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il Punto diCAMPAGNA AMICA
N.5 OTTOBRE 2010
NOTIZIARIO DELLA RETE DEI PUNTI IN VENDITA DIRETTA
MADE IN ITALY:PER UNO SU 4
VALE IL DOPPIO
“Bene lo stop delle Regioni agli ogm”Il presidente Marini soddisfatto per la sceltadi respingere le linee guida sulla coesistenza
il Punto di CAMPAGNA AMICA
Presidente:Sergio Marini
Direttore Generale: Toni De Amicis
Sede operativa: Via Nazionale 89/a00184 Roma (Italy)Tel [email protected]
Il Punto di Campagna AmicaIscritto al n. 19 del 27/01/2010Registro Nazionale dellaStampa del Tribunale di Roma
Direttore responsabile:Paolo Falcioni
Redazione:Fabio CagnettiRaffaella CantagalliAngela GalassoAlessandra GioggiMassimiliano PaoloniSara Paraluppi
Hanno collaborato:Silvia BoscoDomenico BuonoLuca D’ApoteCarlo HausmanRolando ManfrediniStefano MasiniCarmelo Troccoli
Indagini a cura dell’istituto ricerche SWG S.r.l. sede legale via S.Francesco 24 -34133 TriesteTel +39.040362525 www.swg.it
Impaginazione e grafica:Massimiliano Paoloni
StampaDigitalia Lab, via G. Peroni,131 – Roma
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“Una definitiva indicazione sulla linea chel’Italia deve tenere in Europa è venutadalla Conferenza delle Regioni che hascelto all’unanimità di fermare la coltivazione di organismi geneticamente modificati in Italia con l’importante invito adesercitare la clausola di salvaguardia pervietare sul territorio nazionale la seminae la produzione della patata Amflora e delmais Mon810”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marininel commentarepositivamente ilvoto unanime deiPresidenti delleRegioni chehanno respintoil provvedimento sullel i n e eg u i d anazion a l isulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali ebiologiche, nell’ambito della Conferenzadelle Regioni, in attesa della nuova normativa comunitaria . Con la richiesta di attivazione della clausola di salvaguardial’Italia sottolinea la Coldiretti si unisceal numero crescente di Paesi europeicome Austria, Ungheria, Lussemburgo,Grecia, Francia e Germania che hanno giàvietato il mais MON 810 mentre con il medesimo mezzo giuridico per ora l’Austria,l’Ungheria ed il Lussemburgo hanno vietato, altresì, la patata Amflora. “Ai Presidenti delle regioni e ai loro Assessoriall’agricoltura va sottolinea Marini il ringraziamento dell’agricoltura italiana per
una sensibilità e una attenzione su untema dove a farla da padrone rischiano diessere le pressioni Gli organismi geneticamente modificati spingono verso un modello di sviluppo che è il grande alleatodell'omologazione e il grande nemico dellatipicità, della distintività e del Made in Italy.La scelta di non utilizzare Ogm non èquindi il frutto di un approccio ideologico,ma riguarda una precisa posizione economica per il futuro di una agricoltura chevuole mantenere saldo il rapporto
con i consumatori.eserci
tate dagliinteressidi pochi”.Su questas t r a d al ’ I t a l i anon ècerto da
sola poiché dopo il
divieto postoanche in Germania
si sono ridotti a soli sei, su ventisette, iPaesi Europei dove si coltivano organismigeneticamente modificati (ogm) con undrastico crollo del 12 per cento delle semine. Il drastico crollo nei terreni seminaticon organismi geneticamente modificatiin Europa nel 2009 conferma che nel coltivare prodotti transgenici non c'è neanche convenienza economica. Il futuro dellanostra agricoltura sarà nell’essere diversi emigliori e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costiper noi irraggiungibili. Il problema è nonfarsi copiare le nostre eccellenze e non replicare modelli che il mercato ha già abbondantemente bocciato.
Primo Piano
il Punto di CAMPAGNA AMICANovità da Fondazione
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Addio buste di plastica, simbolo diconsumo e di benessere ma anchecausa di inquinamento e di degrado.Da Gennaio, infatti, non potranno essere più utilizzate. Quello che è divenuto un segno di attenzioneall’ambiente da parte di supermercati e attività commerciali di varianatura, dal 2011 diverrà obbligatorioper legge. Anche i nostri mercati epunti vendita aziendali si dovrannoadattare se già non lo hanno fatto. Questa presa di coscienza, tardiva,ma comunque benvenuta, nasce dalrecepimento della direttiva comunitaria En 13432 avvenuto già nel2007 ma mai messo realmente inpratica. Noi italiani siamo i massimi utilizzatori in Europa di shoppers in plasticacon un consumo medio annuale di300 sacchetti a testa. In Italia arriva
un quarto dei 100 miliardi dipezzi prodotti in Europa. Il 28% diquesti sacchetti diventa rifiuto eva ad inquinare l’ambiente inmodo pressoché permanente (itempi di degradazione sono di400 anni). Basti pensare, peresempio, a quello che accadenei fiumi italiani e più in generale del mondo, quando lesponde ad ogni piena si trasformano in vere discariche; oppurealle isole di plastica degli oceani doveper un gioco di correnti si accumulanoquantità enormi di rifiuti plastici galleggianti che quando si degradano avvelenano le catene alimentari,uccidendo migliaia di animali e soffocando gli organismi sul fondo dei mari.Sulla terraferma spesso i rifiuti di plastica sono bruciati e ciò comportal’emissione di sostanze climaalteranti
come l’anidride carbonica e inquinanti come le diossine, mposti pericolosissimi per la salutedell’uomo e dell’ambiente. E c’èanche da considerare il fatto che ilpetrolio è una risorsa utilissima main via d’esaurimento: lo sprechiamo per oggetti usati in media20 minuti! Il grido d’allarme dell’ambientedeve essere raccolto anche e soprattutto da chi vive in mezzo allanatura e spesso assume il ruolo diguardiano del paesaggio. Così le nostre aziende agricole eagrituristiche possono fare la loroparte proponendo ai loro clienti,nei mercati e punti vendita di Campagna Amica, l’utilizzo della sportao di shoppers e utensili per la ristorazione usa e getta biodegradabili. L’iniziativa Compostiamoci meglio di Campagna Amica (vedi sul portalewww.campagnamica.it nella sezione stili sostenibili) e l’adesioneall’iniziativa “Porta la Sporta”hanno quest’obiettivo. Gli agricoltori raccolgano la sfida!
I mercati e i punti vendita di CampagnaAmica anticipano lo stop al 30 novembre
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Dal 2011 addio alle buste di plastica
I FARMERS MARKET, LE AZIENDE AGRICOLE, GLI AGRITURISMI
E LE COOPERATIVE IN VENDITA DIRETTA CHE NEL MESE DI OTTOBRE
HANNO ADERITO ALLA RETE NAZIONALE DELLE IMPRESE
A MARCHIO “PUNTO CAMPAGNA AMICA” SONO:
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IL CONTA PUNTI
È un consiglio dei produttoriagricoli dei mercati di Campagna amicawww.campagnamica.it • www.portalasporta.it
Per la gioia di romani e turisti il 18Settembre il mercato coperto delCirco Massimo a Roma inserito nelprogetto Casa dell’Agricoltura ha dinuovo aperto i suoi cancelli. Durante l’anno trascorso, la Casa dell’Agricoltura ed il mercato ad essaassociato è diventata un appuntamento fisso per migliaia di clienti ecuriosi. Da una stima SWG si è calcolato che l’afflusso medio di visitatori per weekend è pari a circa4000 persone di cui 3000 clienticon un tempo medio di permanenza pari a 43 minuti. Ciò vuoldire che le persone non solo fannola spesa ma chiacchierano, si informano e vivono il mercato comeluogo di aggregazione. Molte le novità che figurano nel programma diquest’anno: si parte con il corso di
panificazione che durerà per tutto ilmese di Ottobre, passando per l’allestimento di due mostre a cura delParco dell’Appia Antica sui casalidella campagna romana, fino alleattività didattiche che coinvolgeranno migliaia di studenti lazialicon la fattoria e l’ampliato orto didattico. Per maggiori informazioniwww.mercatocircomassimo.it
il Punto di CAMPAGNA AMICA
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Tornano i produttori romaninel farmer market della Capitale
Il mercato riapre al... Massimo
Il mercato del mese
Dopo il successo del mercato nella monumen-tale piazza Santo Stefano per salvare la mil-lenaria basilica delle Sette Chiese, CampagnaAmica torna di nuovo in centro a Bologna. Lofa in quello che è il salotto dei Bolognesi,piazza Nettuno, luogo che, insieme con l’adia-cente piazza Maggiore costituisce il centro ne-vralgico della città, circondato dalla basilicadi San Petronio, palazzo d’Accursio, palazzore Enzo, palazzo del Podestà. Il mercato sisvolgerà il 12, 13 e 14 novembre, in occasionedella Giornata Nazionale del Ringraziamento,celebrata quest’anno proprio nella città felsi-nea. Dal Parmigiano Reggiano ai salumi Dop,dai vini Doc all’aceto balsamico, le imprese diCampagna Amica porteranno sotto le duetorri le eccellenze dell’agricoltura emiliano ro-magnola. Ai prodotti agricoli si uniranno altrisegni distintivi delle campagne: nel cortiled’onore del palazzo comunale, Coldiretti eCampagna Amica allestiranno una mostradei segni del sacro nel territorio rurale, con leimmagini delle madonne in terracotta e cera-mica, che erano poste agli incroci delle stradeo ai confini dei vari poderi.
BOLOGNA, I PRODOTTI
DI CAMPAGNA AMICA
NEL “SALOTTO BUONO”
Il mercato più gettonato
dai romani
Il presidente Mariniin visita agli stand
Dall’11 novembre via al mercato coperto di CampagnaAmica dell’Abruzzo. Vi prenderanno parte oltre 35 imprese provenienti da tutta laregione con i prodotti più disparati. Carni fresche bovine,suine e avicole, latte fresco, i
migliori formaggi caprini e pecorini, mieli, oli, vini, ma anche biscotti, pani, paste, marmellate, tartufi e zafferano saranno i protagonisti delle tavole pescaresi. Il mercato verrà allestito in viaRaffaele Paolucci, “angolo” Lungomare Matteotti, nei pressi delPonte del Mare fianco del mercato del pesce fresco, altra prelibatezza del territorio. Il mercato sarà attivo il giovedì, il venerdìe il sabato dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.
Pescara, via al farmer’s coperto
il Punto di CAMPAGNA AMICA
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Due Mercati di Campagna Amica della provincia di Pordenone aumentano la propria frequenza, ed un nuovo mercato muove i primi passiad Udine. Sia il mercato di Maniago (Piazza Italia) che quello di Spilimbergo (Corte Europa) divengono ora appuntamenti settimanali con ilconsumatore. Ad Udine (San Rocco) è partito in via sperimentale unnuovo mercato settimanale (il quarto in città) aperto il martedì mattina.Tratto caratteristico le casette di legno.
Dopo il successo del Mercato di Campagna Amica organizzato durantel’estate a Marina di Ragusa, a settembre è stato inaugurato in Piazzadella Libertà il nuovo mercato settimanale, aperto il sabato mattina.L’ubicazione del mercato in centro città offre ai 14 produttori attualmente coinvolti nel mercato ottime possibilità di incontro con il consumatore. Tra i prodotti offerti, tutti provenienti dai comuni limitrofi,spicca la Dop formaggio ragusano.
A Livorno ha aperto i battenti il mercato settimanale copertodi via Padre G. B. Saglietto, vicinissimo al mare. Allestito all’interno del mercato Ittico, struttura gestita dal Consorzio “Pescedel Tirreno” che ospita quotidianamente l’Asta del Pesce, ilmercato attualmente accoglie 10 produttori. Tra i prodotti invendita: ortofrutta, formaggi, carni e salumi, uova, legumi, olio,vino, ma anche pasta.
Inaugurato a Varese il nuovo mercato di Piazza De Gasperi, il primodella città con frequenza settimanale. Aperto ogni venerdì mattina, ilmercato ospita 12 produttori che propongono ortaggi, formaggi, miele,salumi, marmellate, carne ma anche particolarità, come le orchidee diMorosolo. In occasione dell’inaugurazione è stata offerta a due classidella locale scuola materna Galileo Galilei una merenda a km zero, abase di pane, miele, formaggi di capra e salame nostrano.
FRIULI
RAGUSA
LIVORNO
VARESE IN TAVOLA ECCO LE... ORCHIDEE
IL TIPICO INCONTRA IL MARE
SPAZIO AL FORMAGGIO DOP
LE CASETTE DELLA BONTÀ
I nuovi mercatiscelti fra i tanti aperti nell’ultimo periodo
In origine, i fabbricati rurali erano iscrittial catasto terreni, con rendita zero, e considerati pertinenze del fondo. Di conseguenza, non erano soggetti adimposizione in quanto il loro reddito eraassorbito da quello dominicale del terreno al quale erano asserviti.Tale principio non è sostanzialmentemutato nel tempo in quanto tuttora le costruzioni rurali sono esenti da imposizione fiscale, anche se risultano iscritte alcatasto edilizio urbano con attribuzionedi rendita. Con l’articolo 9 del DL n. 557del 1993, sono stati, tuttavia, introdottinuovi criteri per il riconoscimento dellaruralità degli immobili il cui rispetto nesubordina l’esenzione. I fabbricati ruralipossono essere destinati sia ad uso abitativo che strumentale.
In base alla norma, le costruzioni, diversedalle unità immobiliari appartenenti allecategorie A/1 e A/8, ovvero aventi le caratteristiche di lusso, devono essere utilizzate da: Proprietari o titolari di diritti reali suiterreni (ad esempio: usufruttuari, enfiteuti); Affittuari, conduttori o comodatari deifondi; Familiari conviventi a carico deiproprietari, titolari di dirittireali di godimento, affittuari, conduttori o comodatari, risultanti dallecertificazioni anagrafiche; Coadiuvanti iscritti all’Inps;
Titolari di trattamenti pensionistici corrisposti per lo svolgimento dell’attivitàagricola; Soci o amministratori di “società agricole”, aventi la qualifica di imprenditoreagricolo professionale (Iap).I proprietari, i titolari di diritti reali di godimento, gli affittuari, i conduttori, i comodatari e i soci o amministratori disocietà agricole devono rivestire la qualifica di imprenditore agricolo ed essereiscritti nel Registro delle imprese (Cciaa).Inoltre, il terreno cui il fabbricato è asservito deve avere una superficie non inferiore a 10.000 mq. ed essere censito alcatasto terreni con attribuzione di reddito agrario. In presenza di colture specializzate (in serra, funghicoltura o altracoltura intensiva) ovvero il terreno è ubicato in comune considerato montano, ilsuddetto limite è ridotto a 3.000 metriquadrati.Infine, il volume di affari derivante da attività agricole del soggetto che conduce ilfondo deve essere superiore alla metà delsuo reddito complessivo, alnetto dei trattamenti pensionistici agricoli.Se il terrenosi trova ubicato in co
mune considerato montano ai sensi dellacitata legge n. 97 del 1994, il volume diaffari deve essere superiore ad un quartodel suo reddito complessivo. Per i soggetti esonerati, Il volume d’affari si presume pari al limite massimo previsto perl’esonero dall’articolo 34 del decreto delDpr n. 633 del 1972.
Per i fabbricati strumentali, l’unico requisito richiesto riguarda la loro destinazione ad una delle attività agricole di cuiall’art. 2135, ed in particolare: alla protezione delle piante (serre); alla conservazione dei prodotti agricoli(magazzini, silos); alla custodia delle macchine, degli attrezzi e delle scorte per la coltivazione delfondo e l’allevamento; all’allevamento e la ricovero degli animali (stalle); ad abitazione dei dipendenti dell’azienda;
alle persone addette all’attivitàdi alpeggio;
a uso uffici dell’aziendaagricola; alla manipolazione, tra
sformazione, conserv a z i o n e ,valorizzazione o commercializzazione deiprodotti agricoli effettuate da aziende,
cooperative o consorzi; all’esercizio dell’attività in maso
chiuso.
il Punto di CAMPAGNA AMICAL’esperto fiscalista
Costruire opportunità coi fabbricati rurali Come riconoscerne l’uso agricolo per le attività in azienda
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I fabbricati di abitazione
I fabbricati strumentali
il Punto di CAMPAGNA AMICA Giovani Impresa
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Dall’assemblea del Ceja la richiestadi introdurre l’indicazione d’origine
I giovani imprenditori agricoli ditutti i Paesi dell’UE si sono riuniti aBruxelles nell’assemblea generaledel Comitato Europeo dei GiovaniAgricoltori (CEJA), che rappresentaoltre 1 milione di giovani imprese,per discutere del futuro della politica agricola e della competitività delsettore agroalimentare. ColdirettiGiovani Impresa era presente conuna delegazione guidata dal delegato nazionale Vittorio Sangiorgioaccompagnato dal vice presidentedel CEJA Donato Fanelli. In tale contesto i giovani imprenditori di tuttaEuropa hanno chiesto unanimemente alle istituzioni comunitarie diimporre l’origine in etichetta deiprodotti agricoli per dare trasparenza alla filiera agroalimentare e ri
lanciare la competitivitàdelle imprese agricole. Ildelegato nazionale Vittorio Sangiorgio haespresso la sua grandesoddisfazione rispettoalla presa di posizioneforte di tutti i giovaniimprenditori europei edha sostenuto che, taleposizione rappresentauna sollecitazione importante anche per il nostro Paesedove l’azione di Coldiretti non si arresterà fin quando non verrà messain atto una normativa soddisfacenterispetto all’esigenza delle impreseagricole di vedere riconosciuta inetichetta l’origine dei loro prodotti.In conclusione, il vice presidente del
CEJA Donato Fanelli, ha sottolineatol’importanza del lavoro di Coldirettigiovani impresa che da anni conduce questa battaglia a livello europeo e che finalmente è riuscita aportare sulle proprie posizioni l’intera classe dirigente dei giovani imprenditori europei.
Quando ai giovani piace l’etichetta
Nel maggio del 2009 Terranostra hastipulato un accordo a livello nazionale
con Agritel s.r.l., società del gruppo Coldirettiche offre diversi servizi legati alla telefoniamobile business, canoni di noleggio apparecchi con tariffe più che concorrenziali. Perdare nuovo impulso a questa intesa di seguito vi segnaliamo alcuni privilegi che l’adesione comporta. Gli “ultimi” vantaggi cheAgritel ha, infatti, previsto per i soci Terranostra, in regola con la quota associativa perl'anno 2010, sono i seguenti:•Chiamate all’interno della ns. rete Aziendalecosto zero per le prime 10 ore di conversazione mese• Chiamate Vs. Direttrici Tim costo 0,06 minuto• Chiamate Vs. Direttrice Rete Fissa costo0,05 minuto• Chiamate Vs. Altri operatorie mobili costo0,085 minuto
Ulteriore beneficio è che le tariffe Agritel sibasano in un’offerta a consumo senza scattoalla risposta, senza nessun canone mensile ein una tariffazione al secondo. Un dato sicuramente significativo è stato che durantequesto anno i clienti hanno segnalato un risparmio medio di 3035% in meno rispettoalla media di mercato. Punto di forza di Agritel è il servizio clienti e l’assistenza tecnicaquale elemento distintivo. Il servizio clientiper Agritel, infatti, ha proprio il significato dicura del cliente. Esso è composto da professionisti che con cortesia e professionalità siprendono cura delle esigenze dei clientisenza l’interposizione di filtri o risponditoriautomatici.Modalità di Adesione: contattare Agritel s.r.l.Telefono +390648070722 - Sig.ra Paola Irsuti,Sig.ra Nicoletta Discreti, Sig.ra Claudia Mala-testa. e-mail [email protected]; www.agritel.it
TerranostraAgritel,l’accordoche convienealle imprese
COLDIRETTI
il Punto di CAMPAGNA AMICA
La “multinazionale dei contadini”.Così Raffaele Billo, Presidente di OrtoAmico di Ferrara, risponde quandogli chiedo di darmi un’idea del suoprogetto. Di multinazionale in effettinon si può certo parlare, dal momento che i 30 produttori soci sonorigorosamente italiani e che l’attivitàdi vendita viene effettuata presso lasede della cooperativa stessa ma latendenza a pensare “in grande”, sicuramente non manca.Orto Amico è la prima cooperativaagricola italiana ad essersi costituitaappositamente per sposare appienoil progetto della Coldiretti per una “filiera agricola italiana”: il 22 maggioscorso ha inaugurato il primo puntovendita “Punto Campagna Amica”. Come nasce l’idea della vendita diretta?L’idea parte circa 78 anni fa da unasemplice aggregazione di agricoltorilocali – non ancora costituiti in cooperativa che hanno deciso di unire leforze e adottare un modello simile aquello della grande distribuzione. Ilprogetto della “filiera agricola italiana” ci ha creato l’occasione di entrare nella rete organizzata diCampagna Amica e di potere accelerare così il processo della vendita diretta già avviato con i mercati. Inquesto modo infatti, possiamo avereuna gestione indipendente dei prodotti e della vendita.
Come è organizzata la vostra struttura?Abbiamo costituito due cooperative:una si chiama “Mercato Amico” ed ècostituita dai produttori agricoli
circa una trentina e che si occupadelle forniture dei prodotti e l’altrache si chiama “Orto Amico”, costituitada 4 imprenditori agricoli che, oltread essere fornitori, si occupanoanche dell’organizzazione del negozio e della gestione delle vendite. Nelpunto vendita abbiamo coinvolto 34commesse che si occupano direttamente ed esclusivamente della vendita ai cittadini.
I produttori sono tutti locali?No, abbiamo fatto la scelta di diversificare l’offerta e di mettere a disposizione dei consumatori un’ampiagamma di prodotti. Per tale ragioneabbiamo coinvolto naturalmente iproduttori locali ma anche produttori di altre regioni, dal Veneto allaPuglia. Abbiamo incontrato un terreno favorevole allo scambio dei prodotti e alla possibilità di creare unarete che abbia gli stessi obiettivi e glistessi principi: arrivare direttamente
a casa del consumatore offrendo prodotti sicuri, italiani e di qualità.
A distanza di soli 4 mesi dall’aperturadel punto vendita, potete già fare unprimo bilancio?Parlano i numeri: abbiamo registratouna presenza media giornaliera di170 clienti. A noi sembra un ottimorisultato e i produttori sono moltosoddisfatti.
E i prezzi al consumo?Noi non siamo un’industria che puòpermettersi di fare economie di scala.Il prezzo a volte è più alto rispetto aquello di mercato e a volte è più basso. Dipende dal prodotto. Noi offriamo alconsumatore prodotti unici e di altaqualità e li invitiamo ad aderire aduna nuova filosofia di alimentarsi e difare la spesa, che significa fare dellescelte che fanno bene all’economialocale.
“Noi, la multinazionale dei contadini”I segreti di “Orto Amico”, la primacoop accreditata Campagna Amica
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L’intervistadi Raffaella Cantagalli
Raffaele Billo
Il punto vendita
Ben quattro italiani su dieci non hannomai messo piede in un ristorante straniero (41 per cento) o acquistato perstrada kebab, tacos, involtini primaverao sushi da portare via (38 per cento). E’quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Swg sulle nuove tendenze alimentari degli italiani alForum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio, che evidenzia la presenzadi uno “zoccolo duro” di italianiche sfida la globalizzazione e mostra grande diffidenza verso ilcibo straniero. La percentualedei diffidenti cresce peraltronotevolmente se si considerano anche quanti solo raramentehanno provato la cucina straniera perraggiungere il valore di ben il 71 percento degli italiani per i ristoranti stranieri e del 64 per cento per il take away.
Nonostante la rapida diffusione degliesercizi commerciali che offrono cibi etnici da consumare sul posto o da portare via solo il 7 per cento degli italiani
frequenta molto
spesso untake away straniero e
il 5 per cento un ristorante straniero.Tutto questo non pregiudica però la tolleranza degli italiani che per oltre lametà sono comunque favorevoli allapresenza degli esercizi alimentari stra
nieri nei centri storici, con una percentuale del 54 per cento per i take away edel 51 per cento per i ristoranti. La diffidenza sembra riguardare soprattutto la
qualità degli alimenti e porta a preferire il consumo di cibi italiani piu’tradizionali anche se sottolinea la
Coldiretti gli effetti della globalizzazione si sono fatti sentire sulle tavole
nostrane, spesso all’insaputa deglistessi italiani. A farne la spesa è ad
esempio la pizza che è considerata lapiu’ valida alternativa al cibo straniero che però, nella metà dei casi,è preparata nelle 25mila pizzerie
nazionali con ingredienti importatidall’estero: cagliate provenienti dal
l'est Europa invece della tradizionalemozzarella, pomodoro cinese invece diquello nostrano, olio di oliva tunisino espagnolo e farina canadese o ucraina invece di grano nazionale
A tavola non passa lo stranieroQuatto italiani su 10 non hannomai messo piede in ristoranti etnici
il Punto di CAMPAGNA AMICA Novità da Fondazione
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Come trasferite questo messaggioal consumatore? Abbiamo scelto di investire moltosulle nostre commesse: il messaggio passa attraverso di loro mentreaccompagnano il cliente nella suaspesa. Le ragazze, che sono parteintegrate della struttura, sono andate a vedere cosa succede nell’azienda agricola, conoscono iproduttori e recentemente hannoseguito anche dei corsi di cucinacosì sono in grado di dare consigliutili ai clienti. Tutto questo sta pagando perché iclienti si informano, si affezionanoe ritornano.
Immagino che stiate già pensando alfuturo… quali sono i prossimi progetti?In effetti sì. L’idea è di ampliare lagamma dei produttori e dei prodottie naturalmente anche dei punti vendita. Ne apriremo presto uno nel centro della città. E poi abbiamo anchemolte altre idee che vanno dal “teatroin fattoria” all’allestimento di una piccola biblioteca nel negozio: sono librisu temi agricoli ma per lo più su filosofie di vita che riportano alla terra.Consiglio a tutti gli agricoltori la rivoluzione del filo di paglia, scritto da ungiapponese, Masanobu Fukuoka, ilpadre dell’agricoltura naturale.
il Punto di CAMPAGNA AMICA
Per quasi un italiano su quattro (23 percento) il cibo italiano dal campo alla tavola vale almeno il doppio, nonostanteil momento di crisi economica; il 53 percento dei cittadini preferisce acquistareprodotti alimentari locali e artigianaliche battono nettamente le grandi marche (appena 10 per cento); tre su quattro ritengono che gli Ogm siano menosalutari dei cibi tradizionali; uno su treacquista regolarmente prodotti a denominazione di origine e il 14 per centoquelli biologici. Sono i risultati dellaprima indagine che studia il contributodel Made in Italy alla ripresa economica,realizzata da ColdirettiSwg a ottobre2010 e presentata nel corso del ForumInternazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato dalla Coldirettia Villa d’Este di Cernobbio. Vediamonealcuni dati.
Il valore superiore attribuito dagli italiani agli alimenti, realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente inItalia, è innazitutto eccezionale con dueconsumatori su tre (65 per cento) cheritengono valga dal 10 per cento in su.La fiducia nel Made in Italy rispetto alprodotto straniero è del 91 per centoper gli alimenti, del 66 per cento per ivestiti, del 55 per cento nei mobili, del49 per cento per la cosmetica, del 39 pergli utensili, del 26 per auto e motorini edel 18 per l’elettronica e cresce nel 2010in tutti i settori. Una superiorità, quelladel Made in Italy alimentare, che vieneattribuita al rispetto di leggi più severe,alla bontà e freschezza e alla garanzia di
maggiori controlli. L’attenzione all’origine del prodotto è anche evidenziatadal fatto che ben il 97 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento ocoltivazione dei prodotti contenuti neglialimenti.
Non stupisce dunque che una maggioranza assoluta del 53 per cento degli italiani preferisce acquistare prodottialimentari locali e artigianali che battononettamente leg r a n d i
marche,le quali si
fermano al10 per cento. La vittoria del prodotto legato al territorio è sancita dal fatto cheoltre due terzi degli italiani (68 per cento)si sentirebbero più garantiti da un marchio degli agricoltori italiani rispetto almarchio industriale (11 per cento) e aquello della distribuzione commerciale(10 per cento). Una opinione confer
mata dal fatto che nel 2010 si è registrato un vero boom degli acquisti diretti dai produttori dove compraregolarmente il 17 per cento degli italiani con un aumento record del 55 percento.
La ricerca ColdirettiSwg evidenzia poicome le provocazioni, con l’eclatante semina illegale di mais geneticamentemodificato (Ogm) e il pressing dellegrandi lobby multinazionali con imponenti campagne di promozione che
hanno segnato in Italia il 2010non abbiano convinto i cittadini che mantengono salda lapropria opposizione agliOgm, ritenuti meno salutaridi quelli tradizionali da tre italiani su quattro che espri
mono una opinione (73 percento).
Un italiano su tre (32 per cento),infine, acquista regolarmente prodotti adenominazione di origine e il 14 percento quelli biologici. Complessivamente il fatturato dei prodotti a denominazione di origine Made in Italy hasfiorato nel 2009 i dieci miliardi di eurorealizzati per quasi il 20 per cento suimercati esteri dove crescono parallelamente anche le imitazioni e i tarocchi. Iprodotti più consumati sono i formaggi(con il Parmigiano Reggiano e il GranaPadano in testa) e i salumi, ma sono cresciute anche ortofrutta edi extravergini.
Made in Italy, per 1 su 4 vale doppioPresentata a Cernobbio la nuovaindagine Coldiretti-Swg
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La fiducia nel cibo tricolore è al 91%
I prodotti locali battono le grandi marche
Gli Ogm non li vuole proprio nessuno
Cresce il consumodi Dop e Igp
Novità da Fondazione
il Punto di CAMPAGNA AMICA
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Con il 45 per cento delle imprese che considera la burocrazia ilprincipale ostacolo allo sviluppo, dalle Agenzie per imprese puòvenire un reale contributo alla semplificazione. E’ quanto affermala Coldiretti nel commentare positivamente la pubblicazione sullaGazzetta Ufficiale del 30 settembre 2010 del Regolamento che disciplina le Agenzie per le imprese che sono i soggetti privati cui gliimprenditori si possono rivolgere per ottenere specifiche certificazioni che prendono il posto delle autorizzazioni necessarie perla realizzazione, la trasformazione, il trasferimento e la cessazionedell’attività di impresa. Tra i soggetti che possono essere accreditati quali Agenzie per le imprese il Regolamento prevede espressamente i Centri Autorizzati di Assistenza Agricola (CAA).
Controproblemie burocraziaarrivanole Agenzieper le imprese
Novità da Fondazione
Uno su tre utilizza prodotti localinella cucina del proprio ristorante
Per uno chef su tre la nuova tendenza del 2010 è la preparazionenei ristoranti di menu con prodottilocali a chilometri zero magari coltivati direttamente nell’orto del locale. E’ quanto afferma la Coldirettinel rendere noto il risultato del sondaggio condotto su duemila cuochidall’associazione Nazionale dei ristoratori sul trend più indel momentonegli SatiUniti. Il successo, diffusosoprattutto trai ristoranti indipendenti, èd e t e r m i n a t odalla possibilità di garantirsi la qualità della materia prima utilizzata incucina, assicura la possibilità di variare i menu secondo la stagione erassicura i clienti con la possibilitàdi conoscere direttamente la provenienza del cibo a loro offerto. Sitratta continua la Coldiretti diuna tendenza che si sta rapida
mente diffondendo anche in Italiadove le condizioni climatiche offrono la possibilità di disporre durante l’anno di una ampia varietà difrutta e verdura coltivate localmente, in grado di assicurare unaampia
offerta neimenu. Accanto ai risto
ranti che coltivano direttamenteun proprio orto sono in molti ascegliere come fornitori agricoltori locali acquistando direttamente nelle aziende o nei mercatidegli agricoltori che si stanno diffondendo nelle piccole e grandicittà. Il circuito degli alimenti a chilometri zero in Italia vale più di 3miliardi di euro spesi per fare acquisti una rete di oltre 63mila im
preseagricole (cantine, cascine, frantoi, caseifici), 18mila agriturismi, 600mercati degli agricoltori di Campagna Amica, quasi 1200 distributori di latte fresco oltre a decinedi ristoranti, mense, osterie, botteghe, consorzi agrari, cooperative, agriasili, vinerie, pescherie,pizzerie e gelaterie dove si servono prodotti locali e di stagione,secondo un monitoraggio dellaColdiretti.
Chef, la nuova tendenza è il km zero
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IL NUOVO MARCHIO DI CAMPAGNA AMICA
il Punto di CAMPAGNA AMICA
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Con una superficie bio di circa 1 milione di ettari e un giro d’affaridi 3 miliardi di euro, l’Italia si conferma tra i paesi leader del biologico, seconda in Europa solo alla Spagna davanti a Germania,Gran Bretagna e Francia. Il Bel Paese è superato dal quello ibericoper la maggior superficie a pascoli e boschi ma rimane al primoposto sia per le superfici destinate a coltivazioni che per il numerodi aziende agricole che hanno scelto i metodi bio.Negli ultimi annil’agricoltura biologica ha fatto registrare un sensibile sviluppoanche a livello mondiale con tassi di crescita media dal 10 al 20%annuo. Solo nel 2009 la superficie coltivata senza sostanze chimiche di sintesi è cresciuta di 3 milioni di ettari raggiungendo i 35milioni complessivi e le vendite sono aumentate di oltre 3 miliardidi euro. Un mercato mondiale che vale più di 40 miliardi di euroe che coinvolge 1 milione e 400mila aziende in 154 Paesi.
Tutti i numeri di unsettoreda un milionedi ettarie 3 miliardidi euro
Dal 1° luglio in vigore il marchio Ueper identificare le produzioni bio
Dal 1 luglio 2010, è entrato in applicazione il Regolamento Ce n.271/2010 che integra e modifica ilRegolamento Ce n. 889/2008 e cheintroduce il nuovo marchio per leproduzioni biologiche comunitarie.L’uso del logo è facoltativo solo per iprodotti provenienti da Paesi Terzimentre è vietato nei prodotti biologici in conversione e nei prodottimultiingrediente con un contenuto
in ingredienti bio inferiore al 95%.Quando il logo vieneusato, deve obbligatoriamente contenere le seguenti informazioni: Indicazione del luogoin cui sono state coltivate le materie prime agricole. L’indicazione dell’organismo dicontrollo autorizzato (con il co
dice di riferimento) L’indicazione dell’operatore controllato
Biologico, ecco la nuova etichetta
PRODOTTO PROVENIENTE DA PAESI UE. SE IL PRODOTTO PROVIENE DA UN SINGOLO
PAESE, È POSSIBILE INDICARNE IL NOME
PRODOTTO PROVENIENTE IN PARTE DA
PAESI UE E NON UE
PRODOTTO PROVENIENTE DA PAESI EXTRA
UE. SE IL PRODOTTO PROVIENE DA UN SINGOLO PAESE, È POSSIBILE INDICARNE IL NOME
IT BIO
SPAGNA
IT BIO
AGRICOLTURA UE/NON UE
IT BIO
AGRICOLTURA NON UE
Novità da Fondazione
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COME ETICHETTARE I... PRODOTTI BIOLOGICI
Novità da Fondazione
COMPOSIZIONEDevono essere rispettate tutti questi requisiti:1) prodotti che contengono almeno il 95% di ingredientibiologici di origine agricola sul totale degli ingredienti diorigine agricola. Sono inclusi i prodotti freschi.2) Sono concessi solo gli additivi di sintesi chimica e glieventuali ausiliari di fabbricazione elencati nell’allegatoVIII del Reg. Ce 889/2008
ETICHETTATURA 1) Deve essere riportato il nuovo logo comunitario, comedefinito nel Reg. 271/2010 che deve contenere:
a. il codice dell’organismo di controllo e dell’operatore con-trollatob. l’origine delle materie prime, per prodotti Nazionalimentre è facoltativa per prodotti importati da Paesi Terzio per materie prime in quantità inferiore al 2% in peso sultotale degli ingredienti.2) In etichetta, il termine “biologico” può comparire accanto alla denominazione commerciale del prodotto3) Ciascun ingrediente biologico, deve essere chiaramente identificabile o con la scritta accanto “biologico”oppure con un asterisco in cui viene richiamata tale caratteristica
CASO 2b. L’ingrediente principale non è bio ma proviene dalla caccia odalla pesca di animali selvatici mentre tutti gli altri ingredientidi origine agricola, sono biologici.
ETICHETTATURA1. Non può essere utilizzato il logo comunitario e il riferimentoall’origine Il termine “biologico” può essere riportato in corrispondenza degli ingredienti e nello stesso campo visivo delladenominazione di vendita del prodotto.. Vanno invece indicatigli ingredienti biologici e il loro peso percentuale sul totale degliingredienti di origine agricola oltre ai riferimenti al sistema dicontrollo.2. Viene riportato numero di lotto; nome e indirizzo dell’operatore, applicazione di tutte le norme vigenti in materia di etichettatura
PER ENTRAMBE LE CATEGORIE DEVONOESSERE RISPETTATI OBBLIGATORIAMENTETUTTI I SEGUENTI REQUISITI:1. Prevalenza nei prodotti,degli ingredienti di origineagricola (> 50% sul totaledegli ingredienti, esclusi l’acque e il sale)2. Divieto di utilizzare contemporaneamente lo stesso prodotto,biologico e non biologico3. Il 5% degli alimenti di origine agricola non biologici concessi,sono elencati nell’allegato IX del Reg.4. Gli ingredienti di origine non agricola concessi, sono elencatinegli appositi allegati al regolamento Ce 899/2008
COME ETICHETTARE I... PRODOTTI CON INGREDIENTI BIOLOGICI
CASO 1COMPOSIZIONEa. Alcuni ingredienti di origine agricola sono biologici e quelli non biologici nonsono limitati da quelli presenti nell’ All. IX del Reg. Ce 899/08;
ETICHETTATURA 1. Non può essere utilizzato il logo comunitario e il riferimento all’origine. Il termine “biologico” può essere riportato solo in corrispondenza degli ingredientinella specifica lista2. viene riportato il numero di lotto; nome e indirizzo dell’operatore. Vengono applicate tutte le norme vigenti in materia di etichettatura
il Punto di CAMPAGNA AMICA
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Il vino resta in cantina? Meglio utilizzarlo per dipingere esclusivi quadri.Il grano viene pagato pochi centesimi? Con le spighe si possono realizzare vestiti da sposa unici? Le zuccheinvendute possono diventare splendidi centrotavola mentre dalla fruttae verdura è possibile creare giocattolial naturale e con la cera d’api saponette artistiche. I prodotti vengonosottopagati nelle campagne dove gliagricoltori scoprono l’arte per batterela crisi con opere esclusive, esposteper la prima volta alla prima Galleriadella “Campagna Creativa”, organizzata dalla Coldiretti al X Forum internazionale dell’agricoltura edell’alimentazione, organizzato dallaColdiretti a Villa d’Este di Cernobbio.Un meraviglioso abitoda sposacreato con spighe di granoitaliano può arrivare a costareben 5mila euromentre per realizzarlo ci vogliono qualchemetro di seta esolo 3 kg di spighe di grano, pagatemeno di un euro agli agricoltori, mentre non ha certamente un prezzo lacreatività e il buon gusto di chi lo realizza. Se smaltire gli scarti rappresenta un costo per l’azienda, secondol’antico detto che in campagna non sibutta via niente, si può arrivare acomporre manufatti profumati come
la tabacchiera ricavatadalla buccia riversa delbergamotto e trasformata in bottiglietta peraromatizzare il tabacco. Ese la frutta secca italiananon regge all’invasione di
q u e l l aestera, allora congrande fantasia eabilità con mandorle, miele e zucchero sicostruiscono bellissimi castelli perstupire gli invitati. Il vino, gli
asparagi e le erbe aromatiche che non trovano il loro giustoapprezzamento sul mercato possonodiventare, su una tavolozza moltospeciale, splendidi e unici colori perdar vita a straordinari paesaggi. Dellesemplici zucche che in questo periodo sono disponibili nei campi ingrandi quantità grazie all’abilità e allapazienza certosina dei maestri intagliatori possono diventare, con l’utilizzo di pochi utensili, delle
magnifiches c u l t u r eda posiz i o n a r ec o m ecentrot a v o l a
in occasioni importanti. I coltiva
tori di mais, rigorosamente nonOgm, hanno invece inventato lapasta di mais, realizzata conamido di mais, aromi e colla, cheè molto adatta alla modellazionedi qualsiasi oggetto che la fantasiae la creatività suggerisce. Similealla pasta di sale è molto economica e adatta ai bambini perchérealizzata con prodotti naturali, maha una caratteristica in più, si con
serva a lungo, non teme l'umidità e siasciuga velocemente. Ma anche lafrutta e verdura di stagione, con i colori vivaci e le forme diverse, si prestano molto bene ad esseretrasformate in originali composizionie divertenti oggetti decorativi adattead ogni particolare occasione. La cerad’api, poi, disponibile presso ogni apicoltore, sotto forma di scaglie o di sottili fogli, è un prodotto del tuttonaturale che permette di creare candele molto profumate e dal deliziosocolor ambra che ormai sono diventateun oggetto d’arredo in ogni casa. E sepoi avanza della verdura nell’orto?Fichi secchi, peperoncini e fili di zuccadiventano, grazie alla creatività delleimprenditrici agricole, veri e proprigioielli da sfoggiare in ogni occasioneper avere un look divertente.
Dai campi l’arte che batte la crisi
Gli abiti da... mangiare
Gli intagliatori di zucche
Le uova di struzzo
Dagli abiti da sposa in spighe di granoai quadri al vino in mostra a Cernobbio
Novità da Fondazione
Se la cucina si tinge di arancioneNelle sue tante varianti regionalizucca protagonista dei piatti invernali
il Punto di CAMPAGNA AMICA Itinerari del gustodi Fabio Cagnetti
Quando si raccontano le originidella zucca, generalmente la siliquida come una delle primepiante importate dalle Americhe dopo la scoperta delle medesime, ma la questione è inrealtà più articolata. Mentre esistono tracce incontrovertibilidella sua coltivazione in Messiconon meno di seimila anni primadi Cristo, è altrettanto vero chein epoca preromanica alcune varietà erano coltivate nel bacinodel Mediterraneo da Egizi edEtruschi. Numerosi sono i riferimenti nella letteratura romana, e Virgilio (originario proprio di quella Mantova che duemila annidopo sarebbe divenuta capitale dell’ortaggio in questione) ne parla come di uncibo plebeo; era disprezzata da Marziale,mentre Plinio il Vecchio e soprattuttoApicio ne parlano diffusamente in termini positivi. Importanti erano comunque gli usi non alimentari, tant’è vero cheil detto “avere sale in zucca” risale proprio ai Romani, soliti conservare il sale –questo sì, raro e prezioso! all’internodelle zucche essiccate. Queste zuccheerano quelle del genere Lagenaria, che siritengono provenienti in origine dall’India: la varietà oggi utilizzata in cucina,Lagenaria longissima, ha frutti sottili e diforma cilindrica, che raggiungono ancheil metro di lunghezza. E’ utilizzata nellacucina del Sud Italia in preparazioniquali la zuppa verde del Cilento, ma piùrinomati sono i suoi germogli, i cosiddetti “tenerumi”, una prelibatezza dellacucina siciliana che li esalta soprattuttoassieme alle cozze.
Le varietà di zucca oggi più conosciute, diffuse in prevalenza al Nord,sono invece quelle appartenenti algenere Cucurbita, che effettivamentearrivarono in Europa dalle Americhe, dove erano parte fondamentaledell’alimentazione sia dei nativi nordamericani, sia degli Indios dell’America Centrale. Inizialmente ilsuccesso è quasi solo come pianta ornamentale, ma a partire dal XVII secolo questo ortaggio inizia aprendere piede, oltre che nellemense popolari, anche nell’alimentazione delle classi più abbienti. La specie più diffusa è di gran lunga lazucca comune, Cucurbita maxima, di cuisi coltivano centinaia di varietà, di formasferica, schiacciata ai poli o cilindrica, dicolore verde, grigio o arancio. Forse lapiù utilizzata in cucina è la Marina diChioggia, coltivata lungo il litorale adriatico dove beneficia del clima mite e, maturando fra agosto e ottobre, èleggermente più precoce di altre varietà.La forma è schiacciata ai poli, il colore vadal verde al grigio e la buccia è molto bitorzoluta. Altre varietà molto popolarisono Americana, Delica e Melone gigante. La Zucca di Mantova è riconosciuta come prodotto agroalimentarelombardo tradizionale, ma oltre alla varietà mantovana propriamente detta ildisciplinare ammette anche altre cultivar. La zucca mantovana, schiacciata aipoli e dal frutto che raggiunge anche icinque chili, è di colore verde o rosa e sidistingue per la polpa densa e zuccherina, più saporita di quella notoriamenteinsipida di molte varietà; poco calorica ericca di fibre come tutte le zucche.
E’ glorificata dai famosi Tortelli diZucca e da altre ricette mantovane, specie il risotto e la zuccafritta. Altra importante varietàdel Nord è la Zucca di CastellazzoBormida, in provincia di Alessandria, tardiva (si raccoglie fino anovembre), di forma tondeggiante e pezzatura mediogrossa;viene utilizzata in molte ricette,dai tortelli a numerosi dolci tradizionali. In Toscana è molto conosciuta la Zucca Lardaia,coltivata in Valdarno, specialmente in provincia di Arezzo.E’ di colore arancio, raggiungeanche i 25 kg di peso, e la ricettatradizionale la prevede fritta e poirifatta con la conserva di pomodoro. Alcune di queste varietà,come la Zucca Mantovana, sonopoco produttive e ormai rare, soppiantate da altre cultivar più moderne che permettono di ottenererese maggiori ma non hanno il sapore intenso di quelle tradizionali;recentemente alcune aziende agricole della provincia di Mantova sisono impegnate a coltivare in purezza, partendo dalle limitatequantità di semi rimaste, la varietàtradizionale allo scopo di salvaguardare quello che è forse il prodotto simbolodella loroterra.
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il Punto di CAMPAGNA AMICA
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Il libro di questo mese è un volumeforse un po’ diverso da quelli di solitoselezionati in virtù delle idee e delleproposte culturali che ne segnalanol’interesse.Infatti, “La Coop non sei tu. La mutazione genetica delle coop: dal solidarismo alle scalate bancarie” (MarioFrau, Ed. Riuniti, Roma 2010, €15.00), è una raccolta densa e minuziosa di episodi, aneddoti e fatti dicronaca che disegnano le anomaliedel sistema cooperativo tradizionale,in particolare, rivolto alla vendita diprodotti di largo e generale consumoai propri soci.La ragione secondo l’Autore è immediatamente evidente: “Le coop pagano le tasse in misura marginalerispetto alle altre tipologie di imprese,non contribuiscono in modoadeguato ed equo alla fiscalità generale dello Stato equindi del progresso civiledel Paese”.Il passaggio, o meglio, ladegenerazione dell’originario spirito mutualistico e deivalori di socialità, risulta, delresto, descritto con larghezza di citazioni ed esempi circostanziati tantoda confermare la trasformazionedelle coop in “organismi geneticamente modificati” che operano inmercati protetti e in posizione dominante sfruttando complicità e cooptazioni politiche.Lo sviluppo degli ipermercati è soloun aspetto di questo processo e si accompagna all’elevata raccolta di capitali necessari ad investimenti in
settori diversificati del turismo,delle assicurazioni e della finanza checonfigurano, oggi,le stesse cooperative come bancheimpegnate atrarre profittipiuttosto che aprocurare ai socirisparmi rispetto agli acquisti dei prodotti sul mercato. L’aspetto più deteriore che viene raccontato è, tuttavia,la perdita dell’impegno sociale e dellegame con i territori. L’Autore, ad esempio, ricorda una vecchia tradizione della Novacoop di Gal
liate (No) che, in occasione dellaFesta dei Remigini,
c o i n c i
d e n t econ l’apertura dellescuole, donava il corredo di quaderni e matite ai bambini dei comuniserviti dai propri supermercati. Ebbene, questa iniziativa è stata poi abbandonata perché giudicata uno“spreco”!Altri episodi appaiono, ancora, inquietanti: ad esempio in relazione allevicende di un centro commerciale co
struito al posto di un parco a verdepubblico in ragione di relazioni pocochiare con l’amministrazione comunale ovvero alle vicende di un altroipermercato costruito in un’area pubblica destinata ad ospitare una scuola.Si potrebbero poi citare alcuni gravicomportamenti antisindacali, come illicenziamento di lavoratori (poi rein
tegrati) perché scoperti condisegno crimi
noso a mangiare alcune
merendine,ma nonvorremmos o t t r a r r e
curiosità allettore.
In realtà, possiamo dire come
sia, per fortuna, diversa e lontana l’organizzazione divendita dei mercati di CampagnaAmica, in cui gli agricoltori si autoorganizzano e i consumatori diventanoprotagonisti dell’acquisto di prodottiterritoriali, recuperando margini diqualità e occasioni di risparmio.
Viaggio nelle contraddizioni del sistema cooperativo
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Autore:Mario FrauTitolo:“LA COOP NON SEI TU”Editore:Editori RiunitiPagine: 492Prezzo:15 euro
Quando “La Coop non sei tu”
di Stefano Masini
Il libro del mese
La spesa che non pesa. Semplificatain uno slogan questa potrebbe esserela definizione che i consumatoridanno, in sintesi, della spesa alimentare fatta nei punti vendita a marchioCampagna Amica. Una spesa sostenibile in tutti i sensi. Affermiamo questo sulla base non solo dei nostrimonitoraggi, ma anche da rigoroseindagini fatte dalla Società di rilevazione SWG, in cui emerge con grandechiarezza una forte soddisfazione delconsumatore che acquista direttamente dai nostri produttori.
Una soddisfazione che tramite il“passaparola” viene poi trasferita aparenti ed amici, decretando il successo dei nostri mercati.In una società consumista come lanostra sempre più “siamo quello checompriamo”. Piace, quindi, consigliare un buon posto dove fare laspesa giusta, ovvero un luogo doveci si riconosce e dove si ritrovano i
propri valori e i propri stili di vita.Quei posti, quegli spazi, i nostri mercati di Campagna Amica, li abbiamoimmaginati esattamente propriocosì: punto di incontro tra produttori e consumatori, spazio di scambio tra cultura urbana e culturarurale.
Prima di molti abbiamo capito conchiarezza che il nuovo profilo del consumatore che si stava affermandonella società era di tipo etico e chestava emergendo nel cittadino un bisogno forte di rassicurazione sulla provenienza dei prodotti da una parte edell’altra un bisogno diffuso di fare relazione, di fare “community” come sidirebbe prendendo in prestito un termine molto di moda nel mondo dei social network. Ed allora, interpretando il cambiamento culturale in atto, abbiamo proposto un nuovo modello di produzionee distribuzione alimentare incentrato
sull’economia di prossimità e di vicinato, con prodotti a km zero, riconoscibili, firmati dagli agricoltori, senzaintermediazioni, genuini e con prezzitrasparenti e convenienti. Un modello che assicura la giusta remunerazione a chi produce, un giustorapporto qualità/prezzo al consumatore; una reale valorizzazione dei primati distintivi dei nostri territori, conun costo ambientale assolutamentesostenibile.
In sostanza abbiamo proposto un“mercato senza mercanti”. E i consumatori ci hanno premiato. Siamo quindi sulla stradagiusta. Dobbiamo ancora potenziare la nostra rete e contemporaneamente qualificarla evalorizzarla ancora meglio, maquesta è la modalità di vendita delfuturo e comunque è quella chenel generale calo dei consumi haretto meglio la crisi.
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L’importanza del passaparola
Quella spesa che non pesaQuella spesa che non pesaCon Campagna Amica si affermanonuovi modelli di consumo
Fra comunitàe trasparenza
Un mercatosenza mercanti
Filiera Colta
di Toni De Amicis