoversi in silenzio Rispettare il proprio ruolo: non prendersi ruoli altrui, né svolgere il proprio con poca attenzione.
Saper Collaborare
3 - Registrare i comportamenti
3 - Registrare i comportamenti: Esempio
Rinforzare i comportamenti con un sistema di rinforzo a punti
*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson
*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson
3 - Rinforzare i comportamenti premiandoli
Alcune regole per le Regole Devono essere espresse come proposizioni, non divieN (invece di Non si interrompe … ci si alza “alzare la mano prima di intervenire /AspeMare che l’altro abbia finito di parlare prima di intervenire “chiedere il permesso per alzarsi”…
• poche (5 max 5)
• brevi, semplici e chiare
• Spiegano ciò che bisogna fare in modo operaNvo
• Sono associate a simboli, immagini, foto
1. Non si corre
2. Non parlare senza alzare la mano
3. Non alzarti
4. Non prendere la sacchetta senza il permesso
Strategie per catturare,focalizzare e mantenere l’attenzione in classe
CaJurare l’aJenzione
Ø Porre una domanda interessante su cui si possa speculare, mostrando una figura o raccontando una breve storia collegata all’argomento da spiegare e che possa innescare la discussione.
Ø Essere un po’ aMori, aggiungendo mimica, teatralità e humor alle proprie spiegazioni.
Ø Aggiungere una dose di mistero agli argomenN che devono essere spiegaN, uNlizzando oggeI (scatole o borse) dove viene “nascosto” il conceMo principale dell’argomento della lezione.
Ø Variare il tono della voce alternando momenN in cui si “tuona” o si sussurra una frase che si vuole far cogliere agli alunni.
Ø Creare aspeMaNva ed entusiasmo per la lezione che deve essere spiegata. Ø UNlizzare molto spesso il contaMo oculare, sopraMuMo con gli alunni più disaMenN.
Prima di iniziare a lavorare…
Le consegne devono contenere delle istruzioni semplici e brevi. È fondamentale assicurarsi che gli alunni abbiano compreso le istruzioni di un compito; per essere sicuri di ciò fare alcune domande: “Cosa devi fare? Qual è la prima cosa da fare adesso? Cosa N serve per farlo?”
Focalizzare l’aJenzione
Ø Essere sempre visibili a tuI gli studenN. Ø Assicurarsi sempre che la propria voce raggiunga perfeMamente tuI gli alunni.
Ø Controllare eventuali fonN di rumore che possano interferire con la propria voce.
Ø Far sedere gli alunni più disaMenN nei primi banchi in modo che siano più visibili all’insegnanN e guardino meno i compagni.
Ø Inserire il maggior numero di esemplificazioni e dimostrazioni praNche durante le proprie spiegazioni.
Focalizzare l’aJenzione Ø UNlizzare un fascio di luce, o un pointer a laser rosso, da indirizzare verso gli sNmoli a cui bisogna prestare parNcolare aMenzione.
Ø UNlizzare il più possibile supporN visivi: parole chiave colorate sulla lavagna, semplici schemi, oggeI interessanN, gesN esemplificaNvi.
Ø Illustrare, illustrare, illustrare: disegnare alla lavagna i conceI chiave della lezioni, anche se le proprie abilità grafiche non sono parNcolarmente brillanN.
Ø Nel caso non sia disponibile altro materiale scriMo, insegnare agli studenN a scrivere brevi, ma essenziali note della spiegazione orale.
Mantenere l’aJenzione Ø Muoversi all’interno della classe per essere sempre visibili. Ø Essere molto preparaN sulla lezione da spiegare ed evitare “tempi vuoN”. Ø Definire con chiarezza i tempi necessari per svolgere le aIvità giornaliere. Ø UNlizzare domande che presuppongono risposte aperte, su cui effeMuare un certo ragionamento e che lascino spazio a risposte diversificate al fine di mantenere la discussione tra gli studenN.
Ø Ridurre il più possibile il tempo della propria spiegazione orale e lasciare più spazio ai commenN degli studenN e alle dimostrazioni praNche.
Ø StruMurare le lezioni in modo da favorire il lavoro per piccoli gruppi (vedi apprendimento cooperaNvo e peer tutoring).
Ø UNlizzare il nome degli studenN distraI per la spiegazione. Ø Costruire situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni.
Regole generali
• ALTERNATE momenN in cui parlate voi (massimo 10 minuN di seguito) e altri in cui gli alunni si confrontano tra loro, si esercitano o avviano una discussione con voi.
• Cercate di non rivolgervi agli alunni mentre vi danno le spalle (cercate il contaMo visivo).
• Cercate di non parlare o gridare sopra il rumore di ragazzi che stanno parlando tra loro, meglio alzarsi in piedi, guardarli negli occhi e rimanere in silenzio, finché non abbassano il tono o smeMono di parlare.
Regole generali per i più grandi
Ø Cerca di capire quali argomenN possono essere di forte interesse per i ragazzi e approfondiscili.
Ø Rendi consapevoli gli allievi delle proposte formaNve; informali del programma che vuoi realizzare.
Ø Fornisci periodicamente a tuI gli allievi una copia degli obieIvi e delle aIvita da realizzare. In questo modo il coinvolgimento è maggiore: i ragazzi, informaN sul programma, sono responsabili dei vari compiN da realizzare.
Ø All’interno di ogni unità di apprendimento offri a tuI una vasta gamma di proposte didaIche e di strade alternaNve per raggiungere l’obieIvo: occorre dare agli studenN l’opportunita di accrescere le proprie competenze consentendo anche la libera scelta delle aIvita previste dal programma disciplinare.
E allora come reagiamo ai comportamen$ problema?
PRIMO: Osserva in modo accurato:
Cosa e per quanto tempo? Con quale frequenza?
La scheda ABC
A (Antecedent/Antecedente)
B (Behavior/Comportamento)
C Consequence/Conseguenze)
Cosa succede prima che lui/lei faccia B?
Qual è il comportamento problematico? Descrivilo in maniera concreta ed osservabile
Cosa succede dopo che lui/lei ha fatto B?
La scheda ABC
A (Antecedent/Antecedente)
B (Behavior/Comportamento)
C Consequence/Conseguenze)
Cosa succede prima che lui/lei faccia B? Tutte le volte che la maestra comunica un nuovo compito
Qual è il comportamento problematico? Descrivilo in maniera concreta ed osservabile. Si alza dal banco e pizzica un compagno o prende le cose di un altro.
Cosa succede dopo che lui/lei ha fatto B? La maestra lo punisce, facendolo sedere in un angolo o mettendogli una nota.
Proviamoci! Ricostruisci la scheda ABC su un tuo allievo
L’analisi ABC ci permeJe di
• Lavorare sugli ANTECEDENTI: anNcipare la richiesta e indicare alcune conseguenze posiNve rispeMo all’adempimento della stessa.
• Lavorare sulle CONSEGUENZE: verificare l’uNlita delle minacce rispeMo ad altre soluzioni.
• Possibilita di sviluppare delle ALTERNATIVE e di verificarne l’adegua-‐ tezza.
Reagire ai comportamen$ nega$vi
Punizioni avversive, cioe quelle che suscitano paura, dolore nel bambino (ad esempio minacce, sgridate, note, sospensioni);
le punizioni avversive sono inefficaci perche generano emozioni spiacevoli e provocano una sorta di “assuefazione”. la punizione al contrario deve essere un segnale per comprendere la gravità della dell’azione compiuta e il suo scopo quello di fornire un’alternaNva comportamentale individuando un’azione correMa da rinforzare, in-‐ compaNbile con quella negaNva.
Punizioni soMraIve, quelle cioe che tolgono all’alunno privilegi o cose piacevoli
Una strategia è ad esempio il rinforzamento differenziale: consiste sostanzialmente nello “spostare l’aMenzione” dal comportamento problema e premiare invece altri comportamenN posiNvi e adeguaN che sono indireMamente in contrasto e incompaNbili rispeMo al comportamento problema stesso; in questo modo graNficando e ricompensando l’allievo quando meMe in aMo quesN comportamenN avremmo in conseguenza una riduzione proprio del comportamento “negaNvo”
Reagire ai comportamen$ nega$vi
• Ignorare • Costo della risposta
Reagire ai comportamen$ nega$vi
Ignorare
Il costo della risposta
Quando l’alunno emeMe un comportamento negaNvo perde un premio promesso o un’aIvita piacevole. È importante ricordare che tale tecnica: • È uNle per comportamenN non gravi • Il pegno da pagare deve essere proporzionale alla gravità dell’azione compiuta • L’alunno deve conoscere i moNvi per i quali viene punito • Il valore educaNvo di tale punizione dipende dalla capacità dell’insegnante di non agire in maniera aggressiva e di proporsi come modello posiNvo da cui apprendere.
Le punizioni servono?
Le punizioni servono? come afferma Allendy, “le punizioni incoraggiano l’indisciplina poiche il colpito tende, nella maggior parte dei casi, a non darsi per vinto.” Il rischio di scalata simmetrica: “Tu alunno hai infranto la regola, io N punisco -‐ Tu docente mi hai punito, allora io reagisco e N punisco a mia volta”. Ci siamo giocaN la RELAZIONE con l’allievo
Se proprio dobbiamo punire …
• La punizione dovrebbe essere breve e sgradevole: al punto tale da motivare gli allievi a cambiare il loro comportamento.
• Associata ad aspettative e regole: far seguire la punizione da richiami che focalizzano su quello che dovrebbero fare gli studenti
Punizione efficace quando …. • E’ associata al rinforzo negativo: comunicare la perdita di un privilegio fino a che il
comportamento non migliorerà abbastanza da garantire la rimozione della punizione (sedere all’ultimo banco a causa di un ritardo, non fare l’intervallo, ecc.).
• Prevede un’interruzione temporanea dalle attività di classe (angolo di raffreddamento o time-out). Ragazzi iperattivi e aggressivi che stanno vivendo giornate negative possono rispondere bene. Deve essere presentata come opportunità di risolvere i propri problemi ed usata con moderazione.
• Prevede di trattenere l’alunno: in caso di rifiuto di lavorare su un compito assegnato sono trattenuti in classe e devono completare il compito assegnato.
• Rendere i comportamento auto-sconfiggenti: • parolacce: scriverle ripetutamente fino alla noia; • rottura: sistemazione o restituzione in termini di servizio reso alla scuola.
Il Time Out
Procedura:Il Timeout prevede di far sedere il bambino su una sedia, zitto e tranquillo, per alcuni minuti (da 2 a 5), senza che si impegni in nessuna attività e senza lasciare la sedia; per applicarla esattamente bisogna seguire dei passi specifici:Un avvertimento al bambino che gli dia la possibilità di assumere spontaneamente un comportamento correttoSe la condotta negativa persiste, il bambino viene portato alla sedia e tenuto lì tranquillo per il tempo stabilito; se il bambino interrompe la procedura il tempo viene fatto ripartire da zero; se reagisce in modo aggressivo o comunque si rifiuta di stare seduto tranquillo per il tempo stabilità, si utilizza come punizione di questo comportamento la perdita di un privilegio o una conseguenza negativa e si fa ripartire il conteggio del tempo non sospendendo la procedura: In ogni caso il bambino deve rimanere sulla sedia per tutto il tempo stabilito e non deve mai interrompere la procedura, ad es. alzandosi.
E’ importante seguire la procedura in maniera precisa!E’ per bambini dai 3 ai 12 anniDeve essere breve: da 1’ a 10’ (secondo l’età): usare il timer il messaggio è: “questo comportamento è inaccettabile, è necessario che tu stia per qualche minuto isolato per interrompere subito” questo comportamento e perché tu possa pensare un modo diverso scegliere un posto noioso e monotono, senza distrazioni. Bisogna portare immediatamente il bambino nel posto del time-out. Non bisogna utilizzare più di 10 parole e non più di 10 secondi. Evitare discussioni . Puntare il timer affinché il bambino possa sentirlo alla fine chiedere perché era stato messo in time-out. Evitare di chiedere promesse, e umiliarlo o intimorirlo
Il Time Out
E con gli alunni opposi$vi e provocatori?
Perché il rinforzo posi$vo con loro sembra non funzionare o almeno non sempre ?
Non mollare!
Cosa fare? Facciamo 13! ü PRIMO: Comprendere cosa c’è alla base dei comportamenN opposNvi ü SECONDO: Non prenderla sul personale ü TERZO: non portare rancore dopo aver espresso disappunto o punito ü QUARTO: chiedere se vogliono aiuto con un post-‐it o cmq per iscriMo ü QUINTO: Lavorare sulla relazione e sul rinforzo posiNvo, ma senza enfasi altrimenN penserà che stai cercando di fregarlo
ü SESTO: Solo quando hai migliorato la relazione, puoi parlare in privato del faMo che sei preoccupata per lui, perché lo percepisci spesso annoiato e arrabbiato.
Cosa fare? Facciamo 13!
ü SETTIMO: Cerca di proporre delle alternaNve ü OTTAVO: Non entrare in un braccio di ferro, ma proponi, dando il senso che se lo fa è per sé e se non lo fa non è un problema tuo.
ü NONO: rispondi con umorismo! ü DECIMO: Non fare richieste proprio quando è infasNdito, magari dare allo studente uno spazio ulteriore per parlarne dopo.
ü UNDICI: Non cedere alla tentazione di entrare nei perché ü DODICI: Rispondi in maniera emoNvamente accogliente “Ti capisco, mi rendo conto …. Dobbiamo trovare un altro modo/Stai usando parole molto forN, mi chiedo quanta rabbia devi avere dentro/Siccome penso che tu sia un bambino in gamba, immagino tu debba essere proprio arrabbiato per comportarN così… magari dopo ne parliamo”
ü TREDICI: CriNca sempre il comportamento e non la persona! “Sei un ragazzo in gamba, hai faMo però una cosa inacceMabile!”
Cosa fare? Facciamo 13!
Esercitazione
Che cosa sto facendo/ho fa>o per instaurare una buona relazione con i miei allievi? Che cosa potrei fare in più o di diverso rispe>o a ciò che faccio (Scrivi almeno 3 cose) Che cosa faccio per creare ordine, rouGne? Che cosa potrei fare di diverso? In generale, quale tra i suggerimenG appresi oggi sento che vorrei realizzare subito da domani in classe?