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Vogliamo amare Gesù Pregare Passionista Ven. Giacomo Gianiel Una Famiglia fucina di santi Programma 2005 Consacrazioni 2004 Calendario 2005 mici di Gesù Crocifisso Gennaio - Febbraio 2005 Anno VI n°1 Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” A A
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Vogliamo amare GesùPregare PassionistaVen. Giacomo GianielUna Famiglia fucina di santi Programma 2005Consacrazioni 2004Calendario 2005

mici di Gesù Crocifisso

Gennaio - Febbraio 2005Anno VI n°1

Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”AA

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stesso: il suo corpo, il suo sangue, la sua vita (Cf. Ef5,2). Egli aveva iniziato a offrirsi in sacrificio al Padrefin dalla sua nascita (Cf. Eb 10, 5-7).Completa poi ilsuo sacrificio sulla croce e lo perpetua nell’Eucaristia.

“L ’Eucaristia è sacramento del sacrificio pasqualedi Cristo. Dall’incarnazione nel grembo della Verginefino all’ultimo respiro sulla croce, la vita di Gesù è unolocausto incessante, un perseverante consegnarsi aidisegni del Padre. Il culmine è il sacrificio di Cristosul Calvario. Questo unico ed eterno sacrificio vienereso realmente presente nel sacramento dell’altare. Inverità il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell’Eucari-stia sono un unico sacrificio. Ad esso la Chiesa asso-cia il suo sacrificio” (Anno dell’Eucaristia, n. 24),

L’Eucaristia è il sacrificio del Calvario che viene ri-petuto ogni giorno centinaia di migliaia di volte sugli al-tari; ma mentre sulla croce Gesù offrì al Padre solo sestesso, sugli altari egli offre al Padre il suo corpo misti-co, cioè se stesso e noi. Qualunque cosa facciamo digiorno o di notte, Gesù la offre al Padre in tutte le messeche si celebrano in quel momento. Dobbiamo unircispesso a questa offerta, perché allora anche le nostreazioni più semplici acquistano il valore infinito del sa-crificio di Gesù.

Nella Messa non solo si ripresenta al Padre il sacrifi-cio di Gesù, ma si attua anche il nostro sacrificio. “Fa-te questo in memoria di me”non significa soltanto ri-petere il rito, ma fare come lui, offrici per gli altri, an-che fino alla morte di croce. Dobbiamo sentirci offerti eofferenti con Gesù: nel suo sacrificio c’è ora anche ilnostro. La messa è ben riuscita se ottiene che tutta lanostra vita diventa un’offerta continua: gioie e dolori,successi e insuccessi, impegni grandi e vita quotidiana.Dal fare alcuni sacrifici nella vita si passa a fare dellavita un continuo sacrificio, una continua messa.Quando il sacerdote ci dice: “La Messa è finita”, si-gnifica: “Andate: adesso comincia la vostra messa”!

Come è diversa la Messa, se è vissuta con questisentimenti, specialmente in questo anno eucaristico! IlPapa ci raccomanda caldamente che “la Messa sia

posta al centro del-la vita cristiana”(M.n.D.n.17). Feliciquegli Amici cheriescono a parteci-pare ogni giorno al-la santa Messa!

La consacrazionesolenne a Gesù Cro-cifisso è anche la no-stra messa, una ri-sposta d’amore alsacrificio d’amore diGesù, per essere conLui, per Lui, in Luiun’offerta d’amoreal Padre, per la sal-vezza dei fratelli. Èil dono grande che ilSignore ha fatto atanti Amici.

P. Alberto Pierangioli

N el 2004 abbiamo approfon-dito la conoscenza di Gesù:“Vogliamo vedere Gesù”.

Se lo conosciamo seriamente, desideriamo di amarlo.Per questo nel 2005 facciamo un passo avanti: “Voglia-mo amare Gesù”. Approfondiremo l’amore che Gesùha per noi e il nostro modo concreto di riamarlo.

Dio è amore: ama sempre, ama tutti, ama per primo,ama anche quando non è amato. In noi quando l’amo-re non è corrisposto, si blocca e muore. Gesù Cristoinsegna che Dio è capace di amare anche quando noinon lo amiamo; insegna anche a noi a farlo e ci dà lagrazia per farlo.

Tutta la vita di Gesù, soprattutto la sua passione emorte, prova che il suo amore, anche quando è rifiuta-to, non si ferma mai: egli continua ad amare. “Amòsino alla fine”: è la caratteristica dell’amore di Gesù,un amore che va fino alla fine, cioè fino all’eccesso,fino alle estreme possibilità dell’amore.

Appena il Figlio di Dio diventa uomo si accorge chel’uomo, corrotto dal peccato, non sa vivere la vita so-lo per amore. Egli invece dimostra in sé che ciò è pos-sibile. Il demonio scatena tutte le forze del peccatocontro di lui, una lotta aperta, fino alla condanna amorte. Ma Gesù non si chiude all’amore, continua adamare, anche quando tutto il mondo lo rifiuta, anchequando è crocifisso. Al rifiuto risponde con un amoresenza fine. Anche il grido di Gesù in croce, “Dio mio,Dio mio, perché mi hai abbandonato”, più che ungrido di disperazione è un grido di amore, come sevolesse dire::“Dio mio, Dio mio, come è ridottoquesto povero essere umano senza di te!”.

La croce di Gesù per noi è uno shock, una cosa orri-bile, straziante. Ma per Gesù, che ama il Padre e noicon un amore senza fine, è l’unico mezzo per manife-stare il suo amore nel modo più eloquente per noi, fi-no a dare la vita. Non è che il Padre voglia la mortedel Figlio, o che il Figlio cerchi la morte per se stessa:Gesù vuole solo rispondere all’amore del Padre e co-municarlo a noi. Nella situazione di peccato e di rifiu-to, l’amore com-porta una mortedolorosa: il Figlioaccetta di morireper amore. Perquesto, come dice-va san Paolo dellaCroce, “la passio-ne è la più grandee stupenda operadel divino amo-re”.

“Il sacrificiodella croce e il sa-crificio dell’alta -re”

La croce è l’alta-re sul quale Gesùsi è offerto al Pa-dre come sacrificiodi amore per noi,dando tutto se2

Vogliamo Amare Gesù: gennaio 2005“Gesù amò sino alla fine” (Gv 13,1)

Recanati: 21-11-04:Leila si consacra per sempre a Gesù Crocifisso

Amici di Gesù Crocifisso

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La comunione eucaristicaAnche oggi Gesù continua ad accogliere tutti, a

donarsi a tutti nella comunione eucaristica. È unbanchetto al quale invita tutti, perché a tutti dice:“Pr endete e mangiate”(Mt 26,26).

Scrive il Papa: “La dimensione più evidente del-l’Eucaristia è quella del convito. L’Eucaristia è na-

ta, la sera delGiovedì Santo,nel contesto del-la cena pasqua-le. Essa pertantoporta inscrittonella sua struttu-ra il senso dellac o n v i v i a l i t à .Questo aspettoesprime bene ilrapporto di co-munione che Diovuole stabil irecon noi e che noidobbiamo svi-luppare vicende-volmente” (Ma-ne nobiscum Do-mine, 15).

E ancora: “Gli Apostoli, accogliendo nel Cenacolol’invito di Gesù: “Prendete e mangiate...”(Mt 26,26-27), sono entrati, per la prima volta, in comunione sa-cramentale con Lui. Da quel momento, sino alla finedei secoli, la Chiesa si edifica mediante la comunionesacramentale col Figlio di Dio immolato per noi.L’incorporazione a Cristo, realizzata attraverso ilBattesimo, si rinnova e si consolida continuamentecon la partecipazione al Sacrificio eucaristico, so-prattutto con la piena partecipazione ad esso che siha nella comunione sacramentale. Possiamo dire chenon soltanto ciascuno di noi riceve Cristo, ma che an-che Cristo riceve ciascuno di noi. Egli stringe la suaamicizia con noi: “Voi siete miei amici”(Gv 15,14).Nella comunione eucaristica si realizza in modo su-blime il “dimorare” l’uno nell’altro di Cristo e del di-scepolo: “Rimanete in me e io in voi”(Gv 15,4) (Ede E, 21-22).

Nell’Eucaristia Gesù è presente come sacrificio diamore, offerto al Padre e come dono di comunione of-ferto a noi. La comunione è il pieno compimento delsacrificio eucaristico. Una messa, senza la comunione,è come partecipare a un banchetto solo per guardare.

L’Eucaristia è cibo da mangiare, è comunioneintima con Cristo. Dobbiamo desiderare che diventiper noi “pane quotidiano”. Siamo affamati di Euca-ristia, ma accostiamoci a riceverla con le dovute di-sposizioni. Fare la comunione significa sentire l’esi-genza di preparare una degna dimora al figlio di Dioe realizzare una unione profonda con Cristo e tranoi. Usciti dalla Chiesa, portiamo con noi il Signorea casa nostra, nei nostri impegni: ricordiamo spessola presenza di questo ospite divino.

P. Alberto Pierangioli

La comunione del cuore

“Voi siete miei amici.... Non vi chiamo più servi...,ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che houdito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,14-15). Il titolo di amico è qualcosa di diverso daglialtri titoli dati ai discepoli di Gesù. L’amicizia è unasfumatura dell’amore; indica affetto, familiarità, co-munione profon-da. Non siamostati noi a procla-marci amici diCristo, nessunoavrebbe osatofarlo, ma è statolui a chiamarcisuoi amici. È Ge-sù che dona lasua amicizia evuole la nostra.

La distanza tranoi e Dio, tra ilCreatore e lecreature sembraincolmabile; maper dono di Dio inostri rapporticon Lui sono destinati a svilupparsi in amore di ami-cizia, fino a diventare intimità sostanziale: Dio ci fapartecipi della sua stessa vita e si fa ospite d’amorenel cuore di quanti lo amano (Gv 14,23).

Gesù è l’Amico fedele che ama con grande dedi-zione e tenerezza, che sperimenta l’abbandono e iltradimento degli amici più intimi, eppure ama “ sinoalla fine” (Gv 13,1), fino a chiamare “ amico” Giu-da che lo tradisce (Mt 26,50), fino a guardare conamore Pietro che lo rinnega (Lc 22,61), fino a darela vita per tutti: “ Nessuno ha un amore più grandedi questo: dare la vita per i propri amici” (Gv15,13). Per questo il Crocifisso è il modello più su-blime del vero amico.

Il Vangelo ci presenta Gesù che è venuto a portareil fuoco dell’amore sulla terra: ama tutti, senza rifiu-tare nessuno, avvicina tutte le categorie di persone,accoglie tutti, si dona a tutti.

Se Gesù ha pure i sui prediletti, questi sono i pic-coli, i poveri, i sofferenti.

Egli accarezza e abbraccia i piccoli con la tenerez-za di una mamma e li difende dagli interventi duridegli Apostoli (Cf. Mc 10,13). I poveri hanno un po-sto privilegiato nei suoi insegnamenti e assicura che“di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3). Prova profon-da compassione per coloro che soffrono, si commuo-ve di fronte al dolore, interviene per lenirlo.

Egli è il buon samaritano, che si fa vicino a chisoffre, ne cura le ferite, se lo carica sulle spalle, loporta al sicuro, pronto a pagare per lui (Cf. Lc10,33).

Essere Amici di Gesù Crocifisso è un privilegio euna responsabilità: è una scelta di vita basata sull’a-more, è vivere una profonda intimità d’amore conGesù, è avere i suoi sentimenti per i crocifissi. 3

Vogliamo Amare Gesù: febbraio 2005“Voi siete miei Amici” (Gv 15,14)

Giulianova, 24-10-04:Consacrazione a Gesù Crocifisso

Amici di Gesù Crocifisso

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Proviamo ad accostarci al miste-ro della preghiera. Lo si fa dicontinuo e in tutti i modi, ma

sentiamo sempre il bisogno di riprovarci. La vita cri-stiana è soprattutto preghiera o vita trasformata in pre-ghiera.

La preghiera è un mistero perché riguarda il rappor-to più misterioso che esista, quello tra noi e Dio. Lapreghiera è al cuore del mistero della salvezza, tantoche Sant’Alfonso afferma bruscamente: Chi prega sisalva, chi non prega si danna.

Dio è mistero, ma anche noi siamo in parte mistero,dato che siamo una scintilla del suo amore. Essendol’incontro tra due misteri, la preghiera non può esserealtro che misteriosa.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica l’ultimadelle sue quattro parti alla preghiera. Dopo la sintesielaborata dal catechismo e le biblioteche di libri scrittisulla preghiera anche da santi espertissimi in materia,sembra assurdo poter dire qualcosa di interessantesulla preghiera. Eppure il mistero continua ad affasci-nare.

Lo stesso catechismo, dopo aver riportato e rielabo-rato molte descrizioni e definizioni della preghiera,afferma: “Vi sono tanti cammini di preghiera quantisono coloro che pregano”, 2672. Come dire che lapreghiera è il DNAdell’anima, l’identità più intima diogni persona, il sigillo inconfondibile impresso daDio quando dal nulla ci chiama all’esistenza. Ognunodeve scoprire e formulare da sé, percorrendone ognigiorno il cammino, la propria definizione di preghie-ra.

Pregare Cristiano La preghiera cristiana è diversa dal bisogno umano

di ricorrere a qualcuno per aiuto e protezione. È diver-sa anche dalle preghiere di tutte le religioni inventatedagli uomini per allacciare un rapporto con Dio. Tuttequeste preghiere sono sforzi del cervello umano, pro-dotti della filosofia o dei sentimenti che non arrivanoa Dio, anche se Dio viene incontro a chi lo cerca concuore sincero.

Il pregare cristiano è un pregare da figli. La preghie-ra cristiana è un prodotto dello Spirito Santo che abitain noi. Questa è la differenza.

La preghiera cristiana è rivelata e radicata nel verboincarnato Gesù di Nazareth. L’evangelista Luca fermal’attenzione sulla preghiera di Gesù una decina di vol-te, per avvertirci che lì c’è qualcosa di essenziale e de-cisivo da non lasciarsi sfuggire.

Gesù è immerso in preghiera nel momento del bat-tesimo, quando il Padre e lo Spirito irrompono daicieli per proclamarlo Figlio, 3,21. È in preghiera sulTabor, quando si trasfigura sfolgorando nella sua divi-nità, 9,28. Dopo giornate spossanti di cammino, inse-gnamenti e miracoli, scompare per nottate intere e loscoprono a pregare, 21,37. Resta a lungo sprofondatoin preghiera prima di interpellare i discepoli sulla pro-pria identità, 9,18. Prima di scegliere i dodici che do-vranno seguirlo fino alla morte e diventare fondamen-4

Pensiero passionista - gennaio/febbraio 2005PREGAREPASSIONISTA

to della chiesa dopo la sua morte, trascorre la notte sulmonte per concordare col Padre le scelte da fare, 6,12.

Quando le folle lo cercano per sentirlo parlare o perfarsi guarire, o lo rincorrono per acclamarlo re, egli sirifugia in montagna, e il giorno dopo lo ritrovano las-sù, inabissato nel Padre, Gv 6,15.

Gesù prega nella cena, quando si dona nell’Eucari-stia, Id 17. Prega perché Pietro non venga meno allasua fede, Lc 22,31. Prega nel Getsemani prima di con-segnarsi alla Passione, Id 22,41.44.46. Prega sullacroce per il perdono ai crocifissori, Id 23,34, e per ab-bandonarsi al Padre, Id 23,46.

I discepoli sentivano il fascino e il mistero di quellapreghiera, ma non riuscivano a capirla. Si sentivanoattratti e esclusi nello stesso tempo. Gesù diceva lorotante cose, condivideva tempo e pensieri, ma non con-divideva la sua preghiera.

Un giorno si fecero coraggio. Attesero con pazienzache Gesù uscisse dal rapimento della sua preghiera, eappena lo videro tornare uno di loro gli chiese: “Si -gnore, insegnaci a pregare”, 11,1.

Come mai? I discepoli erano buoni ebrei e sapevanopregare. Pregavano più volte al giorno in privato e alsabato nella sinagoga anche insieme a Gesù, con leparole della bibbia. Ma avevano capito che la preghie-ra personale di Gesù era diversa. Forse l’avevano sen-tito qualche volta chiamare e sospirare: “Abbà,Abbà”, cosa che nessun ebreo avrebbe mai osato fare.

Gli apostoli volevano imparare quella preghiera. Lepreghiere della bibbia erano ispirate da Dio, ma ri-specchiavano il rapporto ancora non filiale.

Gesù li fece contenti e rispose: “Quando pregate di-te: Padre...” 11,2,con tutti gli insegnamenti sulla pre-ghiera sintetizzati da Luca nello stesso capitolo.

Ecco la radice del mistero della preghiera cristiana.È la preghiera dei figli, una preghiera da figli.

Pregare in DioIl nostro essere figli di Dio non è paragonabile al

modo in cui siamo figli dei nostri genitori. In quantoesseri umani, una volta generati diventiamo gradual-mente autonomi. Diventando figli di Dio nel battesi-mo restiamo in Dio in permanenza come figli nelFiglio.

L’inabitazione trinitaria nel nostro cuore, effetto delbattesimo e della grazia, è possibile in quanto siamoelevati ad abitare nella Trinità, diventando membradel corpo mistico di Cristo. Gesù è nella Trinità. Lanostra abitazione è là, in lui, e tramite lui nel Padre,per mezzo dello Spirito Santo.

La nostra preghiera è in questa posizione e in questorapporto. Noi non preghiamo Dio nel senso che cer-chiamo di raggiungerlo o di attirare la sua attenzionesu di noi, ma preghiamo IN Dio, nel quale abitiamo,figli nel Figlio che è sempre nel Padre con lo Spirito.

Molte definizioni comunemente usate per spiegarela preghiera cristiana rischiano di non essere affattocristiane se non sono intese in questo contesto. Pre-sentare la preghiera cristiana solo come conversazionecon Dio, o stare alla presenza di Dio, parlare con lui,elevare la mente e il cuore a lui, chiedere a lui cose

Amici di Gesù Crocifisso

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Gesù crocifisso. Egli resta in stato di pre-ghiera dinanzi al Padre come Crocifisso-Risorto, Rm 8,34 e Eb 7,25, o “Agnelloin quanto immolato”, come dice l’Apo-calisse, 5,12.

Sulla croce Gesù è all’apice dell’at-teggiamento orante e adorante del rap-porto umano con Dio. Pregare è abbandonarsi aDio e in Dio. È sentirsi vivi e validi perché si è nellemani di Dio e accolti dal suo amore, anche quandotutto viene meno, persino la nostra vita.

Mai come sulla croce Gesù è impegnato nelle cosedel Padre: rivelare il suo amore, donare il suo perdo-no e misericordia, affidare sua madre ai salvati,effondere lo Spirito Santo. Termina abbandonandosinelle mani del Padre.

In questo atteggiamento di preghiera e di adorazio-ne egli raggiunge il Padre. Per questo suo abbando-narsi, il Padre lo accoglie e lo glorifica nella risurre-zione e ascensione. In questo atteggiamento il Figlioresta per l’eternità, unendo coloro che nella storia ac-colgono la salvezza nello Spirito Santo.

Ivi è la preghiera passionista. La nostra spiritualitàci innesta in questa attitudine storica ed eterna di Ge-sù, Signore Crocifisso-Risorto. Se è sulla croce cheCristo esprime il massimo della sua preghiera e ado-

razione al Pa-dre, è nel Croci-fisso che si puòrealizzare la ve-ra preghiera cri-stiana e passio-nista.

D o b b i a m opercepire e spe-rimentare que-sta speciale im-pronta della no-stra preghiera intutte le forme incui essa si espri-me. Prima ditutto nella litur-gia, specie l’Eu-caristia che ri-presenta il me-moriale del sa-crificio di Gesùcome preghieraredentrice pernoi e di supre-ma realizzazio-

ne per lui. Poi nelle forme di preghiera proprie dellanostra tradizione spirituale, specialmente la medita-zione sulla Passione di Gesù.

Tutta la nostra vita, alla guida dello Spirito Santo,tenderà a diventare ciò che la preghiera anticipa esintetizza: vita in Dio, nel Crocifisso-Risorto. Il no-stro fondatore San Paolo della Croce chiama questaesperienza “morte mistica e divina natività”.

Maria di Nazareth è la prima esemplare della pre-ghiera cristiana e passionista. Rapita nel seno dellaTrinità nella sua fede e abbandono, ella diviene ilseno della Trinità, cioè il luogo della presenza e del-la nascita di Dio nel mondo. Dimorando in Dio nel-la fede e nella preghiera, anche noi diventiamo di-mora di Dio perché egli viva in noi e per mezzo dinoi nel mondo.

Gabriele Cingolani cp 5

buone, in una parola stare di fronte a lui cercando dimetterci in contatto, non è sufficiente.

È vero che come peccatori siamo infinitamente lon-tani da Dio, ma è anche vero che come salvati siamoinfinitamente amati e vicini a lui, appunto, figli nelFiglio. Questo è il mistero.

Se la preghiera fosse solo un nostro cercare di rag-giungere Dio, sarebbe sempre un fallimento, perché ladistanza fra noi e lui è infinita. Noi non possiamo maiattingere Dio elevando a lui i pensieri e il cuore. Pos-siamo raggiungere un’immagine, una statua o una raf-figurazione mentale, ma questa non è la preghiera cri-stiana.

Gesù Cristo non solo ci ha insegnato la preghiera,ma ci ha anche messi nella condizione di viverla.Non solo ci ha detto di chiamare Dio nostro Padre,ma ci ha resi figli del Padre unendoci a sé che è ilFiglio, nella grazia del battesimo, degli altri sacra-menti e della fede.

La nostra vita spirituale è la vita nuova che viviamoin Dio, pur nel paradosso di restare in questo mondo enella vita umana ancora soggetta al peccato e allamorte. “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive inme”, Gal 2,20. “Siete morti e la vostra vita è ormainascosta con Cristo in Dio”, Col 3,3.

La nostra preghiera è dunque rendere esplicito il no-stro rapportocol Padre, nelFiglio, per loSpirito Santo.“Color o chesono guidatidallo Spiritodi Dio sono fi-gli di Dio. Voiavete ricevutouno spirito dafigli adottiviper mezzo delquale gridia-mo Abbà, Pa-dre. Lo Spiritostesso attestaal nostro spiri-to che siamofigli di Dio”,Rm 8,14-16; cfGal 4,6.

Il Padre No-stro è la pre-ghiera dellanostra inabita-zione trinitaria. Abitando nella stessa casa, ci rivol-giamo al Padre, nel Figlio, per lo Spirito Santo chesuscita nel cuore la risposta giusta al Dio che si dona.

L’evangelista Giovanni coglie questa impostazionedel mistero cristiano fin dall’inizio del suo vangelo.“Dio nessuno l’ha mai visto: il Figlio unigenito che ènel seno del Padre, lui lo ha rivelato”, 1,18.Il sensooriginale della parola rivelare è “introdurre”. Il Figlionon solo ci ha informato sul Padre, ma ci ha introdotticon sé nel seno del Padre.

Pregare PassionistaIn questa luce è facile comprendere la preghiera

passionista. La nostra preghiera in Dio è preghiera in

Amici di Gesù Crocifisso

Montecosaro17-10-04: Corsi Mariasi consacraper semprea Gesù Crocifisso.

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Amici di Gesù Crocifisso

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Giacomo, quartultimo, nasce il tre marzo1714 a Tinizong nel Cantone de Gri-gioni (Svizzera) da Giovanni, pre-

tore del paese, e Anna Maria Durbant.La famiglia possiede un mulino e unpo’ di terra per il pascolo del suogregge. La sua biografia è essenzialeanche perché, come scrive al fratelloDon Nicola, preferisce rimanere nel-l’ombra. A soli 9 anni è orfano di en-trambi i genitori e allora lavora neicampi, dà una mano al mulino e pas-sa molto tempo a pascolare il gregge,immerso nelle bellezze del creato Ascuola apprende le nozioni elementari. È“di tempra robusta, di indole vivace e spi-ritoso”. Ama la musica ed impara a suonareil violino. Cresce con forti principi cattolici an-che se non mancano i richiami del protestantesimo.Nel 1730, all’età di 16 anni, forse spinto dal desideriodi cambiare vita, parte per Roma e si mette al serviziodi Bartolomeo Corsini, un principe romano della fami-glia pontificia, nipote dell’allora Papa Clemente 12°.Giacomo, pratico di pecore e capre, cura le stalle e ba-da ai cavalli. A corte trova un ambiente cristiano, favo-rito dall’esempio dello stesso principe Bartolomeo,che, adorno di singolari virtù, esige intorno a sé uncomportamento irreprensibile. Giacomo è diligente epreciso, dolce, rispettoso; si attira la stima e la simpatiadi tutti. Entra in confidenza col principe al quale forseparla della sua vocazione. L’ambiente migliore per fa-re discernimento è quello di casa. Nel 1732 riparte perla Svizzera, ritorna al lavoro dei campi e a pascolare ilgregge e intanto matura la decisione di entrare in con-vento. Dopo due anni riparte per Roma dove l’attendeil principe Corsini pronto ad aiutarlo a realizzare la suavocazione. Giacomo manifesta “un’incredibile man-suetudine; mai è sentito proferire una parola di risenti-mento, attento sempre a soddisfare le proprie obbliga-zioni, diligente nel servizio di Dio”. Si dedica alla ope-re di carità e si scrive all’oratorio del Caravita, i cuimembri vivono in modo da “sembrare tanti religiosi”.Per ben due volte viene ammesso e poi congedato daiFrati Minori per una malattia ad un ginocchio. Si tra-sferisce in Umbria a Città della Pieve (PG) al serviziodel duca Marco Antonio Bonelli, dove ancora si fa no-tare per la sua condotta esemplare. Qui conosce il sa-cerdote don Pio Antonio Eleuteri, che lo indirizza ver-so la nascente congregazione dei Passionisti.

Giacomo arriva all’Argentario il 1 dicembre 1742, a28 anni. Il nuovo ambiente sembra fatto su misura perlui. San Paolo della Croce lo accoglie, lo apprezza su-bito e scrive a don Pio Antonio: “ne siamo molto con-tenti e spero fa molto progresso nella virtù. Sta in pa-ce e contento di trovarsi fuori dagli strepiti del mon-do”. Il 18 dicembre 1742 veste l’abito Passionista;suo maestro è Padre Fulgenzio Pastorelli, il quale re-sta meravigliato per la sapienza del cuore di Giacomo.Lo stesso San Paolo della Croce lo stima sempre più egli affida incarichi particolari. Con il permesso dellaSanta Sede gli riduce l’anno di noviziato a soli 25

Venerabile Giacomo GianielPrimo passionista straniero

giorni ed il 12 gennaio 1743 emette la profes-sione religiosa. Ricerca la perfezione in

ogni virtù. È umile, laborioso, amantedella povertà. Si adatta ad ogni lavoro esvolge tutto con amore e maestria. Al -l’Ar gentario si è fatto una “botteguc-cia da falegname”. Accompagna i pa-dri nelle missioni. Il luogotenente delre di Napoli decide di prendersi unavacanza fra i boschi dell’Argentarioe Giacomo attende alla sue cure. Ildignitario ne fa elogio per la signori-lità ed il rispetto con cui Giacomo lo

tratta. Nel 1744 partecipa alla nuovafondazione di Vetralla e poi a quella di

Tuscania (VT), che nasce fra tante diffi -coltà, tanto che San Paolo pensa subito di

abbandonarla. Manca il necessario; inoltre neimesi estivi vi imperversa la malaria. La prima sera indispensa non c’è nulla; mentre la comunità è in pre-ghiera, si presenta in portineria un benefattore scono-sciuto con circa due chili e mezzo di pasta. Quando ilfondatore con il superiore vanno a ringraziarlo, l’uo-mo è misteriosamente scomparso. In seguito la Prov-videnza si servirà di Lucia Burlini, la tessitrice diPiansano, che già conosciamo. Da giugno a novembrei religiosi si trasferiscono al vicino convento di Vetral-la, per sfuggire alla malaria. Lo fanno per due anni; alterzo decidono di rimanere sul posto. Una scelta im-prudente. Giacomo ammala di malaria insieme ad al-tri confratelli. Devono rifugiarsi presso benefattori deipaesi vicini. Giacomo è accolto a Cellere, dalla fami-glia Falandi. I confratelli guariscono, ma lui si aggra-va sempre più. Il 14 agosto 1750 vigilia dell’Assunta,muore santamente. È subito venerato come santo.Viene sepolto a Cellere. Doveva essere una tumula-zione provvisoria, ma gli abitanti di Cellere non han-no più mollato il loro santo. È stato dichiarato venera-bile il 21/12/1989.

Francesco Valori

Montecosaro, 17-10-04:Consacrazione di Gemma ed Elisa

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poi ognuno si dedicava ai propri compiti”.Allevare una famiglia così numerosa non fu facilecon l’unico stipendio del capo famiglia, ma i coniugicristiani non si spaventarono mai.“Per farci studiare, mamma e papà risparmiavano sututto, continua Don Giuseppe. Mano a mano che cre-scevamo servivano più soldi. Papà e mamma elimina-vano tutte le spese superflue. A papà piaceva fumareil sigaro dopo cena e, improvvisamente, smise perchéritenne quella spesa superflua. Mamma per rispar-miare ci confezionava i vestiti lavorando di notte. Im-parò così bene a fare da sarta che molte donne veni-

vano a chiedere consiglioa lei, per confezionare ivestiti dei loro figli”. Le difficoltà economi-che non impedirono aiconiugi Beretta di inse-gnare ai figli l’altrui-smo, l’amore e l’aiutoai poveri: “Alla dome-nica si andava tutti in-sieme alla Messa delleotto in parrocchia. Iragazzi accanto alpapà e le ragazze ac-canto alla mamma. Oc-cupavamo due banchi.Uscendo di chiesa erafacile trovare qualchepovero che chiedeval’elemosina. Il papàestraeva dalla tasca ilsuo portamonete, met-teva nelle mani di cia-scuno di noi una mone-tina e correvamo aportarla al povero.Quando diventammopiù grandicelli, alladomenica il papà ci

conduceva a visitare lefamiglie povere dellaparrocchia, facendociportare pacchi di indu-menti preparati della

mamma. E così conoscendo persone che stavano peg-gio di noi abbiamo imparato ad amare i poveri e adessere contenti di quello che avevamo. Nella nostrafamiglia non c’è mai stata l’abbondanza, ma nessunpovero ha bussato alla nostra porta e se ne è andatovia a mani vuote”. I problemi di convivenza, le incomprensioni, le di-scussioni, inevitabili in una famiglia così numerosa,venivano sempre risolti con l’amore dei coniugi Be-retta: “Mai un rimprovero! Mamma e papà eranomolto severi con loro stessi, ma con noi erano tantodolci. Ci hanno educati con la bontà e la convinzione.Alla sera andavamo incontro al papà che tornava dallavoro. Lui si intratteneva con noi parlando dellascuola, delle difficoltà incontrate. Si cenava sempreinsieme. Dopo cena si chiacchierava, si ascoltavamusica suonata da nostra sorella Amalia. Prima di 7

Nel numero precedente della rivista abbia-mo riportato una lettera che Tertulliano,nel II secolo d.C., scriveva alla moglie,descrivendo la tipica famiglia cristiana.

Ora vogliamo osservare in concreto una “tipica fami-glia cristiana” dei nostri giorni, veramente esistita eraccontata da due componenti della stessa, ancora og-gi in vita: Don Giuseppe Beretta e Suor Virginia Be-retta. Si tratta di Maria e Alber to Beretta, due coniugi che,conducendo una vita semplice e sinceramente cristia-na, hanno permesso al Signore di fare della loro fami-glia una fucina di santi.La più famosa dei lo-ro figli, che furonoben 13, è santa Gian-na Beretta Molla ,una giovane mammalombarda, medico pe-diatra, morta a 39 an-ni, nel 1962, per sal-vare la vita della quar-ta figlia che portava inseno.Santa Gianna BerettaMolla riuscì ad esseresanta, come sposa, co-me mamma, comemedico, non per unsemplice gesto eroico,ma per una vita impo-stata generosamentenella fede e nell’amo-re, fino all’eroismo,appreso nella sua fa-miglia di origine, daisuoi ottimi genitoricristiani.Maria e Alber to ave-vano piena coscienzadella propria dignitàdi persone e di figli diDio. Casalinga lei, im-piegato lui, vivevano laloro fede con la più se-rena semplicità. Dei 13figli, cinque morirono piccolini per la febbre spagno-la, gli altri otto furono preparati alla vita in modostraordinario: tutti ebbero l’opportunità di studiare edi laurearsi.I due sposi iniziavano la giornata andando alla Messaper rendere grazie a Dio del dono della loro vita e perchiedergli aiuto per affrontare le difficoltà e le provequotidiane. “I nostri genitori si alzavano alle cinque,raccontaDon Giuseppe, Papà andava alla Messa delle 5,30,mentre la mamma gli preparava la colazione e qual-che cosa da portarsi in ufficio e mangiare a pranzo.Quando lui era partito per prendere il treno per Mila-no, la mamma preparava la colazione per noi ragazzie poi andava alla Messa delle 7,00. I figli più grandi,attratti dall’esempio, si alzavano spontaneamente e laseguivano. Al rientro si faceva colazione insieme e

Una famiglia fucina di santi

Santa Gianna Beretta Molla, canonizzata il 16-5-04:con in braccio uno dei figli. A sinistra la piccolaGianna Emanuela, l’ultima nata.

Amici di Gesù Crocifisso

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andare a dormire c’era la recita del Ro-sario. Era papà ad intonarlo. Lui stavain piedi di fronte a una immagine dellaMadonna. I fratelli più grandi accantoa lui, i più piccoli inginocchiati vicinoalla mamma. Spesso noi piccini ciaddormentavamo sulle ginocchiadella nostra mamma. Ma tutto questo

era spontaneo, naturale, vissuto davanti aDio, nell’amore semplice e vivo”.Il risultato di questo modo di vivere e di educare fustraordinario: Gianna divenne medico, sposa e madredi quattro figli ed ora proclamata santa dalla Chiesa;Enrico, laureato in medicina, si fa frate cappuccino,con il nome di PadreAlberto, va missiona-rio in Brasile dovefonda un ospedale eun lebbrosario; Fran-cesco, ingegnere, perdiversi anni è accantoal fratello, Padre Al -berto, per dirigere i la-vori della costruzionedell’ospedale e dellebbrosario; Ferdi -nando, ginecologo,amato dalle sue assi-stite perché semprepronto non solo adascoltarle e curarlecon dedizione, ma an-che ad aiutare econo-micamente i più pove-ri; Giuseppe, ingegne-re e sacerdote; Virgi -nia, laureata in medici-na, si fa suora canos-siana e svolge la suamissione e professionein India; Zita, farma-cista, rinuncia allaprofessione per assi-stere i genitori vecchie malati e, in seguito,assiste il fratello PadreAlberto colpito da ic-tus e infermo pervent’anni; Amalia, lapianista, muore a soli28 anni.Qualcuno dirà:“Fa -miglia di altri tempi! .Sì, il nostro tempo èdiverso, le situazionisono diverse, le esi-genze sono diverse,ma Dio è lo stesso, ilsuo aiuto è lo stesso:occorre la stessa fede,lo stesso coraggio, lo stesso amore. La famiglia Beret-ta, pur nella diversità del tempo, è un esempio concre-to di vita familiare vissuta alla luce del Signore: unafamiglia normalissima, guidata da genitori credenti, lacui fede era vissuta come fondamento primo della lo-

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Amici di Gesù Crocifisso

ro esistenza. Abbiamo così costatato come, accoglien-do Dio nelle nostre case e vivendo con consapevolez-za e semplicità il nostro essere cristiani, si possonoveramente realizzare delle “piccole chiese domesti-che” dove si attua il piano salvifico del Signore. Quando ho letto l’articolo di Renzo Allegri che descrivela vita di questa famiglia basata sulla fede dei coniugi Be-retta, mi sono detta, ancora una volta, che solo nel Signo-re si può tutto, solo in Lui si vive nella semplicità, nellagioia e nella pace. Poi mi sono chiesta perché oggi faccia-mo tanta fatica ad ancorare la nostra vita, e quella dellenostre famiglie, al Signore?Oggi i figli ci sembrano sempre troppi, ci sono di impic-cio, e siamo pronti a condannare, o comunque a commi-

serare, chi ne ha più didue. Ci sentiamo sem-pre mancanti di qualco-sa, anche se le nostrecase sono piene di tuttol’immaginabile e di più.Non siamo tranquilli enon c’è pace e sempli-cità di vita nelle nostrefamiglie. Forse, anzi si-curamente, manca unasola cosa: una presenzaforte del Signore. Nellenostre case c’è tutto manon c’è la Persona piùimportante e così mancaquell’aiuto, quella gui-da, quell’esempio diamore e di sacrificiovissuto per amore, chesolo Gesù ci può dare. Ilcammino da fare per ri-cuperare questa dimen-sione religiosa nellenostre famiglie è forselungo e difficile, peròvale sicuramente la pe-na di intraprenderlo.Quest’anno, che il pa-pa ha dedicato all’Eu-caristia e alla risco-perta dell’importanzafondamentale chequesto sacramento de-ve avere nella vita delcristiano, è una occa-sione da non perdereanche per le famiglie.Attorno all’Eucaristiaquotidiana, o almenosettimanale, si creal’unità della chiesa ecosì anche della fami-glia, piccola chiesa.

Dell’Eucaristia vive lachiesa e così deve vi-

vere anche la famiglia cristiana, per crescere nellaconsapevolezza del suo essere e per farsi formare eguidare dal Signore.

Coltorti Maria Grazia

Giulianova: 24-10-04: Pio e Naida si consacrano a Gesù Crocifisso

La Stella PG 14-11-04: Festa delle consacrazioni.

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Amici di Gesù Crocifisso

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Il 44° Capitolo Generale della Congregazione, te-nuto in Brasile nel 2000, aveva raccomandato dipromuovere, a tutti i livelli, lo studio sul significa-

to biblico, teologico, sociologico e pastorale della “me-moria passionis” e sulle sue implicazioni per la Famigliapassionista, creando un “Centro-Forum” di approfondi-mento della memoria passionis. Come risposta, il Consiglio generale istituiva un CentroForum nel ritiro di S. Giuseppe, sul Monte Argentario,chiamando a dirigerlo l’ex superiore generale P. A. Orbe-gozo; doveva avere lo scopo di promuovere la formazionepermanente per tutta la Famiglia Passionista, in un conte-sto di orazione, studio, riflessione e missione, con corsisulla Passione, la spiritualità passionista, la vita e le letteredi S. Paolo della Croce. In questo contesto, dal 19 al 24ottobre, è stato organizzato nel ritiro di s. Giuseppe uncorso di formazione e approfondimento per la FamigliaPassionistaHo accolto con gioia l’invito a parteciparvi. Erano presen-ti una quarantina di persone: religiosi, religiose e laici del-le varie province passioniste italiane, con alcuni laici eduna suora messicani.All’inizio del gennaio 2003, si era già tenuto in Messicoun corso di formazione passionista, diretto da P. OctavioMondragon, passionista messicano, al quale avevano par-tecipato anche alcuni passionisti italiani. Il risultato erastato molto buono, per cui i superiori della Congregazionee P. Mondragon decisero di ripetere il corso in altre “re-gioni” della Congregazione, cominciando dall’Italia.Ero completamente all’oscuro del metodo concreto delForum, come del resto quasi tutti i partecipanti. Primadell’inizio infatti tutti ci facevamo mille domande, ansiosidi sapere che cosa ci aspettasse.

luoghi, la presenza quasi tangibile di S. Paolo della Croce,sono serviti ad interiorizzare gli insegnamenti.La caratteristica del metodo del Forum sta nel fatto chenon è un’esperienza mistica solo personale che porta al difuori del tempo, ma è un metodo basato su qualcosa diprofondamente storico in relazione con la rivelazione bi-blica. È basato sul fatto che Dio non ci ha creato una voltae poi basta, ma continua sempre nella sua azione creatri-ce. Egli si rivela nella storia e attraverso la storia. Conti-nua a parlarci attraverso le cose e le creature. Il metodotende a far fare l’esperienza di essere popolo di Dio.Il programma del Forum si è svolto in quattro punti:Ricupero di un’attitudine contemplativa e di stupore, ne-cessari ad ogni uomo.Scoperta del Dio Vivente, il Dio della Bibbia, come si èmanifestato al popolo ebraico nell’A.T. ed alla Chiesa nelN.T.Momento cristologico, incentrato sul mistero pasquale,sulla contemplazione del Crocifisso che è anche Risorto.Momento passionista: come conservare e richiamare lamemoria del Crocifisso-Risorto.Lo scopo: è riacquistare un luogo di rinnovamento spiri-tuale del Carisma della Congregazione nel mondo d’oggi,sia dal punto di vista teorico che pratico.E’ rivolto a tutta la Famiglia Passionista, religiosi, religio-se e laici, perché trovino, in un continuo confronto, il mo-do di operare insieme.Sarebbe difficile e lungo accennare a quanto ascoltato in 5giorni pieni. Posso solo dire che lo scopo del Forum è sta-to raggiunto: desiderare di riacquistare un atteggiamentocontemplativo, il silenzio, la solitudine feconda, la con-templazione del Crocifisso, fondamenti del Carisma Pas-sionista. L’ultimo giorno, a conclusione del Forum, tutti, ma spe-cialmente i religiosi, hanno manifestato questa necessitàpersonale e comunitaria. Molto belle sono state le celebra-zioni eucaristiche, animate e stimolate da quanto avevamoassimilato durante il giorno.Tra appunti e registrazioni, nei prossimi mesi, ho moltomateriale su cui riflettere. Ringrazio comunque il Signoreper avermi dato questa opportunità di crescere nel Cari-sma Passionista.

Piera Iucci

Monte Argentario: Ritiro di S. Giuseppe

La Stella PG: 14-11-04:Consacrazione di Dora a Gesù Crocifisso.

Centro Forum sul Monte Argentario

Confesso che la prima giornata è stata molto dura, perchémi sono trovata di fronte ad un’esperienza completamentediversa da qualunque altra fatta finora. Unica consolazio-ne per me era quella che anche gli altri partecipanti, moltopiù preparati di me, erano perplessi. Nei giorni seguenti,pur nella difficoltà di apprendimento per tanto materiale(circa 8 ore di intenso lavoro ogni giorno) e la diversità dimetodo, ho cominciato a gustare quanto ascoltavo.I brevi momenti di intervallo, per la pace, la bellezza dei

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Gennaio: “Gesù, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1). L’offerta di amore di Gesù sulla croce e sugli altari.

Febbraio: “Voi siete miei Amici” ( Gv 15,14). Amore per tutti. Gesù Eucaristia accoglie tutti e si dona a tutti.

Marzo: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Lc 5,32). Gesù, medico delle anime. L’Eucaristia come sacramento di guarigione.

Aprile: “Sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Gesù presente nel Tabernacolo: Amore e adorazione.

Maggio: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49).La Vergine dell’Eucaristia, del continuo grazie.

Giugno: “Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me” (Mt 10,37).La Consacrazione a Gesù Crocifisso. Condizioni per accostarsi all’Eucaristia.

Luglio: “Gesù si commosse profondamente e dichiarò: uno di voi mi tradirà” (Gv 13,21).La comunione del tiepido e del traditore.

Agosto: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” (Rm 8,15).Che cosa ci allontana da Gesù? Gli ostacoli per partecipare con frutto all’Eucaristia.

Settembre: “Non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti” (1Gv 3,18). L’amore concreto. Che cosa portiamo a Gesù quando lo andiamo a ricevere.

Ottobre: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato” (Gv 15,12).Amare Gesù nei fratelli. “Corpo di Cristo”: è l’Eucaristia e il mio prossimo.

Novembre: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?... Pasci le mie pecorelle” (Gv 21, 16).Fare amare l’amore. Apostoli dell’Eucaristia.

Dicembre: “Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9).Gesù ci ha amato sempre, fino alla fine. La grazia della perseveranza.

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Programma di Formazione 2004-2006Ripartire da Cristo: “Vogliamo vedere Gesù” Gv 12,21

“Vogliamo amare Gesù”: 2005”

Calendario delle meditazioni mensiliGennaio n° 9 - Cristo “doveva” morire Febbraio n° 13 - Offro la vita liberamente Marzo n° 64 - La vostra afflizione si cambierà in gioia Aprile n° 63 - Riaperte le porte del cielo Maggio n° 52 - Terza parola: “Ecco tua madre”Giugno n° 23 - Fate questo in memoria di me Luglio n° 22 - Il Sangue della Nuova Alleanza Agosto n° 67 - Partecipare alla passione di Gesù Settembre n° 59 - La pietà Ottobre n° 26 - Preghiera sacerdotale di GesùNovembre n° 51 - “Oggi sarai con me in paradiso”Dicembre n° 68 - La passione di Gesù continua.

Incontri Fraternità Amici1 Recanati MC Convento Pass. I e III mercoledì Ore 21,152 Morr ovalle MC Convento Pass. II e ult martedì Ore 21,153 Civitanova M. MC Par. S. Gabriele II e IV lunedì Ore 21,154 Macerata Par. S. Croce I e III venerdì Ore 21,155 P. S. Elpidio AP Par.Annunziata II e ultimo venerdì Ore 21,156 Montecosaro MC Par.Annunziata II e ultimo giovedì Ore 21,157 Mad. d. Stella PG Santuario Stella II e IV domenica Ore 15,00 8 Fossacesia CH Ab. S.Giovanni I e III martedì Ore 20,309 Roccaraso AQ Par. Assunta I e II mercoledì Ore 15,00

10 Pescosans. PE Sant.B.Nunzio S. I e III giovedì Ore 15,00 11 Lido Fermo AP Par. S.Tommaso I e III lunedì Ore 21,1512 Giulianova L.TE Par. Annunziata I e III giovedì Ore 21,0013 Trasacco AQ Par. S. Cesidio ?? ??

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Ecco un bilancio delle134 Consacrazioni solenni degli Amici di Gesù Crocifisso nel 2004: 36 hanno fatto la prima consacrazione; 61 il rinnovo; 37 la consacrazione perpetua.Le consacrazioni furono fatte il 6 giugno a Morrovalle, il 27 giugno a Fossacesia,il 14 e 19 agosto al santuario di s.Gabriele, il 17 ottobre a Montecosaro MC, il 24 ottobre a GiulianovaLido TE, il 7 novembre a Morrovalle, il 14 novembre alla Madonna della Stella PG, il 20 novembreal Lido S. Tommaso di Fermo AP, il 21 novembre a Recanati.Sono state giornate vive, piene di gioia e di grazie. I responsabili delle Fraternità si sono impegnati almassimo per la buona riuscita. Da sottolineare la partecipazione di alcuni Amici che sono stati presentia quasi tutti gli appuntamenti. Pubblichiamo alcune relazioni e testimonianze. Altre ne seguiranno.

Amici di Gesù Crocifisso

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Madonna della Stella PgConsacrazione: una risposta d’amore all’Amor e,un programma di vita, l’offerta di un povero amoreche non sa essere totale, ma che il Signore accetta perfarci discepoli fedeli fino alla fine. Con questo spirito,la Fraternità di Madonna della Stella ha celebrato leConsacrazioni Solenni il 14 novembre u.s. Nove fra-telli hanno ripetuto al Signore il loro “eccomi”, qualeofferta di sé per un cammino di santità.Tutta l’assemblea dei presenti, insieme ad alcuni fra-telli venuti da altre regioni per vivere con noi questagiornata di grazia, ha ripetuto in silenzio il suo “sì”quale accoglienza dell’amore divino, per imparare adonarlo ogni giorno gratuitamente in una testimonian-za di fede.Sono stati per tutti momenti preziosi di verifica, favo-riti dalla catechesi di Padre Alberto, che al mattino haapprofondito in maniera semplice e chiara, il signifi-cato della nostra consacrazione a Gesù Crocifisso, nelrapporto Battesimo-Eucaristia. La Consacrazione So-lenne non è altro - egli ha detto – che un prendere co-scienza della consacrazione battesimale e impegnarsia viverla nel proprio stato. Nel Battesimo siamo statiresi “nuovi e risorti” e da Risorto, Cristo ci incontranell’Eucaristia, dove ogni giorno si rinnova sull’altareil sacrificio della croce. Anche noi, come corpo misti-co, ci offriamo insieme a Lui al Padre e così nel sacri-ficio divino c’è anche il nostro. In tal senso la Consa-crazione diventa un’offerta d’amore, “un sacrificio aLui gradito” . E di “sacrificio-of ferta” ci ha parlatoPadre Alberto nell’omelia della S. Messa, dove ha mi-rabilmente evidenziato l’impegno del consacrato dirinnovare continuamente la propria consacrazione nel-l’of ferta giornaliera di sé, quale continuo sacrificiod’amore.E’ questa la spiritualità passionista che gli Amici di

G.C. intendono vivere e che la consacrazione suggellain stile di vita. In questa ottica, per un vissuto da im-parare, si è svolto l’incontro pomeridiano, iniziato conl’adorazione e la meditazione di una “V ia crucis eu-caristica” molto profonda. Ha fatto seguito la S. Mes-sa con vari momenti di commozione e di forte inti-mità con il Signore che ci univa ai consacrati con laforza del suo Spirito, per esortarci a lasciarci amarenella certezza di essere amati. E’ stata una indimenticabile giornata di grazia, dovel’amore-offerta ci è stato donato come consegna; dovel’unione coi fratelli, vissuta anche nella cordiale aga-

pe fraterna, è stata un esempio d’amore e di reciprocacondivisione da imitare. Abbiamo vissuto l’esperienzadella vera “fraternità passionista” , ciò che noi Ami-ci di G.C. vogliamo essere: “una vera risposta d’a-more all’Amore”.

Margherita Padovani

“Puoi trovare colui che cerchi”Madonna della Stella. C’è chi festeggia i 25 anni dimatrimonio e i più fortunati anche i 50 anni. A me nonsono stati concessi nemmeno 10 anni, ma non avreimai pensato di festeggiare la mia consacrazione a Ge-sù Crocifisso. Dopo anni di titubanza e di riflessione,è arrivata la mia ora. Come dice la preghiera disant’Ambrogio: “Cer cami, perché io ti cerco; cerca-mi, tr ovami, prendimi, portami, tu puoi tr ovare co-lui che cerchi” . Io l’ho trovato, anzi rafforzato questoamore verso Gesù Crocifisso, con la certezza di voler-lo mettere al primo posto. Grazie, padre Alberto, diessere stato con me paziente e molto discreto. Sonofelice e desidero che il mio volto di cristiana sia il ri-flesso del Dio dell’amore. È la prima e più semplicetestimonianza del vangelo che il Signore ci chiede.

Dora Caporicci

Consacrazioni 2004

La Stella PG - 14-11-04: Consacrazione di Laura, Renata, Rosella e Dora

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La prima volta a Giulianova

Amici di Gesù Crocifisso

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l 24 ottobre nella nostra Fraternità di Giu-lianova Lido ci sono state le prime 12consacrazioni, tra cui una coppia, Pio e

Naida. È stata una esperienza straordinaria. Non avevamomai assistito a un a celebrazione di consacrazione, quindiper noi è stata una continua emozione, dall’ora di adorazio-ne davanti al Santissimo alla santa Messa, celebrata dal no-stro assistente P. Alberto, con la presenza del nostro parroco,Don Ennio di Bonaventura e di P. Bruno de Luca. Il momen-to più emozionante è stato quando il sacerdote ci ha chiama-to per nome e noi, alzandoci in piedi, abbiamo risposto:

sù Crocifisso. Da soli ci si lascia andare, si rimanda, non siprega. Questi incontri fissi sono impegni minimi, ma nellostesso tempo sono uno stimolo a lasciarci coinvolgere nelmistero della Passione e migliorarci. Per questo, finché avròforza, mi impegno a partecipare e a far partecipare altri chepossono godere e gustare i frutti della Croce.

Pio Calvarese

Ringrazio Gesù di avermi chiamata

Giulianova. Dopo quasi due anni di frequenza del gruppo“Amici di Gesù Crocifisso”, sono giunta alla Consacrazione,che ho compiuto a Giulianova il 24 Ottobre. Che dire? Damolto tempo cercavo di far parte di un gruppo ecclesiale; neho frequentato alcuni, ma senza che mi toccassero il cuore.Poi, grazie ad Anna che mi parlò degli Amici di Gesù Croci-fisso e degli incontri che ci sarebbero stati in parrocchia, hoiniziato questo cammino di spiritualità. Ringrazio Gesù Cro-cifisso di avermi chiamata e vedo giorno per giorno come lamia vita sta cambiando. Le difficoltà non mancano, ma conil suo grande amore e la sua santa Croce cercherò di andareavanti perché, come dice S. Paolo della Croce, “la Passioneè Il miracolo dei miracoli dell’amore di Dio; un mare di do-lore, ma altresì un mare di amore, un mare di pene che sca-turisce dall’immenso mare dell’amore di Dio”.

Maria Rita Artone

Riscoprire il battesimoGiulianova. Non è facile fare un bilancio del cammino fattonel gruppo degli “Amici di G. C.”, perché sono tanti gli statid’animo ed è un continuo mettersi in discussione. Nella miavita ho sempre cercato di approfondire la fede, mi sono sen-tita chiamata tante volte, non sempre ho saputo rispondere;però ho sempre pregato il Signore di farmi capire la sua vo-lontà, il suo disegno su di me. Ho sempre avuta la certezzache il Signore mi stava vicino anche nei momenti più bui.L’ho cercato attraverso i Sacramenti e posso dire che spessolo sentivo dentro di me e mi dava la forza di andare avanti.Ora sono certa che l’incontro con il gruppo degli Amici diG.C., insieme a mio marito, non è stato un caso. Quando hosentito parlare di consacrazione ho pensato che il Signoreveniva a farsi sentire di nuovo con forza nella mia vita. Inquesti giorni ho riflettuto molto sul termine consacrazione;prendere una decisione non è facile, se ti guardi dentro ti ac-corgi di essere misera, indegna, incapace. Guardo questaconsacrazione come un grande dono, perché il Signore vuo-le il nostro cuore, ci vuole riempire della sia Grazia. Questopensiero mi riempie di gioia; come battezzata, desidero ri-scoprire questo Sacramento, per viverlo con più consapevo-lezza. Prego la Vergine Maria affinché mi aiuti a capire sem-pre più questo cammino di fede.

Anna Maria D’Achille

Questo cammino mi ha cambiata la vita

Giulianova. Un giorno nella mia parrocchia si parlò di farnascere un gruppo del Movimento “Amici di Gesù Crocifis-so”; questo nome mi ha fatto gioire profondamente e mi so-

Guilianova 24-10-04: gruppo dei consacrati con il parroco, Don Ennio e l’assistente P. Alberto.

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“Mi hai chiamato, eccomi Signore”. È stato come dire:“Sono pronta, Signore, a testimoniarti dove tu vuoi”. Ge-sù ci chiama a testimoniarlo nella nostra famiglia, nelle dif-ficoltà di ogni giorno, viste però alla luce nuova del suoamore. Sono felice di essermi consacrata a Gesù Crocifisso,di avere avuto il coraggio di dirgli apertamente che lo amo,che desidero impegnarmi per farlo amare anche da chi Eglimetterà sulla mia strada. Come Fraternità ci incontriamo ilprimo e terzo giovedì del mese. Quando esco dai nostri in-contri mi sento piena: nel mio cuore c’è posto solo per lagioia, la pace, la gratitudine. Tutte le preoccupazioni dellavita diventano un peso leggero, quando il cuore è pieno diamore del Signore.

Santina Taglieri

Abbiamo imparato a meditareGiulianova. Mi sono lasciato coinvolgere, in un primo mo-mento, per rincontrarmi col P. Alberto, mio maestro nellescuole medie, poi per fare un cammino nel gruppo degli“Amici di Gesù Cr ocifisso”. Per quasi due anni ci siamoincontrati con la guida di P. Alberto, cercando di non manca-re a questi appuntamenti di grazia; per questo poi ho chiestodi fare la prima consacrazione insieme a mia moglie.Aver conosciuto tante persone con cui pregare e parlare enello stesso tempo scoprire anime belle e amanti di Gesù, mistimola a partecipare e a pregare. E’un ambiente ideale. Noitutti conoscevamo la preghiera vocale, ora conosciamo an-che la preghiera mentale, la meditazione. Chi medita vera-mente non può offendere quel Gesù che ha conosciutoprofondamente. Stiamo crescendo insieme nell’amore a Ge-

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ne che incontro. Vorrei essere ricca di spe-ranza e di gioia. Gesù, come eri tu a 26 anni? Fa che io cu-stodisca la tua Parola, perché la tua Parolami custodisca.Ti ringrazio per il bene che mi hai dona-to, ti ringrazio perché mi hai preservatomolte volte dal soffio velenoso del mon-do. Gesù, quest’anno farò la consacrazione perpe-tua: sento la bellezza della vita spirituale e della preghie-ra. A me sembra di essere come un albero. Per avere mol-ti rami e molte foglie verdi, l’albero ha bisogno di tanteradici.Per vivere bene è necessario “scavare” e curare le radicidell’interiorità.A volte mi accorgo di alcuni frutti tra le fronde verdi dellachioma e non li colgo, non mi lascio spremere e non midono. Signore, fa che io possa diventare pane che sfama esazia. Allora ti loderò perché sei tu a compiere meraviglie.Mio Dio, che io compia perfettamente la tua volontà.

Leila Giuggioloni

Il valore della meditazioneRecanati. Ho incontrato il Movimento Laicale Passioni-sta nella mia parrocchia, sono rimasta affascinata dallaprofondità della meditazione soprattutto nel momentodella crocifissione, proprio nel momento in cui Gesù ciha donato la sua vita, compiendo il suo ultimo e estremogesto d’amore per l’umanità.Mi piace partecipare agli incontri perché amo ascoltare ecapire tutto il succo della meditazione, questo mi porta ilpiù delle volte a partecipare poco alla conversazione.In tale modo riesco a raccogliere dentro di me tutto ciòche viene detto e poter portare quello che ho ricevuto allamia famiglia e a chi mi sta accanto.E’ stato fondamentale quindi l’aver conosciuto questoMovimento perché mi ha fatto comprendere il valore del-la meditazione e la straordinarietà e importanza della Pas-sione di nostro Signore.Ho riscoperto infatti l’umanità di Gesù e la sua sofferen-za nel compiere questo gesto che lo ha portato a sentiredentro di sé il bisogno del conforto del Padre. Queste ra-gioni mi spingono a voler continuare questo cammino erinnovare la mia consacrazione.

Ivana Farotti

Mettere Gesù al primo postoGiulianova. Mi sono avvicinata con titubanza a questocammino. Negli incontri con Padre Alberto mi sono senti-ta molto vicina a Gesù. Le catechesi sulla Passione di Ge-sù mi hanno fatto comprendere quanto amore Egli ha pernoi, dando la sua vita per i peccatori. Intendo fare la Con-sacrazione a Gesù Crocifisso con tutto il cuore, sperandoche il Signore mi accetti con tutte le mie manchevolezze.Io a mia volta prometto di osservare sempre la parola diDio, cercando di trasmetterla anche ad altri. Desideromettere Gesù al primo posto e cercare, col suo aiuto,d’essere sempre migliore. Non so esternare meglio i mieipensieri, ma queste mie parole sono sgorgate dal miocuore.

Lina Tarquini

Diventare pane che sfama e saziaRecanati. Gesù, a volte mi chiedo che cosa sto facendodi questo cammino di fede. Ti sono fedele a sufficienza?Ti amo come ti aspetti da me? Ti benedico con ogni fibradel mio cuore e con ogni frammento della mia vita? Ge-sù, in ogni uomo che soffre tu ripeti il tuo grido:“Ho sete”. Maria, rendimi capace di stare ai piedi dellacroce con delicatezza e con fede, come hai fatto tu. Ren-dimi capace di tacere, di parlare e di vivere in profonditàe con sapienza. Rendimi capace di portare a Dio le perso-

Amici di Gesù Crocifisso

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no detta: è il momento, Gesù mi chiama e io rispondo. Hopartecipato quasi sempre agli incontri di P. Alberto. Ho capi-to tante cose che prima mi erano difficili, cioè riflettere,comprendere, perdonare. Questo cammino mi ha cambiatala vita; mio marito è contento anche se non mi segue. Hoavuto molti inciampi in famiglia, ma non mi sono mai stan-cata di dire: Gesù aiutaci, non ci abbandonare. Il Signore miha risposto ed io lo amo sempre più.

Giuseppina Mariani

Lido S. Tommaso 20-11-04: Consacrazione diPatrizia (con la piccola Giulia), Iolanda, Edda.

Recanati 21-11-04: Graziella, Ivana, Gianni e Graziella,Bruno rinnovano la consacrazione.

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Quest’anno ho partecipato a quattro incontri a S. Gabriele: a febbraio per il Corso diFormazione, a maggio per il Convegno Nazionale del MLP, in agosto per gli EserciziSpirituali, il 26 settembre per la Giornata di Spiritualità. Posso dire che è stato un col-legamento forte per la mia crescita spirituale, perché ho potuto approfondire il modomigliore per camminare verso la “santità”.

Nel corso di Formazione, il P. F. Taccone ha spiegato che gli Amici di Gesù Croci-fisso devono vivere, in modo semplice, quanto richiede il nostro Statuto. In questomodo il servizio di “Animatore” non mi sembra più così difficile da vivere, basta ave-re per tutti amore, disponibilità, umiltà e spirito di sacrificio.

Al Convegno Nazionale del MLPtutto è stato splendido: l’organizzazione, le rela-zioni di P. Cingolati, la Liturgia, la Veglia di Pentecoste, la penitenziale. Ho pensato:P. Alberto sta raccogliendo i frutti del suo lavoro e del suo amore per Gesù Crocifisso.Ho notato con piacere un forte inserimento nel MLPdi molti sacerdoti Passionisti.

Gli Esercizi Spirituali : fino all’ultimo giorno non sapevo se potevo parteciparvi, perseri motivi familiari; poi, con l’aiuto di Dio, sono partita, “stanca e malata”, con il fi-sico e lo spirito a terra. Ma appena arrivati, tutto è cambiato e si è tramutato in unagioia profonda, con la volontà di fare comunione con tutti. Sono stati cinque giorni di intensa conoscenza di Gesù “amico e fratel-lo”, conoscenza personale e comunitaria, soprattutto nel “lavoro di gruppo”. I temi svolti mi hanno avvinto. Tutti abbiamo spalan-cato la nostra porta a Gesù, per accoglierlo tutti i giorni nel nostro quotidiano. Nel giorno di “deserto” ho chiesto al Signore di aiu-tarmi a fare molto “deserto” nella mia vita, per dare posto solo a Lui.

La giornata di spiritualità degli Amici , davanti all’urna di san Gabriele, è stata caratterizzata da una intensa spiritualità e da unaprofonda comunione con centinaia di Amici di tutti i gruppi.Sono veramente felice di aver potuto partecipare a questi incontri, che sono stati “il pane che nutre e sazia”, grazie a Dio e a coloroche ci hanno spinto a guardare sempre più in alto.

Maria Luisa.

Amici di Gesù Crocifisso

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Domenica 17 ottobre 2004 si è svolta aMontecosaro (MC) la giornata delle con-

sacrazioni degli Amici della Fraternità SS. Annun-ziata. Ancora una volta il Parroco Don Lauro Marinelli ci hadato la possibilità di celebrare la giornata nella nostra sugge-stiva Abbazia di Santa Maria a Pié di Chienti, accogliendotutti gli Amici veramente con grande piacere.Gemma, Elisa e Maria (giunta da Sondrio dopo ben 7 ore ditreno) hanno ricevuto la Consacrazione Perpetua a GesùCrocifisso, donandosi al Signore con tutto il loro cuore e insemplicità d’animo, mentre altre sei sorelle e una coppia di

Montecosaro: festa all’Abbazia

Lido S. Tommaso di Fermo, 20-11-04: Consacrazione di Franca, Gabriella, Enrico e Roberta

Recanati: 21-11-04:Consacrazione di Lina e Maria Vittoria.

Quattro incontri a S.Gabriele

sposi hanno rinnovato per un altro anno l’impegno di amaresempre più il Signore e di amarlo nei fratelli, soprattutto ipiù bisognosi. Con l’adorazione, che ha preceduto la Cele-brazione Eucaristica, abbiamo potuto iniziare, in contempo-ranea con l’annuncio del Papa, l’anno dedicato all’Eucari-stia, contemplando l’aspetto eucaristico della Passione delSignore. Tutti gli Amici della Fraternità si sentono di ringra-ziare i fratelli e le sorelle che sono intervenuti, veramentenumerosi, e hanno così sottolineato l’importanza che questomomento ricopre nella vita del nostro Movimento e di ognisingolo aderente.

Maria Grazia Coltorti

A me non resta che dire: Eccomi!Montecosaro. Dopo tre anni di appartenenza a questo grup-po, chiedo di rinnovare la mia consacrazione perché sto impa-rando a conoscere Gesù. Grazie a lei, Padre Alberto, alla suapazienza e chiarezza, ora riesco a partecipare alla messa colcuore, riesco ad offrire le mie giornate stressanti, e come dicelei, a vivere con Lui quasi ogni momento, ad offrirgli momen-ti che prima sarebbero stati neri. Io ho sempre saputo che Luic’era con me e quando ne ho avuto bisogno l’ho sentito vici-no, anche tramite altre persone; ma ora ne sto prendendo co-scienza, mi sembra di entrare dentro qualcosa che prima ve-devo solo dall’esterno. Sì, Padre, voglio continuare a cono-scere Gesù; io le dico sempre che è difficile seguire questocammino perché so di fare poco, con i miei impegni di lavoroe la stanchezza che mi offusca persino la mente e non mi per-mette nemmeno di concentrarmi nella preghiera. Però in alcu-ni giorni trascorsi a Colvalenza ho riflettuto molto e ho capitoche Lui mi ha chiamata, sapendo che sono niente. E a me nonresta che dire: “Eccomi”!

Rosina Vallorani

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Amici di Gesù Crocifisso

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09 gennaio Ritiro mensile a Morrovalle06 febbraio: Ritiro mensile a Morrovalle04 febbraio Festa della Passione a Civitanova06 marzo Ritiro mensile a Morrovalle03 aprile: Ritiro e consacrazioni a Morrovalle08 maggio: Ritiro mensile a Morrovalle16 maggio Festa di S. Gemma a Loreto22 maggio Giornata di spiritualità a S. Gabriele12 giugno: Ritiro mensile a Morrovalle03 luglio: Ritiro mensile a Morrovalle

Calendario Passionista2005

08-03 agosto I corso Esercizi Spirituali a S. Gabriele 15-20 agostoII corso Esercizi spirituali a S. Gabriele

11 settembre Ritiro mensile a Morrovalle24 settembre Consiglio Nazionale

a Morrovalle09 ottobre: Ritiro mensile a Morrovalle

19 ottobreFesta di S. Paolo della Croce

06 novembre Ritiro mensile a Morrovalle11 dicembre Ritiro mensile a Morrovalle

31 dicembre: Veglia e Messa di fine anno a Morrovalle

03 ge. 1694: nascita di san Paolo d.Croce05 ge. B. Carlo Houben sacerdote18 ge. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce04 fe. Solennità della Passione festa d. Famiglia Passionista08 fe. Gesù orante nel Getsemani memoria27 fe. S. Gabriele dell’Addolorata festa08 ap. Piaghe gloriose di Gesù Cristo memoria16 ma. S. Gemma Galgani patrona MLP18 ma. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce10 gi. Messa e ufficio votivo I: Gesù flagellato12 gi. B. Lorenzo Maria Salvi sacerdote18 gi. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce01 lu. Preziosissimo Sangue festa06 lu. Santa Maria Goretti vergine e martire08 lu. Messa e ufficio votivo II: Gesù coronato di spine09 lu. Madonna della S. Speranza memoria18 lu. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce24 lu. B. Niceforo e 25 compagni martiri spagnoli30 lu. Messa e ufficio votivo: B. M. V. Addolorata12 ag. Messa e ufficio votivo III: Gesù condannato a morte18 ag. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce19 ag. Messa e ufficio votivo IV: Volto sofferente di Gesù26 ag. B. Domenico Barberi sacerdote02 se. Messa e ufficio votivo V: Crocifissione e morte di Gesù14 se. Esaltazione della s. Croce festa 15 se. B.V. Maria Addolorata festa24 se. S. Vincenzo Maria Strambi vescovo06 ot. B. Isidoro de Loor religioso fratello09 ot. S. Innocenzo Canoura sacerdote e martire18 ot. 1775: Morte s. Paolo d. Croce Ore 16,4519 ot. S. Paolo della Croce solennità21 ot. Messa e ufficio votivo VI: Gesù trafitto dalla lancia 29 ot. Messa e ufficio votivo: B. M. V. Addolorata03 no. B. Pio Campidelli religioso studente05 no. Defunti della Famiglia Pass. memoria13 no. B. Eugenio Bossilkov vescovo e martire18 no. B. Grimoaldo Santamaria religioso studente21 no. Presentazione della Vergine M. memoria25 no. Messa e ufficio votivo: Gesù trionfa dal sepolcro09 di. B. Bernardo M. Silvestrelli sacerdote

Calendario Amici

2005

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A M I C I N E W S

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa

Ricordiamo al Signore i nostri defunti:• Polsoni Marino Emilia di Fossacesia:

consacrata il 27-6-04, defunta il 25-10-2004 • Garufi Santini Alba di Macerata: 28-10-2004

• Cammi Bruno di Macerata: 12-12-2004

Amici di Gesù Crocifisso

Gennaio - Febbraio 2005 - Anno VI n. 1Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n, 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P.A.Giuseppe PierangioliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail [email protected]://www.passionisti.org/mlp/amici

La mia vita ruota intorno a Gesù CrocifissoDesidero informazioni sul movimento Amici di Gesù Crocifisso. Vorrei creare un gruppo anche qui a Terni. La miavita, caro padre, ruota tutta intorno al mio amato Gesù crocifisso. Da Lui prendo ispirazione nella preghiera per la-vorare con i bambini del catechismo, per lavorare con il Vangelo per l’ufficio biblico (appena nato), da Lui prendoispirazione per aiutare coloro che satana tormenta con forza. La mia vocazione è per la famiglia cristiana tutta, quel-la grande di tutti i cristiani sulla terra, in purgatorio ed in paradiso. Prego per tutti loro. E la forza la trovo sempre inGesù Crocifisso. Il fuoco che sento in me non ha nulla a che vedere con il fuoco terreno. Quello terreno ha una fine,quello del cielo cresce ogni giorno di più, tanto che spesso durante l’adorazione eucaristica mi sembra mancare ilrespiro. Dio la conservi nel suo Amore avvolgente e misericordioso.

Manuela

Primi Appuntamenti 200509 gennaio: Ritiro mensile a Morrovalle22 gennaio: Consiglio Esecutivo a Morrovalle06 febbraio:Ritiro mensile a Morrovalle04 febbraio:Festa della Passione a Civitanova:

Inizio della Peregrinatio Crucis06 marzo: Ritiro mensile a Morrovalle

me, cioè la santità, che è la cosa più bella e più grandea cui un cuore possa aspirare nella vita. Il libro da leipreparato per noi Amici è un vero tesoro: speriamo diricavarne un grande bene. Ho difficoltà a fare la medi-tazione, ma spero di riuscirci in breve tempo. Non mistanco mai di meditare la bellissima “Promessa diAmore a Gesù Crocifisso”. Ci mandi alcune pagellineper iscrivere altre persone.

Andreina

tttVivissimi auguri di

Felice Anno Nuovo,

pieno di grazie e benedizioni divine

P. Alberto CP

Dalla SardegnaSiamo felicissimi di far parte degli Amici di G.C.; è ungrande dono arrivato inatteso. Ci auguriamo che quantolei ci ha scritto si realizzi pienamente nelle nostre ani-


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