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GLI ECHI DELLA MORTE DI VOLTAIRE E DI ROUSSEAU NEL «GIORNALE ENCICLOPEDICO» DI VENEZIA

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GLI ECHI DELLA MORTE DI VOLTAIRE E DI ROUSSEAU NEL «GIORNALE ENCICLOPEDICO» DI VENEZIA Author(s): Franco Piva Source: Aevum, Anno 53, Fasc. 3 (settembre-dicembre 1979), pp. 498-518 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/25821971 . Accessed: 14/06/2014 20:56 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.49 on Sat, 14 Jun 2014 20:56:22 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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GLI ECHI DELLA MORTE DI VOLTAIRE E DI ROUSSEAU NEL «GIORNALE ENCICLOPEDICO» DIVENEZIAAuthor(s): Franco PivaSource: Aevum, Anno 53, Fasc. 3 (settembre-dicembre 1979), pp. 498-518Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25821971 .

Accessed: 14/06/2014 20:56

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MISCELLANEA

GLI ECHI DELLA MORTE DI VOLTAIRE E DI ROUSSEAU

NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO DI VENEZIA

In margine al secondo centenario delle morti di Voltaire e di Rousseau, avvenute come noto a pochi mesi di distanza l'una dall'altra, ci parso interessante esaminare

quale eco questi due avvenimenti suscitar ono a Venezia, per molti versi privilegiato

punto di osservazione delle vicende europee, attraverso le pagine del Giornale En

ciclop dico , uno dei fogli pi importanti tra quelli che si pubblicarono allora nella citt lagunare 1. Lo animava Elisabetta Caminer, donna colta, impegnata culturalmen

te, innamorata della cultura francese, come molti del resto a Venezia in quel tempo, e fervente ammiratrice di Voltaire, l'idolo eui aveva gi offerto abbondante incens

sulle pagine dell' Europa Letteraria , il foglio che aveva preceduto il Giornale

Enciclop dico e che la giovane letterata aveva diretto assieme al padre, Domenico 2.

I titoli soli dei due periodici bastano a definir la prospettiva europea, e perci francese, da loro adottata e l'apertura verso quella cultura che gli uomini pi illuminati del tem

po andavano elaborando nei diversi paesi d'Europa e particolarmente nella Francia

dei Montesquieu, dei Buffon, dei Voltaire, dei Diderot e dei Rousseau. Pi letterario il primo, pi impegnato ideol gicamente il secondo 3, essi avevano ovviamente riserva

to uno spazio note vole ai pi significativi rappresentanti della cultura illuministica

d'Oltralpe, con una predilezione tuttavia per Voltaire ed una certa riserva, invece,

per Rousseau.

Vari elementi concorrono a motivare quest o diverso atteggiamento: innanzitutto, la grande ammirazione che Elisabetta Caminer, l'anima dei due periodici, ha sempre dimostrato per Voltaire, l'idolo, il modello, il filosofo che la affascina con il suo stile r pido e corrosivo, con la sua iron a pungente, seppure apparentemente cosi elegante e leggera, con il suo laicismo, con quella sua morale libera da tutti quegli influssi e

1 Cfr. Giornale Enciclop dico (gennaio 1774-dicembre 1781), in Venezia nella stamperia Fenziana

(1774-1777); in Vicenza nella stamperia Modena, poi Mosca, poi Turra (1777-1781), con licenza de' Su

periori. D'ora in poi sara indicato con la sigla G.E. 2 Sulla figura di Elisabetta Caminer cfr. V. MALAMANNI, Una giornalista veneziana del sec lo XVIII,

Archivio v neto , II (1891), pp. 251-275, e L. LATTES, Una letterata veneziana del sec lo XVIII (Eli sabetta Caminer Turra), ibid., XXVII (1914), pp. 158-190.

3 Anche per l'impartante e qualificato apporto di alcuni amici e collabora tori di Elisabetta quali Alberto Fortis e, soprattutto, Giovanni Scola; su quest'ultimo cfr. il nostro Illuminismo e cultura francese a Vicenza nel secondo Settecento, in Contributi delPIstituto di Filolog a moderna , ser. francese, VII, Universit Cattolica, Milano 1972, pp. 50-146.

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VOLTAIRE B ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 499

tradizioni pretesche e fratesche che impediscono, attorno a lei, nel cattolico e conser

vatoire V neto del tempo, il libero formarsi degli spiriti e la libera espressione della vita che a lei, donna giovane e piena di entusiasmo, paiono tanto importanti. Vol

taire, del resto, autore notissimo a Venezia: il suo teatro continuamente rappresen tato sulle scene, pubbliche e private, di una citt innamorata di spettacolo e calo rosamente applaudito da un pubblico, spesso patrizio, il quale, inebriato dal movi

mento dell'azione e dalia grazia elegante del verso, non ne sa, o non ne vuole, coglie re la carica di corrosione e di critica che sempre lo caratterizza 4. Le sue opere storiche

hanno trovato traduttori molto presto e s ono frequentemente ristampate, almeno

quelle pi antiche e meno impegnate 5; le altre sono fatte arrivare direttamente da

Parigi o da Amsterdam e passano le dogane venete senza eccessive difiicolt 6. Lo stes

so don Antonio Donadoni, preposto dalle autorit ecclesiastiche al controUo dei libri che provengono dall'estero, ha curato (alcuin anni, vero, prima di essere nominato

a quella mansione) e tradotto una silloge, in tre volumi, di scritti voltairiani la quale, se raccoglie per lo pi testi di carattere filol gico e letterario, contiene pero anche pa gine non indifferenti di storia e di costume 7. Solo pochissime, tra le opere del vecchio

Patriarca, sono ufficialmente proibite a Venezia, sebbene trovino anch'esse modo, e piuttosto agevolmente visto che si incontrano in molte delle biblioteche private del tempo, di infiltrarsi nelle trame abbastanza larghe della censura veneziana 8.

La personale ammirazione della Cammer si allea, quindi, e si combina con la qua si totale assenza di ostacoli, da parte della censura di Stato, per aprire le pagine del Giornale Enciclop dico all'uomo di Ferney il quale in effetti, vi occupa, fin da

vivo, uno spazio molto importante: nei quattro anni che vanno dalia nascita del gior nale alla morte di Voltaire ben 16 articoli sono dedicati a lui e parecchie altre volte s'ineontrano allusioni alla sua persona o all'opera da lui svolta nel campo della storia, della poesia, del teatro, eec. Egli , volta a volta, definito il Nestore della Letteratura francese , il migliore de' Poeti tragici viventi , il pi grand'uomo della Lette ratura francese 9. Altrove si elogiano il suo stile , la sua grazia , il suo

spirito ed il suo brio 10. Ben diverso il caso di Rousseau: differenti ragioni lo rendono un personaggio

meno attraente, meno popolare e, perci , giornalisticamente meno interessante. Da

un lato, Fattacco contro la Repubblica V neta ed il suo governo, da lui formulato nel

Contrat Social, gli hanno inimicato molte persone a Venezia e sono, molto probabil mente, all'origine delFinterdetto che ha colpito non solo il Contrat Social, ma anche

FEmile, di eui d'altronde non si accettano le pagine sulla religione del vicario savoiar

4 Sulla fortuna del teatro di Voltaire a Venezia, e pi in generale in Italia, cfr. gli ormai vecchi ma

sempre utili E. BOUVY, Voltaire et VItalie, Paris 1898, e L. FERRARI, Le traduzioni italiane del teatro tr -

gico francese nei secoli XVII e XVIII, Paris 1925. 5 M. BERENGO, La societ v neta alla fine del Settecento, Firenze 1956, p. 144, n. 1. 6 Sulla questione cfr. il nostro Cultura francese e censura a Venezia nel secondo Settecento, Venezia

1973, passim e particolarmente pp. 65-70, 140-143. 7 VOLTAIRE, Opere scelte, Londra [ma Venezia] 1760, a spese di Benedetto Milocco, librajo v neto.

Tre volumi in 120. 8 Bench le opere di Voltaire subiscano per 22 volte il sequestro alie dogane venete dal 1769 al 1797,

solo due non figurano mai tra le opere licenziate , tra quelle cio che passano ufficialmente le dogane della Serenissima: si tratta della Pucelle d'Orl ans e del Trait sur la tol rance. Del resto, F Ordine del 5 maggio 1772 col quale i Riformatori dello Studio di Padova proibivano la circolazione e lo smercio nello Stato v neto di un certo numero di opere delFIlluminismo d'Oltralpe, di Voltaire menzionava solo l'Evan

gile de la raison, il Dictionnaire philosophique ed il gi citato Trait sur la tol rance; cfr. Cultura francese e censura..., cit., pp. 23, 66.

9 G.E., aprile 1774 pp. 55, 59, e agosto 1775, p. 60. 10 Ibid., p. 61.

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do, e la Nouvelle H lo se, senza dimenticare i due discorsi sur les sciences et les arts e sur Vorigine et les fondements de Vin galit parmi les hommes che pure, fino ad allora, erano entrati a Venezia in tutta tranquillit u. D'altro lato, l'indole bizzarra e scon

trosa del Cittadino di Ginevra non tale da attirare su di lui la considerazione e Faf fetto dei Veneziani. Son soprattutto i suoi scontri con Voltaire, con il gruppo dei

philosophes o con Fingiese Hume che convogliano su di lui la curiosit e, talvolta, la commiserazione degli uomini di cultura della Serenissima. Rousseau, in fondo, au

tore che si legge, che si ama anche, ma di eui de bon ton, od opportuno, non parlare

pubblicamente. Seppure non tomi molto a suo onore, occorre del resto dire che la cul

tura v neta ha stentato a cogliere il vero messaggio di Rousseau, le sue istanze filoso

fiche, il significato d lie sue proposte politiche e pedagogiche, la sua profonda reli

giosit , il suo bisogno di un r pporto diverso, meno rido e razionalistico, con Fuomo e con le cose.

In linea con il gusto predominante dei suoi lettori e con le remore opposte dalle autorit civili e religiose, anche il Giornale Enciclop dico riserva a Rousseau

phi un int resse di curiosit che una vera e propria attenzione, per eui manca, negli anni che precedono la sua morte, qualunque serio tentativo di presentarne il mes

saggio etico e le idee filosofiche. Lo spazio a lui consacrato , peraltro, estremamente ridotto: solo un paio di articoli gli sono dedicati e quattro o cinque altre alhisioni lo concernono, in articoli consacrati ad altri o ad altro. Nessuno di essi di Elisabetta

Cammer o di suo padre Domenico.

E con queste premesse che ci si deve accingere a leggere le pagine che il Giornale

Enciclop dico consacra ai due grandi uomini in occasione della loro morte e nei

mesi che la seguono; esse ci sembrano indispensabili per valutare nel loro esatto signi ficato le indicazioni che ci offrono e per potere, alla fine, tentare un bilancio della for tuna che i due massimi rappresentanti dell'Illuminismo francese godettero a Venezia

negli anni che seguirono la loro scomparsa. Proprio per questo, non ci siamo volutamen

te limitati alie prime reazioni reg strate dal foglio v neto subito dopo la morte di Vol

taire e di Rousseau, ma abbiamo preferito seguir le tracee e gli echi di quegli eventi durante un arco di tempo phi ampio, in pratica fino alla scomparsa del giornale, per un periodo, quindi, di circa tre anni.

Ora, la prima cosa che ci ha colpiti il diverso rapporto che la presenza, diretta ed indiretta, dei due filosofi esprime nel periodo che precedette ed in quello che segui la loro morte: mentre, come abbiamo visto, negli anni che precedettero il 1778 la pre senza di Voltaire nel Giornale Enciclop dico massiccia e quella di Rousseau, invece, quasi nulla, negli anni che seguirono la loro morte essa importante e presso ch eguale per tutti e due; abbiamo infatti contato una dozzina di articoli, pi una decina di alhisioni, per Voltaire e una dozzina di articoli, pi cinque o sei allusioni, per Rousseau. Anche il numero totale d lie pagine loro dedicate , grosso modo, lo stesso: un'ottantina per ciascuno. Questa costatazione certamente degna di nota e

non pu non attirare la nostra attenzione, sebbene non sia agevole, per il momento, darne una spiegazione e trarne d lie conchisioni pienamente soddisfacenti. Le somi

glianze di trattamento sembrano, tuttavia, fermarsi qui e lasciare il passo a caratteri

stiche e a differenze non meno evidenti e significative: mentre della dozzina di articoli dedicati a Voltaire sei sono originali (quattro sono firmati da Elisabetta, due da Do menico Caminer), di quelli che si riferiscono a Rousseau nessuno di mano di qualcuno

11 Con 26 fermi Rousseau I'autore francese pi sequestrato aile dogane venete; in pratica, dal

1769, anno a partir dal quale possediamo notizie sicure, nessuna sua opera ha mai varcato ufficialmente le dogane della Serenissima; la situazione, tuttavia, non dovette essere molto diversa neppure per gli anni precedenti; cfr. Cultura francese e censura..., cit., pp. 52-57.

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dei collaborator! del Giornale Enciclop dico ; otto sono traduzioni di articoli ap parsi su giornali stranieri (soprattutto sui Journal Encyclop dique di Bouil

lon) e quattro sono anonimi, ma anch'essi hanno tutta l'aria di essere delle traduzioni.

Solo le restanti allusioni hanno un padre, essendo quasi tutte di Giovanni Scola, uno dei pi attivi ed impegnati collaboratori del foglio v neto e quello che a Rousseau dedica l'attenzione pi acuta, sebbene spesso critica.

Come possibile dar conto di una simile differenza? Forse si tratta di un riflesso dell'antico divieto, del resto mai revocato umcialmente, fatto dalia censura v neta di

parlare di Rousseau o, forse, di una semplice, ma utile, precauzione. Di fronte alla morte di un uomo cosi importante e discusso come il Cittadino di Ginevra, il Giorna le Enciclop dico sente il bisogno ed il dovere di parlare; temendo le reazioni e le

rappresaglie della censura lo fa, tuttavia, indirettamente, riportando in traduzione

gli articoli ed i giudizi espressi dai diversi giornali europei, rischiando, in proprio, tut t'al pi , alcune allusioni le quali, per essere significative, non diventano mai pericolose non entrando che moho di sfuggita nel m rito dell'uomo e delle sue idee. La frequen za con la quale il Giornale Enciclop dico parla di Rousseau dopo la sua scom

parsa non pu , tuttavia, non attirare la nostra attenzione; n essa pu , ci sembra,

spiegarsi con il solo desiderio o dovere di informare i propri lettori. Dietro, c' , proba bilmente, anche la volont di approfittare della favorevole circostanza ofFerta dalia morte per presentare finalmente al pubblico v neto un autore che se a Venezia non

aveva incontrato, forse, lo stesso favore di Voltaire, era tuttavia stato letto con atten

zione e del quale si cominciava a percepire, sempre pi chiaramente, 1'importanza. Un'ulteriore considerazione ci pare indirizzare verso questa conclusione: gli articoli

dedicati a Rousseau si fanno pi numerosi a mano a mano che i mesi passano, come

se si fosse dapprima voluto saggiare il terreno ed approfittare, poi, di una liberta t -

citamente concessa; vi un solo articolo per il 1778, ma tre per il 1779, quattro per il 1780 ed ancora quattro (pi un paio d'importanti allusioni) per il 1781. Contempor

-

neamente, gli articoli dedicati a Voltaire sembrano seguir una tendenza inversa:

quattro articoli per il solo secondo semestre del 1778 (senza contare le allusioni), sei

per il 1779, ma due per il 1780 e solo uno per il 1781. Ha un significato questa duplice ed inversa tendenza? Risponde ad un consapevole e preciso intendimento del gior nale? E difficile rispondere con chiarezza. Il diverso rapporto potrebbe dipendere dalia diff rente rapidit con la quale le gazzette straniere eui il Giornale Enciclo

p dico attingeva, reagirono alla scomparsa di Voltaire e di Rousseau e pubblicarono i loro articoli sulTuno o sull'altro dei due filosofi. Il fatto, poi, che la meta degli articoli consacrati a Voltaire siano a firma di Elisabetta o di Domenico Cammer pu , anch'esso,

spiegare la maggiore frequenza nel primo periodo, tanto pi che essi si riferiscono tutti al 1778 e al 1779. Forse esiste, pero, anche un'altra spiegazione: mentre l'int resse

per Voltaire pare decrescere presto dopo la sua scomparsa, e non solo nel foglio v neto, come per una certa saziet o per il bisogno, dopo l'entusiasmo, di riesaminare con un

po' pi di caima e di distacco la figura e l'opera dell'ex-Patriarca di Ferney, quello per Rousseau, attorno al quale sembra crearsi e svilupparsi presto una specie di mito, riflesso e prolungamento della leggenda che aveva iniziato a circondare 1'uomo dopo la pubblicazione della Nouvelle Heloise, cresce continuamente, alimentato dalia pub blicazione di numerosi inediti, tra eui soprattutto importanti le Confessions, e dalia

divulgazione di aneddoti, pi o meno veritieri, sulla squisita bont e sensibilit del filosofo. Di ci il Giornale Enciclop dico , rispondesse o no questo alie sue inten

zioni, sembra farsi un veicolo fedele e per certi aspetti addirittura interessato.

Ad ogni modo, le prime reazioni alla scomparsa dei due filosofi sono, nel foglio v neto, egualmente deludenti; chi sperava che, di fronte a simili tragiche notizie, la

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penna dei redattori si sciogliesse in orazioni funebri ed in esaltazioni commosse (e per Voltaire era per lo meno lecito supporlo), destinato a rimanere profondamente de

luso. La morte di Rousseau passa addirittura inosservata; queUa di Voltaire annun

ciata molto succintamente negli avvenimenti istorici del giugno 1778, con poche e fredde righe che hanno tutta l'aria di essere riprese da qualche gazzetta estera e che

si perdono fra le notizie, ben pi rieche e dettagliate, riguardanti le operazioni della

guerra anglo-franco-americana:

Si dice il gior. 30 del p. sc. morto il celebre S. di Voltaire, che pria di morir fu sorpreso da grave letargo cagionatogli da una bottiglia di oppio liquido preparato regalatagli dal Duca di Richelieu. Doveva 1'infermo pr ndeme di quando in quando in picciola dose, ma egli la bev tutta in un tratto. Rinvenuto dal mortal sopore, al

tro non voile prendere che 32 tazze di caff fra un dopo pranzo, ed una notte 12.

Occorrer attendere due mesi perch il Giornale Enciclop dico tomi a par lare di Voltaire; lo far , per mano di Elisabetta Cammer, non per tessere le lodi del lo scomparso, ne per piangerne la morte, ma per evocare il suo arrivo a Parigi, gli on ori tributatigli dall'Accademia e 1' incontro strepitoso ottenuto da Irene, tra

gedia coila quale il Sofocle francese ha ltimamente accresciuto il numero de' suoi

capi d'Opera . E parimenti ricordato, con ampio sfoggio di particolari, il famoso

episodio delFincoronazione, sulla scena stessa di Irene, del busto di Voltaire fra gli applausi , F entusiasmo e l' ebbrezza di un pubblico in delirio 13. Alla

scomparsa del Genio della Francia dedicata, invece, solo una r pida e fugge vole allusione.

Perch ? La risposta sembra essere in un articolo, ancora di Elisabetta Cammer,

apparso nel Giornale Enciclop dico del mese seguente: presentando un modesto

pamphlet antivoltairiano, la giornalista veneziana si premura subito di avvertire il

lettore che invettive, bassezze indecenti, ignoranza profonda dell'Opera del pi

grand'uomo del nostro sec lo formano tutto il m rito d'uno de' molti libercoli che

disonorano le nostre Stampe e che se lo presenta soltanto per dovere di cronaca 14.

Quale il motivo di tanta preoccupazione per un libello, in effetti, abbastanza scial

bo? Ad Elisabetta Caminer era gi capitato altre volte di dover difendere Voltaire

dagli insulti e dalle calunnie dei suoi detrattori; lo ave va sempre fatto con brio e de cisione, come chi sicuro di difendere la giusta causa 15. Questa volta essa appare in vece visibilmente a disagio; la sua difesa fiacca sennon scarsamente convinta, con

ammissioni imbarazzanti e reazioni poco motivate. Ecco, per esempio, come reagi sce all'accusa di irreligiosit lanciata dall'anonimo libellista contro Voltaire:

Sarebbe stato desiderabile senza dubbio che Voltaire nel suo ultimo fine rico noscesse le auguste verit alle quali sfortunatamente egli ha fatto contro; ma s'egli fatto lo avesse pubblicamente, come pu sperarsi lo abbia fatto ne' suoi momenti estre mi il suo cuore, non avrebbe impiegato i modi disonoranti, le viii espressioni, le fan ciullesche ciarle che si creduto di potergli attribuire l'autore qualunque siasi di

questa sublime insulsaggine. Voltaire sarebbe stato Voltaire in tutto, n puo addos

12 G.E., giugno 1778, p. 61. 13 Ibid., agosto 1778, pp. 17-21. 14 Ibid., settembre 1778, p. 81. 15 Cfr., ad es., ibid., agosto 1777, pp. 113-116, a proposito del libello, attribuito al padre J. Richard,

Voltaire parmi les ombres.

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 503

sargli delle frascherie sennon chi non conosce il di lui stile, chi non pu entrare nel di lui spirito, chi non sa rispettare il Pubblico, chi sarebbe quanto basta avanza to se sapesse di lontano e in silenzio venerar la memoria d'un uomo illustre, rispettar il suo nome, conoscere il proprio nulla, e restringersi a compiangere degli errori eui

la religione giustamente suggella per tah, ma che non permesso di combatiere a chi non ha ne lumi, ne maniera per farlo s lidamente 16.

Certo, l'accusa di incr dulit e di irriverenza era la phi grave che, nell'ambien te v neto, si potesse lanciare contro un filosofo, e la phi pericolosa; nel caso di Vol

taire, d'altra parte, essa era diificilmente ricusabile. Non era, pero, n la prima vol

ta che una tale accusa veniva formulata, n i termini usati erano peggiori, o phi pre cisi che in altre occasioni. Dietro il palese disagio di Elisabetta Cammer c' quindi qualcos'altro, tanto phi che essa confonde stranamente i tempi e riferisce al mo

mento storico della morte di Voltaire il senso di un'accusa che il pamphlet esprime va invece solo come calunnia; qualcosa che non riescono a far dimenticare ne l'evo

cazione dello storico illustre , del poeta incomparabile e dell' erudito sen za confini , ne l'estremo, disperato appello all' umanit del grande filosofo

che, nelle intenzioni della giornalista veneziana, avrebbe dovuto giustificare la sua

poco ortodossa posizione religiosa la quale, ad ogni modo, non deve per la Cammer definirsi atea , cosi come pretende 1'an nimo libellista, ma phi semplicemente e per la verit phi esattamente, deista 17. C' , molto probabilmente, il peso del la tremenda leggenda che, ingigantita ad arte dai suoi nemici e detrattori, si era for mata presto attorno alla morte di Voltaire e di eui anche la redattrice del Giorna le Enciclop dico era, evidentemente, venuta a conoscenza. Non qui il caso di

rievocarla neppure per sommi capi, bastando rinviare alla ricostruzione dettagliata, ancorche un po' vecchia, del Desnoiresterres o a quella, phi moderna, del Pomeau 18.

I redattori del foglio v neto non potevano owiamente conoscere alcuni dei do

cumenti pi imp ort anti relativi alla morte di Voltaire, quali la famosa dichiarazione di fede del 2 marzo 1778 od il M moire de Vabb Gaultier [ultimo confessore di Vol

taire] VArchev que de Paris, non ancora di dominio pubblico, per eui la loro cono scenza degli ultimi momenti dell'esistenza del filosofo d'Oltralpe si basava sulle no tizie che avevano potuto leggere sui giornali o sulle voci che correvano allora l'Eu

ropa. Le notizie che giunsero a conoscenza dei Cammer, d'altra parte, e che essi po

terono, ad esempio, leggere nella Gazette de Cologne del 1 luglio 1778, erano tali da dare un senso ben preciso, e non certo positivo, alla fredda notizia, pi sopra ri

cordata, ed alie dicerie che si stavano gi dif bndendo nei diversi paesi d'Europa, Esse ponevano dinnanzi ai loro occhi sbigottiti ed increduli un uomo disperato, fuo

ri di senno, intento a consumare i suoi ultimi istanti non nella serenit del saggio o nel raccoglimento del cristiano, ma compiendo le cose pi folli, come quella di bere tutta intera una bottiglia di oppio, seppure non si voleva dar cr dito a ci che ripor tavano certe gazzette, e maledicendo Dio tra i dolori pi atroci, causati dal male f -

sico e, si dice va, da tremendi rimorsi.

16 G.E., setiembre 1778, pp. 81-82. H Ibid., pp. 82-83. 18 Cir. G. DESNOIRESTERRES, Voltaire et la soci t au XVIIIe si cle, Paris 1867-1876: Retour et mort

de Voltaire, e R. POMEAU, La confession et la mort de Voltaire, d'apr s des documents in dits, Revue d'Hi

stoire Litt raire de la France , luglio-settembre 1955, pp. 299-318. Cir. anche La religion de Voltaire, nouvelle d. revue et mise jour, Paris 1969, pp. 451-458.

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Era una scena che contraddiceva troppo crudelmente l'immagine che di Vol taire si erano fatta da vivo perch i redattori del Giornale Enciclop dico non dovessero istintivamente rifiutarla cercando disperatamente di opporre ad essa un'al

tra, come quella proposta da Elisabetta nel suo articolo di agosto, la qu le pr sentasse il loro idolo nello splendore della sua gloria. Solo in questa prospettiva, d'altra parte, si comprendono il disagio del giornale a parlare della morte di un uomo che aveva

sempre esaltato come l'esempio pi fulgido delTumanit e della serena razionalit e le difficolt provate da Elisabetta Caminer a difendere dall'accusa di empi ta e di irreligione un uomo di eui si diceva che fosse morto maledicendo Dio ed a eui le autorit religiose avessero rifiutato la sepoltura in terra consacrata.

Dovette, perci , apparire manna venuta dal Cielo l'ode che il padre Aurelio Bertola invi al Giornale Enciclop dico qualche tempo dopo e della quale i re dattori si affrettarono a far parte al Pubblico . Era un'ode per la morte di Vol taire la quale, al di l di una certa enfasi di circostanza, esprimeva bene l'atteggia mento di molta parte della cultura italiana del tempo ed il profondo dolore che la

scomparsa del filosofo aveva provocato nell'animo dei pi ; si aveva la diffusa sen

sazione di una perdita irreparabile e l'impressione che con lui un'epoca, importante, si fosse definitivamente chiusa, come bene esprime il poeta in alcune sue strofe:

Non speri pi Melpomene/ Su le moderne scene/ Ricomparir per vincere/ Il coturno d'A lene.

Pria che si chiuda il sec lo,/ Chiuda i gi pieni fasti:/ Goda su la grand'epoca / E il suo Volter gli basti.

Vol ter! su la tua imagine/ Col ciglio io mi rimango;/ Ti chiamo, e il cor mi pal pita,/ Ti chiamo ancora, e piango.

I giorni tuoi non furono/ Per mortal corso brevi;/ Ma, Divin Genio, vivere/ Tu

sempre non do ve vi? [...]. Tu polve ed ombra! Oh giunganti/ I segni d'un dolore,/ Che il labbro incerto

mormora,/ Ma si profonde il core. II core awezzo a bevere/ Di tua facondia al fiume:/ Ah tu, cosi beandomi,/ Non

sei pel core un nume?

Vedi? fra i culti spiriti/ Non v'ha pupilla asciutta,/ E su di te s'interroga/ Il fior

d'Europa tutta 19.

All'ode del Bertola seguiva un'altra composizione, del conte reggiano Francesco Cas

soli, in eui si supponeva che l'Ombra di Voltaire rispondesse all'An nimo Au tore dell'Ode f nebre . E anch'essa una celebrazione del grande scomparso, ma il tono vi meno enf tico; soprattutto, possibile cogliervi qualche eco delle tremende circostanze che, secondo la pubblica opinione, avevano caratterizzato la sua morte.

I redattori del Giornale Enciclop dico la pubblicarono egualmente, forse perch l'elogio e la celebrazione prevalsero, ai loro occhi, sull'evocazione del trapasso. L' Om

bra di Voltaire inizia indirizzando un commosso e sentito omaggio all'1 taha, di eui esprime il rimpianto di non aver mai potuto imparare bene la dolcissima fa

vella,/ Del eui sonante numero/ La poesia si abbella ; poi, rivolgendosi pi diretta mente al poeta italiano, lo esorta a non

piangere per la sua morte, d'invidia, non

10 G.E., novembre 1778, pp. 82-84. L'ode, che occupa le pp. 81-85, ha per titolo Ode per la morte del

Sig. di Voltaire.

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 505

di lagrime [... ] degna , nella eui evocazione , per Fappunto, Peco, seppure at tenuata e come sfumata dalia piet deU'ammiratore, della leggenda che subito le era sorta attorno, deform ndola:

Penai ne l'ora orribile,/ Che per me fu l'estrema:/ Umanit cingevami,/ E chi mortal l trema.

Quasi invecchiata l'anima/ Nella sua adulta spoglia,/ Del corpo inesorabile/ Tutta sent a la dogUa.

Denis, Villette, amab i/ Troppo ed acerbi oggetti,/ Di trattener forzavansi/ Con lamento si affetti

Il fuggitivo spirito,/ Ch'era affranto, oh Dio/ In mille parti lacero/ Fra il loro affanno e il mio.

Ma a tanta pena tolsemi/ Del duol l'eccesso alfine, /E pietosa Proserpina/ Recise il fatal crine 20.

Non , come ben si sente, il trapasso del saggio, il quale attende sereno e tran

quillo la sua ultima ora, come sarebbe senza dubbio piaciuto a coloro che, come Eli sabetta e Domenico Cammer, di Voltaire avevano fatto il loro idolo ed il loro ideale

modello.

La difesa dei giornalisti veneti talvolta addirittura pat tica, anzi perfino mal destra. Cosi, nel numero di dicembre, essi propongono all'attenzione del loro pubbli co un sonetto an nimo come in onore di Voltaire mentre esso chiaramente contre

il suo mito. Nella breve introduzione awertono che il S. di Voltaire viene guardato sotto a due varj punti di vista e che la divisione non pu sembrar sennon giu sta a chiunque entri nello spirito di certe circostanze non meglio prec sate ma f cil

mente intuibili, mentre non ci si rende conto che all'illusione della quartine, presen tata oltrettutto in forma interrogativa, si oppone la tremenda verit d lie terzine, della seconda soprattutto:

In queste di Ferney, sacre alToblio, Opache selve e solitarie, e chete, Ti invita forse, o PastoreUo, il Rio

Ch'Enriade, o Zaira ancor ripete?

O il lauro eccelso pm, che annoso abete, Si caro ammiri all'Apollineo Dio, O rUrna, che tra quete ombre secrete

Di Senna il Genio di sua man scolpio?

Ah!, semplice Pastor, tu non sai quante Trame ascondono quest'acque,

e queste infide

Di tosco infette, awe'enate piante.

Fuggi il p rfido suol. Qui il Cielo deride, Ombra ancora ignuda, ombra insepolta errante,

Volter, e Falme lusingando uccide 21.

20 Ibid., pp. 88-89. L'ode occupa le pp. 86-91. M Ibid., dicembre 1778, p. 62.

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506 F. PIVA

Erano cos ingenui, i redattori veneti, per non cogliere il vero senso del sonetto? e la sua lettura aveva fatto loro veramente moltissimo piacere , cosi come so

stengono nella citata presentazione? Non crediamo. Nella sbigottita confusione che

provoco in loro l'arrivo di tante contrastanti notizie, fu semmai la volont disperata e un po' inconscia di parlare ad ogni costo del loro Voltaire, per tenerne viva

l'immagine nel pubblico, che li spinse a pubblicare il sonetto. D'altra parte, doveva no essere oramai anche loro disposti, o rassegnati, ad accettare quella che pareva una

triste ma inevitabile realt .

Per fortuna, col nuovo anno cominciarono ad arrivare dall'estero i primi arti

coli che commemoravano la scomparsa del grande uomo. Il compito del Giornale

Enciclop dico si fece allora phi agevole, tanto pi che Oltralpe non si era rimasti

troppo a lungo succubi d lie dicerie sorte attorno ai fatti che avevano preceduto e

seguito la morte di Voltaire e che la sua fama aveva saputo trovare vigorosi e ze

lanti difensori. Cosi, per esempio, il Journal Encyclop dique di Bouillon pre sentava YEloge de Mr. de Voltaire del Palissot come un doveroso omaggio

a questo

genio meraviglioso, senza esempi ne' secoli precedenti, e senza eguali probabilmente eziandio ne' futuri 22, dettato certo dall' ammirazione e dalia gratitudine ,

ma non meno fedele alla verit . Per parte sua, il Palissot, dopo aver tratteggiato brevemente il carattere dell'uomo che per cosi lungo tempo ferm sopra di s gli sguardi dell'Europa intera , propone un r pido ma vigoroso schizzo dell'opera di

Voltaire di eui sono colti gli aspetti pi salienti; soprattutto esaltata la sua azione

per una pi ampia e complessa visione della storia, giustamente vista come uno dei

suoi meriti essenziali:

Fu desso quello che dilato la camera dell'Istoria, troppo ristretta innanzi di

lui, nei dettagli della pol tica e nell'ambizione de' Principi, come se fosse destino dei

popoli d'esser loro sagrificati in tutto, e perfino negli annali del mondo. Egli primo di tutti fece sentir questa specie d'oltraggio fatto al genere umano, e quello che gli Storici fino allora avevano trascurato principalmente, l'influenza dell'opinione sulle

disgrazie della terra. Le leggi, gli usi, i costumi, i progressi delle scienze e dell'arti divennero il principale oggetto delle di lui ricerche. Questa rivoluzione della Storia

perfezionata dalia Filosof a forse una delle cose che pi gli danno diritto all'ammira zione de' suoi contemporanei, e alla riconoscenza della posterit 23.

L'elogio, provenendo da una penna ben altrimenti capace di quella di Domenico o anche di Elisabetta Caminer, da una penna libera soprattutto dal peso delle dice rie che avevano avvilito e reso incerto lo spirito dei due giornalisti veneziani, esprime, come si sente, un suono molto diverso dalle patetiche ed impacciate difese contenute

negli articoli precedenti. Anche i difetti, questa volta, son meglio mascherati e chia ramente controbilanciati dalle preciare qualit del vecchio Patriarca; a werte in fatti poco dopo l'articolista straniero:

Il Sig. Palissot confessa ingenuamente i falli di Voltaire rapporto alla Reif, gione, e nessuno potr giustificarli; mentre si compiangono pero, e si

condannan0> bisogna anche confessare ch'egli aveva delle qualit di cuore tanto stimabili, quanto quelle del suo ingegno erano brillanti, e ricorda un episodio, uno dei tanti, in eui V01

22 Ibid., gennaio 1779, p. 113. 23 Ibid., pp. 114-115.

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIO RN ALE ENCICLOPEDICO 507

taire aiut della sua potente influenza e del suo denaro alcuni contadini sciagurati [.

. . ] caduti in rovina per una lite 24.

Lo stesso trapasso presentato come un momento al quale Voltaire si prepa rato lungamente,

con serenit se non con gioia, sfatando perci , pur senza dirlo aper

tamente, le leggende sorte a tal proposito. Ci dovette ridare fiducia e coraggio ai redattori del Giornale Enciclop dico , e ad Elisabetta Cammer in particolare la

quale, presentando alcuni mesi pi tardi una raccoJta di Eloges di Voltaire, non teme di affermare che questa raccolta fatta in onore dell'uomo che ha occupate moltis

simo le persone, v vente, ed occupa le penne di molti ora, estinto, un monumento

innalzato alla giustizia, la quale separando il m rito dai difetti, non pu acconsen tire che quello sia per questi perduto di vista 25, con motivazioni chiaramente prese dall'articolo precedente. Certo, il tono non trionfalistico e si avverte ancora in lei

qualche disagio, talch , essendo arrivata, nella presentazione deWEloge del re di

Prussia, al punto in eui, ricordate con una r pida pennellata le varie azioni che se

gnalarono la sensibilit di Voltaire, e le sua beneficienza , d'uopo separarsi da lui per sempre , Elisabetta preferisce, anziehe par ame, ricoprire d'un velo

e questa poca funesta, e le riflessioni che il Sovrano di Prussia fa intorno ad alcune circostanze che l'hanno seguita 26; ma si sente anche che la giornalista v neta ha

ritrovato l'antica fede. Cosi, parlando dell'articolo Voltaire, contenuto ne Les trois

si cles de la litt rature fran aise del Sabatier de Castres 27, non particolarmente favo

revole al Patriarca di Ferney, la Caminer non ha paura di denunciare la poca impar zialit del critico francese. Se disposta a riconoscere i limiti di Voltaire, non puo assolutamente accettare che egli venga ridimensionato oltre misura e critica aspra mente un m todo di analisi il quale, esaltando solo alcune d lie cose fatte da Voltaire, ne distrugge inesorabilmente le restanti. La pagina che la Caminer contrappone al

Sabatier lunga ma, data l'importanza, merita di essere trascritta in extenso:

V'ha senza dubbio dell'entusiasmo fra gli encomiatori del S. di V. Voltaire non giustificabile nella sua irriverenza verso la Religione, della quale talora per con traddizione si dimostrato zelante; Voltaire non sempre inventore di quanto spac cia per suo, testimonio frall'altre cose YEsame Importante di Milord Bolingbrook;

Voltaire non esattissimo sempre in quanto avanza e nelYEnriade, eui il Sig. Sa

bathier propone al Leggio ed al Telemaco, chi potr decidere dir forse ch'egli non da paragonare a Virgilio. Ma il trovar questo Poema spoglio quasi affatto di m rito se se ne cambj il soggetto naturalmente interessante; il discendere con istento a lo

dare alcune fraile trag die di Voltaire per criticarne la maggior parte aspramente; il preferir Attila e Sure a a Semiramide e a Marianne; l'insultare e guardar il sec lo

con occhio di compassione perch ha applaudito al Figliol Prodigo e a Nannina; il dichiarare cosa da nulla, anzi cattiva il Saggio sulla Storia universale, capo d'opera di quel genere e del suo Autore; il ritrovarlo ripieno di errori e d'infedelt , quando Robertson stesso protesta d'aver riscontrate e tr vate esattissime le asserzioni e

le citazioni di Voltaire; il condannare dall'alto e disprezzare il Sec lo di Luigi XIV,

24 Ibid., p. 117: II S. di V. non pot resistere a questo spettacolo doloroso, pass nel proprio gabi netto, porto i mille scudi, ringrazio delFoccasione che gli aveva procurata di dar loro questo soccorso, il quale non fu l'ultimo ch'egli versasse sopra di essi .

25 Ibid., setiembre 1779, p. 3. 26 Ibid., p. 5. 27 Elisabetta Cammer scrive Sabbathier, ma si tratta sicuramente di A. Sabatier detto Sabatier de

Castres (1742-1817), pol grafo instancabile ed accanito nemico di ogni novit .

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508 F. prvA

quello di Luigi XV, e le Storie di Carlo XII e di Pietro il Grande; il negare qualunque m rito d'invenzione a Voltaire ne' suoi Romanzi, e pretendere che quelli che gli ap partengono veramente debbansi riconoscere alla snervatezza, alla slegatura, alla

inverisimighanza, soh caratteri che l'Autore ritrova in Candido e neW Ingenuo; il dire che Voltaire ha screditato egualmente i proprj elogi e le critiche perch ha bia simato alcuni Antichi e lodato d'Alemhert, Marmontel, e Thomas; il citar il male eui dice dei primi, ed omettere il bene, tutto questo un dimostrar assai poca impar zialit , poca giustizia, e un mandar fuori alcune stentate lodi per timor che le sole satire fossero fischiate 28.

La Cammer non teme neppure di riprendere la pol mica che l'aveva opposta, alcuni anni addietro, all' Incognitissimo Autore dei Rif tessi giusti e necessarj , apparsi sui Giornale Enciclop dico , dal quale era stata accusata di difender Voltaire in qualsivoglia si presenti occasione . Se l'accusa si ripeter , avverte la Caminer, noi avremo l'onore di fargli riflettere, che ci siamo dichiarati nelle nostre Ricerche di conoscer troppo il nostro nulla per osare biasimare o difendere gli uomini

grandi; e resteremo poi nella nostra opinione, cio che quando si tratta di essi, nel l'alternativa di difetti e di m rito, il rispettargli il miglior partito eui possa prenten dere chi non pu av re il coraggio di superarli 29, vendicandosi cosi, ad un tempo, del Sabatier de Castres e di quanti altri avevano osato, dall'alto della loro pochezza, criticare e gettare fango sui suo adorato Voltaire.

Il tempo era ormai maturo per rimettere le cose a posto anche per quanto ri

guardava le alcune circostanze che tanto avevano imbarazzato i redattori del

Giornale Enciclop dico quando ne era no venuti a conoscenza attra verso certe

gazzette estere. L'occasione fu offerta, il mese successivo, dalla comparsa in librer a

di un opuscoletto in eui un Veneziano illustre, Giacomo Casanova, si scagliava fe rocemente non solo contro le Opere, ma contro il nome, il cognome, il casato, la condizione de' Genitori del Voltaire, e la di lui fa mi gli a , intendendo, tra l'altro, dimostrare cc me fosse stato falso il passo d'innalzargli

una statua, e contraddi

torio colla condotta della Chiesa, che non voile accordare la sepoltura al cadavere in luogo sacro 30. Domenico Caminer, dopo aver osservato di non av re ancora, con

suo grande stupore , veduto in alcun Giornale, almeno italiano, reso pubblico il documento asserito certo, altrettanto curioso, quanto interessante riguardo a tal

articolo , si dice felice di poterlo fare egli stesso, sicuro che esso non riuscir discaro n a' partigiani di quel celebre defunto, n agli avversarj della sua memoria, poich mostrano d'ignorarlo, e

poich fa svanire tante assurde favole sparse relativamente

alla morte, ed alla sepoltura del Sig. di Voltaire . Ricorda quindi come, durante la sua malattia, il filosofo d'Oltralpe fece vo

lontariamente chiamare l'abate Gaultier al quale si confess ed al quale, in pre senza di testimonj , consegn una dichiarazione scritta di proprio pugno in eui asseriva di voler morir nella Santa Religione Cattolica 31 ed esprimeva la

28 Ibid., setiembre 1779, pp. 8-9. 29 Ibid., p. 10. 30 Ibid., ottobre 1779, pp. 3-4. Uopuscolo del Casanova avcva per titolo Scrutinio del Libro: Eloges

de M. de Voltaire par diff rens auteurs, in Venezia 1779, piesso Modesto Fenzo, con le debite permissioni; in - 80 di pp. 96.

31 R. Pomeau faceva notare la sottigliezza della formula usata da Voltaire: Admirons cet art des nuances: Voltaire n'est pas catholique, il est "dans la religion catholique",

- comme l'ennemi est danr Ia

place {La religion de Voltaire, cit., p. 453); ma a Domenico Cammer tali sottigliezze, seppure corrispon dono aU'intendimento di Voltaire, non saltano agli occhi, e ci tanto piu f cilmente in quanto le sue in

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 509

speranza che la misericordia divina si sarebbe degnata di perdonargli tutti i

[suoi] falli , pronto, qualora avesse scandalizzata la Chiesa , a domandar per dono a Dio, e ad essa 32. Tale dichiarazione, prosegue il giornalista, fu dichiarata e riconosciuta autentica dallo stesso p rroco di Saint-Sulpice il quale, tuttavia, dopo la morte di Voltaire, cagionata da troppa quantit di oppio preso , non voile dare il permesso di seppelhre il corpo in luogo consacrato, senza valide ragioni del resto, visto che Voltaire non aveva scritto dopo tal Professoine di Fede cos'alcuna

di contrario . L'abate Mignot, nipote di Voltaire, sulla base di un preciso seppur t cito accordo con le autorit civili e religiose desiderose di evitare uno scandalo, fece perci trasportare alla chetichella il cadavere nell'abbazia di SceUi res, presso Troyes, di eui era titolare, dove il corpo del filosofo venne sepolto solennemente 33. Domenico Caminer trascrive anche tutti i documenti relativi alla pol mica insorta tra il priore di detta abb azia ed il vescovo di Troyes che gli aveva scritto per chie

dergU conto delle ragioni e della validit di tale sepoltura; da essi appare come tutto si fosse svolto in modo chiaro, perfettamente conforme alle leggi ed alie disposizioni della Chiesa 34 e come, perci , fossero prive di qualunque fondamento le assurde favole che erano corse sui conto di tah eventi. Un paio di mesi pm tardi, anche Elisabetta ebbe l'occasione di tornare sull'argomento e di completare cosi Popera di

recupero gi int-apresa dal padre. Pur non dicendosi ben sicura che una raccolta d'aneddoti staccati sia tutto quello che di bene e di male pu dirsi per formare la Vita di Voltaire dato che la \ ita degli uomini grandi consiste nelle cose che la

distinsero, phi che nella fredda enunciazione ordinata de' loro giorni , Elisabetta Caminer accetta egualmente di presentare al proprio pubblico una non meglio de finita Vita del Signor di Voltaire estratta dalle di lui Opere perch , osserva, gli aned doti che la compongono sono cosi interessanti, cosi dimostrativi il fondo del suo ca

rattere, cosi piacevoli ad un punto istesso, che questo libretto non pu essere indif ferente a chi onora la memoria del grand'uomo 35. Tra le cose pi interessanti ri corda la descrizione della te era amicizia che gi uni insieme il Monarca di Prussia e il Sig. di Voltaire e la lettera scrittagli dal primo per invitarlo a Berlino (che trascrive); le dispute insorte tra Voltaire e Maupertuis e tra Voltaire e Rousseau; e poi, seppure solo di passaggio, le illustri azi o ni del Sig. di Voltaire riguardanti i Calas, i Sirven, il compagno del Cavali re della Barre [

. . . ] troppo note e troppo ri

spettate perch noi ora le ripetiamo . Conosciute sono egualmente

- osserva

in fine, con studiata noncuranza, la Caminer - le circostanze luminose che precedet tero da vicino la di lui morte accaduta nel pi bel momento della sua vita, e accele rata da un accidente poco noto, dallo sb a gli o d'un Cameriere senza antivedenza, di

eui il Sig. di Voltaire fu vittima, e di eui la Letteratura porto con esso la pena 38.

L'op ra poteva dirsi cosi compiuta; le leggende e le dicerie che avevano rischiato di infangare il nome di Voltaire erano state sfatate; la sua stella era tomata a brillare

sebbene non pi con Pantico fulgore. Forse perch soddisfatti del loro lavoro, o forse

perch le gazzette straniere non offrivano loro pi favorevoU occasioni, i redattori del Giornale Enciclop dico non si occuparono pi molto di Voltaire: un ri

tcnzioni sono chiaramente assolutorie; a tal fine, interessante notare come nel testo del Giornale En*

ciclopedico nguri un aggettivo (Santa) che mancava nel testo francesa. 32 G.E., ottobie 1779, pp. 4-5. 33 Ibid., pp. 6-7. 34 Ibid., pp. 7-12. 35 Ibid., gennaio 1780, p. 4. 3 Ibid., pp. 7-8.

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510 F. PIVA

tratto in versi tradotto da un'opera dell'inglese William Hayley 37'; la rievocazione, attraverso un corto articolo tratto dalia Gazzette Universelle de Litt rature aux

deux Ponts , del bisticcio insorto tra l'autore del Chef d'oeuvre d'un inconnu e Vol taire a causa, si legge testualmente, degl'inconvenienti modi di quest'ultimo, in eui sembra di assistere ad un discreto seppur innegabile ridimensionamento della fama dell'ex-Patriarca di Ferney che il Giornale Enciclop dico accoglie, forse

per dovere d'informazione, senza il minimo commento 38; infine una breve presenta zione deWHistoire litt raire de M. de Voltaire del m rchese di Luchet, tratta da Les annales de Gottingue , in eui l'op ra di revisione della gloria di Voltaire sembra

proseguir in maniera ancora pi vistosa e cosciente: vi si leggono infatti giudizi piut tosto severi 39 che il foglio v neto trascrive senza alcuna reazione, forse perch ormai

rassegnato ad accettare un'ineluttabile ridimensionamento del vecchio idolo o forse, chiss , perch uno nuovo erainiziato a spuntare e ad imporre la suapresenza: Rousseau, che il Giornale Enciclop dico aveva, per i motivi che abbiamo visti, a lungo tra scurato ma che ora, nel clima favorevole seguito alla sua morte, aveva via via assun

to, anche nel foglio v neto, un posto ed una dimensione ben altrimenti importanti ed interessanti.

Nel Giornale Enciclop dico dei voltairiani Domenico ed Elisabetta Cammer la morte di Rousseau era, come abbiamo ricordato, passata a suo tempo addirittura

inosservata; dell'avvenimento non c' infatti traccia fino al setiembre del 1778, mese

in eui, per l'intermediario di un corto articolo tradotto dal confratello Journal En

cyclop dique di Bouillon, il foglio v neto d brevemente conto della morte e del ca rattere del grande Cittadino di Ginevra. La morte di Rousseau, del resto, accomu

nata a quella di Voltaire ed il rimpianto del giornalista si stende su tutti e due:

Ell' una cosa osservabile che nello spazio di circa un mese la Letteratura ab

bia perduto ad un tratto il pi gran Poeta e l'uomo pi eloquente dell'et nostra, due scrittori egualmente diversi uno dall'altro pel loro carattere e pel loro genio,

ma riguardo ai quali la lode, la critica, la s tira, l'amieizia, e l'odio hanno detto e

fatto prima della loro morte quanto potevano dire e fare 40.

Il Giornale Enciclop dico non aveva mai ospitato un simile giudizio nei con fronti di Rousseau. Nei riguardi dell'autore della Nouvelle H lo se e deWEmile il fo

glio v neto era stato, al contrario, piuttosto riservato: non si era, in particolare, ac

cettata l'idea di un contratto sociale che starebbe alla base di ogni civile convivenza:

I principj introdotti da Rousseau nel suo Contratto Sociale - affermava infatti lo Scola in un articolo dell'ottobre del 1778, il quale rieccheggiava per posizioni gi precedentemente consolidate -

per quanto sieno ingegnosi e facili da insinuarsi per ch accarezzano l'amor proprio d'ogni infimo cittadino, non lasciano di comparire eccessivi e tendenti al paradosso se si confrontano coll'esperienza, guida pi certa

37 Ibid., febbraio 1781, pp. 91-96: Saggio sulla Storia, in tre epistole..., di Guglielmo Hayley, Lon dra Dodsley 1780.

38 G.E., febbraio 1781, pp. 59-63: Lettre ec. Luttera del signor di Burigny delVAcc. Real, dette Iscrizia ni e B. L. di Parigi al sig. ab. Mercier sulle differenze [sic] del sig. di Voltaire col sig. di St. Hyacinte, Londra e si vende a Parigi presso Valande 1780.

39 L'ambizione della sua prima giovinezza era in lui pi attiva delPamore ; Il motteggio, e l'ol

traggio erano le sue armi, qualche volta senza che foss'egli quello che avesse ragione ; Il titolo di Filo sofo non gli conviene sennon con mo Ita limitazione (G.E., settembre 1781, pp. 75-77).

40 Ibid., settembie 1778, p. 103.

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 511

d'ogni ricerca filos fica 41. Altrove lo stesso Scola, il qu le pi di altri nell' mbito del Giornale Enciclop dico pare attento alla figura e all'opera del Ginevrino, si domanda, un po' ir nicamente, perch mai Rousseau, quel grande difensore del

l'umana liberta, quel nemico d'ogni preponderante potere civile, che sostiene dover

risiedere la sovranit presso tutto il pop lo [ . . . ] non chiama egli a parte di questa popolare sovranit anche le Donne, e perch non trova strano e disgustoso che la

met di ogni nazione anche mantenendosi intatta la stipulazione del patto sociale a modo suo, rimanga nella civile e nella domestica dipendenza dell'altra met . Per ch mai pensa in tal modo quel Rousseau che trovava tanta virt , tanta ragione, tanta nobilit di pensare nella sua novella Eloisa, Storia o Romanzo in eui si manife sta tutto il fuoco d'un cuore capace della pi forte e delicata passione 42, mettendo con ci chiaramente in luce i limiti - a parer suo - di Rousseau e le caratteristiche

di un uomo e di una filosof a che spiriti rigorosamente, e un po' fan ticamente, ra

zionali e laici come quelli dello Scola e dei Cammer non potevano assolutamente ac

cettare: un certo eccesso nella formulazione dei principi, che sfociava talvolta nel

paradosso; addirittura un'innegabile, almeno apparent emente, contraddizione tra

posizione e posizione; uno spazio eccessivo fatto all'irrazionale, al cuore, alla sensi

bilit . Un personaggio, quindi, singolare, interessante anche, ma che non si poteva, n si doveva, prendere troppo sui serio; un poeta forse, non certo un filosofo degno di questo nome.

In realt , proprio in questa prospettiva, pi umana che ideol gica, avviene, dopo la morte, la rivalutazione di Rousseau che il Giornale Enciclop dico , sem

pre pi attento del resto alle nuove correnti etiche e letterarie che venivano d'Ol

tralpe, e che facevano uno spazio via via pi ampio al sentimento ed alla passione, accoglie con crescente favore. Occorre, d'altra parte, osservare che una tale prospet tiva presentava scarsi pericoli nei riguardi della pur sempre oculata censura vene

ziana e si rivelava, perci , un facile e c modo veicolo di divulgazione del nome e della

gloria dell'autore della Nouvelle H lo se, se non del Contrat Social. L'articolo di eui abbiamo detto sopra anche l'occasione per presentare in anteprima Je Confessions l'op ra pi bella ed importante tra quelle che 1' illustre Cittadino di Ginevra aveva lasciato tra le sue carte e che gi aveva dato motivo a moite bugie prima della sua

morte . Il giornale lo fa attraverso la testimonianza, entusi stica, di un an nimo

ammiratore che aveva avuto la fortuna di assistere ad una di quelle letture che Rous

seau fece, prima di morir , in alcuni ristretti cerchi di amici. In una lettera alla sua

arnica ed amante egli confessa di essere ritornato a casa ebbro di dolore per non

averia vista ma anche di ammirazione per le cose sublimi udite durante la

lettura, durata ininterrottamente per quindici ore senza altri intervalli che quelli del pranzo, i momenti del quale ancorch rapidi ci parvero troppo lunghi pell'inte resse del nostro piacere :

Rousseau ci ha lette le memorie della sua vita, opera deliziosa, in eui egli si

dipinge in modo invidiabile, ed in eui consola il riconoscerlo. Egli d al proprio carat tere tutta la sanzione dell'onest , confessa le proprie buone qualit con nobile super bia, ed i proprj difetti con un'ingenuit pi sublime ancora; egli ci ha strappato le lacrime coila pat tica pittura delle sue disgrazie e delle sue debolezze, della sua fi

41 Ibid., ottobre 1778, p. 49. 42 Ibid., febbraio 1781, p. 98.

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ducia pagata d'ingratitudine, di tutte le tempeste del suo cuore sensibile tante volte trafitto dalia mano accarezzante dell'ipocrisia, e specialmente di quelle passioni soa vi che piacciono all'anima eui rendono sventurata 43.

Pm tardi, l'autore definisce divine le Memorie del buon Rousseau e ter mina con un giudizio in eui Pentusiasmo sfocia in una lucida percezione delle vere caratteristiche dell'opera:

Queste Memorie son un fen meno di genio, di semplicit , di candore, e di co

raggio; quanti giganti cambiati in nani! quanti uomini oscuri e virtuosi ristabiliti ne' loro diritti e vendicati dei tristi colPapprovazione di un solo uomo onesto! u.

Il tono, come si vede, molto diverso da quello degli articoli su Voltaire; si ca

pisce ora meglio il riserbo del Giornale Enciclop dico il qu le, anziehe esporsi in prima persona per bocca dei suoi redattori, preferisce nascondersi dietro il c modo

paravento delle traduzioni. La metamorfosi delPatteggiamento nei confronti di Rous seau non , per questo, tuttavia, meno significativa e degna di nota.

Doveva, ad ogni modo, passare quasi un anno prima che il foglio della Cammer tornasse a parlare apertamente di Rousseau, anche se non era, nel frattempo, man

cata qualche allusione alPautore del Contrat Social da parte di Giovanni Scola; in

particolare, ci sembra interessante, anche ad indice del mutato clima che circondava,

negli ambienti del foglio v neto, il nome del cittadino di Ginevra, un'allusione alla sua lingua, portata ad esempio della lingua dei veri filosofi:

una lingua forte, precisa, armoniosa, ch'esprima distintamente tutte le idee, e che nello stesso tempo in eui scuote il cervello tocchi anche il cuore, richiami Pani ma al sentimento reale, e non lo faccia vagar per la sfera delle chim re 45.

Nel luglio del 1779 presentato, per il tramite di un articolo tratto dalia Ga zette universelle de litt rature aux deux Ponts , Pelogio di Rousseau ad opera del

Palissot, dello stesso autore cio che alcuni mesi innanzi aveva pubblicato Pelogio di Voltaire. Il panegirico comprende pochi aneddoti [. . . ] della vita privata di Rousseau poich , come osserva il giornalista che presenta VEloge, le di lui Opere son quelle dal canto delle quali egli ha meritato d'essere principalmente riconosciuto, per esse non morr la sua memoria, e si potr formarsi un'idea di questo celebre Scrit

tore, singolare per certi riguardi non meno del Sig. di Voltaire, ma molto meno uni

versale, e d'una tempera assai diversa, quantunque abbiasi la mania di volerli para gonare 4e. Quest'ultima precisazione non intende ajffatto essere hmitativa nei ri

guardi di Rousseau; lo dimostra bene il seguito delParticolo: quantunque, inf atti, Palissot non nasconda i difetti del giovane vagabondo e le incertezze del filosofo di fronte alla religione ufiiciale, egli avverte tuttavia che s'egli travi rapporto al dog ma [... ] non si pu negargli la giustizia d'essere stato Porgano d'una morale puris sima , precisando che proprio questo il carattere dominante delle sue Opere 47.

43 Ibid., settembre 1778, p. 104. 44 Ibid., p. 105. 45 Ibid., gerinaio 1779. Vero che Io Scola associa Ia lingua di Rousseau a quella di altri illuministi,

come D'Aletnbert e Helv tius per i francesi, e Beccaria per gli italiani. 4 Ibid., luglio 1779, pp. 42-43. 47 Ibid., pp. 43-44.

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 513

Parlando del suo carattere originale e singolare, eui spiego tutta la sua vita e delle sue contraddizioni, l'autore dell'elogio si chiede quindi come mai a Rousseau, a differenza che a Voltaire, sia stato tutto perdonato ; la sua conclusione che que sta indulgenza del pubblico prova Palta idea che si aveva de' di lui talenti superiori, e veramente nessun uomo del suo sec lo fu pi eloquente di lui, nessuno ha spiegato in Filosof a, ne in Morale viste pi profonde, e sotto a questo doppio aspetto ha pi

merit ata la di lui brillante riputazione 48. Alcuni mesi pi tardi il Giornale Enciclop dico presenta, sempre per il tra

mite di un articolo tradotto da una gazzetta straniera, Y Eloge de Jean-Jacques Rous

seau del Lacroix; anche in questo caso sono la riconoscenza e Pammirazione che gui dano la mano del panegirista, il quale inizia infatti il suo elogio con questa vibrante

apostrofe:

Scrittore virtuoso e sublime, si, tu fosti il mio benefattore, tu hai fatto per me

pi che non avrebbe potuto fare il ricco, il quale non ha sennon oro da poter dare, pi che Puomo in dignit , il quale non accorda sennon isterili favori: tu hai fatto ri

sorgere l'anima mia dalia tristezza, tu Phai penetrata qualche volta di una sublime sensibilit , tu Phai purificata. Si, lo confesso: io ti debbo e i miei piaceri, e le mie virtu 49.

Neppure il Lacroix insiste moho sulla vita di Rousseau, perch sarebbe un far oltraggio alla memoria d'un uomo cosi veridico, il pubblicare ci ch'egli non ha detto di s medesimo . Si limita, perci , a tracciarne un abbozzo piuttosto che un

quadro finito ; tuttavia, quando panegirista, quando apologista, egli mostra nel celebre Cittadino di Ginevra lo Scrittore, e Puomo come in esso Puno e Paltro mira rono i veri conoscitori, le anime oneste, gb spiriti giudiziosi, e non prevenuti 50.

L'autore dell'elogio prende particolarmente in esame il rimprovero d'irre

golarit fatto tanto spesso a Rousseau per vedere se il Pubblico, eco troppo fe dele della prima voce che gl'impone, non sia stato ingiusto riguardo all'uomo, di eui divorava le Opere

. Certo, osserva ii Lacroix, sembra esserci contraddizione tra

Puomo che declama contro le scienze e quello che lascia tutto ad un tratto le pro prie occupazioni giornaliere per immergersi nello studio ; o tra quello che esalta la vita selvaggia e lo stato di natura e vive, nel contempo, negli ozi brillanti dei sa lotti. Nel caso del filosofo ginevrino la contraddizione , tuttavia, solo apparente:

a niuno, infatti, ignoto il nobile orgoglio di Rousseau, il suo dispregio delle ric

chezze, la commovente semplicit dei suoi costumi, ed il suo amore per la verit

perch lo si possa fondatamente accusare di contraddizione. Tutt'al pi gli si pu rimproverare, per esempio, troppa disposizione ad esagerare a se stesso gl'inconve

nienti, che sono risultati dal cammino che la spezie umana ha fatto nell'allontanarsi dal suo primitivo stato 51. Altrove esaltata la modestia e la g n rosit di Rousseau in un modo che se trae origine dalia v rit delPesistenza devia per ormai visibil

mente nella leggenda:

I Paesani di Montmorency, che lo vedevano, sotto ad abiti semplicissimi, pas seggiare intorno a' lor orti, discorrere familiarmente con le loro mogli e co' figlioli,

48 Ibid. 49 Ibid., novembre 1779, p. 33. o Ibid., p. 34. l Ibid., p. 36.

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514 F. MVA

ascoltare seduto in mezzo ad essi le istruzioni pubbliche del loro Pastore, erano ben lontani dal sospettare l'intervallo immenso che h separava da quell'uomo, il eui este riore aveva tanta modestia. Malgrado alla sua indigenza, Rousseau ["che ardi met

ter limiti alla generosit di un Principe del sangue, poco assuefatto ad incontrare ostacoli simili"] trov il modo d'esser caritatevole; egli nulla riceveva dai ricchi, e do nava ai poveri 52.

La stessa misantrop a, che dava a Rousseau l'apparenza della ruvidezza, e gli faceva riluttare l'amicizia , e che i suoi nemici pretendevano d rivasse da una

vanit concentrata, eui nulla poteva soddisfare , giustificata in modo pi accet

tabile, se non pi vero, attribuendola a' dolor acut , che gli cagionava una malattia

inguaribile 53. La tanto conclamata ingratitudine del Cittadino di Ginevra verso

Hume, d'altra parte, una favola inventata ad arte dai suoi nemici; per convincer

sene, basta leggere la lettera che Rousseau scrisse al filosofo inglese nel torbido della loro disputa ; osserva a tal proposito l'autore dell'elogio:

Ell' di si gran verit , ella dipinge cosi bene il di lui defiri , e l'inquietudine della sensibilit , che siamo a tal lettura tentati di rialzare ed abbracciare l'uomo il

quale si prostra dinanzi al suo amico, al suo benefattore, e vuole essere da esso cal

pestato se ha avuto la sfortuna d'essere stato ingiusto 54.

Siamo oramai, come si vede, in pieno processo di beatificazione: le miserie, le diatribe, le debolezze che pure hanno caratterizzato la realt terrena di Rousseau

son sublimate in un'immagine ideale i eui attributi sono la virt , la sensibilit , il cuore. E un'immagine che il Giornale Enciclop dico dei Cammer non fa assolu tamente nulla per mettere in dubbio o per rifiutare, che accoglie anzi con sempre

maggior favore. Ne sono prove tangibili gli articoli che tro vano sempre pi fraquen temente ospitalit nelle sue pagine: nel gennaio del 1780 per far sapere che un certo

Sig. Argonte Cittadino di Ginevra artigiano distinto, ripieno di ammirazione pella virt e pe' talenti del suo concittadino Gian Jacopo Rousseau gli ha fatto innalzare una statua la quale rappresenta allegoricamente la rivoluzione eui questo celebre

uomo ha fatta, o ha voluto fare nell'educazione dei fanciulli e per dare una detta

gliata illustrazione della stessa55; nel maggio del medesimo anno per presentare alcune Lettere al Sig. de Bure Librajo sulla confutazione del Libro dello Spirito fatta da Gio. Jacopo Rousseau dalle quali, tra l'altro, risulta che Rousseau, avendo in

trapreso di confutare queU'Opera di Elvezio rinunci al progetto quando lo vide

perseguitato 56, cosa che non va certo a scapito dell'immagine ideale che di lui s'an

dava allora costruendo; nell'agosto, infine, con un aneddoto che di vero sembra

avere oramai molto poco e nel quale l'idealizzazione e la mitizzazione sembrano aver

raggiunto limiti diffieilmente valicabili. Si racconta di un giovane, di famiglia civile ma povera , il quale s'inna

mor d'un oggetto amabilissimo da eui ebbe la sorte d'essere riamato ; purtroppo le sue proposizioni di matrimonio furono ricusate da' parenti della fanciuUa, e la

sproporzione di nascita e di fortune si oppose alla felicit del pi fedele degli amanti . D'altra parte, quel tenero amore divenne, irritato dagli ostacoli, violentissimo .

52 Ibid., p. 37. 53 Ibid., pp. 37-38. 54 Ibid., p. 38. 55 Ibid., gennaio 1780, pp. 24-26, sotto la rubrica: Aneddoti. 56 Ibid., maggio 1780, pp. 65-68.

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 515

Di fronte aU'irremovibile rifiuto del padre della ragazza, il giovane si allontana, credendo che la distanza possa acquietar il suo dolore . In compagnia di un vec

chio servo si reca a Parigi, in quel]a citt dove il tumulto d lie passioni ne assorbe le delizie ; vi vede per dir cosi genti rovinate da' pm deliziosi godimenti, che gli dimostrano la follia della costanza, e vogliono provargli con assurdi sofismi, che i

pazzi amano un solo oggetto , ma invano, e in breve il delirio amoroso cangiossi

in violentissima frenesia . Si chiamano dei medici; il martire dell'amore sta per divenire il martire d'Ippocrate e Galeno , ma, per sua fortuna, nella medesima lo

canda alloggia un uomo veramente degno di questo nome , J.-J. Rousseau per

Pappunto, il qu le, informato, accorre nella stanza del giovane, licenzia i medici e

si installa al capezzale dello sventurato amante, eui la disperazione toglieva Puso

dei sensi . Quando, dopo alcuni giorni di delirio, il giovane ritorn in se e seppe chi era la persona che aveva preso di lui una eura cosi assidua rimase penetrato dal]a pi viva gratitudine pelle attenzioni di quest'uomo illustre, il quale perdeva un tempo cosi prezioso com'era quello eui impiegava a dettar i doveri delPumanit , un tempo in eui PEuropa aspettava Y Emilio, e questo per compiere alPu cio di cu stode di un ammalato . Rousseau resto accanto al giovane innamorato per pi di

sei mesi (!) senza mai abbandonarlo, n notte, n giorno ; neppure una febbre

p trida cagionata dalla fermentazione d'un sangue inasprito dal dolore , che il gio vane contrasse in quel tempo riusci ad allontanare il filosofo dal capezzale dello sven turato amante eui nel frattempo cercava di far capire che la felicit dipende ni camente dalla saggezza de' nostri desiderj, e che Pimpossibilit di soddisfargli deb

b'estinguerli in un ente ragionevole per quanto sieno violenti . Quando, finalmente,

Puso della ragione ritorn alPamante infelice egli riconobbe in Rousseau il suo

liberatore, il suo amico, suo padre, quello insomma a eui doveva la ragione e la vita 57.

Ci siamo dilungati su questo aneddoto perch ci sembra che esso mostri, meglio e pi chiarament di qualunque altra argomentazione, a quai punto fosse giunta Pidealizzazione di Rousseau, della quale anche il Giornale Enciclop dico si fa ceva volentieri portavoce e strumento di divulgazione. Il medesimo numero del fo

glio v neto contiene anche un altro articolo, come sempre tradotto da gazzette stra

niere, nella fattispiecie dal Journal de Paris , consacrato a Rousseau; vi si illu

strano le Consid rations sur le Gouvernement de la Pologne, scritte dal Cittadino di

Ginevra su richiesta di alcuni difensori della libert di quel pop lo . Bench si fosse ritirato in sua vecchiaia dal commercio di tutti gli uomini, ed anco da quello del suo stesso ger io , tutta la sua anima, e tutto il suo ingegno si rianimarono per

degnamente rispondere a simil domanda . Ne uscirono le succitate Consid rations

che al Gar t parvero, quando le lesse, tanto belle quanto le pi belle produzioni del medesimo Autore . Il Journal de Paris ne d un'ampia analisi, mettendo in evidenza Poriginalit del m todo e la singolarit della prospettiva: quai mai carat tere diff rente da' nostri costumi, e dalle nostre idee! - osserva il giornalista

- Si crederebbe che l'Autore sortisse da una conversazione con Numa nelle foreste de'

Sabini, o con Licurgo sui Taigete 58. I tre articoli che il Giornale Enciclop dico consacra a Rousseau nel 1781

sono dedicati alla presentazione ed alla illustrazione di altri tre importanti inediti del grande Ginevrino: quello di giugno a Les amours de Milord Edouard Bomston59; quello di luglio a Emile et Sophie ou les Solitaires 60; quello di novembre a Rousseau

S? Ibid., agosto 1780, pp. 13-16. 58 Ibid., pp. 113-117. 59 Ibid., giugno 1781, pp. 113-123. 60 Ibid., luglio 1781, pp. 65-82.

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juge de Jean-Jacques 61. I primi due sono, in pratica, degli ampi riassunti degli ine diti che sono chiamati a presentare, illustrando a dovere, da un lato, la complessa storia d'amore di milord Edouard incerto tra l'intrigante marchesa e la delicata Laure,

dall'altro, le inquietudini di Emile tradito nell'amore e nella fede da Sophie. Solo alla fine del secondo c' un breve intervento dell'articolista il qu le osserva che in questo frammento si riconosce la viva sensibilit , l'immaginazione, ed il genio di Rousseau bench vi sia anche, in esso, un nuovo fondamento pei rimprovero, che gli si fatto da lungo tempo, di spesso non sapersi contener , di tormentare la propria fantasia

col presentare i suoi pensieri sotto a troppe faccie, di av re d lie frasi che, prese se

parate, sono sempre belle, armonios e, sonore, che qualche volta sembra rinforzino

il pensiero dell'Autore, ma in modo per che l'ultima frase isolata produrrebbe forse

altrettanto, o anco pi effetto coll'apportare un colpo pi semplice, e pi r pido 62. Il giudizio, che si pu anche non condividere per quanto sia indubbiamente acuto,

pu sembrare severo e contraddire quell'immagine sempre pi idealizzata che abbiamo visto formarsi a mano a mano che i mesi passavano; ma, forse, esso solo il frutto del

disagio provato dal giornalista alla lettura di un frammento il quale, probabilmente a causa della sua stessa incompiutezza, sembrava incrinare in qualche misura la va

lidit dell'insegnamento di Rousseau e della sua rinnovata immagine dell'uomo in societ e nei suoi rapporti con gli altri. Gli stessi editori, del resto, avevano confessato di pubblicare il frammento con una specie di riluttanza , il quadro, ch'ei ci rap presenta [ Emilio disperato, Sofia avvilita ] essendo decisamente ributtante 63.

Il terzo articolo moho pi complesso e, sulla traccia dell'opera stessa che chiamato a presentare, porta il giornalista a tentare un bilancio della complessa, ricca e talvolta sconcertante personalit di Rousseau. All'inizio, l'articolista appare visibilmente a disagio; la lettura dei dialoghi tra Rousseau ed il suo interlocutore 10 ha frastornato. Di fronte al dubbio, proposto appunto dall'opera, che Jean-Jacques,

la gloria del suo sec lo , i eui sublimi talenti dovevano essere la prova e '1

premio d lie sue virt , non sia, in realt , null'altro che un ipocrita mistificatore

sotto al quale si nasconderebbe un uomo pieno di difetti e di vizi, egli si confessa af flitto e mortificato ; reagisce, tuttavia, presto e respinge, come assurdo, il dubbio

dal quale stato per un attimo sfiorato:

E che! quegli le di eui produzioni innalzano l'anima ed infiammano il cuore, 11 Pittore d'Emilio, di Sofia, e d'Eloisa non sarebbe altro che un entusiasta sotto la

maschera dell'ipocrita? Chi ardirebbe di giudicarlo? Se '1 Cittadino di Ginevra non stato esente da futilit , da debolezze, da difetti, e forse da vizj, noi ci sentiamo por tati a stender con man rispettosa e rivolgendo altrove gli occhi, un velo denso sopra un colpevole, che non si ha potuto sospettare fosse un malvagio 64.

Tuttavia, poich , tormentato da un eccesso di sensibilit , agitato da un amor

proprio che gli faceva vedere nelle singolarit del suo destino l'odio di tutta l'Europa , Rousseau stesso non ha temuto di giustificarsi, l'articolista acconsente a supporre,

come fa il suo interlocutore (un francese), ch'egli fosse un mostr , e di esaminare se il Sig. Rousseau tratta bene la causa di Gian Jacopo . Passa quindi in rassegna

61 Ibid., novembre 1781, pp. 65-78. 62 Ibid., luglio 1781, pp. 81-82. 63 Ibid., p. 66. 64 Ibid., novembre 1781, p. 65.

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VOLTAIRE E ROUSSEAU NEL GIORNALE ENCICLOPEDICO 517

le accuse del tr ncese e le argomentazioni che a tali accuse oppone Rousseau ; non per molto, pero, poich l'idea che il Cittadino di Ginevra sia stato un uomo a

spro, feroce e cupo , tutto occupato dalle sue odiose trame , immerso nel pi brutale libertinaggio , ipocrita, bugiardo, scellerato ed inetto gli riesce decisa mente insopportabile. E se non capisce come egli non sia l'autore del Devin du vii l ge e del Dictionnaire de musique, giusta il dubbio insinuato dalTinterlocutore di Rousseau , ancor meno pu accettare l'idea che tutti quegli scritti di Gian Ja

copo che ci commuovono, ci riscaldano, e c'infondono una sincera volont d'esser

migHori, siano produzioni d'una testa fan tica diretta da un cuore ipocrita e furbo :

Come! quel flagello del genere umano, quel nemico di ogni giustizia, d'ogni equit e di ogni bont , si violentato per 10 anni, nel corso di 15 volumi, a parlar sempre il pi dolce, il pi puro, il pi en rgico linguaggio della virt , a compiangere le miserie umane, a dimostrarne la sorgente negli errori, nei pregiudizj degli uomini, a mostrar loro la strada della vera felicit , ad insegnar loro a rientrare nel proprio cuore per trovarvi il seme di tutte le virt sociali, eui soffocano sotto ad un simulacro falso nel malinteso progresso della societ ! [. .. ] Come! l'Autore d'Eloisa non sa rebbe altro che un vile Ubertino, che ha passato la vita fra tutti i vizj ne' pi infami ridotti! 65.

No! un'ipotesi del genere non assolutamente ammissibile; un libertino non

pu scrivere una sola riga di quello che ha scritto l'autore della Nouvelle H lo se:

Sfido tutti coloro che frequentano le donne pubbliche a scriver una sola d lie lettere eWEloisa; ed il libro intero, la di eui lettura innaiza nelle pi angeliche estasi, sarebbe l'op ra d'un vile Ubertino? No sicuramente! collo spirito soltanto non tro vansi siffatte cose. Ma -

prosegue il giornalista - cio ch'io non credo n creder

mai si che YEmilio, e soprattutto l'articolo del gusto nel libro quarto sia opera d'un cuore depravato; che YEloisa, e soprattutto la Lettera sulla morte di Giulia sia stata scritta da uno scellerato; che quella al Sig. d'Alembert sopra gli Spettacoli sia la pro duzione d'un'anima doppia; che il sommaraio del progetto di pace perpetua lo sia

d'un nemico del genere umano; che Tintera raccolta degli scritti dello stesso autore

sia uscita da un animo ipocrita, da una cattiva testa, e non dallo zelo puro d'un cuore

che arde per la virt 66.

Il resto conta poco; tutto in questa difesa appassionata, esaltata, quasi cieca, della figura e dell'opera di Rousseau; in questo rifiutare anche la pi piccola critica ad un'immagine oramai beatificata di fronte alla quale il solo atteggiamento accetta

bile pare essere quello della contemplazione, se non proprio dell'adorazione. Quella che abbiamo appena ricordata , del resto, l'ultima tappa di un processo che, al meno nel Giornale Enciclop dico , aveva avuto inizio subito dopo la morte di Rous seau e che era proseguito, in un crescendo quasi Urico, nei mesi che la seguirono.

La posizione del foglio v neto , come abbiamo pi sopra ricordato, riflessa in

quanto nessuno degU articoU che concernono il filosofo di Ginevra originale. Ci si

pu allora chiedere se le gazzette eui il Giornale Enciclop dico attinge erano tutte

65 Ibid., p. 69. 66 Ibid., pp. 70-71.

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e sempre cos entusi sticamente favorevoli all'autore della Nouvelle H lo se e deWEmile

per eui il foglio v neto non facesse che mutuare, un po' passivamente, una posizione

umversalmente accettata. Per verificare una tale ipotesi sarebbe stato necessario svol

gere un lungo lavoro di ricerca che, onestamente, noi, nella prospettiva di questa

nota, non abbiamo ritenuto opportuno fare. Ma se anche la risposta fosse afferma

tiva, essa non saprebbe, da sola, spiegare in modo esauriente, la posizione del giornale v neto che nulla obbligava a riprendere quegli articoli, proprio come aveva fatto

prima del 1778. Per lo stesso motivo, ci pare che neanche il dovere di rendere conto o l'opportunit di approfittare di fatti ed argomenti di attualit possano offrire una

risposta soddisfacente.

Pi plausibile, ed anche pi semplice, ci sembra Ppotesi che qualcosa fosse ef fettivamente cambiato neU'atteggiamento del Giornale Enciclop dico , o di al

cuni dei suoi redattori, nei confronti di Rousseau; qualcosa che non agevole definir

con chiarezza ma alla eui maturazione possono aver concorso molteplici fattori: da

un lato, la morte di Rousseau allontanava i rischi di un'opposizione, da parte della

censura, aU'ilhistrazione della sua figura e della sua opera; dall'altro, il clima intel

lettuale era lentamente mutato anche a Venezia. Tra gli animatori del Giornale

Enciclop dico , Elisabetta Caminer in particolare si era dimostrata attenta e ben

disposta verso quella ondata di sensibilit che aveva invaso l'Europa negli anni che

seguirono la comparsa della Nouvelle H lo se ed alla eui formazione e divulgazione il Cittadino di Ginevra aveva senza dubbio, con la sua opera e con la sua persona, con

tribuito in maniera non indifferente. La stessa opera di Rousseau, la quale nella Se

renissima, a dispetto dei divieti della censura governativa e religiosa, era stata letta

con attenzione, talvolta addirittura con entusiasmo, aveva agito pi profondamente di quanto si potesse, in un primo momento, supporre; un indice eloquente ed evidente

offerto da Giovanni Scola: ostile per mentalit e formazione a Rousseau, la sua op

posizione era andata col tempo ammorbidendosi ed era arrivato fino a

cogliere, ap

prezzandole, alcune delle principali caratteristiche del pensiero, dello stile e della

sensibilit del filosofo d'Oltralpe 67. Anche uomini profondamente antiilluministi come, per esempio, il padre G.B. Roberti si rivelavano, talvolta, insospettatamente sensibili all'opera ed alla figura del Cittadino di Ginevra, di eui era elogiata l'azione

per una diversa educazione dei fanciulli, per un diverso ru lo della donna nella so

ci t e della madre nella famiglia, e di eui era perfino riconosciuta la profonda e sin cera, seppure eterodossa, religiosit 68.

Rousseau sarebbe stato, d'altra parte, la grande fonte di ispirazione e l'insosti

tuibile punto di riferimento ideol gico e spirituale per tutti coloro (e non furono po chi) che, pi o meno clandestinamente, si preparavano a rovesciare il vecchio regime

oligarchico e ad accogliere, con fiducia ed entusiasmo forse eccessivi o eccessivamente

ingenui, l'esercito napole nico e gli stendardi repubblicani 69.

FRANCO PIVA

67 Cfr. le osservaz eni sopra c tate; una pi ampia ed esauriente informazione nel nostro Illuminismo e cultura francese nel V neto del secondo Settecento, cit., in paiticilare alie pp. 86-96.

68 G. B. ROBERTI, Discorsi due accademici sopra le fusee de.' bambini, Parma 1764; Del leggere libri di metafisica e di divertimento, Bologna 1769; DelVamore verso la patria, Bassano 1786. Cfr. anche quanto dice, a questo proposito, M. BERENGO, La societ v neta alla fine del Settecento, cit., p. 138.

69 Sui ruolo avuto da Rousseau nella formazione del giacobinismo v neto cfr. M. BERENGO, La so ciet v neta... , cit., capp. V, VI, VII, e R. FASANARI, GU albori del Risorgimento a Verona (1785-1801), Verona 1950, passim.

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