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Gloria ai Tre - ancoralibri.mediabiblos.it

Date post: 04-Jan-2022
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Gloria ai Tre Presentazione di Gabriella Anodal Giovanna Di Luciano
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Gloria ai Tre

Presentazione di Gabriella Anodal

Giovanna Di Luciano

© 2015 ÀNCORA S.r.l.

ÀNCORA EDITRICEVia G.B. Niccolini, 8 - 20154 MilanoTel. 02.345608.1 - Fax [email protected]

N.A. 5574

ÀNCORA ARTI GRAFICHEVia B. Crespi, 30 - 20159 MilanoTel. 02.6085221 - Fax [email protected]

ISBN 978-88-514-1640-9

Immagine di copertina:Andrej Rublëv, Trinità, Galleria Tretjakov, Mosca

Trinitàsolo in te

L’uomoè nuova vita

Gloria nei secoli!

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Presentazione

Con questo suo lavoro l’Autrice completa le precedenti pubblicazioni in cui ci offre passo passo le sue riflessioni e il commento delle parole che compongono le principali preghiere del cristiano: Padre nostro, Ave Maria, Credo. Nel presente libretto, che l’Autrice definisce «piccolo lavoro… breve sosta per vivere la compagnia dei Tre», si colgono fin dalle prime battute la sua gioia e il suo entusiasmo nel lodare il Dio Uno e Trino. L’Autrice sot-tolinea come tutto ciò che esiste ci svela Dio, in quanto ne porta l’impronta, ed è un invito a cantare la sua lode, ma solo l’uomo, da lei definito «canna pensante», può farlo consapevolmente. E tutto questo per puro dono. Le sue parole esprimono la sua personale intuizione della Trinità come «spazio vivente» di accoglienza per vivere in convivialità e «tempo» che ci tiene vincolati gli uni agli altri. Lo svelamento della Trinità, mistero unico, assoluto, sconcertante… non cessa mai di interrogarci, di chiamare, cercare, inseguire, stupire la mente uma-na, ci è donato nella sovrabbondante vita che in Gesù, Verbo di Dio incarnato, ha preso cittadinanza nella realtà storica… Chiamati dall’amore di Dio Trinità, siamo stati liberati dalla solitudine, noi, spazio vivente, dimora dei Tre, siamo sempre accolti come figli, amici,

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eletti, e santi di Dio per vivere in convivialità la vita che ci dà esistenza, riconoscimento, solidità. Preso atto di questo mistero: il Gloria è canto di riconoscenza della creatura che vive la meraviglia, lo stupore della sublime vita di comunione tra la città terrena e la città celeste, è proclamazione di gratitudine, celebrazione della so-vranità di Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, esigenza di elevare il cuore, la mente, il sentimento per lodare il Sommo, fondamento della vita umana e di tutto l’uni-verso. Esso è germe che ritempra l’esistenza di senso, meraviglia, stupore, esultanza, gaudio. L’umanità è insidiata, oggi più che mai, dalla nebbia del peccato, della guerra, della morte. Ma nonostante tutto questo male noi veniamo convocati per dare Gloria ai Tre. La celebrazione più che nella lode delle labbra si esplica quando le opere dell’uomo rispecchiano quelle delle tre divine Persone. L’Autrice ne enumera in particolare alcune: prendersi cura della vita… vivere i comanda-menti dell’amore… Camminare sulla strada segnata dal Maestro di Galilea… Rompere col peccato… col-laborando in comunione con i Tre al piano di salvezza universale… Farsi carico del bene altrui… Riprendere fiducia camminando nella luce… Vivere dell’essen-ziale… Contemplare la meraviglia, lo splendore che soggiace all’ordine universale. Contemplando ciascuna divina Persona in relazione con l’umanità, l’Autrice con-sidera nel Padre soprattutto la sua suprema sovranità, che non ci impedisce, però, di sentire che siamo Tua eredità e viventi solo in te… Egli è origine, cammino, meta definitiva d’ogni uomo, d’ogni bene degno di es-sere desiderato, cercato, posseduto, amato, condiviso…

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rugiada di benevolenza e di misericordia per l’umanità in cammino… Nella sua creazione ogni atomo stilla sapienza. Possiamo riconoscerLo e incontrarLo dove fio-risce il dialogo in una alleanza di aiuto, cooperazione, consolazione, ricchezza di comunione, bellezza di ta-lenti, entusiasmo di cammino solidale, carità, servizio libero, generoso, gratuito. All’origine tutto era buono…! Oggi un disegno possessivo ed ossessivo sconvolge gli equilibri e i destini e tutto si fa più incerto, instabile, soffocato… Per questo la contemplazione dell’Autrice si trasforma in supplica orante: Ch’io possieda nella sem-plice vita dei giorni e di ogni giorno, il tesoro di darti gloria, la sola ricchezza, la sola grandezza, l’esclusivo bene; la gioia di sentire la purità che emana la vita bella delle relazioni che ci rendono famiglia riconciliata dalla tua provvidenza… Sei stato Tu a chiamarci per nome, a volerci figli eredi della grande promessa di vita e di beatitudine a cui ci hai affidati e di cui siamo custodi. Tu il Bene… Tu lo spazio dove l’uomo è chiamato ad incontrarti, a servirti nei fratelli, Tu il tempo che ci tiene vincolati gli uni agli altri perché la tua creazione narri la memoria del prodigio di cui ci hai fatto essere a Tua immagine, a tua somiglianza.

Dare gloria al Figlio equivale ad esprimere verso di Lui gratitudine, affetto, a sentire la responsabilità, il compito, la missione di riconoscere, rendere testimo-nianza, adorare il personale Salvatore di ogni uomo… di confessare in Lui il Signore della vita e della morte… Grazie a lui ogni nostra relazione e ogni evento ci fa entrare nello spazio e nel tempo della salvezza… nel qui e ora della storia… Stupita l’Autrice si e ci doman-

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da: Perché abbiamo contraddetto la Tua esistenza con lo scempio dell’uomo sull’uomo, l’abuso incosciente dei beni del creato? Perché abbiamo calpestato i Tuoi insegnamenti? Perché abbiamo vanificato il tuo sacri-ficio? … Perché, ignorando ogni nostra responsabilità, persistiamo nel vanificare il tuo sacrificio con una condotta indegna, distruttiva, relativista? Forse siamo ciechi, o stanchi, o delusi o forse l’autosufficienza ci ha annebbiati… Infatti celebrare la gloria del Figlio signifi-ca anche condividere affabilità, rispetto, farsi prossimo in gratuità, rompere il muro dell’indifferenza… Dare aiuto a chi è in necessità, perdonare i nemici, fare del bene a coloro che ci odiano… Stare di fronte a te è il risveglio al sole della grazia… è farsi carità, compas-sione, misericordia…

Consapevoli della nostra indigenza e dei nostri tradi-menti, la contemplazione si fa supplica:

O Figlio… quando la prova, il dolore, l’umiliazione, l’indifferenza del prossimo, la solitudine, l’insulto, l’ingratitudine, l’ostentazione… il muro dei pregiudizi, l’angoscia, la morte, ci spogliano d’ogni certezza, con la tua luce entra nella nostra anima perché sia liberata dal buio…

Concedici… di ritrovare la strada che tu sei… di aprire il nostro cuore alla Verità che ci salva, … di ar-rivare attraverso la graduale trasformazione del nostro uomo interiore a possedere la vita che tu sei al banchet-to della Parola, del Pane, della Comunità, della comune responsabilità di fronte alle scelte di ogni giorno. Dopo questa invocazione l’Autrice attraverso una specie di ce-lebrazione litanica del Figlio, molto densa di evocazioni

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bibliche e di impegnative implicazioni esistenziali, ne esalta le prerogative e l’azione salvifica e misericordiosa.

Lo stesso atteggiamento coinvolge l’Autrice e il lettore nella contemplazione dello Spirito Santo, presentato come soffio, anima, fiamma dell’immenso splendore, palpito di rigenerazione, energia che unifica l’universo umano cosmico, comunione di pace, consolidata me-moria di Gesù glorioso che ci conferma la promessa di rimanere con noi… ineffabile presenza di ascolto, impenetrabile mistero di grazia, inaccessibile sapienza, essenza della luminosa bellezza tra le ombre e le luci dell’esistenza, antica via di Padri e Profeti in fedeltà all’alleanza… linfa delle menti, ecosistema d’ogni me-raviglia che dà compimento al Regno di Dio… amore universale, evento attraverso cui il Risorto porta a compimento… l’universale progetto di salvezza. Re-gno di Dio che si compie nel qui e ora dell’esistenza… Anima della Chiesa in cammino che sempre rigeneri alle perenni fonti della nuova ed eterna alleanza… ci attesti che siamo figli di Dio e noi possiamo dire «Abbà, Padre»… Luminosa via maestra per tutti… Universale memoria di benevolenza, liberazione definitiva, pie-tà, consolazione di misericordia, entusiasmo, fiducia, abbandono, riconoscenza, gratitudine, lode, azione di grazia, salvezza per l’umanità e il mondo… raccordo di strade, di sogni, di attese. Nel rivolgersi a Lui lo prega, gli chiede di compiere in ciascuno e nell’umanità il suo ufficio di Santificatore, di renderci coscienti del nostro compito di testimoni del Risorto, di alberi fruttiferi come tralci uniti alla Vite, consapevoli dell’inabitazione dei Tre nell’anima; Gli chiede che non siamo distratti da va-

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nità, sopraffatti e condizionati dalle illusioni dei beni, sordi alla grazia che sempre ci sveglia, ma che in novità di vita coltiviamo la disposizione interiore alla miseri-cordia, al perdono, a sentimenti di libero costruttivo servizio… in solidarietà con chi si trova nella miseria fisica e spirituale… perché in tua compagnia, ora e sempre e nei secoli, possiamo cantare con la comunità dei salvati l’Amen… e camminare come figli della luce.

Concludendo le sue riflessioni sulla preghiera del Glo-ria, l’Autrice sottolinea in particolare che essa può ope-rare in noi le meraviglie di cui ha parlato se percepiamo i nostri giorni come gocce d’eterno, cioè se riconosciamo e viviamo il legame tra il nostro quotidiano e i gloriosi Tre, se riusciamo a cogliere in mezzo alle tragedie stori-che la loro azione che prepara un mondo riconciliato… i richiami che insistenti si donano a noi nell’attimo che passa e nello spazio frastagliato dell’agitazione umana, e rimanendo in ascolto, permettiamo ai Tre di farci vi-vere l’iniziazione della conversione, del cambiamento, della trasformazione per camminare nella luce.

Gabriella Anodal


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