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Ges$re&le&classi&difficili - Ordine Psicologi Lazio · 2019-05-03 ·...

Date post: 07-Aug-2020
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Ges$re le classi difficili A cura di Enrica Ciullo Ordine Psicologi del Lazio
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Ges$re  le  classi  difficili

A  cura  di    Enrica  Ciullo  

Ordine  Psicologi  del  Lazio  

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Che  cosa  rende  difficile  lavorare  in  classe  secondo  voi?  

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Cosa  rende  difficile  lavorare  in  classe?

• PRIMO  PROBLEMA:  la  classe  non  sempre  è  un  gruppo.    •  SECONDO  PROBLEMA:  ad  ogni  comportamento  corrisponde  una  reazione  o  risposta  che,  a  sua  volta,  genera  una  nuova  reazione,  in  una  catena  infinita    

•  TERZO  PROBLEMA  :  principio  dell’omeostasi,  ossia  la  classe,  come  tuI  i  sistemi,  tenderà  ad  un  equilibrio  interno  ma  non  è  deMo  che  questo  equilibrio  sia  di  aiuto  agli  obieIvi  educaNvi  e  didaIci    

• QUARTO  PROBLEMA:  tu,  prima  di  essere  un  insegnante,  sei  una  per-­‐  sona  e  provocherai  tu  stesso  reazioni,  comportamenN,  equilibri  e  disequilibri  all’interno  della  classe.    

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Ma  sei  un  essere  umano,  non  perfeMo!  Sbagliare  è  normale.      L’obieIvo  non  deve  essere  NON  sbagliare  mai,  ma    RICONOSCERE   I   PROPRI   ERRORI   E   CERCARE   DI   MIGLIORARE   CON   UN  PROGETTO  OPERATIVO  

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Tipologie  di  studen$  difficili

Studenti con

problemi

Adattamento al ruolo

Relazioni sociali

Ostilità Risultati insoddisfacenti

Scarsi e lenti

Risultati inferiori

rispetto alle capacità

Perfezionisti Si

ndro

me

di fa

llim

ento

Ostili aggressivi

Passivi aggressivi

Ribelli e provocatori

Iperattivi

Facili a distrarsi Immaturi

Timidi ed introversi

Rifiutati dai compagni

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L’insegnante  che  lavora  in  maniera  efficace  sa:

• Lavorare  su  di  sé:  (livello  interno)  che  immagine  e  percezione  ho  dei  miei  allievi?  

• Lavorare  sul  contesto:  (livello  esterno)  cosa  dico  e  come  mi  comporto  con  loro  

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Lavorare  su  di  sé  (internamente)

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Comunicare  qualcosa    

1. Ottenere l’attenzione 2. Fuga /evitamento di situazioni spiacevoli 3. Ottenere gratificazioni concrete: oggetti, attività …

Permettere un’autoregolazione

ad esempio scaricare tensione, riempire un senso di noia o di vuoto : mi sento giù o annoiato e cerco stimoli /mi sento su o

agitato e ho bisogno di scaricarmi)

Un comportamento ha sempre uno scopoUN  COMPORTAMENTO  HA  SEMPRE  UNO  SCOPO

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Il  comportamento  scorreMo  NON  è  una  provocazione  nei  tuoi  confronN,  non  prenderla  MAI  sul  personale!  

 IMPIEGA  DEL  TEMPO  PER  INVESTIRE  SULLA  

RELAZIONE  CON  CIASCUN  ALLIEVO,  SOPRATTUTTO  CON  QUELLO  PIU’  DIFFICILE!  

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• In  praNca:  • Realizza  uno  sNle  educaNvo  autorevole  e  non  autoritario  • Presta  aMenzione  al  singolo  (lavora  sulla  relazione)  • Programma  (non  improvvisa)  le  aIvità  didaIche  e  condivide  con  gli  allievi  obieIvi  e  step  

L’insegnante  che  lavora  in  maniera  efficace:

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Stili contrari

Lassisti Fanno poche

richieste Non danno spiegazioni

Autoritari Non aiutano a

comprendere le ragioni delle

richieste

Stili educativi

Bisogno di piacere agli studenti

Bisogno di mantenere un potere nella relazione

Entrambi gli stili non rispondono a ciò di cui lo studente ha bisogno ma agiscono in base a

bisogni personali

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Lo  s$le  educa$vo  autorevole

L’insegnante  che  applica  questo  sNle  si  chiede:  cosa  serve  al  mio  allievo  per  trovarsi  nella  migliore  condizione  per  apprendere?  

•  E’  centrato  sui  bisogni  dell’allievo  e  non  sui  propri  •  Fa  rispeMare  le  regole  spiegandone  le  moNvazioni  •  Non  prende  mai  sul  personale  i  comportamenN  scorreI  

degli  allievi,  ma  si  chiede  il  perché  di  essi  

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RispeJo  a  cosa  fare  su  di  sé:  lavora  sulla  relazione!

L’insegnante  efficace  investe  molto  del  suo  tempo,  nell’occuparsi  e  nel  preoccuparsi  del  clima  relazionale  che  c’è  con  ciascun  allievo!  

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Lavorare  su  di  sé  (esternamente)

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Esternamente

ü Chiama  gli  allievi  per  nome  e  con  il  sorriso.    ü Inventa  dei  soprannomi  simpaNci  “Ehi  bel  ciuffo!  Che  intenzioni  hai  oggi?”  ü Parla  spesso  individualmente  con  i  ragazzi,  sopraMuMo  nei  momenN  non  struMuraN  

ü UNlizza  una  mimica  complice  ma  che  N  permeMa  di  mantenere  il  tuo  ruolo  “Ehi  orecchino  alla  moda!  Oggi  ho  bisogno  del  tuo  aiuto,  mi  raccomando!”  (con  occhiolino  finale)  

ü Comunica  con  fermezza  e  chiarezza  una  richiesta,  ma  mai  con  rabbia,  cerca  di  uNlizzare  quanto  più  possibile  un’emoNvità  NEUTRA!  

ü Si  informa  sugli  interessi  personali  di  ciascuno,  e  ogni  volta  che  puo’  cerca  di  sfruMare  ciò  che  sa  che  piace  per  fare  lezione.  (Esempio:  lezione  di  storia  in  rap)  

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Esternamente

ü Chiarisci  il  perché  di  certe  regole,  a  cosa  servono  (Se  fai  faNca  a  chiarire  a  cosa  serve  una  regola,  forse  non  serve  …)  

ü Quando  si  riprende  un  comportamento  scorreMo,  si  dovrebbe  sempre  dire  qual  è  il  comportamento  desiderato  

ü Comunicare  la  punizione  con  tono  di  tristezza  piuMosto  che  con  tono  di  vendeMa  e  di  indignazione    

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Lo  scopo  è  avere  scambi  relazionali  che  trasmeJano  il  messaggio Ø Tu  esisN  per  me!  Ø Tu  vai  bene  così!  Ø Ho  piacere  a  interagire  con  te!  

Ogni  volta  che  stai  per  parlare  con  il  tuo  allievo  chiediN  “Sto  per  dargli  una  carezza  o  uno  schiaffo  psicologico?”  Cerca  sempre  di  tenere  il  conto  delle  carezze  in  aIvo  rispeMo  agli  schiaffi!  

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Lavorare  sul  contesto

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Creare  rou$ne

Alcuni  esempi  di  rouNne  in  classe  potrebbero  essere:    -­‐  ingresso  in  classe  (cosa  succede  quando  si  entra?  SaluN?)  “Come  stai  oggi?”  -­‐  disposizione  in  fila  -­‐  inizio  lezione  -­‐  presentazione  delle  aIvita  e  relaNvi  tempi  di  lavoro  -­‐  pause  concordate  -­‐  aIvita  ricreaNve  stabilite  a  priori  -­‐  deMatura  dei  compiN  ad  orario  stabilito  -­‐  rouNne  di  saluto    

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ESEMPIO  DI  ROUTINE  PER  L’INIZIO  DELLA  LEZIONE     Ø  Discutere con gli alunni e insieme a loro elencare le

attività da svolgere prima dell’inizio della lezione e se ne decide l’ordine  

Ø  Scrivere alla lavagna o su un cartellone una checklist di tali attività e appenderla in classe (o si proietta una slides con i punti del giorno)  

Ø   Inizialmente l’insegnante guida i bambini, elencando attività dopo attività e aspettando che tutti i bambini abbiano concluso  

Ø   In un secondo momento il compito dell’insegnante passa ad un incaricato diverso ogni giorno  

Ø  Infine, la routine viene svolta in autonomia dagli alunni.  

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ESEMPIO  DI  ROUTINE  AL  CAMBIO  DELL’ORA  

Ø Se  gli  alunni  sono  fuori  in  parte  o  tuI  (lezione  di  laboratorio,  di  educa-­‐  zione  fisica,  ricreazione  ecc.)  provate  a  stare  in  piedi  dinanzi  alla  porta  e  a  salutare  gli  alunni  ad  uno  ad  uno  mentre  entrano.    

Ø Dite  qualcosa  di  amichevole,  anche  solo  un  “ciao”  seguito  dal  nome.    Ø Trovate  studenN  affidabili  che  siano  sempre  puntuali  e  date  loro  il  compito  di  distribuire  il  materiale  della  lezione  o  le  prove  scriMe  che  avete  correMo.    

Ø Fate  sedere  la  classe  e  fate  togliere  subito  cappoI  e  giacche.    

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ESEMPIO  DI  ROUTINE  PER  L’ASSEGNAZIONE  DEI  COMPITI    

Ø   Predisporre  uno  spazio  fisso  sulla  lavagna  nel  quale  scrivere  i  compiN  che  si  assegnano  alla  classe.    

Ø   Mantenere  i  compiN  scriI  fino  alla  fine  della  maInata  (le  insegnanN  successive  aggiungono  i  propri)    

Ø   Concludere  l’aIvità  5/10  minuN  prima  per  permeMere  agli  alunni  di  controllare.  

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ROUTINE  E  STRATEGIE  DIDATTICHE  

Ø La  chiave  del  successo  sta  nell’uso  regolare  di  alcune  strategie  di-­‐  daIche  cosicche  gli  alunni  si  sentano  rassicuraN  dalla  familiarita  del  vostro  approccio  e  dalle  vostre  aspeMaNve.    

Ø Ma,  come  di  consueto  nell’insegnamento,  deve  esistere  un  equilibrio  tra  la  rouNne,  che  puo  annoiare  aMraverso  la  monotona  regolarita,  e  la  “varieta”  che  manNene  gli  alunni  sNmolaN  e  sulla  corda.  Quindi,  bisogna  anche  cercare  di  variarle.    

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Creare  Rou$ne  e  Dare  informazioni*

*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson

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Sul banco sono disposti i disegni che indicano le attività da svolgere. Man mano che le attività vengono svolto, i cartoncini vengono capovolti.

*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson

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27  

Le uscite dalla classe con funzione autoregolativa vengono concesse, ma concordate nel numero:

Il bambino ha a disposizione 4 batterie che può utilizzare

“il Caricabatterie” serve a recuperare l’attenzione“Puoi uscire 4 volte”

Permetti di ricaricare le batterie

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Promuovere  un  buon  clima  di  classe •  Sperimentare un clima di classe positivo significa percepire

un ambiente in cui le proprie opinioni e interessi vengono presi sul serio, in cui la propria partecipazione è un prezioso contributo alla comunità classe, della quale ci si sente membri effettivi.

•  Quando gli studenti si sentono a proprio agio, come in una situazione familiare o di amicizia, sono più propensi ad assumersi dei rischi mettendosi in gioco.

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La  classe  come  luogo  di  incontro •  Aiuta gli studenti a vivere in maniera positiva lo sviluppo delle

proprie competenze•  Aumenta il senso di appartenenza e di responsabilità•  Aiuta a comprendere il significato e l’importanza delle regole

di equità, gentilezza e responsabilità•  Aiuta ad acquisire una migliore conoscenza di sé e degli altri•  Favorisce lo sviluppo di motivazione intrinseca

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1. Conoscenza reciproca

2. Possibilità di impegnarsi in compiti comuni

3. Rapporto studente-insegnante

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Insegnare  le  Regole  sociali

Volendo coinvolgere un gruppo di allievi in un lavoro sulle abilità sociali, cosa direi loro?Come farei a chiarire quali comportamenti mi aspetto che mettano in atto? Come li motiverei al rispetto dei comportamenti identificati?

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Insegnare  le  abilità  sociali  

1-­‐  Coinvolgere  il  gruppo  nella  scelta  delle  abilità    

–  “Ragazzi,   oggi   vorrei   chiedervi   di   esprimere   la   vostra   opinione   su  come   vi   piacerebbe   che   fosse   la   nostra   classe   durante   le   aIvità   di  studio  o  di   lavoro   in  gruppo.  Ad  esempio:  come  vi  piacerebbe  che  si  comportassero   i  vostri  compagni?  Quali  comportamenN  secondo  voi  potrebbero  facilitare  il  lavoro  di  gruppo  e  quali  ostacolarlo?”    

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2-­‐Costruire  La  Carta  T

Abilità del Saper Ascoltare

Comportamenti Verbali Comportamenti non Verbali

 “aspettare che l’altro abbia finito una frase prima di intervenire”  “confermare l’ascolto con frasi: ‘sì, davvero, certo, capisco!”  “Parafrasare il contenuto dell’interlocutore”  “Fare domande per vedere se si è capito bene quello che l’altro intende comunicare”

 Mantenere il contatto oculare.  Stare di fronte alla persona o di lato, non di spalle.  Annuire di tanto in tanto con gli occhi o con la testa  Restare piuttosto fermi.

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Comportamenti Verbali Comportamenti non Verbali

 “Parlare di cose che sono inerenti al compito da svolgere”  “Incoraggiare il lavoro con frasi: dai che stiamo andando bene, dai che ce la facciamo”  “mantenere un tono di voce basso”  “chiedere conferma di come sta procedendo il lavoro”  “chiedere se qualcuno ha qualche dubbio su come si sta procedendo”  “Fare domande per vedere se si è capito bene quello che si deve fare”

 Prestare i materiali occorrenti  Avere cura dei materiali comuni  Alzarsi solo in caso di effettiva necessità e dopo averlo concordato con gli altri e aver chiesto all’insegnante il permesso  Muoversi in silenzio  Rispettare il proprio ruolo: non prendersi ruoli altrui, né svolgere il proprio con poca attenzione.

Saper  Collaborare  

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3 - Registrare i comportamenti

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3 - Registrare i comportamenti: Esempio

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Rinforzare i comportamenti con un sistema di rinforzo a punti

*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson

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*tratto da Ianes et al. “L’iperattività. Aspetti clinici e interventi psicoeducativi”. Trento: Erickson

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3 - Rinforzare i comportamenti premiandoli

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Alcune  regole  per  le  Regole   Devono  essere  espresse  come  proposizioni,  non  divieN  (invece  di  Non  si  interrompe  …  ci  si  alza  “alzare  la  mano  prima  di  intervenire  /AspeMare  che  l’altro  abbia  finito  di  parlare  prima  di  intervenire  “chiedere  il  permesso  per  alzarsi”…  

•  poche  (5  max  5)  

•  brevi,  semplici  e  chiare  

•  Spiegano  ciò  che  bisogna  fare  in  modo  operaNvo  

•  Sono  associate  a  simboli,  immagini,  foto  

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1. Non si corre

2. Non parlare senza alzare la mano

3. Non alzarti

4. Non prendere la sacchetta senza il permesso

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Strategie per catturare,focalizzare e mantenere l’attenzione in classe

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CaJurare  l’aJenzione  

Ø Porre  una  domanda  interessante  su  cui  si  possa  speculare,  mostrando  una  figura  o  raccontando  una  breve  storia  collegata  all’argomento  da  spiegare  e  che  possa  innescare  la  discussione.    

Ø Essere  un  po’  aMori,  aggiungendo  mimica,  teatralità  e  humor  alle  proprie  spiegazioni.    

Ø Aggiungere  una  dose  di  mistero  agli  argomenN  che  devono  essere  spiegaN,  uNlizzando  oggeI  (scatole  o  borse)  dove  viene  “nascosto”  il  conceMo  principale  dell’argomento  della  lezione.    

Ø Variare  il  tono  della  voce  alternando  momenN  in  cui  si  “tuona”  o  si  sussurra  una  frase  che  si  vuole  far  cogliere  agli  alunni.    

Ø Creare  aspeMaNva  ed  entusiasmo  per  la  lezione  che  deve  essere  spiegata.    Ø UNlizzare  molto  spesso  il  contaMo  oculare,  sopraMuMo  con  gli  alunni  più  disaMenN.    

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Prima  di  iniziare  a  lavorare…    

 Le  consegne  devono  contenere  delle  istruzioni  semplici  e  brevi.  È  fondamentale  assicurarsi  che  gli  alunni  abbiano  compreso  le  istruzioni  di  un  compito;  per  essere  sicuri  di  ciò  fare  alcune  domande:    “Cosa  devi  fare?    Qual  è  la  prima  cosa  da  fare  adesso?    Cosa  N  serve  per  farlo?”      

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Focalizzare  l’aJenzione

Ø Essere  sempre  visibili  a  tuI  gli  studenN.    Ø Assicurarsi  sempre  che  la  propria  voce  raggiunga  perfeMamente  tuI  gli  alunni.    

Ø Controllare  eventuali  fonN  di  rumore  che  possano  interferire  con  la  propria  voce.    

Ø Far  sedere  gli  alunni  più  disaMenN  nei  primi  banchi  in  modo  che  siano  più  visibili  all’insegnanN  e  guardino  meno  i  compagni.    

Ø Inserire  il  maggior  numero  di  esemplificazioni  e  dimostrazioni  praNche  durante  le  proprie  spiegazioni.    

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Focalizzare  l’aJenzione Ø UNlizzare  un  fascio  di  luce,  o  un  pointer  a  laser  rosso,  da  indirizzare  verso  gli  sNmoli  a  cui  bisogna  prestare  parNcolare  aMenzione.    

Ø UNlizzare  il  più  possibile  supporN  visivi:  parole  chiave  colorate  sulla  lavagna,  semplici  schemi,  oggeI  interessanN,  gesN  esemplificaNvi.    

Ø Illustrare,  illustrare,  illustrare:  disegnare  alla  lavagna  i  conceI  chiave  della  lezioni,  anche  se  le  proprie  abilità  grafiche  non  sono  parNcolarmente  brillanN.    

Ø Nel  caso  non  sia  disponibile  altro  materiale  scriMo,  insegnare  agli  studenN  a  scrivere  brevi,  ma  essenziali  note  della  spiegazione  orale.    

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Mantenere  l’aJenzione Ø Muoversi  all’interno  della  classe  per  essere  sempre  visibili.    Ø Essere  molto  preparaN  sulla  lezione  da  spiegare  ed  evitare  “tempi  vuoN”.    Ø Definire  con  chiarezza  i  tempi  necessari  per  svolgere  le  aIvità  giornaliere.    Ø UNlizzare  domande  che  presuppongono  risposte  aperte,  su  cui  effeMuare  un  certo  ragionamento  e  che  lascino  spazio  a  risposte  diversificate  al  fine  di  mantenere  la  discussione  tra  gli  studenN.    

Ø Ridurre  il  più  possibile  il  tempo  della  propria  spiegazione  orale  e  lasciare  più  spazio  ai  commenN  degli  studenN  e  alle  dimostrazioni  praNche.    

Ø StruMurare  le  lezioni  in  modo  da  favorire  il  lavoro  per  piccoli  gruppi  (vedi  apprendimento  cooperaNvo  e  peer  tutoring).  

Ø UNlizzare  il  nome  degli  studenN  distraI  per  la  spiegazione.    Ø Costruire  situazioni  di  gioco  per  favorire  la  comprensione  delle  spiegazioni.    

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Regole  generali

• ALTERNATE  momenN  in  cui  parlate  voi  (massimo  10  minuN  di  seguito)  e  altri  in  cui  gli  alunni  si  confrontano  tra  loro,  si  esercitano  o  avviano  una  discussione  con  voi.    

• Cercate  di  non  rivolgervi  agli  alunni  mentre  vi  danno  le  spalle  (cercate  il  contaMo  visivo).    

• Cercate  di  non  parlare  o  gridare  sopra  il  rumore  di  ragazzi  che  stanno  parlando   tra   loro,   meglio   alzarsi   in   piedi,   guardarli   negli   occhi   e  rimanere   in   silenzio,   finché   non   abbassano   il   tono   o   smeMono   di  parlare.  

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Regole  generali  per  i  più  grandi

Ø Cerca   di   capire   quali   argomenN   possono   essere   di   forte   interesse   per   i  ragazzi  e  approfondiscili.    

Ø Rendi   consapevoli   gli   allievi   delle   proposte   formaNve;   informali   del  programma  che  vuoi  realizzare.    

Ø Fornisci   periodicamente   a   tuI   gli   allievi   una   copia   degli   obieIvi   e   delle  aIvita   da   realizzare.   In   questo   modo   il   coinvolgimento   è   maggiore:   i  ragazzi,   informaN   sul   programma,   sono   responsabili   dei   vari   compiN   da  realizzare.    

Ø All’interno  di  ogni  unità  di  apprendimento  offri  a  tuI  una  vasta  gamma  di  proposte   didaIche   e   di   strade   alternaNve   per   raggiungere   l’obieIvo:  occorre   dare   agli   studenN   l’opportunita   di   accrescere   le   proprie  competenze   consentendo  anche   la   libera   scelta  delle   aIvita   previste  dal  programma  disciplinare.    

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E  allora  come  reagiamo  ai  comportamen$  problema?

PRIMO:  Osserva  in  modo  accurato:      

Cosa  e  per  quanto  tempo?  Con  quale  frequenza?  

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La  scheda  ABC

A (Antecedent/Antecedente)

B (Behavior/Comportamento)

C Consequence/Conseguenze)

Cosa succede prima che lui/lei faccia B?

Qual è il comportamento problematico? Descrivilo in maniera concreta ed osservabile

Cosa succede dopo che lui/lei ha fatto B?

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La  scheda  ABC

A (Antecedent/Antecedente)

B (Behavior/Comportamento)

C Consequence/Conseguenze)

Cosa succede prima che lui/lei faccia B? Tutte le volte che la maestra comunica un nuovo compito

Qual è il comportamento problematico? Descrivilo in maniera concreta ed osservabile. Si alza dal banco e pizzica un compagno o prende le cose di un altro.

Cosa succede dopo che lui/lei ha fatto B? La maestra lo punisce, facendolo sedere in un angolo o mettendogli una nota.

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Proviamoci!  Ricostruisci  la  scheda  ABC  su  un  tuo  allievo

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L’analisi  ABC  ci  permeJe  di

•  Lavorare  sugli  ANTECEDENTI:  anNcipare  la  richiesta  e  indicare  alcune  conseguenze  posiNve  rispeMo  all’adempimento  della  stessa.    

•  Lavorare  sulle  CONSEGUENZE:  verificare  l’uNlita  delle  minacce  rispeMo  ad  altre  soluzioni.    

• Possibilita  di  sviluppare  delle  ALTERNATIVE  e  di  verificarne  l’adegua-­‐  tezza.    

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Reagire  ai  comportamen$  nega$vi

Punizioni  avversive,  cioe  quelle  che  suscitano  paura,  dolore  nel  bambino  (ad  esempio  minacce,  sgridate,  note,  sospensioni);    

le  punizioni  avversive  sono  inefficaci  perche  generano  emozioni  spiacevoli  e  provocano  una  sorta  di  “assuefazione”.  la  punizione  al  contrario  deve  essere  un  segnale  per  comprendere  la  gravità  della  dell’azione  compiuta  e  il  suo  scopo  quello  di  fornire  un’alternaNva  comportamentale  individuando  un’azione  correMa  da  rinforzare,  in-­‐  compaNbile  con  quella  negaNva.    

 

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Punizioni  soMraIve,  quelle  cioe  che  tolgono  all’alunno  privilegi  o  cose  piacevoli    

Una  strategia  è  ad  esempio  il  rinforzamento  differenziale:  consiste  sostanzialmente  nello  “spostare  l’aMenzione”  dal  comportamento  problema  e  premiare  invece  altri  comportamenN  posiNvi  e  adeguaN  che  sono  indireMamente  in  contrasto  e  incompaNbili  rispeMo  al  comportamento  problema  stesso;  in  questo  modo  graNficando  e  ricompensando  l’allievo  quando  meMe  in  aMo  quesN  comportamenN  avremmo  in  conseguenza  una  riduzione  proprio  del  comportamento  “negaNvo”    

 

 

Reagire  ai  comportamen$  nega$vi

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• Ignorare  • Costo  della  risposta  

Reagire  ai  comportamen$  nega$vi

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Ignorare

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Il  costo  della  risposta

Quando  l’alunno  emeMe  un  comportamento  negaNvo  perde  un  premio  promesso  o  un’aIvita  piacevole.  È  importante  ricordare  che  tale  tecnica:    •  È  uNle  per  comportamenN  non  gravi    •  Il  pegno  da  pagare  deve  essere  proporzionale  alla  gravità  dell’azione  compiuta    •  L’alunno  deve  conoscere  i  moNvi  per  i  quali  viene  punito    •  Il  valore  educaNvo  di  tale  punizione  dipende  dalla  capacità  dell’insegnante  di  non  agire  in  maniera  aggressiva  e  di  proporsi  come  modello  posiNvo  da  cui  apprendere.    

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Le  punizioni  servono?

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Le  punizioni  servono? come  afferma  Allendy,      “le  punizioni  incoraggiano  l’indisciplina  poiche  il  colpito  tende,  nella  maggior  parte  dei  casi,  a  non  darsi  per  vinto.”      Il  rischio  di  scalata  simmetrica:  “Tu  alunno  hai  infranto  la  regola,  io  N  punisco  -­‐  Tu  docente  mi  hai  punito,  allora  io  reagisco  e  N  punisco  a  mia  volta”.    Ci  siamo  giocaN  la  RELAZIONE  con  l’allievo  

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Se  proprio  dobbiamo  punire  …

• La punizione dovrebbe essere breve e sgradevole: al punto tale da motivare gli allievi a cambiare il loro comportamento.

• Associata ad aspettative e regole: far seguire la punizione da richiami che focalizzano su quello che dovrebbero fare gli studenti  

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Punizione  efficace  quando  …. •  E’ associata al rinforzo negativo: comunicare la perdita di un privilegio fino a che il

comportamento non migliorerà abbastanza da garantire la rimozione della punizione (sedere all’ultimo banco a causa di un ritardo, non fare l’intervallo, ecc.).

•  Prevede un’interruzione temporanea dalle attività di classe (angolo di raffreddamento o time-out). Ragazzi iperattivi e aggressivi che stanno vivendo giornate negative possono rispondere bene. Deve essere presentata come opportunità di risolvere i propri problemi ed usata con moderazione.

•  Prevede di trattenere l’alunno: in caso di rifiuto di lavorare su un compito assegnato sono trattenuti in classe e devono completare il compito assegnato.

•  Rendere i comportamento auto-sconfiggenti: •  parolacce: scriverle ripetutamente fino alla noia; •  rottura: sistemazione o restituzione in termini di servizio reso alla scuola.

 

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Il  Time  Out

Procedura:Il Timeout prevede di far sedere il bambino su una sedia, zitto e tranquillo, per alcuni minuti (da 2 a 5), senza che si impegni in nessuna attività e senza lasciare la sedia; per applicarla esattamente bisogna seguire dei passi specifici:Un avvertimento al bambino che gli dia la possibilità di assumere spontaneamente un comportamento correttoSe la condotta negativa persiste, il bambino viene portato alla sedia e tenuto lì tranquillo per il tempo stabilito; se il bambino interrompe la procedura il tempo viene fatto ripartire da zero; se reagisce in modo aggressivo o comunque si rifiuta di stare seduto tranquillo per il tempo stabilità, si utilizza come punizione di questo comportamento la perdita di un privilegio o una conseguenza negativa e si fa ripartire il conteggio del tempo non sospendendo la procedura: In ogni caso il bambino deve rimanere sulla sedia per tutto il tempo stabilito e non deve mai interrompere la procedura, ad es. alzandosi.

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E’ importante seguire la procedura in maniera precisa!E’ per bambini dai 3 ai 12 anniDeve essere breve: da 1’ a 10’ (secondo l’età): usare il timer il messaggio è: “questo comportamento è inaccettabile, è necessario che tu stia per qualche minuto isolato per interrompere subito” questo comportamento e perché tu possa pensare un modo diverso scegliere un posto noioso e monotono, senza distrazioni. Bisogna portare immediatamente il bambino nel posto del time-out. Non bisogna utilizzare più di 10 parole e non più di 10 secondi. Evitare discussioni . Puntare il timer affinché il bambino possa sentirlo alla fine chiedere perché era stato messo in time-out. Evitare di chiedere promesse, e umiliarlo o intimorirlo

Il  Time  Out

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E  con  gli  alunni  opposi$vi  e  provocatori?  

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Perché  il  rinforzo  posi$vo  con  loro  sembra  non  funzionare  o  almeno  non  sempre  ?

Non  mollare!  

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Cosa  fare?  Facciamo  13! ü PRIMO:  Comprendere  cosa  c’è  alla  base  dei  comportamenN  opposNvi  ü SECONDO:  Non  prenderla  sul  personale  ü TERZO:  non  portare  rancore  dopo  aver  espresso  disappunto  o  punito  ü QUARTO:  chiedere  se  vogliono  aiuto  con  un  post-­‐it  o  cmq  per  iscriMo  ü QUINTO:  Lavorare  sulla  relazione  e  sul  rinforzo  posiNvo,  ma  senza  enfasi  altrimenN  penserà  che  stai  cercando  di  fregarlo  

ü SESTO:  Solo  quando  hai  migliorato  la  relazione,  puoi  parlare  in  privato  del  faMo  che  sei  preoccupata  per  lui,  perché  lo  percepisci  spesso  annoiato  e  arrabbiato.  

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Cosa  fare?  Facciamo  13!

ü SETTIMO:  Cerca  di  proporre  delle  alternaNve  ü OTTAVO:  Non  entrare  in  un  braccio  di  ferro,  ma  proponi,  dando  il  senso  che  se  lo  fa  è  per  sé  e  se  non  lo  fa  non  è  un  problema  tuo.  

ü NONO:  rispondi  con  umorismo!  ü DECIMO:  Non  fare  richieste  proprio  quando  è  infasNdito,  magari  dare  allo  studente  uno  spazio  ulteriore  per  parlarne  dopo.  

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ü UNDICI:  Non  cedere  alla  tentazione  di  entrare  nei  perché  ü DODICI:  Rispondi  in  maniera  emoNvamente  accogliente  “Ti  capisco,  mi  rendo  conto  ….  Dobbiamo  trovare  un  altro  modo/Stai  usando  parole  molto  forN,  mi  chiedo  quanta  rabbia  devi  avere  dentro/Siccome  penso  che  tu  sia  un  bambino  in  gamba,  immagino  tu  debba  essere  proprio  arrabbiato  per  comportarN  così…  magari  dopo  ne  parliamo”  

ü TREDICI:  CriNca  sempre  il  comportamento  e  non  la  persona!  “Sei  un  ragazzo  in  gamba,  hai  faMo  però  una  cosa  inacceMabile!”  

Cosa  fare?  Facciamo  13!

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Esercitazione

Che  cosa  sto  facendo/ho  fa>o  per  instaurare  una  buona  relazione  con  i  miei  allievi?  Che  cosa  potrei  fare  in  più  o  di  diverso  rispe>o  a  ciò  che  faccio  (Scrivi  almeno  3  cose)  Che  cosa  faccio  per  creare  ordine,  rouGne?  Che  cosa  potrei  fare  di  diverso?  In  generale,  quale  tra  i  suggerimenG  appresi  oggi  sento  che  vorrei  realizzare  subito  da  domani  in  classe?  


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