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Giornaclaun 11

Date post: 30-Jul-2016
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Vorrei riportare le parti più coinvolgenti e costruttive della conferenza tenutasi durante il raduno nazionale.Clown Aureola ha spiegato come è nata la nostra grande associazione: semplicemente dalla sua volontà di donar-si agli altri, di diffondere il pensiero positivo. V.I.P.. Infatti se è amore per gli altri, prima vuole insegnare ad amare se stessi! Ed ecco che nei nostri cuori suonano i ritornelli ‘ama e cambia il mondo’, oppure ‘ama il prossimo tuo come te stesso’. E’ molto importante riuscire a dare il meglio a noi stessi, e poi trasmettere questo amore a tutti coloro che abbiamo attorno. Prima di donarsi, non dobbiamo tra-scurare nulla e nessuno, ma partendo da noi stessi, dob-biamo riempirci di gioia e, donarla agli altri. ‘Viviamo In Positivo’ significa viaggiare all’interno di noi stessi per comprendere chi siamo veramente, sapendo che esiste la possibilità di cambiare in meglio, amandosi profonda-mente e ricordandosi che l’amore è il motore di tutto.

Il dottor Alberto Dionigi ci ha presentato una panorami-ca nazionale ed internazionale della clownterapia, segui-to da Luca Michelini, meglio noto come clown Quintale, il quale ci ha permesso di navigare nel tema della comi-cità. Ridere, come mangiare, bere, o meglio ancora sba-digliare, è contagioso e favorisce la sintonia del grup-po. Addirittura, sul piano clinico, la comicità aiuta il cuore, la circolazione e l’immunità, migliora il diabete, l’ansia e l’insonnia. Il riso, somiglia molto al sogno, perché ognu-no ritorna bambino e si meraviglia e si lascia trasportare, e poi riscopre il gioco, la fiducia, la sorpresa. Però, si può ridere della sofferenza e della malattia? In un certo senso sì.. perché l’essere circondati da visi tristi e addolorati ri-schia di amplificare il vissuto sofferente e inibire la reazio-ne psichica della persona, e allora il clown deve illuminare gradualmente l’animo del sofferente e instillare un po’ alla volta l’energia positiva che promana dal riso: l’importante è ridere insieme!É poi intervenuto Mirko Magri, enunciando tutte le carat-teristiche del clown, dall’essere strumento per migliorare la vita di molte persone, al portare il valore della vita, a divertirsi e ad ascoltare.. Il clown è coraggioso, si sporca le mani e sa scegliere quando è meglio defilarsi o quan-do fare un passo avanti ed osare; non ha manie di prota-gonismo e neanche fantasie salvifiche, riesce a ricevere perché sa dare e non dà per ricevere, non deve far ridere e divertire per forza, ma imparare a non obbligare nessu-no a dover fare qualcosa che non gli va, sa essere sempre affidabile, puntuale, educato e coscienzioso.

Roberto Flangini ha invece presentato e descritto l’ospe-dalizzazione come un’esperienza forte. Interessante è sapere che da una raccolta di disegni di bambini ospeda-lizzati (Progetto Amico ABIO 1989), è emerso che l’ospeda-le procura ansia ed è vissuto come un evento minaccioso e carico di incognite. Per questo è anche compito del clown permettere al bambino di ritrovare la sua stabilità, il suo posto e il suo ruolo.

Successivamente, Laura Vignoli ha sostenuto che il pen-siero positivo e l’ilarità sono elementi che stanno dive-nendo sempre più centrali in ambito assistenziale, poi-ché permettono di migliorare i rapporti interpersonali e consentono di creare un clima più disteso e collabora-tivo, fondamentale per fornire risposte qualitativamente adeguate alle esigenze dei degenti e dei loro familiari. L’humor potrebbe divenire una componente integrante della cura e del trattamento dei bambini nel sistema sa-nitario moderno. Ad oggi sono sempre di più i medici che riconoscono il valore terapeutico del riso e del sorriso nel trattamento della malattia e nel mantenimento della salu-te. Ricordiamoci soprattutto che i clown devono risponde-re al bisogno del bambino e immedesimarsi con lui. Proprio parlando di immedesimazione e di imitazione, Salvatore Oliva ha introdotto e spiegato meravigliosa-mente la novità dei ‘neuroni a specchio’. Essi, attraverso il “rispecchiamento”, permettono di raggiungere la massima comprensione e sintonia empatica dell’altro, e questa capacità di rispecchiare gli stati interni dell’altra persona assume un’importanza fondamentale nelle relazioni d’aiu-to, tanto più che può essere appresa e sviluppata. Questa scoperta spiega il fenomeno dell’empatia rivelandone una base biologica, dal momento che le strutture neuronali coinvolte quando noi proviamo determinate sensazio-ni ed emozioni sembrano essere le stesse che si attivano quando attribuiamo a qualcun altro quelle “stesse” sen-sazioni ed emozioni, consentendoci di cogliere il vissuto altrui in una immediatezza e vivacità che fanno del vissuto empatico qualcosa di assolutamente diverso da un ragio-namento per analogia. Grazie ai meccanismi di rispecchiamento e simulazione, l’altro è vissuto come un “altro sé”.Ed ecco che il clown diviene anche uno specchio: lo

specchio del bambino che ha dinnanzi e lo spec-chio del bambino che ha dentro di sé.

Pagine a cura di claun Cionfola (Valeria Cristini)

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Vorrei scrivervi tante cose perché le emozioni sono tante, ma le raggruppe-

rò in due momenti. Il mio primo raduno, non lo scorderò mai!!! Va bene…

Non ero tanto in forma, ma l’emozione che più mi ha toccato, ma tantissi -

mo, è stata quella di APPARTENENZA. Saper di appartenere ad una asso-

ciazione di persone così speciali mi ha reso più consapevole del volontaria -

to che tutti noi facciamo. E’ come se l’avessi toccata con mano. Guardare

negli occhi tutti i claun e vedere la stessa espressione di felicità,

entusiasmo, voglia di esserci , un’espressione che accomunava varie

generazioni dai 60 anni ai 20... Che meraviglia!!! E che dire poi

di Claunocchio!!! UAUH!!! E’ stato fantastico esibirsi davanti a 800

claun. Mi ha fatto battere il cuore a mille!!! SUPEREMOZIONAN-

TE!!! Grazie, grazie, grazie a tutti i Nasi Rossi che sono stati con me

in questi tre giorni. Vi voglio bene! E il mio Naso Rosso.. E’ diventato

proprio il MIO! Lo tolgo al lavoro e appena torno a casa me lo rimetto e

mi dà una forza incredibile!

claun Rewind(Barbara Bracali)

Partenza alle 5:40 del mattino da Brescia Centro…

Come una gita, di quelle che si fanno da adolescenti , a scuola o con gli amici , o

come quando si parte per le vacanze.

Solamente che questa volta si è tutti adulti , chi più o chi meno. Loro tutti uniti

camminano assieme lungo un percorso; io, improvvisato gregario, con la curiosi -

tà di coglierne uno scorcio. Un percorso fatto di molteplici realtà, ognuna con le

proprie sfaccettature, eppure tutte affini. Un’affinità simboleggiata da un camice

e da un naso rosso. Io non conosco cosa rappresentino in verità, ma posso dire ciò

che mi hanno trasmesso in questi pochi giorni in cui vi sono stato a contatto:

Unione, Energia, Condivisione, Sincerità, Solidarietà, Divertimento, Consape-

volezza, Altruismo ed un mare di emozioni che mi diviene difficile esprimere

solamente con le parole.

Ho vissuto sulla mia persona la bellezza di vedere come una comunità possa

prendere il singolo e dargli la forza di renderlo migliore.

Ringrazio Svampitella che mi ha fatto vivere questa esperienza e ringrazio tutti

Voi per tutto quello che fate.

Jimi Volpe(fidanzato

di claun Svampitella)

Grazie !

Conferenza del13° Raduno V.I.P. Italia

13° Raduno V.I.P. ItaliaPESCARA 1-3 MAGGIO 2015

Sono le 5,30 di venerdì 1 maggio 2015. Sono a Brescia Centro: luogo che è diventato il mio ritrovo abituale per escursioni , ferrate, montagna. Oggi no ! ...

destinazione: mare; ruolo: tata, compagni d’avventura: i V.I.P. claun. Che ironia della sorte: proprio ai primi di maggio del 2002 nascevano con me i primi

V.I.P. Claun di Brescia ... sorrido. Parto senza aspettative: il bagaglio più idoneo per raccogliere. Visi familiari , sorridenti , scambio di abbracci con i “vetera -

ni” con cui ho condiviso sentieri di Vita, voglia di incontrare i tantissimi nuovi che non conosco. Mi sento emotivamente lontana da quel che è stato il mio

quotidiano per anni.. da quella che ho vissuto come “missione” per un pezzo importantissimo di vita. Accolgo il mio sentire, non lo giudico e resto aperta.

I doni giungono, inattesi , immediati , abbondanti. Nel semplice essere me stessa mi trovo cuore a cuore con bellissime persone che si confidano, esternano,

si raccontano; ci doniamo e ci ascoltiamo, ...in una naturale e fluida reciprocità. Basta poco meno di una giornata per sentire nell’intimo del mio essere la

vitalità di un clown cresciuto, sicuramente più silenzioso ma più che mai presente, che mi abita e con cui gioco per molte ore delle mie giornate nelle più

variegate situazioni. Le distanze si accorciano, si annullano e, guardandoci negli occhi, avverto la sensazione che siamo della stessa “pasta” di cui sono

fatti i sogni e allo stesso tempo siamo così profondamente umani... e, amando le splendide debolezze che sono il nostro più prezioso corredo, (come

esseri umani e come esseri clown..che nel fallimento offerto trovano l’autentico punto di forza) diventiamo così veri , così raggiungibili ,

così amabili che i nostri sguardi diventano lucidi di commozione...perchè ci riconosciamo. Centinaia di colori , centinaia di claun,

centinaia di persone, centinaia di storie.... centinaia di vie che si intersecano, mulattiere appena imboccate, che profumano di un

incontenibile entusiasmo per un percorso nuovo e reale che è possibile percorrere; strade che trasmettono quel senso di sicurezza

dato dal passo costante e tenace di chi , anno dopo anno, ha alimentato il fuoco della passione per questa unica esperienza; sentieri

diversi , come il mio, che ti portano a scoprire “Altro” e che, con imprevedibile tenerezza, ti offrono la possibilità di ri -vivere la

magia di un Raduno Nazionale Claun: centinaia di cuori... un unico cuore ! Mi sono sentita pienamente una di “voi” e vi ringrazio

uno ad uno, per avermi donato un pizzico della vostra unicità e per avermi spalancato una porta che mai si è davvero chiusa.

un abbraccio!

Pasta di sogni...

Grazie !claun Zolletta

(Fausta Ongaro)

La nostra Claun Linus vincitrice del “Concorso Camice V.I.P. 2015”

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Ci siamo! Il giorno tanto atteso da tutti i 3900 claun di VIP ITALIA è arrivato: 17 maggio 2015 …. e che la GNR abbia inizio!

Ci siamo preparati per mesi e mesi.Io e Ciaccapo siamo state a Bologna per dare il via ai famo-si “100 giorni” che ci avrebbero portati dritti dritti ad oggi, incontrandoci con tutti i referenti GNR provenienti dalle 55 città italiane; poi, incontro dopo incontro, “Aga-Ciacca-Colore” hanno creato la nostra Giornata del Naso Rosso, cercando di trasmettere l’entusiasmo ai nostri fratelli claun tramite allenamenti, creazione di staff che hanno lavorato divinamente e creato un gruppo frizzante e carico di ener-gia.La sveglia suona molto presto e..magia magia…IL SOLE è con noi!!!Pronti, via! SIRMIONE per una nuova giornata si colorerà del nostro sorriso, delle nostre risate e ovviamente, dei nostri Nasi Rossi!C’è chi monta i gazebo, chi porta scatoloni carichi di mate-riale, chi allestisce colorati banchetti e chi si sposta da una postazione all’altra lungo la penisola di Sirmione con buffe biciclettine addobbate per l’evento: sembriamo tante picco-le formichine all’opera, unite per un unico grande sogno.Il sole è già caldo prima delle 9 e le prime persone iniziano ad arrivare.

CIACK…SI GIRA!!!Le stradine del centro storico di Sirmione sono sempre più affollate, le commes-se di alcune gelaterie indossano il nostro naso e anche le vetrine ne sono piene.

Come si dice in bresciano: che sodisfasiù!La musica e i bans del ballobello tengono alto il ritmo e il tormen-tone dell’anno ci ricorda che siamo…il NUMERO 1!!!La magia non manca quando delle bolle giganti riempiono la piaz-za e i bimbi festanti corrono sotto l’enorme paracadute variopinto.Ogni staff è impegnato, da mattina a sera, a regalare palloncini, a fare truccabimbi, a vendere gadget e ricordini legati al proprio se-gno zodiacale, ad animare con balli e canti, a scattare fotografie per immortalare un momento di gioia con noi claun. ….Al mattino la nostra banda sfila lungo il centro storico di Sirmione, percorrendo la strada principale, accompagnata dalle grida festanti dei visitatori, fino alle Terme e poi..tutti sul trenino più divertente del lago, suonando fino al punto panoramico sopra le Grotte di Catullo. Le ore passano, la temperatura aumenta…la mia febbre è ormai al-tissima (perché solo io riesco ad ammalarmi pochi giorni prima del-la GNR!!)..ma non importa! Oggi l’unica cosa davvero importante è vivere pienamente e intensamente la giornata per far conoscere il nostro messaggio, cercando di raccogliere fondi per aiutarci nelle

nostre attività.A sera, devastati ma felici, smontiamo tutto e raggiungiamo i nostri lettini per il fatidico “riposo del guerriero”Il fascino eterno di Sirmione si è mescolato, per un giorno, al rosso dei nostri nasi e all’allegria che noi Claun possiamo trasmettere, perché Vivere In Positivo in un posto così è ancora più facile!

17 Maggio 2015:la GNR a Sirmione

claun Agalagnoma(Claudia Pagani)

Quando sono venuta alla GNR (giornata del naso rosso), ero elet-

trizzata poichè il giorno prima avevo finito il mio camice, poi ero

andata a letto.

Alle 7,30, mi sono svegliata e vestita e sono partita con la mamma,

ovvero claun Cuoredipanna. Poi siamo passata a prendere la zia,

claun Cuorepazzo, e mia cugina Lauretta. Quando siamo arri-

vate a Sirmione, abbiamo allestito lo stand ‘Fotografia’ davanti

al castello. Altri claun hanno allestito lo stand palloncini , stand

dei balli , dell’oroscopo, del truccabimbi e lo stand vendita. Ho tra -

scorso una giornata molto bella, mi sono divertita a distribuire

palloncini e a fare bolle di sapone, ma più di tutto a vendere gli

articoli : le pile, i nasi rossi e le magliette. In questa giornata ab-

biamo trasmesso il messaggio di vivere in positivo e abbiamo rac-

colto i fondi per rendere felici i bambini in ospedale.

Non è stata la mia prima GNR. Prima mi ci portava la mamma, quasi come

strumento di lavoro. Questa volta invece io, detto Pallolino, bambino di 4 anni

ho voluto ed ho scelto io di farla! “iomè”! Così dico per rimarcare che sono proprio

io che voglio qualcosa, me stesso! Essendomi comportato bene ad una precedente

animazione, ho avuto il premio: il camice. Quanto mi sono divertito a pitturarlo!

E ci ho messo, iomè, mani e piedi, e ... cuore!

Agli inizi con gli altri claun mi ero un po’ intimidito, finché non vidi anche Chiara

che mi si è avvicinata mentre sua mamma, Cuggina, parlava con la mia. Ecco un

altro claun quasi come “iomè”!

Con me erano tutti abbastanza gentili anche quelli un po’ affrettati e meno di-

sponibili.. e se mi andava regalavo le “mollettine” con il cuore, fatte da “iomè”. E

tanti mi sorridevano e mi baciano pure!

Poi c’erano un sacco di cose che si potevano fare, ma soprattutto c’erano altre due

giovani claun con cui ho giocato ed imparato a fare le bolle, i palloncini , i canti

e le “dante” (sarebbero le danze, ma io pronuncio un po’ male la “z”): Cuordidol-

cetto, detta anche “Tiramisù” perché cosi’ scritto sulla maglietta e capace di tirar

su l’intera piazza, animandoci anche al microfono, e poi Supergirl, instancabile

ballerina. Il momento di maggior gloria l’ho avuto all’imbarcadero: con il mio

cono gelato e qualche molletta coi cuori in dono, davo il benvenuto a chi scendeva

o partiva col battello e tutti mi sorridevano e salutavamo come fossi una persona

vip. E chi più VIP di noi?!Alla sera per tornare all’auto la mamma mi ha messo nel

suo “troller claun”, ma sono comunque arrivato “stakissimo” (cioè molto stanco, ).

Però- iome!- ci tornerei domani!

Ciao, io sono CHIARA e ho 8 anni ; sono la figlia

di Cuggina.

Quest’anno, alla Giornata del Naso Rosso, face-

va molto caldo.

Volevo che non finisse più; deve dire che è sta -

ta la più bella.

Mi sono sentita libera perchè conoscevo tutti : è

stato questo il bello; andavo in giro e tutti mi

salutavano e mi coinvolgevano in ogni cosa e

negli scherzi ed io … ci cascavo sempre !

Un GRAZIE di cuore a tutti quelli che mi

hanno aiutata e coinvolta in ogni cosa.

Sono CONTENTA di essere andata anche

quest’anno.

Annachiara (figlia di claun Cuoredipanna)

CHIARA(figlia di claun Cuggina)

Paolo(figlio di claun Pallola)

Piccoli V.I.P. alla GNR!

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BRESCIA26 SettembrePiazza Vittoria

Tutto iniziò con umiltà e forse anche con un po’ di paura per non essere abbastanza … ma poi ho pensato: “Dai Lunaso-le metticela tutta e vedrai che solo insieme la forza arriva!” E così inizia questo mio nuovo incarico come referente per ADMO … un nuovo cammino che già sento fortemente mio... e ringrazio la mia Associazione Risvegliati V.I.P. Brescia per avermi dato la possibilità e l’opportunità di intrapren-derlo. ADMO per me è un CREDO: un credo alla Vita, alla possibilità di salvare vite! Vivendo e toccando con mano la realtà di Casa Ronald, (una casa a Brescia che ospita famiglie di bambini trapiantati di midollo) e guardando a tutti quei bimbi con occhi pieni di gioia, una volta che hanno trovato il loro donatore, e osservarli giocare e ridere, devo proprio dire che il mio cuore s’invade prepotentemente di fiducia e speranza: la vita è in loro e grazie a chi ha saputo donare il proprio midollo. Ma ci pensate all’immensità di questo gesto?A descriverlo a parole si fa fatica, ma quando, come per esempio sabato 18 e domenica 19 luglio in piazza ad Iseo, ho visto tutte quelle persone che si sono fatte tipizzare, io, nel mio silenzio, ho assaporato l’amore verso la Vita ed ho immaginato altri bimbi pronti a vivere i loro sogni e, con loro, le loro famiglie. Proprio ad Iseo, ho potuto gioire nel dedica-re le mie bolle di sapone a Tommaso, un piccolo ma grande guerriero che ha combattuto la malattia, grazie alla sua forza ed al trapianto di midollo donatogli da un Donatore compa-tibile. E questo, non è un grande dono?Sì, ... si può fare !! Il papà di Tommaso, inoltre, proprio l’an-no scorso, a settembre, in Piazza Vittoria a Brescia, durante la giornata di sensibilizzazione di potenziali donatori, ha

deciso di farsi tipizzare (il ricordo di quel momento resterà indelebile in me, che partecipavo all’iniziativa ancora come “aspirante claun”). La mamma di Tommaso, invece, ha scelto di farsi tipizzare quest’anno, durante le giornate di Iseo; io ero lì …. ma mi è impossibile descrivere cosa ho provato mentre i miei occhi vedevano il piccolo Tommaso rincorrere per la piazza le mie bolle; ve lo lascio immaginare: il mio cuore pulsava di Vita! Spero e confido nel-la prossima giornata in cui scenderemo in piazza Sabato 26 Settembre 2015, i Claun di V.I.P. Italia, con una forte carica e sinergia, si prende-ranno per mano con ADMO per sensibiliz-zare al meglio più e ancor più persone a farsi tipizzare. A Bre-scia l’appuntamento sarà in Piazza della Vittoria, a partire dalle ore 9,30 e fino alle 18,30 circa.Manifestiamo insieme il Senso della Vita ... che rimane un dono prezioso!

Ho deciso di iscrivermi all’ADMO pochi anni fa, poco dopo essere diventata maggiorenne, convinta che il modo migliore per diventare grande fosse ten-tare di lasciare un piccolo segno nella storia di qualcuno.A quest’età siamo forti e pieni di vita: perché mai non dovremmo tentare di donare un po’ di noi a chi ne ha così bisogno? Mi sono iscritta, pensando che non mi avrebbero mai chiamata o che, qualo-ra fosse successo, sarebbero passati anni e anni prima di quel giorno. Invece, dopo solo un anno e mezzo, sono stata contattata per una possibile compa-tibilità che, dopo qualche settimana, si è rivelata certa. Da quella telefonata

di conferma ricevuta in un bel giorno di sole, è iniziata una serie di controlli medici per assicurarsi che la mia salute fosse davvero al top. Questo vorrei dire, per prima cosa, a Te che stai per compiere una scelta così importante: cerca di stare tranquillo perché, prima della donazione, si incontrano medici, infermieri e biologi che accertano

il tuo stato di salute e che sono sempre pronti a rispon-dere a ogni dubbio o perplessità. Fortunatamente per me (e soprattutto per chi di me aveva bisogno) tutti i miei

esami e le mie visite sono andati per il meglio e, dopo

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Un credo alla vita!claun Lunasole

(Elisabetta Brambani)

La gioia di essere donatore!

davvero pochi giorni, sono stata ricoverata in ospedale. La mattina seguente il ricovero ho donato. So già cosa mi staresti per chiedere se mi avessi di fronte. “Hai avuto paura? Ti hanno fatto male? Quanto è durato? Chissà che dolore dopo….” No, sono sincera: non ho avuto paura. Sono stata parecchio agitata durante la notte, ma non era paura. Davvero. Pensavo al miracolo di questa storia e a quella persona che, chissà in quale letto d’ospedale come il mio, associava al mio gesto la sua speranza più grande. Nonostante non avessi paura, avevo comunque bisogno di qualcuno che mi stesse vicino, che mi tenesse la mano. E il cuore. E così è stato.Sono scesa in sala operatoria ridendo e, ne sono sicura, mi sono addormen-tata con un bel sorriso sul viso. Mentre il mio midollo osseo veniva prelevato, la sala operatoria era piena di persone pronte ad aiutarmi: come avrei potuto non essere serena?Anche questo vorrei dirti, caro donatore. Non siamo soli: siamo nelle mani di an-geli per cui, in quel momento, la nostra vita è straordinariamente importante. E’ stato emozionante avere accanto persone così durante quei pochi giorni. Chi teneva sotto controllo il mio respiro e il mio cuore, chi ha assistito al mio risveglio riconducendomi al mondo, chi era sempre pronto a rispondere al campanello, chi mi portava il cibo e mi accompagnava in bagno se mi sentivo un pochino debole, chi passava nella mia stanza per controllare che tutto andasse per il me-glio e chi, una notte, è entrato nella mia stanza per salutarmi e mostrarmi la neve che imbiancava tutta la città. E il dolore? Poco, davvero. Io almeno non l’ho quasi neanche sentito. Vorrei però proporti di pensare al perché di quel dolore, se mai lo sentirai. Quanto vale in confronto alla sofferenza di chi ha avuto bisogno di Te? E soprattutto: quanto vale in confronto a ciò che hai fatto, alle emozioni che ti hanno attraversato il cuore?Dopo l’operazione è difficile realizzare ciò che hai fatto. E non per via dell’ane-stesia. La verità è che è quasi impossibile comprendere a fondo un qualcosa che ha del miracoloso, soprattutto appena successo. Poi i giorni passano, tante per-sone vengono a trovarti, ti fanno i complimenti, ascolti storie di chi, grazie a un trapianto, ora sta continuando a vivere. E poi torni alla tua vita di sempre. Ed è proprio quando ti sembra di essere ormai distante, quando ormai hai altro per la testa, che il pensiero di ciò che hai fatto viene a trovarti. Mi succede spesso, nei momenti più inaspettati.Penso che una parte di me sta vivendo, chissà dove, in un fratello mai cono-sciuto, di cui non so nulla, di cui posso solo immaginare il volto, gli occhi, il timbro della voce, ma di cui conosco alla perfezione il sangue. E lo amo quel sangue.Ti concedo un’ultima domanda. Vuoi sapere se mi è rimasto il segno,vero?Sì, in totale mi ritrovo 21 minuscoli puntini rosa chiaro sulla pelle, a livello delle ossa iliache. Si notano solo se lo sai. Io lo so e mi piace osservarli e pensarli. Vorrei non sparissero più. Sono il segno tangibile del regalo che mi è stato fatto e che ho potuto fare. Sono il segno delle mille emozioni che ho provato. Emo-zioni che, te lo ripeto, non hanno niente a che fare né con la paura né col dolore: dovrebbero dirlo, prima di donare, che ogni goccia di midollo che ti tolgono, è un’ondata di gioia di vivere che mai più ti lascerà.

Benedetta

V.I.P. in piazza con Admo

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Giochiamo insieme ...Pagine a cura di

claun Gianduiotto (Luca Curti)

Unisci i puntini e scopri chi si nasconde in questi due disegni.

Seduti ad un grande tavolo, tra progetti, curiosità e risate, una sera di primavera ab-

biamo ri-ncontrato Tziolupo ed Harticiok, e con loro la splendida e frizzante realtà dei

“Risvegliati V.I.P. Claun Onlus” di Brescia. Sanno metterti subito a proprio agio guar-

dandoti con occhi limpidi e profondi e sorrisi aperti e sinceri. Ti senti accolto, al sicuro

e hai una gran voglia di sorridere e di abbracciarli.

Li avevamo già conosciuti ad una nostra pizzata benefica qualche anno fa: erano stati

invitati da un’amica in comune. In questi anni siamo rimasti in contatto, seguendo

reciprocamente le nostre iniziative sul web. L’intesa è stata fin da subito molto natu-

rale, come naturali sono le cose belle che, seppur diverse, si rispecchiano della stessa

energia. Nel pianificare così il nuovo anno, abbiamo rispolverato questa simpatia e

abbiamo proposto una collaborazione: il mitico torneo di Pincanello con aperitivo

benefico. Tante coincidenze ci hanno fatto dire: “Sì, ce la facciamo!”…. la splendida

cornice dell’associazione culturale Alberodonte di Padergnone, che già frequenta-

vamo entrambi, la necessità dei Risvegliati V.I.P. di farsi conoscere sul territorio

e ampliare i loro progetti, la prossimità della loro “G.N.R.: Giornata del Naso

Rosso”, il nostro desiderio di coinvolgere destinatari sempre nuovi e la volontà

di fare festa.

E quindi eccoci, in un soleggiato pomeriggio di primavera inoltrata, a giocare e

ridere, intorno ai pincanelli nello spiazzo della cascina dell’Alberodonte; sotto

i gazebo e tutt’intorno una cornice di artisti intenti a dar vita ai propri sogni. Si

presentano con il naso rosso e il camice, ognuno con la propria storia cucita,

disegnata addosso, con il nome da Claun che li identifica per una caratteri-

stica unica da valorizzare. Alcuni fanno magie, altri raccontano barzellette,

altri colorano con le bolle di sapone il cielo, tanti regalano sorrisi e vengono

contraccambiati; alcuni giocano e due arrivano in finale, proprio Tziolupo e

Harticiok, da dove tutto era iniziato.

Con questo nuovo sodalizio, volevamo dare anche continuità alla nostra pic-

cola esperienza negli ospedali. Anni fa infatti organizzavamo laboratori ma-

nuali i cui lavoretti erano destinati ai piccoli ospiti durante il periodo natalizio.

Abbiamo sempre un po’ creduto che un sorriso attento e sensibile potesse dare un

valore aggiunto anche nei reparti ospedalieri.

Dopo 8 anni di attività nel mondo della promozione sociale crediamo di poter dire,

anche a nome di tutto lo Staff di Tutte in Rete, che in questo grande e movimen-

tato calderone di gente che con passione e gratuità si danno da fare nel mondo

del volontariato, sono sempre le sinergie tra le persone e i sogni in cui credono a

fare la differenza. Semplicemente.

L’Associazione di Promozione Sociale TUTTE IN RETE porta questo nome per

tre motivi molto semplici: nasce da una realtà sportiva, si sviluppa e si espande

nel web, ma soprattutto, vuole creare rete. Una rete di conoscenze, di sensibiliz-

zazione, di impegni, di collaborazioni, di ritorni, di sorrisi.

Di ideali. Perché no. Tutte in Rete nasce nel 2008, da un piccolo so-

gno di quattro amiche e calciatrici, Elisa, Sara, Francesca e Silvia

con l’idea di mettere “in campo” valori solidali attraverso iniziati-

ve sportive e aggregative. Ad oggi vantiamo di un bel gruppo

di amici, oltre allo staff, il nostro motore nella condivisione

di nuove idee e nell’organizzazione dei nostri eventi. Anche

al nostro interno abbiamo imparato a fare Rete…a credere

nelle risorse che ogni persona può mettere in campo per

rendere tutto più stimolante e coinvolgente.

Il coinvolgimento, la partecipazione attiva e l’entusiasmo

sono sempre stati i fili conduttori dei nostri eventi, e possia-

mo dire, con estremo orgoglio, che l’impegno di chi segue e ci

sostiene permette di creare momenti valorizzanti per tutti. Per chi dona,

per chi riceve; per chi dona e riceve.

Tutte in rete per i Risvegliati

Silvia, Francesca e Chiara(www.tutteinrete.net)

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Risolvi il cruciverba

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Giochiamo insieme ...

Trova i nomi dei Claun

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Lobo - Mentulì - Napo - Pastisù - Lumi - MorositaPaiason - Lunasole - Muletto - Pallola

Capitano - Fischiotti - Gianduiotto - Giokabalù - Harti-ciok - Ferpetì - Flamingo - Gibò - Gioppy - Honey - Fin-ferla - Ghingun - Gigiru - Gurù - Hoplà

Trova le 8 differenze Origami di un gatto

DISEGNA IL TUO CAMICE CLOWN!!!

Disegna il tuo camice claun!

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Colora i due disegni di Masha e Orso.

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Gocce di GioiaA volte la gioia arriva da sola improvvisamente, a volte lentamen-te e spontaneamente, a volte bisogna farla crescere con un po’ di impegno. Qui alcuni esercizi inventati del tutto liberamente coniugando al-cune tecniche di psicoterapia con le modalità claun.

Da soli, questi esercizi, non bastano, ma come “gocce” possono aiutare la “gioia”… ABBRACCIAMOCI!Il 4 Luglio è stata la giornata degli abbracci gratis. Tante persone, anche nelle nostre piazze bresciane (piazza Loggia e piazza Vit-toria in particolare), hanno girato con appeso al collo un cartello “abbracci gratis”. Si può notare in altre occasioni (p.es nella re-cente manifestazione di solidarietà a Dolo) questo movimento di “free hugs”, perché ha rilevanza internazionale. E perché? Perché “abbracciare” fa bene! E’ scientificamente pro-vato. Eppure in una società sempre più in contatti con internet, siamo sempre meno in “con tatto” tra noi. Allora proviamoci: chiediamo ed offriamo un abbraccio! Possiamo farlo con un nostro famiglia-re, con un vicino, con un amico\a o conoscente, ma anche con noi stessi: non siamo patetici se cingendoci attorno le braccia, ad esempio una sulla spalla e l’altra sul ventre, lo facciamo con tene-rezza ed ascolto, ad esempio del nostro calore, dei nostri muscoli, del battito del nostro cuore ecc... Va bene e fa bene abbracciare qualsiasi essere vivente: anche un albero... Tentare non nuoce. Più abbracci provate, più potrete scegliere quello che più vi piace.

claun Pallola(Paola Brena)

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Cari

ssim

o m

e ... Prendiamo

carta e biro. Scegliamo con un pòdi attenzio-ne la carta e la penna o biro con cui vogliamo scrivere: sarà una lettera im-portante, un po’ vecchio stile, per una persona importante: me stesso.

Caro/a

di te mi piace

Senza di te non avrei fatto

e non avrei potuto provare tante emozioni e sentimenti che hanno arricchito la mia vita come, ad esempio

Senza tutto ciò, senza di te non sarei quello che sono. Tu sei la persona più importante per me.

Ti voglio bene.

scrivi il tuo nome

(scrivi tutte le tue qualità o quelle caratteristiche che ti piacciono)

(scrivi gli avvenimenti della tua vita)

Metti la data e la tuafirma e conservalao se vuoi spediscila!

la soluzione su www.risvegliaticlown.org

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fa qualche scatto arrampicandosi sui sassi della raduna.Dopo neanche 10 metri, il sasso su cui si era appoggiato si sposta, Tomà inciampa, cade gambe all’insù e ruzzola incominciando a scivolare all’indietro, franando verso valle sorpassando gli sguardi increduli e preoccupati dei cugini. Nella sua discesa inversa incrocia qualcosa di viscido ed appiccicoso e marroncino, che gli fa effetto di “scivolina” sotto il sedere e sulle gambe, facendolo raddrizzare ed aumentare di velocità. Finalmen-te, prima di scontrarsi contro un albero o precipitare nel piccolo burrone che va nel fiume, riesce a puntare i piedi su un dosso e si ferma.La paura gli ha fatto trattenere il fiato ed accelerare i battiti del cuore. Tomà sta fermo immobile per cercare di riprendersi dall’e-mozione, mentre i cugini stanno sopraggiungendo gridando il suo nome. “Tom!” “Tomà!!” “Tomà?”. Simona che ha per mano Sammy arresta il gruppo: “Fermi ragazzi, ci sono le ortiche!” e, rivolgendo-si al cugino: “Tomà come ti sen-ti? Hai male? Ce la fai ad alzarti lentamente? Vuoi che chiami aiu-to?”, Tomà sta bene. Tuttavia si sente una strana puzza addosso. Anzi una puzza terribile, proprio una puzza di... eh sì una puzza di merda! Infatti tutte le sue gambe sono ben ricoperte di questa pol-tiglia di cacca di vacca. E’ imba-razzatissimo. Non osa dire niente e, sorridendo, si alza e si sposta dalla zona verde in cui si era in-fossato per avvicinarsi ai cugini. E’ sempre Simona ad interessarsi sullo stato di Toma’ incalzandolo con un sacco di doman-de a cui egli non riesce a rispondere se non con accenni di dissenso, per dire che non ha male, non ha niente di rotto e non gli prude o brucia niente, o di consenso, si, si è un po’ escoriato sui gomiti, si, è sporco, si, vuole andare a lavarsi al fiume poco distante. Carlo e Alberto si tengono a debita distanza olfattiva. Tomà entra nel

fiume a lavarsi tutto vestito. Simona trattiene il nipotino Sammy che vorrebbe buttarsi in acqua: “Uffa però non è giusto che solo zio Tom faccia il bagno. Anch’io voglio la cacca!” Tutti scoppiano a ridere. Poco più in là, il let-to del fiume si slarga lasciando scoperta una radura di finissima ghiaia. Si decide di mettersi lì, un po’ come in spiaggia, per asciugarsi.

I cinque bambini se ne stanno si-lenziosi ad ascoltare la voce del fiume. Ad un certo punto si sente una specie di “Koc”. Alberto in-vita a restare ancora più immobili e fa il gesto del silenzio con l’indi-ce sulla bocca, bisbiglia: “Ssss ... zitti! C’è un fagiano!”.Poco dopo però, sentono un altro verso: un canto molto più modu-lato, che inizia con una specie di “ticap”, e termina con un “pop”.E’ Carlo il primo ad avvicinarsi cautamente ai cespugli da cui pro-vengono i suoni. Alberto schiaccia involontariamente un rametto. Il rumore fa uscire dalla radura un volatile dalle sembianze poco conosciute, tali da far scappare spaventato Sammy: “Aiuto una gallina nera che vola!!”. Altro che gallina che vola! Neanche un fagiano, ma un urogallo: un ani-male in via di estinzione che ha scelto la radura della pista da sci per fare il suo nido.La scoperta fa notizia: i giorna-listi visitano il paese e scrivono articoli, il corpo forestale dello Stato fa progetti di protezione e salvaguardia ambientale, e l’uffi-cio del turismo avvia una cam-pagna pubblicitaria sulla bellezza

della “montagna dell’Urogallo”.Ognuno sull’Urogallo trova la propria “magia”; anche Sammy dà la sua versione: “L’urogallo ha messo la cacca di mucca per salvare lo zio Tom, che infatti, anche se è finito nelle ortiche, non si è fatto niente.”

claun Pallola (Paola Brena)Disegno realizzato da Cristina Braga

Le avventure dila bella montagna dell ’urogallo

Tomà, un ragazzino come tanti altri, non troppo bello, non troppo brutto, è pronto per le vacanze estive; come ogni ragazzino è sempre pronto a fare vacanze. Quest’an-no, si trova, “spedito come un pacco”, sulla corriera che lo sta portando in montagna. Eccola lì, la montagna, come se lo stesse aspettando a braccia aperte. A braccia aper-te? Proprio in mezzo alla monta-gna c’è un specie di dirupo, ma non è una fossa, è una specie di frana senza materiale franato, una radura perpendicolare alla valle che interrompe il bosco di abeti e larici.“Cos’è?” Tomà se lo sta chieden-do, quando l’autista fa il nome della sua fermata.Ad attenderlo una comitiva di benvenuto solo per lui: i due zii, che ricordava più giovani; una cugina grande, Anna, sposata con Sergio che lavora in un’altra regione; un bambinetto di quasi 5 anni, Samuele, detto “Sam-my”, loro figlio; poi c’è Simo-na, una ragazzina imbronciata di quattordici anni che sta per conto suo, e due gemelli Carlo e Alberto, di un anno in meno di Tomà.La casa degli zii è grande. “Da quando hanno fatto le piste di sci, lo zio ha quadruplicato il suo lavoro - racconta la zia - Certo d’inverno è pieno di gente, mentre d’estate il turismo si è ridotto, ma lo zio è comunque impegnato.”Sammy interviene: “Il nonno ha la ruspa! E la gru, e la betonie-ra! E poi ha anche “i camionsss” Già, “camionsss” poiché lo zio Carlo gli ha insegnato che quando sono più di uno bisogna aggiungere la “s” e Sam-my, sapendo che il nonno ne ha almeno tre, aggiunge tre “s” a camion.Tomà si sta rilassando. I due gemelli all’unisono gli chie-dono: “Cosa facciamo domani Tomà?”. Quest’ultimo non sa cosa dire, visto che è appena arrivato e non conosce

il posto, ma gli viene in mente ciò che ha visto arrivando ed ora crede di aver capito. “Andiamo alla pista da sci!”Sammy ribatte “No, zio Tomà, adesso non c’è -ride- la neve!” Tomà sta pensando che fa strano sentirsi dare dello “zio”, quando Alberto dice: “Geniale Tom! Domani si va alla pista. Senza prendere la seggiovia che porta su

alle Bocchette, ci arrampicheremo direttamente dalla pista!”Il gemello Carlo aggiunge: “Saremo i primi esploratori della pista esti-va!”.Il giorno dopo Tomà, Carlo e Alber-to sono pronti, zainetto in spalla, per l’avventura. “Posso anch’io?” Sammy chiede a Tomà. “Ah, se viene lui, allora vengo anch’io!” dice Simona che, più grande di tutti, di solito va per conto suo, preferendo allontanar-si dai fratelli gemelli. Al massimo viene assoldata come baby-sitter di Sammy, compito che svolge vo-lentieri, anche se fa finta che sia il contrario.Tutti, anche gli adulti, guardano Tomà come se spettasse a lui solo la decisione“Se per voi – rivolto a zii ed a Anna - va bene...” Si parte. Tomà senza volerlo diventa il “capo cor-data”. Al seguito c’è Carlo, che, fa-cendogli domande del tipo “va bene così Tom?”, è di fatto la vera guida esploratore. Poi c’è Alberto che fa considerazioni ambientalistiche, mentre Sammy si sposta alternan-dosi tra terzo e quarto posto, ed infine è Simona in coda al gruppo “chiudendo la cordata”. Sono già passate più di tre ore da quando

sono partiti, hanno già fatto due soste per bere e “me-rendinare” e non sono ancora arrivati in cima alla pista. Tomà è stanco e vorrebbe quasi tornare, ma sente le attese del gruppo su di sé e così invece che “zig zag are” lungo la larghezza della pista da sci, decide di prenderla in diretta sulla linea verticale.“Vado avanti a guardare! Aspettatemi qui.” e così dicendo

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SCRIVICI ...Dai, scrivici anche tu!In chirurgia, in ortopediaed in pediatria ovest trovi le cassette,oppure con una mail all’[email protected]

I tuoi messaggi, i disegni, i consigli, ecc...verranno pubblicati sui sitidella nostra associazione.

Ortopedia Chirurgia Ospedale di Esine

Pediatria ovest

La postadel Naso Rosso

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Tutto questo tempo a chiedermiCos’è che non mi lascia in paceTutti questi anni a chiedermiSe vado veramente beneCosìCome sonoCosìCosì un giornoHo scritto sul quadernoIo farò sognare il mondo con la musicaNon molto tempoDopo quando mi bastavaFare un salto perRaggiungere la felicitàE la verità è cheHo aspettato a lungoQualcosa che non c’èInvece di guardare il sole sorgereQuesto è sempre stato un modoPer fermare il tempoE la velocitàI passi svelti della genteLa disattenzioneLe parole detteSenza umiltàSenza cuore cosìSolo per far rumoreHo aspettato a lungoQualcosa che non c’èInvece di guardareIl sole sorgereE miracolosamente nonHo smesso di sognareE miracolosamenteNon riesco a non sperareE se c’è un segretoE’ fare tutto comeSe vedessi solo il soleUn segreto è fare tuttoCome seFare tuttoCome seVedessi solo il soleVedessi solo il soleVedessi solo il sole

QUALCOSACHE NON C’È

Quante volte ci siamo chiesti se ciò che sia-mo è veramente ciò che gli altri vorrebbero vedere?Forse è successo a tutti, magari a seguito di una piccola o grande delusione, di pensare a ciò che siamo e a ciò che vorremmo essere, ciò che non riusciamo ad essere e a chi inve-ce è come vorremmo essere noi.Strano: succede a tutti, ma se tutti lo pen-sano allora nessuno di noi è come vorrebbe e l’unica soluzione sembrerebbe essere un fantasioso interscambio… No, poco credibile…La canzone di Elisa parla di questo, riesce a esprimere poeticamente il succo del discor-so… Aspettare a lungo qualcosa che non c’è, o sperare a lungo di essere qualcun altro ma che dire: aspettare qualcosa che non si sa se arriverà è meglio di alzarsi e provare a reagire, magari per scoprire che ciò che re-almente siamo non ha nulla da invidiare a nessun’altro e, anzi, è pure meglio di tanto altro… L’importante è credere in noi stessi, dare sempre il meglio, per fare splendere il sole dentro ciò che siamo, senza voler somigliare nessuno, anche perché ciò che gli altri sono realmente noi non lo conosciamo fino in fondo, ma vediamo solo il lato che voglia-mo vedere.Il bello è poter sceglier di rafforzare, miglio-rare, far sorgere ogni giorno ciò che siamo e splendere tra la gente, contagiando tutti con la nostra voglia di essere sempre il me-glio possibile … e di Vivere In Positivo !!

Ormai è una tradizione di famiglia; un’abitudine che io e tutti i miei parenti aspet-tiamo con molta ansia.Ogni anno, in estate, quando in città il grande caldo ci fa sciogliere, noi andiamo a fare un pic nic nel bosco che si trova poco lontano da casa nostra. Passiamo là un’intera giorna-ta; è bello: c’è molto spazio per giocare all’ombra e le limpide acque di un simpatico ruscello lo attraversano da nord a sud, rendendolo fre-sco ed accogliente. Cerchiamo

uno spiazzo abbastanza pianeggiante, ci mettiamo le nostre cose e, fra una chiacchiera, uno spuntino, una passeggiata, un gioco, ed un sonnellino, trascorriamo insieme un’intera giornata di relax. Proprio quest’estate, durante un giretto “in solitaria”, mi sono spinto fino alla cima del colle: da lon-tano vedevo una simpatica casetta, non tanto grande, ma molto ordinata; non era una capanna, era proprio una casa, in pietra, come tante che si vedono in montagna; mi sono avvicinato. Davanti alla porta d’ingresso, uno spiazzo picco-lo, una panchina in legno e due vasi di fiori colorati; poco più in là, alcune pecore sdraiate sulla terra a riposare.Sulla porta, un uomo non molto alto ed anche un po’ an-zianotto; indossava abiti scuri, un cappello ed un aspetto all’apparenza burbero; mi ha salutato e mi ha detto di chiamarsi Elzéard.Non mi ha sorriso, ma, con lo sguardo, mi ha invitato ad entrare. Dentro, la casa era in ordine, il pavimento di legno ben spazzato; sul fuoco bolliva la minestra ed i piatti lavati erano appesi sopra il lavello. Mi ha fatto accomodare e in una caraffa, direttamente dalla sua borraccia, mi ha ver-sato dell’acqua fresca e poi ha diviso con me anche la mi-nestra. Mentre mangiavamo, senza che gli chiedessi nulla, ha cominciato a raccontarmi. Con spontaneità e semplicità, mi ha parlato della sua infanzia, della guerra che è stato obbligato a combattere, della sua famiglia e di tante altre cose che con naturalezza ha condiviso con me. Quando io raccontavo di me e delle mie ambizioni per il futuro, mi ascoltava in silenzio e, con lo sguardo, mi inco-raggiava. Raramente ho respirato tanta accoglienza intorno a me. Alla fine del pranzo, quando già lo stavo per salutare, ha voluto che mi fermassi ancora un momento: voleva mo-strarmi un segreto. Con la solita naturalezza, ha liberato il tavolo dalle stoviglie ed è andato in camera.È tornato subito dopo; teneva in mano un sacco di juta (da tempo non ne vedevo più); con molta cautela, l’ha rovescia-to sul tavolo; ne sono uscite tantissime ghiande.In silenzio, si è seduto ed ha cominciato a toccarle e a guardarle con molta attenzione; sembrava che le accarez-zasse sia con le mani che con lo sguardo, e le selezionava: alcune venivano riposte in un cesto, altre di nuovo nel sacco ed altre ancora in una scatola di legno. Forse interpretando il mio incuriosito silenzio, senza che gli domandassi nulla, mi ha spiegato che, cinquanta anni prima, il bosco che co-pre il colle non c’era; il terreno era secco e arido: tutti gli abitanti della zona erano nervosi e tristi, i contadini col-tivavano sempre con meno passione e nessuno abitava più volentieri in quella zona. Lui, che era ancora giovane e che non voleva rassegnarsi a perdere la speranza nel futuro, ha

preso un’importante deci-sione: avrebbe ogni gior-no piantato cento ghiande, in modo che, con il tempo, il colle potesse vestirsi di una fitta foresta.Sembra impossibile, ma il suo progetto è diventato realtà: è stato lui, con una buona dose di impegno e pazienza quotidiani, a dare vita al bosco che oggi anima il colle.Non credevo alle mie orecchie: questo uomo ha trascorso la sua in-tera vita pensando al bene dell’Altro. Due calde la-crime rigavano il mio viso, allora mi sono affacciato sulla porta: il verde che mi circondava sembrava esse-re ancora più luminoso; l’a-ria che respiravo sembrava essere ancora più fresca; i suoni che sentivo sem-bravano essere ancora più melodiosi. Davanti a me c’era l’opera che un uomo, un semplice uomo, da solo, aveva voluto fare per tutti noi. Da-vanti a me c’era il frutto di chi, con coraggio e dedizione, ogni giorno, aveva seminato la speranza. Grato alla vita, ho salutato il mio nuovo amico, l’ho ringraziato e sono tornato a valle, dove mi aspettavano i miei parenti. Ho avuto biso-gno di qualche giorno prima di riuscire a mettere in ordine le mie emozioni ed a capire che l’incontro con Elzéard mi aveva insegnato la speranza; non ci avevo mai pensato, ma da quell’uomo avevo capito che la speranza nel futuro è ancora possibile.La storia del nostro vecchio pastore è raccontata nel libro di Jean Giono: “L’uomo che piantava gli alberi”, Salani Edi-tore, che vi consiglio di leggere. Magari, chissà, in futuro, troveremo raccontata in un libro, per esempio, anche la storia di Marco, un infermiere che, attraverso un’orga-nizzazione umanitaria, ha aiutato gli ammalati di ebola in Sierra Leone; oppure di Giacomo che, dopo aver vinto tan-te medaglie in gare agonistiche, adesso organizza eventi sportivi per bambini; o di Anna che passa tutte le sue giornate in ospedale a fare compagnia a sua figlia malata; o ancora di Lorenzo che, il mese scorso, invece di andare in ferie al mare, è andato a Lampedusa a dare una mano agli immigrati che arrivano in Italia da clandestini; o di quel papà che, nonostante la fatica e lo sforzo, ogni giorno va a lavorare in cantiere, per permettere ai suoi figli di vivere in maniera dignitoso. Secondo me, però, un giorno troveremo anche un libro che parlerà di te perché, ne sono sicuro, da oggi anche tu comincerai a seminare sorrisi … di speranza …Adesso vado: devo procurarmi un Naso Rosso, perché quando l’anno prossimo tornerò da quelle parti per il solito pic nic familiare, lo voglio proprio regalare a Elzéard, il pastore che mi ha insegnato … la speranza.

In biblioteca con i claun

claun Sonnolento (Michele Riva)

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Pagina a cura di:claun Giokabalù

(Annarita Braga)

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(Elisa)

Il cantascolta dei claun

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claun Ciliegina(Angela Mezzini)

“Stelle sulla terra” è, a mio avviso , un bellis-simo film indiano che narra come ogni perso-na ha qualcosa di particolare e unico, che può essere donato agli altri e che può arricchire chi lo sa cogliere.Questo principio dovrebbe essere ben presen-te in quegli adulti ed educatori che, di fronte a un bambino con difficoltà, tendono a mettergli un’etichetta giudicante, invece che cercare il suo talento speciale.Questa è la storia di Ishaan, un ragazzo di 8 anni, molto simpatico ma con molte difficoltà a leggere e scrivere, perché per lui le lettere non stanno mai ferme, sembra che ballino e ruotino su se stesse. Questo gli crea non po-che difficoltà con i maestri e i genitori.Sarà l’insegnante di arte, Ram Shanker, a capire che i problemi di Ishaan sono causati dalla dislessia e, con un metodo adeguato, gli insegnerà non solo a leggere e scrivere cor-rettamente ma lo valorizzerà in ciò che sa fare in modo veramente speciale. Infatti, il suo allievo vincerà la gara di pittura indetta dalla scuola e l’insieme di questi successi gli restituiranno la fiducia in se stesso e la voglia di ridere e giocare ancora. E’ molto interes-sante vedere come l’insegnante di arte riesce a prendersi cura dei suoi allievi e soprattutto di Ishaan: con allegria e molta attenzione per ognuno di loro.Sapete come Ram Shaanker si è presentato alla prima lezione nella sua classe?Suonando il flauto, ballando e….con un bel naso rosso da clown!! Sììì, proprio come noi!!Diamoci il permesso di gioire e di essere felici, è un diritto e…una scelta di stile di vita!

“Sulla nostra terra sono spuntate piccole stelle che con la loro luce hanno illuminato il mondo perché sono riuscite a farci guardare le cose con i loro occhi. Quelle stelle pensavano in maniera diversa e le persone vicine non le accettavano e le hanno ostacolate. Ma loro ne sono uscite vincenti , al punto che il mondo è rimasto a bocca aperta ”

STELLE SULLA TERRA

Claunocchio.. La storia di un burattino che diventa claun, un claun vero (e straor-

dinario)! La favola di tante favole: Claunocchio, un burattino circondato da papà

Geppetto, aiutato dai falegnami, ingannato da Lucignolo, amico delle sarti-

ne, che, grazie all’incontro con Biancaneve, Cappuccetto Rosso, con il gatto

e la volpe, con gli angioletti, le fatine e il Grillclaun riesce a far sbocciare il

cuore claun che c’è in lui e a scegliere il camice tanto desiderato!

Uno spettacolo per bambini, ma che suscita l’immaginazione e la fantasia

anche degli adulti, una ‘favola in positivo’ che ci ha portati in vetta alla clas-

sifica del concorso Punto Art, organizzato dal Centro Oratori Bresciani.

Pieni di gioia e di soddisfazione, dopo tanto impegno e lavoro, noi attori, a

nome di tutti i Risvegliati V.I.P. Brescia, abbiamo ritirato il “premio creatività”, un

premio che ci ha spinto e stimolato a dare sempre più il massimo, a continuare a

diffondere il nostro messaggio, la nostra positività, il nostro modo di vivere tanto contagioso quanto

sorprendente! Quest’anno per la prima volta, siamo stati anche sul palco di Pescara, in occasione del

Raduno Nazionale di V.I.P. Italia, davanti agli occhi e agli applausi di 800 claun... e già questo, per noi, è

stato un grandissimo successo (più di quello ottenuto ad Hollywood): un’emozio-

ne unica! A volte si crede che il teatro sia solo finzione, che basti indossare una

maschera per cambiare ruolo, che basti un sipario chiuso per uscire di scena.. Ma

il nostro spettacolo è pura realtà, è un sogno che si realizza, è un bambino che

rinasce, un cuore che cresce, una vita che si dona!

Un grazie particolare va a tutti coloro che hanno contribuito a far nascere questa

favola, e a tutti coloro che si sono impegnati e che continuano a farlo per trasmet-

tere quella positività che un giorno cambierà il mondo, e che ha già cominciato a

cambiare i cuori!

A CLAUNOCCHIO ….IL PREMIO CREATIVITÀ!

claun Cionfola(Valeria Cristini)

Un gesto SPECIALEper un giorno SPECIALE!

Cerchi unatestimonianza?

Hai un evento particolare da festeggiare e vor-resti regalare delle bomboniere ai tuoi invitati? Perché non rivol- gerti a noi claun. Ecco

alcune delle nostre fantastiche bombo-niere. Informazioni:

[email protected]

I Risvegliati VIP Brescia Onlus-Clown di Corsia sono disponibili per incontri-testi-monianze sul tema del volontariato e, nello specifico, della clown terapia in ospedale, dedicati sia alle scuole, di diverso ordine e grado, che alle classi di catechismo!Per maggiori informazioni scrivete a: [email protected], saremo ben felici di trascorrere qualche ora con Voi!

Il Cineclaun

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RisveAMICO ... Un RisveAMICO non è un socio del-la nostra Associazione ma ci aiuta standoci viicino. Un RisveAMICO può essere informato sulle nostre attività, partecipare ad alcuni incontri organizzati dai Risvegliati, ricevere copia del Giornaclaun e del nostro calendario. Se ti piacesse diventare un RisveAMICO puoi contattarci all’indirizzo e-mail: [email protected]

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RedazioneGiornaclaun:claun Ciliegina (Angela Mezzini)claun Cionfola (Valeria Cristini)claun Gianduiotto (Luca Curti)claun Giokabalù (Annarita Braga)claun Pallola (Paola Brena)claun Sonnolento (Michele Riva)

In copertina:disegno realizzato daclaun Gianduiotto(Luca Curti)

Il presidente:claun Tziolupo(Paolo Brunelli)

Grafica e Stampa:Tipolitografia Vilcar www.tipografiavilcar.it

Sabato 26 Settembre

Piazza VittoriaBRESCIA


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