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Guida pratica a cura di e di riferimento Cristiano ... · arrivare presso le strutture mediche...

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Guida pratica e di riferimento per il negoziante a cura di Cristiano Papeschi 3
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Page 1: Guida pratica a cura di e di riferimento Cristiano ... · arrivare presso le strutture mediche conigli di taglia medio-grande (dai 2 kg in su) detenuti come animali da compagnia,

Guida pratica e di riferimentoper il negoziante

a cura di Cristiano Papeschi

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Il coniglio,

simpatico lagomorfo

sempre più diffuso

I piccoli mammiferi non convenzionali sono, ormai da diversi anni, molto diffusi

nelle case degli italiani e sempre più spesso vengono preferiti, per varie ragioni, ai

più comuni cani e gatti. Pensare però che “piccolo” significhi “meno impegnativo”

è un’idea sbagliata, che va assolutamente eliminata dall’immaginario comune.

Il negoziante, al momento dell’acquisto da parte del cliente, è spesso chiamato a

dipanare i primi dubbi sulla gestione di queste piccole specie e saper rispondere

con competenza ai quesiti più comuni è fondamentale per garantire un rapporto

duraturo, una collaborazione che non si limiti alla sola cessione dell’animale, ma

che possa protrarsi nel tempo attraverso la vendita di alimenti, lettiera, accessori e

tutto quel che serve per il suo mantenimento.

I NAC - gli Animali Non Convenzionali - sono tanti e molto diversi tra loro. Con que-

sta guida, che non vuole sostituirsi né all’esperienza personale né alla figura del

veterinario (che rimane sempre il punto di riferimento per la salute animale), voglia-

mo affrontare alcune delle principali problematiche del coniglio da compagnia.

Perché abbiamo scelto proprio questa specie? La risposta è semplice: perché è

senza dubbio il piccolo mammifero più diffuso dopo il cane e il gatto. Si conta infatti

che, attualmente, nel nostro Paese oltre due milioni di conigli siano detenuti come

pet, e crediamo che questo dato giustifichi la necessità di discutere alcuni aspetti,

spesso trascurati o poco considerati, che riguardano questi simpatici lagomorfi.

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Sommario 4 Consigli pratici sulla scelta del coniglio e sulla sua sistemazione in negozio

8 Manipolare e contenere correttamente il coniglio

12 La cura del corpo: il più delle volte basta un po’ di attenzione

16 I denti e il dentista

20 Le urine del coniglio: perché sono così particolari?

24 Il comportamento del coniglio: intervista alla Dr.ssa Marzia Possenti

28 Il coniglio e la digestione

32 L’alimentazione del coniglio: attenzione agli errori

36 Le malattie virali e l’importanza della vaccinazione

39 Parassiti interni ed esterni: come comportarsi

43 Il coniglio e la sfera riproduttiva

Dr.ssa Linda Sartini. È laureata in Medicina Veterinaria pressol’Università di Pisa dove ha conseguito anche la specializzazione in Ispezione degliAlimenti di Origine Animale, focalizzando la sua attenzione sulla microbiologia, conparticolare riferimento alla batteriologia e all’antibiotico-resistenza. Sin dalla laureasi è occupata di medicina e chirurgia dei piccoli animali e dedica buona parte dellasua attività professionale alla cura degli animali non convenzionali. Attualmentecollabora con una Clinica Veterinaria di Viterbo ed è autrice di numerosi articoli diformazione continua in campo medico-veterinario, la maggior parte dei quali ine-renti gli animali “esotici” (piccoli mammiferi, rettili e anfibi), e di relazioni e posterpresentati a eventi nazionali e internazionali.

Dr. Cristiano Papeschi. È laureato in Medicina Veterinariapresso l’Università di Pisa con una tesi sperimentale sulla parassitologia del coniglio- pubblicata sulla rivista di carattere internazionale World Rabbit Science - e specia-lizzato in Patologia del Coniglio, degli Avicoli e della Selvaggina presso l’Università diNapoli. Già da studente universitario il suo interesse si è orientato verso le specienon convenzionali (in particolare lagomorfi, roditori, anfibi e rettili) e una volta laureatoha continuato a seguire questa sua passione. Attualmente è il coordinatore delGruppo di Studio sugli Animali Non Convenzionali di AIVPA (Associazione Italiana

Veterinari per Piccoli Animali) e membro del consiglio direttivo della stessa Associazione Scienti-fica, con la quale organizza eventi formativi e convegni aventi come obiettivo l’approfondimentodella clinica e della chirurgia dei NAC. È anche socio della SIVAE (Società Italiana Veterinari perAnimali Esotici) e dell’Unisvet (Unione Italiana Società Veterinarie). Ha tenuto numerose lezioni eseminari presso le Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Napoli, della Tuscia e di Came-rino, è membro del Comitato Scientifico del Master in Ornitologia Veterinaria dell’Università di Tori-no, di Vetpedia (per gli animali non convenzionali) e di AIVPA Journal, del quale è recentementestato nominato direttore scientifico. Collabora con numerose riviste a carattere scientifico e divul-gativo, per le quali ha scritto oltre 400 articoli (La Settimana Veterinaria, Summa Animali da Red-dito, Summa Animali da Compagnia, Praxis, Vita in Campagna, Zampotta, TerrAmica e Profes-sione Avicunicoltore), con siti e forum su internet ed è responsabile della sezione di coniglicolturadi www.agraria.org e della sezione di zootecnia della rivista TerrAmica. Vanta precedenti collabo-razioni con numerose altre riviste (Exotic Files, Cunicultura, Rivista di Coniglicoltura, Aquariophylia,Informatore Zootecnico, La Professione Veterinaria, Hobby Zoo, Vimax Magazine, Amico Veteri-nario e Pets). Relatore in numerosi convegni, congressi e corsi di formazione, all’interno dei qualiha tenuto relazioni sulla medicina di piccoli mammiferi, rettili e anfibi, è attivo nel campo della ricer-ca avendo collaborato a numerosi progetti di ricerca ed è coautore di diverse pubblicazioni scien-tifiche e poster presentati a congressi nazionali e internazionali. Già autore di tre libri, vanta nume-rose collaborazioni in vari campi della medicina veterinaria.

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Consigli pratici sulla scelta del coniglio e sulla sua sistemazione in negozio

Il coniglio è un animale estremamente delicato, con esigenze particolari. Quando unnegoziante vuole accogliere un nuovo animale da destinare alla vendita deve esserein grado di scegliere un buon soggetto e di mantenerlo in maniera corretta, rispet-tando le sue esigenze fisiche e di benessere, al fine di poter a sua volta vendere unconiglio sano. Iniziare bene è sempre il modo migliore…

La scelta del soggettoCome per il cane e il gatto, i cui piccoli non andrebbero separati dalla madre primadei due mesi di vita, anche per il coniglio vige una regola generale, ovvero quella delle“sei settimane” circa, meglio ancora otto. Questo perché, nonostante il coniglio possaessere completamente svezzato già a quattro settimane, sarebbe importante cherimanesse con la madre e i fratelli almeno per un altro po’ di tempo, in modo da socia-lizzare in maniera corretta e fortificarsi. Un soggetto troppo precoce, soprattutto se dietà inferiore ai 30 giorni, è decisamente troppo giovane per essere destinato al nego-zio e quindi alla vendita… meglio non avere fretta. La consuetudine vuole che l’etàadatta per lo svezzamento sia proprio intorno alle sei-otto settimane. La questione della razza è una scelta puramente individuale del proprietario, gene-ralmente basata sulle preferenze morfologiche e poco influenzata dal caratteredell’animale: oltretutto, in genere, i conigli venduti presso i negozi sono spesso degliincroci. Togliamoci dalla testa quel luogo comune secondo cui il coniglio comune-mente denominato “nano” (sarebbe più corretto definirlo di taglia piccola - circa1/1,5 kg di peso da adulto) sia un soggetto da compagnia, mentre il coniglio ditaglia media o grande sia per forza un animale “da carne” e quindi di esclusivo inte-

IL CONIGLIO È IL MAMMIFERO PIÙ “GETTONATO” DOPO IL CANE E IL GATTO…

VEDIAMO INSIEME COME SCEGLIERLO E QUALI ATTENZIONI PRESTARE AL

MOMENTO DEL SUO ARRIVO IN NEGOZIO

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resse zootecnico. Si tratta della stessa specie, cambiano solo le dimensioni ma noncambia la loro capacità, se correttamente educati e abituati all’interazione con l’es-sere umano, di rivelarsi degli ottimi pet. Ultimamente sempre più spesso si vedonoarrivare presso le strutture mediche conigli di taglia medio-grande (dai 2 kg in su)detenuti come animali da compagnia, e vi possiamo garantire che le soddisfazioniche possono dare sono le stesse dei più comuni soggetti “nani”. Il negoziantedovrebbe tenerlo presente, in quanto le razze o gli incroci di maggiori dimensionipossono comunque rappresentare una buona alternativa.

L’influenza del sessoIl sesso può essere un motivo di preferenza. Considerando che ormai tutti i veteri-nari esperti in animali non convenzionali suggeriscono la sterilizzazione in entrambii sessi, c’è comunque da tenere presente che il maschio, se lasciato intero, da gran-

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Una casa a prova di coniglioUn buon consiglio che il negoziante dovrebbe dare al proprietario neofita èquello di rendere la casa “a prova di coniglio”, ovvero metterlo in guardiasui rischi dell’ambiente domestico. Ciò che rende più pericolosa una casaper questi animali sono i fili elettrici (che spesso amano rosicchiare), le pian-te d’appartamento (molte sono tossiche), saponi e detersivi (anch’essi tossi-ci), i terrazzi e le finestre (rischio di caduta), le porte aperte quando vi sianocorrenti d’aria (sbattendo potrebbero schiacciare il coniglio o anche solospaventarlo a morte). Altri rischi sono rappresentati dal mobilio (dal qualeil coniglio potrebbe saltare e farsi male), dalle imbottiture di divani e cuscininonché dai tappeti (qualche coniglio manifesta interesse nel rosicchiarli, mafortunatamente non tutti). Insomma, bisognerebbe considerare il conigliocome un bambino neonato e riservargli, soprattutto fino a che non si imparia conoscerlo e prevederlo, le stesse attenzioni.

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de potrebbe manifestare atteggiamenti sessuali anche fastidiosi, e la femmina, oltrea sviluppare patologie uterine, potrebbe mostrare comportamenti alterati o gravi-danze indesiderate (quando detenuta insieme a un maschio intero). Finché i sogget-ti sono giovanissimi non è un problema stabulare insieme maschi e femmine, masuccessivamente sarà opportuno separare i sessi opposti e lo stesso vale per imaschi interi, che potrebbero litigare tra loro. Qualora dunque il proprietario volesseacquistare più di un coniglio è necessario far presente, oltre alla necessità di steri-

lizzazione, anche un’oculata scelta nell’assortimento dei sessi: se sterilizzati preco-cemente, sia i maschi tra loro che i maschi e le femmine possono tranquillamenteconvivere senza rischi (ferite o gravidanze indesiderate).

Il coniglio in saluteIl coniglio che andremo a ospitare deve essere, innanzitutto, in buona salute. Laverifica dello stato di salute dell’animale è compito del medico veterinario, ma nonsempre questo è possibile. Pertanto è necessario affidarsi a fornitori che possanogarantire dei buoni standard igienico-sanitari e, sarebbe l’ideale, che abbiano prov-veduto a far effettuare vaccinazioni, visite di routine ed esami delle feci. Lasciandoda parte le pratiche di competenza medica, quando un nuovo soggetto giunge innegozio è necessario porre attenzione ad alcuni aspetti “macroscopici” che posso-no darci una vaga idea dello stato di salute dell’animale che successivamente

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Una scelta ragionataMolto spesso un coniglio viene acquistato sulla base dell’emotività delmomento, perlopiù su pressante richiesta di un bambino. Il coniglio è unottimo animale da compagnia, interagisce con il proprietario, impara,manifesta dolcezza e affetto, è intelligente e tenero ma è anche complesso,timido, pauroso e delicato. È necessario far presente al proprietario, e inquesto ne guadagna la nostra professionalità, che non è un animale adattoa tutti in quanto ha bisogno di compagnia (del proprietario e, se possibile,di un altro coniglio), spazio e attenzioni. In poche parole non è adatto a chinon abbia tempo da dedicargli o pensi che sia possibile confinarlo a vitaall’interno di una gabbietta, e spesso non si presta alla convivenza conbambini troppo piccoli o irrequieti che potrebbero sottoporlo ad attenzionieccessive o manipolazioni stressanti.

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andremo a vendere. Innanzitutto il coniglio deve essere attivo, vigile, curioso, possi-bilmente non troppo spaventato dal trasporto, non deve mostrare anomalie nelladeambulazione e nell’equilibrio, deve essere in buono stato di nutrizione, non disi-dratato né troppo magro. Il mantello deve essere soffice, lucido e uniformementedistribuito, senza mostrare chiazze alopeciche, irritazione della cute, ferite o croste.Il perineo (la regione sotto la coda) deve essere pulita e non presentare imbrattamen-to da feci o urine. Un’occhiata al contenitore entro il quale è stato trasportato può giàdarci un’idea, ovvero la presenza di materiale di fondo morbido e pulito e assenza dideiezioni anomale. Meglio scegliere, ove possibile, animali che non abbiano percor-so lunghe distanze in quanto il trasporto, soprattutto se di molte ore, potrebbe rive-larsi fonte di stress. Controlliamo bene i denti, l’interno delle orecchie, i genitali (veri-ficando anche il sesso), la presenza di segnali che possano far pensare a parassitiesterni, lo stato di salute degli arti e l’assenza di secrezioni nasali od oculari.

Accasiamo il coniglioDopo un primo controllo, il coniglio deve essere messo “a dimora”, ovvero essereintrodotto nella gabbia, recinto o teca cui è destinato. L’ideale sarebbe disporre distrutture separate da quelle degli altri soggetti già presenti in negozio, in modo dapoter tenere sotto osservazione per qualche tempo i nuovi arrivati: una sorta di qua-rantena. La struttura di stabulazione dovrà essere di dimensioni sufficienti a consen-tire all’animale (o agli animali) di muoversi agevolmente, di fare qualche salto e diassumere la stazione eretta e dovrà essere dotata di un abbondante strato di mate-riale di fondo, morbido e assorbente (paglia, fieno, truciolo o pellet di legno perconigli e roditori, ecc.). Bisognerà mettere immediatamente a disposizione acqua ecibo (fieno e mangime in pellet) in modo che l’animale possa tranquillizzarsi e rifo-cillarsi. La presenza di un nido, entro il quale il coniglietto possa rifugiarsi per ritro-vare la sua tranquillità, è auspicabile. La struttura entro la quale verranno stabulatigli animali dovrebbe essere “antifuga”, posta in un luogo tranquillo, con luci nontroppo forti, distante dall’ingresso e al riparo da correnti d’aria, fonti di calore ecces-sive (stufe e termosifoni) e sbalzi improvvisi di temperatura, considerando che ilrange ottimale per questa specie è compreso tra i 16 °C e i 22 °C circa. Per qualcheora meglio lasciare che l’animale si tranquillizzi, tenendo però la situazione sottocontrollo. Qualora sorgessero dubbi sullo stato di salute degli animali, consultareimmediatamente un medico veterinario.

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Ogni specie animale presenta caratteristiche diverse che ne rendono differentianche le tecniche di manipolazione e contenimento. Chi si trova a dover gestirequotidianamente un coniglio deve sapere quale sia la maniera giusta per “maneg-giarlo” senza fargli male e limitando al massimo le fonti di stress. La sua natura dipreda rende infatti il coniglio particolarmente sensibile alle manipolazioni, soprattut-to quando si trovi ad avere a che fare con persone che non conosce o delle qualiancora non si fida. Molti soggetti si presentano inizialmente nervosi e tendono a cer-care di sottrarsi al contenimento, altri tendono all’immobilità. Vediamo ora comemanipolare correttamente questi animali, nel rispetto del benessere e della sicurez-za di coniglio e operatore.

Il coniglio non è un bravo “paracadutista”Prima regola: mai lasciare un coniglio da solo su un tavolo. Per quanto il soggettopossa sembrare tranquillo e affidabile, se lasciato da solo su una superficie rialzatalo si espone al rischio di caduta, sia in corso di un tentativo di fuga che, come spes-so accade, per uno spavento improvviso. Il tavolo o il bancone, ma anche le bracciadell’operatore, rappresentano un’altezza decisamente eccessiva, e il coniglio can-dendo potrebbe farsi molto male (fratturarsi la mandibola, gli arti, la spina dorsale oaddirittura morire per lo shock). Se possibile durante le operazioni di routine cherichiedono l’allontanamento dell’animale dalla propria gabbia o teca, meglio intro-durlo in un altro ambiente simile, al sicuro, con le sponde alte e circoscritto, oppurein un recintino a terra. Qualora questo non fosse possibile, qualcuno dovrà semprerimanere in sua compagnia.

Le manipolazioni di baseSpesso, nel momento in cui viene preso, il coniglio tende a paralizzarsi, dando l’im-pressione di essere ben disposto alla manipolazione: attenzione, potrebbe esseresolo un’impressione. Non dimentichiamo che il coniglio ama stare “con i piedi perterra”, pertanto l’essere sollevato rappresenta per lui una manovra anomala chepotrebbe destare ansia e paura. L’animale abituato a essere manipolato può essere

Manipolare e contenere correttamente il coniglioSAPER MANIPOLARE E CONTENERE CORRETTAMENTE UN ANIMALE È DI FONDA-

MENTALE IMPORTANZA, AL FINE DI NON ARRECARE DANNI FISICI, LIMITARE LO

STRESS E, NON MENO RILEVANTE, PRESERVARE L’OPERATORE

Il coniglio tranquillo puo essere sollevato ponendo una mano sotto il torace e successivamente una sotto al posteriore

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sollevato ponendo una mano sotto il suo torace e utilizzando l’altra per sostenere ilsuo posteriore in quanto, sentendo penzolare le gambe, l’animale potrebbe iniziarea divincolarsi scalciando vigorosamente e cadendo oppure arrecandosi danno agliarti o alla schiena. Per spostare un coniglio tranquillo lo si può disporre lungo il pro-prio braccio, spingendolo contro il proprio petto, contenendo gli arti anteriori conuna mano e sostenendo il posteriore con l’altra. Eventualmente si può disporre ilmuso sotto il braccio che sostiene la parte anteriore in modo da coprire gli occhipoiché questa operazione impedisce la visione di quello che accade intorno e con-ferisce tranquillità all’animale. Coprire gli occhi, e contenere il posteriore risulta utileanche per tranquillizzarlo quando si trova su qualunque superficie. Evitare di porlosu fondi lisci (come un tavolo in metallo), poiché la mancanza di aderenza e lo sci-volamento delle zampe potrebbero essere motivo di agitazione. Un soggetto nervo-so non va mai inseguito né acciuffato con “manate” o altri movimenti bruschi;meglio attendere che si sia calmato o che sia entrato nella tana.

Il contenimento e l’ispezioneDiverse sono le modalità di contenimento a seconda della regione anatomica chevogliamo osservare o ispezionare. Per avere una visuale completa del dorso è pos-sibile porre l’animale in stazione quadrupedale, coprendo gli occhi con una mano e

Come spostare un coniglio in sicurezza

Contenimento con una sola mano

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mantenendo l’altra libera oppure, ancora meglio, utilizzando la seconda mano percontenere la parte posteriore del corpo, lasciando che una seconda persona ci aiutinell’osservazione. Torace, addome e inguine possono essere ispezionati cingendocon una mano il torace dell’animale, comprimendo delicatamente il suo corpo con-tro il nostro petto e sostenendo il posteriore (dettaglio da non trascurare mai) conl’altra mano, mentre un’altra persona potrà agevolmente procedere al controllo. Inalternativa, mantenendo la presa al torace, si può appoggiare il posteriore del coni-glio sul tavolo, in modo da mantenere una mano libera. Infine, per poter osservareagevolmente testa e orecchie, è possibile avvolgere il soggetto in un telo o in unasciugamano in modo che gli arti non siano liberi di muoversi.

Una considerazione fondamentaleIl coniglio non deve mai essere contenuto con la forza, le manipolazioni devonoessere sempre decise ma delicate, e durante il contatto fisico bisogna metterlo aproprio agio, eseguendo movimenti lenti e mantenendo basso il tono di voce, cer-cando di fargli comprendere di non essere in pericolo e che chi lo maneggia non èun predatore, bensì un amico. Eventuali movimenti bruschi compiuti dall’animale neltentativo di liberarsi non devono essere contrastati con forza ma assecondati eaccompagnati, in modo da ammortizzare eventuali traumi. Se l’animale si dimostraeccessivamente agitato andrebbe lasciato tranquillo, ritentando l’approccio in unsecondo momento.

Rischi per l’operatoreIl coniglio è dotato di denti e unghie che, in caso di necessità, potrebbe utilizzareper difendersi. Soprattutto i graffi rappresentano un rischio frequente in corso dimanualità inappropriate. Una corretta manipolazione mette al sicuro non solo l’ani-male, ma anche l’operatore. Eventuali morsi o graffi devono essere immediatamentedisinfettati e in caso di necessità (ferita infetta) meglio rivolgersi a un medico.

Prendere un coniglio per le orecchieNo, no e assolutamente no! Nonostante alcune fantasiose rappresentazionicinematografiche - cartoni animati in primis - mostrino immagini di coniglipresi per le orecchie, questo animale non deve mai e poi mai essere affer-rato in questa maniera che risulta essere stressante, traumatica e moltodannosa. Le orecchie sono estremamente delicate e molto sensibili, pertan-to questa pratica non deve in alcun modo essere considerata.

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Contenimento del coniglio su un tavolo

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Il coniglio è, in generale, un animale molto pulito che effettua la toeletta quotidiana-mente, un po’ come avviene per i gatti. In ogni caso è giusto sapere che questo pic-colo mammifero potrebbe avere bisogno di alcune attenzioni o per lo meno di unacorretta supervisione, al fine di intervenire in caso di necessità. Vediamo insiemealcuni dei punti critici più comuni.

Il mantelloIl termine “mantello” è il vocabolo più adatto per indicare quello che comunementeviene chiamato “pelo” o “pelliccia”, ovvero quella soffice copertura che protegge lapelle dell’animale dal freddo ma anche dall’ambiente esterno. Generalmente il coni-glio si toeletta con cura, pertanto di rado si ricorre allo spazzolamento, procedura

che invece sarebbe corretto eseguire periodicamente per rimuovere il pelo morto edevitare che l’animale possa ingerirlo. Ciò si rende ancor più necessario durante ilperiodo della muta o per le razze a pelo lungo, nelle quali possono formarsi fasti-diosi nodi, deleteri per la salute della pelle. È necessario in questi casi dotarsi diapposite spazzole delicate e abituare da subito l’animale a essere spazzolato, cosache può rivelarsi un “piacere” per il coniglio. Nel caso di formazione di nodi bisognaevitare di ricorrere all’utilizzo delle forbici o di altri strumenti di tipo “casalingo”, inquanto la cute del coniglio è molto delicata e potrebbe accidentalmente venirelesionata. Meglio optare per un pettinino per districare i nodi da utilizzare senzastressare l’animale oppure, in caso di bisogno, ricorrere a un toelettatore o un vete-rinario che possano risolvere il problema minimizzando i rischi e i disagi.

Il bagnettoPer un coniglio sano il bagnetto non è necessario, anzi andrebbe evitato poiché nongradito e potrebbe addirittura risultare scioccante. Ci sono alcune situazioni, però,che richiedono il ricorso ad acqua e sapone, soprattutto a livello della regione peri-neale (intorno all’ano) che in alcuni soggetti tende a sporcarsi di più, come ad esem-pio può accadere negli anziani o nei soggetti con cistite, diarrea o dermatite umida.

La cura del corpo: il più delle voltebasta un po’ di attenzioneCOME PER TUTTE LE SPECIE ANIMALI, ANCHE IL CONIGLIO HA BISOGNO DI

ATTENZIONI QUOTIDIANE, CHE VANNO DALLA SEMPLICE IGIENE FINO ALLA PRE-

VENZIONE DI ALCUNE PROBLEMATICHE PIÙ PARTICOLARI

Di rado si ricorre allo spazzolamento ma ciò si rende necessario durante il periodo della muta o per le razze a pelo lungo

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In questo caso meglio optare per una detersione topica utilizzando salviettine deli-cate o, se proprio necessario, intervenire ponendo il posteriore dell’animale sottol’acqua tiepida, contenendolo in maniera che non possa causarsi danni alla spinadorsale o alle zampe agitandosi o nel tentativo di liberarsi, e successivamente asciu-gando bene il mantello e la cute. Meglio utilizzare uno shampoo dermatologico o altrisaponi non aggressivi, sempre su consiglio del veterinario. Un coniglio sporco è, ingenere, un animale che presenta delle problematiche di salute pertanto, se il proble-ma si ripropone di frequente, meglio considerare la possibilità di farlo visitare.

Le unghieGli animali che compiono esercizio fisico regolare o che possono “raspare” nellaterra, generalmente riescono a mantenere le unghie alla lunghezza giusta, consu-

mandole in maniera adeguata. La sovracrescita del-l’unghia riguarda perlopiù quei soggetti che trascor-rono molto tempo in gabbia o gli anziani, che disolito si muovono di meno. Le unghie troppo lunghepossono spezzarsi o crescere in maniera disordina-ta, rendendo difficile la deambulazione o addiritturaprovocando piccoli sanguinamenti e dolore. Con unpo’ di pratica, quando necessario, si può impararea tagliare le unghie anche a casa o in negozio, maè necessario utilizzare gli strumenti adeguati (appo-site forbicine “a ghigliottina” per il taglio delleunghie degli animali) evitando quelli comunementeutilizzati dagli esseri umani (ad es. tronchesine).Bisogna ricordare che all’interno dell’unghia è pre-

sente un’anima “carnosa” percorsa da un vaso sanguigno, facilmente visibile nelleunghie bianche al contrario di quelle scure, pertanto queste non andranno maiaccorciate troppo: la prima volta è meglio farsi consigliare da chi lo sappia fare. Iconigli, di solito, non gradiscono questa operazione, pertanto è necessario eseguireun contenimento adeguato e abituare l’animale fin da giovane a essere manipolato.

La cura degli occhiLa regione oculare possiede ghiandole deputate alla produzione di lacrime, maanche un efficace sistema di drenaggio. Un coniglio che presenti lacrimazioneeccessiva o accumulo di materiale purulento andrebbe fatto controllare, in quantoalla base del fenomeno potrebbero esserci problematiche quali congiuntivite, blefa-rite od ostruzione del dotto naso-lacrimale. Anche nei soggetti affetti da malocclu-

Le razze a pelo lungo hanno biogno di una manutenzione piu frequente (foto M. Scoparo)

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sione, in particolare a carico dei mola-riformi dell’arcata superiore, l’accumulodi secreti oculari è frequente. Al di là dellarisoluzione della causa scatenante, lapulizia degli occhi e della regione perio-culare deve in questo caso essere ese-guita quotidianamente in maniera delica-ta. Eventuali terapie sistemiche e l’appli-cazione di pomate o colliri deve sempreessere preceduta da un parere medico.

Le tasche inguinaliAvete mai fatto caso alla presenza di duepiccole fessure poste ai lati dei genitali?Nella maggior parte dei casi non si notano, anche perché il coniglio non gradisce essereispezionato da quelle parti. Eppure ci sono, e vista la presenza di piccole ghiandole alloro interno tendono ad accumulare un secreto scuro e maleodorante che deve essereperiodicamente rimosso onde evitare l’insorgenza di dermatiti localizzate: in genere cipensa il veterinario durante la visita di routine, ma finché l’animale è in negozio, sarebbebene comunque dare un’occhiata e farne notare la presenza al proprietario.

Le dermatiti umideIl coniglio può sviluppare, in alcuni casi, la “dermatite umida del mento” o del “peri-neo”. Si tratta di affezioni che prendono il nome dalle regioni anatomiche della cutein cui possono comparire, caratterizzate da alopecia, irritazione e, spesso, infezio-ne. Nel primo caso i fattori predisponenti principali sono l’utilizzo della ciotola perl’acqua al posto del beverino o la malocclusione dentale, nel secondo le scarsecondizioni igieniche della cassettina o della lettiera, la diarrea e la perdita di urine(per cistite, calcoli, incontinenza, ecc.) oppure problemi a livello della colonna ver-tebrale (ad es. spondiloartrosi). Prima di ricorrere arbitrariamente al bagnetto neltentativo di risolvere in maniera “casalinga” il problema, è meglio far visitare l’ani-male per verificare le cause che hanno determinato la lesione, molto spesso di natu-ra patologica, ed eventualmente correggere gli errori di gestione.

Questione di “piedi”La pododermatite è un problema abituale, come altri spesso legato a errori digestione. La sua frequenza è piuttosto elevata, anche se gli autori non sono sempreconcordi, tanto che in due studi differenti è stata indicata una percentuale di conigliaffetti da questa patologia pari al 24% (Snook et al., 2013) e a oltre il 90% (Manci-nelli et al., 2014). Il coniglio affida la protezione della superficie plantare degli artiesclusivamente alla copertura di pelo, che impedisce alla pelle di entrare in contattodirettamente con il substrato. Quando il pelo locale si sfoltisce, la delicata cuterimane esposta a insulti meccanici (abrasione e compressione) cui consegue, ini-zialmente, alopecia e comparsa di eritema. Queste lesioni possono poi evolvere, senon si interviene nel giro di poco tempo sottoponendo l’animale alle debite cure ealla correzione dei fattori gestionali predisponenti, in ulcere più o meno estese oprofonde e, nei casi veramente gravi, in necrosi dei tessuti superficiali che possonotalvolta coinvolgere ossa e tendini sottostanti. Le infezioni secondarie sono davverofrequenti. Tra i fattori predisponenti possiamo ricordare il sovrappeso (che favoriscela compressione della cute e l’ischemia dei vasi sanguigni), la scarsità di movimen-to, una lettiera inadeguata o eccessivamente abrasiva (ad es. la sabbietta per gatti),il pavimento ruvido o la presenza di tappeti e moquette, l’abitudine di correre e fre-nare con tanto di “scivolata”, condizioni igieniche inadeguate della gabbia o dellalettiera con accumulo di feci e urine e molti altri. In alcuni casi anche la geneticadetermina una predisposizione o meno al problema. Pertanto bisogna sempre con-sigliare al nuovo proprietario di osservare di frequente le zampe dell’animale, al finedi intervenire tempestivamente, e di scegliere una lettiera o un materiale di fondoadeguato: molto utile risultano i materiali morbidi come il fieno, la paglia e il truciolodi legno, sebbene esistano in commercio molte soluzioni altrettanto valide.

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In natura la dieta del coniglio prevede l’utilizzo di alimenti duri, che sottopongono identi a un consumo costante. In virtù di questo fatto, l’evoluzione ha donato al coni-glio una dentatura particolare, detta “ipsodonte” o a crescita continua: se così nonfosse nel giro di poco tempo i denti del coniglio raggiungerebbero il livello della gen-giva e sarebbero del tutto inutilizzabili per la masticazione. Il fatto di possedere unaradice aperta consente ai denti di crescere continuamente e regolarmente, in ragio-ne di circa un centimetro al mese. Pertanto, nonostante questa crescita “perpetua”,i denti del coniglio rimangono più o meno sempre della stessa lunghezza grazie pro-prio al consumo determinato da due fattori fondamentali: l’alimento duro e fibroso,al quale accenniamo anche nel capitolo sull’alimentazione, e la corretta occlusione,che determina uno sfregamento programmato e ordinato della superficie mastica-toria dei denti tra loro contrapposti (arcata superiore contro arcata inferiore). Pertan-to si tratta di un meccanismo perfetto… o quasi!

Quanti e quali sono i denti del coniglio?La cavità orale del coniglio ospita un totale di 28 denti, secondo la formula dentariaI 2/1, C 0/0, PM 3/2, M 3/3. Per essere più chiari, la formula dentaria indica il numerodi denti presenti in ciascuna emiarcata, ovvero considera solamente la metà, destrao sinistra, sia superiore che inferiore. Quindi il numero di denti che ne risulta (14denti) deve essere moltiplicato per due (28 denti in totale): da qui si evince che ilconiglio non possiede canini, prerogativa degli animali predatori (presente peròanche in altre specie erbivore), ma al loro posto si trova un lungo spazio vuoto detto“diastema”. I premolari e i molari, vista la loro somiglianza morfologica, vengono piùcomunemente definiti “molariformi”. La cosa che può sembrare strana è il numerodi incisivi… davvero l’emiarcata superiore possiede due incisivi e quella inferioresolamente uno? Chiunque abbia sollevato le labbra di un coniglio penserà che que-sto conto sia sbagliato. In realtà, subito dietro gli incisivi superiori esiste un’ulteriorecoppia di piccolissimi incisivi che, a bocca chiusa, non sono visibili, ma possonoessere osservati solo quando le fauci vengano spalancate (ad esempio quando ilconiglio sbadiglia). Questi due piccoli denti, chiamati “lagomorfi”, sono il motivo per

I denti e il dentistaI DENTI DEL CONIGLIO SONO UNO STRUMENTO INDISPENSABILE PER LA

SOPRAVVIVENZA. LA PARTICOLARE ANATOMIA DELLA BOCCA E DELLA DENTA-

TURA SONO ALLA BASE DELLA SUA CAPACITÀ DI ALIMENTARSI, MA DIVERSE

SONO LE PROBLEMATICHE CHE POSSONO PRESENTARSI

Particolare del cranio e dell'arcata superiore

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cui il coniglio e la lepre vengono appuntodenominati in questo modo, ovvero lagomor-fi. I roditori, al contrario del coniglio, non pos-siedono queste piccole strutture dentali: lafunzione degli incisivi è quella di tagliare l’er-ba, mentre la masticazione, o meglio la tritu-razione dell’alimento, è affidata ai molarifor-mi. Il coniglio compie atti masticatori moltorapidi e numerosi, circa 100-120 al minuto.

Il problema della malocclusionePer quale motivo affrontare questo tema?Semplice, perché è un problema veramentemolto frequente, soprattutto nel coniglio dacompagnia. Può capitare che un giovaneconiglietto, venduto come perfettamentesano, nel giro di poco tempo presenti pro-blemi di malocclusione, fenomeno che spin-ge spesso il nuovo proprietario a sollevare leproprie rimostranze nei confronti del nego-ziante o dell’allevatore. Per rendere piùsemplice la spiegazione del problema pos-siamo suddividere la malocclusione in duegrandi categorie: la malocclusione congeni-ta e quella acquisita.

La malocclusione congenitaIl termine “congenito” indica qualcosa che nasce con l’animale stesso e perdura pertutto il resto della vita. Affinché i denti vadano incontro a un consumo regolare ecostante, è necessario che mascella e mandibola si sviluppino anatomicamente inmaniera corretta e mantengano tra loro i giusti rapporti di contatto. In questo modo identi si contrapporranno in maniera fisiologica e potranno consumarsi fisiologicamen-te durante la masticazione. Il coniglio da compagnia, selezionato per alcuni caratteriaccattivanti (tra cui un musetto leggermente più corto rispetto al coniglio da carne,che gli conferisce un aspetto più “rotondo”), nasce molto spesso con un difetto diocclusione, pertanto già nei primi mesi di vita inizia a manifestare una crescita abnor-me dei denti, che spesso assumono anche una deviazione rispetto al loro asse.Venendo a mancare una corretta meccanica masticatoria, ecco che i denti iniziano adallungarsi nella maniera sbagliata. Il negoziante, prima della vendita o ancor meglioprima dell’acquisto dall’allevatore, dovrebbe verificare lo stato di salute della dentatu-ra, sebbene in molti casi il problema si presenti anche a distanza di qualche mese.

Particolare della mandibola

Occlusione dentale corretta

Malocclusione degli incisivi con crescita anomala

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La malocclusione acquisitaContrariamente a quanto sopra descritto, la malocclusione acquisita è invece unfenomeno che può presentarsi in seguito, sia nei giovani animali che in quelli adultio anziani, ma che non rappresenta un “difetto di fabbrica”, bensì viene determinatoda fattori successivi. I principali sono una gestione alimentare errata e protratta neltempo (somministrazione eccessiva di semi, verdure o alimenti troppo morbidi,poco o niente fieno, ecc.), che può favorire l’insorgenza del fenomeno, oppure dannianatomico-funzionali come fratture dei denti (e loro ricrescita anomala) o delle ossadella bocca (mandibola o mascella) che, una volta risaldate in maniera non semprecorretta, possono alterare la masticazione e il regolare consumo.

Quali conseguenze?La malocclusione può interessare sia gli incisivi che i molariformi o, molto più spes-so, entrambi. In genere, vista la particolare anatomia della bocca e la difficoltà diispezione del cavo orale, quello di cui ci si rende facilmente conto è proprio la cre-scita patologica degli incisivi, quelli più facili da osservare. Nel corso della visita cli-nica il veterinario, con l’utilizzo di appositi strumenti, potrà facilmente verificareanche le anomalie a carico dei molariformi. La sovracrescita dei denti porta innan-zitutto a difficoltà nella prensione e nella masticazione dell’alimento, in alcuni casianche alla difficoltà di assumere acqua dal beverino, e successivamente, a causadel contatto con le superfici taglienti dei denti, lesioni anche gravi alla mucosa orale,con ulcere, ipersalivazione e sanguinamento. Molti conigli che presentano alterazio-ni morfologiche dei molariformi, visto il danno che le radici dei denti provocano sullestrutture circostanti, possono andare incontro a lacrimazione eccessiva, per com-pressione sul dotto naso-lacrimale o a formazione di ascessi, sia nella regioneperioculare che a livello della mandibola. Il problema, qualora si presenti, deve esse-re affrontato in maniera efficace e tempestiva, onde evitare inutili sofferenze all’ani-male che potrebbe smettere di alimentarsi e andare incontro a infezioni secondariee deperimento.

Cosa si fa in questi casi?Innanzitutto è buona norma verificare che il problema non sia presente negli animaligiovani destinati alla vendita, nel caso affetti perlopiù da malocclusione congenita. Èopportuno consigliare sempre al nuovo proprietario un’alimentazione corretta e, incaso di problemi, sarà necessario l’intervento del veterinario che provvederà, a secon-da dei casi e delle esigenze, al pareggiamento o alla limatura dei denti oppure alla loroestrazione. Ricorrere in maniera casareccia al taglio dei denti con il tronchese, perquanto soluzione decisamente economica, è una pratica completamente errata.

Uno dei principali fattori della malocclusione acquisita è la gestione alimentare errata e protrattanel tempo come la somministrazione eccessiva di semi, verdure o alimenti troppo morbidi

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Le urine sono il fluido biologico prodotto dalla filtrazione del sangue, processo cheavviene all’interno del nefrone, l’unità funzionale del rene. Il sangue che circola nell’or-ganismo è ricco in acqua, sostanze nutritive, ossigeno ma anche prodotti di scarto delmetabolismo. Volendo sintetizzare in maniera semplice, potremmo dire che i reni sonogli organi deputati a ripulire il sangue da tutte quelle scorie che non sono più utili, eanzi risulterebbero dannose se permanessero all’interno del corpo. Dopo aver filtratol’urina (e recuperato parte dell’acqua e di alcune sostanze ancora riutilizzabili), attra-verso gli ureteri questa viene convogliata alla vescica dove si accumula per brevetempo fino a essere espulsa passando per l’uretra.

Le caratteristiche dell’urinaNella maggior parte dei mammiferi dome-stici, uomo compreso, l’urina normale haun colore paglierino, è limpida, trasparentee priva di materiali visibili in sospensione.Nel coniglio le cose stanno in maniera leg-germente diversa ed è importante parlarne,anche se brevemente, in quanto alcuniaspetti che possono sembrare patologici) equindi destare preoccupazione), in questaspecie sono perfettamente normali, ed ècorretto spiegarlo anche al proprietarioneofita. La prima cosa che dobbiamo asso-lutamente sapere è che le urine del coni-glio, a differenza di quelle di tutti gli altri

mammiferi con i quali siamo soliti interagire, è torbida: invece di essere di un coloregiallo-trasparente è più scura e densa. Il più delle volte non ci si fa caso in quanto,se il coniglio urina normalmente all’interno della cassettina igienica, il materialeassorbente provvede a mascherare questo aspetto. Quando invece dovesse capi-tare di osservare delle urine lasciate sul pavimento (sulle piastrelle bianche risaltanoin maniera particolare), non si potrà non notare un aspetto anomalo, ovvero unacolorazione più “lattiginosa”, a volta tendente al brunastro. Se poi capitasse, ovvia-mente premunendosi di guanti in lattice per ragioni igieniche, di toccare questeurine e di sfregarne una goccia tra pollice e indice, non si potrà non percepire unasensazione come di “sabbiolina” tra le dita. Ma non allarmiamoci perché nel conigliotutto questo è normale. A differenza degli altri mammiferi, nel coniglio la quota diescrezione urinaria del calcio è molto elevata (fino a 20 volte superiore), pertanto ènormale che in vescica, e successivamente nelle urine espulse con la minzione, siaccumuli una certa quantità di cristalli di calcio. Se addirittura volessimo raccoglierel’urina in una provetta trasparente dopo qualche decina di minuti potremmo osser-vare sul fondo del contenitore uno spesso strato di sedimento di colore biancastro:tutto questo rientra nella normalità.

Quando le urine non sono più normaliNonostante sia fisiologico, come appena spiegato, osservare nel coniglio la produ-zione di urine di colore anomalo, al cui interno sono presenti notevoli quantità di cri-

Le urine del coniglio: perché sono così particolari?

LE URINE SONO IL PRODOTTO FINALE DI UN COMPLESSO PROCESSO FISIOLO-

GICO FONDAMENTALE PER LA VITA. QUESTO “PREZIOSO” LIQUIDO PUÒ DIRCI

MOLTO SULLA SALUTE DEI NOSTRI ANIMALI, MA NEL CONIGLIO È DAVVERO PAR-

TICOLARE

Normale sedimento urinario nel coniglio

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Le urine rosseOsservare sul pavimento o all’interno della cas-settina igienica delle urine di colore rossastrofarebbe preoccupare chiunque, in quanto questacolorazione si associa generalmente a presenzadi sangue, come accade nel caso di cistiti gravi.Per quanto anche il coniglio possa soffrire dicistite, generalmente secondaria a presenza diuroliti in vescica o nel bacinetto renale, il piùdelle volte la colorazione rossastra delle urine èperfettamente normale ed è dovuta, in genere, auna dieta ricca in alimenti freschi contenentibeta-carotene (ad esempio carote o radicchio, mamolti alimenti ne contengono grandi quantità).Queste “urine rosse” possono avere una colorazione che varia da un leggeroarancio fino anche a un rosso un po’ più intenso o marrone.

Urine rosse

stalli di calcio, non dobbiamo mai dare nulla per scontato. Infatti anche il conigliopuò soffrire di patologie delle alte vie urinarie (reni) o delle basse vie (vescica e ure-tra). In questa specie non sono rari i casi di insufficienza renale, più frequenti nell’a-nimale anziano o come conseguenza dell’encefalitozoonosi, di ipercalciuria (ecces-siva quantità di cristalli di calcio nelle urine), di urolitiasi (formazione di calcoli) o dicistite. Pertanto è necessario tenere sempre sotto controllo l’eventuale presenza disegnali che possano far pensare a uno stato patologico, come ad esempio il dima-grimento, l’assunzione di posture anomale, la depressione, la dolorabilità addomi-nale, il rifiuto del cibo e del movimento, l’incontinenza e l’imbrattamento della regio-ne perineale, tutti segni clinici che possono in qualche modo essere ricollegati apatologie dell’apparato urinario. Dunque, ricapitolando, la formazione di “sabbietta vescicale” o di piccoli calcoliall’interno della vescica del coniglio è un fenomeno comune, ma perlopiù questi ele-menti vengono espulsi con la minzione. Per diverse ragioni, però, in molti casi l’a-nimale può andare incontro a formazione di aggregati di dimensioni maggiori o nonessere in grado di espellere questo materiale minerale, con conseguente difficoltànella minzione, dolore e addirittura cistite con presenza di sangue, in questo casoreale, nelle urine.

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Il comportamento del coniglio:intervista alla Dr.ssa Marzia PossentiIL CONIGLIO È UN ANIMALE MOLTO INTELLIGENTE, CONTRARIAMENTE A QUELLO

CHE ALCUNI POTREBBERO PENSARE. MA COME OGNI ESSERE VIVENTE HA IL

SUO MODO PECULIARE DI COMUNICARE E “PARLARE LA SUA LINGUA”, IN FUN-

ZIONE DELLA PROPRIA ETOLOGIA E DEI COMPLESSI RAPPORTI CON I CONSIMILI

Una delle maggiori criticità è lacomunicazione tra animale e proprie-tario, pertanto la capacità di inten-dersi e “dialogare” è alla base di unaconvivenza felice per entrambi e riu-scire a dare qualche buon consigliosul comportamento del coniglio èsicuramente un valore aggiunto. Percomprendere meglio alcuni degliaspetti più complessi relativi al lin-guaggio del coniglio e all’interazionecon il proprietario, abbiamo intervi-stato la Dr.ssa Marzia Possenti,Medico Veterinario esperto in medi-cina e chirurgia degli animali nonconvenzionali e comportamentalista

di fama nazionale e internazionale. La Dr.ssa Possenti, molto apprezzata come rela-tore in corsi di formazione e congressi, è anche membro, segretatio e tesoriere dellaSISCA (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale).

Domanda: Quali sono i principali comportamenti del coniglio che il proprietario deveconoscere e saper interpretare correttamente?Marzia Possenti: Prima di tutto è fondamentale imparare a comprendere alcunisegnali comunicativi del coniglio, per riuscire a dialogare allo stesso livello. Iniziamodal suo modo di chiedere attenzione: il coniglio, a differenza dell’essere umano checomunica principalmente per via verbale, è un animale che vocalizza molto poco.Quando vuole richiamare l’attenzione ci guarda, o meglio ci fissa, ma non frontal-mente: dispone la testa a 45 gradi, in quanto possiede occhi posizionati lateralmentecome tutte le specie “preda”. Per noi è una cosa strana comprendere come quellosguardo sia una richiesta di attenzione, dobbiamo quindi imparare a percepire ilsegnale e “sentire addosso lo sguardo del coniglio” e a quel punto dedicarci a lui.Soggetti che abbiano una maggiore confidenza con il proprietario possono ancheassumere la posizione eretta sugli arti posteriori, cioè mettersi a “omino”. A quelpunto il proprietario può rispondere in diversi modi: accucciandosi e mettendosi alsuo livello, accarezzandolo, proponendo il gioco o anche solo parlandogli. Se nonimpariamo a riconoscere questa richiesta, il coniglio troverà altri sistemi per attirarela nostra attenzione, il più comune dei quali è quello di rosicchiare mobili o altrioggetti. Un altro messaggio importante è il girarsi di spalle: in questo caso il coniglioci chiede una pausa, ci comunica che vuole interrompere l’attività che stiamo con-ducendo insieme (coccole, gioco, ecc.); ma non sta chiudendo la comunicazione,altrimenti se ne andrebbe e si sottrarrebbe al contatto, ci sta solo chiedendo un atti-mo di interruzione. A quel punto dobbiamo fermarci e lasciargli il suo spazio, magarifacendo un passo indietro o rivolgendogli le spalle a nostra volta; non appena saràdi nuovo pronto a interagire con noi, sarà lui ad attirare di nuovo la nostra attenzione.

La Dr.ssa Marzia Possenti

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Un altro modo per mandare al proprietario lo stesso messaggio è leccarsi le labbra.Bisogna sapere anche che il coniglio, soprattutto il maschio, è solito saltellare intornoal suo amico umano quando è molto felice, magari nel momento in cui rientra a casala sera, e in alcuni casi emette un verso tipo piccolo grugnito: questo fenomeno deri-va da un comportamento sessuale di corteggiamento e i maschi interi spesso si agi-tano talmente tanto da spruzzare urina o addirittura compiere tentativi di monta.

D: Molti proprietari interpretano male il rosicchiare gli oggetti, pensando che l’ani-male stia distruggendo deliberatamente la casa, e cercano di dissuaderlo o addirit-tura lo puniscono. È sbagliato? M.P.: Questo tipo di danno altro non è che una disperata richiesta di attenzione.Punendo l’animale o vietandogli di farlo, si darà il via a una relazione di conflitto.Bisogna invece giocare d’astuzia, parlando la stessa lingua. Come già accennato,se si riesce a percepire il suo desiderio già dallo sguardo, si anticipa il comporta-mento successivo. Quello che invece possiamo fare per dissuaderlo dal rosicchiare

il mobilio di casa è, ad esempio, disporre davanti ai punti chiave degli oggetti chepossono essere rosicchiati, tipo i cartoni tiragraffi per il gatto, in modo che il conigliotrovi prima quelli e possa attirare la nostra attenzione senza fare danni. A quel puntopotrà essere premiato con la “confidenza” e un bocconcino prelibato.

D: La coda può essere considerata uno strumento di comunicazione?M.P.: Assolutamente sì… e di grande importanza per giunta! Il coniglio mostra il suolivello di attivazione emotiva proprio attraverso la coda. Quanto è attivo dal punto divista emotivo lo dimostra con l’altezza della coda: più la coda è alta e più il coniglioè attivo. Se la coda è portata ad “altezza media” sarà piuttosto ricettivo al gioco ealle relazioni, mentre se questa è molto alta, all’insù, l’attivazione è massima, quindipotrebbe essere ipereccitato e reagire in maniera eccessiva. Pertanto, in questocaso, meglio aspettare che la coda si abbassi leggermente e solo a quel punto inte-ragire nuovamente con lui.

I giochi sono molto utili per il benessere psicofisico del coniglio (foto C. Cecchi e M. Romaldini)

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D: Quali sono i comportamenti più sbagliati, da un punto di vista etologico, che ilproprietario potrebbe tenere, sebbene in buona fede? Quando pensa di interagirecorrettamente e invece sta sbagliando? M.P.: La prima incomprensione avviene proprio nel momento in cui si accoglie incasa un piccolo coniglio. La voglia di prenderlo in braccio è fortissima! I conigliettimanifestano un comportamento chiamato freezing, ovvero si immobilizzano quandopercepiscono un pericolo, nella speranza di non essere visti dal predatore, poichénon sono ancora in grado di fuggire. Provate a pensare a quando ci si avvicina alconiglio, magari pronunciando frasi dolci ma con voce acuta o stridula (soprattuttonel caso di donne o bambini) e ci si piega dall’alto verso il basso per prenderlo inbraccio. Nell’istintivo immaginario del coniglio è proprio quello che succede in natu-ra quando un rapace attacca; pertanto l’animale, invece di essere felice di quell’at-tenzione, percepisce un’aggressione, una predazione! Il proprietario, in buona fede,non sa che il coniglio sta “immaginando” una minaccia, e continua a spaventarloinvolontariamente. Quando invece l’animale cresce ed è in grado di fuggire, di fronteallo stesso comportamento del suo “umano” tenderà a darsi alla fuga, spingendocosì il proprietario a inseguirlo e magari bloccarlo in un angolo: anche quella risultaessere una sequenza di predazione che continuerà a dare adito a incomprensioni,minando in maniera irreversibile il rapporto di fiducia. Mai inseguire un coniglio, ameno che non sia lui a richiederlo! Quindi prendere in braccio il coniglio, cosa cherisulta spontanea, è etologicamente sbagliato inizialmente: prima è necessariocostruire un buon rapporto di fiducia con l’animale. Bisogna lavorarci su, con gra-dualità, iniziando a convincerlo a salire sulle nostre gambe quando siamo sdraiati,magari proponendogli un buon boccone, e piano piano si potranno “aumentare lealtezze” fino a raggiungere l’obiettivo desiderato, ovvero quello di tenerlo in bracciosenza traumatizzarlo.

D: Quali sono i più comuni segnali di allarme? M.P.: Il più frequente è battere la zampa sul pavimento, che può significare sia allar-me che irritazione. In quel caso dobbiamo evitare comportamenti che possano spa-ventare l’animale o irritarlo ulteriormente, aspettando che sia lui ad avvicinarsi a noi.

D: Cito le sue parole: “Mai inseguire un coniglio, a meno che non si lui a richiederlo”.Cosa significa? M.P.: È molto raro, ma ci sono alcuni conigli che gradiscono il gioco “scappa e inse-gui”. Questa è un’attività che richiama la predazione, e difficilmente il coniglio loaccetta, ma in alcuni casi si può fare. Sarà lui a chiederlo, magari battendo qualchetestata contro le nostre caviglie e poi fuggendo. L’importante è che, nella stessasequenza di gioco, si invertano più volte i ruoli e si riesca a capire quando il giocotrascende in paura o stress. Un’altra cosa che invece possiamo fare è correre insie-me al coniglio, uno accanto all’altro, in ampi spazi.

D: Quali sono i principali comportamenti problematici? M.P.: I più frequenti comportamenti problematici sono quelli che compaiono inpubertà e sono quasi sempre legati alla presenza di ormoni. I maschi possono pre-sentare un comportamento di monta verso qualunque cosa o persona e questo sirivela un problema perché diventa difficile o fastidioso interagire con un animale peril quale ogni contatto diventa l’occasione per “attenzioni sessuali”. Questo può suc-cedere anche nelle femmine, soprattutto nel periodo in cui l’attività ormonale siamolto forte o nei periodi di recettività all’accoppiamento. La soluzione è la steriliz-zazione. Un altro comportamento ormone-dipendente è il fare i bisogni in giro, unasorta di marcatura spaziale del territorio. Lo stesso può capitare nei cosiddetti “luo-ghi di conflitto” come il divano o il letto, che sono mete ambite: il coniglio ci sale, ilproprietario lo fa scendere, la cosa si ripete e a quel punto nasce la situazione diconflitto. La soluzione al problema è sempre, in primis, la sterilizzazione, perchériduce la motivazione a marcare, ma bisogna anche risolvere il conflitto, ad esempioevitare di giocare o coccolare l’animale sul divano o sul letto. Se quando sale lo siignora, quel luogo perde per lui di fascino, ma prima che ciò avvenga (ci vuole deltempo), si potrà ricoprirlo con un asciugamano o una tela cerata per proteggerlo da

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feci ed urine, pulendo sempre con acqua e sapone che è l’unico modo per eliminarecompletamente i feromoni (ovvero il messaggio odoroso). Lo stesso si può fare perle marcature in altre zone della casa. Mai utilizzare disinfettanti a base di alcool (inquanto fissano di più gli odori) oppure candeggina e ammoniaca (poiché hanno unabase chimica azotata che ricorda l’urina e dà al coniglio l’impressione che altri ani-mali abbiano marcato al posto suo, aumentando così la competizione). Inoltre, maieffettuare la pulizia davanti all’animale, altrimenti penserà che stiamo cancellando ilmessaggio che lui ha lasciato, invogliandolo a rimarcare in maniera ancora più inci-siva. Eventualmente potrebbe essere utile lasciare in giro qualche pallina fecale (chesporca meno delle urine), in modo da far capire al coniglietto che il territorio ècomunque suo e riducendo la sua motivazione a insistere.

D: Come insegnare al coniglio dove fare i bisogni? M.P.: Possiamo iniziare lasciando libero il coniglio in una sola stanza invece che intutta la casa. Dovremmo disporre delle cassette igieniche negli angoli del locale,riempite con lettiera edibile (carta riciclata, truciolo di legno o pellet) e gratificare ilconiglio con del cibo gradito ogni volta che lo vediamo entrare nella cassetta. Lo pre-mieremo lasciando il bocconcino vicino alla cassetta, ma non dovremo accarezzarloo toccarlo perché è impegnato in un’attività per la quale non vuole essere disturbato.Mai correre incontro all’animale urlandogli “bravo”, altrimenti si spaventerà.

D: Cosa sono i “problem solving” e qual è la loro importanza?M.P.: Si tratta di piccoli rompicapo, giochi che possiamo fare con il coniglio. Sonomolto importanti perché i conigli sono animali svegli, attivi e grandi risolutori di pro-blemi. Un esempio? Il più semplice è utilizzare un rotolino di cartone posizionato inverticale, mettendo al suo interno un bocconcino prelibato e indicandolo al coniglio,il quale lo butterà giù per raggiungere il premio. Meglio iniziare con esercizi facili,perché il divertimento è sì affrontare il problema ma anche riuscire a risolverlo senzache si crei frustrazione. Bisogna però scegliere un gioco non troppo facile, altrimentil’animale si annoierà, ed evitare che sia troppo ripetitivo. Allo stesso rotolino si potràcambiare posizione, si potrà tappare un’estremità, si potranno realizzare dei buchidai quali far uscire il premio… insomma, lo stesso strumento ma modi diversi diusarlo. Se capiamo però che l’animale è in difficoltà dobbiamo aiutarlo, non risol-vendo il problema per lui ma riducendo il grado di difficoltà in modo che alla fine rie-sca a risolverlo da solo. Esistono molte soluzioni di gioco diverse e su internet pos-siamo trovare molti spunti interessanti e divertenti.

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Esistono diverse soluzioni di gioco interessanti e divertenti (foto C. Cecchi e M. Romaldini)

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Il coniglio, si sa (o si dovrebbe sapere), è un erbivoro “stretto”, il che significa chela sua alimentazione dovrebbe essere a base di erba, come in natura. Poiché nontutti hanno la fortuna di disporre di un giardino o un pascolo con essenze erbaceespontanee e in grande varietà, è necessario il più delle volte ricorrere ad “aggiusta-menti” per facilitare la vita del proprietario nel rispetto delle esigenze nutrizionali del-l’animale e della sua fisiologia digestiva.

Un apparato digerente altamente specializzatoPer comprendere le basi dell’alimentazione del coniglio e la sua fisiologia digestiva,è necessario fare un passo indietro e considerare quest’animale nel suo ambienteoriginario. In natura il coniglio colonizza un po’ tutti gli ambienti ove vi sia disponi-bilità di erba, in quanto questa rappresenta l’alimento principale della sua dieta: sitratta di un elemento relativamente povero in principi nutritivi e ricco in fibra che èdifficilmente digeribile e per questo richiede adattamenti evolutivi particolari per ilsuo utilizzo. Della bocca, strumento estremamente efficiente e dotato di struttureindispensabili per sostenere una dieta fatta di alimenti molto duri, abbiamo già par-lato in questa guida in un articolo ad hoc. Oltre alla bocca, l’altra strategia vincenteriguarda invece l’ultima parte dell’intestino dell’animale, dove si è sviluppato unorgano particolare deputato alla digestione della fibra grezza. Altre specie erbivoreche tutti conosciamo come bovini e piccoli ruminanti (ad esempio pecore e capre),possiedono tre prestomaci (reticolo, rumine e omaso) oltre allo stomaco propria-mente detto (abomaso), i quali contengono numerosi microrganismi (batteri e pro-tozoi) che rielaborano la cellulosa e la trasformano in sostanze nutritive in grado disostentare l’animale. A differenza dei ruminanti domestici l’evoluzione ha dotato ilconiglio di un’altra struttura in grado di fermentare la fibra, e quindi trasformarla inenergia ed elementi nutritivi, ovvero un voluminoso cieco, una porzione sacciformedell’intestino che contiene a sua volta tantissimi microrganismi che svolgono quellefunzioni che altrimenti l’apparato digerente dell’animale non sarebbe in grado dicompiere. Ad eccezione del cieco, il tubo digerente del coniglio non è anatomica-mente molto diverso rispetto a quello degli altri animali monogastrici: si componeinfatti di esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso, retto e ano, per unalunghezza totale di circa 4 metri.

Il cieco: un organo straordinarioIl cieco è un’appendice molto voluminosa e capiente che occupa quasi un terzo del-l’intera cavità addominale ed è in grado di contenere circa la metà di tutto il mate-riale presente all’interno dell’apparato digerente dell’animale. Dopo un’accuratamasticazione (il coniglio compie circa 100-120 atti masticatori al minuto), l’alimentoattraversa lo sfintere cardiale e raggiunge lo stomaco, dove è presente un pH moltobasso (compreso tra 1 e 2) che consente l’attivazione di alcuni enzimi digestivi.Dopo aver superato lo sfintere pilorico (la valvola che separa lo stomaco dall’inte-stino tenue), l’alimento percorre il piccolo intestino e arriva nel cieco, che si trovaalla confluenza tra intestino tenue e colon. In questa sede, ove sono presenti nume-rose popolazioni batteriche anaerobiche e cellulosolitiche (in grado di scindere lacellulosa in elementi più semplici) si ottengono, come prodotto finale della fermen-tazione della fibra e del metabolismo dei microrganismi ivi presenti, acidi grassivolatili (ac. acetico, ac. propionico e ac. butirrico in proporzioni differenti), che for-niscono energia, aminoacidi e proteine di elevato valore biologico nonché vitamine

Il coniglio e la digestioneL’ALIMENTAZIONE, PER QUANTO POSSA SEMBRARE SEMPLICE E SCONTATA, È

UNO DEI PUNTI CRITICI ED È ALLA BASE DI MOLTI ERRORI DI GESTIONE POICHÉ

IL CONIGLIO, VISTA LA SUA PECULIARE FISIOLOGIA DIGESTIVA, È PARTICOLAR-

MENTE SENSIBILE IN TAL SENSO

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del gruppo B (niacina, cobalamina, riboflavina e acido pantotenico). Il prodotto rie-laborato dai processi che avvengono all’interno del cieco si chiama “ciecotrofo”,una massa molliccia, allungata, bozzellata e ricoperta di muco che, normalmente,l’animale preleva direttamente dall’ano e reingerisce, in modo da sottoporla a unaseconda digestione. Questo processo consentirà l’assorbimento delle sostanzenutritive che altrimenti non verrebbero assimilate, bensì perse. Solo dopo la secon-da digestione il coniglio produrrà, infine, quelle palline di forma sferica che siamoabituati a osservare nella cassettina e che comunemente indichiamo come “feci”.Quindi, ricapitolando, questo favoloso animale produce due tipi diversi di deiezioni:il ciecotrofo, che deve assolutamente essere recuperato e riutilizzato, e le feci sfe-riche. Raramente il negoziante riesce a osservare il ciecotrofo poiché il coniglio loproduce generalmente durante la notte o nelle prime ore del mattino e, come giàaccennato, normalmente lo preleva direttamente dall’ano. Può accadere che qual-che ciecotrofo accidentalmente abbandonato all’interno della gabbia, nella casset-

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In natura il coniglio colonizza un po’ tutti gli ambienti ove vi sia disponibilità di erba

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tina o sul pavimento di casa, desti preoccupazione nel proprietario, il quale descri-verà il ritrovamento di feci “strane”. Allo stesso modo, osservare l’ingestione del cie-cotrofo da parte del coniglio desterà stupore e a volte disgusto, non considerandoche si tratta di un processo non solo naturale, ma indispensabile alla sopravvivenzadell’animale.

Cosa c’è da sapere sul ciecotrofoCome abbiamo già detto la ciecotrofia, ovvero il processo di produzione e re-inge-stione del ciecotrofo, è un elemento chiave nella fisiologia digestiva del coniglio.Attraverso la ciecotrofia l’animale assume tutta una serie di fattori nutritivi e unanotevole quantità di energia senza i quali deperirebbe rapidamente, andando incon-tro a fenomeni di malnutrizione. Il ritrovamento occasionale di ciecotrofi non deve

destare particolare preoccupazione, mapuò essere l’occasione per spiegare alproprietario, qualora questo non nefosse a conoscenza, di cosa si tratti. Alcontrario, il ritrovamento frequente (adesempio giornaliero) di ciecotrofi richie-de un’indagine per comprendere lecause del fenomeno. Affinché il cieco-trofo attiri l’attenzione del coniglio e loinvogli a re-ingerirlo, è necessario che lasua composizione sia quella giusta, e

questo fatto dipende in larga misura dall’alimentazione somministrata. Errori nellagestione alimentare, soprattutto eccessive quantità di carboidrati e proteine obasse percentuali di fibra, possono portare a una modificazione nelle caratteristicheorganolettiche del ciecotrofo con alterazione della sua consistenza, odore, sapore ecopertura di muco, tanto da renderlo sgradito all’animale che lo rifiuterà, abbando-nandolo sul pavimento. Molte altre possono essere le cause di mancata ingestionedel ciecotrofo: malocclusione dentale, che ne impedisce la prensione e l’ingestione,dolori osteo-articolari (soprattutto a carico della colonna vertebrale), fratture cherendano difficile all’animale il raggiungimento dell’ano, stress, obesità, l’utilizzo delcollare elisabettiano, elementi di disturbo ambientale che ne turbino l’equilibrioemotivo e molti altri.

Cosa possono dirci le feciDel significato del ciecotrofo abbiamoabbondantemente discusso. Accenniamoadesso, brevemente, alle altre tipologie difeci che possono essere rinvenute nella cas-settina o in giro per casa. Innanzitutto è benesaper riconoscere la normalità, ovvero la pre-senza di abbondanti palline di forma sferica,di consistenza abbastanza dura e caratteriz-zate da una superficie umida e lucida subitodopo l’emissione, ma tendenti a seccarerapidamente una volta nell’ambiente ester-no. Diverse possono essere le varianti sul tema, legate allo stato di salute dell’ap-parato digerente dell’animale e alle sue condizioni cliniche generali. Innanzitutto ladimensione: animali piccoli produrranno palline più piccole, soggetti adulti pallinepiù grandi. Se un animale iniziasse a produrre feci di dimensioni inferiori, più secchee dure rispetto alla sua normalità, potrebbe significare un rallentamento del transitointestinale mentre, al contrario, l’emissione di feci liquide corrisponde alla diarrea,cioè un aumento nella velocità dei movimenti dell’intestino e un minore riassorbi-mento di acqua, esattamente come avviene in tutte le altre specie. Una variante sultema sono le feci ricoperte di muco trasparente, anche questo un reperto patologi-co (enterite mucoide). Quando l’animale smette di produrre palline fecali (e magaripresenta l’addome gonfio e uno stato di prostrazione), è possibile che si sia verifi-cata una stasi intestinale o addirittura un’ostruzione, situazioni che richiedono l’im-

Feci normali e ciecotrofo

Feci normali di coniglio

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mediato ricorso al veterinario data la gravità. Alterazioni nella produzione ed emis-sione di feci, ma anche il rifiuto del ciecotrofo e il suo ritrovamento frequente, sonospesso legate all’alimentazione ed è necessario provvedere a correggere quantoprima questo “sbilanciamento”, onde evitare ripercussioni anche gravi sulla salutedell’animale. In ogni caso, quando ci si trovi di fronte a problemi intestinali, è benesottoporre a visita l’animale anche perché le patologie dell’apparato digerente rap-presentano una delle principali cause di morte nel coniglio, e a volte possono esseredovute anche a patologie extra-intestinali. La stasi, ad esempio, viene frequente-mente causata da stimoli dolorifici o situazioni stressanti che devono essere tem-pestivamente individuate e corrette. Invecele cosiddette “catenelle”, ovvero le pallineunite tra loro da una sorta di fili sottili, posso-no essere normali durante la muta, quandol’animale si toeletta e ingerisce grandi quan-tità di pelo morto che risulta indigeribile equindi si amalgama con le feci dando luogoa quelle curiose formazioni: ciò sta a signifi-care che l’animale deve essere spazzolatocon maggiore cura.

Feci a catenella

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Gli errori alimentari, o meglio gli “orrori” alimentari, sono una problematica all’ordinedel giorno per chi si occupa di animali non convenzionali, tanto da poterli definire“la madre di tutti gli errori”. Nonostante le numerose fonti di informazione disponibili(il negoziante specializzato, il veterinario esperto in esotici, la stampa di settore e isiti internet), ancora oggi si continuano a verificare una serie di situazioni spiacevolilegate proprio a un’alimentazione inadeguata, che rischiano di minare seriamente lasalute dell’animale. Al momento dell’acquisto il negoziante rappresenta molto spes-so la prima fonte di informazione riguardo all’alimentazione, in quanto è la personache si trova a dover consigliare e vendere tutto ciò di cui il coniglio necessita: unagabbia, un nido, una cassetta per i bisogni, la lettiera e soprattutto l’alimento. Dun-que un’informazione sbagliata o superficiale in questa fase rischia di trasformarsi inuna consuetudine o meglio in un errore che si perpetuerà nel tempo.

Il coniglio è un erbivoroIn natura il coniglio è un erbivoro, il che significa che la sua alimentazione è a basedi erbe di campo, quelle che troverebbe sul terreno durante le sue esplorazioni e laricerca di cibo. Se lo potessimo osservare nel suo ambiente ancestrale, noteremmoche il coniglio non mangia pane, né biscotti o dolciumi, non rosicchia snack, noncoltiva pomodori o insalata, non semina carote e neanche sgranocchia pannocchie. Ma allora: cosa mangia il coniglio? La risposta è semplice. La base della sua ali-mentazione dovrebbe essere l’erba oppure, quando questa non sia disponibile, ilfieno (ovvero erba essiccata). Nella sua dieta, dunque, devono essere presenti

L’alimentazione del coniglio:attenzione agli erroriGLI ERRORI ALIMENTARI RAPPRESENTANO UNA DELLE PRINCIPALI FONTI DI

MALESSERE NEL CONIGLIO, SOPRATTUTTO PER QUEL CHE RIGUARDA L’APPA-

RATO GASTROENTERICO, E NONOSTANTE SI SAPPIA ORMAI TUTTO SULLA SUA

ALIMENTAZIONE, ANCORA MOLTI SONO GLI SBAGLI PERPETRATI DAI PROPRIE-

TARI. CONOSCERE I PRINCIPI DI ALIMENTAZIONE IN QUESTA SPECIE, ANCHE AL

FINE DI SUGGERIRE LA DIETA O IL MANGIME MIGLIORE, È FONDAMENTALE PER

INSTAURARE UN BUON RAPPORTO CON IL CLIENTE

In natura il coniglio è un erbivoro, il che significa che la sua alimentazione è a base di erbe di campo

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foglie, indivia, rucola, ravanelli, sedano, cicoria, basilico e melissa, ma la listapotrebbe essere ancora molto lunga. Anche la frutta è molto gradita, ma vige sem-pre la regola della moderazione: ananas, albicocca, mandarino, mela, melone, fra-gola, piccole quantità di uvetta o banana… il tasso zuccherino di molti di questi frut-ti è elevato, ecco perché sono sempre apprezzati, anche troppo, dal coniglio golo-so. Da non dimenticare che la frutta contenente noccioli o semi dovrebbe essernepreventivamente privata. Sia frutta che verdura devono essere poi ben lavate, al finedi eliminare i residui di eventuali sostanze chimiche utilizzate in agricoltura, e maifornite fredde direttamente dal frigorifero, bensì a temperatura ambiente. Gli snack,purché appositamente formulati per conigli, possono essere somministrati comepremio o gratifica, sempre in piccole quantità. Non dimentichiamo mai la regola

prima di tutto alimenti a elevato contenuto di fibra, in quanto la fibra è l’elementopiù importante per la salute fisica in generale e per la corretta funzionalità dell’ap-parato digerente in particolare. Erba e fieno dovrebbero rappresentare, in linea dimassima, circa l’80% della razione quotidiana dell’animale, lasciando agli altri ali-menti (mangime, verdure, frutta ed eventualmente qualche snack) non oltre il 20%del menù. I vegetali freschi e gli ortaggi possono essere somministrati con tranquil-lità (almeno la maggior parte), ma moderando le quantità per evitare che l’animale“snobbi” il fieno in favore di un’alimentazione a base esclusiva di altri alimenti. Trale verdure e gli ortaggi più graditi troviamo, ad esempio, radicchio, carote e loro

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generale secondo la quale nuovi alimenti, benché adatti all’alimentazione del coni-glio, devono essere introdotti con gradualità, onde evitare conseguenze negative sul-l’apparato gastroenterico, soprattutto per quel che riguarda gli alimenti freschi insoggetti che fino a quel momento abbiano consumato una dieta esclusivamentesecca (fieno e pellet). Essenze vegetali o erbe molto ricche in calcio, come erbamedica, tarassaco e piante aromatiche, possono essere somministrate ma in quan-tità moderate, così come alcuni vegetali che, al contrario, contengono molecole ingrado di chelare il calcio (ad es. spinaci e brassicacee), ovvero di “catturarlo” e ren-derlo indisponibile per l’organismo. Erba medica e trifoglio, in piccole quantità, pos-sono essere consumate, ma non dimentichiamo che sono facilmente fermentescibilie apportano molte proteine ed energia. Il pellet, ovvero il ben noto mangime costitui-to da cilindretti verdi di varia forma e dimensione, può essere parte della dieta delconiglio, ma è necessario che possieda una formulazione adatta a questa specie,ovvero che contenga elevate quantità di fibra, pochi grassi e carboidrati e sia possi-bilmente privo di cereali e semi interi, fioccati o estrusi o ne contenga in quantità irri-sorie. Importante è anche la dimensione del pellet: ne esistono in commercio varietipologie, realizzate per le esigenze dei più giovani, quindi di dimensioni minori peressere più facilmente ingerite e masticate, ma anche per gli adulti, ed è pertanto benescegliere anche in funzione dell’età dell’animale. Quando si consiglia o si acquista unmangime per conigli, meglio scegliere soluzioni appositamente formulate per loro,osservando sempre con attenzione la composizione dichiarata nella tabella presentesulla confezione, preferendo mangimi con il minor quantitativo possibile di cereali erealizzati a partire da fieno e derivati di ottima qualità, con una percentuale di fibra noninferiore al 18%. Mangimi indicati contemporaneamente per più specie, ad esempioper conigli, criceti e altri roditori, devono essere attentamente valutati, in quanto ani-mali diversi presentano esigenze alimentari spesso diverse tra loro. I critical care sonopoi dei mangimi speciali, da utilizzare su suggerimento del veterinario, utili per nutrireanimali defedati o anoressici, e vanno dunque considerati solo in caso di reale neces-sità, ma è bene sapere che esistono e averne sempre una piccola scorta in negozioin caso di emergenza. Pertanto, volendo ricapitolare in maniera sintetica, per quel cheriguarda l’alimentazione il negoziante dovrebbe consigliare in primis del fieno di ottimaqualità come base, facendo sempre presente che l’erba, qualora il cliente avesse adisposizione un giardino, non è un alimento nocivo come molti ancora credono, mal’animale dovrebbe esserne gradualmente abituato al consumo. Seguono poi un otti-mo mangime in pellet e frutta e verdura adatte, in quantità adeguata.

C’è fieno… e fienoIl fieno da somministrare al coniglio dovrebbe essere preferibilmente di prato polifi-ta, ovvero composto di essenze miste con un elevato contenuto di fibra lunga. Disolito, quando se ne apre una confezione, si percepisce un ottimo profumo di erbedi campo. Attenzione alle modalità di conservazione in quanto la maggior parte deifieni, per ovvi motivi di praticità, viene confezionata in buste di plastica, che ne con-sentono in genere una buona conservazione. Verificare sempre l’integrità della con-fezione e mantenere il prodotto all’interno di un magazzino asciutto e ventilato: l’u-midità, quando penetra all’interno della busta, può determinare alterazioni del con-tenuto, favorendo lo sviluppo di muffe spesso dannose per l’animale. Qualora ilfieno non fosse caratterizzato da quel buon profumo che conosciamo, ma al con-trario presentasse odori anomali o eccessiva polverosità, potrebbe non essere piùadatto al consumo. Consigliamo inoltre al proprietario di utilizzarlo in tempi brevidopo l’apertura e mantenerlo nelle stesse idonee condizioni anche a casa.

Ogni quanto deve mangiare un coniglio?A differenza del cane o di altri animali che per necessità, abitudine o praticità, man-giano in orari stabiliti (magari una o due volte al giorno), il coniglio deve assumerealimento di continuo, come farebbe in natura: il tempo speso per alimentarsi corri-sponde alla maggior parte della sua giornata, e questo vale anche in cattività. Ilconiglio compie numerosi piccoli pasti al giorno, proprio in virtù delle sue esigenzemetaboliche, pertanto non deve mai rimanere a digiuno e deve disporre sempre dibuon fieno a volontà. Il mangime, in quantità moderate (uno o due cucchiai al giorno

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circa), può essere lasciato a disposizione o somministrato a cadenza, ma il fieno(non ci stancheremo mai di ripeterlo) non deve mancare mai. Pertanto anche innegozio dovremmo sempre poter disporre di un’ampia scelta. Per quel che riguardagli alimenti freschi, sarebbe meglio metterli a disposizione a orario e per un tempolimitato. Ciò che non viene consumato entro breve dovrà essere rimosso, soprattut-to in estate, per evitarne il deterioramento.

Gli alimenti potenzialmente dannosiIn conclusione, facciamo un accenno anche agli alimenti non idonei o dannosi. Neesistono moltissimi, ma quelli con i quali è più facile fare qualche danno sono la frut-ta secca, gli alimenti a uso umano a base di carboidrati (pane, pasta, biscotti, ecc.),i dolci e la cioccolata, le parti verdi di pomodoro, patata e melanzana, la maggiorparte delle piante d’appartamento (ad es. la stella di natale) o piante che possonoessere rinvenute in giardino (ad es. tasso, belladonna, felce, ferula, oleandro, ecc.)e gli alimenti per altri animali da compagnia che non siano erbivori (come i croccan-tini per cane e gatto). In genere anche semi e cereali vengono sconsigliati, perchénon particolarmente adatti all’alimentazione del coniglio.

Il problema dell’obesità e le patologie correlate alla dietaL’obesità, ormai è scientificamente provato in tutte le specie (uomo compreso), èdannosa per la salute. Difficilmente un coniglio correttamente alimentato ingrassa,ma alcune condizioni possono predisporre all’aumento di peso. Tra queste ricordia-mo la sterilizzazione (che però è caldamente consigliata per altri motivi di salute), lascarsità di movimento e la vecchiaia (con tutto il suo corollario di acciacchi che limi-tano i movimenti dell’animale), ma soprattutto la somministrazione eccessiva dimangime con contenuto calorico elevato, di diete troppo ricche in carboidrati epovere in fibra, nonché di snack, senza contare gli alimenti già descritti come dan-nosi quali, ad esempio, pane, pasta, biscotti e dolciumi. Pertanto, anche per loro,una dieta sana e la possibilità di muoversi (in giardino ma anche in casa) aiutanosicuramente a mantenere una buona forma fisica: non dimentichiamo mai di darequesti suggerimenti al cliente! Il sovrappeso predispone a molte patologie (ad esempio la pododermatite), rendedifficile all’animale le operazioni di toelettatura (spesso con conseguenti problemi dinatura dermatologica) e sovraccarica l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio. Lacarenza di fibra e l’eccesso di carboidrati possono predisporre al rallentamento deltransito intestinale e all’insorgenza di stasi, meteorismo e dismicrobismo intestinale.Alimenti troppo ricchi in calcio possono favorire l’ipercalciuria e la formazione di cal-coli urinari in un animale che, già di per sé, presenta una fisiologica elevata escre-zione di calcio con le urine. Insomma, è molto importante informare adeguatamente il nuovo proprietario sucome alimentare correttamente, sin dal principio, il suo piccolo amico.

Il mangime, in quantità moderate, può essere lasciato a disposizione

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Il coniglio da compagnia, come tutti gli altri animali, può essere vittima di numerosepatologie, alcune più gravi, altre meno. Tra quelle veramente gravi, ma per le qualiesiste una prevenzione efficace, troviamo le due malattie virali più importanti: laMixomatosi e la Malattia Emorragica Virale. Sebbene il campo “malattie e vaccina-zioni” sia di competenza esclusiva del medico veterinario, il negoziante specializza-to è bene conosca entrambi questi aspetti, poiché molto spesso il proprietario chie-de un primo consiglio e bisogna sempre poter avere una risposta pronta.

Come si trasmettono le malattie viraliI virus sono microrganismi molto piccoli e leggeri presenti nel sangue, nelle urine,nella saliva, nelle feci e nell’aria espirata, e possono sopravvivere anche per uncerto periodo, sebbene limitato, al di fuori dell’organismo ospite. Queste caratteri-stiche ne rendono piuttosto semplice la diffusione (basti pensare, ad esempio, aquel che succede con i virus influenzali umani). Nel caso della Malattia EmorragicaVirale del coniglio e della Mixomatosi, le modalità di trasmissione sono davveromolte, ma possono essere raggruppate in due grandi categorie: la trasmissionediretta e quella indiretta. Quando si parla di trasmissione diretta si intende il passag-gio da un animale all’altro per contatto o vicinanza, ad esempio quando siano pre-senti all’interno dello stesso locale o della stessa gabbia. Anche attraverso l’accop-piamento, che quindi richiede sia un contatto che uno scambio di fluidi corporei, larespirazione o la condivisione della ciotola, può avvenire la trasmissione del pato-geno. Questo è sufficiente per capire come, quando si abbiano animali conviventiin uno spazio limitato, sia pressoché automatico il contagio. La via di trasmissioneindiretta avviene, per contro, anche in assenza dell’animale. Un esempio? Una gab-bia o una stanza che abbiano ospitato in precedenza un soggetto infetto, malatooppure anche solo portatore, può fungere da veicolo per il virus, che potrà quindiinfettare un altro coniglio che si trovi a permanere nel medesimo ambiente in unsecondo momento. Lo stesso potremmo dire per acqua e alimento (fieno, erba, ver-

Le malattie virali e l’importanzadella vaccinazione

TRA LE TANTE MALATTIE CHE POSSONO AFFLIGGERE IL CONIGLIO CE NE SONO

DUE DI “IMPORTANZA VITALE”, O FORSE DOVREMMO DIRE “DI IMPORTANZA

VIRALE”. SI TRATTA DI PATOLOGIE CHE POSSONO CONDURRE A MORTE L’ANI-

MALE, E LA VACCINAZIONE È UN’ARMA FONDAMENTALE PER LA PREVENZIONE

La vaccinazione è il miglior modo per prevenire le malattie virali

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dure e mangime) ma anche per gli indumenti di un qualunque operatore (vestiti escarpe) che siano precedentemente entrati in contatto con animali infetti. Nondimentichiamo poi la voce epidemiologica più importante: gli artropodi vettori.Insetti (zanzare, flebotomi, mosche, pulci e pidocchi) e acari (zecche e acari dellacute, in particolare Sarcoptes scabiei, Psoroptes cuniculi, Leporacarus gibbus,Cheyletiella parasitivorax), dopo aver punto un soggetto infetto, possono trasmette-re la patologia a un coniglio sano. Questo fenomeno assume una particolare impor-tanza soprattutto per quel che riguarda gli insetti volanti nel periodo caldo (mosche,zanzare e flebotomi), i quali potrebbero veicolare l’agente patogeno anche a distan-ze notevoli.

La MixomatosiLa Mixomatosi è la prima delle duemalattie che andremo a trattare. Al dilà dei meccanismi di trasmissione, deiquali abbiamo appena discusso, laMixomatosi si manifesta in manierapiuttosto caratteristica, poiché deter-mina la formazione di rigonfiamenti,una sorta di noduli (i cosiddetti “mixo-mi”), che compaiono su tutto il corpodell’animale e in particolare su padi-glione auricolare, contorno occhi,naso e genitali. Questi rigonfiamenti, di dimensioni variabili da pochi millimetri finoa oltre un centimetro, hanno poi la tendenza a ulcerarsi. Soprattutto le lesioni checompaiono sul muso provocano un rigonfiamento delle guance e delle palpebre (gliocchi possono addirittura arrivare a chiudersi) conferendo all’animale un aspettocaratteristico, in passato definito “facies leonina” per la vaga somiglianza al musodi un leone. Gli animali colpiti da questa malattia appaiono depressi, quasi letargici,e molto spesso smettono di alimentarsi. Una variante sintomatologica della Mixo-

Il coniglio da compagnia, come tutti gli altri animali, può essere vittima di numerose patologie più o meno gravi

Presenza di noduli sulle palpebre

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matosi riguarda la sua forma respiratoria che, come è facile intuire, determina nel-l’animale difficoltà nel respirare e, in mancanza dei caratteristici mixomi, può essereconfusa con altre patologie a carico di questo apparato.

La Malattia Emorragica ViraleLa Malattia Emorragica Virale, anche nota con l’acronimo “MEV” o “RHD” (RabbitHemorrhagic Disease) è anch’essa una patologia molto grave e altamente contagio-sa. A differenza della precedente i segni caratteristici, ovvero quelli che fanno sor-gere il sospetto anche solo osservando l’animale, sono molto meno evidenti. Acausa della sua patogenesi (di cui non tratteremo per non annoiare il lettore) e comeindica il nome stesso, questa malattia virale è caratterizzata da difetti nella coagu-lazione che portano a emorragie diffuse. Non serve sottolineare come un’emorragiapossa essere causa di morte, ma non aspettiamoci di osservare chissà quale copio-sa fuoriuscita di sangue dal corpo dell’animale. A seconda che questa patologiadecorra in maniera più o meno acuta, il coniglio può andare incontro a morteimprovvisa senza segni premonitori oppure mostrarsi abbattuto, debole, a voltequasi inerte e rifiutare il cibo, fino ad arrivare al decesso in tempi più o meno brevi.Solo in alcuni casi è possibile osservare la cosiddetta “goccia di sangue al naso”,che testimonia le emorragie interne cui il coniglio colpito va incontro. Le emorragie,perlopiù non visibili dall’esterno, possono essere intuite attraverso l’osservazionedelle anomalie a carico delle mucose, oppure più semplicemente in sede necrosco-pica; la reale presenza del virus potrà poi essere accertata mediante esami di labo-ratorio. Recentemente, nel 2010, è stata identificata in Francia una variante di que-sta patologia, ovvero un virus mutato che ha creato non pochi problemi agli alleva-tori di conigli. Nell’anno 2012, RDV2 (questo il nome della nuova malattia) ha rag-giunto anche il nostro Paese e solo di recente sono stati segnalati casi di malattiaanche nel coniglio da compagnia.

Come difendersiIn entrambi i casi, sia per quel che riguarda la Mixomatosi che la Malattia EmorragicaVirale, la mortalità nei soggetti non vaccinati è molto elevata. Poiché non esistonoterapie specifiche, il miglior sistema di prevenzione è la vaccinazione, che dovrà

essere effettuata da un medico veterinario. Si trattadi un impegno minimo, che richiede la somministra-zione di vaccini a cadenza periodica. È inoltre il casodi sottolineare l’importanza della lotta ai vettori ema-tofagi, gli insetti e gli acari in grado di trasmettere ilvirus soprattutto nel periodo caldo, quello maggior-mente a rischio, attraverso l’applicazione scadenza-ta direttamente sul coniglio di antiparassitari (atten-zione, non tutti gli antiparassitari sono tollerati inquesta specie, chiedere sempre prima al veterina-rio). Anche una lotta indiretta, magari applicandozanzariere alle finestre o utilizzando dispositivi inset-

ticidi ed evitando i ristagni d’acqua (sottovasi, pozze, ecc.), i quali favoriscono la pro-liferazione delle zanzare, può aiutare allo scopo. Quando si riceve in negozio unnuovo soggetto pronto per la vendita, meglio se proveniente da allevatori che abbia-no l’abitudine di far eseguire le vaccinazioni con regolarità o in grado di fornire le ade-guate garanzie sanitarie, dovrà comunque essere tenuto sotto osservazione perqualche giorno. Nonostante la gravità di queste patologie, è bene sottolineare chenon si tratta di zoonosi, sono quindi malattie che non rappresentano un rischio néper il negoziante né per il futuro proprietario o animali presenti in negozio, se non peraltri conigli. Nel caso di comparsa di segni clinici sospetti, ma questa regola è validaper qualunque stato patologico o di malessere dell’animale, bisogna richiedereimmediatamente l’intervento di un veterinario esperto in specie non convenzionali. Ilnegoziante, oltre alle attenzioni già menzionate, dovrebbe suggerire al proprietario,che spesso trascura questo aspetto, di far visitare il nuovo coniglio subito dopo l’ac-quisto: sarà poi il veterinario stesso a proporre il giusto piano vaccinale o altre formedi profilassi, oltre ad accertare lo stato di salute dell’animale.

Gli insetti vettori sono un rischio perla trasmissione delle malattie virali

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Cosa sono i parassiti? Lo dice il nome stesso, ma volendo spiegare il concetto inparole semplici potremmo dire che si tratta di organismi che prosperano a spese dialtri: alcuni parassiti riescono a convivere in maniera “pacifica” con il proprio ospite,altri, soprattutto se presenti in grandi quantità, possono invece arrecargli danni piùo meno consistenti. I parassiti possono essere suddivisi in due grandi categorie: gliectoparassiti, ovvero quelli che vivono sulla superficie esterna degli animali, e gliendoparassiti, che invece stabiliscono il proprio “domicilio” al loro interno. Cono-sciamo insieme i più comuni.

Gli ectoparassitiQuando si nominano zecche, pulci e acari, il concetto di ectoparassita diventa subitopiù chiaro, e forse non avrebbe bisogno di altre spiegazioni. Ma è giusto spenderequalche parola per capire meglio cosa aspettarsi e come comportarsi, senza maidimenticare che il veterinario è sempre il punto di riferimento per la cura e la preven-zione di tutte le patologie, parassitosi incluse. Zecche e pulci sono un problema chein negozio, generalmente, non desta particolare preoccupazione. Dobbiamo ricorda-re comunque che il coniglio può essere parassitato da entrambe, soprattutto se glianimali provengono da allevamenti non particolarmente curati dal punto di vista dellaprofilassi antiparassitaria, se in negozio sono presenti cani o gatti infestati o se addi-rittura accanto al negozio sia presente una toeletta frequentata, appunto, da soggettiaffetti da questo problema. Il coniglio può essere parassitato da una pulce piuttostospecie-specifica (Spilopsyllus cuniculi) ma occasionalmente può rimanere vittimaanche delle più comuni pulci del cane o del gatto (Ctenocephalides felis o canis). Ècomunque importante far presente al proprietario che, nel caso in cui l’animaleacquistato possa beneficiare dell’accesso a un giardino o in presenza di altri animaliall’interno delle mura domestiche, il problema potrebbe presentarsi. Anche seabbastanza raro, citiamo anche il pidocchio del coniglio, Haemodipsus ventricosus,un piccolo parassita che, con un po’ di attenzione, può essere osservato in mezzo

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Parassiti interni ed esterni: come comportarsiIL CONIGLIO, ALLA PARI DI TUTTE LE SPECIE ANIMALI, PUÒ ESSERE VITTIMA DEL-

L’ATTACCO DI NUMEROSI PARASSITI, SIA INTERNI CHE ESTERNI. CONOSCERLI È

IMPORTANTE PER SAPERE COME COMPORTARSI

È importante far presente al proprietario che nel caso in cui l’animale acquistato possa beneficiaredell’accesso a un giardino il problema degli ectoparassiti potrebbe comunque presentarsi

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al pelo anche a occhio nudo. Più frequentisono invece gli acari, piccoli artropodi di lun-ghezza compresa tra 0,3 e 0,8 mm che pos-sono infastidire coniglio e proprietario. Il piùfrequente, secondo l’esperienza comune, èl’acaro della rogna auricolare (Psoroptescuniculi), un parassita specie-specifico cherisiede nel condotto uditivo del coniglio pro-vocando prurito in questa zona, che nelle fasiiniziali di infestazione generalmente passainosservato. Successivamente, complice ilgrattamento da parte dell’animale, iniziano acomparire delle croste in profondità nelcanale auricolare, che con il tempo tendonoa invadere l’intera pinna (padiglione). L’acaro della rogna sarcoptica (Sarcoptes sca-biei) provoca invece prurito, grattamento e lesioni crostose tendenti all’espansionesu naso, labbra, contorno occhi, dita e, successivamente, sul resto del corpo, confrequente comparsa di alopecia, irritazione della cute e infezioni secondarie. Chey-letiella parasitivorax e Leporacarus gibbus sono gli altri due ectoparassiti più fre-quenti nel coniglio, che vivono sulla superficie della cute in mezzo al pelo (soprat-tutto dorso e fianchi) e provocano, quando presenti in maniera massiccia, prurito,grattamento, irritazione cutanea e formazione di forfora e croste. Mentre Psoroptescuniculi non sembra essere trasmissibile all’essere umano, proprio in virtù della suaspecie-specificità, gli altri acari possono occasionalmente infestare anche l’uomo.

Come difendersi dagli ectoparassitiInnanzitutto, prima di ospitare in negozio un nuovo soggetto, è bene verificare l’as-senza di lesioni cutanee (croste, alopecia, irritazione e prurito) e, ove possibile, osser-vare con attenzione l’interno delle orecchie e la superficie della cute, controllandobene in mezzo al pelo, per determinare l’eventuale presenza di parassiti. In caso disospetto è bene consultare un veterinario che provvederà alla diagnosi e alla terapiaed eventualmente a suggerire una profilassi per gli altri animali presenti in negozio.Questo perché gli ectoparassiti, una volta introdotto un soggetto infestato, possonofacilmente diffondersi e colpire anche gli altri conigli e in alcuni casi i roditori, i cani oi gatti presenti nella struttura. Gli antiparassitari possono essere impiegati anche inquesta specie, ma attenzione al loro utilizzo in quanto il coniglio non tollera bene alcu-ne delle molecole presenti in commercio, come ad esempio il fipronil. Altre molecole,come ad esempio l’imidacloprid, la moxidectina, la permetrina, l’ivermectina, il lufe-nuron, il piretro e la selamectina, sono invece indicate sui prontuari veterinari comeidonee per l’utilizzo nel coniglio, ma devono sempre essere impiegate secondo ildosaggio corretto, con le giuste modalità di somministrazione e per la lotta al paras-sita cui sono destinate. Suggerire al nuovo proprietario un consulto veterinario per laprevenzione futura dagli ectoparassiti, o per la loro eliminazione quando già presenti,può essere una buona strategia anche per la vendita di prodotti ad hoc.

Le dermatofitosiI dermatofiti sono microscopici funghi patogeni in grado di causare una patologiadella cute e del mantello nota come “tigna” o “dermatofitosi”. Trattandosi di unazoonosi, ovvero una patologia potenzialmente trasmissibile all’uomo, è degna diparticolare attenzione. Molto spesso l’animale risulta essere un portatore asintoma-tico, ovvero veicola con sé i dermatofiti, ma al momento della vendita o dell’acqui-sto non mostra segni clinici. Il corredo sintomatologico in corso di patologia mani-festa è la perdita di pelo a chiazze con tendenza all’espansione, che generalmenteinizia dal muso e dalle estremità degli arti ma, se trascurata, può interessare qua-lunque area corporea e in alcuni casi si accompagna a forfora e prurito. La patologiaè altamente contagiosa, grazie alla diffusione del fungo attraverso il pelo cadutodall’animale. Un semplice prelievo di pelo e la semina su terreno di coltura da partedi un veterinario, potrà verificare la presenza o meno di dermatofiti sul mantellodegli animali.

Rogna auricolare

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Gli endoparassitiAnche per quel che riguarda i parassitiinterni ci sarebbe molto da dire, ma ci limi-teremo a trattare quelli più frequenti, ovve-ro i coccidi (Eimeria spp.). La coccidiosi èuna patologia causata da un gruppo diendoparassiti che comprende numerosespecie che interessano l’intestino del coni-glio, ad eccezione di una soltanto (Eimeriastiedae) che colpisce il fegato. La trasmis-sione avviene per via oro-fecale, ovveroper ingestione delle oocisti di questi proto-zoi che vengono emesse con le feci e sonosoggette a un tempo di maturazione nell’ambiente esterno di alcuni giorni, dopo ilquale diventano infettanti e possono essere successivamente reingerite, perlopiù aseguito di contaminazione di acqua e alimenti o durante le operazioni di toelettatu-ra. Nel caso di infezioni di lieve entità l’animale non manifesta segni clinici apprez-zabili, ma nei casi più gravi si può verificare ritardo nell’accrescimento, dimagrimen-to o anche diarrea. Generalmente nel giovane animale di recente acquisto la pre-senza di coccidi nelle feci viene rilevata durante la visita veterinaria post-acquisto,attraverso un esame coprologico, prima ancora che possano manifestarsi i segniclinici, ma nell’esperienza di chi scrive è capitato di visitare conigli che, a distanzadi pochi giorni dall’arrivo nella nuova dimora, abbiano manifestato marcati segni disofferenza fisica e diarrea. Pertanto il negoziante dovrebbe sempre avvalersi di for-nitori attenti al problema, che può essere prevenuto e in molti casi risolto con l’im-piego di mangimi medicati con anticoccidici o coccidiostatici, sempre da utilizzaredietro parere medico. Nei casi più gravi, quelli che si spera di non riscontrare mai,diventano necessarie terapie mediche più impegnative. La coccidiosi è una patolo-gia specie-specifica, pertanto non è trasmissibile all’uomo o ad altre specie animalidiverse dal coniglio. Oltre ai coccidi esistono altri endoparassiti, come alcuni nema-todi intestinali (ad es. ossiuridi) o bronco-polmonari (strongili), la cui trasmissioneavviene sempre per via oro-fecale. Pertanto molta attenzione deve essere postaall’igiene della gabbia e della lettiera.

L’encefalitozoonosiNon potevamo non affrontare, almeno brevemente, quest’ultima patologia vera-mente molto diffusa e, poiché spesso asintomatica, decisamente sottovalutata.Encephalitozoon cuniculi è un altro microscopico parassita che può infettare il coni-glio, causando perlopiù problemi di ordine neurologico, oculare o renale. Diversistudi hanno dimostrato un’elevatissima percentuale di soggetti positivi, ma total-mente asintomatici, tra i conigli da compagnia. Il parassita viene trasmesso da coni-glio infetto a coniglio sano attraverso l’ingestione di materiale contaminato dalleurine che contengono le spore del parassita, oppure per via transplacentare durantela vita fetale. La maggior parte dei conigli affetti dalla patologia non presenta sinto-mi, ma quando questi compaiono, a volte anche a distanza di anni, si manifestanocon il più caratteristico segno clinico detto “torcicollo” (testa ruotata da un lato ealterazioni nell’equilibrio), ma anche con difficoltà nella deambulazione, paralisidegli arti e patologie oculari (uveite facoclastica).

In conclusioneIl problema dei parassiti, siano essi interni o esterni, si può prevenire innanzituttoacquistando gli animali da allevatori che possano vantare elevati standard igienico-sanitari. La diagnosi deve essere quanto più precoce possibile e il trattamento mira-to ed efficace. Bisogna valutare con il veterinario la possibilità di mettere in terapiapreventiva anche altri soggetti conviventi con quelli malati ed eseguire un’accuratapulizia e disinfezione delle gabbie, delle teche e degli accessori interni, oltre a uncambio frequente dei materiali sostituibili, in primis la lettiera e il contenuto dellacassettina igienica. L’igiene in negozio è dunque fondamentale, ma l’accortezzanello scegliere i fornitori lo è ancora di più.

Oocisti di coccidi

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L’arrivo della “pubertà” nel coniglio può variare in base al sesso e alla taglia dell’a-nimale, ma in linea di massima subentra intorno ai 4-5 mesi nella femmina e 5-7mesi nel maschio, in genere più precocemente per le razze di piccola taglia e piùtardivamente per quelle medie e maxi. Questa specie, dal punto di vista riprodutti-vo, viene definita a “ovulazione indotta”, pertanto, a differenza di quanto avviene inmolti altri mammiferi, l’ovulazione nella femmina si verifica come conseguenzadell’accoppiamento, dando così al coniglio la possibilità di riprodursi durante tuttol’anno. Se a questo aggiungiamo il fatto che per ogni parto possono nascere dai 4ai 12 (o anche più) coniglietti, numero che può variare a seconda della taglia deigenitori, ecco spiegato il successo riproduttivo di questo lagomorfo e il motivo peril quale un maschio e una femmina interi non andrebbero mai tenuti insieme, a menodi non voler vedere aumentare vertiginosamente il numero dei componenti dellafamiglia. È importante dunque, anche in negozio, evitare di mantenere nello stessoricovero o recinto soggetti di sesso diverso oltre una certa età.

L’accoppiamento e la gravidanzaNella specie cunicola l’accoppiamento è in genere molto rapido, dura qualche deci-na di secondi al massimo, ed è preceduto da un corteggiamento decisamente pocoromantico e di breve durata, nel quale il maschio saltella intorno alla femmina annu-sandola e in alcuni casi spruzzando urina per convincerla, attraverso la diffusionenell’ambiente dei propri ferormoni, ad accoppiarsi. Pochi istanti dopo, se la compa-gna è in quel momento ricettiva, avviene la copula che termina con l’emissione di ungemito stridulo da parte del maschio, che cade su un fianco dopo aver compiuto unasorta di “scivolata” sui posteriori. La gravidanza dura in media 29-31 giorni e durantequesto periodo, soprattutto nella seconda metà della gestazione, la femmina acqui-sta peso, l’addome si dilata e le mammelle aumentano di volume. La conferma dellagravidanza può essere effettuata per via ecografica oppure attraverso la palpazionetransaddominale intorno ai 10-14 giorni, ma deve essere eseguita con delicatezza eda una mano esperta onde evitare rischio di aborto o malformazione dei feti. Durante

la gestazione la femminadovrebbe essere lasciatatranquilla e mantenuta sepa-rata dal maschio.

Il parto e la cura dei piccoliTre o quattro giorni prima delparto la futura mamma ini-zierà a preparare il nido, riem-piendo la tana con il propriopelo per rendere l’ambientepiù caldo e idoneo ad acco-gliere i coniglietti neonati.Lasciare a disposizione delmateriale per coibentare lanursery, come paglia o fieno,

Il coniglio e la sfera riproduttiva

ANCHE IL CONIGLIO, PRIMA O POI, RAGGIUNGE LA MATURITÀ SESSUALE.

DALL’ACCOPPIAMENTO ALLA GESTAZIONE, DALLA CURA DEI PICCOLI FINO AL

LORO SVEZZAMENTO, MOLTE SONO LE COSE DA SAPERE. SENZA CONTARE I

DIVERSI PROBLEMI CHE POSSONO COINVOLGERE LA SFERA RIPRODUTTIVA.

ANALIZZIAMO INSIEME ALCUNI PUNTI FONDAMENTALI

Nidiata di coniglietti di pochi giorni di vita

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sarà sicuramente cosa gradita. La coniglia partorisce in genere senza difficoltà esenza bisogno dell’intervento umano, scegliendo perlopiù le ore notturne, unmomento di calma in cui solitamente c’è meno movimento e nel quale la tranquillitàè garantita. I coniglietti vengono espulsi uno dopo l’altro nella maggior parte dei casientro una mezz’ora dall’inizio del parto, ma la sua durata può variare in funzione delnumero dei feti; la femmina ripulisce i piccoli dalle placente e li lecca per eliminare ilsangue. I neonati pesano poche decine di grammi, sono nudi, ciechi e sordi maappena partoriti sono già in grado di cercare attivamente il capezzolo e iniziare anutrirsi suggendo il colostro prodotto dalla madre. Una gravidanza che si prolunghioltre il termine fisiologico richiede il ricorso a un parere medico. A un occhio inesper-to il comportamento “materno” della coniglia potrà sembrare strano, in quanto lecure parentali in questa specie sono ridotte al minimo: l’allattamento avviene gene-ralmente una sola volta al giorno e la sua durata è di non più di pochi minuti. Per ilresto della giornata la femmina ignorerà la prole, e sarà cura dell’allevatore o del pro-prietario verificare che i piccoli siano stati correttamente ricoperti dal pelo materno enon siano usciti dal nido stri-sciando o rimanendo attaccati alcapezzolo. Per i primi 15 giorni divita il latte sarà il loro unico ali-mento; nel frattempo il corpo deiconiglietti inizierà a ricoprirsi disoffice pelo, gli occhi si aprirannoe i piccoli inizieranno a percepiresuoni e immagini. È un’emozioneindescrivibile veder uscire per laprima volta i timidi coniglietti dalnido, momento che giunge più omeno intorno alle due settimanedi vita e a quel punto inizierannoanche ad assumere gradualmen-te il cibo solido, in modo da esse-re completamente indipendenti altermine del primo mese di vita.Lo svezzamento dovrebbe avve-nire non prima delle sei settima-ne, ma sarebbe ancor meglioattendere i due mesi.

La pseudogravidanzaDefinita anche “gravidanza isteri-ca” o “gravidanza immaginaria”,

Un giovane coniglio

I coniglietti nascono nudi, ciechi e sordi. Il pelo inizia a crescere subito dopo la nascita

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termini di utilizzo comune ma non del tutto corretti, la pseudogravidanza è una con-dizione che spesso si verifica nella coniglia per la quale, anche in mancanza di unaccoppiamento fertile, avviene l’ovulazione. La femmina va quindi incontro a unavariazione dell’assetto ormonale che mima la gravidanza e pertanto determina loscatenarsi di istinti materni, come ad esempio la costruzione del nido, la comparsadi ipertrofia mammaria e la produzione di latte.

Perché castrare e sterilizzare?Al momento della vendita di un giovane animale, uno dei consigli che il negoziantedovrebbe dare al neo-proprietario è quello di consultarsi con il veterinario riguardola necessità di castrazione o sterilizzazione. Numerosi sono i motivi che dovrebberospingere a questa scelta, per cui ne analizzeremo alcuni dei principali. Prendiamo inconsiderazione prima di tutto la femmina: ormai è un fatto noto che le coniglie al disopra dei due anni di vita hanno un’elevata probabilità di sviluppare tumori dell’ute-ro (adenocarcinoma uterino), una condizione patologica che con il tempo può con-durre il soggetto a morte per la caratteristica di questa neoplasia di svilupparemetastasi, soprattutto ai polmoni. Inoltre la sterilizzazione previene alcuni compor-tamenti sessuali della femmina potenzialmente fastidiosi, l’insorgenza di pseudo-gravidanza ed eventualmente altre patologie a carico dell’utero o delle mammelle.Ovviamente questo discorso è valido solo se non si desidera far accoppiare la pro-pria coniglia e avere una nuova generazione di coniglietti. Per quel che riguarda il maschio, bisogna innanzitutto considerare la convivenzacon altri soggetti: due o più maschi potrebbero rivelarsi litigiosi e competere tra diloro per la gerarchia in maniera anche dannosa, per non parlare della concomitantepresenza di femmine intere, che darebbero luogo a feroci lotte per la supremaziasessuale. E per quel che riguarda la convivenza tra maschi e femmine intere? Inquesto caso dovremmo aspettarci numerosi parti e una gran quantità di conigliet-ti… Inoltre la castrazione del maschio previene comportamenti sessuali inevitabili,quali ad esempio la marcatura del territorio con le urine e atteggiamenti di montapiuttosto fastidiosi nei confronti di persone e oggetti. Infine, sebbene più rare rispet-to a quanto avvenga nella femmina, l’orchiectomia previene l’insorgenza di patolo-gie testicolari (orchite e tumori) e risolve situazioni quali il criptorchidismo. Castrazione e sterilizzazione dovrebbero essere effettuate piuttosto precocemente,a discrezione del veterinario, possibilmente in età compresa tra i 6 e i 12 mesi.

Al momento della vendita di un giovane animale, uno dei consigli che il negoziante dovrebbe dare al neo-proprietario è quello di consultarsi con il veterinario riguardo la necessità di castrazione o sterilizzazione

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