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giornalino marzo 2011

Date post: 29-Mar-2016
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oratorio salesiano bova marina
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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Cari lettori, vorrei iniziare questa riflessione con le parole di un sms ricevuto il giorno dell’Epifania… Strano, vero? Ma vi ricordo che, purtroppo, il 6 Gennaio è noto anche come il giorno della Befana! Ed ecco che nei cellulari di tutte le ragazze/donne impazzano messaggini di auguri alla befana di turno… Quale miglior complimento per una donna dell’essere definita Befa- na? Ma tra i vari sms che ho avuto modo di leggere ce n’era uno, inviatomi - naturalmente - da una donna, che andando controcorrente, recitava più o meno così: “Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice donna dice danno… E’ vero! donna dice danno… E’ vero! donna dice danno… E’ vero! donna dice danno… E’ vero! Danno la vita, danno la speranza, danno il Danno la vita, danno la speranza, danno il Danno la vita, danno la speranza, danno il Danno la vita, danno la speranza, danno il coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! Invialo a tutte le donne Speciali Invialo a tutte le donne Speciali Invialo a tutte le donne Speciali Invialo a tutte le donne Speciali”. E nel mese della Donna per antonoma- sia vorrei “inoltrare, pubblicizzare ed enfatizzare” questo sms a tutte, pro- prio tutte le donne, perché ognuna di esse è Speciale! E con queste donne vorrei mettermi in cammino verso la Pasqua, chieden- do a ciascuna di esse di prendere per mano i propri mariti, i fidanzati, i figli, gli amici e affrontare insieme questo percorso lungo quaranta giorni. Per- ché per giungere di fronte a quel Sepolcro vuoto ed assaporare il gusto il gusto il gusto il gusto della Vita che riesce a sconfiggere anche la morte della Vita che riesce a sconfiggere anche la morte della Vita che riesce a sconfiggere anche la morte della Vita che riesce a sconfiggere anche la morte, sono necessarie forza e determinazione . Mercoledì 9 Marzo Mercoledì 9 Marzo Mercoledì 9 Marzo Mercoledì 9 Marzo, infatti, accostandoci al sacerdote e ricevendo le Sa- Sa- Sa- Sa- cre Ceneri cre Ceneri cre Ceneri cre Ceneri sulla nostra fronte, accetteremo di “Convertirci e credere al Convertirci e credere al Convertirci e credere al Convertirci e credere al Vangelo Vangelo Vangelo Vangelo”. Ci ritroveremo così ad essere soli nel deserto, soli con le nostre convinzioni, il nostro egoismo, le nostre pretese, soli con la tentazione di perseverare con i nostri atteggiamenti. Ci ritroveremo forse a dover af- frontare il tradimento di un nostro caro amico che magari ci ha abbandonati proprio nel momento del bisogno o ancora ci ritroveremo umiliati mentre professiamo i nostri valori di fronte a chi non la pensa come noi… E allora cosa fare? Proseguire con il nostro cammino o abbandonarlo? La prima scelta comporterà un cambiamento radicale al nostro stile di vita, ma questa volta non saremo soli come nel deserto, a precederci naturalmente Gesù e poi la Veronica, le pie donne, Maria di Magdala e Maria di Cleo- fa e naturalmente la donna per eccellenza, Maria, Sua mamma. Tante donne che con la loro forza hanno reso il cammino di Gesù meno faticoso… Donne speciali, che è possibile ritrovare anche ai giorni nostri, basta guar- dare bene negli occhi di quelle che ci stanno accanto… Buona Festa delle Donne e buon cammino! Anno II, numero 10 - Marzo 2011 Pag. 4 Pag. 4 Pag. 4 Pag. 4 Da pag. 5 Da pag. 5 Da pag. 5 Da pag. 5 Pag. 8 Pag. 8 Pag. 8 Pag. 8 Pag. 2 Pag. 2 Pag. 2 Pag. 2 –3 Da pag. 9 Da pag. 9 Da pag. 9 Da pag. 9 Spazio iovani Da pag. 17 Da pag. 17 Da pag. 17 Da pag. 17 L L L L e e e e n n n n o o o o s s s s t t t t r r r r e e e e Da pag. 20 Da pag. 20 Da pag. 20 Da pag. 20
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Page 1: giornalino marzo 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano di

Bova Marina

Cari lettori, vorrei iniziare questa riflessione con le parole di un sms ricevuto il giorno dell’Epifania… Strano, vero? Ma vi ricordo che, purtroppo, il 6 Gennaio è noto anche come il giorno della Befana! Ed ecco che nei cellulari di tutte le ragazze/donne impazzano messaggini di auguri alla befana di turno… Quale miglior complimento per una donna dell’essere definita Befa-na? Ma tra i vari sms che ho avuto modo di leggere ce n’era uno, inviatomi - naturalmente - da una donna, che andando controcorrente, recitava più o meno così: “Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice Siamo come diamanti... uniche e preziose... donne! Chi dice donna dice danno… E’ vero!donna dice danno… E’ vero!donna dice danno… E’ vero!donna dice danno… E’ vero! Danno la vita, danno la speranza, danno il Danno la vita, danno la speranza, danno il Danno la vita, danno la speranza, danno il Danno la vita, danno la speranza, danno il coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! coraggio, danno conforto, danno se stesse per amore… altro che Befane! Invialo a tutte le donne SpecialiInvialo a tutte le donne SpecialiInvialo a tutte le donne SpecialiInvialo a tutte le donne Speciali”. E nel mese della Donna per antonoma-sia vorrei “inoltrare, pubblicizzare ed enfatizzare” questo sms a tutte, pro-prio tutte le donne, perché ognuna di esse è Speciale! E con queste donne vorrei mettermi in cammino verso la Pasqua, chieden-do a ciascuna di esse di prendere per mano i propri mariti, i fidanzati, i figli, gli amici e affrontare insieme questo percorso lungo quaranta giorni. Per-ché per giungere di fronte a quel Sepolcro vuoto ed assaporare il gusto il gusto il gusto il gusto della Vita che riesce a sconfiggere anche la mortedella Vita che riesce a sconfiggere anche la mortedella Vita che riesce a sconfiggere anche la mortedella Vita che riesce a sconfiggere anche la morte, sono necessarie forza e determinazione . Mercoledì 9 MarzoMercoledì 9 MarzoMercoledì 9 MarzoMercoledì 9 Marzo, infatti, accostandoci al sacerdote e ricevendo le Sa-Sa-Sa-Sa-cre Ceneri cre Ceneri cre Ceneri cre Ceneri sulla nostra fronte, accetteremo di “Convertirci e credere al Convertirci e credere al Convertirci e credere al Convertirci e credere al VangeloVangeloVangeloVangelo”. Ci ritroveremo così ad essere soli nel deserto, soli con le nostre convinzioni, il nostro egoismo, le nostre pretese, soli con la tentazione di perseverare con i nostri atteggiamenti. Ci ritroveremo forse a dover af-frontare il tradimento di un nostro caro amico che magari ci ha abbandonati proprio nel momento del bisogno o ancora ci ritroveremo umiliati mentre professiamo i nostri valori di fronte a chi non la pensa come noi… E allora cosa fare? Proseguire con il nostro cammino o abbandonarlo? La prima scelta comporterà un cambiamento radicale al nostro stile di vita, ma questa volta non saremo soli come nel deserto, a precederci naturalmente Gesù e poi la Veronica, le pie donne, Maria di Magdala e Maria di Cleo-fa e naturalmente la donna per eccellenza, Maria, Sua mamma. Tante donne che con la loro forza hanno reso il cammino di Gesù meno faticoso… Donne speciali, che è possibile ritrovare anche ai giorni nostri, basta guar-dare bene negli occhi di quelle che ci stanno accanto… BBBBuuuuoooonnnnaaaa FFFFeeeessssttttaaaa ddddeeeelllllllleeee DDDDoooonnnnnnnneeee eeee bbbbuuuuoooonnnn ccccaaaammmmmmmmiiiinnnnoooo!!!!

Anno II, numero 10 - Marzo 2011

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Spazio

iovani Da pag. 17 Da pag. 17 Da pag. 17 Da pag. 17

LL LL ee ee nn nnoo oo ss sstt tt rr rree ee

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Pagina 2 Quelli de… l’ Oratorio

L’Italia meridionale è da sempre porto di approdo per nu- m e r o s i

barconi che “trasportano” clandestini alla ricerca di un posto migliore

dove vivere. Sono uomini, donne, bambini, che nel loro paese non pos-

sono più vivere, vuoi per guerre violente che li mettono in pericolo, per-

ché non hanno un lavoro che gli possa fornire sostentamento, vuoi per-

ché in contrasto con il regime vigente, e il posto più vicino e sicuro per

rifugiarsi è proprio l’Italia.

Nell’ultimo mese, sull’isola di Lampedusa sono sbarcate centinaia

d’immigrati provenienti dalla Libia, dalla Tunisia, dall’Egitto e dal Marocco.

Questi quattro Stati dell’Africa settentrionale sono tormentati da regimi dittatoriali che impongo-

no leggi durissime, sfruttano i lavoratori, fanno discriminazioni sociali e politiche. Impediscono

quindi all’uomo del terzo millennio di affermarsi, di avere scambi con i suoi simili, di poter espri-

mere il proprio pensiero, e in casi estremi, anche di vivere.

Quest’ondata migratoria provoca il sovrappopolamento delle strutture di accoglienza presenti

sull’isola. Molti di essi sono stati trasferiti in Sicilia e Calabria, dove comunque la situazione è

critica. Alle condizioni di vita precaria che devono subire in attesa di una sistemazione definitiva,

si aggiunge un atteggiamento di paura e di discriminazione da parte dei cittadini italiani.

Si ha paura di questi stranieri di cui non comprendiamo la lingua, abbiamo paura perché sono

diversi, perché potrebbero essere pericolosi, rivoltarsi contro la popolazione che li ha accolti, po-

trebbero andare ad aumentare gli atti criminali già così numerosi, potrebbero addirittura toglierci

il lavoro, e forse questo è ciò che ci preoccupa maggiormente. Questa povera gente, perché si

tratta proprio di poveri, cerca solo un tetto che li possa accogliere, un lavoro onesto che li possa

mantenere e magari aiutare la famiglia rimasta nel paese d’origine. Cercano solo un po’ di amo-

re e compassione, persone che li aiutino ad adattarsi ai nostri stili di vita, che gli insegnino la no-

stra lingua e il rispetto delle leggi così da potersi integrare nella popolazione; non vogliono ruba-

re niente a nessuno, e se lo fanno è solo perché sono disperati, alla

deriva, in un mondo che non li accoglie.

L’Unione Europea dovrebbe aiutare l’Italia a dare ospitalità agli immi-

grati, tramite finanziamenti, strutture adeguate e venire incontro a

quelle che sono le esigenze degli emigrati, aiutare a farli integrare,

istituire scuole idonee per loro, dove questi possano imparare la lin-

gua e un mestiere che possa sostenerli.

E pure è capitato anche a noi Italiani!

Agli inizi del secolo, quando vi fu la diaspora italiana, quante persone con una valigia di cartone

in mano, sono partite in cerca di fortuna, verso l’America, la Svizzera, la Germania… certo a-

vranno avuto anche loro dei problemi i primi tempi— essere stranieri senza nessun appoggio

non è facile- ma le popolazioni li hanno accolti, trattati come figli, li hanno aiutati: e hanno fatto

fortuna. Molti si sono trasferiti definitivamente nella nuova patria, altri sono tornati nei paeselli di

campagna dopo aver fatto fortuna.

E noi perché non possiamo fare altrettanto? Mariagrazia Nucera

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Pagina 3 Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

Il percorso che ha portato alla formazione del Regno d'Italia è iniziato dopo il Congresso di

Vienna del 1815, ma il regno è stato istituito dopo la

fine della Seconda Guerra di Indipendenza e la spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Alla fine della Seconda

Guerra di Indipendenza, infatti, il Regno di Sardegna compren-deva i territori attuali di Valle d'Aosta, Piemonte, Sardegna, Lom-bardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Nel 1860 è stata poi

organizzata la spedizione dei Mille: Garibaldi è partito da Quarto il

5 maggio e sbarcato l'11 maggio a Marsala.

Nel frattempo il Comitato per l'Unità Nazionale di Napoli cerca-va di conquista della capitale. Ad agosto la Basilicata si è unita al

Regno d'Italia. Sempre ad agosto Giuseppe Garibaldi ha attraver-

sato lo stretto di Messina e la Puglia ha dichiarato decaduti i Bor-bone con l'insurrezione di Altamura. Il 7 settembre 1860 è entrato

a Napoli, ormai abbandonata dal re Francesco II di Borbone. Nel

mese di ottobre una serie di plebisciti hanno stabilito l'annes-sione dei territori delle Due Sicilie al Regno Sabaudo.

Nel 1861, con la prima convocazione del Parlamento Italiano, è stato così proclamato il Regno d'Italia, al quale mancavano ancora Veneto e Friuli, Roma, Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, territori che sa-

rebbero entrati negli anni successivi. Lo Statuto Albertino, che era stato promulgato da Carlo Alberto di Savoia il 4 marzo 1848, viene esteso a tutto il regno per definire le caratteristiche della nuova monarchia.

<<Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo

sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele

II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presen-

te, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo,

mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello

Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861>>.

Era il 17 marzo del 1861 e presso Palazzo Carignano a Torino, a quei tempi sede del

Parlamento Italiano, nacque il Regno d’Italia. Sono trascorsi 150 anni dalla proclama-

zione dell’Unità d’Italia ed in occasione dell’evento, il 17 marzo 2011 sarà festa nazio-

nale; un giorno da ricordare, da parte degli italiani, sia per la sua valenza storica, ma soprattutto perché

«Celebrando l’Unità d’Italia guardiamo avanti, traendo dalle nostre radici fresca linfa per rinnovare tutto quello

che c’è da rinnovare nella società e nello Stato». Sono queste le parole con cui il Capo dello Stato Giorgio

Napolitano ha aperto lo scorzo 5 maggio dallo scoglio di Quarto, Genova, dal quale 150 anni fa salpò la vitto-

riosa spedizione dei Mille, le celebrazioni nazionale per l’Unità d’Italia. Celebrazioni che vedranno il loro apice

con la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano proprio il 17 Marzo 2011 all’altare della Pa-

tria e al Pantheon, dove si trova la tomba di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Nella stessa giornata sarà

riaperto anche il Gianicolo, luogo simbolo del Risorgimento, che verrà risistemato per l’occasione, mentre in

serata il maestro Riccardo Muti suonerà al Teatro dell’Opera di Roma. I festeggiamenti poi continueranno

anche il prossimo 2 giugno, quando 26 capi di Stato europei insieme a quelli di Stati Uniti, Russia e dei Paesi

in cui la comunità italiana è più numerosa e radicata (come Argentina, Brasile e Uruguay), par-

teciperanno all’abituale parata per la festa della Repubblica ai Fori Imperiali.

Tre bandiere trico-lore che sventola-

no a rappresenta-

re i tre giubilei del 1911, 1961, 2011,

in un collegamen-

to ideale tra le ge-nerazioni: è il logo del 150º Anniver-

sario dell'Unità d'Italia che si celebre-

rà nel 2011.

Il logo è pensato per essere una im-magine-segnale che ricordi il corag-

gio, il sogno, la gioia profondamente

umana che accompagnò i fatti che portarono all'Unità d'Italia: per tirarli

fuori dai libri di Storia e trasformarli in

emozione ancora attuale.

IL LOGO DELL’ANNIVERSARIO

Un po� di storia

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Quelli de… l’ Oratorio

(Gv 1,36-39)

Il Rettor Maggiore, seguendo l’esempio della lettera scritta da don Bosco ai suoi sacerdoti e

laici, manda a noi, uomini del terzo millennio, un messaggio che ci inviti a riflettere sul cammi-

no che abbiamo fatto e che ancora dobbiamo fare nell’evangelizzare i giovani e nel vivere la

nostra vita.

Dopo la Strenne del 2010 “Vogliamo vedere Gesù”, chiamandoci ad una ricerca del volto di

Cristo, così come hanno fatto i Greci incuriositi sul monte, quest’anno siamo sollecitati

sull’urgenza a evangelizzare, sulla necessità a convocare. La Famiglia Salesiana è invitata

ad essere per i giovani una guida spirituale, ad indicare la via che conduca a Gesù, come ha fatto il Battista, in modo tale che essi

possano seguirlo. Egli li invita a fare una esperienza di convivenza con lui: qualcosa di immensamente bello essi sperimentano dal

momento in cui “andarono, videro dove abitava e rimasero con lui” (Gv 1,39).

Il Rettor Maggiore indica la strade da seguire per portare il Vangelo ai giovani:

• Ritornare a don Bosco

• Essere don Bosco per i giovani

Ritornare a don Bosco dovrebbe significare per noi ricreare quello che era il clima di Valdocco, un clima di famiglia, accompa-

gnando i giovani nella loro vita spirituale e manifestando con gioia la nostra vocazione salesiana. dovremmo aiutare i ragazzi a

comprendere che la vita è un dono che ci è stato fatto da Dio, dono da portare agli altri. Questa deve essere la nostra missione.

Essere don Bosco per i giovani, ovvero stare con i ragazzi e aiutarli a scoprire qual è la loro vocazione e sostenuti da valori pro-

fondi, crescano nella cultura della solidarietà e della fraternità. Un ruolo importante deve avere l’MGS (Movimento Giovanile Sale-

siano), al suo interno i giovani dovranno fare esperienza di comunione attorno alla figura di don Bosco.

Al termine della presentazione della Strenna, il Rettor Maggiore, come di consueto, invita tutti a riflettere con una favola, LA CA-

ROVANA NEL DESERTO che qui riportiamo in sintesi:

Un potente sovrano viaggiava nel deserto seguito da una lunga carovana che trasportava

il suo favoloso tesoro d’oro e pietre preziose. A metà del cammino, sfinito dall’infuocato

riverbero della sabbia, un cammello della carovana crollò boccheggiante e non si rialzò

più. Il forziere che trasportava rotolò per i fianchi della duna, si sfasciò e sparse tutto il suo

contenuto, perle e pietre preziose, nella sabbia. Il principe non voleva rallentare la marcia,

anche perché non aveva altri forzieri e i cammelli erano già sovraccarichi. Con un gesto

tra il dispiaciuto e il generoso, invitò i suoi paggi e i suoi scudieri a tenersi le pietre prezio-

se che riuscivano a raccogliere e por tare con sé. Mentre i giovani si buttavano avidamen-

te sul ricco bottino e frugavano affannosamente nella sabbia, il principe continuò il suo

viaggio nel deserto. Si accorse però che qualcuno continuava a camminare dietro di lui. Si voltò e vide che era uno dei suoi paggi,

che lo seguiva ansimante e sudato. «E tu» gli chiese il principe, «non ti sei fermato a raccogliere niente?».Il giovane diede una

risposta piena di dignità e di fierezza: «Io seguo il mio re».

«Molti discepoli di Gesù si tirarono indietro e non andavano più con lui. Allora Gesù domandò ai Dodici: "Forse volete andarvene

anche voi?".Simon Pietro gli rispose: "Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole che danno la vita eterna. E ora noi crediamo e

sappiamo che tu sei quello che Dio ha mandato"»

Mariagrazia Nucera

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Page 5: giornalino marzo 2011

Pagina 5 Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina

Mercoledì 9 Marzo 9 Marzo 9 Marzo 9 Marzo sarà a Bova Marina

S.E. il Cardinale Oscar AndrCardinale Oscar AndrCardinale Oscar AndrCardinale Oscar Andrès s s s RodrRodrRodrRodrìguez Maradiagaguez Maradiagaguez Maradiagaguez Maradiaga,

salesiano, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras.

L’Honduras è una piccola Re-pubblica del Centro America. Il nome, che in spagnolo sta ad indicare le “acque profonde” che bagnano le sue coste, venne dato alla nuova terra da Cristo-foro Colombo nel lontano 1502. E’ il secondo paese più povero delle Americhe, piagato da disoccupazione, malattie in-fantili, corruzione e criminalità legata al narcotraffico. La nota dolente è che le conseguenze più gravi ricadono sui ragazzi e i giovani. Si organizzano, infatti in gang, meglio conosciute col nome di “maras”, Abbandonati dai loro genitori, il più delle vol-te, essi pensano alla queste orga-nizzazioni come a una nuova famiglia da cui farsi adottare ignorandone le regole rigidissi-me, lo stress del vivere sotto una costante minaccia di morte e l’immensa quantità di violenza in arrivo nelle loro vite. Tutti coloro che ne fanno parte han-no ucciso come prima volta, come se il gesto fosse un rito di iniziazione. Nella sola Teguci-galpa si stima siano in circa 50,000 i giovani coinvolti. Il Cardinal Maradiaga respira a pieni polmoni questo triste cli-ma. Egli da sempre accusa i poli-tici e quindi i Governi, sussegui-tisi nel tempo, di essere i primi responsabili di questo scenario di morte. Quei politici che, co-me lui stesso dirà in un’intervista a Roma - per il programma tele-visivo e radiofonico settimanale Catholic Radio - “perdono la concezione reale della politica e

vedono lo Stato come un botti-no da saccheggiare”. Quei politi-ci che presto godono di ricchez-za, comodità e impunità di fron-te alla legge; che “non danno spazio al dissenso, alla libertà di movimento, di organizzazione”. E la Chiesa ci ha messo poco a diventare nemica di questi indi-vidui, perché “essa non opera in essa non opera in essa non opera in essa non opera in funzione dei loro scopi!”. funzione dei loro scopi!”. funzione dei loro scopi!”. funzione dei loro scopi!”. Forte questa affermazione che rende pienamente l’idea di quale sia la sua missione di apostolo e disce-polo di Gesù, che è poi la mis-sione di ogni cristiano sulla ter-ra, e nel caso specifico dei figli e amici di Don Bosco, che amano i giovani e non posso stare a guardare mentre molti di loro cadono nella rete della malavi-ta.

Il Cardinale Il Cardinale Il Cardinale Il Cardinale

incontrerincontrerincontrerincontrerà

i i i i GIOVANI GIOVANI GIOVANI GIOVANI di di di di Bova Marina Bova Marina Bova Marina Bova Marina

alle 16:30 alle 16:30 alle 16:30 alle 16:30

presso il presso il presso il presso il

Salone Don Bosco. Salone Don Bosco. Salone Don Bosco. Salone Don Bosco. “Ognuno di questi giovani “Ognuno di questi giovani “Ognuno di questi giovani “Ognuno di questi giovani poveri in tutto il paese e mo-poveri in tutto il paese e mo-poveri in tutto il paese e mo-poveri in tutto il paese e mo-tivo di speranza e di ottimi-tivo di speranza e di ottimi-tivo di speranza e di ottimi-tivo di speranza e di ottimi-smo”smo”smo”smo”

“Siamo come vetri colorati che riflettono la luce che viene da Cristo “Siamo come vetri colorati che riflettono la luce che viene da Cristo “Siamo come vetri colorati che riflettono la luce che viene da Cristo “Siamo come vetri colorati che riflettono la luce che viene da Cristo e dobbiamo essere come quelle meravigliose vetrate colorate delle e dobbiamo essere come quelle meravigliose vetrate colorate delle e dobbiamo essere come quelle meravigliose vetrate colorate delle e dobbiamo essere come quelle meravigliose vetrate colorate delle grandi cattedrali, con tanta luce e tanto colore, per presentare la grandi cattedrali, con tanta luce e tanto colore, per presentare la grandi cattedrali, con tanta luce e tanto colore, per presentare la grandi cattedrali, con tanta luce e tanto colore, per presentare la b e l l e z z a d e l l a v i t a c r i s t i a n a a i g i o v a n i ” .b e l l e z z a d e l l a v i t a c r i s t i a n a a i g i o v a n i ” .b e l l e z z a d e l l a v i t a c r i s t i a n a a i g i o v a n i ” .b e l l e z z a d e l l a v i t a c r i s t i a n a a i g i o v a n i ” . Cardinale Maradiaga

Alle 17:30 presiederAlle 17:30 presiederAlle 17:30 presiederAlle 17:30 presiederà

la Solenne Celebrazione la Solenne Celebrazione la Solenne Celebrazione la Solenne Celebrazione

con lcon lcon lcon l’imposizione imposizione imposizione imposizione

delle ceneri.delle ceneri.delle ceneri.delle ceneri.

A cura del Gruppo MisionarioA cura del Gruppo MisionarioA cura del Gruppo MisionarioA cura del Gruppo Misionario

Page 6: giornalino marzo 2011

Pagina 6 Quelli de… l’ Oratorio Pagina 6 Quelli de… l’ Oratorio

Carissimi,

sono quaranta i giorni a nostra disposizione per prepararci alla Pasqua. La Quaresima rappresenta una spia che

segnala l’avvicinarsi della celebrazione annuale della passione, morte e risurrezione di Gesù: non c’è tempo da

perdere, occorre provvedere i rifornimenti necessari per rimanere in carreggiata e non trovarsi, nel più bello,

senza carburante.

E non è un caso che essa “cada” proprio in questo periodo dell’anno... Dopo un lungo letargo, bisogna destarsi

e rinnovarsi per far ri-nascere la Vita fuori e dentro di noi!!

Qui di seguito troverete alcuni suggerimenti per vivere bene la Quaresima. Sono cinque passaggi che prendono

spunto da alcuni segni che incontreremo nel cammino verso la Pasqua.

I ragazzi di prima media

LLLL’elemosina e il digiunoelemosina e il digiunoelemosina e il digiunoelemosina e il digiuno

La Quaresima ci ricorda che non siamo soli, ogni giorno abbiamo a che fare con tante altre

persone. È dunque importante imparare a pensare agli altri, imparare a condividere la no-

stra stessa vita.

Se guardiamo al mondo e alla storia in cui viviamo ci accorgiamo subito che è segnato dall’ingiustizia: le per-

sone non sono tutte uguali. C’è infatti chi sta male per aver mangiato troppo e chi muore di fame. L’elemosina

rappresenta il nostro impegno e il nostro desiderio di ristabilire la giustizia. Non è dare agli altri qualcosa di

nostro, né tanto meno rinunciare a qualcosa, ma condividere con chi ha meno di noi le fortune che possedia-

mo.

Accanto all’elemosina vi è il digiuno. Digiunare significa infatti togliere qualcosa dalla nostra vita per mettervi

qualcosa di più importante ancora. A te non viene richiesto di rinunciare al cibo, ma di trovare il tempo da de-

dicare a Dio e a chi ha bisogno, togliendolo da altre occupazioni come ad esempio dal guardare la TV, oppure

dal giocare alla play station, oppure …

Le ceneriLe ceneriLe ceneriLe ceneri Non ci piace molto la cenere. Ci fa venire in mente rovine, catastrofi, incendi. L’imposizione

delle ceneri il mercoledì santo all’inizio della Quaresima ci può addirittura sembrare un gesto

fuori moda, antiquato. Nei primi secoli della storia del Cristianesimo questo segno esprimeva il cammino quaresimale dei

“penitenti”, ossia dei peccatori che si preparavano alla riconciliazione al termie della Quaresima.

Con la cenere sul capo si presentavano davanti alla comunità e domandavano pubblicamente per-

dono dei peccati. Più tardi, quando la confessione dei peccati non era più fatta davanti a tutta la

comunità, venne spostato all’inizio della Quaresima: tutta la comunità riconosceva il proprio pec-

cato e si sentiva aiutata da questo gesto nel suo cammino di conversione.

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 7

La CroceLa CroceLa CroceLa Croce Non vi facciamo caso abituati come siamo a vedere la croce in

Chiesa o nelle nostre case, ma la croce è un vero pulpito dal

quale Gesù ci spiega con grande forza chi è Dio. La croce riassume tutto il

Vangelo. Essa ci presenta un Dio che ha voluto vincere il male con il pro-

prio dolore, un Dio vicino all’uomo.

Il segno della croce che facciamo sovente su di noi è una vera e propria

professione di fede: Dio ci ha salvati nella croce di Cristo. Facendo quel

segno diciamo a noi stessi: siamo battezzati, siamo di Cristo,

egli è il nostro Salvatore.

Il fuocoIl fuocoIl fuocoIl fuoco Nella festa di Pentecoste ricordiamo lo spirito san-to che scende come una folata di vento impetuoso e lingue di fuo-co che si posano sui discepoli del-la prima comunità cristiana. Il fuoco è divenuto simbolo della presenza di Dio.

Il Sabato Santo la grande Veglia in cui tutti i cristiani si ritrovano per celebrare la Pasqua inizia con l’accensione del fuoco e la luce che si propaga fino ad illuminare tutte le persone circostanti. Gesù lo ha detto a più riprese: “Io sono la luce del mondo”.

Tante volte Ti ho chiesto Signore: Tante volte Ti ho chiesto Signore: Tante volte Ti ho chiesto Signore: Tante volte Ti ho chiesto Signore:

Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame? Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame? Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame? Perché non fai niente per quelli che muoiono di fame?

Perché non fai niente per quelli che sono malati? Perché non fai niente per quelli che sono malati? Perché non fai niente per quelli che sono malati? Perché non fai niente per quelli che sono malati?

Perché non fai niente per quelli che non hanno una casa? Perché non fai niente per quelli che non hanno una casa? Perché non fai niente per quelli che non hanno una casa? Perché non fai niente per quelli che non hanno una casa?

Perché non fai niente per quelli che subiscono ingiustizie? Perché non fai niente per quelli che subiscono ingiustizie? Perché non fai niente per quelli che subiscono ingiustizie? Perché non fai niente per quelli che subiscono ingiustizie?

Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra? Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra? Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra? Perché non fai niente per quelli che sono vittime della guerra?

Io non capivo, Signore. Io non capivo, Signore. Io non capivo, Signore. Io non capivo, Signore.

Allora Tu mi hai risposto: io ho fatto tanto, io ho fatto tutto quello che potevo fare, Allora Tu mi hai risposto: io ho fatto tanto, io ho fatto tutto quello che potevo fare, Allora Tu mi hai risposto: io ho fatto tanto, io ho fatto tutto quello che potevo fare, Allora Tu mi hai risposto: io ho fatto tanto, io ho fatto tutto quello che potevo fare,

Io ho creato te!Io ho creato te!Io ho creato te!Io ho creato te!

Adesso capisco, Signore: io posso sfamare chi ha fame,Adesso capisco, Signore: io posso sfamare chi ha fame,Adesso capisco, Signore: io posso sfamare chi ha fame,Adesso capisco, Signore: io posso sfamare chi ha fame,

io posso visitare i malati, io posso adoperarmi per chi non ha una casa, io posso visitare i malati, io posso adoperarmi per chi non ha una casa, io posso visitare i malati, io posso adoperarmi per chi non ha una casa, io posso visitare i malati, io posso adoperarmi per chi non ha una casa,

io posso combattere le ingiustizie, io posso creare la pace,io posso combattere le ingiustizie, io posso creare la pace,io posso combattere le ingiustizie, io posso creare la pace,io posso combattere le ingiustizie, io posso creare la pace,

io posso fare conoscere Te. Ora Ti ascolto, Signore.io posso fare conoscere Te. Ora Ti ascolto, Signore.io posso fare conoscere Te. Ora Ti ascolto, Signore.io posso fare conoscere Te. Ora Ti ascolto, Signore.

Ogni volta che incontro il dolore Tu mi chiedi: perché non fai niente?Ogni volta che incontro il dolore Tu mi chiedi: perché non fai niente?Ogni volta che incontro il dolore Tu mi chiedi: perché non fai niente?Ogni volta che incontro il dolore Tu mi chiedi: perché non fai niente?

Aiutami, Signore, ad essere le Tue mani.Aiutami, Signore, ad essere le Tue mani.Aiutami, Signore, ad essere le Tue mani.Aiutami, Signore, ad essere le Tue mani.

LLLL’acquaacquaacquaacqua La Quaresima inizia

con il segno delle

ceneri, ma termina con quello

dell’Acqua la veglia di Pasqua.

La cenere sporca e l’acqua puli-

sce.

L’acqua è il segno del Battesi-

mo. Ci ricorda tanti momenti

della storia della salvezza:

Mosé il salvato dalle acque, il

passaggio del mar rosso, il Bat-

tesimo di Gesù al Giordano, la

lavanda dei piedi …

L’acqua sazia la sete, pulisce,

rende belli, purifica, è fonte di

vita. E’ il simbolo di affetto con

il quale Dio ha voluto purificar-

ci, appagare la nostra sete e

farci rinascere nel mistero della

Pasqua di Gesù.

LLLL’ulivoulivoulivoulivo

La domenica delle palme ci viene consegnato un ramo di ulivo

per ricordare l’ingresso di Gesù, re di pace, in Gerusalemme.

L’ulivo è un simbolo di pace, un invito a diventare uomini di

pace. Pace significa trovare il positivo che ci circonda e farlo vedere a

tutti. Questo perché noi siamo tentati più facilmente a vedere il male e

fatichiamo ad accorgerci che il bene c’è e sta crescendo. Lo esprime bene

il proverbio: “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cre-

sce”.

San Paolo in una sua lettera dice che tutto è importante, ma più impor-

tante di tutto è la carità: l’amore di Dio per noi non avrà mai fine. A parti-

re di qui possiamo lavorare per la pace e la giustizia. Dio con noi fa così: il

bene che facciamo non lo dimentica, ma appena può cerca di dimentica-

re il male perché vale nulla.

Page 8: giornalino marzo 2011

Se avete del ferro, carta, colore,musica,cooperazione e tempo allora avete gli elementi

giusti per partecipare alla costruzione del Carro… Dove? Ma come? All’Oratorio!

Ma come ogni grande o piccolo elemento architettonico , c’è bisogno del progetto.

La storia del nostro carro , che vedremo sfilare per le strade della nostra amata Bova Marina, affonda,

come ogni anno, le proprie radici nei pensieri dei nostri animatori e di Don Natalino che hanno pensato

di creare qualcosa che avrebbe rappresentato ciò che di buono non c’è nella nostra società per poi dargli

fuoco martedì grasso dopo il consueto “Processo a Carnevale”, quando un gran-

de falò avvolgerà con le sue fiamme il carro e le negatività che esso rappresen-

ta. Ed è così che arrivavano alla mente la droga, l’alcol, la malavita, l’avidità di

denaro e chi più ne ha più ne metta e… E il problema era proprio questo: cosa

scegliere? E attraverso quale immagine? Allora perché non rappresentarli tutti

insieme – attraverso simboli - stretti dai tentacoli di un’enorme piovra? La stessa

piovra che, con il nero del suo inchiostro, acceca la vista di chi incontra.

Passiamo al livello pratico. Per preparare il nostro carro occorrono: una base e dei listelli di legno, che

vengono sistemati verticalmente e orizzontalmente, in modo creare lo scheletro. Dopodiché occorre della

rete metallica per dar forma alla parte centrale del nostro progetto, alla quale verranno inseriti i tenta-

coli modellati precedentemente sempre con la rete metallica. A questo punto arriva il mo-

mento della miscela di colla vinilica e acqua in cui vengono inzuppati i giornali che occorro-

no per la copertura. In seguito si fa in modo che l’aria e il sole facciano asciugare la nostra

creatura ed in fine sarà preoccupazione della pittura rifinire e completare

l’opera.

C’è stato chi idea e progetta, ma sono le maschere,i coriandoli e la gioia che com-

pletano di bellezza il nostro carro.

Dopo la sfilata,la vita della piovra cesserà, ma non sarà stato tutto vano, perché il

fuoco brucerà il suo significato negativo cui si sovrapporrà la morale positiva che rimarrà nei

cuori di ognuno di noi. In luce di questo : Buon Carnevale e tanti sorrisi colorati!!

Francesca Autelitano

Pagina 8 Quelli de… l’ Oratorio

Programma CARNEVALE 2011Programma CARNEVALE 2011Programma CARNEVALE 2011Programma CARNEVALE 2011:

Sabato 5 ore 17.00Sabato 5 ore 17.00Sabato 5 ore 17.00Sabato 5 ore 17.00: Giochi di carnevale

Domenica 6 ore 15.30: Domenica 6 ore 15.30: Domenica 6 ore 15.30: Domenica 6 ore 15.30: Sfilata del carro e delle maschere

Martedì 8 ore 17.00: Martedì 8 ore 17.00: Martedì 8 ore 17.00: Martedì 8 ore 17.00: Processo a carnevale

Page 9: giornalino marzo 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 9

8 Marzo 8 Marzo 8 Marzo 8 Marzo

festa di tutte le Donnefesta di tutte le Donnefesta di tutte le Donnefesta di tutte le Donne Commemoriamo gli esempi da seguire ogni giorno L’8 Marzo, L’8 Marzo, L’8 Marzo, L’8 Marzo, festa delle donne, di quelle bellezze sacre e profane che nel corso della storia in molti hanno tentato di raffigurare, onora-re e immortalare. Il dare un signifi-cato alle cose è prerogativa degli esseri umani fin dai tempi più anti-chi, allo stesso modo anche le donne come gli uomini sono spes-so stati oggetto di studio e atten-zioni da parte di grandi uomini, teorici e filosofi. Da AristoteleAristoteleAristoteleAristotele, pre-cursore del maschilismo che im-perversa ancora oggi in alcune società, a DanteDanteDanteDante e la sua concezio-ne della Donna Divina, qualcuno che possa meglio unire l’uomo a Dio. Come tutte le cose a cui si cerca di dare un significato, anche le donne sono state, quindi, ogget-to di riflessione, e nel corso del tempo, come già noto a tutti, ogni società ne ha accostato una teoria ed un significato proprio, spesso conciliante con una concezione di assoluta inferiorità, debolezza e sottomissione. In alcune culture, si In alcune culture, si In alcune culture, si In alcune culture, si apprende di continuo, la donna è apprende di continuo, la donna è apprende di continuo, la donna è apprende di continuo, la donna è ancora un “oggetto” dalla quale si ancora un “oggetto” dalla quale si ancora un “oggetto” dalla quale si ancora un “oggetto” dalla quale si pretende una certa limitazione del pretende una certa limitazione del pretende una certa limitazione del pretende una certa limitazione del libero arbitrio, di istinto decisionale libero arbitrio, di istinto decisionale libero arbitrio, di istinto decisionale libero arbitrio, di istinto decisionale per non parlare della rinuncia com-per non parlare della rinuncia com-per non parlare della rinuncia com-per non parlare della rinuncia com-pleta ai diritti di uguaglianza e li-pleta ai diritti di uguaglianza e li-pleta ai diritti di uguaglianza e li-pleta ai diritti di uguaglianza e li-bertà bertà bertà bertà nonostante già tanto è stato fatto in passato per rivendicarne la parità.

Il diritto internazionale pare non essere sufficiente a contrastare le differenze sociali, e ciò fa sì che l’antifemminismo diventi una forma di discriminazione alla pari del raz-zismo e dell’antisemitismo. La festa internazionale delle donne nasce proprio con l’intento di ricordare quanto è stato fatto nel corso del tempo per permettere che soprusi e violenze nei confronti della donna vengano meno, per ricordare quan-to quelle stesse donne hanno subi-to per raggiungere tale traguardo: Malalai KakarMalalai KakarMalalai KakarMalalai Kakar, poliziotta afgana, spinta dal desiderio di guardare il mondo in faccia senza sottometter-si al Burqa, uccisa dai talebani per-ché dirigeva un dipartimento di di-fesa delle donne afgane; Tina La-Tina La-Tina La-Tina La-gostena Bassigostena Bassigostena Bassigostena Bassi, soprannominata l’Avvocato delle Donne che lottò a

favore del sesso debole di fronte ai soprusi di violenza sessuale e con-tribuendo all’inserimento nella giu-stizia italiana dei “Processi per stu-pro”; il Premio Nobel per la Pace Madre Teresa di CalcuttaMadre Teresa di CalcuttaMadre Teresa di CalcuttaMadre Teresa di Calcutta, fondatri-ce dell’ordine delle missionarie del-la Carità e divenuta una delle don-ne più importanti al mondo per l’aiuto costante donato alle popola-zioni di Calcutta; Maria MontessoriMaria MontessoriMaria MontessoriMaria Montessori, che rivoluzionò il sistema educativo dell’infanzia con riferimento anche alle fasce più disagiate; Benazir Benazir Benazir Benazir BhuttoBhuttoBhuttoBhutto, leader del partito democra-tico Pakistano, assassinata per il suo impegno politico a favore di una ideologia di libertà uguaglianza e rispetto. Nonostante l’opposizione di una società che stenta a modifi-care i propri valori di uguaglianza, si muovono delle immagini rosa che lottano contro il muro di indiffe-renza e talvolta di violenza, sacrifi-cando perfino la propria vita o sem-plicemente contribuendo al pro-gresso umano e tecnico. La festa La festa La festa La festa delle donne non va ricordata solo delle donne non va ricordata solo delle donne non va ricordata solo delle donne non va ricordata solo per il mazzo giallo delle mimose, per il mazzo giallo delle mimose, per il mazzo giallo delle mimose, per il mazzo giallo delle mimose, ma anche per l’impegno e l’amore ma anche per l’impegno e l’amore ma anche per l’impegno e l’amore ma anche per l’impegno e l’amore che le donne prima di noi hanno che le donne prima di noi hanno che le donne prima di noi hanno che le donne prima di noi hanno diffuso nel mondodiffuso nel mondodiffuso nel mondodiffuso nel mondo, spingendoci anche a fare sempre di più in favo-re dei diritti, non solo delle donne ma più in generale per i diritti uma-ni. di Viviana Iiritidi Viviana Iiritidi Viviana Iiritidi Viviana Iiriti

Laura Iiriti

Page 10: giornalino marzo 2011

Pagina 10 Quelli de… l’ Oratorio

ESSERE UNA DONNA….

ESSERE UNA DONNA….

ESSERE UNA DONNA….

ESSERE UNA DONNA….

Essere donna vuol dire credere nei sogni. Respi-

rare ogni singolo momento della vita e trattenere

il fiato quando ci si emoziona, quando si ha pau-

ra. Essere donna vuol dire avere la forza di un

leone, la dolcezza del miele, la determinazione di

un arciere, la passione di un artista, l’umiltà di un

volontario. Essere una donna è il più bel regalo

che la vita mi abbia fatto.

DOLCE LUNADOLCE LUNADOLCE LUNADOLCE LUNA

X me essere donna significa dare la vita alla vita!

X me essere donna significa dare la vita alla vita!

X me essere donna significa dare la vita alla vita!

X me essere donna significa dare la vita alla vita!

☺☺☺☺ Ale

Per me essere una don-

na vuol dire riuscire ad essere dolce

in ogni situazione. Anche in quelle più

complicate da gestire penso non deb-

ba mai mancare un briciolo di dolcez-

za, perché con questa possiamo farci

ascoltare. Vuol dire anche tirar fuori

quel briciolo di spirito materno che è

una proprietà intrinseca dell'essere don-

na. Ogni donna credo abbia quel velo di

maternità che la rende unica e che la distingue dall'uomo. Veronica Legato

Veronica Legato

Veronica Legato

Veronica Legato

E’ bello essere donne...

Sorridono quando vogliono gridare,

cantano quando vogliono piangere,

piangono quando sono felici,

ridono quando sono nervose,

lottano per quello che vogliono,

amano senza condizioni,

si rompono il cuore

quando muore un amico,

si accontentano di piccole cose.....

Ognuno di noi è nato da una donna!!

Sonia StelitanoSonia StelitanoSonia StelitanoSonia Stelitano

Essere donn

a significa l

ottare x la f

or-

za, pianger

e x il dolor

e, imparare

ad

accettare qu

ello k siam

o e n quello

k

dovremmo

essere… xk

così siamo

state

create e dob

biamo esser

e in pace co

n

noi stesse x

ottenere la

pace!

Alessandra

Branca

Grazie a te, Donna te, per il fatto

stesso che sei donna! Con la per-

cezione che è propria della tua

femminilità tu arricchisci la

comprensione del mondo e con-

tribuisci alla piena verità dei rap-

porti umani. Giovanni Paolo II

Inviato da Valeria Orlando

Le donne sono quelle che nascono madri pur es-

Le donne sono quelle che nascono madri pur es-

Le donne sono quelle che nascono madri pur es-

Le donne sono quelle che nascono madri pur es-

sendo figlie, diventano spose rimanendo sorelle e

sendo figlie, diventano spose rimanendo sorelle e

sendo figlie, diventano spose rimanendo sorelle e

sendo figlie, diventano spose rimanendo sorelle e

lasciano la strada a chi sta loro accanto senza la-

lasciano la strada a chi sta loro accanto senza la-

lasciano la strada a chi sta loro accanto senza la-

lasciano la strada a chi sta loro accanto senza la-

sciar loro la mano! Mentre scrivo queste parole,

sciar loro la mano! Mentre scrivo queste parole,

sciar loro la mano! Mentre scrivo queste parole,

sciar loro la mano! Mentre scrivo queste parole,

riferite alla "donna", faccio un ritratto alla perso-

riferite alla "donna", faccio un ritratto alla perso-

riferite alla "donna", faccio un ritratto alla perso-

riferite alla "donna", faccio un ritratto alla perso-

nalità di mia madre. Lei mi ha dato la vita, lei è la

nalità di mia madre. Lei mi ha dato la vita, lei è la

nalità di mia madre. Lei mi ha dato la vita, lei è la

nalità di mia madre. Lei mi ha dato la vita, lei è la

mia vita,e tutte le donne nascono da un altra

mia vita,e tutte le donne nascono da un altra

mia vita,e tutte le donne nascono da un altra

mia vita,e tutte le donne nascono da un altra

donna per dare la vita! Dunque la donna è vita!

donna per dare la vita! Dunque la donna è vita!

donna per dare la vita! Dunque la donna è vita!

donna per dare la vita! Dunque la donna è vita!

Forse x questo la parola vita è un nome al fem-

Forse x questo la parola vita è un nome al fem-

Forse x questo la parola vita è un nome al fem-

Forse x questo la parola vita è un nome al fem-

minile.minile.minile.minile.

Francesca Autelitano

Francesca Autelitano

Francesca Autelitano

Francesca Autelitano

Anche se dalla mia giova

-

ne età forse il termine

"donna" non mi veste an

-

cora perfettamente. Pos

so

dire che adesso mi sento

piena e completa, perch

é

ho messo al mondo una

bimba bellissima che ne

l

suo piccolo mi fa sentire

importante!

Antonella Albanese

Essere una donna non vuol dire

riempire di gioia solo una minigon-

na, non vuol dire credere a chiun-

que se ti inganna. Essere una don-

na è di più. E’ sentirsi vita, è la

gioia di amare e di sentirsi coccola-

ta, stringere un bambino forte so-

pra il seno con un vero uomo ac-

canto a me… vuol dire provare den-

tro veri sentimenti e frenare il pianto e il dolore k tu senti… Inviato da Loredana Bertone

Page 11: giornalino marzo 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 11

SEMPLICEMENTE DONNESEMPLICEMENTE DONNESEMPLICEMENTE DONNESEMPLICEMENTE DONNE

"Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Una donna si rialza sempre,

anche quando non ci crede, anche se non vuole. Parlo di te, che questo periodo non finisce più,

Che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà

deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare. Oppure parlo di te,

che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, Peggio: se sei presa tu, poi soffri come un cane.

Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare,

o che devi cambiare tu per tenertelo stretto. Eppure racconti, anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".

E il cielo si abbassa di un altro palmo. Ed è stata crisi per uomo, e hai pianto.

Dio quanto piangiamo! Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata,

alla fermata della metro, sul motorino. E poi hai scavato, hai parlato, quanto parliamo, ragazze!

Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri

che dia un senso al tuo dolore. E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia,

a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?

E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.

Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.

Ti servirà una strategia, Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo.

Non puoi più essere quella di prima. Innamorarsi di nuovo di se stessi,

Ricostruire se stessi. E' un'avventura, ricostruire se stesse.

Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Donne in rinascita, per questo meraviglioso modo Di gridare al mondo "sono nuova"......

Perché tutti devono capire e vedere! Più delle albe, più del sole,

una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa.

È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti…"

Ilvi80Ilvi80Ilvi80Ilvi80

Essere donna .... Essere donna .... Essere donna .... Essere donna ....

Mai dimenticare il garbo:

essere determinata ma non arrabbiata.

Mai dimenticare le priorità:

adeguare il lavoro alla famiglia e non viceversa.

Mai dimenticare il merito: entrare in politica

perché si ha qualcosa da dire

e non per "riempire" le quote rosa.

Mai dimenticare sè stesse:

l'amor prorio non è egoismo.

Mai dimenticare la forza della nostra

Mamma Celeste davanti al dolore della Croce.

… E nella quotidianità:

lasciare i letti in disordine

ma accompagnare i figli a messa;

alzarsi 10 minuti prima e fare un pò di ginnastica;

nei momenti di tensione familiare

preparare una bella torta;

vivere anche fuori dalle mura domestiche

perchè fuori c'è qualcuno che ha bisogno di te;

pregare sempre perchè il nutrimento dello spirito

è l'unica strada della consapevolezza dell'anima.

anonimammaanonimammaanonimammaanonimamma

««««Essere d

onna è cos

ì affascina

nte.

Essere do

nna è così

affascinan

te.

Essere do

nna è così

affascinan

te.

Essere do

nna è così

affascinan

te.

È un'avventur

a che richied

e un tale co-

È un'avventur

a che richied

e un tale co-

È un'avventur

a che richied

e un tale co-

È un'avventur

a che richied

e un tale co-

raggio, una s

fida che non

finisce mai.

raggio, una s

fida che non

finisce mai.

raggio, una s

fida che non

finisce mai.

raggio, una s

fida che non

finisce mai.

Oriana Fall

aci

Oriana Fall

aci

Oriana Fall

aci

Oriana Fall

aci

Inviato da

Se82

Inviato da

Se82

Inviato da

Se82

Inviato da

Se82

««««Essere donna è terribilmente diffi-

Essere donna è terribilmente diffi-

Essere donna è terribilmente diffi-

Essere donna è terribilmente diffi-cile perché consiste principalmente

cile perché consiste principalmente

cile perché consiste principalmente

cile perché consiste principalmente nel trattare con gli uomini.

nel trattare con gli uomini.

nel trattare con gli uomini.

nel trattare con gli uomini.»»»» Joseph ConradJoseph ConradJoseph ConradJoseph Conrad Invito da LoryInvito da LoryInvito da LoryInvito da Lory

Page 12: giornalino marzo 2011

Pagina 12 Quelli de… l’ Oratorio

… In Cina e in India, dove nascere donna è spesso considerata una disgrazia,nascere donna è spesso considerata una disgrazia,nascere donna è spesso considerata una disgrazia,nascere donna è spesso considerata una disgrazia, mi-

gliaia di neonate vengono lasciate morire per cure inadeguate o per abbandono…

… Anche la povertà miete vittime in primo luogo tra le donne; in Nepal moltissime

ragazzeragazzeragazzeragazze ogni anno vengono vendute dalle famiglie vendute dalle famiglie vendute dalle famiglie vendute dalle famiglie per essere avviate alla prostituzione e

nell'Asia sudorientale sono tantissime le bambine costrette a fare ciò..

...Un problema specifico di alcune culture africane è invece quello della mutilazione genitalemutilazione genitalemutilazione genitalemutilazione genitale, ancora ampiamente prati-

cata ed effettuata in condizioni sanitarie abominevoli, senza anestesia e soprattutto su bambine anche in tenerissima età. Gli

effetti sulla salute sono devastanti e colpiscono le donne in ogni momento della loro vita sessuale e riproduttiva..

… … … … In Algeria alle donne è imposto di portare l'hijabhijabhijabhijab, il velo, e di vivere ai margini della società; in Iran, in Afghanistan è

imposto il burqa burqa burqa burqa e alle donne non si possono istruire...

Le donne in ogni parte del mondo sono vittime di stupro, diffuso in paesi ricchi e civili quali gli Usa e il Canada, ma ancor più

sconvolgente è scoprire come per esempio in Pakistan, per avere giustizia, la donna debba presentare quattro testimoni ma-

schi e non possa testimoniare lei stessa. Inoltre, se la vittima non riesce a dimostrare il reato viene incriminata per attività ses-

suali illecite, incarcerata, frustata pubblicamente…

Essere donna � una sfida...Essere donna � una sfida...Essere donna � una sfida...Essere donna � una sfida...

ma fino a che punto?ma fino a che punto?ma fino a che punto?ma fino a che punto? a cura di Francesca Suracea cura di Francesca Suracea cura di Francesca Suracea cura di Francesca Surace

Una conquista veramente importante per tante vittime ed un segno di grande civiltà per il nostro or-

dinamento: dal 2009 è entrata in vigore la legge che prevede il reato di stalking. Prima di questo

intervento legislativo, la vittima di stalking poteva essere tutelata penalmente soltanto se gli atti per-

secutori nei suoi confronti concretizzavano altre fattispecie criminose quali, ad esempio la violenza

privata, la minaccia o le molestie in luogo pubblico o col mezzo del telefono. Ciò rendeva difficile la

tutela perché spesso gli atti persecutori che concretizzano lo stalking consistono in comportamenti

(appostamenti, corteggiamenti, e-mails etc.) che esulano da quelli previsti. In Europa sono 8 i paesi

che hanno una normativa specifica diretta a punire i comportamenti di stalking (Austria, Belgio, Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda, Malta,

Regno Unito).

Nel nostro Paese il decreto legge n. 11 del 23 febbraio del 2009 - recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla

violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori - e' stato convertito nella legge n. 38 del 23 aprile 2009. Con tale legge è stato intro-

dotto in Italia il reato di stalking: è stata sancita, finalmente, la pericolosità di una particolare forma di persecuzione che colpisce

solo in Italia più di due milioni di donne ogni anno. Il termine stalking indica la specifica condotta di un individuo che, con diversi compor-

tamenti (molestie assillanti, minacce, pedinamenti, telefonate, ecc.), perseguita una persona impedendole, di fatto, di vivere normalmente e

tranquillamente. L’autore di tale condotta, ovverosia lo stolker, pone in essere dei veri e propri atti persecutori reiterandoli nel tempo; pur-

troppo, spesso, questa persecuzione evolve in violenza sessuale e omicidio. Frequentemente lo stolker non è un estraneo ma è l’ex marito, il

convivente, un ex amico, un collega di lavoro. Le vittime vengono seguite, pedinate, sommerse da sms, mail e molestate con approcci di ogni

genere. Anche se non sempre lo stalking si accompagna a comportamenti violenti, le vittime di questi atti persecutori non riescono più a

lavorare, ad avere una normale vita sociale, subendo gravi danni materiali, psicologici e a volte anche fisici.

Nel nostro codice penale, dopo l'articolo 612, con la legge n. 38/2009 è stato inserito l’articolo 612-bis, intitolato appunto “Atti persecutori”.

Questa disposizione prevede che, salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiun-

que, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da inge-

nerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero

da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. (...continua) La redazione

ESSERE DONNA PURTROPPO eESSERE DONNA PURTROPPO eESSERE DONNA PURTROPPO eESSERE DONNA PURTROPPO e’ ANCHE QUESTO! ANCHE QUESTO! ANCHE QUESTO! ANCHE QUESTO!

NO

STALKING

Page 13: giornalino marzo 2011

La donna raccontata sui libri...La donna raccontata sui libri...La donna raccontata sui libri...La donna raccontata sui libri...

MILLE SPLENDIDIMILLE SPLENDIDIMILLE SPLENDIDIMILLE SPLENDIDI

SOLISOLISOLISOLI

(Khaled Hosseini)(Khaled Hosseini)(Khaled Hosseini)(Khaled Hosseini)

“Ogni fiocco di neve era il respiro di una donna infelice da qualche parte del mondo. E tutti i so-spiri che si levavano al cielo si raccoglievano a formare le nubi, e poi si spezzavano in minuti frantumi, cadendo silenziosamente sulla gen-te...vedete, ci sono cose che vi posso insegnare, altre che potete imparare dai libri. ma ci sono cose che, beh, bisogna vedere e sentire…”

LA PARRUCCHIERALA PARRUCCHIERALA PARRUCCHIERALA PARRUCCHIERA

DI KABULDI KABULDI KABULDI KABUL

(Deborah Rodriguez)(Deborah Rodriguez)(Deborah Rodriguez)(Deborah Rodriguez)

Da lontano sembrano fiori calpestati, sprazzi di az-zurro nel grigio delle strade di Kabul. Fiori calpesta-ti, ma non spezzati, che celano storie di sofferenza e di coraggio. In un Paese in cui la strada verso la pace e la conquista dei diritti civili, sembra imprati-cabile, a volte anche un rossetto e un paio di forbici possono essere armi di rivoluzione.

IL SESSO INUTILEIL SESSO INUTILEIL SESSO INUTILEIL SESSO INUTILE

(Oriana Fallaci)(Oriana Fallaci)(Oriana Fallaci)(Oriana Fallaci)

“Mia cara, le donne sono tutte uguali nel mondo, a qualsiasi razza o clima o religione appartengano, poiché è la natura umana che è uguale. Da un capo all’altro della terra, le donne vivono in un modo sbagliato: se-gregate come bestie in uno zoo, guardando il cielo e la gente da un lenzuolo che le avvolge come il sudario av-volge il cadavere, o scatenate come guerrieri ambiziosi, guadagnando medaglie nelle gare di tiro coi maschi”.

A cura di Iiriti ClaudiaA cura di Iiriti ClaudiaA cura di Iiriti ClaudiaA cura di Iiriti Claudia

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 13

Page 14: giornalino marzo 2011

Pagina 14 Quelli de… l’ Oratorio

Anne KopchovskiAnne KopchovskiAnne KopchovskiAnne Kopchovski, non era un’attivista, né una benestante cosmopo-lita, ma diventò un sim-bolo della libertà femmi-nile, perché fu la prima prima prima prima donna a fare il giro del donna a fare il giro del donna a fare il giro del donna a fare il giro del mondo in bicicletta, mondo in bicicletta, mondo in bicicletta, mondo in bicicletta, sfi-dando le proprie difficol-tà economiche e i pregiu-dizi altrui. Ebrea lettone, emigrata negli Stati Uniti, sposata e madre di tre bambini, all’età di 23 an-ni, inseguito ad una scommessa, partì da Bo-ston in bicicletta. Arrivò fino in Cina, passando per Parigi, Gerusalemme e Singapore.

Dipinto di Dipinto di Dipinto di Dipinto di Alessia LeuzzoAlessia LeuzzoAlessia LeuzzoAlessia Leuzzo, animatrice presso l’ Oratorio Salesiano di Bova Marina. Dicembre 2010, animatrice presso l’ Oratorio Salesiano di Bova Marina. Dicembre 2010, animatrice presso l’ Oratorio Salesiano di Bova Marina. Dicembre 2010, animatrice presso l’ Oratorio Salesiano di Bova Marina. Dicembre 2010

Il Club delle prime donne...Il Club delle prime donne...Il Club delle prime donne...Il Club delle prime donne... ...a cura del Gruppo Missionario

Amelia Mary Amelia Mary Amelia Mary Amelia Mary

EarhartEarhartEarhartEarhart, è stata la pri-ma pilota donna ad at-traversare l’Atlantico. Correva l’anno 1928.

Nel 1914 frequenta i cor-si per diventare infer-miera, che la porteranno ha prestare servizio in un ospedale militare in Canada, durante tutta la durata della Prima Guer-ra Mondiale. All’età di 23 anni, per la prima volta sale a bordo in biplano, e da lì decide di imparare a volare. All’età di 40 anni vuole essere la prima donna a fare il giro del mondo in aereo, ma l’insufficiente

scorta di carburante, causa la dispersione del velivolo e della donna. A nulla servi-ranno le affannose ricerche. Nel 2010201020102010, in uno scavo sull’isola di Nikumaroro, alcuni ricercatori ritrovano dei resti ossei che vengono attribuiti all’aviatrice.

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 15

Valentina Vladimirovna Valentina Vladimirovna Valentina Vladimirovna Valentina Vladimirovna TereTereTereTereškova, kova, kova, kova, è stata la prima prima prima prima donna ad andare nello donna ad andare nello donna ad andare nello donna ad andare nello spaziospaziospaziospazio. . . . Correva l’anno 1963. Da gio-vane lavorava in una fabbrica produttrice di pneumatici e, successivamente, in un’impresa di fili elettrici, in cui svolse la professione di sarta e stiratrice, per ben sette anni. Oltre al lavoro, frequentava corsi sera-li per diventare tecnica. Presto divenne un’appassionata di paracadutismo e, nel 1962, superò brillantemente l’esame di assunzione alla scuola di aspiranti cosmonauti, dando il via al suo addestramento, che il 16 Giugno 1963 l’avrebbe vista a bordo del Vostok 6, per una missione nello spazio della durata di quasi 3 giorni interi. Quale comandante di una navicella spaziale, per i collegamenti via radio, scelse il nomignolo di “gabbiano”.

Indira Gandhi. Indira Gandhi. Indira Gandhi. Indira Gandhi. E’ stata il Primo Ministro donna Primo Ministro donna Primo Ministro donna Primo Ministro donna dell’Indiadell’Indiadell’Indiadell’India. La sua elezione su-scita enorme stupore. Mai, fino ad allora, una donna ha rivestito un ruolo cosi strategi-co e pubblico nella storia in-

Golda MeirGolda MeirGolda MeirGolda Meir, ucraina emigrata negli Stati Uniti dalla Russia, nel 1906, e stabilitasi in Pale-stina nel 1920, è stata il Primo Primo Primo Primo Ministro donna dello Stato Ministro donna dello Stato Ministro donna dello Stato Ministro donna dello Stato d’Israeled’Israeled’Israeled’Israele.

Maria SkMaria SkMaria SkMaria Skłodowskaodowskaodowskaodowska, me-glio nota come Marie Curie, Marie Curie, Marie Curie, Marie Curie, chimica e fisica polacca, natu-ralizzata francese, è stata la prima donna, nella storia, ad prima donna, nella storia, ad prima donna, nella storia, ad prima donna, nella storia, ad essere insignita del premio essere insignita del premio essere insignita del premio essere insignita del premio NobelNobelNobelNobel. Correva l’anno 1903. Insieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel, ricevette l’alto riconoscimento per la fisicafisicafisicafisica <<per i servizi straordinari resi alla ricerva sui fenomeni radioattivi>>. Otto anni dopo, nel 1911, fu insigni-ta di un altro premio nobel, questa volta per la chimica chimica chimica chimica <<per la scoperta del radio e del polonio>>. Negli ultimi anni della sua vita, fu colpita da una grave forma di anemia aplastica, malattia quasi certa-mente contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radia-zioni di cui, all'epoca, si igno-rava la pericolosità.

Benazir BhuttoBenazir BhuttoBenazir BhuttoBenazir Bhutto, , , , è stata il il il il Primo Ministro donna in un Primo Ministro donna in un Primo Ministro donna in un Primo Ministro donna in un paese musulmanopaese musulmanopaese musulmanopaese musulmano, , , , quale il Pakistan, per ben due volte. Correva l’anno 1988.

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Pagina 16 Quelli de… l’ Oratorio

Laura Iiriti

Alda Merini Icona della poesia del 900. Genio e follia di una donna che ha fatto l’esperienza sconvolgente del manico-mio: ventisette ricoveri e quindici anni in un istituto psichiatrico. Una donna “border line”, una donna di confi-ne che con i suoi amori e le sue pene si definì “abbastanza” credente convinta che uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto.

BAMBINOBAMBINOBAMBINOBAMBINO Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasiaBambino, se trovi l'aquilone della tua fantasiaBambino, se trovi l'aquilone della tua fantasiaBambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia legalo con l'intelligenza del cuore.legalo con l'intelligenza del cuore.legalo con l'intelligenza del cuore.legalo con l'intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantatiVedrai sorgere giardini incantatiVedrai sorgere giardini incantatiVedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una piantae tua madre diventerà una piantae tua madre diventerà una piantae tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie.che ti coprirà con le sue foglie.che ti coprirà con le sue foglie.che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due bianche colombeFa delle tue mani due bianche colombeFa delle tue mani due bianche colombeFa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunqueche portino la pace ovunqueche portino la pace ovunqueche portino la pace ovunque e l'ordine delle cose.e l'ordine delle cose.e l'ordine delle cose.e l'ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivereMa prima di imparare a scrivereMa prima di imparare a scrivereMa prima di imparare a scrivere guardati nell'acqua del sentimento.guardati nell'acqua del sentimento.guardati nell'acqua del sentimento.guardati nell'acqua del sentimento.

LA VOCELA VOCELA VOCELA VOCE

Come impauriti colombi si levano a voloCome impauriti colombi si levano a voloCome impauriti colombi si levano a voloCome impauriti colombi si levano a volo

quando un fanciullo ha gettato tra essi per giocoquando un fanciullo ha gettato tra essi per giocoquando un fanciullo ha gettato tra essi per giocoquando un fanciullo ha gettato tra essi per gioco

manciate di grano;manciate di grano;manciate di grano;manciate di grano;

ma subito tornano lievi e felici a posarsima subito tornano lievi e felici a posarsima subito tornano lievi e felici a posarsima subito tornano lievi e felici a posarsi

ad uno ad uno sul prato e si sazian del cibo:ad uno ad uno sul prato e si sazian del cibo:ad uno ad uno sul prato e si sazian del cibo:ad uno ad uno sul prato e si sazian del cibo:

così i miei pensiericosì i miei pensiericosì i miei pensiericosì i miei pensieri

la cara tua voce disperde se giunge inattesa,la cara tua voce disperde se giunge inattesa,la cara tua voce disperde se giunge inattesa,la cara tua voce disperde se giunge inattesa,

tanto assomiglia al timore la gioia improvvisatanto assomiglia al timore la gioia improvvisatanto assomiglia al timore la gioia improvvisatanto assomiglia al timore la gioia improvvisa

che viene da amore.che viene da amore.che viene da amore.che viene da amore.

Lalla Romano

Graziella, detta Lalla, Romano nacque a Demonte , in provincia di Cuneo, l’11

novembre del 1906, da una famiglia di antiche origini piemontesi, pronipote del grande matematico Giuseppe Peano. Attenta al quotidiano, sempre relazionato

all’universale, al privato, allo studio degli esseri umani e al tessuto dei loro rap-

porti ed affetti familiari e quotidiani in sensibilità squisitamente femminile, ma pri-va di sentimentalismo e vittimismo, ha attraversato per intero il Novecento, con le

sue ombre e luci, con silenzi lunghissimi e attività febbrile, come scrittrice di ver-

si, racconti, saggi, recensioni, dedicandovisi, ormai praticamente cieca, fino alla morte, avvenuta a 95 anni, il 26 giugno del 2001, nella sua amata casa milanese

di via Brera.

Laura Iiriti

a cura di S.T.a cura di S.T.a cura di S.T.a cura di S.T.

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 17

Il 28 Febbraio 2011 presso la Palestra dell’ Istituto delle Figlie

di Maria Ausiliatrice di Reggio Modena si è svolta la 1° Manife-

stazione della PGS Danza Regionale. Erano presenti 4 squadre

per la categoria Mini (Sc. Elementare): Aurora (Gallico); Univer-

sal (Villa San Giovanni); Olimpia 2000 (Reggio Calabria); Fiaccola

– Generazione Danza di Bova Marina e 2 squadre per la catego-

ria Propaganda (Sc. Media): Locride (Locri) e ancora noi con la

Fiaccola – Generazione Danza.

Ad aprire le danze le nostre ragazze della categoria Mini che,

nonostante l’emozione per la loro prima prima Kermesse

“agonistica”, hanno calcato la scena con molta disinvoltura e

senza nessun timore e imbarazzo di fronte ai giudici. Oltre alla loro bravura, ha “giocato” un ruolo importante

la scelta di costumi allegri e originali, soprattutto durante la prima esibizione sulle note di Maracaibo, alla

quale è seguita un altrettanto suggestiva e coreografica performance sulle note del famoso Rock and Roll. Ma

anche le ragazze delle altre squadre che si sono esibite subito dopo non sono state da meno.

E’ stata poi la volta della categoria Propaganda: le nostre brave ballerine hanno dimostrato una vera e propria

padronanza del palco, muovendosi nel campo della palestra - allestito per l’occasione a palcoscenico - sulle note

di Bla bla Cha cha prima e su quelle di una musica di Keisha ed hanno dimostrato un’ ottima espressività e una

notevole complicità proprie di un vero e consolidato team.

A sostenere le nostre artiste Suor Angela Iiriti, nostra delegata Pgs, la Direttrice Suor Grazia Speranza e un

folto numero di genitori, soprattutto mamme, che hanno sostenuto le loro beniamine con un tifo, oserei dire,

da stadio – non ci facciamo mancare proprio niente!!-.

Il compito di intrattenere il pubblico presente in attesa del responso dei giudici è stato affidato alle ragazze

del Gruppo Avanzato della scuola nostrana, Veronica Minniti, Giulia Arconti, Maria Ersilia Zirilli, Rachele Pol-

selli, Giusy Guglielmini, Anna Maria Palamara, Silvia Plutino e Miriana Mesiano che hanno danzato con maesto-

sa leggiadria sulle note della Taranta “Il Ballo di San Vito”, esibizione ormai celebre del nostro gruppo che,

ogni volta che viene riproposta, regala forti emozioni, appassionando anche il pubblico che non la conosce. An-

che le istruttrici del gruppo di Locri si sono esibite in un Tango, dimo-

strando bravura, professionalità e un ottimo buon gusto nella scelta

dei costumi. La commissione giudicatrice composta da Antonella ed

Elena Quaglia, Responsabili nazionali PGS settore Danza, e Nancy

Zumbo , esperta del settore, ha riconosciuto alla Categoria Mini del

nostro gruppo Fiaccola il primo posto, mentre la categoria Propaganda

si è guadagnato il secondo posto. Inoltre è stata consegnata ad ogni

gruppo di ragazze che si sono esibite una bella targa di partecipazio-

ne. Innumerevoli i complimenti che le nostre ragazze hanno ricevuto

da parte della Referente PGS Calabria, Suor Giuseppina Ranieri, del

Presidente Demetrio Rosace della PGS Calabria, del Presidente del Coni Mimmo Praticò e del Dottor Franco

Longo. Il risultato ottenuto si deve all’ ottimo impegno delle ragazze ma soprattutto alla professionalità e alla

dedizione della loro insegnante Giovanna Gangemi, che ha fatto raggiungere a questo gruppo validi e importan-

ti traguardi, occupandosi tutto l’anno di loro principalmente come educatrice e trasmettendo la passione per

la danza. Le ragazze si allenano 2 volte alla settimana presso il salone delle Figlie di Maria Ausiliatrice che

accolgono questa iniziativa ormai da 4 anni e a cui va un ringraziamento particolare perché sostengono

l’attività incoraggiando le ragazze a tirar fuori il proprio talento. Il percorso che va da ottobre a giugno si

conclude con un Saggio Finale che le vede impegnate in numerose coreografie. Seguendo da dietro le quinte

questo affiatato gruppo e sentendomi la loro maggior sostenitrice, vi consiglio di non perderle d’occhio perché

con i loro gesti esprimono senza parole un eccellente tipo di linguaggio muto.

Antonella CriseoAntonella CriseoAntonella CriseoAntonella Criseo

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Pagina 18 Quelli de… l’ Oratorio

Don Gino ha voluto regalarci un po’ del suo tempo per approfondire e rafforzare la di-

mensione vocazionale di ogni proposta pastorale. La vocazione è in crisi, forse perché

curiamo poco la dimensione vocazionale? Probabilmente all’interno delle varie opere

oratoriane si dovrebbe iniziare a prestare più attenzione alle proposte vocazionali.

Noi animatori e catechisti dobbiamo comprendere prima di tutto qual è il progetto di

vita che il Signore ha scelto per noi, per poter poi aiutare ogni singolo ragazzo a scoprire

qual è invece quello che il Signore ha scelto per lui e per aiutarli in questo cammino la

cosa fondamentale è CREDERE IN TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO PER LOROCREDERE IN TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO PER LOROCREDERE IN TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO PER LOROCREDERE IN TUTTO CIO’ CHE FACCIAMO PER LORO!

Una speciale attenzione va ai giovani più poveri e a rischio, in linea con il carisma salesiano, difatti una delle prospetti-

ve di futuro che sono state proposte dalla PG affronta questa tematica, spiegando che bisogna puntare alla trasforma-

zione della mentalità e delle tendenze culturali, in quanto la povertà e l’emarginazione nelle nostre società non sono

solo fenomeni economici o sociali, ma anche fenomeni culturali.

Tante grazie a Don Gino per l'incontro di “crescita” e di “scoperta” che ci ha offerto, un incontro che oltre ad averci

illuminato sull’operato della pastorale giovanile e sui suoi punti deboli e di forza, ci ha lasciato una grande lezione di

vita, ossia l’importanza del lavoro dei giovani per i giovani, perché come dice Don Gino, i giovani sono la guida e il i giovani sono la guida e il i giovani sono la guida e il i giovani sono la guida e il

motore di altri giovani.motore di altri giovani.motore di altri giovani.motore di altri giovani.

LE NOSTRE CURIOSITA'...LE NOSTRE CURIOSITA'...LE NOSTRE CURIOSITA'...LE NOSTRE CURIOSITA'... - Don Gino, ha avuto una guida nella sua vita che l’ha portato alla scelta vocazionale?Don Gino, ha avuto una guida nella sua vita che l’ha portato alla scelta vocazionale?Don Gino, ha avuto una guida nella sua vita che l’ha portato alla scelta vocazionale?Don Gino, ha avuto una guida nella sua vita che l’ha portato alla scelta vocazionale?

Quando facevo il chierichetto avevo la mia catechista che ci ripeteva sempre " Ma quanto siete belli

chissà se un giorno non sarete sacerdoti anche voi?.." poi all'inizio della scuola media mi avvicinai di

più a questo ambiente e il terzo anno decisi che sarei diventato un sacerdote,anche se ci sono stati degli

alti e bassi nel periodo dell'adolescenza,adesso sono qui!

---- Da quanto tempo è delegato della pastorale giovanile?Da quanto tempo è delegato della pastorale giovanile?Da quanto tempo è delegato della pastorale giovanile?Da quanto tempo è delegato della pastorale giovanile?

Questo è il mio sesto anno.

---- Ci descrive con uno slogan cos’è la pastorale giovanile?Ci descrive con uno slogan cos’è la pastorale giovanile?Ci descrive con uno slogan cos’è la pastorale giovanile?Ci descrive con uno slogan cos’è la pastorale giovanile?

“Giovani per i Giovani”, questo motto fu usato per il movimento giovanile svoltosi negli anni ’90. Lo adotto in

quanto credo che siate proprio voi giovani a fare da guida ad altri giovani.

---- Di che cosa si occupa il delegato della pastorale giovanile?Di che cosa si occupa il delegato della pastorale giovanile?Di che cosa si occupa il delegato della pastorale giovanile?Di che cosa si occupa il delegato della pastorale giovanile?

Innanzitutto deve curare principalmente la formazione dei confratelli, dei direttori degli oratori e anche dei laici

vicini al movimento della pastorale, ciò lo fa organizzando incontri di formazione e di aggiornamento e coordina

le iniziative degli oratori salesiani volte ai giovani; per far si che tutto possa essere svolto nel migliore dei modi

bisogna che si circondi di equipe di coordinamento, divisa in vari settori.

---- Quale difficoltà incontra più spesso nello svolgere il suo incarico?Quale difficoltà incontra più spesso nello svolgere il suo incarico?Quale difficoltà incontra più spesso nello svolgere il suo incarico?Quale difficoltà incontra più spesso nello svolgere il suo incarico?

Spesso mi capita di provare un'inadeguatezza del mio ruolo; Concretamente invece, la difficoltà che riscontro

maggiormente è dovuta alla vastità dell’ispettoria che a volte rende difficile il coordinamento di tutte le opere.

---- Ci racconti un’esperienza particolare del suo incarico.Ci racconti un’esperienza particolare del suo incarico.Ci racconti un’esperienza particolare del suo incarico.Ci racconti un’esperienza particolare del suo incarico.

Senza alcun dubbio l’esperienza più bella e significativa e quella degli esercizi spirituali della quaresima viva, che mi

portano alla scoperta dei giovani e dei loro valori.

- Quali sono le caratteristiche che deve avere un giovane per collaborare con il progetto della pastorale giovanile?Quali sono le caratteristiche che deve avere un giovane per collaborare con il progetto della pastorale giovanile?Quali sono le caratteristiche che deve avere un giovane per collaborare con il progetto della pastorale giovanile?Quali sono le caratteristiche che deve avere un giovane per collaborare con il progetto della pastorale giovanile?

Tre sono le caratteristiche basilari che un giovane deve possedere innate in sé: la generosità, il desiderio del servi-

zio e l’immancabile amore per Gesù.

L’intervista è conclusa, un’ulteriore grazie a Don Gino per il tempo che ci ha dedicato e per la sua disponibilità!!

Margherita Nucera e Francesca SuraceMargherita Nucera e Francesca SuraceMargherita Nucera e Francesca SuraceMargherita Nucera e Francesca Surace

Incontro animatori e catechisti con Don Gino Cella, incaricato Pastorale GiovanileIncontro animatori e catechisti con Don Gino Cella, incaricato Pastorale GiovanileIncontro animatori e catechisti con Don Gino Cella, incaricato Pastorale GiovanileIncontro animatori e catechisti con Don Gino Cella, incaricato Pastorale Giovanile

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 19

Dal 25 al 27 febbraio scorso gli animatori di quasi tutti gli oratori salesiani calabresi, compreso il nostro, hanno avuto modo di partecipare ad uno dei tanti stage d’animazione proposti dall’Ispettoria Meridionale.

Facciamo un passo indietro: cos’è uno stage? cos’è uno stage? cos’è uno stage? cos’è uno stage? Lo stage È un percorso che dev’essere sostenuto da chi aspira a svolgere un determinato lavoro. Ma allora quello dell’ animatore è un lavoro? No, bensì è:maturazione personalematurazione personalematurazione personalematurazione personale, che avviene insieme ai ragazzi stessi, ai quali bisogna fornire ogni attenzione; è competenza professionalecompetenza professionalecompetenza professionalecompetenza professionale, perché l’animatore deve testimoniare i valori in cui si crede;è profondità spiritualeprofondità spiritualeprofondità spiritualeprofondità spirituale, perché il punto di riferimento di ogni animatore è Dio.

Lo stile di animazione di Don Bosco non implica solo il divertimento sottoforma di gioco, ma anche la cultura. La cultura è qualcosa di insito in un individuo e allo stesso modo l’animazione diventa la qualità di un animatore che ha amore e passione per la vita; questi sono atteggiamenti che devono essere messi in circolo CON E PER GLI ALTRI. Durante lo stage gli animatori hanno sviluppato tre punti fondamentali: psicologia,animazione psicologia,animazione psicologia,animazione psicologia,animazione culturale, profilo dell’animatore culturale, profilo dell’animatore culturale, profilo dell’animatore culturale, profilo dell’animatore e …hanno anche seguito un laboratorio di cortometraggio in cui è stato ideato e filmato il video che sarà proposto alla Festa Pre-Adolescenti Mgs Calabria che si terrà il 27 Marzo e alla quale parte-ciperemo numerosi! L’Animatore Salesiano è quello che ama stare e giocare con i bambini e i ragazzi, ma ha qual-cosa i più che gli altri animatori non hanno, cioè l’obiettivo di aiutare il ragazzo a costruire la propria identità attra-verso un preciso progetto: l’ANIMAZIONEANIMAZIONEANIMAZIONEANIMAZIONE. Francesca AutelitanoFrancesca AutelitanoFrancesca AutelitanoFrancesca Autelitano

In occasione della

beatificazione di

Giovanni Paolo II,

in programma il

1° maggio 2011,

la diocesi di Ro-

ma ha aperto una

pagina web dedi-

cata all’evento:

www.karol-wojtyla.org.

Tradotto in sei lingue – italiano,

spagnolo, francese, inglese, polac-

co e rumeno – il portale web racco-

glie tutte le informazioni sul Ponte-

fice, sulla causa di beatificane e

sulle cerimonie e gli eventi legati ad

essa. In vista del 1° maggio, inoltre, la

grande Croce eretta nel Campus

dell’Università di Tor Vergata du-

rante la Giornata mondiale della

gioventù verrà ultimata per diventa-

re Monumento del Grande Giubileo.

S’intitola Youcat il sussidio al Catechismo della Chiesa cattolica creato in vista del-

la Gmg di Madrid 2011. Che cosa credia-mo, la celebrazione del mistero cristiano, la vita in Cristo, la preghiera nella vita cristiana.

Trecento pagine, strutturate in quattro sezio-ni per dare una risposta a quattro questioni cruciali. Il testo, sarà compagno di viaggio

dei giovani pellegrini di Madrid. Tutte le edi-zioni saranno a disposizione il 4 aprile e sa-ranno almeno un milione le copie distribuite.

Preziosa la prefazione al volume, firmata

da Benedetto XVI. Il Pontefice rivolgendosi ai ragazzi esorta: «Dovete conoscere quel-

lo che credete; dovete conoscere la vo-

stra fede con la stessa precisione con cui uno specialista di

informatica conosce il sistema operativo di un computer;

dovete conoscerla come un musicista conosce il suo pezzo (…) Questo sussidio al catechismo non vi adula; non offre facili soluzioni; esige una nuova vita da parte vostra; vi

presenta il messaggio del Vangelo come la «perla prezio-

sa» (Mt 13,45) per la quale bisogna dare ogni cosa.

«Spero che molti giovani si lascino affascinare da questo libro. Alcune persone mi dicono che il catechismo non inte ressa la gio-ventù odierna; ma io non credo a questa affermazione e sono

sicuro di avere ragione. I giovani vogliono sapere in cosa consiste davvero la vita.»

YOUCAT, LA FEDE A MISURA DEI GIOVANIYOUCAT, LA FEDE A MISURA DEI GIOVANIYOUCAT, LA FEDE A MISURA DEI GIOVANIYOUCAT, LA FEDE A MISURA DEI GIOVANI GIOVANNI PAOLO II GIOVANNI PAOLO II GIOVANNI PAOLO II GIOVANNI PAOLO II

UN SITO PER LA BEATIFICA-UN SITO PER LA BEATIFICA-UN SITO PER LA BEATIFICA-UN SITO PER LA BEATIFICA-

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Pagina 20 Quelli de… l’ Oratorio

Appuntamenti al Appuntamenti al

A metà del Settecento il genere lettera-rio più in voga era sicuramente quello avventuroso. E così Jonathan Swift de-cise di pubblicare un libro sotto pseu-donimo e, assunta l’identità di Lemuel Gulliver, si immerse nei racconti fanta-stici di viaggi verso terre straniere, po-polate da bizzarri popoli e creature misteriose. Pubblicato anni dopo “Robison Crusoe” di Defoe, il lavoro di Swift ottenne subito popolarità come libro destinato ai bambini, lasciando nell’ombra la feroce critica che l’autore voleva fare alla società del tempo. Gli anni passano, le tecnologie si evolvo-no, la società richiede sempre maggiori critiche e Gulliver approda sul grande schermo con le sembianze di Jack Black!

Il film, diretto dal Rob Letterman, non si allontana dal seminato dei suoi pre-decessori. La storia segue le solite rea-zioni della società monarchica dei Lilli-puziani all'apparizione del gigante: ge-losie, amicizie, ispirazioni e crescita di Gulliver, in questa versione un fattori-no che si improvvisa giornalista di viag-gio per amore.

Si tratta del seguito di Maschi contro Femmine, ma per certi versi sembrano due film diversi. Sono stati montati in parallelo e, anzi, il secondo è finito prima come riprese. Tanto il primo era superficiale e sopra le righe, quanto questo appare misurato, attento e leggero. Funziona meglio la miscela tra sfondo reali-stico e il suo superamento in una buona dose di ironi-a, accompagnata da un umorismo piacevole e mai sguaiato. Il racconto è attraversato da atmosfere un po’ antiche nell’ottica della giusta ricerca di qualche punto d’incontro tra le generazioni.

I FANTASTICI VIAGGI I FANTASTICI VIAGGI I FANTASTICI VIAGGI I FANTASTICI VIAGGI

DI DI DI DI GULLIVERGULLIVERGULLIVERGULLIVER Ven 4 Sab 5 Ven 4 Sab 5 Ven 4 Sab 5 Ven 4 Sab 5 ---- Dom 6 Dom 6 Dom 6 Dom 6

FEMMINEFEMMINEFEMMINEFEMMINE CONTRO CONTRO CONTRO CONTRO

MASCHIMASCHIMASCHIMASCHI Ven 11 Ven 11 Ven 11 Ven 11 ---- Dom 13 Dom 13 Dom 13 Dom 13 ---- Lun 14Lun 14Lun 14Lun 14

MARZOMARZOMARZOMARZO

2011201120112011 Ass. Culturale

G.C.S. ELPI-

DA

TROPPA GRAZIATROPPA GRAZIATROPPA GRAZIATROPPA GRAZIA

SAN GIUSEPPISAN GIUSEPPISAN GIUSEPPISAN GIUSEPPI Sabato 12 ore 21:00Sabato 12 ore 21:00Sabato 12 ore 21:00Sabato 12 ore 21:00

Commedia Brillante, in tre atti, scritta da Maria Maria Maria Maria Pia BattagliaPia BattagliaPia BattagliaPia Battaglia, a cura della Compagnia Teatrale “Palcoscenico 91” “Palcoscenico 91” “Palcoscenico 91” “Palcoscenico 91” di Melito di Porto Salvo. Tra amori sperati e contrastati, ambiguità, innocui pet-tegolezzi paesani, intrighi prematrimoniali, costu-manze popolari, ecco una commedia frizzante, ricca di spunti comici, accompagnata da un dialet-to colorito ed efficace, dove non mancano i dop-pi sensi che hanno il pregio di non sfociare mai nella volgarità.

Page 21: giornalino marzo 2011

Appuntamenti al Cineteatro Don BoscoAppuntamenti al Cineteatro Don Bosco

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 21

MANUALE D’AMORE 3MANUALE D’AMORE 3MANUALE D’AMORE 3MANUALE D’AMORE 3 Ven 18 Ven 18 Ven 18 Ven 18 ---- Dom 20Dom 20Dom 20Dom 20

Lun 21 Lun 21 Lun 21 Lun 21 ---- Mart 22 Mart 22 Mart 22 Mart 22 ---- Merc 23Merc 23Merc 23Merc 23

IL CIGNO NEROIL CIGNO NEROIL CIGNO NEROIL CIGNO NERO Ven 25 Ven 25 Ven 25 Ven 25 ---- Sab 26 Sab 26 Sab 26 Sab 26 ---- Dom 27Dom 27Dom 27Dom 27

Lun 28 Lun 28 Lun 28 Lun 28 ---- Mart 29 Mart 29 Mart 29 Mart 29 ---- Merc 30Merc 30Merc 30Merc 30

PROIEZIONIPROIEZIONIPROIEZIONIPROIEZIONI

GIORNALIERE:GIORNALIERE:GIORNALIERE:GIORNALIERE:

Ore 18:15 Ore 21:15

Presentato in anteprima assoluta come film d’apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2010, si tratta del quinto lun-gometraggio diretto da Darren Aro-nosfky. Chi ha avuto modo di entrare in contatto con le sue opere sa già che in-trospezione, psicosi e tormento sono le sfumature più ricorrenti della sua espres-sività artistica. Il regista sa dipingerà an-cora una volta uno straordinario affre-sco moderno sulla dinamica antropolo-gica che accompagna l’angosciosa cresci-ta dell’individuo. Calati egregiamente nelle rispettive figure tutti gi interpreti; ma è disarmante, in una parte che le calza a pennello e sintetizza tutta una carriera, la prova dell’attrice Natalie Portman, che si aggiudica la statuetta del 2011 come miglior attrice protagonista!

VIETATO VIETATO VIETATO VIETATO

AI MINORI AI MINORI AI MINORI AI MINORI

DI 14 ANNIDI 14 ANNIDI 14 ANNIDI 14 ANNI

PROSSIMAMENTE:PROSSIMAMENTE:PROSSIMAMENTE:PROSSIMAMENTE:

“Una vita facile” “Una vita facile” “Una vita facile” “Una vita facile” di Lucio Pellegrini,

con Vittoria Puccini, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino.

SABATO 19 MARZOSABATO 19 MARZOSABATO 19 MARZOSABATO 19 MARZO

“I PREDATORI” in concerto

Ore 21:00

Tre nuovi capitoli per il Manuale d’amore 3 di Giovanni Veronesi: “Giovinezza”, “Maturità” e “Oltre”. Fatta la scelta del cupido conduttore, nei panni di Robert de Niro, il resto viene da se, ossia tre quadretti dedicati a raccontare imprevisti sentimentali, con il minimo comune denominatore del ribaltamento delle situazioni, fino a quel momento acquisite: per dire che all’amore è quasi impossibile im-porsi e che ogni età può essere quella giusta. Il clima è molto allegro e comi-co. Soprattutto l’episodio di Verdone restituisce gli imbarazzi, le ingenuità, i toni di pentimento coloriti, tipici del comico romano, tra sorpresa e incapa-cità di reazione.

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Pagina 22 Quelli de… l’ Oratorio

A cura di Angela Zavettieri

Riprendiamo la riflessione sulla DSC e ci soffermiamo sulla seconda parte dell’ encicli-

ca sociale di Papa Paolo VI “Populorum Progressio”.

Promulgata il 26 marzo 1967, l’enciclica è considerata da tanti studiosi tra i più validi docu-

menti del Novecento e dove per la prima volta in un documento pontificio vengono citati

teologi, sociologi,economisti, religiosi e laici. La seconda parte della “P.P.” parte con l

‘assunto che “lo sviluppo integrale dell’uomo non può aver luogo senza lo sviluppo solida-

le dell’ umanità”. Essa si articola secondo le tre prospettive dell’assistenza ai deboli,

dell’equità nelle relazioni commerciali e della carità universale.

Le proposte della “P.P.”, tuttora validissime, possono essere riassunte in tre “doveri”. La solidarietà DEVE CRE-

SCERE : “non bastano le campagne per vincere la fame, l’ analfabetismo, l’ ignoranza; ci vogliono programmi a

media e lunga scadenza per costruire un mondo in cui ogni uomo, senza esclusioni di razza di religione, di na-

zionalità, possa vivere una vita pienamente umana”. Il secondo “dovere” riguarda “la giustizia sociale”perché

tutti popoli possano partecipare al commercio mondiale. I paesi poveri sono nettamente svantaggiati a causa

della concorrenza dei paesi ricchi e Paolo VI è facile profeta quando dice : “la legge del libero mercato non è

più in grado, da sola, di reggere le relazioni internazionali”.

Il terzo “dovere”,quello della carità universale, è più attuale che mai:” il mondo è malato”- afferma Paolo VI –

“non perché manchino le risorse ma per la mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli! Tra le civiltà, co-

me tra le persone , un dialogo sincero è di fatto creatore di fraternità. L’impresa dello sviluppo riavvicinerà i

popoli!” 8°…. Continua… Sergio Malara

Don Bosco continua a parlarlarci così …

III. Utilità del sistema preventivo

Taluno dirà che questo sistema è difficile in pratica. Osservo che da parte degli allievi riesce assai più facile, più soddisfacente, più vantaggioso. Da parte poi degli educatori racchiude alcune difficoltà che però restano diminuite, se l'educatore si mette con

zelo all'opera sua. L'educatore è un individuo consacrato al bene dei suoi allievi; perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire il suo fine, che è la civile, morale, scientifica educazione dei suoi allievi.

Oltre ai vantaggi sopra esposti si aggiunge ancora qui che:

1) L'allievo sarà sempre pieno di rispetto verso l'educatore e ricorderà sempre con piacere la direzione avuta, considerando tuttora quali padri e fratelli i suoi maestri e gli altri superiori. Dove vanno questi allievi per lo più sono la consolazione della

famiglia, utili cittadini e buoni cristiani.

2) Qualunque sia il carattere, l'indole, lo stato morale di un allievo all'epoca della sua accettazione, i parenti possono vivere sicuri che il loro figlio non potrà peggiorare, si può dare per certo che si otterrà sempre qualche miglioramento. Anzi certi

fanciulli che per molto tempo furono il flagello dei parenti e perfino rifiutati dalle case correzionali, coltivati secondo questi principi, cambiarono indole, carattere, si diedero ad una vita costumata e presentemente occupano onorati uffici nella so-

cietà, divenuti così il sostegno della famiglia, decoro del paese in cui dimorano.

3) Gli allievi che per avventura entrassero in un istituto con tristi abitudini non possono danneggiare i loro compagni. Né i

giovanetti buoni potranno ricevere danno da costoro, perché non c'è né tempo, né luogo, né opportunità, perché l'assisten-

te, che supponiamo presente, ci porrebbe subito rimedio. (… Continua)

Page 23: giornalino marzo 2011

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 23

A volte in confessione non si ha il co-

raggio di dire tutte le debolezze che

noi cristiani abbiamo perché ci ritro-

viamo davanti un sacerdote che co-

nosciamo o magari non abbiamo il coraggio

di ammetterle.

Il Signore ci perdona lo stesso?

Dolce Luna

R. E’ una vera tentazione del diavolo quella di

presentare la difficoltà del non-coraggio o della

vergogna di confessare a persona che si conosce

(il prete-che-mi-conosce) la propria debolezza per

non perdere l’immagine che ha di me. Affido la ri-

sposta alle autorevoli dichiarazioni che il Catechi-

smo della Chiesa Cattolica afferma su questo deli-

cato argomento.

“La confessione dei peccati (l'accusa), anche da un

punto di vista semplicemente umano, ci libera e

facilita la nostra riconciliazione con gli al-

tri” (CCC.1455).

«I cristiani [che] si sforzano di confessare tutti i

peccati che vengono loro in mente, senza dubbio li

mettono tutti davanti alla divina misericordia per-

ché li perdoni. Quelli, invece, che fanno diversa-

mente e tacciono consapevolmente qualche pecca-

to, è come se non sottoponessero nulla alla divina

bontà perché sia perdonato per mezzo del sacerdo-

te. Se l'ammalato si vergognasse di mostrare al

medico la ferita, il medico non può curare quello

che non conosce» (CCC.1456).

“Celebrando il sacramento della Penitenza, il sacer-

dote è il segno e lo strumento dell'amore misericor-

dioso di Dio verso il peccatore” (CCC.1465).

“Il confessore non è il padrone, ma il servito-

re del perdono di Dio” (CCC.1466).

“Data la delicatezza e la grandezza di questo mini-

stero e il rispetto dovuto alle persone, la Chiesa

dichiara che ogni sacerdote che ascolta le confes-

sioni è obbligato, sotto pene molto severe, a man-

tenere un segreto assoluto riguardo ai peccati che i

suoi penitenti gli hanno confessato. Non gli è lecito

parlare neppure di quanto viene a conoscere, attra-

verso la confessione, della vita dei penitenti. Que-

sto segreto, che non ammette eccezioni, si chiama

il sigillo sacramentale, poiché ciò che il peniten-

te ha manifestato al sacerdote rimane sigillato

dal sacramento” (CCC.1467).

E’ possibile che ogni volta che mi

confesso il prete mi dia sempre la

stessa penitenza, anche con peccati

differenti? Luca

R. Non esiste un tariffario adeguato per i peccati

commessi. La penitenza/soddisfazione sacramenta-

le è proposta dal prete come un esercizio che il pe-

nitente accetta in soddisfazione dei suoi peccati e

per il cambiamento/conversione della sua vita. Il

sacerdote si adatti in tutto, sia nelle parole che nei

consigli, alla condizione del penitente.

Cari preti, ci dite sempre che è impor-

tante andare a Messa, ma ci dite una

buona volta il perché? Francesco

R. Il primo precetto o comandamento della Chiesa:

Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste

comandate, ci ordina di assistere con devozione alla

santa Messa in tutte le domeniche e nelle altre fe-

ste di precetto.

Un giorno fu chiesto a s. Pio da Pietrelcina: “Padre,

spiegateci la S. Messa”. “Figli miei come posso spie-

garvela? La Messa è infinita come Gesù... Chiedete

ad un Angelo cosa sia una Messa ed egli vi rispon-

derà con verità: capisco che è e perché si fa, ma

non comprendo però quanto valore abbia. Un An-

gelo, mille Angeli, tutto il cielo sanno questo e così

pensano”.

S. Tommaso d’Aquino con frase luminosa scrisse:

“Tanto vale la celebrazione della S. Messa quanto

vale la morte di Gesù in croce”.

Page 24: giornalino marzo 2011

1 Marzo:1 Marzo:1 Marzo:1 Marzo: Rocco Morabito; Giusy Ferraro; Annamaria Palamara Mesiano; Maria Catanea

2 Marzo2 Marzo2 Marzo2 Marzo: Lidia Lingria

3 Marzo3 Marzo3 Marzo3 Marzo: Massimo Alampi

4 Marzo4 Marzo4 Marzo4 Marzo: Emanuela Iaria; Francesco Stelitano

5 Marzo5 Marzo5 Marzo5 Marzo: Giuseppe Tuscano; Enzo De Liguoro

6 Marzo6 Marzo6 Marzo6 Marzo: Lillo Saladino

7 Marzo7 Marzo7 Marzo7 Marzo: Gabriele Arconti

8 Marzo8 Marzo8 Marzo8 Marzo: Lucia Albano; Giuseppe Zema

9 Mazo9 Mazo9 Mazo9 Mazo: Francesca Giaquinto; Andrea Casile; Simone Paviglianiti

10 Marzo10 Marzo10 Marzo10 Marzo: Fabio Mario Tuscano; Domenico Minniti; Barbala Zappalà

11 Marzo11 Marzo11 Marzo11 Marzo: Francesca Saladino; Carmela Moncada; Maria Teresa Paticò

12 Marzo12 Marzo12 Marzo12 Marzo: Laura Ricci; Bruna Vadalà; Gerardo Santulli

13 Marzo13 Marzo13 Marzo13 Marzo: Teresa Zavettieri; Marzia Legato

14 Marzo14 Marzo14 Marzo14 Marzo: Renée Lejeune

15 Marzo15 Marzo15 Marzo15 Marzo: Giulia Minniti

16 Marzo16 Marzo16 Marzo16 Marzo: Pietro Spataro

17 Marzo17 Marzo17 Marzo17 Marzo: Leo Casile

18 Marzo18 Marzo18 Marzo18 Marzo: Antonio Colombino;

Mona Achace

20 Marzo20 Marzo20 Marzo20 Marzo: Lilia Funtò

21 Marzo: 21 Marzo: 21 Marzo: 21 Marzo: Marco Allotta

22 Marzo22 Marzo22 Marzo22 Marzo: Lea Russo; Rachele Polselli; Rosaria d'Avino

24 Marzo24 Marzo24 Marzo24 Marzo: Francesco Iaria; Deborah Nucera

25 Marzo25 Marzo25 Marzo25 Marzo: Luigi Viel; Mattia Cuppari

26 Marzo26 Marzo26 Marzo26 Marzo: Antonella Catanea, Marilena Natoli

27 Marzo27 Marzo27 Marzo27 Marzo: Pietro Iiriti; don Mimmo Madonna

28 Marzo28 Marzo28 Marzo28 Marzo: Giancarlo Leone Fiumanò

29 Marzo29 Marzo29 Marzo29 Marzo: Adelaide Legato; Vittoria Minniti; Angelo Volontà, Silvia Tuscano

30 Marzo30 Marzo30 Marzo30 Marzo: Alessandra Arconti; Angelo Rodà; Luigi Palamara Mesiano; Valeria Foti

19 Marzo:19 Marzo:19 Marzo:19 Marzo:

Auguri a Auguri a Auguri a Auguri a

tutti i papa

tutti i papa

tutti i papa

tutti i papa

Benvenuto al piccolo Antonio Matteo!!Benvenuto al piccolo Antonio Matteo!!Benvenuto al piccolo Antonio Matteo!!Benvenuto al piccolo Antonio Matteo!!

Don Bosco e Maria Ausiliatrice Don Bosco e Maria Ausiliatrice Don Bosco e Maria Ausiliatrice Don Bosco e Maria Ausiliatrice guidino sempre il suo cammino …. guidino sempre il suo cammino …. guidino sempre il suo cammino …. guidino sempre il suo cammino …. Alla nostra Salesiana Cooperatrice Antonella e a Gino

Alla nostra Salesiana Cooperatrice Antonella e a Gino Alla nostra Salesiana Cooperatrice Antonella e a Gino Alla nostra Salesiana Cooperatrice Antonella e a Gino gli auguri più cari da tutta la Famiglia Salesiana!!!

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ANNIVERSARI O

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di ORDINAZIONE:

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11 marzo:

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n Lindo

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Luigi

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