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GP - produzionidalbasso.com gallo parlante... · magazine, ma poi confrontandoci con vari addetti...

Date post: 19-Oct-2020
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G P Il Gallo Parlante VOCI DI TERRITORIO Azioni, Idee e Proposte Anno 1 numero 1 - NOVEMBRE 2015 EURO 1,50 Direttore responsabile Michelangelo Letizia www.ilgalloparlante.org MENSILE DI APPROFONDIMENTO E CRITICA COSTRUTTIVA PER PROPORRE UN DIVERSO MODELLO DI SVILUPPO DELL’AREA PRENESTINA E DEI CASTELLI ROMANI. PER PUNTARE FINALMENTE ALLA CULTURA E ALLA VALORIZZAZIONE D E L L’ A M B I E N T E E DELLE RISORSE TURISTICHE i miei sono separati differenziamoci! fa bene e conviene LA RACCOLTA DIFFERENZIATA È UN TEMA SEMPRE PIÙ IMPORTANTE. SIAMO IN UN PAESE IN CUI IL BUSINNESS DEL MALAFFARE GESTISCE PIÙ RIFIUTI DI QUELLI CHE PRODUCONO TUTTI GLI ITALIANI MESSI INSIEME. UNICO MODO PER POTERSI GARANTIRE UN FUTURO ED UN AMBIENTE MIGLIORE, È QUELLO DI AUMENTARE LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA. QUESTO POTREBBE ANCHE FAR SCENDERE LE TASSE SEGUI IL GALLO PARLANTE SUL TUO SMARTPHONE SCARICA LA NOSTRA APP direttore editoriale Claudio Auriemma DAL BLOG PAGARE MENO TASSE sui rifiuti? BASTA SEPARARLI MEGLIO! FARE IMPRESA VIRTUOSA LE AZIENDE CHE INVESTONO IN SOSTENIBILITA' E BENESSERE TEATRO OGGI I GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE NON COMPRANO SOLO CIBO MA ANCHE CULTURA, NASCE IL TEATRO DIFFUSO | MESTIERI • IL MERCATO CONTADINO DI ZAGAROLO COME LUOGO DI DIFFUSIONE DI CULTURA. SPETTACOLI, MUSICA E IL RACCONTO DI VECCHI MESTIERI | TIVOLI • LA NOTTE DIVENTA VERDE, TRA STAND DI AZIENDE AGRICOLE A KM0 IMPAZZA LA MUSICA. VARI CONCERTI ED INIZIATIVE PER SOTTOLINEARE CHE L’AGRO ROMANO È IL VERO PETROLIO DI QUESTA REGIONE| ZAGAROLO • LA SAGRA DELL’UVA HA UNA SVOLTA “ECO” CONTRARIAMENTE AD ALTRI EVENTI LA RACCOLTA DEI RIFIUTI DURANTE LA FESTA È DIFFERENZIATA E OLTRETUTTO LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI STAND UTILIZZA MATERIALE COMPOSTABILE. RISULTATO RAGGIUNTO LA CUCINA CHE Avanza SVUOTIAMO IL FRIGO FACENDO BELLA FIGURA! ILBRODOCHE NASCEDALLE BUCCE RUBRICHE: CINEMA|LIBRI|TEATRO|ORTI E BALCONI|MANGIARE MEGLIO| AMICI A QUATTRO ZAMPE|AZIENDE VIRTUOSE |FUORI CONTESTO, ACCADE IN ITALIA
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  • GPIl Gallo Parlante

    VOCI DI TERRITORIOAzioni, Idee e Proposte

    Anno 1 numero 1 - NOVEMBRE 2015

    EURO 1 ,50Dire t tore re sponsab i l e Miche lange lo Le t i z i a

    www. i l ga l lopar l an te .o rgMENSILE DI APPROFONDIMENTO E CRITICA COSTRUT TIVA PER PROPORRE UN DIVERSO MODELLO DI SVILUPPO DELL’AREA PRENESTINA E DEI CASTELLI ROMANI. PER PUNTARE FINALMENTE ALL A CULTURA E ALL A VALORIZZ AZIONE DELL’AMBIENTE E DELLE RISORSE TURISTICHE

    i miei sono separatidifferenziamoci! fa bene e convieneLA RACCOLTA DIFFERENZIATA È UN TEMA SEMPRE PIÙ IMPORTANTE. SIAMO IN UN PAESE IN CUI IL BUSINNESS DEL MALAFFARE GESTISCE PIÙ RIFIUTI DI QUELLI CHE PRODUCONO TUTTI GLI ITALIANI MESSI INSIEME. UNICO MODO PER POTERSI GARANTIRE UN FUTURO ED UN AMBIENTE MIGLIORE, È QUELLO DI AUMENTARE LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA. QUESTO POTREBBE ANCHE FAR SCENDERE LE TASSE

    SEGUI IL GALLO PARLANTE SUL TUO SMARTPHONESCARICA LA NOSTRA APP

    direttore editoriale

    Claudio Auriemma

    DA

    L B

    LO

    G

    PAGARE MENO TASSE sui rifiuti?BASTA SEPARARLI MEGLIO!

    FARE IMPRESA

    VIRTUOSALE AZIE

    NDE CHE

    INVESTONO IN

    SOSTENIBILITA'

    E BENESSERE

    TEATRO • OGGI I GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE NON COMPRANO SOLO CIBO MA ANCHE CULTURA, NASCE IL TEATRO DIFFUSO | MESTIERI • IL MERCATO CONTADINO DI ZAGAROLO COME LUOGO DI DIFFUSIONE DI CULTURA. SPETTACOLI, MUSICA E IL RACCONTO DI VECCHI MESTIERI | TIVOLI • LA NOTTE DIVENTA VERDE, TRA STAND DI AZIENDE AGRICOLE A KM0 IMPAZZA LA MUSICA. VARI CONCERTI ED INIZIATIVE PER SOTTOLINEARE CHE L’AGRO ROMANO È IL VERO PETROLIO DI QUESTA REGIONE| ZAGAROLO • LA SAGRA DELL’UVA HA UNA SVOLTA “ECO” CONTRARIAMENTE AD ALTRI EVENTI LA RACCOLTA DEI RIFIUTI DURANTE LA FESTA È DIFFERENZIATA E OLTRETUTTO LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI STAND UTILIZZA MATERIALE COMPOSTABILE. RISULTATO RAGGIUNTO

    LA CUCINA CHE AvanzaSVUOTIAMO IL FRIGO FACENDO BELLA FIGURA!IL BRODO CHE NASCE DALLEBUCCE

    RUBRICHE: CINEMA|LIBRI|TEATRO|ORTI E BALCONI|MANGIARE MEGLIO| AMICI A QUATTRO ZAMPE|AZIENDE VIRTUOSE |FUORI CONTESTO, ACCADE IN ITALIA

  • #no sprecoALIMENTARE# invendu

    tosolidaleMer

    cato

    Con

    tadi

    no di

    ZagaroloDall’iniziativa di un gruppo di cittadini,

    grazie alla collaborazione e all’impegno dei produttori

    del Mercato Contadino di Zagarolo, nasce un

    progetto contro lo spreco alimentare.

    Soluzioni dal Basso per la creazione di un processo virtuoso e solidale

    che in un’ottica di reciprocità e attraverso la partecipazione attiva

    di tutti i soggetti coinvoltivuole offrire accoglienza

    a chi viene da lontano e restituire dignità

    a chi è costretto ad uno stato di emergenza.Soluzion

    i dal Basso

    per un Mondo che

    punta in alto

    Tutte le Domeniche è attivo il Punto di Raccolta

    presso il Mercato Contadino di Zagarolo

    Oltre ai singoli cittadini, sostengono l’iniziativa molte delle Associazioni e dei Comitati attivi sul territorio

    Media Partner: ilgalloparlante.org

    Se Vuoi Collaborare al Progetto vieni a trovarci oppure scrivi a: [email protected]

    con il patrocinio del

  • Il Gallo Parlante - Anno 1 n° 1 Novembre 2015Testata Registrata al Registro Operatori della Comunicazione al n. 25150Foto in copertina: Francesca PompeiEditore Claudio Auriemma [email protected], Vicolo della stelletta, 13 00039 Zagarolo (RM)Direttore Responsabile Michelangelo Letizia [email protected]: Francesca Pompei [email protected]: [email protected]

    Per realizzare questo numero è stata necessaria la collaborazione di:Domenico Paglia, Ivano Bruno, Barbara Rischia, Marco Pacifici, Daniele Dell’Orco, Susanna Vecchioni, Fabrizio Aphel, Mimmo Perrotta, Andrea Esposito, Gretel Cantalice, Elisa Capo, Elisa Memeo, Marco Memeo, Gabriele Ortenzi, Demetrio De Stefano, Chiara Morbidini, Dario Pulcini, Tommaso Orazi, Antonio Valenzi, Federico Zamboni, Franz Gustincich, Carlo Ruggiero, Guglielmo Panebianco, Lorenzo Piazzai, Marco Panzironi, Federica Buiarelli oltre che di Agata Nemore e Federico Auriemma (per la pazienza dimostrata)

    SOMMARIO GP

    RUBRICHECUCINA, RICETTE E MANGIARE BENE .8ANDIAMO A SCOPRIRE LA CUCINA DEGLI AVANZI IN COMPAGNIA DI SUSANNA VECCHIONI. IN QUESTO NUMERO IMPARIAMO A FARE IL BRODO PARTENDO DALLE BUCCE. MA SE NON VOLETE CUCINARE CI SONO POSTI MAGNIFICI DOVE MANGIARE, VI PORTIAMO IN UNA LOICANDA

    FARE IMPRESA ETICA.10

    ESISTONO AZIENDE CHE PRIMA DI FARE PROFITTO HANNO DECISO DI RISPETTARE, PER STATUTO, IL LORO CREDO. NESSUNO SFRUTTAMENTO E GRANDE QUALITÀ. ANDIAMO A CONOSCERE CHI FA SALSA DI POMODORO SOSTENIBILE E CHI FORNISCE CONNESSIONI DI RETE TRASPARENTI

    TEATRO, CINEMA E VISIONI .14OGGI I GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE NON COMPRANO SOLO CIBO, MA ANCHE CULTURA. L’ESPERIENZA DI GASILINA. INOLTRE, LE PERIPEZIE DI UN CRISTO MUSULMANO NEL NUOVO FILM DI MIMMO MANCINI E UNA FAMIGLIA CHE HA DECISO DI SCENDERE DA UN TRENO CHE CORRE TROPPO

    PAGINE VERDI .16LA CURA DI ORTI, BALCONI O GIARDINI SECONDO GABRIELE ORTENZI. MA ANCHE DI ORTI SOCIALI. IN QUESTO NUMERO IMPARIAMO AD APPREZZARE LE PIANTE SPONTANEE, QUELLE PIANTE CHE BASTA GUARDAR CRESCERE SENZA TANTA FATICA MA CON GRANDE SODDISFAZIONE

    LE BESTIE SIAMO NOI.12

    LE PAGINE ANIMALISTE DEL GALLO PARLANTE. GRETEL CANTALICE, OGNI NUMERO PORTERÀ ALLO SCOPERTO QUALCOSA DI STORTO CHE VOGLIAMO DENUNCIARE. DELITTI QUOTIDIANI DI CUI SPESSO NON CI ACCORGIAMO, VITTIME DEI QUALI SONO I NOSTRI AMICI ANIMALI

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  • SOMMARIO GP

    APERTURAI MIEI SONO SEPARATI .18MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA È UN MODO PER VIVERE MEGLIO, RISPARMIARE UN PO’ DI SOLDI E AIUTARE IL PIANETA. SCOPRIAMO QUESTO MONDO COMPLESSO, QUANTO AFFASCINANTE, GRAZIE A CHI GESTISCE I NOSTRI RIFIUTI E A CHI LI RICICLA

    PRATICHE VIRTUOSE - NO SPRECO ALIMENTARE .28NON CI SIAMO MAI RESI CONTI DI QUANTO CIBO SI SPRECA. QUASI TUTTO L’INVENDUTO DEI MERCATI E DEI SUPERMERCATI VA NEI CASSONETTI. IN UN PROGETTO NATO A ZAGAROLO PER VOLERE DI UN GRUPPO DI CITTADINI, QUEL CIBO, NON BUTTANDOLO, HA SFAMATO OLTRE 30.000 PERSONE

    LIBRI .34UNA NUOVA GUERRA FREDDA È ALLE PORTE. CHI HA INVESTITO IN TITOLI ELETTRONICI E CHI IN ORO. IL NUOVO LIBRO DI ANTONIO VALENZI RACCONTA LA NUOVA TENSIONE CHE ESISTE TRA STATI IN AMBITO MONETARIO. CARLO RUGGIERO CI SPIEGA INVECE COME UNA VALLE, QUELLA DEL SACCO È STATA MASSACRATA DALLA MALAPOLITICA

    FUORI CONTESTO .39UN VIAGGIO IN ITALIA, DOVE LE COSE NON VANNO, MA ANCHE DOVE LE COSE VANNO MOLTO BENE. IN QUESTO NUMERO CI OCCUPIAMO DELLE SERVITÙ A CUI SIAMO COSTRETTI, DA QUELLA MILITARE DI NISCEMI IN SICILIA A QUELLA ENERGETICA IN TERRA DI PUGLIA

    RACCONTIAMOLA GIUSTA! .32IN UNA DUE GIORNI DI FESTA ORGANIZZATA DALLA RETE DELLE ECONOMIE SOLIDALI, È VENUTO ALLA LUCE UN MONDO FATTO DI PRODOTTI SOSTENIBILI, ECONOMIA DIVERSA, MONETE LOCALI E RECUPERO DELLE VECCHIE TRADIZIONI. FORSE QUESTO È IL NOSTRO VERO FUTURO

    .34

    .32.18

    .28

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  • EDITORIALE Claudio Auriemma

    Inizia il Viaggio!

    Nasce oggi il Gallo Parlante su sup-porto cartaceo dopo essere di-ventato una testa-ta giornalistica.

    Abbiamo voluto fare questo passo in avanti o meglio questo salto nel buio, in un momento in cui l’edito-ria in Italia non vive uno dei suoi momenti più floridi. E questo per-ché ci siamo resi conto che nella comunicazione locale c’è un vuo-to.

    Nel panorama editoriale locale manca una testata che propone un modello di sviluppo diverso da quello che ci ha portato al difficile punto di non ritorno al quale sia-mo arrivati oggi. Il progresso, che avrebbe dovuto eliminare le dise-guaglianze sociali, ha finito per au-mentarle, con il risultato che, allo stato attuale, siamo tutti più po-veri rispetto a qualche anno fa. E la tendenza non sembra per nulla attenuarsi.

    Il Gallo Parlante propone e rac-conta un mondo più sostenibile e da spazio a chi da tempo lavora sul territorio proponendo uno svi-luppo diverso basato sulla fruizio-ne turistica e culturale. Allo stes-so tempo guarda con sospetto lo sviluppo industriale di un’area che ha già dato molto in questo senso, quella dei Monti Prenestini.

    L’esperienza Gallo Parlante nasce già nel settembre 2013 quando fu creato un blog, ilgalloparlante.org, nato dall’esigenza di comunicare

    le iniziative di chi quotidianamen-te spende parte del suo tempo a difendere attivamente il territorio. Successivamente ci siamo resi conto che il passare da un sem-plice blog, prima, ad una testata giornalistica e successivamente ad un giornale cartaceo dopo, non è cosa facile e di sforzi ce ne sono molti molti.

    Sono stati realizzati due numeri 0 per sperimentare l’appeal sul pub-blico e raccogliendo pareri e con-sigli, tant’evvero che nel corso del tempo il magazine è molto cam-biato. Dalle 21 pagine di foliazione previste all’inizio, si è passati alle 48 pagine di oggi. Anche il mo-dello distributivo è molto cambia-to. Prima si ipotizzava una distri-buzione unicamente nell’area dei Monti Prenestini. Ad oggi invece si guarda con attenzione la possi-bilità di distribuire, nel giro di tre numeri anche sui Castelli Romani. In un primo progetto si prevede-va una distribuzione gratuita del magazine, ma poi confrontandoci con vari addetti ai lavori si è deci-so di distribuire il Gallo Parlante in modo molto più moderno e di dargli autorevolezza facendolo en-trare in quello che è il tempio della carta stampata. L’edicola. Quan-do parlo di un modo più attuale di distribuire il magazine intendo una distribuzione mista tra carta e multimedialità. Il giornale in edico-la sarà pubblicizzato da volantini distribuiti sul territorio che invite-ranno all’acquisto, ma daranno an-che, tramite l’utilizzo del QR-Code, la possibilità di sfogliare on line il magazine senza doverlo acquista-

    re. Questo per rispettare i nostri valori di abbattimento dei consumi di carta e ovviamente di produzio-ne dei rifiuti. Inoltre sui volantini, distribuiti durante il mese in cui sarà reperibile la testata in edicola, sarà possibile aggiungere ulteriori contenuti di attualità, una sorta di estensione del web che contamina la carta, nell’ottica della creazione di uno strumento informativo fles-sibile e in continuo sviluppo.

    Veniamo ai contenuti di questo numero. In questa prima edizione su carta abbiamo voluto dedicare ampio spazio in apertura al tema della raccolta differenziata e della valorizzazione dei rifiuti come ri-sorsa.

    Questo nella speranza aiuti a mi-gliorare la comunicazione che ruo-ta intorno a questa pratica, neces-saria se vorremo, in un prossimo futuro, veder calare la tassazione sui rifiuti da parte delle ammini-strazioni. L’apertura del magazine sarà preceduta da un lungo nume-ro di rubriche dedicate a tanti ar-gomenti di interesse. Si parte dalla cucina degli avanzi per arrivare ai ristoranti dove è possibile mangia-re bene e diversamente. Parlere-mo di aziende virtuose che fanno etica, ancora prima di fare busi-ness. Di cinema, di libri, di amore per gli animali e di ciò che accade fuori dal territorio dell’agro roma-no. Il Gallo Parlante è si un giorna-le locale, ma dal respiro nazionale. Vuole diffondere un certo tipo di Cultura che difficilmente è difficile contenerla in frontiere o confini.Buona lettura

  • CIBO - La Cucina degli AvanziSusanna Vecchioni

    Vi racconto una storia una di quelle storie che sanno di antico, di profumi dell’or-to, di cucina, lenta, amata e curata con l’amore tipico delle nonne e delle mamme.

    Vi voglio raccontare di “ricette magi-che” in cui anche gli avanzi e gli scar-ti si vestono a festa e sanno essere protagonisti. Mi ricordo che quando mio nonno entrava in casa con quel grande cesto pieno di verdure era una festa. Nonna, di quel Ben di Dio, sapeva usare tutto e dico tutto, anche gli scarti finali si riducevano al nulla. E quando ancora ne rimaneva qualco-sa, raggiungeva il pollaio per andare a comporre il pasto dei pennuti di casa.

    Da me si sentiva spesso ripetere “non si butta niente” e non erano solo gli animali a beneficiarne. Que-sta Cultura del “non spreco” l’ho fat-ta mia e me la sono portata fino ai giorni d’oggi. Certo la mancanza del Nonno con le sue nobili verdure si fa sentire, ma anche oggi, tempi fretto-losi e distratti, possiamo preparare eccezionali manicaretti grazie ai pre-ziosissimi prodotti dell’orto, meglio ancora se coltivati con cura ed affet-to. Considero il temine “Bio” troppo riduttivo per descrivere l’amore messo nell’attesa della crescita delle piantine dell’orto.

    La nostra storia inizia proprio qui dal-la fortuna di avere nelle nostre cucine questi gioielli. Una volta cucinati in ri-cette di varia natura, impareremo a do-nargli una seconda vita nella “cucina degli scarti” una forma di cucina che ha lo scopo di sfruttare una seconda volta quello che la natura ci sa donare.Lascerò a voi, e alla vostra fantasia, la cottura della parte nobile dei prodot-ti dell’orto, mi soffermerò invece su quello che ne rimane dopo averli puliti.

    In genere in tutte le famiglie, viene gettato nella pattumiera or-ganica e salutato per sempre quasi il 70% dell’intero frutto ov-viamente frutto che abbiamo preventiva-mente pesato e suc-cessivamente pagato. Quindi eccomi qui a darvi qualche con-siglio per preparare piatti ricette ingredienti e di grande soddisfazione ma soprattutto eco-nomiche, per utilizzare questa par-te fondamentale della nostra spesa

    IL BRODO GRANULAREQuesta è una delle mie ricet-te preferite. Si realizza utilizzando al 100% Bucce. Può essere facil-mente fatto in casa, ovviamente con quello che avete e con ver-dure rigorosamente di stagione.Il brodo granulare realizzato si con-serverà per un anno e sarà totalmen-te privo di conservanti, coloranti od altri additivi che vengono largamen-te usati nei prodotti commerciali.

    PREPARAZIONEsi possono utilizzare gli scarti o le bucce di carote, sedano, cipolle, pomodori, zucchine etc. insomma, qualsiasi verdura che sbucciate può essere utilizzata nella preparazio-ne. Anzi di più, tutto ciò che gette-rete, sarà utile nella preparazione

    INGREDIENTI:bucce di carota, bucce di cipolla, foglie di sedano, bucce di zucchi-ne, bucce di carota ,bucce di pa-tata ed ogni altro scarto derivante dalla nettatura della verdura, come foglie di insalata, pomodori o altro.Sale grosso integralevi consiglio di congelare le bucce in modo da poterle accumulare tagliate

    a pezzetti. Mettere le varie verdure in un tegame insieme a metà del loro peso in sale e cuocere a fuoco lento per 30 minuti circa. Aggiungere solo all’ultimo le bucce di cipolla in quanto essendo già secche non hanno biso-gno di una lunga cottura. Vedrete che le verdure rilasceranno acqua duran-te la cottura e cuocendo insieme al sale si creerà una sorta di marmellata .

    Quando le verdure saranno cot-te e il sale si sarà sciolto, sten-detele su una teglia ampia rive-stita di carta forno e mettetele al forno per circa 4 ore a bas-sa temperatura, al di sotto de-gli 80 (60 sarebbero perfetti)

    Quando il composto risul-ta ben disidratato frullare alla massima potenza con un frul-latore domestico. Otterrete una polvere molto concentrataPer utilizzare il brodo granulare così ottenuto, sappiate che un cucchiaino da caffè è sufficiente per almeno mezzo litro di brodo. Otterremo così un prodotto par-ticolarmente profumato e gu-stoso adatto come base per un infinità serie di ricette ed utilizzi.Se volete avere un brodo più limpido potrete anche filtrarlo. Conservare il brodo granula-re in vasetti di vetro in un luo-go asciutto, in questo modo potete usarlo per tutto l’anno.

    IL BRODO CHE VIENE DALLE BUCCEInvece di buttare le bucce che vengono prodotte pulendo le verdure, le possiamo utilizzare per realizzare un eccezionale brodo granulare conservabile a lungo e che può sostituire completamente i convenzionali dadi. Molto più sano e soprattutto certificato, per il semplice fatto che lo abbiamo fatto in casa e non dobbiamo leggere l’etichetta per scoprire quello che c’è dentro

  • RISORANTI DIVERSI - La Loicanda GP

    LA CASA DI NERINA È UNA LOICANDANasce tre anni fa la Loicanda. Un iniziativa dell’Associazione Löic Francis Lee per la Pedagogia curativa e Socioterapia steineriana. È un luogo magico dove, una domenica al mese, viene organizzato un pranzo con 50/60 coperti, a offerta libera e menù fisso. Fin qui, sembra non ci sia nulla di particolare ma è l’atmosfera, il luogo incantevole e lo scopo sociale e culturale dell’iniziativa a renderla particolare.

    Il servizio ai tavoli è gestito con persone disabili mentali e il luogo dove si svolge il pran-zo è Casa Löic (ecco svelato il perché di “Loicanda”) luogo di lavoro per 20 persone disabili.

    La cuoca, Gabriella, è un ge-nitore e la cucina è sempre carat-terizzata da piatti fatti in casa, pa-sta fresca e piccole ghiottonerie.Casa Löic è un luogo specia-le, nella campagna di Cape-na, a trenta chilometri da Roma, in una zona di natura protetta.

    É un progetto di architettura organica, una casa di curve e di luce che si pre-sta con la sua cucina professionale e la sua grande sala per questi eventi.Il giardino intorno è casa di due asini Noè e Nerina.

    Il clima che si respira è sempre quello di una festa e nel dopo pranzo si può trovare sempre una sorpresa per i bambini, una fia-ba, dar da mangiare agli asini o altre attività ludiche e didattiche.

    Il menù comprende solitamente: Anti-pasti a Buffet, caldi e freddi, la scelta tra due primi, un secondo solitamente di carne, verdure varie, dolci fatti in casa, frutta e caffè

    Per raggiungere Casa Löic:- Autostrada A1: uscita Castelnuo-vo di Porto. alla prima rotonda segui-re indicazioni Tiberina, alla seconda rotonda non prendere la prima uscita Capena ma la seconda uscita Mor-lupo-Capena, proseguire per circa 4 km e seguire indicazioni Casa Loic, una strada bianca sulla vostra sinistra che dopo 600 mt termina a Casa Loic.- Per la via Flaminia: prima del tun-nel di Prima Porta girare sulla destra per la via Tiberina, dopo circa 15km alla rotonda seguite le indicazioni so-pra riportate per la seconda rotonda.

    SOPRA: FABRIZIO APHEL RESPONSABILE CASA LOIC E L’ASINELLA NERINA.

    SOTTO:ALCUNI MOMENTI DELLA VITA NELLA LOICANDA

    www.assoloic.netPer essere informati mandare una mail a [email protected] e chiedere di essere inseriti nella mailing list

    inquadra il QR-Code con il tuo cellulare

  • Claudio Auriemma IMPRESE ETICHE - Funky Tomato

    Non solo pomodoro di qualità a filiera partecipata e sostenibile, ma un nuovo modo di fare Cultura partendo dalla terra. In questa azienda il progetto di qualità non è affidato al solo biologico ma attraversa l’arte e la musica, la narrazione e i rapporti umani.

    FunkytomatoPomodoro etico a filiera partecipata

    Funkytomato è un pomodoro di alta qua-lità. Prodotto in Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e in Puglia, a Ceri-gnola, FunkyTomato segue le pratiche dell’agricol-tura biologica, dalla semina alla raccolta a mano, e sarà tra-

    sformato con lenti processi di spremitura e cottura per man-tenere le proprietà di succo e polpa.

    Funkytomato è un’impresa le-gale in un territorio ad alto sfrut-tamento.Caporalato, pagamento a cottimo (3,5 euro per un cassone da 300Kg di pomodori), irregolarità contrattua-li. FunkyTomato nasce dalla volontà di dare una risposta di qualità alle dinamiche di speculazione della terra e dei braccianti impiegati nella produzione lucana del pomodoro, dimostrando che si può interagire con l’economia di oggi anche facendo delle scelte oneste.

    Un progetto a filiera partecipata. Attraverso il preacquisto del prodotto, l’acquirente diventa parte integrante della filiera supportando lo sviluppo in itinere del progetto e ricevendo, a produzione ultimata, la quantità di prodotto

    corrispondente all’importo versato.Ma è anche è una filiera culturale. Racconta ciò che ac-

    cade nelle campagne dove FunkyTomato sarà coltivato e trasformato attraverso

    la produzione di video, la la realiz-zazione di dischi, attraverso attivi-

    tà nel campo delle arti figurative. Organizzerà anche momenti d’in-contro gastronomico, musicale e narrativo per valorizzare il sen-so profondo della filiera e delle produzioni agricole: le relazioni umane.

    All’interno di Funkytomato, ci sono agricoltori, agronomi, brac-

    cianti, artisti, cuochi ed artigiani.

    Il lavoro di questa azienda etica com-prende varie fasi: Individuare agricolto-

    ri che producono pomodoro di alta qualità, fare in modo che tutti i lavoratori di queste aziende

    abbiano regolari contratti di lavoro e sostenere la produ-zione attraverso privati, risto-razioni, GAS che pre-acqui-stano il pomodoro secondo le modalità che si trovano sul sito. Scoprirete che si pos-sono avere ottimi prodotti a prezzi accessibilissimi

    www.funkytomato.itDal sito potrete seguire le loro iniziative e seguire la filiera partecipata preordinando il pomodoro a prezzi assolutamente competitivi inquadra il QR-Code

  • 11

    IMPRESE ETICHE - Net Etica GP

    Eticamente in ReteAbbiamo scoperto Net-Etica, una società fuori dagli schemi convenzionali dove l’etica e il sociale sono al primo punto dell’ordine del giorno. Loro partono da un pensiero. Prima di costituire la società e di darsi da fare sul territorio, si sono chiariti cosa effettivamente volessero fare da grandi.Andrea ed Antonio Esposito, titolari dell’azienda, ci raccontano che il loro obiettivo era quello di fare business eticamente, in modo che la comunità, comunque, dal loro lavoro ne abbia tratto vantaggio. Ad Oggi Net-Etica fornisce connessione web velocissima anche in zone non raggiunte dai normali operatori e non mette filtri alla nostra navigazione in modo che non veniamo indirizzati verso contenuti commerciali. Un piccolo Golpe nel mondo dell’informatica e dell’informazione

    Net-etica come nasce? Quale è il suo scopo?

    ANDREA l’idea di net-etica nasce dalla vo-glia di colmare il divario strutturale per la connettività web che era presente sul terri-torio. La dove gli operatori telefonici sono carenti sul territorio, abbiamo pensato di fornire la possibilità di poter usufruire di

    una connessione. Da informatici abbiamo pensato che ave-vamo il know-how per poter dare connettività anche a chi era meno raggiunto dai soliti operatori che tutti conoscia-mo.

    GP quindi operate principalmente nel campo della connes-sione web

    ANDREA quello è stato il primo passo, il nostro primo bi-sogno era dare connessione, poi da li siamo partiti per fare molto altro. La net etica ha creato un’infrastruttura sul ter-ritorio e dei sistemi di rete su cui possiamo far girare molto altro. Per esempio oggi forniamo anche servizio di telefonia grazie al sistema VOIP e inoltre tutti i nostri clienti hanno a disposizione il loro IP pubblico statico, cosa questa molto importante e ne facciamo un vanto. Questo è compreso in ogni pacchetto commerciale che offriamo a partire da quel-lo base. La possibilità di avere un IP statico permette di usu-

    fruire di vari servizi, noi, in particolare ci occupiamo an-che di videosorveglianza e l’IP statico permette di poter remotizzare ed utilizzare questi sistemi.

    GP alla data odierna questi servizi su che area li for-nite? Da dove è possibile connettersi con Net Etica?

    ANDREA ad oggi siamo in grado di coprire tutta la val-le Prenestina, ovvero partendo dal raccordo arriviamo fino a Colleferro, quindi fino alla Valle del Sacco. Ab-biamo messo varie antenne in posizione elevata, da Castel San Pietro a Palestrina, da Monte compatri a Carchitti e via così in modo da garantire copertura.

    GP Perché vi definite etici?

    ANDREA Il nostro scopo fu quello di rendere equo il rapporto qualita-prezzo del servizio che si offre e ri-badisco, garantire connessione a chi non può ottener-la grazie a principali gestori. Inoltre abbiamo fatto un operazione di assoluta trasparenza verso il cliente. Per quanto riguarda i vantaggi tecnici, oltre quelli elen-cati mi viene in mente che noi, a differenza di altri non mettiamo filtri, ne ora e ne credo in futuro, alla nostra rete, per cui i nostri clienti sono liberi di accedere alla rete senza che il gestore indirizzi la propria navigazione verso i propri obbiettivi commerciali. Mi spiego meglio alcuni gestori fanno accordi commerciali e pertanto nelle nostre ricerche saremo indirizzati prioritariamen-te su alcuni siti piuttosto che su altri. Ecco, questo noi non lo facciamo. Il cliente naviga nella completa auto-nomia e trasparenza. Unico problema potrebbe essere che in alcuni momenti il server di quel sito sia saturo e non si riesce ad accedervi, ma questo non dipende dal servizio.

    Per Informazioni: www.net-etica.it/

  • LE BESTIE SIAMO NOIGretel Cantalice

    Anche quest’anno, dal 15 al 19 ottobre, si terrà a Latina il Festival Internazionale del Circo, e, anche quest’anno, il

    Sabato in contemporanea, un corteo nazionale sfilerà per le vie della cittadina per esprimere tutto il dissenso verso questa manifestazione.

    Ma perché No ai circhi? Quali sono i motivi di un rifiuto così forte?Innanzi tutto occorre precisare che i circhi che si esibiranno a Latina sono quelli delle più antiche dinastie di circensi: Orfei, Medrano, Togni, Barnum, cioè quelli che hanno prosperato prediligendo sempre più, nel tempo, gli spettacoli con animali alla clowneria e all’acrobatica, finendo con l’essere ormai solo una collezione vagante di animali: fino a 160 specie diverse nello stesso spettacolo.

    Il corteo quindi è un No ai circhi con animali che offrono esibizioni crudeli ed anacronistiche di tristi creature ridotte a caricature

    inverosimili, basti pensare al classico orso sul triciclo con un gonnellino.Circo di ben altra natura e spessore è invece quello che si riunisce per FUNAMBOLIKA, rassegna di arte circense che si tiene da 10 anni a Pescara (a giugno), che è ormai un

    riferimento internazionale e vero trampolino di lancio del settore.

    E’ il Festival Internazionale del Nuovo Circo , in cui a dar

    SI AL CIRCO

    MA SENZA ANIMALI!Il circo e l’arte circense è dimostrato siano un patrimonio artistico che in tutto il mondo va valorizzato. L’arte della giocoleria, l’affabulazione, la favola degli acrobati che si inseguono nel vuoto, sono uno spettacolo eccezionale che ha sempre affascinato grandi e bambini. Gli spettacoli che ci regala il Cirque du Soleil, per fare un nome a caso, è impagabile. Non capiamo però perché alcune famiglie di circensi si ostinino a fare spettacolo mostrando principalmente animali, esotici e non, ostentati e umiliati con spirito di conquista e di dominio, tralasciando l’arte dello spettacolo magico del tendone

    UN MOMENTO DELL’ADDESTRAMENTO DEGLI ELEFANTINI IN UN CIRCO CHE USA ANIMALI COME ATTRAZIONE

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  • spettacolo è la vera arte circense, quella capace di tenere col fiato sospeso e a naso all’insù grandi e piccini, capace di sorprendere, far ridere, destare meraviglia, per il coraggio, l’abilità, la magia e la poesia di artisti raffinati.Lì gli applausi premiano talenti naturali, tecniche ardite, anni di passione, studio, esercitazioni, a Latina si plaudono il dominio, la violenza, la paura.

    Come ci si esercita dietro i tendoni dei circhi equestri lasciamolo raccontare agli stessi protagonisti: “La iena non la domini mai perché non capisce. Puoi punirla 100 volte e lei 100 volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre se sta buona nessuno le fa niente” Liana Orfei“Restavo solo con le tigri e le punivo in modo che esse non avrebbero dimenticato… E’ il gioco del domatore di leoni. Egli fa agire il leone sotto la costante paura della morte e lo ricorda al leone con migliaia di punzecchiature, ferite e frustate. Il leone ruggisce la sua protesta ma va avanti con l’esercizio perché non vuole morire” Alfred Court domatore francese.Ecco il backstage dei circhi equestri, fruste, bastoni, ferri roventi, scariche elettriche, uncini, fame e paura, ci si chiede se nel III millennio sia lecito considerarlo ancora uno spettacolo per bambini.

    Ci si chiede quanta differenza ci sia dal mostrare la Donna cannone o l’ottentotta. Un elefantino in natura vive con la mamma fino a 5 anni, per il circo viene catturato a 2 anni per “spezzargli” la volontà e il carattere. Un elefante si siede sulle zampe posteriori solo perché ha paura di un ferro rovente sotto la gola, viene trascinato di paese in paese chiuso in camion angusti, costretto a subire il gelo di inverni che non dovrebbe conoscere.

    I bambini oggi hanno ben altri strumenti per sapere chi è un

    elefante e una caricatura sofferente non può essere proposta nemmeno quale fonte di divertimento.

    Questi patetici spettacoli servono solo a giustificare ed alimentare filiere di guadagni immensi perlopiù illegali, che si vantano di avere fini scientifici o didattici. Affinchè si possa approfondire quanto non sia opportuno per i bambini assistere a questo tipo di spettacoli, esiste in rete un manifesto sottoscritto da più di 600 (600!) tra psicologi e psicoterapeuti Sulle valenze antipedagogiche dell’utilizzo degli animali nei circhi, zoo, ecc. che vi invitiamo a visionare, lo troverete nel post-it pubblicato in questo pezzo. E che dire dell’aspetto economico di questo grande, qui ci vuole, carrozzone? Quanti contribuenti sanno di mantenere i circhi con animali con i loro soldi? E si, perché questi dispensatori di spettacoli osceni s o p r a v v i v o n o ormai solo grazie ai finanziamenti elargiti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali

    Solo dal 2010 al 2013 è stata concessa una media annua di circa 3 milioni di euro statali a circhi e strutture circensi con animali (i dati ufficiali del 2014 sono attualmente incompleti) e tra i beneficiari di fondi pubblici vi sono anche sei circhi sotto processo, e due già condannati in via definitiva per maltrattamenti di animali e detenzione incompatibile.

    Il corteo del 17 ottobre vuol sensibilizzare l’opinione pubblica su tutti gli aspetti sopra descritti con la speranza che l’Italia diventi presto il prossimo paese a vietare l’attendamento ai circhi con animali sul proprio territorio, perché sono già 28 i paesi nel mondo hanno chiuso la porta in faccia alla tortura, in Europa: Austria, Belgio, Croazia, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Malta, Polonia,

    Slovacchia. Spagna, Svezia, Regno Unito e Portogallo. E nel mondo Costa Rica, Australia, India, Israele, Messico Li raggiungiamo?

    Manifesto sottoscritto da più di 600 tra psicologi e psicoterapeuti che vi invitiamo a viosionare, sulle valenze antipedagogiche dell’utilizzo degli animali nei circhi, zoo, ecc inquadra il QR-Code con il tuo cellulare

    GP

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  • TEATRO E DINTORNIElisa Capo

    Gas e CulturaI gruppi di acquisto solidali cambiano, si evolvono e fanno nuove proposte. Decidono quindi di proporre l’acquisto non solo cibo ma anche di cultura. Si inizia dal Teatro. Lorenza Zambon racconta il mondo dei giardinieri planetari in uno spettacolo insignito da un premio internazionale. Lo Spettacolo, preceduto da un aperitivo sostanzioso e seguito da un momento di scambio di semi diventa un occasione per continuare a cambiare direzione e andare verso il concetto di una cultura diffusa anche in luoghi fuori dalle logiche commerciali.

    Chi ha detto che nei Gruppi di acquisto solidali si possono acquistare solo beni alimentari sostenibili. Un gruppo di acquisto è un

    insieme di persone che decide di fare una scelta ed indirizzare la propria scelta commerciale verso un indirizzo più vicino al progetto di sviluppo che ha preso a modello.

    In questo modello ovviamente non rientra solo il cibo, ma rientrano la Cultura, l’artigianato,il riciclo e quant’altro.

    In questo caso il Gruppo di Acquisto Gasilina, insieme allo spazio Timmagini, che gestisce uno spazio teatrale Off, ovvero fuori dai contesti istituzionali e commerciali, ha proposto di permettere ai GAS di acquistare Cultura, spettacolo e teatro al posto dei soli generi alimentari, un passo in avanti verso la distribuzione capillare della cultura attraverso canali alternativi e controllati non solo dalle logiche di mercato ma dall’emotività e dalla speranza di scalare il nostro futuro.Timmagini ha uno spazio destinato alle arti visive in zona San Cesareo Sabato 26 settembre ha ospitato lo spettacolo teatrale di Lorenza Zambon (nella foto) “Semi di futuro, terza lezione

    per giardinieri Planetari”, vincitore del premio internazionale Portus 2015.

    La serata è iniziata con un’ apericena o meglio, come hanno voluto descriverlo gli organizzatori con un apertitivo “rinforzato”, offerta dai produttori del mercato contadino di Zagarolo partner dell’evento, e continuerà con lo spettacolo, per finire con lo scambio di semi e con la presentazione del progetto “compriamo cultura”.

    L’obbiettivo è di che vuole creare una rete di Gas per poter portare

    nel Lazio spettacoli da altre regioni, cercando di coordinare le date così da poter agevolare sia gli organizzatori, che potranno usufruire di cachet più bassi, che le compagnie che si troveranno a poter fare più spettacoli in una sola trasferta.

    Si inaugura quindi un modo diverso di portare cultura nel territorio e pone le basi per poter vedere nella provincia di Roma spettacoli ma anche documentari, musica, presentazioni di libri e fumetti che faticano a circolare seppur di pregevole fattura.

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  • VISIONI GP

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    AMELuk StorIA dI uN povEro crISto… MuSuLMANo

    È Venerdì Santo. A Ma-riotto, un minuscolo paese della Puglia, tutto è pronto per la Via Crucis, ma l’interprete di Gesù, il biondo parrucchie-re Michele, si siede sulla corona di spine. È l’inizio del calvario: il tecnico delle luci, Jusef, mandato incon-sapevolmente allo sbara-

    glio dall’amico prete, sostituisce Cristo; ma è un musul-mano. La notizia fa il giro del mondo e il mondo, insieme a Mariotto, si spacca in due. Jusuf, soprannominato Ame-luk, verrà pure – suo malgrado – candidato a sindaco nel-le elezioni locali. Sotto un fuoco incrociato, tra momenti drammatici e situazioni esilaranti, toccherà ad Ameluk ri-portare la pace.

    Immaginate se a trasportare la statua del santo Cattolico ci fosse un Musulmano, a qualcuno potrebbe venire in men-te di storcere la bocca e dire: “Sacrilegio! Quello è un mu-sulmano!”, sopratutto se siamo in una piccola comunità conservatrice di vecchi credi e tradizioni.

    “Ameluk” è un film “seriamente divertente”. Come si dice: “Quando il riso sgorga dalle lacrime, il cielo si spalanca”.Il film ha un tono leggero da commedia con momenti più profondi, toccanti e drammatici perché alla base dei con-trasti fra i grandi temi c’è sempre l’essere umano e la sua difficile ricerca della felicità. “Ameluk” è un film corale che parla dell’Italia e degli italiani e che prova ad affrontare un tema universale come il confronto-scontro tra fedi e culture diverse.

    Oggi è disponibile nei negozi di dischi e su tutti gli store digitali.Un film diretto da Mimmo Mancini, prodotto da RM con-sulting e distribuito da Draka Cinema & Musica, con le mu-siche di Livio Minafra

    180 giorni di viaggio di una famiglia che ha deciso di abbandonare la quotidia-nità per fare un esperimento di decrescita. Ridurre bisogni e consumi per cercare di ri-trovare energia e affetti.

    Unlearning, è il viaggio di Lu-cio, Anna e Gaia attraverso ecovillaggi, comunità, fami-glie itineranti per conoscere chi ha avuto il coraggio di

    cambiare.Un documentario familydriven che racconta il punto di vista non certo oggettivo di un’ ansiosa insegnante in aspettativa, un regista televisivo stanco di format ripetitivi e una bambina di 5 anni in balia degli eventi.Sei mesi di viaggio al costo di poche centinaia di euro: per realizzare il progetto la famiglia ha usato il baratto scambiando competenze, casa, oggetti e tem-po…Senza un’autovettura a disposizione hanno dovuto arrangiarsi con il carpooling, percorrendo così oltre 5000 Km in compagnia di sconosciuti; Hanno lasciato a casa paranoie, retaggi culturali imposti, prestandosi a dare una mano nei modi più disparati per ottenere vitto e alloggio. Un documentario sulla fiducia, su un’I-talia di uomini, donne e bambini che, all’omologazio-ne, hanno risposto facendo della propria esistenza un inno alla diversità per aprirsi al cambiamento.

    Al momento il documentario è impegnato in vari festi-val intorno al mondo e non sarà facile poterlo vedere nel suo completo, ma seguite Unle-arning su www.unlearning.it e sco-prirete quando sarà possibile vedere il documentario per intero. Intanto potete vedere un trailer del film in-quadrando il QR-CODE del video

    uNLEArNINgLA vItA coMINcIA quANdo fINIScE LA ZoNA coMfort

  • ORTI, BALCONI E GIARDINIGabriele Ortenzi

    L’orto vuole l’uomo morto..?

    Ogni anno, a fine estate, dopo la raccolta degli ultimi ortaggi, dismetto gran parte dell’orto, recupero i tubi per l’irrigazione e puntualmente

    faccio la mie valutazioni paragonando il raccolto alla fatica e all’energia spesa per mantenere le mie piante per tutti questi mesi.

    Inizio da marzo con le prime semine in semenzaio, facendo attenzione alle temperature, la collocazione e tutte le cure del caso, in un delirio di vasi e vasetti, travasi e terra preparata. Nel frattempo sistemo il terreno esterno che vedrà la messa a dimora delle suddette: l’orto vero e proprio. In genere si rigira il terreno, si concima, si tolgono le “erbacce”, si delineano i confini e si preparano le strutture per il mantenimento e la crescita ottimale delle piante, dall’impianto di irrigazione a sostegni di canna, cassoni di legno, bancali e spostamenti di terra.

    Mentre continua la germinazione in semenzaio fino a maggio/giugno, per le altre varietà, l’orto già prende forma. Zappettature, acqua, primi interventi antiafidi, vangature, costruzioni di nuovi cassoni, pacciamatura, nuova pulizia dalle “erbacce” e così via. Insomma, questa faticaccia si protrae per i mesi estivi, con un consumo di acqua sempre maggiore e anche un aumento di parassiti e malattie.

    L’orto ha un equilibrio delicatissimo che va seguito quasi ogni giorno e al primo accenno di cedimento bisogna intervenire tempestivamente, onde evitare di mandare il raccolto in malora.

    La soddisfazione per i primi pomodori, però, è enorme, per non parlare dei fiori di zucca, le zucchine, la lattuga, le patate e a fine estate melanzane, peperoni, peperoncini e pochi altri ortaggi che non rendono autosufficienti, ma soddisfano le nostre aspettative: quelle di mangiare almeno per un paio di mesi, i prodotti del nostro orto e pronunciare la fatidica frase “Beh, il sapore è un’altra cosa e poi vuoi mettere la soddisfazione?”. Mi chiedo se sia così soddisfacente spendere tutta questa energia e questo tempo per produrre così poco.

    Per produrre un kg di patate, possiamo arrivare a consumare mediamente cinquecento litri di acqua, mentre, all’estremo, per un kg di riso arriviamo a duemila litri. Un orto casalingo di quaranta mq arriva a consumare circa diecimila litri di acqua da maggio ad agosto.

    Tutto il prodotto del nostro orto, sul mercato, se volessimo venderlo, potrebbe avere un valore di nemmeno un centinaio di euro e, in termini di tempo ed energia, le risorse spese per produrre questi ortaggi sono estremamente più dispendiose; inoltre, questo modo di produrre cibo, impoverisce, di anno in anno,

    Stanchi di faticare nell’orto lavorando sotto al sole, sotto alla pioggia? Gettarci tonnellate d’acqua solo per veder crescere qualcosa che poi mangeremo dopo tanta fatica? Benissimo vi diamo una notizia che sarà molto apprezzata da noi pigri. Puntiamo alle spontanee. Quelle piante che possiamo guardar crescere solo leggendo un libro o fumando un buon sigaro. Nel mondo delle piante spontanee, o meglio conosciute come “erbacce”, possiamo scoprire delle specie sorprendenti. Utili, commestibili, buone e medicinali. Solo il fatto che non vanno molto seguite nella loro proliferazione è interessante, se poi sono anche utili è fantastico.

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  • il suolo, costringendoci a concimare sempre di più. Immaginate questo modus operandi su larga scala, applicato in aziende con decine, se non centinaia di ettari. Eppure, osservando un po’ più in là del nostro orto, possiamo notare rigogliosissime distese di erbacce che convivono a decine, intrecciate l’una con l’altra, di cui ci accorgiamo solo quando dobbiamo bonificare un determinato terreno. Queste “erbacce infestanti” o erbe spontanee, così resistenti all’incuranza dell’uomo, crescono senza malattie, non subiscono gli attacchi di parassiti e, oltre ad essere in gran parte commestibili, sono utili in molte occasioni della nostra vita quotidiana.

    Così, in tutte le stagioni, possiamo osservare floridi intrighi di topinambur, rovi, piantaggine, cicoria, equiseto, ortica, portulaca, verbasco, menta, potentilla, tarassaco, luppolo, borragine, malva, erba cipollina, borsapastore, acetosella, pimpinella, finocchio selvatico, cardo, crespigno, rucola selvatica, iperico, rosa canina, vitalba, amaranto, parietaria, farinaccio, lampascione, buonenrico, sambuco, consolida,

    asparago selvatico e tantissime altre varietà che senza l’aiuto di nessuno, se non di un ecosistema ancora funzionante, crescono, fruttificano e si riproducono senza tregua. In quella che quasi in modo discriminatorio chiamiamo “macchia”, forse troviamo l’esempio per realizzare un orto in maniera più efficiente, sostenibile e intelligente.

    Alcune discipline, che sfruttano i saperi del passato, ma con l’approccio scientifico contemporaneo, offrono delle soluzioni proprio in questo senso, ovvero nel creare sistemi autosufficienti, ecosostenibili e rispettosi della libertà dell’uomo. La Permacultura è un contenitore di queste discipline in grado di progettare insediamenti agricoli simili agli ecosistemi naturali, e quindi in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un basso impiego di energia. Dall’osservazione della natura nascono sistemi intelligenti che sarebbero in grado di sfamare l’umanità in maniera continuativa, riabilitando l’uomo nell’ecosistema. Cominciamo adesso a guardare alle piante spontanee anche dette “erbacce” con un occhio diverso.

    GP

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  • Claudio Auriemma

    i miei sono separati!differenziamoci!

    fa bene e conviene

    SONO I RIFIUTI IL TEMA DEL SECOLO. NEL BENE E NEL MALE.VIVIAMO IN UN PAESE CHE PRODUCE CIRCA 120MILIONI DI TONNELLATE DI RIFIUTI ANNUI, BUONA PARTE INDUSTRIALI E UNA PARTE MINORE, CIRCA 30MILIONI DI TONNELLATE SONO PRODOTTI DAI COMUNI ITALIANI. DIETRO A QUELLO CHE NOI CHIAMIAMO SCARTO, IN REALTÀ SI CELA UN MONDO AFFASCINANTE CHE È QUELLO DEL RIUSO E DEL RICICLO. UNA PRATICA ORMAI OBBLIGATORIA CHE DEVE PORTARE A RISULTATI SEMPRE PIÙ IMPORTANTI NEI PROSSIMI ANNI. QUESTA È ORMAI UNA REALTÀ PER LA MAGGIORANZA

    DEI RIFIUTI PRODOTTI DAI CONSUMATORI, RESTA DA CAPIRE CHE FINE FANNO 45MILIONI DI TONNELLATE DI SCARTI INDUSTRIALI CHE PRENDONO STRADE POCO TRACCIABILI. CI FACCIAMO RACCONTARE IL MONDO DEL RICICLO DA DEMETRIO DE STEFANO, AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA SOCIETÀ AMBI.EN.TE. S.P.A, SOCIETÀ DI GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA ZONA PRENESTINA E DA CHIARA MORBIDINI DEL CONAI, PRINCIPALE CONSORZIO CHE INDIRIZZA IL MATERIALE RECUPERATO VERSO LE PIATTAFORME CHE LO TRASFORMERANNO E GLI DARANNO NUOVA VITA

  • AperturaI Miei Sono Separati

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    Il tema dei rifiuti è un tema controverso e discusso. Siamo abituati a vedere il marcio dietro al business della gestione degli stes-si. Le discariche, gli inceneritori, sono visti come nemici e tali sono, ma i rifiuti, o meglio gli scarti che accompagnano la nostra vita possono essere amici se gestiti in maniera virtuosa.

    Intanto la prima cosa da capire e da diffondere è che la produzione dei rifiuti va limitata. Produrre rifiuti è un atto dannoso e l’uso di imballaggi andrebbe mi-gliorato anche da parte degli stessi produttori in modo da poter produrre il minimo possibile di rifiuti da im-mettere nel pianeta.

    Ovviamente una parte di rifiuti li produrremo, ma a questo punto entra in campo il tema del riuso e del riciclo. Oggetti che a noi non servono più, possono servire ad altri. Vari materiali, dalla plastica al legno, possono trasformarsi in oggetti e prendere nuova vita. La carrozzina di un bimbo che cresce può diven-tare la carrozzina di un’ altro bambino e così via. Alla fine di una virtuosa filiera, rimarrà meno rifiuto. La mi-nima parte di quello scarto sarà destinato a finire in discarica, ma la stragrande maggioranza di quello che noi buttiamo nasconde un valore che spesso non sia-mo in grado di comprendere.

    La Plastica, il Vetro, l’alluminio sono materiali che ri-messi in circolo prendono nuove strade e diventano altro. Prendono una nuova vita e diventano altri og-getti. Considerate che con un certo numero di latti-ne di birra, che avremo preventivamente svuotato in compagnia dei nostri amici, si può dare vita ad un bi-cicletta che ci potrà accompagnare a lavoro o nelle scampagnate con la famiglia.Andiamo a scoprire come questo sia possibile facen-do due chiacchiere con la Società Ambi.En.Te SpA che gestisce i rifiuti nella zona dell’agro romano e con i consorzi che garantisco un riciclo di quella parte di rifiuto che può essere riutilizzato e riciclato.

    Dopo aver chiesto informazioni sul processo dei rifiuti siamo stati ricevuti dall’Amministratore Delegato De-metrio De Stefano (nella foto in basso a destra), al quale abbiamo rivolto alcune domande.Per prima cosa ci spiega che la società da lui am-ministrata produce un report di sostenibilità che dal prossimo anno sarà anche certificato da GRI (Global Reporting Iniziative) e quindi sarà un vero bilancio sociale che illustrerà come il materiale conferito gra-zie alla raccolta differenziata può generare ricchezza.

    CA: Dott. De Stefano quanti Comuni serve la sua so-cietà?

    DDS: serviamo 13 Comuni ad oggi dei quali quasi tutti fanno la raccolta differenziata. Castel San Pietro Ro-mano è partito proprio in questi giorni, manca par-te di San Cesareo ma la stragrande maggioranza dei Comuni che serviamo fanno la raccolta porta a porta anche con buoni risultati. Siamo mediamente oltre il 62% di conferito separato quindi non possiamo asso-lutamente lamentarci

    (.....)

    DDS: vede que-sto risultato, ma anche risultati mi-gliori di questo, sono possibili se si riescono a met-tere insieme tre fattori. Primo fat-tore sono Sindaci e Amministratori che ci credono, secondo l’infor-mazione e la sen-sibilizzazione che viene data ai cittadini e solo in ultima parte alla società di gestione che ridividono quello che è stato sbagliato ad inserire nei sacchi non destinati

    Uno Sguardo all’ Ambi.En.TeDemetrio De Stefano Amministratore Delegato Ambi.En.Te S.p.A

    ph: Riccardo Castagnacci

  • GP

    alla discarica. Se il cittadino vede l’impegno dell’am-ministrazione che da il buon esempio, allora forse ri-tiene che quello che si sta facendo ha un senso ed è una cosa giusta, altrimenti pensa che sia solo una ma-novra speculativa che obbliga a fare un lavoro in più e ad essere multato nel caso non lo faccia bene. Abbia-mo notato che anche il semplice gesto simbolico del Sindaco in strada che la mattina controlla la qualità della raccolta, ha un effetto eccezionale sullo stimolo di adesione al progetto. La popolazione ha bisogno di informazione e di stimoli, questo ormai ci è chiaro.

    CA: Reputa fondamentale che la formazione in tema ambientale parta dalla scuola?

    DDS:assolutamente si, non si deve mai interrompere, bisogna fare in modo che la differenziata diventi rou-tine, un gesto normale. Un bambino non dovrà mai immaginare che i rifiuti si gettano in un unico conteni-tore, ma cresca con la concezione che ogni rifiuto va in un contenitore diverso. Una volta che il bimbo cre-sce così, un domani non sarà mai in grado di tornare indietro e il suo bagaglio culturale glielo impedirà. In questo intervengono ovviamente due fattori la scuola ma anche la famiglia. Se si vive in una famiglia attenta tutto è più facile e porta a buoni risultati altrimenti il percorso è più difficile.

    CA: parliamo del buon esempio credo che inoltre alla

    scuola è fondamentale che anche le amministrazioni si pongano nella condizione di fare il primo passo. Alcune realtà associative del territorio di Zagarolo hanno proposto varie attività da svolgere come pro-pedeutiche ad un miglioramento della raccolta. Pri-ma fra tutti, che tra l’altro ha avuto un buon succes-so, era quella di fare la differenziata anche duranti gli eventi del territorio come Sagre e feste. Pensa possa essere utile?

    DDS: assolutamente positiva. Tra la l’altro noi come Società sapevamo bene dell’iniziativa e abbiamo for-nito dei cassoni ben dimensionati. Queste sono cose che vanno diffuse e segnalate, per esempio so che Le-gambiente premia le pratiche virtuose. La gente deve capire che il rifiuto rilasciato in maniera indifferente, è anche uno spreco di risorse. E sarebbe pure impor-tante che si dia un buon esempio facendo in modo che torni in tasca anche dei cittadini qualche soldino in modo che siano maggiormente incentivati. Bisogna capire che il rifiuto è come se fosse una grande mi-niera. La Comunità Europea ha posto come obiettivo per il 2020 di raggiungere almeno il 50% di materia prima recuperata. Quindi già trasformata in nuova materia. Noi ci stiamo avvinando a questo obiettivo portando ormai il 62% di materiali differenziati presso i centri di trasformazione.

    CA: io vorrei porle una domanda che riguarda un

    ph: F

    ranc

    esca

    Pom

    pei

  • AperturaI Miei Sono Separati

    tema che sento spesso dire “che differenzio a fare tanto alla fine mischiano tutto” è vero?, falso?

    DDS: Oddio è una leggenda metropolitana, anche se però devo ammettere, ahimè, che qualche volta ha anche qualche riscontro nella realtà purtroppo realtà a noi vicine lo fanno. Nel caso della nostra azienda la smentisco completamente e a dimostrazione di que-sto portiamo i numeri che riguardano la nostra attività e la documentazione. Addirittura vorrei mettere delle telecamere per far vedere i processi ma avremmo dei problemi di privacy. Questo per fugare ogni dubbio verso i cittadini ma il nostro lavoro ad oggi lo possiamo rappresentare uni-camente con le carte. Noi abbiamo tutto il materiale che documenta il rifiuto in carico quello che arriva nel-le piattaforme di trasformazione.Noi come Lei saprà produciamo un report di soste-nibilità, il primo passo verso la realizzazione di un bi-lancio sociale certificato che già dal prossimo anno dovrebbe essere disponibile. In questo report indi-chiamo, per chiarezza gli impianti in cui noi conferia-mo come anche riportiamo tutti i dati che sono dati reali e misurabili lo verifichiamo anche dagli introiti che ci portano le varie filiere.Ogni tre mesi inoltre a campione facciamo aprire i sacchi neri per capire come sta andando la raccolta e quali sono gli errori più frequenti. Al momento ancora il 37% di rifiuto va in discarica ed è un dato miglio-

    rabile. Qui a Ciampino per esempio abbiamo trova-to ancora un 30% di plastica, un 30% di carta e altro quindi capisce che il risultato da raggiungere è molto migliorabile.

    CA: Lei mi accennava che un ulteriore selezione sui sacchi colorati la fate voi, quindi il sacco nero non lo trattate?

    DDS: i sacchi di vetro, carta e plastica li selezionia-mo, mentre l’organico no. Se l’umido è inquinato ce lo rimandano indietro e questo è un doppio costo che ricade sulle spalle dei cittadini. Devo dire però che noi abbiamo riscontrato comunque dei dati molto buoni. Nei comuni meno ricicloni l’umido è buono al 95% per cui direi che è una percentuale bassa. Il sacco nero in-vece lo analizziamo solo a campione. Esiste però un nostro progetto che prevede il trattamento anche del sacco nero. Abbiamo immaginato un impianto che vorremmo realizzare e che separi anche il sacco nero.

    CA: ma questo non potrebbe scoraggiare il cittadino a differenziare?

    DDS: il risultato non avrebbe la qualità raggiunta dal singolo cittadino. Lei immagini i cittadini come di im-pianti separatori, farebbero una scelta molto più accu-rata di un singolo impianto questo porterebbe ad un calo dei dati percentuale e questo non lo vogliamo. É

    ph: R

    icca

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  • GP

    nostra intenzione intervenire solo sull’errore, in modo aumentare invece la quantità del recuperato

    CA: Per chiudere vorrei farle un domanda per sape-re se lei ha dati migliori dei miei invece sulla mala gestione dei rifiuti. Sappiamo che come tali sono un business per la sua azienda lo sono anche per la ma-lavita. Che situazione abbiamo oggi in Italia? Abbia-mo visto che in passato c’è stato il boom di questo mercato quale è la situazione ad oggi?

    DDS: Deve sapere che in Italia si producono 120Milio-ni di tonnellate di rifiuti. Di questi 30Milioni sono i fa-mosi RSU i rifiuti solidi urbani, quelli prodotti da citta-dini di tutti i comuni italiani. Ne rimangono 90Milioni, che sono rifiuti industriali e speciali. Su quelli urbani sull’RSU c’è un controllo quasi totale. Sono quantità monitorate, si conoscono hanno una filiera loro. Rimangono i 90Milioni, di questi circa la metà sono inerti, materiale da costruzione e anche questi grosso

    modo vengono riciclati. I restanti 45Milioni di tonnel-late sono in balia del “non si sa”. Avevano provato a fare dei controlli ma lì dentro c’è di tutto dal chimico in poi. Purtroppo l’industria ha interesse a risparmiare sulla gestione degli speciali e quindi potrebbe chiude-re un occhio sulla filiera. Questi sono dati che non so di preciso ma è facile im-maginare, viste le quantità, che siano molto prossimi alla realtà.

    CA: quindi leggendo i suoi dati, la quantità di rifiuti che potrebbe essere in mano alla malavita è addi-rittura superiore alla quantità di rifiuto generato da tutti i Comuni Italiani?

    DDS: Purtroppo si, se va sul sito di ISPRA ne troverà conferma, sono dati ufficiali. Mentre superiamo la Germania per la qualità di riciclo, per esempio sull’o-lio o sul legno, in questo settore siamo ancora molto carenti.

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    Riciclo e RicicloniIl Lavoro del CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi

    Nel momento in cui compriamo qualsiasi oggetto o genere alimentare, l’imballag-gio che lo contiene nasce per aiutarci nel trasporto e nella conservazione de-gli alimenti o dei generi che abbiamo

    acquistato e dei quali facciamo un consumo costante nel corso della nostra vita. Oltre al prodotto, dunque, anche l’imballaggio ha un valore. É importante non considerarlo un rifiuto ma capirne il suo valore ed indi-rizzarlo nella giusta direzione in modo che sia riciclato e possa compiere un percorso che lo porterà ad avere altre numerose vite.

    Quando parliamo di rifiuti domestici dobbiamo capire che buona parte di questi è composta da scarti alimen-tari, e quindi da rifiuti organici. Un’altra parte è compo-sta da imballaggi, che sono riciclabili, mentre la parte residuale dei rifiuti, quella non riciclabile, può essere avviata ad altre forme smaltimento, tra cui la discarica.Grafica gentilmente concessa dal CONAI

  • AperturaI Miei Sono Separati

    Tutto ciò che noi acquistiamo, in un modo o nell’altro, è contenuto in un contenitore che lo conserva, ne ga-rantisce l’igiene e la trasportabilità, gli dà un aspetto più gradevole e appetibile per il consumatore e lo porziona in modo da poter essere acquistato in dosi adeguate al normale uso periodico. Questa è in poche parole la fun-zione dell’imballaggio. É necessario quindi capire che è importante riciclare con cura il contenitore di ciò che acquistiamo.

    Visto che non potremo fare a meno degli imballaggi, per affrontare il futuro in modo corretto è necessario che si creino alcune condizioni. Per prima cosa che la cultura e l’attitudine delle famiglie italiane a separare in casa correttamente i diversi materiali cresca sempre di più, in modo che i singoli elementi che compongono gli imballaggi prendano la strada giusta sulla via della raccolta differenziata e del riciclo. Seconda condizione necessaria è che le aziende che producono imballaggi li progettino in modo che sia facile poi differenziarli. Imballaggi di materiali misti, vetro-plastica, carta-plasti-cavetro- metallo, devono essere semplici da separare in modo che il consumatore non si trovi in difficoltà nel farlo. Sarebbe meglio che siano di un unico materiale,

    ma dove non è possibile, sarebbe consigliabile che in fase di progetto, si studino in modo che siano facil-mente separabili in modo da essere conferiti corretta-mente.

    Per alcuni prodotti come per esempio i saponi e i de-tersivi, si possono anche utilizzare delle confezioni da ricaricare in modo da riutilizzare sempre lo stesso im-ballo. Esistono attività commerciali, sparse un po ovun-que, anche se non numerose, che danno questo servi-zio, in ogni caso dovremmo ricordarci di differenziare correttamente anche tali contenitori, una volta giunti a fine vita. Se ben trattati diventano un valore e gli stessi ritornano ad esserlo in quanto vengono nuovamente trasformati in materia prima seconda. Dai rifiuti riciclati rinascono molti oggetti, dall’allumi-nio riciclato si possono produrre, ad esempio, nuove caffettiere, dall’acciaio riciclato nuove pentole, dalla carta i quotidiani, dal legno nuovi mobili e scrivanie, dalla plastica, felpe e coperte in pile, dal vetro nuove bottiglie, identiche all’originale.A occuparsi di questa filiera sono i consorzi di recupe-ro. La madre di tutti questi è il CONAI, Consorzio nazio-nale Imballaggi, è un Consorzio privato che opera senza

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    QUESTE DUE IMMAGINI SONO GENTILMENTE CONCESSE DAL CONAI E SONO ESTRATTE DALLA MOSTRA FOTOGRAFICA “DA COSA RINASCE COSA”, LA COLLEZIONE DI SCATTI DI CHRIS BROADBENT.

  • GP

    fini di lucro ed è la risposta a questa richiesta.Nato del 1997, il Consorzio ha se-gnato il passaggio da un sistema di gestione basato sulla discarica ad un sistema integrato, che si basa sulla prevenzione, sul recupero e sul riciclo dei sei materiali da im-ballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro.Al CONAI aderiscono oltre 1.000.000 di imprese produttrici e

    utilizzatrici di imballaggi oltre che collaborare con i Comuni in base a specifiche convenzioni regola-te dall’Accordo quadro nazionale ANCI-CONAI e rappresenta per i cittadini la garanzia che i materiali provenienti dalla raccolta differen-ziata trovino pieno utilizzo attraver-so corretti processi di recupero e riciclo.Il Consorzio in realtà gestisce in tut-to 6 Consorzi di recupero dei mate-

    riali: acciaio (Ricrea),alluminio (Cial), carta/cartone (Comieco), legno (Rilegno), plasti-ca (Corepla), vetro (Coreve) Tutto questo lavoro serve a recupe-rare ben il 77.7% degli imballaggi immessi in commercio e a garantire che almeno il 65.9% del totale del recuperato sia riciclato e immesso nel mercato della materia prima in modo che possa prendere un altra forma e una nuova vita.

    La Carta EtiCa dEL PaCkaging

    Il progetto per una Carta Etica del packaging na-sce da un’ipotesi emersa da molteplici sollecita-zioni; si è concretizzato nell’incontro tra mondo della ricerca universitaria, dell’editoria di setto-re, delle associazioni rappresentative delle im-

    prese; si è tradotto in un documento aperto che sollecita l’impegno di tutti i soggetti coinvolti nella progettazione, nella produzione, nell’utilizzo degli imballaggi.

    Il packaging, ogget-to essenziale e talvolta contraddittorio, sta vi-vendo una fase di piena maturità; come tale, richiede di aprire un percor-so di riflessione condiviso per consentirne un’e-voluzione nel rispetto dei bisogni del consuma-tore, dell’utilizzatore, dell’ambiente, della società. La Carta etica del Packaging vuole essere, quindi, uno strumento di riflessione e di impegno, attorno

    al quale convergere. Un documento di principi da condividere per accompagnare il packaging verso un futuro più consapevole. La Carta etica del Packaging si pone come stru-mento per una “cultura di sistema”: intende met-

    tere in rapporto obblighi e diritti che legano il mo-mento della produzione con quello dell’utilizzo e consumo, soggetti che sono portatori di obbli-ghi e soggetti che godo-no di diritti e aspettative. La Carta etica del Packa-ging mette in relazione il piano dei diritti, il piano dei principi, il piano dei

    valori per sancire un contratto ideale tra gli attori del sistema, affinché si impegnino a condividere principi verso cui tendere, senza sovrapporsi alle normative, e rendendo pubblica questa scelta.

    http://www.cartaeticadelpackaging.org/it/

    “ “IL PACKAGING SI PONE COME STRUMENTO PER UNA “CULTURA DI SISTEMA”

  • AperturaI Miei Sono Separati

    Eventi Pubblici ad impatto 0C’è Festa ma non si differenzia. Sarebbe ora di dare il buon esempio

    Un gruppo di cittadini di Zagarolo, dopo aver notato una certa distrazione sulla ge-stione dei rifiuti nei grandi eventi del paese, si organizza e con l’appoggio della nostra testata, Il Comitato Difesa del Territorio in

    collaborazione inoltre con il Comune di Zagarolo, attiva un eco-gruppo che vuole trasformare la Sagra dell’Uva in un Eco-festa. Nel corso del più grande evento del paese si farà la raccolta differenziata e buona parte degli stand utiliz-zeranno materiale compostabile per servire i pasti e le bevande. Con l’aiuto dei cittadini, si farà un piccolo grande passo verso la crescita culturale e la sostenibili-tà ambientale.

    La Sagra dell’Uva di Zagarolo è uno degli eventi più at-tesi dell’anno dai cittadini e dalla popolazione circostan-te, che nei suoi tre giorni di svolgimento vanta la parte-cipazione di numerosissimi visitatori. Si parla anche di 30.000 presenze, 12 stand gastronomici, visite guida-te, incontri di letture dialettali, musica, mercato conta-dino e varie altre attrattive. Il centro storico del paese e i suoi vicoli si riempiono di allegria ma quest’anno la Sagra si aggiudica un ulteriore grande passo avanti dal punto di vista culturale e di rispetto ambientale.

    É stato proposto un tavolo di lavoro condiviso con il Comune, la società che ritira e gestisce i rifiuti, la Ambi.En.Te S.p.A, la Testata il Gallo Parlante e il Comitato di-fesa del Territorio nel quale si è proposto che ogni stand presente alla Sagra avesse una sua piccola isola ecolo-gica che rendesse intuitivo ai visitatori la necessità di differenziare i rifiuti. sono stati forniti cassoni sufficienti a garantire tante piccole isole ecologiche sparse tra gli stand, facili da individuare ed in prossimità dei luoghi

    dove più fa-cilmente si producono scarti.Una sana g e s t i o n e della sepa-razione dei rifiuti, po-trebbe far risparmia-re un po di soldi ai cit-tadini, visto che l’ammi-nistrazione, risparmian-do sulla se-paraz ione a valle del processo, potrebbe, con un pic-colo impegno, far calare la tariffazione sui rifiuti.

    Viene fatta un ulteriore proposta: chiedere agli stand di utilizzare unicamente posate, stoviglie e bicchieri in materiale compostabile. L’uso di questo materiale permetterebbe inoltre di semplificare estremamente la gestione dei rifiuti durante la Sagra. Tutto il tavolo dove siedono i visitatori può essere sparecchiato molto fa-cilmente. Va tutto nel cassone dell’umido, ovviamente separando vetro e materiale incompostabile.

    É stato raggiunto il consenso della maggioranza degli stand presenti alla festa. 7 stand su 12 utilizzano mate-riale compostabile oltre alcuni commercianti.

    Il Comitato di Difesa del Territorio ha a questo pun-to protocollato una richiesta presso tutti i Comuni della zona in modo che questa buona pratica possa essere estesa anche agli eventi realizzatida altre Amministrazioni.É stato fatto un piccolo passo per rispettare la raccolta differenziata che già si fa nei Comuni oggetto della lette-ra e inoltre si cerca di dare un buon esempio ai cittadini che se gli viene richiesto un piccolo sforzo, è bene che vedano lo stesso anche presso chi organizza eventi più o meno istituzionali.

    ph: Raffaele Chianelli

  • GP

    Raccolta IncentivataRaccolta Fortunata!

    Migliorare la Raccolta differenziata? Basta incentivare il cittadino

    Siamo ormai prossimi all’appuntamento fissato dalla Comunità Europea che ci chiede di raggiun-gere un obiettivo mini-

    mo nella raccolta differenziata en-tro il 2015. Per raggiungere questo, il sistema “porta a porta” che ha vi-sto la luce negli ultimi anni in quasi tutto il Lazio, è uno strumento es-senziale se ben gestito, ma cerchia-mo di far luce su alcuni particolari.

    La semplice raccolta, se effettuata con cura, è solo uno degli indici di una sana gestione dei rifiuti. Altro importante indicatore e il reale e d effettivo conferimento presso i con-sorzi del materiale raccolto e la sua destinazione nella filiera del riciclo. Questi due fattori, insieme, danno lo stato di salute della sana gestio-ne dei rifiuti.

    Da recenti studi risulta che si pos-sono fare e mettere in essere di-verse azioni per aiutare al raggiun-gimento di tali obiettivi, dando una sostanziale mano alla raccolta diffe-renziata e compiendo degli impor-tanti passi in avanti.In un progetto sponsorizzato da Comitati e aziende virtuose che propongono filiere sostenibili per il riciclo e il riuso dei rifiuti si parla di tre azioni, in particolare: In primo luogo cercare di trasformare “in loco” il rifiuto organico tramite un percorso ad impatto zero. Le suc-cessive due azioni invece tendono ad incentivare i cittadini a usufruire di sistemi di raccolta selettiva dei

    rifiuti che prevedano un incentiva-zione diretta. Andiamo a spiegare meglio queste due azioni/proposta.

    Azione 1: Trasformazione “in loco” del rifiuto organico. Il rifiuto Umi-do o organico a seconda di come vogliamo chiamarlo, rappresenta in percentuale circa il 30% del to-tale degli scarti che i cittadini pro-ducono. É tra l’altro il più pesante dei rifiuti prodotti e rappresenta di conseguenza uno dei costi mag-giori di conferimento e discarica per le amministrazioni comunali. Si crea quindi un problema serio, quello di cercare di diminuire i costi per trattare questo tipo di rifiuto in modo che nei portafogli dei citta-dini rimangano parte dei soldi de-stinati alla tassa sui rifiuti, grazie al risparmio che si può ottenere da una sana gestione degli stessi.

    Per questo tipo di rifiuto, non esi-ste nessuna filiera di riciclo, per cui in molti casi viene conferito presso impianti di compostaggio indu-striale anche a notevole distanza. Esiste però una valida alternativa per smaltire questi scarti. Si parla a livello Regionale di grandi impianti comprensoriali che possano lavo-rare l’organico e trasformarlo in reddito più che in risorsa. Il primo fu qualche tempo fa l’idea di pro-durre energia dai rifiuti facendoli macerare in ambiente privo di os-sigeno e permettendo la creazione di un gas che poteva essere brucia-to per far girare delle turbine. Visto poi il poco interesse di incentivi da

    parte dello stato, l’opposizione dei territori che non hanno nessuna voglia di farsi avvelenare ulterior-mente e la richiesta di energia in continuo calo (dati TERNA) il pro-getto di produrre energia o gas dai rifiuti pare stia perdendo molto del suo interesse iniziale.

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    MACCHINA PER IL CONFERIMENTO DIRETTO DI PET BCR-140

    QUESTA MACCHINA DISTRIBUITA DALLA BIMORA DI POGGIBONSI, SELEZIONA IL MATERIALE IN ENTRATA, ACCETTA BOTTIGLIE IN PET E CONTENITORI IN

    ALLUMINIO. RIFIUTA GLI IMBALLAGGI PIENI O CON ECCESSO DI RESIDUO LIQUIDI E FA

    ANCHE UN CONTROLLO DELLA FORMA.LA MACCHINA, TRACCIANDO OGNI

    TRANSAZIONE, PERMETTE DI CERTIFICARE IL PESO DEL MATERIALE IN ENTRATA

    E QUINDI DA UNO STRUMENTO DI CONTROLLO AL GESTORE IN TEMPO REALE.

  • Resta ancora una sacca di interessi che vorrebbe grandi impianti per la trasformazione dell’umido, in ambiente, questa volta aerobico - ovvero in presenza di ossigeno – che lo facciano diventare un ammendante da utilizza-re in agricoltura. Piccolo passo avanti nella sostenibilità in quanto sarebbero necessari grandi impianti impat-tanti sul territorio e non si abbatterebbe il problema del trasporto a distanza di tonnellate di rifiuti.Unica soluzione praticabile logica e virtuosa sarebbe quindi quella del compostaggio di comunità. Piccoli/medi impianti che diffusi nelle isole ecologiche presenti in ogni Comune che raccoglie in modo differenziato i propri rifiuti, possono trasformare, con semplici mac-chine elettromeccaniche che accelerano il naturale processo di compostaggio dei rifiuti in ambiente ae-robico e lo trasformano in un compost di qualità. Am-mendante prezioso in agricoltura che potrebbe essere reimpiegato sul territorio dagli stessi cittadini o dagli agricoltori locali. Questo farebbe veramente risparmia-re tanto ai Comuni che sarebbero costretti a far calare la tassazione sui Rifiuti Solidi Urbani ai cittadini.

    Esiste però un altra azione, che può restituire soldi ai cittadini, è l’azione due proposta da Comitati e aziende virtuose. Grazie agli ultimi accordi da poco presentati in una conferenza stampa congiunta tra ANCI e CONAI si è valutato che uno dei rifiuti a più alto valore economi-

    co sono proprio gli imballaggi in PET, come le bottiglie di plastica, oltre che l’alluminio sotto forma di lattine. Questi materiali potrebbero essere raccolti in modo estremamente selettivo grazie ad appositi macchinari in grado di riconoscere in modo certo la corretta tipo-logia del materiale, evitando ai Comuni i costi di sele-zione. Strumenti di incentivazione diretta verso i cittadi-ni che potrebbero, a questo punto, conferire in piccole strutture ad alta automazione che possono riconoscere al cittadino degli “ecopunti” spendibili all’interno della comunità in cui vive visto che sarebbero garantiti dal Comune che le amministrazioni potrebbero avere un vantaggio non indifferente, visto che il valore del PET o dell’Alluminio sul mercato del riuso vale circa 450 Euro a tonnellata.

    Altra azione importante sarebbe la premiazione di pratiche come l’auto conferimento presso le isole eco-logiche di materiale come ingombranti, sfalci, potature e materiali diversi. Questo conferimento in autonomia se premiato, risparmierebbe circa 100 € tonnellata, fa-cilmente raggiungibile come peso in questi casi, alle Amministrazioni. Questa è la strada per veder ridurre le tasse sui rifiuti ai cittadini che instradati verso un per-corso virtuoso diventerebbero, oltre che proprietari del loro futuro anche un pochino più ricchi, sia in tema di denaro che culturalmente.

    AperturaI Miei Sono Separati

  • GP

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    No SprecoAlimentareProve tecniche di comunita’ virtuosa

    RIDURRE I RIFIUTI NON È SOLO DIFFERENZIARE NEL MODO GIUSTO, MA IL LAVORO PRINCIPALE VA FATTO A MONTE. LA VERA STRADA DA PERCORRERE È QUELLA DELLA RIDUZIONE DEGLI SCARTI. COME POSSIAMO FARLO? ANCHE GRAZIE AD UN ESPERIENZA NATA PER CASO, AD UN AMICO

    CHE TI COINVOLGE NEL SUO PERCORSO. UN MERCATO FATTO DA PERSONE E NON SOLO DA COMMERCIANTI.LE ISTITUZIONI CHE TI ASCOLTANO. SONO NULLA DAVANTI A QUELLO CHE SI PUÒ FARE UNENDO TUTTE QUESTE COMPONENTI. SI PUÒ CREARE UN PROGETTO PER LA RIDUZIONE DELLO SPRECO ALIMENTARE CHE VUOLE DARE ASSISTENZA A CHI NE HA BISOGNO E, AD ALCUNI, FORNIRE LA POSSIBILITÀ DI RECUPERARE LA PROPRIA DIGNITÀ.

  • AperturaLimitiamo anche gli sprechi

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    Alcuni cit-tadini che prestavano la loro ope-ra all’inter-no di un centro di accoglien-

    za multiculturale per migranti, hanno coinvolto me e la testata da me diretta in un’ esperienza particolarmente emozionante.

    La chiamo emozionante perché magicamente racchiude in se tutta una serie di concetti e di azioni per i quali, da tempo, molti come me stanno lottando. L’ini-ziativa implica l’assi-stenza umanitaria, la lotta allo spre-co, la riduzione della produzione di rifiuto, il con-cetto di riciclo e riuso, nel sen-so che chi non utilizza più una cosa spesso non sa intercet-tare chi invece ne ha bisogno, la crescita cul-turale, la sussi-diarietà.

    Quando parlo di sus-sidiarietà mi concentro sul fatto che, in questo mo-mento storico, concetti che una volta erano un considerati un valore, oggi si sono trasforma-ti in disvalore. Come il concetto dell’attesa. Oggi non è più il mo-mento di aspettare, ma è il mo-mento di fare.

    Unendo il bellissimo progetto nato con l’emergenza del mese di giugno al Centro di Accoglienza Baobab di Via Cupa in Roma è stato naturale immaginare, sin da subito, come un iniziativa come questo non avrebbe avuto solo uno scopo di aiuto umanitario per i rifugiati, ma era una prima pie-tra di qualcosa molto più grande. La possibilità di aiutare le migliaia di famiglie in difficoltà del terri-torio Prenestino. Limitando-ci a quel territorio,

    a l m e n o per il momento.Nasce così l’esigenza di confron-tarsi con gli altri cittadini più o meno organizzati in associazioni del territorio, o anche più lonta-ni, ma che hanno a cuore i no-

    stri stessi concetti. La risposta è arrivata da tanti paesi della zona. Oggi i volontari vengono da Roc-ca Priora, da Labico, da Colle-ferro da Anagni, da Genazzano, Cave e da altri luoghi. A questo punto possiamo dire che aveva-mo ragione, il progetto poteva essere scritto a più mani, in modo da poterlo veder crescere.

    Sono state contattate le istitu-zioni, in particolare il Comune di

    Zagarolo e gli è stato chie-sto un impegno attivo a

    sostegno dell’inizia-tiva. Il Sindaco

    ha messo a d ispos i -

    zione i mezzi per il

    trasporto.

    La rete è stata tessu-ta, ora si tratta di farla crescere. Sono sta-ti coninvolti, anche sotto consiglio del Comune stesso, che

    conosce bene quante difficoltà esistono sul territorio, i servizi so-

    ciali che da settembre si siedono ad un tavolo

    con NoSpreco per valu-tare come portare l’iniziativa

    nelle case dei meno abbienti.

    Si stà valutando inoltre come cre-are un sistema di sussidiarietà e reciprocità che interessi anche i destinatari del progetto, ver-so il sistema NoSpreco stesso. Spesso il disagio porta anche alla chiusura verso il mondo esterno. Si crea un circolo perverso che in

  • 30

    GP

    pochi riescono a rompere senza un aiuto. Il progetto prevede quindi di chiedere un aiuto attivo agli uten-ti coinvolti in modo da rompere quelle catene che ci legano al disagio. In futuro saranno sta-bilite fattibilità e metodologie.Ma non solo, in questi giorni partirà una lettera destinata a molti aziende agricoli con l’obiet-tivo di sensibilizzarli all’iniziativa e cercando di veicolare, all’interno del NoSprecoAlimentare il loro invenduto o la loro merce che, per mo-tivi meramente economici, o perché prossima alla scadenza, non è il caso di mandare in di-

    stribuzione. Facendo così crescere la mole di alimenti che potrebbe aiutare le grandi emer-genze alimentari della zona.

    Insomma, da un operazione istintiva, nasce un grande progetto di restituzione di dignità, di lotta al consumo, di riduzione dello spreco e, oltretutto, di riduzione di rifiuti, quest’ultimo è un obiettivo da raggiungere in poco tempo, per il bene di tutti. Un processo diametralmen-te inverso a chi cercava di incentivarci a pro-durne per poterli bruciare.

  • Voci di TerritorioDiamo la voce a chi fa cose. Pensieri, idee e attività

    Gestione Partecipata

    Chi ha realizzato progetti tesi alla riduzione dei rifiuti in occasione di incontri pubblici vuole fare qualcosa di più. Il Comitato di Difesa del Territorio, sta proto-collando una lettera ai Comuni della Agro Romano e dei Castelli Romani in cui si chiede di adottare una

    modalità collaborativa con le associazioni nell’organizzazione di sagre e feste in modo da incentivare, in tali eventi, l’uso di sto-viglie in vetro e ceramica che possano essere riutilizzate, senza dove essere buttate. In alternativa, ove questo non sia possibile, usare stoviglie in materiale compostabile.

    Riportiamo un estratto del testo della lettera:Il Comitato di Difesa del Territorio, da anni attivo nel sollecitare l’attenzione verso il tema della riduzione e della differenziazione dei rifiuti finalizzata al riciclo, ha recentemente lanciato una cam-pagna di sensibilizzazione nei confronti delle Amministrazioni locali per evidenziare l’enorme quantità di rifiuto indifferenziato prodotto in occasione di feste e sagre organizzate o patrocina-te anche da quelle stesse Amministrazioni che hanno sposato e adottato la raccolta differenziata.

    Malgrado le normative vigenti e sebbene in molte regioni siano stati da tempo applicati diversi esempi di buone pratiche, in molti comuni della nostra regione la maggior parte di questi eventi non vede praticata alcuna misura per la riduzione e/o differenziazio-ne dei rifiuti producendo così il paradossale risultato che proprio quelle iniziative da sempre utili a promuovere il territorio vanno ad inficiare sull’impatto ambientale e il messaggio culturale che le stesse amministrazioni dovrebbero divulgare.La campagna è stata già messa in opera con successo in occa-sione della 72esima Sagra dell’Uva nel comune di Zagarolo con la partecipazione di diverse associazioni ed ha consentito di get-tare le basi per la conversione della sagra in “eco festa”, con grande soddisfazione dei cittadini, dell’amministrazione e degli operatori che hanno dichiarato di non aver mai assistito ad una raccolta differenziata così puntuale in occasione di un evento del genere.Premesso quanto sopra, ed in collaborazione con alcune associa-

    zioni locali, con la presente si propone ai vari Comuni la realizza-zione di un tavolo di lavoro condiviso che, congiuntamente alla società addetta alla gestione dei servizi di igiene urbana, ed even-tualmente ai cittadini e alle associazioni locali interessate, sia in grado di valutare, anche grazie all’ analisi dei dati statistici, co-sti e criticità, le modalità migliori per garantire l’inserimento di possibili pratiche utili alla riduzione e ottimizzazione del ciclo dei rifiuti.

    Resilienze, un’associazione che si occupa di perma-cultura ma anche di moneta locale e decrescita con-trollata, propone invece un intervento a dir poco radicale, nel vero senso della parola. Il 12 e il 13 di novembre hanno messo a dimora un frutteto nella

    scuola di Valle Martella. Questo per dotare l’istituto di frutta fre-sca a disposizione per i bambini. A questo punto bisogna solo saper aspettare e raccogliere i frutti di questo lavoro.

    Alla Scuola “Rita Levi Montalcini” di Valle Martella - via Vittorio Alfieri - Zagarolo (Rm), vedrà la luce un bel frutteto grazie all’ini-ziativa di un gruppo di cittadini organizzati in un’associazione che sotto il nome di “resilienze” si occupa principalmente di agricol-tura sostenibile, ma non solo. Diciotto piante da frutto saranno piantate in sistema di Fertirrigazione. Ci spiegano che il terreno è stato ben valutato e visto che c’è un leggero pendìo, verranno posizionate in alto le piante la cui attività produce azoto, per poi piantare più a valle le piante che godono dell’apporto di azoto. Le nuove piante saranno collegate da canali che trasporteranno le sostanze azotate dagli alberi che le producono a quelle che ne fruiscono. E’ una tecnica di origine nabatea, vecchia di qualche migliaio di anni.

    Inoltre, per abbassare gli oneri di manutenzione, i canali saranno rivestiti di “tessuto” antiradici.Ovviamente i volontari di “resilienze” saranno solo dei consulen-ti, a fare le buche e a piantare le piante ci penseranno i ragazzi della scuola. Un modo per rimettere le mani nella terra che ci ha generato. Si riparte da capo.

    QUESTO È UNO SPAZIO DEDICATO A CHI SUL TERRITORIO SI MUOVE E FA COSE, TUTTI I GIORNI, SPESSO SENZA STARE A GUARDARE SE SIA DOMENICA O LUNEDÌ. UNO SPAZIO DI DIFFUSIONE DI INIZIATIVE E PENSIERI CHE VOGLIONO LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI CITTADINI, PIÙ O MENO ORGANIZZATI, NELLA GESTIONE DELLA COSA PUBBLICA.

    Un Frutteto scolastico

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    L’Economia Solidale

    Fa Festa!

    GP

    IL 24 E 25 OTTOBRE ZAGAROLO È STATO ANCORA UNA VOLTA IL CENTRO NEVRALGICO DELL’ECONOMIA SOLIDALE DEL LAZIO. UN PAESE CHE VUOLE CRESCERE, E LO STA FACENDO. AMBISCE INOLTRE A DIVENTARE IL CROCEVIA DI BUONE PRATICHE E DI BUONI PENSIERI CHE VOGLIONO CONTAMINARE SEMPRE DI PIÙ TUTTA LA ZONA DELL’AGRO ROMANO ANTICO, PER POI INFLUENZARE ANCHE LA CAPITALE. IN UNA DUE GIORNI DI EVENTI SOTTO IL NOME DI “RACCONTIAMOLA GIUSTA”, I PROTAGONISTI DEL MONDO CHE CAMBIA SI SONO DATI APPUNTAMENTO PER RACCONTARE COME LE COSE DOVREBBERO ANDARE, NELL’INTERESSE DI TUTTI.

    L’economia solidale ha fatto festa. Incontri, letture, facce, risate, musica, spettacoli, produttori ed arti-giani si sono incontrati per rispondere chiaramente che la crisi che ci è stata imposta per la mala gestio-ne delle risorse economiche alla fine ci riguarda solo in parte e ci stiamo organizzando per organizzarci in proprio, cambiando modello di sviluppo e renderlo più calzante alle nostre possibilità, necessità e risor-se.

    C’è un’economia diversa? Certo che c’è. E’ quell’e-conomia che non si basa solo sul profitto ma vuole fare profitto dal reddito. Il reddito di quelle migliaia di persone che si chiamano cittadini.

    Il Festival dell’economia solidale è alla sua seconda edizione. La prima si è svolta ad Aprile di quest’anno a Roma presso gli spazi della ex cartiera sull’Appia Antica. Visto il clamoroso successo di pubblico, di partecipazione e proposte, si è deciso di proporne una seconda edizione.Due giorni di “Officine, laboratori, racconti, espo-

    sitori e spettacoli” per costruire un pensiero unico per lo sviluppo futuro. Gli spazi di Palazzo Rospiglio-si hanno ospitato chi vuole raccontare il progetto di sviluppo che ha in mente e lo vuole proporre agli altri. Iniziare a raccontare per poi collaborare e rea-lizzare.

    Essendo ormai chiaro che quella che stiamo vivendo non è una crisi economica basata su un problema reale, ma frutto di politiche sbagliate fatte dall’occi-dente, ogni giorno di più, con caratteristiche “per-manenti”, riguarda non soltanto la dimensione eco-nomico-finanziaria, ma anche quella ambientale, sociale, culturale ed etica. Ciò deteriora giorno dopo giorno la convivenza tra le persone, portando pover-tà, violenza ed esclusione. Non possiamo più parlare di una recessione temporanea di sistema, ma di uno stato di instabilità duraturo.

    A questo punto l’unico modo è dare una risposta chiara, abbandonando quel modello di sviluppo e farlo nei tempi giusti, ed abbracciare dei nuovi con-

  • Buone PraticheL’Economia Solidale in Festa

    cetti che possono garantire di continuare a vivere questo piane-ta in modo più sostenibile, altri-menti saremo condannati ad un infelicità e ad una povertà senza precedenti.

    L‘intento della manifestazione è stato quello di costruire un’oc-casione di racconto e confronto tra i Gruppi di acquisto solidale, i produttori di agricoltura biolo-gica, le botteghe del commer-cio equo e solidale, chi opera nel consumo responsabile, negli orti urbani, nella finanza etica, le realtà che lavorano per il riciclo e il riuso dei materiali, per il ri-sparmio energetico e le energie rinnovabili, e ancora le espe-rienze di turismo responsabile e sostenibile, gli artigiani dell’eco compatibilità, chi propone mobi-lità sostenibile, i sistemi di infor-mazione aperta come il software libero oppure giornali tv e radio che operano dal basso. Insomma tutto quello che in diverso modo si muove nei territori per una con-versione ecologica e sociale.

    Vogliamo pubblicare un ultimo racconto di uno degli organiz-zatori raccolto a fine evento, in perfetto stile “raccontiamola giusta”.

    “Stanco, ma felice.Alcuni mi hanno chiesto perché ho deciso di contribuire all’orga-nizzazione di “Raccontiamola giu-

    sta!” (www.raccontiamolagiusta.it) a Zagarolo proprio il giorno del mio compleanno, in maniera del tutto gratuita. Vedendo ogni gior-no comportamenti egoistici, cre-do sia quanto di meglio si possa fare per ribaltare il senso stereo-tipato del compleanno, dandogli il valore che reputo sommo: rico-noscere che chi mi circonda è an-che esso “me”, che senza l’altro non sono nulla. E allora il regalo sono io che voglio farlo agli altri, ha più senso.Non passa giorno che non mi ren-da conto di quanto per anni sia stato cieco, non vedendo quanto sia fortunato ad essere circonda-to da persone e realtà meraviglio-se: dai gruppi d’acquisto solida-le, alle piccole associazioni locali, dai produttori agli artigiani, dai singoli alle istituzioni. Sento un legame di stima e amicizia, oltre che con le amicizie e gli affetti di sempre, anche con tutti coloro che ho conosciuto meglio, spe-rando di conoscere presto me-glio anche tutti gli altri che hanno dato il loro contributo all’iniziati-va e che non ho conosciuto bene. Ho voluto regalare per un mese tanto mio tempo a tutti, proprio per il giorno del mio compleanno, perché non c’è più grande felici-tà per me che vivere sostenendo la felicità di ogni singola persona che incontro. Dà una gioia impa-gabile, provateci, credeteci.Non riesco a trattenere le lacrime per l’emozione di essere parte di

    qualcosa che sento appartener-mi: un’umanità non perfetta, ma che si sforza quotidianamente di dare il meglio di sé. Un mon-do di uguaglianza, di dignità, di giustizia, di rispetto, di abbracci, affetto, sorrisi, amicizia, amore, solidarietà, che vive proprio qui accanto a me, in me, tutti i giorni.“Raccontiamola giusta!” per la seconda volta mi ha stupito, sor-preso, emozionato: è, in fondo, un grande, meraviglioso e nell’insie-me perfetto atto d’amore di per-sone che sono semplicemente, naturalmente, spontaneamente esseri umani, capaci di sostener-si l’un l’altro, decidendo di incon-trarsi piuttosto che scontrarsi.Non un dare per avere, ma un dare per dare: e chi vive più il do-lore dell’indigenza se tutti diamo? La massima abbondanza la può produrre solo un radicato e disin-teressato comportamento altrui-stico d’ogni persona.Non è un dimenticare se stessi, bensì dare il giusto peso all’infi-nito valore di chi ci circonda. Ciò stimola noi stessi a vedere il no-stro valore, le nostre capacità, la nostra unicità, ciò permette che sia riconosciuta.Grazie amiche e amici preziosi, veramente grazie per avermi re-galato due giorni di gioia, di esse-re stati tutti la comunità che vor-rei vedere ogni giorno e in ogni momento.Tutto questo resterà per sempre nel mio cuore” Dario Pulcini

  • GP

    C’È CHI PENSAVA CHE L’ECONOMIA DA TASTIERA SAREBBE DIVENTATO IL NOSTRO FUTURO MONETARIO, MA PARE CHE IN MOLTI SI SBAGLIAVANO. CHI HA INVESTITO IN FINANZA VIRTUALE OGGI SI SCONTRA CONTRO CHI HA INVESTITO NELLA CARA VECCHIA PEPITA. UNA NUOVA E VIOLENTA GUERRA FREDDA È ALLE PORTE.

    Antonio Valenzi ci spiega che il suo spy thriller nasce a causa di due motivi scatenanti. In primis uno dei motivi per cui Antonio ha voluto s c a v a r e nel mondo d e l l ’ o r o e della f i n a n z a b a s a t a

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    dei negozi “compro oro”. Sempre più numerosi in ogni luogo e sopratutto dalla curiosità di capire chi finanziasse questi negozi. Come potevano continuare a comprare beni aurei e sopratutto chi li pagasse.


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