GLI ALUNNI DELLA 5°A DI VIA MONDOVìE IL CORONAVIRUS
Quindici esperienze, una voce narrante.
I bambini di 5°A, marzo 2020.
I.C.”Via Ceneda”-Roma.
E’ dal 5 marzo che non usciamo. Noi bambini siamo prigionieri nelle nostre stesse case.
Ci è stato chiesto di rimanere in casa ed io questa regola la rispetto, sia per me che per gli altri, così quando sarà possibile uscire di nuovo potrò rivedere i miei amici sorridenti ma soprattutto in salute.
I giorni passano lenti, tutti uguali; a volte provo una gran noia perché per la maggior parte del tempo non si fa altro che dormire, mangiare, guardare la TV e giocare ai videogiochi.
Una cosa però va detta, mi sento anche un po’ fortunato, perché sto trascorrendo più tempo con la mia famiglia: insieme a volte facciamo i giochi di società, giochiamo con la Wii e questo in parte mi dà serenità. E’ un periodo bruttissimo e difficile, così per distrarmi ho preso un foglio e dopo un po’ mi sono ritrovato a disegnare virus visti al microscopio, sagome con mascherine. Per alcuni disegni ho scelto di non usare i colori, perché in certi momenti il mondo mi appare proprio così: in bianco e nero. Il motivo? E’ il coronavirus, questo mostro che ci ha stravolto la vita.
Questo virus fa paura e mi ha fatto pensare ad Anna Frank. A gennaio in classe abbiamo tanto parlato dell’olocausto, della persecuzione, dell’isolamento, e così ho riflettuto sul fatto che abbiamo nemici diversi ma ciò che vedo oggi dalla mia finestra mi dà la stessa sensazione che forse provava anche lei allora, e così la mia bella e soleggiata Roma in un istante mi appare buia. E’ triste non poter incontrare i familiari, è triste non poter andare a scuola, non poter stare con gli amici, non frequentare i centri sportivi. Tutto è così strano, mancano tutte quelle cose che prima ci sembravano così normali e scontate; a pensarci mancano persino le maestre.
A volte la tristezza si fa molto forte se penso che questo virus non andrà più via ma per fortuna subito dopo arriva una sensazione di speranza, che mi fa pensare che presto torneremo alla normalità. Questa situazione ci sta insegnando che i super eroi non necessariamente devono saper volare, ma sono coloro che rischiano la propria vita per salvare quella degli altri. Ognuno di noi ha scoperto di avere in casa il proprio super eroe che si fa carico di tutto per proteggere la famiglia. Abbiamo scoperto anche che l’arma più potente è la solidarietà, che costruisce e non distrugge.
Ho preso un nuovo foglio e questa volta ho disegnato un un cuore. L’ho colorato con i colori della bandiera italiana: c’è il verde simbolo di speranza, il bianco simbolo di rinascita e il rosso dell’amore. Sotto il disegno ho scritto “Spero di cuore che andrà tutto bene, ce la faremo,
torneremo ad abbracciarci”.
I pensieri di noi alunni della 5°A.