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GUIDA DOCENTI - Io e Te alla pari · di genere e mostrano che siamo padroni della nostra unicità....

Date post: 17-Aug-2020
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GUIDA DOCENTI Progetto realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità Partner Con il contributo della Polizia di Stato
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GUIDA DOCENTI

Progetto realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri,

Dipartimento per le Pari Opportunità

PartnerCon il contributo della Polizia di Stato

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INDICE

Lettera di benvenuto

Strumenti e approccio in classe

SEZIONE IILa violenza di genere

Introduzione alla tematica Cosa dice la Convenzione di IstanbulCos’è la violenza contro le donne?Glossario: femminicidio

Attività per bambini e bambine

Attività per ragazze e ragazzi

SEZIONE IIIUso consapevole dei social network e del linguaggio

Introduzione alla tematica Uso del linguaggio non sessita online e offlineGlossario: hate speech

Attività per bambine e bambini

Attività per ragazzi e ragazze

SEZIONE IRispetto delle diversità oltre gli stereotipi

Introduzione alla tematica Cosa dice la Convenzione di IstanbulGli stereotipi, cosa sono?Glossario: rispetto

Attività per bambine e bambini

Attività per ragazzi e ragazze

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Campagna educativa promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità “Social Network passione femminile: come difendersi dalla violenza di genere soprattutto cibernetica”

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Gentile Docente,

tra le forme di violenza e discriminazione, quella contro le

donne e i soggetti più deboli è tra le più diffuse al mondo.

Per sconfiggere la cultura della violenza è necessario

sviluppare una capacità critica e diffondere una cultura

basata sul rispetto dell’altro. Per farlo crediamo che i due

attori principali siano la famiglia e la scuola.

Il progetto Io e Te alla pari. Nella vita e sul web si rivolge alle

scuole di ogni ordine e grado per sensibilizzare e rendere

consapevoli le studentesse e gli studenti, e anche le famiglie,

sui temi espressi dalla Convenzione di Istanbul e riguardanti

la violenza di genere con particolare attenzione alla sua

pratica tramite gli strumenti di comunicazione digitale.

La finalità è la sensibilizzazione e l’adozione di

comportamenti che, superando ignoranza e diffidenza,

promuovano la parità tra femmine e maschi e contrastino

così la diffusione di ogni forma di violenza di genere.

Per far questo, il progetto intende coinvolgere in modo

attivo bambine e bambini, ragazze e ragazzi nei luoghi

dove avviene la loro crescita e formazione, a scuola, a casa,

in biblioteca, e fornire ai docenti informazioni, indicazioni

e strumenti di supporto per sviluppare il percorso educativo

in classe.

Buon lavoro!

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SCUOLA PRIMARIA

E SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Il kit didatticoUno ogni due classi, contenente:

• Guida per il docente

• 2 poster per sintetizzare il percorso educativo proposto e i temi del progetto

• 50 vademecum per le famiglie in italiano e 4 lingue straniere (rumeno, spagnolo, francese e arabo)

SCUOLA SECONDARIA

DI SECONDO GRADO

La web serieDa guardare sul sito di progetto. 10 puntate in italiano e 4 lingue straniere (rumeno, spagnolo, francese e arabo) della durata di circa 3 minuti ciascuna per coinvolgere le ragazze e i ragazzi sui temi del progetto.

I seminari di approfondimento della Polizia PostaleOgni seminario si svilupperà su un tema specifico relativo a: gestione della propria privacy sui social network, utilizzo consapevole e sicuro della Rete, rispetto delle differenze di genere con particolare attenzione ai casi di violenza già trattati dalla Polizia Postale.

Approccio metodologico in classe

Gli stereotipi sui ruoli di genere sono generalizzazioni semplicistiche su quello che vuol dire essere donne e uomini in una società.

Qualche esempio? Credere che le donne siano per natura più emotive e gli uomini più razionali. Che le donne nascano più brave nei mestieri della cura e gli uomini più adatti a ruoli di potere sul lavoro. Gli stereotipi che attribuiscono caratteristiche tipiche a maschi e femmine e la disparità tra sessi all’interno della società concorrono a generare il fenomeno della violenza di genere. Come rompere il ghiaccio e affrontare questo delicato argomento in classe? È importante partire dal superamento dello stereotipo per contrastare la tendenza al pregiudizio. In questo senso ci aiutano le metodologie attive che mobilitano il fare, la collaborazione, la metacognizione, il decentramento, come indicato dalla psicologa Nadia Muscialini nel libro Di pari passo. Una pedagogia della differenza che spinge a porsi domande, a provare a mettersi nei panni degli altri, a comprendersi diversi per considerarsi pari: “sei diverso da me e per questo sto bene con te”.

L’approccio pedagogico alle pari opportunità considera infatti la dimensione cognitiva e quella affettiva come componenti complementari irrinunciabili per

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Strumenti e approccio in classe

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Disposizioni internazionali

La Convenzione di Istanbul è il più importante trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro legale completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. La Convenzione di Istanbul caratterizza la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. Il presupposto principale per eliminare la violenza attuata a danno delle donne è promuovere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini, poiché la violenza sulle donne ha profonde radici nella disparità tra i sessi all’interno della società ed è portata avanti da una cultura che tollera e giustifica la violenza di genere e non la riconosce come un problema.

La Convenzione di Istanbul esplicita inoltre che le disposizioni in materia debbano essere garantite “senza alcuna discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sulla razza, sul colore, sulla lingua, sulla religione, sulle opinioni politiche o di qualsiasi altro tipo, sull’origine nazionale o sociale, sull’appartenenza a una minoranza nazionale, sul censo, sulla nascita, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere, sull’età, sulle condizioni di salute, sulla disabilità, sullo status matrimoniale, sullo status di migrante o di rifugiato o su qualunque altra condizione”.

Prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire penalmente i loro aggressori sono i punti principali della Convenzione di Istanbul. Il testo mira inoltre a educare le persone, esortando tutti i membri della società, e in particolare gli uomini e i ragazzi, ad avere l’atteggiamento corretto. Con l’obiettivo di tolleranza zero verso questo tipo di violenza, rappresenta un significativo impegno per una più ampia sensibilizzazione al problema e per rendere più sicura la vita delle donne all’interno e all’esterno dei confini europei.

accompagnare bambine e bambini, ragazze e ragazzi a comprendere l’altro e relazionarsi in maniera positiva.

La tecnica dello spiazzamento e del decentramento aiutano a contrastare le resistenze e a rompere il ghiaccio proponendo nuovi punti di vista. Grazie all’immedesimazione sono favorite le connessioni emotive in grado di oltrepassare le rigidità indotte dagli stereotipi e dai pregiudizi su entrambi i fronti, cognitivo e affettivo.Oltre ad attività individuali, sono il lavoro di gruppo, la cooperazione e la discussione a favorire il confronto e la mediazione. Partire dal racconto e dalla discussione del vissuto dalle studentesse e degli studenti favorisce il coinvolgimento e la volontà di mettersi in gioco.

Convenzione

di Istanbul

Data

7 aprile 2011

Nel tempo firmata da

46 firmatari e tutti gli Stati

dell’Unione europea

Data ratifica in Italia

Legge n.93 del 2013

Obiettivi

protezione, prevenzione e sostegno

delle vittime, perseguimento dei colpevoli

Luogo

Istanbul

• 5

Venite a trovarci!

www.ioeteallapari.it

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Rispetto delle diversità oltre gli stereotipi

“Non esistono qualità maschili e qualità femminili, ma solo qualità umane.”

— E

lena

Gia

nini

Bel

otti

Io e te abbiamo le stesse opportunità, siamo diversi e insieme arricchiamo il mondo.

SEZIONE I

6 • Sezione I

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Il tema delle pari opportunità e del rispetto delle diversità è fondamentale per la crescita culturale delle persone e delle organizzazioni, come evidenziato da diversi organismi internazionali e dall’Unione europea. Tradurre questo principio in comportamenti non è però così scontato: è necessario approfondire come queste tematiche interferiscano nella vita di tutti i giorni a causa di stereotipi e pregiudizi. Il tema delle pari opportunità e del rispetto delle diversità riguarda tutte le discipline e mette le basi dei valori fondamentali a formare individui consapevoli della propria identità, aperti al confronto positivo con l’altro, coscienti dei propri diritti e doveri come donne, uomini, essere umani.

Cosa dice la Convenzione di IstanbulIl Piano d’azione straordinario fa specifico riferimento alle azioni da intraprendere per prevenire il fenomeno della violenza contro le donne utilizzando come strumenti primari l’informazione e la sensibilizzazione della collettività, rafforzando la consapevolezza e la cultura degli uomini e dei giovani. Nel report esplicativo della Convenzione di Istanbul si chiarisce inoltre che “le disposizioni sono esplicitamente garantite senza alcuna discriminazione sull’identità di genere, e quindi a tutte le persone transgender o transessuali, cross-dresser, travestiti e altri gruppi di persone che non corrispondono a ciò che la società ha stabilito come appartenenti a categorie ‘maschili’ o ‘femminili’ ”.

Gli stereotipi, cosa sono?Gli stereotipi sono il nucleo cognitivo dei pregiudizi: immagini generalizzate che banalizzano la complessa ricchezza del pensiero e appiattiscono le specificità e l’identità delle persone. Stereotipi e modelli familiari, ambientali e sociali aprono ai giudizi superficiali e condizionano le relazioni interpersonali, anche quelle tra uomini e donne.

Glossario

Rispetto delle diversità oltre gli stereotipi • 7

Rispetto /ri·spèt·to/ Sentimento che porta a riconoscere i diritti, il decoro, la dignità e la personalità stessa di qualcuno, e quindi ad astenersi da ogni manifestazione che possa offenderli. Nelle relazioni umane bisogna considerare che ogni persona ha un diverso senso della distanza da tenere. Esercitare il rispetto significa capire quale distanza fisica ed emotiva mantenere con ognuno.

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Giochiamo con le fiabe

Spesso siamo condizionati dagli stereotipi anche senza rendercene conto, e così anche le bambine e i bambini. Per imparare a guardare da vari punti di vista, identificarsi in diversi ruoli e decentrarsi, si può giocare con le fiabe. Partiamo da una favola nota come Cappuccetto rosso o I tre porcellini e immaginiamoli rispettivamente al maschile e al femminile, cambiamo il finale, inventiamo nuove caratteristiche dei personaggi, troviamo altre soluzioni originali ai conflitti, immaginiamo la storia ai giorni nostri: come si trasformano gli ambienti, gli oggetti, le relazioni? Lasciamo libero spazio alla fantasia e al confronto.

Obiettivo: allenare la mente a cambiare prospettiva.

Attività per bambine e bambiniIl memory dei mestieri

Stimoliamo la riflessione sugli stereotipi di genere relativi alle professioni. Ci sono mestieri che riteniamo più adatti agli uomini che alle donne? Perché? E le bambine e i bambini cosa vorrebbero fare da grandi? Sfatiamo i luoghi comuni riportando l’esempio di Mulan: l’eroina del cartone è una delle poche protagoniste Disney a non avere un uomo, a non cercare il principe azzurro e a non sposarsi nel pur lieto finale. Il suo obiettivo è piuttosto quello di combattere per il suo Paese. Ci riuscirà salvando la Cina dall’invasione degli Unni! Dopo queste suggestioni realizziamo insieme un memory speciale in cui ritrovare le coppie degli stessi mestieri, al maschile e al femminile: manager/manager, maestra/maestro, pompiere/pompiera, cuoca/cuoco, batterista/batterista, etc.

Obiettivo: ampliare la visione sui ruoli di uomini e donne per superare gli stereotipi di genere.

SEZIONE I

8 • Sezione I

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Darsi una mano

Distribuiamo un foglietto e una penna e chiediamo di disegnare il contorno della propria mano. Facciamo piegare i foglietti e mettiamoli tutti dentro una scatola. Mischiamo e facciamo pescare a ognuno a caso. Quando tutti avranno ricevuto un foglio possiamo far partire la ricerca: trovare il legittimo proprietario della mano e ritrovare la propria. Facciamo passeggiare per l’aula tutti contemporaneamente. Il gioco termina quando ognuno avrà ritrovato la sua mano.

Obiettivo: riconoscere l’unicità di ognuno e collaborare per un obiettivo comune.

Storie per approfondire

Un romanzo che mostra quanto sia difficile scegliere ciò che si vuole diventare quando tutti ti dicono chi sei.

Filastrocche che sfatano i miti sui ruoli di genere e mostrano che siamo padroni della nostra unicità.

Silent book che mostra gli stereotipi dei ruoli di mamma e papà e il loro superamento.

Bianca PitzornoExtraterrestre alla pari2003

Anna ScarfattiQuante tante donne2008

Madalena MatosoEt pourquoi pas toi?2011

Rispetto delle diversità oltre gli stereotipi • 9

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Attività per ragazzi e ragazze

News di genere

Invitiamo i ragazzi e le ragazze a raccogliere e separare le news che riguardano gli uomini da quelle che riguardano le donne, su magazine, quotidiani, blog e social network. Che differenze notiamo? Le ragazze si sentono rappresentate e capite? I ragazzi cosa ne pensano? Analizziamo insieme gli stereotipi emersi.

Obiettivo: ragionare sul proprio vissuto e su quello veicolato dai media e dai social network.

Storie per approfondire

La storia vera della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson che collaborò con la NASA, nonostante pregiudizi di ogni genere.

La storia vera del ballerino Philip Mosley e della sua battaglia per riuscire a praticare il suo talento.

Un libro che affronta l’ossessione del corpo e della bellezza come ideale di perfezione e sopravvivenza femminile.

Il diritto di contare2016

Billy Elliot 2000

Louise O’NeillSolo per sempre tua2016

SEZIONE I

10 • Sezione I

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Persone uguali e diverse

Dividiamo la classe in due gruppi: da una parte le femmine e dall’altra i maschi. Chiediamo a loro volta, sia alle femmine che ai maschi di dividersi in coppie, meglio se di due che non si conoscono tanto bene. Ogni coppia deve compilare una tabella in cui elencare da una parte “in che cosa siamo uguali” e dall’altra “in che cosa siamo diversi”. Quando tutti avranno terminato, ogni coppia leggerà la propria tabella alla classe. Poi ciascuna coppia si unirà a un’altra coppia per formare un gruppetto e dovrà compilare, nella nuova formazione, una tabella simile elencando in che cosa sono tutti uguali e in che cosa sono tutti diversi. Procediamo così, aumentando a poco a poco il numero delle persone nei gruppi, fino ad arrivare a un unico grande gruppo che compila la tabella insieme.

Obiettivo: riflettere sull’ugualianza e la diversità, mettendo in evidenza i valori positivi di entrambi.

Eroine di ieri e di oggi

Invitiamo le studentesse e gli studenti a elencare personaggi femminili storici e attuali che rappresentano per loro dei modelli. Presentiamo alcune delle donne più celebri della storia: Cleopatra imperatrice d’Egitto, l’eroina francese Giovanna d’Arco, Marie Curie prima grande scienziata della storia, Maria Callas celebre diva della lirica, ma anche personaggi contemporanei famosi come Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana nello spazio e la campionessa di tennis Serena Williams. Insieme, analizziamo i perché delle scelte: creatività, trasgressività, moralità?

Obiettivo: mettere a confronto le motivazioni o gli eventuali stereotipi legati alle donne, e mostrare dove gli stereotipi non si applicano.

Rispetto delle diversità oltre gli stereotipi • 11

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La violenza di genere

“La violenza contro le donne è la manifestazione di una disparità storica nei rapporti di forza tra uomo e donna, che ha portato al dominio dell’uomo sulle donne e alla discriminazione contro di loro, e ha impedito un vero progresso nella condizione delle donne…”

Declaration on the elimination of violence against women, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 1993

SEZIONE II

Io e te possiamo conoscerci e confrontarci con rispetto e senza pregiudizi.

12 • Sezione II

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Le donne sono fra i soggetti più vulnerabili alla violazione dei diritti umani, in casa, al lavoro o nelle situazioni di conflitto e povertà. Ci sono vari tipi di violenza, dalla violenza fisica a quella psicologica a quella sessuale. È importante analizzare i comportamenti che possono portare a situazioni di pericolo e mostrare come atteggiamenti comunemente accettati da bambine, bambini, ragazze e ragazzi in realtà siano vere e proprie forme di sopraffazione.

Cosa dice la Convenzione di IstanbulSecondo quanto scritto nel Preambolo della Convenzione di Istanbul, gli Stati membri del Consiglio d’Europa e gli altri firmatari della Convenzione nel redigerla sottoscrivono alcune posizioni riguardo a cosa si intenda per violenza di genere e in che termini debba essere considerata.

Gli Stati condannano ogni forma di violenza sulle donne e la violenza domestica e:

1. Riconoscono che “il raggiungimento dell’uguaglianza di genere de iure e de facto è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne”.

2. Riconoscono con profonda preoccupazione che “le donne e le ragazze sono spesso esposte a gravi forme di violenza, tra cui la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosiddetto “onore” e le mutilazioni genitali femminili, che costituiscono una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze e il principale ostacolo al raggiungimento della parità tra i sessi”.

3. Riconoscono che “le donne e le ragazze sono maggiormente esposte al rischio di subire violenza di genere rispetto agli uomini”.

Cos’è la violenza contro le donne?Secondo l’art. 3 della Convenzione di Istanbul è “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella sfera pubblica che nella sfera privata”.

Glossario

La violenza di genere • 13

Femminicidio /fem·mi·ni·cì·dio/ Neologismo che indica qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte.

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Il cruciverba della gentilezza

Risolviamo il cruciverba tutti insieme in classe e scopriamo le parole della gentilezza.

ORIZZONTALI3. Lo diciamo per ringraziare6. Per salutarsi in simpatia7. Fa rima con “bontà”9. Da dire quando si sbaglia10. Parole magiche per

chiedere qualcosa11. Per accogliere una nuova

compagna in classe

VERTICALI1. Non da soli2. L’affetto in tre parole4. La tua finisce dove inizia

quella degli altri5. Dare una mano8. Un caro gesto di affetto12. Chi non ci farebbe mai

del male

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Attività per bambini e bambine

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SEZIONE II

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Certe parole fanno la differenza

Dopo aver fatto il cruciverba della gentilezza realizziamo un dizionario speciale, tutto di parole gentili, accoglienti, d’affetto; poi spieghiamole e contestualizziamole con disegni e colori.

Obiettivo: educare alla gentilezza attraverso le parole.

Storie per approfondire

La storia vera di Malala Yousafzai, la ragazza pakistana minacciata e ferita per aver lottato contro le violenze subite dalle bambine da parte dei talebani.

Una breve raccolta di fiabe tradizionali con il finale rivisitato, per dimostrare che il futuro di ogni bambina o bambino non è già deciso.

La storia illustrata di una bambina che trova il coraggio di imporsi e prendere delle decisioni per la sua istruzione.

Viviana MazzaLa storia di Malala raccontata ai bambini2014

Lorenzo Naia e Roberta RossettiFiabe in rosso2015

Fulvia Degl’Innocenti e Anna ForlatiIo sono Adila2015

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Che emoji!

Per confrontarsi sulle emozioni stampiamo diverse emoji su dei cartoncini e realizziamo delle carte. Invitiamo i bambini e le bambine a turno a pescarne una, e chiediamo di quale emozione si tratta e quando e perché l’ha provata. Si scoprono così caratteristiche individuali ma anche esperienze simili, comportamenti degli altri che ci fanno essere felici o tristi: differenze e analogie che ci rendono diversi e uguali.

Obiettivo: conoscere e riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri.

La violenza di genere • 15

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Quali forme di sopraffazione?

I tipi di violenza sulle donne, individuati e analizzati nella Convenzione di Istanbul includono: violenza fisica, psicologica, sessuale, economica e sulla proprietà, atti persecutori e stalking, esclusione passiva, violenza domestica. Nel mondo inoltre molte donne subiscono queste e altre forme di discriminazione e violenza come: mancato accesso all’istruzione, matrimonio forzato, mutilazioni genitali, stiratura del seno, mancata assistenza in gravidanza, infanticidio femminile. Invitiamo la classe a riflettere sulle diverse forme di violenza e, divisi in gruppo, a fare una ricerca sui più recenti casi di violenza di genere nel mondo. Infine chiediamo di fare una presentazione e un’analisi di quanto trovato e discutiamone insieme.

Obiettivo: sensibilizzare alle varie forme di violenza di genere in Italia e nel mondo.

Attività per ragazze e ragazziSì all’amore, no alla violenza

Dividiamo la classe in gruppi e chiediamo di definire cos’è l’amore. Per i più grandi è possibile introdurre il celebre libro di Platone “Il Simposio” per creare l’atmosfera di riflessione e condivisione che c’era tra i filosofi sull’argomento. Scriviamo quello che pensano su un foglio, e leggiamoli uno dopo l’altro per stimolare una discussione. Insieme cerchiamo di analizzare e sfatare alcuni miti sull’amore. Cosa ne pensano di: “l’amore è tutto”, “quando si ama si soffre”, “l’amore supera ogni ostacolo”. Passiamo ora a sfatare miti sulla violenza positiva: hanno mai sentito queste frasi? Sono giuste o sbagliate? Perché? “L’ho picchiata per gelosia”, “Per amore si può forzare l’altra persona a fare cose che non vuole”, “L’ho picchiata perché mi ha provocato”, etc.

Obiettivo: superare i falsi miti sull’amore e la violenza legata all’amore.

Storie per approfondire

23 scrittrici raccontano la violenza contro le donne, storie vere, davanti alle quali è impossibile non farsi delle domande e forse darsi delle risposte.

Quando viene arrestato per il femminicidio di Stella, Cesare ha 15 anni. Rabbia e dolore, certezze e rimorsi, si mescolano in un diario che dà conto di tutto quello che Cesare ha costruito e poi distrutto.

La storia di tre ragazze che vivono insieme a Tel Aviv divise tra due culture: la loro libertà di amare, di lavorare e di studiare rischia ogni giorno di perdere di significato per il solo fatto di essere donne. > SI CONSIGLIA LA VISIONE CON UNA PERSONA ADULTA

Autrici varieChiamarlo amore non si può2013

Antonio FerraraMia2015

Libere, disobbedienti, innamorate2016

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SEZIONE II

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Non sono soltanto parole

Guardiamo il monologo di Paola Cortellesi che legge il testo di Stefano Bartezzaghi ai David di Donatello 2018, sul canale YouTube della Rai, e discutiamo insieme. Anche le parole hanno il loro peso perché traducono il nostro pensiero e sono esse stesse violente. Riflettiamo su queste discriminazioni linguistiche: un cortigiano/una cortigiana, un massaggiatore/una massaggiatrice, un uomo di strada/una donna di strada, un uomo disponibile/una donna disponibile, un passeggiatore/una passeggiatrice, un uomo con un passato/una donna con un passato, uno squillo/una squillo, un uomo di mondo/una donna di mondo, uno che batte/una che batte, un uomo che ha un protettore/una donna che ha un protettore, un buon uomo/una buona donna, un uomo allegro/una donna allegra, un gatto morto/una gatta morta, uno zoccolo/una zoccola, etc.

https://goo.gl/6nRhkM

Obiettivo: riflettere sul lessico che discrimina e sui pericoli che si nascondono nel linguaggio.

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Nell’era digitale, la violenza si verifica anche in Rete e le donne sono le principali vittime del “discorso d’odio”, come dimostrato dal fenomeno degli haters su Facebook, dove spesso vengono postati insulti sessisti e volgari.

È importante insegnare durante l’infanzia e l’adolescenza come comportarsi e comunicare in una relazione affettiva o amicale, educare alla qualità dei rapporti interpersonali e al rispetto di tutte le persone.

SEZIONE III

Io e te ci rispettiamo anche in Rete.

Uso consapevole dei social network e del linguaggio

18 • Sezione III

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Uso del linguaggio non sessita online e offlinePer evitare di riprodurre nella lingua il pensiero sessista, preferire le espressioni:

Anche sul web ci sono delle regole da rispettare per la propria

sicurezza e quella degli altri, ma anche per capirsi senza essere

prepotenti.

> In generale, in Rete valgono le stesse regole che garantiscono una buona convivenza nella vita di tutti i giorni: è necessario rispettare la privacy degli altri e mantenere riservate le comunicazioni personali. È bene ricordare che le immagini di minori di 18 anni possono essere condivise solo con il consenso di entrambi i genitori.

> Non esporsi a rischi e quindi non condividere informazioni personali, contenuti imbarazzanti propri o di altri, non dare confidenza a persone mai conosciute nella realtà: sul web le informazioni non si cancellano anzi si diffondono, per esempio sui social network.

> Praticare sempre la gentilezza, per esempio non scrivere in MAIUSCOLO perché equivale a urlare. La netiquette, cioè il complesso di regole di comportamento online volte a favorire il reciproco rispetto tra gli utenti, è molto importante.

SÌI DIRITTI UMANI

SORELLE E FRATELLI

AMMINISTRATRICE, DIRETTRICE, SENATRICE,

ARCHITETTA

LA MANAGER

LA GIUDICE

LA VIGILE

LA SINDACA

LE BAMBINE E I BAMBINI

LE RAGAZZE E I RAGAZZI

LE PERSONE ANZIANE

NOI DIRITTI DELL’UOMO

I FRATELLI (PER INDICARE MASCHI E FEMMINE)

AMMINISTRATORE, DIRETTORE, SENATORE (SE RIFERITO A UNA DONNA)

ARCHITETTO(SE RIFERITO A UNA DONNA)

IL MANAGER(SE RIFERITO A UNA DONNA)

IL GIUDICE(SE RIFERITO A UNA DONNA)

LA VIGILESSA

IL SINDACO

I BAMBINI(PER INDICARE MASCHI E FEMMINE)

I RAGAZZI (PER INDICARE MASCHI E FEMMINE)

GLI ANZIANI (PER INDICARE MASCHI E FEMMINE)

Glossario

Hate speech /heɪt·spiːtʃ/ Nell’àmbito dei nuovi media e di Internet, espressione di odio e incitamento all’odio di tipo razzista, tramite discorsi, slogan e insulti violenti, rivolti contro individui, specialmente se noti o famosi, o intere fasce di popolazione (stranieri e immigrati, donne, persone di colore, omosessuali, credenti di altre religioni, disabili, ecc.).

Queste indicazioni fanno parte delle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana a cura di Alma Sabatini per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna, del 1987. Alcune declinazioni possono sembrare “strane”, in molti casi il termine nuovo non viene accettato, ma è proprio la mancanza di un termine a generare scorretteoza e dissonanze. Con le parole del linguista Bruno Migliorini: “Un termine nuovo viene spesso giudicato “brutto”, solo in quanto è nuovo, urta cioè contro ciò che viene considerato puro, in continuità, della tradizione”.

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Questo sì questo no

“Condivisione” è una parola speciale che ci mette in relazione con gli altri sia nella vita sia sul web. Pensiamo con i bambini e le bambine a cosa si può condividere: un’emozione, un momento speciale, un’idea, anche un pezzo di torta o una merenda. Scriviamo su un foglio un elenco di cose che condividiamo volentieri con gli amici e le amiche, ma che non condivideremmo con degli sconosciuti. Si tratta di definire i propri confini, pensando al rispetto nei confronti di se stessi. Ora facciamo lo stesso esercizio scrivendo cosa condivideremmo di un’altra persona con le amiche e gli amici, o con degli sconosciuti. Cosa cambia? Rispetto a cosa sarebbe il caso di fermarsi prima di condividere troppo? Infine divertiamoci a creare acrostici e a inventare rime e filastrocche per ricordarci cosa è bello condividere e cosa è bene tenere riservato.

Obiettivo: comprendere che la propria libertà termina dove inizia quella degli altri.

CONDIVISIONE

apacità

ecessitàimpegnarsieramentensiemeenzangiustizieperandoell’ntusiasmo

Attività per bambine e bambini

Le regole che fanno stare bene

Si può giocare senza regole? Discutiamo con le bambine e i bambini: le regole hanno lo scopo di permettere non di proibire. Invitiamoli a ricercare nella quotidianità le situazioni dove le regole permettono di vivere insieme in armonia e di rispettarsi a vicenda: le regole del gioco, della vita in classe, della strada etc. E sul web quali sono le regole per stare bene con gli altri? Divertiamoci a scrivere decaloghi delle buone abitudini nella vita e in Rete.

Obiettivo: condividere le regole per vivere insieme.

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SEZIONE III

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Parole per amare

Leggiamo in classe questa poesia di Gianni Rodari e scriviamo le parole più belle da usare.

Abbiamo parole per vendere, parole per comprare, parole per fare parole. Andiamo a cercare insieme le parole per pensare. Abbiamo parole per fingere, parole per ferire, parole per fare il solletico. Andiamo a cercare insieme le parole per amare. Abbiamo parole per piangere, parole per tacere, parole per fare rumore. Andiamo a cercare insieme le parole per parlare.

Gianni Rodari

Obiettivo: riflettere sull’uso delle parole e il loro significato.

Storie per approfondire

Un’esortazione civile alla scelta responsabile delle parole che si usano, all’ascolto, alla discussione.

Un romanzo giallo dove il mondo della Rete e dei videogiochi online fa da sfondo a un mistero.

Questo libro trasforma lo smartphone in un alleato dell’immaginazione per educare all’uso creativo della tecnologia contro l’uso passivo.

Autori VariParole ostili. 10 racconti2017

Georgia Manzi#NellaRete2017

Daniela BassiNo APP2018

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Tavola rotonda sul cyberbullismo

Chiediamo ai ragazzi e alle ragazze se hanno mai scritto su Facebook o su un altro social network cose di cui poi si sono pentiti e quali conseguenze hanno avuto. Aiutiamoli a comprendere che a volte le situazioni possono essere fatali, come nel caso del cyberbullismo. In Rete ciò che viene condiviso si diffonde senza controllo. Hanno letto sui giornali dei casi più tragici? Condividiamo le conoscenze per aprire un dialogo su questa tematica così delicata.

Obiettivo: sensibilizzare ai rischi dei social network per un uso corretto del web.

Attività per ragazzi e ragazzeManifesto per la conoscenza e la diffusione delle pari opportunità

Introduciamo la riflessione sull’uso dei social network e dei rischi connessi. Ecco alcune domande da fare:

• Cosa rappresentano per voi i social network? • Quanto è importante avere una reputazione,

esistere, dentro i social network?• Quanta invidia cresce all’interno dei social

network?• Siete d’accordo che sui social network i

problemi non si toccano, ma ci si limita a osservarli e a giudicarli?

Poi invitiamo gli studenti e le studentesse a realizzare un Manifesto delle pari opportunità con 10/12 princìpi da rispettare e condividere, anche sui social network, con l’hashtag #ManifestoAllaPari!

Obiettivo: collaborare nella creazione delle regole per la propria sicurezza e quella degli altri.

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Storie per approfondire

Serie televisiva statunitense creata da Brian Yorkey basata sul romanzo Tredici di Jay Asher. La storia ruota attorno alle vicende che seguono il suicidio dell’adolescente Hannah Baker, la quale ha registrato i tredici motivi che l’hanno spinta a suicidarsi. > SI CONSIGLIA LA VISIONE CON UNA PERSONA ADULTA

Tre storie che indagano sul peso di Internet e della connessione continua nella vita quotidiana di alcune persone. > SI CONSIGLIA LA VISIONE CON UNA PERSONA ADULTA

Quanto è lecito condividere online? E la realtà può essere manipolata? Sono domande che ci poniamo ogni giorno e che la protagonista di questo libro affronta con determinazione.

Tredici (13 Reasons Why) 2017

Disconnect2012

Corrie WangCyber bugie2017

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Wall dell’amicizia

Che si verifichino online o dal vivo, le prepotenze più comuni tra compagni e compagne consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti, derisione per l’aspetto fisico o il modo di parlare, diffamazione, esclusione per le proprie opinioni; ma anche aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni. Le conseguenze di questi atteggiamenti sono pericolose, hanno ripercussioni sulla vita e la psicologia delle vittime e di frequente portano a gesti sconsiderati. Per combattere il bullismo e il cyberbullismo stampiamo delle foto che rappresentano l’amicizia e aggiungiamo una breve didascalia, proprio come su Instagram o Facebook. Poi appendiamole in classe su un muro dedicato.

Obiettivo: sensibilizzare ai pericoli del cyberbullismo.

La web serie di 10 puntate che illustra comportamenti e pericoli del mondo digitale.

Il protagonista è un giovane che affronta i più importanti temi relativi alla sicurezza online, raccogliendo di volta in volta le confessioni di ragazze e ragazzi esposti alle violenze e mostrando le ingiustizie subite, che hanno nella discriminazione di genere il loro lato più sensibile. Le sue intuizioni e i suoi suggerimenti riescono spesso a risolvere le intricate vicende umane in un susseguirsi di azioni, drammi, pentimenti e a volte finali lieti.

Le storie si ispirano a casi realmente accaduti.

NON È SOLO UN GIOCOSCOPRIAMO DI PIÙ CON LA WEB SERIE

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Centro Coordinamento Io e Te alla pari [email protected] 800 91 91 90


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