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Gufo2006 01

Date post: 25-Jun-2015
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Il Gufo - Notiziario Gev -
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1 IL GUFO NOTIZIARIO del CORPO PROVINCIALE GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE DI BOLOGNA N. 1 Luglio 2006 “I PRIMI VOLI PRATICHE DI CITTADINANZA DEMOCRATICA” di Paola Bertoni Con il patrocinio dei Servizi di Supporto della Progettazione Sociale – Centro Servizi di Bologna VOLABO. Gli obiettivi che il pro g e t to e le Guard i e Ecologiche intendono perseguire sono: • costruire percorsi conoscitivi, all’interno del proprio ambiente di vita, che favorisca nei giovani la conoscenza de l l ’ a m b ie nte socio - c u l t u rale e ambientale • valorizzare le ricchezze naturali, sociali, cul- turali del territorio di appartenenza • collaborare con gli insegnanti alla ricerca e scoperta dei luoghi caratteristici del territorio, ind i- viduando gli strumenti più idonei per interagire con l’ambiente Ho raccolto alcune impressioni tra gli insegnanti: • interessante avvicinarsi alla natura • molto importante, conoscere le regole per rispettare la natura • i bambini hanno raccontato ai genitori del- l’incontro con le GEV; questo è molto positivo • è stata grande la disponibilità delle GEV importanti le lezioni sul campo per conoscere il ter- ritorio • “si fa scuola nel parco”; l’educazione ambien- tale è una materia trasversale alle altre, che non appartiene a nessuna materia curriculare • è stato buono il coinvolgimento con gli alunni • i ragazzi sono stati partecipi e interessati alla discussione con le GEV Alla conclusione del progetto tutti i lavori degli alunni sono stati esposti nella sala del Quartiere Savena, dove il giorno 27 maggio il CPGEV durante la Festa di Primavera, ha organizzato l’ECOGIOCO. Tra le GEV che hanno partecipato al pro g e t- to sono emerse le seguenti impressioni/osserva- zioni: • è stato grande l’interesse, l’attenzione e la curiosità dimostrati dagli alunni .... Segue in seconda pagina Dalla Redazione In questo numero del Gufo vi s e g na l ia mo partic o l a r me t e l'approfo nd i mento legislativo di Timoty Monducci. Da non perdere poi l'aggiora- mento dal Direttivo che la nostra Anna Tandura ci forni- sce come sempre. Presentiamo inoltre il reportage di viaggio dei nostri colleghi di ritorno da Cuba e Costaric a . Nell'ambito de l l ' e duc a z io ne ambientale, Paola Bertoni ci riporta le impre s s ioni del- l'esperienza 'Primi Voli', un progetto che le GEV hanno realizzato con il patrocinio di VOLABO e che, si spera, vedrà una nuova tappa nel prossimo autunno. Non dimenticate poi di leggere la sezione dedicata agli appuntame nti dell'asso- ciazione: teniamoci aggiornati sui lavori in corso nelle altre zone e ai quali, se vogliamo, possiamo partecipare, sempre coordinandoci con i responsa- bili. Ricordiamo l'indirizzo al quale i n v ia re gli articoli che possono avere un interesse per tutti gli associati e che volete cond i v ide re con gli altri: [email protected]. Gli stessi articoli possono na t u ra l me nte essere cons e- gnati ai cordinatori zona. Buona lettura! “I Primi voli pratiche di cittadinanza democratica” Pag 1 e 2 Dalla redazione Pag 1 Dal consiglio direttivo Pag 2/3 Identificazione del trasgressore Pag 3 Le GEV in Costarica Pag 4 Cuba 2006 Pag 5 Lunghe ombre giganteggiano Pag 6 Via libera al Contrafforte Pliocenico Pag 6 Ricordi Pag 7 Referenti di Zona Pag 8 Chiedi al Gufo Pag 6
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Page 1: Gufo2006 01

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IL GUFONOTIZIARIO del CORPO PROVINCIALE

GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE

DI BOLOGNA

N . 1 L u g l i o 2 0 0 6

“I PRIMI VOLI PRATICHE DI CITTADINANZA DEMOCRATICA”di Paola Bertoni

Con il patrocinio dei Servizi di Supporto dellaProgettazione Sociale – Centro Servizi di BolognaVOLABO.Gli obiettivi che il pro g e t to e le Guard i eEcologiche intendono perseguire sono:

• costruire percorsi conoscitivi, all’interno delproprio ambiente di vita, che favorisca nei giovanila conoscenza de l l ’ a m b ie nte socio - c u l t u rale eambientale

• valorizzare le ricchezze naturali, sociali, cul-turali del territorio di appartenenza

• c o l l a b o ra re con gli ins e g na nti alla ric e rca escoperta dei luoghi cara t t e r i s t ici del territorio, ind i-v idua ndo gli strume nti più ido nei per int e ra g i re conl ’ a m b ie nteHo ra c c o l to alcune impressioni tra gli insegnanti:

• interessante avvicinarsi alla natura• molto importante, conoscere le regole per

rispettare la natura• i bambini hanno raccontato ai genitori del-

l’incontro con le GEV; questo è molto positivo • è stata grande la disponibilità delle GEV

importanti le lezioni sul campo per conoscere il ter-ritorio

• “si fa scuola nel parco”; l’educazione ambien-tale è una materia trasversale alle altre, che nonappartiene a nessuna materia curriculare

• è stato buo no il coinvolgime nto con gli alunni • i ragazzi sono stati partecipi e interessati

alla discussione con le GEVAlla conclusione del progetto tutti i lavori

degli alunni sono stati esposti nella sala delQuartiere Savena, dove il giorno 27 maggio il CPGEVdurante la Festa di Primavera, ha organizzatol’ECOGIOCO.

Tra le GEV che hanno partecipato al pro g e t-to sono emerse le seguenti impre s s i o n i / o s s e r va-z i o n i :

• è stato grande l’interesse, l’attenzione e lacuriosità dimostrati dagli alunni .... Segue inseconda pagina

Dalla RedazioneIn questo numero del Gufo vis e g na l ia mo partic o l a r me t el ' a p p rofo nd i me nto legislativodi Timoty Monducci.Da non perdere poi l'aggiora-me nto dal Direttivo che lanostra Anna Tandura ci forni-sce come sempre. Presentiamoinoltre il reportage di viaggiodei nostri colleghi di ritornoda Cuba e Costaric a .Nell'ambito de l l ' e duc a z io neambientale, Paola Bertoni ciriporta le impre s s ioni de l-l'esperienza 'Primi Voli', unprogetto che le GEV hannorealizzato con il patrocinio diVOLABO e che, si spera, vedràuna nuova tappa nel prossimoautunno. Non dimenticate poidi leggere la sezione dedicataagli appunt a me nti de l l ' a s s o-ciazione: teniamoci aggiornatisui lavori in corso nelle altrezone e ai quali, se vogliamo,possiamo partecipare, semprecoordinandoci con i responsa-bili. Ricordiamo l'indirizzo al qualei n v ia re gli articoli che p o s s o no avere un int e resse per tutti gli associati e chevolete cond i v ide re con glialtri:[email protected] stessi articoli possonona t u ra l me nte essere cons e-gnati ai cordinatori zona.

Buona lettura!

“I Primi voli pratiche di

cittadinanza democratica” Pag 1 e 2

Dalla redazione Pag 1

Dal consiglio direttivo Pag 2/3

Identificazione

del trasgressore Pag 3

Le GEV in Costarica Pag 4

Cuba 2006 Pag 5

Lunghe ombre giganteggiano Pag 6

Via libera al

Contrafforte Pliocenico Pag 6

Ricordi Pag 7

Referenti di Zona Pag 8

Chiedi al Gufo Pag 6

Page 2: Gufo2006 01

I PRIMI VOLI PRATICE

DI CITTADINANZA DEMOCRATICA”

• non è facile comunicare con un pub-blico composto da tanti bambini

• “siamo tornati indietro nel tempo”scrivendo alla lavagna, ma è stato efficace

• e’ stata importante la collaborazionedi alcuni insegnanti

• la sorpresa per i tanti appunti presidagli alunni, sia in classe che nel cortile oparco

• capire quando è il caso di lasciarespazio ai bambini. Inoltre abbiamo raccolto anche le impressioni dei genitori sul PercorsoNaturalistico - Primi Voli

• ci vorrebbero più incontri • dopo gli incontri mio figlio ha dimo-

strato più interesse per l’osservazione dellanatura nei suoi vari aspetti

• un cosciente rispetto per il mondoche ci circonda nasce proprio da una edu-cazione ambientale da sviluppare in ambi-to familiare in sincronia con la scuola

• dare ai bambini un piccolo obiettivoda raggiungere

• insistere sulla raccolta differenziatae il riciclaggio dei rifiuti

• l’ Educazione Ambientale dovrebbeessere una materia da approfondire sempredi più fin dalle scuole materne

• classificare e catalogare le piante egli alberi

• ci è sembrato interessante invitare iragazzi alla conoscenza e il rispetto di ciòche ci circonda

• sono un ottimo INPUT per svolgereun lavoro int e rd i s c i p l i na re ne l l ’ a rco ditutto l’anno

• sensibilizzare maggiormente i bam-bini ad evitare gli sprechi è molto impor-

tante che se ne parli di più a scuola inmodo da sensibilizzare i bambini versol’Educazione Ambientale.

A conclusione del progetto si sono raf-forzate anc o ra di più alcune ide esull’Educazione Ambientale: occorre impe-

gnarsi a rispettare la natura e farla rispet-tare; siamo convinti che se danneggiamo lana t u ra, me t t ia-mo a rischiop ia nt e, anima l ie anche l’uomo;o c c o r re fa rr i s p e t t a re lere gole per latutela de l l ana t u ra in par-chi, gia rd i n i ,città; gua rda recon occhi diver-si la na t u ra ,occhi più atten-ti, responsabili,

rispettosi, anche attraverso il gioco; le GEVpossono attivare/incentivare nei confrontidella cittadinanza: l’osservazione, l’approc-c io emo z io na l e, l’esperienza operativa, l’informazione, il rispetto, la tutela e l’edu-c a z io ne, azioni che inne s c a no pro c e s s imolto lunghi, ma importantissimi e indi-spensabili per uno sviluppo sostenibile.

P ro p r io perché l’Educ a z io neAmbientale è multidisciplinare, può esseremateria consona all’associazione, dove cia-scuno può mettere il proprio sapere, alloscopo di raggiungere vari obiettivi, dove lacollaborazione può stabilire le regole dellaricerca, i metodi, gli strumenti, le tappe,d i s c u t e ndo e valutando critic a me nte irisultati. Questo modo di lavorare consentedi trovare nuovi stimoli e spunti di ricercae studio, dove l’approccio ai problemi è ditipo globale.

Il prossimo appuntamento è per l’au-t u n no: du ra nte una serata presso ilQuartiere Savena, verrà presentato il CD-ROM, che illustrerà il progetto Primi Voli.

Collabora con il gruppo di EducazioneAmbientale. Info: Paola Bertoni cell. 3481407728 - 340 2230571

Dal Consiglio Direttivo

Una sintesi delle riunioni del 2006(l’ultima, al momento in cui scrivo, è stataquella di maggio). Queste le principalidecisioni assunte.

- Dopo l’appro v a z io ne del nuo v oStatuto nel corso dell’Assemblea Generaledel 12/12/2005, il C.D. ha preso atto eapprovato alcune richieste presentate dallaProvincia di Bologna - non sostanziali - dimodifica di 3 articoli, al fine di ottenere ilmantenimento dell’iscrizione del CPGEV alregistro provinciale del volontariato senzadover affrontare l’iter per una nuova iscri-zione. La modifica più significativa richie-sta dalla Pro v i nc ia è stata l’aume nto da 10a 12 anni di iscrizio ne al ra g g r u p p a me nt o(art. 4 dello Statuto, ultimo comma) perma nt e ne re la qua l i f ica di socio pur no ne f f e t t ua ndo attività suffic ie nt e, ma in pre-senza di partecipazio ne attiva alla vita de l

ra g g r u p p a me nto. Le altre mo d i f ic he, per chine volesse pre nde re conoscenza, sono stateapportate all’art. 3 lettera k) e all’art. 12,c o m ma che segue la lettera i) (il nuovo sta-tuto è consultabile sul no s t ro sito int e r ne t ) .

- E’ stata istituita una commissio ne perla re v i s io ne del Rego l a me nto Gene rale de l-l ’ a s s o c ia z io ne, ne c e s s a r ia dopo l’appro v a-z io ne del nuovo Statuto. La commissio ne ècomposta da Brini Ma s s i mo (coord i na t o re ) ,D ’ E rcole Vito, Lapolla Fra ncesco, RagazziniG iovanni, Suzzi Alfie ro e Ta ndu ra Anna.

- Per adeguarci alla normativa sullaprivacy il C.D. ha approvato un elenconominativo di Guardie che possono avereaccesso ai dati personali e sensibili dellenostre banche dati, in funzione delle atti-vità gestionali e di segreteria che sono loroaffidate. Come Responsabile del trattamen-to dei dati è stata nominata BongiovanniElisabetta.

- Il C.D. ha previsto di realizzare entrogiugno la Conferenza di Organizzazione,

per discutere con tutti i soci dei program-mi futuri dell’associazione, come prean-nunciato in occasione dell’Assemblea gene-rale di dicembre. Elementi necessari alladiscussione sono il Programma di lavoro2006, approvato dalla Provincia nel mesedi marzo, e il Bilancio consuntivo 2005,che sta per essere chiuso.

- Per sopperire alla diminuzione delnumero di cellulari messi a disposizione del raggruppamento da parte del Comune diBologna, che ne ha ridotto il numero da160 a 60, il C.D. ha approvato un contrat-to con la compagnia Vodafone che consen-te ai Soci di usare il proprio cellulare perparlare con numeri GEV con tariffa (moltoconveniente) a carico del raggruppamento.Per le telefonate private Vodafone recapitaall’utente una fattura senza costi di ricari-ca e senza tassa governativa.

.....Segue a pag 3

IL GUFO

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Dal Consiglio Direttivo

- Si è discusso anchedella risistemazionedegli spazi de l l a

sede di Villa Tamba, e si è stabilito didestinare la sala dove era allestita l’auladidattica a spazio per la collocazione delmagazzino vestiario e delle attrezzature diservizio, e a luogo di incontro delle GEV.L’ attuale ufficio sarà dedicato alle attivitàamministrative ed organizzative per con-sentirne lo svolgimento con maggiore tran-quillità.

Le discussioni affrontate in sede diC.D. in questi mesi sono state principal-mente le seguenti. Comportamento in ser-vizio delle Gev – La questione è stata sol-

levata perché sono stati osservati, a volte,• comportamenti poco maturi e responsa-bili durante i servizi di vigilanza, soprat-tutto per ingiustificate richieste di inter-vento di autorità ed enti preposti in rela-zione alla gravità del caso. Si è ribadital’ importanza del ruolo del responsabile dizona, che è tenuto a raccogliere le segna-lazioni relative ai comportamenti e di rife-rire al C.D. eventuali ripetute irregolaritàda parte delle Gev, ma soprattutto è statariconosciuta l’importanza di un agire cor-retto, competente e collaborativo da partedelle Guardie e della necessità di sensibi-lizzare tutti i soci su tale questione.• Omogeneizzazione delle procedure perl’ o rg a n i z z a z io ne dei servizi - Si è discussosull’opportunità di unifo r ma re le diverse

sedi rispetto all’org a n i z z a z io ne dei servizi eagli inc o ntri me nsili. I re s p o nsabili di zonah a n no esposto le loro attuali pro c e du reo rganizzative; il C.D. ha stabilito di ins e r i-re alcune ind ic a z ioni in merito nel nuo v oR e go l a me nto Gene ra l e, e di affro nt a re nuo-v a me nte l’argo me nto soprattutto per da rema g g io re vitalità alle zone me no attive.• Federgev – L’argomento è stato più volteaffrontato per segnalare una situazionedi stasi e di disorg a n i z z a z io ne de l l aFederazione, tanto da discutere in C.D. sul-l’opportunità per il ra g g r u p p a me nto dirimanere associato oppure ritirarsi. Per oral’ orientamento assunto è stato di nondistaccarsi, in attesa di una risoluzione – sispera a breve termine – dello stato diimpasse in cui versa la Federazione.

IL GUFO

L’IDENTIFICAZIONE DEL TRASGRESSORE

di Timoty Monducci

Il pubblico ufficiale è tenuto all’iden-t i f ic a z io ne del tra s g re s s o re, non puòassolutamente redigere una atto pubbli-co (ad esempio il verbale di accertataviolazione amministrativa) intestandoload una persona della quale non è certal’identità.E’ per questo che la norma prevede cheil privato cittadino ha l’obbligo, surichiesta di un pubblico ufficiale, dideclinare le proprie generalità per intero(ex. art. 651 c.p.). La GEV, inoltre, ha ilpieno diritto di chiedere l’esibizione diun documento di Identità valido ai finidella identificazione a seguito di unainfrazione.

Dicesi generalità tutti i dati identifi-cativi di una persona ovvero cognome,nome, luogo e data di nascita, luogo diresidenza ed indirizzo esatto. Si definiscedi identità un documento rilasciato dauna Amministrazione centrale dello Statocon timbro dell’Autorità rilasciante, fotoe dati personali del soggetto. A discre-zione della Guardia possono comunqueessere ritenuti idonei documenti rilascia-ti dalle Autorità Militari, le tessere rila-s c iate agli iscritti agli Ord i n iP rof e s s io nali: Me d ici, Av v o c a t i ,Ingegneri ecc… .

In caso il trasgressore, a seguito diuna richiesta, si rifiuti di declinare leproprie generalità, lo si deve rendereedotto del fatto che sta compiendo unreato, spiegando le conseguenze penali acui il suo comportamento porta. Se ilprevenuto persiste nel suo atteggiamen-to, la Gev deve chiamare in appoggioAgenti di Polizia Giudiziaria. In questocaso, tali Corpi hanno l’obbligo normati-

vo di intervento, non potendo quindirifiutarsi o declinare ad altri, se non incasi di dimostrabile impossibilità. Nelcaso in cui il soggetto si allontani dalluogo, è importante cercare di acquisiretutte le informazioni utili all’eventualeidentificazione a posteriori. Dette informazioni possono essere:

• annotazione del numero di targa delveicolo eventualmente utilizzato;

• descrizione dei caratteri somaticidell’individuo (statura, corporatura, pig-mento, capelli, barba, ecc…);

• particolari inflessioni dialettali;• de s c r i z io ne degli abiti indo s s a t i

(colore, tipo, ecc…);• fotografia del reo.

Una dettagliata descrizione dell’ indivi-duo, risulta sufficiente ad una sicura ecompleta ide nt i f ic a z io ne. Il pubblic oufficiale può anche seguire il trasgresso-re al fine di identificare eventuale abita-zione o luogo di lavoro. Tale procedimen-to è da attuarsi con precauzione al finedi non compromettere la propria sicurez-za personale.In ogni caso, il pubblico ufficiale in sedeamministrativa non è auto r i z z a to ap r i va re il soggetto della pro p r i alibertà personale!!!Si precisa che non ricoprendo qualifica diagenti di Pubblica Sicurezza, la GEV èautorizzata all’identificazione dei sog-getti solo in caso si trovi in corrispon-denza di un illecito (sia esso amministra-tivo che penale). Tale richiesta può esse-re rivolta al trasgressore come ad even-tuali testimoni. In quest’ultimo caso, siapplicano gli stessi obblighi e disposizio-ni di legge di cui sopra. In caso si contesti una infrazione ad unindividuo sprovvisto di un documento diidentità valido, l’agire può essere preva-lentemente di due tipi: farsi declinare legeneralità a voce, eventualmente assu-mendo informazioni al fine di una iden-

tificazione a priori in caso di dati falsi;Chiamare Agenti di Polizia Giudiziariaal fine dell’identificazione.Usualmente di richiede l’intervento diagenti di PG solo in caso emergano dubbiriguardo alle generalità declinate a voce.A scopo di verifica, una volta scritti idati, si può richiedere al trasgressore laloro ripetizione, in modo da notare se talis o no frutto di fa nt a s ia oppure no .Trucchi simili a quanto appena dettosono molteplici, frutto di esperienza.

In ogni caso, quando non avvienel’identificazione a mezzo documento, sideve rendere sempre edotto il pervenutodella normativa vigente e dalle conse-guenze penali in caso di false dichiara-zioni sulla propria identità personale (exart.495, 496 c.p. – vedi Par.5.1).

Non si deve abusare degli altri corpi diPG, quando possibile si deve cercare dirisolvere la situazione senza richiederel’intervento dall’esterno. Si precisa chel’atto di fotografare il fuggitivo non con-figura reato in quanto effettuato perespletare un dovere di servizio qualequello di identificare una persona chedovrà poi essere perseguita penalmente.D’altronde anche in caso la GEV si trovi inpresenza di un illecito amministrativopuò effettuare fotografie della personanell’atto di compiere l’illecito, questodiritto è sancito dall’art. 13 del D. Lgs689/81: “Gli organi addetti al control-lo … possono … procedere a rilievisegnaletici, descrittivi e fotografici ead ogni altra operazione tecnica.”.La fotografia è un atto molto delicato inquanto il trasgressore, cosciente che que-sta lo identificherà con certezza, saràportato più facilmente a reagire.In applicazione a tutte le procedure sideve sempre prima proteggere la propriaincolumità personale senza esporsi adeccessivi rischi..

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IL GUFO

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LE G.E.V.in COSTARICA

(Viste dalla parte deiMonocongos*)

di Antonio Orsi

Fratelli e sorelle Monocongos *, popolmio! Voi tutti conoscete quella sterminatagenìa, quei bipedi glabri e sgraziati che nellaloro lingua si chiamano umani e nella nostraKaoti. Tante volte, dall’ intrico verde dellanostra giungla, dalle alte corone dei nostrialberi, ne abbiamo osservato con animo divi-so fra curiosità e timore la frenesia insensatae l’espansione devastante. Sempre per noisaranno fonte di stupore. Ma gli ultimi esem-plari di Kaoti, piovuti qui nel Corcovado daluoghi lontani – si vede subito che non sonolocali - superano per insensatezza tutti i con-simili a noi finora noti. Pensate: sono appe-na arrivati sulla sponda del mare e già si met-tono a spostare pesanti sassi da un puntoall’altro del litorale senza concetto o schemariconoscibile! E con tale impeto da far sup-porre la costruzione di un argine contro ilPacifico! Sassi; che dico! Macigni da spezza-re la schiena! A che scopo? Non si sa, fratel-li e sorelle Monocongos. Inutile chiederselo :le azioni dei folli superano spesso la fantasiadei savi. E’ vero anche che lo slancio inizialesi è presto esaurito, così come ridotto ilnumero degli attivi e la dimensione dei sassi,alla fine solo modesti ciottoli. Tuttavia dopodue giorni di simile spreco energetico sonorimasti, sparsi qua e là per il litorale, cumulipiramidali di pietre, assurdi monumenti dellafollia kaota. Perché ci meravigliamo? Perchéil comportame nto ultima me nte osservatosmentisce con la sua inutilità alcune nostrera d icate convinzioni rig ua rdo ai Ka o t i .Ritenevamo assodato che sempre, dietro leloro azioni per quanto contorte e bizzarre, cifosse una sorta di primordiale razionalità – sedi razionalità si può parlare nel caso di simi-li esseri. Ma le ultime osservazioni gettanoforti dubbi su questa teoria.– Per spiegare aipopoli monos** e agli altri abitanti dellagiungla i nostri dubbi e più in generale ilnostro sentire vi dirò alcune parole su di noi,il nostro paese ed i rapporti con i Kaoti.

Noi Monocongos siamo un popolo serio eludico al contempo. Facciamo l’altalena conle liane e pratichiamo ogni sorta di acrobaziafra i rami. Teniamo in grande considerazionela solidarietà nel gruppo, che pratichiamospulciandoci l’un l’altro. Amanti della pace,siamo in buoni rapporti con tutti gli altriesseri, tranne giaguari e boa, con cui abbia-mo qualche pendenza. Per l’agilità, l’organiz-zazione sociale e non ultimo la possanzadella nostra voce, ci riteniamo – non me nevogliano le altre famiglie monos - il corona-mento del creato o, se volete, il gradino più

elevato dell’evoluzione. Il paese che abitiamoè stupendo, uno smeraldo scintillante fra dueoceani, ricco di acque chiare, montagneavvolte di nebbia, vulcani roboanti, giunglerisuonanti di frulli e richiami, corrusche di alidi farfalla. Per generazioni e generazioniabbiamo vissuto in pace ed armonia. Poi la folle genia dei Kaoti ha preso a detur-pare il nostro paese, che essi chiamano CostaRica o Costarrica –si sa che i Kaoti non rie-scono ad articolare bene i suoni-, a costruir-vi agglomerati caotici e densi di miasmi, asrotolarvi nastri che tagliano le selve perfarvi correre scatolotti su ruote che appesta-no, ruttano e petano. Hanno sottratto a noi,come agli altri esseri, boschi, terra e acqua,come se solo loro avessero diritti in terra.Negli ultimi tempi però, almeno dalle nostreparti, la frenesia Kaota si è acquietata : iKaoti hanno smesso, per ora almeno, ditoglierci spazio. Si è instaurata una tregua,che a noi Monocongos non può che esseregradita. Anche se a volte ci sentiamo un po’come messi in esposizione.Ma l’apparizio ne di questi ultimi Kaoti har i s v e g l iato tristi ric o rdi e messo tutto il popo-lo in allarme. In partic o l a re ha rinfo c o l a t ou na vecchia diatriba, ine re nte alle questio n idi fo ndo: “Chi sia mo?” e “Dove and ia mo ?”

Alcuni nostri saggi sostengono che iMonocongos e i nostri cugini quadrumaniabbiano un unico, lontano progenitore e que-sti sia proprio il Kaote, che altro non sarebbeche un essere rimasto ad un primordiale statodi sviluppo, da cui ci siamo evoluti. Altririfiutano sdegnosamente una tale paternità.Fino all’apparizione degli ultimi Kaoti le opi-nioni erano ugualmente divise : ora pendonodecisamente a favore della seconda tesi.Anche se testimonianze degne di fede riferi-scono di una tipologia comportamentale nonestranea alla nostra: alla sera i Kaoti delCorcovado procedono all’ispezione reciprocadei propri corpi per liberarli dalle zecche (garrapatas, le chiamano loro), esattamentecome noi pratichiamo il mutuo spulciamento. Abbiamo deciso di continuare lo studio diquesti Kaoti seguendoli nei loro spostamenti.Li abbiamo osservati nel parco di Cahuita,luogo atlantico di giungla spesso irrorata dalcielo. Qui siamo stati testimoni di un fattostraordinario. I Kaoti - udite, udite!- si eranoraddoppiati ! Così, di colpo, senza segni pre-monitori! Conoscevamo il loro alto tasso diincremento, ma una tale esplosione, e per dipiù senza una osservabile attività sessuale, ciha lasciati esterrefatti!Ma non è tutto. A Cahuita essi hanno rivela-to pienamente la loro natura ferina. Con stru-menti dallo strepito insopportabile si sonodati a tranciare, sminuzzare, abbattere ogniforma vegetale che si trovasse sulla loro stra-da, arbusti, canne, alberi antichi, in una for-sennata orgia di distruzione. Guidavano ilrabbioso gruppo un pastore senza legge,lungo ed ossuto, che si appoggiava ad una

verga - la verga è simbolo d’autorità presso iKaoti - ed una orrida creatura dal capo gla-bro, che seminava devastazione brandendouno stumento assordante.seguito allontanavano foglie e frasche muti-late, mettendo a nudo la terra, che di esse sinu t re. Che scempio, fratelli e sore l l eMonocongos! Mentre al Corcovado avevanomostrato solo innocua insensatezza, qui inuovi Kaoti hanno manifestato vera malvagi-tà. E poi quella curiosità morbosa, quelrichiamarsi e radunarsi osceno a fissare ogniforma vivente, perfino scorpioni e burdigo-nes! E quel puntare ossessivo delle loro sca-tolette me t a l l ic he che talvolta eme t t o nolampi su ogni essere, perfino su di noi, quasifossimo noi oggetto di osservazione e nonloro ! A niente è valso scuotere rami, bom-bardarli con frutti, emettere urli; niente lidistoglieva dal loro armeggiare con le scato-lette! Chissà che ne faranno.E t u t t a v ia, al di là de l l ’ o r ro re, c’è nella condo t t aKaota un elemento di interesse. Non si puòpiù negarlo: i Kaoti conoscono l’uso di stru-menti. Non era mai stato provato con certez-za, ed anche questo era materia di discussio-ne, ma ora sappiamo che così è. Li usanomale, solo per far danni, d’accordo, ma que-sto potrebbe prefigurare un loro futuro svi-luppo.

Anche nei momenti ludici, oltre all’ abi-tuale rozzezza, mostrano particolarità inte-ressanti. In un luogo detto Sarapiqui – mapensa te che nomi inventano! – si eranoposti in due schieramenti divisi da una retesospesa, sopra la quale lanciavano una palla.Nel tentativo di non farla cadere si sconoc-chiavano, allungavano o contraevano queiloro corpacci grevi e sgraziati in gesti scoor-dinati. Uno spasso! Ma c’era indubbiamentein tanta goffagine il tentativo di imitare lenostre acrobazie fra gli alberi. E anche neisuoni che emettevano – più che suoni dovreidire berci, dissonanze - si coglieva l’inten-zione di imitare le nostre voci. Ma la formapiù pacchiana di imitazione l’abbiamo vistaquando, sospesi a delle funi si lasciavanoandare da un albero all’altro, rigidi comegusci di granchi morti. Da sganasciarsi dalr ide re! Eppure, fratelli e sore l l eMonocongos,sforziamoci di essere indulgenticon i Kaoti. Hanno capacità limitate e nonpossono fare di meglio. Pensiamo piuttostoche nell’imitazione è già insito il germe delcambiamento e che è nella natura delle coseche l’essere inferiore imiti il superiore.

Monocongos, popol mio, restiamo vigilie non adagiamoci su certezze. Continuiamoad osservare questi ultimi Kaoti. Per quantofra i più primordiali della loro già grezzagenia, essi sono suscettibili di evoluzio ne e selo sono loro lo sono tutti gli altri. Forse ung io r no potra n no giunge re alla no s t ra sagge z z ae vivere fina l me nte in armo n ia con la na t u ra .*Monocongos: scimmie urlatrici**Mono(s): scimmia, in spagnolo

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IL GUFO

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CUBA 2006

di Abiosi Giulianai

Cuba, ebbene sì, quest’ anno come GEVsiamo andati a Cuba: dopo dieci anni di col-laborazione con i parchi del Costa Rica abbia-mo finalmente raggiunto il grande traguardodi annoverare un altro “Bel Paese” fra lenostre mete di volontariato all’ estero: Cuba.La vacanza lavoro di permanenza nei parchidell’ isola è durata due settimane, mentre laterza settimana abbiamo fatto turismo ecolo-g ico. Abbia mo organizzato il pro g ra m macompleto con la preziosa collaborazione dell’associazione Italia-Cuba che ci ha dato assi-stenza in tutte le fasi preparatorie dellanostra vacanza lavoro per il visto, per i con-sigli, ma soprattutto ci ha permesso di visi-t a re Cuba a t t raverso L'IC A P, l’ Is t i t u t oCubano di Amicizia tra i Popoli. Siamo statiin contatto con diverse persone dell’ associa-zione, alcune di queste sono state a Cuba nelnostro stesso periodo e non hanno mancatodi venirci a trovare per salutarci e sentirecome stava andando. Anche quando da Cubali abbia mo contattati telefo n ic a me nte incaso di bisogno, unicamente durante la terzasettimana di permanenza nell’ isola, quellaturistica per intenderci, sono sempre statimolto disponibili a darci una mano.

Volevamo svolgere lavoro volontario nelcampo ambientale e contemporaneamentevisitare emergenze e peculiarità ambientali,capire cosa a Cuba si faceva nella protezionedell'ambiente e della "naturalezza"; pensava-mo di farlo in punta di piedi, con semplicitàe modestia, vivendo alcuni giorni all'internodi un'area protetta con i gua rd ia p a rc o .Almeno questa è stata l’ esperienza cheabbiamo fatto precedentemente in Costa Ricae che ci aspettavamo di fare anche a Cuba.Invece l' ICAP di Cama g u e y, il CITMA(Ministerio de Ciencia Tecnologia y MedioA m b ie nte) di Camaguey e di Esme ra l da ,"Flora y Fauna" (Impresa Nazionale per laProtezione della Flora e delle Fauna) diCamaguey e di Esmeralda con il municipio diEsmeralda hanno organizzato un ricco pro-gramma di visite, potremmo dire "un parco algiorno", ed incontri quasi giornalieri con rap-presentanti di "Flora y Fauna" e del CITMA.Non ci aspettavamo tanta ricchezza e tantasensibilità ambientale in una realtà che haparametri e valori così diversi dai nostri. Nonci saremmo di certo aspettati che tantapochezza di mezzi e l’ isolamento avesse pro-dotto in campo ambientale risultati cosìinteressanti:

1. agricoltura e allevamenti con metodibiologici e naturali al 100%,

2. non utilizzo di fertilizzanti chimiciné trattamenti chimici antiparassitari, neanticrittogamici, né OGM,

3. scarsissimo inquinamento da smog, 4. u no sviluppato sistema di cure

na t u ra l iIn conclusione credo che abbiamo pienamen-te centrato i nostri obiettivi e anche molto di

più: i rapporti creati e l' accoglienza ricevutacostituiscono ottime basi per far sì che con-tinui e si consolidi anche nei prossimi anniun solido patto di collaborazione centratosull’ amore e la protezione della natura comefonte primaria di salute per il pianeta e ancheper l’ uomo.

Le nostre visite nei Parchi di Cuba hannoprodotto tre lettere d'intenti firmate dallanostra “brigata”, come veniva normalmentechiamato il nostro gruppo, e dalle rispettiveautorità del parco in questione.

1. La prima con "Flora y Fauna" diNuevitas per il Refugio de Fauna “ CayoBallenato y Manglares bahìa di Nuevitas”

2. La seconda col CITMA di Esmeraldache chiede espressamente di studiare la pos-sibilità di una visita di una “brigata cubana”in Italia,

3. La terza con "Flora y Fauna" diCamaguey.Tutte le tre carte di intenti, al di là degliaspetti peculiari di ciascuna area, hanno incomune questi punti:

• p ro p o ngo no espre s s a me nte di assisteree accoglie re ins ie me con l’ ICAP le brigate eco-logiste che visitano la pro v i nc ia

• esprimono la volontà e l’ importanzadi continuare questa esperienza di interscam-bio tra la brigata eco-logista italia na de l l eGEV e le brigate cuba-ne delle varie aree pro-tette

• sottolineano lanecessità di attuazio-ne, come cosa di pri-ma r ia importanza, diun progetto di educa-zione ambientale per ibambini

• chiedono mate-riale per lo svolgimen-to dell’ attività lavora-tiva giornaliera dei dipendenti del parco(computer, camere digitali, scanner, dischet-ti, materassi, pannelli fotovoltaici, motoriper lancia, binocoli, biciclette, metro, crono-metro, pile ricaricabili, stivali, attrezzi dalavoro generici, registratore, materiale pereducazione ambientale ai bambini)

• chiedono di supportare la brigatacubana con mezzi tecnologici, come supportidigitali e pubblicazioni, per la.propria quali-ficazione ma anche per l’ educazione ambien-tale

• chiedono materiale per l’ osservazio-ne ed il monitoraggio delle specie di flora efauna

• esprimono la necessità di studiare unpiano di risanamento della zona costiera perripulirla dai rifiuti scaricati dalle navi, pen-sando prima di tutto al reperimento di mac-chine per il riciclaggio del materiale plastico(un problema enorme infatti sarebbe lo smal-timento di tutta questa plastica una voltaraccolta)

• impiantare segnaletica e sentieristi-ca nelle aree protette

• studiare un preciso progetto di educa-zione ambientale per i bambini.

A tale proposito cogliamo l’ occasione pericomunicare a tutte le GEV che a Ottobre,sotto la re s p o nsabilità dell’ associa z io neItalia-Cuba, parte per Cuba un container incui possiamo caricare tutto quello che riu-sciamo a reperire per i nostri amici cubani.Per fare ciò pensiamo di organizzare delleattività a scopo benefico proprio per racco-gliere un po’ di materiale necessario alle areeprotette oppure soldi per finanziare gli inten-ti di cui sopra.

Al di là della nostra “missione” ambien-talista a Cuba, siamo rimasti molto toccatidal calore e dall’ umanità del popolo di Cuba.Caldissima l’ accoglienza che abbiamo ricevu-to durante gli otto giorni ad Esmeralda, dallap o p o l a z io ne e dal mitico Felisia no "elNegron" presidente della locale assemblea dipoder popular. In particolare ricordiamo unabellissima serata in cui tutto la popolazionedi Esmeralda ci attendeva per una festa orga-nizzata apposta per noi: tutta la comunità hapartecipato, soprattutto i più piccoli chesono stati protagonisti di prove di ballosublimi. Lo sapevate che a Cuba il ballo tra-dizionale cubano, la salsa, si insegna dalla“ p r i me ra” classe, dalle scuole eleme nt a r iinsomma? Nooo? Beh, neanche noi e siamorimasti piacevolmente sorpresi. Bambini delle

elementari che ballavano disinvoltamente lasalsa e questo tutto per noi. Alla fine dellara p p re s e nt a z io ne ci è stato do nato unricordo della città di Esmeralda: oggetti diartigianato fatti dai bambini della scuola. Nelle scuole cubane i bambini con qualchehandicap, piccolo o grande che sia, fisico enon, sono coinvolti in tante attività paralle-le che gli permettono di integrarsi perfetta-mente nella società con un loro ruolo e lorocapacità artistiche. Tutto questo a dir la veri-tà ci ha un po’ commosso!!! Lo stesso è acca-duto a Brasil, un’ altra cittadina di costruzio-ne tipicamente americana vicino a Nuevitas ea Camaguey, dove durante una visita in unascuola elementare, i bambini si sono cimen-tati per noi in una bellissima coreografia.La musica ce l’ hanno nel sangue e si vede:tutti sanno ballare, e lo fanno in un modomolto naturale, quasi tutti sanno cantare osuonare. Questa capacità di “vivere a ritmo dimusica” è sicuramente un’ altra delle coseche dovremmo imparare dai Cubani: ballare,cantare e suonare di più in ogni momentodella vita.

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IL GUFOLUNGHE OMBRE GIGANTEGGIANO

di Romano Guidotti

Lo scorso anno, di questi tempi, ci fu qualcosa di nuovo nel-l’aria, anzi d’antico: il Comune di Casalecchio e l’As s o c i a z i o n e“Casalecchio Insieme” ci consegnarono due fiammanti mountain bikeche noi iniziammo subito ad utilizzare.

Da allora è trascorso un anno; il bilancio è positivo, in partico-lare per quanto riguarda questi due aspetti:- Presidio: poter perlustrare in modo rapido i parchi con ripetuti pas-saggi dà una migliore conoscenza del territorio, permettendo talvoltaazioni preventive.- Visibilità: la nostra presenza ha avuto un balzo di notorietà.Già in lontananza veniamo facilmente individuati, specialmen-te per i nostri caschi aerodinamici in uso obbligatorio con bici. La gente, al nostro passaggio, ben si predispone, saluta volentieri, tal-volta ci ferma per darci fiduciose segnalazioni, fa scattare per tempo iguinzagli e i fiori sono annusati per la loro fragranza(sic). Il rovescio della medaglia dipende dall’allenamento che ciascuno ha,comunque si può riassumere in: più fatica, qualche crampo e…..atten-zione alle curve.

Ora permettetemi una divagazione sul tema. Trattasi di simpa-tico ricordo. Molinari ed io percorrevamo in bici la panoramica del Parcodella Chiusa quando ci siamo imbattuti in una scolaresca. Le maestre hanno voluto sapere i nostri compiti poi, additandoci aibambini, ci hanno presentati come i difensori del verde (e va bene) macon un’enfasi che suonava come fossimo “uomini senza macchia esenza paura”(e questo ci ha ingigantiti). Dopo i convenevoli, la nostrapartenza è stata salutata da un lungo e prolungato applauso.

Ci si sente ripagati anche con questi ricordi che fanno parte delnostro libro-cuore. La stima e la riconoscenza sostengono il volontaria-to di tanti “pensionati e non” che con lena aiutano a far sì che i parchi di Casalecchio costituiscano una preziosa realtà nell’ambito del suo territorio.

Il ritmo fluttuante dei pedali, come danza fantastica di un pas-sato che ritorna, ci riporta verso la Casa della Solidarietà.Le nostre lunghe ombre, stampandosi sul muro, giganteggiano.

VIA LIBERAAL CONTRAFFORTEPLIOCENICODi Stefy

La commissio ne Te r r i t o r io eAmbiente ha licenziato due provvedi-menti che riguardano aree protetteregionali.

Il primo è la modifica dell’atto cheha istituito la riserva naturale deno-minata “Contrafforte pliocenico che siestende per circa 730 ettari ed è laquattordicesima area protetta dell’Emilia-Romagna.

Le variazioni, in accordo con lerichieste avanzate dalla Provincia diBologna, riguardano: i confini (l’areaprotetta è compresa nei comuni diMo n z u no, Pia no ro, Sasso Ma rc o n i ,Livergnano e, rispetto al perimetroprecedente, esclude dalla zona mag-giormente vincolata una porzione diterritorio su cui sono ubicati 2 rude-ri); l’ente gestore e le modalità digestione (la titolarità rimane alla pro-vincia di Bologna che può però avva-lersi, per svolgere alcune funzioni,della Comunità montana delle 5 Vallib o l o g nesi); gli obiettivi ge s t io na l ispecifici, prima assenti; le misure disostegno e valorizzazione delle risor-se che sara n no assunte da l l ’ e nt egestore in accordo con la Regione,con particolare attenzione agli opera-tori agricoli ed ad altri soggetti pre-senti nel territorio dell’area protetta. Il secondo provvedimento approvatoè un‘integrazione al programma diinvestimenti per le aree protette(2005-2007) all’anno in corso. Si tratta di un’aggiunta complessivadi 400mila euro così ripartita: 200mila per spese d’investimento finaliz-zate al recupero e alla valorizzazionedelle risorse ambientali delle quali164mila340 per la riserva de lContrafforte Pliocenico.

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IL GUFORICORDI

di Massimo Brini

16 Settembre 1985, o re 18.00, sala dello Zo d i a co a palazzoM a l v e z z i , sede della Provincia di Bologna; l ’ A rc h . Pa o l aAltobelli dà inizio al 1° Corso di formazione per Guard i eEcologiche Vo l o nt a r i e , e inizia anche la mia “avv e nt u ra ” i nquesta nuova ottica ambient a l e.

Fino al quel momento andavo per grotte con il GruppoSpeleologico Bolognese, che da anni combatteva una impa-ri battaglia con le cave di gesso della aree Croara-Farneto edi Zola Predosa per la salvaguardia di quelle aree carsiche,habitat unici, costantemente minacciate e violentate dalleescavazioni. Fin dagli anni sessanta e con maggior recrude-scenza negli anni dal 1970 al 1977 i gruppi speleologici bolo-gnesi furono in prima linea: dapprima a recuperare cande-lotti di dinamite caduti dai fori di trivellazione per l’avan-zamento delle gallerie di escavazione, poi a chiudere “falle”di metri 3 x 4, sempre e soprattutto all’interno della GrottaSerafino Calindri nella Buca di Budriolo (protetta da vinco-lo dei Beni Archeologici!), che si trova sul versante che dallastrada della Cro a ra scende al t o r re nte Ze n a . Per inciso nellaG rotta Serafino Ca l i n d r i , s co p e rta nel 1964, f u rono rinv e n u t idei fra m m e nti di t e r ra co t t a , una punta in ftanite e …” in alcu-ne zone il gesso si pre s e ntò disidrat at o, non per ev e nto nat u-rale ma per azione ignea,come era t e s t i m o n i ato dagli aloni difumo sulle pare t i .” … . (G . B a rd e l l a , S o t t o t e r ra n.21-1 9 6 8 ).

Sicuramente negli anni ottanta l’Ambiente ha vissuto ilperiodo più fortunato; forse i grandi disastri chimici avve-nuti negli anni precedenti; come la diossina di Seveso perriportare alla memoria solo un esempio, avevano scosso lacoscienza dei più, la quale fece da cassa di risonanza perproblematiche fino ad allora poco recepite. Una nuovasensibilità all’ambiente si stava sviluppando in ambitonazionale; mentre in Regione e in Provincia il percorso eragià iniziato nel 1977 con la L.R. 2 e il tentativo di formareagenti accertatori, che ebbero in origine poco successo,stava ora continuando con varie stesure di una legge regio-nale per l’istituzione dei parchi, che vennero sistematica-mente rigettate dal Commissario di Governo fino al 1988.

Nella speranza che i tempi di approvazione di quellache sarà la L.R. 11/88 fossero rapidi, 60 allievi, reclutatiattraverso un bando inviato alle associazioni, iniziano il 1°corso per Guardie Ecologiche Volontarie. Divisi in due grup-pi si apprestano ad affrontare diciotto lezioni teoriche trat-tate da docenti universitari: Prof. Corbetta, Prof. Zaccanti,Prof. Cantelli, Prof. Bisbini, dott. Delsodato e funzionaridella Provincia l’ Arch. Altobelli e l’ Ing. Natali.

Confronto agli attuali corsi di 26 lezioni penserete siastata una passeggiata, ma vi assicuro che, per chi fino adallora aveva masticato solo argilla scagliosa in bui mean-d r i , s e ntir parlare di Flagellat i , C i g l i at i , Tr i b l a s t i c i ,Platelminti, Nemertini, oppure di organografia delle cor-mofite o ancora di substrati pedogenetici e suoli in “cli-max” è stata una bella salita a San Luca! Terminate le fati-che a fine novembre, per l’esame attendemmo il 1° febbra-

io ’86 per la prova scritta e l’8 febbraio per l’orale, al cospet-to di cotanta Docenza. Passarono altri mesi e a novembre1986 prestammo giuramento.

E adesso, che fare ? Avevamo in tasca un decreto diguardia giurata particolare riferito alla L.R. 2/77 ma: a chidovevamo far riferimento, chi doveva organizzarci, con chemezzi “burocratici” operare?

Cominciammo a riunirci in seduta plenaria, convocatidella Provincia nella Sala dello Zodiaco la stessa che ciaveva visti allievi, per capire chi e cosa eravamo, cosaavremmo potuto fare, cosa avremmo voluto essere; dalconfronto si svilupparono due pensieri: uno sosteneva chel’Amministrazione Pubblica doveva gestire la nostra risorsa,l ’a l t ra che dov evamo co s t i t u i rci in associazione.Nonostante inizialmente caldeggiassi l’idea di essere gesti-sti dall’ Amministrazione Provinciale , sono ben felice diaver modificato il mio pensiero e quindi poter dire “c’eroanch’io” il 2 marzo 1988 dinnanzi al Notaio per costituirel’associazione denominata CORPO GUARDIE ECOLOGICHEG IURATE VO LO N TA RIE . (non è un refuso di stampa, l anostra associazione nacque con questo nome, poi quandofu variato lo statuto per adeguarlo ai dettati della L.R.23/89 assunse l’attuale denominazione).

Il 1988 fu un anno proficuo per noi GEV: ci costituimmoin associazione e furono firmate le prime due convezioni,con il Comune di Casalecchio di Reno e con il Comune diSan Lazzaro di Savena il quale ci assegnò anche una sede.Una sede! Per anni eravamo stati involontari Cuculi per levie del centro città, un angolo negli uffici della PoliziaProvinciale in via Acri, poi in piccionaia presso l’AssessoratoAmbiente in Strada Maggiore; pellegrini nella terra deigessi; senza fissa dimora tra Casalecchio e Zola; confusi tracostellazioni e orto botanico a San Giovanni; inutile sotto-lineare l’indispensabile necessità di avere una sede propria,il luogo nel quale riconoscersi, confrontarsi, discutere e ope-rare. Quando le zone hanno ottenuto un punto di riferi-mento fisso hanno sviluppato una maggiore attività e sonocresciute a tutti i livelli. (ma questa è un’altra storia)

Per i primi anni modulai il mio tempo fra il GruppoSpeleologico Bolognese, che frequentavo ininterrottamen-te dal 1971, e le GEV, poi pian piano dirottai tutto il tempolibero al CPGEV. E’ estremamente gratificante far parte diun’ Associazione che, si può dirlo senza falsa retorica, è natadal nulla: infatti, superati i primi anni di “ gestazione” ‘85-‘90”, e circa altri cinque anni di “metamorfosi”, è cresciutain modo esponenziale portando il numero dei Soci ad unacostante di circa 250-300, con un transito di aspiranti e socidifficilmente quantificabile.Siamo una bella entità eterogenea, che ha molte altre date,oltre a quelle citate, da ricordare ed appuntare nel ruolinodi marcia.Poi si può discutere su tutto e di tutto: che si fa poca vigi-lanza, che i Soci sono poco partecipi, che non siamo riusciti(a parte un ristretto nucleo) a dipingere i nostri colori sullapelle dei Soci in egual misura, ma ci siamo e siamo tanti, enon mi dispiacerebbe POTERCI/VOLERCI incontrare TUTTIper festeggiare i 20 anni della NOSTRA ASSOCIAZIONE.

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IL GUFO nuova serieAnno nono n° 1/2006

Notiziario periodico: Proprietà del CPGEV- Bologna

Responsabile Editoriale: Valerio Minarelli

Responsabile: Mauro Maggiorani

Coordinatori redazionali: E l i s a b e t t aBongiovanni -Massimo Brini

Sede operativa: Villa Ta m b avia della Selva di Pescarola, 26Bologna Tel. Fax 051-6347464

Impaginazione: Massimo BriniRoberto Bugamelli

Hanno Collaborato a questo numero:Abiosi Giuliana - Bozza Pasquale -

Bertoni Paola -Carmalli LorettaGuidotti Romano - Monducci Ti m o t yOrsi A n t o n i o - Tandura Anna- Stefy

Stampa: P F P

Tiratura: 500 copie

Chiuso in fotocomposizione il2 7 / 0 6 / 2 0 0 6

Puoi consegnare personalmente o inviare articoli, foto, ecc. a:

M o n t a g n a

San Lazzaro (Idice)

I m o l a

C a s a l e c c h i o

Bologna e San Giovanni

Sauro Baldi

Loretta Caramalli

Timoty Monducci

Massimo Brini

Elisabetta Bongiovanni

348 0915133

339 4848487

348 1407949

051 573083

340 8689909

l o r e t t a . c a r a m a l l i @ f a s t w e b n e t . i t

t i m o t y. m o n d u c c i @ g e v.bologna.it

[email protected]

e l i s a b e t t a . b o n g i o v a n n i @ g e v. b o l o g n a . i t

E’ gradita la partecipazione di tutte le GEV e deli allievi alla stesura dellarivista con articoli, segnalazioni, foto e quant’altro.

Eventi - Appuntamenti per il prossimo periodo:

Quando Dove Cosa

Sede Gev San Lazzarodi SavenaVia Aldo Moro,1

Sede Gev Casalecchio diReno Via del Fanciullo, 6

Sede Gev San Lazzarodi SavenaVia Aldo Moro,1

Gessi Imolesi, M. Calvo,M. Formiche,Monteveglio, Montovolo

18 Luglio ore 19,30

19 Luglio ore 21,00

19 Luglio ore 21,00

LuglioAgostoSettembre

Cena Sociale CPGEV- Torneo di Briscola

Riunione Mensile GEV - Zona Casalecchio di Reno

Riunione Mensile GEV - Zona San Lazzaro

Antincendio Boschivo

Chiedi al CPGEV !

D – Vorrei sapere dal Gufo se è possibiledonare il proprio 5x1000 anche al CPGEV...

R – Certo! Infatti il CPGEV Bologna è iscritto nell'elenco delle associazioni

di volontariato senza scopo di lucro, di conseguenzasi è riusciti a rientrare tra le associazioni che posso-no usufruire di questa novità. Basta scrivere il codi-ce fiscale del CPGEV 92018150372 nel quadro dedi-cato alle Organizzazioni Non Lucrative ONLUS eporre la propria firma nell'apposito spazio. Il Gufo viricorda che per il contribuente non cambia nulla: il5 x 1000 viene detratto dal totale delle imposte.

Ciao dal Gufo! - E-mail: [email protected]

IL GUFO


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