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Glocale. Rivista molisana di storia e scienze sociali ... 02-03 - crisci.pdf · Crisci, Marco De...

Date post: 16-Feb-2019
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Glocale. Rivista molisana di storia e scienze sociali Direttore: Gino Massullo ([email protected]) Comitato di redazione: Rossella Andreassi, Antonio Brusa, Oliviero Casacchia, Renato Cavallaro, Alberto Mario Cirese, Raffaele Colapietra, Gabriella Corona, Massimiliano Crisci, Marco De Nicolò, Norberto Lombardi, Sebastiano Martelli, Massimiliano Marzillo, Gino Massullo, Giorgio Palmieri, Roberto Parisi, Rossano Pazzagli, Edilio Petrocelli, Antonio Ruggieri, Saverio Russo, Ilaria Zilli Segreteria di redazione: Marinangela Bellomo, Maddalena Chimisso, Michele Colitti, Antonello Nardelli, Bice Tanno Direttore responsabile: Antonio Ruggieri Progetto grafico e impaginazione: Silvano Geremia Traduzioni in Inglese: Roberto Ratti e Martine Vanhèe Questa rivista è andata in stampa grazie al contributo di: Provincia di Campobasso Molise Unioncamere Unioncamere Molise Redazione e amministrazione: c/o Il Bene Comune, viale Regina Elena, 54 – 86100 Campobasso, tel. 0874 979903, fax 0874 979903, [email protected] Abbonamento annuo (due numeri): € 25,00. Per abbonamenti internazionali: paesi comunitari, due numeri, € 37,00; paesi extracomunitari, due numeri, € 43,00. I ver- samenti in conto corrente postale devono essere effettuati sul ccp n. 25507179 inte- stato a Ass. Il Bene Comune, Campobasso Garanzia di riservatezza per gli abbonati. L’editore fornisce la massima riservatezza nel trattamento dei dati forniti agli abbonati. Ai sensi degli artt. 7, 8, 9, D. lgs. 196/2003 gli interessati possono in ogni momento esercitare i loro diritti rivolgendosi a: Il Bene Comune, viale Regina Elena, 54 – 86100 Cam- pobasso, tel. 0874 979903, fax 0874 979903, [email protected] Il garante per il trattamento dei dati stessi ad uso redazionale è il direttore responsabile
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Glocale. Rivista molisana di storia e scienze sociali Direttore: Gino Massullo ([email protected]) Comitato di redazione: Rossella Andreassi, Antonio Brusa, Oliviero Casacchia, Renato Cavallaro, Alberto Mario Cirese, Raffaele Colapietra, Gabriella Corona, Massimiliano Crisci, Marco De Nicolò, Norberto Lombardi, Sebastiano Martelli, Massimiliano Marzillo, Gino Massullo, Giorgio Palmieri, Roberto Parisi, Rossano Pazzagli, Edilio Petrocelli, Antonio Ruggieri, Saverio Russo, Ilaria Zilli Segreteria di redazione: Marinangela Bellomo, Maddalena Chimisso, Michele Colitti, Antonello Nardelli, Bice Tanno Direttore responsabile: Antonio Ruggieri Progetto grafico e impaginazione: Silvano Geremia Traduzioni in Inglese: Roberto Ratti e Martine Vanhèe Questa rivista è andata in stampa grazie al contributo di:

Provincia di Campobasso

MoliseUnioncamere

Unioncamere Molise Redazione e amministrazione: c/o Il Bene Comune, viale Regina Elena, 54 – 86100 Campobasso, tel. 0874 979903, fax 0874 979903, [email protected] Abbonamento annuo (due numeri): € 25,00. Per abbonamenti internazionali: paesi comunitari, due numeri, € 37,00; paesi extracomunitari, due numeri, € 43,00. I ver-samenti in conto corrente postale devono essere effettuati sul ccp n. 25507179 inte-stato a Ass. Il Bene Comune, Campobasso Garanzia di riservatezza per gli abbonati. L’editore fornisce la massima riservatezza nel trattamento dei dati forniti agli abbonati. Ai sensi degli artt. 7, 8, 9, D. lgs. 196/2003 gli interessati possono in ogni momento esercitare i loro diritti rivolgendosi a: Il Bene Comune, viale Regina Elena, 54 – 86100 Cam-pobasso, tel. 0874 979903, fax 0874 979903, [email protected] Il garante per il trattamento dei dati stessi ad uso redazionale è il direttore responsabile

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Economie

NOVEMBRE 2010 – MAGGIO 2011

Andreassi / Barba / Bellomo / Bindi / Chimisso / Cocozza / Corona / Crisci / di Laura Frattura / Fanelli / Iarossi / Lombardi / Marracino /

Martelli / Massullo / Nardelli / Palmieri / Parisi / Pasquale / Pasquetti / Pazzagli / Petrocelli /Presenza / Ruggieri / Zilli

In copertina: Cristiano Carotti, Whales in the sky, acriclico, 150x120, 2007 © 2011 Glocale. Rivista molisana di storia e scienze sociali, Edizioni Il Bene Comune Tutti i diritti riservati Registrazione al Tribunale di Campobasso 5/2009 del 30 aprile 2009

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Indice 11 Economie

IN ITALIA 21 Economia e conoscenza. Scuola e agricoltura nel Mezzogiorno a

cavallo dell’Unità di Rossano Pazzagli

37 Fabbriche e territorio: il ruolo dell’industria edilizia nel Mezzogiorno

di Roberto Parisi

1. Produzione edilizia e paesaggi dell’industria 2. Prodromi edilizi della “questione meridionale” 3. Acque e cemento. Percorsi edilizi verso la modernizzazione assistita 4. L’edilizia “organizzata” per la costruzione totale del paesaggio e delle

comunità 59 Gli urbanisti, l’ambiente e la città. Tecnica e politica in Italia negli

ultimi quarant’anni del Novecento di Gabriella Corona

1. La pianificazione contro le implicazioni distruttive del mercato 2. Il recupero dei centri storici 3. Urbanistica e austerità 4. La città come ecosistema

IN MOLISE

73 Questioni agricole

di Gino Massullo

1. Dalla ripresa settecentesca alla crisi agraria 2. Novecento 3. Oggi e domani: la questione agricola come questione glocale

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91 L’industria alimentare di Rosa Maria Fanelli

1. Il sistema agroalimentare molisano 2. Il tessuto produttivo del settore agricolo 3. Struttura, importanza e dinamiche dell’industria alimentare 4. La dimensione territoriale quale leva strategica di sviluppo dell’industria

alimentare 5. Una lettura di sintesi delle principali filiere a tipicità regionale

109 Alla ricerca di una vocazione industriale

di Ilaria Zilli

1. Premessa 2. Fra vincoli ambientali e vincoli culturali: pecore, grano ed emigranti 3. L’’industrializzazione assistita: i vantaggi del ritardatario?

125 La modernizzazione del Molise nel secondo dopoguerra attraverso i

documenti della Svimez di Ilenia Pasquetti

1. La realtà socio-economica del Molise negli anni cinquanta 2. L’industrializzazione guidata 3. Alcuni considerazioni in merito al piano di sviluppo

143 I primi passi del turismo molisano: l’epoca fascista

di Marinangela Bellomo

1. Primi intenti 2. Nuovi progetti di sviluppo turistico negli anni trenta 3. La propaganda nella promozione territoriale 4. Qualche riflessione finale

167 Il turismo. Volano per lo sviluppo locale

di Angelo Presenza

1. Competitività: tutto parte da qui 2. Destination building: impianto teorico di riferimento 3. Le condizioni di competitività per la destinazione turistica 4. Pisu di Termoli: un esperimento di sviluppo turistico su base co-evolutiva 5. Conclusioni

Indice

7

185 Rompere l’isolamento: la rete dei trasporti fra Otto e Novecento di Maria Iarossi

1. Una visione d’insieme 2. Tra pubblico e privato: la strada comunale obbligatoria di Castelverrino

203 Vendere patrimoni, consumare luoghi

di Letizia Bindi 213 Il Molise: condizione economico-sociale e prospettive di sviluppo

territoriale di Paolo di Laura Frattura

1. Lo scenario economico 2. Il mercato del lavoro 3. Istruzione e formazione 4. Formazione, ricerca e sviluppo e innovazione 5. Il sistema imprenditoriale 6. Sistema delle infrastrutture 7. Scenari di sviluppo 8. Conclusioni

IERI, OGGI E DOMANI

233 Il Molise e “la cura” della crisi

Tavola rotonda con Giovanni Cannata, Gianfranco De Gregorio, Franco Di Nucci, Norberto Lombardi, Erminia Mignelli, Gianfranco Vitagliano, Ilaria Zilli a cura di Antonio Ruggieri

OSSERVATORIO DEMOGRAFICO

269 La popolazione molisana in età lavorativa: quale futuro?

di Massimiliano Crisci

1. Tendenze recenti dell’occupazione molisana: alcuni cenni 2. La popolazione in età lavorativa: invecchiamento dei lavoratori autoctoni

e inserimento dei migranti stranieri 3. Le migrazioni temporanee dei giovani molisani 4. L’evoluzione futura delle forze di lavoro: invecchiamento e flessione

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STUDI E RICERCHE 279 Critica dell’ “Isola felice”. Il percorso carsico di «Proposte» nella

modernizzazione molisana di Norberto Lombardi

1. Un osservatorio sulla transizione 2. Lettera dalla provincia 3. Ultima generazione 4. «Proposte Molisane» e la crisi della società regionale 5. Vita di contadini 6. «Molise», il confronto sul cambiamento regionale 7. Le nuove «Proposte Molisane» 8. Una diversa modernizzazione

315 Il Molise dopo la crisi del modello di sviluppo degli anni settanta

di Edilio Petrocelli

1. Alcuni settori da rivisitare e riprogrammare 2. L’identità regionale come autoritratto 3. Le indagini e le proposte degli anni sessanta 4. Le scelte programmatiche dopo l’istituzione dell’Ente Regione 5. Gli anni del cambiamento e della congiuntura economica 6. Le infrastrutture europee e i nuovi assetti interregionali 7. Il “complesso” della popolazione e la rottura dei confini territoriali

329 Venticinque anni di narrativa

di Sebastiano Martelli 351 Commercianti di bestiame e agricoltori: note sugli zingari in Molise

tra Sette e Ottocento di Valeria Cocozza

INTERVISTE

367 Il caso de La Molisana: conversazione con l’ing. Carlone

di Maddalena Chimisso 373 Quale turismo? Il caso della Piana dei mulini

di Camillo Marracino 387 Percorsi di internazionalizzazione: il caso Oleifici Colavita s.p.a.

di Andrea Quintiliani

Indice

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DIDATTICA 395 L’Atlante delle Storie. Intervista ad Antonio Brusa sul suo nuovo

manuale di storia per la scuola secondaria di II grado di Selene Barba

399 Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise

di Rossella Andreassi e Gianna Pasquale

1. Premessa 2. Scheda descrittiva 3. Finalità, obiettivi e scelte di contenuto 4. Strumenti e materiali utilizzati 5. Attività proposte: fase di apprendimento 6. Laboratori

STORIOGRAFICA

411 Percorsi di storia del libro: l’Abruzzo nell’Ottocento. A proposito di

un recente lavoro di Luigi Ponziani di Giorgio Palmieri

1. Fra luci e ombre: il panorama nazionale 2. L’Abruzzo tipografico 3. Le ricerche sull’Ottocento di Luigi Ponziani

MOLISANA

427 La Società operaia di San Martino in Pensilis

Antonello Nardelli legge Michele Mancini 431 Abstracts 441 Gli autori di questo numero

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La popolazione molisana in età lavorativa: quale futuro?

di Massimiliano Crisci

1. Tendenze recenti dell’occupazione molisana: alcuni cenni

Negli anni duemila il ritmo di crescita del prodotto interno lordo (Pil) moli-sano non si è discostato in modo rilevante da quello nazionale e ha fatto regi-strare una crescita che si è interrotta nel 2008, quando la crisi economica inter-nazionale ha colpito il mercato del lavoro italiano facendo registrare un rallen-tamento nella crescita dell’occupazione e una ripresa della disoccupazione, che ha interrotto il trend positivo che aveva caratterizzato gli anni precedenti.

A differenza di altre regioni del Meridione, il Molise ha superato la soglia del 75% del Pil pro capite medio dell’Unione Europea e non fa più parte del gruppo delle regioni dell’Obiettivo Convergenza destinatarie di agevolazioni e sostegni comunitari allo sviluppo economico.

La struttura produttiva della regione continua tuttavia a mostrare diversi e-lementi di fragilità dovuti, tra l’altro, alla scarsa diversificazione delle attivi-tà e alla limitata capacità di attrarre investimenti imprenditoriali dall’esterno. Ulteriori limiti endemici allo sviluppo dell’economia molisana sono identifi-cabili nella debolezza delle infrastrutture, nella conformazione idrogeologica del territorio e nella frammentazione del tessuto produttivo, costituito in gran parte da imprese di dimensioni molto contenute come numero di addetti e poco connesse tra loro1.

In Italia permane una forte differenza tra i sessi nel grado di partecipazione al lavoro (Figura 1). Nel 2008 il tasso di attività maschile del Molise è del 71,7% e si colloca a metà strada tra quello della ripartizione meridionale e la media nazionale. Pur con un andamento variabile nel periodo considerato, il tasso è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 1995, mentre è aumenta-to a livello nazionale e ha subito un ridimensionamento al Sud. Per quanto riguarda le donne molisane, si è verificata una crescita della partecipazione al lavoro di quasi sei punti percentuali, poco inferiore alla variazione media

1 Gino Massullo, Dalla periferia alla periferia. L’economia nel Novecento, in Id., (a cura di), Storia del Molise, Donzelli Editore, Roma 2006, pp. 459-509.

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nazionale, che ha portato il tasso al 47,4%, ben 24 punti al di sotto della quo-ta maschile. La ripartizione meridionale dopo una crescita fino al 2003 suc-cessivamente ha mostrato un calo preoccupante.

I tassi di occupazione per genere mostrano un andamento analogo ai tassi di attività, con un forte scarto tra uomini e donne. Il Molise dal 2003 in poi si colloca in posizione intermedia tra il meridione e la media nazionale (Figura 2). Tra il 1995 e il 2008 l’occupazione nella regione è cresciuta sia per gli uomini (+1,5%), che soprattutto per le donne (+6,8%). Dalla metà degli anni novanta a oggi si è evidenziata una certa convergenza tra i sessi nei tassi di occupazione, tuttavia lo scarto rimane consistente e l’obiettivo di Lisbona del 60% di occupazione femminile è ancora molto distante.

Dalla metà degli anni novanta il tasso di disoccupazione è diminuito ovun-que (Figura 3). In particolare il tasso delle donne al Sud, è sceso di circa die-ci punti, raggiungendo il 15,7%. Anche in questo caso, si è verificata una convergenza tra i tassi delle aree analizzate. Da notare la crescita della di-soccupazione nel 2008, primo risultato della crisi economica internazionale. Figura 1 – Tasso di attività totale per sesso. Molise, Sud e Italia, 1995-2008.

Fonte: Istat.

Crisci, La popolazione molisana in età lavorativa: quale futuro?

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Figura 2 – Tasso di occupazione per sesso. Molise, Sud e Italia, 1995-2008.

Fonte: Istat. Figura 3 – Tasso di disoccupazione per sesso. Molise, Sud e Italia, 1995-2008.

Fonte: Istat.

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2. La popolazione in età lavorativa: invecchiamento dei lavoratori autoctoni e inserimento dei migranti stranieri

L’invecchiamento demografico e la tendenza allo spopolamento di alcuni

centri collocati in aree particolarmente svantaggiate dal punto di vista geomor-fologico, rischiano di provocare un impatto negativo sui mercati del lavoro lo-cali e un’ulteriore marginalizzazione socioeconomica, che vengono parzial-mente compensate dall’afflusso di immigrati dall’estero. Le migrazioni inter-nazionali negli anni duemila hanno assunto un peso crescente anche in Molise, dove si distinguono per una notevole fluidità, legata alle mutevoli esigenze dell’economia locale nell’agricoltura, nell’edilizia e nel settore turistico, non-ché per un forte inserimento nel lavoro sommerso. La stagionalità della pre-senza straniera e le migrazioni in transito verso le regioni settentrionali, sono spesso associate ad un’irregolarità del soggiorno e contribuiscono a complica-re una completa misurazione del fenomeno attraverso le fonti ufficiali.

Tra il 2003 e il 2009 la popolazione molisana residente in età lavorativa, tradizionalmente compresa tra i 15 e i 64 anni, è lievemente aumentata di circa 2500 unità (+1,2%). Un incremento complessivo che è il frutto di una flessione della componente autoctona e di una crescita di quella straniera (Figura 4). L’aumento della popolazione straniera tra 15 e 64 anni avviene in tutte le classi di età ed è più consistente tra i 20 e i 49 anni. Per quanto ri-guarda i residenti italiani si verifica un chiaro invecchiamento della struttura per età, con un forte decremento tra i 15 e i 39 anni (-10.000 circa) e un au-mento quasi altrettanto consistente dai 40 ai 64 anni (+8.000 circa). In poco più di un quinquennio, la classe di età 25-29 ha vissuto il calo più vistoso, perdendo 3.000 residenti, mentre la classe di età 55-59 si è accresciuta di quasi 3500 unità.

Il volume dei molisani potenzialmente appartenenti alle forze di lavoro è quindi in leggera crescita grazie all’apporto di 4.000 nuovi residenti stranieri che compensano la flessione demografica degli autoctoni. Si può inoltre af-fermare che il contributo degli immigrati stranieri alla tenuta quantitativa della popolazione molisana in età lavorativa risulterebbe ancora maggiore considerando oltre agli iscritti in anagrafe anche i soggiornanti e le presenze non regolari inserite nel mercato del lavoro sommerso.

Crisci, La popolazione molisana in età lavorativa: quale futuro?

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Figura 4 – Variazione nella popolazione in età lavorativa per età e nazionalità. Molise, 2003-09. Valori assoluti.

Fonte: Istat.

3. Le migrazioni temporanee dei giovani molisani

L’emigrazione silenziosa dei giovani molisani che vanno a vivere in modo temporaneo in altre regioni italiane senza trasferire la residenza fuori dal Molise rende il fenomeno dell’invecchiamento della forza lavoro regionale ancora più consistente di quanto non dicano i dati ufficiali. La frammenta-zione dei mercati locali molisani in numerosi microambiti e l’esigenza da parte di molti giovani di trovare uno sbocco professionale hanno prodotto un modello di utilizzo dello spazio “duale”, che oppone le brevissime traiettorie giornaliere di chi può lavorare nel luogo di residenza, agli spostamenti in-termittenti a lungo raggio di chi deve temporaneamente emigrare per avere possibilità di inserimento lavorativo o di una formazione universitaria ade-guata alle richieste del mercato2.

2 Oliviero Casacchia, Massimiliano Crisci, Recenti tendenze della mobilità territoriale, in Renato Lalli, Norberto Lombardi, Giorgio Palmieri (a cura di), Campobasso, Capoluogo del Molise, Palladino Editore, Campobasso 2008, vol. III, pp. 283-304.

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In Molise, la percentuale di laureati sulla popolazione venticinquenne è la più alta tra le regioni del meridione (24%), ma il possesso di una laurea dà sempre meno garanzie di un posto di lavoro. Rispetto ai primi anni novanta il tasso di occupazione dei laureati molisani è sceso di dieci punti percentuali, dall’81% al 71%, mentre quello nazionale si è mantenuto appena al di sopra dell’80%3.

Anche i tempi dell’inserimento lavorativo tendono a rarefarsi, complici le le-gittime aspettative di chi dopo molti anni di studio non è disposto ad accettare un lavoro che non sia, almeno in parte, confacente con il proprio percorso formativo4. La migrazione è un’opzione considerata da molti giovani ad alta qualifica che sembra pagare: il 60% dei molisani che dopo la laurea sono ri-masti al Sud, tre anni dopo è ancora disoccupato, contro appena il 2% di chi ha scelto di trasferirsi in una regione del Centro-Nord5. Nessuna delle regioni me-ridionali mostra una differenza altrettanto elevata tra il tasso di disoccupazione dei laureati che partono e quello di coloro che restano. I fattori di spinta all’emigrazione dei giovani molisani sono quindi molto consistenti. Lo con-ferma il fatto che il Molise sia la regione italiana i cui laureati hanno la proba-bilità più forte di essersi trasferiti al Centro-Nord tre anni dopo la laurea (41%), con una propensione ad emigrare che si è rafforzata negli ultimi anni6. La relativa esiguità dei flussi migratori interni che hanno coinvolto l’area negli ultimi anni secondo le fonti ufficiali potrebbe infatti sorprendere7, a meno che non si consideri che le statistiche anagrafiche possono attestare solamente una porzione del fenomeno migratorio, rappresentata da chi cambia la residenza contestualmente al trasferimento territoriale. Ma non tutti coloro che si sposta-no hanno interesse a registrare il cambiamento del domicilio8. Questo è parti-colarmente vero per tutti coloro che hanno un progetto migratorio di breve pe-riodo, avendo in tasca un contratto flessibile e temporaneo9.

3 Riccardo Gatto, Andrea Spizzichino, Titoli di studio e mercato del lavoro: nuovi dati sto-rici dalla Rilevazione Istat sulle Forze di Lavoro, Atti del XXI convegno nazionale di econo-mia del lavoro, AIEL, Associazione Italiana Economisti del Lavoro, Udine, 14-15 Settembre 2006. htpp://www.aiel.it/bacheca/UDINE/free/Gatto_ Spizzichino.pdf, consultazione del 24 febbraio 2011.

4 Giuseppe Gesano, Who is working in Europe? in Dirk J. Van De Kaa, Henri Leridon, Giu-seppe Gesano, Marek Olkoski (a cura di), European Populations. Unity in diversity, Kluwer academic publishers, Dordrecht/ Doston/ London 1999.

5 Mariano D’Antonio, Margherita Scarlato, I laureati del Mezzogiorno: una risorsa sottouti-lizzata o dispersa, Svimez, Roma 2007.

6 Ivi. 7 Oliviero Casacchia, Massimiliano Crisci, Migrazioni oggi: tra emigrazione persistente e

immigrazione straniera, in Gino Massullo (a cura di), Storia del Molise, Donzelli Editore, Roma 2006, pp. 651-675.

8 Le “migrazioni temporanee” sfuggono in buona parte alle statistiche ufficiali non lascian-do dietro di sé tracce paragonabili alle iscrizioni e alle cancellazioni anagrafiche delle tradi-zionali migrazioni “a lungo termine” o definitive.

9 O. Casacchia, M. Crisci, Recenti tendenze della mobilità territoriale, cit.

Crisci, La popolazione molisana in età lavorativa: quale futuro?

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Secondo una stima basata su dati censuari10, nella provincia di Campobasso un occupato su otto nella classe di età 25-34 si è dovuto trasferire momenta-neamente per motivi di lavoro dal proprio comune di residenza per almeno tre mesi nel corso dell’ultimo anno. Una quota molto più elevata rispetto alla media nazionale, che vede un solo un occupato su venti costretto ad una mi-grazione temporanea per motivi di lavoro.

La discrepanza tra le aspettative dei giovani molisani e la tipologia delle occupazioni offerte dal mercato locale continua quindi a proporre la mobilità territoriale come una necessità. Allo stesso tempo un mercato del lavoro sempre più flessibile stimola nuove forme di mobilità caratterizzate da tran-sitorietà e intermittenza, difficili da cogliere attraverso le tradizionali fonti amministrative.

Una metodologia efficace per studiare le dinamiche e le caratteristiche del-le migrazioni temporanee dovrebbe probabilmente coniugare un approccio quantitativo ad uno qualitativo. In assenza di dati ufficiali e di rilevazioni ad hoc, il fenomeno potrebbe essere dimensionato facendo ricorso ad una sorta di “puzzle informativo” ricavabile da alcune indagini campionarie condotte dall’Istat, come la rilevazione sulle forze di lavoro e l’indagine “Famiglie e soggetti sociali”. Parallelamente, andrebbero svolte delle interviste biografi-che su giovani lavoratori molisani che si spostano temporaneamente in altre regioni, focalizzate a ricostruire le storie di vita dei soggetti e i meccanismi che producono una particolare traiettoria migratoria. Ciò consentirebbe di ottenere indicazioni assai più puntuali su molte caratteristiche finora som-merse di queste “nuove” forme di mobilità territoriale.

4. L’evoluzione futura delle forze di lavoro: invecchiamento e flessione

Le radici del disagio demografico del Molise affondano, come è noto, in un secolo di successive ondate migratorie, dalla fine dell’Ottocento agli anni settanta del Novecento, che assunsero in alcune fasi le dimensioni di un eso-do e hanno segnato profondamente la struttura della popolazione della regio-ne. In generale, negli ultimi cinquant’anni il Molise ha perso circa un quinto dei propri residenti. Una contrazione che non si è spalmata su tutti i comuni della regione in modo uniforme, risparmiando le aree che oggi sono mag-giormente urbanizzate e terziarizzate: i due capoluoghi di provincia, alcuni centri sul litorale adriatico e i comuni posti lungo l’asse Isernia-Venafro. Nel complesso, tra il 1951 e il 2005 solo 15 comuni hanno avuto un incremento di popolazione, mentre tra i 121 centri in calo demografico, almeno una set-tantina ha subito un fortissimo spopolamento, perdendo oltre la metà degli abitanti, e attualmente raggiunge a stento il migliaio di residenti. In sostanza,

10 Ivi.

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ad una fase di forte contrazione demografica, collocabile negli anni cinquan-ta e sessanta, dovuta ad un saldo migratorio ampiamente negativo, è seguito a partire dalla metà degli anni settanta un trentennio di sostanziale stagna-zione durante il quale non si sono verificati consistenti cambiamenti nella dinamica della popolazione, che si è assestata intorno alle 320.000 unità11.

L’invecchiamento demografico e la continua diminuzione delle nuove ge-nerazioni di molisani, dovuta a livelli di fecondità estremamente bassi, sem-bra debbano condurre la regione ad una fase di inesorabile calo dei residenti, che ovviamente si ripercuoterà sul volume e sulla struttura per età della po-polazione lavorativa12.

Nell’ambito del progetto europeo DEMIFER13 sono stati predisposti quat-tro scenari sul futuro sviluppo demografico nelle regioni dell’Unione Euro-pea. Gli scenari “Expanding Market Europe” and “Growing Social Europe” prevedono un generale miglioramento delle condizioni economiche e sociali e, come conseguenza, una dinamica demografica espansiva, che si può tra-durre in un allungamento della speranza di vita, in una crescita della fecondi-tà e in una maggiore vivacità dei flussi migratori interni e internazionali. Al contrario, gli scenari “Challenged Market Europe” and “Limited Social Eu-rope” prospettano un futuro socioeconomico meno roseo che potrebbe avere dei riflessi depressivi sulla dinamica demografica, provocando una contra-zione del saldo naturale e del bilancio migratorio.

I due scenari espansivi prevedono per il periodo 2005-2050 un iniziale calo della popolazione molisana (Figura 5), che dovrebbe diminuire di circa 10mila unità nel 2020, seguito da una ripresa che in base allo scenario più ottimistico, porterebbe il numero dei residenti nel 2050 su livelli leggermente più elevati rispetto a quelli attuali (328mila unità). Gli altri due scenari prospettano un ca-lo costante della popolazione, che stando allo scenario “Limited Social Euro-pe” ridimensionerà del 15% l’ammontare dei residenti tra il 2005 e il 2050 (circa -50mila abitanti in valori assoluti).

11 O. Casacchia, M. Crisci, Migrazioni oggi: tra emigrazione persistente e immigrazione stra-niera, cit.

12 Massimiliano Crisci, La popolazione molisana negli anni duemila: malessere demografi-co e migrazioni internazionali, «Glocale», 2010, 1, pp. 309-321.

13 Il progetto DEMIFER (DEmographic and MIgratory Flows affecting European Regions and cities) rientra nel programma 2013 dell’ESPON (European Observation Network for Ter-ritorial Development and Cohesion), adottato dalla Commissione Europea nel novembre 2007. Il progetto è stato condotto da un gruppo di ricerca transnazionale, comprendente l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ri-cerche (IRPPS-CNR), e ha avuto come principale obiettivo lo studio degli effetti delle dina-miche demografiche e migratorie sulla coesione sociale e la competitività delle regioni e delle città europee. Il Molise è stato tra le regioni europee selezionate come casi studio. Cfr. Pro-getto DEMIFER, Demographic and Migratory Flows affecting European Regions and Cities, ESPON Applied Research 2013/1/3, Final Report, 2010.

http://www.espon.eu/main/Menu_Projects/Menu_AppliedResearch/demifer.html, consulta-zione del 24 febbraio 2011.

Crisci, La popolazione molisana in età lavorativa: quale futuro?

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Considerando solamente i due scenari estremi – “Expanding Market Europe” e “Limited Social Europe” – nel 2050 la popolazione attiva risulta comunque destinata ad una contrazione compresa tra – 7.000 e – 40.000 unità (Figura 6)14. Secondo lo scenario “Expanding Market Europe”, basato sulle ipotesi più rosee per il futuro, la diminuzione delle forze di lavoro dovrebbe concentrarsi nella popolazione più giovane, tra i 15 e i 44 anni (-18,9%), e verrebbe in parte compensata da un aumento degli attivi tra gli over 45. Lo scenario più pessi-mistico “Limited Social Europe” prospetta per il 2050 un calo consistente e generalizzato in tutte le classi di età comprese tra i 15 e i 54 anni (-38,5%) e un lieve incremento per le forze di lavoro over 55.

In sintesi, gli scenari sono concordi nel prevedere nei prossimi decenni un declino della popolazione molisana attiva, che sarà particolarmente accen-tuato per le fasce di età più giovani (fino ai 45 anni) e che potrebbe spingersi su livelli difficilmente sostenibili nell’ottica di un equilibrato sviluppo socio-economico della regione. Figura 5 – Previsioni della popolazione del Molise secondo gli scenari ESPON-DEMIFER, 2005-50.

Fonte: Progetto DEMIFER, ESPON, 2010.

14 Lo scenario “Expanding Market Europe” ipotizza una crescita generalizzata della parteci-

pazione al mercato del lavoro e l’implementazione di politiche favorevoli all’inserimento la-vorativo della popolazione giovanile. Al contrario, lo scenario “Limited Social Europe”, in un contesto complessivo di declino dei livelli di partecipazione, prevede, da un lato, un calo par-ticolarmente marcato nelle classi di età più giovani, dall’altro, l’introduzione di politiche di active ageing tese a ritardare l’uscita dal lavoro dei lavoratori più anziani.

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Figure 6 – Struttura della popolazione del Molise per sesso e classe di età secondo gli scenari ESPON-DEMIFER, 2005-50.

Fonte: Progetto DEMIFER, ESPON, 2010.

Finito di stampare nel mese di agosto 2011

da Morconia Print s.r.l. - Morcone (Bn) per conto

delle Edizioni Il Bene Comune


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