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GIORGIO DE CHIRICO

Date post: 19-Jul-2015
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GIORGIO DE CHIRICOGiorgio de Chirico nasce a Volos, in Grecia, il 10 luglio 1888 da benestanti genitori italiani: il padre Evaristo de Chirico, ingegnere palermitano delle ferrovie, fu tra i principali realizzatori della prima rete ferroviaria in Bulgaria ed in Grecia; la madre Gemma Cervetto era una ricca donna genovese. Nel 1891 ad Atene nasce il fratello Andrea Alberto, che assumer dal 1914 lo pseudonimo di Alberto Savinio per la sua attivit di musicista, letterato e pittore. Giorgio si iscrisse al Politecnico di Atene per intraprendere lo studio della pittura, studio che continuer all'Accademia di belle arti di Firenze ed infine dal 1906 all'Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera. In questo periodo conobbe la pittura di Arnold Bcklin e dei simbolisti tedeschi. Nell'estate del 1909 si trasfer a Milano dove rimase sei mesi, all'inizio del 1910, si rec a Firenze dove dipinse la sua prima piazza metafisica, l'Enigma di un pomeriggio d'autunno, nato dopo una visione che ebbe in Piazza Santa Croce. Nel 1911 de Chirico raggiunge il fratello Alberto a Parigi dove conosce i principali artisti dell'epoca, comincia quindi a dipingere quadri con uno stile pi sicuro. Subisce linfluenza di Gauguin da cui prendono forma le prime rappresentazioni delle piazze dItalia.Tra il 1912 e il 1913 la sua fama si propaga, anche se ancora non ottiene un adeguato successo economico. In questo periodo comincia a dipingere i suoi primi manichini. Negli anni parigini, Giorgio dipinge alcune delle opere pittoriche fondamentali per il ventesimo secolo. Allo scoppio della prima guerra mondiale i fratelli de Chirico si arruolano volontari e vengono inviati a Ferrara. Dopo un primo periodo di disorientamento dovuto al cambiamento di citt, Giorgio rinnova la propria pittura, non dipinge pi grandi piazze assolate ma nature morte con simboli geometrici, biscotti e pani. Negli anni cinquanta la sua pittura caratterizzata da autoritratti in costume di tipo barocco e dalle vedute di Venezia.Muore a Roma il 20 novembre del 1978 al termine di una lunga malattia. Pochi mesi prima, il suo novantesimo compleanno era stato celebrato in Campidoglio. Il suo sepolcro si trova in una cappella della chiesa di San Francesco a Ripa.

La nascita della Metafisica e le Piazze dItaliaDal 1910 a Firenze dove dipinge il suo primo quadro metafisico, Enigma di un pomeriggio d'autunno, rivisitazione carica di mistero del monumento a Dante in piazza Santa Croce. Nelle successive Piazze dItalia i temi della sua poetica( la solitudine, i misteri dellinfinito e del tempo, lignoto, lenigmatico) sono ambientati nello scenario trasognato e come sospeso in un tempo immobile di piazze assolate e deserte, fiancheggiate da architetture classiche alternate a torri, ciminiere, locomotive, rare figure o statue che proiettano sul suolo lunghe ombre. Fondamentale, in questi anni, lincontro con lo scrittore Giovanni Papini. Dal 1911 a Parigi dove la sua opera riceve lentusiastico sostegno del critico Apollinaire e quindi di Andr Breton, che vede in lui il precursore dellarte surrealista. Dal 1915 presta il servizio militare a Ferrara, citt cruciale, dove frequenta il pittore De Pisis, il poeta Govoni e, dal 1917, Carr.

Enigma di un pomeriggio Dautunno Enigma di un pomeriggio Dautunnoin un limpido pomeriggio autunnale ero seduto su una panca al centro di piazza Santa Croce a Firenze. Naturalmente non era la prima volta che vedevo quella piazza: ero uscito da una lunga e dolorosa malattia intestinale ed ero quasi in uno stato di morbida sensibilit. Tutto il mondo che mi circondava, finanche il marmo degli edifici e delle fontane, mi sembrava convalescente. Al centro della piazza si erge una statua di Dante, vestita di una lunga tunica, il quale tiene le sue opere strette al proprio corpo e il capo coronato dalloro pensosamente reclinato Il sole autunnale, caldo e forte, rischiarava la statua e la in un limpido pomeriggio autunnale ero seduto su una panca al centro di piazza Santa Croce a Firenze. Naturalmente non era la prima volta che vedevo quella piazza: ero uscito da una lunga e dolorosa malattia intestinale ed ero quasi in uno stato di morbida sensibilit. Tutto il mondo che mi circondava, finanche il marmo degli edifici e delle fontane, mi sembrava convalescente. Al centro della piazza si erge una statua di Dante, vestita di una lunga tunica, il quale tiene le sue opere strette al proprio corpo e il capo coronato dalloro pensosamente reclinato Il sole autunnale, caldo e forte, rischiarava la statua e la facciata della chiesa. Allora ebbi la strana impressione di guardare quelle cose per la prima volta, e la composizione del dipinto si rivel allocchio della mia mente. Ora, ogni volta che guardo questo quadro, rivedo ancora quel momento. Nondimeno il momento un enigma per me, in quanto esso inesplicabile. Mi piace anche chiamare enigma lopera ad esso riservata.

Piazza dItalia, Malinconia autunnale.Questi primi quadri sembrano scene di rappresentazioni teatrali la cui essenza sta nella qualit del silenzio e nella smisurata portata di un minimo gesto, quella certa precisa illuminazione o quel particolare del tutto banale che risalta su uno scenario di estrema linearit. Quanto allapparente povert della tecnica, una falsa negligenza che in realt meravigliosamente efficace, essa contrasta il pi possibile con le raffinatezze dei pittori parigini. Egli tenta di ritrovare quellistante privilegiato in cui, su piazze e portici, la fine di un pomeriggio autunnale allunga le ombre in contrasto con la purezza del cielo- questa fu lultima bellezza di cui godette Nietzsche, scrive il pittore colpito dal pensiero del filosofo tedesco.

Piazza dItalia, Malinconia autunnale.Questi primi quadri sembrano scene di rappresentazioni teatrali la cui essenza sta nella qualit del silenzio De Chirico nel 1911 arriva a Parigi. La stazione e nella smisurata tra gli elementi del paesaggio puramente mentale dellartista, non portata di un di quegli spazi il cui centro di gravit, statua di Arianna sdraiata o minimo gesto,

Montparnasse che si inserisce disturba lorientamento ieratico laghetto, sembra confessare lascendente di uninfluenza femminile, verosimilmente materna; questo contributo finisce col sottolineare lossessione dellora, degli arrivi e delle partenze cos frequentemente evocate nelle sue opere. Possiamo estrapolare dai dipinti le sue ossessioni fondamentali: il trauma della nascita, il complesso edipico e lidea della morte. Stazione di Montparnasse.Si pu notare come il centro di gravit del dipinto sia la statua di Arianna sdraiata, che mostra linclinazione dellartista per il mondo femminile. Anche qui le ombre sono molto allungate e sullo sfondo possiamo notare limmagine ricorrente del treno.

La stazione di Montparnasse.Raffigura la stazione di Parigi, un classico esempio della tecnica pittorica di De Chirico. Raffigurante una prospettiva angolare su una cornice naturale nel campo dellarchitettura, nelle lunghe ombre e nei colori intensi di prima serata. Sullorizzonte si staglia un treno a vapore, con un pennacchio di fumo bianco che si scorge in lontananza. Limmagine del treno appare spesso nelle sue opere. In primo piano vi un casco di banane, altra immagine ricorrente nelle sue opere.

Questi lavori faranno giungere il pittore ad unelaborazione pi introspettiva della realt, incentr la sua indagine in una dimensione puramente personale e intima. De Chirico voleva esplicitare le sue ansie, e riesce a farlo attraverso la pittura. NellEnigma dellora possiamo ben osservare questo suo disagio emotivo, cos come nellEnigma delloracolo.

Enigma dellora.Si tratta di uno dei primi quadri realizzati dall'artista dopo la scoperta, avvenuta in un clima di vera e propria rivelazione, di quell'atmosfera, che egli chiama con il termine tedesco di Stimmung, fatta di attesa e mistero, dalla quale saranno permeate le opere successive e che diverr a tutti nota come Metafisica. Il grande edificio porticato sullo sfondo, con l'attico aperto che lascia intravedere il cielo dall'altra parte, ha al centro un grande quadrante di orologio che segna un'ora pomeridiana, confermata dalle dense ombre che si proiettano sulla piazza antistante. La figura di spalle ornata di un chitone, esprime chiaramente i richiami alla classicit e in particolare allOdissea omerica.Il Tempo e l'Enigma, due sostantivi carichi di echi nietschiani, sono i veri abitatori di questa tela il cui mistero accresciuto dalla lieve vertigine provocata dalla doppia prospettiva della vasca al centro e degli archi sul fondo. I due uomini immobili e l'orologio che indica l'ora stabiliscono con l'osservatore un rapporto di attesa, attesa di un evento sconosciuto che sta per compiersi. Anche il tempo si fermato e aspetta nel silenzio di una piazza disabitata. Il capostipite della straordinaria serie di opere prodotte da de Chirico durante questi anni il dipinto "L'enigma di un pomeriggio d'autunno. In un famoso scritto redatto in francese intorno al 1912-13, il pittore racconta in maniera chiara e affascinante di come l'idea di questo quadro gli fosse venuta proprio durante un caldo pomeriggio d'autunno mentre sedeva, convalescente per una "lunga dolorosa malattia", su una panchina nella Piazza Santa Croce a Firenze.

Lenigma delloracolo.Linterpretazione di questo soggetto da ricercare nel mito omerico di Ulisse, che de Chirico adotta per significare il destino irrequieto di ogni artista, incapace di vivere in quello che ad altri pu apparire come un sicuro e definitivo rifugio. Ulisse rappresenta il simbolo delleroeintellettuale continuamente alla ricerca di novit.Lepisodio mitologico, richiamato specificatamente da De Chirico, concerne la prigionia di Ulisse nellisola di Calipso, in attesa di essere salvato dal dio Ermes, il dio dellastuzia, ma anche il protettore dei viaggiatori e laccompagnatore delle anime nel regno dei morti. Notiamo che vi una forte asperit tra limpervio scoglio e la lineare raffigurazione del pavimento. Lambiente di questo vasto spazio decisamente enigmatico. La grande apertura, aggettante sul vuoto, inquadrata da una tenda, che il vento solleva tuttavia verso lesterno.La prima impressione che ne ricaviamo, osservando limmagine, un senso voluto di disequilibrio compositivo. Lapertura sul vuoto ha la funzione di diventare un attrattore psichico, che porta inesorabilmente anche lo spettatore a provarsi nel salto ideale, quel famoso salto dans la vide, che non si pu non fare se ci misuriamo con larte in una sfida alla sicurezza della vita quotidiana e banale. Lontano sintravedono una citt, delle montagne, una pianura, una distesa di mare. Sul bordo del vuoto, la grande figura di spalle, avvolta in un manto, a capo chino. Sappiamo che in questa figura lartista ritrae se stesso in forma di Ulisse malinconico. La chiave interpretativa dellopera risiede forse in quel dare le spalle, in maniera incomunicante. Un tendaggio pesante cimpedisce di vedere la figura intera di una statua. Il suo capo chino, nello stesso atteggiamento della figura ammantata. Un dio chiuso in se stesso, incomunicante, un dio che non dice e che non sente. Come scriveva Friedrich Nietzsche, a cui de Chirico fu molto attento, il dio, infatti, inesistente e noi siamo soli, senza aiuto dallalto, a risolvere enigmi e problemi con le nostre uniche forze.

Ferrara metafisicaLapplicazione alla pittura del termine metafisica invenzione di Carr a Ferrara, nel 1917, dove i due artisti prestano servizio militare( con loro vi anche Alberto Savinio, fratello di De Chirico). Il riferimento alla filosofia greca sottolinea la volont di attingere tramite la pittura una verit trascendente, situata al di l della realt fenomenica conoscibile attraverso i sensi. Limportanza della citt di Ferrara nellelaborazione della pittura metafisica resa esplicita dal dipinto Le muse inquietanti.

Le muse inquietanti.Nel quadro raffigurata unampia e profonda piazza, simile a un palcoscenico o alla tolda di una nave, oltre la quale svetta la celebre fortezza che fu residenza degli Estensi. Linconfondibile sagoma turrita e rossastra della costruzione, simbolo di un passato lontano, affiancata da una fabbrica con due ciminiere, chiaro riferimento alla mescolanza tra antico e moderno. Il primo piano della scena dominato da figure misteriose e inquietanti, costituite dallassemblagio di elementi diversi. Quella a sinistra ha laspetto di una statua greca femminile abbigliata con un pesante peplo, ma la sua parte superiore sormontata da unenorme testa di manichino,innestata su un torso virile marmoreo. La figura di destra mostra caratteristiche analoghe alla prima, ma il suo corpo attraversato da linee tratteggiate,tipiche dei modelli di sartoria. La testa, una sorta di mascher rosso-arancio di forma ovoidale, appoggiata ai suoi piedi. In primo piano sono posti un bastone e un cilindro, che potrebbero appartenere ad un prestigiatore. Pi lontano, nella zona in ombra, vi una terza statua paludata, dal capo privo di volto.

In questo periodo utilizz molto la luce e le ombre per accentuare il carattere malinconico delle sue opere. Lassenza di figure umane e larbitrariet degli scorci prospettici, che donano allo spazio una qualit e uninstabilit proprie del mondo onirico. Nel dipinto precedentemente descritto, vi una sorta di speculazione sulla nullit dellessere, che si evince dallaccostamento di oggetti e contesti che generano nello spettatore un effetto di sorpresa per il fatto di non avere nulla in comune sul piano Canto damore. logico. Tale meccanismo, secondo quanto teorizzato dallartista, stimola un processo di astrazione Nel quadro viene raffigurato lo scorcio di una piazza rivelare lanima segreta della cose, il fondo oscuro e nascosto dalla realt che ha il pregio di italiana delimitata da un portico, ad archi che funge da palcoscenico perla dimensione metafisica del mondo. dellesistenza,unenigmatica e paradossale messa in scena, nella quale una testa di Apollo si trova a fianco di un guanto di gomma. In primo piano vi una palla verde, simbolo di perfetta armonia e attributo del dio greco. Sullo sfondo,dominato da un cielo azzurro senza nuvole,si intravede una sbuffante locomotiva. Lincongruit degli accostamenti, lassenza di persone e larbitrariet degli scorci prospettici sprofondano limmagine fuori dal tempo e dal senso comune, creando un clima di immobile e allucinata sospensione. Tutto reso con un freddo scrupolo di oggettivit. Il significato, il principio di relazione la negazione di ogni significato o relazione.

I manichiniLa figura del manichino, simbolo delluomo-automa contemporaneo (concetto elaborato per la prima volta dallautore nel 1917 nellopera in bronzo lucidato Il grande metafisico), fu ispirata a De Chirico dalluomo senza volto, personaggio di un dramma del fratello scrittore Alberto Savinio. Anchessi servono per manifestare la volont di rappresentare la devitalizzazione: sono, infatti, forme prese dalla vita, ma che assolutamente ne sono prive, per cui generano una sensazione di mancato movimento e di congelamento quasi una pietrificazione perenne dei personaggi.Quanto finora scritto efficacemente sintetizzato nellopera Ettore ed Andromaca.

Ettore e Andromaca.la coppia rappresentata da due manichini, figure atemporali simboleggianti lo strazio del momento delladdio dello sposo in partenza per la guerra; la scenografia immobile, tanto che le Porte Scee dipinte dietro la coppia e i due edifici ai lati potrebbero perfettamente rappresentare la scenografia di una qualsiasi citt del mondo, in una qualsiasi epoca; la semplice massiccia presenza di tonalit rosse evidenziano la drammaticit del momento; infine, le ombre che si allungano fanno presagire allo spettatore lineluttabile fine.

Il figliol prodigo.In una piazza, delimitata a destra da un edificio porticato e aperta a sinistra su un lontano paesaggio, si impone la visione in primo piano dell'abbraccio tra il figlio, rappresentato da un manichino senza volto, vivacemente colorato, e il proprio padre, dipinto come una rigida statua di gesso. Anche la scelta del soggetto di questa tela aveva degli evidenti risvolti personali che si mescolavano ad alcuni pi strettamente filosofici. Rendendo esplicita l'idea dell'eterno ritorno nietzschiano, in cui passato e futuro si confondono sino all'annullamento, la Parabola del figlio prodigo permetteva all'autore di tradurre in immagini alcuni passaggi cruciali della sua esistenza artistica e privata: il "ritorno in patria" dopo gli anni parigini nel 1915, il "ritorno al mestiere" nel 1919 e il "ritorno al romanticismo" nel 1924. Il ritorno del figliol prodigo del 1922, con il suo manichino, si deve interpretare non tanto come un ritorno alla metafisica quanto un atto di riconciliazione con il classicismo, con la storia artistica nazionale e pi in generale con il museo (non a caso il padre rappresentato come una statua ottocentesca). L'ambientazione del quadro appare priva di ambiguit prospettiche e costruita secondo i canoni quattrocenteschi, con una linea di orizzonte bassa che mette in risalto la posizione centrale della coppia in primo piano. In esso spiccano il vistoso omaggio all'architettura fiorentina nell'edificio a destra e il gradevole paese toscano. Mentre il luminoso cielo percorso da nubi ostenta un debito nei confronti del Mantegna e del Bellini. L'operazione di recupero del passato, infine, era completata dalla scelta di dipingere la tela con la tecnica della tempera all'uovo anzich con il pi consueto olio.

Sono ciechi questi manichini, muti e vuoti. Sembra quasi che De Chirico proietti le sue ossessioni non pi sulle Piazze, ma bens sugli individui. Numerose testimonianze lo mostrano preoccupato al massimo per la presenza vicina e lontana di fantasmi, ai quali egli presta unattivit insospettata. Egli rifletteva molto sul suo corpo, come se fosse stato solo lo stampo cavo che dissimulava il vero autore delle sue opere: uno di quei fantasmi che egli si vantava di identificare nella vita di ogni giorno.

La rottura con le AvanguardieNel 1918 inizia la collaborazione con la rivista Valori Plastici, e nel 1919 pubblica testi teorici che aprono la seconda fase della sua opera, segnata dal definitivo superamento delle Avanguardie e dal ritorno ai modelli degli antichi maestri, ci si pu ben vedere in Autoritratto. Perduta laurea metafisica,i nuovi soggetti, divengono pi famigliari e rassicuranti, divengono pretesto per virtuosismi pittorici, arguti travestimenti e ironici teatrini in cui trionfa la bella pittura esuberante e vitalistica.

AutoritrattoLa composizione presenta un impianto di gusto neorinascimentale, caratterizzato dal taglio a mezzo busto dei due autoritratti e dalla presenza sul davanzale in primissimo piano, come in un dipinto di Mantegna e Bellini, di una simbolica natura morta composta da un ramo di un agrume. Sullo sfondo vi un edificio moderno di colore rossastro sovrastato da un cielo verde solcato dalle nubi rimandanti ai dipinti metafisici degli anni dieci. Limmagine dellartista, in posa malinconica e con lo sguardo verso lesterno, raddoppiata dalla presenza dellerma marmorea. La novit dello stile pittorico visibile nelle pennellate sottili e nelle preziose velature chiaroscurali

In questo ultimo periodo, De Chirico, teorizzava la necessit di un ritorno al museo e alla grande tradizione artistica, sottolineandone il valore spirituale insito nella tecnica e nella perizia del disegno come base primaria della pittura. LUlisse ne un chiaro esempio.

UlisseIn questo dipinto possiamo osservare come il pittore si ponga in linea di rottura rispetto alla precedente fase metafisica, e decida di creare opere sui modelli dei grandi artisti del passato, da Lotto a Michelangelo, da Andrea del Castagno al Pollaiolo. Sia dalle frequenti citazioni dallantico che il pictor classicus inserisce nelle opre realizzate a partire dagli anni venti


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