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Giornalino_giugno_2012

Date post: 30-Mar-2016
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"La penna parlante"
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Al termine dell’anno scolastico sarò collocato a riposo per raggiunti limiti di età. Si chiude per me una lunghissima fase della vita che mi ha consentito di conoscere diverse generazioni di alunni e le loro famiglie. Al di là dei problemi che spesso si sono posti, è stata un’esperienza umana (oltre che professionale) di una ricchezza assoluta che difficilmente si realizza in altre attività. Ho incontrato nelle scuole alunni che successivamente sono venuti come genitori ad accompagnare i loro figli, nonni conosciuti da giovani in altri contesti. Tutto ciò potrebbe far pensare nostalgicamente al tempo trascorso, ma nel contempo consente un arricchimento personale di grande portata. Ovviamente ci sono anche le ombre. Docente fin dal 1966 e capo d’istituto dal 1976 (titolare in questa scuola dal lontano 1979), ho potuto vedere le grandi trasformazioni subite dalla scuola italiana nel tempo. Essendo stato assente per incarichi istituzionali per alcuni periodi, ad ogni ritorno a scuola questi cambiamenti mi sono apparsi sempre più vistosi (e non sempre in meglio). Oggi la scuola è una struttura molto complessa; le famiglie che vi vengono a contatto non sempre possono rendersene conto. Esse giustamente si attendono un’efficienza ed una cura particolare nell’impegno educativo. I bambini sono “materiale” (mi scuso per il termine non appropriato) molto fragile su cui lavorare. Quanto viene fatto nei primi anni di scolarizzazione spesso è determinante per il successivo sviluppo del bambino/ragazzo. Avendo lavorato con diverse generazioni di docenti posso assicurare che il loro impegno è stato sempre ad alti livelli. Essi lavorano con professionalità per quella che è, senza enfasi, una vera missione. Anche nelle attuali ristrettezze di mezzi, la loro dedizione è massima: i risultati che ne conseguono lo dimostrano. Lo scorso anno scolastico ben cinque alunni hanno superato l’esame di terza media con la valutazione di dieci e lode. Molti sono le ragazze ed i ragazzi, usciti dalle nostre scuole, che alle superiori ottengono risultati brillanti. Spero che la storia del “Trillini” possa proseguire così. Ringrazio le famiglie che hanno sempre collaborato con entusiasmo e spesso anche con il sostegno economico. Ringrazio tutti i docenti ed il personale amministrativo ed ausiliario, cominciando dal direttore SGA dr. Lanari e dai docenti collaboratori che si sono alternati nel tempo. Ricordo l’efficace collaborazione dei consigli d’istituto. Senza l’aiuto concreto di tutti il mio impegno sarebbe stato impossibile e comunque inadeguato. Lascio la scuola avvertendo già quella sensazione di nostalgia che si ha quando si abbandona una casa abitata per lungo tempo. Spero di aver fatto qualcosa di buono per la mia Città, mentre delle mie carenze non posso che scusarmi essendo le stesse dipese dalla fragilità della persona, non certo dall’amore per la professione. Il “Trillini” sarà sempre nei miei pensieri. Istituto Comprensivo “Fratelli Trillini” Osimo - Anno 10° - n°2 - Giugno 2012 - Distribuzione interna Responsabili: Sorbellini Anna Rita - Catena Lorena Paolo Polenta
Transcript

Al termine dell’anno scolastico sarò collocato a

riposo per raggiunti limiti di età. Si chiude per me

una lunghissima fase della vita che mi ha

consentito di conoscere diverse generazioni di

alunni e le loro famiglie. Al di là dei problemi che

spesso si sono posti, è stata un’esperienza umana

(oltre che professionale) di

una ricchezza assoluta che

difficilmente si realizza in

altre attività. Ho incontrato

nelle scuole alunni che

successivamente sono

venuti come genitori ad

accompagnare i loro figli,

nonni conosciuti da giovani

in altri contesti. Tutto ciò

potrebbe far pensare

nostalgicamente al tempo

trascorso, ma nel contempo

consente un arricchimento personale di grande

portata.

Ovviamente ci sono anche le ombre. Docente fin

dal 1966 e capo d’istituto dal 1976 (titolare in

questa scuola dal lontano 1979), ho potuto vedere

le grandi trasformazioni subite dalla scuola italiana

nel tempo. Essendo stato assente per incarichi

istituzionali per alcuni periodi, ad ogni ritorno a

scuola questi cambiamenti mi sono apparsi sempre

più vistosi (e non sempre in meglio). Oggi la

scuola è una struttura molto complessa; le famiglie

che vi vengono a contatto non sempre possono

rendersene conto. Esse giustamente si attendono

un’efficienza ed una cura particolare nell’impegno

educativo. I bambini sono “materiale” (mi scuso

per il termine non appropriato) molto fragile su cui

lavorare. Quanto viene fatto nei primi anni di

scolarizzazione spesso è determinante per il

successivo sviluppo del bambino/ragazzo.

Avendo lavorato con diverse generazioni di

docenti posso assicurare che il loro impegno è stato

sempre ad alti livelli. Essi lavorano con

professionalità per quella che è, senza enfasi, una

vera missione. Anche nelle attuali ristrettezze di

mezzi, la loro dedizione è massima: i risultati che

ne conseguono lo

dimostrano. Lo scorso anno

scolastico ben cinque alunni

hanno superato l’esame di

terza media con la

valutazione di dieci e lode.

Molti sono le ragazze ed i

ragazzi, usciti dalle nostre

scuole, che alle superiori

ottengono risultati brillanti.

Spero che la storia del

“Trillini” possa proseguire

così.

Ringrazio le famiglie che hanno sempre

collaborato con entusiasmo e spesso anche con il

sostegno economico.

Ringrazio tutti i docenti ed il personale

amministrativo ed ausiliario, cominciando dal

direttore SGA dr. Lanari e dai docenti collaboratori

che si sono alternati nel tempo. Ricordo l’efficace

collaborazione dei consigli d’istituto. Senza l’aiuto

concreto di tutti il mio impegno sarebbe stato

impossibile e comunque inadeguato.

Lascio la scuola avvertendo già quella sensazione

di nostalgia che si ha quando si abbandona una

casa abitata per lungo tempo.

Spero di aver fatto qualcosa di buono per la mia

Città, mentre delle mie carenze non posso che

scusarmi essendo le stesse dipese dalla fragilità

della persona, non certo dall’amore per la

professione.

Il “Trillini” sarà sempre nei miei pensieri.

Istituto Comprensivo “Fratelli Trillini” Osimo - Anno 10° - n°2 - Giugno 2012 - Distribuzione interna

Responsabili: Sorbellini Anna Rita - Catena Lorena

Paolo Polenta

Paolo Polenta

2

Il Prof. Paolo Polenta, dopo 49 anni di onorato

lavoro come insegnante, direttore didattico e

dirigente con una lunga parentesi politica (il più

giovane sindaco d’Italia, consigliere regionale,

assessore regionale della sanità e parlamentare per

due legislature) lascia la guida dell’Istituto

Comprensivo “Fratelli Trillini”.

É un Dirigente che ha saputo affrontare con

pazienza e calma le lamentele degli insegnanti, le

rimostranze dei genitori, le difficoltà dei periodi

delle iscrizioni nonché le “rivalità” con gli altri

Istituti. Ha sempre avuto un comportamento che

non è mai scaduto di stile, neanche nelle situazioni

più difficili.

In diverse circostanze ha rivelato un animo

sensibile e comprensivo nei confronti di tutto il

personale docente e ATA, anche in situazioni di

personali difficoltà.

Nel rapporto con gli alunni ha sempre tenuto un

atteggiamento autorevole, ma mai autoritario come

nei momenti più “drammatici” della consegna delle

schede di valutazione della secondaria, quando

incoraggiava nel dire: “Qui si può certamente

migliorare!”

Per comprendere il suo atteggiamento con i più

piccoli, basta ricordare l’episodio di un bambino

mandato per punizione dal Dirigente e, rientrato in

classe, alla domanda dei compagni: “Cosa ti ha

fatto?” Ha esclamato: “Mi ha portato a giocare

con il suo computer!”

Risultato, tutti gli alunni della classe volevano

essere mandati dal Dirigente.

Sarà difficile trovare un sostituto che abbia le sue

qualità e questo può pensarlo soprattutto chi ha

avuto modo di lavorare con lui per un lungo lasso

di tempo.

Con l’augurio di un sereno “pensionamento”.

A nome mio e di tutto il personale amministrativo ed ausiliario ho cercato tutte le parole che avrebbero

potuto testimoniare la stima profonda per il nostro Dirigente. Ebbene sono riuscito a trovarne una sola, che

le racchiude tutte: GRAZIE!

Grazie perché, con la tua presenza rassicurante, la disponibilità all’ascolto e l’innata discrezione ed il

rispetto per l’altro, hai conciliato la complessità del lavoro con i bisogni di ciascuno.

Nella “frenesia” di un mondo che corre e nelle pressanti richieste di una burocrazia sempre più

disumanizzante, la tua calma ci ha offerto un porto sicuro da dove ripartire, senza perdere di vista la meta

del viaggio: mantenere il nostro Istituto sempre “giovane ed aggiornato” così da far navigare il “Trillini”

nel mondo della scuola in continua trasformazione, per portare le generazioni dei nostri alunni, nel miglior

modo possibile, verso le loro naturali destinazioni di adulti e di cittadini.

È stata una collaborazione molto lunga, ovviamente con luci ed ombre proprie di una quotidianità,

professionalmente proficua e sempre umanamente ricca di sentimenti e, credo, di affetto e stima reciproca,

per me personalmente ormai trentennali in quanto il cammino insieme è iniziato nel lontano 1982…

Sono certo di interpretare il pensiero di tutti, nel dire che la malinconia che circonda sempre il momento dei

saluti, è mitigata dalla certezza del lavoro ben fatto insieme nella gestione del tuo Istituto, in perfetta unità

d’intenti sia professionali che umani.

Le porte del “Trillini” e dei nostri cuori saranno sempre aperte per te.

Grazie DIRIGENTE

Il Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi

Giuseppe Lanari, il personale amministrativo ed ausiliario.

Caro Paolo Dirigente, per noi sei molto intelligente

tieni riunioni, incontri le persone

prima e dopo ricreazione;

firmi i contratti alle supplenti

con le segretarie serie e pazienti.

Vai nelle classi a controllare i bambini

se sono bravi o birichini.

Indossi sempre vestiti eleganti:

neri, blu, grigi … sicuramente ne hai tanti!

Da bravo Direttore

sei sempre di buon umore:

ascolti tutti, sei paziente

e per questo piaci alla gente!

Ora che, purtroppo, andrai in pensione

avrai più tempo a disposizione;

non dimenticarti di tutti noi

e torna a scuola quando vuoi.

Ci dispiace che te ne vai

e speriamo di non trovarci nei guai.

Ti auguriamo salute e serenità

in proporzione alla tua bontà.

Classe 3^ C, sc. primaria “M. Russo”

a nome di tutti gli alunni dell’Istituto

I docenti dell’Istituto Trillini

3

Scuola dell’infanzia “Girotondo” Sez. B

Un modo diverso di coltivare ortaggi

Far prendere coscienza ai bambini dell’utilità

dell’orto biologico, del ciclo di crescita delle

verdure, dalla semina al raccolto seguendo il corso

delle stagioni propone un

ricco e stimolante percorso

educativo, secondo il

principio del “fare per

capire” convinti che da

sempre l’attività manuale, il

gioco, l’esperienza, la

fantasia siano degli

eccezionali veicoli di

crescita. L’orto a scuola

propone al bambino un

diverso rapporto con il cibo e con l’ambiente

attraverso il contatto con la terra. Il bambino

utilizza i cinque sensi per conoscere l’ambiente

affina gli atteggiamenti

scientifici quali: la curiosità,

l’ esplorare e il gusto della

scoperta.

I bambini della sezione B

sono protagonisti di

un’avventura che prende il

via con l’ascolto di un

racconto fantastico: “L’orto

gaio di Madama Coccodè”.

Il racconto animato stimola l’interesse verso

l’evento della nascita e motiva le attività successive:

il completamento del plastico, la semina e la

coltivazione. Dopo aver ascoltato, interiorizzato e

drammatizzato il racconto i bambini divisi in

gruppetti hanno costruito il plastico che riproduce

l’orto di Madama Coccodè con la sua casa e i suoi

pulcini e le varie piantine. Sono stati utilizzati vari

materiali di riciclo quali

mollette, bicchieri di plastica,

gusci di uova, carte e cartoncini

di vari colori e spessori; sono

state utilizzate varie tecniche

quali la pittura, collage e carta

pesta. L’orto viene completato

con la semina di alcuni legumi

all’interno di gusci di uova. Si

sperimenta così la germinazione

di differenti semi in diverse

condizioni. Ogni bambino, a suo modo e con le sue

potenzialità, ha dato il suo contributo per la

realizzazione del plastico che gli permette di

documentare ciò che con il

racconto e l’ascolto attivo della

storia è riuscito ad interiorizzare.

Avvicinare i bambini alla terra

facendo loro coltivare delle

verdure conosciute è un modo

per educarli alla responsabilità e

alla condivisione dei compiti con

i compagni per permettere la

crescita e la buona riuscita

dell’orto. Il percorso si conclude con il piacere

finale di assaggiare ciò a cui loro stessi hanno dato

vita e amorevolmente hanno osservato nella crescita

e nella sviluppo.

I cibi che vengono dalla terra

anche se cresciuti in serra

sono sani e deliziosi

buoni e gustosi.

Con i pomodori facciamo ottimi sughetti

per condire i piatti di spaghetti.

Ci riscaldano in inverno le cioccolate

ci rinfrescano le angurie in estate.

Che meraviglia sono le pizzette

con carciofini, funghi e olivette.

Sulle fette biscottate

spalmiamo marmellate

fatte con albicocche, ciliegie e pesche

raccolte dagli alberi fresche fresche.

Con i kiwi, le mele, le pere e le banane

prepariamo macedonie succose e sane.

È bello mangiare i fagiolini

ma pensiamo a quei poveri contadini

che faticano a lavorare

per procurarci il mangiare.

Tutti i frutti e le verdure hanno un buon sapore

ma a chi li coltiva costa molto sudore.

Classe 3^ C sc. primaria “Marta Russo”

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Una gita diversa da tutte le altre! Qualsiasi gita ha i suoi pro e i suoi contro, ma questa è stata una gita fantastica sia dal

punto di vista culturale sia del divertimento!

Ma come sempre alla maggior parte dei ragazzi piace solo il

divertimento soprattutto la sera in camera, anche se noi non ci

possiamo affatto lamentare di come sia andato il resto …

Il nostro albergo era a Grado, vicino Trieste “Hotel ai Pini”.

Dall’ esterno non sembrava dei peggiori perché aveva diverse cose che

avrebbero alimentato il nostro divertimento: tavolo da ping-pong,

bigliardino, piscina dove purtroppo non siamo potuti entrare a causa

del poco tempo.

Le notti in camera… un vero spasso!!!

Tutti i ragazzi si potevano riunire nella camera di un altro compagno

fino alle undici e mezza ed è qui che ognuno tirava fuori il meglio di sé per fare le più grandi “cavolate”.

C’era chi faceva gli scherzi telefonici, chi faceva a lotta sui letti, chi faceva a cuscinate e infine chi giocava con la

pallina di gomma .

Ma… quando arrivava la notte e si sentiva qualcuno che stava dormendo … si iniziavano ad applicare tutti i piani

progettati durante il giorno. Tutti si armavano di dentifrici per colorare le facce dei propri compagni.

Addirittura L. bevendo due red bull prima di andare a dormire non riusciva a stare fermo un attimo accendendo la

musica a tutto volume fino all’una di notte.

Tanta era l’agitazione che N. alle quattro del mattino era già sveglio e magari alle cinque già sentiva la nostalgia di casa

telefonando ai genitori.

IL SENTIERO RILKE

Durante la gita a Trieste abbiamo visitato il Sentiero Rilke.

Questo nome viene dato in onore del poeta Rainer Maria Rilke che

amava passeggiare in quel sentiero per scrivere le sue poesie.

Durante la nostra passeggiata nel sentiero abbiamo visitato una grotta

dove si poteva ammirare l’immensa distesa di acqua limpida che

rendeva il paesaggio un magnifico quadretto.

La guida ci ha spiegato che la pioggia cadendo ha scavato nelle rocce

formando dei magnifici effetti ottici.

Poi per pranzo ci siamo fermati in un bar, dove abbiamo conosciuto un

ragazzo di nome Gigi che ci ha spiegato un po’ di cose del posto,

come per esempio che i triestini amano il sole e che sicuramente

avremmo incontrato, durante il nostro percorso, qualcuno che prendeva il sole ovunque perfino sui marciapiedi.

Questa gita è stata davvero splendida e sicuramente nessuno di noi se la dimenticherà mai.

IL CASTELLO DI MIRAMARE

Il secondo giorno, abbiamo visitato il castello di Miramare, così chiamato per la vista mozzafiato che c’è sul mare

triestino.

La sveglia è arrivata troppo presto per i nostri gusti, ma ne è valsa la

pena perché la visita è stata molto interessante e coinvolgente. La

nostra guida era simpatica e facendoci attraversare le stanze ci ha

spiegato come la famiglia Asburgo trascorresse le sue giornate.

Il castello malgrado la sua imponenza è stato costruito in pochissimi

anni: i lavori sono iniziati nel 1856 e terminati nel 1860. Grazie alla

velocità nella costruzione del castello Massimiliano d’Asburgo poté

subito trasferircisi insieme alla moglie Carlotta. Il loro matrimonio

avvenuto nel 1857 a differenza di molti altri non fu combinato, ma fu il

frutto di un’ appassionante storia d’amore. Purtroppo i due innamorati

non ebbero eredi a cui lasciare la loro splendida dimora.

La visita al castello ci ha fatto capire quanto Massimiliano amava il mare, infatti il suo ufficio più che a un ufficio

assomiglia ad una cabina di una nave, atmosfera ricreata grazie alle sfumature color azzurro e ai particolari arredamenti

che ricordano le navi. Molto spesso nell’abitazione appaiono gli stemmi della casata degli Asburgo, però dobbiamo

comunque ricordare che la sua famiglia era decisamente povera rispetto alle altre del loro livello di nobiltà.

Massimiliano pur di risparmiare nella costruzione del castello utilizzò legni semplici resi più pregiati dalla loro

lavorazione. Abbiamo visitato tutte le stanze, una più affascinante dell’altra, ogni cosa dava il suo contributo e rendeva

più speciale l’arredamento. Al piano terra la casa dava un senso di intimità e semplicità, al primo piano invece si

trovavano gli alloggi eleganti riservati ai loro importanti ospiti, insomma è qui che si poteva capire la loro appartenenza

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alla nobiltà. Al termine della visita dell’interno del castello abbiamo fatto una breve ma gradevole passeggiata nel parco

e abbiamo goduto della cosiddetta vista sul mare e sul piccolo molo.

RISIERA DI SAN SABBA

Dopo aver visto il castello di Miramare siamo andati a visitare la risiera

di San Sabba .

Come fa capire il nome era una risiera dove si lavorava il riso, ma usata

nel periodo della seconda guerra mondiale dai nazisti come centro di

“smistamento” degli ebrei .

I prigionieri venivano segregati, divisi a seconda della destinazione:

molti venivano caricati di notte sui camion e portati alla vicina stazione

per proseguire nei campi di sterminio, altri uccisi e i corpi venivano

cremati nel forno che prima serviva per l’essicazione del riso. Questo

poi distrutto dai tedeschi alla fine della seconda guerra mondiale per

non lasciare tracce .

La guida ci ha spiegato che tale risiera era anche sede delle SS, la

polizia nazista, e oltre agli ebrei venivano catturati partigiani e ribelli del nazismo, che venivano messi nelle celle,

interrogati e giustiziati.

Abbiamo visto una stanza dove c’erano molti ripiani fatti di travi di legno dove gli ebrei venivano tenuti prigionieri.

Questa stanza aveva delle finestre che erano state murate per non fare vedere ai passanti quanto accadeva là dentro e

non far sentire ai passanti le “urla” di aiuto dei prigionieri che imploravano.

Il SACRARIO DI REDIPUGLIA

Dopo aver visitato la risiera di San Sabba e mangiato nella piazza principale di Trieste, siamo andati a visitare il

Sacrario Militare di Redipuglia. Il Sacrario è il più grande di tutta Italia

ed è uno dei più grandi al mondo, venne realizzato sul progetto

dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni.

Inaugurato da Benito Mussolini il 19 settembre 1938, custodisce le

salme di oltre 100.000 caduti della Grande Guerra ma, l’unica donna

seppellita nel sacrario, è una crocerossina morta a 21 anni di nome

Margherita Kaiser Parodi Orlando, la sua tomba si trova nella prima

fila e si distingue perché nella facciata c’è scolpita una grande croce.

Questo sacrario è costruito su 22 gradoni (in tutti 362 gradini), ad

ognuno di questi gradoni sono assegnate delle lettere dell’alfabeto dove

sono scritti i nomi dei soldati morti in guerra, ma, 3000 erano ignoti

perché le targhette personali non sono state ritrovate. Nella cappella e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti

personali dei soldati austro-ungarici. Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo cimitero di guerra della 3°

armata sul colle Sant’ Elia che oggi è una sorta di museo all’aperto noto come parco di Rimembranza.

RISERVA NATURALE FOCE DELL’ISONZO

Giunto il terzo giorno e ormai al termine della nostra esperienza, siamo andati a visitare la riserva naturale alla foce

dell’Isonzo. La guida, molto preparata a livello scientifico e ambientale,

ci ha condotti all’interno della riserva naturale parlandoci dei vari

ambienti e degli animali che la popolano. Sulla foce dell’Isonzo è stato

ricreato l’ambiente naturale della palude che era stata bonificata ai

tempi del Fascismo. Abbiamo visto delle lagune dove vi abitavano cigni,

alcune specie di nutria, tartarughe, circa i tre quarti di tutte le razze di

anatre e cavalli originari della Francia che vivono in ambienti lacustri,

questi si potevano vedere da vicino da degli osservatori muniti anche di

canocchiali. Faceva un gran caldo, il percorso è stato piuttosto lungo,

ma ne è valsa la pena!

IL RITORNO

Ormai salutato il Friuli Venezia-Giulia abbiamo intrapreso la via di casa con soste logistiche, però ci aspettava ancora

un momento bello da vivere insieme: quello della cena all’autogrill. Sapevamo già che con il ricavato del nostro

mercatino avevamo i soldi per una pizza, coca-cola e patatine che abbiamo potuto consumare tutti insieme in allegria.

Ci dispiace di essere arrivati al traguardo della terza media, ma potremmo conservare questo bellissimo ricordo.

Sc. sec. di 1° grado, classi 3^ A-3^ B - Passatempo

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Quest’anno abbiamo avuto modo di “incontrare” il

mondo del volontariato. Abbiamo conosciuto le Associazioni della Croce

Rossa, della Clown Terapia, Osimo Ambiente, I

Bambini del Deserto, il Centro Missionario, il

centro socio educativo Arcobaleno, la ludoteca Riù

e il gruppo dei docenti in pensione impegnato

presso la scuola “Marta Russo”.

Abbiamo imparato che le caratteristiche del

volontariato sono: è liberamente scelto; è gratuito; è

donare il proprio tempo libero; è impegno,

solidarietà e collaborazione; è forza dell’amore e

coraggio.

Abbiamo anche appreso che il volontariato opera

nei settori: sanitari, di formazione professionale, di

attività ricreativa e di tempo libero, socio-

assistenziale, culturale, salvaguardia dell’ambiente,

protezione degli animali, protezione civile.

Anche l’anno prossimo continueremo il “viaggio”

nel mondo del volontariato per conoscere altre

realtà del nostro ambiente, perché il volontariato è

stato, è e sarà sempre il motore della società.

Essere Mister Cittadino è una scelta gratificante ma

anche molto impegnativa. Non basta conoscere i

diritti e doveri dei cittadini, occorre scegliere di

impegnarsi attivamente e dedicare parte del proprio

tempo libero, gratuitamente, per la difesa dei diritti

altrui.

Questo è il VOLONTARIATO: generosità, forza

dell’amore, coraggio, solidarietà …

Sono cose preziose per la vita di chiunque e noi lo

abbiamo sperimentato in questo laboratorio

organizzato da Maria Claudia Padilla. Con lei

abbiamo realizzato alcuni giochi.

Gioco del gomitolo: seduti in cerchio, il capogruppo

lancia un gomitolo ad un compagno che, dopo

essersi presentato, ha fatto lo stesso con un altro …e

cosi via; ognuno prima

di lanciare il gomitolo

ha trattenuto un po’ di

filo e alla fine tutti ci

siamo ritrovati uniti da

uno splendido

intreccio colorato, tutti

collegati, tanto che se uno di noi muoveva il proprio

filo anche gli altri lo sentivano.

Gioco delle patatine: la volontaria ci ha distribuito

dei contenitori con delle patatine, ci ha invitato a

mangiarle senza piegare le braccia.

All’inizio sembrava impossibile, ma una soluzione

c’era, dopo un po’ una nostra compagna lo ha

scoperto: la soluzione era la collaborazione.

Una storia per pensare:

“La conquista della penna d'aquila”

...con finale a sorpresa! In un villaggio indiano, il consiglio dei saggi decide che la "prova di forza e coraggio" che i giovani indiani

dovranno superare l'indomani, consiste nel raggiungere in canoa la riva opposta del lago dove, in un posto

segreto, è nascosta una penna d'aquila dorata: chi la troverà, avrà vinto. Il mattino dopo, tutti sono indaffarati nei preparativi. Quand'ecco arrivare

Falco Stanco, un vecchio indiano che abita dall'altra parte del lago. Egli si avvicina ai ragazzi e dice loro: "Devo tornare dalla mia tribù. Se

dovessi fare il giro del lago a piedi non arriverei che a notte inoltrata.

Qualcuno di voi mi potrebbe portare sulla sua canoa?" Tutti, chi prima, chi poi, si scusano dicendo che per via della gara, hanno

fretta di arrivare per primi. Ma uno di loro, Nuvola Rossa, non sa dirgli di no. Viene dato il segnale di partenza e tutti balzano sulle loro canoe. È iniziata

la grande prova. Un po' più di fatica fa Nuvola Rossa che deve remare per due; la sua canoa è più pesante, ora che con lui c'è

anche Falco Stanco. Gli altri commentano la sua poca furbizia: “Proprio lui che è tra i ragazzi più abili e coraggiosi”.

Prova ad immaginare il finale di questa storia: chi troverà la penna dorata?

Gruppo 1: Delta Force:

-I piccoli indiani capirono che Nuvola Rossa era in difficoltà e ritornarono indietro per aiutare anche Falco

Stanco e il loro amico. Presero le loro corde, rimorchiarono la canoa e infine trovarono tutti insieme la penna

dorata, così dimostrarono il loro coraggio e la loro fedeltà per gli amici.

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-Gli indiani partirono per la loro avventura della penna dorata. Prima di scendere dalle canoe, si accorsero

che erano molto vicini alla terra e si accorsero che avevano sbagliato strada, mentre Falco Stanco e Nuvola

Rossa videro la penna dorata, così vinsero.

Gruppo 2 : Unicef

Nuvola Rossa continuò a remare e intanto gli altri in testa lo persero di vista. All’improvviso un’ondata

d’acqua li travolse e svennero all’istante. Al risveglio si ritrovarono in un posto lugubre, riprendendo i sensi

avvistarono una grande aquila, che disse loro: “Prendi, Nuvola Rossa, eccola la piuma della prova!” E Nuvola Rossa esultò.

Gruppo 3 : Bull

Tutti gli indiani andarono velocissimi, Falco Stanco disse a Nuvola Rossa: “Caro indiano, non faticare, io ho

nascosto la piuma dorata”. Nuvola Rossa arrivò in una grotta e vide la piuma dorata

che era lì ad aspettarlo.

Gruppo 4 : Save The Children

Due indianelli cambiarono idea, vedendo il loro amico in difficoltà attaccarono le

loro due canoe a quella di Nuvola Rossa insieme fecero meno fatica a remare. Ad

un tratto sentirono un fruscio e udirono l’urlo di un Bigfoot che scagliò alcune

pietre contro di loro, ruppe le loro canoe, dovettero così arrivare dentro la grotta a

nuoto dove trovarono Bisonte Nero che disse loro: “Bravi ragazzi! Avete

dimostrato di essere maturi e pronti per essere dei veri indiani, quindi meritate il premio: la piuma dorata”. Gruppo 5: 4^Ae 4^B

Arrivati al villaggio Falco Stanco ringraziò Nuvola Rossa e gli preannunciò: “La bontà del tuo gesto ti

premierà, sarai il vincitore della grande prova di forza e di coraggio”. Quindi sparì.

Nuvola Rossa ripensò alle parole del vecchio e meditò:

Grande- G = Grotta; Prova- P = Pericolo; Forza- F = Fuoco; Coraggio-C = Consigli e Cartelli

Ora era tutto chiaro: la piuma era in una grotta, nelle grotta c’era un pericolo, doveva

affrontare il fuoco, c’erano dei cartelli con dei consigli.

Scoprì una grotta buia con una porta chiusa, trovarono una chiave lasciata dai nonni che

avevano già tentato di recuperare la piuma senza risultato e aprì...Vide il fuoco uscire

dalla bocca di un drago che illuminò una fossa nera.

Intinse delle frecce nella fossa di veleno, le scagliò contro il drago e lo uccise, quindi

prese la piuma d’oro e scappò.

All’uscita della grotta c’era un mostro che lo bloccò dicendo: “Se risolverai questo

indovinello sarai libero di andartene, altrimenti diventerai mio schiavo. Qual è quella

cosa che al mattino nasce e alla sera sparisce?”

Dopo vari tentativi falliti alla fine provò a dire: “ È forse il sole?”

La grotta si illuminò, come per magia il mostro sparì; di corsa Nuvola Rossa tornò al

villaggio dove Bisonte Nero meravigliato, lo nominò vice capo.

Il finale della storia: “La conquista della penna d'aquila”

Anche Nuvola Rossa, vedendosi indietro, teme che arriverà troppo tardi.

Ma poi guarda Falco Stanco che sorride felice e sente interiormente una voce che lo rassicura: "Hai fatto

bene, Nuvola Rossa, hai fatto bene!". Uno dopo l'altro tutti arrivano e corrono a cercare nei posti più

impensati la "penna d'aquila dorata". Arriva anche Nuvola Rossa. Teme che ormai i suoi compagni abbiano scovato il prezioso trofeo. Ma nessuno

ancora l'ha trovato.

Saluta Falco Stanco e corre anche lui alla caccia.

Ma il vecchio indiano lo trattiene:" Ieri sera, Bisonte Nero, il grande capo, mi ha

detto: "A quello dei piccoli indiani che ti porterà sull'altra sponda, consegnerai

questa!”

E tira fuori, da sotto il suo poncho, fra lo stupore di tutti, una.. meravigliosa

penna d'aquila; la penna d'aquila dorata!"

"Sì”, continua Falco Stanco, mettendo una mano sulla spalla di Nuvola Rossa

“hai vinto la prova perché ciò che più vale nella vita è la forza dell'amore e tu hai dimostrato di averla

quando mi hai preso sulla tua canoa".

Se fai attenzione, t'accorgerai che chi ti sta accanto ha per te la "chiave di casa", non puoi ignorarlo.

Classi 4^A - 4^B - 4^C sc. primaria “M. Russo”

8

Martedì 13 dicembre è stata una giornata bellissima,

anzi

strepitosa,

perché

abbiamo

conosciuto

due cani:

Olimpia e

Kora.

Gli esperti del progetto “Amici

pelosi” li hanno accompagnati

a scuola e ce li hanno

presentati.

Noi eravamo pronti

all’incontro perché gli

operatori, Domenico ed Erica,

nei due appuntamenti

precedenti, ci avevano

insegnato bene come comportarci.

Eravamo seduti per terra a semicerchio e appena

Olimpia è entrata, l’abbiamo salutata alzando le

braccia e muovendo le mani, senza guardarla negli

occhi.

Poi Valentina, una delle esperte, ha scelto alcuni

bambini per far accarezzare il cane e per far con lei

alcuni giochi divertenti.

Noi avevamo già imparato che prima di accarezzare

un cane, devi chiedere il permesso al padrone e devi

farti annusare la mano per farti conoscere.

Il suo pelo era liscio e morbido ed è stata carina ed

affettuosa con noi.

Quando Olimpia era ormai stanca, ci ha salutati e...

che sorpresa! È arrivata Kora, una piccola cagnolina

meticcia.

Con Kora abbiamo fatto un gioco molto divertente:

Valentina ha distribuito un cinesino ad alcuni

bambini poi, solo ad alcuni di loro, ha dato un

biscottino da metterci sotto.

A questo punto Kora, con il suo fiuto, doveva

trovare i biscotti e

...mangiarseli!

Kora è stata così brava che li

ha trovati tutti!

Purtroppo a

questo punto ha

suonato la

campanella

della

ricreazione e ci

siamo salutati con un grandissimo CIAO.

È stato meraviglioso! Ora abbiamo due amici in più

che, speriamo con tutto il cuore, di rivedere

prestissimo!

Classe 2^ A sc. primaria “M. Russo”

Se fossi il vento Se fossi il vento

volerei vicino al sole;

farei veloci capriole

sopra le viole.

Andrei più in alto delle nuvole;

volerei sopra il mare,

scompiglierei i capelli ai bambini;

spazzerei via tutto il grigio.

Svelto mi infilerei dappertutto.

Farei volare gli aquiloni

d’estate e

nel deserto muoverei le dune.

Se fossi il vento,

farei capriole sopra le viole. Luzi Damiano

Il mio amico vento. Io ho un amico speciale: il vento.

Un giorno gli ho chiesto: “Posso venire con te?”

Lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto di sì.

Inizia l’avventura!

Abbiamo camminato sui comignoli delle case, abbiamo

volato insieme fin sulle nuvole e abbiamo visto la nostra

città: Osimo, era minuscola!

“Ops,” ho esclamato “è mezzogiorno, devo tornare a casa a

mangiare, sennò la mamma penserà che è successo

qualcosa. Ciao ci vediamo domani”

Oggi alla stessa ora sono tornato da lui e gli ho chiesto:

“Posso venire con te?”

Lui, guardandomi negli occhi, mi ha detto di sì. Chissà cosa

faremo oggi? Classe 3^ D sc. primaria “M. Russo”

9

IILL LLAABBOORRAATTOORRIIOO DDII SSTTOORRIIAA

Abbiamo iniziato il nostro “viaggio” verso la riscoperta di un mezzo di

trasporto tanto affascinante quanto poco conosciuto dalla maggior parte

di noi bambini: la carrozza.

La mamma di Alessandro, Maria Vittoria, che lavora al Museo della

carrozza di Macerata, ci guida in un laboratorio in classe, molto

interessante e giocoso.

LE FASI DEL LAVORO:

Iniziamo dalla fiaba “Il principe ranocchio” perché, si sa, le fiabe sono popolate da principi,

principesse e …. carrozze. Mettiamo in ordine le sequenze

disegnate per noi dall’illustratore del Museo, Andrea Cozzoni, quale

onore!!

Qui siamo alle prese con il modellino tattile che Maria Vittoria ci ha

messo gentilmente a disposizione: un oggetto tanto delicato che va

maneggiato con cura; osserviamo bene il modellino, lo smontiamo,

lo rimontiamo poi evidenziamo le parti importanti nel disegno.

Ora costruiamo, in un lavoro a coppie, il nostro modellino di

carrozza….

… così anche noi possiamo allestire il nostro “museo della carrozza”

in classe.

…. Ma non finisce qui! L’appuntamento è per il prossimo anno, quando saremo in terza, proprio a

palazzo Buonaccorsi, a Macerata, per visitare il vero museo.

Classe 2° B Sc. primaria Marta Russo

La guerra dei venti

Nuvoloni come soldati

pronti all’attacco,

a testa bassa

l’uno contro l’altro;

cavalli scalpitanti,

tamburi e fuochi avanzano

in groppa al vento.

E il cielo mandò

una biscia di fuoco

contro la terra

Bandiera racconta

L’albero mette

il vestito verde,

le nuvolette

giocano a rincorrersi,

i grilli fanno

le loro serenate,

i fiori mettono la testa

fuori dall’erba.

Il cielo diventa scuro,

lumini da ogni parte

si accendono,

la luna comincia

la sua passeggiata.

Classe 2° B Sc. primaria Marta Russo

10

Alessandra Belli 3^E “G. Leopardi”

Borgo San Giacomo

Il tempo passava così in fretta che non mi accorgevo di

quanto Emma stesse diventando grande.

Se potessi tornerei indietro per rivivere tutti quei

momenti bellissimi trascorsi

insieme a lei.

Emma è una ragazzina molto

speciale, dovremmo passare più

tempo insieme, purtroppo non

abbiamo coltivato, come

avremmo dovuto, il nostro bel

legame affettivo.

I ricordi sono molti, uno tra i più

importanti è quando la mattina

entrava in camera e con la sua

voce bellissima diceva:

“Papà, papà, alzati, è già

mattina”.

Il suo sorriso mi illuminava la giornata. Un altro

momento molto molto bello era quando andavamo tutti

insieme al mare e passeggiavamo sulla spiaggia, io

stringevo la sua manina piccola piccola e … stare con lei

mi faceva sentire bene!!!

Era ora di tuffarsi!!

Ma Emma con la sua vocina diceva:

“Papà, io non entro in acqua, è troppo fredda!”

A quel punto toccava a me prenderla in braccio e farle

capire che in realtà fare il bagno era molto divertente.

Alla fine si convinceva e cominciava a sguazzare tra le

onde fino a quando mi domandava: “Papino, mi fai fare

un tuffo?”

Io un po’ mi spaventavo, perché era ancora piccolina!!!

E se le fosse successo qualcosa? Cercavo di non pensare

a questa eventualità, così l’accontentavo e … splash!!!

Un rumore strano … si era tuffata,

ero in pensiero … eccola riaffiorare

in superficie … ecco la sua testolina...

mi tranquillizzavo.

Gli anni passavano ed Emma

cresceva sempre di più; all’età di

dodici-tredici anni cominciava a

pensare ai fatti suoi, ad esempio ai

cavalli, di cui ha una passione

esagerata e per tutti questi anni ha

inseguito il sogno di averne uno tutto

suo: ora ce l’ha!! E questo in parte è

anche merito mio, infatti me n’è molto

grata.

Uno dei momenti più belli trascorsi con lei è stato

quando mi ha raccontato della sua prima cotta e mi

faceva bene ascoltare questi argomenti da adolescenti,

mi facevano ricordare le stesse cose che anche io avevo

vissuto ai miei tempi!

Insomma con Emma c’è tutto un mondo da scoprire, in

fondo è una ragazzina un po’ chiusa, un po’ introversa, a

volte lunatica, ma ha delle doti speciali che poche

persone possono avere! E poi … è mia figlia!!!

Emma Casagrande 3^ E “G. Leopardi” – Borgo S.

Giacomo

Qual è il punto di vista di un insignificante, ributtante

scarafaggio su di noi ? In un comico ed ilare spettacolo pieno di significato, intitolato: “Il carnevale degli

insetti”, si possono trovare le risposte giuste a questa domanda.

Come ci si sentirebbe ad essere definiti non la creatura

divina a cui Dio ha dato il compito di custodire la natura,

ma il mostro che la distrugge? Oppure degli assassini

senza anima contro i più deboli?

Nello spettacolo della compagnia teatrale del Canguro a

cui hanno partecipato gli studenti delle classi terze della

scuola media “Giacomo Leopardi” di Borgo San

Giacomo ad Osimo, alunni ed insegnanti hanno messo

mano alle loro coscienze grazie ai ragionamenti di uno

scarafaggio, di un’ ape operaia, di un ragno e di una

farfalla che, nel tenebroso mondo delle prede in continua

lotta con i loro predatori, vivono una vita piena di

disavventure, spesso causate da noi umani, dal nostro

inquinare e sporcare a tutto spiano. L’attore protagonista

(nonché unico, dato che recitava le parti di tutti gli

animali) ha usato le maschere della commedia dell’arte

che gli hanno dato quel tocco da “insetto” che non

poteva mancare nella cornice magnifica creata da un

musicista che suonava dal vivo.

Lo spettacolo è

stato non solo

ricco di

emozioni e

musica, ma

anche di

divertimento

ed ilarità, gli

spettatori non

hanno smesso

di ridere

nemmeno il

giorno successivo! Non dimentichiamo però che i temi

dell’ambiente e della convivenza pacifica tra tutti gli

esseri viventi, di cui tanto si parla oggi, sia sui giornali

che in tv, sono veramente importanti e grazie a questa

commedia finalmente hanno avuto voce anche gli insetti,

il cui destino è comunque legato al nostro.

11

Attili Roberta 3^E “G. Leopardi”-Borgo-

Al torneo nazionale di scacchi ad Acqui Terme (Piemonte), che si è svolto

dal 9 al 13 maggio, Massimiliano Marconi (2^E), Matteo Cristicchia (1^E),

Francesco Maggiore (1^C) e Matteo Agostinelli, si sono classificati al

secondo posto vincendo una bella coppa e medaglia d’argento.

“Ehi sbrigati!! Dobbiamo andare!”

“Scusa mamma, stavo solo guardando la casa a

fianco … sento dei rumori.”

“ Su, non ci pensare, sali in macchina.”

“ Vorrei proprio sapere cosa sta succedendo.”

Stavamo partendo diretti a casa di mia nonna che

dista circa un’ora dalla nostra abitazione. Mi stavo

scervellando per cercare di capire cosa fosse quel

trambusto, cosa si fosse inventata ancora una volta

Roberta, la figlia dei vicini, e ripensavo a tutto

quello che aveva fatto negli anni passati … Oh,

ricordo quando cominciava a imparare ad andare

in bici; voleva a tutti i costi percorrere, senza mai

cadere, il vialetto di casa, era testarda fin da

piccola! La cosa che mi è rimasta più impressa di

quell’episodio è che aveva imparato molto in fretta

e poi che, per non avere ulteriori difficoltà, dato

che per lei quella era già una sfida ardua da

superare, aveva tolto tutti i sassi dalla strada,

anche i più piccoli, per non cadere ed i genitori la

guardavano, ammirati, ma anche distrutti dalla

fatica (perché le correvano dietro nel caso fosse

caduta).

“ Marco … Marco!!”

“ Oh sì, scusa mamma stavo

pensando”

“ Volevo solo farti vedere che

laggiù ci sono dei cavalli!”

Eh … i cavalli, la passione di

Roberta, quanti ricordi!

Questo mi fa pensare a quel

giorno in cui l’ho vista

condurne uno … mi sono

spaventato a morte!! Lei

piccolissima, aveva cinque-sei

anni (arrivava giusto alle

ruote di un camion),

fronteggiava un cavallo possente alto quasi due

metri.

Solo ora mi rendevo conto di quanto fosse forte

quella bambina, ma … d’ altronde è il suo animale

preferito, possiamo anche dire che c’è cresciuta.

Ricordo quando mia madre, una volta, aveva

parlato con suo padre, non so in che circostanza, e

gli aveva detto che sua figlia aveva iniziato a

praticare equitazione all’età di soli tre anni.

TRE !!! Oggi è bravissima in questo sport, ogni

domenica parte per affrontare una nuova sfida:

Marche, Lazio, Emilia-Romagna, partecipa a tante

gare in tutta Italia!!! Addirittura è tre volte

campionessa Italiana di Gimkana Western, la

disciplina in cui è “specializzata”. L’ultima volta

ha vinto il campionato Italiano in Toscana, per lei è

stata una grande soddisfazione, anche perché si era

allenata duramente! Ogni giorno, dalla mia

finestra, la vedevo nel suo piccolo maneggio fare e

rifare sempre gli stessi esercizi per affinare ancora

di più la tecnica. Mi ha raccontato che la gara si

svolgeva in un paesino tra le montagne, faceva

molto freddo, quindi i momenti più attesi erano il

pranzo e la cena: mangiavano tutti insieme, anzi si

abbuffavano!!! Per lei era stata un’esperienza

magnifica!!!

“Uff, mamma quanto manca per arrivare da

nonna?”

“Circa una mezzoretta credo. Oh, un cimitero, su

fatti il segno della croce!”

“Sì, ecco. Posso farti una domanda?”

“Chiedi pure quello che vuoi”

“Perché le persone muoiono?”

“Eh, questo lo decide Dio! “

“Secondo me non è giusto!

Così molte persone soffrono!

Ricordi quando è morto il

nonno della nostra vicina?

Roberta non era più la stessa

persona. In quel periodo non

riusciva più a divertirsi e poi

gli era molto affezionata,

c’era cresciuta! Fin da

quando era piccola, mentre i

genitori lavoravano, lei stava

con i nonni”

“Figliolo, le cose vanno così,

ricordo anche io che Roberta

lo vedeva come un modello perfetto da seguire, lo

considerava un padre. Se da piccola le chiedevi a

chi volesse più bene, lei rispondeva: a nonno.

Quando è morto è come se le si fosse aperta una

ferita nel cuore e credo che neanche il tempo possa

guarirla.”

“Non vorrei mai essere al suo posto, è come

perdere un genitore!”

“Guarda Marco, la casa della nonna!”

“Ciao! Come è stato il viaggio?”

“Ricco di pensieri nonna, ah ah !!!”

12

Noi alunni delle classi 5^A e 5^B, per tre anni

abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile!

Abbiamo infatti trasformato le nostre classi in

Associazioni Cooperative Scolastiche con tanto di

Presidenti, Segretari, Cassieri, Consiglieri e

Sindaci.

Ormai che siamo giunti alla fine di quest’anno

scolastico, anche le nostre Cooperative, purtroppo,

stanno per chiudere per sempre, visto che la

scuola elementare per noi è finita ed adesso ci

aspettano le medie.

Certo, non sarà una cosa piacevole ... ne abbiamo

passate tantissime insieme!

Conserveremo comunque un bel ricordo del

nostro rapporto che si è fortificato sempre di più

grazie anche all’esperienza della cooperativa.

Esperienza difficile da raccontare in poche righe,

ma che ci piace riassumere con un proverbio

africano: “Se vuoi vincere, corri da solo; se vuoi

andare...lontano,...cammina..in..compagnia!”....

.....................

MOMENTI INDIMENTICABILI DELLA VITA DELL’ACS

Anche le mamme,

come sempre, hanno

offerto il loro

contributo.

Siamo diventati veri

imprenditori, ma...

La mostra

fotografica, la nostra

Impresa: è stata un

successo

grandioso!!!

È stato bello

collaborare con i

compagni ed aiutarci:

ci ha reso più

responsabili.

Dall’incontro con

Orietta, abbiamo

capito l’importanza

delle Cooperative

sociali.

Con l’Atto Costitutivo,

siamo diventati una vera

Cooperativa

Le nostre assemblee

sono state trasmesse

anche in tv: è stato

emozionante essere

intervistati!

...quando è venuta a trovarci

Donatella, abbiamo capito che

donare è più bello di ricevere.

Con grande dispiacere, è giunto il momento di ... passare il testimone. Sicuri che sarete in tanti a voler vivere

un’esperienza fantastica come la nostra, vi auguriamo... buon cammino! Classi 5^A e 5^B sc. primaria “M. Russo”

13

Classe 2^ B, scuola sec. di 1° grado - Passatempo

Uno dei progetti più importanti del nostro Istituto è quello riguardante la “Continuità”

tra i diversi ordini di scuola. Una delle finalità che esso si propone è quella di favorire

un sereno passaggio del bambino dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria e dalla

scuola primaria alla scuola secondaria di 1°grado. Si sono progettati e realizzati a tal

fine dei momenti di incontro, di attività e di festa presso tutte le scuole primarie dell’

Istituto. La “mascotte” che ha accompagnato i bambini in questo importante “viaggio”

è stato il simpatico e multicolore elefantino Elmer.

La conoscenza della scuola secondaria di 1° grado è avvenuta anch’essa attraverso una piacevole accoglienza

“teatrale” da parte degli alunni della scuola stessa ed incontri laboratoriali in cui i bambini delle classi quinte

hanno sperimentato lezioni di lingua inglese e francese, di ed. artistica e di ed. musicale. A ciò si sono aggiunte le

giornate di scuola-aperta in cui le famiglie hanno accompagnato i propri figli nella visita della futura scuola.

L’INCONTRO CON LE PSICOLOGHE: UN MODO PER AFFRONTARE L’ARGOMENTO

DROGA E ALCOOL

In seguito al progetto “Voglio una vita esagerata?” il

23 e il 31 Gennaio abbiamo avuto due incontri con le

psicologhe Federica e Francesca per parlare dei

problemi che causano l’alcool e la droga.

La nostra classe ha partecipato con entusiasmo anche

perché alla nostra età l’interessamento a questi

argomenti è alto. Le psicologhe, dopo averci dato un

foglio da compilare per capire le nostre conoscenze

sull’argomento e dopo averci invitato a disporci a

semicerchio davanti alla lavagna interattiva, hanno

affrontato subito il problema dei super alcolici, per poi

parlarci dei gravi rischi che comportano, tra cui il coma

etilico. È importante ricordare che anche una pastiglia

di estasi può causare il coma a vita, o addirittura

portare alla morte, come tristemente sentiamo al TG

quasi tutti i giorni................................................

Dei ragazzi così giovani come possono gettare via le

loro vite con delle azioni così incoscienti?

Per meglio riflettere, le psicologhe ci hanno proposto

delle scenette in cui interpretavamo … noi stessi, dei

giovani ragazzi alcolizzati, che magari si vedevano

costretti a scegliere fra la stima dei compagni, che li

spingevano a bere, e i consigli saggi dei genitori, che

dicevano tutto il contrario. Ad ogni scenetta facevamo

una riflessione, cercando di immedesimarci nel

personaggio e chiedendoci: “E io, al suo posto, cosa

avrei fatto?” Questi due incontri ci sono stati di grande

aiuto, perché se siamo impreparati sull’argomento si

rischia di commettere qualche sciocchezza, mentre se

conosciamo siamo più responsabili. Concludiamo con

un appello per tutti i giovani ragazzi che si chiedono se

bere o no: vi preghiamo, non commettete imprudenze,

la vostra vita è preziosa!!!

F.S. Continuità - Insegnante Gorgoroni Lorena

14

Sbagliando si impara, ed io continuerò a sbagliare.

Cadrò e mi rialzerò più forte di prima.

Mi rialzerò con quel sorriso sulla bocca, pronto a

far invidia al mondo. La mia è un’età incerta, dove

sono troppo grande per giocare con le Barbie e

troppo piccola per uscire con un filo di matita negli

occhi. La mia più grande difficoltà è crescere.

Crescere con i mille imprevisti di tutti i giorni, con

le delusioni, le lacrime e le insoddisfazioni.

Mi capita spesso di pensare di non farcela, di voler

mollare tutto ed andarmene lontano, dove non mi

conosce nessuno, ricominciare una nuova vita

partendo da zero, dal nulla. È una cosa troppo

astratta per diventare concreta, so che ormai la mia

vita è qua, fra la danza, la scuola e gli amici; sono

loro la causa dei miei mille sorrisi e delle mie

insoddisfazioni.

Sono diventata brava a mascherare tutto dietro ad

un semplice sorriso, tanto si sa che la prima cosa

che si guarda di una persona è il modo in cui

sorride, non si nota mai lo sguardo. Se guardassimo

almeno una volta gli occhi di tutti, se ci

soffermassimo sul loro significato, oltre a quel

colore azzurro cielo o verde prato, potremmo

scoprire cose nuove, sensazioni, parole che una

persona non riesce ad esprimere. Sono una ballerina

e ciò me lo ha

insegnato la danza. Ci

sono momenti, quando

ballo, in cui vorrei

buttare tutto all’aria,

togliermi quelle

scarpette ormai stanche

e gettarle via, via e non

riprenderle mai più.

Danzo, danzo ogni

giorno guardandomi allo specchio,

autodistruggendomi; vedendo quei chili in più che

mi perseguitano, quella carnagione troppo pallida e

i capelli scompigliati. Vorrei che questi non

ostacolassero il mio sogno, ma la mia difficoltà di

accettarmi è tanta, accettarmi per quello che sono,

accettare il mio fisico. Ed ho paura, un’infinita

paura di non farcela, di non superare nulla, di

fermarmi e non andare più avanti.

Ammetto che ho pianto, ho pianto tanto, ho pianto

fino a non trovare più nemmeno la forza di

respirare. Mi hanno insegnato che piangere non è

poi un segno di debolezza, piangere significa

sfogarsi, liberarsi di tutto, per poi ricominciare. Chi

ci riesce e non si vergogna di ciò, è forte, chi va

avanti e non si ferma, chi dopo una tempesta vede

l’arcobaleno. Se lasciassi la danza, lascerei il mio

futuro; lascerei la parte migliore di me e non mi

rimarrebbe più nulla.

Voglio continuare ora, ora e per sempre, superando

me stessa, superando tutto con un sorriso.

Se riuscirò un giorno a portare a termine il mio

sogno, potrò essermi fatta valere per ciò che sono,

per il mio sorriso e i miei occhi.

Mille altre difficoltà e insoddisfazioni, minori di

quelle della danza si prendono gioco di me. Mi

prendono in giro comparendo all’improvviso, a

scuola e fra gli amici. Non sono mai stata una cima

nello studio, vado bene, ma mi rendo conto che il

mio impegno è troppo poco, così ho paura anche lì.

Ho paura di prendere un voto più basso di quello

che mi aspettavo o di non superare

qualcosa. Ho l’ansia prima di ogni

verifica o interrogazione, ma so che

la concentrazione è tutto, e soltanto

concentrandomi riuscirei a portare

a termine qualcosa. Così anche fra i

miei amici ho paura di non superare

un litigio o un’ incomprensione, ho

paura che qualcosa possa rovinare

una bella amicizia o la possa far

finire.

Ho paura di troppe cose, paure a volte banali, a

volte troppo serie, ma paure che vanno superate, e

pensare positivo aiuta. Vivo di paura e sconforto,

nascosti dietro un finto sorriso.........................

Alunna sc. sec. di 1° grado -Borgo-

In occasione dei campionati provinciali di atletica leggera,

categoria ragazzi/e del 18 maggio 2012 a Fabriano, il nostro Istituto

ha ottenuto ottimi risultati con i propri alunni. La squadra femminile

si è classificata al primo posto mentre i ragazzi al secondo posto

assoluto. In particolare campione provinciale: Giulia Focante 60

metri, Re Matteo 600 metri.

Primo classificato staffetta 4x100 femminile, secondo classificato

salto in alto: Giada Camilletti e Giulia Focante, secondo classificato

salto in lungo Bora Saracini, secondo classificato vortex Attilio

Illiano, sesto classificato salto in lungo Simona Mengani, quinto

classificato vortex Irene Censori, sesto classificato 60 metri Enrico

Virgini…

15

Alla scuola d’infanzia di Padiglione è arrivato Gastone, cuoco pasticcione!

Ovvero quel che accade…

Un anno con le mani in pasta

“Tanti e tanti anni fa, in un bellissimo regno, viveva un cuoco di nome

Gastone.

Gastone cucinava per divertimento e non si stancava mai, ma era un poco

pasticcione; faceva torte gigantesche per i giganti, piccoli dolcetti per i folletti e

tante altre delizie per gli abitanti del regno.

Un giorno mentre lavorava nella cucina, il Re lo chiamò per dirgli:- Devi ideare un

piatto speciale per mia figlia che non ha appetito!- ma gli disse anche che non

sarebbe stato il solo a farlo.

Dal quel momento fu disputata una gara tra cuochi e, tra coloro che si presentarono,

ce ne fu uno, di nome Gedeone, considerato da tutti il “più cattivo”. Nella disputa, i

due si scontrarono a suon di mestoli ed intingoli prelibati, trasformando i composti

in dolcetti zuccherosi o in pizzette saporite…!

È proprio ciò che è capitato nella Scuola d’Infanzia di

Padiglione, dove le Insegnanti, attraverso la

collaborazione di un buon gruppo di genitori, hanno

coinvolto ed interessato i bambini in attività, giochi e

drammatizzazioni in cui gli alimenti si sono presentati

per essere manipolati. Tutto è iniziato con una favola in

cui la principessa

Buonappetit era alla

ricerca di qualcosa di

buono da mangiare; la

scelta tra due cuochi

di diversa natura: il

buon Gastone contro

il cattivo Gedeone.

Attraverso una semplice rappresentazione teatrale

realizzata inizialmente con marionette, per poi

proseguire con lavori grafici, si sono aperti dei

laboratori di “EDUCAZIONE ALIMENTARE” dove i

bambini hanno sperimentato la trasformazione di

prodotti alimentari quali: la preparazione di dolcetti

natalizi, pizzette dalle facce pazze, un “dolce segreto”

per festeggiare … e tanto altro ancora.

Immaginiamoci il coinvolgimento di alcuni genitori e

non solo, anche nonni proponenti/partecipanti che si

sono adoperati per inventare, creare e manipolare per

giungere al cosiddetto:

“PRONTO, COTTO E

MANGIATO!” e

poiché “mangiare in

compagnia è la cosa

più bella che ci

sia”… dopo la visita

ai laboratori

dell’Arcobaleno, i

bambini saranno lieti di invitare a scuola parenti ed

amici per salutare questo Anno Scolastico che volge al

termine, rallegrando tutti attraverso la musica e le belle

canzoni proposte ed eseguite dal maestro di musica

Samuele Barchiesi che ci ha sempre coinvolti lungo

questo percorso.

Le insegnanti proponenti

Decorato R. Lucchetti P

Campanella E. Bianchi A.

16

Con l’esperta di teatro Emanuela tutti gli

alunni della scuola Primaria Montetorto

stanno facendo settimanalmente esperienza

di teatro.

Tre sono le regole fondamentali che ogni

attore deve seguire:

FARSI VEDERE - FARSI SENTIRE -

FARSI CAPIRE.

Ogni lezione è stata finalizzata all’espressione attraverso il corpo di emozioni e alla trasformazione di se

stessi in oggetti, animali … (Far finta che

…., gioco dello specchio, gioco dei ruoli).

I bambini hanno lavorato a coppie, in piccoli

gruppi, individualmente e ...settimana dopo

settimana abbiamo visto nascere nei nostri

piccoli “attori” la creatività e l’espressività.

Queste lezioni sono finalizzate alla

comunicazione collettiva ed alla

preparazione di uno spettacolo che alla fine di maggio li vedrà protagonisti.

Scuola primaria “Montetorto”

OCCORRENTE:

CARTONCINO VERDE

CARTA SISAL ROSSA (USATA ANCHE DAI FIORAI)

CARTA SISAL VERDE

CARTA VELINA GIALLA

COLLA VINILICA

PINZATRICE

FORBICI

- Disegnare una foglia a

cinque punte sul

cartoncino verde

(grandezza 20 cm circa)

e ritagliarla. .

-Ritagliare un’altra

foglia simile dalla carta

SISAL verde, più piccola

(15 cm circa). .

-Unire le due foglie con

la pinzatrice.

-Ritagliare dalla carta

SISAL rossa un fiore a sei

petali (15x 15) e altri due

su carta velina rosa

(13x13).

-Unire tutti e tre i fiori al

centro con la pinzatrice ed

aggiungere una pallina di

carta velina gialla.

-Infine, spillare il fiore sulla foglia e …

Scuola dell’infanzia San Paterniano

PATERNIANO

REALIZZAZIONE:

17

Sezioni A e B

Scuola dell’Infanzia Passatempo

Oggi 4

Maggio nel

giardino della

nostra scuola

è arrivata una

meravigliosa

sorpresa: il

pony

Stracciatella

detto Straccio.

del Circolo

Ippico Val Musone, accompagnato dall’istruttrice

Daiana. Gli è stato dato questo nome perché il suo

mantello è bianco con tanti pallini neri. All’inizio

eravamo un po’ timorosi, ma poi abbiamo visto che

era così docile

e affettuoso

che ci siamo

avvicinati per

accarezzarlo e

fargli tante

“coccole”.

Eravamo

molto curiosi

di conoscere

le sue

abitudini, così

abbiamo posto tante domande e Daiana ci ha

spiegato che Stracciatella è un animale pauroso che

vive in branco e si comporta bene con chi è

coraggioso.

Lui è un pony, cioè un cavallo piccolo e come noi

bambini è capriccioso e fa dispetti. L’altezza

massima che raggiunge crescendo è un metro e

mezzo. Il puledro invece è il cucciolo del pony o del

cavallo.

I peli della criniera e della coda servono a scacciare

le mosche, così come la pelle che se viene sfiorata si

muove.

Le sue orecchie sono dritte per ascoltare e si

muovono a

seconda della

provenienza dei

suoni.

I denti davanti

servono per

strappare l’erba

mentre quelli

dietro per

masticare.

I baffi sono

organi di senso

che il pony usa per annusare gli altri cavalli, le

persone e sentire se le erbe sono velenose.

Gli zoccoli sono

fatti di unghia e

sono grandi

perché devono

sostenere il peso

del pony, poi

quando cresce

gli si mette un

ferro che serve

a proteggere lo

zoccolo che è la

scarpa del cavallo. Stracciatella è un animale

erbivoro che mangia l’erba, il fieno (che è l’erba

essiccata al

sole) e la paglia,

ma quest’ultima

non è molto

nutriente. Il suo

pasto preferito è

composto da

carota, mela,

pera, insalata,

cocomero e

carciofi.

Ha bisogno di

mangiare spesso per cui fa tanta cacca e pipì.

Il pony si riposa in piedi se non si sente sicuro,

invece per dormire si stende sul fianco con le zampe

in avanti e russa pure.

Il verso che fa il cavallo si chiama nitrito.

Il suo modo di camminare, muoversi e correre sono

le “andature”: passo, trotto e galoppo.

Il pony è utilizzato come mezzo di trasporto e con

lui si possono praticare diversi sport: corsa e gare di

salto, ma ci si può anche giocare al “pony games”,

dove si prende confidenza col cavallo e si impara a

cavalcarlo e

curarlo

giocando.

Stracciatella

aveva intorno

alla testa la

“capezza” che

serve per

contenerla e

per

agganciare la

“lunghina”, la

corda che Daiana stringeva per guidarlo.

Abbiamo salutato Stracciatella con un “Arrivederci”

perché Giovedì 10 maggio lo andremo a trovare a

casa sua e conosceremo tutti i suoi amici!!

18

Il 9 marzo 2012, presso la scuola Marta Russo di Osimo, gli alunni delle classi 5^ C e 3^ C, hanno assistito

ad un incontro con Diego Mecenero, l’autore de “Lo smontabulli”, un libro che racconta una storia di

bullismo.

Mecenero ha inscenato anche delle rappresentazioni facendo interpretare ad alcuni bambini i ruoli della

vittima e del bullo: in questo modo ha voluto far capire come vanno

affrontate le cose in queste situazioni.

In seguito ha anche spiegato che non

si deve rifiutare l’aiuto di un adulto,

se c’è bisogno, solo per dimostrarsi

più grande o per paura che il bullo

intervenga anche in quel momento.

Gli adulti sono superiori e il bullo

spesso scappa e se è furbo non darà

più fastidio.

Il bullismo si può manifestare sotto diverse forme di violenza (fisica, verbale, informatica), ma per

riconoscerlo, dobbiamo verificare che esso si ripeta nel tempo.

Alcune vittime del bullismo si uniscono al bullo proprio per far sì che egli diventi loro “amico” e non le

faccia diventare il bersaglio delle sue angherie.

Ma non è così che si affrontano le cose.

Prima di tutto ci ha detto di rivolgerci agli adulti, di non vergognarci delle nostre qualità, perché sono queste

che ci rendono unici ed infine, mostrare coraggio.

Alla fine dell’incontro i ragazzi della 5^ C hanno chiesto l’autografo e sono tornati in classe tutti molto

soddisfatti.

Quest’anno noi alunni della 5^ C

stiamo affrontando tematiche

molto importanti e che ci toccano

da vicino: il bullismo, il rispetto

verso gli altri…

A questo proposito abbiamo a

lungo discusso sulle donne in

occasione dell’avvicinarsi della

festa a loro dedicata (l’8 marzo).

A conclusione delle nostre

riflessioni e letture, abbiamo

scritto insieme una poesia che è

stata pubblicata sul sito

“filastrocche.it”. La poesia è la seguente e la

dedichiamo a ….

Michela Castellani

cl. 5^C - sc. primaria “Marta Russo”

Auguri a tutte le donne che...

Auguri a tutte le donne che...

ci coccolano e ci abbracciano,

regalano un sorriso,

ci fanno i complimenti,

ci stanno accanto e ci sostengono,

ci hanno creato,

cercano di nascondere il loro dolore,

si sacrificano per la famiglia;

ci incoraggiano e ci aiutano,

perdonano uno sbaglio,

asciugano le nostre lacrime,

ci dedicano del tempo,

giocano con noi,

ascoltano con pazienza,

cantano mentre spolverano,

conoscono la dolcezza,

mitigano la rabbia,

usano gli occhi per captare il nostro mondo,

si arrabbiano di fronte alle ingiustizie,

subiscono in silenzio una violenza,

sono coraggiose come tigri,

affettuose come gatti, protettive come leonesse...

Sono le stelle più belle dell'Universo,

sono la luce che illumina le nostre vite...

A voi tutte...

... Auguri!

cl 5^C - sc. primaria “Marta Russo”

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TOSATURA 1

PULITURA 2

3 ASCIUGATURA

4

5

6

7

1

La fattoria Lella l’agnella La lana e i fusi

Alla Fattoria “Arcafelice” di Jesi abbiamo conosciuto la pecora, un animale molto utile all’uomo. Con la guida di

Francesca e Serena abbiamo imparato come si ottiene la lana da essa attraverso le seguenti operazioni:

LAVAGGI

O

RISCIACQUO

T I N T U R A

C A R D A T U R A

F I L A T U R A ( A MANO E CON IL FUSO)

T E S S I T U R A

SIAMO STATI DEI BRAVISSIMI ARTIGIANI!!! Scuola Primaria Passatempo - Classi I e II

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partecipando al concorso “Artisti con la colla”.

Abbiamo realizzato la veste grafica della colla stick con

la tecnica del collage.

Il protagonista del concorso è l’amico UHU che in

tedesco significa GUFO.

Il simpatico animaletto è venuto a trovarci … era un po’

disorientato nel nostro mondo, allora, noi lo abbiamo

aiutato a trovare un rifugio e a costruire un nido.

Noi alunni di prima

abbiamo trovato un

rifugio sotto il ponte di

Passatempo, dove

scorre il Fiumicello,

affluente del Musone e

da cui si può osservare

il Monte Conero.

Noi della classe

seconda abbiamo

suggerito al gufo di

rifugiarsi nella

nostra classe,

perché è il luogo

dove trascorriamo

la maggior parte

della giornata.

Quest’animaletto

sarebbe proprio un

insegnante FORMIDABILE!

Noi di quinta, dopo aver

studiato alcune poesie

di Leopardi e aver

visitato i luoghi in cui è

vissuto il poeta,

abbiamo pensato di

collocare il rifugio del

gufo sulla Torre di

Recanati che ha ispirato

la famosa poesia

“Il passero solitario”.

Per questo motivo ci

siamo permessi di

modificare anche i

celebri versi del poeta

per adattarli al nuovo

inquilino della Torre!

Il gufo solitario

D’in su la vetta della torre antica,

gufo solitario, alla campagna

bubbolando vai quando more il giorno;

ed erra l’armonia per questa valle.

Primavera dintorno

brilla nell’aria e per li campi esulta,

sì ch’a mirarla intenerisce il core.

Odi greggi belar, muggir armenti:

mentre tu pensoso in disparte il tutto

miri

Sc. Primaria - Passatempo -

Un ringraziamento

Noi alunni delle classi IV A e IV B della scuola elementare Marta Russo, insieme alle insegnanti, vogliamo ringraziare la

sig.ra Alba della ditta “Lampa Packaging” di Padiglione che ci ha regalato molta carta e cartoncino da utilizzare per i

nostri lavoretti.

Grazie mille!