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Gli screening oncologici nell’ASL CN2 Alba-Bra Screening oncologici... · Gli screening...

Date post: 27-Oct-2020
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Gli screening oncologici nell’ASL CN2 Alba-Bra: I dati del Sistema di Sorveglianza PASSI 2009-2012 e del Sistema di Monitoraggio del Dipartimento Interaziendale Screening 7 Piano Locale della Prevenzione 2013 Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia Sapere ci fa sentire bene Ho ancora voglia di mettermi sotto esame.
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Gli screening oncologici nell’ASL CN2 Alba-Bra:

I dati del Sistema di Sorveglianza PASSI 2009-2012 e del Sistema

di Monitoraggio del Dipartimento Interaziendale Screening 7

Piano Locale della Prevenzione 2013

Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia

Sapere ci fa sentire bene

Ho ancora voglia di mettermi sotto esame.

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A cura di:

Laura Marinaro (Coordinatore aziendale Passi, Responsabile S.S.D. Epidemiologia ASL CN2)

Annelisa Guasti (Assistente Amm.vo - S.S.D. Epidemiologia ASL CN2)

Giuseppina Zorgniotti (Collaboratore Amm.vo - S.S.D. Epidemiologia ASL CN2)

Lorenzo Marcello Orione - Direttore S.C. Unità di Valutazione e Organizzazione Screening – Dipartimento interaziendale screening 7

Monica Rimondot - Data Manager S.C. Unità di Valutazione e Organizzazione Screening – Dipartimento interaziendale screening 7

Hanno contribuito alla realizzazione della sorveglianza Passi:

- a livello regionale:

Maria Chiara Antoniotti (Coordinatore regionale, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL NO)

Donatella Tiberti (Referente regionale, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL AL)

Paolo Ferrari (Vice coordinatore regionale, Epidemiologia e SIAN ASL VCO)

Orietta Mariani (Assistente amministrativo, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL NO)

- a livello aziendale:

Coordinatori aziendali Passi: Laura Marinaro (S.S.D. Epidemiologia); Franco Giovanetti (S.O.C. Servizio Igiene e Sanità Pubblica)

(giugno 2009 – dicembre 2011).

Intervistatori: Milena Allario, Antonella Borda, Marisa Bottallo, Margherita Cogno, Maria Grazia Dogliani, Nadia Franco Carlevero,

Giovanna Giachino, Aldo Leone, Rosa Magliano, Claudia Musso, Susanna Pansa, Maria Gabriella Serventi (S.O.C. Servizio Igiene e

Sanità Pubblica); Natalina Marziani (S.O.C. Servizio Igiene degli alimenti e della nutrizione); Enrico Chessa, Laura Curletti; Marina

Masenta (S.O.S. Medicina dello Sport); Elena Lora, Vilma Giachelli (S.O.C. Servizio Prevenzione Sicurezza degli Ambienti di Lavoro).

Collaboratori per campionamento: Daniele Fessia (S.O.C. Sistemi informativi ed informatici); Luigi Genesio Icardi (Direzione

Dipartimento di Prevenzione).

Collaboratori per attività amministrative: Annelisa Guasti e Giuseppina Zorgniotti (S.S.D. Epidemiologia).

Si ringraziano il Dott. Francesco Morabito - Direttore Generale, il Dott. Paolo Tofanini – Direttore Sanitario, il Dott. Gianfranco

Cassissa - Direttore Amministrativo, il Dott. Attilio Clerico - Direttore del Dipartimento di Prevenzione, la Dott.ssa Patrizia Corradini –

Direttore del Dipartimento strutturale Cure primarie e Servizi territoriali, il Dott. Luca Monchiero - Direttore del Distretto di Alba, il

Dott. Elio Laudani - Direttore del Distretto di Bra, il Dott. Fabrizio Viglino – Direttore Struttura Complessa Sistemi informativi ed

informatici, per aver contribuito alla realizzazione della sorveglianza Passi.

Un ringraziamento ai Medici di Medicina Generale, ai Sindaci e agli Uffici Anagrafe dei Comuni dell’azienda per la preziosa

collaborazione fornita, ed in particolare a tutte le persone intervistate, che ci hanno generosamente dedicato tempo e attenzione.

Si ringraziano Bruna Belmessieri, Cinzia Blangero, Gabriella Gatti, Silvia Peretti, Elisa Tallone, Stefania Vesuvio della S.C. Unità

Valutazione e Organizzazione Screening, Dipartimento Interaziendale Screening 7.

Informazioni, approfondimenti e pubblicazioni regionali PASSI sono disponibili sui siti:

• www.epicentro.iss.it/passi/comunicazione/regionali/pubblicazioni.asp

• www.regione.piemonte.it/sanita/cms/prevenzione-e-promozione-della-salute/sorveglianza-epidemiologica/960-passi-fascia-

deta-18-69-anni.html

• http://www.aslcn2.it/prevenzione/sistema-di-sorveglianza-passi/

EPID ASLCN2 /1/2014

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Indice

Premessa pag. 3

Diagnosi precoce delle neoplasie della mammella pag. 4

Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell’utero pag. 11

Diagnosi precoce delle neoplasie del colon-retto pag. 18

Bibliografia pag. 19

Appendice: Opuscoli informativi sulla mammografia, sul Pap test, per la

prevenzione del tumore del colon retto. pag. 20

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Premessa

Gli screening oncologici sono programmi sanitari che consentono di individuare precocemente eventuali

tumori, offrendo così maggiori possibilità di cure tempestive. Vengono svolti attraverso un semplice test o

un esame più specifico. In Piemonte, attraverso il programma “Prevenzione Serena”, vengono offerti tre tipi

di screening (alla mammella, al collo dell’utero e al colon retto), effettuati gratuitamente e senza

impegnativa del medico di famiglia (1).

L’ASL CN2 è parte integrante di un Dipartimento di screening interaziendale, il n. 7 della Regione Piemonte,

insieme all’ASL CN1 ed all’ASO S. Croce e Carle.

Centri Screening ASL CN2

CENTRI PRELIEVO I LIVELLO (MAMMOGRAFIA) ORARIO INDICATIVO

Radiologia Ospedale di Bra

Via Vittorio Emanuele, 3

Dal Lunedì al Venerdì 15,45-17,45

Sabato 8,00-12,30

CENTRI PRELIEVO I LIVELLO (PAP-TEST) ORARIO INDICATIVO

Consultorio Familiare di Alba

Via Armando Diaz, 3

Giovedì 8,30-12,15 e 13,30-15,45

Consultorio Familiare di Bra

Via Goito, 1

Venerdì 8,30-12,15 e 13,30-15,45

Ambulatorio Ginecologia Canale

Via S. Martino, 3

Martedì 8,30-12,15 e 13,30-15,45

Consultorio Distretto di Cherasco

Piazza Lagorio, 5

2 Mercoledì/mese

8,30-12,15 e 13,30-15,45

Poliambulatorio di Cortemilia

Corso Divisioni Alpine, 115

1 Lunedì/mese

9,00-12,15 e 13,30-15,45

Consultorio familiare Distretto di Santo Stefano Belbo

Via San Maurizio 1

1 Lunedì/mese

8,30-12,15 e 13,30-15,45

CENTRI I LIVELLO (RETTOSIGMOIDOSCOPIA) ORARIO INDICATIVO

Endoscopia Ospedale di Alba

Via Belli, 26

Lunedì e Mercoledì 16,00-17,00

Endoscopia Ospedale di Bra

Via Vittorio Emanuele, 3

Martedì e Mercoledì 16,00-17,00

CENTRI I LIVELLO (RITIRO E CONSEGNA KIT FOBT)

Farmacie della provincia di Cuneo Orario farmacia

Prenotazioni e/o informazioni

Call Center AA.SS.LL. CN1 - CN2

0171-450634

dalle 8 alle 10 e dalle 13.30 alle 15.30 dal

lunedì al venerdì

Servizi on line http://www.prevenzioneserena.cuneo.it/

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Diagnosi precoce delle neoplasie della mammella

Tra le donne, il tumore della mammella è il più frequente, rappresentando il 29% di tutti i tumori. In Italia

ogni anno sono diagnosticati circa 48.000 nuovi casi di tumore della mammella. Considerando le frequenze

nelle varie fasce di età, i tumori della mammella rappresentano le neoplasie più frequentemente

diagnosticate tra le donne sia nella fascia di età 0-49 anni (41%), sia nella fascia di età 50-69 anni (36%), sia

in quella più anziana ≥70 anni (21%). Nel periodo 2006-2009 si registra una maggiore incidenza del tumore

della mammella al Nord (124,9 casi su 100.000 abitanti) rispetto al Centro (100,3 casi su 100.000) e al Sud-

Isole (95,6 casi su 100.000).

La neoplasia mammaria rappresenta la principale causa di morte oncologica nelle donne (circa il 16% di tutti

i decessi per cancro) in ogni fascia d’età: il 28% dei decessi prima dei 50 anni, il 21% tra i 50-69 anni e infine il

14% in età superiore a 70 anni. La sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi, indipendentemente da altre

comorbidità, è in moderato e costante aumento da molti anni (78% per le donne ammalate dal 1990 al

1992, 87% dal 2005 al 2007), in relazione a diverse variabili, tra cui l’anticipazione diagnostica (screening) e il

miglioramento delle terapie (dati AIRTUM) (2).

Per la diagnosi precoce delle neoplasie mammarie è raccomandata l’esecuzione di una mammografia ogni 2

anni nelle donne nella fascia d’età 50-69 anni. Lo screening mammografico consente interventi meno

invasivi e riduce del 25% la mortalità da tumore mammario (beneficio a livello di comunità); a livello

individuale, la riduzione di mortalità nelle donne che hanno eseguito lo screening mammografico è intorno

al 45% (Progetto IMPATTO) (3).

Nel 2010 in Italia i programmi di screening mammografico, basati su un invito attivo da parte del SSN e su un

percorso diagnostico-terapeutico definito e gratuito, sono risultati estesi a circa il 70% della popolazione

target; l’estensione dei programmi organizzati è ormai ampia nelle regioni del Nord e del Centro, mentre è

ancora minore nel Sud.

Nell’ambito del programma piemontese Prevenzione Serena, lo screening dell’adenocarcinoma della

mammella si rivolge a donne asintomatiche, proponendo l’esecuzione di un test mammografico annuale tra

45 e 49 anni e biennale tra 50 e 69, con possibilità di estensione a 75 anni su richiesta. La mammografia, che

è eseguita in due proiezioni, viene letta da due distinti senologi esperti, al fine di esaltare la capacità

ricognitiva rispetto alle caratteristiche di immagine di microcalcificazioni, distorsioni parenchimali, noduli e

quant’altro possa deporre per la presenza di un sospetto diagnostico. In caso di positività, la donna viene

avviata ad un approfondimento di secondo livello, che potrà consistere in un ingrandimento mirato, in

un’ecografia, in un’indagine stereotassica ed eventualmente nell’esecuzione di prelievi citologici e bioptici;

solo a questo punto sarà possibile stabilire se l’assistita può essere rinviata ad un normale round di

screening, sottoposta a follow up o inviata alla chirurgia.

Nel corso dell’anno 2012, nell’ASL CN2 sono stati effettuati 10.037 primi inviti a donne incluse nel round

biennale, con una copertura annuale del 95,3%. Nel complesso, gli inviti sono stati 12.995; in quest’ambito vi

sono stati 2.390 inviti a donne incluse nel round annuale, 318 richiami dopo esclusione temporanea e 225

richiami anticipati; si sono inoltre avute 25 adesioni spontanee. Circa l’adesione su invito nel round biennale,

abbiamo avuto 5.527 esecuzioni di mammografia all’interno di 7.914 mammografie di screening

complessive; 1.984 di queste ultime rientravano nell’ambito delle donne più giovani, 188 sono stati richiami

dopo esclusione temporanea e 192 richiami anticipati. Nella coorte delle donne dell’ASL CN2, sono state

registrate 858 esclusioni temporanee e 402 casi risultavano quali mammografie recenti o lettere inesitate.

Sono stati effettuati, nell’anno considerato, 396 inviti ad approfondimenti di secondo livello.

L’adesione al test mammografico è risultata pari al 57,4% e, ove si consideri anche le adesioni spontanee, al

57,5% (Bollettino epidemiologico ASL CN2 Alba-Bra – Anno 2012) (4).

In termini di impatto tra 45 e 69 anni, su base dipartimentale, rispetto ai primi test il Detection Rate è stato

del 6,11 per mille, con un rapporto benigni/maligni pari a 0,64; come era da attendersi, gli stessi indicatori

sono stati pari a 4,14 per mille e 0,17 nei test successivi. Rispetto alla distribuzione pTNM degli

adenocarcinomi, essa si è dimostrata estremamente favorevole, con un 5,6% di tumori in situ lobulari, un

17,8% in situ duttali, 2,4% pT1 microinvasivi, 55,6% pT1, 17,8% pT2, 0,8% pT3 e nessun pT4.

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Quante donne eseguono una mammografia in accordo con le linee guida?

Nell’ASL CN2 Alba-Bra, secondo il sistema di

Sorveglianza Passi, circa il 77% delle donne

intervistate di 50-69 anni riferisce di aver eseguito

una mammografia preventiva (in assenza di segni e

sintomi) nel corso degli ultimi due anni, come

raccomandato dalle linee guida internazionali e

nazionali.

In particolare l’effettuazione della mammografia

nei tempi raccomandati risulta più alta nelle donne:

- nella fascia 60-69 anni (78%);

- nelle coniugate o conviventi (79%);

- senza rilevanti difficoltà economiche (82%);

- con cittadinanza italiana (77%).

L’età media alla prima mammografia preventiva

risulta essere 46 anni.

Nella fascia pre-screening (40-49 anni), il 67% delle

donne dichiara di aver effettuato una

mammografia preventiva almeno una volta nella

vita. L’età media della prima mammografia è 39

anni.

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

Donne 50-69 anni

Prevalenze per caratteristiche socio-demografiche

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12

25%

77%

82%

72%

50%

60%

84%

75%

70%

69%

79%

70%

79%

78%

75%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

straniera

ital iana

nessuna

qualche

molte

laurea

media superiore

media inferiore

nessuna/elementare

non convivente

convivente

non coniugata

coniugata

60-69

50-59

Età

Stato civile

Convivenza

Diff. economiche

Totale: 76,5% (IC 95%: 70,3%-81,9%)

Cittadinanza

Istruzione

Nelle ASL del Piemonte PASSI 2009-12, la

percentuale di donne che riferisce di aver eseguito

una mammografia preventiva (in assenza di segni e

sintomi) nel corso degli ultimi due anni è del 73%

(range: 64% ASL AL – 80% ASL TO5).

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

Donne 50-69 anni

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12

Regione Piemonte: 73,2% (IC95%: 71,4%-74,9%)

0

20

40

60

80

100

TO5 BI

CN2

NO ATTO

3 PTO

4VC

VCO

TO1-

2CN

1AL

%

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Dai dati del sistema di sorveglianza Passi 2009-2012,

a livello nazionale, quasi il 70% delle donne

intervistate di 50-69 anni riferisce di aver effettuato

una mammografia a scopo preventivo nel corso dei

due anni precedenti l’intervista, secondo quanto

raccomandato dalle linee guida.

Chiaro il gradiente Nord-Sud della copertura dello

screening mammografico: la quota di donne 50-69

che si sottopone a mammografia preventiva è pari

all’81% fra le residenti al Nord (in Emilia-Romagna e

in alcune ASL della Lombardia si raggiunge l’85%),

pari al 76% fra le donne del Centro ed è solo del 51%

fra le residenti nel Sud e nelle Isole (con la Campania

in cui si registra la prevalenza più bassa, 42%).

Decidere di fare una mammografia preventiva è

significativamente più frequente nelle donne di 50-

59 anni (71%), in quelle coniugate o conviventi

(rispettivamente 71% e 72%), con un livello di

istruzione più elevato (76%) e senza difficoltà

economiche (77%). La copertura tra le donne italiane

è più alta rispetto alle straniere (70% vs. 59%).

L’analisi multivariata conferma l’associazione con

l’età, la convivenza, il livello di istruzione, lo status

economico e la cittadinanza.

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

Donne 50-69 anni

Prevalenze per Regione di residenza – Passi 2009-12

Pool ASL: 69,8% (69,1%-70,5%)

In Lombardia non tutte le Asl hanno partecipato alla rilevazione

Trend del test di screening mammografico

Relativamente all’evoluzione temporale, nel periodo 2008-2012, si evidenzia un andamento in crescita della

copertura dello screening mammografico effettuato secondo le linee guida nelle Regioni del Nord (da 80,8%

a 83,7%) e in quelle del Centro (da 73,5% a 78,8%).

Quante donne eseguono la mammografia nello screening organizzato e quante

come prevenzione individuale?

Le linee guida europee e italiane raccomandano l’implementazione dei programmi di screening organizzati

basati su un invito attivo da parte dell’ASL e un’offerta alla donna di un percorso di approfondimento

assistenziale e terapeutico definito e gratuito. Accanto a questa modalità organizzativa raccomandata,

rimane presente anche una quota di screening spontaneo, caratterizzato da un intervento a livello

individuale su iniziativa spontanea o su consiglio medico. La stima della copertura al test di screening al di

fuori o all’interno dei programmi organizzati viene effettuata mediante un indicatore proxy sull’aver pagato

o meno l’esame.

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Nell’ASL CN2 Alba-Bra, tra le donne intervistate di 50-69 anni, il 65% ha eseguito la mammografia all’interno

di un programma organizzato, mentre il 12% l’ha eseguita come prevenzione individuale.

Nella Regione Piemonte il 59% ha eseguito la mammografia all’interno di un programma organizzato (range:

48% ASL NO – 66% ASL TO5), mentre il 13% l’ha eseguita come prevenzione individuale (range: 7% ASL VCO

– 25% ASL NO).

Nel Pool di ASL a livello nazionale tali valori sono rispettivamente pari a 50% e a 19%. La quota di donne che

si sottopone a mammografia preventiva su iniziativa personale non cambia in modo sostanziale nelle tre

macroaree che invece si differenziano significativamente per la copertura dei programmi di screening

organizzati.

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

all’interno di programmi di screening organizzati

Donne 50-69enni

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12

Regione Piemonte: 59,5% (IC95%: 57,5% - 61,5%)

0

20

40

60

80

100

TO5

VCO

CN2

AT B

ICN1

TO1-

2TO

3TO

4 PVC A

LNO

%

Mammografia eseguita negli ultimi due anni

al di fuori di programmi di screening organizzati

Donne 50-69enni

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12

Regione Piemonte: 13,2% (IC95%: 11,8% - 14,6%)

0

20

40

60

80

100

NO

VC B

ITO

5AL

TO3 P

TO4

CN2

AT

TO1-

2CN1

VCO

%

Mammografia eseguita negli ultimi 2 anni

all’interno o al di fuori di un programma organizzato

Donne 50-69 anni

Prevalenze per ASL, Regione, Pool di ASL e macroarea geografica - Passi 2009-12

63%56%

31%

18%20%

20%

65%59%

50%

12%13%

19%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

ASL CN2 Regione

Piemonte

Pool PASSI Nord Centro Sud

all 'interno dello screening organizzato al di fuori dello screening organizzato

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Qual è la periodicità di esecuzione della mammografia? L’esecuzione della mammografia è raccomandata con

periodicità biennale. Circa due donne tra 50-69 anni

su cinque (39%) riferisce di aver eseguito la

mammografia nell’ultimo anno. Il 9% dichiara di non

aver mai eseguito una mammografia preventiva.

In Italia, il 40% delle donne che si sono sottoposte a

screening mammografico nei due anni precedenti

l’intervista, ha riferito di averlo fatto nell’ultimo anno,

più frequentemente di quanto atteso, dal momento

che lo screening è raccomandato con cadenza

biennale a partire dai 50 anni di età. Non trascurabile

la quota delle donne che non pratica affatto la

prevenzione del tumore della mammella o lo fa in

modo non ottimale: il 17% si è sottoposta a

mammografia preventiva più di due anni prima

l’intervista e il 13% riferisce di non averlo mai fatto.

Periodicità di esecuzione della mammografia

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12 (n=221)

9%

15%

38%

39%

0% 10% 20% 30% 40%

Mai fatto

>2 anni

da 1 a 2 anni

Ultimo anno

Quale promozione della mammografia?

Nell’ASL CN2 Alba-Bra:

- il 91% delle donne intervistate di 50-69 anni

riferisce di aver ricevuto una lettera di invito

dall’ASL;

- l’83% riferisce di aver visto o sentito una

campagna informativa;

- il 72% riferisce di aver ricevuto il consiglio di

un operatore sanitario di eseguire con

periodicità la mammografia.

Promozione della mammografia

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12 (n=222)

2%

72%

83%

91%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Nessuna azione

Consigl io

Campagna

informativa

Lettera ASL

Nelle ASL del Piemonte PASSI 2009-12, l’82%

delle donne intervistate di 50-69 anni riferisce di

aver ricevuto una lettera di invito dall’ASL (range:

65% ASL VC – 93% ASL CN1); il 78% riferisce di

aver visto o sentito una campagna informativa

(range: 67% ASL TO3 – 90% ASL VCO) e il 76%

riferisce di aver ricevuto il consiglio di un

operatore sanitario di eseguire con periodicità la

mammografia (range: 66% ASL CN1 – 85% ASL

VCO).

Donne 50-69 anni che hanno ricevuto la lettera di invito dall’ASL

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12 Regione Piemonte:81,9% (IC95%: 80,4%-83,4%)

0

20

40

60

80

100

CN1

CN2

VCO

TO5

TO3 B

I P

TO1-

2AL

NO

TO4

ATVC

%

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Il 60% delle donne di 50-69 anni è stato raggiunto

da tutti gli interventi di promozione della

mammografia considerati (lettera dell’ASL,

consiglio di un operatore sanitario e campagna

informativa), il 28% da due interventi ed l’11% da

uno solo; il 2% non ha ricevuto nessuno degli

interventi di promozione considerati.

Numero di interventi di promozione ricevuti

per la mammografia

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12 (n=222)

2%

11%

28%

60%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

nessun intervento

1 intervento

2 interventi

3 interventi

Quale efficacia degli interventi di promozione?

Nell’ASL CN2 tra numero degli interventi di promozione ricevuti e l’esecuzione del test di screening secondo

gli intervalli raccomandati emerge una correlazione.

Tale correlazione si rileva anche tra le ASL partecipanti al sistema PASSI a livello nazionale. Nel 2009-2012, la

maggior parte (92%) delle donne 50-69enni intervistate è stata raggiunta da almeno un intervento di

promozione dello screening mammografico. L’efficacia della promozione dello screening cresce

all’aumentare del numero di input ricevuti (lettera della ASL, consiglio, campagna informativa), infatti l’81%

delle donne 50-69enni che ha ricevuto la lettera di invito associata al consiglio di un operatore sanitario si è

sottoposta a screening mammografico, contro il 23% di quelle non raggiunte da alcun intervento.

Le donne raggiunte da tutti e tre gli interventi di promozione (lettera, consiglio del medico e campagna

informativa) eseguono il test di screening nell’83% dei casi, migliorando non di molto la copertura dello

screening. Alla luce di questi dati, la combinazione più efficace sembrerebbe l’invito con lettera dall’ASL in

associazione al consiglio del medico/operatore sanitario.

Efficacia degli interventi di promozione per l’esecuzione della mammografia negli ultimi 2 anni

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12

0%

33%

72%

92%

78%

73%

80%

33%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Nessuna intervento

Solo campagna

Solo consiglio

Solo lettera

Lettera + consiglio

Lettera + camapagna

campagna + consiglio

Lettera+consigl io+campagna

Perché non è stata eseguita la mammografia a scopo preventivo? Nell’ASL CN2 Alba-Bra, il 24% delle donne di 50-69 anni non risulta coperta per quanto riguarda la diagnosi

precoce del tumore della mammella in quanto o non ha mai eseguito la mammografia (9%) o l’ha eseguita

da oltre due anni (15%).

La non esecuzione dell’esame pare associata ad una molteplicità di fattori, tra cui la non corretta

percezione del rischio sembra giocare il ruolo principale: il 32% ritiene infatti di non averne bisogno.

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10

Motivazione della non effettuazione della mammografia secondo le linee guida

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12 (n=50)

2%

2%

4%

4%

6%

8%

12%

12%

18%

32%

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35%

esame fastidioso/doloroso

pigrizia

mi sento imbarazzata

già operata/altri motivi sanitari

ho paura dei risultati dell'esame

nessuno me l'ha consigliato

no convocazione

non ho avuto tempo

altro

penso di non averne bisogno

* esclusi dall’analisi i “non so/non ricordo”

Conclusioni e raccomandazioni

Nell’ASL CN2 Alba-Bra, il 77% delle donne intervistate di 50-69 anni riferisce di aver eseguito una

mammografia preventiva (in assenza di segni e sintomi) nel corso degli ultimi 2 anni, come raccomandato

dalle linee guida internazionali e nazionali e il 12% l’avrebbe eseguita al di fuori dello screening organizzato.

Il 91% delle donne intervistate di 50-69 anni riferisce di aver ricevuto una lettera di invito dall’ASL. I risultati

delle interviste Passi concordano abbastanza con quelli del programma Prevenzione Serena.

Infine anche nel caso dello screening per il tumore della mammella si confermano rilevanti le disuguaglianze

rispetto alla partecipazione: difficoltà economiche come pure la cittadinanza straniera condizionano

l’adesione al test.

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11

Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell’utero

Il carcinoma della cervice uterina è al secondo posto nel mondo, dopo la mammella, tra i tumori che

colpiscono le donne. Il fattore eziologico di questa neoplasia è costituito da un pool di ceppi ad alto rischio

del Papilloma Virus umano a trasmissione per via sessuale. La cancerogenesi è di lunga durata e il carcinoma

rappresenta la fase evolutiva finale di una serie di lesioni a rischio progressivamente più alto, che

particolarmente nelle fasi iniziali possono peraltro regredire spontaneamente. I fattori di rischio riguardano

fondamentalmente tutte le condizioni di trasmissione del virus e di progressione delle lesioni premaligne.

Queste condizioni sono favorite dal basso livello socio-economico (con scarso accesso alla prevenzione),

numero di partners, giovane età di inizio dell’attività sessuale e parità. Come ulteriori fattori di rischio sono

stati individuati gli stati immunodepressivi, il fumo di sigaretta e la contraccezione ormonale.

Una componente familiare del rischio è stata riconosciuta, pur nella difficoltà di discriminare tra fattori

propriamente genetici (immunodeficienza) e la condivisione di fattori ambientali.

Nell’intero corso della vita 1 donna su 163 è destinata a contrarre un carcinoma cervicale. Sono

rispettivamente 2.000 i casi attesi nel 2013. Le forme cervicali occupano il quinto posto al di sotto dei 50

anni di età (5% di tutte le neoplasie di questa fascia). L’incidenza dei carcinomi della cervice uterina, di cui è

perseguita da tempo la diagnosi precoce, è in costante calo nell’ultimo decennio (–3,8%/anno); tra Nord e

Sud Italia si nota un chiaro gradiente per le forme cervicali, rispetto al Nord le aree del Centro Italia

mostrano una differenza nell’incidenza pari a –8% e il Sud/Isole pari a –12%.

Nella popolazione femminile italiana si stima che per riscontrare un decesso per carcinoma della cervice

uterina sia necessario seguire per tutta la vita 1.087 donne.

La probabilità di sopravvivenza a 5 anni per i carcinomi cervicali è aumentata negli ultimi 20 anni di 6 punti

percentuali (dal 63 al 71%). Tra le diverse aree del Paese non si rilevano significative differenze nella

sopravvivenza (a 5 anni) per tumori cervicali (compresa tra il 70% del Centro e il 65% del Sud-Isole).

In Italia sono poco più di 53.000 le donne con pregressa diagnosi di carcinoma cervicale. Le strategie di

prevenzione, da tempo diffuse, fanno sì che solo l’8% si trovi a meno di due anni dalla diagnosi, un 14% tra i

5 e 10 anni e ben il 44% oltre i 20 anni. La proporzione di donne prevalenti è massima oltre i 75 anni di età

(525 x 100.000 residenti, 1,4 volte più della proporzione tra i 60 e i 75 anni e 2,4 volte più di quella tra i 40 e i

59 anni). La proporzione di donne con pregressa diagnosi di tumore della cervice dell’utero segue nel Paese

un gradiente Nord-Sud (222 x 100.000 nel Nord-Ovest, 194 nel Nord-Est, 175 al Centro e 140 nel Sud Isole)

(dati AIRTUM) (2).

Per la diagnosi precoce delle neoplasie della cervice uterina è raccomandata l’esecuzione di un Pap test ogni

3 anni nelle donne nella fascia d’età 25-64 anni. In Italia i programmi organizzati, basati sull’invito attivo da

parte del SSN e su un percorso di approfondimento definito e gratuito, coprono attualmente (dati 2011)

l’84% della popolazione femminile in età 25-64 anni, con un 77% di donne (dati 2012) che ricevono

effettivamente la lettera d’invito (dati AIRTUM) (2, 5).

Nel corso del 2010 sono stati avviati in diverse ASL progetti pilota, coinvolgenti circa 150.000 donne, al fine

di valutare l’utilizzo del test del papilloma virus (HPV) come test di screening primario: esistono infatti

sufficienti ormai prove scientifiche per affermare che il test con HPV è più sensibile del Pap test e presenta

rischi comparabili (6). L’Italia nei prossimi anni si avvia ad essere uno dei primi Paesi a effettuare questo

cambiamento nel test di screening primario e applicarlo alla vasta rete degli screening organizzati.

Per quanto riguarda lo screening citologico cervicovaginale, considerato l’anno 2012, nell’ASL CN2 sono

state invitate al Pap test 20.022 donne; 135 di esse, neonate allo screening, hanno aderito spontaneamente

in anticipo rispetto alla convocazione scritta, mentre 17.415 sono state invitate all’interno di un regolare

intervallo di rescreening. Circa i test di screening effettuati, sono state eseguite 9.901 citologie

cervicovaginali, pari ad un’adesione del 50,1%, che sale al 50,5% considerando le spontanee.

In parallelo, abbiamo avuto 1.951 esclusioni temporanee, su indicazione del Medico di medicina generale o

della stessa assistita, 1.376 esclusioni temporanee basate su comunicazione di Pap test recente o su lettera

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inesitata per mancato recapito, oltre alle esclusioni definitive per patologia segnalate da parte di tutti i

Medici di medicina generale dell’ASL CN2 o derivanti dagli aggiornamenti dell’anagrafe aziendale.

Gli invii ad approfondimento di secondo livello, consistenti in colposcopia, ripetizioni di Pap test, biopsia,

eventuali trattamenti e follow up, sono stati 349.

Riguardo all’impatto, è interessante osservare che, su base dipartimentale, l’istologia peggiore tra quella

bioptica e quella chirurgica, misurate entro un anno dall’esecuzione del test, ha mostrato nel 19,3% dei casi

un’istologia CIN 1, nel 16,3% CIN 2, nel 19,6% CIN 3 e nell’1,8% carcinoma squamoso, oltre ad un 1,1% di

adenocarcinomi e ad un 43,9% no CIN o carcinoma. Rispetto ai pezzi operatori, il margine endocervicale,

considerati quelli resisi disponibili alla valutazione, è risultato indenne nell’86% dei casi ed interessato dal

carcinoma nel 14%.

Quante donne eseguono un test di screening in accordo alle linee guida?

Nell’ASL CN2 Alba-Bra, l’87% delle donne

intervistate di età 25-64 anni riferisce di aver

eseguito un test di screening preventivo (Pap test o

HPV test) nel corso degli ultimi tre anni.

In particolare l’esecuzione del test di screening nei

tempi raccomandati risulta più alta nelle donne:

• nella fascia 35-49 anni (92%);

• nelle coniugate o conviventi (88%);

• con alto livello d’istruzione (92%);

• senza rilevanti difficoltà economiche (88%);

• con cittadinanza italiana (88%).

Test di screening per neoplasia cervicale

eseguito negli ultimi tre anni

Donne 25-64 anni

Prevalenze per caratteristiche socio-demografiche

ASL CN2 Alba-Bra - Passi 2009-12

76%

88%

88%

87%

75%

92%

92%

82%

78%

84%

88%

84%

88%

81%

92%

89%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

straniera

ital iana

nessuna

qualche

molte

laurea

media superiore

media inferiore

nessuna/elementare

non convivente

convivente

non coniugata

coniugata

50-64

35-49

25-34

Età

Stato civile

Convivenza

Diff. economiche

Totale: 87% (IC 95%: 83,6%-89,9%)

Cittadinanza

Istruzione

Nelle ASL del Piemonte PASSI 2009-12, la percentuale di donne che riferisce di aver effettuato lo screening

cervicale (Pap-test o Hpv test) nel corso dei tre anni precedenti l’intervista, secondo quanto raccomandato

dalle linee guida è dell’85% (range: 76% ASL CN1 – 94% ASL VCO).

Dai dati del sistema di sorveglianza Passi 2009-2012, a livello nazionale, quasi tre donne 25-64enni su

quattro (76%) riferiscono di aver effettuato lo screening cervicale (Pap-test o Hpv test) nel corso dei tre

anni precedenti l’intervista, secondo quanto raccomandato dalle linee guida.

La distribuzione geografica della copertura dello screening cervicale disegna un gradiente geografico a

svantaggio delle Regioni meridionali: la percentuale di donne che effettua lo screening cervicale a scopo

preventivo è pari all’84% fra le residenti nel Nord Italia (nella P.A. di Bolzano raggiunge il 90%), è

significativamente più bassa al Centro (83%) e soprattutto nel Sud e nelle Isole in cui coinvolge solo il 62%

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della popolazione target (la percentuale più bassa si registra in Calabria con il 56%).

L’effettuazione dello screening cervicale è significativamente più frequente nelle 35-49enni (81%), in quelle

coniugate o conviventi (rispettivamente 79% e 80%), nelle donne con un livello di istruzione più elevato

(80%) e in quelle senza difficoltà economiche (81%). La copertura tra le italiane è più alta rispetto alle

straniere (76% vs. 70%). L’analisi multivariata conferma l’associazione con tutte le variabili prese in

considerazione.

Test di screening per neoplasia cervicale

eseguito negli ultimi tre anni

Donne 25-64 anni

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12

Regione Piemonte: 85,3% (IC95%: 84,3%-86,3%)

0

20

40

60

80

100

VCO V

CNO

TO5

CN2

TO3

AT P B

I

TO1-

2TO

4AL

CN1

%

Test di screening per neoplasia cervicale eseguito negli ultimi

tre anni - Donne 25-64enni

Prevalenze per Regione di residenza - Passi 2009-12

Pool ASL: 76,1% (75,6-76,5%)

In Lombardia non tutte le Asl hanno partecipato alla rilevazione

Trend del test di screening per la neoplasia cervicale

Relativamente all’evoluzione temporale, nel periodo 2008-2012, nel Pool di ASL, si evidenzia un

andamento in crescita della copertura dello screening cervicale effettuato secondo le linee guida nelle tre

macroaree del Paese: a livello nazionale la crescita è del 3,7%; nelle Regioni del Nord del 2,9%, in quelle del

Centro del 3,9% e al Sud del 6,7%.

Quante donne eseguono il test di screening per neoplasia cervicale all’interno di un

programma organizzato e quante come prevenzione individuale? Le linee guida europee e italiane raccomandano l’implementazione dei programmi di screening organizzati

basati su un invito attivo da parte dell’ASL e un’offerta alla donna di un percorso di approfondimento

assistenziale e terapeutico definito e gratuito. Accanto a questa modalità organizzativa raccomandata,

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rimane presente anche una quota non trascurabile di screening spontaneo, caratterizzato da un intervento

a livello individuale su iniziativa spontanea o su consiglio medico. La stima della copertura al test di

screening al di fuori o all’interno dei programmi organizzati viene effettuata mediante un indicatore proxy

sull’aver pagato o meno l’esame.

Nell’ASL CN2 Alba-Bra, tra le donne intervistate di 25-64 anni, il 55% ha eseguito il test di screening

all’interno di un programma organizzato, mentre il 32% l’ha eseguito come prevenzione individuale.

Nella Regione Piemonte, tra le donne intervistate di 25-64 anni, il 59% ha eseguito il test di screening

all’interno di un programma organizzato (range: 32% ASL VCO – 71% ASL TO5), mentre il 26% l’ha eseguito

come prevenzione individuale (range: 17% ASL CN1 – 62% ASL VCO).

A livello nazionale, la popolazione target che aderisce allo screening cervicale si ripartisce equamente tra

chi lo esegue all’interno di programmi organizzati dalle ASL (38%) e chi, invece, si sottopone a screening su

iniziativa spontanea (37%). Tuttavia nelle Regioni del Centro-Nord la quota di donne che si sottopone a

screening cervicale in ambito di programmi organizzati è maggiore della quota di donne che lo fa su

iniziativa spontanea (44-45% vs. 39%); mentre il contrario accade nelle Regioni meridionali (28% dentro

programmi organizzati vs 34% al di fuori di programmi organizzati).

Test di screening per neoplasia cervicale

eseguito negli ultimi tre anni

all’interno di programmi di screening organizzati

Donne 25-64enni

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12

Regione Piemonte: 58,8% (IC95%: 57,5% - 60,2%)

0

20

40

60

80

100

TO5

TO1-

2TO

4AT

TO3 B

ICN1 P

CN2

AL

NO

VC

VCO

%

Test di screening per neoplasia cervicale

eseguito negli ultimi tre anni

al di fuori di programmi di screening organizzati

Donne 25-64enni

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12

Regione Piemonte: 26,3% (IC95%: 25,1% - 27,4%)

0

20

40

60

80

100

VCO V

CNO

CN2

AL P

TO3 B

IAT

TO1-

2TO

4TO

5CN1

%

Test di screening per neoplasia cervicale negli ultimi 3 anni

all’interno o al di fuori di un programma organizzato

Donne 25-64 anni

Prevalenze per ASL, Regione, Pool di ASL e macroarea geografica - Passi 2009-12

45% 44%

28%

39% 39%

34%

55% 59%

38%

32% 26%

37%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

ASL CN2 Regione

Piemonte

Pool PASSI Nord Centro Sud

all 'interno dello screening organizzato al di fuori dello screening organizzato

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Qual è la periodicità di esecuzione del test di screening per neoplasia cervicale?

L’esecuzione del Pap test è raccomandata con

periodicità triennale; si è al momento

mantenuta tale indicazione anche per il test

dell’HPV, in attesa della valutazione degli studi

pilota condotti. Le evidenze disponibili

suggeriscono per l’HPV test la possibilità di una

periodicità differenziata in base al rischio

individuale della donna.

Circa la metà delle donne 25-64enni (43%)

riferisce di aver eseguito l’ultimo test di

screening nell’ultimo anno.

Periodicità di esecuzione del test di screening

per neoplasia cervicale

Donne 25-64 anni

ASL CN2 Alba-Bra - Passi 2009-12 (n=471)

5%

8%

45%

43%

0% 10% 20% 30% 40% 50%

Mai fatto

>3 anni

da 1 a 3 anni

Ultimo anno

Quale promozione del test di screening per neoplasia cervicale?

Nell’ASL CN2 Alba-Bra:

- Il 91% delle donne intervistate di 25-64 anni

riferisce di aver ricevuto una lettera di invito

dall’ASL;

- il 75% riferisce di aver visto o sentito una

campagna informativa di promozione del

test di screening;

- il 69% riferisce di aver ricevuto il consiglio da

un operatore sanitario di eseguire con

periodicità il test di screening.

Promozione del test di screening per neoplasia cervicale*

Donne 25-64 anni

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12 (n=462)

2%

69%

75%

91%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Nessuna azione

Consiglio

Campagna

informativa

Lettera ASL

*escluse le donne che hanno subito l’asportazione dell’utero

Nelle ASL del Piemonte PASSI 2009-12, l’82%

delle donne intervistate di 25-64 anni riferisce

di aver ricevuto una lettera di invito dall’ASL

(range: 56% ASL VCO – 91% ASL CN2); il 76%

riferisce di aver visto o sentito una campagna

informativa (range: 65% ASL TO3 – 91% ASL

VCO) e il 74% riferisce di aver ricevuto il

consiglio di un operatore di eseguire con

periodicità il test di screening (range: 63% ASL

CN1 – 86% ASL VCO).

Donne 25-64 anni che hanno ricevuto

la lettera di invito dall’ASL

Prevalenze per ASL – Passi 2009-12

Regione Piemonte: 82,1% (IC95%: 81% - 83,1%)

0

20

40

60

80

100

CN

2CN1

NO

TO1-

2TO

4TO

5TO

3 P BI

AL

AT

VC

VCO

%

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La maggior parte delle donne intervistate

(54%) è stata raggiunta dagli interventi di

promozione considerati (lettera di invito,

consiglio medico, campagna di promozione),

generalmente in associazione tra loro.

Nel Pool Passi 2009-2012, 9 intervistate su 10

sono state raggiunte da almeno un intervento

di promozione dello screening cervicale.

Numero di interventi di promozione ricevuti

per il test di screening per neoplasia cervicale*

Donne 25-64 anni

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12 (n=462)

54%

31%

13%

2%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%

3 interventi

2 interventi

1 intervento

nessun

intervento

*escluse le donne che hanno subito l’asportazione dell’utero

Quale efficacia degli interventi di promozione?

Secondo i dati Passi 2009-12, nell’ASL CN2

viene confermata l’efficacia della lettera

d’invito, in particolare se rafforzata dal

consiglio dell’operatore sanitario (93%) come

avviene generalmente all’interno dei

programmi di screening organizzati.

Nel Pool Passi 2009-2012 a livello nazionale,

l’efficacia della promozione cresce

all’aumentare del numero di input ricevuti

(lettera dell’ASL, consiglio, campagna

informativa): aver ricevuto la lettera di invito

associata al consiglio di un operatore sanitario

dà luogo all’effettuazione dello screening nel

90% dei casi contro il 39% in assenza di alcun

intervento.

Questa combinazione di interventi di

promozione (lettera dall’ASL e consiglio del

medico/operatore sanitario) sembrerebbe la

più efficace, in quanto la percentuale di donne

raggiunte da tutti e tre gli interventi (lettera,

consiglio del medico e campagna informativa)

è sempre del 90%.

Efficacia degli interventi di promozione

per l’esecuzione del test di screening per

neoplasia cervicale secondo le linee guida

Donne 25-64 anni

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12

50%

78%

89%

93%

79%

92%

92%

100%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Nessuna intervento

Solo campagna

Solo consiglio

Solo lettera

Lettera + consiglio

Lettera + camapagna

campagna + consiglio

Lettera+consiglio+campagna

Perché non è stato eseguito il test di screening?

Nell’ASL CN2 Alba-Bra il 13% delle donne di 25-64 anni non risulta coperto per quanto riguarda la diagnosi

precoce del tumore del collo dell’utero in quanto o non ha mai eseguito un test di screening (5%) o l’ha

eseguito da oltre tre anni (8%).

La mancata esecuzione del test sembra associata ad una molteplicità di fattori, tra cui una non corretta

percezione del rischio sembra giocare il ruolo principale: il 37% ritiene infatti di non averne bisogno.

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Motivazione della non esecuzione del test di screening

per neoplasia cervicale secondo le linee guida

Donne 25-64 anni

ASL CN2 Alba-Bra – Passi 2009-12

2%

2%

3%

3%

3%

5%

6%

8%

13%

19%

37%

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40%

no in età target

esame fastidioso/doloroso

pigrizia

altro

mi sento imbarazzata

no convocazione

non ho avuto tempo

ho paura dei risultati dell 'esame

nessuno me l'ha consigl iato

già operata/altri motivi sanitari

penso di non averne bisogno

* esclusi dall’analisi i “non so/non ricordo”

Conclusioni e raccomandazioni

Nell’ASL CN2 Alba-Bra, l’87% delle donne intervistate riferisce di aver eseguito un test di screening

preventivo (pap test o HPV test) nel corso degli ultimi 3 anni; il 55% ha eseguito il test di screening

all’interno di un programma organizzato, mentre il 32% l’ha eseguito come prevenzione individuale. Il 91%

delle donne intervistate di 25-64 anni riferisce di aver ricevuto una lettera di invito dall’ASL.

Dal sistema di monitoraggio dello screening organizzato del programma Prevenzione Serena si rileva che non

essendoci un ritardo di alcun tipo rispetto agli intervalli di rescreening dell’ASL CN2, il 100% delle donne che

hanno effettuato il Pap test nell’ASL CN2 nell’ambito di Prevenzione Serena lo hanno eseguito secondo la

periodicità raccomandata; il 49,5% delle donne non ha aderito all’invito della S.C. Unità Valutazione e

Organizzazione Screening. Il 50,5% delle donne, che sono quelle che hanno aderito, ha svolto il Pap test

secondo la periodicità raccomandata.

I programmi organizzati si confermano correlati ad una maggior adesione; lettera di invito, consiglio

dell’operatore sanitario e campagne informative (ancor più se associati come avviene all’interno dei

programmi di screening) sono gli strumenti più efficaci: nelle donne raggiunte da questi interventi la

percentuale di esecuzione dell’esame cresce significativamente.

Anche per il programma di screening per la cervice uterina emerge un problema di disuguaglianze rispetto

alla partecipazione all’invito: basso titolo di studio e difficoltà economiche condizionano infatti l’adesione al

test, come pure la cittadinanza straniera; una particolare attenzione va posta nel mantenere le iniziative

specifiche per favorire l’adesione nei diversi gruppi etnici.

Come si evince dal Rapporto di Health Technology Assessment (HTA) pubblicato su Epidemiologia e

Prevenzione, lo screening cervicale attraversa un momento cruciale: dopo circa 70 anni da quando è stato

proposto, in Italia il Pap test cederà il passo al test per il Papilllomavirus umano (HPV) come test di screening

primario per le donne di età 30-64 anni, con il mantenimento della citologia cervicovaginale tra 25 e 29 anni.

La DGR 21-5705 del 23.4.2013 ha previsto l’introduzione graduale del test per la ricerca del DNA di HPV su

tutto il territorio della regione Piemonte nell’arco di 5 anni, sulla base di un protocollo che vede l’esecuzione

di un prelievo che potrà essere utilizzato sia per la virologia che per la citologia.

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Diagnosi precoce delle neoplasie del colon-retto

Il carcinoma del colon-retto è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con

quasi 55.000 diagnosi stimate per il 2013. Tra i maschi si trova al terzo posto, preceduto dal tumore della

prostata e del polmone (14% di tutti i nuovi tumori), nelle femmine al secondo posto, preceduto dal tumore

della mammella, con 14%. Nella classifica dei tumori più frequenti per gruppi di età il carcinoma del colon-

retto occupa sempre posizioni elevate, variando nelle diverse età tra l’8 e il 15% negli uomini e tra il 5 e il

17% nelle donne. La diffusione dei fattori di rischio, l’anticipazione diagnostica e l’aumento dell’età media

della popolazione sono alla base della progressiva crescita dell’incidenza di questo tumore negli ultimi

decenni. L’andamento temporale per gli uomini è passato da un andamento stabile negli anni ’90 e Duemila

a +3,7/anno dal 2004, mentre nelle donne l’aumento (+0,8%/anno) appare omogeneo per tutto il periodo

esaminato. I confronti geografici nazionali mostrano un gradiente, che si sta tuttavia attenuando, dal Nord-

Centro verso il Sud sia nei maschi (Sud –25% rispetto al Nord) che nelle femmine (Sud –20%), anch’esso

coerente con la diversa presenza dei fattori precedentemente indicati (dati AIRTUM) (2).

Il programma di screening organizzato rappresenta un efficace strumento per ridurre non solo la mortalità,

ma anche l'incidenza della neoplasia colorettale. Gli esami di screening infatti sono in grado di diagnosticare

più del 50% di tumore negli stadi più precoci.

Nella maggioranza dei casi il test utilizzato per lo screening colorettale, specificato dalle raccomandazioni

europee, è il test per la ricerca di sangue occulto nelle feci (FOBT) rivolto alle persone di 50-69 anni con

periodicità biennale; sono inoltre attivi 7 programmi in cui è in uso come test di 1° livello la

rettosigmoidoscopia (Regione Piemonte e ASL di Verona).

A partire dal 2005 i programmi di screening delle neoplasie del colon-retto sono stati avviati sul territorio

nazionale con marcate differenze di estensione tra Nord e Sud Italia; attualmente coinvolgono (dati 2011) il

69% della popolazione in età 50-69 anni, con un 55% di persone che ricevono effettivamente la lettera di

invito (dati AIRTUM) (2).

Nell’ASL CN2 lo screening dell’adenocarcinoma del colon-retto e dei precursori è svolto mediante i test

rettosigmoidoscopico e di ricerca del sangue occulto nelle feci.

Circa lo screening rettosigmoidoscopico, che nel corso dell’anno 2012 ha riguardato i soggetti nati nel 1954,

esso viene eseguito presso i due centri di Alba e Bra. Sul centro di endoscopia di Alba sono state eseguite

285 rettosigmoidoscopie a fronte di 1.050 inviti; esse, nell’83,2% dei casi sono risultate complete negative e

nel 3,2% incomplete negative; sono state inviate a colonscopia totale di approfondimento 5 lesioni ad alto

rischio inferiori a 10 mm e 7 ad alto rischio superiori a 10 mm. Sul centro di endoscopia di Bra sono state

svolte 256 rettosigmoidoscopie a fronte di 1.120 inviti; esse, nel 73,8% dei casi sono risultate complete

negative e nel 3,1% incomplete negative; sono stati inviati a colonscopia totale 2 soggetti con lesioni ad alto

rischio inferiori a 10 mm e 9 ad alto rischio superiori a 10 mm.

Riguardo allo screening basato sulla ricerca del sangue occulto nelle feci, nel corso del 2012 sono stati

invitati 14.116 soggetti, 3.963 dei quali hanno aderito; 3.695 di essi sono risultati negativi e, considerando i

test risultati inadeguati, il 6,1%, corrispondente a 225 assistiti, ha mostrato una positività che ha dato corso

ad un’indicazione di approfondimento colonscopico totale. L’adesione al primo livello è stata pari al 28,1%.

Circa i risultati, considerando l’istologia peggiore, 6 pazienti su Alba ed 8 su Bra hanno mostrato adenomi ad

alto rischio inferiori a 10 mm, 23 su Alba e 17 su Bra, adenomi ad alto rischio superiori a 10 mm di diametro,

e 3 su Alba e 3 su Bra, adenocarcinomi.

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Bibliografia

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http://www.regione.piemonte.it/sanita/cms/component/content/article/275-screening-oncologici.html

2. Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), I numeri del cancro in Italia 2013, Intermedia Editore,

2013. http://www.registri-tumori.it/PDF/AIOM2013/I_numeri_del_cancro_2013.pdf

3. Osservatorio Nazionale Screening. Come cambia l’epidemiologia del tumore della mammella in Italia:

risultati del progetto IMPATTO dei programmi di screening mammografico, Pacini editore, 2011.

http://www.registri-tumori.it/cms/files/impatto.pdf

4. Orione L., Rimondot M., Marinaro L., Frigeri M. C., Lo Bello M., De Giuli P., Dogliani N., Sacchetto G.,

Clerico A., Attività annuale dello screening mammografico nell’ASL CN2 Alba-Bra: un Programma

efficace di prevenzione si confronta con il dibattito in atto nel mondo scientifico, in “Bollettino

epidemiologico – Anno 2012. Relazione su alcuni aspetti dello stato di salute della popolazione dell’ASL

CN2 Alba-Bra”, XIV, 2013. http://www.aslcn2.it/bollettino-epidemiologico-anno-2012/;

http://www.epicentro.iss.it/territorio/piemonte.asp

5. Osservatorio Nazionale Screening, I programmi di screening in Italia. Cervicale, colorettale,

mammografico, Zadig editore, 2014.

http://www.osservatorionazionalescreening.it/sites/default/files/allegati/Screening_2014_web.pdf

6. Ronco G., et all, Health Technology Assessment: Ricerca del DNA di papillomavirus umano (HPV) come

test primario per lo screening dei precursori del cancro del collo uterino, Epidemiologia & Prevenzione

2012; 36 (3-4), maggio-agosto. http://www.epiprev.it/materiali/2012/EP3_4-2012-s/EPv36i3-

4suppl1.pdf

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Appendice

L’opuscolo informativo sulla mammografia

L’opuscolo informativo sul Pap test

L’opuscolo informativo per la prevenzione del tumore colon retto

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