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Gianmartino Maria Durighello – Dispense – Roma 2012 84 VI – Le memorie mariane – Schemi pag. 46 1- Madonna di Lourdes - 11 febbraio – memoria facoltativa 2- Madonna di Fatima – 13 maggio – memoria 3- Cuore Immacolato di Maria – Sabato dopo la II domenica di Pentecoste – memoria 4- Madonna del Carmine – 16 luglio – memoria facoltativa 5- Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore – 5 agosto – memoria facoltativa 6- Maria regina – 22 agosto – memoria 7- SS. Nome di Maria – 12 settembre – memoria facoltativa 8- Vergine addolorata – 15 settembre – memoria 9- Madonna del Rosario – 7 ottobre – memoria 10- Presentazione di Maria al tempio – 21 novembre – memoria Approfondimenti 1- Le Antifone mariane maggiori pag. 60 2- La Vergine addolorata e lo Stabat Mater pag. 64 3- La devozione del Rosario pag. 71 4. Il repertorio mariano pag. 73 5- L’Ave Maria. Origine e formazione della preghiera pag. 81 Editrice Suore Figlie della Chiesa Editrice Suore Figlie della Chiesa Editrice Suore Figlie della Chiesa Editrice Suore Figlie della Chiesa Promanuscripto Promanuscripto Promanuscripto Promanuscripto - - - Roma 2013 Roma 2013 Roma 2013 Roma 2013 [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] www www www www- - -figliedellachiesa.org figliedellachiesa.org figliedellachiesa.org figliedellachiesa.org Atti delle Giornate di approfondimento Atti delle Giornate di approfondimento Atti delle Giornate di approfondimento Atti delle Giornate di approfondimento per animatori musicali per animatori musicali per animatori musicali per animatori musicali 13 13 13 13 – 16 settembre 2012 16 settembre 2012 16 settembre 2012 16 settembre 2012 Celebriamo cantando Celebriamo cantando Celebriamo cantando Celebriamo cantando Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria nel Tempo nel Tempo nel Tempo nel Tempo Ordinario Ordinario Ordinario Ordinario Gianmartino Maria Durighello Gianmartino Maria Durighello Gianmartino Maria Durighello Gianmartino Maria Durighello Centro di Spiritualità Figlie della Chiesa Centro di Spiritualità Figlie della Chiesa Centro di Spiritualità Figlie della Chiesa Centro di Spiritualità Figlie della Chiesa Casa di Preghiera Casa di Preghiera Casa di Preghiera Casa di Preghiera - - - “Domus Aurea” “Domus Aurea” “Domus Aurea” “Domus Aurea”
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Gianmartino Maria Durighello – Dispense – Roma 2012 84

VI – Le memorie mariane – Schemi pag. 46

1- Madonna di Lourdes - 11 febbraio – memoria facoltativa 2- Madonna di Fatima – 13 maggio – memoria 3- Cuore Immacolato di Maria – Sabato dopo la II domenica di

Pentecoste – memoria 4- Madonna del Carmine – 16 luglio – memoria facoltativa 5- Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore – 5 agosto –

memoria facoltativa 6- Maria regina – 22 agosto – memoria 7- SS. Nome di Maria – 12 settembre – memoria facoltativa 8- Vergine addolorata – 15 settembre – memoria 9- Madonna del Rosario – 7 ottobre – memoria 10- Presentazione di Maria al tempio – 21 novembre – memoria

Approfondimenti

1- Le Antifone mariane maggiori pag. 60 2- La Vergine addolorata e lo Stabat Mater pag. 64 3- La devozione del Rosario pag. 71 4. Il repertorio mariano pag. 73 5- L’Ave Maria. Origine e formazione della preghiera pag. 81

Editrice Suore Figlie della ChiesaEditrice Suore Figlie della ChiesaEditrice Suore Figlie della ChiesaEditrice Suore Figlie della Chiesa Promanuscripto Promanuscripto Promanuscripto Promanuscripto ---- Roma 2013Roma 2013Roma 2013Roma 2013

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Celebriamo cantandoCelebriamo cantandoCelebriamo cantandoCelebriamo cantando

Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria Le Feste e le Solennità della Beata Vergine Maria

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I presenti Atti sono stati ricavati dalle registrazioni audio effettuate durante le giornate del Convegno.

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Indice

I - Preludio pag. 3

1- alla scuola del Vangelo 2- alla scuola dei Padri 3- alla scuola del Concilio Vaticano II 4- non un culto a Maria, ma la memoria di Maria nella

celebrazione del mistero di Cristo

II – Alle origini della venerazione e memoria di Maria nella celebrazione dell’Anno liturgico pag. 6

1- Prima del Concilio di Efeso 2- Il Concilio di Efeso (431) e la proclamazione di Maria «Madre

di Dio» 3- Il Concilio Vaticano II

III – Maria nella nostra giornata, nella settimana, nell’anno, nella vita… pag. 11

1- Nella vita (nella Liturgia e nella Devozione) 2- Nel giorno (L’Ave Maria e l’Angelus; il Magnificat; le

Antifone mariane) 3- Nella settimana (la memoria di Maria in sabato) 4- Nell’anno (solennità, feste, memorie; i mesi mariani)

IV - La solennità dell’Assunzione pag. 21

1- La liturgia bizantina e l’icona della Dormizione 2- Repertorio – Messa della Vigilia e Messa del Giorno

V – Le due feste mariane: Natività di Maria e Visitazione pag. 37

1- Natività di Maria 2- Visitazione 3- La liturgia bizantina e l’icona della Natività di Maria

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Nello stesso secolo di Bernardino questa formula entra in alcuni Breviari.

Nel secolo successivo, in un Breviario francescano del 1525, appare la formula “adesso e nell’ora della nostra morte”, subito adottata nel Breviario di Pio V del 1568. L’Ave Maria è entrata nella Liturgia della Chiesa universale.

In tempi più recenti, nel corso del XIX sec, a “peccatori” la pietà popolare aggiunge “poveri”, aggiunta che rimane assente nel testo latino.

Altre diversità di traduzione caratterizzano nel tempo le diverse traduzioni della preghiera. Ad esempio “ventre” è stato purtroppo sostituito nella versione italiana con “seno”. Il testo latino conserva invece “ventris tui”.

Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

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I - Preludio

1 – alla scuola del Vangelo

tavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il

discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

[Gv 19,25-27]

* Madre di Dio e Madre nostra. Vogliamo partire da qui. Dal contemplare Maria «Madre di Dio» e «Madre nostra». Maria, nel compimento del mistero pasquale, è chiamata dal suo Figlio Gesù (vero Dio e vero Uomo) ad essere madre nostra.

Contempliamo questo legame profondo, inscindibile, del mistero mariano col mistero pasquale. Legame di Maria con la Pasqua, con la Pasqua del Figlio, ma anche con la nostra Pasqua.

2- alla scuola dei Padri: Omelia sulla Pasqua di Melitone di Sardi (II sec)

Egli venne dal cielo sulla terra in favore di colui che soffriva; rivestì questo stesso nel grembo della Vergine e apparve come uomo […] Questi è Colui che si incarnò nella Vergine, che fu appeso al legno […] Questi è l’Agnello senza voce, Questi è l’Agnello trucidato. Questi è Colui che fu partorito da Maria, la buona Agnella.

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* Maria, la buona Agnella. Questa di Melitone di Sardi è la prima testimonianza di omelia in cui viene citata Maria. Il suo contenuto è molto forte e molto importante:

Gesù è l’Agnello, e Maria sua madre è la buona Agnella! Maria non è esente dal fatto che il figlio del suo grembo è l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Non ne è esente. Maria è chiamata ad essere partecipe del mistero del Figlio. È chiamata ad essere congiunta in modo intimo, indissolubile con la sua missione, col suo mistero pasquale, con il suo essere Agnello: ella è la buona Agnella.

3- alla scuola della Chiesa: La costituzione «Sacrosanctum Concilium» sulla Liturgia, del Concilio Vaticano II

Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con speciale amore la beata Maria Madre di Dio, congiunta indissolubilmente con l’opera salvifica del Figlio suo; in Maria ammira il frutto più eccelso della redenzione e contempla con gioia, come in una immagine purissima, ciò che essa tutta desidera e spera di essere. [SC 103]

* Maria modello e profezia della Chiesa. Dai Padri dei primi secoli ai pastori di oggi sempre viva è questa visione di Maria la quale, “congiunta indissolubilmente con l’opera salvifica del Figlio”, diviene modello e profezia della Chiesa.

Modello e profezia della Chiesa innanzitutto perché ella è il punto di arrivo, il culmine del cammino della storia e delle attese dei profeti. Nello stesso tempo ella è profezia di ciò che noi speriamo e desideriamo essere, e quindi diviene il modello per questo nostro cammino.

Da qui nasce una stretta congiunzione tra Maria e Chiesa così che gli attributi che veneriamo nella prima passano spontaneamente alla seconda. Ne è testimonianza la ricchezza della nostra Liturgia nelle sue espressioni. Ne è testimonianza tutta l’arte sacra nelle sue simbologie. Guardando a Maria e pregando Maria noi guardiamo

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La prima parte dell’ Ave Maria è costituita dalle parole dell’Angelo alla Vergine e dalla risposta di Elisabetta alla visita della cugina. (Lc 1,28.42).

Importante per la formazione della preghiera deve essere stata l’omiletica soprattutto delle celebrazioni nelle vicinanze del santo Natale (IV secolo). Ricordiamo che omelia significa “ridizione”, ripetizione del testo. Da parte del celebrante, ma anche di tutto il popolo coinvolto dal celebrante. Nell’omiletica dei giorni vicini al Natale, quindi, celebrante e popolo riprendono le parole dell’angelo alla Vergine e di Elisabetta alla Vergine, come ci testimonia Gregorio di Nissa:

“Diciamo ad alta voce secondo le parole dell’angelo: Rallegrati, ripiena di grazia, il Signore è con te”. “Sì, tu sei benedetta fra le donne, perché tra tutte le genti sei stata scelta (…)” [Gregorio di Nissa]

La seconda parte dell’Ave Maria viene a formarsi attorno al VII secolo, probabilmente come estrapolazione e sviluppo dalle Litanie dei Santi.

Ricordiamo come alcune formule litaniche, precedute dalla triplice invocazione Kyrie, erano presenti nella liturgia eucaristica proprio all’Offertorio. Ulteriore appoggio della tradizione che trova nell’Offertorio luogo privilegiato per l’Ave Maria.

Qualche secolo dopo, Bernardino da Siena (XV sec) ci testimonia la possibilità di aggiungere l’estratto litanico “Santa Maria…” alla prima parte dell’Ave Maria, formata dalle parole dell’angelo e di Elisabetta alla Vergine:

“A questa benedizione con cui termina l’Ave: Tu sei benedetta fra le donne, noi possiamo aggiungere: Santa Maria, prega per noi peccatori”. [Bernardino da Siena, Sermone sulla Passione]

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Dello stesso III secolo è il papiro ritrovato nel deserto egiziano contenente “Sotto la tua protezione”. (Papiro n.470 della John Ryland Library, Manchester)

Il testo, in greco, è la più antica testimonianza di preghiera a

Maria:

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Questa preghiera è inserita oggi nel Breviario tra le antifone da

recitarsi al termine delle Ore. Il suo testo è di fondamentale importanza, in quanto ci testimonia come prima del Concilio di Efeso, prima cioè della proclamazione del dogma, Maria è già venerata con l’appellativo di Madre di Dio: Maria è chiamata la Theotokos, la Madre di Dio!

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anche alla Chiesa, preghiamo la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa. Perché noi siamo chiamati (e lo vogliamo con tutto il nostro cuore) ad essere ciò che Maria è, in profezia e modello.

4- Non un culto a Maria, ma la memoria di Maria nella celebrazione del mistero di Cristo

Al centro quindi della riflessione teologica sul mistero di Maria celebrato nella Liturgia della Chiesa è

- il suo legame con il mistero ed i misteri di Cristo, - la sua esemplarità verso la Chiesa;

come conseguenza, la speciale venerazione e memoria della Vergine in quanto nella Liturgia

- si celebra l’opera della redenzione e Maria ne è il frutto più eccelso;

- si attende la realizzazione delle promesse di Cristo, - e nella Vergine si contempla ormai l’icona escatologica

della Chiesa.

[p. J.Castellano Cervera, L’Anno Liturgico]

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II – Alle origini della venerazione e memoria di Maria nella celebrazione dell’Anno Liturgico

1. Prima del Concilio di Efeso

- Omelia di Melitone di Sardi sulla Pasqua (prima testimonianza del riferimento a Maria in una celebrazione)

- Odi di Salomone (con i più antichi inni mariani)

- Ippolito, Traditio Apostolica (nella Professione di fede dei Battezzati e in una anafora eucaristica)

Andando alla ricerca delle origini della preghiera a Maria nel corso dell’anno liturgico, oltre all’omelia di Melitone da Sardi (II sec), occorre ricordare le Odi di Salomone, nelle quali troviamo uno tra i più antichi inni mariani, e la Traditio apostolica.

Odi di Salomone (I sec d.C. - Siria) - Ode XIX

1 Una coppa di latte mi fu porta e l’ho bevuta

per la dolce cortesia del Signore.

2 Il Figlio è la coppa e chi fu munto è il Padre e chi lo munse lo Spirito santo.

3 Poiché le sue poppe eran piene né era conveniente che il suo latte fosse gettato via senza motivo.

4 Lo Spirito santo aprì il suo seno ed ha mescolato il latte

delle due poppe del Padre.

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5. L’Ave Maria origine e formazione della preghiera

La preghiera dell’Ave Maria così come oggi la conosciamo è il frutto di ha una formazione lenta e progressiva.

Fin dal secondo secolo i Cristiani celebrano la memoria del Dies Natalis dei santi martiri, i testimoni della fede che hanno prolungato nel proprio corpo il sacrificio di Cristo. Il culto si sviluppa prima in forma privata, e poi pubblica. Nella memoria dei santi martiri è sempre stata associata la Vergine Maria.

Quando troviamo però il primo “Rallegrati (Ave, Kaire)” nella preghiera cristiana?

Il primo Kaire che ci è documentato lo troviamo in un graffito del III secolo in una casa di Nazareth che sarà venerata come la casa dell’Annunciazione.

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preghiera liturgica dell’Ave Maria, non un altro testo o parafrasi…). Resta da capire perché devo invece cantare Santa Maria del cammino… * Il Magnificat e il canto di ringraziamento dopo la comunione

Se il luogo proprio dell’Ave Maria è l’Offertorio, il luogo tipico

del Magnificat è il canto di ringraziamento dopo la comunione. Ricordiamo che alla Comunione sono possibili due tipologie di canto. Il canto processionale (Canto di Comunione) che inizia quando il celebrante si comunica e si protrae durante la distribuzione del sacramento ai fedeli fermandosi in modo da garantire un momento di silenzio se è previsto anche un inno di ringraziamento dopo la comunione; quindi l’inno o canto di ringraziamento dopo la comunione. Il Magnificat può quindi collocarsi ottimamente quale canto di ringraziamento dopo la comunione.

Se il Magnificat esprime la spiritualità di Maria, nulla più di questa spiritualità ci aiuta a vivere il Mistero eucaristico. L’Eucaristia ci è data perché la nostra vita, come quella di Maria, sia tutta un Magnificat.

[Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia] * dal rito alla vita, la “questio” del canto al congedo

La rubrica non prevede un canto al congedo: la Messa termina con il gesto dell’invio, dal rito alla vita, dalla mensa liturgica alla quotidianità. Ma la tradizione della Chiesa ama accompagnare questo andare con un canto o con suono d’organo. Se si sceglie un canto, ancora una volta un canto devozionale mariano bene può offrirsi ad accompagnare questo gesto, ad accompagnarci cioè dal rito alla vita.

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5 Benché non lo sapessero, diede la miscela al mondo.

Chi ne riceve, è nella perfezione della destra.

6 Il seno della Vergine ha afferrato, ha concepito e partorito.

7 E madre divenne la Vergine per grande favore;

divenne gravida, generò un figlio, ma non sentì dolore,

8 Ché ciò accadde non senza motivo.

9 Ella levatrice non ha voluto, perché lui la vita le diede.

10 Come uomo ella generò, col volere; generò con apparenza e possedette con grande forza.

11 Amò con la redenzione, custodì con cortesia

e mostrò con grandezza. Alleluia. Ippolito (?) - Traditio Apostolica (215 d.C.)

La Traditio apostolica testimonia ancora come l’ingresso di Maria nella Liturgia abbia un profondo legame con il contesto pasquale, con la Pasqua annuale e con la Pasqua settimanale.

Troviamo infatti due espliciti riferimenti a Maria:

- in una delle interrogazioni ai catecumeni nella Veglia pasquale (Pasqua annuale);

- e in un’anafora1, al cuore della liturgia eucaristica, nella Liturgia domenicale (Pasqua settimanale).

1 Anafora: nel rito romano la parte centrale della Liturgia eucaristica o Preghiera eucaristica.

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Dall’ anafora:

[….] Ti ringraziamo, o Dio, per mezzo del tuo diletto Figlio Gesù Cristo […..] che hai mandato dal cielo nel seno di una Vergine ed è stato concepito, si è incarnato e manifestato come Figlio tuo, nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine.

Dalla Liturgia battesimale nella Notte santa (Interrogazioni):

Credi in Gesù Cristo, Figlio di Dio che è nato per mezzo dello Spirito Santo dalla Vergine Maria, è morto e risorto il terzo giorno?

Nella Chiesa antica, quindi, la memoria-venerazione di Maria si colloca in un contesto strettamente cristologico ed ecclesiale, nel mistero pasquale celebrato

- nell’eucaristia domenicale - e nel sacramento del Battesimo.

Nel corso dei secoli III e IV troviamo riferimenti a Maria nell’omiletica ai passi evangelici dell’Annunciazione e della Natività. Non ci sono vere proprie feste mariane, ma è viva la presenza di Maria nella celebrazione delle feste del Signore. Oltre alla Annunciazione e alla Natività, la domenica prima del Natale con la proclamazione ancora del vangelo della Annunciazione, quindi l’Epifania e la Presentazione di Gesù al tempio.

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In molti luoghi si è passati dall’esclusione dell’Ave Maria di Schubert all’esclusione di ogni Ave Maria!? Dell’Ave Maria in quanto tale!?

Chiarito l’equivoco che la preghiera dell’Ave Maria è preghiera liturgica, possiamo riflettere su quali versioni melodiche possano essere impiegate, o sia preferibile che non lo siano, per la loro origine non liturgica.

Anche qui occorre fare un chiarimento. Dovessimo escludere tutti i testi non liturgici dovremmo escludere la maggior parte dei canti mariani in uso nelle nostre comunità. Così certi canti di un tempo nati devozionali, quando il testo liturgico era quello latino (pensiamo alle Laudi di Cortona) dovremmo escluderli dalla celebrazione? Giungiamo così all’assurdo che cantiamo “Santa Maria del cammino”, testo non liturgico e anche banale, e rinunciamo a canti della devozione (come il Laudario di Cortona) o… liturgici (!) quali l’Ave Maria. È evidente l’assurdità.

Più complesso è il tema dell’interscambio di melodie tra sacro e profano che storicamente è sempre esistito, anche se ha sempre richiesto e sempre richiederà estrema attenzione.

Personalmente credo che molto dipenda da quanto la melodia

ricorda il testo originale. Veniamo al caso dell’Ave Maria di Schubert. Chiarisco che se il parroco mi dice di non suonarla, io non la suono. Obbedisco, ma nelle sedi opportune faccio presente il mio disaccordo. Per due motivi: innanzitutto, e il discorso vale anche per le marce nuziali di Mendelssohn e di Wagner, la musica è un elemento vivo e vive nel tempo. Ciò che oggi mi richiama l’ascolto della marcia di Wagner è l’abito bianco della sposa, non l’opera Tannhauser.

Sull’origine poi dell’Ave Maria di Schubert si sono diffuse voci false, che era un testo blasfemo, pornografico… Macché! Il testo originario tedesco era, badiamo bene, una preghiera!!! (per i curiosi, su… internet addirittura, si trova tutto…).

Per questi motivi, perché nata come preghiera e perché richiamante contesti di preghiera, personalmente non trovo niente in contrario a cantare tale Ave Maria (ovviamente dev’essere la

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Purtroppo l’attuale rito del matrimonio colloca dopo la celebrazione il rito delle firme, che nel precedente rito avveniva all’Offertorio.

Nel rito della maggior parte delle professioni religiose la petizione firmata del novizio viene consegnata immediatamente prima dell’Offertorio al superiore che la depone sull’altare. La petizione è quindi strettamente congiunta al gesto dell’Offertorio: io offro la mia vita!

Due sposi che celebrano il loro matrimonio offrono la loro vita come sacerdozio vivente, che mostra a tutti come l’amore di Dio per l’uomo è un amore sponsale. Non cantare l’Ave Maria a un matrimonio significa perdere qualcosa di grande.

Mi è accaduto in una riunione della Commissione per la Liturgia di una Diocesi sentir dire da un prelato, sant’uomo e figura di importante prestigio nel territorio: “L’Ave Maria non è liturgica”. Altri la vorrebbero dopo la benedizione, come se fosse qualcosa di scandaloso, di profano… Un altro carissimo amico sacerdote musicista componendo un Ave Maria ha indicato il testo come… tradizionale. Davvero siamo incappati in un grosso tranello.

Occorre rieducarci a comprendere in primo luogo che l’ Ave

Maria è una preghiera liturgica! E quindi in secondo luogo che in alcune celebrazioni è la più irrinunciabile preghiera, che ci aiuta a vivere la nostra vita assieme a Colei che dell’Offerta ha fatto lo scopo della sua esistenza.

Una precisazione. Sotto questa fobia sta un grosso equivoco.

Alcuni anni fa il Magistero era intervenuto ancora una volta mettendo in guardia dall’utilizzo di melodie di origine profana. In particolare si era fatto riferimento all’Ave Maria di Schubert impiegata nei matrimoni, oltreché le marce di Mendelssohn e Wagner, tratte da opere teatrali. La cosa ha preso una piega ampia e deviante, la lettura dell’intervento e la sua applicazione è stata parziale e deviata. Occorre fare chiarezza.

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2- Il Concilio di Efeso (431) e la proclamazione di Maria «Madre di Dio»

Nella storia della venerazione e del culto a Maria un momento fondamentale è costituito dal Concilio di Efeso. Già in precedenza si trovano testimonianze di Maria invocata come «Madre di Dio», ma con il Concilio di Efeso la maternità di Dio è proclamata quale dogma della fede della Chiesa. Maria è «Madre di Dio» - Théotokos (gr) – Deipara (lat):

Madre di Dio [...] non certo perché la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto origine dalla santa Vergine, ma, poiché nacque da lei il santo corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente, si dice che il Verbo è nato secondo la carne.

[Concilio di Efeso]

Con il Concilio di Efeso si apre la strada ad una fioritura e

sviluppo di feste e tradizioni dapprima in Oriente e progressivamente anche in Occidente quali l’Assunzione, l’Annunciazione del Signore, la Presentazione di Gesù al tempio, la Natività di Maria, l’Immacolata concezione, la Visitazione…).

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3- il Concilio Vaticano II

Lasciando scorrere nel nostro cuore i secoli di storia e di venerazione a Maria, qui giungiamo direttamente a considerare la riflessione del Concilio Vaticano II. Cosa è accaduto in particolare con il Concilio Vaticano II rispetto alla tradizione che si era formata nei secoli?

In particolare

- l’assegnazione di alcune feste “mariane” come feste “del Signore” (Annunciazione, Presentazione, già Purificazione della Vergine): si è voluto ritornare, come era all’origine, a una sottolineatura cristologica di queste feste;

- soppressione di alcune memorie minori;

- sottolineatura di alcune feste principali (S.Maria Madre di Dio);

- arricchimento di formulari del Comune della B.V.M.;

- aggiunta di una Messa votiva della Vergine Madre della Chiesa;

- aggiornamento formulari delle Messe;

- proposta della Collectio Missarum B.M.V. (Giovanni Paolo II) – Lezionario mariano 1988;

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mondo, nel tempo, nel grembo della Vergine. E per questo alcuni portali rappresentano proprio il momento dell’Annunciazione. Ricordiamo che nella memoria della Dedicazione della basilica di santa Maria Maggiore il canto d’Introito è l’Ave Maria! Personalmente però, fatta eccezione ovviamente per le messe in festività mariane, non sottolineerei questo gesto con un canto mariano. * L’ Ave Maria e l’Offertorio

L’Offertorio – All’Offertorio invece sì. Perché l’Offertorio è proprio il momento in cui, guardando a Maria, impariamo a realizzare il gesto dell’Offertorio, a offrire cioè tutto noi stessi, la nostra vita sull’altare nei simboli del pane e del vino.

Cosa di meglio in questo momento se non cantare insieme a Colei che ha fatto della sua vita un canto di Offertorio? Tutto un Sì all’incarnazione del Verbo?

E qui davvero ci conforta e aiuta contemplare quanti altari recano bassirilievi raffiguranti proprio l’Annunciazione.

L’offertorio è il tempo dell’Annunciazione, che canta l’Incarnazione. Quindi il canto dell’Ave Maria (non solo a mio avviso, ma secondo la tradizione liturgica della Chiesa) trova un posto privilegiato proprio all’Offertorio.

(…) Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l’Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l’incarnazione del Verbo di Dio. L’Eucaristia, mentre rinvia alla passione e alla risurrezione, si pone al tempo stesso in continuità con l’Incarnazione.

[Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia]

Secondo la tradizione della Chiesa, l’Ave Maria trova importante la sua collocazione più propria all’Offertorio, e soprattutto in celebrazioni nelle quali viene amministrato un sacramento (Matrimonio, Ordine, Comunione) oppure nelle quali si svolge il rito di una professione religiosa…

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Una riflessione: il canto mariano nella Messa. Cosa e quando?9 Ma… come utilizzare il repertorio mariano nelle domeniche del tempo ordinario, o in particolari celebrazioni di sacramenti, come il matrimonio, le prime comunioni, o professioni religiose? * dal rischio dell’abuso al rischio del silenzio

L’essere umano tende a vivere gli eccessi. C’è stato un tempo in cui forse si esagerava scegliendo un canto mariano indifferentemente nei vari momenti della Messa, all’introito, all’offertorio, alla comunione e alla fine.

Poi c’è stato, soprattutto da parte del clero, un freno, un porre in guardia da questo eccesso. Nel farlo però si è giunti spesso a un eccesso opposto. Non è raro sentir dire che il canto a Maria e soprattutto quello dell’Ave Maria deve essere cantato… fuori della Messa. Ahimé! Cerchiamo di fare un po’ d’ordine. * Maria «donna eucaristica»

Innanzitutto Maria è donna eucaristica e tutta la sua esperienza è esperienza eucaristica. Profondamente radicata nel mistero eucaristico del suo Figlio, al suo Figlio porta.

Cerchiamo di individuare in particolare i momenti della Messa più indicati per la scelta di un canto mariano, e contemplare questo nesso tra Maria donna eucaristica e i vari momenti della celebrazione. * Maria e il canto d’Introito

Teologicamente Maria ha molto a che vedere anche con l’Introito. Proprio perché l’Introito è la celebrazione dell’ingresso di Cristo nel

9 Qui parliamo ovviamente dell’inserimento di un canto mariano in messe del Tempo Ordinario, o in particolari circostanze (matrimoni, altri sacramenti…) giacché nelle solennità, feste e memorie mariane il problema non si pone.

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III – Maria nella nostra giornata, nella settimana, nell’anno, nella vita…

Abbiamo contemplato come Maria è indissolubilmente legata al mistero pasquale del Figlio. Abbiamo considerato ancora come la preghiera mariana non porti a Maria, ma con Maria e attraverso Maria al suo Figlio Gesù.

La preghiera a Maria nella nostra giornata, nella nostra settimana, nell’anno, nella vita accompagna questa nostra esistenza come cammino pasquale incontro al Figlio.

1. Nella vita - dalla nascita (Battesimo) alla morte (Transito)

2. Nel giorno - le campane di mattino, mezzogiorno e sera - l’ora del Vespro e il canto del Magnificat - le Antifone mariane alla fine dell’Ufficio

3. Nella settimana - la memoria di Maria in giorno di sabato

4. Nell’anno - solennità, feste, memorie - i mesi mariani

1- Nella vita (nella Liturgia e nella Devozione)

Dalla Nascita alla Morte, dal Battesimo al Transito. Molte devozioni ci accompagnano dalla Nascita alla Morte…

Penso alla catenina che alcune mamme ci regalano il giorno del battesimo, la consacrazione a Maria… il quadretto di Maria appeso nella nostra cameretta…

Un segno fondamentale è quel suono di campane che chiamiamo Ave Maria.

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La campanella che chiama l’assemblea a gioire per la nascita di una nuova creatura.

La campana che annuncia anche la morte di un nostro fratello. Anche se più propriamente questa campana dovrebbe essere detta la campana del Transito, la devozione popolare la chiama ancora Ave Maria.

Maria è con noi dalla nascita alla morte, e in questo cammino la sua costante materna presenza non ha altro scopo che quello di portarci al suo Figlio.

Nel canto devozionale Odo suonar, la squilla è la campana della sera. Nella seconda strofa c’è una bella metafora che ci aiuta a vivere la sera del giorno come figura e preparazione della sera della vita:

All’appressar dell’ultima mia sera fa’ che ridire possa la preghiera che è tanto dolce al cuor e all’alma mia: Ave Maria, ave Maria.

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Oggi assistiamo ad un rinnovato fervore per Maria. Se ne sente davvero il bisogno. E anche se non lo facessimo, ci penserebbe lei. Ecco – come abbiamo letto in Maria Oliva Bonaldo – gli esempi di Lourdes, di Fatima… Il repertorio.

• Innanzitutto il repertorio liturgico. Il primo nostro impegno è come sempre accogliere il dono che la Chiesa ci fa nei testi della Liturgia.

• Il canto popolare religioso mariano. Sorto in un tempo in cui la liturgia ufficiale era in lingua latina, andava a vivificare soprattutto le devozioni (Processioni, Fioretti…).

Oggi con i nuovi ritmi della civiltà il tempo per le devozioni è ridotto rispetto al passato. Molti di questi canti trovano di fatto posto nella Liturgia eucaristica. Ma quali di questi canti, come e quando è opportuno accoglierli davvero nella Liturgia eucaristica? Il repertorio non è omogeneo. Credo sia importante essere attenti, e valutare caso per caso onde non perdere la ricchezze di questo repertorio tanto amato, e nello stesso tempo scegliere gli esempi migliori, per aderenza ai temi della Liturgia e della teologia mariana, e per il valore stesso della composizione.

• I canti in lingua viva del repertorio post-conciliare. Molto diversa è la genesi di questi canti rispetto ai precedenti. Generalmente infatti non nascono all’interno di una devozione popolare. Sono inoltre molto eterogenei per destinazione, forma e contenuto:

a) testi di ispirazione biblica b) testi idiotici di contenuto spirituale, teologico… c) di ispirazione socio-antropologica (es. Santa Maria del cammino). Questo filone si è sviluppato particolarmente negli ’70. d) di tema in linea con la tradizione

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[Luigi Maria Grignion de Monfort, Trattato della vera devozione a Maria]

L’orgoglio razionalistico (…) irrompeva nelle più disparate concezioni di collettività che portarono fatalmente le masse all’apostasia. La Rivelazione fu confinata nei seminari, l’Apostolato chiuso nei conventi, il Catechismo disertato, la Liturgia negletta. La pietà popolare si ridusse nella forma che oggi scorgiamo nei più: esteriore ed egoista quando non è superstiziosa. Urgeva agire direttamente sulla società e la Chiesa intervenne con le Encicliche sociali e con l’Azione Cattolica. Ma all’orgoglio non bastò. Allora venne Maria! I richiami cattolici da Lourdes, da Fatima, da Banneux per il tramite di piccolini, sono la rivelazione dell’Amore di Dio che per salvarci ci chiama attorno alla Mamma di cui ci ha fatto incomparabile dono, e ci costringe a ridiventare bambini. L’orgogliosa indipendenza dei «senza Dio», dei senza Gesù, dei senza Chiesa, non può essere vinta che dall’umile riconoscimento della nostra totale dipendenza da Maria, e ai piccolissimi che nel suo mistico Seno respirano amore, pace, gioia, bontà, benignità, fedeltà… è affidata la restaurazione sociale del Regno di Dio, perché «il Regno di Dio è proprio di loro».

[M.O. Bonaldo, Respiriamo Maria]

Quando c’è un oblio di Maria, una sua messa a parte, possiamo essere certi che si nasconde sempre l’antico monotono e sempre uguale a se stesso tranello del tentatore. Quando fatichiamo a comprendere e vivere la preghiera mariana, dobbiamo sempre stare attenti ed interrogarci: che non ci sia qualche tranello sotto? Potrebbe nascondere una mia difficoltà a vivere nella fede, in famiglia, in comunità… Perché? Perché la preghiera con Maria ci obbliga a farci umili e piccoli, e questo non è sempre facile per il nostro io. La tentazione viene sempre da colui che non sa essere umile, non sa essere piccolo. E quando il mondo dà spazio all’orgoglio e al razionalismo tende a mettere da parte Maria.

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Questo canto è una testimonianza di come nella semplicità della

devozione popolare sia molto radicato il percepire la vita come un cammino pasquale e il cantare a Maria come alla nostra compagna materna e fedele in questo cammino.

Maria ci accompagna ogni giorno dal mattino alla sera. La campana della sera precede (o precedeva) la campana del De profundis, e ci ricorda la sera della vita, quando ancora diremo: Ave Maria. Maria sarà presente accanto a noi e noi potremo invocarla ancora, come ogni giorno.

Non dobbiamo guardare con sufficienza a questo repertorio

devozionale, Questa devozione è profondamente radicata in una sana teologia mariana. Qui è cantato il congiungimento di Maria con il mistero pasquale, del Figlio e nostro. Coltivare questa devozione ci aiuta a vivere ogni nostra giornata in una prospettiva pasquale, così che ogni nostra sera è cammino che prepara all’ultima sera. Veniamo ad un altro esempio tratto dal repertorio devozionale mariano: Quando nell’ombra.

Quando nell’ombra cade la sera È questa o Madre la mia preghiera: fa’ pura e santa l’anima mia, Ave Maria, ave Maria.

Abbiamo contemplato la campana che ritma la nostra giornata, mattino, mezzogiorno e sera. Nella seconda strofa di questo canto è evocata la squilla del mattino.

E quando l’alba annuncia il giorno All’ara tua faccio ritorno Dicendo sempre con voce pia Ave Maria, ave Maria.

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particolari giorni dell’Anno liturgico, appropriate sostituzioni di misteri, che consentano di armonizzare ulteriormente il pio esercizio con il momento liturgico» (Congregazione per il Culto divino, Lettera circolare Orientamenti e proposte per la celebrazione dell’Anno mariano, 62). Così, ad esempio, agiscono correttamente i fedeli che il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, recitano i misteri gaudiosi e quale «quinto mistero» contemplano l’adorazione dei Magi anziché il ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme. Ovviamente queste sostituzioni vanno operate con ponderazione, con aderenza alla Sacra Scrittura e con proprietà liturgica. 201. (la clausola). Per favorire la contemplazione e perché la mente concordi con la voce, è stato più volte suggerito dai Pastori e dagli studiosi di ripristinare l’uso della clausola, un’antica struttura rosariana peraltro mai completamente scomparsa. La clausola, che si armonizza bene con l’indole ripetitiva e meditativa del Rosario, consiste in una proposizione relativa che segue il nome di Gesù e richiama il mistero enunciato. Una clausola corretta, fissa per ogni decina, breve nell’enunciato, aderente alla Scrittura e alla Liturgia, può costituire un valido aiuto per una recita meditativa del santo Rosario. 202. [omissis]

4. Il repertorio mariano

dalla “fobia mariologica” al rinnovato fervore per Maria Il segno infallibile e inequivocabile per distinguere un eretico, un uomo di cattiva dottrina, un reprobo da un predestinato, è che l’eretico e il reprobo hanno solo disprezzo o indifferenza per la santissima Vergine e si studiano con le loro parole ed esempi di diminuirne il culto e l’amore, apertamente o di nascosto, talvolta sotto speciosi pretesti. (…) Gesù Cristo, oggi come sempre, è frutto di Maria.

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197. Il Rosario o Salterio della Vergine è una delle più eccellenti preghiere alla Madre del Signore. Perciò «i Sommi Pontefici hanno esortato ripetutamente i fedeli alla recita frequente del santo Rosario, preghiera di impronta biblica, incentrata sulla contemplazione degli eventi salvifici della vita di Cristo, cui fu strettamente associata la Vergine Madre. E sono anche numerose le testimonianze di Pastori e di uomini di santa vita sul valore e sull’efficacia di tale preghiera» (Congregazione per il Culto divino, Lettera circolare Orientamenti e proposte per la celebrazione dell’Anno mariano, 62). Il Rosario è una preghiera essenzialmente contemplativa, la cui recita «esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso che favoriscano all’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore» (Paolo VI, Esortazione apostolica Marialis cultu, 47). È espressamente raccomandato nella formazione e nella vita spirituale dei chierici e dei religiosi. 198. La Benedizione delle corone del Rosario [omissis] 199. (Suggerimenti per la recita). Vengono qui dati alcuni suggerimenti che, salvaguardando la natura propria del Rosario, possono renderne più proficua la recita. In alcune occasioni la recita del Rosario potrà assumere un tono celebrativo: «mediante la proclamazione dei passi biblici relativi a ciascun mistero, l’esecuzione in canto di alcune parti, una saggia distribuzione dei vari ruoli, la solennizzazione dei momenti di apertura e di chiusura della preghiera». (Congregazione per il Culto divino, Lettera circolare Orientamenti e proposte per la celebrazione dell’Anno mariano, 62). 200. (La contemplazione dei misteri). (…) Questa distribuzione, se rigidamente osservata, può talvolta dar luogo a un contrasto tra il contenuto dei misteri e il contenuto liturgico del giorno: si pensi alla recitazione dei misteri dolorosi in un Natale che cada di venerdì. In questi casi si può ritenere che «la caratterizzazione liturgica di un determinato giorno prevalga sulla sua collocazione nella settimana; come pure che non sia estraneo alla natura del Rosario compiere, in

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La terza strofa ci invita a cantare Ave Maria nei giorni lieti. Ma la quarta ci dice ancora: Giunto al fin del viver mio Prima di rendere l’animo a Dio Ti dirò ancora nell’agonia Ave Maria, ave Maria.

2- Nel giorno (nella Liturgia e nella Devozione) Tu quando sorge, e quando cade il die, e quando il sole a mezzocorso il parte, saluta il bronzo, che le turbe pie invita ad onorarte. [dall’inno Il Nome di Maria di Alessandro Manzoni, entrato nella liturgia come inno dei Primi Vespri del Comune della Beata Vergine Maria].

* L’Ave Maria – la campana del mattino / mezzogiorno (Angelus-Regina caeli) / sera

* Magnificat – all’ora del Vespro

* Antifona – Dopo Compieta (o al termine delle celebrazioni) L’Ave Maria – L’Angelus . Abbiamo considerato la squilla della sera e la squilla del mattino. Eccoci allora alla campana del mezzogiorno, la campana dell’Angelus, così amata e raccomandata nella civiltà contadina. Al suono dell’Angelus il contadino si fermava dal lavoro nei campi e ritto in piedi si segnava col segno della croce e poi cominciava: Angelus Domini nuntiavit Mariae… Il Magnificat . La stessa Liturgia ci aiuta a scandire la giornata con Maria. Oltre all’Ave Maria, pensiamo al Magnificat, il cantico che innalziamo ogni giorno ai Vespri. Il Magnificat diventa il canto di rendimento di grazie nell’ora della sera, nell’ora in cui il sole volge al tramonto.

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Le antifone mariane. Ricordiamo ancora come, per antica consuetudine, la Chiesa, al termine delle ore, intona una Antifona Mariana. Prassi indicata dalla rubrica all’ora di Compieta, ma possibile ad ogni ora come testimoniato dalla tradizione.

Nell’attuale Breviario vengono riportate delle antifone senza alcun riferimento a un tempo liturgico, fatta eccezione per il Regina caeli indicato per il Tempo pasquale.

Nel Breviario di Pio V, consuetudine che può felicemente essere continuata tutt’oggi, viene assegnata una precisa destinazione di queste quattro antifone dette Maggiori in riferimento ai tempi liturgici: - Alma Redemptoris Mater (O santa madre del Redentore) dalla prima domenica di Avvento al 2 Febbraio

- Ave Regina Caelorum (Ave Regina dei cieli) dal 2 febbraio al Mercoledì della settimana santa

- Regina caeli (Regina dei cieli) Tempo pasquale, dal sabato santo all’ottava di Pentecoste

- Salve Regina (Salve Regina) Dalla festa della S. Trinità all’Avvento Oggi IGLH prescrive semplicemente: “Si conclude con un’antifona della beata Vergine Maria, sciegliendola nelle due serie, in lingua italiana e latina, riportate qui di seguito”. Le antifone sono Alma redemptoris Mater, Ave Regina caelorum, Ave Maria gratia plena, Sub tuum praesidium, Salve Regina, Inviolata, Virgo parens Christi. Le ultime due solo in latino. Come abbiamo detto, solo per il Tempo pasquale è indicata esplicitamente l’antifona Regina caeli. Nel repertorio gregoriano troviamo due melodie per le quattro Antifone maggiori. Una, solenne, è antica, mentre l’altra, più semplice, è molto più recente2. 2 Vedi Approgondimenti, pag. 60

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La seconda parte dello Stabat si apre con le strofe 11-15 che sviluppano questo anelito, rendendolo sempre più esplicito (fac me tecum... crocifixo condolere) fino a farsi presente con Maria presso la croce: “juxta crucem tecum stare”!

11. Sancta Mater, istud agas,

crucifixi fige plagas, cordi meo valide.

12. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide.

13. Fac me tecum pie flere, crucifixo condolere, donec ego vixero.

14. Juxta crucem tecum stare, et me tibi sociare

in planctu desidero.

15. Virgo virginum praeclara, mihi jam non sis amara: fac me tecum plangere.

Le ultime strofe cantano i 4 Novissimi: la morte, il giudizio,

l’inferno e il paradiso. Dall’anelito di conformazione in questa vita (donec ego vixero, cf strofa 13) all’anelito alla conformazione piena nella vita eterna.

Il cambio di vocativo nella s. 19 (Christe) rivela il senso profondo della devozione mariana: il destinatario della preghiera non è Maria, ma “per Matrem” (attraverso la Madre), Cristo.

3. La devozione del Rosario Dal Direttorio su Pietà popolare e Liturgia

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Ciò che emerge con forza ed efficacia nello Stabat Mater è il tema della compartecipazione.

Dopo il quadro introduttivo contemplante Maria dolorosa ai piedi della croce, le strofe 5-7 costituiscono il cuore teologico e la chiave di lettura del testo. Ci sentiamo coinvolti in una duplice domanda:

5. Quis est homo qui non fleret,

Matrem Christi si videret in tanto supplicio?

6- Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari

dolentem cum Filio?

La lettura in latino ci aiuta a cogliere come sia importante la dimensione del «Con»:

Con – tristari. Con-templari Cum filio.

Maria è la con-forme al Figlio. E la partecipazione dell’uomo al dolore di Maria per il Figlio porta l’uomo a configurarsi alla passione di Cristo, riconoscendo nel proprio peccato la causa di questo patire...

9. Eja, Mater, fons amoris

me sentire vim doloris, fac ut tecum lugeam.

10. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum,

ut sibi complaceam.

Nelle strofe 9-10 l’uomo si rivolge a Maria: “fac... fac” nel desiderio di patire “con” Maria per “com-piacere a Cristo”. Lo stato del cuore (“ardeat cor meum”) è l’amore: Maria è invocata come fons amoris, affinché anche il cuore dell’uomo possa ardere come il suo in amando Christum Deum.

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3- Nella settimana (nella Liturgia e nella Devozione)

•••• la memoria di Maria in Sabato. Fin dal Medioevo, prima in

ambito monastico, poi in tutta la Chiesa, il sabato è celebrato con un particolare riferimento a Maria:

- come il Sabato precede e porta alla Domenica, giorno del Signore… così la memoria di Maria in sabato precede e accompagna la celebrazione della Pasqua settimanale di Cristo.

Pensiamo davvero al sabato santo, secondo giorno del Triduo. Il

sabato è il giorno del sepolcro, il giorno del silenzio, il giorno in cui la Chiesa non celebra riti, perché il Cristo riposa nel grembo della terra. È… l’ora della Madre.

Noi settimanalmente viviamo la Pasqua nella domenica. Ma la Pasqua è sempre un triduo. Non è mai solo risurrezione. Il sabato ci aiuta a vivere la Pasqua nella sua pienezza. Maria ci aiuta a vivere la Pasqua nella sua pienezza.

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4- Nell’anno

* solennità, feste, memorie - SCHEMI

SOLENNITÀ del Signore con dimensione mariale

* Annunciazione del Signore 25 marzo (9 mesi prima del S. Natale)

* Presentazione del Signore 2 febbraio

(a 40 gg. dal S. Natale) SOLENNITÀ mariane

* Immacolata concezione 8 dicembre * Santa Maria Madre di Dio 1 gennaio

(nell’Ottava del S. Natale) * Assunzione 15 agosto FESTE Mariane

* Natività di Maria 8 settembre * Visitazione 31 maggio MEMORIE mariane

* Madonna di Lourdes 11 febbraio memoria fac.

* Madonna di Fatima 13 maggio memoria fac.

* Cuore Immacolato di Maria sabato dopo la II domenica dopo Pentecoste memoria

* Madonna del Carmelo 16 luglio memoria fac.

* Dedicazione della basilica di S. Maria Maggiore 5 agosto memoria fac.

* Maria Regina 22 agosto memoria (nell’Ottava dell’Assunta)

* SS. Nome di Maria 12 settembre memoria fac. 67

11. Sancta Mater, istud agas, crucifixi fige plagas, cordi meo valide.

12. Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide.

13. Fac me tecum pie flere, crucifixo condolere, donec ego vixero.

14. Juxta crucem tecum stare, et me tibi sociare in planctu desidero.

15. Virgo virginum praeclara, mihi jam non sis amara: fac me tecum plangere.

16. Fac ut portem Christi mortem, passionis fac consortem, et plagas recolere.

17. Fac me plagis vulnerari, fac me cruce inebriari, et cruore Filii.

18. Flammis ne urar succensus, per te, Virgo, sim defensus in die judicii.

19. Christe, cum sit hinc exire, da per Matrem me venire ad palmam victoriae.

20. Quando corpus morietur, fac ut animae donetur Paradisi gloria. Amen.

11. Santa Madre, questo fa, imprimi le piaghe del crocifisso fortemente nel mio cuore.

12. Del tuo figlio vulnerato, che tanto si è degnato di patire per me, dividi le pene con me.

13. Fa che io con te piemente pianga, con il crocifisso possa condolere, finché vivrò.

14. Presso la croce stare con te, e associarmi a te in pianto desidero.

15. Illustre Vergine delle vergini, ora non essermi amara: fa che con te io pianga.

16. Fa che io porti la morte di Cristo, fammi consorte della passione e mediti le piaghe.

17. Fa che io sia vulnerato dalle piaghe, fa che mi inebri della croce, e del sangue del Figlio.

18. Che non arda bruciato dalle fiamme, per te, Vergine, sia difeso nel giorno del giudizio.

19. Cristo, quando starò per uscire da qui, concedi attraverso la Madre che io venga alla palma della vittoria.

20. Quando il corpo morirà, fa che all’anima sia donata la gloria del Paradiso. Così sia.

[nostra traduzione

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Stabat Mater

1. Stabat Mater dolorosa juxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius.

2. Cujus animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius.

3. O quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti!

4. Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat Nati poenas inclyti.

5. Quis est homo qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio?

6- Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari dolentem cum Filio?

7. Pro peccatis suae gentis, vidit Jesum in tormentis, et flagellis subditum.

8. Vidit suum dulcem natum, moriendum desolatum, dum emisit spiritum.

9. Eja, Mater, fons amoris me sentire vim doloris, fac ut tecum lugeam.

10. Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam.

1. Stava la Madre dolorosa lacrimosa presso la croce, mentre pendeva il Figlio.

2. La cui anima gemente contristata e dolente trafisse una spada.

3. O quanto triste ed afflitta fu quella gloriosa benedetta Madre dell’Unigenito!

4. Che piangeva e si doleva, la pia Madre, mentre vedeva le pene del nobile Figlio.

5. Chi è quell’uomo che non piangerebbe, al vedere la Madre di Cristo in così grande supplizio?

6. Chi potrebbe non contristarsi nel contemplare la Madre di Cristo dolente con il Figlio?

7. Per i peccati della sua gente, vide Gesù nei tormenti, e sottoposto ai flagelli.

8. Vide il suo dolce figlio, morire desolato, mentre emise lo spirito.

9. Orsù, Madre, fonte dell’amore fa che io senta la forza del dolore, fa che con te io pianga.

10. Fa che arda il mio cuore nell’amare Cristo Dio, affinché a Lui io possa compiacere.

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* Vergine Addolorata 15 settembre - (il giorno dopo l’Esaltazione

della S. Croce) memoria

* Madonna del Rosario 7 ottobre memoria

* Presentazione di Maria al Tempio 21 novembre memoria * memoria di Maria in sabato facoltativa - i mesi mariani

La genesi della devozione dei mesi mariani nella nostra tradizione occidentale (maggio e ottobre), a differenza di quanto accade nella tradizione delle chiese d’Oriente, non è legata al ciclo dell’anno liturgico, quanto a particolari eventi. Da un punto di vista teologico e liturgico, il primo e fondamentale “mese” mariano è il tempo di Avvento. Riportiamo, per maggiore chiarezza e completezza, l’Istruzione della Congregazione per il Culto divino:

La pratica di un «mese mariano» è diffusa in varie Chiese sia dell’Oriente sia dell’Occidente. Ma,

- mentre in Oriente il «mese della Vergine» è in stretta connessione con la liturgia,

- in Occidente i mesi dedicati alla Madonna, sorti in un’epoca in cui si faceva scarso riferimento alla liturgia come a forma normativa del culto cristiano, si sono sviluppati indipendentemente dal ciclo liturgico.

Ciò ha posto e pone tuttora alcuni problemi di indole liturgico-pastorale che non possono essere ignorati.

Limitatamente alla consuetudine occidentale di celebrare un «mese mariano» in maggio (in novembre, in alcuni paesi dell’emisfero australe), in ottobre e, secondariamente, in settembre, sarà opportuno tenere presente quanto segue:

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a) tenendo conto delle esigenze della liturgia, delle attese dei

fedeli, della loro maturazione nella fede, la problematica posta dai «mesi mariani» dovrebbe essere studiata nell’ambito della «pastorale d’insieme» della Chiesa locale; si eviterebbero in tal modo situazioni di contrasto pastorale che disorientano i fedeli, come accadrebbe, ad esempio, se ci si limitasse ad abolire il «mese di maggio»;

b) in molti casi la soluzione più opportuna sarà quella di armonizzare i contenuti del «mese mariano» con il concomitante tempo dell’Anno liturgico. Così, ad esempio, durante il mese di maggio i pii esercizi dovranno mettere in luce soprattutto la partecipazione della Vergine al mistero pasquale e all’evento pentecostale che inaugura il cammino della Chiesa;

c) in ogni caso dovrà essere diligentemente seguita la direttiva della costituzione Sacrosanctum Concilium sulla necessità che «l’animo dei fedeli sia indirizzato prima di tutto verso le feste del Signore, nelle quali, durante il corso dell’anno, si celebrano i misteri della salvezza»;

d) un’opportuna catechesi convincerà i fedeli che la domenica, memoria ebdomadaria della Pasqua, è «il giorno di festa primordiale», per cui la celebrazione della domenica esula da qualunque computo relativo ai «mesi mariani» e nessun elemento celebrativo del Giorno del Signore può essere subordinato alle esigenze devozionali dei mesi dedicati alla beata Vergine;

e) si dovrà mostrare ai fedeli che la liturgia romana ha già un suo «mese della Vergine», armonicamente inserito nello svolgimento dell’Anno liturgico: il tempo di Avvento. Tale informazione tuttavia non dovrà limitarsi a creare un convincimento teorico, ma dovrà essere tradotta in celebrazioni liturgiche che, tenendo conto della sensibilità dei fedeli, valorizzino effettivamente i numerosi riferimenti a santa Maria nel tempo di Avvento.

[Congregazione per il Culto divino, Istruzione 1987]

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Stabat Mater – VI modo – inno strofico

i 7 dolori della beata Vergine Maria

1- profezia dell’anziano Simeone a Maria nel tempio “E anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35)

2- la fuga in Egitto della sacra famiglia “Giuseppe destatosi, prese con sé il Bambino e sua Madre nella notte e fuggì

in Egitto” (Mt 2,14) 3- il ritrovamento di Gesù tra i dottori del tempio “«Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti

cercavamo». (Lc 2,48) 4- Maria segue Gesù sulla via del Calvario 5- Maria ai piedi della croce “Stavano presso la croce di Gesù sua madre...” (Gv 19,25-27) 6- Maria alla deposizione di Gesù (la Pietà)

7. Maria vede seppellire Gesù

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Emblematica è la Colletta del 15 settembre, che sintetizza in modo mirabile il contenuto della devozione: O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata: fa' che la santa Chiesa, associata con lei alla passione del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione.

La Chiesa si associa a Maria, alla sua conformazione al Figlio. Maria è la conforme al Cristo, e noi ci associamo a lei e con lei alla Passione del suo Figlio.

Il tema di Maria accanto alla croce del Figlio è evidenziato nel repertorio della Messa fin dal canto di Ingresso (Stabat iuxta crucem Iesu) e soprattutto con la Sequenza, lo Stabat Mater.

Lo Stabat Mater. Il testo, in sorta di planctus, è attribuito a Jacopone da Todi. La melodia nel II modo risale allo stesso secolo di Jacopone, il XIII; la melodia nel VI modo, più semplice, è più recente. Con l’istituzione della festa Septem dolorum B.M. Virginis lo Stabat Mater è inserito nella Messa come sequenza e nell’Ufficio come Inno. Nell’ambito delle devozioni è tipico il suo utilizzo nella Via crucis. Nei tre ambiti viene impegnato un diverso numero di strofe:

- nella Messa - come “sequenza” dopo l’acclamazione al Vangelo Melodia in II modo (XIII o forse XIV sec.)

20 strofe nella struttura classica di sequenza a versi paralleli.

- nell’Ufficio - come Inno Vengono proposte le prime 10 strofe (fino a “Fac ut ardeat”) – Le seconde 10 ev. alle Lodi

La melodia adottata è quella in VI modo, più semplice, sillabica. Struttura strofica, ad inno.

Oggi il Breviario romano distribuisce le strofe del planctus tra Ufficio delle Letture, Lodi e Vespri.

- nella Via Crucis - 14 strofe, una per stazione + l’ultima strofa La devozione della Via Crucis è attestata già nella prima metà del XVII secolo, ma ebbe la sua più ampia diffusione più tardi, con san Leonardo da Porto Maurizio († 1751)

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IV - la solennità dell’ ASSUNZIONE

L’origine della devozione e della solennità liturgica dell’Assunzione va cercata indietro nel tempo, fino ad arrivare al II-III secolo.

Già nei primi tempi della Chiesa si diffonde la credenza che il corpo di Maria dopo la morte non abbia conosciuto la corruzione del sepolcro, come è testimoniato negli Apocrifi (Domitio Mariae). La tradizione vuole che a Gerusalemme sia sorta una chiesa dedicata all’assunzione fin dal IV secolo, con una festa il 15 agosto.

L’operetta siriana del IV secolo Obsequia beata Maria Virginis descrive come l’anima di Maria, dopo la morte, si riunisce al corpo.

Nel sec V l’antica festa di Gerusalemme alla Madre di Dio si estende alla Chiesa d’Oriente come festa della «Dormizione di Santa Maria» (dormizione e assunzione al cielo secondo la tradizione apocrifa sul transito della Vergine).

Altri importanti testi che testimoniano la fede e la devozione nella assunzione della Vergine sono nel VI secolo la Dormizione della santa Madre di Dio, attribuita a Giovanni il Teologo ed il Transito della Beata Vergine Maria dello pseudo Giuseppe d’Arimatea.

Ai primi del sec. VII in Oriente la Dormizione è ormai una festa ampiamente diffusa. L’imperatore Maurizio la impone come obbligatoria.

Trattandosi di una tradizione apocrifica, l’Occidente ha sempre

frenato la piena accoglienza e l’ufficializzazione liturgica e dogmatica della festa.

Un passo molto importante per l’introduzione della devozione in Occidente, come anche per altre feste di origine orientale, avviene con l’elezione al soglio pontificio di Sergio I, di origine siriana, che istituisce la festa liturgica. Vengono rivisti alcuni formulari già usati precedentemente in chiese locali e viene istituita una processione. Nell’orazione “Veneranda nobis” viene proclamato che Maria “subì la morte temporale, ma tuttavia non poté essere trattenuta dai legami della morte”.

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Perché l’assunzione di Maria sia riconosciuta come dogma della

fede occorrerà invece attendere il XX secolo, con Pio XII e la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus (1950). Un passo molto bello di questa costituzione è riportato come lettura nell’Ufficio dell’Assunzione. Vengono citati importanti passi tratti dai Padri, a testimonianza dell’antica e fondata fede e devozione nel mistero dell’Assunzione.

Con la proclamazione del dogma dell’Assunzione come mistero della glorificazione di Maria in corpo e anima assunta in cielo, viene contemplata in pienezza la conformazione di Maria a Cristo risorto. Nello stesso tempo, Maria assunta è icona escatologica della Chiesa e profezia della risurrezione della carne:

“[…] dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.

La Liturgia bizantina e l’icona della Dormizione - Koimesis

Cerchiamo di entrare allora nello spirito di questa devozione e di questa solennità. Lo facciamo con l’aiuto di chi l’ha vissuto e coltivato per primo, ossia i nostri fratelli della Chiesa d’Oriente.

Ciò che noi crediamo di Maria è la piena conformazione al suo Figlio. Lo comprendiamo bene partendo da come i fratelli di rito bizantino chiamano questa festa: la Dormizione (Koimesis3) di Maria. Maria secondo la tradizione degli apocrifi, quindi, muore (entra nel sonno della morte), è sepolta, resta nel sepolcro (cimitero, luogo dei dormienti) 3 giorni, quindi viene assunta dal Figlio risorto al cielo.

3 Cf il luogo di sepoltura dei cristiani è detto cimitero, da koimiterion, e significa: “luogo dei dormienti”. 63

2. La Vergine addolorata e lo Stabat Mater

Come abbiamo visto8, fino alla riforma del Concilio Vaticano II

c’erano due feste liturgiche riferite alla devozione di Maria addolorata.

La più antica era quella che si celebrava il venerdì dopo la domenica detta “di Passione”. L’origine della devozione risale al medioevo con un particolare sviluppo nei paesi di area germanica. Verso la fine del secolo XVI papa Sisto IV approva la Messa, che già localmente veniva celebrata, e iscrive la festa nel martirologio. Una data importante per la storia di questa festa è il 1727, data nella quale Benedetto XIII fissa la data del venerdì dopo la domenica di Passione con il nome di Festum septem dolorum (La festa dei sette dolori di Maria).

La data del 15 settembre, invece, nasce come Ottava della

Natività. Tra l’XI e il XII secolo sono molte le forme di pietà popolare rivolte alla figura di Maria addolorata. Pensiamo ad esempio alla forma letteraria e musicale del planctus.

Nel XIII secolo, una vicenda connessa alla nascita dell’ordine dei padri Serviti, contribuisce allo sviluppo della devozione a Maria addolorata. Siamo in Toscana. L’immagine della Vergine venerata in un dipinto prende vita e si alza a lutto e piange per l’odio fratricida che divideva la città di Firenze. Nel 1668 è data l’autorizzazione alla celebrazione di una festa speciale la terza domenica di settembre. La data fissa del 15 settembre viene stabilita da papa Pio VII soltanto nel 1814.

In entrambi le tradizioni, la devozione è strettamente collegata a due momenti della celebrazione annuale del Mistero di Cristo: la settimana santa e l’esaltazione della Santa Croce.

8 Cf pag. 54

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Ave Regina Caelorum Melodia solenne – in VI modo - testo poetico in 8 versi ottonari (in due quartine) ritmati e rimati a

due a due - melodia posteriore al sec XIII - breviario di Pio V – dalla festa della Purificazione al Mercoledì

della Settimana Santa Melodia semplice - in VI modo

- XX sec. (dom Pothier monaco di Solesmes)

Versione semplice

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“Oggi il cielo apre il suo grembo per ricevere colei che ha partorito colui che l’universo non può contenere”

“Viene trasferita alla vita colei che è madre della vita”

“Tu che sei stata sacrario della vita, hai raggiunto la vita. Attraverso la morte infatti sei passata alla vita, tu che hai partorito la vita”. [dalla Liturgia bizantina]

Nella Liturgia bizantina 2 feste mariane fanno da cornice

all’intero anno liturgico. All’inizio dell’anno liturgico, l’8 settembre, la Natività di Maria. E il 15 agosto, alla fine del calendario liturgico, la Dormizione. Poste quindi all’inizio e alla fine del calendario liturgico queste due feste mariane ci aiutano a contemplare Maria quale modello del cammino che ogni uomo è chiamato a compiere nell’impegno di conformazione al mistero salvifico di Cristo.

Le due feste hanno in comune le stesse letture per i Vespri, letture di grande portata simbolica:

•••• la scala di Giacobbe – Gn 28 •••• la porta chiusa che solo il Signore può varcare – Ez 43-44 •••• la Sapienza si costruisce la casa – Pr 9

L’icona della Dormizione IX-X sec – l’iconografia della Dormizione riflette il racconto apocrifo della Dormitio – divenuta parte integrante delle letture della festa; e assume i temi della riflessione patristica:

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La “Dormizione azzurra” – Scuola di Tver’ (XV sec) – ispirata a un modello di Rublev – Galleria Tretjakov, Mosca

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Alma Redemptoris Mater Melodia solenne – in V modo - testo poetico in sei esametri - melodia attribuita a Ermanno il Contratto (?) – XI sec - breviario di Pio V – dall’Avvento alla festa della Purificazione (2

febbraio) Melodia semplice - in V modo - XIX-XX sec. (dom Pothier op. dom Fonteinne, monaci di

Solesmes) Versione semplice

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Melodia semplice - in V modo - XVII sec. (Henry Dumont opp. François Bourgoing)

25

1 – sullo sfondo la città di Gerusalemme, dove, secondo gli apocrifi, è morta Maria. 2 - gli apostoli giungono

portati dagli angeli su delle nuvole a forma di conchiglia…

3 – con il loro movimento centripeto convergono verso il centro dell’icona indicando il Cristo con la mano. Il centro dell’Icona non è la Vergine Madre, ma il Cristo.

4 – sotto, gli apostoli chinati attorno al corpo della Vergine.

5 - Pietro a capo del letto; Paolo ai piedi; i due principi della Chiesa sono posti come a poppa e prua di una nave, la Chiesa-Maria il cui albero e vela è il Cristo.

6- Giovanni (vegliardo) posa la testa sul cuscino come l’aveva

posato sul petto del Signore; tra gli apostoli, ai due lati, figurano delle donne e due personaggi in abiti vescovili che la tradizione individua in due discepoli di Paolo (Dionigi Areopagita, vescovo di Atene e Timoteo, vescovo di Efeso) e il gregge del popolo cristiano.

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Quando nostro Signore Gesù Cristo decise di avere per sempre accanto a sé sua Madre, inviò l'arcangelo Gabriele perché le manifestasse questo desiderio, rivelandole il giorno del trapasso. [...] L'Angelo, nunzio di gioia e di amore, si recò da Maria e disse: «Questo dice tuo Figlio: è ora che mia madre sia sempre con me, non ti sconvolgere per tutto ciò perché passi alla vita eterna». La Madre santa esultò, tuttavia espresse il desiderio di rivedere gli apostoli. Il messaggero di Dio le rispose: «Verranno a te, canteranno degli inni al tuo cospetto e faranno i tuoi funerali». Si appresti una nube che si estenda ed abbracci il mondo e le ali dei venti conducano dai confini della terra a Sion gli apostoli. [...] Alzate i vostri occhi, o popolo di Dio, alzateli! Ecco in Sion l'arca del Signore degli eserciti ed intorno ad essa gli apostoli son venuti di persona per rendere gli onori funebri al corpo, principio di vita e ricettacolo di Dio. [Transitus]

7 - gli sguardi di tutti convergono verso il corpo della Madre;

Maria è avvolta nell’omophorion e riposa su un drappo color fuoco chiaro (cf Icona della Natività) che illumina i volti degli apostoli chini su di lei. Sotto il catafalco due candele, simbolo della Chiesa orante e del mistero stesso contemplato nell’icona.

8 - due movimenti contrapposti e complementari: * Maria nelle sue due nature:

- in basso, quella umana, in posizione orizzontale, in struttura geometrica quaternaria, rettangolare;

- in alto Maria assunta nella vita divina, nella verticale, portata dagli angeli al culmine del movimento ascensionale in

Approfondimenti:

1. Le Antifone mariane maggiori

Salve Regina

Melodia solenne – in I modo - testo di autore incerto tra il XI e XII sec - prosa ritmica in forma libera composta di sei frasi e 3 invocazioni

conclusive - breviario di Pio V – al termine delle Ore dalla festa della SS.

Trinità all’Avvento escluso.

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Gianmartino Maria Durighello – Dispense – Roma 2012 58

Salmo [1Sam 2,1.4-8] Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore. Communio [Cf Lc 11,27]

Beata la Vergine Maria, che ha portato in grembo il Figlio dell'eterno Padre. Beáta víscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium.

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una triplice sfera di gloria (sfera, elemento ternario). Qui, seduta, si rivolge all’umanità con la mano in segno di rassicurazione e benedicente protezione:

“Nella tua maternità sei rimasta vergine, nella tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio. Sei stata trasferita alla vita, tu che sei Madre della vita e riscatti le nostre anime dalla morte con la tua intercessione” (Tropario dei Grandi Vespri)

9 - Perno e ponte tra queste due realtà, al centro, il Figlio Risorto, che prende tra le braccia la piccola Madre avvolta in bianche fasce e dalla terra la porta al cielo. L’anima che sale al cielo non è un’anima disincarnata!

* Sul piano simbolico, la mediazione-incontro

tra il quadrato-terra e il cielo-sfera è la croce-risurrezione resa dall’intersecarsi della verticale del Cristo con la linea orizzontale del corpo della Madre: una Tau rovesciata, simbolo di risurrezione.

* La linea verticale, che

segna il centro dell'icona, e scende a formare una croce, è la linea della mediazione tra cielo e terra, linea di benevolenza di Dio per gli uomini che vuole incontrare quella orizzontale, posta in basso, caratterizzata dal corpo della Madre, l’umanità che attende il suo Salvatore, come terra che attende il seme.

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È il tema dell’incontro tra Dio e l’uomo, e della vittoria definitiva della vita sulla morte.

* sul piano cromatico il dialogo-incontro è tra l’azzurro (cielo) e il rosso (terra).

10- Sopra il Cristo, si aprono le porte del cielo e due Angeli accolgono nella sfera di gloria Maria. Ancora una volta l’icona ha la stessa struttura dell’architettura di una chiesa, e la stessa struttura di una liturgia eucaristica!

La tomba e la morte non prevalsero sulla Madre di Dio che prega incessantemente per noi e resta ferma speranza di intercessione. Infatti Colui che abitò un seno sempre vergine, ha assunto alla vita colei che è la Madre della Vita.

[Kontakion della Dormizione di san Cosma vescovo di Maiuma]

In alcune icone appaiono in basso due figure di più piccole dimensioni. Il riferimento è alla vicenda apocrifo-leggendaria del pontefice Geufonio, il quale, ingelosito per la devozione così profonda degli apostoli, avrebbe pensato di rovesciare il catafalco su cui è distesa Maria. In quell’istante un angelo del Signore scende e mozza le mani del patriarca. Egli si pente, e le mani ritornano a congiungersi al corpo. Così egli può riprendere integro la sua lode e devozione a Maria4.

Lo sfondo dorato indica sempre la Gloria. Ciò significa che

Maria è già introdotta nella Gloria mentre tutto questo avviene attorno a lei5.

4 L’episodio di Geufonio o Eufonio ci è stato riportato da Anna Passarini. 5 Contributo di sr Marina Poglianich.

Gianmartino Maria Durighello – Dispense – Roma 2012 57

10. PRESENTAZIONE DI MARIA AL TEMPIO 21 novembre - memoria

Origine

- origine antica - si rifà al Protovangelo di Giacomo - leggende apocrife

- dedicazione della Chiesa di S. Maria Nuova a Gerusalemme – 21 novembre

- VII sec. diffusa in tutto Oriente - in Occidente è accolta solo nel 1371 da Gregorio IX - 1585 - Sisto V la estende alla Chiesa universale - XV sec. rapida diffusione in Occidente

Contenuto

La prima offerta di sé di Maria diviene modello di ogni anima che si consacra al Signore.

Repertorio per la Messa Dal Graduale Romanum

Introito Vultum tuum deprecabuntur Offertorio Afferentur... post eam Communio Diffusa est gratia Dal Messale – Lezionario

Introito [ Sedulio] Salve, Madre Santa, tu hai dato alla luce il Re, che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno.

Salve, sancta parens, eníxa puérpera Regem, qui cælum terrámque regit in sæcula sæculórum.

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Repertorio per la Messa

Dal Graduale Romanum

Introito Vultum tuum deprecabuntur Offertorio Ave Maria Communio Florete flores e Sal 44 Dal Messale – Lezionario

Introito [ Lc 1,28.42]

Ave, Maria, piena di grazia: il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno.

Ave, María, grátia plena, Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus, et benedíctus fructus ventris tui. Salmo [Sal 8] Il Signore governerà il mondo con giustizia. Communio [Lc 1,31]

L'angelo disse a Maria: «Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio e gli porrai nome Gesù». Ecce concípies in útero, et páries fílium, et vocábis nomen eius Iesum.

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Repertorio –Messa della Vigilia e Messa del Giorno

Invito a prendere in attenta considerazione i testi della Liturgia nella solennità del’Assunzione, a cominciare da quelli della Messa della Vigilia (al di là che sia da noi frequentata, oppure no).

Sappiamo bene che la solennità dell’Assunzione cade in un periodo dell’anno che coincide con le vacanze. L’Assunta è… Ferragosto. L’assemblea riunita per l’eucaristia difficilmente è la consueta comunità domenicale. O per l’assenza appunto di membri che si trovano in vacanza, o viceversa per la presenza di nuovi fratelli, che sono in villeggiatura o emigranti rientrati nel paese d’origine… Alcune comunità celebrano in ogni caso con grande solennità tale festa, e in taluni luoghi è vivo il bisogno di coltivare anche la devozione popolare oltre che il convenire liturgico. Proprio perché Devozione popolare e Liturgia devono essere strettamente congiunte (la Devozione nasce dalla Liturgia e porta alla Liturgia) è opportuno un attento studio dei testi liturgici che potranno efficacemente essere utilizzati nelle devozioni. La Prima Lettura della Messa della Vigilia, dal Primo Libro

delle Cronache, è il racconto del solenne trasporto dell’Arca nella tenda. Ricordiamo che nel popolo dell’Esodo la tenda diventa il luogo dell’incontro tra Dio e il suo popolo. E quando il popolo giungerà nella terra promessa e costruirà il tempio, nel tempio costruirà una tenda (lat. Tabernaculum), il Santo dei Santi, luogo supremo dell’incontro tra Dio e il suo popolo.

Guardiamo alla tenda, al tabernacolo. È il luogo quindi della presenza di Dio con noi. Ma il fatto che sia una tenda ci ricorda ancora che ogni nostro cammino è un cammino nel deserto, è un esodo, un cammino pasquale.

Quindi gli Israeliti – dice il Libro delle Cronache – “introdussero (…) l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa”.

Maria è chiamata arca, è chiamata tenda, è chiamata tabernacolo. La lettura di questi testi è fondamentale per comprendere e gustare e vivere con coscienza la lode di Maria negli attributi che la Chiesa

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nella storia le ha assegnato. Pensiamo ad esempio al canto delle Litanie.

Guardiamo ancora ad un'altro testo che la Liturgia ci propone in questa solennità, quello del Prefazio: “In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza”.

Maria è venerata come primizia e immagine della Chiesa. Allo stesso tempo ella è il culmine, il frutto più eccelso della redenzione e in quanto tale l’immagine e la profezia di ciò che la Chiesa è chiamata ad essere.

Ecco perché non è sempre facile nei testi della preghiera distinguere tra Chiesa e Maria. Di chi stiamo parlando? Di Maria o della Chiesa? Rispondiamo che stiamo parlando e di Maria e della Chiesa, perché appunto Maria è l’immagine e la primizia della Chiesa.

~

Venendo alla Messa del Giorno vorrei sottolineare il testo del canto di Introito, un testo tutto impreziosito di simboli ed immagini allegoriche.

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna ammantata di sole, (la nuova traduzione della Cei

recita “vestita di sole”, molto più povero ed inesatto. L’immagine è quella di una donna appunto ammantata, rivestita tutta di un manto)

con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle. Il testo è tratto dal capitolo 12 del libro dell’Apocalisse. Subito

dopo la visione nel testo è descritta la grande battaglia tra la donna, il bambino e il drago. La Tradizione ha sempre riferito a Maria e quindi alla Chiesa la lettura simbolica di questo passo.

L’immagine della donna con la luna sotto i suoi piedi e coronata di dodici stelle attinge a due importanti fonti, una biblica ed una extrabiblica.

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9. MADONNA DEL ROSARIO7

7 ottobre - memoria Origine

La devozione del Rosario - XIII sec. - Pietro da Verona e le Confraternite del Santo rosario - 1208 – apparizione della Vergine a san Domenico (credenza

diffusa da Alano della Rupe) - schema a 3 cicli di misteri (gaudioso, doloroso, glorioso) con

150 Ave Maria, in analogia con i 150 salmi del Salterio - il Rosario è il Salterio di Maria (o Salterio dei poveri).

- 2002 – Giovanni Paolo II aggiunge i misteri luminosi.

La festa: - 7 ottobre 1571 - Battaglia di Lepanto - Pio V attribuisce la vittoria alla preghiera che il popolo

cristiano con il rosario aveva rivolto alla Vergine (“Madonna della Vittoria”)

- Gregorio XIII muta il nome della festa in “Madonna del Rosario”

- 1716 Clemente XI la estende alla Chiesa universale - 1877 - Leone XIII - dota la festa di una Messa e di un Ufficio

proprio - Pio X - dalla prima domenica di ottobre alla data fissa del 7

Ottobre

Contenuto

Il mistero di Cristo, nel gaudio, nel dolore e nella gloria, vissuti nel cammino di Maria con il suo Figlio.

7 Per un approfondimento sulla devozione del Rosario cf pag. 71

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e anche a te una spada trafiggerà l'anima».

Dixit Símeon ad Maríam: Ecce, pósitus est hic in ruínam et in resurrectiónem multórum in Isræl, et in signum cui contradicétur; et tuam ipsíus ánimam pertransíbit gládius. Salmo [Sal 30] Salvami, Signore, per la tua misericordia. Sequenza – facoltativa [Stabat Mater]6 Canto al Vangelo Beata la Vergine Maria, perché senza morire meritò, sotto la croce del Signore, la palma del martirio. Communio [1 Pt 4,13]

Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate gioire ed esultare. Communicántes Christi passiónibus, gaudéte, ut et in revelatióne glóriæ eius gaudeátis exsultántes.

6 Vedi sezione Approfondimenti pag. 64

31

Il riferimento biblico va al libro della Genesi e a un sogno di Giuseppe. Giuseppe sogna che 11 stelle (i suoi fratelli) insieme al sole e alla luna (suo padre Giacobbe-Israele e sua madre) si inchinavano davanti a lui. Nel contesto ebraico quindi le dodici stelle rappresentano i dodici figli di Israele e le rispettive tribù. Il Cristianesimo, nascendo dall’ebraismo e riconoscendosi come novello Israele, vede nelle dodici stelle i dodici apostoli, i nuovi capostipiti e guida del gregge-popolo. Il sole è innanzitutto Cristo, lo sposo. La donna è ammantata di sole, completamente congiunta al suo sposo.

Nel commentare l’immagine della luna sotto i piedi della donna i Padri in genere non vedono un gesto negativo, non vedono cioè l’azione di piedi che schiacciano, calpestano. La luna è piuttosto uno sgabello sul quale la donna posa i suoi piedi. Qualche Padre sottolinea invece il carattere di mutevolezza cui è legata la simbologia lunare, allo scopo di ricordare come le cose di questo mondo sono caduche e passano. Non sono le cose di questo mondo le cose in cui devo occuparmi, ma devo guardare il cielo e occuparmi delle cose del Sole.

Quello che emerge da questo mirabile testo è quindi molto bello. Un segno, un segno che ci mostra una donna che è una sposa. Una sposa tutta ammantata del suo sposo.

Dimensione che è confermata dagli altri testi della Liturgia. Il

Salmo responsoriale ad esempio, il 44, è il salmo della fanciulla chiamata alle nozze del re.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. Il re è invaghito della tua bellezza. (…)

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Messa della Vigilia – Introito Gloriósa dicta sunt de te, María, quæ hódie exaltáta es super choros Angelórum, et in ætérnum cum Christo triúmphas.

Grandi cose di te si cantano, o Maria; oggi sei stata assunta sopra i cori degli Angeli e trionfi con Cristo in eterno. Oppure Vultum tuum deprecabuntur omnes divites plebis. Adducentur regi virgines, post eam proximae eius adducentur tibi in laetitia et exsultatione.

Ps. Eructavit cor meum verbum bonum, Dico ego opera mea regi. 1 Lettura 1 Cr 15,3-4.15-16 – Il trasporto dell’arca nella tenda

[…] Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa […]

Salmo Responsoriale Dal Salmo 131

Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza.

Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata, l’abbiamo trovata nei campi di Iàar. 53

- venerdì dopo la domenica di Passione * la più antica * 1423 Colonia - Festa della Compassione di Maria * fine sec XV papa Sisto IV approva la Messa e iscrive la festa

nel Martirologio * 1727 Benedetto XIII impone il venerdì dopo la domenica di

Passione e dà il nome Festum Septem Dolorum - 15 settembre (anticamente 8a della Natività - Innocenzo IV

1245) * XI-XII secolo – devozioni popolari, laudi e planctus… (cf

Stabat mater, Jacopone) * XIII connessa alla nascita dell’Ordine dei Serviti 1233

(Compagnia di Maria Addolorata o dei Servi di Maria) – visione dell’icona della vergine che si anima a lutto per l’odio fratricida che divideva la città di Firenze;

* 1668 autorizzazione a celebrare una festa speciale la terza domenica di settembre

* Pio VII - festa fissa (1814)

Repertorio per la Messa

Dal Graduale Romanum

Introito Stabant iuxta crucem Iesu (Sequenza) Stabat Mater Offertorio Recordare Virgo Mater Communio Redìme me, Deus Dal Messale – Lezionario

Introito [Lc 2,34-35]

Simeone disse a Maria: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione,

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Salmo [Gdt 13,18-20]

Benedetta sei tu, Maria, fra tutte le donne. Communio [Lc 1,45]

Beata sei tu, Vergine Maria, perché hai creduto al compimento delle parole del Signore.

Beáta es, quæ credidísti, quóniam perficiéntur ea, quæ dicta sunt tibi a Dómino. 7- SS. NOME DI MARIA 12 settembre – memoria facoltativa

Origini e Contenuto

- 1513, concessione di celebrare la festa nella diocesi di Cuenca (Spagna);

- soppressa da Pio V, fu ripristinata da Sisto V; - 1671, la festa è celebrata nel Regno di Napoli e a Milano; - 12 settembre 1683 – i Polacchi guidati da Giovanni III

Sobieski sconfiggono i Turchi che assediavano Vienna; - Innocenzo XI in rendimento di grazie per la vittoria sui Turchi

estende la festa alla Chiesa universale fissandola la domenica fra l’Ottava della Natività;

- Pio X riporta la festa al 12 settembre.

Repertorio per la Messa

Introito e Communio dal Comune – cf Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore 8. VERGINE ADDOLORATA 15 settembre il giorno dopo l’Esaltazione della S. Croce - memoria

Origine

- fino al 1960 2 feste:

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Entriamo nella sua dimora, prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.

I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia ed esultino i tuoi fedeli. Per amore di Davide, tuo servo, non respingere il volto del tuo consacrato.

Sì, il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza: «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l’ho voluto».

Seconda Lettura 1 Cor 15, 54-57 – Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.

Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». […]

Canto al Vangelo Lc 11,28

Alleluia, alleluia. Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano. Alleluia.

Vangelo Lc 11,27-28 – Beato il grembo che ti ha portato Offertorio

Beata es, Virgo Maria, quae omnium portasti Creatorem; genuisti qui te fecit, et in aeternum permanens Virgo.

Dal Prefazio

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Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella gloria del cielo. In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza. Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita.

Communio

Beáta víscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium.

Beata la Vergine Maria, che ha portato in grembo il Figlio dell'eterno Padre.

Messa del giorno

Introito Ap 12,1 V. Sal 97,1

Signum magnum appáruit in cælo:

múlier amícta sole, et luna sub pédibus eius, et in cápite eius coróna stellárum duódecim.

V. Cantate Domino canticum novum, quia mirabilia fecit.

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna ammantata di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.

V. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Oppure: Gaudeamus – V. Sal 44,2

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perché Dio ha guardato con bontà all'umile sua ancella.

Beátam me dicent omnes generatiónes, quia ancíllam húmilem respéxit Deus. 6. MARIA REGINA 22 agosto - memoria

Origine

- 1955 Pio XII, istituisce la festa in parallelo alla solennità di Cristo Re, nell’ottava dell’Assunzione (15 agosto)

Contenuto

- “La solennità dell’Assunzione ha un prolungamento festoso nella celebrazione della beata Maria Vergine Regina, che ricorre otto giorni dopo, nella quale si contempla Colei che, assisa accanto al Re dei secoli, splende come Regina ed intercede come Madre”

[Paolo VI, Marialis Cultus 6]

Repertorio per la Messa

Graduale Romanum

Introito Salve sancta parens opp. Vultum tuum deprecabuntur Offertorio Recordare Virgo Mater Communio Diffusa est gratia

Messale – Lezionario

Introito [Sal 44,10]

Alla tua destra è assisa la Regina splendente di oro e di gemme. Astitit Regína a dextris tuis in vestítu deauráto, circúmdata varietáte.

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5. DEDICAZIONE DELLA BASILICA DI S. MARIA

MAGGIORE 5 agosto – memoria facoltativa

Origine

- IV sec. papa Liberio costruisce una chiesa sul colle esquilino, il primo santuario mariano d’Occidente: S. Maria ad nives (cf miracolo della neve)

- V sec. – in memoria del dogma proclamato nel Concilio di Efeso (431), Sisto III edifica sul luogo dove sorgeva la chiesa liberiana una basilica intitolata alla Madre del Salvatore

- 1568 – la festa entra nel calendario romano

Contenuto

- Maria madre di Dio, intercedente per noi peccatori

Repertorio per la Messa

Messale - Lezionario Introito [Gdt 13,23.25]

Benedetta sei tu, Vergine Maria, dal Signore Dio, l'Altissimo, più di tutte le donne sulla terra; egli ha tanto esaltato il tuo nome, che sulla bocca di tutti sarà sempre la tua lode.

Benedícta es tu, Virgo María, a Dómino Deo excélso præ ómnibus muliéribus super terram; quia nomen tuum ita magnificávit, ut non recédat laus tua de ore hóminum. Salmo [Gdt 13,18-20]

Benedetta sei tu, Maria, fra tutte le donne. Communio [Cf Lc 1,48]

Tutte le generazioni mi chiameranno beata,

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Gaudeamus, omnes, in Domino, diem festum celebrantes in onore Mariae Virginis, de cuius Assumptione gaudent Angeli et collaudant Filium Dei.

V. Eructavit cor meum verbum bonum, dico ego opera mea regi.

Rallegriamoci tutti nel Signore, in questa solennità della Vergine Maria; della sua Assunzione gioiscono gli angeli e lodano il Figlio di Dio.

V. Liete parole mi sgorgano dal cuore: io proclamo al re il mio poema. Prima Lettura Ap 11, 19a; 12, 1-6a.10ab Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

[…] Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. […]

Salmo Responsoriale Sal 44

Risplende la Regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne, condotte in gioia ed esultanza,

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sono presentate nel palazzo del re. Seconda Lettura 1 Cor 15, 20-27a

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. […]

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia. Maria è assunta in cielo; esultano le schiere degli angeli. Alleluia.

Vangelo Lc 1, 39-56 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili

Vangelo della Visitazione e Cantico del Magnificat Offertorio

Assumpta est Maria in caelum; gaudent angeli, collaudantes benedicunt Dominum, alleluja. Communio Lc 1,48-49

Beátam me dicent omnes generatiónes, quia fecit mihi magna qui potens est.

V. Magnificat

Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente.

V. Magnificat

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Prefazio: “(…) Umile ancella accolse la tua parola e la custodì nel suo cuore, mirabilmente unita al mistero della redenzione, perseverò con gli Apostoli in preghiera in attesa dello Spirito Santo. Madre spirituale di tutti gli uomini veglia con amore sulla moltitudine dei figli e risplende, segno di consolazione e di sicura speranza, sul nostro cammino verso il Monte della sua Gloria. In lei come perfetta immagine, noi vediamo realizzato quello che desideriamo e speriamo d’essere nella Chiesa”.

Repertorio per la Messa

Graduale Romanum

Introito Vultum tuum deprecabuntur Offertorio Recordare Virgo Mater Communio Diffusa est gratia Messale – Lezionario Introito [Is 35,2]

A lei è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio.

Salmo [dal Sal 14]

Ti seguiremo dovunque ci condurrai, Vergine Maria.

Communio [Lc 2,19]

Maria serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

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Messale – Lezionario

Introito [Sal 12,6]

Gioisca il mio cuore nella tua salvezza: canti al Signore che mi ha beneficato.

Exsultábit cor meum in salutári tuo, cantábo Dómino, qui bona tríbuit mihi.

Salmo [1 Sam 2,1.4-8] Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.

Communio [Lc 2,19] Maria custodiva in se tutte queste cose, e le meditava nel suo cuore.

María conservábat ómnia verba hæc, cónferens in corde suo.

4. MADONNA DEL CARMINE 16 luglio – memoria facoltativa

Origine

XII sec. - nascita dell’ordine religioso carmelitano presso il monte Carmelo in Palestina 16 luglio 1251 – apparizione a san Simone Stock e consegna dello scapolare

Contenuto

– accoglienza della Parola e salita alla montagna=Cristo

“ Il richiamo biblico al Carmelo e la grande tradizione contemplativa dell’Ordine (carmelitano) suggeriscono di celebrare la Madonna nella sua bellezza, nel suo essere «Karmel» giardino-paradiso di Dio, nella sua preghiera contemplativa che medita le scritture; come indica la Colletta, Maria conduce a Cristo che è la santa montagna (…)”. [Castellano, 214]

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V - LE DUE FESTE MARIANE Natività di Maria e Visitazione

- SCHEMI -

* NATIVITÀ - 8 settembre - festa

origini La festa ha origine in Oriente: * V sec. Gerusalemme - dedicazione di una chiesa della Natività * Chiese di Oriente – - cf Protovangelo di Giacomo - Romano il Melode – - nella liturgia bizantina è una delle 12 feste maggiori, e la

prima festa dell’anno liturgico

* Chiesa d’Occidente – introdotta nel VII sec. da papa Sergio I – con una

processione da sant’Adriano al foro alla basilica di santa Maria Maggiore.

- XVIII sec. sviluppo della devozione di Maria bambina

contenuto l’amore di Dio per l’uomo attraversa la storia. Con la nascita di Maria si apre la porta alla nascita del Salvatore. È l’Aurora che precede il Sole di giustizia e di pace.

Repertorio per la Messa –

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Dal Graduale Romanum

Introito Gaudeamus op. Cum iucunditatem Offertorio Beata es, Virgo Communio Beata me dicent – Magnificat

Messale - Lezionario Introito Celebriamo con gioia la Natività della beata Vergine Maria: da lei è sorto il sole di giustizia, Cristo nostro Dio.

Salmo [Sal 12] Gioisco pienamente nel Signore

Cum iucunditate Nativitatem beatae Mariae celebremus, ex qua ortu est Sol iustitiae, Christus Deus noster. Comunione [Is 7,14; Mt 1,21]

Ecco: la Vergine darà alla luce un Figlio, che salverà il suo popolo dai suoi peccati.

Ecce Virgo pariet Filium, qui salvum facies populum suum a peccatis eorum.

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3. CUORE IMMACOLATO DI MARIA Sabato dopo la II domenica di Pentecoste - memoria

Origine

- la devozione nel sec. XVII (cf Giovanni Eudes); - 1805 – istituzione della festività; - 1916 - apparizione di Fatima ed espansione della devozione: la

Signora rivela a Lucia che Gesù vuole “stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore immacolato” e le raccomanda la pratica dei primi 5 sabati del mese (confessione, comunione, meditazione dei misteri…)

- 1942 Pio XII consacra tutta l’umanità al Cuore immacolato di Maria

- 1944 Pio XII istituisce la memoria; - 2000 Giovanni Paolo II – rende obbligatoria la memoria

Contenuto

Celebrata il sabato dopo la II domenica di Pentecoste, quale prolungamento della solennità del Sacro Cuore di Gesù, ci invita ad entrare nel cuore di Maria, quel cuore che ha custodito e meditato la parola del Signore (Lc 2,19), divenendo con la sua docilità tempio dello Spirito santo, sede della Sapienza, modello della Chiesa.

Colletta: “O Dio, che hai preparato una degna dimora dello Spirito Santo nel cuore della beata Vergine Maria, per sua intercessione concedi anche a noi, tuoi fedeli, di essere tempio vivo della tua gloria”.

Repertorio per la Messa:

Graduale Romanum

Introito Meditatio Cordis mei Offertorio Meditabor in mandatis Communio Narrabo omnia

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oppure:

Beáta es, Virgo María, quæ ómnium portásti creatórem; genuísti qui te fecit, et in ætérnum pérmanes Virgo.

Salmo [Gdt 13,18-20]

Benedetta sei tu, Maria, fra tutte le donne.

Antifona alla Comunione [Cf Lc 1,48]

Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché Dio ha guardato con bontà all'umile sua ancella. oppure:

Fecit mihi magna, qui potens est, et sanctum nomen eius.

2. MADONNA DI FATIMA 13 maggio – memoria Memoria di recente istituzione

- 1916 – apparizioni della Vergine ai tre fanciulli di Fatima; - 1930 – autorizzazione al culto - 2000 – Giovanni Paolo II istituisce la memoria - cf la “Grande promessa” – devozione al Cuore immacolato di Maria

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* VISITAZIONE - 31 maggio - festa

Origini

- festa liturgica di origine più recente - XIII sec. il nascente ordine francescano introduce nella propria liturgia la festa della Visitazione, il 2 luglio [Decreto del Capitolo generale, 1263]

- XIV sec. Urbano VI (1389) – istituzione della festa

- l’attuale ordinamento anticipa la data della Visitazione a quella della nascita di Giovanni Battista (24 giugno), sostituendo la festa di Maria Regina che era stata istituita da Pio XII alla fine del mese di maggio.

contenuto

Festa del Magnificat. Piena di grazia e gravida del Verbo, Maria è teofora: portatrice di Dio ai suoi fratelli e figli. Inserita nel calendario nei 3 mesi tra l’Annunciazione e la nascita del Battista. “Celebrata oggi attorno al tempo di Pentecoste potrebbe essere indicata, come suggeriscono i testi evangelici, come una particolare memoria della Vergine nella sua «pentecoste», sotto il soffio dello Spirito Santo, ‘arca della alleanza’ che anticipa la Chiesa dei primi tempi, piena di slancio nella preghiera del Magnificat e nella carità operosa” [Castellano, 213]. Dal Prefazio “[…] Ma è soprattutto dolce e doveroso in questa memoria della beata Vergine Maria magnificare il tuo amore per noi con il tuo stesso cantico di lode. Grandi cose tu hai fatto Signore, per tutta l’estensione della terra, e hai prolungato nei secoli l’opera della tua misericordia, quando, volgendoti all’umile tua serva, per mezzo di lei ci hai donato il Salvatore […] Repertorio per la Messa –

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- Il repertorio proposto dal Graduale Romanum è, come per la festa della Natività:

Introito Gaudeamus Offertorio Beata es, Virgo Communio Beata me dicent – Magnificat

Messale - Lezionario

Introito [Sal 65,16]

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio: vi racconterò quanto ha fatto il Signore per l’anima mia. [T.P. Alleluja] Venite, audite, et narrabo, omnes qui timetis Deum, quanta fecit Dominus animae meae. [T.P. Alleluja] Salmo [cf Ct 2,8.10.14] La tua visita, Signore, ci colma di gioia. Comunione [Lc 1,48-49]

Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, e santo è il suo nome. [T.P. Alleluja] Beatam me dicent omnes generationes, Quia fecit mihi magna qui potens est, et sanctum nomen eius. [T. P. Alleluja]

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VI - LE MEMORIE MARIANE - SCHEMI 1. MADONNA DI LOURDES 11 febbraio – memoria facoltativa Origini

Legata al ricordo delle apparizioni della Vergine a Bernadette 11 febbraio-16 luglio 1858

- 11 febbraio 1858 prima apparizione della “Signora” nella grotta di Massabielle

- 25 marzo 1858 la Signora si presenta come l’Immacolata concezione (il dogma era stato promulgato da Pio IX quattro anni prima, nel 1854)

Contenuto Richiamo alla conversione, alla preghiera, alla carità (soprattutto verso gli infermi e agli ammalati)

Repertorio per la Messa Graduale Romanum

Introito Vultum tuum deprecabuntur le altre parti come all’Immacolata Messale – Lezionario Introito [ Cf Gdt 13,23.25]

Benedetta sei tu, Vergine Maria, dal Signore Dio, l'Altissimo, più di tutte le donne sulla terra; Egli ha tanto esaltato il tuo nome, che sulla bocca di tutti sarà sempre la tua lode.

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l’universo ha il suo fondamento” [Giovanni Damasceno, Sulla Natività della Santa Vergine].

Scuola di Novgorod – XV-XVI sec Nell’iconografia più tarda si possono vedere Gioachino ed Anna, di pari dimensione ed importanza, che accudiscono assieme la bambina. 5. La culla e il bagnetto. Maria è raffigurata in braccio alla levatrice, mentre le fa il bagno; avvolta in fasce e distesa nella culla; e, in alcune icone di periodo più tardo, come abbiamo visto, tra le braccia di Anna e Gioacchino. Nel bagno possiamo vedere anche l’immagine del Battesimo, che trasforma ogni sterilità in vita nuova e vera. 6. Figlia e Madre. La piccola Maria ha l’aureola, come Anna e Gioacchino, e la scritta: M(éte)r Th(uo)ù = Madre di Dio. Fin dalla sua immacolata concezione è la chiamata ad essere Madre del Salvatore. 7. Le uova. Tra le ancelle, alcune portano ad Anna delle uova, simbolo della fecondità e della vita: della nascita e della rinascita, memoria della creazione e profezia della risurrezione, primavera cosmica. 8. La porta che guarda a Oriente Gli occhi di Anna e di Maria sono rivolti a Oriente, allo Sposo che viene!

“Alla tua nascita, Vergine Madre di Dio, si innalza la gioia di tutto l’universo”. Da una creatura, infatti, nasce il Creatore di tutte le creature!

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La Liturgia bizantina e l’icona della Natività di Maria

Celebrata a settembre in coincidenza con l’inizio dell’anno liturgico bizantino, la festa della natività della Vergine è la prima delle feste dell’Anno liturgico: la nascita della Vergine apre la porta alla nascita del Salvatore.

I testi sottolineano in Anna colei che per natura era sterile e colei che per grazia genera la madre della vita: “Oggi le porte sterili si aprono e ne esce la divina porta verginale”.

Le due feste della Natività e della Dormizione della Vergine hanno in comune le stesse Letture della Liturgia vespertina: -

•••• la scala di Giacobbe – Gn 28 •••• la porta chiusa che solo il Signore può varcare – Ez 43-44 •••• la Sapienza si costruisce la casa – Pr 9

L’icona della Natività di Maria “ Il libro del Verbo della vita è uscito dal grembo; la porta che guarda ad Oriente è stata generata e attende l’ingresso del Sommo Sacerdote”. [Tropario della Natività di Maria] “(…) giacchè una dimora ospitale è stata disposta per il Verbo creatore di tutte le cose; una nube di luce avvolge il Sole di giustizia; allo Sposo immortale viene eretto un talamo di divino splendore; per colui che intreccia le stagioni con i tempi e gli anni viene preparato un incontro nuziale”.

[Teodoro Studita, Sulla natività della Signora nostra Madre di Dio] Le icone della Natività si ispirano alla tradizione della Chiesa

attingendo i loro temi dagli scritti dei Padri; dal protovangelo di Giacomo (Natività di Maria) e da elementi della pietà popolare che

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apportano ricchezza di personaggi e una scena colorita e ricca di dettagli.

1. l’ambiente-scenario. L’interno di una casa di famiglia nobile (nell’iconografia l’ambiente non è mai un ambiente chiuso; è sufficiente un drappo sopra gli edifici a rappresentare simbolicamente l’interno della casa). La casa è, secondo la tradizione, la casa di un uomo facoltoso: ornamenti architettonici, decorazioni, uso di tappeti… notevole numero di servitori… 2. Anna puerpera. Sulla sinistra, Anna è rappresentata distesa, subito dopo aver dato alla luce Maria. Lo stato è quello della contemplazione e del rendimento di grazie per le magnificenze che Dio ha operato in lei. Gli apocrifi sottolineano il parallelismo con la natività di Gesù. La puerpera è in genere rappresentata subito dopo il parto in atteggiamento di contemplazione.

“E’ stata magnificata l’anima mia in questo giorno!”. “Nel mio seno nutro il frutto della benedizione. Mi sono spogliata della veste della sterilità e ho indossato quella splendente della felice fecondità!”.

Possiamo dire che il Magnificat di Maria è preceduto da quello di Anna:

XVII secolo - State Museum of Palekh Art, Palekh, Russia -

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”Perché occorreva che a Lei, la sola cosa nuova sotto il sole, la meraviglia delle meraviglie, la strada fosse preparata da meraviglie e, a poco a poco, dalle situazioni più misere scaturissero le realtà più grandiose.”

[Giovanni Damasceno - Sulla Natività di Maria]

3. Il letto-luce. Il letto su cui posa Anna è anch’esso impreziosito. Il copriletto è bianco come ad avvolgere di luce la puerpera. 4. Gioachino. La Grazia, non la Natura. Gioachino non appare, o appare in secondo piano, anche in dimensione più piccola delle altre figure, a significare la poca importanza della natura e la magnificenza dell’intervento di Dio in questa nascita, come sarà per Giuseppe e Maria. Appare talvolta in alto, affacciato a una finestra che osserva la scena. Egli è fuori della scena e la contempla, e rappresenta quasi la nostra umanità, contemplante questo santo mistero. “La natura è stata sconfitta dalla Grazia e si è arrestata tremante, non osando precederla. Perciò quando la Vergine Madre di Dio stava per essere generata da Anna, non osò la natura prevenire il germoglio della Grazia, ma rimase senza frutto finché la Grazia non produsse il suo. Bisognava che nascesse primogenita colei che avrebbe generato il ‘Primogenito di tutta la creazione’, in cui


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