+ All Categories
Home > Documents > Giornata della memoria Sabato 27 gennaio dalle 16.30 in ... · cena condivisa (ognuno porta...

Giornata della memoria Sabato 27 gennaio dalle 16.30 in ... · cena condivisa (ognuno porta...

Date post: 15-Feb-2019
Category:
Upload: vanthu
View: 216 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
4
Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XIX n° 3 - 21.1.18 - II ord. In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330 I vescovi siciliani sgmazzano gli spendi doro dei polici della regione È polemica nellisola per lappello lanciato dal comunicato conclusivo della sessione invernale della Conferenza epi- scopale siciliana contro il possibile innalzamento degli s- pendi dei burocra dellAssemblea regionale siciliana, fi- nora fissa a un massimo di 240 mila euro l anno. Una posizione, quella dei vescovi, assunta dopo semane di dibato e indignazione suscita dalla proposta avanza- ta proprio dal presidente dellArs, il forzista Gianfranco Micciché, di togliere il teo alle retribuzioni degli al diri- gen del Parlamento. Una leera firmata da due sacerdo palermitani aveva sol- levato laenzione della comunità civile sull inopportunità di un provvedimento simile. «I vescovi manifestano convinta condivisione alla denuncia di quan, anche presbiteri, hanno evidenziato la distanza tra il senre della nostra gente e le prospeve di chi è in- teressato a salvaguardare i privilegi economici di pochi bu- Riscoprire la parrocchia come famiglia e sentirsi parte di essa come di una seconda famiglia Sabato 27 gennaio dalle 16.30 in poi in capannone Presentazione dei gruppi operan in parrocchia Messa 18.30 cena condivisa (ognuno porta qualcosa) can e balli fino ad esaurimento partecipan Tu sono invita Guarda il sito Materiale da Avvenire”: Minori, gli invisibili da salvare Nasce il "progeo rete" per i ragazzi che vivono fuori famiglia Il Papa in Cile e Perù Servizi e materiale vario sul viaggio 27 gennaio, Giornata della memoria Il giorno 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, un giorno in cui ricordare tutte le sofferenze causate dalla guerra nel mondo. Nel territorio di Monigo dal 1942 al 1943 entrò in funzione un campo di prigionia, situato presso l'attuale Caserma Cadorin. I prigionieri provenivano dalla ex Yugoslavia, invasa dall'esercito italiano e germanico. Inizialmente i prigionieri erano solo maschi, poi giunsero donne, bambini e famiglie. Il freddo e la fame causò la morte di molte per- sone che furono sepolte in una fossa comune nel Cimitero di San Lazzaro. Molti aiuti ai prigionieri furono dati dal Parroco e dalle famiglie contadine di Monigo. Sabato 27 gennaio alle ore 17,30 al Palaz- zo dei Trecento si terrà una conferenza per ricordare questi eventi. Associazione Nazionale Combattenti e Redu- ci Sezione di Monigo Il Presidente Enzo Andretta
Transcript

Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XIX n° 3 - 21.1.18 - II ord.

In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330

I vescovi siciliani stigmatizzano gli stipendi d’oro dei politici della regione

È polemica nell’isola per l’appello lanciato dal comunicato conclusivo della sessione invernale della Conferenza epi-scopale siciliana contro il possibile innalzamento degli sti-pendi dei burocrati dell’Assemblea regionale siciliana, fi-nora fissati a un massimo di 240 mila euro l’anno. Una posizione, quella dei vescovi, assunta dopo settimane di dibattito e indignazione suscitati dalla proposta avanza-ta proprio dal presidente dell’Ars, il forzista Gianfranco Micciché, di togliere il tetto alle retribuzioni degli alti diri-genti del Parlamento.

Una lettera firmata da due sacerdoti palermitani aveva sol-levato l’attenzione della comunità civile sull’inopportunità di un provvedimento simile.

«I vescovi manifestano convinta condivisione alla denuncia di quanti, anche presbiteri, hanno evidenziato la distanza tra il sentire della nostra gente e le prospettive di chi è in-teressato a salvaguardare i privilegi economici di pochi bu-

Riscoprire la parrocchia come famiglia e sentirsi parte di essa

come di una seconda famiglia

Sabato 27 gennaio dalle 16.30 in poi

in capannone

Presentazione dei gruppi operanti in parrocchia Messa 18.30 cena condivisa (ognuno porta qualcosa) canti e balli fino ad esaurimento partecipanti

Tutti sono invitati

Guarda il sito

Materiale da “Avvenire”:

Minori, gli invisibili da salvare Nasce il "progetto rete" per i ragazzi che vivono

fuori famiglia

Il Papa in Cile e Perù Servizi e materiale vario sul viaggio

27 gennaio,

Giornata della memoria

Il giorno 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, un giorno in cui ricordare tutte le sofferenze causate dalla guerra nel mondo. Nel territorio di Monigo dal 1942 al 1943 entrò in funzione un campo di prigionia, situato presso l'attuale Caserma Cadorin. I prigionieri provenivano dalla ex Yugoslavia, invasa dall'esercito italiano e germanico. Inizialmente i prigionieri erano solo maschi, poi giunsero donne, bambini e famiglie. Il freddo e la fame causò la morte di molte per-sone che furono sepolte in una fossa comune nel Cimitero di San Lazzaro. Molti aiuti ai prigionieri furono dati dal Parroco e dalle famiglie contadine di Monigo.

Sabato 27 gennaio alle ore 17,30 al Palaz-zo dei Trecento si terrà una conferenza per ricordare questi eventi.

Associazione Nazionale Combattenti e Redu-

ci Sezione di Monigo

Il Presidente Enzo Andretta

rocrati, a discapito di chi non ha un livello di vita dignitoso.

Per parte loro le Chiese di Sicilia assicurano che continueranno a venire incontro alle diverse po-vertà, nelle forme suggerite localmente dalla fan-tasia della carità, utilizzando anche le risorse deri-vanti dai fondi dell’otto per mille che i contribuen-ti destinano alla Chiesa Cattolica».

Dura la replica di Micciché: «Se è reale il loro in-teresse nei confronti delle azioni che la politica in-tende intraprendere per aiutare chi vive in pover-tà, i vescovi siciliani si informino direttamente con chi ha questa responsabilità, anziché lanciare strali attraverso comunicati stampa». «Il documento dei vescovi siciliani non tiene conto del primo incon-tro dell’amministrazione con le sigle sindacali dell’Ars alle quali è stato proposto di mantenere i tetti stipendiali uguali a quelli percepiti fino allo scorso 31 dicembre - spiega il presidente -. Non ci sarà, cioè, nessun aumento contrattuale ed even-tuali nuovi assunti avranno stipendi ridotti».

Alessandra Turrisi

Papa in Perù: a Puerto Maldonado, difende

l'Amazzonia.

I popoli dell’Amazzonia hanno abbracciato Francesco, primo Pontefice a visitare questa immensa e straordi-naria regione, mai minacciata come oggi.

«Ho molto desi-derato questo incontro e vole-vo passare qui a visitarvi». «Vedo che siete venuti dai diffe-renti popoli ori-ginari dell’A-

mazzonia»: Harakbut, Esse-ejas, Matsiguenkas, Yines, Shipibos, Asháninkas, Yaneshas, Kakintes, Nahuas, Ya-minahuas, Juni Kuin, Madijá, Manchineris, Kukamas, Kandozi, Quichuas, Huitotos, Shawis, Achuar, Boras, Awajún, Wampís, tra gli altri. «Vedo anche che ci ac-compagnano popoli che vengono dalle Ande e son ar-rivati nella selva e si sono fatti amazzonici», «Grazie per la vostra presenza e perché mi aiutate a vedere più da vicino, nei vostri volti, il riflesso di questa terra».

«Un volto plurale di un’infinita va-rietà e di un’enorme ricchezza biologica, culturale, spirituale. Quanti non abitiamo queste terre abbiamo bisogno della vostra sag-gezza e delle vostre conoscenze per poterci addentrare, senza di-struggerlo, nel tesoro che racchiu-de questa regione». «Che Tu sia lodato, Signore, per quest’opera meravigliosa dei popoli amazzoni-ci e per tutta la biodiversità che queste terre racchiudono!». «Questo canto di lode si spezza quando ascoltiamo e vediamo le profonde ferite che porta con sé l’Amazzonia e i suoi popoli», «E ho voluto venire a visitarvi e ascoltarvi, per stare insieme nel cuore della Chiesa, unirci alle vo-stre sfide e con voi riaffermare un’opzione convinta per la difesa della vita, per la difesa della terra e per la difesa delle culture».

«Probabilmente i popoli originari dell’Amazzonia non sono mai stati

tanto minacciati nei loro territori come lo sono ora». «è una terra disputata su diversi fronti: da una parte, il neo-estrattivismo e la forte pressione da parte di gran-di interessi economici che dirigono la loro avidità sul petrolio, il gas, l’oro, le monocolture agro-industriali; dall’altra parte, la minaccia contro i vostri territori vie-ne anche dalla perversione di certe politiche che pro-muovono la ‘conservazione’ della natura senza tenere conto dell’essere umano e, in concreto, di voi fratelli amazzonici che la abitate». «Siamo a conoscenza di movimenti che, in nome della conservazione della fo-resta, si appropriano di grandi estensioni di boschi e negoziano su di esse generando situazioni di oppres-sione per i popoli originari per i quali, in questo modo, il territorio e le risorse naturali che vi si trovano diven-tano inaccessibili». «Questa problematica soffoca i vo-stri popoli e causa migrazioni delle nuove generazioni di fronte alla mancanza di alternative locali». «Dobbiamo rompere il paradigma storico che conside-ra l’Amazzonia come una dispensa inesauribile degli Stati senza tener conto dei suoi abitanti», «imprescindibile compiere sforzi per dar vita a spazi istituzionali di rispetto, riconoscimento e dialogo con i popoli nativi; assumendo e riscattando cultura, lingua, tradizioni, diritti e spiritualità che sono loro propri». Si tratta, ha spiegato Francesco, di «un dialogo intercul-turale in cui voi siate i principali interlocutori, so-prattutto nel momento in cui si procede con grandi progetti che interessano i loro spazi. Il riconoscimento e il dialogo sarà la via migliore per trasformare le anti-che relazioni segnate dall’esclusione e dalla discrimi-nazione».

«Se, da qualcuno, voi siete considerati un ostacolo o un ‘ingombro’, in verità, con la vostra vita siete un gri-do rivolto alla coscienza di uno stile di vita che non è in grado di misurare i suoi costi». «Voi siete memoria vi-va della missione che Dio ha affidato a tutti noi: avere cura della casa comune». «Conosciamo la sofferenza che alcuni di voi patiscono per le fuoriuscite di idrocar-buri che minacciano seriamente la vita delle vostre fa-miglie e inquinano il vostro ambiente naturale. Paralle-lamente, esiste un’altra devastazione della vita che viene provocata con questo inquinamento ambientale causato dall’estrazione illegale. Mi riferisco alla tratta di persone: la mano d’opera schiavizzata e l’abuso ses-suale».

«La violenza contro gli adolescenti e contro le donne è un grido che sale al cielo», ha denunciato il Papa nell’incontro con i popoli dell’Amazzonia a Puerto Mal-donado. «Mi ha sempre addolorato la situazione di co-loro che sono oggetto delle diverse forme di tratta di

persone», ha proseguito: «Vorrei che si ascoltasse il grido di Dio che chiede a tutti noi: ‘Dov’è tuo fratello?’. Dov’è il tuo fratello schiavo? Non facciamo finta di niente e non guardiamo dall’altra parte. Ci sono molte complicità. La domanda è per tutti!». Dopo cinque se-coli, le parole pronunciate da san Toribio nel III Conci-lio di Lima – «non solo nei tempi passati sono stati fatti a questi poveri tante offese e violenze con tanti ecces-si, ma che anche oggi molti continuano a fare le stesse cose» – «sfortunatamente continuano ad essere attua-li».

Per il Papa, «le parole profetiche di quegli uomini di fede sono il grido di questa gente, che molte volte è costretta al silenzio o a cui hanno tolto la parola». «Quella profezia deve rimanere presente nella nostra Chiesa, che non smetterà mai di alzare la voce per gli scartati e per quelli che soffrono», ha ammonito Fran-cesco. Di qui «l’opzione primordiale per la vita dei più indifesi», a partire dai «Popoli Indigeni in Isolamento Volontario» (Piav), «i più vulnerabili tra i vulnerabili». «Il retaggio di epoche passate li ha obbligati a isolarsi persino dalle loro stesse etnie, iniziando una storia di reclusione nei luoghi più inaccessibili della foresta per poter vivere in libertà», ha ricordato Francesco: «Continuate a difendere questi fratelli più vulnerabili», l’appello, perché «la loro presenza ci ricorda che non possiamo disporre dei beni comuni al ritmo dell’avidi-tà del consumo. È necessario che esistano limiti che ci aiutino a difenderci da ogni tentativo di distruzione di massa dell’habitat che ci costituisce». «Il riconosci-mento di questi popoli – che non possono mai essere considerati una minoranza, ma autentici interlocutori – come pure di tutti i popoli originari ci ricorda che non siamo i padroni assoluti del creato», la tesi di fon-do del Papa: di qui l’urgenza di «accogliere l’apporto essenziale che offrono a tutta la società, non fare delle loro culture una idealizzazione di uno stato naturale e neppure una specie di museo di uno stile di vita di un tempo. La loro visione del cosmo, la loro saggezza han-no molto da insegnare a noi che non apparteniamo al-la loro cultura. Tutti gli sforzi che facciamo per miglio-rare la vita dei popoli amazzonici saranno sempre po-chi».

«La cultura dei nostri popoli è un segno di vita. L’A-mazzonia, oltre ad essere una riserva di biodiversità, è anche una riserva culturale che deve essere preservata di fronte ai nuovi colonialismi». Ne è convinto il Papa, che nella parte finale del discorso pronunciato al Coli-seo Madre de Dios di Puerto Maldonado si è sofferma-to sulla famiglia, che «è ed è sempre stata l’istituzione sociale che più ha contribuito a mantenere vive le no-

Giorno Ore Intenzioni S. Messe defunti

Sabato 20 18.30

Pillon Francesca e Mario; Pozzobon Sergio e fam Pozzobon Giuseppe e Zanatta An-tonio; Mussato Elda; Selva Federico; Carniato Leone; Carniato Giulio; Badanai Lucia-no, Furlan Virginia, Danielli Giovanni, Muraro Alessandro, don Cesare Destro; Cana-to Clelia;

Domenica

21

8.00 S. Anna Giosuè, Vittoria, Evaristo e Maria Rosa Sartori;

9.00

11.00 Renosto Mario;

Martedì 23 9.00

Mercoledì 24 Messa sospesa

Giovedì 25 18.30

Venerdì 26 18.30 S. Messa in ricordo di Paolo Bottan, con amici e parenti da S. Donà e Scandolara

Sabato 27 18.30 Festa della comunità ore 16.30

Liberali Rino e Fam. Vianello; Schiavon Stefano e Pierina; Pozzobon Afra;

Domenica

28

8.00 S. Anna Menegazzi Umberto, Emilia, Giannina, Lorenzo, Marcello;

9.00 Pavanetto Gino, Ilario, Cendron Carmela, Maritan Eugenio, Manuela e Matteo;

11.00 Renosto Mario; Lucchetta Giovannino;

stre culture». «In momenti passati di crisi, di fronte ai diversi imperialismi, la famiglia dei popoli originari è stata la migliore difesa della vita», l’omaggio di France-sco: «Ci è chiesta una speciale cura per non lasciarci catturare da colonialismi ideologici mascherati da pro-gresso che a poco a poco entrano e dilapidano identità culturali e stabiliscono un pensiero uniforme, unico… e debole». «Ascoltate gli anziani», il consiglio, perché «dispongono di una saggezza che li pone a contatto con il trascendente e fa loro scoprire l’essenziale della vita». «La scomparsa di una cultura può essere grave come o più della scomparsa di una specie animale o vegetale», il grido d’allarme del Papa, «e l’unico modo per far sì che le culture non si perdano è che si man-tengano in dinamismo, in costante movimento». Poi la citazione della testimonianza di Yésica e Héctor: «Vogliamo che i nostri figli studino, ma non vogliamo che la scuola cancelli le nostre tradizioni, le nostre lin-gue, non vogliamo dimenticarci della nostra saggezza ancestrale!».

«Aiutate i vostri vescovi, i missionari e le missionarie affinché si uniscano a voi, e in questo modo, dialogan-do con tutti, possano plasmare una Chiesa con un vol-to amazzonico e una Chiesa con un volto indigeno». Con questo invito il Papa ha concluso il suo discorso. «Con questo spirito ho convocato il Sinodo per l’Amaz-zonia nel 2019», ha proseguito, annunciando a braccio che «la prima riunione presinodale avverrà proprio qui, oggi pomeriggio». «La scuola e l’educazione dei

popoli originari dev’essere una priorità e un impegno dello Stato, impegno integrante e inculturato che assu-ma, rispetti e integri come un bene di tutta la nazione la loro sapienza ancestrale», l’appello del Papa, chie-dendo ai vescovi che, «come si sta facendo anche nei luoghi più isolati della selva, continuino a promuovere spazi di educazione interculturale e bilingue nelle scuole e negli istituti pedagogici e universitari». «Molti hanno scritto e parlato su di voi. È bene che adesso siate voi stessi ad autodefinirvi e a mostrarci la vostra identità. Abbiamo bisogno di ascoltarvi», le parole de-dicate da Francesco a «tutti quei giovani dei popoli ori-ginari che si sforzano di elaborare, dal proprio punto di vista, una nuova antropologia e lavorano per rileggere la storia dei loro popoli dalla loro prospettiva».

«Non soccombete ai tentativi che ci sono di sradicare la fede cattolica dei vostri popoli», l’invito ai presenti, insieme alla garanzia che «la Chiesa non è aliena dalla vostra problematica e dalla vostra vita, non vuole esse-re estranea al vostro modo di vivere e di organizzarvi. Abbiamo bisogno che i popoli originari plasmino cultu-ralmente le Chiese locali amazzoniche». «Confido nella capacità di resilienza dei popoli e nella vostra capacità di reazione davanti ai difficili momenti che vi tocca vi-vere», l’auspicio finale: «Lo avete dimostrato nei diver-si assalti della storia, con i vostri contributi, con la vo-stra visione differenziata delle relazioni umane, con l’ambiente e con l’esperienza della fede».


Recommended