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Hi, I am Tony I0JX - in3eci.itin3eci.it/bbb/file_content/fl129.pdf · AB2 con 750V di placca,...

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Pagina 1 AM transmitter 05/01/2011 11:36:09 http://www.qsl.net/i0jx/am.html Hi, I am Tony I0JX Autocostruzione di un Trasmettitore "Vera AM" DESCRIZIONE DEL TRASMETTITORE Premetto che per trasmettitore "vera AM" si intende un trasmettitore (tipicamente a valvole) appositamente realizzato per operare in AM (modulazione di ampiezza a portante intera e doppia banda laterale), e che quindi utilizza uno stadio finale in classe C modulato da un amplificatore BF, usualmente di forte potenza. E' tutt'altra cosa rispetto all'AM prodotta dai trasmettitori moderni, i quali spesso generano l'AM semplicemente reinserendo la portante sull'emissione SSB. Senza entrare poi in questioni di fascino.... Realizzare un trasmettitore "vera AM" nel 2010 può sembrare cosa senza molto senso, visto che l'AM è stata quasi abbandonata da lungo tempo. Dico quasi perchè crescente è il numero dei nostalgici che partecipano al net del sabato e della domenica mattina su 7.190 MHz, come pure elevato è il numero di stazioni USA che lavorano intorno 29.100 MHz (già cominciamo a risentirle grazie al ciclo solare che sale, anche se pian pianino...). Si tratta tipicamente di radioamatori i quali, appassionati dei vecchi trasmettitori "vera AM" (Johnson Geloso, Hallicrafters, ecc. ecc.) - usualmente denominati "boatanchors" - cercano tutte le occasioni per poterli utilizzare e non solamente tenerli in bella mostra nello shack. Ma nei net AM troviamo anche amatori che vi partecipano utilizzando ricetrasmettitori moderni. Per me poi che di trasmettitori "vera AM" ne ho già svariati, costruirmene uno in più può avere ancor meno senso. Varie sono state la ragioni che mi hanno spinto a farlo; innanzitutto la dovizia di pezzi che stavano da lungo tempo inutilizzati nel cassetto (in gran parte materiale Geloso), poi il voler rivivere un'esperienza già fatta da ragazzo (l'ultimo trasmettitore AM era stato da me realizzato nel 1965) ed infine la crisi di astinenza da costruzioni radio che mi spinge ad riprendere il saldatore quando siano trascorsi più di trenta giorni dall'ultima realizzazione pratica. Devo dire che è stata un'esperienza interessante, anche perchè mi si sono presentate problematiche diverse dalle solite e in certo senso anche nuove. Dico nuove perchè cinquant'anni fa i trasmettitori AM si costruivano in maniera semplice e diretta, senza porsi tanti problemi, tanto funzionavano sempre. Magari con parametri sballati, ma comunque funzionavano. Con la mentalità di oggi invece ogni minima questione va studiata, ottimizzata, validata, ed il tempo da dedicarvi diventa così incredibilmente alto. Parliamoci chiaro: il risultato non è nulla di speciale, ma la fatica è stata veramente tanta, al punto che se l'avessi intuita sin dall'inizio forse avrei desistito dall'impresa. Ma ora ... cosa fatta capo ha. Nelle immagini che seguono potete vedere due diverse inquadrature del trasmettitore "vera AM" da 110W uscita, che è stato realizzato all'interno di un cassetto rack 19" da 8 unità. Sì, è grosso, ma alla fine è risultato esser pieno come un uovo, per cui non vi era comunque molto modo di risparmiare spazio.
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05/01/2011 11:36:09http://www.qsl.net/i0jx/am.html

Hi, I am Tony I0JXAutocostruzione di un Trasmettitore "Vera AM"

DESCRIZIONE DEL TRASMETTITORE

Premetto che per trasmettitore "vera AM" si intende un trasmettitore (tipicamente a valvole) appositamente realizzato peroperare in AM (modulazione di ampiezza a portante intera e doppia banda laterale), e che quindi utilizza uno stadio finale inclasse C modulato da un amplificatore BF, usualmente di forte potenza. E' tutt'altra cosa rispetto all'AM prodotta daitrasmettitori moderni, i quali spesso generano l'AM semplicemente reinserendo la portante sull'emissione SSB. Senzaentrarepoi in questioni di fascino....

Realizzare un trasmettitore "vera AM" nel 2010 può sembrarecosa senza molto senso, visto che l'AM è stata quasiabbandonata da lungo tempo. Dico quasi perchè crescente è ilnumero dei nostalgici che partecipano al net del sabato e delladomenica mattina su 7.190 MHz, come pure elevato è il numero di stazioni USA che lavorano intorno 29.100 MHz (giàcominciamo a risentirle grazie al ciclo solare che sale, anche se pian pianino...).

Si tratta tipicamente di radioamatori i quali, appassionati dei vecchi trasmettitori "vera AM" (Johnson Geloso, Hallicrafters,ecc. ecc.) - usualmente denominati "boatanchors" - cercanotutte le occasioni per poterli utilizzare e non solamente tenerli inbella mostra nello shack. Ma nei net AM troviamo anche amatori che vi partecipano utilizzando ricetrasmettitori moderni.

Per me poi che di trasmettitori "vera AM" ne ho già svariati, costruirmene uno in più può avere ancor meno senso. Varie sonostate la ragioni che mi hanno spinto a farlo; innanzitutto ladovizia di pezzi che stavano da lungo tempo inutilizzati nelcassetto(in gran parte materiale Geloso), poi il voler rivivere un'esperienza già fatta da ragazzo (l'ultimo trasmettitore AM era stato dame realizzato nel 1965) ed infine la crisi di astinenza da costruzioni radio che mi spinge ad riprendere il saldatore quando sianotrascorsi più di trenta giorni dall'ultima realizzazione pratica.

Devo dire che è stata un'esperienza interessante, anche perchè mi si sono presentate problematiche diverse dalle solite e incerto senso anche nuove. Dico nuove perchè cinquant'anni fai trasmettitori AM si costruivano in maniera semplice e diretta,senza porsi tanti problemi, tanto funzionavano sempre. Magari con parametri sballati, ma comunque funzionavano. Con lamentalità di oggi invece ogni minima questione va studiata,ottimizzata, validata, ed il tempo da dedicarvi diventa cosìincredibilmente alto.

Parliamoci chiaro: il risultato non è nulla di speciale, ma la fatica è stata veramente tanta, al punto che se l'avessi intuita sindall'inizio forse avrei desistito dall'impresa. Ma ora ...cosa fatta capo ha.

Nelle immagini che seguono potete vedere due diverse inquadrature del trasmettitore "vera AM" da 110W uscita, che è statorealizzato all'interno di un cassetto rack 19" da 8 unità. Sì, è grosso, ma alla fine è risultato esser pieno come un uovo, per cuinon vi era comunque molto modo di risparmiare spazio.

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La realizzazione meccanica è stata effettuata assicurandola facile smontabilità e separabilità di tutti i moduli componenti, cosaresa possibile dal largo uso di connettori e dal montaggio dialcuni componenti su contropannello.

Sul lato sinistro si osserva il modulatore, che è un amplificatore Geloso G.274 il quale utilizza un controfase di 807 in classeAB2 con 750V di placca, robustamente pilotate da una 6L6 collegata a triodo. Gli stadi di amplificazione a basso livello sonocostituiti da due 12SL7 con filamenti alimentati in continua per evitare ronzii. Fu originariamente acquistato negli anni 50 daBeppe I0APV (che me lo ha gentilmente ceduto) ordinandolo alla Geloso direttamente con il trasformatore di modulazionen.6055 montato al posto del normale trasformatore d'uscita n.6054. E' una bella bestia, che risulta ben sovradimensionata permodulare lo stadio finale.

Sul lato destro si osserva, in corrispondenza del pannello posteriore, l'alimentatore del VFO e dello stadio finale, Modulatore ealimentatore sono meglio visibili in questo squarcio interno.

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Adiacente all'alimentatore si trova il modulo RF di potenzache utilizza il doppio tetrodo 829B con le due unità in parallelo,alimentato con 750V di placca e 200V di griglia schermo. Quindi il circuito a Pi-greco fissato sul pannello friontale erealizzato con componenti tutti Geloso (bobina e condensatori variabili).

Risulta invece poco visibile il VFO che si trova al di sotto, eche si vede invece chiaramente nell'immagine sottostante,la qualemostra il retro del pannello frontale smontato.

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Si tratta di un VFO recuperato (courtesy IK0HIT) dal trasmettitore militare T-368, vedihttp://r-390a.us/T368.htm, che utilizzauna 4-400A nello stadio finale. Il VFO, che risulta quindi largamente sovradimensionato per pilotare una 829B, utilizza:

un PTO Collins, con due 6BA6, il quale lavora nel campo di frequenza 1.5 MHz-3 MHztre stadi moltiplicatori (6AH6) che generano rispettivamente le bande 3 MHz-6 MHz, 6 MHz-12 MHz e 12 MHz-24 MHzuno stadio amplificatore di potenza che utilizza un robusto(e piuttosto raro) pentodo tipo 6000 alimentato con 450V diplacca

Per poter operare anche in 10 metri ho effettuato una modifica intesa a fare in modo che, quando la bobina del Pi-greco si troviin posizione 28 MHz,, la bobina di placca della 6000 viene de-sintonizzata e portata a risuonare sui 10 metri. In tal modola6000 viene portata a duplicare il segnale a 14 MHz invece che asemplicemente amplificarlo.

Nell'immagini sottostanti si possono apprezzare alcuni particolari del VFO, quali:

il sistema di sintonia che tiene in passo i vari stadi moltiplicatori impiega un telaio che và su e giù al variare dellafrequenza (mosso da un sistema di camme, tipo ricevitore R-390 per intenderci) che trascina con sè i nuclei delle bobinedi accordoil sistema di lettura digitale (meccanica) della frequenza, con quattro contatori separati, uno solo dei quali risultavisibilein funzione della banda selezionata.

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I particolari del modulo RF sono visibili nell'immagine sottostante.

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Sulla destra si vede il potenziometro a filo che regola la tensione di griglia schermo dello stadio pilota (6000), mentresullasinistra si osserva il condensatore variabile di sintonia della griglia della 829B. Più sotto l'impedenza di filtro da 20H postasulla griglia schermo della 829B, la quale provoca la modulazione automatica di detta griglia (come discusso nel seguito).

Il pannello anteriore (smontato) è mostrato nell'immagineche segue.

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Sulla parte di destra si possono osservare i tre controlli del Pi-greco (condensatori variabili e commutazione bobina), i duecomandi del VFO (banda e frequenza), la sintonia di griglia dello stadio finale e la regolazione di potenza dello stadio pilota(entrambi mostrati senza le relative manopole).

Sulla parte di sinistra troviamo l'interruttore generale di rete, il deviatore a tre posizioni ricezione - trasmissione - spot, ilcommutatore AM - CW - CW break-in, il commutatore dello strumento a sei posizioni (tensione e corrente anodica dello stadiofinale, potenza RF diretta e riflessa, indicatore di sovramodulazione e corrente di griglia dello stadio finale), l'ingressomicrofonico (con jack Geloso) ed infine i tre controlli del modulatore (volume, toni alti, toni bassi) anch'essi mostrati senza lerelative manopole.

L'immagine che segue mostra il pannello posteriore ove, oltre ai connettori di antenna (uscita RF e ingresso ricevitore,commutati tramite relè coassiale), sono presenti i comandi di stand-by del ricevitore e di un'eventuale amplificatore di potenzaesterno, il jack del CW, la regolazione del ritardo del CW break-in, il comando del PTT a pedale, l'alimentazione a 12V perundispositivo esterno (ad es. un compressore di modulazione), l'ingresso rete con filtro incorporato e una buona dotazione difusibili (9 in totale).

ASPETTI TECNICI

Potenze

Nella figura seguente si osservino:

l''onda portante a radiofrequenza

l'onda modulante di bassa frequenza (qui supposta essere puramente sinusoidale)

l'onda modulata con modulazione al 100% (come risulta dal fatto che, in corrispondenza ai picchi negativi dellamodulante, l'ampiezza della portante scende a zero).

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Nelle sopra menzionate ipotesi:

l'ampiezza dell'onda modulata varia tra zero ed il doppio diquella dell'onda non modulata. Il valore medio dell'ampiezzarimane però inalterato (ovvero i picchi positivi compensano i picchi negativi), e ciò spiega perchè, in un trasmettitoredotato di una modulazione lineare, in presenza di modulazione non si osservano variazioni nelle misure di tensione e dicorrente

la potenza istantaneadell'onda modulata oscilla invece tra zero e un valore pari al quattro volte quello dell'onda nonmodulata (ovvero il cosidetto valore PEP). Questo perchè lapotenza è legata al quadrato della tensione e quindi, ad unraddoppio della tensione, corrisponde un incremento di quattro volte della potenza. In presenza di modulazione la potenzamediacresce del 50%, (rispetto alla potenza media dell'onda non modulata) e detto incremento si ripartisce equamentesulle due bande laterali (le quali portano quindi ciascuna il 25% della potenza media della portante). E' interessanteosservare come detto incremento del 50% venga solamente indicato da wattmetri basati su misure termiche (bolometri),ma non dai normali wattmetri, i quali determinano la potenzamedia sulla base di misure di tensione e di corrente (il cuivalor medio, come prima detto, non varia in presenza di modulazione).

Ciò premesso esaminiamo la differenza tra un trasmettitore"vera AM" e un trasmettitore AM moderno, assumendo in entrambii casi una potenza di 100W nominali:

nel trasmettitore "vera AM" la portante ha, in assenza di modulazione, una potenza di 100W. In presenza di modulazionesinusoidale al 100%, la potenza media sale a 150W e quella di picco a 400W. Tale incremento di potenza viene fornitodal modulatore, il quale deve essere dimensionato per erogare circa 70W di potenza media BF (assumendo che ilrendimento dello stadio finale operante in classe C sia circa il 70%)

in un trasmettitore moderno da 100W non sarebbe corretto trasmettere la portante al livello di 100W in quanto, inpresenza di modulazione, non vi sarebbe modo di ottenere il necessario aumento di potenza (a 150W come potenza mediaed a 400W come potenza di picco). Il modo corretto di operare èallora quello di ridurre la potenza della portante a 25W,cosi che la potenza di picco rientri nei 100W che il trasmettitore è in grado di erogare.

Tecnica di modulazione

La modulazione dello stadio finale viene in pratica effettuata sommando alla tensione continua anodica la tensione microfonicadi BF opportunamente amplificata. In pratica ciò si ottieneponendo il secondario del trasformatore di modulazione in serie conl'alimentazione anodica.

Quando lo stadio finale sia un pentodo (od un tetrodo a fascio), la sola modulazione della tensione di placca non sarebbesufficiente a raggiungere un'elevata percentuale di modulazione. Questo perchè la risposta corrente / tensione dei pentodi ètipicamente abbastanza piatta, per cui variando la tensione anodica si otterrebbe solo un moderato aumento della corrente.Questo fatto comporta che, ad un raddoppio della tensione non corrisponda un aumento di quattro volte della potenza, comeinvece dovrebbe essere per poter ottenere una modulazione del 100%.

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Onde ovviare a questo inconveniente la pratica è quella di modulare non solo la placca ma anche la griglia schermo G2. Nella

figura seguente vengono mostrate quattro soluzioni per effettuare la modulazione di placca e griglia schermo.

Nella soluzione a), quella più nota, la griglia schermo G2 viene alimentata, tramite una resistenza R, dallo stesso alimentatore

anodico che alimenta la placca. Poichè detta resistenza si trova a valle del trasformatore di modulazione, anche la grigliaschermo viene coinvolta nel processo di modulazione. Da rilevare come i condensatori di by-pass C1 e C2 non debbano avere

un valore superiore a circa di 2 nF, onde evitare un taglio delle frequenza alte dello spettro modulante.

Consultando degli autorevoli testi al riguardo ho però appreso, con una certa sorpresa, come la soluzione a) non sia in realtàcorretta e debba essere invece utilizzata la soluzione b) laquale differisce dalla a) per il solo fatto che la resistenzadella G2 è

collegata a monte del trasformatore di modulazione. Infatti la modulazione della G2 avviene comunque in modo automatico in

quanto, nei momenti in cui la tensione di placca cresce, la corrente della G2 tende naturalmente a diminuire e la sua tensione

quindi tende a salire (il contrario nei momenti in cui la tensione di placca scende). Si ottiene così un fenomeno di "self-modulation" della G2.

La soluzione b) presenta comunque degli inconvenienti legati al fatto che nei periodi in cui la G2 non assorbe corrente (ovvero

mentre si è in ricezione o durante le pause punto-punto o punto-linea del CW) la sua tensione tende fortemente a salire,raggiungendo potenzialmente dei valori troppo elevati.

Per ovviare a questo inconveniente è stata ideata la soluzione c), la quale differisce dalla b) per la presenza di una valvolaaggiuntiva, denominata "clamp", connessa in modo tale da assorbire corrente dalla resistenza R nei momenti in cui non siapresente del pilotaggio RF allo stadio finale, cioè proprio nei momenti in cui la G2 non assorbe corrente. In tal modo si realizza

una stabilizzazione automatica della tensione di G2.

Qualora si desideri invece svincolare totalmente la tensione di G2 da quella di placca, è possibile adottare la soluzione d), nella

quale la G2 è alimentata da un proprio e distinto alimentatore a tensione notevolmente più bassa di quello di placca. In serie al

circuito di G2 va allora posta un'induttanza di elevato valore (intorno ai15 - 20 H), la cui funzione è quella di permettere

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l'oscillazione dinamica della tensione di G2 (a frequenze audio) così da realizzare la "self-modulation" di cui si è parlato

relativamente alla soluzione b).

Nel mio caso ho preferito adottare la soluzione d) ed ho potuto con piacere riscontrare come con tale metodo sia ottenibile unapercentuale di modulazione molto vicina al 100%.

Resistenza di griglia controllo (G1)

La griglia controllo (G1) di uno stadio operante in classe C è per definizione polarizzata da una tensione negativa (bias) che

tiene la valvola ben interdetta. Perchè si possa poi attuareil vantaggio di efficienza proprio degli stadi in classe C è necessarioche sulla G1 venga applicato un segnale RF di pilotaggio il cui livello sia tale non solo da sovrastare il bias, portando così la

valvola in conduzione, ma anche da rendere la G1 positiva rispetto al catodo, in modo che scorra della corrente nella G1.

La necessaria tensione di bias può essere semplicemente ottenuta ponendo una resistenza detta "di autopolarizzazione" tra G1 e

massa, il cui valore può essere facilmente determinato tramite la legge di Ohm (la tensione di bias e la corrente di griglia sonousualmente dichiarate nelle specifiche delle condizioni operative delle valvole operanti in classe C).

Tale soluzione è quella normalmente adottata nei vecchi trasmettitori AM, in quanto permette di evitare la realizzazione di unapposito alimentatore per produrre la tensione di bias. Il suo principale difetto è che, nei periodi di assenza del pilotaggio RF(ad es. durante la ricezione), in assenza di contromisure lacorrente di placca diverrebbe elevatissima, con conseguentedistruzione della valvola in tempi brevi. Va peraltro anchetenuto conto come la condizione di mancanza di pilotaggio RFsimanifesti anche in CW a tasto alzato.

La soluzione alternativa, da me adottata, è quella della polarizzazione mista, ovvero quella in cui il bias è in parte fisso(generato da un apposito alimentatore) ed in parte variabile (pari alla caduta di tensione sulla resistenza di G1 a causa della

corrente che la attraversa in presenza di pilotaggio RF). Laparte fissa del bias viene usualmente determinata in modo tale chela corrente di placca dello stadio finale, in assenza di pilotaggio, risulti modesta, e tale da non rappresentare comunque pericoloper la valvola (nel mio caso -33V, così da ottenere qualche mAdi corrente anodica).

Anche con la polarizzazione mista la resistenza di G1 va calcolata con la legge di Ohm, dopo aver però sottratto dalvalore di

bias desiderato il bias fisso applicato. A questo propositova osservato come la resistenza interna dell'alimentatoredel bias fissovada implicitamente a sommarsi con la resistenza posta sulla G1; pertanto, per semplicità di calcolo, converrà progettare

l'alimentatore del bias fisso in maniera tale che la sua resistenza interna sia virtualmente pari a zero (ad esempio adottando unastabilizzazione a diodo Zener).

Controllo tensioni

Nei trasmettitori AM occorre tipicamente disporre di variee diverse tensioni per:

l'oscillatore del VFO (usualmente stabilizzata)stadi amplificatori / moltiplicatori del VFOplacca, griglia controllo (G1) e griglia schermo (G2) dello stadio pilota

placca, griglia controllo (G1) e griglia schermo (G2) dello stadio finale

Nei trasmettitori di altri tempi non era facile produrre tutte queste tensioni e variarle individualmente in funzione dellacondizione operativa, ovvero trasmissione, ricezione e spot (per isoonda).

Non era inoltre facilissimo gestire le alte tensioni, per cui si preferiva spesso agire sui primari dei trasformatori dialimentazione; ad es., quando si passava in ricezione, si sconnettevano semplicemente i primari dalla rete togliendo così l'altatensione agli stadi.

Al tempo d'oggi queste difficoltà non esistono più ed inoltre, essendo disponibili transistors che possono lavorare a tensionielevate, le varie tensioni possono essere agevolmente controllate e variate secondo necessità senza dover portare le alte tensionisul pannello frontale o utilizzare dei relè meccanici.

Nella seguente tabella è mostrato come, nel mio trasmettitore, vengano gestite (interamente a stato solido) le varie tensioni infunzione delle condizioni operative. Da rilevare come le tensioni più elevate non risultino commutate.

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Ricezione Trasmissione AM Trasmissione CWa tasto alzato

Trasmissione CWa tasto abbassato

Spot (per isoonda)

Oscillatore VFO +150V +150V +150V +150V +150VStadi a basso livellodel VFO

0V +200V 0V +200V +200V

Placca stadio pilota +450V +450V +450V +450V +450VG1

stadio pilota 0V circa -7V (*) 0V circa -7V (*) circa -7V (*)

G2stadio pilota 0V +30V / + 200V (**) 0V +30V / + 200V (**) +30V / + 200V (**)

Placca stadio finale +750V +750V +750V +750V +750VG1

stadio finale -33V -33V / -50V (***) -33V -33V / -50V (***) -33V / -50V (***)

G2stadio finale -25V +200V +200V +200V circa 0V (****)

Relè d'antenna Disattivato Attivato Attivato Attivato DisattivatoAlimentazionemodulatore (rete230V)

Presente in AM Presente Non presente Non presente Presente in AM

Secondariotrasformatore dimodulazione

Cortocircuitato Inserito Cortocircuitato Cortocircuitato Cortocircuitato

(*) ottenuta per autopolarizzazione su resistenza di G1 dello stadio pilota

(**) variabile tramite potenziometro posto su pannello frontale (controllo potenza di pilotaggio)(***) la tensione aumenta per autopolarizzazione su resistenza di G1 dello stadio finale

(****) valore regolabile in modo semifisso per ottenere il livello di spot appropriato

Controllo di percentuale di modulazione

Nell'operare un trasmettitore AM è buona norma evitare il raggiungimento di percentuali di modulazione superiori al 100%.Per ottenere ciò si potrà utilizzare un normale compressoreaudio che, al contrario dell'SSB, in AM funziona bene. Rimanecomunque il problema di regolare l'uscita del compressore ad un livello tale da non comportare sovramodulazione. Allo scopoho dotato il mio trasmettitore di un circuito il quale immediatamente segnala, su di uno strumento, quando si stia superando lamodulazione del 100%. Detto circuito è mostrato nella figura sottostante.

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Il principio su cui si basa il circuito è che, quando si raggiunga la modulazione del 100%, nei picchi negativi la tensionedialimentazione dello stadio finale va a zero. Quando ciò accade, il transistor smette di condurre e lo strumento forniscequindiun'indicazione.

Misura della corrente di placca

Per misurare la corrente di placca dello stadio finale non esistono, nel mio caso, delle soluzioni semplici. Infatti:

porre uno strumento in serie con la linea dell'anodica (comesi faceva nei trasmettitori di una volta) non è chiaramenteraccomandabile a causa dell'elevata tensione presente sullo strumento, ed anche per le conseguenti difficoltà a commutarelo strumento tra diverse misurazioniporre lo strumento sul lato negativo dell'alimentatore anodico non è possibile, in quanto detto alimentatore è parzialmentecomune con quello degli altri servizi (VFO, griglia schermo, ...)porre lo strumento sul catodo dello stadio finale non è raccomandabile, in quanto misurerebbe, oltre alla corrente diplacca, anche quella di griglia controllo e di griglia schermo.

Ho preferito allora utilizzare una soluzione moderna, cioèquella di impiegare un dispositivo ad effetto Hall che è in grado dimisurare correnti continue senza alcun collegamento galvanico con la linea nella quale fluisce la corrente. Si tratta della stessatipologia di dispositivi utilizzati nelle più recenti pinze amperometriche, le quali misurano non solo le correnti alternate maanche quelle continue.

Nella figura sottostante è mostrato il dispositivo da me prescelto il quale consente, insieme ad un normale strumento adindiceda 1 mA, di misurare correnti continue con il valore di fondo scala desiderato (nel mio caso ho scelto il modello che prevedeun fondo scala massimo di 500 mA). Il dispositivo offre una scala altamente lineare (scostamento massimo dalla linearità pari

Page 15: Hi, I am Tony I0JX - in3eci.itin3eci.it/bbb/file_content/fl129.pdf · AB2 con 750V di placca, robustamente pilotate da una 6L6 collegata a triodo. Gli stadi di amplificazione a basso

Pagina 15AM transmitter

05/01/2011 11:36:09http://www.qsl.net/i0jx/am.html

all'1%)..

Nella pratica basterà far transitare il filo che porta la corrente da misurare attraverso il foro, e la misura risulterà essere del tuttoindipendente dalla traiettoria del filo, come pure non influenzata da campi magnetici che eventualmente si trovino nelleimmediate vicinanze.

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