Date post: | 30-Mar-2016 |
Category: |
Documents |
Upload: | anna-rita-sorbellini |
View: | 215 times |
Download: | 0 times |
Al termine dell’anno scolastico sarò collocato a
riposo per raggiunti limiti di età. Si chiude per me
una lunghissima fase della vita che mi ha
consentito di conoscere diverse generazioni di
alunni e le loro famiglie. Al di là dei problemi che
spesso si sono posti, è stata un’esperienza umana
(oltre che professionale) di
una ricchezza assoluta che
difficilmente si realizza in
altre attività. Ho incontrato
nelle scuole alunni che
successivamente sono
venuti come genitori ad
accompagnare i loro figli,
nonni conosciuti da giovani
in altri contesti. Tutto ciò
potrebbe far pensare
nostalgicamente al tempo
trascorso, ma nel contempo
consente un arricchimento personale di grande
portata.
Ovviamente ci sono anche le ombre. Docente fin
dal 1966 e capo d’istituto dal 1976 (titolare in
questa scuola dal lontano 1979), ho potuto vedere
le grandi trasformazioni subite dalla scuola italiana
nel tempo. Essendo stato assente per incarichi
istituzionali per alcuni periodi, ad ogni ritorno a
scuola questi cambiamenti mi sono apparsi sempre
più vistosi (e non sempre in meglio). Oggi la
scuola è una struttura molto complessa; le famiglie
che vi vengono a contatto non sempre possono
rendersene conto. Esse giustamente si attendono
un’efficienza ed una cura particolare nell’impegno
educativo. I bambini sono “materiale” (mi scuso
per il termine non appropriato) molto fragile su cui
lavorare. Quanto viene fatto nei primi anni di
scolarizzazione spesso è determinante per il
successivo sviluppo del bambino/ragazzo.
Avendo lavorato con diverse generazioni di
docenti posso assicurare che il loro impegno è stato
sempre ad alti livelli. Essi lavorano con
professionalità per quella che è, senza enfasi, una
vera missione. Anche nelle attuali ristrettezze di
mezzi, la loro dedizione è massima: i risultati che
ne conseguono lo
dimostrano. Lo scorso anno
scolastico ben cinque alunni
hanno superato l’esame di
terza media con la
valutazione di dieci e lode.
Molti sono le ragazze ed i
ragazzi, usciti dalle nostre
scuole, che alle superiori
ottengono risultati brillanti.
Spero che la storia del
“Trillini” possa proseguire
così.
Ringrazio le famiglie che hanno sempre
collaborato con entusiasmo e spesso anche con il
sostegno economico.
Ringrazio tutti i docenti ed il personale
amministrativo ed ausiliario, cominciando dal
direttore SGA dr. Lanari e dai docenti collaboratori
che si sono alternati nel tempo. Ricordo l’efficace
collaborazione dei consigli d’istituto. Senza l’aiuto
concreto di tutti il mio impegno sarebbe stato
impossibile e comunque inadeguato.
Lascio la scuola avvertendo già quella sensazione
di nostalgia che si ha quando si abbandona una
casa abitata per lungo tempo.
Spero di aver fatto qualcosa di buono per la mia
Città, mentre delle mie carenze non posso che
scusarmi essendo le stesse dipese dalla fragilità
della persona, non certo dall’amore per la
professione.
Il “Trillini” sarà sempre nei miei pensieri.
Istituto Comprensivo “Fratelli Trillini” Osimo - Anno 10° - n°2 - Giugno 2012 - Distribuzione interna
Responsabili: Sorbellini Anna Rita - Catena Lorena
Paolo Polenta
Paolo Polenta
2
Il Prof. Paolo Polenta, dopo 49 anni di onorato
lavoro come insegnante, direttore didattico e
dirigente con una lunga parentesi politica (il più
giovane sindaco d’Italia, consigliere regionale,
assessore regionale della sanità e parlamentare per
due legislature) lascia la guida dell’Istituto
Comprensivo “Fratelli Trillini”.
É un Dirigente che ha saputo affrontare con
pazienza e calma le lamentele degli insegnanti, le
rimostranze dei genitori, le difficoltà dei periodi
delle iscrizioni nonché le “rivalità” con gli altri
Istituti. Ha sempre avuto un comportamento che
non è mai scaduto di stile, neanche nelle situazioni
più difficili.
In diverse circostanze ha rivelato un animo
sensibile e comprensivo nei confronti di tutto il
personale docente e ATA, anche in situazioni di
personali difficoltà.
Nel rapporto con gli alunni ha sempre tenuto un
atteggiamento autorevole, ma mai autoritario come
nei momenti più “drammatici” della consegna delle
schede di valutazione della secondaria, quando
incoraggiava nel dire: “Qui si può certamente
migliorare!”
Per comprendere il suo atteggiamento con i più
piccoli, basta ricordare l’episodio di un bambino
mandato per punizione dal Dirigente e, rientrato in
classe, alla domanda dei compagni: “Cosa ti ha
fatto?” Ha esclamato: “Mi ha portato a giocare
con il suo computer!”
Risultato, tutti gli alunni della classe volevano
essere mandati dal Dirigente.
Sarà difficile trovare un sostituto che abbia le sue
qualità e questo può pensarlo soprattutto chi ha
avuto modo di lavorare con lui per un lungo lasso
di tempo.
Con l’augurio di un sereno “pensionamento”.
A nome mio e di tutto il personale amministrativo ed ausiliario ho cercato tutte le parole che avrebbero
potuto testimoniare la stima profonda per il nostro Dirigente. Ebbene sono riuscito a trovarne una sola, che
le racchiude tutte: GRAZIE!
Grazie perché, con la tua presenza rassicurante, la disponibilità all’ascolto e l’innata discrezione ed il
rispetto per l’altro, hai conciliato la complessità del lavoro con i bisogni di ciascuno.
Nella “frenesia” di un mondo che corre e nelle pressanti richieste di una burocrazia sempre più
disumanizzante, la tua calma ci ha offerto un porto sicuro da dove ripartire, senza perdere di vista la meta
del viaggio: mantenere il nostro Istituto sempre “giovane ed aggiornato” così da far navigare il “Trillini”
nel mondo della scuola in continua trasformazione, per portare le generazioni dei nostri alunni, nel miglior
modo possibile, verso le loro naturali destinazioni di adulti e di cittadini.
È stata una collaborazione molto lunga, ovviamente con luci ed ombre proprie di una quotidianità,
professionalmente proficua e sempre umanamente ricca di sentimenti e, credo, di affetto e stima reciproca,
per me personalmente ormai trentennali in quanto il cammino insieme è iniziato nel lontano 1982…
Sono certo di interpretare il pensiero di tutti, nel dire che la malinconia che circonda sempre il momento dei
saluti, è mitigata dalla certezza del lavoro ben fatto insieme nella gestione del tuo Istituto, in perfetta unità
d’intenti sia professionali che umani.
Le porte del “Trillini” e dei nostri cuori saranno sempre aperte per te.
Grazie DIRIGENTE
Il Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi
Giuseppe Lanari, il personale amministrativo ed ausiliario.
Caro Paolo Dirigente, per noi sei molto intelligente
tieni riunioni, incontri le persone
prima e dopo ricreazione;
firmi i contratti alle supplenti
con le segretarie serie e pazienti.
Vai nelle classi a controllare i bambini
se sono bravi o birichini.
Indossi sempre vestiti eleganti:
neri, blu, grigi … sicuramente ne hai tanti!
Da bravo Direttore
sei sempre di buon umore:
ascolti tutti, sei paziente
e per questo piaci alla gente!
Ora che, purtroppo, andrai in pensione
avrai più tempo a disposizione;
non dimenticarti di tutti noi
e torna a scuola quando vuoi.
Ci dispiace che te ne vai
e speriamo di non trovarci nei guai.
Ti auguriamo salute e serenità
in proporzione alla tua bontà.
Classe 3^ C, sc. primaria “M. Russo”
a nome di tutti gli alunni dell’Istituto
I docenti dell’Istituto Trillini
3
Scuola dell’infanzia “Girotondo” Sez. B
Un modo diverso di coltivare ortaggi
Far prendere coscienza ai bambini dell’utilità
dell’orto biologico, del ciclo di crescita delle
verdure, dalla semina al raccolto seguendo il corso
delle stagioni propone un
ricco e stimolante percorso
educativo, secondo il
principio del “fare per
capire” convinti che da
sempre l’attività manuale, il
gioco, l’esperienza, la
fantasia siano degli
eccezionali veicoli di
crescita. L’orto a scuola
propone al bambino un
diverso rapporto con il cibo e con l’ambiente
attraverso il contatto con la terra. Il bambino
utilizza i cinque sensi per conoscere l’ambiente
affina gli atteggiamenti
scientifici quali: la curiosità,
l’ esplorare e il gusto della
scoperta.
I bambini della sezione B
sono protagonisti di
un’avventura che prende il
via con l’ascolto di un
racconto fantastico: “L’orto
gaio di Madama Coccodè”.
Il racconto animato stimola l’interesse verso
l’evento della nascita e motiva le attività successive:
il completamento del plastico, la semina e la
coltivazione. Dopo aver ascoltato, interiorizzato e
drammatizzato il racconto i bambini divisi in
gruppetti hanno costruito il plastico che riproduce
l’orto di Madama Coccodè con la sua casa e i suoi
pulcini e le varie piantine. Sono stati utilizzati vari
materiali di riciclo quali
mollette, bicchieri di plastica,
gusci di uova, carte e cartoncini
di vari colori e spessori; sono
state utilizzate varie tecniche
quali la pittura, collage e carta
pesta. L’orto viene completato
con la semina di alcuni legumi
all’interno di gusci di uova. Si
sperimenta così la germinazione
di differenti semi in diverse
condizioni. Ogni bambino, a suo modo e con le sue
potenzialità, ha dato il suo contributo per la
realizzazione del plastico che gli permette di
documentare ciò che con il
racconto e l’ascolto attivo della
storia è riuscito ad interiorizzare.
Avvicinare i bambini alla terra
facendo loro coltivare delle
verdure conosciute è un modo
per educarli alla responsabilità e
alla condivisione dei compiti con
i compagni per permettere la
crescita e la buona riuscita
dell’orto. Il percorso si conclude con il piacere
finale di assaggiare ciò a cui loro stessi hanno dato
vita e amorevolmente hanno osservato nella crescita
e nella sviluppo.
I cibi che vengono dalla terra
anche se cresciuti in serra
sono sani e deliziosi
buoni e gustosi.
Con i pomodori facciamo ottimi sughetti
per condire i piatti di spaghetti.
Ci riscaldano in inverno le cioccolate
ci rinfrescano le angurie in estate.
Che meraviglia sono le pizzette
con carciofini, funghi e olivette.
Sulle fette biscottate
spalmiamo marmellate
fatte con albicocche, ciliegie e pesche
raccolte dagli alberi fresche fresche.
Con i kiwi, le mele, le pere e le banane
prepariamo macedonie succose e sane.
È bello mangiare i fagiolini
ma pensiamo a quei poveri contadini
che faticano a lavorare
per procurarci il mangiare.
Tutti i frutti e le verdure hanno un buon sapore
ma a chi li coltiva costa molto sudore.
Classe 3^ C sc. primaria “Marta Russo”
4
Una gita diversa da tutte le altre! Qualsiasi gita ha i suoi pro e i suoi contro, ma questa è stata una gita fantastica sia dal
punto di vista culturale sia del divertimento!
Ma come sempre alla maggior parte dei ragazzi piace solo il
divertimento soprattutto la sera in camera, anche se noi non ci
possiamo affatto lamentare di come sia andato il resto …
Il nostro albergo era a Grado, vicino Trieste “Hotel ai Pini”.
Dall’ esterno non sembrava dei peggiori perché aveva diverse cose che
avrebbero alimentato il nostro divertimento: tavolo da ping-pong,
bigliardino, piscina dove purtroppo non siamo potuti entrare a causa
del poco tempo.
Le notti in camera… un vero spasso!!!
Tutti i ragazzi si potevano riunire nella camera di un altro compagno
fino alle undici e mezza ed è qui che ognuno tirava fuori il meglio di sé per fare le più grandi “cavolate”.
C’era chi faceva gli scherzi telefonici, chi faceva a lotta sui letti, chi faceva a cuscinate e infine chi giocava con la
pallina di gomma .
Ma… quando arrivava la notte e si sentiva qualcuno che stava dormendo … si iniziavano ad applicare tutti i piani
progettati durante il giorno. Tutti si armavano di dentifrici per colorare le facce dei propri compagni.
Addirittura L. bevendo due red bull prima di andare a dormire non riusciva a stare fermo un attimo accendendo la
musica a tutto volume fino all’una di notte.
Tanta era l’agitazione che N. alle quattro del mattino era già sveglio e magari alle cinque già sentiva la nostalgia di casa
telefonando ai genitori.
IL SENTIERO RILKE
Durante la gita a Trieste abbiamo visitato il Sentiero Rilke.
Questo nome viene dato in onore del poeta Rainer Maria Rilke che
amava passeggiare in quel sentiero per scrivere le sue poesie.
Durante la nostra passeggiata nel sentiero abbiamo visitato una grotta
dove si poteva ammirare l’immensa distesa di acqua limpida che
rendeva il paesaggio un magnifico quadretto.
La guida ci ha spiegato che la pioggia cadendo ha scavato nelle rocce
formando dei magnifici effetti ottici.
Poi per pranzo ci siamo fermati in un bar, dove abbiamo conosciuto un
ragazzo di nome Gigi che ci ha spiegato un po’ di cose del posto,
come per esempio che i triestini amano il sole e che sicuramente
avremmo incontrato, durante il nostro percorso, qualcuno che prendeva il sole ovunque perfino sui marciapiedi.
Questa gita è stata davvero splendida e sicuramente nessuno di noi se la dimenticherà mai.
IL CASTELLO DI MIRAMARE
Il secondo giorno, abbiamo visitato il castello di Miramare, così chiamato per la vista mozzafiato che c’è sul mare
triestino.
La sveglia è arrivata troppo presto per i nostri gusti, ma ne è valsa la
pena perché la visita è stata molto interessante e coinvolgente. La
nostra guida era simpatica e facendoci attraversare le stanze ci ha
spiegato come la famiglia Asburgo trascorresse le sue giornate.
Il castello malgrado la sua imponenza è stato costruito in pochissimi
anni: i lavori sono iniziati nel 1856 e terminati nel 1860. Grazie alla
velocità nella costruzione del castello Massimiliano d’Asburgo poté
subito trasferircisi insieme alla moglie Carlotta. Il loro matrimonio
avvenuto nel 1857 a differenza di molti altri non fu combinato, ma fu il
frutto di un’ appassionante storia d’amore. Purtroppo i due innamorati
non ebbero eredi a cui lasciare la loro splendida dimora.
La visita al castello ci ha fatto capire quanto Massimiliano amava il mare, infatti il suo ufficio più che a un ufficio
assomiglia ad una cabina di una nave, atmosfera ricreata grazie alle sfumature color azzurro e ai particolari arredamenti
che ricordano le navi. Molto spesso nell’abitazione appaiono gli stemmi della casata degli Asburgo, però dobbiamo
comunque ricordare che la sua famiglia era decisamente povera rispetto alle altre del loro livello di nobiltà.
Massimiliano pur di risparmiare nella costruzione del castello utilizzò legni semplici resi più pregiati dalla loro
lavorazione. Abbiamo visitato tutte le stanze, una più affascinante dell’altra, ogni cosa dava il suo contributo e rendeva
più speciale l’arredamento. Al piano terra la casa dava un senso di intimità e semplicità, al primo piano invece si
trovavano gli alloggi eleganti riservati ai loro importanti ospiti, insomma è qui che si poteva capire la loro appartenenza
5
alla nobiltà. Al termine della visita dell’interno del castello abbiamo fatto una breve ma gradevole passeggiata nel parco
e abbiamo goduto della cosiddetta vista sul mare e sul piccolo molo.
RISIERA DI SAN SABBA
Dopo aver visto il castello di Miramare siamo andati a visitare la risiera
di San Sabba .
Come fa capire il nome era una risiera dove si lavorava il riso, ma usata
nel periodo della seconda guerra mondiale dai nazisti come centro di
“smistamento” degli ebrei .
I prigionieri venivano segregati, divisi a seconda della destinazione:
molti venivano caricati di notte sui camion e portati alla vicina stazione
per proseguire nei campi di sterminio, altri uccisi e i corpi venivano
cremati nel forno che prima serviva per l’essicazione del riso. Questo
poi distrutto dai tedeschi alla fine della seconda guerra mondiale per
non lasciare tracce .
La guida ci ha spiegato che tale risiera era anche sede delle SS, la
polizia nazista, e oltre agli ebrei venivano catturati partigiani e ribelli del nazismo, che venivano messi nelle celle,
interrogati e giustiziati.
Abbiamo visto una stanza dove c’erano molti ripiani fatti di travi di legno dove gli ebrei venivano tenuti prigionieri.
Questa stanza aveva delle finestre che erano state murate per non fare vedere ai passanti quanto accadeva là dentro e
non far sentire ai passanti le “urla” di aiuto dei prigionieri che imploravano.
Il SACRARIO DI REDIPUGLIA
Dopo aver visitato la risiera di San Sabba e mangiato nella piazza principale di Trieste, siamo andati a visitare il
Sacrario Militare di Redipuglia. Il Sacrario è il più grande di tutta Italia
ed è uno dei più grandi al mondo, venne realizzato sul progetto
dall’architetto Giovanni Greppi e dallo scultore Giannino Castiglioni.
Inaugurato da Benito Mussolini il 19 settembre 1938, custodisce le
salme di oltre 100.000 caduti della Grande Guerra ma, l’unica donna
seppellita nel sacrario, è una crocerossina morta a 21 anni di nome
Margherita Kaiser Parodi Orlando, la sua tomba si trova nella prima
fila e si distingue perché nella facciata c’è scolpita una grande croce.
Questo sacrario è costruito su 22 gradoni (in tutti 362 gradini), ad
ognuno di questi gradoni sono assegnate delle lettere dell’alfabeto dove
sono scritti i nomi dei soldati morti in guerra, ma, 3000 erano ignoti
perché le targhette personali non sono state ritrovate. Nella cappella e nelle due sale adiacenti sono custoditi oggetti
personali dei soldati austro-ungarici. Il grande mausoleo venne realizzato di fronte al primo cimitero di guerra della 3°
armata sul colle Sant’ Elia che oggi è una sorta di museo all’aperto noto come parco di Rimembranza.
RISERVA NATURALE FOCE DELL’ISONZO
Giunto il terzo giorno e ormai al termine della nostra esperienza, siamo andati a visitare la riserva naturale alla foce
dell’Isonzo. La guida, molto preparata a livello scientifico e ambientale,
ci ha condotti all’interno della riserva naturale parlandoci dei vari
ambienti e degli animali che la popolano. Sulla foce dell’Isonzo è stato
ricreato l’ambiente naturale della palude che era stata bonificata ai
tempi del Fascismo. Abbiamo visto delle lagune dove vi abitavano cigni,
alcune specie di nutria, tartarughe, circa i tre quarti di tutte le razze di
anatre e cavalli originari della Francia che vivono in ambienti lacustri,
questi si potevano vedere da vicino da degli osservatori muniti anche di
canocchiali. Faceva un gran caldo, il percorso è stato piuttosto lungo,
ma ne è valsa la pena!
IL RITORNO
Ormai salutato il Friuli Venezia-Giulia abbiamo intrapreso la via di casa con soste logistiche, però ci aspettava ancora
un momento bello da vivere insieme: quello della cena all’autogrill. Sapevamo già che con il ricavato del nostro
mercatino avevamo i soldi per una pizza, coca-cola e patatine che abbiamo potuto consumare tutti insieme in allegria.
Ci dispiace di essere arrivati al traguardo della terza media, ma potremmo conservare questo bellissimo ricordo.
Sc. sec. di 1° grado, classi 3^ A-3^ B - Passatempo
6
Quest’anno abbiamo avuto modo di “incontrare” il
mondo del volontariato. Abbiamo conosciuto le Associazioni della Croce
Rossa, della Clown Terapia, Osimo Ambiente, I
Bambini del Deserto, il Centro Missionario, il
centro socio educativo Arcobaleno, la ludoteca Riù
e il gruppo dei docenti in pensione impegnato
presso la scuola “Marta Russo”.
Abbiamo imparato che le caratteristiche del
volontariato sono: è liberamente scelto; è gratuito; è
donare il proprio tempo libero; è impegno,
solidarietà e collaborazione; è forza dell’amore e
coraggio.
Abbiamo anche appreso che il volontariato opera
nei settori: sanitari, di formazione professionale, di
attività ricreativa e di tempo libero, socio-
assistenziale, culturale, salvaguardia dell’ambiente,
protezione degli animali, protezione civile.
Anche l’anno prossimo continueremo il “viaggio”
nel mondo del volontariato per conoscere altre
realtà del nostro ambiente, perché il volontariato è
stato, è e sarà sempre il motore della società.
Essere Mister Cittadino è una scelta gratificante ma
anche molto impegnativa. Non basta conoscere i
diritti e doveri dei cittadini, occorre scegliere di
impegnarsi attivamente e dedicare parte del proprio
tempo libero, gratuitamente, per la difesa dei diritti
altrui.
Questo è il VOLONTARIATO: generosità, forza
dell’amore, coraggio, solidarietà …
Sono cose preziose per la vita di chiunque e noi lo
abbiamo sperimentato in questo laboratorio
organizzato da Maria Claudia Padilla. Con lei
abbiamo realizzato alcuni giochi.
Gioco del gomitolo: seduti in cerchio, il capogruppo
lancia un gomitolo ad un compagno che, dopo
essersi presentato, ha fatto lo stesso con un altro …e
cosi via; ognuno prima
di lanciare il gomitolo
ha trattenuto un po’ di
filo e alla fine tutti ci
siamo ritrovati uniti da
uno splendido
intreccio colorato, tutti
collegati, tanto che se uno di noi muoveva il proprio
filo anche gli altri lo sentivano.
Gioco delle patatine: la volontaria ci ha distribuito
dei contenitori con delle patatine, ci ha invitato a
mangiarle senza piegare le braccia.
All’inizio sembrava impossibile, ma una soluzione
c’era, dopo un po’ una nostra compagna lo ha
scoperto: la soluzione era la collaborazione.
Una storia per pensare:
“La conquista della penna d'aquila”
...con finale a sorpresa! In un villaggio indiano, il consiglio dei saggi decide che la "prova di forza e coraggio" che i giovani indiani
dovranno superare l'indomani, consiste nel raggiungere in canoa la riva opposta del lago dove, in un posto
segreto, è nascosta una penna d'aquila dorata: chi la troverà, avrà vinto. Il mattino dopo, tutti sono indaffarati nei preparativi. Quand'ecco arrivare
Falco Stanco, un vecchio indiano che abita dall'altra parte del lago. Egli si avvicina ai ragazzi e dice loro: "Devo tornare dalla mia tribù. Se
dovessi fare il giro del lago a piedi non arriverei che a notte inoltrata.
Qualcuno di voi mi potrebbe portare sulla sua canoa?" Tutti, chi prima, chi poi, si scusano dicendo che per via della gara, hanno
fretta di arrivare per primi. Ma uno di loro, Nuvola Rossa, non sa dirgli di no. Viene dato il segnale di partenza e tutti balzano sulle loro canoe. È iniziata
la grande prova. Un po' più di fatica fa Nuvola Rossa che deve remare per due; la sua canoa è più pesante, ora che con lui c'è
anche Falco Stanco. Gli altri commentano la sua poca furbizia: “Proprio lui che è tra i ragazzi più abili e coraggiosi”.
Prova ad immaginare il finale di questa storia: chi troverà la penna dorata?
Gruppo 1: Delta Force:
-I piccoli indiani capirono che Nuvola Rossa era in difficoltà e ritornarono indietro per aiutare anche Falco
Stanco e il loro amico. Presero le loro corde, rimorchiarono la canoa e infine trovarono tutti insieme la penna
dorata, così dimostrarono il loro coraggio e la loro fedeltà per gli amici.
7
-Gli indiani partirono per la loro avventura della penna dorata. Prima di scendere dalle canoe, si accorsero
che erano molto vicini alla terra e si accorsero che avevano sbagliato strada, mentre Falco Stanco e Nuvola
Rossa videro la penna dorata, così vinsero.
Gruppo 2 : Unicef
Nuvola Rossa continuò a remare e intanto gli altri in testa lo persero di vista. All’improvviso un’ondata
d’acqua li travolse e svennero all’istante. Al risveglio si ritrovarono in un posto lugubre, riprendendo i sensi
avvistarono una grande aquila, che disse loro: “Prendi, Nuvola Rossa, eccola la piuma della prova!” E Nuvola Rossa esultò.
Gruppo 3 : Bull
Tutti gli indiani andarono velocissimi, Falco Stanco disse a Nuvola Rossa: “Caro indiano, non faticare, io ho
nascosto la piuma dorata”. Nuvola Rossa arrivò in una grotta e vide la piuma dorata
che era lì ad aspettarlo.
Gruppo 4 : Save The Children
Due indianelli cambiarono idea, vedendo il loro amico in difficoltà attaccarono le
loro due canoe a quella di Nuvola Rossa insieme fecero meno fatica a remare. Ad
un tratto sentirono un fruscio e udirono l’urlo di un Bigfoot che scagliò alcune
pietre contro di loro, ruppe le loro canoe, dovettero così arrivare dentro la grotta a
nuoto dove trovarono Bisonte Nero che disse loro: “Bravi ragazzi! Avete
dimostrato di essere maturi e pronti per essere dei veri indiani, quindi meritate il premio: la piuma dorata”. Gruppo 5: 4^Ae 4^B
Arrivati al villaggio Falco Stanco ringraziò Nuvola Rossa e gli preannunciò: “La bontà del tuo gesto ti
premierà, sarai il vincitore della grande prova di forza e di coraggio”. Quindi sparì.
Nuvola Rossa ripensò alle parole del vecchio e meditò:
Grande- G = Grotta; Prova- P = Pericolo; Forza- F = Fuoco; Coraggio-C = Consigli e Cartelli
Ora era tutto chiaro: la piuma era in una grotta, nelle grotta c’era un pericolo, doveva
affrontare il fuoco, c’erano dei cartelli con dei consigli.
Scoprì una grotta buia con una porta chiusa, trovarono una chiave lasciata dai nonni che
avevano già tentato di recuperare la piuma senza risultato e aprì...Vide il fuoco uscire
dalla bocca di un drago che illuminò una fossa nera.
Intinse delle frecce nella fossa di veleno, le scagliò contro il drago e lo uccise, quindi
prese la piuma d’oro e scappò.
All’uscita della grotta c’era un mostro che lo bloccò dicendo: “Se risolverai questo
indovinello sarai libero di andartene, altrimenti diventerai mio schiavo. Qual è quella
cosa che al mattino nasce e alla sera sparisce?”
Dopo vari tentativi falliti alla fine provò a dire: “ È forse il sole?”
La grotta si illuminò, come per magia il mostro sparì; di corsa Nuvola Rossa tornò al
villaggio dove Bisonte Nero meravigliato, lo nominò vice capo.
Il finale della storia: “La conquista della penna d'aquila”
Anche Nuvola Rossa, vedendosi indietro, teme che arriverà troppo tardi.
Ma poi guarda Falco Stanco che sorride felice e sente interiormente una voce che lo rassicura: "Hai fatto
bene, Nuvola Rossa, hai fatto bene!". Uno dopo l'altro tutti arrivano e corrono a cercare nei posti più
impensati la "penna d'aquila dorata". Arriva anche Nuvola Rossa. Teme che ormai i suoi compagni abbiano scovato il prezioso trofeo. Ma nessuno
ancora l'ha trovato.
Saluta Falco Stanco e corre anche lui alla caccia.
Ma il vecchio indiano lo trattiene:" Ieri sera, Bisonte Nero, il grande capo, mi ha
detto: "A quello dei piccoli indiani che ti porterà sull'altra sponda, consegnerai
questa!”
E tira fuori, da sotto il suo poncho, fra lo stupore di tutti, una.. meravigliosa
penna d'aquila; la penna d'aquila dorata!"
"Sì”, continua Falco Stanco, mettendo una mano sulla spalla di Nuvola Rossa
“hai vinto la prova perché ciò che più vale nella vita è la forza dell'amore e tu hai dimostrato di averla
quando mi hai preso sulla tua canoa".
Se fai attenzione, t'accorgerai che chi ti sta accanto ha per te la "chiave di casa", non puoi ignorarlo.
Classi 4^A - 4^B - 4^C sc. primaria “M. Russo”
8
Martedì 13 dicembre è stata una giornata bellissima,
anzi
strepitosa,
perché
abbiamo
conosciuto
due cani:
Olimpia e
Kora.
Gli esperti del progetto “Amici
pelosi” li hanno accompagnati
a scuola e ce li hanno
presentati.
Noi eravamo pronti
all’incontro perché gli
operatori, Domenico ed Erica,
nei due appuntamenti
precedenti, ci avevano
insegnato bene come comportarci.
Eravamo seduti per terra a semicerchio e appena
Olimpia è entrata, l’abbiamo salutata alzando le
braccia e muovendo le mani, senza guardarla negli
occhi.
Poi Valentina, una delle esperte, ha scelto alcuni
bambini per far accarezzare il cane e per far con lei
alcuni giochi divertenti.
Noi avevamo già imparato che prima di accarezzare
un cane, devi chiedere il permesso al padrone e devi
farti annusare la mano per farti conoscere.
Il suo pelo era liscio e morbido ed è stata carina ed
affettuosa con noi.
Quando Olimpia era ormai stanca, ci ha salutati e...
che sorpresa! È arrivata Kora, una piccola cagnolina
meticcia.
Con Kora abbiamo fatto un gioco molto divertente:
Valentina ha distribuito un cinesino ad alcuni
bambini poi, solo ad alcuni di loro, ha dato un
biscottino da metterci sotto.
A questo punto Kora, con il suo fiuto, doveva
trovare i biscotti e
...mangiarseli!
Kora è stata così brava che li
ha trovati tutti!
Purtroppo a
questo punto ha
suonato la
campanella
della
ricreazione e ci
siamo salutati con un grandissimo CIAO.
È stato meraviglioso! Ora abbiamo due amici in più
che, speriamo con tutto il cuore, di rivedere
prestissimo!
Classe 2^ A sc. primaria “M. Russo”
Se fossi il vento Se fossi il vento
volerei vicino al sole;
farei veloci capriole
sopra le viole.
Andrei più in alto delle nuvole;
volerei sopra il mare,
scompiglierei i capelli ai bambini;
spazzerei via tutto il grigio.
Svelto mi infilerei dappertutto.
Farei volare gli aquiloni
d’estate e
nel deserto muoverei le dune.
Se fossi il vento,
farei capriole sopra le viole. Luzi Damiano
Il mio amico vento. Io ho un amico speciale: il vento.
Un giorno gli ho chiesto: “Posso venire con te?”
Lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto di sì.
Inizia l’avventura!
Abbiamo camminato sui comignoli delle case, abbiamo
volato insieme fin sulle nuvole e abbiamo visto la nostra
città: Osimo, era minuscola!
“Ops,” ho esclamato “è mezzogiorno, devo tornare a casa a
mangiare, sennò la mamma penserà che è successo
qualcosa. Ciao ci vediamo domani”
Oggi alla stessa ora sono tornato da lui e gli ho chiesto:
“Posso venire con te?”
Lui, guardandomi negli occhi, mi ha detto di sì. Chissà cosa
faremo oggi? Classe 3^ D sc. primaria “M. Russo”
9
IILL LLAABBOORRAATTOORRIIOO DDII SSTTOORRIIAA
Abbiamo iniziato il nostro “viaggio” verso la riscoperta di un mezzo di
trasporto tanto affascinante quanto poco conosciuto dalla maggior parte
di noi bambini: la carrozza.
La mamma di Alessandro, Maria Vittoria, che lavora al Museo della
carrozza di Macerata, ci guida in un laboratorio in classe, molto
interessante e giocoso.
LE FASI DEL LAVORO:
Iniziamo dalla fiaba “Il principe ranocchio” perché, si sa, le fiabe sono popolate da principi,
principesse e …. carrozze. Mettiamo in ordine le sequenze
disegnate per noi dall’illustratore del Museo, Andrea Cozzoni, quale
onore!!
Qui siamo alle prese con il modellino tattile che Maria Vittoria ci ha
messo gentilmente a disposizione: un oggetto tanto delicato che va
maneggiato con cura; osserviamo bene il modellino, lo smontiamo,
lo rimontiamo poi evidenziamo le parti importanti nel disegno.
Ora costruiamo, in un lavoro a coppie, il nostro modellino di
carrozza….
… così anche noi possiamo allestire il nostro “museo della carrozza”
in classe.
…. Ma non finisce qui! L’appuntamento è per il prossimo anno, quando saremo in terza, proprio a
palazzo Buonaccorsi, a Macerata, per visitare il vero museo.
Classe 2° B Sc. primaria Marta Russo
La guerra dei venti
Nuvoloni come soldati
pronti all’attacco,
a testa bassa
l’uno contro l’altro;
cavalli scalpitanti,
tamburi e fuochi avanzano
in groppa al vento.
E il cielo mandò
una biscia di fuoco
contro la terra
Bandiera racconta
L’albero mette
il vestito verde,
le nuvolette
giocano a rincorrersi,
i grilli fanno
le loro serenate,
i fiori mettono la testa
fuori dall’erba.
Il cielo diventa scuro,
lumini da ogni parte
si accendono,
la luna comincia
la sua passeggiata.
Classe 2° B Sc. primaria Marta Russo
10
Alessandra Belli 3^E “G. Leopardi”
Borgo San Giacomo
Il tempo passava così in fretta che non mi accorgevo di
quanto Emma stesse diventando grande.
Se potessi tornerei indietro per rivivere tutti quei
momenti bellissimi trascorsi
insieme a lei.
Emma è una ragazzina molto
speciale, dovremmo passare più
tempo insieme, purtroppo non
abbiamo coltivato, come
avremmo dovuto, il nostro bel
legame affettivo.
I ricordi sono molti, uno tra i più
importanti è quando la mattina
entrava in camera e con la sua
voce bellissima diceva:
“Papà, papà, alzati, è già
mattina”.
Il suo sorriso mi illuminava la giornata. Un altro
momento molto molto bello era quando andavamo tutti
insieme al mare e passeggiavamo sulla spiaggia, io
stringevo la sua manina piccola piccola e … stare con lei
mi faceva sentire bene!!!
Era ora di tuffarsi!!
Ma Emma con la sua vocina diceva:
“Papà, io non entro in acqua, è troppo fredda!”
A quel punto toccava a me prenderla in braccio e farle
capire che in realtà fare il bagno era molto divertente.
Alla fine si convinceva e cominciava a sguazzare tra le
onde fino a quando mi domandava: “Papino, mi fai fare
un tuffo?”
Io un po’ mi spaventavo, perché era ancora piccolina!!!
E se le fosse successo qualcosa? Cercavo di non pensare
a questa eventualità, così l’accontentavo e … splash!!!
Un rumore strano … si era tuffata,
ero in pensiero … eccola riaffiorare
in superficie … ecco la sua testolina...
mi tranquillizzavo.
Gli anni passavano ed Emma
cresceva sempre di più; all’età di
dodici-tredici anni cominciava a
pensare ai fatti suoi, ad esempio ai
cavalli, di cui ha una passione
esagerata e per tutti questi anni ha
inseguito il sogno di averne uno tutto
suo: ora ce l’ha!! E questo in parte è
anche merito mio, infatti me n’è molto
grata.
Uno dei momenti più belli trascorsi con lei è stato
quando mi ha raccontato della sua prima cotta e mi
faceva bene ascoltare questi argomenti da adolescenti,
mi facevano ricordare le stesse cose che anche io avevo
vissuto ai miei tempi!
Insomma con Emma c’è tutto un mondo da scoprire, in
fondo è una ragazzina un po’ chiusa, un po’ introversa, a
volte lunatica, ma ha delle doti speciali che poche
persone possono avere! E poi … è mia figlia!!!
Emma Casagrande 3^ E “G. Leopardi” – Borgo S.
Giacomo
Qual è il punto di vista di un insignificante, ributtante
scarafaggio su di noi ? In un comico ed ilare spettacolo pieno di significato, intitolato: “Il carnevale degli
insetti”, si possono trovare le risposte giuste a questa domanda.
Come ci si sentirebbe ad essere definiti non la creatura
divina a cui Dio ha dato il compito di custodire la natura,
ma il mostro che la distrugge? Oppure degli assassini
senza anima contro i più deboli?
Nello spettacolo della compagnia teatrale del Canguro a
cui hanno partecipato gli studenti delle classi terze della
scuola media “Giacomo Leopardi” di Borgo San
Giacomo ad Osimo, alunni ed insegnanti hanno messo
mano alle loro coscienze grazie ai ragionamenti di uno
scarafaggio, di un’ ape operaia, di un ragno e di una
farfalla che, nel tenebroso mondo delle prede in continua
lotta con i loro predatori, vivono una vita piena di
disavventure, spesso causate da noi umani, dal nostro
inquinare e sporcare a tutto spiano. L’attore protagonista
(nonché unico, dato che recitava le parti di tutti gli
animali) ha usato le maschere della commedia dell’arte
che gli hanno dato quel tocco da “insetto” che non
poteva mancare nella cornice magnifica creata da un
musicista che suonava dal vivo.
Lo spettacolo è
stato non solo
ricco di
emozioni e
musica, ma
anche di
divertimento
ed ilarità, gli
spettatori non
hanno smesso
di ridere
nemmeno il
giorno successivo! Non dimentichiamo però che i temi
dell’ambiente e della convivenza pacifica tra tutti gli
esseri viventi, di cui tanto si parla oggi, sia sui giornali
che in tv, sono veramente importanti e grazie a questa
commedia finalmente hanno avuto voce anche gli insetti,
il cui destino è comunque legato al nostro.
11
Attili Roberta 3^E “G. Leopardi”-Borgo-
Al torneo nazionale di scacchi ad Acqui Terme (Piemonte), che si è svolto
dal 9 al 13 maggio, Massimiliano Marconi (2^E), Matteo Cristicchia (1^E),
Francesco Maggiore (1^C) e Matteo Agostinelli, si sono classificati al
secondo posto vincendo una bella coppa e medaglia d’argento.
“Ehi sbrigati!! Dobbiamo andare!”
“Scusa mamma, stavo solo guardando la casa a
fianco … sento dei rumori.”
“ Su, non ci pensare, sali in macchina.”
“ Vorrei proprio sapere cosa sta succedendo.”
Stavamo partendo diretti a casa di mia nonna che
dista circa un’ora dalla nostra abitazione. Mi stavo
scervellando per cercare di capire cosa fosse quel
trambusto, cosa si fosse inventata ancora una volta
Roberta, la figlia dei vicini, e ripensavo a tutto
quello che aveva fatto negli anni passati … Oh,
ricordo quando cominciava a imparare ad andare
in bici; voleva a tutti i costi percorrere, senza mai
cadere, il vialetto di casa, era testarda fin da
piccola! La cosa che mi è rimasta più impressa di
quell’episodio è che aveva imparato molto in fretta
e poi che, per non avere ulteriori difficoltà, dato
che per lei quella era già una sfida ardua da
superare, aveva tolto tutti i sassi dalla strada,
anche i più piccoli, per non cadere ed i genitori la
guardavano, ammirati, ma anche distrutti dalla
fatica (perché le correvano dietro nel caso fosse
caduta).
“ Marco … Marco!!”
“ Oh sì, scusa mamma stavo
pensando”
“ Volevo solo farti vedere che
laggiù ci sono dei cavalli!”
Eh … i cavalli, la passione di
Roberta, quanti ricordi!
Questo mi fa pensare a quel
giorno in cui l’ho vista
condurne uno … mi sono
spaventato a morte!! Lei
piccolissima, aveva cinque-sei
anni (arrivava giusto alle
ruote di un camion),
fronteggiava un cavallo possente alto quasi due
metri.
Solo ora mi rendevo conto di quanto fosse forte
quella bambina, ma … d’ altronde è il suo animale
preferito, possiamo anche dire che c’è cresciuta.
Ricordo quando mia madre, una volta, aveva
parlato con suo padre, non so in che circostanza, e
gli aveva detto che sua figlia aveva iniziato a
praticare equitazione all’età di soli tre anni.
TRE !!! Oggi è bravissima in questo sport, ogni
domenica parte per affrontare una nuova sfida:
Marche, Lazio, Emilia-Romagna, partecipa a tante
gare in tutta Italia!!! Addirittura è tre volte
campionessa Italiana di Gimkana Western, la
disciplina in cui è “specializzata”. L’ultima volta
ha vinto il campionato Italiano in Toscana, per lei è
stata una grande soddisfazione, anche perché si era
allenata duramente! Ogni giorno, dalla mia
finestra, la vedevo nel suo piccolo maneggio fare e
rifare sempre gli stessi esercizi per affinare ancora
di più la tecnica. Mi ha raccontato che la gara si
svolgeva in un paesino tra le montagne, faceva
molto freddo, quindi i momenti più attesi erano il
pranzo e la cena: mangiavano tutti insieme, anzi si
abbuffavano!!! Per lei era stata un’esperienza
magnifica!!!
“Uff, mamma quanto manca per arrivare da
nonna?”
“Circa una mezzoretta credo. Oh, un cimitero, su
fatti il segno della croce!”
“Sì, ecco. Posso farti una domanda?”
“Chiedi pure quello che vuoi”
“Perché le persone muoiono?”
“Eh, questo lo decide Dio! “
“Secondo me non è giusto!
Così molte persone soffrono!
Ricordi quando è morto il
nonno della nostra vicina?
Roberta non era più la stessa
persona. In quel periodo non
riusciva più a divertirsi e poi
gli era molto affezionata,
c’era cresciuta! Fin da
quando era piccola, mentre i
genitori lavoravano, lei stava
con i nonni”
“Figliolo, le cose vanno così,
ricordo anche io che Roberta
lo vedeva come un modello perfetto da seguire, lo
considerava un padre. Se da piccola le chiedevi a
chi volesse più bene, lei rispondeva: a nonno.
Quando è morto è come se le si fosse aperta una
ferita nel cuore e credo che neanche il tempo possa
guarirla.”
“Non vorrei mai essere al suo posto, è come
perdere un genitore!”
“Guarda Marco, la casa della nonna!”
“Ciao! Come è stato il viaggio?”
“Ricco di pensieri nonna, ah ah !!!”
12
Noi alunni delle classi 5^A e 5^B, per tre anni
abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile!
Abbiamo infatti trasformato le nostre classi in
Associazioni Cooperative Scolastiche con tanto di
Presidenti, Segretari, Cassieri, Consiglieri e
Sindaci.
Ormai che siamo giunti alla fine di quest’anno
scolastico, anche le nostre Cooperative, purtroppo,
stanno per chiudere per sempre, visto che la
scuola elementare per noi è finita ed adesso ci
aspettano le medie.
Certo, non sarà una cosa piacevole ... ne abbiamo
passate tantissime insieme!
Conserveremo comunque un bel ricordo del
nostro rapporto che si è fortificato sempre di più
grazie anche all’esperienza della cooperativa.
Esperienza difficile da raccontare in poche righe,
ma che ci piace riassumere con un proverbio
africano: “Se vuoi vincere, corri da solo; se vuoi
andare...lontano,...cammina..in..compagnia!”....
.....................
MOMENTI INDIMENTICABILI DELLA VITA DELL’ACS
Anche le mamme,
come sempre, hanno
offerto il loro
contributo.
Siamo diventati veri
imprenditori, ma...
La mostra
fotografica, la nostra
Impresa: è stata un
successo
grandioso!!!
È stato bello
collaborare con i
compagni ed aiutarci:
ci ha reso più
responsabili.
Dall’incontro con
Orietta, abbiamo
capito l’importanza
delle Cooperative
sociali.
Con l’Atto Costitutivo,
siamo diventati una vera
Cooperativa
Le nostre assemblee
sono state trasmesse
anche in tv: è stato
emozionante essere
intervistati!
...quando è venuta a trovarci
Donatella, abbiamo capito che
donare è più bello di ricevere.
Con grande dispiacere, è giunto il momento di ... passare il testimone. Sicuri che sarete in tanti a voler vivere
un’esperienza fantastica come la nostra, vi auguriamo... buon cammino! Classi 5^A e 5^B sc. primaria “M. Russo”
13
Classe 2^ B, scuola sec. di 1° grado - Passatempo
Uno dei progetti più importanti del nostro Istituto è quello riguardante la “Continuità”
tra i diversi ordini di scuola. Una delle finalità che esso si propone è quella di favorire
un sereno passaggio del bambino dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria e dalla
scuola primaria alla scuola secondaria di 1°grado. Si sono progettati e realizzati a tal
fine dei momenti di incontro, di attività e di festa presso tutte le scuole primarie dell’
Istituto. La “mascotte” che ha accompagnato i bambini in questo importante “viaggio”
è stato il simpatico e multicolore elefantino Elmer.
La conoscenza della scuola secondaria di 1° grado è avvenuta anch’essa attraverso una piacevole accoglienza
“teatrale” da parte degli alunni della scuola stessa ed incontri laboratoriali in cui i bambini delle classi quinte
hanno sperimentato lezioni di lingua inglese e francese, di ed. artistica e di ed. musicale. A ciò si sono aggiunte le
giornate di scuola-aperta in cui le famiglie hanno accompagnato i propri figli nella visita della futura scuola.
L’INCONTRO CON LE PSICOLOGHE: UN MODO PER AFFRONTARE L’ARGOMENTO
DROGA E ALCOOL
In seguito al progetto “Voglio una vita esagerata?” il
23 e il 31 Gennaio abbiamo avuto due incontri con le
psicologhe Federica e Francesca per parlare dei
problemi che causano l’alcool e la droga.
La nostra classe ha partecipato con entusiasmo anche
perché alla nostra età l’interessamento a questi
argomenti è alto. Le psicologhe, dopo averci dato un
foglio da compilare per capire le nostre conoscenze
sull’argomento e dopo averci invitato a disporci a
semicerchio davanti alla lavagna interattiva, hanno
affrontato subito il problema dei super alcolici, per poi
parlarci dei gravi rischi che comportano, tra cui il coma
etilico. È importante ricordare che anche una pastiglia
di estasi può causare il coma a vita, o addirittura
portare alla morte, come tristemente sentiamo al TG
quasi tutti i giorni................................................
Dei ragazzi così giovani come possono gettare via le
loro vite con delle azioni così incoscienti?
Per meglio riflettere, le psicologhe ci hanno proposto
delle scenette in cui interpretavamo … noi stessi, dei
giovani ragazzi alcolizzati, che magari si vedevano
costretti a scegliere fra la stima dei compagni, che li
spingevano a bere, e i consigli saggi dei genitori, che
dicevano tutto il contrario. Ad ogni scenetta facevamo
una riflessione, cercando di immedesimarci nel
personaggio e chiedendoci: “E io, al suo posto, cosa
avrei fatto?” Questi due incontri ci sono stati di grande
aiuto, perché se siamo impreparati sull’argomento si
rischia di commettere qualche sciocchezza, mentre se
conosciamo siamo più responsabili. Concludiamo con
un appello per tutti i giovani ragazzi che si chiedono se
bere o no: vi preghiamo, non commettete imprudenze,
la vostra vita è preziosa!!!
F.S. Continuità - Insegnante Gorgoroni Lorena
14
Sbagliando si impara, ed io continuerò a sbagliare.
Cadrò e mi rialzerò più forte di prima.
Mi rialzerò con quel sorriso sulla bocca, pronto a
far invidia al mondo. La mia è un’età incerta, dove
sono troppo grande per giocare con le Barbie e
troppo piccola per uscire con un filo di matita negli
occhi. La mia più grande difficoltà è crescere.
Crescere con i mille imprevisti di tutti i giorni, con
le delusioni, le lacrime e le insoddisfazioni.
Mi capita spesso di pensare di non farcela, di voler
mollare tutto ed andarmene lontano, dove non mi
conosce nessuno, ricominciare una nuova vita
partendo da zero, dal nulla. È una cosa troppo
astratta per diventare concreta, so che ormai la mia
vita è qua, fra la danza, la scuola e gli amici; sono
loro la causa dei miei mille sorrisi e delle mie
insoddisfazioni.
Sono diventata brava a mascherare tutto dietro ad
un semplice sorriso, tanto si sa che la prima cosa
che si guarda di una persona è il modo in cui
sorride, non si nota mai lo sguardo. Se guardassimo
almeno una volta gli occhi di tutti, se ci
soffermassimo sul loro significato, oltre a quel
colore azzurro cielo o verde prato, potremmo
scoprire cose nuove, sensazioni, parole che una
persona non riesce ad esprimere. Sono una ballerina
e ciò me lo ha
insegnato la danza. Ci
sono momenti, quando
ballo, in cui vorrei
buttare tutto all’aria,
togliermi quelle
scarpette ormai stanche
e gettarle via, via e non
riprenderle mai più.
Danzo, danzo ogni
giorno guardandomi allo specchio,
autodistruggendomi; vedendo quei chili in più che
mi perseguitano, quella carnagione troppo pallida e
i capelli scompigliati. Vorrei che questi non
ostacolassero il mio sogno, ma la mia difficoltà di
accettarmi è tanta, accettarmi per quello che sono,
accettare il mio fisico. Ed ho paura, un’infinita
paura di non farcela, di non superare nulla, di
fermarmi e non andare più avanti.
Ammetto che ho pianto, ho pianto tanto, ho pianto
fino a non trovare più nemmeno la forza di
respirare. Mi hanno insegnato che piangere non è
poi un segno di debolezza, piangere significa
sfogarsi, liberarsi di tutto, per poi ricominciare. Chi
ci riesce e non si vergogna di ciò, è forte, chi va
avanti e non si ferma, chi dopo una tempesta vede
l’arcobaleno. Se lasciassi la danza, lascerei il mio
futuro; lascerei la parte migliore di me e non mi
rimarrebbe più nulla.
Voglio continuare ora, ora e per sempre, superando
me stessa, superando tutto con un sorriso.
Se riuscirò un giorno a portare a termine il mio
sogno, potrò essermi fatta valere per ciò che sono,
per il mio sorriso e i miei occhi.
Mille altre difficoltà e insoddisfazioni, minori di
quelle della danza si prendono gioco di me. Mi
prendono in giro comparendo all’improvviso, a
scuola e fra gli amici. Non sono mai stata una cima
nello studio, vado bene, ma mi rendo conto che il
mio impegno è troppo poco, così ho paura anche lì.
Ho paura di prendere un voto più basso di quello
che mi aspettavo o di non superare
qualcosa. Ho l’ansia prima di ogni
verifica o interrogazione, ma so che
la concentrazione è tutto, e soltanto
concentrandomi riuscirei a portare
a termine qualcosa. Così anche fra i
miei amici ho paura di non superare
un litigio o un’ incomprensione, ho
paura che qualcosa possa rovinare
una bella amicizia o la possa far
finire.
Ho paura di troppe cose, paure a volte banali, a
volte troppo serie, ma paure che vanno superate, e
pensare positivo aiuta. Vivo di paura e sconforto,
nascosti dietro un finto sorriso.........................
Alunna sc. sec. di 1° grado -Borgo-
In occasione dei campionati provinciali di atletica leggera,
categoria ragazzi/e del 18 maggio 2012 a Fabriano, il nostro Istituto
ha ottenuto ottimi risultati con i propri alunni. La squadra femminile
si è classificata al primo posto mentre i ragazzi al secondo posto
assoluto. In particolare campione provinciale: Giulia Focante 60
metri, Re Matteo 600 metri.
Primo classificato staffetta 4x100 femminile, secondo classificato
salto in alto: Giada Camilletti e Giulia Focante, secondo classificato
salto in lungo Bora Saracini, secondo classificato vortex Attilio
Illiano, sesto classificato salto in lungo Simona Mengani, quinto
classificato vortex Irene Censori, sesto classificato 60 metri Enrico
Virgini…
15
Alla scuola d’infanzia di Padiglione è arrivato Gastone, cuoco pasticcione!
Ovvero quel che accade…
Un anno con le mani in pasta
“Tanti e tanti anni fa, in un bellissimo regno, viveva un cuoco di nome
Gastone.
Gastone cucinava per divertimento e non si stancava mai, ma era un poco
pasticcione; faceva torte gigantesche per i giganti, piccoli dolcetti per i folletti e
tante altre delizie per gli abitanti del regno.
Un giorno mentre lavorava nella cucina, il Re lo chiamò per dirgli:- Devi ideare un
piatto speciale per mia figlia che non ha appetito!- ma gli disse anche che non
sarebbe stato il solo a farlo.
Dal quel momento fu disputata una gara tra cuochi e, tra coloro che si presentarono,
ce ne fu uno, di nome Gedeone, considerato da tutti il “più cattivo”. Nella disputa, i
due si scontrarono a suon di mestoli ed intingoli prelibati, trasformando i composti
in dolcetti zuccherosi o in pizzette saporite…!
È proprio ciò che è capitato nella Scuola d’Infanzia di
Padiglione, dove le Insegnanti, attraverso la
collaborazione di un buon gruppo di genitori, hanno
coinvolto ed interessato i bambini in attività, giochi e
drammatizzazioni in cui gli alimenti si sono presentati
per essere manipolati. Tutto è iniziato con una favola in
cui la principessa
Buonappetit era alla
ricerca di qualcosa di
buono da mangiare; la
scelta tra due cuochi
di diversa natura: il
buon Gastone contro
il cattivo Gedeone.
Attraverso una semplice rappresentazione teatrale
realizzata inizialmente con marionette, per poi
proseguire con lavori grafici, si sono aperti dei
laboratori di “EDUCAZIONE ALIMENTARE” dove i
bambini hanno sperimentato la trasformazione di
prodotti alimentari quali: la preparazione di dolcetti
natalizi, pizzette dalle facce pazze, un “dolce segreto”
per festeggiare … e tanto altro ancora.
Immaginiamoci il coinvolgimento di alcuni genitori e
non solo, anche nonni proponenti/partecipanti che si
sono adoperati per inventare, creare e manipolare per
giungere al cosiddetto:
“PRONTO, COTTO E
MANGIATO!” e
poiché “mangiare in
compagnia è la cosa
più bella che ci
sia”… dopo la visita
ai laboratori
dell’Arcobaleno, i
bambini saranno lieti di invitare a scuola parenti ed
amici per salutare questo Anno Scolastico che volge al
termine, rallegrando tutti attraverso la musica e le belle
canzoni proposte ed eseguite dal maestro di musica
Samuele Barchiesi che ci ha sempre coinvolti lungo
questo percorso.
Le insegnanti proponenti
Decorato R. Lucchetti P
Campanella E. Bianchi A.
16
Con l’esperta di teatro Emanuela tutti gli
alunni della scuola Primaria Montetorto
stanno facendo settimanalmente esperienza
di teatro.
Tre sono le regole fondamentali che ogni
attore deve seguire:
FARSI VEDERE - FARSI SENTIRE -
FARSI CAPIRE.
Ogni lezione è stata finalizzata all’espressione attraverso il corpo di emozioni e alla trasformazione di se
stessi in oggetti, animali … (Far finta che
…., gioco dello specchio, gioco dei ruoli).
I bambini hanno lavorato a coppie, in piccoli
gruppi, individualmente e ...settimana dopo
settimana abbiamo visto nascere nei nostri
piccoli “attori” la creatività e l’espressività.
Queste lezioni sono finalizzate alla
comunicazione collettiva ed alla
preparazione di uno spettacolo che alla fine di maggio li vedrà protagonisti.
Scuola primaria “Montetorto”
OCCORRENTE:
CARTONCINO VERDE
CARTA SISAL ROSSA (USATA ANCHE DAI FIORAI)
CARTA SISAL VERDE
CARTA VELINA GIALLA
COLLA VINILICA
PINZATRICE
FORBICI
- Disegnare una foglia a
cinque punte sul
cartoncino verde
(grandezza 20 cm circa)
e ritagliarla. .
-Ritagliare un’altra
foglia simile dalla carta
SISAL verde, più piccola
(15 cm circa). .
-Unire le due foglie con
la pinzatrice.
-Ritagliare dalla carta
SISAL rossa un fiore a sei
petali (15x 15) e altri due
su carta velina rosa
(13x13).
-Unire tutti e tre i fiori al
centro con la pinzatrice ed
aggiungere una pallina di
carta velina gialla.
-Infine, spillare il fiore sulla foglia e …
Scuola dell’infanzia San Paterniano
PATERNIANO
REALIZZAZIONE:
17
Sezioni A e B
Scuola dell’Infanzia Passatempo
Oggi 4
Maggio nel
giardino della
nostra scuola
è arrivata una
meravigliosa
sorpresa: il
pony
Stracciatella
detto Straccio.
del Circolo
Ippico Val Musone, accompagnato dall’istruttrice
Daiana. Gli è stato dato questo nome perché il suo
mantello è bianco con tanti pallini neri. All’inizio
eravamo un po’ timorosi, ma poi abbiamo visto che
era così docile
e affettuoso
che ci siamo
avvicinati per
accarezzarlo e
fargli tante
“coccole”.
Eravamo
molto curiosi
di conoscere
le sue
abitudini, così
abbiamo posto tante domande e Daiana ci ha
spiegato che Stracciatella è un animale pauroso che
vive in branco e si comporta bene con chi è
coraggioso.
Lui è un pony, cioè un cavallo piccolo e come noi
bambini è capriccioso e fa dispetti. L’altezza
massima che raggiunge crescendo è un metro e
mezzo. Il puledro invece è il cucciolo del pony o del
cavallo.
I peli della criniera e della coda servono a scacciare
le mosche, così come la pelle che se viene sfiorata si
muove.
Le sue orecchie sono dritte per ascoltare e si
muovono a
seconda della
provenienza dei
suoni.
I denti davanti
servono per
strappare l’erba
mentre quelli
dietro per
masticare.
I baffi sono
organi di senso
che il pony usa per annusare gli altri cavalli, le
persone e sentire se le erbe sono velenose.
Gli zoccoli sono
fatti di unghia e
sono grandi
perché devono
sostenere il peso
del pony, poi
quando cresce
gli si mette un
ferro che serve
a proteggere lo
zoccolo che è la
scarpa del cavallo. Stracciatella è un animale
erbivoro che mangia l’erba, il fieno (che è l’erba
essiccata al
sole) e la paglia,
ma quest’ultima
non è molto
nutriente. Il suo
pasto preferito è
composto da
carota, mela,
pera, insalata,
cocomero e
carciofi.
Ha bisogno di
mangiare spesso per cui fa tanta cacca e pipì.
Il pony si riposa in piedi se non si sente sicuro,
invece per dormire si stende sul fianco con le zampe
in avanti e russa pure.
Il verso che fa il cavallo si chiama nitrito.
Il suo modo di camminare, muoversi e correre sono
le “andature”: passo, trotto e galoppo.
Il pony è utilizzato come mezzo di trasporto e con
lui si possono praticare diversi sport: corsa e gare di
salto, ma ci si può anche giocare al “pony games”,
dove si prende confidenza col cavallo e si impara a
cavalcarlo e
curarlo
giocando.
Stracciatella
aveva intorno
alla testa la
“capezza” che
serve per
contenerla e
per
agganciare la
“lunghina”, la
corda che Daiana stringeva per guidarlo.
Abbiamo salutato Stracciatella con un “Arrivederci”
perché Giovedì 10 maggio lo andremo a trovare a
casa sua e conosceremo tutti i suoi amici!!
18
Il 9 marzo 2012, presso la scuola Marta Russo di Osimo, gli alunni delle classi 5^ C e 3^ C, hanno assistito
ad un incontro con Diego Mecenero, l’autore de “Lo smontabulli”, un libro che racconta una storia di
bullismo.
Mecenero ha inscenato anche delle rappresentazioni facendo interpretare ad alcuni bambini i ruoli della
vittima e del bullo: in questo modo ha voluto far capire come vanno
affrontate le cose in queste situazioni.
In seguito ha anche spiegato che non
si deve rifiutare l’aiuto di un adulto,
se c’è bisogno, solo per dimostrarsi
più grande o per paura che il bullo
intervenga anche in quel momento.
Gli adulti sono superiori e il bullo
spesso scappa e se è furbo non darà
più fastidio.
Il bullismo si può manifestare sotto diverse forme di violenza (fisica, verbale, informatica), ma per
riconoscerlo, dobbiamo verificare che esso si ripeta nel tempo.
Alcune vittime del bullismo si uniscono al bullo proprio per far sì che egli diventi loro “amico” e non le
faccia diventare il bersaglio delle sue angherie.
Ma non è così che si affrontano le cose.
Prima di tutto ci ha detto di rivolgerci agli adulti, di non vergognarci delle nostre qualità, perché sono queste
che ci rendono unici ed infine, mostrare coraggio.
Alla fine dell’incontro i ragazzi della 5^ C hanno chiesto l’autografo e sono tornati in classe tutti molto
soddisfatti.
Quest’anno noi alunni della 5^ C
stiamo affrontando tematiche
molto importanti e che ci toccano
da vicino: il bullismo, il rispetto
verso gli altri…
A questo proposito abbiamo a
lungo discusso sulle donne in
occasione dell’avvicinarsi della
festa a loro dedicata (l’8 marzo).
A conclusione delle nostre
riflessioni e letture, abbiamo
scritto insieme una poesia che è
stata pubblicata sul sito
“filastrocche.it”. La poesia è la seguente e la
dedichiamo a ….
Michela Castellani
cl. 5^C - sc. primaria “Marta Russo”
Auguri a tutte le donne che...
Auguri a tutte le donne che...
ci coccolano e ci abbracciano,
regalano un sorriso,
ci fanno i complimenti,
ci stanno accanto e ci sostengono,
ci hanno creato,
cercano di nascondere il loro dolore,
si sacrificano per la famiglia;
ci incoraggiano e ci aiutano,
perdonano uno sbaglio,
asciugano le nostre lacrime,
ci dedicano del tempo,
giocano con noi,
ascoltano con pazienza,
cantano mentre spolverano,
conoscono la dolcezza,
mitigano la rabbia,
usano gli occhi per captare il nostro mondo,
si arrabbiano di fronte alle ingiustizie,
subiscono in silenzio una violenza,
sono coraggiose come tigri,
affettuose come gatti, protettive come leonesse...
Sono le stelle più belle dell'Universo,
sono la luce che illumina le nostre vite...
A voi tutte...
... Auguri!
cl 5^C - sc. primaria “Marta Russo”
19
TOSATURA 1
PULITURA 2
3 ASCIUGATURA
4
5
6
7
1
La fattoria Lella l’agnella La lana e i fusi
Alla Fattoria “Arcafelice” di Jesi abbiamo conosciuto la pecora, un animale molto utile all’uomo. Con la guida di
Francesca e Serena abbiamo imparato come si ottiene la lana da essa attraverso le seguenti operazioni:
LAVAGGI
O
RISCIACQUO
T I N T U R A
C A R D A T U R A
F I L A T U R A ( A MANO E CON IL FUSO)
T E S S I T U R A
SIAMO STATI DEI BRAVISSIMI ARTIGIANI!!! Scuola Primaria Passatempo - Classi I e II
20
partecipando al concorso “Artisti con la colla”.
Abbiamo realizzato la veste grafica della colla stick con
la tecnica del collage.
Il protagonista del concorso è l’amico UHU che in
tedesco significa GUFO.
Il simpatico animaletto è venuto a trovarci … era un po’
disorientato nel nostro mondo, allora, noi lo abbiamo
aiutato a trovare un rifugio e a costruire un nido.
Noi alunni di prima
abbiamo trovato un
rifugio sotto il ponte di
Passatempo, dove
scorre il Fiumicello,
affluente del Musone e
da cui si può osservare
il Monte Conero.
Noi della classe
seconda abbiamo
suggerito al gufo di
rifugiarsi nella
nostra classe,
perché è il luogo
dove trascorriamo
la maggior parte
della giornata.
Quest’animaletto
sarebbe proprio un
insegnante FORMIDABILE!
Noi di quinta, dopo aver
studiato alcune poesie
di Leopardi e aver
visitato i luoghi in cui è
vissuto il poeta,
abbiamo pensato di
collocare il rifugio del
gufo sulla Torre di
Recanati che ha ispirato
la famosa poesia
“Il passero solitario”.
Per questo motivo ci
siamo permessi di
modificare anche i
celebri versi del poeta
per adattarli al nuovo
inquilino della Torre!
Il gufo solitario
D’in su la vetta della torre antica,
gufo solitario, alla campagna
bubbolando vai quando more il giorno;
ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera dintorno
brilla nell’aria e per li campi esulta,
sì ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggir armenti:
mentre tu pensoso in disparte il tutto
miri
Sc. Primaria - Passatempo -
Un ringraziamento
Noi alunni delle classi IV A e IV B della scuola elementare Marta Russo, insieme alle insegnanti, vogliamo ringraziare la
sig.ra Alba della ditta “Lampa Packaging” di Padiglione che ci ha regalato molta carta e cartoncino da utilizzare per i
nostri lavoretti.
Grazie mille!