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1
Istituto Comprensivo “Fratelli Trillini” Osimo - Anno 10° - n°1- Dicembre 2011 - Distribuzione interna
Responsabili: Sorbellini Anna Rita - Catena Lorena
IIssttiittuuttoo CCoommpprreennssiivvoo ““FFrraatteellllii TTrriilllliinnii””::
ssccuuoollaa ddii qquuaalliittàà
2
Adem G.
Ciao a tutti.
Io sono una goccia d’acqua e sto andando nel rubinetto
di casa Allegra.
Anche se piccola, sono molto importante.
C’è chi mi vuole sprecare e c’è invece chi non mi ha,
ma ne avrebbe bisogno. Ad esempio in
Africa, dove noi siamo molto scarse.
Se voi vedete un rubinetto aperto,
chiudetelo! Mentre vi lavate i denti,
chiudete l’acqua, tutti insieme ripariamo
le tubature, perché risparmiare acqua è un
problema globale che va risolto insieme.
Chiudendo il rubinetto, l’acqua non si
sprecherà, ma andrà a chi ne ha bisogno
veramente.
Fra poco ci sarà un rubinetto… c’è una
perdita e andranno sprecati litri e litri di acqua. La
nostra vita, anche se corta, è molto importante. Noi
salviamo la vita e per colpa di qualche sbadato che la
spreca a volte arriviamo troppo tardi. Solo negli
elettrodomestici litri e litri di acqua vengono sprecati
ogni giorno. La lavatrice è comoda e veloce, ma come
facevano le tue bis, trisnonne a lavare i panni?
Lavavano a mano con bacinella d’acqua, a volte
sporca, altre pulita. Con l’acqua di una lavastoviglie
una famiglia africana vive un giorno di più. I wc
“vecchi” sprecano da 10 a 20 litri di acqua tutte le
volte che tiriate lo sciacquone. Per limitare il danno i
nuovi wc hanno due pulsanti, uno grande e uno
piccolo.
...Vedo un gigantesco rubinetto, sarà un’
industria o forse un campo. Queste ditte
consumano moltissima acqua di cui il
70% si ferma sul tragitto e… se ne va.
Per risolvere questo problema basterebbe
che tutti voi, grandi e piccini, vi alzaste e
andaste a riparare i tubi. Ora il mio
tragitto è quasi finito.
Vorrei ricordare che tutti, uomini e
gocce, piccole e grandi che siano,
possiamo cambiare e che con un po’ di sforzo e
sacrificio potrebbe cambiare la vita di molte persone,
dalle “stalle alle stelle”.
Anche la goccia più minuscola è importante, perché
può essere grande, grandissima per chi ne ha bisogno.
Speriamo che la famiglia Allegra mi usi bene.
Io sono una goccia
d’acqua, mi chiamano
Libera perché sono la
più vivace e la più
scapestrata tra tutte le
goccioline d’acqua che
io abbia mai
conosciuto.
Sono consapevole che
dovrò affrontare un
viaggio pieno di
pericoli, ma questo non
mi spaventa perché il
viaggio che farò servirà alla sopravvivenza di piante,
animali e non pensate che pecchi di superbia, ma da me
e le mie compagne dipende anche la salvezza del
genere umano.
Bene, sono pronta, si parte.
Sto precipitando da 3348 M (Monviso) “al rischio di
perdere la vita”.
Non vi dico quanti giri sto facendo su me stessa, mi
gira la testa, ma per fortuna sto arrivando a valle, dove
il terreno perde la sua pendenza e il fiume la sua
impetuosità. Ma non pensate che i pericoli siano per
me finiti, devo ancora percorrere buona parte del mio
lungo viaggio.
Adesso, che sono in ballo, il mio pensiero più insistente
è che non so se tutto questo andrà a buon fine: finirò
dispersa in una piena del fiume che straripa o avrà
veramente significato se riuscirò a raggiungere chi ha
davvero bisogno di me.
Sicuramente sarà il destino, ma un po’ è anche opera
dell’uomo a stabilire cosa sarà di me salvaguardando
gli argini dei fiumi e impedendomi di andare sprecata.
Per fortuna il mio viaggio sta procedendo nel migliore
dei modi, nonostante questa sia la stagione delle
piogge, il fiume è rimasto dentro gli argini.
Adesso vengo risucchiata dalle turbine dell’ impianto
di depurazione dove mi verrà data una bella pulita…ah,
ne avevo proprio bisogno, visto che durante il mio
viaggio ho dovuto legare con compagni non troppo
Iacopo Pigliacampo, clas. 1 C sc. sec. di I grado -Borgo-
Lucia B
3
simpatici: ammoniaca, petrolio, nitrati, oli di
combustione. L’acqua dolce è solo una piccolissima
parte dell’idrosfera, ce n’è sempre di meno, ma
all’uomo questo non interessa e continua a scaricare nei
corsi d’acqua.
Per come ero messa non avrei potuto dissetare nessuno.
E pensare, che neanche troppo tempo fa così come
sgorgavo dal Monviso arrivavo al Delta linda e pulita
senza bisogno di nessun trattamento. Sì, avete
indovinato non è il mio primo viaggio, anche se ogni
volta è un’avventura: ho compiuto questo viaggio
milioni di volte, perché il mio ciclo è infinito, anche se
purtroppo è sempre più difficoltoso; io e le mie
compagne siamo sempre le stesse, mentre voi oggi
siete 7 miliardi di persone e purtroppo molti di voi non
possono utilizzarmi, e a causa mia e delle mie amiche
scoppiano conflitti anche se noi non vorremmo.
Per questo, voi che siete così fortunati a godere della
mia presenza, non lasciatemi andar via con tanta
superficialità. Anch’io amo come voi essere fresca e
pulita e possiamo riuscirci in questo modo: cerca di
preferire la doccia al bagno; quando ti insaponi, chiudi
il rubinetto, idem con i denti (non vorrai bermi con
quell’alito pestilenziale e con i denti gialli?); per
annaffiare, ricicla l’acqua usata e, se ci riesci, convinci
la tua famiglia ad installare delle cisterne di raccolta
per raccogliermi quando cambio il viaggio e arrivo
sottoforma di pioggia.
La mia vita può quindi essere meravigliosa o
tristemente vana: meravigliosa quando riesco a
conservarvi in buona salute; vana, quando vengo
sprecata o gettata inutilmente.
E TUTTO QUESTO DIPENDE ANCHE DA TE.
Sono una goccia d'acqua. Sta piovendo, dal cielo cado
nel suolo e vengo assorbita fino ad arrivare ad una
sorgente. Qui ci sono tutte le mie sorelle. Ci divertiamo
a far scorrere l'acqua limpida che formiamo tutte
assieme. Le mie sorelle ed io scorriamo, a volte, in
modo tranquillo, a volte in modo più veloce.
Nelle curve più brusche trasportiamo
ciottoli, emettiamo un gorgoglio continuo,
non ci fermiamo mai. Insieme alle mie
compagne mi sento a mio agio. Le più
giocherellone tentano persino di schizzare
fuori e ne approfittano soprattutto quando
incontrano dei massi che bloccano il
passaggio. Nelle discese più ripide ci
divertiamo ad andare più veloci ma, allo
stesso tempo, cerchiamo di mantenerci unite. A volte
incontriamo dei piccoli pesci grigio-azzurri e raramente
rossi, che velocemente passano attraverso noi gocce,
solleticandoci un po'.
Dopo un lungo tragitto, arriva il momento di dividerci:
parte delle mie sorelle sfociano libere nel mare, mentre
io ed altre incontriamo delle enormi tubature che,
emanando una grande forza, ci risucchiano...Aiuto! La
superficie fredda e liscia del tubo mi fa rabbrividire.
Veniamo attratte da quella grande forza, quindi siamo
costrette a continuare quel tragitto tortuoso. Urtiamo
continuamente lungo le pareti, senza sosta.
Stanca, penso alle altre mie sorelle che vagano libere
nel mare, incontrando tante nuove gocce d'acqua.
Dopo un lungo ed interminabile tragitto, io e le mie
sorelle ci troviamo in un gigantesco contenitore, tanto
enorme da contenere miliardi di miliardi di goccioline
come me: per un attimo, nel vedere tutte quelle gocce
intrappolate in quella prigione, mi spavento: “Dove è
andato a finire quel bel fiume limpido che
gorgogliava tranquillo? Dove sono andati a
finire quei pesciolini che mi solleticavano?
E quel sole caldo che ci illuminava come
diamanti? E il cinguettio degli uccellini?
Dove mi trovo? Perché sono qui?".
Questo è quello che mi domando in quel
momento. In mezzo al caos totale, mi
addormento, stanca del tragitto. Mi
risveglio quando vengo risucchiata, insieme
alle altre gocce, da altri tubi. Questi hanno una forza
superiore rispetto a quelli in precedenza: "Dove mi
porteranno questi tubi?", penso. Dopo un lungo tragitto
esco da quella prigione gelida e mi trovo in uno
sciacquone. Vengo scaraventata in un filtro e...finisco
nelle fognature!
Mi domando: perché io e tante altre gocce dobbiamo
fare questa fine? Perché? Per questo, ti chiedo: non
sprecare l'acqua, è un bene prezioso! Ti dico questo per
salvare te e tutte le mie sorelle che, come io facevo un
tempo, vagano libere nei fiumi e che, purtroppo, forse,
faranno, per un tuo semplice gesto di girare la
manopola del rubinetto, la mia stessa fine.
Lorenzo Strappato cl. 1 C sc. sec. di I grado -Borgo-
Rossella Virgini cl. 1 C sc. sec. di I grado -Borgo-
4
Le insegnanti e i bambini della Scuola Primaria di Passatempo vogliono ringraziare con tanto affetto il comitato
“ In festa con gli Angeli” per aver reso possibile il sogno di una nuova aula d’informatica.
Grazie Angeli!!!
Abbiamo scritto al computer
la nostra prima frase:
L’INAUGURAZIONE
SABATO ABBIAMO
INAUGURATO
IL LABORATORIO
D’INFORMATICA
CON UNA BELLA
CERIMONIA. Alunni classe 1°
Caro diario,
quest’anno a scuola abbiamo cinque
modernissimi computer donati dal comitato
“In Festa con gli Angeli” di Passatempo.
Sabato 5 novembre c’è stata l’inaugurazione
del nuovo laboratorio d’informatica e per
l’occasione abbiamo invitato il Sindaco, il
Dirigente Scolastico, il Direttore
Amministrativo, i rappresentanti del Comitato
e alcuni genitori.
Dopo i saluti e i ringraziamenti, il presidente
dell’associazione ha tagliato il nastro
tricolore… che emozione!!!
Noi gli abbiamo regalato una pergamena per
esprimere tutta la nostra gratitudine e per
ricordare questa bella cerimonia che è
terminata con un rinfresco offerto dalle nostre
insegnanti e dal forno Camilletti.
Alunni classe 4°
Scuola primaria Passatempo
5
E’ venuta a scuola una biologa che, grazie ad un
microscopio ottico collegato al televisore, ci ha fatto
osservare diversi tipi di
cellule. All’inizio ci ha mostrato
uno “striscio” di sangue di montone e abbiamo visto i globuli rossi che sono
cellule prive di nucleo con la funzione di trasporto dell’ ossigeno.
Nel secondo vetrino c’era del lievito di birra che
fermentava: abbiamo intuito la “gemmazione” cioè la
creazione di una cellula figlia da una cellula madre.
Nella terza osservazione abbiamo visto dell’acqua di
un sottovaso con la presenza del “paramecio”: questo
affascinante organismo unicellulare si muoveva
girando su se stesso per mezzo di “ciglia”.
Poi abbiamo guardato al microscopio un sottile strato di cipolla.
Si notavano tante cellette piatte, allungate e unite strettamente tra loro.
Molto interessante è stata l’osservazione di colonie di
batteri provenienti da una mano sporca.
La biologa ci ha detto che ogni batterio si riproduce
ogni venti minuti generando un gruppo sempre più numeroso in pochissimo
tempo.
Questo ci ha fatto capire l’importanza dell’igiene per evitare l’insorgenza di
malattie.
Con l’aiuto di questa scienziata abbiamo esplorato una piccola parte del mondo
delle cellule e abbiamo capito quanto siano interessanti e misteriosi gli
organismi viventi.
Giovedì, 29 settembre
abbiamo fatto un’interessante
lezione di scienze
sulla cellula.
Classe 5^ sc. primaria Montetorto
6
Caro SIC,
ora correrai in cielo e per
sempre nei nostri cuori
Matteo
Caro SIC,
corri X sempre sulle nuvole e mi
raccomando…guai a Ki ti taglia
quei capelli!!!
Veronica
Osimo, 25-10-2011
aro Simoncelli,
ora che non ci
sei più per
colpa di quel
maledetto incidente in
Malesia mentre stavi
correndo in moto ( la
cosa che ti riusciva
meglio), ti voglio
scrivere questa lettera
per ricordare a tutti
quella gran persona che
eri e che rimani tuttora,
anche se non sei più con
noi.
La prima cosa che mi
viene in mente è la
simpatia, con cui rendevi
belle anche le cose più
brutte; eri sempre disponibile con tutti e non rifiutavi mai una foto con uno dei tuoi tanti fans o un autografo,
anche se magari eri arrabbiato perché le prove o la gara ti erano andate male! Un altro aspetto del tuo modo
di essere che mi faceva sbellicare dalle risate (e questa era la seconda cosa che ti riusciva meglio) era il tuo
modo di esprimerti, maledettamente uguale a quello di Valentino Rossi, tuo grande amico, anzi quasi
fratello che, purtroppo, senza nessuna colpa, è stato coinvolto nell’ incidente a te fatale.
Tutto è accaduto proprio in quella pista dove due anni prima avevi raggiunto la felicità più grande per un
motociclista: la vittoria di un mondiale combattuto fino all’ultimo giro, quello d’onore, in cui, con tutti i
ricci al vento, ti sei liberato da ogni preoccupazione, tanto da svenire (o quasi)!
Quell’ immagine avrei voluto vederla anche nella classe più importante del motomondiale, in cui eri
arrivato solo da un anno, ma dove eri già una stella, infatti tutti ti consideravano l’erede di Rossi, il più
grande di tutta la storia, che purtroppo non stava riuscendo ad ottenere i risultati che ci si aspettava. Tu, in
quell’occasione, tutte le volte ti ponevi davanti a lui (cosa che pochi riuscivano a fare), grazie alla tenacia
che dimostravi e che durante la gara non ti abbandonava mai, trasformandoti in un guerriero, cioè in un
essere ben diverso dalla persona dolce che eri e che tuttora sei.
Ciao SUPER SIC, come tutti ti chiamavano, di te mi mancherà tutto: i tuoi capelli, la tua parlata, la tua
allegria, il tuo numero 58 e ……………….. mille altre cose.
Ciao grande campione.
C
Tommaso Marcantognini classe 2 C sc. sec. di 1° grado -Borgo
7
Caro SIC ho sempre pensato
che sei una grandissima stella
che non si spegnerà mai!!!
Sofia
Volevi arrivare sul gradino più
in alto del podio, non ci sei
riuscito…ma sei arrivato più
in alto di tutti. Ciao SUPER
SIC! Nicolò
Caro SIC,
ho sperato tanto che tu vincessi! Beh, l’ultima
volta non è andata troppo bene!!!
Ora in cielo c’è una nuova stella: la stella “Sic”.
È a forma di moto cavalcata da un cespuglio!!!
Ci manchi da morire!
Ilenia e Cristian
Stoner, Lorenzo, Rossi,
Pedrosa… Tra questi tu per
me sei stato il più forte.
Continua a correre lassù e
continua a vincere. Ciao Sic
Thomas
Correrai per sempre nei nostri
cuori e farai impennate sulle
soffici nuvole
Ciao! Matteo
Sei un grande ed un mito
“SIC”, spero che lassù
potrai sgommare quanto ti
pare. Giacomo (Yenchi)
I campioni come te non
possono correre coi comuni
mortali. SIC, spero tu possa
correre anche in Paradiso. Ci
manchi tanto
Gabriele
SIC,
ci mancherai un sacco. Sei
stato un ragazzo simpatico e
tutti ti ammiravano. Sei stato
un pilota eccezionale e
rimarrai sempre nei nostri
cuori. Sarra e Silvia
SIC,
ci mancherai un sacco. Sei
stato un ragazzo simpatico e
tutti ti ammiravano. Sei stato
un pilota eccezionale e
rimarrai sempre nei nostri
cuori. Sarra e Silvia
SIC, 6 stato un campione, eri
uno tra i più grandi… ma
perché eri,… sei: infatti
resterai sempre tra noi
Jasmine
Super Sic, eri un pilota
spericolato, un mito, un
grande. Insegna agli angeli
come si impenna!!! Lorenzo
Ogni volta che guardo il cielo,
vedo una stella grande e lucente,
sei tu: così simpatico, bravo in
moto, ma un po’ spericolato. Ci
manchi, ciao! Omar
Marco come va? Ci sono le moto in
paradiso? Fatti un giro anche per noi. Ti
ricordo con tanta nostalgia. Quell’incidente
ti ha cambiato la vita… ma tu eri già
destinato ad essere un grande.
Matteo (Pistacchio)
Caro SIC,
le stelle brilleranno per
sempre, ma la tua più di
tutte, perché sei un grande.
Mi manchi molto. Ale
Cl. 2^ A sc. sec. di 1° grado - Passatempo
8
L’Assemblea Generale degli Stati Uniti, alcuni
decenni fa, raccomandò a tutti i paesi di istituire
una Universal Children’s Day.
La data del 20 novembre fu scelta in memoria del
giorno in cui l’ Assemblea Generale approvò la
Convenzione Internazionale sui diritti
dell’infanzia nel 1989.
Nei vari articoli si elencano i diritti fondamentali:
diritto alla vita,
diritto alla
famiglia, diritto
alla salute,
diritto al gioco,
diritto allo
studio e alla
protezione da
ogni forma di
violenza e sfruttamento.
Ancora oggi, soprattutto in Asia e in Africa,
muoiono undici milioni di bambini ogni anno e il
70% a causa di malaria, polmonite, infezioni,
epidemie e nascite premature.
Le nostre classi, come ogni anno, hanno
partecipato a “La
giornata dei diritti
dell’infanzia”
organizzata nella
città di Osimo.
Il filo conduttore
della
manifestazione era
il lavoro dei
volontari, visti come super eroi, perché con il loro
intervento contribuiscono a difendere i diritti. I
volontari sono persone che dedicano il loro tempo
libero ad aiutare gli altri e sono utili in diversi
campi.
Ci ha colpito particolarmente l’associazione che si
dedica a mantenere pulito il corso del fiume
Musone.
E’ stato interessante osservare come, negli anni
’90, il nostro fiume era diventato una “discarica”:
pieno di rifiuti di ogni genere, soprattutto
televisori, lavatrici, frigoriferi e persino divani.
Queste persone sono riuscite, un po’ alla volta, a
ripulire tutti gli argini e a ridare agli osimani un
fiume “più bello”. Loro hanno chiesto a noi
bambini di prestare sempre attenzione a non
gettare mai niente per terra quando andiamo a fare
le nostre passeggiate lungo il Musone.
Anche l’associazione “Il Baule dei Sogni” ci ha
incuriosito particolarmente. Essa opera nei reparti
ospedalieri e nei centri per anziani. Un clown
dottore ci ha spiegato come è nata la clown
terapia; il dottore Patch Adams ha sperimentato in
una struttura
ospedaliera
che la risata,
associata alle
cure, aiuta a
curare e a
guarire prima.
Infatti la
risata
distoglie
l’attenzione dalla malattia, fa aumentare le difese
immunitarie. Questo accade perché la risata fa
produrre al cervello le endorfine che servono a
difendere dal dolore.
Ridere fa accelerare il ritmo del cuore e della
respirazione, fa diminuire la pressione arteriosa e
fa rilassare i muscoli. La risata spontanea ed
esplosiva fa diminuire la tensione, perché fa
aumentare le beta-endorfine prodotte dal cervello
e genera una sensazione di benessere e assenza del
dolore.
Una ricerca scientifica ha
dimostrato che l’intervento dei
clown in corsia ha ridotto del
50% l’ansia nei bambini
sottoposti a interventi chirurgici.
Alcuni medici testimoniano che
diminuendo lo stress da paura e
sofferenza diminuisce il bisogno
di farmaci: la degenza si riduce
del 50% , l’uso di anestetici del
20%.
Il clown dottore ci ha fatto ridere tanto, ci ha fatto
proprio divertire.
E’ proprio vero: le beta-endorfine ci hanno fatto
rilassare, ci hanno fatto provare una sensazione di
benessere e
non sentire
il disagio
del freddo
e della
fame.
La risata
funziona
davvero e
aiutare gli
altri è sempre un’esperienza che arricchisce.
Classi 4^ A e 4^B sc. primaria “M. Russo”
9
Lunedì 21 novembre, noi della 5^ C abbiamo
partecipato alla Giornata dell’Infanzia e
dell’Adolescenza, organizzata ad Osimo.
Ci siamo ritrovati tutti in piazza Boccolino, accolti
da un clima di entusiasmo, colori e tanta gioiosa
confusione!!!
Quest’anno il
filo conduttore
dei giochi era…
“I supereroi”,
ovvero tutte
quelle persone
che dedicano del tempo, (facendo del
volontariato), per aiutare il prossimo,
migliorare l’ambiente, offrire un
sorriso, una speranza a chi pensa di
aver perduto tutto.
Siamo venuti a conoscenza di
un’associazione, l’Arca, che ha sede
ad Osimo e si prodiga per attivare
progetti di accoglienza in favore di bambini che
provengono da Chernobyl: la loro permanenza in
Italia, infatti, anche se per un breve periodo,
consente alla loro salute, di migliorare lievemente.
Erano presenti
anche altre
associazioni
come l’Unicef
che da sempre
si batte per il
rispetto dei
Diritti
dell’Infanzia: il
diritto al nome, a una famiglia, al cibo e all’acqua
potabile, al gioco, al pensare e decidere, a vivere in
un mondo di pace, all’istruzione, alle cure mediche,
all’essere protetti da ogni
forma di violenza.
“Legambiente” ci ha ribadito
l’importanza di vivere in un
ambiente sano, e ci ha
richiamato al nostro senso
del dovere per difenderlo e
preservarlo per il futuro.
Attraverso i giochi abbiamo
infine sperimentato forme di
collaborazione, rispetto, tolleranza… necessari per
crescere come persone aperte agli altri. Ci vediamo
dunque al prossimo anno!!!..............................
Noi della classe IV C siamo nati nell’anno 2002,
ma se fossimo nati al tempo dei Sumeri non
sarebbe stato molto facile vivere: saremmo dovuti andare a scuola
dall’alba al tramonto, saremmo stati pieni di lividi per le bastonate! Eh
sì… la vita dei bambini sumeri era proprio difficile.
Pensate che nella scuola sumera, chiamata edubba (casa delle tavolette),
se sbagliavi un testo, ti bastonavano, se arrivavi in ritardo, ti
bastonavano lo stesso… e così per ogni mancanza.
Si viveva in schiavitù, ma c’erano anche dei lavori importanti come ad
esempio lo scriba: un esperto di scrittura che però non sapeva cosa fosse
scrivere su un quaderno!!!
È per questo che noi abbiamo voluto provare a diventare scribi, realizzando tavolette di argilla sulle quali
utilizzare la scrittura cuneiforme inventata proprio dai Sumeri più di 5000 anni fa.
Un giorno di novembre siamo andati in laboratorio: prima di tutto
abbiamo preso l’argilla in quantità giusta, poi l’abbiamo lavorata per
creare delle tavolette. L’abbiamo quindi stesa e lisciata per realizzare dei
“fogli” non troppo sottili. Successivamente ciascuno di noi ha inciso
sulla sua tavoletta segni molto complicati a forma di cuneo con dei
bastoncini di legno e l’ abbiamo fatta essiccare al sole. In un secondo
momento abbiamo messo le tavolette nel forno e abbiamo scoperto che,
dopo la cottura, il loro colore era cambiato.
Le tavolette erano pronte … assomigliavano proprio a quelle dei Sumeri!
E’ stato un lavoro difficile, ma questa esperienza ci è piaciuta molto e ci
ha fatto capire quanto sia per noi più facile scrivere!...................
Classe 5^C sc. primaria “M. Russo”
Classe 4^C sc. primaria “M. Russo”
10
TIC-TAC … Mancano solo due giorni alla fine, se fossi in te mi guarderei le spalle.
-Ma… cosa?! Mamma! Ok molto divertente, chi è stato?
-Buongiorno tesoro... Cos’è successo?
-Cos’è successo?! Non prendermi in giro, chi è stato?
-Cosa?A fare cosa? Calmati!
-No mamma, non mi calmo, c’è una grossa scritta davanti al mio letto, forse realizzata con … della vernice credo, chi è
stato? Scommetto che sei stato tu piccolo mostriciattolo!
-Io?! Ma che vai dicendo! Per me tu sei pazza!
-Io pazz… andate a vedere!
-O mio Dio! Leo, non è divertente, perché l’hai fatto?
-Cosa? Non sono stato io!
-Ehi, ehi calma ragazzi, ma … aspetta un momento, que……questa non è vernice è … è sangue!
-Che!? Mi prendi in giro? Ok, basta Leo, dimmi perché l’hai fatto!
-Non sono stato io! Ti odio sì, ma non fino a questo punto.
-Va bene, non mi interessa … basta che cancelliate questa cosa dalla parete della mia stanza!
La mattina seguente……
-Aaaaaaaah!
-Santo Dio … cosa c’è tesoro, perché hai urlato?
-Che c’è?!? Leggi!
- !!! Attenta a te Saiara! tic-tac tic-tac
-O mio Dio! Ma chi diavolo è che si diverte?
-Tesoro, calmati… mm … Peter, che … cosa può significare?
-Che qualcuno vuole ucciderti.
-Zitto Leo!
-Beh … ha ragione mamma.
-Peter … cosa facciamo?
-Senti tesoro .. io credo che sia meglio restare a casa al chiuso, al sicuro, ok?
-Sì, va bene.
-Tesoro mio, calmati però, tremi tutta!
-Calmarmi? Come posso calmarmi! Papà, c’è un pazzo omicida che vuole uccidermi!
-Allora … preferisci che restiamo tutti a casa?
-No, no, andate pure, per qualsiasi cosa vi chiamerò.
Il tempo passò, e non successe niente, nulla di insolito, la giornata fu breve e noiosa, non feci niente di particolare: tv,
compiti, ancora tv…, poi cenai e me ne andai a letto stanca, non vedevo l’ora che quel giorno finisse. Volevo che
l’indomani arrivasse in fretta, ma avevo anche paura di ciò che mi sarebbe capitato.
Il giorno dopo …
È arrivata la tua fine!!! Tic-tac tic-tac…il tempo corre
-Oh no! … Non poteva essere, non a me!
Non dissi nulla, non urlai, ma stavo per farlo, la paura mi trafisse come mille aghi conficcati in ogni parte del mio
corpo: terrore, angoscia, panico tutte queste emozioni si riunirono assieme … e di lì a poco mi sentii svenire. Perché a
me? Non avevo mai fatto del male a nessuno! Beh, qualche cuore spezzato qua e là, ma … Non credevo che qualcuno
potesse essere così disperato da venire di notte in camera mia per uccidermi!
Chi mai avrebbe potuto farmi una cosa del genere?
Ero sconvolta, ma mi feci coraggio, presi un secchio d’acqua, una spugna e con calma lavai quella parete sporca …
ormai scolpita nel mio cuore.
Più tardi uscirono tutti, tranne me … però non dissi nulla della scritta per non creare panico né paura, più di quanto non
ne avessi già; abbracciai forte la mamma, pensai che forse quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei rivista, che
avrei rivisto tutti …
Cinque ore dopo, mentre camminavo lungo il corridoio, sentii un rumore strano, come dei passi ovattati provenire dalla
mia stanza. Entrai, mi guardai attorno ma… niente, poi in un attimo qualcuno mi saltò violentemente alle spalle, sentii
qualcosa di duro e freddo dietro di me … una pistola!! Mi sentivo stretta come in una morsa: impossibile gridare,
respirare o difendersi! Il cuore mi batteva forte e avevo la gola secca, mi dissi che sarebbe stata la fine … di tutto.
Poi, con un ultimo interminabile gesto, riuscii a divincolarmi da quell’essere, con tutte le forze che avevo … le ultime.
Lo guardai, quel tanto che bastò per capire chi fosse, ma era tardi. Improvvisamente cominciò a farsi buio, era tutto così
freddo e oscuro… lo sentivo, le gambe mi tremavano e… caddi a terra svenuta!
-Saiara, svegliati! Che cos’hai?
-Niente mamma, tutto a posto! Non preoccuparti per me, ora mi alzo.
Pereira Saiara, classe 3E
sc. sec. di 1^ grado Borgo
11
I
L
M
I
T
O
Irene Ce.
D. F. cl. 1^ B
sc. sec. di 1° grado - Passatempo
G. F. cl. 1^ B
sc. sec. di 1° grado - Passatempo
G. P. cl. 1^ B
sc. sec. di 1° grado - Passatempo
sc. sec. di 1° grado - Passatempo
Sofia
Nel firmamento c’era un dio gigantesco fatto interamente di gelato al pistacchio
che si vestiva sempre di verde, il suo colore preferito.
Un giorno andò sulla terra arida e piena di rocce. Quel giorno il sole picchiava
fortissimo e lui, siccome era interamente di gelato si sciolse e il suo colore
verde diventò l’erba e la terra non fu più arida.
Nelle grandi foreste, in un tempo non molto lontano, vivevano, tra animali
selvatici e piante primordiali, delle creature fantastiche che nessuno aveva mai
visto, ma che quasi tutti gli uomini conoscevano dalle narrazioni tramandate di
generazione in generazione. Nessuno sapeva come fossero veramente ma una
cosa era certa: erano il terrore di tutti gli esseri viventi. La loro voce faceva
tremare il cielo e, quando camminavano, la terra, sotto i loro piedi sobbalzava
fin quasi a spaccarsi. Le loro lacrime creavano spesso inondazioni e nessuno
riusciva a sfuggire alle loro grandi mani. Si narrava che erano nati direttamente
dalla terra, come gli alberi dai semi e prima della nascita dell’uomo erano i
padroni di tutto l’universo. Ma chi erano o cos’erano questi esseri misteriosi,
che erano così arrabbiati con l’uomo che con la sua intelligenza aveva sottratto
loro il dominio del mondo? Erano forse gli dei arrabbiati per tutto ciò che l’uomo distruggeva per costruire i
propri villaggi? Nessuno allora sapeva rispondere; ora, possiamo dire che probabilmente erano le forze della
natura a cui l’uomo non sapeva ancora dare una spiegazione scientifica: tuoni, tempeste, maremoti, siccità…
Un tempo molto lontano, un uomo primitivo, aveva appena scoperto il fuoco.
Siccome, abitava sotto a degli alberi giganteschi, le querce, era ben riparato.
Un giorno però, il vento del Nord, soffiava senza mai fermarsi.
Così l’uomo, si mise al riparo sotto a due grandi rocce e accese il fuoco con
un po’ di difficoltà.
Purtroppo, tutto il fumo salì in cielo e diede forma e origine alle nuvole e di
conseguenza alla pioggia.
Da allora nacquero le nuvole e la pioggia che, ancora oggi, crea spesso
disastri.
Laila
12
C. C. cl. 1^ A sc. sec. di 1° grado - Passatempo
C. G. cl. 1^ A sc. sec. di 1° grado - Passatempo
Attilio
Attilio
Camilla
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L
M
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T
O
Molto, moltissimo tempo fa in Grecia, sul monte Olimpo, accadde
il terremoto più forte di tutti i tempi.
La terra tremò per ben cinque minuti e l'edificio più colpito fu la
scuola. Tutte le dee madri andarono a riprendersi i propri figli. La
scuola purtroppo si era trasformata in un cumulo gigantesco di
macerie. Ogni madre era intenta a trovare i suoi figli e quasi tutte
li rintracciarono vivi. Alcune no e andarono a protestare da Zeus
per il dolore che aveva dato a ciascuna di loro.
Queste disperate piansero giorno e notte, notte e giorno.
Tutte le lacrime versate dalle dee confluirono in un solco, finché
non si riempì.
Nacque allora il fiume Piango.
Si dice che ancora oggi, se si va a visitare quel fiume, non si sente lo scorrere dell’acqua, ma si odono i
lamenti e i gemiti dei bambini e i pianti delle madri.
Tantissimi anni fa la giraffa era un animale con il collo di una lunghezza media,
come tutti gli altri animali; sembrava un cane a macchie gialle e marroncine. Essa
si nutriva solo di foglie degli alberi più bassi, dove riusciva ad arrivare.
Un giorno le foglie più in basso caddero tutte e seccarono.
POVERE GIRAFFE!!!
Per tanti giorni questi poveri animali non mangiarono, ma poi dovettero cercare di
procurarsi cibo per vivere e si cominciarono ad allungare sempre di più per riuscire
ad agguantare le foglie che si trovavano sui rami in alto.
Fu così che, con il passare del tempo, a forza di allungarsi e allungarsi, alle giraffe
il collo crebbe sempre di più. Ecco perché oggi abbiamo le giraffe con il collo
lungo.
Moltissimi secoli fa, i Romani dominavano l’Italia tranne l’attuale regione
Marche. I campi coltivati dai contadini offrivano buoni frutti succosi, i greggi di
pecore pascolavano sulle colline guidati dai pastori. Tutto andava alla
perfezione finché un giorno i germani decisero di far guerra ai romani. Essi si
prepararono con preghiere dedicate a Minerva e intanto si facevano costruire
lance e armature dai fabbri. Arrivò il giorno della battaglia. I Romani erano
guidati da Carlo Mirino mentre i germani erano guidati da un potentissimo
comandante chiamato Leone. I germani indossavano una lunga tunica rossa con
un mantello marrone ed erano protetti da un elmo di bronzo e avevano spade
lunghe mentre i romani vestivano un’armatura d’oro e bronzo con dei disegni di
Minerva e Giove. I germani attaccarono con tutte le loro forze. C’era sangue da
tutte le parti e molti morti. I romani dopo tre anni di guerra vinsero e
saccheggiarono le città germaniche impadronendosi di schiavi e gioielli. Non si accorsero che un guerriero,
Leonida, al ritorno si era perso. Lui stava cercando Roma, ma non la trovò e capitò in un campo con un fiume
vicino. Il campo era fertile così pensò che, dopo aver ritrovato Roma, potevano impadronirsi di quella terra.
Chiese l’aiuto agli dei e dopo venti giorni di viaggio era a Roma. Riferì tutto all’imperatore che mandò l’
I
L
M
I
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13
S. M.R cl. 1^ A sc. sec. di 1° grado - Passatempo
G. F. cl. 1^ B sc. sec. di 1° grado - Passatempo
Irene
G. C. cl. 1^ A sc. sec. di 1° grado - Passatempo
esercito in quel paese fertile e se ne impadronì, iniziarono a costruirci strade e ponti, case e templi. Lo
chiamarono “Oxsimus” cioè Osimo che vuol dire “terra trovata da un guerriero”.
Molto tempo fa c’era un elefante di nome Toto, era un elefante vivace e
giocherellone. Un giorno mentre giocava con i suoi amici a chiapparella andò a
sbattere su una roccia in cui si apriva l’entrata di una grotta. Sfortunatamente il
suo naso ci si era incastrato e non riusciva a liberarlo. Il padre e la madre
provarono in tutti i modi ad aiutarlo, ma appena iniziavano a tirare Toto urlava
per il male. Un giorno gli passò davanti un topo e, Toto per la paura tirò cosi
forte e violentemente che riuscì ad estrarre il naso dal buco senza pensare al
dolore. Ormai però il naso si era allungato a dismisura.
Da quel momento tutti gli elefanti hanno un naso lungo: la proboscide.
In principio esisteva solo l’inverno: le vaste pianure e la montagne erano sempre
coperte di ghiaccio e di neve e non spuntava mai un fiore dalla terra gelida e
brulla.
Su quelle alte montagne viveva un gigante del gelo che portava malattie e cattivi
raccolti ai campi.
Un giorno Cerbero, infuriato disse: “ Basta sono stanco di avere l’inverno fino
alle porte dell’Inferno!!!”
Devo mandare qualcuno a catturarlo e consegnarmelo!”
Poco dopo chiamò un defunto e gli disse: “Se mi porti il gigante del gelo io ti
ridarò la vita”.
Il defunto accettò e partì con una carica di frecce infuocate.
Quando vide il gigante incominciò a tirare frecce infuocate una dopo l’altra, finché non finirono e il gigante,
infuriato, con il bruciore di stomaco perché ne aveva inghiottita una, cominciò a inseguire il defunto, fino a
quando non cadde nell’inferno e si sciolse.
Da allora per vendetta, il gigante scappa solo ogni sei mesi dall’Inferno.
Ed è così che abbiamo anche la primavera.
Paolo è così goloso, ma talmente goloso che si mangia i libri di cucina.
Sara è così magra ma talmente magra che con l'anello ci gioca all'hula hop.
Quest’ estate era così caldo ma talmente caldo che il mais cresceva che era
già popcorn.
Dani era così sfortunato ma talmente sfortunato che una volta camminando
scalzo in un pagliaio si è punto con un ago.
Quella ragazza era così bella ma talmente bella che anche i ciechi si
giravano a guardarla.
Giacomo è così stupido ma talmente stupido che sullo schermo del computer cancellava con il bianchetto.
Cl. 5^ sc. prim. - Padiglione.
14
Sabato, dodici novembre, Piero un esperto d’immagini è venuto a scuola per iniziare con noi alunni di quinta
un corso di fotografia.
La prima lezione, molto interessante, ci ha incuriosito perché lui ha
presentato le regole più importanti per realizzare una bella fotografia.
Ha ricordato di togliere il tappo della
macchinetta perché altrimenti
otterremo solo una macchia nera.
Ci ha consigliato inoltre di tenere la
macchinetta con tutte e due le mani
per avere una posizione più stabile e
per una foto non mossa.
Prima del clic bisogna decidere se è meglio ritrarre l’immagine in
verticale oppure in orizzontale, ciò dipende dal soggetto da immortalare.
Inoltre c’è sempre da controllare lo sfondo: quando si scatta una foto
bisogna valutare se ci sono elementi in contrasto con ciò che si vuole
ritrarre.
Un consiglio che ci ha proprio
meravigliato è stato quello di usare il
flash quando riprendiamo un
soggetto in movimento, perché esso
è così rapido che blocca
istantaneamente l’immagine.
Occorre anche prestare molta
attenzione al sole e scegliere il
momento migliore, perché la luce non dovrebbe essere troppo diretta,
ma bisogna valorizzare ciò che vogliamo ritrarre.
Noi ascoltavamo affascinati e pensavamo di aver capito tutto, anche perché Piero portava continuamente
esempi divertenti e spiritosi, ma all’improvviso ha cominciato a parlare
con voce sommessa rivelandoci i due segreti basilari per essere dei
campioni della fotografia: non mettere mai il soggetto da ritrarre al
centro dell’inquadratura, ma valorizzare bene lo sfondo e lasciare sempre
lo spazio nella direzione dove guarda chi fotografiamo: ciò dà un senso
di profondità, come se questo avanzasse.
Prima di salutarci ci ha spiegato che per ottenere una bella foto ci
vogliono “occhio”, spirito di
osservazione, pazienza e impegno.
Queste parole non ci sono certo
sembrate una novità, anche le nostre insegnanti dicono sempre che
senza buona volontà non si
ottengono risultati soddisfacenti.
La lezione è stata
superinteressante, non vediamo
l’ora di cominciare a fare clic per
mettere in pratica questi
suggerimenti.
Dovremo impegnarci molto perché, con la classe 5^B, allestiremo la
mostra “Con gli occhi dei bambini”: sarà l’attività imprenditoriale delle
ACS “Coccinelle in tour” e “Coccinelle zoom” per l’anno scolastico in
corso.
Vi invitiamo a visitarla a partire dal 17 dicembre nei locali della nostra scuola.
Classe 5^ A sc. primaria “M. Russo”
15
Ricordate l’ACS “Welcome coccinelle”?
Quest’anno, per lavorare meglio, abbiamo deciso
di formarne due: noi alunni della classe 5^B
siamo l’ACS “Coccinelle zoom” e i nostri
compagni della 5^A hanno costituito l’ACS
“Coccinelle in tour”.
Continueremo però ad impegnarci per uno scopo
comune, infatti insieme
realizzeremo la mostra
fotografica “Con gli
occhi dei bambini” e
venderemo le nostre
foto.
Partecipare anche
quest’anno al progetto
“Crescere nella
cooperazione”
promosso dalla BCC di
Filottrano, ci ha aiutato
a capire come sia importante lavorare secondo i
principi della collaborazione e della democrazia e
ci ha permesso di conoscere meglio i nostri
compagni ed andare d’accordo con tutti.
Per questo, periodicamente, ci riuniamo in
assemblea per discutere le difficoltà che via via
incontriamo e cercare insieme le soluzioni.
Abbiamo imparato quanto la comunicazione e il
confronto siano fondamentali per la vita sociale e
per poter comunicare tra noi, anche lontano
dall’aula scolastica, la nostra maestra ci ha
fatto una sorpresa: ha creato un “Blog” per
ognuna delle due cooperative
(http://coccinellezoom.blogspot.com/ e
http://coccinelleintour.blogspot.com/ ).
L’idea del Blog ci è piaciuta molto perché
possiamo scrivere liberamente le nostre emozioni:
anche i più timidi riescono a “parlare”!
Il Blog non serve solo per comunicare tra di noi,
ma anche per imparare ad esprimerci meglio per
farci capire da tutti.
Possiamo commentare i vari post, come ad
esempio quello sulle cariche sociali o sulle
regole dello statuto.......................................
Per farci divertire e far “scatenare” la
nostra creatività, la maestra ha inserito nel
blog un link al sito che crea un avatar tutto
personalizzato. Quest’idea è stata
fantastica!
Invitiamo tutti a
visitare il nostro
blog e a lasciare
un commento con
le vostre opinioni e
a firmarlo.
Visitando i nostri
blog potrete così
conoscere meglio
le due nostre
cooperative e tutte
le attività.
Un giorno siamo andati a fare una passeggiata nel quartiere della scuola “Marta Russo” e, in via Brizi,
abbiamo visto un muro di cemento coperto di disegni. Erano molto belli e colorati. Ci siamo chiesti se erano
stati fatti da artisti o da ragazzi maleducati.
A noi però quei murales (disegni sui muri) piacevano tanto.
Non erano veri disegni, ma scritte
“cicciottelle” e ingrandite, decorate
con molti colori e molta attenzione.
Ci siamo informati e abbiamo saputo
che erano realizzati con le bombolette
spray.
Queste decorazioni vengono chiamate
“graffiti” e gli autori “writers” o
“graffitari”.
Il nome deriva da “write”, cioè scrivere. Infatti la tendenza degli autori è
quella di raffigurare sul muro il proprio “tag” cioè una specie di
soprannome che a loro piace.
Abbiamo poi capito che coloro che li creano sono artisti se li fanno sui muri consentiti, sono vandali se li
realizzano nei palazzi storici o dove non è permesso.
Sul muro che abbiamo visto, abbiamo saputo che era stato concesso agli “writers” di disegnare, quindi quei
graffiti che abbiamo osservato sono artistici.
Classe 5^B sc. primaria “M. Russo”
Classe 3^C sc. primaria “M. Russo”
16
Una notte negli abissi dell’Oceano Atlantico, un delfino si aggirava intorno al cibo di uno
squalo. Al delfino apparve squisito il cibo del nemico. Allora ogni notte andava nella tana
dello squalo a rubargli il cibo per servirlo ai suoi amici delfini. Lo squalo si era già accorto
da tempo dell’accaduto, ma aspettò prima di vendicarsi perché stava escogitando un piano.
Così la notte seguente, quando il delfino stava facendo la solita scorpacciata, lo squalo
uscì e andò a vendicarsi mangiandosi gli amici del delfino. Quindi “Chi la fa l’aspetti”.
Un giorno, una cagnolina che aveva molti cuccioli, doveva andare a cercare del cibo e
perciò lasciare soli i suoi figli. Mentre pensava come fare vide una lupa che vagava
libera, senza niente da fare.
“Lupa, lupa ti prego, bada ai miei tesori mentre sono via! Se li lascio soli si
cacceranno nei guai”, la supplicò.
La lupa ci pensò e infine accettò, certa che poi avrebbe avuto una ricompensa. Ma,
mentre controllava i cagnolini vide uno scoiattolo solo, con una zampa rotta. Siccome
aveva molta fame, e si sa che i lupi hanno un debole per gli scoiattoli, non resistette e lo inseguì, lasciando i
cuccioli soli che, giocando a rincorrersi, caddero da un burrone.
Quando la madre tornò e lo scoprì, disperata e arrabbiata andò dalla lupa per farsi dare una spiegazione
dell’accaduto. Ma lei mentì dicendole, per giustificarsi, che anche lei stava per cadere e non era riuscita a
salvare i cuccioli. La cagnolina però si accorse che tra le zampe nascondeva una coda di scoiattolo.
L’indomani si vendicò, e disse alla lupa:- Lo sai che se vai in quel boschetto troverai moltissimi scoiattolini
indifesi, cicciottelli e appetitosi … La lupa le credette e, la notte, si inoltrò nel bosco dove in realtà … c’era
la casa di un pastore, e andò a finire proprio nel recinto delle pecore! L’uomo, che aveva adottato la cagnetta
come cane da guardia ( la quale aveva escogitato la vendetta alla perfezione), da lei fu avvertito
dell’estraneo, perciò uscì armato di fucile e uccise la povera lupa.
La morale è: A CHI FA IL FURBO E NON RISPETTA I SUOI IMPEGNI NON SEMPRE VA TUTTO
LISCIO! LE BUGIE, INFATTI, HANNO LE GAMBE CORTE, E CHI LA FA L’ASPETTI!
Un giorno una gru mentre camminava, sentì l’ululato di un lupo, ma non era un
ululato normale, era come se piangesse, decise di seguire il suono e di arrivare
dall’animale in difficoltà.
Arrivata, vide il lupo sdraiato a terra e gli chiese che cosa gli era capitato.
Il lupo le rispose: “Ho un osso in gola, me lo potresti togliere?” Il lupo faceva fatica a parlare, ma la gru lo
capì perfettamente.
Decise di aiutarlo e mise la sua testa dentro la bocca del
malato. Il lupo ne approfittò e chiuse la sua bocca
uccidendo la povera gru che era cascata nel suo
trucchetto.
Questa favola ci insegna che non ci si deve fidare degli
animali cattivi e più furbi.
M. D. e M.M. sc. sec. di 1° grado Borgo- 1^ D
F
A
V
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L
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A
M
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C. S. sc. sec. di 1° grado Borgo - 1^ D
S. M. sc. sec. di 1° grado Borgo- 1^ D
17
L’ampio giardino della nostra scuola ci ha
permesso di progettare la realizzazione di un orto e
siamo ormai al 3° anno di “coltivazione”.
Le esperienze che i bambini possono fare con
questa attività
sono molteplici:
si va dalla
preparazione del
terreno alla
semina e al
raccolto;
l’osservazione
della crescita
delle piantine e
degli elementi
indispensabili
alla crescita; i cicli stagionali e tanto altro
ancora.
Finora, però, ci eravamo dedicate ad una
monocoltura, avevamo scelto di seminare la
fava perché poteva crescere ed essere raccolta
in tempo per la fine della scuola.
Quest’anno, con una sezione di bambini più
grandi, abbiamo scelto di realizzare ben due
orti: uno tradizionale ed uno “sinergico”.
L’ idea di creare un orto sinergico si ricollega al
filone della Permacoltura (coltura permanente,
eterna, equilibrata ed inesauribile, non
consumistica) ed alle ricerche relativamente recenti
sull’ impoverimento del suolo a causa dell’ abuso-
uso agricolo meccanico-chimico da parte dell’
uomo.
L’orto sinergico é un metodo di coltivazione che
promuove meccanismi di autofertilità del terreno,
senza bisogno di arare oppure di cocimare, né
di separare le piante (pur facendo attenzione a
collegarle in modo compatibile e collaborativo
tra loro).
A differenza delle usuali coltivazioni agricole
industriali, in un orto sinergico le piante
perenni convivono con le piante stagionali, e
la stessa verdura è presente
contemporaneamente a diversi stadi (persino
decomposta a nutrire uno stesso esemplare in
fiore).
I confronti fra i
due orti non si
limitano al
sistema di
coltura, abbiamo
voluto giocare
anche sulle
dimensioni
spaziali: l’orto
tradizionale è
basso e largo, quello sinergico alto e stretto.
Quest’esperienza è resa possibile dalla
collaborazione di genitori ed esperti che, a titolo
gratuito, ci stanno fornendo consulenze, tempo e
lavoro.
Un esempio di sinergia scuola-famiglia e società !
(Osimo, 10/10/2011) Ieri, mentre facevamo educazione motoria, abbiamo visto fuori
dalla finestra della palestra, un pettirosso in difficoltà.
Ci siamo subito preoccupati perché l’uccellino sembrava morto:
era sull’asfalto a pancia all’aria e immobile.
Poi si è mosso e tutti abbiamo cominciato ad urlare perché
volevamo correre in suo aiuto. Allora la maestra ha dato il
permesso a Leone, che si mostrava sicuro, di uscire per
soccorrerlo.
Dopo qualche
tentativo, Leone lo
ha sollevato delicatamente e lo ha posato dove c’è l’erba e il
cibo per lui, così potrà salvarsi.
Tutti felici abbiamo abbracciato Leone, il nostro eroe.
Ora speriamo che il nostro pettirosso, nutrendosi, possa guarire
e riprendere a volare.
Classe 2° B sc. primaria “ Marta Russo”
Scuola Infanzia “Girotondo” sez. D
18
Agricoltori per un giorno
Martedì otto novembre siamo andati in visita alla fattoria Bio Bio per raccogliere le olive.
Maddalena e i suoi collaboratori ci hanno accolto con un gioco divertente, che consisteva nel passare sotto
una rete scambiandoci di posto.
Dopo ci hanno offerto una merenda a base di pane e olio, così appetitosa
che l’abbiamo presa due o tre volte. Ma il bello è iniziato quando ci hanno
dato gli strumenti per raccogliere le olive; ognuno di noi, munito di
rastrello e sacchetto appeso al collo, si è avviato con la sua squadra verso
l’uliveto.
Scorrazzavamo su e giù per la collina, come tanti puledri in libertà, da un
albero all’altro. Dovevamo raccogliere tante olive da riempire un vasetto.
Quando Maddalena ha
detto stop, tutti ci siamo
fermati attorno a lei e abbiamo iniziato ad osservare l’oliva
e l’albero.
Tornati in fattoria abbiamo messo le olive mature nel
vasetto e ci abbiamo aggiunto il sale grosso per la
conservazione. Abbiamo agitato il barattolo al tempo de “La
Cucaracha” e Maddalena ci ha lasciato il compito di farlo
ogni giorno, finché l’oliva non sarà pronta.
È stata una giornata davvero indimenticabile perché
abbiamo imparato tante nuove cose divertendoci.
Osserviamo l’oliva Nell’oliveto di Maddalena abbiamo raccolto l’oliva e l’abbiamo osservata con i cinque sensi.
Il frutto è tondeggiante, piccolo e leggerissimo. Fuori è di colore verde,
se non è maturo, invece è violaceo fino a diventare nero, quando è ora di
raccoglierlo.
Abbiamo schiacciato un’oliva tra le mani per osservarla bene dentro; ha
una polpa che va dal viola acceso al fucsia, al tatto è morbida e umida e a
premerla tra le dita diventa una poltiglia oleosa.
L’abbiamo anche assaggiata: è amarissima, qualcuno l’ha sputata.
Profuma di olio.
INIZIO - Preparazione degli ingredienti e dell’occorrente: pane, sale, olio,
origano, coltello, vassoi, tovaglioli.
SVILUPPO - La maestra ha affettato il pane poi ha messo le fette nel forno.
Dopo aver tostato il pane abbiamo aggiunto l’olio, il sale e l’origano.
CONCLUSIONE - Alla fine abbiamo mangiato la bruschetta: era buonissima,
croccante, saporita, deliziosa, gustosa, appetitosa e sfiziosa!
Classe 2^ B sc. primaria “Marta Russo”
Classe 2^A sc. primaria “Marta Russo”
19
In campagna, le colline hanno tutti i colori dell’Autunno e formano un bellissimo quadro: i campi, gli alberi
con le foglie che si stanno staccando perché sono secche, la frutta e la verdura.
In questa campagna speciale, c’è un posto speciale: è la fattoria di Topo
Grattugia, Coniglio Lillo e Gallo Tobia.
Una fattoria è un po’ come una casa degli animali: ci sono il gallo e la
gallina, i tacchini che
mangiano il cibo che il
contadino sparge sull’aia; ci
sono poi i conigli, la mucca, le
pecore e il cane. Lontano dalla
stalla c’è il Fiumicello dove le
rane gracidano “cra cra cra”.
I tre amici aiutano il contadino Mario. Vanno nell’orto e spesso
fanno la guardia e chiacchierano con lo spaventapasseri Gigi,
insieme fanno in modo che i corvi stiano lontani dalle verdure che
stanno crescendo.
Il contadino Mario sale anche sul trattore e si assicura che agli animali
non manchi nulla; gli piace osservare come cambia l’ambiente della
fattoria ogni volta che arriva una nuova stagione.
Sono differenti i colori, sono diversi i vestiti da indossare, leggeri o
pesanti, i giochi cambiano se si possono svolgere all’aperto o al chiuso.
In campagna si preparano anche cose buone da mangiare, si recitano
filastrocche, si ascoltano e si cantano le canzoncine per conoscere ed
imparare, ma anche per festeggiare ogni evento, che sia Pasqua, o
Natale, la festa della mamma o Carnevale..........................................
Mi presento, son coniglio
e il mio nome è Lillo.
Salto di qua e salto di là
ho amici in quantità.
Son goloso, tu lo sai
di fieno e carotine
che Clara mi dà tutte le mattine.
Nella mia gabbia al caldo sto
però alle volte mi annoio un po’,
così esco per un giretto
ed incontro l’amico galletto.
Il suo nome è Tobia
ed è il gallo della fattoria.
Lui la sveglia al mattino ci dà
e pure Mario si alza già.
Ha le piume colorate
che dalle galline sono apprezzate.
Svolazzando qua e là
va sul tetto a passeggiar.
Quando rientra nel pollaio
canta canta tutto gaio.
Vuol mangiare, lui lo sa
tanto grano in quantità.
Ma ecco Grattugia, il topolino
lui esce fuori dal buchino.
Rosso stivale e tuta blu
col muso giallo guarda all’insù.
Gira per la fattoria
dove regna l’allegria.
Di formaggio è goloso assai
e di mangiarlo non smette mai.
È un topino buffo e piccino
ed è l’amico di ogni bambino.
Scuola dell’infanzia Passatempo
20
Occorrente:
.
Realizzazione:
1
2
3
4
5
6
Verticali:
1 Cremona è la sua patria
3 Mezzo di trasporto di Babbo Natale
4 Guidò i Magi
5 Dolce natalizio di Verona
Orizzontali:
2 Ricorda la nascita di Gesù
5 Si mangia a Natale
6 Servono per decorare
o Cartoncino spesso
o Carta vellutata rossa
o Tovagliolini di carta
verde
o Colla vinilica
o Compasso
o Colla glitter
o Dischetti di cotone
o Colore a tempera bianco
o Nastrino rosso
o Filo- ghirlanda per l’albero di
Natale
Scuola dell’infanzia S. Paterniano
Disegnare un disco con diametro di 20 cm e uno interno ad esso con diametro di
13 cm. Ritagliare il contorno esterno, poi quello interno solo per metà. Tagliare
il tovagliolo in striscioline larghe 3 cm e avvolgerle intorno alla parte superiore
del disco, fissando con un po’ di colla
Pitturare di bianco il mezzo disco interno, poi incollare sulla parte inferiore 25 cm
di filo per albero. Realizzare il pupazzo di neve con i dischetti di cotone; decorarlo
con la sciarpa e il cappello di carta vellutata e disegnarvi occhi, bocca e bottoni
con la colla glitter. Attaccare il pupazzo al centro della ghirlanda e completare con
il nastrino per appenderla.
Scuola Infanzia San Paterniano