Date post: | 07-Jul-2015 |
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Ricerca Accesso Gestionegli strumenti della Biblioteca a supporto del
ricercatore
Ornella RussoCNR Biblioteca dell'Area della Ricerca di Bologna
ISTECFaenza 17 giugno 2014
Gli Argomenti di Oggi
Servizi per l’accesso alle risorse digitali
Servizi per la valutazione della ricerca
Servizi per l’open access
Gli strumenti per l’accesso
all’informazione scientifica
Come si accede alle risorse digitali ?
dall’ISTEC tramite riconoscimento degli indirizzi IP dell’Istituto
Da casa tramite autenticazione su Proxy e Login con account IDEM-GARR
Da casa tramite autenticazione su Biblioproxy con credenziali SIPER
Risorse e servizi: tutto nel “bottone”
Un sistema e una tecnologia di linking (software SFX di Ex Libris) che consente:
di integrare le risorse (digitali e cartacee) sottoscritte o acquistate dalla BdA (ma anche Open Access) con i servizi bibliotecari disponibili
di presentare dinamicamente all’utente le diverse possibilità di servizi a partire dal luogo in cui l’utente si trova in modo puntuale e sensibile al contesto
… a partire da una citazione bibliografica ‘incontrata’ dall’utente
Il bottone
Il Menu di SFX
Descrizione Risorsa
Servizidi base
Altri servizi
Accesso al Full text su diverse
piattaforme
Se non accedo consulto il cartaceo
In alternativa Chiedo il DD
Generato Dinamicamente
Dalla citazione bibliografica al download dell’articolo
DIRETTAMENTE AL FULL TEXT DELL’ARTICOLO
Dalla citazione bibliografica al servizio Document Delivery
SELEZIONO LA MIA ISTITUZIONE
SELEZIONO ACCESSO ISTITUZIONALE
INSERISCO US E PW
SI APRE LA RICHIESTA GiA’ COMPILATA CON I DATI BIBLIOGRAFICI INSERITI NEI DIVERSI CAMPI E DEVO SOLO INVIARLA ALLA MIA BIBLIOTECA
Ho cliccato su Go ma vengo indirizzato alla rivista e non al singolo articolo. Perché?
Perché a volte, in ragione della struttura del web site dell'editore o del fornitore, SFX non è in grado di linkare direttamente al livello dell'articolo, il meglio che può fare allora è di condurvi agli indici o alla pagina iniziale della rivista. A partire da questo punto dovrete effettuare la ricerca da soli navigando sul sito dell'editore sulla base del riferimento bibliografico (anno, numero del volume, pagina iniziale).
SOLUZIONE
Dal tab Altre scelte seleziono il servizio:“Vai direttamente all’articolo usando il DOI”
Inoltre è possibile segnalare l’errore attraverso l’opzione “broken Link”.
Non riesco a scaricare l’articolo full text. Perché?
Perché la Biblioteca non ha sottoscritto un abbonamento per quella risorsa o per quello specifico anno (ma può possedere l’abbonamento alla versione cartacea)
Perché non è stata configurata correttamente la base dati relativa alle nostre risorse sottoscritte. Per es. abbonamento a Nature Nanotechnology indicato come attivo dal 2007 anziché dal 2010.
SOLUZIONE
Dal tab Altre scelte seleziono il servizio:“Segnala un problema” e compilo il form con la segnalazione dell’errore alla biblioteca.
Ho fatto una richiesta di Document Delivery ma la biblioteca non mi manda il pdf dell’articolo.
Perché? Per “colpa” dei Contratti di Licenza d’uso (License agreement) delle risorse elettroniche sottoscritte che definiscono gli USI CONSENTITI e NON CONSENTITI in relazione al servizio di Document Delivery e più in generale ai servizi della Biblioteca.
Per esempio Il License Agreement di Nature prevede:“reproduce single copies of individual articles from the Licenced Material in hard copy print form for distribution without charge in hard copy form (but not electronically) to individual libraries of not for profit, non commercial organisations in accordance with fair usage guidelines.
Più Frequentemente: è consentito l’invio elettronico sicuro tra biblioteche, a condizione che il file venga cancellato subito dopo la ricezione e venga consegnata all’utente finale la sola copia stampata.
Per “colpa” della Legge italiana sul diritto d’autore (art. 69) che stabilisce che è possibile il prestito per studio personale solo degli “esemplari a stampa delle opere”.
RISORSE ELETTRONICHE
RIVISTE CARTACEE
Gli strumenti a supporto della
valutazione della ricerca
Gli indicatori della valutazione quantitativaPer le istituzioni e il ricercatore
H-Index
Impact Factor
Scimago Journal Rank
Per le fonti/riviste
H-IndexL’H-Index è stato introdotto nel 2005 dal fisico americano, Jorge Hirsch come indicatore bibliometrico per valutare:
la produttività scientifica di uno studioso il suo impatto scientifico sulla comunità di riferimento
Questo significa che un ricercatore con un H-Index = 10 ha pubblicato almeno 10 lavori con almeno 10 citazioni ciascuno
L'H-Index punta a rilevare la reale influenza di uno scienziato sulla comunità di riferimento, prescindendo dall'eventuale pubblicazione di singoli articoli di grande successo, o anche dai lavori di autori che pur avendo pubblicato molto, hanno prodotto solo articoli di scarso interesse.
Hirsch JE (2005), An index to quantify an individual's scientific research output. Proceedings of the National Academy of Sciences 102:16569-16572, doi: 10.1073/pnas.0507655102
E’ basato su una lista di pubblicazioni ordinate in base al numero decrescente di citazioni. Il valore H è uguale al numero di lavori (N) della lista che hanno N o più citazioni.
Strumenti per il recupero dei dati citazionali e dell’H-Index
Per le istituzioni e il ricercatore
Web of Science Core CollectionProdotta da Thomson Reuters Fonti: + di 12 000 riviste, 150.000 atti di convegno, 60.000 libriCriteri di selezione: Legge di concentrazione, Impact Factor, criteri qualitativi
ScopusProdotta da ElsevierFonti: + di 20 000 riviste, 75.000 libri, 6 milioni di conference paper Criteri di selezione: criteri quantitativi e qualitativi applicati da un comitato di esperti internazionali (rispetto a Wos: > distribuzione geografica e linguistica, stesse aree scientifiche, + informatica e ingegneria, citation index > 1996)
Google Scholar Prodotto da GoogleFonti: documenti “scholarly”, metadati e full text indicizzabili degli editori commerciali, citazioni bibliografiche dei documenti (rispetto a Wos e Scopus: documenti e non riviste, gratuito, > tipologia di prodotti, elenco delle fonti segreto)
Come si calcola l’H-Index?
Esistono vari strumenti utilizzabili per ricavare l’H-index di un autore, il cui valore di fatto può variare al variare del database interrogato.
Ogni database ha infatti un diverso elenco di riviste e fonti indicizzate e una copertura temporale differente.
Il conteggio delle citazioni varia anche in base ai criteri utilizzati nel calcolo (per es. Scopus dal 1996, Wos in base alla tipologia di abbonamento sottoscritto, entrambi non conteggiano citazioni extra fonti, a differenza per es. di Google Scholar che però indicizza documenti e non riviste).
Per questo è sempre importante quando si riporta l’H-Index indicare con quale database è stato calcolato.
Recupero dell’H-Index da Wos, Scopus e Google
Scholar
Author Identifier
Il modo migliore per gestire l’elenco delle proprie pubblicazioni ed essere sicuri che i vostri lavori vi vengano correttamente attribuiti è quello di creare il proprio profilo in piattaforme che sono in grado di attribuire un numero identificativo univoco (sul modello del DOI ma relativo alle persone) e offrono diverse funzionalità per la gestione delle proprie pubblicazioni.
Attualmente due le esperienze più significative.
La piattaforma dei ricercatori creata da Thomson Reuters e collegata a Web of Science
Il registro identificativo dei ricercatori creato da un
Consorzio no profit a cui aderiscono anche gli editori.
Integrati tra loro e ricercabili in Web Science e in Scopus
Researcher ID
ResearcherID è una comunità scientifica promossa dalla Thomson Reuters che permette ai ricercatori di registrarsi gratuitamente, ricevendo in cambio un numero identificativo univoco, e di creare un proprio profilo aggiornabile in ogni istante
E’ integrato con Web of Science che consente la ricerca per ResearcherID, ed utilizza la registrazione di ResearcherID anche nella funzionalità Author Find.
Web of Science consente di caricare le proprie pubblicazioni in ResearcherID cliccando sull’apposito bottone.
In Web of Science è anche possibile segnalare citazioni errate o articoli non indicizzati segnalando l’errore attraverso l’apposito form “Data Change&Missing Article”
ORCID – Open Researcher and Contributor IDORCID è un consorzio no profit a cui partecipano ricercatori, enti di ricerca, organismi di finanziamento e editori che ha creato e gestisce un Registro di identificativi dei ricercatori e che studia e sviluppa pratiche per collegare questi identificativi alle attività e ai risultati della ricerca.
Un passaporto on-line per evitare omonimie, ambiguità, affiliazioni errate e per poter gestire i dati relativi alle proprie attività e pubblicazioni.
La registrazione per il ricercatore è gratuita e consente di gestire le diverse versioni del proprio nome, le diverse affiliazioni nel tempo, importare automaticamente i lavori da diverse banche dati, collegarsi ad altri identificativi/profili (per es. Google Citations e Linkedin).
Un identificativo univoco e permanente integrato nell’ecosistema della ricerca da inserire nelle proprie pagine web, riconosciuto nei lavori sottomessi a pubblicazione, nei progetti per richieste di finanziamento, e in via di sviluppo in molteplici direzioni: per es. in fase di studio un progetto per collegare il ricercatore alla peer review da lui realizzata.
Un software open source rilasciato in CC e lo sviluppo continuo di API per l’integrazione e il dialogo tra sistemi (i principali editori commerciali)
Impact FactorE’ stato introdotto nel 1955 dal chimico americano Eugene Garfield (ISI
Institute of Scientific Informtion) e serve a misurare la visibilità e di conseguenza l’importanza di una rivista (all’inizio per scopi bibliotecari e non bibliometrici)
Garfield E. Citation indexes to science: a new dimension in documentation through association of ideas . Science. 1955;122:108- 111.Garfield E. The history and meaning of the journal impact factor. JAMA. 2006;295(1):90-3.
E’ il numero medio di citazioni ricevute in un determinato anno dagli articoli di una determinata rivista scientifica nei due anni precedenti.
E’ coperto da copyright ed è di proprietà di Thomson Reuters. Viene pubblicato ogni anno nel Journal Citation Reports (JCR) a cui la biblioteca è abbonata.
Ricerca dell’Impact Factor di una rivista
E’ possibile accedere al Journal Citation Report sia direttamente (a partire dall’elenco Banche dati del Sito della Biblioteca d’Area) sia attraverso Web of Science (tab JCR).
L’IF di una rivista è visibile anche dal menu SFX, cliccando sull’opzione Altre scelte”.
Garfield E. Citation indexes to science: a new dimension in documentation through association of ideas . Science. 1955;122:108- 111.Garfield E. The history and meaning of the journal impact factor. JAMA. 2006;295(1):90-3.
E’ necessario selezionare l’edizione del JCR che si vuole consultare (l’ultima per l’IF attuale, quella di un determinato anno per l’IF relativo ad un articolo pubblicato precedentemente)
E’ possibile cercare per rivista, per subject categories (per esempio per conoscere quali sono le riviste con maggior IF in un determinato settore disciplinare e decidere su quale pubblicare )o scorrere tutta la lista
E’ possibile salvare i dati ed esportarli in un file excel.
SJR Scimago Journal Rank
Scimago è un database ad accesso libero nato nel 2007 da una collaborazione tra alcune università spagnole e l'editore Elsevier.
ScimagoJournal rank indicator (SJR), è l'indicatore bibliometrico sviluppato da Scimago, che si basa sulle riviste indicizzate in Scopus dal 1996 e si pone come alternativa all'Impact factor.
E’ sviluppato a partire dall' algoritmo del PageRank di Google e, oltre a calcolare l'impatto per rivista, calcola anche l'impatto per Paese.
Lo spettro temporale su cui si basa è di 3 anni.
E’ ricercabile in Scopus o sul sito www.scimagojr.com, a partire dal titolo della rivista
Gli strumenti a supporto dell’Open
Access
Perché Open Access ?PER PRINCIPIO
“Raccomandazione sull’accesso all’informazione scientifica e sulla sua conservazione” della Commissione Europea 2012/417/UE (17 luglio 2012) http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2012:194:0039:0043:IT:PDF
“Position statement sull’accesso aperto ai risultati della ricerca scientifica in Italia” promosso dal CNR (2013) http://www.cnr.it/sitocnr/Iservizi/Biblioteche/Position_statement_OA_IT.pdf
PER OBBLIGO
Tutte le pubblicazioni scaturite da progetti finanziati da H2020 dovranno essere rese disponibili immediatamente oppure, al più tardi, entro 6 mesi dalla loro pubblicazione (12 mesi per le discipline umanistiche).
Legge italiana 112/2013 art. 4 Accesso aperto ai risultati della ricerca finanziata al 50% o più con fondi pubblici
Gli strumenti per l’Open Access Green Road (Autoarchiviazione in repository istituzionali o tematici)
Il database Sherpa Romeo che dal 2006 raccoglie tutte le politiche degli editori commerciali sulla possibilità di archiviare l’articolo in un repository istituzionale (in quale formato e secondo quali restrizioni eventuali) http://www.sherpa.ac.uk/romeo/index.php
Importante non cedere tutti i diritti all’editore integrando il License Agreement con un Addendum specifico
Gold Road (pubblicazione su riviste Open Access)
La Directory DOAJ – Directory of Open Access Journal, curata dall’Università di Lund, che raccoglie e offre accesso alle principali riviste open access di qualità e/o con peer review.
La lista delle riviste Open Access indicizzate in Web of Science e quindi dotate di IF scaricabile dal Blog http://wowter.net/2011/01/06/the-impact-factor-of-open-access-journals/ (dati 2009)
Guarda i video della biblioteca sull’OA
I Diritti dell’Autore
https://www.youtube.com/watch?v=L2WSjYHQgJc
Che cos’è l’Open Access
https://www.youtube.com/watch?v=fKKiFDy_mDg
Per dati e cifre sull’OA in generale e in Italiahttp://wiki.openarchives.it/index.php/Pagina_principale
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