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Protettiva15%
Evoluzione libera7%
Naturalistica15%
Produttiva16%
Fruizione1%
Protettivo-produttiva
46%
Superfici Ettari %
Superficie territoriale regionale 2.538.297 100
Superficie forestale boschi 874.660 34
arboricoltura da legno 48.206 2
totale 922.866 36
Superficie boscata pubblica 262.398 30
Superficie boscata privata 612.262 70
Assetti colturali dei boschi Ettari %
Cedui semplici e composti 541.756 62
Fustaie 208.903 24
Boschi di neoformazione 42.183 5
Boschi senza gestione 81.818 9
Macrocategorieforestali
Superficie[ha]
Provvigione[m3/ha]
Incrementocorrente
[m3/ha/anno]
Superficiegestione
attiva
Superficiedestinazioniproduttive
Ripresapotenziale[m3/anno]
Castagneti 204.368 220 8,3 89% 84% 1.230.900
Faggete 135.770 204 5,6 56% 67% 337.200
Querceti e Ostrieti 133.244 133 5,7 66% 58% 288.600
Robinieti 108.136 111 8,1 86% 82% 403.000
Boschi di neoformazione 100.779 124 5,5 34% 50% 91.500
Lariceti 79.536 184 2,7 31% 33% 79.800
Pinete 36.789 207 5,8 61% 45% 76.900
Arbusteti 34.317 36 1,1 1% 4% –
Abetine e Peccete 24.046 317 5,6 61% 52% 80.600
Formazioni igrofile 17.675 166 7,7 42% 24% 34.600
Totale 874.660 175 5,8 62% 62% 2.623.100
ISBN 978-88-7904-029-7
Fasce altimetriche
Superfici [ha]
Indice boschi servitiper l’esbosco
Montagna 627.259 44%
Collina 157.025 89%
Pianura 90.376 88%
Totale 874.660 46%
I BOSCHI DEL PIEMONTE
Conoscenze e indirizzi gestionali
I BO
SCH
I DEL P
IEMO
NTE
Destinazioni funzionali prevalenti dei boschi piemontesi
Assessorato allo sviluppo della montagna e foreste
I BOSCHI DEL PIEMONTE
Conoscenze e indirizzi gestionali
a cura diIstituto per le Piante da Legno e l’Ambiente S.p.A. – Torino
REGIONE PIEMONTE
Realizzazione a cura diIPLA S.p.A. – Settore Vegetazione e FaunaC.so Casale 476, 10132 Torino (www.ipla.org)
Testi a cura di Andrea Ebone, Paolo Camerano, Franco Gottero, Pier Giorgio Terzuolocon la collaborazione di Annalisa Guaraldo (*), Aldo Canepa (*)
(*) collaboratore IPLA – Settore Vegetazione e Fauna
© Regione Piemonte 2007Progetto e coordinamento editoriale a cura di Assessorato allo sviluppo della montagna e foreste,opere pubbliche, difesa del suoloDirezione Economia Montana e Foreste – Settore Politiche ForestaliCorso Stati Uniti 21 – 10128 TorinoDirigente del Settore: Franco Licini, funzionari incaricati: Marco Corgnati,Lorenzo Camoriano, Franca De Ferrari, Gabriele Peterlin, con la collaborazione di Nathalie D’Andrea
Questo libro è stato realizzato nell’ambito dei progetti di interesse regionale,affidati dalla Regione Piemonte all’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA S.p.A.)I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e di adattamento totale o parziale,con qualsiasi mezzo (comprese microfilm e copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi
Forma raccomandata per la citazione:GOTTERO F., EBONE A.,TERZUOLO P., CAMERANO P., 2007 – I boschi del Piemonte, conoscenze e indirizzi gestionaliRegione Piemonte, Blu Edizioni, pp. 240
Per richiedere il volume:Regione Piemonte – Settore Politiche ForestaliCorso Stati Uniti 21 – 10128 TorinoTel. 011 432 4307 – Fax 011 432 [email protected]
Progetto grafico e impaginazione: Maria Beatrice ZampieriStampa a cura di Blu Edizioni – C.so Cairoli, 8 bis 10123 TorinoFinito di stampare nel mese di febbraio 2007 presso Stargrafica srl, San Mauro (TO)
Presentazione
I boschi del Piemonte costituisce la naturale sintesi delle indagini che da anni l’Assessoratoregionale alle politiche per la montagna, le foreste e i beni ambientali svolge nel settore fo-restale.
Attraverso l’elaborazione delle carte tematiche forestali e sulla base dei dati dell’inventa-rio forestale regionale contenuti nel Sistema Informativo Forestale Regionale, il volume for-nisce una serie di informazioni e di sintesi che permettono di mettere in relazione catego-rie forestali e le relative forme di gestione, le destinazioni ed attitudini degli ambienti fore-stali e gli indirizzi di intervento gestionale miranti alla valorizzazione multifunzionale delpatrimonio boschivo regionale; i dati sono presentati a scala regionale, provinciale e perfasce altimetriche.La parte centrale del testo inquadra in modo dettagliato le 21 categorie forestali presentinel territorio piemontese, attraverso le loro caratteristiche compositive, dendrometricheed ecologiche, con l’articolazione in tipi forestali.Inoltre sono analizzati i dati sulla viabilità silvopastorale, indicando stato di servizio, funzio-ni e migliorie da realizzare.Infine,con 47 schede sintetiche si descrivono le caratteristiche di ogni Area Forestale omo-genea in cui è stato suddiviso il territorio regionale ai fini gestionali.
Rivolto ad amministratori, professionisti e tecnici del settore, I boschi del Piemonte è un do-cumento schematico che fornisce un inquadramento completo dello stato attuale dei bo-schi regionali. E’ quindi uno strumento che risponde all’attuale esigenza di conoscere me-glio la risorsa per attuare la gestione razionale e sostenibile del patrimonio forestale regio-nale, anche in relazione all’avvio del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013 e agli strumentiorganizzativi ed economici previsti dal disegno di legge forestale recentemente approva-to dalla Giunta Regionale.
BRUNA SIBILLE
Assessore allo sviluppo della montagna e foreste,opere pubbliche, difesa del suolo
Indice
1. Fonte dei dati forestali regionali 71.1. Introduzione1.2. Caratteristiche dei Piani Forestali Territoriali (PFT)
2. Quadro di sintesi 11
3. Il territorio 123.1. L’uso del suolo3.2. La superficie forestale3.3. Superfici forestali per fasce altimetriche3.4. Boschi di neoformazione3.5. Formazioni lineari
4. Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali 314.1. Protezione del territorio4.2. Naturalistica4.3. Produzione e protezione4.4. Produzione4.5. Fruizione4.6. Evoluzione libera4.7. Le destinazioni per fasce altimetriche
5. Indirizzi gestionali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale 415.1. Interventi selvicolturali5.2. La gestione dei cedui
CeduazioneConversione a fustaia
5.3. La gestione delle fustaieTagli intercalariTagli di rinnovazione
5.4. Interventi straordinari5.5. Monitoraggio (Evoluzione controllata)5.6. Evoluzione naturale5.7. Indirizzi gestionali per fasce altimetriche
6. Aspetti patrimoniali 516.1. Tipi di proprietà rilevate6.2. La proprietà nei boschi piemontesi
7. Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali 567.1. Introduzione alla tipologia forestale7.2. Categorie Forestali del Piemonte
Formazioni legnose riparie Robinieti Querco-carpineti
Querceti di roverellaOrno-ostrieti Pinete di pino marittimoQuerceti di rovere CerreteCastagneti Pinete di pino silvestre Boscaglie pioniere e d’invasioneAlneti planiziali e montani Acero-tiglio-frassinetiFaggete Abetine Peccete Larici-cembrete Pinete di pino montano Arbusteti subalpini Arbusteti planiziali e montani Rimboschimenti
8. Accessibilità e sistemi di esbosco 1228.1. Sviluppo e caratteristiche della viabilità silvopastorale8.2. Accessibilità e miglioramento della rete8.3. Sistemi e distanze di esbosco
9. Prodotti ottenibili dalla gestione forestale 134
10. Biodiversità forestale 137
11. Le Aree Forestali del Piemonte 142
12. Sistema Informativo Forestale Regionale (SIFOR) 239
13. Testi di riferimento 240
1. Fonte dei dati forestali regionali
1.1. Introduzione
La pianificazione forestale tradizionale (piani economici silvo-pastorali ai sensiR.D.L. n. 3267/23, poi piani di assestamento ai sensi L.R. n. 57/79) fino alla secondametà del secolo scorso era basata su un duplice obiettivo: da un lato la conserva-zione della risorsa e la protezione del territorio, dall’altro la ricerca della massimiz-zazione dei prodotti legnosi e non. Dopo decenni di sostanziale non gestione o dipianificazione non attuata, recentemente la politica forestale a livello nazionale eregionale piemontese risulta di più ampio respiro e mira a valorizzare anche le al-tre funzioni sociali del bosco quali la conservazione del paesaggio, la tutela degliecosistemi, la fruizione pubblica, divenute ormai di irrinunciabile importanza ac-canto al classico binomio produzione e protezione del territorio. L’attuale esi-genza è di gestire tutti i boschi,pubblici o privati,sottoposti o meno al vincolo idro-geologico, in modo razionale e multifunzionale, secondo sistemi di pianificazio-ne che, sulla base delle potenzialità delle risorse forestali in relazione con lecondizioni ambientali, sociali ed economiche del territorio, permettano di impo-stare una corretta programmazione degli interventi ottenendo gli auspicati bene-fici.La pianificazione forestale in Piemonte è oggi articolata su più livelli.
• REGIONALE: PIANO FORESTALE REGIONALE (PFR),documento programma-tico pluriennale della Regione, redatto sulla base dei dati contenuti nel Siste-ma Informativo Forestale, in particolare l’inventario e le carte tematiche dovevengono individuati gli obiettivi settoriali da perseguire, gli interventi e le ri-sorse necessarie per raggiungerli.
• AREA FORESTALE: PIANO FORESTALE TERRITORIALE (PFT),documento pre-visto e già predisposto a livello di studio per la valorizzazione polifunzionaledel patrimonio forestale e pastorale. Riguarda ciascuno dei 47 ambiti omoge-nei, denominati Aree Forestali (AF), in cui è stato suddiviso il territorio regio-nale.
• LOCALE : PIANO FORESTALE AZIENDALE (PFA), strumento assimilabile ad unpiano d’assestamento forestale,particolareggiato e coordinato con il PFT,di cuile singole proprietà più significative,pubbliche,private,consortili, singole o as-sociate, possono dotarsi per assicurare maggior dettaglio conoscitivo e conti-nuità gestionale del proprio patrimonio. Il PFA è affidato dalla proprietà a tec-nici forestali i quali, seguendo gli indirizzi metodologici predisposti dagli uffi-ci forestali regionali, inquadrano l’elaborato nell’ambito di destinazioni,obiettivie prescrizioni contenute nel PFT. Anche i Piani Forestali di Aree Protette e di Si-ti della Rete Natura-2000 sono assimilabili a particolari PFA.
7
1.2. Caratteristiche dei Piani Forestali Territoriali (PFT)
La redazione dei Piani Forestali Territoriali, promossa dall’Assessorato regionaleallo sviluppo della montagna e foreste con il coinvolgimento degli Enti Locali, fi-nanziata con fondi Europei, è stata attuata tramite l’Istituto per le Piante da Legnoe l’Ambiente – IPLA S.p.A., Società controllata della Regione Piemonte con funzio-ne di Ente Strumentale.L’IPLA ne ha dapprima sperimentato la metodologia, met-tendo a punto le Norme Tecniche di pianificazione forestale e pastorale, quindinella fase operativa ha svolto funzione di Ufficio di pianificazione forestale, assu-mendo i compiti di selezione dei gruppi di tecnici forestali, per rilievi e stesura deisingoli PFT, assistenza tecnica, verifiche in corso d’opera e collaudo finale, inseri-mento dei dati nel Sistema Informativo Forestale Regionale (SIFOR),appositamen-te progettato e predisposto.La base territoriale di pianificazione dei PFT è l’Area Forestale, ambito sovraco-munale e subprovinciale omogeneo dal punto di vista territoriale e forestale, consuddivisione estesa all’intera superficie della Regione a prescindere dai soggettiproprietari e dalle fasce altimetriche.Il PFT è lo strumento di conoscenza e valorizzazione del territorio che, oltre ai bo-schi, prende in considerazione anche le praterie e le aree naturali non forestali,con gradi e tipi di approfondimenti variabili a seconda delle realtà locali e dellaloro rilevanza in senso multifunzionale.I contenuti del PFT sono sintetizzati nello schema che segue:La base informativa quanti-qualitativa sul patrimonio forestale è costituita dall’in-ventario forestale, realizzato in ciascuna Area Forestale con protocollo standar-dizzato, comprendente informazioni di inquadramento stazionale, vegetazionale,dendrometrico, fitosanitario ecc., (secondo le specifiche delle Norme Tecniche dipianificazione), e inserito nel Sistema Informativo Forestale Regionale. I rilievi so-
Fonte dei dati forestali regionali
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� Figura 1 – I livelli di pianificazione egestione forestale in Piemonte.
no realizzati con aree di saggio temporanee a densità fissata su basi statistiche, einteressano l’intera superficie forestale del Piemonte. Il reticolo inventariale utiliz-zato è a maglia quadrata di 500 m di lato, con una densità pari a un punto di cam-pionamento ogni 25 ha. In funzione di fattori legati a Tipo Forestale, destinazioneprevalente, tipo di proprietà, valore del soprassuolo, produttività e accessibilità, ladensità di campionamento è stata talora modificata, da un minimo di un’area disaggio ogni 100 ha a un massimo di una ogni 5 ha di superficie boscata. In totalesono state rilevate 14.164 aree di saggio.Le conoscenze stazionali e quelle delle cenosi vegetali sono state approfondite alcontinuo su base cartografica mediante l’individuazione delle Categorie e Tipi Fo-restali con i relativi assetti evolutivo-colturali:questi costituiscono gli elementi del-la carta forestale e il fondamento della valutazione delle potenzialità per defini-re le scelte gestionali di destinazioni, interventi e relative priorità. Oltre alle super-fici forestali e pastorali sono state rilevate le altre coperture del territorio e leformazioni lineari, creando una carta di «Land cover» regionale a scala di detta-glio (Carta Forestale e delle altre Coperture del Territorio).L’indirizzo gestionale è volto a valorizzare le risorse forestali, pascolive e naturalitenendo conto delle funzioni svolte e attualmente richieste a tali aree e dei vinco-li territoriali e ambientali esistenti (idrogeologico, paesaggistico-ambientale, areeprotette, Siti di Importanza Comunitaria, fasce fluviali ecc.) nonché della potenzia-lità di produzione diretta,oggetto della pianificazione forestale tradizionale.Ne se-gue una compartimentazione per destinazioni funzionali anch’esse riportatesu carta tematica allegata a ciascun PFT (Carta delle Destinazione Funzionali Pre-valenti), sulla cui base si definiscono gli obiettivi selvicolturali e quindi gli indiriz-zi d’intervento, anch’essi cartografati, nella loro distribuzione spazio-temporale(Carta degli Interventi Gestionali e della Viabilità).Le norme d’intervento del PFT vengono delineate a livello di categoria e, ove op-
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Fonte dei dati forestali regionali
� Figura 2 – Contenuti dei PianiForestali Territoriali.
portuno, di Tipo forestale, con specificazioni secondo le destinazioni e le proprie-tà; il PFT fornisce anche un quadro di norme gestionali generali, a integrazionelocale delle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale.Il periodo di riferimento degli indirizzi gestionali è di 15 anni, con priorità articola-te in quinquenni.Nell’ambito dei PFT è stata inoltre svolta un’indagine patrimoniale per l’analisi del-la consistenza delle proprietà forestali e pascolive dei diversi Enti pubblici e del-le principali proprietà private,georeferenziate sulla base della Carta Tecnica Regio-nale (Carta delle Compartimentazioni).L’indagine sul patrimonio pastorale costituisce parte integrante dei PFT, volta adacquisire adeguate conoscenze sulla consistenza delle praterie e delle struttured’alpe, che permettano di programmare e impostare una corretta gestione deicomprensori di pascolo.Parallelamente alle attività sopraesposte è stata realizzata un’indagine mirata a in-dividuare, descrivere e classificare la viabilità di interesse forestale e pastorale. Ilcensimento ha due obiettivi: integrare la CTR e ottenere una banca dati che per-metta di conoscere le funzioni e le caratteristiche di ogni tracciato che abbia svi-luppo superiore ai 300 m. I dati raccolti vengono utilizzati per redigere una cartatematica che individua ciascun tracciato schedato e, mettendo in relazione i datidella pianificazione forestale, evidenzia le zone effettivamente servite per l’esbo-sco (indice QS).Si è inoltre effettuata la classificazione del territorio in Unità di Terre e il rilievo deidissesti con l’individuazione delle situazioni di vulnerabilità presenti e la verificadell’assetto delle fasce di corsi d’acqua in ambito forestale, prescindendo tuttaviadai fenomeni più rilevanti già noti e classificati, che esulano dalle competenze deitecnici forestali.Dall’unione dei dati puntuali e cartografici rilevati in ciascuna Area Forestale congli studi per i PFT inseriti nel Sistema informativo regionale si sono ottenuti l’in-ventario e le carte tematiche forestali regionali, aggiornate convenzionalmen-te all’anno medio 2000, cui sono riferiti i dati riportati nel presente rapporto.L’opera di redazione degli studi per i PFT ha avuto inizio nel 1996 con la sperimen-tazione della metodologia su tre Aree Forestali (Val Varaita, Val Vigezzo e Collinatorinese); successivamente, a partire dal 1999 al 2004, è stata portata a termine sututto il territorio regionale.Questo strumento di pianificazione è stato cofinanziato tramite fondi strutturalidell’Unione Europea (INTERREG II Italia-Francia per le Aree montane delle provin-ce di Cuneo e Torino, Reg. 2081/98 Ob. 5b per le Aree montane delle province diAlessandria, Asti, Vercelli e parte di Verbania e dal Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 per le restanti zone di montagna, collina e pianura).L’investimento complessivo per la redazione dei PFT è stato di circa 9.000.000 di eu-ro, che si traducono in circa 2,6 euro/ha di superficie territoriale o 7,2 euro/ha di su-perficie forestale.Informazioni metodologiche di maggiore dettaglio sono reperibili su:Regione Pie-monte, IPLA S.p.A, 2004 – La pianificazione forestale in Piemonte – Norme Tecni-che per i Piani Forestali Territoriali – Indirizzi Metodologici per i Piani Forestali Azien-dali,CD Rom in distribuzione gratuita presso la Direzione Economia Montana e Fo-reste della Regione Piemonte.
Fonte dei dati forestali regionali
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2. Quadro di sintesi
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Protettiva15%
Evoluzione libera7%
Naturalistica15%
Produttiva16%
Fruizione1%
Protettivo-produttiva
46%
Superfici Ettari %
Superficie territoriale regionale 2.538.297 100
Superficie forestale boschi 874.660 34
arboricoltura da legno 48.206 2
totale 922.866 36
Superficie boscata pubblica 262.398 30
Superficie boscata privata 612.262 7
Assetti colturali dei boschi Ettari %
Cedui semplici e composti 541.756 62
Fustaie 208.903 24
Boschi di neoformazione 42.183 5
Boschi senza gestione 81.818 9
Fasce altimetriche
Superfici [ha]
Indice boschi servitiper l’esbosco
Montagna 627.259 44%
Collina 157.025 89%
Pianura 90.376 88%
Totale 874.660 46%
Macrocategorieforestali
Superficie[ha]
Provvigione[m3/ha]
Incrementocorrente
[m3/ha/anno]
Superficiegestione
attiva
Superficiedestinazioniproduttive
Ripresapotenziale[m3/anno]
Castagneti 204.368 220 8,3 89% 84% 1.230.900
Faggete 135.770 204 5,6 56% 67% 337.200
Querceti e Ostrieti 133.244 133 5,7 66% 58% 288.600
Robinieti 108.136 111 8,1 86% 82% 403.000
Boschi di neoformazione 100.779 124 5,5 34% 50% 91.500
Lariceti 79.536 184 2,7 31% 33% 79.800
Pinete 36.789 207 5,8 61% 45% 76.900
Arbusteti 34.317 36 1,1 1% 4% –
Abetine e Peccete 24.046 317 5,6 61% 52% 80.600
Formazioni igrofile 17.675 166 7,7 42% 24% 34.600
Totale 874.660 175 5,8 62% 62% 2.623.100
� Figura 3 – Ripartizione delle destinazioni dei boschi a livello regionale.
3. Il territorio
3.1. L’uso del suolo
Elaborando i dati dalla Carta forestale e delle altre coperture del territorio, ac-quisiti in un sistema informativo geografico (GIS), sono state quantificate le super-fici dei diversi tipi di occupazione del suolo dell’intero territorio regionale; la Figu-ra 4 mostra una sintesi delle informazioni relative alle categorie più significativeoggetto di rilievo.Si evidenzia che la superficie forestale occupa più di 1/3 del territorio regionale,con un indice di boscosità medio pari al 36% (34% boschi e 2% arboricoltura da le-gno).Tra gli altri tipi di occupazione del suolo una notevole estensione raggiungo-no le aree agricole (37%), e quelle di interesse pastorale (prateria e prato-pascolimontani).
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� Tabella 1 – superfici delle categoriedi copertura del territorio. Ambito Categoria Superficie [ha]
Aree a valenza pastorale
Prato-pascoli 68.250
Praterie 111.429
Praterie non utilizzate 11.104
Praterie rupicole 90.542
Cespuglieti 34.692
Cespuglieti pascolabili 24.153
Totale 340.170
Aree agricole
Prati stabili di pianura 63.676
Seminativi 724.306
Frutteti e vigneti 107.608
Coltivi abbandonati 11.336
Totale 906.926
Impianti per arboricoltura da legno 48.206
Aree urbanizzate
Aree urbanizzate, infrastrutture 139.780
Aree verdi urbane 12.597
Aree estrattive 3.531
Totale 155.908
Rocce, macereti e ghiacciai 177.743
Acque, greti e zone umide
Acque 24.747
Greti 9.042
Canneti, zone umide, torbiere 350
Praterie aride di greto 545
Totale 34.684
Boschi 874.660
Totale 2.538.297
3.2. La superficie forestale
Dal rilievo cartografico della superficie forestale effettuata tramite fotointerpreta-zione e con sistematici sopralluoghi di controllo in campo l’estensione complessi-va dei boschi regionali risulta pari a 874.660 ha, di cui circa il 60% è costituito daquattro categorie tra le 21 individuate: Castagneti (23%), Faggete (16%), Robinieti(12%), Larici-cembrete (9%).
� Tabella 2 – Superfici delle categorie forestali.
� Figura 5 – Ripartizione dellasuperficie forestale in categorie.
Peccete1,0%
Pinete di pinomarittimo
Pinete di pino uncinato0,3%
Querco-carpineti
Querceti di roverella4,9%
Pinete di pino silvestre1,6%
Arbustetisubalpini
Ostrieti
Querceti di rovere4,4%
Robinieti
Formazioni legnoseriparie1,4%
RimboschimentiAbetine
1,7%
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizialie montani
0,6%
Arbusteti planiziali,collinari, montani
0,3%
Boscaglie pionieredi invasione
6,9%
Larici-cembrete9,1%Faggete
15,5%
Cerrete0,5%
Castagneti
1,5%
23,4%
4,7%
2,2%
12,4%
4,0%
3,6%
0,1%
� Figura 4 – Ripartizione dellasuperficie delle principali categorie dicoperture del territorio.
Boschi
34%
Arboricoltura dalegno
2%
Aree a valenzapastorale
13%
Areeagricole
Acqua, greti ezone umide
1%
Rocce, macereti e
ghiacciai
7%
Aree urbanizzate
6%
3 7 %
CategoriaSuperficie
[ha]Categoria
Superficie[ha]
CategoriaSuperficie
[ha]
Abetine 15.221 Faggete 135.770 Pinete di pino silvestre 14.326
Acero-tiglio-frassineti 40.846 Larici-cembrete 79.536 Querco-carpineti 35.039
Alneti planiziali e montani 5.200 Ostrieti 12.897 Querceti di roverella 42.763
Arbusteti planiziali, collinari,montani
2.546 Arbusteti subalpini 31.770 Querceti di rovere 38.578
Boscaglie pioniere diinvasione
59.933 Peccete 8.825 Robinieti 108.136
Castagneti 204.368 Pinete di pino marittimo 806 Rimboschimenti 18.989
Cerrete 3.967 Pinete di pino uncinato 2.669 Formazioni legnose riparie 12.475
13
Il territorio
Il territorio
14
� Figura 6 – Carta delle categorie forestali.
15
Il territorio
� Figura 7 – Ripartizione delle principali categorie per Aree Forestali.
Il territorio
16
� Figura 8 – Ripartizione delle principali categorie forestali per province.
Verbano-CusioOssola
NovaraBiella
Torino
Cuneo
Asti
Alessandria
Vercelli
17
Il territorio
� Figura 9 – Ripartizione degli assettistrutturali dei boschi a livello regionale.
ProvinciaCastagneti
[ha]Faggete
[ha]Robinieti
[ha]Lariceti
[ha]
Altrecategorie
[ha]
Totale [ha]
Alessandria 19.860 4.524 21.799 0 59.955 106.138
Asti 3.378 0 26.947 0 12.522 42.847
Biella 18.540 4.933 5.561 5 17.776 46.815
Cuneo 76.567 49.098 18.384 20.102 78.135 242.286
Novara 9.223 266 10.242 0 14.497 34.228
Torino 41.840 28.530 18.095 40.799 90.900 220.164
Verbano-Cusio Ossola
24.953 32.706 719 16.228 50.192 124.798
Vercelli 10.007 15.713 6.389 2.402 22.873 57.384
Regione 204.368 135.770 108.136 79.536 346.850 874.660
� Tabella 3 – Superfici delle principali categorie forestali per province.
Boschi senza gestione9%
Rimboschimenti2% Bosco di neoformazione
5%
Ceduo in conversione1%
Ceduo a sterzo0,5%
Ceduo composto19%
Ceduo semplice42%
Fustaia22%
Il territorio
18
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162.
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0.48
222
42.1
735
18.4
392
81.8
219
874.
660� Tabella 4 – Superfici degli
assetti strutturali per categoriaforestale.
A livello di singole specie la Figura 10 mostra che la più diffusa, sia in termini nu-merici sia di volume legnoso, risulta il castagno; seguono il faggio, la robinia e il la-rice, specie che costituiscono le quattro categorie forestali più diffuse già citate. Illarice tuttavia, sebbene risulti in numero di individui/ha inferiore rispetto alla robi-nia, possiede valori di volume e area basimetrica superiori.Fra le altre specie, escludendo quelle il cui apporto in termini di area basimetricaè inferiore all’1% del totale, risultano significative fra le latifoglie le diverse speciequercine, le latifoglie mesofile (frassino, ciliegio, aceri di monte e riccio) e fra le co-nifere il pino silvestre, l’abete bianco e l’abete rosso. In termini numerici circa il 90%degli alberi del Piemonte è costituito da latifoglie mentre solo il restante 10% è daattribuire alle conifere; queste tuttavia vedono la loro incidenza raddoppiata (20%circa) in termini di volume.
19
Il territorio
� Figura 10 – Composizione specificadei boschi piemontesi in % di alberi/ha,volume/ha e area basimetrica/ha.
0%
10%
20%
30%
40%
Abete rossoAbete biancoLarice
CastagnoFaggio
RoverellaFarnia
Rovere
Frassino maggiore
Ciliegio selvatico
Acero montano, riccio
RobiniaBetulla
Pino silvestreAltre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Sintesi caratteristiche dendrometriche (dati per ettaro)
N° alberi 928
polloni 54%
da seme, affrancate 46%
Ceppaie (n°) 243
Area basimetrica (m2) 24
Diametro medio (cm) 18
Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 278 (29,9 %)
Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 31 (3,3 %)
Volume (m3) 175
Incremento corrente (m3) 5,8� Tabella 5 – Sintesi dellecaratteristiche dendrometriche mediea ettaro.
Il territorio
20
A livello di superfici, le categorie forestali a prevalenza di latifoglie coprono circa706.158 ha (81%), quelle costituite da conifere 115.513 ha (13%) mentre le forma-zioni miste di conifere e latifoglie, in cui ciascuno dei due gruppi di specie ammon-ta a almeno 1/4 della copertura, sono pari ai restanti 52.989 ha (6%).
Dall’analisi dei dati inventariali emerge che i boschi piemontesi in generale pre-sentano un elevato numero di soggetti/ha, dovuto al tipo di assetto prevalenteche risulta, per oltre il 40% della superficie, a ceduo più o meno invecchiato. I pol-loni, con oltre il 50% dei soggetti, risultano prevalenti rispetto agli individui da se-me o affrancati, anche se il loro apporto in volume è pari a solo poco più del 30%.
ProvinciaSuperficie territoriale
[ha]Superficie forestale
[ha]Indice di boscosità
Alessandria 355.622 106.138 30%
Asti 150.928 42.847 28%
Biella 93.780 46.815 50%
Cuneo 689.090 242.286 35%
Novara 134.061 34.228 26%
Torino 682.780 220.164 32%
Verbano-Cusio Ossola 225.540 124.798 55%
Vercelli 206.498 57.384 28%
Regione 2.538.297 874.660 34%� Tabella 6 – Ripartizione dell’indicedi boscosità per province.
Statisticamente in Piemonte vegetano oltre 812.000.000 di alberi (con diametrosuperiore ai 7,5 cm) con volume medio unitario pari a circa 0,2 m3.Il diametro medio, inferiore ai 20 cm,e la ripartizione diametrica,con meno del 30%dei soggetti nelle classi superiori o pari ai 20 cm (che peraltro formano circa l’80%del volume totale) e solo poco più del 3% nella classe superiore ai 35 cm, comple-tano il quadro dell’assetto prevalente dei boschi. A spostare verso il basso la seria-zione diametrica sono i soggetti appartenenti alla classe dei 10 cm che costituisco-no quasi il 50% del totale degli individui, contribuendo tuttavia a meno del 10% intermini di volume.A fronte dei dati medi di sintesi sopra enunciati, la situazione delle singole catego-rie forestali e delle diverse fasce altimetriche e Aree Forestali è assai articolata.
Il territorio
21
� Figura 11 – Indici di boscosità per Aree Forestali.
Il territorio
22
� Figura 12 – Indici di boscosità per province.
Verbano-CusioOssola
NovaraBiella
Torino
Cuneo
Asti
Alessandria
Vercelli
3.3. Superfici forestali per fasce altimetriche
Operando una suddivisione fisiografica del territorio, derivata dalla carta delleUnità di Terre, ovvero rappresentazione grafica di porzioni di territorio omogeneeper caratteristiche geolitologiche, morfologiche e di uso del suolo, oggetto di rile-vamento nell’ambito degli stessi piani forestali, è stato possibile ottenere una ri-partizione della superficie forestale regionale fra i diversi ambiti: montano, collina-re e planiziale. Si precisa che tale ripartizione può parzialmente differire da quellabasata sui limiti amministrativi comunali, in quanto quest’ultima prende in consi-derazione la quota media dei fogli di mappa catastale, senza far riferimento all’ef-fettiva morfologia del territorio.
La superficie forestale montana del Piemonte risulta pari a 627.259 ha, equiva-lente a circa il 72% della superficie forestale regionale; l’indice di boscosità (rap-porto tra superficie forestale e territoriale) è del 54%. In ambito montano, accantoai boschi, le categorie d’uso del suolo più diffuse risultano le aree a valenza pasto-rale, comprensive dei cespuglieti e delle praterie, e quelle di alta quota quasi privedi vegetazione, riconducibili a rocce, macereti e ghiacciai.
La superficie forestale collinare risulta pari a 157.025 ha, equivalente a circa il18% della superficie forestale regionale; l’indice di boscosità in ambito collinare èdel 41%, anch’esso superiore seppur di poco alla media regionale. Accanto ai bo-schi le categorie d’uso del suolo più estese risultano le aree agricole, comprensivedei seminativi e dei frutteti e vigneti, e quelle a valenza pastorale.
In pianura la superficie forestale risulta pari a 90.376 ha, equivalente a circa il10% della superficie forestale regionale; l’indice di boscosità in questo ambito scen-de al 13%, decisamente sotto la media regionale. Le categorie d’uso del suolo piùestese in pianura sono le aree agricole e quelle urbanizzate,comprensive delle areeedificate, aree verdi di pertinenza e aree estrattive.
23
Il territorio
� Figura 13 – Ripartizione delleprincipali coperture del territoriomontano.
Aree urbanizzate
2%
Rocce, macereti e
ghiacciai
15%
Acqua, greti e
zone umide
1%
Aree
agricole
Aree a
valenza
pastorale
Arboricoltura da
legno
0,04%
Boschi
54%
2% 26%
Il territorio
24
� Figura 14 – Ripartizione delleprincipali coperture del territorio
collinare.
� Figura 15 – Ripartizione delleprincipali coperture del territorio di
pianura.
� Tabella 7 – Categorie di coperturedel territorio per fascia altimetrica.
Aree urbanizzate
4%
Rocce, macereti e
ghiacciai
0,3%
Acqua, greti e
zone umide
0,2%
Aree
agricole
Aree a valenza
pastorale
6%
Arboricoltura da
legno
Boschi
38%
49%
3%
Aree urbanizzate
12%
Rocce, macereti e
ghiacciai
0,01%
Acqua, greti ezone umide
2%
Aree agricole
Aree avalenza
pastorale
Arboricoltura dalegno
Boschi
9%
71%
4%
2%
AmbitoMontagna
[ha]Collina
[ha]Pianura
[ha])
Aree a valenza pastorale 298.693 26.207 15.271
Acqua, greti e zone umide 12.217 662 21.805
Arboricoltura da legno 499 10.537 37.170
Boschi 627.259 157.025 90.376
Aree urbanizzate 23.693 17.501 114.713
Rocce, macereti e ghiacciai 176.534 1.070 139
Aree agricole 22.708 200.099 684.119
Totale 1.161.603 413.101 963.593
25
Il territorio
� Figura 16 – Suddivisione dellecategorie forestali in montagna.
� Figura 18 – Suddivisione dellecategorie forestali in pianura.
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planiziali, montani
Arbusteti
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Faggete
Lariceti
Orno-ostrieti
Alneti di ontano alpino
Peccete
Pinete di pino marittim
o
Pinete di pino montano
Pinete di pino silvestre
Querco-carpineti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Rimboschim
enti
Saliceti e pioppeti ripari
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Acero tiglio frassineti
Alneti planiziali, montani
Arbusteti
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Faggete
Orno-ostrieti
Pinete di pino marittim
o
Pinete di pino silvestre
Querco-carpineti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Rimboschim
enti
Saliceti e pioppeti ripari
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Acero tiglio frassineti
Alneti planiziali, montani
Arbusteti
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Faggete
Orno-ostrieti
Pinete di pino marittim
o
Pinete di pino silvestre
Querco-carpineti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Rimboschim
enti
Saliceti e pioppeti ripari
� Figura 17 – Suddivisione dellecategorie forestali in collina.
In montagna la forma di governo prevalente, su oltre 1/3 della superficie, risultail ceduo semplice (generalmente con matricine) a cui seguono per diffusione la fu-staia e il ceduo composto. Fra le categorie forestali con assetto a ceduo prevalgo-no Castagneti (52%), Faggete(28%) e Querceti di rovere (7%). Fra le categorie conassetto a fustaia prevalgono viceversa: Larici-cembrete (43%), Acero-tiglio-frassi-neti (9%), Abetine (9%), Boscaglie pioniere e d’invasione (8%), Faggete(8%) e Pine-te di pino silvestre (7%). Fra i cedui composti le categorie forestali maggiormenterappresentate sono: Faggete(38%), Castagneti (32%), Acero-tiglio-frassineti (11%)e Querceti di rovere (8%).Poco più del 10% della superficie è costituita da boschi senza gestione, assetto at-tribuito ai popolamenti di origine naturale, situati in stazioni di scarsa accessibili-tà (limiti superiori della vegetazione forestale, zone impervie, rupestri, a suolo su-perficiale, colatoi di valanga, stazioni riparie) e senza possibilità di interventi selvi-colturali, la cui composizione per categorie forestali risulta la seguente: Alneti diontano verde (34%), Boscaglie pioniere e d’invasione (27%), Faggete(12%) e Lari-ci-cembrete (9%).
Il territorio
26
� Tabella 8 – Suddivisione per ambitoterritoriale delle categorie forestali. Categoria
Pianura[ha]
Montagna[ha]
Collina[ha]
Abetine 015.221 0
Acero-tiglio-frassineti 2.85137.972 23
Alneti planiziali e montani 2.1092.837 254
Arbusteti planiziali, collinari, montani 891.320 1.137
Boscaglie pioniere di invasione 2.92150.094 6.918
Castagneti 7.599166.779 29.991
Cerrete 2811.774 1.912
Faggete 22135.390 358
Larici-cembrete 279.534 0
Ostrieti 527.041 5.804
Arbusteti subalpini 031.770 0
Peccete 08.825 0
Pinete di pino marittimo 5403 398
Pinete di pino uncinato 02.669 0
Pinete di pino silvestre 82312.465 1.038
Querco-carpineti 19.4144.472 11.153
Querceti di roverella 83910.838 31.086
Querceti di rovere 2.71529.253 6.610
Robinieti 39.79411.088 57.254
Rimboschimenti 1.01816.452 1.519
Formazioni legnose riparie 9.8421.063 1.570
Totale 90.376627.259 157.025
Con riferimento al regime patrimoniale in ambito montano la proprietà pubbli-ca costituisce circa 1/3 della superficie forestale.
Analogamente all’ambito montano in collina la forma di governo prevalente,quisu quasi i 2/3 della superficie, è il ceduo semplice a cui seguono il ceduo compo-sto, la fustaia e i boschi di neoformazione. Fra le categorie forestali con assetto aceduo prevalgono Robinieti (40%), Castagneti (25%) e Querceti di roverella (24%).Fra i cedui composti le categorie forestali maggiormente rappresentate sono an-cora i Robinieti (36%), e a seguire Querco-carpineti (28%) e Querceti di roverella(10%). Le fustaie sono viceversa rappresentate per circa il 25% da Querco-carpine-ti, per il 21% da Robineti e per 11% da Querceti di roverella. I boschi di neoforma-zione sono formati per oltre il 42% da Boscaglie pioniere e d’invasione, per il restoda Robinieti e Arbusteti.Per quanto concerne il regime patrimoniale in collina la quota di superficie fore-stale ascrivibile a proprietà pubbliche scende al 4%.
27
Il territorio
� Figura 19 – Ripartizione degliassetti dei boschi montani.
� Figura 20 – Ripartizione degliassetti dei boschi collinari.
Boschi senza gestione11%
Rimboschimenti3%
Bosco di neoformazione5%
Ceduo inconversione
Ceduo a sterzo1%
Ceduocomposto
Ceduo semplice36%
Fustaia26%
1%17%
Boschi senza gestione3%
Rimboschimenti1%
Ceduo inconversione
1%
Ceduocomposto
18%
Fustaia6%
Ceduosemplice
65%
Bosco di neoformazione6%
Anche in ambito planiziale prevale il governo a ceduo, in quota percentuale inter-media tra montagna e collina; in pianura la percentuale di boschi con assetto a ce-duo composto è superiore alle altre fasce e la quota a fustaia è tripla rispetto allacollina.Fra i cedui semplici prevalgono i Robinieti (74%) mentre fra i cedui compo-sti e le fustaie le maggiori estensioni sono raggiunte dai Querco-carpineti (rispet-tivamente con il 43 e il 47%). È interessante notare che in pianura i boschi senzagestione risultano più numerosi sia in percentuale sia in termini assoluti rispettoalla collina;su tale assetto incidono soprattutto le Formazioni legnose riparie (75%)delle aree golenali.In pianura la quota di superficie forestale di proprietà pubblica sale rispetto alla col-lina, portandosi all’11% in relazione alla diffusione delle aree di demanio fluviale.
Il territorio
28
� Figura 21 – Ripartizione degliassetti dei boschi planiziali.
� Tabella 9 – Suddivisione degliassetti dei boschi suddivisi per ambiti
territoriali.
Fustaia18%
Ceduo42%
Ceduocomposto
28%
Ceduo a sterzo0,1%
Ceduo inconversione
Bosco di neoformazione4%
Rimboschimenti1%
Boschi senza gestione7%
0,2%
Assetti colturaliMontagna
[ha]Collina
[ha]Pianura
[ha]
Ceduo in conversione 7.008 931 223
Ceduo semplice 226.270 102.879 37.373
Ceduo a sterzo 4.263 3 –
Ceduo composto 109.708 27.695 25.367
Fustaia 164.761 9.245 16.498
Bosco di neoformazione 28.703 9.811 3.659
Rimboschimenti 15.902 1.519 1.018
Boschi senza gestione 70.644 4.942 6.238
Totale 627.259 157.025 90.376
Il territorio
3.4. Boschi di neoformazione
Si tratta di soprassuoli forestali di recente costituzione (ultimi 20 anni) che hannoricolonizzato spontaneamente pascoli e prati, ex-coltivi o colture legnose specia-lizzate abbandonati. In Piemonte i boschi originatisi per reinvasione spontanea dizone abbandonate dall’agricoltura o dalla pastorizia, soprattutto in collina e mon-tagna, sono una realtà diffusa e ancora in aumento. La percentuale stimata di taliboschi rispetto alla superficie complessiva risulta attualmente il 15%.
Come si osserva dalla Figura 23 tra le categorie in cui è maggiore l’estensione di Ti-pi forestali con carattere d’invasione,spiccano i Robinieti, le Boscaglie pioniere e d’in-vasione, gli Acero-tiglio-frassineti e gli Alneti di ontano verde. Circa il 76% della su-perficie risulta di proprietà privata mentre la restante parte è riconducibile a variotitolo a proprietà pubbliche. Circa il 46% di tali boschi hanno potenziale funzione diproduzione,associata o meno alla protezione,e su tale quota si prevede di interve-nire nel prossimo quindicennio in particolare con ceduazioni, tagli di miglioramen-to e tagli di rinnovazione in fustaia. Solo 1/4 di tali popolamenti non sono conside-rati suscettibili di gestione attiva, nemmeno a lungo termine (arbusteti).
29
� Figura 22 – Ripartizione dellecategorie comprendenti Tipi forestaliriconducibili a formazioni d’invasione.
� Figura 23 – Ripartizione delle destinazioni nelle formazionid’invasione.
Pinete di pino0,4%
Quercetidi roverella
1%
Robinieti
30%
Alneti di ontano
verde
16%
Acero-tiglio-
frassineti
Arbusteti
2%
Boscaglie pioniere
e d'invasione
28%
Alneti planiziali e
montani
1%
Orno-ostrieti
0,3%
22%
Protettiva
14%Evoluzione libera
16%
Naturalistica
13%
Produttiva
21%
Turistico-ricreativa
1%
Produttivo-
protettiva
35%
3.5. Le formazioni lineari
Nell’analizzare le aree di pianura, con patrimonio forestale limitato e fortementesubordinato all’uso agricolo del territorio, sono state rilevate anche le formazionilineari,definite come formazioni arboree o arbustive che presentano uno svilup-po in larghezza della proiezione delle chiome inferiore a 20 metri, con uno svilup-po longitudinale di almeno 150 metri e una distanza tra le chiome non superiorea 20 metri. L’analisi ha riguardato circa 1.100.000 ha di pianura e sono stati carto-grafati complessivamente circa 7.000 km di formazioni lineari, con una media dicirca 6,3 metri lineari a ettaro di territorio, valore che sale a 8,4 considerando le so-le superfici agrarie che possono effettivamente ospitare tali formazioni. All’inter-no delle province si notano significative differenze (da 5,8 m/ha nella provincia diVercelli a 10,5 m/ha in quella di Torino), in relazione a diversi usi del suolo o a effet-tive densità minori per ettaro. Il tipo strutturale maggiormente rappresentato ri-sulta il filare di esclusive specie arboree a fustaia e/o ceduo per il 46% circa deltotale rilevato, pari a circa 3.200 km. I filari compenetrati da specie arbustive sonocomplessivamente il 54% del totale.
Il territorio
30
� Figura 24 – Ripartizione degliinterventi previsti nelle formazioni
d’invasione.
� Tabella 10 – Estensione delleformazioni lineari .
Tagli di
miglioramento14%Gestione ceduo
composto2%
Monitoraggio
32%
Evoluzione naturale24%
Ceduazione
25%
Tagli di
rinnovazione in
fustaia3%
PROVINCIASuperficie indagata
(ha)Superficie potenziale
(ha)Metri formazioni
lineariMetri/ha lordi Metri/ha netti
Alessandria 208.812 168.560 1.637.203 7,8 9,7
Asti 131.831 87.562 561.843 4,3 6,4
Biella 27.054 17.178 120.596 4,5 7,0
Cuneo 219.185 179.871 1.438.310 6,6 8,0
Novara 101.378 74.190 581.314 5,7 7,8
Torino 296.235 197.185 2.069.560 7,0 10,5
Vercelli 129.325 108.184 622.934 4,8 5,8
Totale 1.113.821 832.730 7.031.760 6,3 8,4
4. Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
Le funzioni dei boschi, come ormai ampiamente riconosciuto, sono oggi molte-plici e prevaricano gli aspetti puramente produttivi e protettivi, un tempo preva-lenti;hanno dunque assunto sempre maggiore importanza le funzioni più propria-mente sociali e ambientali, tra le quali il valore estetico-paesaggistico, la funzioneclimatica (igienico-ossigenante e di riduzione dell’effetto serra), la fruizione turisti-ca, per escursionismo e ricreazione, senza dimenticare gli aspetti naturalistici diconservazione della biodiversità e scientifici,essendo i boschi tra gli ecosistemi piùcomplessi e naturali presenti sul territorio.L’approccio alla pianificazione e alla gestione forestale nella realtà attuale non puòquindi che essere quello multifunzionale per tutti i boschi, indipendentementedall’ubicazione e dal regime patrimoniale.Tuttavia affinché le foreste possano assolvere alle funzioni attese, attraverso la de-finizione di modelli gestionali e colturali mirati ed efficaci, è necessario che ven-gano di volta in volta evidenziate le funzioni e le relative destinazioni prioritarie,come definite nell’ambito della pianificazione forestale territoriale,di seguito elen-cate nell’ordine logico di valu-tazione e ampiamente descrit-te nella trattazione successiva:protezione generale e diretta(destinazione protettiva);conservazione naturalistica(destinazione naturalistica);produzione di legno associataa protezione del territorio (de-stinazione produttiva-pro-tettiva); produzione diretta dilegno e altri prodotti (destina-zione produttiva); fruizionepubblica,turismo e ricreazione(destinazione fruizione); am-bientale generale senza possi-bilità di benefici diretti (desti-nazione evoluzione libera).
31
� Figura 25 – Schema logicogerarchico per la definizione delle
destinazioni forestali.
Stazioni di versantecon insediamenti e
infrastrutture
Boschi
riserve, S.I.C.) o diparticolare interesseper la conservazione
della biodiversità
Aree di proprietàpubblica di facile
accesso ad elevatafruizione turistica e
ricreativa
Ambienti con fortilimitazioni stazionalipresenti anche nelle
fasce riparie
Ambienti senzalimitazioni con buonafertilità e possibilità
di esbosco
Stazioni senza fortilimitazioni con
copertura forestale eferacità almeno
discreta
Conservazionedegli
ecosistemi
Fruizionepubblica
Ambientalegenerale(passiva)
Protezionegenerale
Polifunzionaleorientata a
produzione eprotezione
Produzionediretta di
legno e frutti
Protezionediretta
Migliorabile
Protettiva
Naturalistica
Fruizione
Evoluzionelibera
Protettiva
Produttiva
Produttiva -Protettiva
Definizione Funzione Destinazione
Aree protette (parchi,
Non mig
liora
bile
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
32
� Figura 26 – Destinazioni dei boschia livello regionale.
� Tabella 11 – Ripartizione delledestinazioni per categoria forestale.
Protettiva
15%
Evoluzione libera
7%
Naturalistica
15%
Produttiva
16%
Fruizione
1%
Protettivo-
produttiva
46%
CategorieEvoluzione
liberaFruizione Naturalistica Produttiva
Protettiva-Produttiva
Protettiva
ha % ha % ha % ha % ha % ha %
Abetine 648 1 213 2 4.842 4 442 0 7.060 2 2.016 2
Acero-tiglio-frassineti
858 1 725 7 3.100 2 5.764 4 21.054 5 9.3457
Alneti planiziali e montani
141 0 97 1 1.341 1 923 1 1.372 0 1.326 1
Arbusteti planiziali,collinari, montani
186 0 – – 580 1 147 0 908 0 725 1
Boscaglie pioniere di invasione
15.481 24 417 4 9.783 7 2.825 2 20.888 5 10.539 8
Castagneti 1.534 2 1.209 11 14.080 11 55.226 40 116.571 29 15.748 12
Cerrete 288 0 – – 700 1 244 – 1.553 0 1.182 1
Faggete 9.153 14 1.613 15 20.167 15 7.409 5 84.086 21 13.342 10
Larici-cembrete 13.182 22 3.109 28 19.069 14 3.698 3 22.384 6 18.094 15
Ostrieti 956 2 26 0 369 0 593 0 5.775 1 5.178 4
Arbusteti subalpini 15.979 25 69 1 9.902 7 – – 417 0 5.403 4
Peccete 1.136 2 104 1 1.174 1 579 0 4.433 1 1.399 1
Pinete di pino marittimo
––
121 1 138 0 ––
375 0 172 0
Pinete di pino uncinato 179 – – – 1.603 1 4 – 80 1 803 1
Pinete di pino silvestre 623 1 117 1 1.987 2 1.078 1 6.212 2 4.309 3
Querco-carpineti 138 0 499 5 15.162 11 8.706 6 9.703 2 831 1
Querceti di roverella 1.137 2 10 – 3.051 2 1.811 1 25.686 6 11.068 9
Querceti di rovere 995 2 417 4 9.221 7 3.575 3 19.435 5 4.935 4
Robinieti 386 1 524 5 9.213 7 43.168 31 45.515 11 9.330 7
Rimboschimenti 162 0 1.345 13 3.173 2 2.260 2 6.560 2 5.489 4
Formazioni legnose riparie
533 1 72 1 3.885 3 302 0 1.633 1 6.050 5
Totale 63.695 100 10.687 100 132.540 100 138.754 100 401.700 100 127.284 100
33
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
� Figura 27 – Ripartizione delle destinazioni per Aree Forestali.
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
34
� Figura 28 – Ripartizione delle destinazioni per province.
Verbano-CusioOssola
NovaraBiella
Torino
Cuneo
Asti
Alessandria
Vercelli
35
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
ProvinciaEvoluzionelibera [ha]
Fruizione[ha]
Naturalistica[ha]
Produttiva[ha]
Produttivaprotettiva [ha]
Protettiva[ha]
Totale[ha]
Alessandria 1.531 1.363 14.558 16.844 51.836 20.006 106.138
Asti 226 12 7.848 10.509 22.386 1.866 42.847
Biella 1.649 965 12.976 12.099 16.575 2.551 46.815
Cuneo 13.997 2.358 26.197 44.473 114.117 41.144 242.286
Novara 44 71 7458 13.700 11.691 1.264 34.228
Torino 12.776 3.557 32.175 26.967 104.845 39.844 220.164
Verbano-Cusio Ossola
25.622 1.615 18.512 6.719 59.322 13.008 124.798
Vercelli 7.850 746 12.816 7.443 20.928 7.601 57.384
Regione 63.695 10.687 132.540 138.754 401.700 127.284 874.660
� Tabella 12 – Superfici delle destinazioni funzionali prevalenti per provincia.
� Tabella 13 – Superfici delle destinazioni per assetti strutturali.
AssettiEvoluzione
liberaFruizione Naturalistica Produttiva
Produttiva –Protettiva
Protettiva Totale
ha % ha % ha % ha % ha % ha % ha %
Ceduo inconversione
32 0 378 5 1.223 15 1.281 16 5.014 61 234 3 8.162 100
Ceduo semplicecon o senzamatricine
6.912 2 2.136 1 34.062 9 80.297 22 197.991 54 45.124 12 366.522 100
Ceduo a sterzo – – 3 0 165 4 – – 3.188 75 910 21 4.266 100
Ceduo composto 2.375 1 990 1 22.397 14 26.037 16 97.132 60 13.839 9 162.770 100
Fustaia 14.767 8 5.018 3 41.780 22 23.523 12 70.303 37 35.113 18 190.504 100
Bosco dineoformazione
6.202 15 447 1 5.553 13 4.712 11 16.555 39 8.704 21 42.173 100
Rimboschimento 161 1 1.344 7 3.165 17 2.259 12 6.228 34 5.282 29 18.439 100
Bosco senzagestione percondizionamentistazionali
33.246 41 371 0 24.195 30 645 1 5.289 6 18.078 22 81.824 100
InterventiEvoluzione
liberaFruizione Naturalistica Produttiva
Protettiva-Produttiva
Protettiva
ha % ha % ha % ha % ha % ha %
Tagli di miglioramento – – 4.811 44 24.472 18 36.976 27 113.705 28 19.864 16
Tagli di rinnovazione infustaia
– – 1.686 16 11.512 9 8.186 6 29.662 7 4.664 4
Ceduazione – – 601 6 9.666 7 66.323 47 126.911 32 24.582 19
Gestione ceduo composto – – 66 1 5.932 4 14.761 11 35.456 9 2.844 2
Monitoraggio 94 0 3.130 29 45.419 35 12.503 9 93.320 23 75.295 59
Evoluzione naturale 63.601 100 393 4 35.539 27 5 2.646 1 35 0
Totale 63.695 100 10.687 100 132.540 100 138.754 100 401.700 100 127.284 100
4.1. Protezione del territorio
Come noto i boschi e, in misura diversa, altre forme vegetali di copertura del suolo(erbe e cespugli) svolgono un ruolo fondamentale di protezione del territorio con-tro gli agenti meteorici destabilizzanti grazie all’azione degli apparati radicali e del-le parti epigee. In particolare i boschi possono prevenire l’erosione diffusa, i disse-sti, la caduta di massi,valanghe e, lungo i corsi d’acqua, l’erosione spondale. I boschidi protezione evidenziati nell’ambito dei PFT, avendo un ruolo diretto o generaledi tutela degli insediamenti, manufatti e delle aree più vulnerabili (versanti franosie sponde fluviali), rivestono sempre maggiore importanza, per il progressivo dif-fondersi delle attività umane sul territorio e pertanto devono essere prioritariamen-te identificati e opportunamente gestiti e mantenuti.Attualmente le foreste di protezione, in particolare nelle Alpi, manifestano talo-ra carenza di rinnovazione e scarsa stabilità, frutto di una gestione passata nonsempre costante e puntuale e di un successivo abbandono con mancata esecu-zione delle necessarie cure colturali; tali fattori le rendono maggiormente vulne-rabili agli eventi biotici e abiotici.La gestione dei boschi di protezione deve dunque mirare all’aumento della sta-bilità dei popolamenti, con un approccio attivo e consapevole, ricorrendo ove ne-cessario anche alla ricostituzione boschiva e a opere e manufatti ausiliari, soprat-tutto per massi e valanghe.
4.2. Naturalistica
I boschi a destinazione naturalistica costituiscono circa il 15% della superficie fo-restale. Tali boschi comprendono i soprassuoli forestali inseriti in Aree Protette,Siti di Interesse Comunitario (SIC), ZPS, o di particolare valore per la conservazionedella flora e della fauna, esclusi quelli di protezione diretta; tali ambienti necessi-tano una gestione improntata al mantenimento, miglioramento o recupero dellafunzionalità dell’ecosistema,sempre secondo gli approcci della selvicoltura pros-sima alla natura, considerando che tale destinazione non significa affatto ab-bandono.Tra le foreste a destinazione naturalistica prevalgono le Faggete e a se-
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
36
� Tabella 14 – Ripartizione delle destinazioni per intervento.
guire Larici-cembrete e Querco-carpineti, con assetto a fustaia prevalente. Oltre il60% della superficie, almeno nel prossimo quindicennio, non sarà soggetta a in-terventi di gestione attiva; tuttavia su circa 1/5 della superficie sono previsti inter-venti di miglioramento e in particolare diradamenti e conversioni a fustaia nei ce-dui semplici o composti (12%).
4.3. Produzione e protezione
Le foreste con funzione produttivo-protettiva,nettamente prevalenti in ambito mon-tano e collinare,con oltre il 45% di superficie, risultano preponderanti anche a livelloregionale; tale destinazione è comprensiva dei soprassuoli posti sotto vincolo idro-geologico ma comunque in stazioni con buona fertilità e possibilità di accesso, sen-za funzioni di protezione diretta, in cui è possibile effettuare una selvicoltura sosteni-bile mirata anche alla produzione senza compromettere la stabilità dei popolamen-ti stessi.Le foreste piemontesi a destinazione produttiva-protettiva risultano per circail 30% composte da Castagneti e per il 20% da Faggete;oltre il 10% di esse è costitui-to da Robinieti diffusi in ambito collinare e planiziale.L’assetto prevalente risulta il ce-duo semplice,su circa il 50% della superficie,mentre su circa il 25% sono presenti for-me di governo misto (a ceduo sotto fustaia). Su circa i 3/4 della superficie è previstala gestione attiva: in particolare ceduazione, tagli di rinnovazione in fustaia median-te tagli a scelta colturali, tagli di miglioramento con diradamenti e conversioni.
4.4. Produzione
I boschi di produzione (16% a livello regionale) comprendono i soprassuoli di buo-na fertilità, possibilità di accesso ed esbosco, che non presentano particolare ri-levanza naturalistica o protettiva; essi costituiscono, in termini assoluti e percen-tuali, la destinazione prevalente in ambito planiziale. In tale funzione ricadono percirca il 40% Castagneti e per oltre il 30% Robinieti. Per quanto riguarda gli inter-venti, il governo a ceduo (semplice e composto) interessa circa il 60% della super-ficie,mentre i tagli di rinnovazione in fustaia (per un totale del 6%) sono equamen-te ripartiti fra i diversi interventi di tagli a scelta colturali, successivi e a buche. Frai tagli di miglioramento prevalgono diradamenti e conversioni.
4.5. Fruizione
La destinazione di fruizione è attribuita alle aree boschive soggette ad alta frequen-tazione turistica per ricreazione,in cui prevale tale funzione sociale,e comporta unagestione mirata a mantenere/migliorare la struttura e la stabilità del soprassuolo perconsentire la massima frequentazione possibile in sicurezza. A tale funzione moltocircoscritta, che a livello regionale corrisponde a circa l’1% della superficie forestaletotale, con diffusione prevalentemente in proprietà pubbliche montane, assolvonoin maggior misura i Larici-cembreti. La forma di governo più frequente è la fustaia,generalmente rada, adatta alla frequentazione sia invernale che estiva.Operativamente su circa il 45% della superficie si prevedono interventi di miglio-ramento tra i quali diradamenti (17%) e completamento della conversione a fusta-ia (15%).
37
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
4.6. Evoluzione libera
La destinazione a evoluzione libera, riservata ai boschi in cui non si evidenzia alcu-na valenza specifica tra quelle precedenti, soprattutto per limitazioni stazionali,e su cui non è prevista, né possibile né utile alcuna gestione attiva; è costituita dacenosi presenti in ambienti marginali (rupi,macereti,greti fluviali,ecc.) che si esten-dono dalla rete fluviale al piano subalpino; tra questi raggiungono le maggioriestensioni gli Alneti di ontano verde, le Boscaglie pioniere e d’invasione e i Larici-cembrete.Si tratta di formazioni in grado di garantire un certo grado di copertura del suoloe di assolvere quindi alle funzioni ambientali genericamente richieste, di compo-nente del paesaggio, di conservazione naturalistica e di tutela idrogeologica, sen-za l’intervento diretto dell’uomo.
4.7. Le destinazioni per fasce altimetriche
Tra le destinazioni in montagna prevale nettamente quella tipicamente multifunzio-nale produttiva-protettiva, in cui il bosco possiede interesse produttivo, in stazionidotate di buona fertilità, pur conservando un ruolo attivo per il mantenimento dellastabilità dei versanti.Considerando anche la funzione produttiva,assegnata a stazio-ni con buona fertilità e buone possibilità di accesso ed esbosco in aree spesso nonsottoposte a vincolo idrogeologico, la percentuale di superficie boschiva di interesseper la produzione legnosa sale a quasi il 60%; in tale ambito le categorie forestali conmaggiore estensione risultano:Castagneti (38%),Faggete (25%),Larici-cembrete (7%)e Acero-tiglio-frassineti (7%).La funzione protettiva,diretta a tutela di manufatti e in-sediamenti antropici da valanghe,caduta massi, lave torrentizie,o generale antierosi-va in stazioni fragili, interessa circa il 15% della superficie forestale montana e riguar-da prevalentemente le seguenti categorie: Larici-cembrete (19%), Faggete(14%), Ca-stagneti (13%), Boscaglie pioniere e d’invasione (10%), Acero-tiglio-frassineti (9%) eAlneti di ontano verde (6%).
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
38
� Figura 29 – Ripartizione delledestinazioni funzionali dei boschi in
montagna.
Protettivo-produttiva
47%
Turistico-ricreativa2%
Produttiva11%
Naturalistica15%
Evoluzione libera15%
Protettiva15%
La destinazione naturalistica riguarda il 15% della superficie; questa funzione èattribuita a popolamenti inclusi in Aree Protette (Parchi e Riserve Naturali Nazio-nali e Regionali), Siti della Rete Natura-2000 (SIC, ZPS) e altri ambiti o di particola-re importanza per la conservazione della biodiversità; le categorie più rappresen-
tative risultano ancora: Faggete(21%), Larici-cembrete (20%), Castagneti (12%), Al-neti di ontano verde (10%) e Boscaglie pioniere e d’invasione (9%). Poco più del15% della superficie forestale montana è costituita da boschi destinati alla liberaevoluzione, popolamenti per i quali non si evidenzia alcuna valenza specifica népossibilità di gestione attiva, soprattutto a causa di forti limitazioni stazionali; taledistinzione è stata attribuita prevalentemente ad Alneti di ontano verde (26%),Bo-scaglie pioniere e d’invasione (24%), Larici-cembrete (22%) e Faggete(15%).
Anche in ambito collinare la destinazione prevalente è quella produttiva-protet-tiva, che insieme a quella produttiva costituisce oltre i 3/4 della superficie fore-stale totale; rispetto alla montagna si mantiene sostanzialmente costante la per-centuale destinata alla protezione, qui soprattutto in funzione antierosiva mentresi riduce fortemente la percentuale in evoluzione libera. Fra le categorie maggior-mente produttive prevalgono Robinieti (41%), e seguono a distanza le altre cate-gorie più diffuse, Castagneti (21%) e Querceti di roverella (18%). Le categorie chemaggiormente assolvono alla funzione di protezione risultano nuovamente, seb-bene in ordine invertito, Querceti di roverella (35%) propri delle stazioni con mag-giori limitazioni,Robinieti (20%) e Castagneti (13%) questi diffusi in stazioni più fa-vorevoli. Le categorie di maggiore interesse naturalistico risultano Querco-carpi-neti (27%), Robinieti ove misti con latifoglie spontanee (23%) e Castagneti nellevarianti con querce(16%).
39
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
� Figura 30 – Ripartizione delledestinazioni funzionali dei boschi incollina.
Protettiva13%
Evoluzione libera2%
Naturalistica9%
Produttiva22%
Turistico-ricreativa0,2%
Protettivo-produttiva
54%
In pianura la destinazione prettamente produttiva risulta prevalente e insiemealla destinazione produttivo-protettiva supera il 60% della superficie; contribui-scono a tale funzione soprattutto i Robinieti (54%) e i Querco-carpineti (16%). Ladestinazione naturalistica, attribuita principalmente a Querco-carpineti (43%), aRobinieti misti con latifoglie autoctone (22%) e a Formazioni legnose riparie (16%),risulta nettamente superiore alle altre fasce altitudinali; in percentuale e in assolu-to per estensione è quasi doppia rispetto a quella riscontrata in collina, in relazio-ne alla rarità e pregio dei boschi seminaturali residui.Anche in pianura la funzione di protezione non è marginale; rispetto agli altri am-biti, dove la difesa dei versanti e delle pendici è prioritaria, essa è soprattutto rivol-ta alla tutela dell’assetto spondale dei corsi d’acqua; essa infatti interessa per circail 42% le Formazioni legnose riparie.
Destinazioni e attitudini degli ambienti forestali
40
� Figura 31 – Ripartizione delledestinazioni funzionali dei boschi in
pianura.Protettivo-produttiva
24%
Turistico-ricreativa1%
Produttiva38%
Naturalistica25%
Evoluzione libera0,3%
Protettiva12%
� Tabella 15 – Ripartizione delledestinazioni funzionali dei boschi
suddivise per ambiti territoriali.
Destinazioni Montagna [ha] Collina [ha] Pianura [ha]
Evoluzione libera 60.749 2.660 286
Turistico – ricreativa 9.736 304 647
Naturalistica 95.965 13.776 22.799
Produttiva 70.562 34.548 33.644
Protettivo – produttiva 294.730 85.126 21.844
Protettiva 95.517 20.611 11.156
Totale 627.259 157.025 90.376
5. Indirizzi selvicolturali per la valorizzazionemultifunzionale del patrimonio boschivo regionale
5.1. Interventi selvicolturali
In seguito alla definizione delle funzioni prevalenti, che i complessi forestali sonochiamati a svolgere,e in base agli assetti-evolutivi delle diverse categorie si è giun-ti alla definizione degli obiettivi gestionali e dei conseguenti interventi selvicol-turali. I modelli colturali a cui si rifanno gli interventi di seguito discussi sono con-seguenti al ruolo multifunzionale che tutti i boschi del Piemonte hanno e seguo-no i principi della selvicoltura naturalistica; con tale aggettivo si definisce laselvicoltura che,sulla base della conoscenza dei cicli e delle dinamiche naturali del-le cenosi boschive, imposta una gestione capace di assecondarli, riducendo al mi-nimo i costi degli interventi a parità di servizi/prodotti e realizzando l’auspicatoequilibrio tra ecologia ed economia.Durante la trattazione e nelle relative rappresentazioni grafiche si è ricorsi,per mag-giore sintesi, a un accorpamento dei singoli tipi di intervento:
Tagli di miglioramento
Interventi ordinari
Cure colturali
Conversione a fustaia
Diradamento
Interventi straordinariRicostituzione boschiva
Trasformazione
Gestione passiva
Tagli di rinnovazione
In fustaia
Tagli a scelta colturali
Tagli successivi adattati
Tagli a buche
In cedui semplici Ceduazione
In cedui composti Gestione del ceduo composto
Monitoraggio (evoluzione controllata)
Evoluzione naturale
41
42
Ceduazione26%
Monitoraggio26%
Tagli dirinnovazione in
fustaia6%
Evoluzione naturale12%
Tagli dimiglioramento
23%Gestione ceduo
composto7%
CategoriaTaglio di
miglioramentoMonitoraggio
Evoluzionenaturale
Tagli dirinnovazione
in fustaiaCeduazione
Gestione ceduo
composto
ha % ha % ha % ha % ha % ha %
Abetine 1.307 1 4.495 2 1.431 1 7.988 14 – – – –
Acero-tiglio-frassineti 16.724 8 12.482 5 1.303 1 5.454 10 2.128 1 2.755 5
Alneti planiziali e montani 876 0 2.500 1 343 0 146 0 785 0 550 1
Arbusteti planiziali, collinari,montani
58 0 1.871 1 539 1 – – 78 0 – –
Boscaglie pioniere di invasione 5.832 3 31.852 14 21.240 21 266 0 608 0 135 0
Castagneti 54.198 27 19.294 8 2.866 3 276 0 111.608 49 16.126 27
Cerrete 524 0 1.733 1 291 0 77 0 1.215 1 127 0
Faggete 59.060 30 40.993 18 19.052 19 5.949 11 9.299 4 1.417 2
Lariceti e cembrete 6.398 3 35.630 16 19.636 19 17.872 32 – – – –
Ostrieti 135 0 2.594 1 956 1 – – 8.933 4 279 0
Arbusteti subalpini 209 0 7.083 3 24.468 24 – – 10 0 – –
Peccete 1.656 1 1.856 1 1.529 1 3.784 7 – – – –
Pinete di pino marittimo 468 0 258 0 39 0 – – – – 41 0
Pinete di pino uncinato 14 0 1.201 1 1.450 1 4 0 – – – –
Pinete di pino silvestre 2.821 1 6.124 3 693 1 4.273 8 – – 415 1
Querco-carpineti 8.469 4 8.814 4 183 0 6.161 11 415 0 10.997 19
Querceti di roverella 2.578 1 16.051 7 1.520 1 167 0 20.363 9 2.084 4
Querceti di rovere 13.497 7 9.643 4 3.045 3 674 1 7.942 3 3.777 6
Robinieti 11.112 6 14.220 6 602 1 753 1 62.179 27 19.270 33
Rimboschimenti 12.989 7 4.427 2 231 0 1.208 2 134 0 – –
Formazioni legnose riparie 903 0 6.640 3 802 1 658 1 2.386 1 1.086 2
Totale 199.828 100 229.761 100 102.219 100 55.710 100 228.083 100 59.059 100
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
� Figura 32 – Ripartizione degliinterventi selvicolturali.
� Tabella 16 – Ripartizione degli interventi per categorie forestali.
43
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Ceduo in conversione
Ceduo semplice o m
atricinato
Ceduo a sterzo
Ceduo composto
Fustaia
Bosco di neoformazione
Rimboschim
ento
Senza gestione
Trasformazione
Tagli a buche
Tagli successivi
Taglio a scelta
Ricostituzione boschiva
Evoluzione naturale
Evoluzione controllata
Diradamento
Diradamento e conversione
Conversione attiva
Gestione ceduo composto
Ceduazione
Cure colturali
5.2. La gestione dei cedui
Ceduazione
Nei cedui semplici, generalmente matricinati, la scelta di mantenere o recupera-re l’attuale assetto è legato alla necessità di soddisfare la domanda di legna daardere e degli assortimenti destinati alla piccola, media e grande paleria, e dallanon convenienza o inopportunità di effettuare miglioramenti attraverso la conver-sione a fustaia di cedui ancora vitali. Gli interventi di ceduazione interessano circail 26% della superficie forestale totale e costituiscono oltre la metà dei tagli di rin-novazione. Si tratta essenzialmente di Castagneti (49%) e Robinieti (27%) con unalocalizzazione prevalente montana nel primo caso e nel secondo collinare e plani-ziale. Circa l’11% della superficie governabile a ceduo semplice ricade in boschi adestinazione di protezione, mentre la maggior parte riguarda boschi produttivo-protettivi o produttivi .Il ceduo composto, forma di governo misto in cui coesistono il ceduo nel pianodominato e la fustaia in quello dominante, fornisce i diversi assortimenti tipici del-le due forme di governo.Si tratta di una forma di gestione storica del bosco di com-plesso mantenimento, per le difficoltà di rinnovazione della fustaia e, nelle forma-zioni planiziale e collinari, per l’invadenza della robinia che tende a sostituire a tut-ti i livelli le altre specie arboree; frequentemente se la situazione evolutivo colturaledel bosco non è sufficientemente seguita, nel lungo periodo si rischia quindi di ot-tenere popolamenti estremamente semplificati per struttura e composizione,per-tanto in taluni casi l’indirizzo è da considerare transitorio o mirato a costituire po-polamenti a ceduo e fustaia in mosaico anziché biplani.Gli interventi di gestione del ceduo composto, interessano solo 1/3 della relativasuperficie e riguardano prevalentemente Robinieti (33%),Castagneti (27%) e Quer-co-carpineti (19%).
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
� Figura 33 – Ripartizione degliinterventi per assetti strutturali.
Conversione a fustaia
Su circa il 16% dei cedui semplici e il 38% dei cedui composti è prevista la conver-sione a fustaia; si tratta di interventi che riguardano prevalentemente popolamen-ti invecchiati oltre il turno massimo di ceduazione, stabilito orientativamente in35-40 anni oltre i quali si esaurisce la capacità pollonifera (ad eccezione di robiniae castagno) aventi struttura,stabilità e fertilità idonee a essere avviati a fustaia.L’op-portunità di intervenire in tal senso può essere dettata non solo dalla possibilità diottenere assortimenti di maggiore pregio e valore, in un’ottica di incrementodella qualità della produzione, ma anche, nel caso di popolamenti inseriti in areeprotette,dalla necessità di conferire al bosco una struttura più simile a quella na-turale e quindi in maggiore equilibrio con i fattori ambientali, ovvero dall’esigen-za di assicurare una maggiore protezione diretta da caduta massi e valanghe.Ta-li interventi interessano prevalentemente le Faggete, seguono i Castagneti misti ein minor misura i Querceti, soprattutto di rovere.Un cenno meritano i boschi con assetto già a ceduo in conversione e i cedui a ster-zo, presenti rispettivamente su poco meno del 2% e dell’1% della superficie fore-stale totale. Su tali popolamenti si intende intervenire principalmente con inter-venti di completamento della conversione attiva, che interessano circa metà deicedui a sterzo e i 2/3 dei cedui in conversione.
5.3. La gestione delle fustaie
Tagli intercalari
I tagli intercalari includono le cure colturali e i diradamenti; le prime riguardanogli interventi nelle fasi più giovanili del soprassuolo,dal novelleto alla spessina,maanche le operazioni di contenimento dalla vegetazione avventizia nei giovani rim-boschimenti e gli interventi di spalcatura e potature, anche a carico di Castagnetida frutto. I diradamenti afferiscono viceversa agli stadi evolutivi più avanzati delpopolamento, dalla perticaia alla giovane fustaia.Per oltre i 3/4 della superficie le cure colturali incidono su Castagneti, spesso dafrutto, e per circa l’8% su Rimboschimenti. I diradamenti riguardano prevalente-mente Acero-tiglio-frassineti (19%),Rimboschimenti (18%) e Larici-cembrete (12%).Riguardo gli assetti i diradamenti interessano per circa il 43% rimboschimenti e peril 13% fustaie. I tagli intercalari interessano per oltre il 10% boschi con funzione pre-valente di protezione diretta.
Tagli di rinnovazione
Nel periodo di riferimento dei PFT i tagli di maturità, ovvero di rinnovazione e dicurazione, intesi come tagli a buche/fessura, tagli successivi adattati e tagli ascelta colturali, complessivamente possono interessare circa 1/4 della superficiedelle fustaie corrispondenti ad appena il 6% della superficie totale.In particolare i tagli a buche, idonei alla messa in rinnovazione di boschi coetaneicon specie prevalentemente eliofile o che necessitano di particolari condizioni diilluminazione e mineralizzazione del suolo negli stadi iniziali, interessano circa il6% delle fustaie, le categorie maggiormente interessate sono Larici-cembrete (57%)e in misura minore Abetine (14%) e Pinete di pino silvestre (9%).
44
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
45
I tagli successivi adattati,destinati anch’essi alla rinnovazione di fustaie coetaneegeneralmente per gruppi più o meno grandi, attraverso interventi scalari nel tem-po di diversa intensità (da 2 a 5, tra preparazione, sementazione, secondari e disgombero), interessano anch’essi circa il 6% delle fustaie; tale intervento incideprincipalmente su Faggete(28%), Acero-tiglio-frassineti (19%), Querco-carpineti(19%) e Pinete di pino silvestre (18%).Il taglio a scelta colturale (taglio saltuario o di curazione), trattamento propriodelle fustaie disetanee per gruppi o per piede d’albero, comprende interventi intutte le fasi di sviluppo del bosco. Risulta applicabile complessivamente su circa il13% delle fustaie (3% della superficie forestale). Il taglio a scelta incide principal-mente su Larici-cembrete (34%), Abetine (21%) e Querco-carpineti (12%).
5.4. Interventi straordinari
In tale categoria rientrano particolari interventi di miglioramento e recupero dei bo-schi consistenti in trasformazione e disetaneizzazione e di ricostituzione boschi-va, tagli fitosanitari e rinfoltimenti. Nel primo caso sono contemplati gli interven-ti volti a modificare la composizione specifica, la struttura o il trattamento dei boschidegradati, instabili, privi di rinnovazione o non rispondenti alle attuali funzioni atte-se. Nel secondo caso sono compresi interventi di diverso tipo volti a recuperare l’ef-ficienza della copertura forestale in seguito a eventi eccezionali (incendi, attacchiparassitari, deperimento) che hanno compromesso il soprassuolo attuale e le possi-bilità di rinnovazione ed evoluzione. Complessivamente la superficie che necessitadi tali interventi costituisce poco più dell’1% del totale; in particolare le trasformazio-ni incidono su Rimboschimenti (43%) e Robinieti (29%),mentre le ricostituzioni pre-valgono su Castagneti (30%) e ancora su rimboschimenti degradati (24%).
5.5. Monitoraggio (Evoluzione controllata)
Tale forma di gestione passiva a medio termine viene attribuita ai soprassuoli do-ve per recenti utilizzazioni, stadio di sviluppo o sufficiente stabilità non sono pre-visti interventi nell’arco dei successivi 15 anni; al termine di tale periodo, previa ve-rifica, sarà possibile rinnovare questa scelta o passare a interventi di gestione atti-va. A livello di categoria il monitoraggio riguarda principalmente Faggete,Larici-cembrete e Boscaglie.
5.6. Evoluzione naturale
L’evoluzione naturale è assegnata alle formazioni poste in stazioni limite, per giaci-tura e quota, (stazioni rupicole, del piano subalpino e dei greti fluviali) dove la lentaevoluzione, la copertura discontinua o prevalentemente arbustiva e la scarsa acces-sibilità non giustificano né consentono interventi che potrebbero avere ripercus-sioni negative sui delicati equilibri vegetazionali e idrogeologici, tantomeno a finiproduttivi.Si tratta quindi di cenosi con destinazione generica di protezione ambien-tale, che vengono lasciate evolvere secondo la dinamica naturale. Circa 1/4 dellasuperficie in evoluzione naturale è costituita da Alneti di ontano verde, a cui seguo-no per estensione Boscaglie pioniere e d’invasione, Faggete e Larici-cembrete.
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
46
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
� Figura 34 – Ripartizione degli interventi per Aree Forestali.
47
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
� Figura 35 – Ripartizione degli interventi per province.
Verbano-CusioOssola
NovaraBiella
Torino
Cuneo
Asti
Alessandria
Vercelli
48
5.7. Indirizzi gestionali per fasce altimetriche
In montagna la superficie potenzialmente interessata da interventi selvicolturalinell’arco del quindicennio di riferimento, risulta quasi equamente ripartita fra ta-gli di rinnovazione, di miglioramento e monitoraggio.
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
� Tabella 17 – Superfici degli interventi per provincia.
� Figura 36 – Ripartizione degliinterventi previsti nei boschi montani.
Provincia
Ceduazione(ceduo semplice
e composto)[ha]
Tagli dirinnovazione
in fustaia[ha]
Tagli dimiglioramento
[ha]
Monitoraggio[ha]
Evoluzionenaturale
[ha]
Totale[ha]
Alessandria 61.074 1.443 19.420 20.763 3.438 106.138
Asti 24.040 173 3.136 15.195 303 42.847
Biella 21.281 4.397 6.817 9.913 4.407 46.815
Cuneo 81.121 11.873 59.701 65.981 23.610 242.286
Novara 17.376 2.319 7.137 7.193 203 34.228
Torino 58.355 22.414 51.830 66.216 21.349 220.164
Verbano-CusioOssola
14.040 11.137 33.085 31.164 35.372 124.798
Vercelli 9.855 1.954 18.702 13.336 13.537 57.384
Regione 287.142 55.710 199.828 229.761 102.219 874.660
Monitoraggio28%
Tagli dirinnovazione
30%
Evoluzionenaturale
16%
Tagli dimiglioramento
26%
Nell’ambito dei tagli di miglioramento, gli interventi più estesi risultano quelli diconversione dei cedui a fustaia con l’8% della superficie, prevalentemente su Fag-gete e Castagneti; il diradamento è previsto su circa il 6% della superficie, preva-lentemente a carico di Acero-tiglio-frassineti, Rimboschimenti e Larici-cembrete.Tra gli interventi di rinnovazione in cedui e fustaie, la ceduazione (19%) riguardaprevalentemente Castagneti, Faggete e Querceti di rovere, la gestione del ceduocomposto (4%) principalmente i Castagneti, mentre i tagli a scelta interessano so-prattutto Larici-cembrete, Abetine, Peccete e Acero-tiglio-frassineti.
49
In collina la superficie potenzialmente interessata da gestione attiva è superiore,in termini percentuali,a quella riscontrata in ambito montano; infatti solo il 2% del-la superficie è destinata all’ evoluzione naturale e solo 1/4 della superficie non ègestibile attivamente nei prossimi 15 anni.
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
� Figura 37 – Ripartizione degliinterventi previsti nei boschi collinari.
Tagli dimiglioramento
11%
Evoluzione naturale2%
Tagli dirinnovazione
63%
Monitoraggio24%
� Figura 38 – Ripartizione degliinterventi previsti nei boschi planiziali.
Tagli dimiglioramento
20%
Evoluzione naturale1%
Tagli dirinnovazione
58%
Monitoraggio21%
Su oltre il 60% della superficie sono previsti tagli di rinnovazione, costituiti per ol-tre il 50% da ceduazioni,principalmente a carico di Robinieti e Castagneti e per cir-ca il 12% da interventi di gestione del ceduo composto,prevalenti su Robinieti.Frai tagli di miglioramento prevale la conversione dei cedui composti (12%), in par-ticolare a carico di Robinieti e Querco-carpineti. Su circa il 4% della superficie so-no previsti interventi di conversione di cedui semplici a carico di Querceti di rove-re, Castagneti e Robinieti.
In pianura solo poco più del 20% dei boschi non sarà potenzialmente interessatoda interventi di gestione attiva nell’arco del quindicennio di riferimento; le rilevan-ti superfici gestibili con tagli di rinnovazione e secondariamente con tagli di mi-glioramento, vedono prevalere nella prima categoria la ceduazione (31%), che in-teressa per il 75% Robinieti, e la gestione del ceduo composto (19%); fra i tagli dimiglioramento prevalgono per il 7% diradamenti e per il 6% diradamenti abbina-ti a conversioni.
50
Indirizzi selvicolturali per la valorizzazione multifunzionale del patrimonio boschivo regionale
� Tabella 18 – Interventi suddivisi perfasce altimetriche. Interventi
Montagna[ha]
Collina[ha]
Pianura[ha]
Tagli di miglioramento 164.892 16.919 18.017
Tagli di rinnovazione 190.468 99.569 52.815
Monitoraggio 173.450 37.599 18.712
Evoluzione naturale 98.449 2.938 832
Totale 627.259 157.025 90.376
6. Aspetti patrimoniali
6.1. Tipi di proprietà rilevate
L’indagine patrimoniale ha permesso di rilevare le proprietà agro-silvo-pastorali diEnti pubblici (Demanio dello Stato,Regione Piemonte,Province,Comuni) o altri En-ti e Società di pubblico servizio (ASL, Università, ENEL, AEM, Ferrovie ecc.), di even-tuali proprietà collettive (Consorzi, Consorterie, Frazionisti ecc.) e miste pubblichee private; le proprietà di privati sono state rilevate ove superiori a 100 ettari di su-perficie o 25 ettari se boscati purché accorpati.Per maggiore chiarezza e leggibilità del dato le proprietà di soggetti affini sonostate raggruppate come segue: proprietà pubblica (Demanio dello Stato, Regio-ne,Province,Comuni), privata rilevata, Altri Enti, Consorzi, proprietà miste (ASL,Università, ENEL, AEM, Ferrovie, Consorzi, Consorterie, Frazionisti, ecc.) e altre pro-prietà private, nelle quali confluiscono prevalentemente le proprietà private nonrilevate, ossia di estensione unitaria inferiore a quella richiesta dalle Norme Tec-niche.
51
� Tabella 19 – Ripartizione inpercentuale delle proprietà percategoria forestale.
Categorie forestali Proprietà
pubblica [%]Proprietà
privata rilevata [%]Altri Enti, Consorzie prop. miste [%]
Altre proprietàprivate [%]
Abetine 65 2 7 26
Acero-tiglio-frassineti 16 1 1 82
Alneti planiziali e montani 14 1 3 82
Arbusteti planiziali, collinari, montani 16 1 1 82
Boscaglie pioniere di invasione 42 2 2 54
Castagneti 9 1 1 89
Cerrete 5 1 0 94
Faggete 48 3 2 47
Lariceti e cembrete 68 3 3 26
Ostrieti 8 0 0 92
Arbusteti subalpini 55 6 6 33
Peccete 59 2 9 30
Pinete di pino marittimo 8 7 4 81
Pinete di pino uncinato 83 1 5 11
Pinete di pino silvestre 51 1 0 48
Querco-carpineti 8 3 3 86
Querceti di roverella 4 1 1 94
Querceti di rovere 19 4 2 75
Robinieti 3 1 1 95
Rimboschimenti 52 4 4 40
Formazioni legnose riparie 29 1 1 69
Superficie forestale totale 28 2 2 68
52
6.2. La proprietà nei boschi piemontesi
Riguardo agli aspetti patrimoniali emerge che il 70% del patrimonio forestale ri-cade in proprietà private costituite, per la quasi totalità, da piccole proprietà nonrilevabili nell’ambito dei Piani Forestali Territoriali. Con riferimento alle categorieforestali si osserva che circa i 2/3 della proprietà pubblica sono ripartiti tra Fagge-te,Larici-cembrete,Boscaglie pioniere e d’invasione e Alneti di ontano verde; la pro-prietà privata rilevata è anch’essa principalmente costituita da Faggete e Larici-cembrete ma con una quota superiore al 10% costituita da Alneti di ontano verdee maggiore incidenza nei Castagneti; le altre proprietà viceversa interessano prin-cipalmente Castagneti e Robinieti,che costituiscono le categorie con maggiore in-cidenza della destinazione produttiva, ove sono previsti tagli di maturità (cedua-zione e tagli di rinnovazione in fustaia).Il cartogramma che segue mostra la ripartizione dei tipi di proprietà per le singo-le Aree Forestali.
Aspetti patrimoniali
Privata rilevata2%
Altri Enti
Altre proprietàprivate
68%
Pubblica28%
2%
� Figura 39 – Ripartizione dei tipi diproprietà della superficie forestale
piemontese.
53
Aspetti patrimoniali
� Figura 40 – Ripartizione della proprietà per Area Forestale.
54
Aspetti patrimoniali
� Figura 41 – Ripartizione della proprietà per province.
Verbano-CusioOssola
NovaraBiella
Torino
Cuneo
Asti
Alessandria
Vercelli
55
Aspetti patrimoniali
ProvinciaProprietà pubblica
[ha]
Proprietà privatarilevata
[ha]
Altri enti, consorzi eproprietà miste
[ha]
Altre proprietàprivate
[ha]
Totale[ha]
Alessandria 6.807 2.540 2.059 94.732 106.138
Asti 505 87 246 42.009 42.847
Biella 10.460 1.521 488 34.346 46.815
Cuneo 69.829 3.384 4.447 164.626 242.286
Novara 2.604 635 127 30.862 34.228
Torino 70.825 4.318 1.975 143.046 220.164
Verbano-CusioOssola
69.183 3.058 4.559 47.998 124.798
Vercelli 12.150 722 3050 41.462 57.384
Regione 242.363 16.265 16.951 599.081 874.660
� Tabella 19 -Ripartizione per province delle proprietà forestali.
� Tabella 20 – Ripartizione per fascealtimetriche delle proprietà forestali.Proprietà
Montagna%
Collina%
Pianura%
Proprietà pubblica 40 3 16
Proprietà privata rilevata 2 1 3
Altri Enti, Consorzi e proprietà miste 3 1 3
Altre proprietà private 55 95 78
Totale 100 100 100
56
7. Categorie forestali: aspetti ecologici,dendrometrici ed evolutivo-colturali
7.1. Introduzione alla tipologia forestale.
L’unità di base ecologica adottata per la classificazione dei boschi piemontesi è ilTipo forestale; tuttavia in questa sede per una maggiore sintesi e chiarezza si è uti-lizzata quale base di analisi per la descrizione delle risorse forestali regionali la Ca-tegoria, unità gerarchica fisionomica superiore che raggruppa i Tipi forestali affi-ni. Ciascuna categoria è definita dalla dominanza di una o più specie arboree, checoncorrono ad attribuirne il nome, ad esempio Faggete, Castagneti, Peccete ecc.;per le categorie che sono definite dalla compresenza di più specie il nome è costi-tuito dalla loro combinazione,per esempio Querco-carpineti,Acero-tiglio-frassine-ti, Larici-cembrete ecc. Una specie è considerata dominante e definisce una cate-goria quando la relativa copertura supera il 50%. In Piemonte sono state definite21 Categorie Forestali.Il Tipo forestale come si è detto costituisce l’unità fondamentale per la classificazio-ne dei boschi, risultando omogeneo sotto gli aspetti ecologico, dinamico-evolutivoe gestionale.Nell’ambito del Tipo vi possono essere ulteriori suddivisioni con Sotto-tipi, per evidenziare differenze di substrato (acidofilo, calcifilo), stazionali (superiore,inferiore) o di evoluzione (pioniero,d’invasione),o Varianti nel caso di variazioni del-la composizione dello strato arboreo ove una specie normalmente accessoria costi-tuisca almeno il 25% di copertura (es. Robinieto, variante con latifoglie mesofile). Intotale per la Regione Piemonte sono stati individuati 93 Tipi, descritti nel manuale I Tipi Forestali del Piemonte (Regione Piemonte – IPLA S.p.A., 2004).
7.2. Categorie forestali del Piemonte
Nelle pagine che seguono vengono analizzate le singole Categorie forestali delPiemonte trattate per fasce altimetriche di diffusione,a partire dal piano basale (re-te fluviale e pianura) fino a quello subalpino; per ultimi sono presentati i rimbo-schimenti, inseriti in tutti i tipi di stazioni.Per ciascuna di esse sono indicate esten-sione, localizzazione, composizione specifica, articolazione in Tipi forestali edinamiche evolutive.Vengono quindi esaminati il regime patrimoniale, i principali parametri dendro-metrici, l’assetto e lo stadio di sviluppo, evidenziando i valori di maggiore interes-se forestale. Infine sono analizzate le destinazioni prevalenti e gli interventi selvi-colturali previsti con i principali sistemi di esbosco.
Formazioni legnose riparie (SP)
Le Formazioni riparie raggruppano le superfici forestali in cui vi sia almeno il 50%di copertura attribuibile a uno o più dei seguenti gruppi fisionomici o specie: sali-ci arbustivi, salice bianco, pioppo nero e pioppo bianco. Con poco più di 12.000 haesse costituiscono una delle categorie meno rappresentate sul territorio piemon-tese, pur avendo una capillare diffusione territoriale lungo i fiumi principali.
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Formazioni legnose riparie
Caratteristiche dendrometriche ad ettaro
N° alberi 548polloni 36% seme 64%
Ceppaie (n°) 116 Area basimetrica (m2) 19Diametro medio (cm) 21Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 211 (39%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 31 (6%)Volume (m3) 146Incremento corrente (m3) 8
Caratteristiche ecologiche
Limiti altitudinali Fino a 1500 m (formazioni arbustive)
Ambiti geografici prevalentiPianura e fondivalle principali montani ecollinari
Superficie 12.475 ha (1,4%)
I popolamenti possono essere suddivisi in base alla fisionomia in formazioni arbu-stive prevalentemente di greto (con Salix purpurea, S. eleagnos e S. triandra), e ar-boree a salice bianco, a pioppo nero in particolare sulle porzioni di greto più ciot-tolose, e a pioppo bianco.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 21 – Tipi forestali delleFormazioni legnose riparie e relativesuperfici.
� Figura 42 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica delle Formazionilegnose riparie.
Tipo ha %
Saliceto arbustivo ripario 2.978 24
Saliceto di salice bianco 5.801 46
Pioppeto di pioppo nero 2.239 18
Pioppeto di pioppo bianco 1.458 12
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
RovereFrassino maggiore
Ciliegio selvatico
RobiniaPioppi clonali
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
La composizione specifica che emerge dall’analisi inventariale non comprende ipopolamenti e le specie arbustive, generalmente costituite da soli salici che diffi-cilmente raggiungono diametri cavallettabili; la dizione «altre latifoglie», che costi-tuisce circa l’80% di composizione e volumi, comprende salici a portamento arbo-reo, pioppo nero e pioppo bianco e sporadici ontani.La tendenza evolutiva è strettamente legata alla dinamica fluviale e all’eventuale
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gestione tradizionale a ceduo, in assenza delle quali i popolamenti, che in condi-zioni naturali con presenza di portaseme e continuità forestale evolverebbero ver-so formazioni a legno duro (Querceti), sono spesso destinati alla senescenza e alcollasso, o all’invasione di specie esotiche arbustive e suffruticose.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 43 – Ripartizione delleproprietà delle Formazioni legnose
riparie.
Pubblica29%
Altre proprietàprivate
69%
Altri Enti1%
Privata rilevata1%
Il numero di piante/ha,così come i valori di area basimetrica e volume,risultano trai meno elevati se comparati alle altre categorie; tuttavia il valore del volume/ha èsuperiore ad altre formazioni come Robinieti, Querceti di roverella e Orno-ostrietiin cui è maggiore l’attitudine produttiva; l’incremento corrente, di poco inferioreagli 8 m3/ha, risulta fra i più elevati in relazione alla buona disponibilità idrica, in-feriore solo a Robinieti e Castagneti.A fronte di una ripartizione diametrica concentrata nelle classi inferiori, il diame-tro medio superiore ai 20 cm va attribuito alla presenza, sebbene in numero limi-tato, di individui di grandi dimensioni, pioppi anche clonali e salici fino a 80/100cm di diametro.Gli assetti sono in gran parte anch’essi il risultato del continuo disturbo naturaleoperato dal corso d’acqua, che genera boschi in parte di origine agamica da taleenaturali fluitate e in parte da seme con struttura articolata e privi di impronta ge-stionale. Lo stadio di sviluppo prevalente, come conseguenza della preponderan-za di popolamenti senza gestione, è quello irregolare.La destinazione funzionale prevalente, con quasi il 50% della superficie, è quel-la protettiva generale, di stabilità delle fasce fluviali dall’erosione in massa e di la-minazione delle piene,a difesa di insediamenti e infrastrutture umane,a cui tali ce-nosi possono assolvere solo se opportunamente gestite e monitorate; si tratta diuna delle categorie in cui la quota di superficie destinata alla protezione risulta piùelevata.Della restante superficie circa 1/3 assume destinazione naturalistica, trattandosi diformazioni radicate prevalentemente in aree protette fluviali e in particolare lun-go il corso del Po, soprattutto nei tratti cuneese e alessandrino.
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Per quasi il 60% della superficie si tratta di boschi in cui non sono previsti inter-venti per il prossimo quindicennio o a tempo indeterminato (formazioni arbusti-ve di greto). Sulla restante parte è ritenuta utile la gestione attiva con tagli di mi-glioramento, in particolare diradamenti (4%), e con tagli di rinnovazione median-te ceduazione (19%),gestione dei cedui composti (9%) e tagli a scelta (5%); si trattadi interventi finalizzati prevalentemente al mantenimento di popolamenti stabili,vitali e meno soggetti a rischio di erosione e asportazione, capaci di ospitare l’avi-fauna nidificante (ardeidi).
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 44 – Ripartizione delledestinazioni delle Formazioni legnoseriparie.
49%
2%
Protettivo-produttiva
13%
Fruizione1%
Produttiva
Naturalistica31% Evoluzione libera
4%
Protettiva
� Figura 45 – Ripartizione degliindirizzi di intervento delle Formazionilegnose riparie.54%
7%
Monitoraggio
Tagli dirinnovazione
33%
Evoluzione naturale6%
Tagli dimiglioramento
Trattandosi di aree prevalentemente planiziali le attività di taglio ed esbosco risul-tano prive di particolari limitazioni e possono essere eseguite,dove necessario,peroltre il 60% con trattore.
Robinieti (RB)
I Robinieti per estensione sono la terza Categoria forestale in Piemonte.Hanno dif-fusione prevalentemente collinare, planiziale e talora pedemontana, con rare digi-tazioni all’interno delle vallate alpine.
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In passato la specie fu ampiamente diffusa dall’uomo, e lo è tuttora in alcune areedel Piemonte, per le sue caratteristiche di frugalità, rapidità di accrescimento, svi-luppo dell’apparato radicale, a elevato potere consolidante, ma soprattutto per lecaratteristiche del legno, assai resistente e durabile, impiegabile in svariati usi dal-le travature, alla paleria e ottimo come combustibile.Tuttavia la specie, proprio per la sua facilità di diffusione, soprattutto agamica me-diante polloni radicali,ha progressivamente colonizzato e in parte sostituito le for-mazioni forestali naturali collinari e planiziali, causando la rarefazione e la degra-dazione dal punto di vista della biodiversità. Se da un lato i Robinieti hanno accre-sciuto nei boschi la produzione di biomassa destinabile a legna da ardere,dall’altrone hanno impoverito, se non nelle stazioni più fertili, le potenzialità, in termini diassortimenti legnosi di pregio, di ricchezza specifica e capacità di rigenerazione, incaso di abbandono della ceduazione a regime, rendendo i popolamenti maggior-mente vulnerabili a processi di senescenza e collasso.La composizione dei Robinieti risulta costituita per circa 2/3 da robinia in termi-ne di volume, quota che sale a quasi il 75% per numero di alberi/ha; tuttavia dovela ceduazione è mantenuta a regime con turni medio-brevi sono molto frequentiformazioni quasi in purezza.Una quota del 10% è costituita da specie quercine, in particolare farnia e rovere,spesso con soggetti di grosse dimensioni in qualità di matricine/riserve; meno del5% è costituito da castagno, che talvolta può essere considerato relittuale in po-polamenti degradati e successivamente infiltrati dalla robinia.Le latifoglie mesofile come ciliegio selvatico, frassino maggiore, olmo campestrepossono essere presenti accanto alla robinia in boschi di neoformazione, cui talo-ra partecipa anche la farnia.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
Robinieti
Caratteristiche dendrometriche ad ettaro
N° alberi 772polloni 46% seme 54%
Ceppaie (n°) 299 Area basimetrica (m2) 15Diametro medio (cm) 16Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 155 (20%)Ripartizione diametrica > 35cm (n°) 11 (1%)Volume (m3) 111Incremento corrente (m3) 8,15
Caratteristiche ecologiche
Limiti altitudinali Fino a 800 m
Ambiti geografici prevalentiCollinare, planiziale e pedemontano(fondivalli e distretti esalpici)
Superficie 108.136 ha (12,4%)
� Tabella 22 – Tipi forestali deiRobinieti e relative superfici. Tipo ha %
Robinieto 106.421 98
Robinieto st. di greto 1.751 2
I dati emersi dall’inventario trovano riscontro nella composizione delle varianti delTipo più diffuso dove prevale quella con latifoglie mesofile, cui queste ultime con-tribuiscono con più del 25% di copertura; seguono il Tipo sostanzialmente puro ela variante con castagno.
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� Figura 46 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica nei Robinieti.
Raffrontando i dati dendrometrici con le altre Categorie ad assetto analogo, pre-valentemente riconducibile al ceduo, risulta che nei Robinieti il numero di piantea ettaro è assai limitato; anche il volume/ha risulta tra i più bassi, in relazione all’as-sidua gestione attiva ed è superiore solo ai Querceti di roverella e agli Ostrieti, do-ve evidentemente incidono i fattori stazionali; il valore di incremento corrente,conpiù di 8 m3/ha, è fra i più elevati, inferiore solo ai Castagneti.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 47 – Ripartizione delleproprietà della categoria Robinieti (%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Castagno
FarniaRovere
Frassino maggiore
Ciliegio selvatico
RobiniaAcero campestre
Frassino orniello
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Pubblica3%
Altre proprietàprivate
95%
Altri Enti1%
Privata rilevata1%
Anche la ripartizione diametrica evidenzia una scarsità di individui nelle classi dia-metriche maggiori.Tutti questi fattori trovano giustificazione nell’assetto coltura-le prevalente, in cui i turni di utilizzazione possono essere assai brevi (anche entroi 10 anni), e tenendo conto che il rilascio di matricine, se non appartenenti a spe-cie autoctone o richiesto in specifici strumenti pianificatori,non è attualmente ob-bligatorio.Tra gli assetti prevalgono i cedui semplici (con o senza matricine), con una lieveprevalenza per quelli giovani a regime; seguono i cedui composti, in cui la robiniaviene ceduata a turni brevi e la fustaia rada viene destinata alla produzione di as-sortimenti da lavoro. Le fustaie non sono da ricondurre a popolamenti di originegamica, ma da polloni radicali per colonizzazione ed includono una quota di ce-dui invecchiati i cui polloni risultano totalmente affrancati.
62
La destinazione prevalente è quella produttiva, che diviene polifunzionale pro-duttivo-protettiva per le aree collinari sottoposte a vincolo idrogeologico; la super-ficie destinata alla produzione risulta per estensione inferiore solo a quella dei Ca-stagneti e delle Faggete.Si conferma quindi l’importanza di questi boschi per la produzione di biomassa, inparticolare per scopi energetici.I Robinieti vengono destinati a funzione protettiva (fasce fluviali,versanti sedimen-tari instabili) e a funzione naturalistica (qualora compresi in aree protette) in egualmisura, circa 9%; infatti in alcuni ambiti planiziali, in cui l’indice di boscosità risultaassai basso,anche i Robinieti,puri o meglio ove misti,assumono importanza in ter-mini naturalistici, come unico possibile habitat e rifugio per la fauna locale.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 48 – Ripartizione delledestinazioni dei Robinieti (%).
Protettivo-produttiva
42%
Fruizione
<1%
Produttiva
40%
Naturalistica
9%Evoluzione libera
<1%
Protettiva
9%
La tendenza evolutiva di questi popolamenti è fortemente legata al tipo di gestio-ne e alla frequenza degli interventi di utilizzazione: in popolamenti abbandonativi può essere il rischio di senescenza e collasso per perdita di vitalità della robiniae mancanza di rinnovazione,spesso ostacolata dal denso sottobosco presente (ro-vi, vitalba, sambuco). La ceduazione a regime favorisce la robinia e può diminuirela mescolanza specifica rallentando ogni processo evolutivo; interventi di conver-sione e diradamento in popolamenti misti di buona fertilità conferiscono loro mag-giore stabilità permettendo in tempi successivi, con altri interventi intercalari o dirinnovazione,di incrementare la partecipazione delle altre latifoglie. In accordo conla funzione prevalentemente produttiva svolta dai Robinieti gli indirizzi di inter-vento prevedono la gestione attiva su quasi l’80% della superficie; sono previstitagli di rinnovazione su oltre i 3/4 della superficie, principalmente attraverso la ce-duazione (57%) e la gestione del ceduo composto (18%) da cui si ottengono as-sortimenti prevalentemente utilizzabili a scopo energetico ma potenzialmente an-che da opera e paleria; interventi di miglioramento vengono essenzialmente at-tuati con conversioni (3%) e diradamenti (3%).Poco meno del 15% della superficie,almeno nel medio periodo (15 anni), non sarà soggetta a interventi di gestione at-tiva per la giovane età dei popolamenti, recentemente ceduati o sviluppatisi su col-tivi abbandonati.
63
Le possibilità di utilizzazione in generale risultano prive di forti limitazioni, trattan-dosi di aree prevalentemente planiziali e collinari,e l’esbosco è eseguibile,per qua-si il 90% della superficie, con trattore.
Querco-carpineti (QC)
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 49 – Ripartizione degliindirizzi di intervento nei Robinieti (%).
Tagli dimiglioramento
10%
Evoluzionenaturale
1%
Tagli dirinnovazione
76%
Monitoraggio13%
Querco-carpineti
Caratteristiche dendrometriche ad ettaro
N° alberi 589polloni 32%seme 68%
Ceppaie (n°) 121 Area basimetrica (m2) 21Diametro medio (cm) 21Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 220 (37%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 41 (7%)Volume (m3) 182Incremento corrente (m3) 7,7
Caratteristiche ecologiche
Limiti altitudinali Fino a 600 m
Ambiti geografici prevalentiCollinare, planiziale, fondovalli e rilievialpini (distretto esalpico) e appenninici.
Superficie 35.039 ha (4%)
I Querco-carpineti sono formazioni costituite principalmente da farnia e carpinobianco con differenti gradi di mescolanza,e con la partecipazione secondaria di al-tre latifoglie (frassino maggiore, ciliegio, tiglio selvatico ecc), in funzione delle ca-ratteristiche stazionali e dell’assetto evolutivo-colturale. I Querco-carpineti sonoper estensione la nona Categoria forestale, con una diffusione che interessa circail 60% delle Aree Forestali. Si tratta di formazioni ad ambito prevalentemente pla-niziale e collinare dove,accanto ai boschi planiziali più rilevanti,nuclei generalmen-te di limitata estensione si sono conservati in stazioni favorevoli lungo i corsi d’ac-qua principali al di là delle golene, sulle scarpate e sommità dei terrazzi fluvio-gla-ciali meno fertili, nell’alta pianura negli impluvi e fondivalle collinari.Si tratta in realtà di stazioni relittuali di un areale assai più vasto che un tempo do-veva interessare in particolare gran parte della pianura ora agricola; alcuni popo-lamenti di particolare interesse per estensione e grado di conservazione sono og-getto di tutela nei Parchi e Riserve Naturali Regionali, tra questi il Bosco delle Sor-ti della Partecipanza di Trino (VC), de La Mandria (TO), di Stupinigi (TO), le Vaude(TO) e le Baragge (VC, BI).
64
Dalle analisi inventariali e della carta forestale risulta che accanto alla farnia e alcarpino bianco è spesso presente un ampio corteggio di altre latifoglie mesofile,oltre alla diffusissima robinia. In particolare nei Querceti della bassa pianura, in cuisono incluse le formazioni golenali generalmente prive di carpino bianco, la spe-cie più frequente è la robinia, favorita dove i turni di utilizzazione sono più brevi,accanto a varianti con latifoglie mesofile dove le condizioni stazionali risultano ca-ratterizzate da una maggiore freschezza dei suoli.Anche nell’alta pianura dei terrazzi fluvio-glaciali, sia con elevate sia con basse pre-cipitazioni, e negli ambienti mesoxerofili dei rilievi collinari interni, accanto alle for-mazioni più naturali,sono frequenti i popolamenti con robinia.Nell’alta pianura spes-so divengono rilevanti i popolamenti con varianti a castagno e rovere, in particolaresulle scarpate e declivi dove minori sono i rischi di ristagno; viceversa nelle stazionidove si hanno fenomeni di idromorfia stagionale compaiono i Sottotipi a Molinia sp.con pioppo tremolo e betulla. Nei rilievi collinari interni, in condizioni di maggioremesofilia, accanto alla variante con robinia prevale quella con latifoglie miste.La dinamica dei Querco-carpineti, al di là di altri fattori stazionali biotici e abiotici, èin gran parte condizionata dalla presenza di robinia e dalla sua gestione; dove le ce-duazioni sono più frequenti i popolamenti tendono alla progressiva semplificazionedella composizione specifica e della struttura, condizione che si verifica spesso nellearee prive di strumenti pianificatori specifici, dove talora il taglio delle matricine/ri-serve di farnia avviene in modo indiscriminato senza assicurarne la rinnovazione.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
Tipo ha %
Querco carpineto della bassa pianura 6.262 18
Querco-carpineto d’alta pianura a elevate precipitazioni 16.053 46
Querco-carpineto d’alta pianura a basse precipitazioni 2.683 8
Querceto misto d’impluvio dei rilievi collinari interni 6.473 18
Querco-carpineto mesoxerofilo del Monferrato e/o Colline del Po 3.566 10
� Tabella 23 – Tipi forestali deiQuerco-carpineti e relative superfici.
� Figura 50 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume e
area basimetrica nei Querco-carpineti.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
BetullaCerro
Castagno
FarniaRovere
Carpino bianco
Frassino maggiore
Ciliegio selvatico
RobiniaPioppi clonali
Ontano nero
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
65
Con un volume/ha di poco superiore ai 180 m3 i Querco-carpineti a livello regio-nale evidenziano un valore di provvigione relativamente modesto; tuttavia nellestazioni più fertili collinari e di pianura, escludendo quindi i terrazzi dove il suolodifetta in drenaggio o le aree golenali dove viceversa il suolo risulta troppo dre-nante, le provvigioni salgono a 200 e sino a 400 m3/ha. Modesti valori di volumelegnoso trovano riscontro in bassi valori di area basimetrica e nel limitato numerodi individui presenti nelle classi diametriche superiori.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 51 – Suddivisione delleproprietà della categoria Querco-carpineti (%).
Pubblica8%
Altre proprietàprivate
86%
Altri Enti3%
Privata rilevata3%
L’incremento corrente, con quasi 8 m3/ha annui risulta fra i più elevati, e localmen-te può essere anche superiore e raggiungere valori di 10 m3/ha.L’assetto prevalente, con quasi il 60% della superficie, è il ceduo composto, formadi governo tradizionale in cui la fustaia è costituita da farnia, e il ceduo da carpinobianco e nocciolo,specie tolleranti l’ombreggiamento; tuttavia fustaie più rade,perla perdita progressiva di riserve non compensata da rinnovazione, ospitano fre-quentemente cedui di robinia; segue in ordine di estensione l’assetto a fustaia,cheinteressa oltre il 30% della superficie. In entrambi gli assetti risultano prevalere glistadi adulti.I Querco-carpineti hanno rilevante funzione naturalistica in quanto rari e spessoinclusi nelle aree protette già citate e risultano tra le categorie con la maggioreestensione di superficie con tale destinazione dopo Faggete e Lariceti; si tratta dipopolamenti di elevato interesse conservazionistico per la ricchezza specifica, tal-volta estremamente localizzata,del sottobosco erbaceo,riconosciuta anche a livel-lo europeo (Direttiva «Habitat» 42/93/CEE). Tali popolamenti rivestono anche unvalore storico-culturale quali vestigia della vegetazione forestale che un tempo ri-copriva gran parte degli ambienti planiziali.Più del 50% della superficie, includendo anche i boschi di ambiti sottoposti a vin-colo idrogeologico,possiede destinazione produttiva; tuttavia in termini di super-ficie il valore risulta poco rilevante se comparato con le altre categorie.
66
Gli indirizzi di gestione prevedono soprattutto tagli di rinnovazione,da attuarsi pre-valentemente attraverso la gestione sostenibile dei cedui composti (31%),tagli a scel-ta (10%) e tagli successivi (8%) in fustaia.I tagli di miglioramento prevedono,sull’11%della superficie, la conversione a fustaia attraverso interventi misti di diradamento acarico della fustaia e selezione di allievi sulle ceppaie del ceduo. Si tratta di una for-ma di gestione auspicata soprattutto nei popolamenti con migliore struttura dellestazioni più fertili e in generale nelle aree incluse nei Parchi; su circa il 10% della su-perficie sono previsti interventi di diradamento a carico delle fustaie.Solo poco più di 1/4 della superficie,almeno per il prossimo quindicennio,non ver-rà sottoposta a interventi di gestione attiva.Da notare che anche in popolamenti con destinazione prevalentemente naturali-stica risulta necessario intervenire in tempi relativamente brevi.Formazioni da lun-go tempo sottoposte a gestione attiva più o meno razionale in cui la robinia, e al-tre specie esotiche in minor misura, hanno progressivamente colonizzato il sotto-bosco, devono essere guidate nell’evoluzione per evitarne la repentinadegradazione e assicurarne la stabilità e l’avvenire.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 52 – Ripartizione delledestinazioni della categoria Querco-
carpineti (%).
Protettivo-
produttiva
28%
Fruizione
1%
Produttiva
25%
Naturalistica
44%
Evoluzione libera
<1%
Protettiva
2%
� Figura 53 – Ripartizione degliindirizzi di intervento della categoria
Querco-carpineti (%).Tagli di
miglioramento24%
Evoluzione naturale1%
Tagli di rinnovazione50%
Monitoraggio25%
La localizzazione dei popolamenti prevalentemente planiziale o comunque carat-terizzata da elementi orografici poco impervi,agevola le operazioni di esbosco che,per quasi il 90% della superficie, può essere attuato mediante trattore.
I Querceti di roverella sono popolamenti dominati da roverella o da talora da for-me ibride (con farnia e rovere). In Piemonte la Categoria viene suddivisa, a secon-da degli ambiti geografici, in formazioni dei rilievi collinari e appenninici e delleAlpi.Dall’analisi inventariale emerge che la specie più frequente accanto alla roverellaè l’orniello; tale specie, a temperamento pioniero e frugale, risulta abbondante suirilievi collinari interni, sull’Appennino e talora nelle Alpi Marittime mentre altroveè più sporadica e forma nuclei di limitata estensione. Altre specie legate ai Quer-ceti di roverella sono pino silvestre, castagno, cerro e carpino nero. La dinamicaevolutiva di questi popolamenti è piuttosto lenta a causa dei forti condizionamen-ti stazionali; l’allungamento dei turni nei cedui ha talora determinato la regressio-ne del castagno e del pino silvestre,quest’ultimo condizionato anche da fattori cli-matici essendo specie relitta di periodi post-glaciali più freddi.
67
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
Querceti di roverella
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 1098
polloni 52% seme 48%
Ceppaie (n°) 323 Area basimetrica (m2) 17Diametro medio (cm) 14Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 169 (15%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 5 (0,5%)Volume (m3) 91Incremento corrente (m3) 4,2
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 1000 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi appenninici, collinari interni ealpini con preferenza per le esposizionipiù assolate.
Superficie 42.763 ha (4,9%)
Querceti di roverella (QR)
Tipo ha %
Orno-querceto di roverella 18.344 43
Querceto mesoxerofilo di roverella dei rilievi collinari interni edell’Appennino
17.996 42
Querceto xero-acidofilo di roverella con Erica arborea 1.022 2
Querceto xero-basifilo di roverella delle Alpi 369 1
Querceto mesoxerofilo di roverella delle Alpi 3.361 8
Querceto xero-acidofilo di roverella delle Alpi 1.671 4
� Tabella 24 – Tipi forestali deiQuerceti di roverella e relative superfici.
Il numero di piante/ha risulta fra i più elevati, avvicinandosi a condizioni di eleva-ta densità e bassa statura propri dei cedui appenninici; la provvigione risulta mo-desta,a causa dei forti condizionamenti stazionali come dimostrano anche gli scar-si incrementi,di poco superiori a quelli riscontrati in Pinete di pino montano,Ostrie-ti e categorie con fisionomia arbustiva.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
68
� Figura 54 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume e
area basimetrica nei Querceti diroverella.
� Figura 55 – Ripartizione delleproprietà nei Querceti
di roverella (%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Castagno
Roverella
RovereCerro
Carpino nero
OrnielloCiliegio selvatico
RobiniaPino silvestre
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Pubblica4%
Altre proprietàprivate
94%
Altri Enti1%
Privata rilevata1%
I soggetti risultano prevalentemente ripartiti nelle classi diametriche inferiori ai 20cm e solo una minima parte, riconducibile alle matricine di più turni, ricade nelleclassi superiori.L’assetto principale è dunque il ceduo matricinato che risulta prevalentemente al-lo stadio maturo (31%) e secondariamente allo stadio giovane (16%).Ai Querceti di roverella si riconosce una funzione principalmente produttiva e pro-tettiva; le condizioni stazionali spesso limitanti, come emerge dall’analisi dei datidendrometrici, ne riducono le potenzialità ma senza precludere la gestione attiva,ora sporadica per motivi economici.Molti Querceti di roverella svolgono anche fun-zione prioritaria di protezione, su una superficie, assoluta e percentuale, che risul-ta fra le più elevate tra le categorie forestali, legata soprattutto all’importante ruo-lo di difesa dall’erosione di suoli già impoveriti.
Su quasi il 50% della superficie si prevede la possibilità di mantenere l’attuale for-ma di governo, spesso nell’ambito di cedui composti, con interventi di ceduazio-ne che forniranno prevalentemente assortimenti a uso energetico.Tagli di miglio-ramento potranno essere attuati principalmente attraverso la conversione a fusta-ia (5%). Su oltre il 40% della superficie per ragioni legate allo stadio di sviluppo,scarsità di prodotti e accessibilità,non sono previsti interventi di gestione attiva al-meno nell’arco dei prossimi 15 anni.
69
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 56 – Ripartizione delledestinazioni dei Querceti di roverella (%).
� Figura 57 – Ripartizione degliindirizzi di intervento dei Querceti diroverella (%).
Protettiva
26%Naturalistica
7%
Protettivo-
produttiva
60%
Produttiva
4%Evoluzione libera
3%
Tagli dimiglioramento
6%
Evoluzionenaturale
4%
Tagli dirinnovazione
52%
Monitoraggio38%
L’esbosco risulta eseguibile per oltre il 65% della superficie con trattori e su circa il10% mediante avvallamento.
Sono popolamenti formati prevalentemente da carpino nero e da orniello (frassi-no minore).Gli Ostrieti occupano di preferenza stazioni collinari o montane con caratteristicheda mesofile a mesoxerofile mentre nell’Appennino possono divenire formazionepioniera, colonizzando limitati ambienti detritici, e d’invasione su pascoli e coltiviabbandonati. Dall’analisi della composizione specifica emergono popolamenticostituiti da un ampio corteggio di specie arboree: accanto alle due specie princi-pali si associano roverella e cerro (specie stabili), castagno e pino silvestre.Sia in ambito collinare sia appenninico prevalgono le varianti con querce, in parti-colare roverella, e secondariamente con pino silvestre.Viceversa in ambito monta-no alpino le specie che più frequentemente danno origine a varianti sono faggioe castagno. I popolamenti ceduati a regime risultano relativamente stabili grazieanche alla notevole facoltà pollonifera del carpino nero; se indisturbati general-mente si arricchiscono di specie mesofile in ambito alpino,e prevalentemente quer-cine in quello appenninico.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
70
Orno-ostrieti (OS)
Orno-ostrieti
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 1293
polloni 70% seme 30%
Ceppaie (n°) 509 Area basimetrica (m2) 17Diametro medio (cm) 13Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 127 (10%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 3 (0,2%)Volume (m3) 85Incremento corrente (m3) 5,2
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 1400 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi appenninici, collinari interni (Alta Langa) e alpini (Alpi Marittime).
Superficie 12.897 ha (1,5%)
Tipo ha %
Orno-ostrieto dell’Appennino calcareo-marnoso a Knautia drymeia 3.809 29
Orno-ostrieto delle Alpi Liguri e Marittime 2.697 21
Orno-ostrieto dei rilievi collinari marnoso-arenacei 6.391 50
� Tabella 25 – Tipi forestali degliOrno-ostrieti e relative superfici.
Gli Orno-ostrieti sono la Categoria con il numero di piante/ha più elevato,a cui cor-risponde tuttavia un valore di volume/ha assai modesto, superiore solo agli Arbu-steti (dove tuttavia gli apporti in volume non sono dalle specie costitutrici la cate-goria ma da quelle accessorie arboree). Il valore di diametro medio risulta il più bas-so fra tutte le categorie forestali, e come conseguenza la ripartizione diametricavede solo una minima parte di individui presenti nelle classi superiori ai 20 cm, daricondurre principalmente a matricine di querce di più turni o pini.
71
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 58 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica negli Orno-ostrieti.
� Figura 59 – Ripartizione delleproprietà degli Orno-ostrieti (%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Castagno
FaggioRoverella
CerroCarpino nero
OrnielloCiliegio selvatico
Acero campestre
RobiniaPino silvestre
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Pubblica8%
Altre proprietàprivate
92%
Altri Enti<1%
Privata rilevata<1%
L’assetto è riconducibile per quasi il 90% a cedui matricinati,come evidenziato an-che dai parametri dendrometrici, il cui stadio prevalente è riconducibile ad adul-to/maturo, secondariamente invecchiato.La destinazione prevalente è quella produttivo-protettiva, legata all’utilizzazionedel ceduo, essendo minima la componente a fustaia. La quota di superficie desti-nata alla protezione diretta in percentuale, se comparata con le altre categorie fo-restali, risulta tra le più elevate in ragione della marcata fragilità e scarsa fertilitàdelle stazioni, seconda solo alle formazioni riparie. Con l’invecchiamento dei ceduiabbandonati per scarsa redditività in taluni casi il riequilibrio passa attraverso fasidi collasso delle ceppaie di carpino.
Gli interventi, possibili, consistenti principalmente nel mantenimento/ripresa delgoverno a ceduo, interessano oltre il 70% della superficie,quota in assoluto più ele-vata fra tutte le categorie forestali.Si propone dunque di mantenere attiva l’attitudine produttiva di questi popola-menti che possono fornire assortimenti a uso energetico di buona qualità con tur-ni anche relativamente brevi, pur se in modesta quantità.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
72
� Figura 60 – Ripartizione delledestinazioni degli Orno-ostrieti (%).
� Figura 61 – Ripartizione degliindirizzi di intervento degli Orno-
ostrieti (%).
Protettivo-
produttiva
45%
Fruizione
<1%
Produttiva
5%
Naturalistica
3%
Evoluzione libera
7%
Protettiva
40%
Tagli dimiglioramento
1%
Evoluzionenaturale
Tagli dirinnovazione
75%
Monitoraggio20%
7%
L’esbosco risulta eseguibile prevalentemente con trattori (oltre 50% della superfi-cie), secondariamente mediante gru a cavo e avvallamento, entrambe su oltre il10% della superficie.
Pinete di pino marittimo (PM)
73
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 26 –Tipi forestali dellePinete di pino marittimo e relativesuperfici.
Pinete di pino marittimo
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 713
polloni 14% seme 86%
Ceppaie (n°) 44Area basimetrica (m2) 18Diametro medio (cm) 18Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 270 (38%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 8 (1%)Volume (m3) 102Incremento corrente (m3) 4,75
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinaliFino a 800m
Ambiti geografici prevalentiRilievi appenninici tra Val Lemme e ValleErro.
Superficie 806 ha (0,1%)
Le Pinete di pino marittimo comprendono le formazioni boschive naturali in cui visia almeno il 50% della copertura dovuta a Pinus pinaster.Le Pinete di pino marittimo sono la Categoria forestale con la minore estensionein Piemonte e possiedono una diffusione territoriale assai limitata in ambito ap-penninico; altre superfici in aree limitrofe sono di origine artificiale e quindi anno-verate tra i rimboschimenti.
Tipo ha %
Pineta di pino marittimo st. rupicolo 193 24
Pineta di pino marittimo st. d’invasione 613 76
Analizzando la composizione di queste pinete si osserva, accanto al pino maritti-mo, la significativa presenza di castagno e soprattutto rovere; quest’ultima insie-me alla roverella costituisce una delle varianti più diffuse nei popolamenti del sot-totipo di invasione.In tali specie il rapporto tra n° alberi e volume, in netto favore del primo, indica lapresenza di soggetti di dimensioni ridotte, da ricondurre a cedui sotto fustaia o anuclei di rinnovazione ormai affermata sotto la copertura del pino.La diffusione del piano dominato in successione viene agevolata dalla bassa den-sità e dal carattere eminentemente pioniero del pino marittimo, come evidenzia-to dal numero limitato di alberi/ha: essendo specie eliofila perde progressivamen-te competitività nei confronti delle querce e delle altre latifoglie, soprattutto dovecessano fenomeni di disturbo, tra i quali gli incendi che viceversa ne agevolano larinnovazione (pirofita attiva).
Le Pinete di pino marittimo, a causa delle forti limitazioni stazionali, presentanobassi valori di volume/ha, e accrescimenti modesti soprattutto per la componen-te pino marittimo (2,7 m3/ha); come conseguenza la ripartizione diametrica evi-denzia uno scarso numero di individui nelle classi superiori.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
74
� Figura 62 – Composizione specificapercentuale ad ettaro di alberi, volumee area basimetrica delle Pinete di pino
marittimo.
� Figura 63 – Ripartizione delle proprietà delle Pinete
di pino marittimo (%).Altre proprietà private
81%
Pubblica8%
Altri Enti4%
Privata rilevata7%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Castagno
RoverePino silvestre
Pino marittimo
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Gli assetti prevalenti sono il ceduo composto e la fustaia, la quale risulta per oltreil 60% allo stadio adulto/maturo.La destinazione prevalente è quella produttivo-protettiva mentre circa 1/5 dellasuperficie, essendo compresa nell’area protetta del Parco Regionale Capanne diMarcarolo, ha funzione naturalistica; le pinete possono costituire, in ambienti indi-sturbati, habitat preferenziali per l’avifauna e in particolare per gli uccelli rapaci.Si tratta di formazioni che per assetto e struttura possono svolgere, anche nell’am-bito dell’ area protetta, un’importante funzione di fruizione.
Gli indirizzi di intervento prevedono il monitoraggio su oltre 1/3 dei boschi e peril resto il miglioramento attivo, agendo su popolamenti spesso degradati o di piùantica origine artificiale, non ritenuti in sufficiente equilibrio con i fattori stazio-nali e non rispondenti alle destinazioni funzionali attese. Su circa 1/3 della super-ficie si prevede la trasformazione, ossia un insieme di interventi misti di dirada-mento, conversione e, dove necessario, anche rinnovazione artificiale, volti a pro-durre una profonda modificazione delle struttura e della composizione specificadelle pinete, accelerandone l’evoluzione verso boschi più stabili con maggiorepresenza di latifoglie.Secondariamente si prevede di intervenire con diradamenti e conversioni (16%) inpopolamenti con assetto a ceduo composto e con diradamenti (7%) in fustaia, an-che al fine di mantenere o rinnovare alcune pinete rappresentative.
75
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 64 – Ripartizione delledestinazioni delle Pinete di pino marittimo (%).
� Figura 65 – Ripartizione degliindirizzi di intervento delle Pinete dipino marittimo (%).
Naturalistica
17%
Protettiva
21%
Protettivo-
produttiva
47%
Fruizione
15%
Tagli dimiglioramento
58%
Tagli dirinnovazione
5%
Monitoraggio37%
L’esbosco risulta eseguibile su oltre il 50% della superficie mediante trattore e sucirca il 20% con avvallamento.
Querceti di rovere (QV)
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
76
� Tabella 27 – Tipi forestali deiQuerceti di rovere e relative superfici.
Querceti di rovere
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 983
polloni 52% seme 48%
Ceppaie (n°) 249Area basimetrica (m2) 21Diametro medio (cm) 16Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 242 (25%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 14 (1%)Volume (m3) 136Incremento corrente (m3) 4,8
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 1400m
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini (distretti mesalpici edesalpici), appenninici e collinari interni.
Superficie 38.578 ha (4,4%)
I Querceti di rovere, con una diffusione che interessa il 90% delle Aree Forestali, ri-sultano una Categoria assai frequente a livello regionale ma con popolamenti ingenere frammentati e di ridotta estensione che raggiungono globalmente una su-perficie non vasta, di poco inferiore ai 40.000 ha .I tre ambiti di diffusione dei Querceti,alpino,appenninico e collinare,ne identifica-no altrettanti Tipi fisionomici ed ecologici ben caratterizzati. In ambito alpino, neidistretti più asciutti, sono frequenti i Tipi con sottobosco a Potentilla alba e Teu-crium scorodonia, dove betulla, faggio, castagno e altre latifoglie mesofile costitui-scono le varianti con le maggiori estensioni, mentre nei settori con precipitazionipiù abbondanti si ha la formazione di Querco-tiglieti, in cui la Variante con casta-gno risulta la più estesa. Nel Tipo appenninico, affine a quello collinare, risulta fre-quente la mescolanza con castagno e secondariamente con pino marittimo (pinosilvestre in collina).
Tipo ha %
Querceto di rovere a Teucrium scorodonia 16.050 42
Querco-tiglieto 2.052 5
Querceto di rovere/roverella con orniello ed Erica cinerea 443 1
Querceto di rovere a Physospermum cornubiense dei rilievi collinari interni 3.561 9
Querceto di rovere a Physospermum cornubiense dei substrati silicaticidell’Appennino
12.361 32
Querceto di rovere a Potentilla alba 4.112 11
Dall’analisi della ripartizione specifica emerge l’ampia eterogeneità che caratte-rizza i Querceti di rovere,con soggetti appartenenti a numerose specie di latifoglieche, tuttavia, solo nel caso del castagno superano il 10% in n° alberi e volume.
La dinamica evolutiva è fortemente condizionata dai fattori stazionali, per un fe-nomeno che in passato ha visto il progressivo confinamento dei Querceti di rove-re in stazioni marginali, spesso rupicole, a favore del castagno e di colture agrarie.Attualmente i popolamenti delle aree meno fertili risultano i più stabili, ove nonintervengano fattori esogeni come gli incendi, soprattutto per la scarsa competi-tività offerta dalle altre specie. Negli ambiti più favorevoli i Querceti tendono gra-dualmente alla costituzione di formazioni miste,alle quote superiori potenzialmen-te anche con faggio ove meno pesante è stata la secolare sostituzione antropicacon il castagno, che ha separato le fasce di vegetazione di queste due specie.
77
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 66 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica nei Querceti di rovere.
� Figura 67 – Ripartizione delleproprietà dei Querceti di rovere (%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Castagno
Roverella
RovereCerro
Carpino nero
OrnielloCiliegio selvatico
RobiniaPino silvestre
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Pubblica19%
Altre proprietàprivate
75%
Altri Enti2%
Privata rilevata4%
Con quasi 1000 piante/ha i Querceti di rovere sono tra le categorie con il maggiornumero di individui per unità di superficie; il valore di volume/ha risulta invece frai meno elevati, in quanto le forti limitazioni stazionali incidono sugli accrescimen-ti che risultano modesti.L’assetto prevalente è quello ceduo,spesso composto concomponente agamica tradizionalmente a castagno,ora spesso con robinia; rilevan-ti sono pure i popolamenti senza gestione.Scarsa fertilità e assetto si riflettono sul-la ripartizione diametrica,dove solo 1% dei soggetti supera la classe dei 35 cm (ma-tricine/riserve). Lo stadio di sviluppo prevalente nel ceduo è quello maturo (26%),seguito dal ceduo invecchiato (15%), mentre per la fustaia è quello adulto.
La destinazione prevalente è quella produttivo-protettiva, trattandosi di ambiticollinari e montani con marcate limitazioni prevalentemente sottoposti a vincoloidrogeologico.Circa 1/4 della superficie,che in termini assoluti risulta tra le più ele-vate, possiede destinazione naturalistica, poiché inclusa in aree protette tra cuil’estesa proprietà regionale alle Capanne di Marcarolo, ponendo quindi tra i prin-cipali obiettivi della gestione dei Querceti la conservazione e il miglioramento,aspetto di particolare importanza per popolamenti relittuali di elevato valore.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
78
� Figura 68 – Ripartizione delledestinazioni dei Querceti di rovere (%).
Protettiva13%
Evoluzione libera3%
Naturalistica24%
Produttiva9%
Fruizione1%
Protettivo-produttiva
50%
� Figura 69 – Ripartizione degliindirizzi di intervento dei
Querceti di rovere (%).
Tagli dimiglioramento
35%
Evoluzionenaturale
8%
Tagli dirinnovazione
32%
Monitoraggio25%
Nell’ottica di una valorizzazione polifunzionale dei Querceti gli interventi di mi-glioramento vengono previsti su una porzione di superficie significativa; in parti-colare si prevedono interventi di diradamento e conversione (16%) e conversione(14%). I Querceti di rovere sono la categoria su cui gli interventi selvicolturali di mi-glioramento previsti raggiungono la maggiore estensione.I tagli di rinnovazione prevedono il mantenimento del governo a ceduo su circa20% della superficie, e ceduo composto sul 10%. Su 1/3 della superficie non si pre-vede gestione attiva per almeno un quindicennio.
L’esbosco risulta attuabile su circa il 50% della superficie con trattori, su circa il 15%con gru a cavo e su poco meno del 15% con avvallamento.
Cerrete (CE)
79
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 28 – Tipi forestali delleCerrete e relative superfici.
Cerrete
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 1190
polloni 56% seme 44%
Ceppaie (n°) 385Area basimetrica (m2) 26Diametro medio (cm) 17Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 275 (23%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 25 (2%)Volume (m3) 161Incremento corrente (m3) 7,5
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 800 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi appenninici, alpini (dei distrettipiù esterni), collinari interni e alti terrazzidella pianura.
Superficie 3967 ha (0,5%)
Tipo ha %
Cerreta mesofila 973 25
Cerreta mesoxerofila 1.911 48
Cerreta acidofila 461 12
Cerreta mista appenninica a Sesleria cylindrica 623 16
La Cerreta è tra le Categorie meno rappresentate sul territorio piemontese ma conuna presenza relativamente diffusa, di poco superiore al 40% delle Aree Forestali,soprattutto nei rilievi collinari meridionali e appenninici.La composizione specifica risulta abbastanza eterogenea ma gli apporti più signi-ficativi sono forniti da orniello, castagno, roverella e carpino nero; tali specie tutta-via,almeno in termini di area basimetrica,non superano il 5%,conferendo alle Cer-rete un aspetto spesso puro. Il castagno e il carpino nero costituiscono le Varianticon maggiore estensione, rispettivamente nei Tipi Cerreta mesofila e acidofila enei Tipi mesoxerofilo e appenninico. Le Varianti con roverella e latifoglie miste so-no ancora frequenti rispettivamente nei Tipi mesoxerofilo e mesofilo.
L’utilizzazione con la ceduazione a regime tende a mantenere stabile la composi-zione con prevalenza di cerro; viceversa l’abbandono o sistemi di gestione orien-tati al trattamento delle fustaie favoriscono la mescolanza specifica e l’ingresso dialtre latifoglie più esigenti.
Le Cerrete possiedono un numero di alberi/ha fra i più elevati, a cui corrispondo-no valori di volume e area basimetrica/ha altrettanto alti se comparati con le altrecategorie a prevalente assetto ceduo; anche l’incremento medio annuo, con oltre7,5 m3/ha, risulta fra i maggiori.La ripartizione diametrica indica un numero limitato di individui nelle classi dia-metriche superiori ai 35 cm, come conseguenza di una preponderanza di cedui odi popolamenti a fustaia in evoluzione non sottoposti a diradamenti. Sia negli as-setti a ceduo sia a fustaia lo stadio di sviluppo più frequente risulta quello adulto(in entrambi i casi con il 29%).
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
80
� Figura 70 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume e
area basimetrica nelle Cerrete.
� Figura 71 – Ripartizione delle proprietà delle Cerrete (%).
Pubblica5%
Altre proprietàprivate
94%
Altri Enti, consorzie prop. miste
<1%Privata rilevata1%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Castagno
Roverella
FarniaRovere
CerroCarpino nero
OrnielloCiliegio selvatico
Acero campestre
RobiniaAltre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
La destinazione prevalente è quella produttivo-protettiva, ma una percentualeelevata di superficie ha funzione di protezione. La destinazione naturalistica inci-de per quasi un quinto della superficie e interessa popolamenti che solo in partesono già sottoposti a tutela; questi necessitano di una particolare attenzione es-sendo estremamente frammentati, a carattere relittuale sia in pianura, nelle colli-ne settentrionali sia in ambito montano alpino, quindi di particolare valore.
Una quota di poco superiore al 50% della superficie almeno nei prossimi 15 anninon è suscettibile di gestione attiva. I tagli di rinnovazione riguardano principal-mente cedui per i quali si prevede il mantenimento su circa metà della relativa su-perficie.Su una significativa parte dei cedui semplici o composti invecchiati si pre-vede la conversione attiva a fustaia.
81
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 72 – Ripartizione delledestinazioni delle Cerrete (%).
� Figura 73 – Ripartizione degliindirizzi di intervento delle Cerrete (%).
Evoluzione libera7%
Produttiva6%
Protettivo-produttiva39%
Naturalistica18%
Protettiva30%
Tagli dimiglioramento
13%
Evoluzionenaturale
7%
Tagli dirinnovazione
36%
Monitoraggio44%
L’esbosco è possibile per oltre il 70% della superficie mediante l’uso di trattori,men-tre su circa il 20% si prevede l’installazione di gru a cavo.
Castagneti (CA)
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
82
Castagneti
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 1134
polloni 75% seme 25%
Ceppaie (n°) 339Area basimetrica (m2) 31Diametro medio (cm) 19Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 363 (32%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 34 (3%)Volume (m3) 220Incremento corrente (m3) 8,3
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 1400 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini (nei distretti più esterni),appenninici, collinari interni e scarpatedi terrazzi planiziali.
Superficie 204.367 ha (23,4 %)
I Castagneti sono la Categoria forestale con la maggiore estensione in Piemonte euna presenza che interessa quasi il 100% delle Aree Forestali.Tale diffusione, spesso in purezza, di una specie pur indigena è soprattutto operadell’uomo che fin dall’antichità ha progressivamente sostituito le formazioni bo-schive originarie, in particolare Querceti di rovere e,alle quote superiori, faggio,conil castagno.Molteplici sono le possibilità di impiego di questa specie che in passato costituìfonte di cibo, energia e materia prima per costruzioni, attrezzi e paleria, per le po-polazioni delle aree montane e collinari.Progressivamente l’importanza del castagno si è ridotta:prima per l’avvento di nuo-ve colture (mais e patata),che ne hanno diminuito l’importanza alimentare,poi perun complessivo mutamento delle condizioni socio-economiche e il conseguentespopolamento delle montagne, e infine per il diffondersi di importanti patologiecome il mal dell’inchiostro e il cancro corticale; quest’ultimo, dotato inizialmentedi un’elevata virulenza, aveva fatto temere per la stessa sopravvivenza della spe-cie. Con il diffondersi di ceppi ipovirulenti oggi il cancro corticale risulta dannososolo nelle aree meno vocate per il castagno, ossia dove vi sono già forti condizio-namenti stazionali; ciò ha alimentato negli ultimi anni un nuovo interesse per lacastanicoltura da frutto e da legno, sostenuto attraverso programmi di recupero ericerca applicata volti al miglioramento dei cedui e dei Castagneti da frutto, anchecon la costituzione di campi collezione per la conservazione del patrimonio gene-tico delle più importanti cultivar locali.Un nuovo recente pericolo è costituito dalla diffusione dell’Imenottero CinipideDryocosmus kuriphilus,rinvenuto nella provincia di Cuneo nel 2002, i cui effetti nel-le zone di maggiore diffusione sono stati estremamente dannosi.Dall’analisi inventariale emerge che i Castagneti risultano costituiti per oltre l’80%da castagno; tuttavia la partecipazione delle altre specie,a seconda delle condizio-ni ambientali, assetti e stadi di sviluppo, può localmente non essere secondaria. ICastagneti,essendo formazioni di origine antropica,si mantengono stabili solo at-traverso una gestione attiva che una volta cessata innesca, in tempi più o menobrevi, la regressione del castagno passando anche attraverso fasi di collasso delleceppaie dominate. Nei Castagneti da frutto abbandonati si ha l’insediamento pro-gressivo di latifoglie pioniere e mesofile che, in tempi relativamente brevi, ne mo-dificano la composizione e la struttura.
Dall’analisi della composizione specifica dei vari Tipi si osserva che le latifoglie me-sofile,quindi faggio,aceri, frassino e localmente rovere costituiscono le varianti conmaggiore estensione nei Castagneti a Salvia glutinosa, mentre in quelli a Teucriumscorodonia a comporre le Varianti con maggiore superficie sono betulla e, nuova-mente, rovere e faggio.
83
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 29 – Tipi forestali deiCastagneti e relative superfici.
� Figura 74 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica.
� Figura 75 – Ripartizioni delleproprietà dei Castagneti (%).
Tipo ha %
Castagneto da frutto 10.108 5
Castagneto mesoneutrofilo a Salvia glutinosa delle Alpi 79.841 39
Castagneto acidofilo a Teucrium scorodonia delle Alpi 76.033 37
Castagneto acidofilo a Physospermum cornubiense dell’Appennino e dei rilievi collinari interni
22.158 11
Castagneto neutrofilo dell’Appennino e dei rilievi collinari interni 16.227 8
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Castagno
FaggioRovere
Ciliegio selvatico
RobiniaBetulla
Pino silvestre
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Il numero di alberi/ha risulta fra i più elevati, con oltre 1100 individui, a cui corri-sponde un valore di volume e area basimetrica/ha altrettanto significativo e supe-riore a quello riscontrabile nelle altre categorie ad assetto ceduo prevalente.Gli ac-crescimenti annui,di poco superiori agli 8 m3/ha, risultano i più elevati e localmen-te, nelle stazioni più fertili, possono anche superare i 10 m3/ha.
Pubblica9%
Altre proprietàprivate
89%
Altri Enti1%
Privata rilevata1%
Come conseguenza del tipo di assetto prevalente gli individui per quasi il 70% ri-sultano polloni compresi nella classe inferiore ai 20 cm, mentre solo il 3% degli al-beri è incluso in quella superiore ai 35; tale apporto è prevalentemente dovuto aipopolamenti con assetto a fustaia inquadrabili nel Tipo Castagneto da frutto o ariserve di querce e faggio nei cedui composti.L’assetto prevalente è il ceduo matricinato, con oltre il 70% della superficie e, se-condariamente il ceduo composto (20%); lo stadio evolutivo prevalente nel ceduoe nella fustaia è quello adulto (rispettivamente 40% e 12%), segue quello a ceduoinvecchiato.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
84
� Figura 76 – Ripartizione delledestinazioni dei Castagneti (%). Protettivo-produttiva
56%
Fruizione
1%
Produttiva
27%
Naturalistica
7% Evoluzione libera1%
Protettiva
8%
La destinazione prevalente è quella produttivo-protettiva che in valore assolutoraggiunge l’estensione maggiore rispetto tutte le altre categorie forestali; anche lafunzione prettamente produttiva raggiunge l’incidenza massima, nel cui ambitoricadono i Castagneti da frutto e in generale i popolamenti ubicati in stazioni conbuona stabilità dei versanti.Nelle stazioni più fertili, ove non sia diffuso il difetto delle «cipollatura», il castagnopuò fornire anche assortimenti da lavoro destinabili alla tranciatura, segheria, fale-gnameria e travatura, oltre a paleria. L’elevato contenuto di tannino (ampiamentesfruttato da un grande impianto di estrazione in provincia di Cuneo), rende diffi-coltosa la combustione; tuttavia l’impiego come combustibile, almeno a livello fa-migliare dopo una lunga stagionatura in ambiente aperto, risulta elevato e decisa-mente ampliabile in impianti razionali di maggiori dimensioni.La produttività del Castagneto non si limita al legname o al frutto ma si estendeanche ai prodotti, comunemente definiti «secondari», come i funghi fra i quali i piùnoti e apprezzati sono i boleti del gruppo porcino (Boletus aereus, B. aestivalis, B.edulis e B. pinophilus) e gli ovuli (Amanita caesaria) che in valore possono superarequello del legno. Si tratta comunque di una produzione complementare essendotali specie fungine legate a una gestione attiva del bosco che mantenga vitali lepiante simbionti e favorisca, con la periodica messa in luce del suolo, la decompo-sizione della lettiera.Poco meno del 10% della superficie dei Castagneti ha funzione naturalistica, trat-tandosi di popolamenti inclusi in Aree Protette; con la Direttiva «Habitat»(93/42/CEE) i Castagneti sono stati designati tra gli habitat di interesse comunita-rio, sebbene in ambito regionale, data l’ampia diffusione, non costituiscano unareale emergenza naturalistica.
In considerazione della funzione prevalentemente produttiva su circa il 90% dellasuperficie, che in termini assoluti è di gran lunga quella con maggiore estensioneper una Categoria forestale a livello regionale, sono previsti interventi di gestio-ne attiva nei prossimi 15 anni.Si tratta prevalentemente di tagli di rinnovazione, attuabili attraverso il manteni-mento/ripresa delle ceduazioni (55%); tale forma di gestione se applicata con tur-ni più lunghi (35-50 anni) e accompagnata da 1 o 2 diradamenti intercalari, con-sente di ottenere assortimenti da lavoro con incrementi regolari, riducendo anchei rischi di difetti legati alla formazione della «cipollatura», senza compromettere lavitalità delle ceppaie, pressoché illimitata per il castagno.Tra gli interventi di miglioramento sono previsti la conversione a fustaia, per circail 7% dei cedui semplici e il 13% dei cedui composti (generalmente popolamentimisti con altre specie).Circa il 5% della superficie potrà essere oggetto di interven-ti di cure colturali, destinate prevalentemente alla gestione e recupero dei miglio-ri Castagneti da frutto.
85
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 77 – Ripartizione degliindirizzi di intervento dei Castagneti(%).
Tagli dimiglioramento
27%
Evoluzionenaturale
Tagli dirinnovazione
Monitoraggio9%
63%
1%
L’esbosco risulta eseguibile su circa il 60% della superficie mediante trattori, su cir-ca il 10% mediante avvallamento e su circa il 15% con gru a cavo.
Pinete di pino silvestre (PS)
Pinete di pino silvestre
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 866
polloni 14% seme 86%
Ceppaie (n°) 70Area basimetrica (m2) 31Diametro medio (cm) 21Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 413 (48%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 44 (5%)Volume (m3) 206Incremento corrente (m3) 4
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Da 200 fino a 1900 (2000) m.
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini (distretti endalpici emesalpici), alta pianura (terrazzi fluvio-glaciali), rilievi collinari e appenninici.
Superficie 14.326 ha (1,6 %)
Le Pinete di pino silvestre sono diffuse discontinuamente, in prevalenza sulle Alpi(85%), secondariamente in ambito planiziale e sui rilievi collinari interni.L’analisi della composizione specifica evidenzia la presenza di latifoglie e altre co-nifere con ecologia assai differente; tuttavia in termini di area basimetrica, solo illarice supera in media il 5%.Il pino silvestre, specie eliofila, mesoxerofila-xerofila, spiccatamente pioniera, su-bentra nelle prime fasi di colonizzazione ma, in assenza di disturbo, si mantienestabile solo in stazioni marginali, talora rupicole, dove la concorrenza delle altrespecie risulta limitata. La formazione di popolamenti misti con faggio, abete bian-co, rovere, roverella e castagno è più frequente nel Tipo acidofilo dei distretti me-salpici, dove tali specie potenzialmente stabili, a seconda della condizioni stazio-nali, costituiscono le varianti con maggiore estensione; le querce e le latifoglie mi-ste sono frequenti anche nei Tipi mesalpici basifili e dei rilievi collinari interni.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
86
� Tabella 30 – Tipi forestali dellePinete di pino silvestre e relative
superfici.
� Figura 78 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume e
area basimetrica delle Pinete di pinosilvestre.
Tipo ha %
Pineta di brughiera su morene e terrazzi fluvio-glaciali 873 6
Pineta endalpica basifila di pino silvestre 1.871 13
Pineta endalpica acidofila di pino silvestre 464 3
Pineta endalpica di greto di pino silvestre 296 2
Pineta endalpica mesoxerofila di pino silvestre 990 7
Pineta mesalpica acidofila di pino silvestre 5.314 37
Pineta mesalpica basifila di pino silvestre 3.100 22
Pineta di pino silvestre dei rilievi collinari interni 1.418 10
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Abete rosso
LariceCastagno
FaggioRoverella
RovereBetulla
Pino silvestre
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Le Pinete di pino silvestre, con oltre 200 m3/ha, possiedono un valore di biomassatra i più elevati se comparati con le altre categorie forestali,a cui tuttavia corrispon-de un incremento corrente modesto, a conferma di un limitato interesse produtti-vo da cui discendono gli accumuli di biomassa.L’analisi della ripartizione diametrica evidenzia poco meno del 50% dei soggettinelle classi diametriche superiori a 20 cm, indicando la presenza di popolamentiin stadio evolutivo adulto; nelle fustaie questo risulta esteso a circa il 70% della su-perficie.
87
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 79 – Ripartizione delleproprietà delle Pinete di pino silvestre(%).
Pubblica51%
Altre proprietàprivate
48%
Altri Enti<1%
Privata rilevata1%
� Figura 80 – Ripartizione delledestinazioni delle Pinete di pinosilvestre (%).Protettivo-produttiva
43%
Fruizione1%
Produttiva
8%
Naturalistica14%
Evoluzione libera
4% Protettiva30%
Con oltre il 40% della superficie la destinazione prevalente risulta quella produt-tiva-protettiva; in tal senso le potenzialità delle pinete aumentano nelle aree dimaggiore diffusione, come l’Alta Valle Susa e le Valli Chisone e Germanasca, dovesono presenti popolamenti accessibili con soggetti caratterizzati da buon porta-mento.Nelle Pinete di pino silvestre la percentuale destinata alla protezione è una dellepiù elevate fra le diverse categorie forestali; il pino, in popolamenti comunque sog-getti a cure minime, è in grado di svolgere tale funzione in modo efficace, grazie alprofondo e robusto apparato radicale.
Nei prossimi 15 anni sono previsti interventi di gestione attiva su poco più del 50%della superficie, per lo più attraverso l’applicazione di tagli di rinnovazione; in par-ticolare si intende ricorrere a tagli successivi adattati per gruppi (18%),ampiamen-te utilizzati nella selvicoltura delle pinete in Alta Valle Susa e secondariamente ta-gli a buche (9%).I tagli di miglioramento consistono soprattutto in diradamenti che potenzialmen-te interessano il 15% della superficie.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
88
� Figura 81 – Ripartizioni degliindirizzi di intervento delle Pinete di
pino silvestre (%).
Tagli dimiglioramento
20%
Evoluzionenaturale
5%
Tagli dirinnovazione
33%
Monitoraggio42%
L’esbosco risulta non eseguibile solo su una minima quota, mentre su circa il 40%della superficie è possibile utilizzare trattori, su circa il 15% l’avvallamento e su cir-ca il 30% le gru a cavo.
Boscaglie pioniere e d’invasione (BS)
Categoria estremamente eterogenea,raggruppa formazioni caratterizzate da strut-tura e composizione specifica assai diversa in funzione delle stazioni e degli ambi-ti di diffusione, a carattere pioniero, secondario o stabile.Presente in tutte le Aree Forestali, per estensione risulta una della categorie più dif-fuse (quinta per estensione in Piemonte).
Boscaglie pioniere e d’invasione
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 731
polloni 42% seme 58%
Ceppaie (n°) 182Area basimetrica (m2) 14Diametro medio (cm) 16Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 158 (22%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 10 (1%)Volume (m3) 93Incremento corrente (m3) 4,6
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino ai limiti della vegetazione arborea
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini, collinari interni e pianura.
Superficie 59.933 ha (6,9 %)
L’analisi della composizione specifica evidenzia la prevalenza di betulla, con circail 30%, diffusa soprattutto in ambito montano, secondariamente ciliegio selvaticoe olmo, il secondo prevalente in collina e pianura, poi faggio, castagno e sorbi an-cora di ambiti montani.
89
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 31 – Tipi forestali delleBoscaglie pioniere e d’invasione erelative superfici.
� Figura 82 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica delle Boscagliepioniere e d’invasione.
Tipo ha %
Betuleto planiziale di brughiera 440 1
Betuleto montano 21.525 36
Boscaglie d’invasione 15.772 26
Corileto d’invasione 3.709 6
Pioppeto d’invasione a pioppo tremolo 391 1
Saliceto paludoso di Salix cinerea 3 0
Boscaglia rupestre pioniera 18.092 30
I popolamenti sono di tipo pioniero o primario in stazioni rupicole, greti e detritidi falda soggetti a disturbo naturale, o secondario se d’invasione su superfici agri-cole abbandonate.Solo nelle stazioni più fertili si osserva un’evoluzione dei popo-lamenti con progressiva infiltrazione delle specie più esigenti, mentre altrove i for-ti condizionamenti stazionali limitano i processi evolutivi.
Le Boscaglie possiedono un volume/ha tra i meno elevati a livello regionale, a cuicorrispondono valori di area basimetrica e diametro medio altrettanto modesti,do-vuti a incrementi annuali non particolarmente sostenuti e agli stadi evolutivi gio-vanili; anche la ripartizione dei diametri risulta sbilanciata verso le classi diametri-che inferiori.Assai eterogeneo risulta l’assetto, con prevalenza di boschi senza gestione percondizionamenti stazionali, e, secondariamente, di neoformazione e fustaie; comeconseguenza lo stadio evolutivo prevalente è quello irregolare, cui seguono perestensione gli stadi più giovanili delle fustaie.
0%
10%
20%
30%
40%
LariceCastagno
FaggioFarnia
RovereFrassino maggiore
Ciliegio selvatico
Aceri montano, riccio
RobiniaBetulla
Pioppo tremolo
Pioppi clonali
Sorbo uccellatori
Sorbo montano
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
La destinazione rispecchia l’eterogeneità, con quasi il 40% di popolamenti poten-zialmente produttivi.Circa 1/5 della superficie ha specifica funzione di protezione,imponendo su tali una gestione mirata da attuarsi prevalentemente attraverso di-radamenti e ricostituzione boschiva, e/o un periodico monitoraggio.Le forti limitazioni stazionali fanno destinare oltre1/5 della superficie alla libera evo-luzione, valore che in termini assoluti risulta fra i più elevati a livello regionale.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
90
� Figura 83 – Ripartizioni delleproprietà delle Boscaglie pioniere e
d’invasione (%).
� Figura 84 – Ripartizione delledestinazioni delle Boscaglie pioniere e
d’invasione (%).
Pubblica42%
Altre proprietàprivate
54%
Altri Enti2%
Privata rilevata2%
Protettiva18%
Evoluzione libera26%
Naturalistica16%
Produttiva5%
Fruizione1%
Protettivo-produttiva
34%
Solo su poco più del 10% della superficie è prevista la gestione attiva nei prossi-mi 15 anni; si tratta in prevalenza di tagli di miglioramento e in particolare dirada-menti (6%) e cure colturali (2%).
Per l’esbosco su circa il 45% della superficie è possibile utilizzare trattori, su pocopiù del 5% l’avvallamento e su poco meno del 15% le gru a cavo; su circa 1/3 del-la superficie l’esbosco risulta non necessario essendo aree prive di gestione attiva,mentre solo una minima parte della superficie risulta non esboscabile.
Alneti planiziali e montani (AN)
91
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 85 – Ripartizione degliindirizzi di intervento delle Boscagliepioniere e d’invasione (%).
Tagli di miglioramento10%
Evoluzionenaturale
35%
Tagli dirinnovazione
2%
Monitoraggio53%
Alneti planiziali e montani
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 881
polloni 44% seme 56%
Ceppaie (n°) 181Area basimetrica (m2) 25Diametro medio (cm) 19Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 320 (36%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 25 (3%)Volume (m3) 179Incremento corrente (m3) 7,4
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 1600 m
Ambiti geografici prevalentiFondovalle principali e versanti deirilievi alpini centro-settentrionali,pianura e rilievi collinari interni.
Superficie 5.200 ha (0,6%)
Gli Alneti hanno estensione limitata costituendo meno dell’1% delle superficie fo-restale complessiva; tuttavia, sebbene in nuclei di modesta estensione, risultanoavere diffusione elevata con una presenza che interessa oltre l’80% delle Aree Fo-restali soprattutto planiziali.Analizzando la composizione specifica emerge che, accanto all’ontano nero, frassi-no maggiore, castagno, ciliegio selvatico e olmo (sempre di modeste dimensioni,spesso non cavallettabile) sono le specie maggiormente rappresentate.Più sporadi-ca la presenza dell’ontano bianco, come conseguenza di una minore diffusione delTipo forestale montano. Il frassino costituisce una fase evolutiva di tali popolamen-ti, altrimenti stabili, in cui per cause naturali o di origine antropica vi sia un progres-sivo abbassamento della falda o cessino i disturbi legati alla dinamica dei versanti.
La Categoria comprende essenzialmente due Tipi forestali: il primo è caratterizza-to dalla predominanza dell’ontano nero con diffusione prevalentemente planizia-le e pedemontana, inclusi i fondivalle alpini; il secondo è costituito da ontano bian-co, che viceversa presenta diffusione prevalentemente montana, con rare discesea quote inferiori lungo le aste dei principali fiumi e torrenti,qui talora anche in me-scolanza con l’ontano nero.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
92
� Tabella 32 – Tipi forestali degliAlneti planiziali e montani e relative
superfici.
Tipo ha %
Alneto di ontano nero 3.528 68
Alneto di ontano bianco 1.672 32
� Figura 86 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume e
area basimetrica degli Alneti planiziali e montani.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Aceri montano, riccio
Ontano bianco
Castagno
FarniaFrassino maggiore
Ciliegio selvatico
RobiniaBetulla
Pioppi clonali
Ontano nero
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Con un volume di poco inferiore ai 180 m3/ha, risultano formazioni che, se compa-rate con le altre categorie,presentano un valore di biomassa considerevole con in-crementi anch’essi piuttosto elevati, in particolare per l’Alneto di ontano nero,gra-zie alla disponibilità idrica. Circa 1/3 degli individui risultano compresi nella classediametrica superiore a 15 cm mentre solo una minima parte, inferiore al 5%, pre-senta diametri di classe superiore ai 35 cm. L’assetto prevalente risulta il ceduo
� Figura 87 – Ripartizioni delleproprietà degli Alneti planiziali e
montani (%).
Pubblica14%
Altre proprietà private82%
Altri Enti3%
Privata rilevata1%
composto,secondariamente il ceduo e la fustaia; gli stadi di sviluppo risultano pre-valentemente giovani o adulti nelle fustaie e adulti/maturi per i cedui.Trattandosi di ambiti prevalentemente planiziali, non inclusi in territori sottopostia vincolo idrogeologico, la percentuale destinata alla produzione risulta relativa-mente elevata. Circa 1/3 della superficie assume destinazione naturalistica trat-tandosi di aree sottoposte a tutela e comunque di interesse conservazionistico; gliAlneti infatti sono inclusi tra gli habitat di interesse comunitario prioritario in ba-se alla Direttiva «Habitat». Possono inoltre divenire siti elettivi per la nidificazionedegli ardeidi, in particolare nei popolamenti in cui l’estensione è di alcuni ettari.
93
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 88 – Ripartizione delledestinazioni degli Alneti planiziali emontani (%).Protettivo-produttiva
26%
Fruizione
2%
Produttiva
18%
Naturalistica
26% Evoluzione libera
3%
Protettiva
25%
� Figura 89 – Ripartizione degliindirizzi di intervento degli Alnetiplaniziali e montani.
Tagli dimiglioramento
17%
Evoluzione naturale7%
Tagli dirinnovazione
Monitoraggio48%
28%
Circa il 50% della superficie, almeno nei prossimi 15 anni, non è suscettibile di in-terventi di gestione attiva; circa 1/3 della superficie può essere viceversa percor-sa attraverso la gestione del ceduo semplice (15%) o composto (11%) e diradamen-ti in fustaia (8%).
L’esbosco,dato l’ambito prevalente di diffusione,può essere attuato su circa il 70%della superficie mediante trattori mentre solo una minima parte risulta non esbo-scabile.
Acero-tiglio-frassineti (AF)
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
94
� Tabella 33 – Tipi forestali degliAcero-tiglio-frassineti e relative
superfici.
Acero-tiglio-frassineti
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 850
polloni 39% seme 61%
Ceppaie (n°) 154Area basimetrica (m2) 21Diametro medio (cm) 18Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 255 (30%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 23 (3%)Volume (m3) 159Incremento corrente ( m3) 6,3
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 1600 m
Ambiti geografici prevalentiAlpi in fondovalle, forre e versanti, inprevalenza su coltivi e pascoliabbandonati.
Superficie 40.846 ha (4,7%)
Si tratta di una delle categorie con la superficie più estesa a livello regionale.Le specie principali costituenti il soprassuolo sono il frassino maggiore, gli aceridi monte e riccio, tigli e castagno. In particolare il frassino maggiore, acero di mon-te e tiglio cordato sono le specie che, nell’ambito del Tipo d’invasione, rappresen-tante circa i 3/4 della superficie dell’intera categoria, più frequentemente costitui-scono popolamenti puri, ossia con almeno il 75% della copertura di una sola delleprime due specie. Il castagno, viceversa, così come il faggio, risultano specie acces-sorie, del Tipo di invasione.Si tratta in prevalenza di formazioni secondarie,sviluppatesi in ambito montano inseguito all’abbandono di prati e coltivi dei fondivalle e dei versanti più freschi, ca-ratterizzati da una maggiore fertilità stazionale; la facilità di disseminazione e la ra-pidità di accrescimento hanno contribuito alla diffusione di queste formazioni, ta-lora in nuclei di limitata estensione, determinata dal regime patrimoniale e dallaconseguente frammentazione particellare.Il ruolo di specie pioniere svolto dal frassino maggiore e dall’acero di monte vienesottolineato dalla rapida evoluzione che spesso i popolamenti d’invasione subi-scono, in particolare dove più favorevoli risultano le condizioni stazionali; in tali am-biti alle specie principali costituenti il soprassuolo ne subentrano altre che costi-tuiranno le cenosi definitive in equilibrio con i fattori ambientali locali.Condizione più marginale è assunta dagli Acero-tiglio-frassineti di forra che si svi-luppano su greti, impluvi incassati e versanti ombrosi con suoli poco profondi o atasche;si tratta di popolamenti di tipo primario,soggetti a periodici ringiovanimen-ti, la cui dinamica evolutiva risulta più lenta o del tutto bloccata.
Tipo ha %
Acero-tiglio-frassineto di forra 10.852 27
Acero-tiglio-frassineto d’invasione 29.988 73
Tilieto di tiglio a grandi foglie 6 < 1
Analizzando i parametri dendrometrici il volume medio risulta modesto, compen-sato tuttavia da valori di incremento significativi se comparati con le altre catego-rie.Circa 1/3 dei soggetti risulta ripartito nella classi diametriche superiori ai 15 cm,mentre solo una minima parte possiede diametri di dimensioni elevate.Tale ripartizione diametrica,che evidentemente si riflette sui modesti valori di bio-massa, trova riscontro nell’attuale stadio di sviluppo prevalente che risulta per cir-ca 1/4 dato dalla fustaia giovane.
95
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 90 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica degli Acero-tiglio-frassineti.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Aceri montano, riccio
Ontano bianco
Castagno
FarniaFrassino maggiore
Ciliegio selvatico
RobiniaBetulla
Pioppi clonali
Ontano nero
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
� Figura 91 – Ripartizione delleproprietà degli Acero-tiglio-frassineti(%).
Privata rilevata1%
Altri Enti1%
Altre proprietà private82%
Pubblica16%
La destinazione, per circa i 2/3 della superficie, risulta almeno in parte produttiva,relativamente agli ambiti di invasione con caratteristiche stazionali e di fertilità,versanti poco acclivi e facilmente accessibili.La fertilità dei suoli, un tempo destinati alle colture agrarie e alla praticoltura, con-tribuisce al rapido sviluppo dei soggetti che, se opportunamente assistiti da inter-venti intercalari, possono assumere buone caratteristiche forestali a elevato valo-re degli assortimenti legnosi da opera. Circa 1/4 della superficie possiede destina-zione protettiva, assunta in maggior misura dal Tipo di forra che occupa le stazionicaratterizzate da maggiore instabilità e a rischio di dissesto.La destinazione naturalistica, che include le superfici ricadenti in aree protette, in-
cide per poco meno del 10%; il tipo di forra caratterizzato anche da notevole ric-chezza floristica del sottobosco costituisce habitat di interesse prioritario in basealla Direttiva omonima.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
96
� Figura 92 – Ripartizioni delledestinazioni degli Acero-tiglio-
frassineti (%).
� Figura 93 – Ripartizione degliindirizzi di intervento degli Acero-
tiglio-frassineti (%).
Protettiva23%
Evoluzione libera2%
Naturalistica8%
Produttiva14%
Fruizione2%
Protettivo-produttiva
51%
Monitoraggio
31%Tagli di
rinnovazione25%
Evoluzionenaturale
3%
Tagli di miglioramento
41%
Su circa il 40% della superficie sono previsti interventi di miglioramento, preva-lentemente costituiti da diradamenti (21%),e diradamento-conversione (17%) de-stinati ai cedui composti.Gli interventi intercalari, in considerazione della qualità del legname ritraibile e del-la facilità di accesso, possono essere anche remunerativi ma rimangono comun-que essenziali al fine di incrementare la stabilità, la rapidità di accrescimento deipopolamenti e il valore del legname.Si prevede di attuare tagli di rinnovazione principalmente attraverso tagli succes-sivi adattati (7%),che ben si prestano a formazioni con prevalenza di frassino e ace-ro di monte,specie tolleranti un certo grado di ombreggiamento almeno negli sta-di iniziali di accrescimento; nelle strutture disetaneiformi si prevedono tagli a scel-ta per gruppi (6%) mentre su circa il 5% della superficie si prevede di mantenere ilceduo a regime. Su oltre 1/3 della superficie non si prevedono interventi, almenoa medio termine.
Su oltre il 50% della superficie è possibile effettuare l’esbosco per mezzo di tratto-ri mentre su il 10% è possibile utilizzare l’avvallamento e su circa il 15% gru a cavo.
Faggete (FA)
97
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
Faggete
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 1207
polloni 63% seme 37%
Ceppaie (n°) 318Area basimetrica (m2) 29Diametro medio (cm) 18Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 333 (28%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 33 (3%)Volume (m3) 204Incremento corrente (m3) 6
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Da 400m fino a 1900 m
Ambiti geografici prevalentiVersanti meno esposti dei rilievi alpini(distretti esalpici e mesalpici),appenninici baraggia novarese e rilievicollinari interni.
Superficie 135.770 ha (15,5%)
Costituiscono una delle categorie con la superficie più estesa a livello regionale,seconda solo ai Castagneti.Le Faggete occupano prevalentemente l’ambito montano, e in particolare la cate-na alpina, collocandosi nei distretti più esterni dove possono raggiungere il limitealtitudinale della vegetazione arborea come avviene nelle zone appenniniche. Intali ambiti le precipitazioni risultano più abbondanti e le temperature mitigate perla risalita di aria più calda e umida dalla pianura, con minore rischio di gelate tar-dive e precoci.Il faggio è una specie mesofila a temperamento suboceanico favorita appunto daambienti piuttosto livellati in termini di temperature e di precipitazioni; il suo op-timum è rappresentato da stazioni con inverni anche freddi, ma non gelidi e conprimavere piovose e nebbiose, senza gelate.Dall’analisi inventariale le Faggete risultano popolamenti in gran parte in purezza,dove il faggio costituisce circa l’80% in termini di area basimetrica, volume e nu-mero di piante/ha. Ciò è dovuto alla gestione storica, che ha eliminato le coniferee anche alla scarsa associabilità del faggio che esercita una forte concorrenza sul-le altre specie che relega a un ruolo secondario; castagno, larice,betulla e abeti ros-so sono le altre specie rilevate più frequentemente, la cui consistenza tuttavia nonsupera in media il 5%; le specie pioniere si diffondono quando la faggeta regredi-sce dopo ceduazioni in popolamenti immediati.Il Tipo forestale più diffuso risulta la Faggeta oligotrofica, presente in tutto l’ar-co alpino; è la formazione in cui è maggiore la mescolanza specifica e in partico-lare risultano più estese le Varianti comprendenti latifoglie miste, betulla e abe-te bianco.La Faggeta è una cenosi tendenzialmente stabile dove il faggio,specie notoriamen-te sciafila, rinnova sotto la propria copertura,mantenendo una netta predominan-za sulle altre specie. Le secolari ceduazioni tuttavia hanno contribuito a impoveri-re la composizione specifica delle Faggete con una selezione negativa in partico-lare a carico dell’abete bianco.
Con un volume di poco superiore ai 200 m3/ha, ripartito su oltre 1200 piante/ha,le Faggete risultano fra le categorie con la maggiore quantità di biomassa; l’areabasimetrica sfiora i 30 m2/ha e il diametro medio è compreso nella classe dei 20cm. Analizzando la ripartizione diametrica risulta che poco meno di 1/3 degli indi-vidui ricade nella classe diametrica superiore ai 15 cm mentre solo una minima par-te, inferiore al 5%, raggiunge diametri superiori alla classe 35 cm (matricine adul-te e rare fustaie). Tale ripartizione concorda con quanto emerge dall’analisi degliassetti che indicano una prevalenza del ceduo semplice (su circa il 50% della su-perficie) e composto (circa 30%). Lo stadio di sviluppo relativamente prevalente èil ceduo adulto/maturo con circa 1/3 della superficie, a cui seguono i cedui invec-chiati e le fustaie giovani/adulte,entrambi con valori prossimi al 25%; rari sono i re-litti di cedui a sterzo anch’essi invecchiati.La situazione evolutivo-colturale attuale è il frutto della gestione pregressa doveil ceduo di faggio fu, in ambito montano, la fonte primaria di energia per riscalda-mento domestico (tronchetti e carbone),per forni (fascine) e attività artigianali-in-dustriali; in seguito ai noti mutamenti socio-economici dal secondo dopoguerra ilrapporto tra uomo e risorse forestali si è modificato, lasciando alla libera evoluzio-ne una notevole estensione di boschi un tempo assiduamente utilizzati e anzi de-gradati, con conseguente accumulo di biomassa.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
98
� Tabella 34 – Tipi forestali delleFaggete e relative superfici.
� Figura 94 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume e
area basimetrica delle Faggete.
Tipo ha %
Faggeta appenninica a Physospermum cornubiense 544 0,4
Faggeta eutrofica appenninica 4.366 3
Faggeta mesoxerofila 6.177 5
Faggeta eutrofica delle Alpi 9.590 7
Faggeta mesotrofica 24.434 18
Faggeta oligotrofica 89.706 66
Faggeta altimontana a megaforbie 516 0,4
Faggeta basifila pioniera 437 0,3
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Abete rosso
Abete bianco
LariceCastagno
FaggioBetulla
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Oltre i 2/3 della superficie possiede funzione almeno in parte produttiva; la legnada ardere sta riprendendo un notevole interesse e risulta un prodotto largamentedisponibile nelle vallate alpine.Circa il 15% delle Faggete assumono destinazione naturalistica, entità che in valo-re assoluto risulta più elevato fra le categorie forestali piemontesi. In termini di su-perficie le Faggete,dopo Lariceti e Castagneti, sono la categoria che maggiormen-te concorre alla protezione diretta delle infrastrutture e del territorio. Una quotainferiore al 10%, comunque significativa in termini di superficie (circa 10.000 ha),è destinata alla libera evoluzione trattandosi di popolamenti con forti limitazionistazionali.
99
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 95 – Ripartizione delleproprietà delle Faggete (%).
Pubblica48%
Altre proprietàprivate
47%
Altri Enti2%
Privata rilevata3%
� Figura 96 – Ripartizioni delledestinazioni delle Faggete (%).
Protettiva
10%Evoluzione libera
7%
Naturalistica
15%
Produttiva
5%
Fruizione1%
Protettivo-produttiva
62%
Su oltre il 50% della superficie sono previsti interventi di gestione attiva e in par-ticolare interventi di miglioramento. Si tratta per il 40% della superficie di inter-venti di completamento o di avvio alla conversione dei cedui invecchiati; tali po-polamenti hanno ormai ridotto la facoltà pollonifera e in caso di ulteriori cedua-zioni non è più garantita la continuità del soprassuolo; pertanto occorre optareper la conversione a fustaia, attraverso una fase transitoria, che garantisca la per-petuità del soprassuolo,senza rinunciare alla fornitura di grandi quantità di legnada ardere .
Solo per circa il 7% dei cedui è previsto, nell’arco del quindicennio, il mantenimen-to dell’attuale forma di governo con taglio del ceduo. Su circa 1/3 delle fustaie, og-gi costituenti circa il 10% delle Faggete,vengono previsti tagli successivi,opportu-namente adattate per gruppi.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
100
� Figura 97 – Ripartizioni degliindirizzi di intervento delle Faggete (%).
Su oltre il 30 % della superficie l’esbosco può avvenire solo mediante gru a cavo,su circa 1/4 delle superficie è possibile utilizzare i trattori, mentre su poco menodel 15% si può effettuare l’avvallamento.
Abetine (AB)
Con oltre 15.000 ha le Abetine costituiscono poco meno del 2% della superficie fo-restale totale.Si tratta di una categoria diffusa su tutto l’arco alpino, sebbene spes-so a formare popolamenti circoscritti e di limitata estensione; questi sono il risul-tato di una sistematica eliminazione dell’abete in favore del larice, per accrescerele superfici a pascolo.
Abetine
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 720
polloni 16% seme 84%
Ceppaie (n°) 71Area basimetrica (m2) 36Diametro medio (cm) 25Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 356 (49%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 98 (14%)Volume (m3) 318Incremento corrente (m3) 6,2
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Da 400 fino a 2000 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini dei distretti mesalpici edendalpici.
Superficie 15.221 ha (1,7%)
Le Abetine sono presenti in maggior misura nelle Alpi Pennine, Cozie e Marittime.I popolamenti sono per lo più in purezza o misti con faggio, che mostra notevolipotenzialità di reinserimento soprattutto dove vi sono sufficienti piante portase-me, non frequenti a causa della selezione negativa operata in passato dall’uomoalle quote superiori; gli elevati valori di numero di alberi e volume, indicano per
Tagli di miglioramento44%
Evoluzionenaturale
Tagli dirinnovazione Monitoraggio
30%
14%
12%
questa categoria la presenza di soggetti di dimensioni ridotte riconducibili a rin-novazione affermata anche da latifoglie e a polloni del ceduo costituenti il pianodominato, accanto ad alberi spesso di grandi dimensioni, lasciati sviluppare per loscarso interesse commerciale.Viceversa l’apporto del larice e dell’abete rosso è do-vuto a soggetti di dimensioni maggiori che partecipano alla composizione del pia-no dominante; localmente (Alta Valle di Susa-Gran Bosco di Salbertrand) si osser-va, alle quote superiori, una progressiva mescolanza anche con il pino cembro.Con un volume/ha pari a circa 320 m3 risulta la categoria forestale con la quantità dibiomassa più elevata a livello regionale, valore che diviene significativo anche consi-derando i valori medi riscontati in popolamenti di altre regioni alpine e appenniniche.I popolamenti risultano composti da un numero elevato di soggetti appartenenti al-le classi diametriche superiori o uguale a 20 cm,come si evidenzia dall’analisi della ri-partizione diametrica, e, indirettamente, dall’elevato valore di area basimetrica e dalbasso rapporto n° soggetti/volume della maggior parte delle principali specie costi-tuenti il soprassuolo. Con oltre 6 m3/ha gli incrementi annui risultano tra i più eleva-ti se si considerano unicamente le categorie ad ambito prevalentemente montano.
101
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 35 – Tipi forestali delleAbetine e relative superfici.
� Figura 98 – Composizione specificapercentuale a ettaro di alberi, volume earea basimetrica delle Abetine.
Tipo ha %
Abetina eutrofica 1.663 11
Abetina mesotrofica mesalpica 3.291 22
Abetina oligotrofica mesalpica 9.235 61
Abetina altimontana a megaforbie 215 1
Abetina endalpica 817 5
Analizzando la composizione dei Tipi, il faggio costituisce le varianti con maggio-re superficie nei Tipi eutrofico,mesotrofico e oligotrofico mesalpico; il larice e l’abe-te rosso danno origine alle varianti con maggiore superficie rispettivamente neiTipi mesotrofico e oligotrofico endalpico.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Abete rosso
Abete bianco
LariceFaggio
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
La dinamica evolutiva delle Abetine differisce in funzione delle condizioni stazio-nali; in generale la minore pressione antropica ha favorito la rinnovazione delle la-tifoglie aumentando la mescolanza specifica.In aree in cui il carico di ungulati risulta elevato spesso tuttavia l’abete stenta a rin-novarsi trattandosi di una specie assai appetita e il popolamento invecchia per-dendo in termini di struttura e quindi di stabilità.L’assetto prevalente è la fustaia che risulta per oltre il 60% allo stadio adulto e perla restante quota disetanea.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
102
� Figura 99 – Ripartizione delleproprietà delle Abetine (%).
Pubblica
65%
Altreproprietà private
26%
Altri Enti
7%
Privata rilevata
2%
� Figura 100 – Ripartizione delledestinazioni delle Abetine (%).
Protettivo-
produttiva
47%
Fruizione
1%
Produttiva
3%
Naturalistica
32% Evoluzione libera
4%
Protettiva
13%
Si tratta di boschi con buone potenzialità produttive,nell’ambito comunque di unafunzione polivalente e in particolare protettiva trattandosi di boschi montani spes-so in stazioni acclivi o su macereti.Circa il 13% assolve a funzione di protezione ge-nerale o diretta.Oltre il 30% ha funzione naturalistica per la conservazione dell’ha-bitat in aree protette, mentre solo una minima parte, soggetta a condizionamentistazionali o inaccessibile, viene destinata alla libera evoluzione.
Su oltre il 50% della superficie è prevista la gestione attiva attraverso l’applicazio-ne di tagli di rinnovazione,da attuarsi prevalentemente con tagli a scelta (39% del-la superficie) e tagli a buche (12%).
Con la finalità di aumentare la stabilità e facilitare l’ingresso delle latifoglie, in po-polamenti prevalentemente in purezza, sono previsti tagli di miglioramento e inparticolare diradamenti su circa il 4% della superficie.Su circa 1/3 della superficie, almeno per il quindicennio di riferimento, non sonoprevisti interventi di gestione attiva.
103
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 101 – Ripartizionedegli indirizzi di intervento delleAbetine (%).
Tagli di
miglioramento
9%
Evoluzione
naturale
9%
Tagli di
rinnovazione
52%
Monitoraggio
30%
Su oltre il 50% della superficie l’esbosco risulta attuabile con gru a cavo, seconda-riamente è utilizzabile l’avvallamento (oltre il 10%) e il trattore (10%).
Peccete (PE)
Peccete
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 670
polloni 13% seme 87%
Ceppaie (n°) 43Area basimetrica (m2) 37Diametro medio (cm) 27Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 342 (51%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 106 (16%)Volume (m3) 317Incremento corrente (m3) 4,4
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Da 700 fino a 2200 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini dei distretti mesalpici edendalpici.
Superficie 8.825 ha (1,0%)
Le Peccete hanno una modesta estensione e diffusione limitata ai distretti clima-tici più interni delle valli, a climi continentali ma con precipitazioni abbondanti.La frammentarietà dei popolamenti in Piemonte è dovuta, oltre che alla diversa ri-distribuzione dell’areale in seguito all’ultima glaciazione, a una più recente operadell’uomo che ne ha limitato la diffusione a favore di altre specie, in particolare dellarice.
Con un volume/ha pari a 317 m3,dopo l’Abetina,è la seconda categoria con la mag-giore provvigione a ha; viceversa i valori di area basimetrica e di diametro mediorisultano in assoluto i più elevati.Gli incrementi annui sono di poco superiori ai 4 m3/ha, valori in linea con altre ca-tegorie dei piani montano e subalpino, e delle stazioni marginali.Gli elevati valori di area basimetrica e diametro medio si riflettono sulla ripartizio-ne diametrica dei soggetti; oltre il 50% degli individui risultano nelle classi diame-triche superiori ai 15 cm, dato inferiore solo a quello riscontrato nei Larici-cembre-ti, e per circa il 16% in quelle superiori ai 35 cm, dato in assoluto più elevato.L’assetto prevalente risulta la fustaia con quasi il 90% mentre circa il 10% è privodi gestione; lo stadio di sviluppo prevalente, con oltre il 60%, è la fustaiagiovane/adulta, mentre circa 1/4 della superficie è a fustaia disetanea.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
104
� Tabella 36 – Tipi forestali dellePeccete e relative superfici.
� Figura 102 – Composizionespecifica percentuale a ettaro di alberi,
volume e area basimetrica dellePeccete.
Tipo ha %
Pecceta montana mesalpica 6.421 73
Pecceta montana endalpica 596 7
Pecceta subalpina 1.808 20
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Abete rosso
Abete bianco
LariceCastagno
FaggioAltre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
I popolamenti raramente risultano in purezza, salvo limitati nuclei; più frequente-mente emerge dall’analisi inventariale la mescolanza con larice,abete bianco, fag-gio e castagno.Il larice costituisce le varianti con maggiore estensione sia nelle Pec-cete montane, nel distretto mesalpico unitamente al faggio, e in quelle subalpine.Le Peccete risultano generalmente stabili sotto l’aspetto evolutivo e talora inespansione rinnovandosi, in ambito montano e subalpino, sotto la copertura deilarici nei Lariceti pascolivi in abbandono.
Circa il 60% della superficie possiede potenzialità almeno in parte produttiva; tut-tavia la frammentarietà dei popolamenti e lo status di Habitat di interesse comu-nitario, ne amplia l’interesse e la funzione naturalistica anche oltre la percentualeattribuita.Oltre 1/6 della superficie assolve a funzione di protezione generale o di-retta di infrastrutture e insediamenti umani,mentre circa il 13% viene destinato al-la libera evoluzione.
105
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 103 – Ripartizione delleproprietà delle Peccete (%).
� Figura 104 – Ripartizione delledestinazioni delle Peccete (%).
Protettivo-produttiva
50%
Fruizione1%
Produttiva7%
Naturalistica13%
Evoluzione libera13%
Protettiva16%
Tagli di miglioramento19%
Evoluzionenaturale
Tagli dirinnovazione
Monitoraggio21%
43%
17%
Su oltre il 60% della superficie è possibile, per i prossimi 15 anni, la gestione atti-va, ricorrendo prevalentemente a tagli di rinnovazione e, subordinatamente, a ta-gli di miglioramento con diradamenti delle fustaie (18%); nei popolamenti maturisono previsti principalmente tagli a scelta (32%) e tagli a buche (11%).
L’esbosco risulta attuabile su circa il 60% della superficie con gru a cavo; seconda-riamente sono utilizzabili l’avvallamento e il trattore, entrambi su circa il 15% del-la superficie, mentre sulla restante superficie l’esbosco risulta non eseguibile.
Larici-cembrete (LC)
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
106
� Figura 105 – Ripartizione degliindirizzi di intervento delle Peccete (%).
Tagli di miglioramento19%
Evoluzionenaturale
Tagli dirinnovazione
Monitoraggio21%
43%
17%
Larici-cembrete
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 467
polloni 11% seme 89%
Ceppaie (n°) 28Area basimetrica (m2) 24Diametro medio (cm) 25Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 251 (54%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 64 (13%)Volume (m3) 184Incremento corrente (m3) 2,70
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Da 800 fino a 2300 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini dei distretti mesalpici edendalpici.
Superficie 79.536 ha (9,1%)
I Larici-cembreti sono la quarta Categoria forestale per estensione in Piemonte,conuna diffusione limitata al settore alpino che interessa poco più del 50% delle AreeForestali.La specie in passato fu ampiamente favorita dall’uomo, a scapito delle altre coni-fere anche al di fuori del proprio ambito ottimale, per le caratteristiche tecnologi-che del legno e per lo scarso ombreggiamento della chioma che consentiva nelsottobosco la formazione di un cotico erbaceo adatto al pascolamento.Il larice è specie pioniera di climi continentali che trova il suo optimum nei distret-ti endalpici presenti nelle vallate alpine più profonde ed estese, caratterizzate dascarsa nuvolosità e bassa umidità dell’aria.I popolamenti,puri o frequentemente misti con pino cembro,peccio, faggio e abe-te bianco, ma senza che questa mescolanza incida significativamente in termini divolume e area basimetrica, sono presenti a partire da quote inferiori ai 1000 m fi-no ai limiti della vegetazione arborea.
Alle quote superiori il pino cembro in presenza di portaseme (spesso relegati inzone rupicole) può risubentrare nella dinamica di questi popolamenti incremen-tando progressivamente la propria consistenza; in assenza di pascolo o altri fatto-ri di disturbo, a tutt’oggi sono assai rare le Cembrete in purezza, riscontrabili nelbosco dell’Alevè (Val Varaita – CN) e in limitati lembi del Piccolo Bosco di Salber-trand (Alta Valle Susa – TO).Alle quote inferiori la permanenza dei Lariceti puri è legata a una selvicoltura miratao ad altri fattori esogeni come il mantenimento del pascolo i quali, una volta cessa-ti, consentono la rinnovazione, a seconda delle stazioni, di altre conifere (peccio eabete bianco) e latifoglie e in particolare faggio, frassino e acero di monte con altrespecie pioniere secondarie.Tale circostanza è ben evidenziata nel Tipo montano, incui le varianti di maggiore estensione sono determinate dalle specie succitate.Il larice forma inoltre cenosi prevalentemente pure stabili per condizioni staziona-li e su detriti di falda caratterizzati da elementi litoidi di grandi dimensioni sfrut-tando le tasche di suolo ivi presenti anche lungo i greti dei torrenti.Con un volume medio di poco inferiore ai 200 m3/ha i Lariceti presentano un valoredi provvigione media non molto elevata essendo popolamenti che possono inse-diarsi nelle fasce altitudinali più elevate, fino al limite della vegetazione arborea e, ingenerale, in ambiti caratterizzati da una bassa fertilità stazionale; conseguentemen-
107
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 37 – Tipi forestali dei Larici-cembrete e relative superfici.
� Figura 106 – Composizionespecifica percentuale a ettaro di alberi,volume e area basimetrica dei Larici-cembrete.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Abete rosso
Abete bianco
LariceFaggio
Pino cembro
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Tipo ha %
Lariceto pascolivo 12.283 15
Lariceto montano 20.870 26
Lariceto mesoxerofilo subalpino 2.683 3
Lariceto a megaforbie 3.633 5
Lariceto-cembreto su rodoreto-vaccinieto 35.360 44
Lariceto dei campi di massi 3.870 5
Cembreta xero-acidofila 648 1
Lariceto di greto 189 0,2
te anche il valore di incremento corrente risulta modesto, superiore unicamente aquello riscontrabile nelle categorie arbustive e nelle Pinete di pino uncinato.Tuttavia localmente,negli ambienti più favorevoli,e in particolare nelle stazioni delpiano montano,si possono avere formazioni di interesse produttivo anche per l’ele-vato pregio del legname ritraibile.I popolamenti risultano composti da quasi 500 piante/ha, con una quota superio-re al 50% appartenenti alle classi diametriche superiori ai 15 cm, fattore evidenzia-to dall’analisi della ripartizione diametrica e, indirettamente, dal basso rapporto n°soggetti/volume del larice.L’assetto prevalente è la fustaia e lo stadio di sviluppo fustaia adulta (con oltre il60%), mentre poco meno del 10% costituisce boschi privi di gestione a causa diforti condizionamenti stazionali.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
108
� Figura 107 – Ripartizione delleproprietà dei Larici-cembrete (%).
Oltre il 30% della superficie possiede destinazione prevalentemente produttiva-protettiva o produttiva, valore che in termini di superficie risulta fra i più elevati alivello regionale.
Pubblica68%
Altre proprietàprivate
26%
Altri Enti3%
Privata rilevata3%
� Figura 108 – Ripartizione disuperficie delle destinazioni dei
Larici-cembrete (%).
Protettiva23%
Evoluzione libera
Naturalistica24%
Produttiva5%
Fruizione4%
Protettivo-produttiva
27%
17%
I Larici-cembreti sono la Categoria con la superficie a specifica destinazione diprotezione generale diretta di infrastrutture e manufatti, più estesa; si tratta diambiti prevalentemente alpini dove i pericoli naturali risultano particolarmenteelevati.Circa 1/3 della superficie assume destinazione naturalistica,essendo inclusa in areesoggette a tutela; ai sensi della Direttiva «Habitat» tali cenosi sono considerate diinteresse comunitario.Quasi il 5% della superficie, che in termini assoluti risulta la più elevata a livello dicategoria, ha funzione di fruizione, destinazione che i Lariceti svolgono negli am-biti più antropizzati e dove preferenzialmente le strutture dei boschi risultano sem-plificate, con radi soggetti di medio-grandi dimensioni, riferibili in particolare al Ti-po del Lariceto pascolivo.Nei Larici-cembreti sono previsti interventi di gestione attiva, nei prossimi 15 an-ni, su circa il 30% della superficie; per oltre il 20% si tratta di tagli di rinnovazione,da attuarsi principalmente attraverso tagli a scelta (12%), in formazioni prevalen-temente del piano subalpino caratterizzate da maggiore mescolanza specifica estruttura più diversificata, e tagli a buche e/o a fessura (9%) destinati viceversa apopolamenti con struttura più semplificata, prevalentemente del piano montano,in cui si intende mantenere una buona partecipazione del larice.Su circa l’8% della superficie sono previsti tagli di miglioramento, prevalentemen-te diradamenti, (7%) volti a regolare lo spazio di crescita e migliorare le condizionidi sviluppo dei soggetti ritenuti più idonei in popolamenti con strutture tenden-zialmente semplificate.Circa 1/3 della superficie totale viene lasciata alla libera evoluzione a tempo inde-finito; la restante e più consistente parte della superficie non è percorribile con in-terventi di gestione attiva, almeno a medio termine.
109
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 109 – Ripartizione degliindirizzi di intervento dei Larici-cembrete (%).
Tagli dimiglioramento
8%
Evoluzionenaturale
25%
Tagli dirinnovazione
Monitoraggio45%
22%
Su circa il 30% della superficie l’esbosco risulta attuabile con trattore, su meno del10% per avvallamento e su ben il 35% con l’impiego di gru a cavo o teleferiche; po-co più del 6% della superficie risulta non esboscabile.
Pinete di pino montano (PN)
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
110
� Tabella 38 – Tipi forestali dellePinete di pino montano e relative
superfici.
Le Pinete di pino montano occupano una superficie estremamente limitata, conuna diffusione frammentaria e puntiforme esclusiva dell’ambito alpino.Le maggiori estensioni si sono rilevate in particolare nelle Alpi Marittime e Cozie.I popolamenti sono per lo più in purezza con oltre il 90% di piante e l’80% dell’areabasimetrica di pino montano; il larice è tra le altre specie la più frequente, in parti-colare dove le Pinete di pino montano entrano in contatto con Larici-cembrete;an-che il pino silvestre di cui può essere considerata specie vicariante nelle stazionipiù difficili del piano montano.
Pinete di pino montano
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 620
polloni 0% seme 100%
Ceppaie (n°) 0Area basimetrica (m2) 17Diametro medio (cm) 18Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 230 (37%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 14 (2%)Volume (m3) 89Incremento corrente (m3) 2,2
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Da 1000 fino a 2000 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini dei distretti mesalpici edendalpici.
Superficie 2.669 ha (0,3%)
Nell’ambito di tale Categoria sono presenti due diversi Tipi forestali, distinti in ba-se alla fisionomia: nel primo caso i soggetti possiedono portamento prevalente-mente eretto, nel secondo prostrato con individui policormici di aspetto arbusti-vo. Si tratta di formazioni che prediligono stazioni marginali, poco fertili, del pia-no montano e subalpino e, nel caso specifico del pino montano prostrato, ambitidi macereti o ghiaioni mobili al limite per la vegetazione arborea.
Tipo ha %
Pineta di pino uncinato eretto 1.786 67
Pineta di pino montano prostrato 883 33
Si tratta di popolamenti stabili, in equilibrio con le condizioni stazionali locali; conun volume/ha inferiore a 100 m3 risultano una delle categorie forestali con la mi-nore massa legnosa, superiore solo agli ostrieti e alle categorie a fisionomia arbu-stiva. L’area basimetrica è altrettanto modesta, a cui tuttavia corrisponde un dia-metro medio di 20 cm; poco meno del 40% degli individui risulta compreso nelleclassi diametriche superiori o uguali ai 20 cm.L’assetto risulta ripartito tra fustaia, prevalentemente allo stadio giovane/adulto,e popolamenti senza gestione per condizionamenti stazionali.
111
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 110 – Composizionespecifica percentuale a ettaro di alberi,volume e area basimetrica delle Pinetedi pino montano.
� Figura 111 – Ripartizione delleproprietà delle Pinete di pino montano(%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
LaricePino silvestre
Pino m ontano
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Si tratta di boschi con scarso o nullo interesse produttivo che tuttavia svolgonoun importante ruolo protettivo, essendo radicati in aree spesso instabili e sogget-te a dissesti; ma la valenza delle Pinete di pino montano è soprattutto naturalisti-ca; essendo tra l’altro annoverate tra gli Habitat di interesse comunitario, priorita-rio se radicate su suoli calcarei.
Pubblica83%
Altre proprietàprivate
11%Altri Enti
5%
Privata rilevata1%
In considerazione della funzione prevalentemente naturalistica gli interventi digestione attiva, almeno nei prossimi 15 anni, sono previsti su una superficie assailimitata; poco meno del 50% della superficie tuttavia viene sottoposta a monito-raggio,e in particolare i boschi di protezione dei quali è opportuno seguirne l’evo-luzione valutando la possibilità di programmare cure minime qualora vi siano ele-menti che possano pregiudicarne la stabilità. La quota maggioritaria è invece de-stinata all’evoluzione naturale.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
112
� Figura 112 – Ripartizione delledestinazioni delle Pinete di pino
montano (%).
� Figura 113 – Ripartizione degliindirizzi di intervento delle Pinete di
pino montano (%).
Protettiva30%
Naturalistica60%
Protettivo-produttiva
Produttiva<1%
Evoluzione libera7%
3%
Tagli dimiglioramento
1%
Evoluzionenaturale
54%
Tagli di rinnovazione<1%
Monitoraggio45%
Trattandosi di boschi privi di gestione l’esbosco risulta prevalentemente non ne-cessario mentre sul restante 30% circa è possibile utilizzare altre modalità.
Arbusteti subalpini (OV)
113
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 39 – Tipi forestali degliArbusteti subalpini e relative superfici.
Arbusteti subalpini
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 363
polloni 59% seme 41%
Ceppaie (n°) 68Area basimetrica (m2) 8Diametro medio (cm) 17Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 71 (20%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 13 (3%)Volume (m3) 64Incremento corrente (m3) 1
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Da 800 fino a 2000 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini prevalentemente sul pianosubalpino.
Superficie 31.770 ha (3,6%)
Si tratta della più rilevante categoria di vegetazione forestale arbustiva, diffusaesclusivamente sull’arco alpino, in particolare nel piano subalpino, con preferenzaper i versanti esposti a settentrione, lungo i quali può scendere anche al piano mon-tano.Gli Alneti di ontano verde prevalgono nei settori alpini centro-settentrionali, e inparticolare nelle Alpi Cozie e Graie.Si tratta di formazioni arbustive prevalentemente pure, nelle quali a secondadella quota e delle caratteristiche stazionali possono infiltrarsi altre specie arboreee in particolare il larice, faggio, abete rosso, betulla e sorbo degli uccellatori.I popolamenti sono suddivisi in due principali Tipi forestali: uno primario, evoluto-si prevalentemente su canaloni di valanga e uno secondario, d’invasione su areeprecedentemente pascolate.Nel primo caso l’evoluzione è pressoché assente,osta-colata dalle dinamiche naturali,nel secondo più evidente con reinsediamento pro-gressivo delle specie arboree anticamente eliminate dall’uomo, in particolare lari-ce, altre conifere e latifoglie pioniere.
Tipo ha %
Alneto di ontano verde st. primario 10.137 32
Alneto di ontano verde st. d’invasione 21.633 68
Trattandosi di una cenosi prevalentemente arbustiva, con soggetti in gran partesotto la soglia cavallettabile, la massa legnosa risulta estremamente bassa, così co-me i valori di area basimetrica. Anche gli incrementi risultano assai modesti, di po-co superiori a 1 m3/ha anno.Conseguentemente la ripartizione diametrica risulta sbilanciata verso le classi dia-metriche inferiori e solo 1/5 delle piante è compreso nella classe superiore o ugua-le a 20 cm.L’assetto prevalente è dato da formazioni prive di gestione per evidenti condizio-namenti stazionali; lo stadio evolutivo risulta di conseguenza prevalentemente ir-regolare.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
114
� Figura 114 – Composizionespecifica percentuale a ettaro di alberi,
volume e area basimetrica degliArbusteti subalpini.
� Figura 115 – Ripartizione delleproprietà degli Arbusteti subalpini (%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Abete rosso
LariceFaggio
Pino nero
BetullaSorbo uccellatori
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Pubblica55% Altre proprietà
private33%
Altri Enti6%
Privata rilevata6%
Si tratta di cenosi che per fisionomia, struttura e accessibilità risultano in gran par-te prive di una specifica destinazione e pertanto vengono lasciate alla libera evo-luzione. Poco meno di 1/5 della superficie possiede destinazione protettiva, confunzione di consolidamento dei versanti, in particolare per quanto riguarda la pre-
servazione dai dissesti più superficiali.Su oltre 1/3 della superficie prevale la desti-nazione naturalistica; si tratta di cenosi che, anche in ambiti esterni alle aree pro-tette costituiscono importanti aree di rifugio per la fauna alpina e in particolare peril gallo forcello che fra gli arbusti trova riparo, siti per la nidificazione e fonte di nu-trimento.
115
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 116 – Ripartizione delledestinazioni degli Arbusteti subalpini(%).
� Figura 117 – Ripartizione degliindirizzi di intervento degli Arbustetisubalpini (%).
Protettiva17%
Fruizione<1%
Protettivo-produttiva
1%
Naturalistica31%
Evoluzione libera51%
Tagli dimiglioramento
1%
Tagli di rinnovazione<1%
Monitoraggio22%
Evoluzionenaturale
77%
Date le particolari destinazioni, su oltre i 3/4 della superficie non sono previsti in-terventi di gestione attiva, sulla restante parte nel prossimo quindicennio è pre-visto il monitoraggio, in particolare per i boschi di protezione sui quali potrannorendersi necessari interventi di cure specifiche.
Trattandosi di boschi senza gestione l’esbosco risulta in gran parte non necessa-rio; sul 10% circa della superficie è possibile intervenire con altre modalità.
Arbusteti planiziali e montani (AS)
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
116
� Tabella 40 – Tipi forestali degliArbusteti planiziali e montani e relative
superfici.
In tale Categoria rientrano le cenosi composte in prevalenza da specie arbustivecon altezza non superiore ai 3 m e copertura inferiore al 20%; qualora vi sia un su-peramento di tali parametri si ricade automaticamente nelle Boscaglie.La diffusione di tale Categoria risulta piuttosto frammentaria sebbene presente invari ambiti del territorio regionale a causa dell’elevata eterogeneità e valenza eco-logica dovuta alla presenza di tipi forestali a varia ecologia; tuttavia le maggioriestensioni sono state rilevate per gli Arbusteti mesoxerofili di Prunus spinosa e Cor-nus sanguinea localizzati con maggiore frequenza negli ambiti collinari, dei rilieviappenninici e collinari interni, su coltivi e pascoli abbandonati.Dall’analisi inventariale emerge che le specie arboree più frequenti sono quellequercine e in particolare farnia e rovere; tuttavia il maggior contributo è fornitodalla categoria altre latifoglie e conifere nella quale confluiscono un mosaico dispecie arboree e arbustive i cui singoli apporti non sono valutabili.L’evoluzione di tali cenosi è estremamente variabile in funzione del Tipo foresta-le; per gli Arbusteti mesoxerofili di Prunus spinosa e Cornus sanguinea, più diffusi einteressanti sotto l’aspetto produttivo, l’evoluzione è spesso accompagnata dallarinnovazione delle prime specie arboree,e in particolare, quelle quercine,che con-ducono alla costituzione in tempi più o meno rapidi di popolamenti arborei.
Arbusteti planiziali e montani
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 76
polloni 37% seme 63%
Ceppaie (n°) 8Area basimetrica (m2) 2Diametro medio (cm) 19Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 31 (41%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 4 (5%)Volume (m3) 16Incremento corrente (m3) 1,4
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino a 1400 m
Ambiti geografici prevalentiRilievi appenninici, alpini e collinariinterni.
Superficie 2.546 ha (0,3%)
Tipo ha %
Arbusteto montano xerofilo di Prunus sp.pl/Berberis vulgaris 454 18
Arbusteto rupestre di Amelanchier ovalis 197 8
Arbusteto montano di Buxus sempervirens 36 1
Arbusteto mesoxerofilo di Prunus spinosa e Cornus sanguinea 1.656 65
Arbusteto di Spartium junceum 204 8
La struttura e la fisionomia di tale Categoria, con composizione prevalentementearbustiva e copertura assai modesta, influisce negativamente sulla quantità di bio-massa, che risulta la meno elevata rispetto alle altre categorie. Tuttavia la presen-za di un modesto numero di piante cavallettabili ma con diametro elevato produ-ce un diametro medio di classe 20, fra i più elevati, con conseguente ripartizionedi circa il 50% degli individui nella classe superiore o uguale a 20 cm.L’assetto è attribuito in parte a boschi senza gestione e in parte a quelli di neofor-mazione, con stadio di sviluppo prevalentemente irregolare.
117
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 118 – Composizionespecifica percentuale a ettaro di alberi,volume e area basimetrica degliArbusteti planiziali e montani.
� Figura 119 – Ripartizione delleproprietà degli Arbusteti planiziali emontani (%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Ciliegio selvatico
RobiniaPino silvestre
FarniaRovere
Pioppi clonali
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
Pubblica16%
Altre proprietàprivate
82%
Altri Enti1%
Privata rilevata1%
La destinazione prevalente risulta quella produttiva; con l’evoluzione e il progres-sivo insediarsi delle latifoglie le potenzialità produttive di alcuni popolamenti, infunzione del Tipo forestale e della localizzazione,potrebbero essere elevate, in pro-spettiva anche per il conseguimento di assortimenti di pregio.
Su circa il 95% della superficie, almeno nel prossimo quindicennio, non sono pre-visti interventi di gestione attiva.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
118
� Figura 120 – Ripartizione delledestinazioni degli Arbusteti planiziali e
montani (%).
� Figura 121 – Ripartizione degliindirizzi di intervento degli Arbusteti
planiziali e montani (%).
Evoluzione libera7%
Produttiva6%
Protettivo-produttiva36%
Naturalistica23%
Protettiva28%
Tagli di
miglioramento2%
Evoluzione
naturale21%
Tagli di
rinnovazione3%
Monitoraggio74%
L’esbosco risulta attuabile mediante trattori, su oltre il 50% della superficie, men-tre sulla restante parte non é strettamente necessario.
Rimboschimenti (RI)
119
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Tabella 41 – Tipi forestali deiRimboschimenti e relative superfici.
Rimboschimenti
Caratteristiche dendrometriche ad ettaroN° alberi 874
polloni 10% seme 90%
Ceppaie (n°) 41Area basimetrica (m2) 31Diametro medio (cm) 21Ripartizione diametrica ≥ 20 cm (n°) 417 (48%)Ripartizione diametrica > 35 cm (n°) 41 (5%)Volume (m3) 221Incremento corrente (m3) 7,7
Caratteristiche ecologicheLimiti altitudinali Fino ai limiti della vegetazione
Ambiti geografici prevalentiRilievi alpini e appenninici,prevalentemente del piano montano.
Superficie 18.989 ha (2,2%)
Tipo ha %
Rimboschimento dei piani planiziale e collinare 5.719 30
Rimboschimento del piano montano 12.439 66
Rimboschimento del piano subalpino 831 4
I Rimboschimenti in Piemonte occupano poco più del 2% della superficie foresta-le totale e hanno diffusione prevalentemente alpina soprattutto nella fascia pe-demontana.Si tratta di impianti con età assai variabile, realizzati diffusamente a partire dall’ini-zio del secolo scorso. Le conifere maggiormente utilizzate risultano larice, abeterosso, pino nero e pino silvestre; la quercia rossa risulta la specie più impiegata inambito planiziale.Nella categoria delle «altre latifoglie e conifere» è incluso il pino strobo, ampia-mente utilizzato in ambito planiziale e collinare; le altre latifoglie autoctone pre-senti sono da considerarsi prevalentemente spontanee, fase di evoluzione natu-rale, che diviene particolarmente rapida nei popolamenti realizzati con speciefuori stazione.
Con un volume/ha pari a oltre 220 m3 i Rimboschimenti risultano una delle cate-gorie con la maggiore biomassa, inferiore solo alle Abetine e Peccete; anche gli in-crementi annuali risultano fra i più elevati a livello regionale. L’area basimetrica èsuperiore a 30 m2/ha e il diametro medio superiore a 20 cm, con circa il 50% deisoggetti nella classe superiore o uguale ai 20 cm.Tali parametri indicano anche l’as-senza o carenza di interventi intercalari.L’assetto prevalente è il rimboschimento, che viene attribuito a quei popolamen-ti dove la copertura della fustaia artificiale è superiore al 50%; lo stadio di sviluppoprevalente risulta la fustaia giovane/adulta con circa il 70% della superficie.
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
120
� Figura 122 – Composizionespecifica percentuale a ettaro di alberi,
volume e area basimetrica deiRimboschimenti.
0%
10%
20%
30%
Abete rosso
Abete bianco
LariceFaggio
Castagno
Pino nero
BetullaPino silvestre
Pino marittimo
Altre latifoglie e conifere
Alberi
Volume
Area basimetrica
� Figura 123 – Ripartizione delleproprietà dei Rimboschimenti (%).
Pubblica52%
Altre proprietàprivate
40%
Altri Enti4%
Privata rilevata4%
Si tratta di boschi con buone potenzialità produttive, come sottolineato dalla ri-partizione delle destinazioni; poco meno di 1/3 della superficie svolge funzioneprotettiva o generale diretta di infrastrutture e insediamenti umani. In termini dipercentuale e di estensione risulta una delle categorie in cui la funzione di fruizio-ne assume maggiore importanza.
Su oltre i 3/4 della superficie è prevista la gestione attiva, attraverso tagli di mi-glioramento che prevedono in particolare diradamenti (43%) e trasformazioni(11%) verso diverse composizioni. Sono interventi che guidano l’evoluzione delbosco, ne migliorano la stabilità e la resistenza agli incendi boschivi che spesso lidevastano le priorità sono in particolari contesti in cui sono state impiegate spe-cie esotiche o autoctone fuori stazione.
121
Categorie forestali: aspetti ecologici, dendrometrici ed evolutivo-colturali
� Figura 124 – Ripartizione delledestinazioni dei Rimboschimenti (%).
Protettiva29%
Evoluzione libera1%
Naturalistica17%
Produttiva12%
Fruizione7%
Protettivo-produttiva34%
� Figura 125 – Ripartizione degliindirizzi di intervento deiRimboschimenti (%).
Monitoraggio23%
Tagli dirinnovazione Evoluzione
naturale
Tagli dimiglioramento
69%
1%
7%
L’esbosco risulta attuabile con trattori su oltre il 50% della superficie; su circa il 20%con gru a cavo e su oltre il 10% con l’avvallamento; solo una minima parte, inferio-re al 5%, non risulta esboscabile.
8. Accessibilità e sistemi di esbosco
Sulla base della cartografia ufficiale di riferimento (CTR Regione Piemonte 1:10.000)e di sopralluoghi sul terreno sono stati individuati e censiti tutti i tracciati che at-traversano aree silvopastorali per almeno 300 m di sviluppo. Per ciascuno diessi è stata compilata una scheda descrittiva relativa a caratteristiche dimensio-nali e costruttive dell’opera, stato di manutenzione, aspetti patrimoniali e regimed’uso.A partire da queste informazioni è stato quindi possibile eseguire una classifica-zione delle strade/piste da un punto di vista costruttivo e funzionale. Per quantoriguarda il tipo costruttivo, la classificazione adottata differisce in parte da quelleutilizzate da altri Autori*. La classificazione secondo le funzioni ha invece intesodescrivere l’attuale utilizzo prevalente dell’infrastruttura. La rete è stata suddivisafra viabilità pubblica (costruita e gestita per finalità di collegamento, utilizzabile li-mitatamente per le attività agro-forestali) e la rete agro-silvopastorale, destinataspecificamente alle attività di gestione, con transito motorizzato riservato ai soliaventi diritto.
122
� Tabella 42 – Parametri dimensionalie costruttivi utilizzati per la
classificazione della viabilità inPiemonte.
Caratteristiche
Stradecamionabili
principali(S1)
Stradecamionabilisecondarie
(S2)
Stradetrattorabili
(S3)
Pistecamionabili
(P1)
Pistetrattorabili
(P2)
Piste permezzi agricoli
minori(MP)
Larghezza prevalentepiano viabile (esclusaeventuale cunetta) (m)
6 4 3 4 3 2
Larghezza minima dellacarreggiata nei rettifili (m)
4 3 2,5 3 2,5 1,5
Raggio minimo dicurvatura (m)
9 6 5 6 4 non definito
Pendenza media massima(%)
10 10 12 10 12 15
Pendenza massima perbrevi tratti (max 50 m) (%)
18 18 20 18 25 25
Contropendenza max (%) 10 10 10 10 10 15
Massicciata sì sì sì no no no
Cunetta longitudinale sì sì a trattieventuali
localmenteeventuali
localmenteno
Opere di sostegno sì sì sìeventuali
localmenteeventuali
localmenteno
* Le piste camionabili e trattorabili sono state considerate come viabilità principale e permanente,men-tre è stata introdotta un’ulteriore categoria rappresentata dalle «piste per mezzi agricoli minori», ovve-ro da tracciati di sezione trasversale ridotta transitabili solo con piccoli trattori. Tali piste, diffuse nelleproprietà private della fascia pedemontana, non consentono allo stato attuale l’impiego di macchina-ri moderni e produttivi, ma costituiscono l’unica via di accesso al bosco.
Per quanto riguarda l’analisi delle esigenze di viabilità e lo stato di servizio,ven-gono individuate,per ogni tracciato, fasce servite a monte e a valle di ampiezza pla-nimetrica pari a 100 – 200 e 400 m, in base al tipo di intervento selvicolturale e alsistema di esbosco.
123
Accessibilità e sistemi di esbosco
� Figura 126 – Ampiezza delle fasceservite dalla viabilità (espressa in metrie considerata uguale a monte e a valledel tracciato) in funzione degliassortimenti ritraibili e della pendenzadel terreno. Si considera legname digrandi dimensioni quello provenienteda alberi aventi diametro >30 cm, dipiccole e medie dimensioni da alberirispettivamente di 15-20 e 20-30 cm.
PENDENZA DEL TERRENO
SISTEMI DI ESBOSCO ED AMPIEZZA DELLE FASCE SERVITE
100 m
200 m
400 m
Classe Descrizione
Assortimenti di piccole e medie dimensioni Assortimenti di grandi dimensioni
salita discesa salita discesa
1°0-25%
Terreni pianeggianti
Trattore con verricello o rimorchio Trattore con verricello o rimorchio
2°P= 26-50%
Terreni pendenti
Trattore con verricello Avvallamento guidato(canalette)
Gru a cavo a stazionemotrice mobile
Trattore con verricelloo rimorchio
3°P>51%
Terrenifortemente pendenti
Trattore con verricello Avvallamentolibero
Gru a cavo tradizionali
Inoltre la metodologia utilizzata distingue le esigenze di accesso alle foreste daquelle di esbosco.Si richiede il solo accesso di personale munito di attrezzature leggere (motoseghe,decespugliatori,attrezzi manuali,ecc.) quando,nel quindicennio di validità del pia-no, si prevedono interventi colturali in soprassuoli giovani o cure minime nei bo-schi di protezione senza l’esbosco di legname. In questi casi si considera servitauna fascia dell’ampiezza di 400 m planimetrici a partire dalla strada,uguale per tut-te le classi di pendenza.Ciò significa che il tempo di accesso per raggiungere il pun-to più lontano della particella e il corrispondente dislivello da percorrere non so-no costanti,ma crescono all’aumentare della pendenza del terreno,variando da 15
minuti a un ora. Nelle aree dove invece si prevede di ritrarre legname in ragione dialmeno 10 m3/ha sono state considerate servite le fasce,a monte e valle di ciascuntracciato, di ampiezza planimetrica pari a 100, 200 o 400 m. L’ampiezza è stabilitain base alle attrezzature impiegabili, scelte secondo una griglia di valutazione cheprende in considerazione pendenza del terreno e dimensioni del legname (Figu-ra 126): si distinguono i terreni da trattori (fino al 50% di pendenza) dove pre-valgono i sistemi di esbosco via terrestre,da quelli da teleferiche dove le linee ae-ree integrano e sostituiscono la viabilità, in misura sempre maggiore all’aumenta-re della pendenza del terreno.Il metodo così concepito porta a prevedere una maggiore necessità di viabilità(densità da 25 a 50 m/ha) nelle comprese costituite da boschi cedui dove, quandoi terreni superano il 25% di pendenza, le dimensioni ridotte del legname limitanola scelta dei sistemi di esbosco; nelle fustaie la rete viabile può essere meno densapoiché sono ipotizzabili, per ragioni tecniche ed economiche, distanze di esboscomaggiori, grazie anche a un impiego diffuso delle gru a cavo, con una densità distrade – preferibilmente camionabili – compresa fra 15 e 25 m/ha.
8.1. Caratteristiche e sviluppo della viabilità silvopastorale
Il reticolo viario censito ammonta a 38.712 km suddivisi in 25.749 tracciati, conuna densità media pari a 15,2 m di strade e piste per ettaro di territorio. Tale reti-colo è costituito da viabilità pubblica non di interesse forestale (collegamento o al-tro) per 7.910 km, da viabilità pubblica di interesse forestale per 16.582 km, e daviabilità a uso agro-silvopastorale per 14.220 km. All’interno di quest’ultima cate-goria si possono poi distinguere i tracciati destinati al servizio prevalente dei bo-schi (9.280 km), da quelli il cui utilizzo più importante è legato alle attività alpicol-turali o di foraggicoltura di bassa valle (4.940 km).
Accessibilità e sistemi di esbosco
124
� Figura 127 – Ripartizione della reteviabile sulla base delle funzioni
prevalenti.Viabilità pubblica
di interesseforestale
43%
ViabilitàAgrosilvopastorale
37%
Viabilità pubblica nondi interesse forestale
20%
Con riferimento alla classificazione per tipi costruttivi la viabilità pubblica è co-stituita per il 27% da strade camionabili principali, il 37% da camionabili seconda-rie, il 26% da strade trattorabili e il restante 10% da piste. Le caratteristiche dimen-sionali della viabilità agro-silvopastorale sono mediamente inferiori, con soli 1.984km di tracciati camionabili (14%) e il restante 86% della rete costituito da piste ostrade di larghezza inferiore a 3 m .
I dati che seguono sono da riferirsi esclusivamente al territorio montano, dovesono stati rilevati in quanto essenziali per la corretta gestione dell’accessibilità alpatrimonio forestale e pastorale.Per quanto riguarda le opere d’arte, i dati evidenziano una generale carenza. Leopere di sostegno sono presenti in quantità limitate nel 41% dei tracciati: preval-gono quelle in pietrame con il 36% dei casi, seguiti dai tracciati ove si hanno più ti-pologie costruttive (32%) e dai manufatti in calcestruzzo (30%) mentre le tecnichedi ingegneria naturalistica sono ancora poco utilizzate (2%). Con riferimento alleopere di regimazione delle acque, le cunette longitudinali sono presenti su tuttoil tracciato o anche solo a tratti, nel 41% dei casi (in genere strade e piste camiona-bili), nel restante 52% esse sono del tutto assenti. Le cunette trasversali dovrebbe-ro integrare le precedenti nei tratti a maggiore pendenza; il numero rilevato è pe-rò solo pari a 2 unità per chilometro, circa 10 volte inferiore ai valori ritenuti idoneiper percorsi di montagna*; meno di un terzo dei tracciati presenta manufatti perl’attraversamento di acque superficiali: si contano 2.054 fra ponti e ponticelli, ri-spetto alle 4.686 opere presenti a corredo della viabilità pubblica.Spicca altresì il modesto numero di piazzali di manovra e deposito del legname(aventi superficie di almeno 30 m2), attualmente in ragione di uno ogni 3,6 km ditracciato.Tale carenza va a detrimento della sicurezza di circolazione, ma è soprat-tutto causa di difficoltà e maggiori costi nell’organizzazione ed esecuzione delleoperazioni di utilizzazione forestale.
* Non sono state registrate le opere costruite con soli movimenti di terreno quali piccoli sciacqui odossi trasversali.
125
Accessibilità e sistemi di esbosco
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
14000
16000
18000
Viabilità agrosilvopastorale Viabilità pubblica di interesse forestale
Svilu
pp
o (k
m)
� Figura 128 – Ripartizione della reteviabile in funzione dei tipi costruttivi.
MP
P1
S3
S2
P2
P2
S3
S2
S1
P1
MP
Per quanto riguarda lo stato di manutenzione della rete viabile agro-silvopasto-rale montana, si rileva che quasi il 29% dei tracciati richiede interventi: principal-mente emerge la necessità di lavori di spianamento o ricolmatura del fondo stra-dale (24%) e di miglioramento/ripristino dell’efficienza delle opere di sgrondo del-le acque (42%). Tombini, opere di sostegno e ponti richiedono invece curemanutentive rispettivamente nel 19, 23 e 13% dei tracciati ove presenti.Il 5% delle strade e piste non è percorribile in seguito a fenomeni erosivi intensi,franamenti delle scarpate o invasione del piano stradale da parte di vegetazionelegnosa.
8.2. Accessibilità e miglioramento della rete
Gli oltre 38.000 km di viabilità pubblica e silvopastorale presenti sul territorio pie-montese permettono di considerare serviti da viabilità il 46% dei boschi poten-zialmente oggetto di gestione attiva; questi costituiscono il 62% della superficieforestale. L’indice QS, che rappresenta la quota parte di superficie forestale servi-ta da viabilità in relazione agli interventi previsti e ai sistemi di esbosco adottabili,assume a livello regionale valori compresi fra 14 e 81%,rispettivamente corrispon-denti alle Aree Forestali Valle Vigezzo e Basso Monferrato Astigiano. Evidentemen-te non sempre è opportuno fare confronti tra valli alpine a morfologia fortemen-te incisa, dove la rete viabile è limitata ai fondovalle principali e a pochi versanti dibassa valle, e aree collinari o pedemontane con versanti meno acclivi, con nume-rosi insediamenti abitativi collegati da una rete viabile pubblica discretamente svi-luppata, dalla quale si ramificano frequenti piste agro-silvopastorali al servizio diboschi di latifoglie e prati-pascoli.Tuttavia a parità di rete viabile e orografia, l’indi-ce QS può variare anche in funzione dell’assetto dei boschi e delle scelte del redat-tore del piano. In generale le fustaie risultano meglio servite rispetto ai ceduigrazie a fasce di servizio più ampie, mentre l’indice assume valori alti anche condensità viabili relativamente basse quando il pianificatore ha deciso di sottoporrea intervento i soli popolamenti prossimi alla viabilità, destinando al monitoraggioquelli più lontani dalle strade. Il valore dell’indice deve essere quindi letto e inter-pretato caso per caso,unitamente alle proposte di intervento sulla rete viabile e al-l’incremento atteso di superficie servita.
Accessibilità e sistemi di esbosco
126
� Tabella 43 – Presenza di manufattinella viabilità agro-silvopastorale
(espressa come frequenza percentualedi tracciati che presentano il
manufatto, rispetto al totale dellacategoria).
Tipo costruttivo
Stradecamionabilisecondarie
(S2)
Stradetrattorabili
(S3)
Pistecamionabili
(P1)
Pistetrattorabili
(P2)
Piste per mezzi agricoli
minori (MP)
Tutti i tracciati
Fondoartificiale omigliorato
Frequenza(%)
88 82 18 2 3 –
Sostegnoscarpate
58 41 21 16 17 20
Ponti etomboni
42 29 16 13 7 15
Cunettelongitudinali
68 42 31 13 3 17
Cunettetrasversali
Unità/km3,4 3,7 2,2 1,8 0,7 2,0
Piazzole 0,6 0,4 0,5 0,4 0,2 0,4
127
Accessibilità e sistemi di esbosco
Area ForestaleTotale
superficieforestale [ha]
Boschi serviti
[ha]
Boschi non serviti
[ha]
Boschi senzaesigenza di
servizio [ha]
Indice QS[%]
Montagna
Val Curone, Grue e Ossona 13.335 5.066 4.957 3.312 51%
Val Borbera e Valle Spinti 23.834 9.235 9.676 4.923 49%
Val Lemme e Alto Ovadese 22.302 7.287 8.484 6.531 46%
Alta Valle Orba e Valle Erro 24.877 8.099 11.735 5.043 41%
Langa Astigiana 8.028 2.102 1.874 4.052 53%
Valli Po, Bronda e Infernotto 17.711 6.661 7.075 3.976 48%
Valle Varaita 21.074 6.441 9.007 5.626 42%
Val Maira 25.756 6.220 7.307 12.230 46%
Val Grana 11.638 3.077 2.568 5.994 55%
Valle Stura 22.589 5.445 8.336 8.807 40%
Valli Gesso, Vermenagna e Pesio 32.483 7.934 6.553 17.997 55%
Valli Monregalesi 25.130 9.533 7.309 8.288 57%
Alta Val Tanaro, Mongia e Cevetta 41.347 13.844 13.198 14.305 51%
Valli Antigorio e Formazza 25.196 4.222 6.639 14.335 39%
Valle Vigezzo 14.568 1.219 7.517 5.831 14%
Valle Antrona 6.635 605 2.460 3.570 20%
Valle Anzasca 15.673 1.271 7.322 7.080 15%
Valli Ossolane 20.627 1.797 3.938 14.892 31%
Valle Strona, Cusio Mottarone e Orta 17.589 2.928 9.065 5.597 24%
Val Grande, Val Cannobina e Alto Verbano 24.498 3.335 5.946 15.218 36%
Valle Pellice 13.789 5.331 3.602 4.856 60%
Valli Chisone e Germanasca 27.718 4.545 8.958 14.215 34%
Pinerolese e Pedemontano e Val Sangone 20.017 6.992 8.228 4.797 46%
Bassa Val di Susa e Val Cenischia 24.047 4.396 8.997 10.654 33%
Alta Valle di Susa 25.680 7.109 5.323 13.248 57%
Valli di Lanzo 29.047 7.909 7.640 13.498 51%
Val Ceronda e Casternone, Alto Canavese 18.152 5.380 9.147 3.626 37%
Valle Orco e Soana 20.390 1.935 4.675 13.781 29%
Val Chiusella, Valle Sacra e Dora BalteaCanavesana
12.837 4.547 2.549 5.740 64%
Val Sesia 46.247 5.123 15.721 25.403 25%
Alta e Bassa Valle Cervo, Val Sessera,Valle Mosso, Prealpi Biellesi
30.740 11.244 7.050 12.445 61%
Alta e Bassa Valle Elvo 9.173 4.918 2.942 1.312 63%
Totale montagna 692.727 175. 747 225. 796 291.183 44%
Accessibilità e sistemi di esbosco
128
Area ForestaleTotale
superficieforestale [ha]
Boschiserviti
[ha]
Boschinon serviti
[ha]
Boschi senzaesigenza di
servizio [ha]
Indice QS[%]
Collina
Alta Langa e Langa Esterna 27.779 5.792 11.926 10.062 33%
Alto Novarese 17.965 5.956 7.690 4.319 44%
Monferrato Casalese 8.970 5.348 2.574 1.047 68%
Basso Monferrato Astigiano 22.054 11.807 2.850 7.397 81%
Alto Monferrato Astigiano 12.689 5.241 3.399 4.049 61%
Roero 10.081 6.131 2.697 1.253 69%
Colline del Po, tratto Torinese 13.295 4.913 8.046 337 38%
Canavese-Eporediese 11.933 6.253 3.031 2.649 67%
Totale collina 124.767 51.441 42.214 31.113 55%
Pianura
Pianura Alessandrina Settentrionale 4.715 760 2.636 1.319 22%
Pianura Cuneese 6.705 3.685 1.965 1.056 65%
Pianura Torinese Meridionale 3.202 1.045 2.033 124 34%
Pianura Vercellese 11.227 4.734 5.009 1.484 49%
Pianura Biellesie 6.833 2.722 3.548 563 43%
Pianura Novarese 16.341 2.771 10.491 3.079 21%
Pianura Alessandrina Meridionale 8.142 3.525 2.560 2.057 58%
Totale pianura 57.166 19.242 28.242 9.682 41%
Totale Piemonte 874.660 249.270 293.412 331.978 46%
� Tabella 44 – Indici di servizio daviabilità delle Aree Forestali
piemontesi.Un’ulteriore elaborazione riguarda le zone boscate servibili sfruttando la prossi-mità delle stesse con terreni agricoli facilmente percorribili nella stagione inver-nale, quando cioè non sono coltivati e il suolo consolidato dalle basse temperatu-re permette una buona transitabilità. A tale fine, attorno alle categorie di uso delsuolo considerate percorribili, è stata costruita una fascia di 150 m che, qualora in-tersechi delle superfici boscate, le rende servite.I risultati di questa elaborazione vengono riportati nella tabella che segue.
129
Accessibilità e sistemi di esbosco
Area ForestaleTotale
superficieforestale [ha]
Boschi serviti
[ha]
Boschi non serviti
[ha]
Boschi senzaesigenza di
servizio [ha]
Indice QS[%]
Montagna
Val Curone, Grue e Ossona 13.335 7.859 2.164 3.312 78%
Val Borbera e Valle Spinti 23.834 14.410 4.501 4.923 76%
Val Lemme e Alto Ovadese 22.302 10.376 5.396 6.531 66%
Alta Valle Orba e Valle Erro 24.877 14.882 4.952 5.043 75%
Langa Astigiana 8.028 3.881 96 4.052 98%
Valli Po, Bronda e Infernotto 17.711 8.743 4.992 3.976 64%
Valle Varaita 21.074 10.540 4.909 5.626 68%
Val Maira 25.756 7.926 5.600 12.230 59%
Val Grana 11.638 3.737 1.907 5.994 66%
Valle Stura 22.589 7.306 6.477 8.807 53%
Valli Gesso, Vermenagna e Pesio 32.483 10.379 4.108 17.997 72%
Valli Monregalesi 25.130 12.366 4.476 8.288 73%
Alta Val Tanaro, Mongia e Cevetta 41.347 18.179 8.863 14.305 67%
Valli Antigorio e Formazza 25.196 5.921 4.940 14.335 55%
Valle Vigezzo 14.568 2.038 6.698 5.831 23%
Valle Antrona 6.635 739 2.326 3.570 24%
Valle Anzasca 15.673 1.810 6.784 7.080 21%
Valli Ossolane 20.627 2.629 3.106 14.892 46%
Valle Strona, Cusio Mottarone e Orta 17.589 3.579 8.413 5.597 30%
Val Grande, Val Cannobina e Alto Verbano 24.498 3.990 5.291 15.218 43%
Valle Pellice 13.789 6.327 2.606 4.856 71%
Valli Chisone e Germanasca 27.718 5.564 7.939 14.215 41%
Pinerolese e Pedemontano e Val Sangone 20.017 8.724 6.496 4.797 57%
Bassa Val di Susa e Val Cenischia 24.047 5.974 7.419 10.654 45%
Alta Valle di Susa 25.680 8.341 4.092 13.248 67%
Valli di Lanzo 29.047 10.845 4.704 13.498 70%
Val Ceronda e Casternone, Alto Canavese 18.152 11.249 3.278 3.626 77%
Valle Orco e Soana 20.390 2.981 3.628 13.781 45%
Val Chiusella, Valle Sacra e Dora BalteaCanavesana
12.837 6.194 902 5.740 87%
Val Sesia 46.248 6.672 14.171 25.403 32%
Alta e Bassa Valle Cervo, Val Sessera, ValleMosso, Prealpi Biellesi
30.740 13.125 5.170 12.444 72%
Alta e Bassa Valle Elvo 9.173 6.980 881 1.312 89%
Totale montagna 692.728 244.261 157.282 291.182 61%
Accessibilità e sistemi di esbosco
130
Area ForestaleTotale
superficieforestale [ha]
Boschiserviti
[ha]
Boschinon serviti
[ha]
Boschi senzaesigenza di
servizio [ha]
Indice QS[%]
Collina
Alta Langa e Langa Esterna 27.778 13.695 4.023 10.061 77%
Alto Novarese 17.965 9.855 3.791 4.319 72%
Monferrato Casalese 8.970 7.923 – 1.047 100%
Basso Monferrato Astigiano 22.054 14.658 – 7.397 100%
Alto Monferrato Astigiano 12.689 8.640 – 4.049 100%
Roero 10.081 8.683 146 1.253 98%
Colline del Po, tratto Torinese 13.295 11.724 1.236 337 90%
Canavese Eporediese 11.933 8.507 777 2.649 92%
Totale collina 124.766 83.684 9.973 31.112 89%
Pianura
Pianura Alessandrina Settentrionale 4.715 3.396 – 1.319 100%
Pianura Cuneese 6.705 5.649 – 1.056 100%
Pianura Torinese Meridionale 3.202 3.078 – 124 100%
Pianura Vercellese 11.227 7.253 2.491 1.484 74%
Pianura Biellesi 6.833 5.768 502 563 92%
Pianura Novarese 16.341 10.353 2.909 3.079 78%
Pianura Alessandrina Meridionale 8.142 6.085 – 2.057 100%
Totale pianura 57.166 41.582 5.902 9.682 88%
Totale Piemonte 874.660 369.527 173.157 331.976 69%
� Tabella 45 – Indici di servizio dacoperture del territorio delle Aree
Forestali piemontesi.
� Nella pagina a fianco:
Tabella 46 – Confronto tra gli indici QSex-ante e ex-post in funzione degli
interventi sulla viabilità previsti dai PFTdelle Aree Forestali montane.
Come si può vedere dal confronto tra le due tabelle, la percentuale di zone serviteaumenta sensibilmente,con un evidente miglioramento per le zone di collina e so-pratutto di pianura,dovuta a una maggiore eterogeneità e inframmezzamento trazone boscate e zone agricole.
Considerando il valore sufficientemente elevato delle zone da considerarsi servi-te, le proposte di miglioramento della rete viabile risultano assai diversificate frale Aree montane e le zone collinari e planiziali. La metodologia di rilievo dei PFTprevedeva una proposta di tracciati per massimizzare l’accesso al bosco solamen-te nelle zone montane; complessivamente sono stati previsti come necessari allagestione forestale e pastorale 1660 km di nuova viabilità,ai quali si devono aggiun-gere un congruo numero di interventi di adeguamento e di ripristino da effettuar-si sulla viabilità esistente. In particolare nelle aree a orografia alpina dotate di unarete viabile pubblica poco densa (da 5 a 15 m/ha) sono previste nuove strade perconsentire una razionale gestione forestale, condizionatamente al rispetto dellastabilità dei versanti e degli equilibri idrogeologici.
131
Accessibilità e sistemi di esbosco
Area ForestaleIndice QS
ex-ante daviabilità
Interventi previstiIndice QS
ex-post daviabilità
Ripristini[km]
Adeguamenti[km]
Apertura[km]
Val Curone, Grue e Ossona 51% 52 23 17 53%
Val Borbera e Valle Spinti 49% 46 87 30 53%
Val Lemme e Alto Ovadese 46% 17 141 138 58%
Alta Valle Orba e Valle Erro 41% 47 43 42 46%
Langa Astigiana 53% 36 5 - nd
Valli Po, Bronda e Infernotto 48% 71 62 46 51%
Valle Varaita 42% 5 18 41 46%
Val Maira 46% 45 70 203 62%
Val Grana 55% 21 109 65 66%
Valle Stura 40% 208 4 24 42%
Valli Gesso, Vermenagna e Pesio 55% 13 81 45 59%
Valli Monregalesi 57% 129 19 15 64%
Alta Val Tanaro, Mongia e Cevetta 51% 35 8 50 53%
Valli Antigorio e Formazza 39% 58 3 59 41%
Valle Vigezzo 14% nd nd nd nd
Valle Antrona 20% 14 2 8 24%
Valle Anzasca 15% – 2 38 22%
Valli Ossolane 31% 28 29 12 –
Valle Strona, Cusio Mottarone e Orta 24% 5 14 17 26%
Val Grande, Val Cannobina e Alto Verbano 36% 11 11 33 42%
Valle Pellice 60% 43 20 14 62%
Valli Chisone e Germanasca 49% 28 69 203 65%
Pinerolese e Pedemontano e Val Sangone 46% 39 175 22 50%
Bassa Val di Susa e Val Cenischia 33% 95 9 130 67%
Alta Valle di Susa 57% 105 5 10 64%
Valli di Lanzo 51% 10 18 182 60%
Val Ceronda e Casternone, Alto Canavese 37% 28 132 19 42%
Valle Orco e Soana 29% – – 37 34%
Val Chiusella, Valle Sacra e Dora BalteaCanavesana
64% 18 5 867%
Val Sesia 25% 112 14 104 28%
Alta e Bassa Valle Cervo, Val Sessera, ValleMosso, Prealpi Biellesi
61% – – 48 67%
Alta e Bassa Valle Elvo 63% 30 5 – 64%
Totale 44% 1.349 1.183 1.660 51%
Nelle aree pedemontane, dove la viabilità silvopastorale è maggiormente diffusae, unitamente a quella pubblica, permette di raggiungere valori di densità da 15-20 fino a 30 m/ha,sono previsti principalmente miglioramenti delle caratteristichecostruttive e geometriche dei tracciati, a partire da quelli che hanno un ruolo stra-tegico per il servizio delle superfici silvopastorali.
8.3. Sistemi e distanze di esbosco
Analizzando i dati relativi al sistema di esbosco applicabile dei 14.164 punti del-l’inventario forestale regionale, si evidenzia come ci siano delle differenze signifi-cative tra le diverse tipologie a seconda dell’ambiente che si considera: per esem-pio, benché il trattore sia il metodo più diffuso, è in collina e in pianura che que-sto costituisce la quasi totalità dei casi, mentre in montagna risultano benrappresentati anche l’avvallamento e la gru a cavo, casi da considerare in modoresiduale in pianura e collina. L’esbosco non necessario è tipico dei popolamentiin evoluzione controllata (per esempio appena utilizzati) oppure in evoluzione na-turale dove, cioè, non è previsto un intervento. L’esbosco non eseguibile è inveceil caso più problematico, infatti vengono qui inseriti i boschi che pur necessitandodi un intervento e del relativo esbosco, sono situati al di fuori dei criteri economi-ci e tecnici standard.
Accessibilità e sistemi di esbosco
132
Sistema di esbosco Montagna Collina Pianura Totale
Avvallamento 11% 6% 2% 10%
Gru a cavo 23% 5% 2% 19%
Trattore 45% 83% 87% 55%
Non necessario 13% 6% 8% 12%
Non eseguibile 7% 1% 1% 5%
Totale 100% 100% 100% 100%
Tipo di esboscoMinima distanza
planimetricam
Distanza diesbosco fuori
pistam
Distanza diesbosco su pista
m
Distanza diesbosco totale
m
Avvallamento 150 150 600 750
Gru a cavo 350 350 650 1000
Trattore 100 100 650 750
Non necessario 450 – – –
Non eseguibile 700 – – –
Media 250 150 500 650
� Tabella 47 – Distribuzionepercentuale dei sistemi di esbosco in
funzione della zona altimetrica.
� Tabella 48 – Distanze di esbosco in montagna.
133
Accessibilità e sistemi di esbosco
� Tabella 49 – Distanze diesbosco in collina.
Tipo di esboscoMinima distanza
planimetricam
Distanza diesbosco fuori
pistam
Distanza diesbosco su pista
m
Distanza diesbosco totale
m
Allevamento 350 100 550 650
Gru a cavo 1300 200 500 700
Trattore 350 100 500 600
Non necessario 1250 – – –
Non eseguibile 500 – – –
Media 500 100 450 550
� Tabella 50 – Distanze diesbosco in pianura.
Tipo di esboscoMinima distanza
planimetricam
Distanza diesbosco fuori
pistam
Distanza diesbosco su pista
m
Distanza diesbosco totale
m
Avvallamento 100 100 300 400
Gru a cavo 450 600 800 1400
Trattore 100 100 600 700
Non necessario 150 – – –
Non eseguibile 300 – – –
Media 100 100 550 650
9. Prodotti ottenibili dalla gestione forestale
Gli interventi utili e sostenibili sull’intero territorio regionale interessano circa il60% della superficie forestale (circa 542.689 ha) che corrispondono potenzialmen-te a più di 36.000 ha/anno percorribili per il prossimo quindicennio.Per giungere alla definizione dei volumi retraibili per ciascun tipo di intervento, lametodologia adottata prevede l’applicazione di indici di prelievo medi standard,variabili anche in funzione della categoria forestale. La maggiore variabilità è pre-sente nelle ceduazioni,dove incidono fortemente sulle possibilità di prelievo la dif-ferente composizione e struttura dei popolamenti. Nei cedui composti si ipotizzadi prelevare il 25% della provvigione, in cui è notevole il volume costituito dalle ri-serve da rilasciare; nei boschi di neoformazione, la cui stabilità va assicurata inter-venendo in modo non uniforme, in funzione della morfologia del territorio e rila-sciando i soggetti affrancati o da seme più stabili anche con funzione di riserva perfavorire le dinamiche naturali del bosco, l’indice è del 50%; nelle Faggete, Casta-gneti e Querceti il tasso di prelievo con la ceduazione sale al 60% e fino all’80% peri Robinieti, in cui è comunque necessario prevedere il rilascio delle specie autoc-tone come matricine/riserve per una gestione sostenibile. Nei diradamenti e taglidi conversione a fustaia si ipotizza di prelevare in media rispettivamente il 25% eil 30% mentre nei tagli di rinnovazione in fustaia si sono adottati i seguenti tassi:25% tagli a scelta colturale, 30% tagli a buche e 40% tagli successivi adattati.Relazionando la provvigione/ha di ogni singola categoria per la superficie sog-getta ai diversi interventi e applicando il tasso di prelievo ad essi correlato,si pos-sono stimare le masse ottenibili; queste a loro volta vengono ripartite, sempre ri-correndo a indici, secondo i diversi assortimenti legnosi: da triturazione per usienergetici e industriali, tronchetti da ardere, paleria e tondame da lavoro.Sulla base di tali elaborazioni emerge che oltre il 60% della ripresa è ottenibile conle ceduazioni, che interessano il 60% dei cedui, a loro volta corrispondenti a oltreil 40% della superficie forestale totale. I tagli intercalari e di miglioramento boschi-vo, da considerarsi complessivamente a macchiatico negativo o al più in pareggio,forniscono circa il 30% della massa prelevabile; la restante quota (10%) viene da in-terventi in fustaia.In sintesi circa l’87% della massa retraibile con interventi a macchiatico posi-tivo proviene dall’utilizzazione di 1/4 della superficie boschiva.L’intero volume potenzialmente utilizzabile nell’arco del prossimo quindicennioammonta a circa 2,6 milioni di m3/anno,equivalente al prelievo di 4,8 m3/ha/an-no riferito alla superficie forestale percorribile e poco di meno di 3 m3/ha/annosulla superficie boscata totale.Tale valore è complessivamente prossimo all’incre-mento medio dell’intera superficie forestale; ciò significa che attuando tutti i pre-lievi possibili non si intaccherebbe il capitale attuale. Le tabelle che seguono rias-sumono i prelievi possibili per tipo di intervento, categoria forestale o tipo di as-sortimento ottenibile.
134
135
Prodotti ottenibili dalla gestione forestale
� Tabella 52 – Quadro riassuntivodelle principali caratteristichedendrometriche delle categorieforestali con raggruppamenti in macrocategorie (dati per ettaro).
� Tabella 51 – Volumi retraibilinell’arco del quindicennio percategoria d’intervento.Interventi
Superficie[ha]
Provvigione[m3]
Ripresa in %della
provvigione
Volumeprelevabile
[m3]
Cure colturali 19.291 3.900.385 10% 294.605
Ceduazione 228.091 38.249.919 25 – 80% 23.923.516
Diradamenti e conversioni 234.780 42.819.797 25 – 30% 11.495.273
Tagli di rinnovazione 60.526 12.638.148 25 – 40% 3.635.114
Totale gestione attiva 542.688 97.608.249 – 39.348.508
Evoluzione controllata 229.765 36.932.387 0% –
Evoluzione naturale 102.207 14.136.411 0% –
Totale gestione passiva 331.972 51.068.798 – –
Totale 874.660 148.677.047 – 39.348.508
CategoriaSuperficie
[ha]Provvigione
[m3]Area basimetrica
[m2]
Alneti planiziali e montani 5.200 179 25,3
Formazioni legnose riparie 12.475 153 20
Formazioni legnose igrofile 17.675 – –
Castagneti 204.367 220 32
Acero-tiglio-frassineti 40.846 159 22
Boscaglie pioniere e d’invasione 59.933 93 15
Boschi di neoformazione 100.778 – –
Faggete 135.770 204 29
Querco-carpineti 35.039 182 25
Querceti di roverella 42.765 91 17
Querceti di rovere 38.578 136 20
Cerrete 3.967 161 25
Ostrieti 12.897 85 17
Querceti e ostrieti 133.246 – –
Robinieti 108.136 111 18
Pinete di pino silvestre 14.326 206 32
Pinete di pino uncinato 2.669 89 16
Pinete di pino marittimo 806 102 19
Rimboschimenti 18.989 221 31
Pinete 36.789 – –
Arbusteti subalpini 31.770 65 8
Arbusteti planiziali,collinari e montani 2.546 33 6
Arbusteti 34.317 – –
Larici-cembrete 79.536 184 24
Abetine 15.221 318 36
Peccete 8.825 317 37
Abetine e Peccete 24.046 – –
Totale 874.660 – –
Prodotti ottenibili dalla gestione forestale
136
� Tabella 53 – Principali assortimentiretraibili per macrocategoria forestale.
Macrocategorie/prodotti retraibili
Assortimenti da
triturazione%
Legna da ardere
% Paleria %Tondame da lavoro
% Totale
Formazioni igrofile 389.225 75% 93.414 18% 10.379 2% 25.948 5% 518.966
Castagneti 10.154.871 55% 3.692.680 20% 2.769.510 15% 1.846.340 10% 18.463.402
Abetine e Peccete 531.684 44% 193.739 16% - 0% 483.615 40% 1.209.038
Lariceti 299.237 25% 119.695 10% - 0% 778.015 65% 1.196.947
Faggete 1.264.591 25% 3.287.938 65% - 0% 505.837 10% 5.058.366
Boschi di neoformazione 420.073 31% 746.774 54% 68.638 5% 137.276 10% 1.372.761
Pinete 428.252 37% 148.817 13% - 0% 577.070 50% 1.154.139
Querceti e ostrieti 1.082.317 25% 2.597.560 60% - 0% 649.390 15% 4.329.267
Robinieti 1.511.406 25% 3.325.093 55% 906.843 15% 302.281 5% 6.045.623
Totale 16.081.656 41% 14.205.709 36% 3.755.371 10% 5.305.772 13% 39.348.508
I Castagneti sono la categoria che concorre in misura maggiore alla produzione dibiomassa, con una quota pari al 47% del totale e a quasi 2/3 del materiale di tritu-razione; seguono Robinieti, Faggete e Querceti che globalmente concorrono conil 40% circa. Si tratta tuttavia di Categorie in cui prevale la proprietà privata, per ol-tre il 90%; solo nelle Faggete tale quota scende al 51%.I Castagneti, sebbene i 3/4 della massa risultino destinati a triturazione e legna daardere, forniscono potenzialmente anche il maggior quantitativo di paleria e as-sortimenti da lavoro, rispettivamente con il 75% e il 35% del totale.Per quanto concerne le altre Categorie, Robinieti, Faggete e Querceti fornisconocirca il 42% delle biomasse destinate alla triturazione e all’uso energetico.Quasi la metà degli assortimenti da lavoro è fornita nell’ordine da Lariceti, Quer-ceti, Pinete e Faggete .Ciò premesso si osserva che le biomasse attualmente disponibili nei boschi pie-montesi sono prevalentemente destinate a uso energetico o alla triturazione (77%)mentre solo il 13% può essere utilizzato per produrre assortimenti di maggior pre-gio a uso durevole.Con l’applicazione delle rilevanti migliorie boschive previste, a medio termine ta-le percentuale potrebbe decisamente aumentare.
10. Biodiversità forestale
In Piemonte i Siti afferenti alla Rete Natura-2000 (SIC e ZPS) e le Aree Protette, in-tese come Parchi Naturali Regionali e Nazionali, Riserve e Zone di salvaguardia,complessivamente si estendono per oltre 370.000 ha, corrispondenti al 15% del-la superficie territoriale regionale e con uguale incidenza nella superficie fore-stale. I Siti Natura-2000 sono in Piemonte 183, di cui 85 in tutto o in parte coinci-denti con i limiti delle 63 Aree Protette, che ne risultano a loro volta comprese perl’83,5% della superficie.La rete Natura 2000 nasce per iniziativa dell’UE (in applica-zione delle Direttive 92/43/CEE «Habitat» e 79/409/CEE «Uccelli») con l’obiettivo digarantire il mantenimento, e all’occorrenza, il ripristino di uno stato di conserva-zione soddisfacente dei tipi di habitat naturali,delle specie europee e di flora e fau-na più rappresentative e a rischio (rare, minacciati o vulnerabili).
137
� Tabella 54 – Ripartizione dellesuperfici complessive e forestali inclusein Siti della rete Natura-2000 e in Areeprotette.
Tipologia DefinizioneNumero di aree
ha superficieterritoriale
% rispetto allasuperficieregionale
ha superficieforestale
% rispetto allasuperficieforestale
Aree protetteParchi naturali regionalie Nazionali, Riserve eZone di salvaguardia
85 213.600 8,4% 71.500 8,2%
Siti Natura2000
SIC 128 307.900 12,1% 108.750 12,4%
ZPS 55 282.200 11,1% 73.300 8,4%
Totale nettoprotetto
370.297 15% 134.425 15%
Non protetto 2.168.000 85% 740.235 85%
La superficie forestale piemontese è riconducibile in quota consistente, per carat-teristiche compositive, fitosociologiche ed ecologiche, ad habitat di interesse co-munitario in base all’«Interpretation Manual of European Habitat», redatto dall’UE;in particolare sono stati identificati 6 gruppi di habitat forestali comprendenti intutto 16 habitat d’interesse.
Biodiversità forestale
138
� Tabella 55 – Habitat forestali diinteresse comunitario in Piemonte.
CategorieGruppo
di habitatCodice
Natura-2000Denominazione Manuale europeo
Habitat Natura-2000
% della categoriariferita ad habitat
di interessecomunitario
Acero-tiglio-frassineti
Forestedell’europatemperata
(91)
9180*Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
26,5
Alneti planiziali e montani 91E0*Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinusexcelsior (Alno- Padion, Alnion incanae, Salicionalbae)
100
Faggete
9110 Faggeti del Luzulo-Fagetum
100
9130 Faggeti dell’Asperulo-Fagetum
9140Faggeti subalpini dell’Europa Centrale con Acer eRumex arofolius
9150Faggeti calcicoli dell’Europa Centrale delCephalanthero-Fagion
Querco-carpineti
9160Querceti di farnia o rovere subatlantici edell’Europa Centrale del Carpinion betuli
100
91F0Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercusrobur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsioro Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)
Querceti di rovere 9180*Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
0,4
Formazioni legnose riparie
91E0*Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinusexcelsior (Alno- Padion, Alnion incanae, Salicionalbae)
Torrenti Alpini(32)
3240Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salixelaeagnos
Foreste dicaducifoglie
mediterranee(92)
92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Castagneti 9260 Foreste di Castanea sativa 95
Larici-cembreteForeste
montane diconifere della
fasciatemperata
(94)
9420 Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinus cembra 100
Peccete 9410Foreste acidofile montane e alpine di Picea(Vaccinio-Piceetea)
100
Pinete di pino montano
9430 Foreste montane e subalpine di Pinus uncinata
86
9430*Foreste montane e subalpine di Pinus uncinata susubstrato gessoso o calcareo
Arbusti ecespugli della
fasciatemperata
(40)
4070*Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum(Mugo- Rhododendretum hirsuti)
Pinete di pino marittimo
Forestemontane di
coniferemediterranee
(95)
9540 Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici 100
100
La correlazione tra le Categorie e gli Habitat di interesse comunitario è stata am-piamente valutata a cura dell’IPLA, per ulteriori approfondimenti si rimanda allamanualistica regionale (Tipi forestali del Piemonte, 2004; Ambienti e specie dellaDirettiva «Habitat», 2003).Come osservabile nella Figura 129 ben undici categorie forestali su ventuno risul-tano in parte o del tutto riconducibili ad habitat di interesse comunitario. Alcu-ne di esse tuttavia presentano solo una minima percentuale inclusa negli Habitat,relativa ad alcuni tipi. Per quanto riguarda gli Acero-tiglio-frassineti vi rientra solola parte minoritaria riguardante i popolamenti di forra, escludendo quelli di inva-sione; nei Querceti di rovere solo il raro Tipo del Querco-tiglieto è incluso negli ha-bitat di interesse comunitario tra le foreste del Tilio-Acerion; per i Castagneti sonostati esclusi i popolamenti da frutto,come specificato nel manuale Habitat (EUR25),così come tra le Pinete di pino montano sono stati esclusi i popolamenti acidofilidi pino montano a portamento prostrato.Su una superficie forestale complessiva regionale di 874.660 ha,quella riconducibi-le ad habitat d’interesse comunitario è di 485.066 ha,pari a circa il 55%,di cui 77.864ha circa (16%) sono inclusi in aree tutelate (Rete Natura-2000 e Aree Protette).Il quadro che segue considera la sola quota di habitat forestali d’interesse comu-nitario inseriti all’interno della Rete Natura-2000 e nelle Aree Protette.Sono preva-lenti le Foreste di caducifoglie mediterranee e i boschi misti di latifoglie della fa-scia temperata; fra i primi dominano i Castagneti (40%), fra le seconde le Faggete,in particolare i Tipi forestali riconducibili ai boschi acidofili di faggio (23%).Tra le foreste montane di conifere della fascia temperata,prevale nettamente la ca-tegoria dei Larici-cembrete, mentre circoscritta è l’estensione per gli altri habitat(Peccete e Pinete di pino montano).All’interno della Rete Natura-2000 e Aree Protette (Tabella 56), si nota che percen-tualmente gli Arbusteti della fascia temperata (comprendenti 1 solo habitat circo-scritto) risultano quasi totalmente protetti, seguiti dai boschi di conifere montani(Lariceti, Peccete, Pinete di pino uncinato) protetti per circa 1/4 e dalla vegetazio-ne arbustiva dei greti e torrenti alpini con analoga percentuale.Con percentuali in-feriori al 20% si trovano i boschi di latifoglie (Faggete,Acero-frassineti di forra,Quer-co-carpineti) e i popolamenti di pino marittimo. In minore misura risultano protet-ti i Castagneti, anche se in assoluto la loro superficie protetta è estesissima.
139
Biodiversità forestale
� Tabella 56 – Ripartizione dei gruppi di Habitat rispetto alla ReteNatura-2000 e alle Aree Protette.
Habitat
Inclusi in SIC/ZPS/AAPP
Non inclusi in SIC/ZPS/AAPP
Totale
ha %* ha % ha %
Foreste dell’Europa temperata (91) 36.882 19,1 156.267 80,9 193.149 39,82
Foreste di caducifoglie mediterranee (92) 16.261 8,2 18.1215 91,8 197.476 40,71
Foreste montane di conifere della fasciatemperata (94)
23.319 25,9 6.6795 74,1 90.114 18,58
Foreste montane di conifere mediterranee (95) 150 18,6 657 81,4 806 0,17
Torrenti alpini (32) 798 26,6 2.202 73,4 2.999 0,62
Arbusti e cespugli della fascia temperata (40) 456 87,4 66 12,7 522 0,11
Totali 77.864 15,9 407.202 84,1 485.066 100
Il livello medio di protezione, ponderato in funzione della superficie di ogni habi-tat, è di poco inferiore al 16%. Si nota che a maggiore diffusione dell’habitat, corri-sponde percentualmente un minor livello di inclusione in SIC, ZPS o Aree Protette;il caso più evidente è per i Castagneti e per le Faggete. Le figure che seguono illu-strano lo stato di fatto per i singoli habitat.
Biodiversità forestale
140
� Figura 129 – Ripartizione dellasuperficie degli Habitat d’interesse
comunitario fra Aree protette e non (in scala logaritmica).
1
10
100
1000
10000
100000
1000000
3240
4070
*
9110
9130
9140
9150
9160
9180
*
91E0
*
91F0
9260
92A
0
9410
9420
9430
9430
*
9540
Aree Natura2000 e/o in Aree Protette Aree Natura2000 Non Protette
� Figura 130 – Percentuale diprotezione per i singoli Habitat
d’interesse comunitario (l’indicazioneAree Natura-2000 è riferito alla sola
quota fuori da aree già protette).
0%
20%
40%
60%
80%
100%
%
3240
4070
*
9110
9130
9140
9150
9160
9180
*
91E0
*
91F0
9260
92A
0
9410
9420
9430
9430
*
9540
Aree Natura2000 e/o in Aree Protette Aree Natura2000 Non Protette
Analizzando i dati per ogni singolo habitat si osserva come vi sia molta variabili-tà e che livelli di protezione elevatissimi (prossimi all’80%) si riscontrino solo in 2habitat molto rari: faggete altimontane a megaforbie e acero di monte (9140) epinete di pino mugo (4070); all’opposto livelli di protezione prossimi al 20% si ve-rificano in 4 habitat: faggete acidofile (9110), foreste di versante, ghiaioni e vallo-ni del Tilio-Acerion (9180), foreste a galleria di Salix alba e Populus alba (92A0) e pi-nete mediterranee di pini mesogeni (9540).
Infine si rileva come il numero di Habitat forestali tutelati nelle singole Aree pro-tette piemontesi sia piuttosto variabile: si va infatti da un minimo di 1 per alcunearee protette collinari e planiziali di ridotta estensione, a massimi di 10 per areemontane vaste.
141
Biodiversità forestale
� Tabella 57 – Classi di percentuale disuperficie protetta per gli Habitat diinteresse comunitario.
Livello di protezione % Habitat
< 10% 9180 e 9260
fra 10% e 20% 9110, 9130, 92A0, 9540
fra 20% e 50% 9150, 9160, 91E0, 91F0, 9410, 9420, 9430, 3240
fra 50% e 80% 9140 e 4070
> 80% –
11. Le Aree Forestali del Piemonte
La pianificazione forestale di aree vaste costituisce un approccio innovativo estrettamente correlato alla pianificazione del territorio.Per ottenere una ripartizione idonea alla gestione multifunzionale del patrimo-nio forestale il territorio regionale è stato suddiviso in Aree Forestali il più possi-bile omogenee dal punto di vista delle caratteristiche ambientali e amministrati-ve. Come unità minima di base indivisibile è stato assunto il limite comunale ed ascala regionale è stata effettuata una divisione per grandi ambiti prevalentemen-te montani alpini e appenninici, collinari e planiziali; alle diverse fasce altimetrichecorrispondono specifiche tecniche differenti per la redazione dei Piani ForestaliTerritoriali.Per la montagna le singole Aree Forestali corrispondono al territorio di una o piùComunità Montane, cui talora sono stati aggregati comuni esterni situati allosbocco delle valli aventi caratteristiche tipologiche e di estensione della copertu-ra forestale assimilabili.In collina e pianura i comuni sono stati aggregati su base subprovinciale, rispet-tando le ripartizioni territoriali delle Comunità Collinari.In tutto sono state definite 47 Aree, di cui 33 prevalentemente montane, 6 colli-nari e 8 di pianura.Le superfici territoriali e forestali delle singole Aree Forestali sono assai variabi-li (rispettivamente tra 100.000 e 10.000 ha e tra 5.000 e 50.000 ha) in relazione allecaratteristiche dei diversi ambiti e fasce altimetriche, ove ai territori più ampi cor-rispondono in generale indici di boscosità più bassi.Nelle pagine che seguono viene presentata la sintesi delle caratteristiche dellesingole Aree forestali del Piemonte, mediante schede il cui colore di sfondo cor-risponde alla fascia altimetrica (verde montagna; violetto collina, giallo pianura).Ciascuna scheda riporta un breve quadro delle valenze, criticità e opportunitàdel comparto forestale e pastorale, le superfici territoriali e forestali, l’indice diboscosità.Una tabella contiene i dati di riferimento dendrometrico per le principaliCategorie forestali presenti (fino a 5, aventi copertura pari almeno al 5% deltotale).Tre istogrammi riportano le superfici delle principali coperture del territorio, ditutte le categorie forestali presenti, i regimi patrimoniali di quelle più diffuse.Seguono 6 figure con diagrammi a torta riportanti la ripartizione dei boschi perproprietà, assetti evolutivo-colturali, destinazione funzionale, tipo e priorità d’in-tervento selvicolturale, esigenze di servizio per l’accesso ed esbosco. Ai fini dellacorretta definizione delle diverse voci si rimanda alla trattazione generale perfasce altimetriche.Infine sul retro della scheda si riporta un cartogramma con i limiti dell’AreaForestale e dei diversi comuni che la compongono, con la rappresentazione acolori delle principali classi di copertura del territorio: boschi, aree a valenzapastorale, aree agricole, arboricoltura da legno, acque e greti, aree urbanizzate,rocce macereti e ghiacciai. In presenza di isole amministrative o di superfici terri-toriali non continue i nomi dei comuni sono ripetuti.
142
Di seguito vengono elencate le 47 Aree Forestali del Piemonte:
1 Valli Curone Grue e Ossona2 Val Borbera e Valle Spinti3 Alta Val Lemme e Alto Ovadese4 Alta Valle Orba e Valle Erro5 Langa Astigiana – Val Bormida6 Valli Po Bronda Infernotto7 Valle Varaita8 Valle Maira9 Valle Grana10 Valle Stura11 Valli Gesso, Vermenagna e Pesio12 Valli Monregalesi13 Alta Val Tanaro Mongia Cevetta Langa Cebana14 Langa Cuneese15 Valli Antigorio e Formazza16 Valle Vigezzo17 Valle Antrona18 Valle Anzasca19 Valle Ossola21 Valle Strona Cusio Mottarone Orta23 Val Grande – Alto Verbano – Val Cannobina25 Val Pellice26 Valli Chisone e Germanasca28 Pinerolese Pedemontano – Val Sangone29 Bassa Valle Susa e Val Cenischia30 Alta Valle di Susa32 Valli di Lanzo33 Val Ceronda Casternone – Alto Canavese – Pianura Torinese Settentrionale34 Valli Orco e Soana36 Valle Sacra – Val Chiusella – Dora Baltea Canavesana38 Val Sesia41 Alta Valle Cervo – Bassa Valle Cervo – Val Sessera – Valle Mosso – Prealpi Biellesi44 Baragge Novaresi45 Alta e Bassa Valle Elvo 51 Monferrato – Casalese52 Pianura Alessandrina Settentrionale53 Basso Monferrato Astigiano54 Alto Monferrato Astigiano55 Roero56 Pianura Cuneese57 Pianura Torinese Meridionale58 Collina e Fascia Fluviale del Po59 Canavese – Serra di Ivrea60 Pianura Vercellese61 Baragge Biellesi e Vercellesi62 Pianura Novarese63 Pianura Alessandrina Meridionale
143
• LE AREE FORESTALI •
Area Forestale
• VALLI CURONE,GRUE E OSSONA •
• Area appenninica in cui lasuperficie boschiva, costituita inprevalenza da cedui di roverella,ha estensione di poco inferiore al50% del totale ma risulta ancorain incremento; la superficieagraria (seminativi e frutteti) èpreponderante sulla restanteporzione di territorio.
• La gestione forestale èimprontata all’utilizzazione deicedui; il prodotto ha pocaincidenza sul tessuto produttivoed è generalmente finalizzatoall’utilizzo diretto.
• La superficie forestale è di proprietà prevalentemente privatacon conseguente difficoltà a predisporre una gestione unitariae omogenea.
• Buone le potenzialità di sviluppo del turismo che tuttavia non èsupportato da adeguate strutture ricettive.
• Area vocata alla produzione tartuficola, in particolare tartufobianco, possibile elemento, unitamente ad altri prodotti (vini,frutticoltura), di richiamo turistico.
1
Superficie territoriale: 30.953 haSuperficie forestale: 13.335 haIndice di boscosità: 43%
Tagli dirinnovazione in
fustaia7%
Evoluzionenaturale
2%
Monitoraggio23%
Tagli dimiglioramento
8%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo60%
Secondoquinquennio
4%
Primoquinquennio
38%Nessuna25%
Terzoquinquennio
33%
Boschi senzaesigenze di
servizio25%
Boschi non serviti37%
Boschi serviti38%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque, greti ezone umide
<1%
Arboricoltura dalegno<1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti8%
Aree agricole46%
Boschi43%
Altre proprietàprivate98%
Altri Enti1,5%
Pubblica0,5%
Protettiva39%
Evoluzione libera2%
Produttiva8%
Naturalistica1%
Produttivo-protettiva49%
Turistico-ricreativa
1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
CerreteFaggete
Formazioni legnose riparie
Orno-ostrieti
Querceti di rovere
Querceti di roverella
Rimboschimenti
Robinieti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
Castagneti
Faggete
Orno-ostrieti
Querceti di roverella
Rimboschimento
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
Ceduo in conversione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Castagneti
Faggete
Orno-ostrieti
Querceti di roverella
PubblicaAltre proprietà private
Altri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Querceti di roverella 6.584 15 80 5,0
Faggete 1.738 32 241 6,6
Castagneti 1.229 22 114 5,1
Orno-ostrieti 1.223 18 100 3,7
Area Forestale
• VAL BORBERA E VALLE SPINTI •
• Area appenninica a elevatoindice di boscosità dovuto, oltreche ai castagneti, anche aquerceti di roverella e orno-ostrieti; bassa incidenza dellesuperfici antropizzate anche perla scarsa densità dellapopolazione in particolare nellafascia montana.
• Modesta la superficie adestinazione naturalistica diinteresse tuttavia per la tutela diambienti fluviali e del paesaggioappenninico.
• Le attività selvicolturali sono ingenti ma di scarso valore, legatesoprattutto alla legna da ardere e paleria.
• In valle esiste una tradizione di artigiani mobilieri che tuttaviautilizzano legname in prevalenza di origine estera.
• Tra le produzioni rientra il formaggio, vertice di una filiera connotevoli potenzialità di sviluppo in valle.
• Di notevole interesse la produzione di funghi eduli (porcini etartufi).
• L’installazione di una centrale termica a cippato può valorizzarela filiera locale.
2
Superficie territoriale: 38.116 haSuperficie forestale: 23.834 haIndice di boscosità: 64 %
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo70%
Tagli dimiglioramento
8% Monitoraggio16%
Evoluzionenaturale
5%
Tagli dirinnovazione in
fustaia1%
Secondoquinquennio
34%
Nessuna21%
Primoquinquennio
39%
Terzoquinquennio
6%
Boschi senzaesigenze di
servizio21%
Boschi non serviti40%
Boschi serviti39%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi63%
Aree agricole17%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti13%
Rocce, maceretie ghiacciai
2%Aree urbanizzate
4%
Acque, greti ezone umide
1%
Arboricolturada legno
<1%
Privata rilevata<1%
Pubblica6%
Altri Enti1%
Altre proprietàprivate
94%
Turistico-ricreativa
1%
Produttivo-protettiva
44%
Naturalistica3%
Produttiva8%
Evoluzione libera5%Protettiva
39%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Boscaglie pioniereCastagneti
Cerrete
Faggete
Orno-ostrieti
Querceti di
Robinieti
RimboschimentiFormazioni legnose
riparie
di invasione
roverella
Querceti di
rovere
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Castagneti
Cerrete
Faggete
Orno-ostrieti
Querceti di roverella
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
Ceduo in conversione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Castagneti
Cerrete
Faggete
Orno-ostrieti
Querceti di roverella
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 6.367 34 212 9,7
Orno-ostrieti 5.332 16 70 4,6
Querceti di roverella 4.343 16 73 3,1
Faggete 2.628 33 212 7,8
Cerrete 1.597 22 111 6,6
3
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo36%
Evoluzionenaturale
7%
Monitoraggio22%
Tagli dimiglioramento
35%
Terzoquinquennio
33%
Primoquinquennio
12%Nessuna
29%
Secondoquinquennio
26%
Boschi serviti33%
Boschi non serviti38%
Boschi senzaesigenze di
servizio29%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi62%
Areeagricole
22%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti10%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1%Aree urbanizzate4%
Arboricolturada legno
<1%
Acque, greti ezone umide
1%
Privata rilevata6%
Pubblica14%
Altri Enti6%
Altre proprietàprivate
74%
Turistico-ricreativa
1%
Produttivo-protettiva
46%
Produttiva17%
Protettiva8%
Naturalistica28%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Arbusteti planiziali,
collinari e montani
Boscaglie pioniere
di invasione
CastagnetiCerrete
Formazioni
legnose riparieOrno-ostrietiPinete di Pino
marittim
o
Querceti di rovereQuerceti di roverellaQuerco-carpientiRimboschimentiRobinieti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Castagneti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Rimboschimenti
Bosco senza gestioneRimboschimentoBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Castagneti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Rimboschimenti
PubblicaPrivata rilevataAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Querceti di rovere 6.675 16 69 3,3
Castagneti 5.968 26 120 5,8
Robinieti 4.214 12 81 5,5
Rimboschimenti 1.791 22 130 4,1
Querceti di roverella 1.669 9 36 3,7
Area Forestale
• ALTA VAL LEMME E ALTO OVADESE •
• Nella porzione montanaprevalgono i cedui di castagno,mentre in quella collinare eplaniziale i robinieti e i quercetidi rovere e roverella, spesso afustaia.
• Sono presenti localmente cenosidi spiccata valenza produttiva,ma in prevalenza si ritrovanoboschi poveri che richiedonodiffusi interventi dimanutenzione e miglioramento.
• Area a elevata superficie condestinazione naturalistica per lapresenza di Parchi Naturali Regionali.
• È presente un’area protetta caratterizzata da notevole valorepaesistico legato al permanere di forme di paesaggio ruraletradizionale
• La gestione forestale è improntata all’utilizzo del ceduo per laproduzione di legna da ardere.
• Nel decennio 1990-2000 si sono verificati il 29% degli incendidella Provincia di Alessandria.
• Area caratterizzata dalla notevole estensione di territorio diproprietà della Regione Piemonte.
• La presenza di forme associate di gestione forestale potrebberoassicurare un utilizzo razionale della risorsa.
Superficie territoriale: 35.709 haSuperficie forestale: 22.302 haIndice di boscosità: 62%
Area Forestale
• ALTA VALLE ORBA E VALLE ERRO •
• Area appenninica con indice diboscosità assai elevato (60%);la superficie forestale è dovuta in prevalenza a cedui di roverellae rovere, di proprietà quasiesclusivamente privata.
• Sono presenti habitat, oggetto di tutela, di interesse per laconservazione di ambienti acarattere mediterraneo.
• Gli interventi a macchiaticopositivo derivano unicamentedall’utilizzazione dei cedui.
• Operano nell’area 20 impreseforestali di dimensioni piccole e medie (da 1000-8000 q annui);operano inoltre 2 segherie (Spigno Monferrato, Molare)orientate rispettivamente alla lavorazione del pioppo e del legname da lavoro.
• Viabilità forestale carente per estensione e difetti strutturali.
• Buone potenzialità per il turismo tuttavia non adeguatamentesupportato e pianificato.
• Area con buona attitudine alla tartuficoltura possibile fonte di integrazione del reddito delle aziende agricole.
4
Superficie territoriale: 41.999 haSuperficie forestale: 24.877 haIndice di boscosità: 60%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo78%
Tagli dimiglioramento
2%
Monitoraggio19%
Evoluzionenaturale
1%
Taglio dirinnovazione in
fustaia0,03% Secondo
quinquennio62%
Nessuna20%
Primoquinquennio
11%
Terzoquinquennio
7%
Boschi senzaesigenze di
servizio20%
Boschi non serviti47%
Boschi serviti33%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque, greti ezone umide
1%
Arboricolturada legno
1%
Aree urbanizzate3%
Rocce, maceretie ghiacciai
1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti8%
Aree agricole27%
Boschi59%
Privata rilevata4%
Pubblica3%
Altri Enti1%
Altre proprietàprivate
92%
Turistico-ricreativa3%
Produttivo-protettiva
54%
Naturalistica16%
Produttiva19%
Evoluzione libera0,05%Protettiva
8%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Alneti planiziali
e montani
Arbusteti planiziali,
collinari e montani
Boscaglie pioniere
di invasioneCastagnetiCerrete
Formazioni legnose
riparie
Pinete di Pino marittimo
Pinete di Pino Silvestre
Querceti di rovereQuerceti di roverella
Querco-carpientiRimboschimentiRobinieti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Castagneti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
Ceduo in conversione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Castagneti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Querceti di roverella 8.723 12 53 1,8
Querceti di rovere 5.862 15 75 2,9
Castagneti 5.755 21 108 6,3
Robinieti 2.608 15 108 10,9
5
Tagli dirinnovazione in
fustaia<1%
Evoluzionenaturale
4%
Monitoraggio47%
Tagli dimiglioramento
4%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo45%
Terzoquinquennio
7%
Primoquinquennio
12%Nessuna
51%
Secondoquinquennio
30%
Boschi serviti26%
Boschi non serviti23%
Boschi senzaesigenze di servizio
51%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi43%
Aree agricole36%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti16%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1%Aree urbanizzate
1%
Arboricoltura dalegno
3%
Acque, greti ezone umide
<1%Altre proprietà
private99%
Altri Enti1%
Protettiva8%
Evoluzione libera3%
Produttiva8%
Naturalistica12%
Produttivo -protettiva
69%
Turistico-ricreativa0,02%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Alneti planiziali,
montani
Arbusteti planiziali,
collinari
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Cerrete
Orno-ostrietiPinete di Pino silvestreQuerceti di roverellaRobinieti
RimboschimentiFormazioni legnose
riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
Castagneti
Querceti di roverella
Robinieti
Boscaglie pioniere
e di invasione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Boscaglie
pioniere di invasione
Castagneti
Querceti di roverella
Robinieti
Altri enti
Altre proprietà private
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Querceti di roverella 3.304 29 148 4,8
Castagneti 1.875 16 105 9,3
Robinieti 1.201 18 80 10,7
Boscaglie pioniere diinvasione 1.074 21 156 4,8
Area Forestale
• LANGA ASTIGIANA E VAL BORMIDA •
• Area collinare (Alta Langa),vocata alla viticoltura, costituitain prevalenza da cedui diroverella, di proprietà totalmenteprivata.
• L’area è di interesse naturalisticoper la conservazione e tutela dihabitat a carattere mediterraneo.
• La filiera del legno non è unsettore produttivo importante;l’utilizzazione è famigliare, legataalla legna da ardere per usoprivato.
• Le segherie che operano in zonasi approvvigionano per l’80% al di fuori della ComunitàMontana e solo per il rimanente dalla produzione locale.
• Lo spopolamento delle aree rurali è fenomeno ancora sensibilein anni recenti.
• Ai fini dell’utilizzo delle risorse silvo-pastorali la viabilità èadeguata.
• Zona da sempre vocata alle attività pastorali, per la produzionedi ottimi formaggi molto rinomati.
• Area particolarmente vocata alla tartuficoltura, con ricadutesull’economia locale.
Sup. forestale totale: 18.951 haSuperficie forestale: 8.028 haIndice di boscosità: 46%
Area Forestale
• VALLI PO, BRONDA E INFERNOTTO •
• Area montana con coperturaarborea, estesa a poco più del36% della superficie, costituita inprevalenza da latifoglie, inparticolare da ceduo di castagnoe da formazioni di invasione.
• Le superfici a valenza pastorale,pur estese, stanno subendo unprogressivo abbandono.
• Tutta la fascia fluviale del Po ècompresa nel Parco NaturaleRegionale del Po – TrattoCuneese, con presenza di alcunibiotopi significativi per lorospecifiche valenze naturalistiche.
• Le attività legate alla foresta e al legname sono di pocaincidenza sul tessuto produttivo locale: le imprese diutilizzazione sono inferiori alla decina, e le poche segherie solosporadicamente lavorano legname locale.
• Gli incendi possono essere problematici sia in termini difrequenza che di estensione soprattutto nella fascia di territorioprospiciente la pianura.
• La fruizione turistica dell’alta valle, tipicamente estiva, ènotevolmente sviluppata, ma si tratta di turismo giornaliero chespesso crea problematiche piuttosto che opportunità.
6
Superficie territoriale 48.041 haSuperficie forestale: 17.711 haIndice di boscosità: 37%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo55%
Tagli dimiglioramento
16% Monitoraggio17%
Evoluzionenaturale
5%
Tagli dirinnovazione in
fustaia7%
Secondoquinquennio
32%
Nessuna23%
Primoquinquennio
37%
Terzoquinquennio
8%
esigenze di servizio22%
Boschi non serviti40%
Boschi serviti38%
Boschi senza
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque, greti ezone umide
1%Arboricoltura da
legno1%
Aree urbanizzate3%
Rocce, maceretie ghiacciai
9%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti21%
Aree agricole29%
Boschi36%
Privata rilevata1%
Altri Enti1%
Altre proprietàprivate
71%
Pubblica27%
Turistico-ricreativa
1%
Produttivo-protettiva
49%
Naturalistica5%
Produttiva1%
Evoluzione libera5%
Protettiva39%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Acero-tiglio-frassinetiBoscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniQuerco-carpinetiQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose
riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo a sterzoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Altri EntiPubblica
Altre proprietà private
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 9.267 29 202 9,1
Acero-tiglio-frassineti 3.306 20 143 5,9
Faggete 1.733 25 173 5,5
Boscaglie pioniere diinvasione 1.540 9 46 1,6
Area Forestale
• VALLE VARAITA •
• Area montana con coperturaforestale, in costante incremento,in cui le faggete e i lariceti ecembrete, di proprietàprevalentemente pubblica,incidono per oltre 1/3.
• Area di interesse per laconservazione di ambientiforestali montani (Cembreta delBosco dell’Alevè).
• Il settore del legno (mobili, infissi,oggettistica, giocattoli)costituisce elemento trainantedell’economia ma la materiaprima è prevalentemente di origine estera.
• L’attuale viabilità non è sufficiente a soddisfare le esigenze diservizio delle aree silvo-pastorali.
• Il turismo è in costante incremento con possibilità di rilanciodel settore agroforestale.
• La legna da ardere presenta un mercato attivo, soprattutto nellamedia valle.
• Nell’ambito dei prodotti secondari del bosco i funghi e lecastagne hanno una certa rilevanza economica.
7
Superficie territoriale: 48.241 ha Superficie forestale: 21.074 haIndice di boscosità: 44%
Tagli dirinnovazione in
fustaia13%
Evoluzionenaturale
12%
Monitoraggio15%
Tagli dimiglioramento
22%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo38%
Terzoquinquennio
5%
Primoquinquennio
18%Nessuna
27%
Secondoquinquennio
50%
Boschi serviti31%
Boschi non serviti42%
Boschi senzaesigenze di
servizio27%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi44%
Aree agricole10%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti26%
Rocce, maceretie ghiacciai
18%
Aree urbanizzate2%
Arboricoltura dalegno<1%
Acque, greti ezone umide
<1%
Pubblica44%
Altre proprietàprivate
56%
Protettiva15%
Evoluzione libera12%
Produttiva1%
Naturalistica7%
Produttivo-protettiva
63%
Turistico-ricreativa
2%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planiziali,
montani
Arbusteti planiziali,
collinari
Boscaglie pioniere
di invasioneCastagnetiFaggeteLariceti e cem
brete
Arbusteti subalpini
Pinete di Pino silvestre
Querceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose
riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
Castagneti
Arbusteti subalpini
Larici-cembrete
Faggete
Acero-tiglio-frassineti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpini
Privata rilevataPubblica
Altre proprietà private
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 5.509 28 221 5,4
Larici-cembrete 4.198 9 58 2,5
Faggete 3.388 17 135 6,1
Acero-tiglio-frassineti 2.590 28 221 4,7
Arbusteti subalpini 1.894 16 118 1,2
Area Forestale
• VALLE MAIRA •
• Area montana con superficieforestale costituita per circa il50% da lariceti e cembrete efaggete; le superfici a usopastorale sono ingenti con nettaprevalenza per le praterie.
• Area di interesse per laconservazione di rare speciebotaniche, ambienti forestali e diparticolari forme di erosione(RNS Ciciu del Villar)
• La filiera legno pur disponendodi imprese di prima lavorazione etrasformazione non appareadeguata alle potenzialità del territorio.
• I danni da incendio sono sensibili soprattutto nella media Vallesui versanti più esposti.
• Il turismo rurale non “di massa” è attività in forte rilancio conpossibilità di sviluppo per il settore agro-forestale.
• La raccolta dei funghi è attività di notevole interesse con forterichiamo turistico.
• Sono presenti alcune centrali termiche a cippato che seulteriormente incrementate potrebbero contribuire asviluppare la filiera.
8
Superficie territoriale: 63.211 ha Superficie forestale: 25.756 haIndice di boscosità: 41%
Tagli dirinnovazione in
fustaia4%
Evoluzionenaturale
11%
Monitoraggio37%
Tagli dimiglioramento
22%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo26%
Terzoquinquennio
17%
Primoquinquennio
15%
Nessuna47%
Secondoquinquennio
21%
Boschi serviti24%
Boschi non serviti29%
Boschi senzaesigenze di
servizio47%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%
da legno<1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
15%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti32%
Aree agricole11%
Boschi40%
Arboricoltura
Altre proprietàprivate
51%
Altri Enti<1%%Pubbliche
49% Protettiva22%
Evoluzione libera7%
Produttiva16%
Naturalistica9%
Produttiva -protettiva
45%
Turistico-ricreativa
1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planiziali, montani
Arbusteti planiziali, collinari
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cem
brete
Arbusteti subalpini
PeccetePinete di Pino montano
Pinete di Pino silvestre
Querceti di roverella
Querceti di rovere
RobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40% Bosco senza gestioneRimboschimentoBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Castagneti
Pinete di pino silvestre
Larici-cembrete
Faggete
Acero-tiglio-frassineti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Pinete di Pino silvestre
PrivataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 3.386 33 222 9,2
Faggete 5.152 31 233 7,6
Larici-cembrete 7.315 21 168 2,6
Acero-tiglio-frassineti 2.351 25 173 8,0
Pinete di pino silvestre 2.327 25 139 2,4
Area Forestale
• VAL GRANA •
• Area montana del settore alpinopiù esterno con superficieforestale estesa a circa il 50%della superficie costituita inprevalenza da faggete; notevolelo sviluppo delle formazioni diinvasione che occupano circa il15% della superficie forestale.
• Lo sfruttamento delle risorseboschive può essereincrementata anche attraversointerventi di miglioramento.
• La viabilità deve esseremigliorata e potenziata.
• L’aspetto turistico se adeguatamente sostenuto e sviluppatopuò costituire un elemento di valorizzazione del territorio.
• Di notevole interesse la produzione castanicola con varietà dielevato pregio.
• I funghi epigei (soprattutto porcini) rappresentano unarilevante risorsa del bosco con notevole richiamo anche fuorivalle.
• La zootecnia riveste un ruolo importante grazie a produzionicasearie pregiate (Formaggio Castelmagno).
9
Superficie territoriale: 23.913 ha Superficie forestale: 11.638 haIndice di boscosità: 49%
Tagli dirinnovazione in
fustaia4%
Evoluzionenaturale
14%Monitoraggio
38%
Tagli dimiglioramento
25%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo19%
Terzoquinquennio
1%
Primoquinquennio
35%Nessuna52%
Secondoquinquennio
12%
Boschi serviti26%
Boschi non serviti22%
Boschi senzaesigenze di
servizio52%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%
Arboricoltura dalegno<1%
Aree urbanizzate3%
Rocce, maceretie ghiacciai
1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti22%
Aree agricole25%
Boschi49%
Altre proprietàprivate
89%
Altri Enti<1%
Pubblica7%
Privata rilevata4%
Evoluzionelibera
9%
Produttivo-protettiva
72%
Produttiva6%Protettiva
7%
Naturalistica6%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Acero-tiglio-frassineti
Arbusteti planiziali, montani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Faggete
Arbusteti subalpiniPinete di Pino silvestre
Querceti di roverellaRobinietiRimboschimentiFormazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40% Bosco senza gestioneFustaiaFustaia sopra ceduo
Ceduo sempliceCeduo in conversione
Ceduo a sterzo
Castagneti
Querceti di roverella
Arbusteti subalpini
Faggete
Acero-tiglio-frassineti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Faggete
Querceti di roverella
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 4.396 31 224 8,9
Castagneti 3.192 37 294 12,6
Acero-tiglio-frassineti 1.107 16 101 5,4
Querceti di roverella 661 8 28 2,0
10
Tagli dirinnovazione in
fustaia9%
Evoluzionenaturale
13%
Monitoraggio26%
Tagli dimiglioramento
12%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo40%
Terzoquinquennio
15%
Primoquinquennio
15%Nessuna
38%
Secondoquinquennio
32%
Boschi serviti24%
Boschi non serviti37%
Boschi senzaesigenze di
servizio39%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
29%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti30%
Aree agricole1%
Boschi37%
Arboricolturada legno
<1%
Altre proprietàprivate
37%
Altri Enti1%
Pubblica62%
Privata rilevata<1%
Protettiva24%
Evoluzione libera5%
Produttiva24%
Naturalistica14%
Produttivo-protettiva
30%
Turistico-ricreativa
3%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planiziale, montani
Arbusteti montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cem
brete
Orno-ostrietiArbusteti subalpini
PeccetePinete di Pino uncinato
Pinete di Pino silvestre
Querceti di roverella
Querceti di rovere
RobinietiRimboschimenti
Formazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Robinieti
Bosco senza gestioneRimboschimentoBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 5.941 27 154 6,4
Larici-cembrete 5.439 19 150 3,3
Castagneti 3.724 32 256 7,2
Acero-tiglio-frassineti 2.126 17 114 7,1
Abetine 1.219 36 318 7,7
Area Forestale
• VALLE STURA DI DEMONTE •
• Area montana con coperturaarborea costituita principalmenteda cedui di faggio e, in minormisura, da lariceti e cembreti. Ilrestante uso del suolo risultaripartito tra rocce, macereti ezone pascolive.
• Area di notevole interessenaturalistico con ambienti alpinie ripariali, che ospitano specie difauna e flora rare, tutelate conl’istituzione di 4 Aree Natura-2000 e un Parco regionale.
• La filiera legno è sviluppata,impegnando numerose imprese (oltre 20), e in ulteriore crescitanel comparto castanicolo.
• In bassa valle gli incendi sono elemento di criticità dacontrastare con la prevenzione e il miglioramento dei sistemi diestinzione.
• Risulta necessario migliorare e incrementare la viabilità ad usosilvo-pastorale.
• La zootecnia è un settore di notevole interesse, sostenuta ancheattraverso programmi di rilancio delle razze autoctone (pecorasambucana).
Superficie territoriale: 60.778 haSuperficie forestale: 22.589 haIndice di boscosità: 37%
Area Forestale
• VALLE GESSO,VERMENAGNA E PESIO •
• Area montana con coperturaarborea, estesa a poco meno del50% della superficie, costituita inprevalenza da latifoglie, inparticolare da ceduo di faggio.
• Area a elevata superficie condestinazione naturalistica per lapresenza di 2 Parchi Regionali.
• La gestione forestale èimprontata all’utilizzo del ceduo.
• Risulta necessario l’adeguamentodella rete viaria
• Nei territori allo sbocco delle valligli incendi possono assumereuna certa gravità in occasione di inverni siccitosi.
• La pressione antropica è notevole per la presenza di areeestrattive, industriali e urbane di estese dimensioni.
• Il razionale utilizzo delle risorse silvo-pastorali (tra cui lacastanicoltura) e paesaggistiche possono incrementare losviluppo economico.
• Un importante sbocco per la filiera è costituito dalla possibilitàdi diffusione di centrali termiche alimentate a biomassa.
11
Superficie territoriale: 72.787 haSuperficie forestale: 32.483 haIndice di boscosità: 44%
Tagli dirinnovazione in
fustaia5%
Evoluzionenaturale
13%
Monitoraggio22%
Tagli dimiglioramento
16%
Tagli di rinnovazionein ceduo e fustaia
sopra ceduo44%
Terzoquinquennio
6%
Primoquinquennio
23%
Nessuna55%
Secondoquinquennio
16%
Boschi serviti24%
Boschi non serviti20%
Boschi senzaesigenze di
servizio56%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
zone umideAcque greti e
1% Arboricoltura dalegno<1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
16%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti28%
Aree agricole9%
Boschi44%
Altreproprietà
private
Altri Enti7%
Pubblica45%
Privatarilevata
4%
44%
Protettiva2%
Evoluzione libera9%
Produttiva15%
Naturalistica33%
Produttivo-protettiva
40%
Turistico-ricreativa
1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planiziali, montani
Arbusteti planiziali, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLaricetiArbusteti subalpini
Pinete di Pino montano
Querceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Acero-tiglio-frassinetiBoscaglie pioniere
e di invasione
Castagneti
Faggete
Arbusteti subalpini
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduo
Ceduo sempliceCeduo in conversione
Ceduo a sterzo
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Faggete
Arbusteti subalpini
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 14.109 31 149 5,9
Castagneti 7.706 36 245 8,3
Arbusteti subalpini 2.743 10 57 1,7
Acero-tiglio-frassineti 2.477 19 156 9,0
Boscaglie pioniere diinvasione 1.706 19 103 6,2
12
Tagli dirinnovazione in
fustaia<1%
Evoluzionenaturale
3%
Monitoraggio30%
Tagli dimiglioramento
27%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo40%
Terzoquinquennio
27%
Primoquinquennio
2%Nessuna
44%
Secondoquinquennio
27%
Boschi serviti38%
Boschi non serviti29%
Boschi senzaesigenze di
servizio33%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi49%
Aree agricole27%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti17%
Rocce, maceretie ghiacciai
2%Aree urbanizzate
4%
Arboricolturada legno
1%
Acque greti ezone umide
<1%
Altre proprietàprivate
77%
Altri Enti1%Pubblica
21%
Privata rilevata1% Protettiva
4%
Evoluzione libera3%
Produttiva24%
Naturalistica1%
Produttivo-protettiva
67%
Turistico-ricreativa
1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planiziali, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cem
brete
Orno-ostrietiPinete di Pino montano
Querco-carpinetiQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Castagneti
Faggete
Robinieti
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
Fustaia
Ceduo semplice
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Castagneti
Faggete
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 15.000 34 417 20,6
Faggete 5.678 30 200 7,2
Robinieti 1.528 25 181 5,8
Area Forestale
• VALLI MONREGALESI •
• Area montana con coperturaarborea caratterizzata in manierapreponderante dalla presenzadei castagneti, sia cedui che dafrutto.
• Anche le coperture a valenzapastorali sono estese eestremamente importantinell’ambito dell’economia diquesto territorio.
• Area di grande valenzanaturalistica con la presenza dinumerose aree protette regionalie Siti della Rete Natura-2000.
• Spiccata vocazione forestale del comprensorio con elevatapossibilità di sfruttamento sia in termini economici, attraversoutilizzazioni forestali guidate anche mediante tecniche volte avalorizzare assortimenti di maggiore qualità e conseguentebeneficio economico.
Importante filiera sviluppata sulla base dei prodotti non legnosi:castagne, funghi, tannino.
La presenza di forme associate di gestione forestale potrebberoassicurare un utilizzo razionale della risorsa.
Un interessante sbocco per la filiera della bassa e media valle,potrebbe essere determinato dalla diffusione di centralitermiche di medio-bassa potenza alimentate a biomassa.
Superficie territoriale: 51.082 haSuperficie forestale: 25.130 haIndice di boscosità: 50%
Area Forestale
• ALTA VALLE TANARO, MONGIA,CEVETTA E LANGA CEBANA •
• L’Area Forestale, di particolarerilevanza regionale per lasuperficie territoriale, ha unindice di boscosità medio pari al61%, con notevole differenza fra icomuni della porzione montanae quelli collinari più esterni(Langa Cebana), ove l’indice diboscosità scende a valoriprossimi al 10%. In questi comuniinfatti l’agricoltura e, più chealtro, la viticoltura e la coltura delnocciolo rappresentano un usopredominante del territorio.
• Importante filiera sviluppata sulla base dei prodotti nonlegnosi: castagne, funghi, tannino.
• Area di grande valenza naturalistica con la presenza di AreeProtette Regionali e Siti della Rete Natura 2000.
• La filiera legno è sufficientemente sviluppata, grazie anche allapresenza di caldaie a cippato che assorbono la produzionelocale.
• Forme associate di gestione forestale sono presenti sulterritorio; queste, incrementando i consociati, potrebberoassicurare un utilizzo razionale della risorsa.
13
Superficie territoriale: 67.264 haSuperficie forestale: 41.347 haIndice di boscosità: 62%
Tagli dirinnovazione in
fustaia3%
Evoluzionenaturale
4%
Monitoraggio30%
Tagli dimiglioramento
10%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo53%
Terzoquinquennio
9%
Primoquinquennio
21%Nessuna
35%
Secondoquinquennio
35%
Boschi serviti33%
Boschi non serviti32%
Boschi senzaesigenze di
servizio35%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
3%
Aree agricole14%
Boschi61%
Arboricolturada legno
<1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti 19%
Altre proprietàprivate
78%
Altri Enti3%
Pubblica16%
Privata rilevata3%
Protettiva15%
Evoluzione libera3%
Produttiva27%
Naturalistica7%
Produttivo-protettiva
48%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Arbusteti planiziali
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerreteFaggeteLariceti e cem
brete
Orno-ostrietiArbusteti subalpini
Pinete di Pino montano
Pinete di Pino silvestre
Querco-carpineti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
RobinietiRimboschimenti
Formazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
FustaiaFustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
Orno-ostrieti
Castagneti
Faggete
Querceti di roverella
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Castagneti
Faggete
Orno-ostrieti
Querceti di roverella
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 18.488 35 186 6,8
Faggete 8.458 28 166 5,2
Orno-ostrieti 2.764 15 65 3,8
Querceti di roverella 2.685 113 433 5,0
Area Forestale
• LANGA CUNEESE •
• Area collinare con coperturaarborea presente su oltre 1/3della superficie, caratterizzata dacedui di castagno, robinia eroverella.
• Le aree agricole, diffuse su oltre il50% del territorio, sono costituitein maggioranza da vigneti,frutteti e noccioleti.
• Numerosi i siti (9) della ReteNatura 2000 a tutela diimportanti emergenzenaturalistiche.
• Preponderante la proprietàforestale privata con conseguente difficoltà a predisporre unagestione unitaria e omogenea.
• Scarso sviluppo della filiera legno, anche per la scarsa qualità equantità della risorsa, basata principalmente sulla legna daardere.
• L'attività agricola è di notevole importanza per quantità equalità; di particolare interesse per il comparto silvo-pastorale,la produzione casearia e la tartuficoltura.
• Particolarmente sviluppato il settore turistico, con importantiricadute sul settore agro-forestale.
14
Superficie territoriale: 80.990 haSuperficie forestale: 27.778 haIndice di boscosità: 37%
Tagli dirinnovazione in
fustaia2%
Evoluzionenaturale
6%
Monitoraggio30%
Tagli dimiglioramento
5%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo57%
Terzoquinquennio
6%
Primoquinquennio
29%Nessuna
36%
Secondoquinquennio
29%
Boschi serviti21%
Boschi non serviti43%
Boschi senzaesigenze di
servizio36%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Arboricoltura dalegno
3%
Aree urbanizzate3%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1%Praterie, prato-
pascoli,cespuglieti
7%
Aree agricole52%
Boschi34%
Pubblica1%
Altre proprietàprivate
99%
Protettiva32%
Evoluzione libera6%
Produttiva18%
Naturalistica3%
Produttivo-protettiva
41%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere
di invasione
CastagnetiCerrete
Faggete
Orno-ostrietiPinete di Pino silvestre
Querco-carpinetiQuerceti di roverellaRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose
riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
FustaiaFustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
Orno-ostrieti
Castagneti
Robinieti
Querceti di roverella
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Castagneti
Orno-ostrieti
Querceti di roverella
Robinieti
Pubblica
Altre proprietà private
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 7.840 39 236 9,2
Robinieti 6.426 24 189 11,8
Querceti di roverella 6.199 28 173 7,0
Orno-ostrieti 2.918 27 160 10,1
Area Forestale
• VALLI ANTIGORIO E FORMAZZA •
• Area montana alpina interna conmorfologia scoscesa a tutte lequote, ove prevalgononettamente i boschi di conifere,larici-cembreti e peccete, cui siassociano boschi dineoformazione (boscaglie mistee acero-frassineti) nella fascia dimedia montagna.
• I ghiacciai, le rocce e le acquecoprono quasi 1/3 dellasuperficie, domina la proprietàpubblica.
• Significativa la presenza di Areeprotette e Siti della Rete Natura 2000, anche a tutela di habitatforestali.
• A fronte di circa 1/3 di boschi destinati all’evoluzione naturale,nel prossimo quindicennio la superficie potenzialmentepercorribile non supera il 30% del totale.
• Tra gli assortimenti ottenibili prevalgono il legname da lavorodi conifere, associato a materiale da triturazione che potrebbetrovare sbocco per la filiera energetica.
15
Superficie territoriale: 59.785 ha Superficie forestale: 25.196 haIndice di boscosità: 42%
Tagli dirinnovazione in
fustaia14%
Evoluzionenaturale
32%
Monitoraggio25%
Tagli dimiglioramento
14%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo15%
Terzoquinquennio
17%
Primoquinquennio
2%
Nessuna70%
Secondoquinquennio
11%
Boschi serviti28%
Boschi non serviti15%
Boschi senzaesigenze di
servizio57%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi42%
Acque greti e zoneumide
2%
Aree urbanizzate1%
Rocce, macereti eghiacciai
30%
Praterie, prato-pascoli, cespuglieti
24%Aree agricole
1%
Altre proprietàprivate
25%
Altri Enti7%
Pubblica68%
Private rilevate<1% Protettiva
18%
Evoluzione libera27%
Produttiva4%
Naturalistica11%
Produttivo-protettiva
37%
Turistico-ricreativa
3%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere
di invasioneCastagnetiFaggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniPeccete
Pinete di Pino silvestre
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose
riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45% Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo a sterzoCeduo semplice
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere e
di invasione
Faggete
Larici-cembrete
Peccete
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere
di invasione
Faggete
Lariceti e cembrete
Peccete
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Larici-cembrete 7.812 24 193 1,7
Peccete 5.032 37 312 3,8
Boscaglie pioniere diinvasione 2.472 19 154 3
Acero-tiglio-frassineti 2.314 22 194 4,2
Faggete 2.012 30 274 6,1
Area Forestale
• VALLE VIGEZZO •
• Area esclusivamente montanacon elevato indice di boscositàdovuto alla diffusione prevalentedi faggete e boschi di conifere(lariceti, peccate, abetine).
• L’interesse naturalistico è dovutoalla presenza del Parco ValGrande che racchiude la piùvasta area "wilderness" delle Alpi.
• Notevole in passato l’incidenzadei tagli boschivi conutilizzazione ingente di altofusto;i tagli di legna da ardererappresentano ancora la secondarealtà produttiva ossolana.
• Ai fini del razionale utilizzo delle risorse silvopastorali ènecessario adeguare la viabilità
• La ricerca dei funghi è attività largamente praticata divenendotalora fattore localizzato di degrado del bosco.
• Di notevole interesse il settore zootecnico in particolare laproduzione casearia.
• Il turismo costituisce una risorsa importante con possibilità diulteriore valorizzazione.
16
Superficie territoriale: 21.223 haSuperficie forestale: 14.568 haIndice di boscosità: 69%
Tagli dirinnovazione in
fustaia12%
Evoluzionenaturale
10%
Monitoraggio30%
Tagli dimiglioramento
7%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo41%
Terzoquinquennio
14%
Primoquinquennio
9%Nessuna40%
Secondoquinquennio
37%
Boschi serviti8%
Boschi non serviti52%
Boschi senzaesigenze di
servizio40%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
7% Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti22% Aree agricole
<1%
Boschi69%
Pubblica40%
Altre proprietàprivate
60%
Protettiva18%
Evoluzione libera27%
Produttiva4% Naturalistica
11%
Produttivo-protettiva
37%
Turistico-ricreativa
3%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniPeccete
Pinete di Pino silvestre
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
Larici-cembrete
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
FustaiaFustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
Faggete
Abetine
Arbusteti subalpini
Pinete di pino silvestre
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Faggete
Lariceti e cembrete
Abetine
Arbusteti subalpini
Pinete di Pino
silvestre
Pubblica
Altre proprietài t
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 6.529 31 280 5,4
Larici-cembrete 2.306 22 200 2,1
Abetine 1.405 36 316 4,3
Arbusteti subalpini 1.220 23 239 3,3
Pinete di pino silvestre 1.023 34 237 3,3
Area Forestale
• VALLE ANTRONA •
• Piccola area montana alpina aversanti ripidi, caratterizzata darilevante copertura forestale tracui dominano lariceti e alneti diontano verde, a ridottapotenzialità di gestione attiva.
• L’abbandono dell’economiamontana tradizionale hadrasticamente ridotto lapressione antropica sul territorio,determinando un’invasionenaturale della vegetazioneforestale, soprattutto boscagliemiste e acero-frassineti, su excoltivi, prati e pascoli.
• Rilevante è l’incidenza delle superfici di proprietà pubblica,mentre assai bassa è la quota di boschi serviti da viabilità anchein relazione alla morfologia accidentata.
• Tuttavia le esigenze di servizio sono relativamente ridotte, inquanto la quota di boschi da lasciare in libera evoluzioneraggiunge qui un’incidenza record.
• Un possibile sbocco locale per la filiera del legno potrebbeessere determinato dalla valorizzazione degli assortimenti diminore valore come combustibili in centrali termiche perpiccole reti di teleriscaldamento degli abitati.
17
Superficie territoriale: 15.929 ha Superficie forestale: 6.635 haIndice di boscosità: 41%
Tagli dirinnovazione in
fustaia12%
Evoluzionenaturale
43%
Monitoraggio11%
Tagli dimiglioramento
17%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo17%
Terzoquinquennio
2%
Primoquinquennio
9%
Nessuna55%
Secondoquinquennio
34%
Boschi serviti9%
Boschi non serviti37%
Boschi senzaesigenze di
servizio54%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
2%
Boschi41%
Aree agricole2%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti30%
Rocce, maceretie ghiacciai
22%
Aree urbanizzate3%
Arboricolturada legno
<1%
Pubblica74%
Altre proprietàprivate
26%
Turistico-ricreativa
<1%
Produttivo-protettiva
24%
Naturalistica7%Produttiva
9%
Evoluzione libera36%
Protettiva24%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
16%
18%
20%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniPeccete
Pinete di Pino montano
Querceti di rovereRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
Larici-cembrete
Arbusteti subalpini
Boscaglie pioniere e
di invasione
Abetine
Querceti di rovere
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Lariceti e cembrete
Arbusteti subaplini
Boscaglie pioniere
di invasione
Abetine
Querceti di rovere
PubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Larici-cembrete 1.313 19 169 2,7
Arbusteti subalpini 1.050 35 331 1,1
Boscaglie pioniere diinvasione 796 15 269 4,6
Abetine 713 27 242 6,2
Querceti di rovere 687 18 144 4,8
Area Forestale
• VALLE ANZASCA •
• Area montana con elevato indicedi boscosità, comune ad altrearee ossolane, dovuto alladiffusione principalmente difaggete, abetine e lariceti.
• Notevole l’incidenza dei suolinudi a causa della morfologiaparticolarmente impervia.
• Area di interesse paesaggisticoarricchito dai circhi glaciali delMassiccio del Monte Rosa.
• Il patrimonio forestale è dinotevole entità, ma con unridotto tasso di utilizzazione.
• La viabilità carente aumenta i costi di esbosco.
• Forte contrazione negli ultimi anni del numero di impreseboschive.
• La filiera legno è costituita da una ditta boschiva, unacooperativa forestale e tre segherie, che utilizzano anchelegname locale.
• L’installazione di una centrale termica a cippato puòulteriormente valorizzare la produzione forestale locale.
• Il comparto turistico è particolarmente sviluppato, ma interessaunicamente l’alta valle.
18
Superficie territoriale: 30.053 ha Superficie forestale: 15.673 haIndice di boscosità: 52%
Tagli dirinnovazione in
fustaia28%
Evoluzionenaturale
25%
Monitoraggio20%
Tagli dimiglioramento
1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo26%
Terzoquinquennio
26%
Primoquinquennio
1%Nessuna
46%
Secondoquinquennio
27%
Boschi serviti8%
Boschi non serviti47%
Boschi senzaesigenze di
servizio45%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
26%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti18%
Aree agricole1%
Boschi52%
Altre proprietàprivate
42%
Altri Enti11%
Pubblica41%
Private rilevate6%
Naturalistica7%
Protettiva6%
Produttiva4%
Produttivo-protettiva
60%
Evoluzione libera23%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
Abetine
Acero-tiglio-frassinetiBoscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniPeccete
Querceti di rovereRimboschimenti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Abetine
Castagneti
Faggete
Larici-cembrete
Boscaglie pioniere
e di invasione
Bosco senza gestioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Abetine
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Boscaglie pioniere
di invasione
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 3.552 21 207 8,0
Abetine 2.309 35 300 5,7
Larici-cembrete 2.083 20 158 2,7
Castagneti 1.971 24 222 11,7
Boscaglie pioniere di invasione 1.479 14 129 5,5
19
Tagli dirinnovazione in
fustaia2%
Evoluzionenaturale
36%
Monitoraggio37%
Tagli dimiglioramento
23%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo2%
Secondoquinquennio
7%
Nessuna73%
Primoquinquennio
4%
Terzoquinquennio
16%
Boschi serviti9%
Boschi non serviti19%
Boschi senzaesigenze di
servizio72%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi65%
Aree agricole6%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti15%
Rocce, maceretie ghiacciai
7%
Aree urbanizzate5%
Arboricoltura dalegno<1%
Acque greti ezone umide
2%
Altre proprietàprivate
25%
Altri Enti1%
Pubblica74%
Private rilevate<1%
Protettiva11% Evoluzione libera
25%
Produttiva8%
Naturalistica17%
Produttivo-protettiva
37%
Turistico-ricreativa
2%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cem
brete
Arbusteti subalpini
Peccete
Pinete di Pino montano
Querco-carpinetiQuerceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaCeduo semplice
Castagneti
Boscaglie pioniere
e di invasione
Faggete
Larici-cembrete
Querceti di rovere0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Querceti di rovere
PubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 5.922 26 247 6,0
Castagneti 5.157 21 163 8,4
Larici-cembrete 2.636 34 251 2,7
Boscaglie pioniere diinvasione 1.895 15 149 4,6
Querceti di rovere 1.812 18 134 4,9
Area Forestale
• VALLE OSSOLA •
• Area montana con indice diboscosità particolarmenteelevato, dovuto principalmente aCastagneti e Faggete.
• Il patrimonio forestale è dinotevole entità, ma con unridotto tasso di utilizzazione.
• Presenza di un Parco NaturaleNazionale, una Riserva NaturaleSpeciale e diversi biotopi.
• La viabilità carente e la diffusainaccessibilità, dovuta anche allamorfologia particolarmenteimpervia, aumenta i costi di esbosco.
• Un grave problema è determinato dagli incendi che perfrequenza e estensione raggiungono in quest’area i massimiregionali.
• Settore turistico sviluppato per la maggior parte in località dicommercio, di terme e vicine ai laghi.
• La presenza di forme associate di gestione forestale assicuranoun utilizzo razionale della risorsa.
• Un interessante sbocco per la filiera della bassa e media valle,potrebbe essere determinato dalla diffusione di centralitermiche di medio-bassa potenza alimentate a biomassa,alcune peraltro già in funzione.
Superficie territoriale: 32.200 haSuperficie forestale: 20.627 haIndice di boscosità: 64%
Area Forestale
• VALLI STRONA,CUSIO MOTTARONE, ORTA •
• Area montana con indice diboscosità particolarmenteelevato, dovuto principalmente aCastagneti e Faggete.
• A causa dello spopolamento divaste zone, la formazioni boscatedi invasione, stannocolonizzando naturalmenteprato-pascoli e coltivi marginali.
• Il patrimonio forestale è dinotevole entità, ma con unridotto tasso di utilizzazione.
• La viabilità carente e la diffusainaccessibilità aumenta i costi diesbosco.
• La filiera legno è costituita da un discreto numero di ditte che sioccupano di legna da ardere ma soprattutto di trasformazionedi legname non locale.
• La popolazione si raccoglie soprattutto sull’asse Gravellona-Omegna, lasciando spopolate vastissime zone montane
• La presenza di caldaie a biomasse, può essere di impulso perl’utilizzazione del materiale legnoso locale.
21
Superficie territoriale: 27.587 ha Superficie forestale: 17.589 haIndice di boscosità: 64%
Tagli dirinnovazione in
fustaia<1%
Evoluzionenaturale
13%
Monitoraggio19%
Tagli dimiglioramento
4%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo64%
Secondoquinquennio
46%
Nessuna33%
Primoquinquennio
1%
Terzoquinquennio
20%
Boschi serviti17%
Boschi non serviti51%
Boschi senzaesigenze di
servizio32%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi64%
Aree agricole10%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti13%
Rocce, maceretie ghiacciai
2%Aree urbanizzate10%
Acque greti ezone umide
1%
Altre proprietàprivate
54%
Altri Enti2%
Pubblica37%
Private rilevate7%
Protettiva4%
Evoluzione libera12%
Produttiva9%
Naturalistica3%
Produttivo-protettiva
72%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Abetine
Acero-tiglio-frassinetiAlneti planizilai, m
ontani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Faggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniQuerceti di rovereRimboschimenti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40% Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere e
di invasione
Castagneti
Faggete
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 6.302 30 231 6,7
Castagneti 5.853 38 248 8,8
Boscaglie pioniere diinvasione 2.017 18 204 5,4
Acero-tiglio-frassineti 1.895 30 221 9,3
Area Forestale
• VAL GRANDE, ALTO VERBANO E VALLE CANNOBINA •
• Area montana con indice diboscosità particolarmenteelevato, dovuto principalmente aCastagneti e Faggete.
• L’interesse naturalistico è dovutoalla presenza del Parco ValGrande che racchiude la piùvasta area "wilderness" delle Alpi.
• La presenza del Lago Maggiore,con i suoi ingenti flussi turistici,determina una gestione deiboschi con una particolareattenzione agli aspettipaesaggistici.
• Il principale assortimento che si ricava dai boschi dell’AreaForestale è la legna da ardere.
• Le imprese locali impegnate nella filiera legno sono solo due,anche se sufficientemente meccanizzate e in grado di lavorareanche su tagli di rinnovazione in fustaia.
• L’installazione di una centrale termica a cippato puòulteriormente valorizzare la produzione forestale locale.
• Negli ultimi anni vi è stato uno sviluppo turistico legato allerisorse naturali, con itinerari escursionistici e per mountain-bikee riscoperta di antichi borghi e alpeggi.
23
Superficie territoriale: 37.086 haSuperficie forestale: 24.498 haIndice di boscosità: 66%
Tagli dirinnovazione in
fustaia1%
Evoluzionenaturale
38%
Monitoraggio24%
Tagli dimiglioramento
15%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo22%
Terzoquinquennio
4%
Primoquinquennio
6%
Nessuna63%
Secondoquinquennio
27%
Boschi serviti14%
Boschi non serviti24%
Boschi senzaesigenze di
servizio62%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi66%
Aree agricole1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti11%
Rocce, maceretie ghiacciai
2%Aree urbanizzate
6%
Arboricoltura dalegno<1%
Acque greti ezone umide
14%
Altre proprietàprivate
42%
Altri Enti3%
Pubblica53%
Privata rilevata2%
Protettiva8%
Evoluzione libera16%
Produttiva4%
Naturalistica26%
Produttivo-protettiva
45%
Turistico-ricreativa
1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planiziali, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerreteFaggeteLariceti e cem
brete
Arbusteti subalpini
PeccetePinete di pino uncinato
Pinete di pino silvestre
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Boscaglie pioniere e
di invasione
Castagneti
Faggete
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 9.691 36 268 8,3
Faggete 7.720 30 209 7,6
Boscaglie pioniere diinvasione 3.214 16 119 6,5
Area Forestale
• VAL PELLICE •
• Area montana con superficieforestale estesa a circa il 50% delterritorio e costituita inprevalenza da lariceti, faggete eformazioni di invasione .
• Circa il 10% dell’area hadestinazione naturalistica atutela di ambienti alpini e di rareemergenze faunistiche efloristiche.
• Della ripresa complessiva circal’80% è costituito da legna daardere di faggio mentre ilrestante è legname da opera dilarice.
• Gli incendi boschivi in bassa valle, in seguito all’abbandono e lascarsa accessibilità, presentano caratteri di pericolosità notevoli.
• Il legno di castagno, principale risorsa della valle, è scarsamenteutilizzato a causa della modesta qualità.
• In generale la ricettività turistica appare di discrete potenzialità,ma non ancora adeguatamente sfruttata.
• Buone le potenzialità della zootecnia in particolare per laproduzione casearia.
25
Superficie territoriale: 29.354 haSuperficie forestale: 13.789 haIndice di boscosità: 48%
Tagli dirinnovazione in
fustaia5%
Evoluzionenaturale
13%
Monitoraggio22%
Tagli dimiglioramento
16%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo44%
Secondoquinquennio
29%
Nessuna36%
Primoquinquennio
22%
Terzoquinquennio
13%
Boschi serviti39%
Boschi non serviti26%
Boschi senzaesigenze di
servizio35%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi48%
Aree agricole6%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti30%
Rocce, maceretie ghiacciai
12%Aree urbanizzate
4%
Arboricolturada legno
<1%
Acque greti ezone umide
<1% Altre proprietàprivate
52%
Altri Enti<1%
Pubblica48%
Protettiva1%
Evoluzione libera9%
Produttiva15%
Naturalistica9%
Produttivo-protettiva
66%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cembrete
Arbusteti subalpini
Pinete di Pino montano
Querco-carpinetiQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiFormazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Castagneti
Acero-tiglio-frassineti
Faggete
Larici-cembrete
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Pubblica
Altre proprietà private
Altri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 3.964 29 188 3,7
Larici-cembrete 2.876 21 169 3,4
Faggete 2.390 21 161 8,0
Acero-tiglio-frassineti 1.470 22 252 6,3
26
Tagli dirinnovazione in
fustaia21%
Evoluzionenaturale
12%
Monitoraggio39%
Tagli dimiglioramento
4%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo24%
Secondoquinquennio
23%
Nessuna52%
Primoquinquennio
18%
Terzoquinquennio
7%
Boschi serviti16%
Boschi non serviti32%
Boschi senzaesigenze di
servizio52%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Boschi50%
Aree agricole1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti40%
Rocce, maceretie ghiacciai
8%Aree urbanizzate
1%
Acque greti ezone umide
<1%
Altre proprietàprivate
53%
Altri Enti<1%
Pubblica42%
Private rilevate5% Protettiva
18%
Evoluzione libera9%
Produttiva1%
Naturalistica7%
Produttivo-protettiva
62%
Turistico-ricreativa
3%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniPinete di Pino montano
Pinete di Pino silvestre
Querceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45% Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Larici-cembrete
Boscaglie pioniere e
di invasione
Castagneti
Faggete
Pinete di pino silvestre
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Pinete di Pino
Silvestre
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Larici-cembrete 11.476 27 212 2,5
Faggete 4.951 29 210 4,6
Castagneti 3.759 33 235 7,7
Pinete di pino silvestre 2.400 39 270 5,2
Boscaglie pioniere diinvasione 1.516 14 76 3,3
Area Forestale
• VAL CHISONE E GERMANASCA •
• Vasta area montanacaratterizzata da ampi settori dimedia-bassa valle con fortiestensioni di boschi di latifoglie eda territori di alta valle dove leconifere sono prevalenti.
• I boschi insieme alle coperture avalenza pastorale, rappresentanoil 90% del territorio.
• Area di grande valenzanaturalistica con la presenza dinumerose aree protette regionalie Siti della Rete Natura-2000.
• Filiera legno mediamente sviluppata in alta valle, mentre nelleporzioni più basse, si assiste alla gestione dei boschi per laproduzione di legna da ardere spesso da parte di operatori nonprofessionali.
• L’elevata valenza turistica dell’area, fa sì che sia necessaria unagestione delle risorse naturali oculata e rispettosa dell’aspettopaesaggistico.
• La presenza di forme associate di gestione forestale potrebberoassicurare un utilizzo razionale della risorsa.
• Un interessante sbocco per la filiera della bassa e media valle,potrebbe essere determinato dalla diffusione di centralitermiche di medio-bassa potenza alimentate a biomassa,alcune peraltro già in funzione.
Superficie territoriale: 55.728 haSuperficie forestale: 27.718 haIndice di boscosità: 50%
28
Tagli dirinnovazione in
fustaia5%
Evoluzionenaturale
6%
Monitoraggio18%
Tagli dimiglioramento
25%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo46%
Secondoquinquennio
38%
Nessuna24%
Primoquinquennio
27%
Terzoquinquennio
11%
Boschi serviti35%
Boschi non serviti41%
Boschi senzaesigenze di
servizio24%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%Arboricoltura da
legno2%
Aree urbanizzate13%
Rocce, maceretie ghiacciai
3%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti8%
Aree agricole33%
Boschi41%
Altre proprietàprivate
84%
Altri Enti3%
Pubblica12%
Private rilevate1%
Protettiva4%
Evoluzione libera3%
Produttiva19%
Naturalistica9%
Produttivo-protettiva
62%
Turistico-ricreativa
3%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggete
Lariceti e cembreteArbusteti subalpiniPinete di Pino silvestre
Querco-carpinetiQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiFormazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55% Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Querceti di rovere
Arbusteti subalpini
Castagneti
Faggete
Robinieti0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Castagneti
Faggete
Arbusteti subalpini
Querceti di rovere
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 8.725 28 174 8,7
Faggete 4.354 23 136 7,8
Querceti di rovere 1.789 20 118 6,4
Robinieti 1.210 18 114 11,3
Area Forestale
• PINEROLESE PEDEMONTANO E VAL SANGONE •
• Area montana con coperturaarborea, estesa a poco più del45% della superficie, costituita inprevalenza da latifoglie, inparticolare da ceduo di castagnoe di faggio.
• Area a elevata superficie condestinazione naturalistica per lapresenza di Parchi NaturaliRegionali e Provinciali.
• La gestione forestale èimprontata all’utilizzo del ceduoper la produzione di legna daardere.
• Risulta necessario l’adeguamento della rete viaria.
• Nei territori allo sbocco delle valli e nella fascia prospiciente lapianura, gli incendi possono assumere una certa gravità intermini di frequenza e di estensione in occasione di invernisiccitosi.
• Il razionale utilizzo delle risorse silvo-pastorali (tra cui lacastanicoltura) e paesaggistiche possono incrementare losviluppo economico.
• Un importante sbocco per la filiera è costituito dalla possibilitàdi diffusione di centrali termiche di medio-bassa potenzaalimentate a biomassa.
Superficie territoriale 48.242 haSuperficie forestale: 20.017 haIndice di boscosità: 43%
Area Forestale
• BASSA VAL DI SUSA E VAL CENISCHIA •
• Area montana con ampiofondovalle ed estesa zonaplaniziale e collinare allo sboccocon prevalente uso agricolo edelevata incidenza di aree urbane;la superficie forestale è costituitada faggete, lariceti e daformazioni di invasione.
• Presenza di rare emergenzenaturalistiche caratterizzate daparticolari condizionimicroclimatiche.
• Scarso lo sviluppo della filieralegno che occupa poco piùdell’1% del totale manifatturiero.
• La rete viaria a uso silvo-pastorale deve essere incrementata.
• Notevole la pressione delle attività antropiche nel fondovalle ein particolare nella bassa valle.
• Gli incendi nei versanti più esposti possono assumere elevatapericolosità e gravità.
• Notevole l’accumulo di biomassa nei boschi per le scarseutilizzazioni degli ultimi anni.
• Sono attivi progetti volti allo sviluppo di una filiera legno-energia.
29
Superficie territoriale: 46.880 haSuperficie forestale: 24.047 haIndice di boscosità: 51%
Tagli dirinnovazione in
fustaia7%
Evoluzionenaturale
11%
Monitoraggio33%
Tagli dimiglioramento
17%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo32%
Secondoquinquennio
28%
Nessuna45%
Primoquinquennio
18%Terzo
quinquennio9%
Boschi serviti18%
Boschi non serviti37%
Boschi senzaesigenze di
servizio45%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Arboricoltura dalegno
1%
Aree urbanizzate8%
Rocce, maceretie ghiacciai
8%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti20%
Aree agricole12%
Boschi50%
Pubblica46%
Altre proprietàprivate
51%
Private rilevate3%
Protettiva15%
Evoluzione libera6%
Produttiva4%
Naturalistica20%
Produttivo-protettiva
51%
Turistico-ricreativa
4%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Arbusteti planiziali
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerreteFaggeteLariceti e cem
brete
Arbusteti subalpini
PeccetePinete di Pino montano
Pinete di Pino silvestre
Querco-carpineti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
RobinietiRimboschimenti
Formazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Larici-cembrete
Boscaglie pioniere e
di invasione
Castagneti
Faggete
Querceti di roverella
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Querceti di roverella
Privata rilevata
Pubblica
Altre proprietà private
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 5.378 30 208 5,9
Castagneti 3.386 31 189 4,6
Larici-cembrete 3.366 34 263 5,2
Boscaglie pioniere diinvasione 1.796 20 125 3,6
Querceti di roverella 1.769 16 66 3,2
Area Forestale
• ALTA VALLE DI SUSA •
• Area dei settori alpini più interni,con copertura arboreaprevalentemente dovuta afustaie di conifere.
• L’Area è di interesse naturalisticoin quanto ricca di habitatdifferenti per caratteristicheecologiche, protetti conl’istituzione di 1 Parco Regionalee 15 S.I.C.
• Con una ripresa media annua dicirca 6000-7000 m3 l’area è unadelle zone di maggioreproduzione di assortimenti dafustaia di elevata qualità.
• La gestione forestale dell’estesa proprietà pubblica è condottada un singolo Consorzio.
• I costi di esbosco sono contenuti grazie a un’estesa retestradale.
• La pressione antropica è elevata con rischio di ulterioreerosione delle risorse ambientali.
• L’abbandono delle tradizionali pratiche alpicolturali è causa diimpoverimento del paesaggio.
• Il turismo è assai sviluppato e in crescita con possibili ricadutesul settore agro-silvo-pastorale.
30
Superficie territoriale: 38.377 ha Superficie forestale: 25.680 haIndice di boscosità: 40%
Tagli dimiglioramento
9%
Evoluzionenaturale
12%
Tagli dirinnovazione in
fustaia31%
Monitoraggio38%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo10%
Primoquinquennio
21%
Secondoquinquennio
13%
Nessuna53%
Terzoquinquennio
13%Boschi non serviti
21%
Boschi serviti28%
Boschi senzaesigenze di
servizio51%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Aree urbanizzate2%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti35%
Rocce, maceretie ghiacciai
22%
Aree agricole<1%
Acque, greti ezone umide
<1%Boschi
40%
Pubblica64%
Privata rilevata36%
Produttivo-protettiva
24%
Turistico-ricreativa
3%
Produttiva24%
Naturalistica15%
Evoluzione libera10%
Protettiva24%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planiziali e montani
Arbusteti planiziali e montani
Boscaglie pioniere e d'invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cembrete
Alneti di ontano verde
PeccetePinete di pino montano
Pinete di pino silvestre
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Rimboschimenti
Saliceti e pioppeti ripari
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Lariceti e cembrete
Pinete di pino silvestre
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice con osenza matricine
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Lariceti e cembrete
Pinete di Pino silvestre
Pubblica
Privata rilevata
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Larici-cembrete 15.648 32 290 6,0
Pinete di pino silvestre 3.403 12 68 2,7
Castagneti 1.310 28 230 5,9
Abetine 1.275 21 156 2,7
Acero-tiglio-frassineti 1.187 33 232 3,1
Area Forestale
• VALLI DI LANZO •
• Estesa area montana,caratterizzata da elevataestensione di foreste e dicoperture a valenza pastorale.
• Elevata valenza naturalistica perla presenza di estesi Siti dellaRete Natura 2000.
• Il numero di imprese boschive èestremamente esiguo e limitatonella fascia pedemontana o dibassa valle. Sono ditte di tipoindividuale o con qualchedipendente, con pochepossibilità di sviluppo,specialmente di carattere occupazionale.
• I prodotti legnosi si limitano in genere a legna da ardere, spessoprodotta per autoconsumo da operatori non professionali.
• Importante valenza turistico-paesaggistica, specialmente allatestata delle valli, dove il turismo, benché stagionale, merita diessere nuovamente valorizzato.
• La presenza di forme associate di gestione forestale potrebberoassicurare un utilizzo razionale della risorsa.
• Un interessante sbocco per la filiera della bassa e media valle,potrebbe essere determinato dalla diffusione di centralitermiche di medio-bassa potenza alimentate a biomassa.
32
Superficie territoriale: 69.535 haSuperficie forestale: 29.047 haIndice di boscosità: 43%
Tagli dirinnovazione in
fustaia6%
Evoluzionenaturale
18%Monitoraggio
28%
Tagli dimiglioramento
28%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo20%
Secondoquinquennio
20%
Nessuna46%
Primoquinquennio
10%
Terzoquinquennio
24%
Boschi serviti27%
Boschi non serviti26%
Boschi senzaesigenze di
servizio47%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%Arboricoltura da
legno<1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
21%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti33%
Aree agricole1%
Boschi43%
Altre proprietàprivate
63%
Altri Enti1%Pubblica
33%
Private rilevate3%
Protettiva28%
Evoluzione libera12%
Produttiva19%
Naturalistica8%
Produttivo-protettiva
33%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cem
brete
Arbusteti subalpini
Peccete
Pinete di Pino montano
Querco-carpinetiQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40% Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
Boscaglie pioniere e
di invasione
Castagneti
Faggete
Arbusteti subalpini
Acero-tiglio-frassino
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Arbusteti subalpini
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 7.136 32 245 7,0
Boscaglie pioniere diinvasione 4.537 15 78 3,5
Castagneti 3.520 33 236 8,0
Arbusteti subalpini 3.303 3 9 0,5
Acero-tiglio-frassineti 2.920 22 155 6,0
33
Tagli dirinnovazione in
fustaia14%
Evoluzionenaturale
4%
Monitoraggio16%
Tagli dimiglioramento
13%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo53%
Secondoquinquennio
41%
Nessuna20%
Primoquinquennio
24%
Terzoquinquennio
15%
Boschi serviti30%
Boschi non serviti50%
Boschi senzaesigenze di
servizio20%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
2% Arboricoltura dalegno
3%
Aree urbanizzate14%
Rocce, maceretie ghiacciai
1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti7%
Aree agricole49%
Boschi24%
Altre proprietàprivate
80%
Altri Enti<1%Pubblica
16%
Private rilevate4% Protettiva
21%
Evoluzione libera4%
Produttiva14%
Naturalistica26%
Produttivo-protettiva
34%
Turistico-ricreativa
1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Acero-tiglio-frassinetiAlneti planizilai, m
ontani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Faggete
Querco-carpinetiQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Querceti di rovere
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Boscaglie pioniere e
di invasione
FustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Querceti di rovere
Querco-carpineti
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 4.886 15 114 8,1
Querceti di rovere 3.565 15 88 2,7
Querco-carpineti 2.986 21 179 6,2
Castagneti 2.874 25 176 7,6
Boscaglie pioniere diinvasione 1,226 9 45 4,1
Area Forestale
• VALLI CERONDA E CASTERNONE •• ALTO CANAVESE • PIANURA
TORINESE NORD-OCCIDENTALE •
• Area di alta pianura e terrazziantichi, in cui per la ridottacapacità d’uso agricolo dei suoli(vaude) si è conservata unadiscreta estensione forestale, conindice di boscosità elevatorispetto alla media della pianurapiemontese.
• Zona di rilevanza naturalisticaper la qualità delle formazioniseminaturali, soprattutto querco-carpineti e querceti di rovere,sottolineata dall’istituzione diaree protette e Siti della ReteNatura 2000.
• Domina la proprietà privata, anche con alcune realtà accorpate,ma significativa è anche quella pubblica regionale e demaniale;le utilizzazioni sono orientate alla legna da ardere e al prelievo ascelta commerciale delle querce mature, senza prospettive dirinnovazione per queste ultime.
• Le principali problematiche e prospettive sono la gestionesostenibile delle fustaie planiziali e per l’area montana laprotezione dagli incendi e la rinaturalizzazione dirimboschimenti di conifere e di aree denudate.
Superficie territoriale: 74.808 haSuperficie forestale: 18.152 haIndice di boscosità: 27%
34
Tagli dirinnovazione in
fustaia3%
Evoluzionenaturale
15%
Monitoraggio53%
Tagli dimiglioramento
8%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo21%
Secondoquinquennio
23%
Nessuna68%
Primoquinquennio
5%
Terzoquinquennio
4%
Boschi serviti9% Boschi non serviti
23%
Boschi senzaesigenze di
servizio68%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque gretie zone umide
1%
Aree urbanizzate1%
Rocce, maceretie ghiacciai
42%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti23%
Boschi33%
Altre proprietàprivate
73%
Altri Enti2%
Pubblica24%
Private rilevate1%
Protettiva28%
Evoluzione libera<1%
Produttiva<1%
Naturalistica29%
Produttivo-protettiva
43%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpiniPeccete
Querceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Querceti di rovere
Querco-carpineti
Castagneti
Robinieti
Boscaglie pioniere e
di invasione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Lariceti e cembrete
Arbusteti subalpini
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Larici-cembrete 4.218 28 240 4,0
Arbusteti subalpini 3.860 8 64 1,1
Castagneti 3.802 32 231 6,8
Boscaglie pioniere diinvasione 3.576 15 94 4,0
Faggete 2.995 31 228 5,4
Area Forestale
• VALLI ORCO E SOANA •
• Area montana caratterizzata daterritori di alta quota doveprevalgono i larici-cembreti e gliarbusteti subalpini e daun’ingente fascia di mediamontagna, prospiciente lapianura, dove sono presenticedui di castagno e di faggio.
• I ghiacciai, le rocce e i macereticoprono circa il 42% del territoriodell’Area.
• Significativa presenza di AreeProtette: il Parco Nazionale delGran Paradiso e diversi Siti della Rete Natura 2000.
• Il legname lavorato dalle Valli Orco e Soana si limita a pochecentinaia di m3 di castagno proveniente da lotti privati.
• La scarsissima estensione della viabilità agro-silvo-pastorale,condizionata dalla morfologia del territorio non consente unarazionale gestione delle risorse forestali.
• La scarsa pressione antropica esercitata sul territorio, determinaun’invasione naturale da parte dei boschi nei confronti deiterreni marginali e non.
• Un interessante sbocco per la filiera della bassa e media valle,potrebbe essere determinato dalla diffusione di centralitermiche di medio-bassa potenza alimentate a biomassa.
Superficie territoriale: 61.622 ha Superficie forestale: 20.390 haIndice di boscosità: 33%
36
Tagli dirinnovazione in
fustaia1%
Evoluzionenaturale
2%
Monitoraggio43%
Tagli dimiglioramento
8%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo46%
Secondoquinquennio
35%
Nessuna45%
Primoquinquennio
10%
Terzoquinquennio
10%
Boschi serviti35%
Boschi non serviti20%
Boschi senzaesigenze di
servizio45%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1% Arboricoltura dalegno<1%
Aree urbanizzate3% Rocce, macereti
e ghiacciai9%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti42%
Aree agricole3%
Boschi42%
Altre proprietàprivate
74%
Altri Enti2%
Pubblica23%
Private rilevate1%
Protettiva18%
Evoluzione libera1%
Produttiva3%
Naturalistica6%
Produttivo-protettiva
71%
Turistico-ricreativa
1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerrete
Faggete
Lariceti e cembreteArbusteti subalpiniQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiFormazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%25%
30%
35%
40%45%
50%
55%
60%
Boscaglie pioniere e
di invasione
Castagneti
Acero-tiglio-frassineti
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 6.043 31 215 7,1
Boscaglie pioniere diinvasione 3.308 18 107 3,8
Acero-tiglio-frassineti 1.173 26 193 8,4
Area Forestale
• VALLE SACRA,VAL CHIUSELLA,
DORA BALTEA CANAVESANA •
• Area montana dei settori alpinipiù esterni, con superficieforestale costituita in prevalenzada castagneti e boscagliepioniere.
• Le superfici pastorali nonostanteil forte abbandono hanno ancorauna consistente estensione.
• Nell’area sono presenti zoneumide di interesse naturalisticotutelate attraverso l’istituzione disiti afferenti alla ReteNatura–2000 .
• Discreta valenza è attribuibile aicedui, soprattutto in Valchiusella, per la produzione di legna daardere e paleria.
• Elevata l’incidenza degli incendi più frequenti nella bassa emedia valle con danni soprattutto a carico dei lariceti, quercetie castagneti.
• Nella C. M. Dora Baltea Canavesana i castagneti da frutto dellevarietà locali sono oggetto di progetti di recupero e rilancio.
• La filiera legno presenta importanti margini di sviluppo perl’installazione di numerose caldaie a cippato.
Superficie territoriale: 30.330 ha Superficie forestale: 12.837 haIndice di boscosità: 42%
38
Tagli dirinnovazione in
fustaia3%
Evoluzionenaturale
29%
Monitoraggio26%
Tagli dimiglioramento
7%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo35%
Secondoquinquennio
23%
Nessuna56%
Primoquinquennio
5%
Terzoquinquennio
16%
Boschi serviti11%
Boschi non serviti34%
Boschi senzaesigenze di
servizio55%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Aree urbanizzate2%
Rocce, maceretie ghiacciai
16%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti20%Aree agricole
<1%
Boschi61%
Altre proprietàprivate
71%
Altri Enti5%Pubblica
23%
Private rilevate1%
Protettiva15%
Evoluzione libera17%
Produttiva6%
Naturalistica21%
Produttivo-protettiva
39%
Turistico-ricreativa
2%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cem
brete
Arbusteti subalpini
PeccetePinete di Pino montano
Querco-carpinetiQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Arbusteti subalpini
Castagneti
Faggete
Boscaglie pioniere e
di invasione
Acero-tiglio-frassineti
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Acero-tiglio-frassineti
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Arbusteti subalpini
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Faggete 15713 29 217 6,4
Castagneti 8679 32 221 9,4
Boscaglie pioniere diinvasione 5107 12 77 3,0
Arbusteti subalpini 4681 8 64 1,1
Acero-tiglio-frassineti 3494 20 158 8,0
Area Forestale
• VALSESIA •
• Area montana alpina ospitantetutte le fasce di vegetazione daquella di fondovalle riparia eplaniziale a quella subalpina.L’indice di boscosità é tra imaggiori a livello regionale, conalcuni comuni di media valle chevedono il territorio boscato peroltre il 90%.
• La ridotta pressione antropica sulterritorio rurale ha determinatoun’invasione naturale da partedei boschi nei confronti di prati epascoli marginali.
• La categoria nettamente prevalente sono le faggete, per lo piùcedui fuori regime in successione a fustaia, con rilevantisuperfici pubbliche.
• La scarsa estensione della viabilità silvo-pastorale, condizionatadalla morfologia del territorio, non consente una agevolegestione delle risorse forestali, soprattutto in alta valle.
• Vivace è da tempo l’attenzione alle risorse forestali locali, che hafatto nascere progetti e forme associative. Un interessantesbocco per la filiera del legno della bassa e media vallepotrebbe essere determinato dalla valorizzazione degliassortimenti migliori dei castagneti, associata all’uso degliscarti come combustibili nelle centrali termiche in attività e incostruzione.
Superficie territoriale: 76.238 haSuperficie forestale: 46.247 haIndice di boscosità: 61%
41
Tagli dirinnovazione in
fustaia5%
Evoluzionenaturale
12%
Monitoraggio28%
Tagli dimiglioramento
9%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo46%
Secondoquinquennio
43%
Nessuna41%
Primoquinquennio
8%
Terzoquinquennio
8% Boschi serviti37%
Boschi non serviti23%
Boschi senzaesigenze di
servizio40%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Arboricoltura dalegno<1%
Aree urbanizzate7%
Rocce, maceretie ghiacciai
4%Praterie, prato-
pascoli,cespuglieti
16%
Aree agricole5%Boschi
67% Altre proprietàprivate
68%
Altri Enti<1%Pubblica
28%
Private rilevate4% Protettiva
4%
Evoluzione libera3%
Produttiva14%
Naturalistica34%
Produttivo-protettiva
45%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
AbetineAcero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggeteLariceti e cembrete
Arbusteti subalpini
PeccetePinete di Pino silvestre
Querco-carpinetiQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiFormazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50% Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo a sterzoCeduo sempliceCeduo in conversione
Castagneti
Faggete
Boscaglie pioniere e
di invasione
Querceti di rovere
Robinieti
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Faggete
Querceti di rovere
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 13269,11 32 232 8,9
Boscaglie pioniere diinvasione 5278,764 16 202 4,7
Faggete 4346,135 30 212 6,6
Robinieti 1741,006 23 194 13,6
Querceti di rovere 1637,964 20 143 5,7
Area Forestale
• ALTA E BASSA VALLE CERVO • • VALLE SESSERA • VALLE MOSSO •
• PREALPI BIELLESI •
• Area montana caratterizzata dallanotevole estensione dellasuperficie boscata, costituitaprincipalmente dai castagneti efaggete cedui, spesso invecchiati.
• Negli ultimi 50 anni vi è stata unasensibile contrazione delle areeagricole e pascolive a vantaggiodel bosco e dell’urbanizzato.
• Circa 12.000 ha sono situati inAree Protette Regionali o in Sitidella Rete Natura 2000.
• Le valenze ricreative epaesaggistiche dei boschi sono da tenere in particolareconsiderazione, per la sua discreta vicinanza a grandiagglomerati urbani.
• Discreta valenza è attribuibile ai cedui, per la produzione dilegna da ardere e paleria.
• Lo scenario futuro presenta inoltre importanti margini disviluppo, soprattutto per l’installazione di numerose caldaie acippato in corso.
• La presenza di forme associate di gestione forestale assicura unutilizzo razionale della risorsa.
Superficie territoriale: 45.653 haSuperficie forestale: 30.740 haIndice di boscosità: 67%
44
Tagli dirinnovazione in
fustaia1%
Evoluzionenaturale
1%
Monitoraggio23%
Tagli dimiglioramento
22%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo53%
Secondoquinquennio
36%
Nessuna24%
Primoquinquennio
28%
Terzoquinquennio
12%
Boschi serviti33%
Boschi non serviti43%
Boschi senzaesigenze di
servizio24%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
9%Arboricoltura da
legno<1%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti4%
Aree agricole15%
Boschi57%
Aree urbanizzate15%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1% Altri Enti<1%
Pubblica9%
Private rilevate3%
Altre proprietàprivate88%
Protettiva5%
Evoluzione libera<1%
Produttiva35%
Naturalistica15%
Produttivo-protettiva
45%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Abetine
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerrete
FaggeteArbusteti subalpini
Pinete di Pino silvestre
Querco-carpinetiQuerceti di roverella
Querceti di rovereRobinietiRimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 8.353 32 264 10,7
Robinieti 3.630 16 142 9,4
Querco-carpineti 3.519 29 322 9,2
Area Forestale
• ALTO NOVARESE •
• Area a morfologia prevalentecollinare morenica ma che ha alsuo interno anche la ComunitàMontana dei Due Laghi.
• Nella porzione montanaprevalgono i cedui di castagno,mentre in quella collinare eplaniziale i robinieti e i querco-carpineti, questi ultimi spesso afustaia.
• Zona di rilevante importanzanaturalistica con la presenza di13 aree protette tra riservenaturali e Siti della Rete Natura-2000 per la tutela di ambienti forestali e ripari.
• La fruizione turistica gravita principalmente attorno ai due laghiprincipali.
• La proprietà dei boschi appare assai frammentata; tuttavia nonmancano alcune grandi proprietà comunali.
• Le principali problematiche gestionali sono: in montagna, ilrecupero dei cedui di castagno, legato alle prospettive divalorizzazione dei suoi assortimenti; in pianura, la gestionesostenibile delle fustaie e la limitazione dell’aggressività dialcune specie esotiche (ciliegio tardivo e ailanto).
• Recentemente è stata costituita l’Associazione Forestale deiDue Laghi che potrà contribuire a organizzare la filiera foresta-legno soprattutto nella zona settentrionale, dominata dalcastagno.
Superficie territoriale: 32.152 ha Superficie forestale: 17.965 haIndice di boscosità: 57%
Area Forestale
• ALTA E BASSA VALLE ELVO •
• Area montana caratterizzata dallavasta estensione dei castagneticedui e secondariamente daacero-tiglio-frassineti diinvasione dei terreni agricolimarginali.
• Grande estensione di boschi sucolline moreniche mediamenteben serviti dalla viabilità ecaratterizzati da una buonafertilità stazionale, fattori cherendono possibile e interessanteil prelievo di assortimenti legnosipiuttosto differenziati.
• Sono presenti due riserve naturali speciali e diversi SIC per latutela di particolari emergenze geomorfologiche, habitat especie faunistiche.
• Preponderante la proprietà forestale privata con conseguentedifficoltà a predisporre una gestione unitaria e omogenea.
• Presenza di tre caldaie a cippato di legna, con annessa rete diteleriscaldamento con utilizzo di legname locale.
• Sensibilità da parte degli Amministratori locali e dellapopolazione per la costituzione di forme di gestione associatadel patrimonio forestale, in modo da garantire un razionaleutilizzo della risorsa forestale.
45
Superficie territoriale: 19.677 haSuperficie forestale: 9.173 haIndice di boscosità: 48%
Tagli dirinnovazione in
fustaia19%
Evoluzionenaturale
7%
Monitoraggio7%
Tagli dimiglioramento
7%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo60%
Secondoquinquennio
64%
Nessuna14%
Primoquinquennio
19%
Terzoquinquennio
3%
Boschi serviti54%
Boschi non serviti32%
Boschi senzaesigenze di
servizio14%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1% Arboricoltura dalegno<1%
Aree urbanizzate12%
Rocce, maceretie ghiacciai
5%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti28%Aree agricole
7%
Boschi48%
Pubblica13%
Altri Enti5%
Altre proprietàprivate
82%
Evoluzione libera7%
Produttivo-protettiva
10%
Produttiva65%
Protettiva9%
Turistico-ricreativa
9%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Acero-tiglio-frassinetiAlneti planizilai, m
ontani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Faggete
Arbusteti subalpiniQuerco-carpinetiQuerceti di rovereRobinieti
Rimboschimenti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Castagneti
Faggete
Acero-tiglio-frassineti
Querco-carpineti
Robinieti
Bosco senza gestioneFustaiaCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Acero-tiglio-frassineti
Castagneti
Faggete
Querco-carpineti
Robinieti
Pubblica
Altre proprietà private
Altri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Castagneti 4.061 30 251 8,3
Acero-tiglio-frassineti 1.232 25 203 5,8
Querco-carpineti 868 26 266 5,3
Robinieti 864 23 189 11,7
Faggete 586 38 350 8,4
Area Forestale
• MONFERRATO CASALESE •
• Area in gran parte collinare concopertura arborea costituitaprincipalmente da fustaie sopraceduo di robinia; sensibile eancora in aumento la superficieinteressata da boscaglie diinvasione.
• L’uso del suolo eprevalentemente agricolo,costituito da seminativi inasciutta (frumento); nell’areapermangono lembi di castagneti,querceti e di vegetazione ripariadi interesse naturalistico.
• La gestione forestale prevede la conversione di una parte deicedui composti mentre la restante viene mantenuta nell’attualeforma di governo con possibilità di differenziazione degliassortimenti.
• La pressione antropica è ed è stata elevata, a scapito dellerisorse ambientali.
• Il turismo rurale può essere un’attività di interesse per losviluppo economico locale.
• Il territorio è vocato alla tartuficoltura (tartufo bianco), oggettodi promozione e valorizzazione.
51
Superficie territoriale: 37.148 ha Superficie forestale: 8.970 haIndice di boscosità: 30%
Tagli dimiglioramento
16%
Monitoraggio12%
Evoluzionenaturale
<1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo72%
Secondoquinquennio
35%
Nessuna12%
Primoquinquennio
51%
Terzoquinquennio
2%
Boschi serviti59%
Boschi non serviti29%
Boschi senzaesigenze di
servizio12%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Arboricoltura dalegno
6%
Aree urbanizzate5%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1% Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti1%
Aree agricole63%
Boschi24%
Private rilevate2%
Pubblica2%
Altri Enti<1%
Altre proprietàprivate
96%
Naturalistica4%
Protettiva1%
Produttivo-protettiva
70%
Produttiva25%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
Acero-tiglio-frassineti
Arbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
CastagnetiFaggete
Orno-ostrietiQuerco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Boscaglie pioniere
di invasione
Querceti di roverella
Robinieti
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Boscaglie pioniere
di invasione
Querceti di roverella
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 5.736 15 104 10,2
Querceti di roverella 1.292 9 42 5,7
Boscaglie pioniere diinvasione 867 9 51 7,6
52
Tagli dimiglioramento
20%
Monitoraggio28%Evoluzione
naturale1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo51%
Secondoquinquennio
60%
Nessuna32%
Primoquinquennio
3%
Terzoquinquennio
5%
Boschi serviti16%
Boschi non serviti56%
Boschi senzaesigenze di
servizio28%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
3%Arboricoltura
da legno7%
Aree urbanizzate10%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti<1%
Aree agricole75%
Boschi5%
Private rilevate3%
Pubblica19%
Altri Enti<1%
Altre proprietàprivate
78%
Turistico-ricreativa
<1%Produttivo-protettiva
20%
Produttiva21%
Protettiva10%
Naturalistica49%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Alneti planizilai, montani
Arbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
Cerrete
Orno-ostrietiQuerco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
Formazioni legnose riparie
Querco-carpineti
Robinieti
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Querco-carpineti
Robinieti
Formazioni legnose
riparie
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 2.526 12 91 7,3
Formazioni legnoseriparie 1.505 21 175 6,7
Querco-carpineti 262 21 189 4,5
Area Forestale
• PIANURA ALESSANDRINASETTENTRIONALE •
• Area prevalentemente planizialecon superficie forestaleconcentrata nelle aree collinari,alti terrazzi e lungo i principalicorsi d’acqua e caratterizzata daceduo di robinia e formazioniriparie; notevole l’incidenza deiseminativi e delle areeurbanizzate.
• Di particolare interessenaturalistico gli ambienti fluviali,soggetti a tutela, lungo il fiume Po.
• Gestione forestaleessenzialmente basata sull’utilizzazione del ceduo.
• Il settore forestale assume un ruolo estremamente marginale.
• Le attività umane hanno fortemente inciso sulle risorseambientali del territorio.
• La caccia è un settore importante anche in relazione allaconservazione delle superfici forestali.
• Il mercato del tartufo è di primaria importanza per il settoreagroforestale.
• Le potenzialità per l’arboricoltura in genere risulta alta, conpossibilità di integrazione della rete ecologica.
Superficie territoriale: 86.687 haSuperficie forestale: 4.715 haIndice di boscosità: 12%
53
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo62%
Tagli dirinnovazione in
fustaia<1%
Monitoraggio34%
Tagli dimiglioramento
4%
Secondo quinquennio56%
Nessuna22%
Primo quinquennio19%
Terzo quinquennio3%
Boschi serviti53%
Boschi non serviti13%
Boschi senzaesigenze di
servizio34%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%
Arboricoltura dalegno
5%
Aree urbanizzate6% Praterie, prato-
pascoli,cespuglieti
6%
Aree agricole52%
Boschi31%
Pubblica8%
Altre proprietà92%
Turistico-ricreativa
<1%
Produttivo-protettiva
46%
Produttiva31%
Protettiva1%
Naturalistica22%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizialiArbusteti planiziali, collinari
Boscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerrete
Pinete di Pino silvestre
Querco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Querco-carpineti
Robinieti
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Querco-carpineti
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 15.662 11 77 9,2
Querco-carpineti 3.839 15 126 9,9
Area Forestale
• BASSO MONFERRATO ASTIGIANO •
• Area in maggior parte collinare auso agrario prevalente(seminativi).
• La superficie forestale, con unaripresa stimata media annuasuperiore ai 60.000 m3, èconsistente e in espansione su excoltivi, ma costituitaprevalentemente da cedui dirobinia.
• Sebbene in nuclei puntiformi,nell’area risiede una superficieboschiva ascrivibile ai Querco-carpineti (habitat di interessecomunitario) tra le più elevate.
• Scarsa cultura nella gestione boschiva multifunzionale legataessenzialmente al ceduo con conseguente minore attenzionealla salvaguardia della stabilità ecologica dei boschi.
• La morfologia e la fitta rete viabile permettono una buonaaccessibilità ai boschi.
• Il turismo rurale è in crescente sviluppo con possibili ricadutesul settore agroforestale.
• Area vocata alla tartuficoltura (tartufo bianco), oggetto divalorizzazione anche attraverso la tutela degli alberi e deiboschi produttori.
Superficie territoriale: 71.702 haSuperficie forestale: 22.054 haIndice di boscosità: 36%
54
Tagli dimiglioramento
15%
Monitoraggio32%Evoluzione
naturale<1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo53%
Secondoquinquennio
40%
Nessuna32%
Primoquinquennio
3%
Terzoquinquennio
25%
Boschi serviti41%
Boschi non serviti27%
Boschi senzaesigenze di
servizio32%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Arboricoltura dalegno
5%
Aree urbanizzate8%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1%
Praterie, prato-pascoli, cespuglieti
3%
Aree agricole62%
Boschi21%
Private rilevate<1%
Pubblica2%
Altri Enti<1%
Altre proprietàprivate
97%
Turistico-ricreativa
<1%
Produttivo-protettiva
50%
Naturalistica17%
Produttiva25%
Evoluzione libera<1%
Protettiva8%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
75%
80%
Alneti planizilai, montani
Arbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Querco-carpinetiQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Castagneti
Robinieti
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Castagneti
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 9.983 13 96 10,9
Castagneti 971 22 140 9,5
Area Forestale
• ALTO MONFERRATO ASTIGIANO •
• Area in maggior parte collinare auso agrario prevalente(seminativi).
• La superficie forestale, èconsistente e in espansione su ex coltivi, ma costituitaprevalentemente da cedui di robinia.
• Presenza di diversi SIC e riservenaturali per la tutela dellabiodiversità.
• Preponderante la proprietàforestale privata conconseguente difficoltà apredisporre una gestione unitaria e omogenea.
• Gestione boschiva con utilizzazioni legate al ceduo per usienergetici, con scarsa attenzione alla salvaguardia della stabilitàecologica e alla multifunzionalità dei boschi.
• La morfologia e la fitta rete viabile permettono una buonaaccessibilità ai boschi.
• Il notevole autoconsumo locale di legna da ardere, comporta ilmantenimento di strutture semplificate utilizzabili anche daoperatori non professionali.
• Il turismo rurale è in crescente sviluppo con possibili ricadutesul settore agroforestale quale paesaggio da valorizzare.
Superficie territoriale: 59.586 haSuperficie forestale: 12.689 haIndice di boscosità: 26%
55
Tagli dimiglioramento
4%
Monitoraggio12% Evoluzione
naturale1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo83%
Secondoquinquennio
38%
Nessuna12%
Primoquinquennio
29%
Terzoquinquennio
21%
Boschi serviti61%
Boschi non serviti27%
Boschi senzaesigenze di
servizio12%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
<1%Arboricoltura da
legno5%
Aree urbanizzate7%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti<1%
Aree agricole63%
Boschi25%
Private rilevate<1%
Pubblica1%
Altri Enti1%
Altre proprietàprivate
98%
Turistico-ricreativa
<1%Produttivo-protettiva
8%
Naturalistica27%
Produttiva53%
Evoluzione libera<1%
Protettiva12%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Acero-tiglio-frassineti
Arbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerrete
Pinete di Pino silvestre
Querco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50% Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Boscaglie pioniere e
di invasione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 4.951 11 72 6,9
Querco-carpineti 2.239 17 109 7,0
Castagneti 2.052 24 140 5,4
Boscaglie pioniere diinvasione 567 11 64 5,5
Area Forestale
• ROERO •
• Area in maggior parte collinare(rocche), con terrazzi planizialiantichi solcati da vallecole, a usoagrario prevalente, con indice diboscosità elevato, cui partecipauna significativa quota diarboricoltura da legno.
• La superficie forestale èconsistente, anche per recenteespansione su ex coltivimarginali, costituitaprevalentemente da cedui dirobinia che infiltrano anche irelitti querco-carpineti, i quercetie castagneti dei rilievi.
• Tra le emergenze naturalistiche e paesaggistiche da segnalarela presenza di pino silvestre e di castagneti da frutto secolari.
• Prevale la proprietà forestale privata frammentata, orientata autilizzazioni per usi energetici e prelievi a scelta commercialedelle querce d’alto fusto, con conseguente difficoltà apredisporre una gestione sostenibile.
• La morfologia e la rete viabile rurale consentono una buonaaccessibilità ai boschi, escluse le rocche.
• Il turismo rurale a orientamento eno-gastronomico è increscente sviluppo, con possibili ricadute anche sul settoreagroforestale quale componente del paesaggio da valorizzare.
Superficie territoriale: 39.802 haSuperficie forestale: 10.081 haIndice di boscosità: 30%
Area Forestale
• PIANURA CUNEESE •
• Area planiziale a prevalente usoagricolo, in cui la superficieforestale e la risorsa legnoricoprono un ruolo secondario.
• I pochi boschi presenti siestendono lungo le fasce fluvialima spesso sono costituitiesclusivamente da robinia.
• Presenza di diverse aree protettee Siti Natura 2000, creati per lasalvaguardia di particolariambienti e tutela di realtàfloristiche e faunistiche.
• Trattandosi di un territoriopianeggiante è presente una forte componente produttiva, nonlimitata dalle difficoltà di accesso.
• Non esiste una filiera legno strutturata ma spesso sono gliagricoltori che gestiscono i boschi per ottenere legna daardere.
• Fondamentale è promuovere la multifunzionalità del bosco conun occhio di riguardo ai relitti boschi planiziali e alle fascefluviali, che sono parte integrante delle reti ecologiche.
56
Superficie territoriale: 131.857 haSuperficie forestale: 6.705 haIndice di boscosità: 10%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo46%
Monitoraggio16%
Tagli dimiglioramento
38%
Secondoquinquennio
61%
Nessuna15%
Primoquinquennio
7% Terzoquinquennio
17%
Boschi serviti55%
Boschi non serviti29%
Boschi senzaesigenze di
servizio16%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%Arboricolturada legno
5%
Aree urbanizzate8%
Aree agricole81%
Boschi5%
Private rilevate1%
Pubblica17%
Altri Enti4%
Altre proprietàprivate
78%
Produttiva25%
Produttivo-protettiva
50%
Protettiva18%
Naturalistica7%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
Acero-tiglio-frassinetiAlneti planizilai, m
ontani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Querco-carpinetiQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Querco-carpineti
Robinieti
Formazioni legnose
riparie
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Querco-carpineti
Robinieti
Formazioni legnose
riparie
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 4.084 17 125 9,7
Formazioni legnoseriparie 1.600 22 197 15,9
Querco-carpineti 404 24 217 12,6
57
Tagli dimiglioramento
9%
Monitoraggio4% Evoluzione
naturale<1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo87%
Secondoquinquennio
29%
Nessuna4%
Primoquinquennio
65%
Terzoquinquennio
2%
Boschi serviti33%
Boschi non serviti63%
Boschi senzaesigenze di
servizio4%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%Arboricoltura dalegno
4%
Aree urbanizzate10%
Aree agricole81%
Boschi4%
Private rilevate10%
Pubblica10%
Altri Enti14%
Altre proprietàprivate
66%
Turistico-ricreativa
2%Protettiva28%
Produttiva42%
Naturalistica28%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Querco-carpineti
Querceti di rovere
Robinieti
Rimboschimenti
Formazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
65%
70%
Querco-carpineti
Robinieti
Formazioni legnose
riparie
Bosco di neoformazione
Fustaia
Fustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Querco-carpineti
Robinieti
Formazioni legnose
riparie
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 1.665 14 105 11,2
Querco-carpineti 818 20 170 11,1
Formazioni legnoseriparie 439 14 113 10,7
Area Forestale
• PIANURA TORINESE MERIDIONALE •
• Area totalmente planiziale,agricola con rilevanti zoneurbanizzate prossime all’areametropolitana torinese, consuperficie e indice di boscositàminimo rispetto alla media dellapianura piemontese, ove ilcontributo dell’arboricoltura dalegno (soprattutto pioppeti)sfiora il 50%.
• I boschi sono relegati alle fascefluviali (Po, Sangone),all’importante Parco di Stupinigie alle scarpate di terrazzodell’altopiano di Poirino, sedi di aree protette regionali oraanche Siti Natura–2000.
• L’utilizzazione dei boschi, tra cui i robinieti superano il 50%della superficie, è legata al ceduo per uso energetico.
• Notevoli sono le potenzialità di ulteriore sviluppodell’arboricoltura da legno a riconversione di suoli agrari, anchecon l’impianto di specie a breve ciclo per la produzione dibiomassa e la ricostituzione delle formazioni lineari.
• La densità di popolazione residente e limitrofa all’area e lasensibilità ambientale diffusa possono costituire buoneopportunità per lo sviluppo di progetti di miglioramentoboschivo e di riforestazione multifunzionale con un particolareorientamento alla fruizione.
Superficie territoriale: 91.423 haSuperficie forestale: 3.203 haIndice di boscosità: 8%
58
Tagli dimiglioramento
<1%
Monitoraggio3%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo97%
Secondoquinquennio
97%
Nessuna3%
Primoquinquennio
<1% Terzoquinquennio
<1%
Boschi serviti37%
Boschi non serviti60%
Boschi senzaesigenze di
servizio3%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
3%
Arboricoltura dalegno
4%
Aree urbanizzate27%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1%Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti7%
Aree agricole37%
Boschi22%
Pubblica8%
Altre proprietà92%
Naturalistica4%
Protettiva3%
Produttivo-protettiva
93%
Produttiva<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
Alneti planizilai, montani
Arbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Querco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40% Bosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
Querco-carpineti
Robinieti
Formazioni legnose riparie
Querceti di rovere
Querceti di roverella
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Querco-carpineti
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Formazioni legnose
riparie
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 4.578 14 117 5,1
Querco-carpineti 4.006 19 169 5,9
Querceti di rovere 1.975 20 157 5,9
Querceti di roverella 1.276 11 75 3,4
Formazioni legnoseriparie 811 19 146 8
Area Forestale
• COLLINA E FASCIA FLUVIALE DEL PO – TRATTO TORINESE •
• Area collinare a prevalentecopertura forestale conagricoltura in regresso e sviluppodi insediamenti in espansionedall’area metropolitana,comprendente anche un trattodella fascia fluviale del Po a usoagrario.
• La superficie forestale collinare ècostituita prevalentemente dacedui sotto fustaia di querce erobinia; quest’ultima tende aespandersi in caso di utilizzazionicommerciali, in aumento per laforte richiesta di legna da ardere propria di un’areadensamente popolata da insediamenti sparsi.
• Le valenze naturalistiche dei boschi collinari e ripari sonosottolineate dalla istituzione di aree protette e Siti Natura-2000.
• La proprietà forestale essenzialmente privata non associata èun ostacolo alla gestione sostenibile delle formazioni alatifoglie miste.
• La densità di popolazione residente vede crescere le istanze eopportunità per una valorizzazione multifunzionale dei boschi,orientata anche alla fruizione, in particolare con la densa rete disentieri segnalati, e alla tutela del paesaggio.
Superficie territoriale: 59.898 haSuperficie forestale: 13.295 haIndice di boscosità 26%
Area Forestale
• CANAVESE – EPOREDIESE •
• Area collinare eterogenea, con unampio tratto pianeggiante nellaporzione intramorenica, in cuiprevalgono i cedui di robinia ecastagno ma risultano ancheparticolarmente estesi i boschiumidi (alneti planiziali).
• Il paesaggio è prevalentementeagricolo con preponderanza deiseminativi irrigui.
• Area di notevole interessenaturalistico, per laconservazione di zone umide eambienti lacuali, e paesaggisticoper la presenza dell’imponente anfiteatro morenico.
• L’utilizzazione forestale è basata sulla gestione del ceduosemplice ma permane una quota derivante dal ceduocomposto, che permette una maggiore differenziazione degliassortimenti.
• Nell’area il cancro corticale nei castagneti appare ancoraparticolarmente virulento.
• Buona l’attitudine all’arboricoltura nelle aree planiziali conpossibilità di integrazione e miglioramento della rete ecologica.
59
Superficie territoriale: 46.866 haSuperficie forestale: 11.933 haIndice di boscosità: 27%
Tagli dimiglioramento
10%Monitoraggio
22%
Evoluzionenaturale
<1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo68% Secondo quinquennio
56%
Nessuna22%
Primo quinquennio19%
Terzo quinquennio3%
Boschi serviti53%
Boschi non serviti25%
Boschi senzaesigenze di
servizio22%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
2%Arboricoltura da
legno7%
Aree urbanizzate9%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1% Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti<1%
Aree agricole57%
Boschi25%
Private rilevate<1%
Pubblica6%
Altri Enti<1%
Altre proprietàprivate
94%
Protettiva21%
Evoluzione libera<1%
Produttiva32%
Naturalistica27%
Produttivo-protettiva
20%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Acero-tiglio-frassinetiAlneti planizilai, m
ontani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Querco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Alneti planiziali
e montani
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
FustaiaFustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Alneti planiziali, montani
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 4.286 11 76 6,2
Castagneti 3.915 25 175 7,7
Querco-carpineti 1.470 26 142 8,4
Alneti planiziali,montani 803 26 148 3,7
Area Forestale
• PIANURA VERCELLESE •
• Area planiziale a prevalente usoagricolo, vocato alla risicoltura incui la superficie forestale e larisorsa legno ricoprono un ruolosecondario; la diffusione deiboschi è maggiore nella parteoccidentale e settentrionaledell’area dove prevalgono i rilievicollinari e montuosi.
• Area ricca di zone protette dilimitata estensione (circa il 5%della sup.), ma importanti per latutela dell’avifauna e dei boschiplaniziali (Parco di Trino).
• L’utilizzazione dei boschi è limitata al ceduo per produzione dilegna da ardere.
• Forte risulta la pressione antropica sugli elementi naturali.
• La rinaturalizzazione delle sponde dei corsi d’acqua offrirebbel’opportunità di migliorare la rete ecologica.
• Notevoli sono le potenzialità di sviluppo degli impianti forestali,a riconversione di suoli agrari, con destinazione naturalistica oper arboricoltura da legno.
60
Superficie territoriale: 129.977 haSuperficie forestale: 11.227 haIndice di boscosità: 11%
Tagli dirinnovazione in
fustaia4%
Evoluzionenaturale
1%
Monitoraggio13%
Tagli dimiglioramento
7%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo75%
Terzoquinquennio
12%
Primoquinquennio
7%Nessuna
21%
Secondoquinquennio
60%
Boschi serviti42%
Boschi non serviti45%
Boschi senzaesigenze di
servizio13%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
2%
Arboricolturada legno
2%
Aree urbanizzate7% Praterie, prato-
pascoli, cespuglieti
<1%
Aree agricole80%
Boschi9%
Altre proprietàprivate79%
Altri Enti6%
Pubblica14%
Privata rilevata1%
Turistico-ricreativa
<1%Produttivo-protettiva
24%
Produttiva40%
Protettiva7%
Naturalistica29%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Acero-tiglio-frassinetiAlneti planizialeArbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Querco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
60%
Querco-carpineti
Castagneti
Robinieti
Querceti di rovere
Bosco senza gestioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo sempliceCeduo in conversione
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Castagneti
Querco-carpineti
Querceti di rovere
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 5.967 11 86 7,0
Querco-carpineti 1.718 19 175 7,7
Castagneti 1.323 20 170 10,4
Querceti di rovere 944 32 293 11,4
Area Forestale
• PIANURA BIELLESE •
• Area di alta pianura e terrazziantichi con cordoni morenici, incui per la ridotta capacità d’usoagricolo dei suoli (baragge) si èconservata una discretaestensione forestale, con indicedi boscosità massimo rispettoalla media della pianurapiemontese, corrispondente adaree a connotazione collinare.
• Zona di rilevante importanzaanche naturalistica per la qualitàdelle formazioni seminaturali,che sfiorano il 60% del totale, tracui in particolare i querco-carpineti, sottolineata dall’istituzionedi aree protette e Siti della Rete Natura 2000 per la tutela diambienti forestali, di brughiera e lacustri.
• La proprietà dei boschi è essenzialmente privata eframmentata, al di fuori delle aree demaniali militari; leutilizzazioni sono orientate alla legna da ardere e al prelievo ascelta commerciale delle querce mature, senza prospettive dirinnovazione per queste ultime.
• Le principali problematiche e prospettive gestionali sonoquindi la gestione sostenibile delle fustaie planiziali e deicastagneti nei rilievi, anch’essi spesso misti a querce,promuovendo l’associazionismo.
61
Superficie territoriale: 26.044 ha Superficie forestale: 6.833 haIndice di boscosità: 28%
Tagli dimiglioramento
<1%
Monitoraggio9%
Evoluzionenaturale
1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo90%
Terzoquinquennio
29%
Primoquinquennio
7%
Nessuna8%
Secondoquinquennio
56%
Boschi serviti40%
Boschi non serviti52%
Boschi senzaesigenze di
servizio8%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
3%Arboricoltura
da legno2%
Aree urbanizzate10%
Rocce, maceretie ghiacciai
<1% Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti<1%
Aree agricole59%
Boschi26%
Private rilevate2%
Altre proprietàprivate
89%
Pubblica9%
Turistico-ricreativa
1%Produttivo-protettiva
25%
Produttiva30%
Protettiva7%
Naturalistica37%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Alneti planizilai, montani
Boscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Querco-carpineti
Querceti di rovere
Robinieti
Rimboschimenti
Formazioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Bosco senza gestione
Bosco di neoformazione
FustaiaFustaia sopra ceduo
Ceduo semplice
Castagneti
Querceti di rovere
Querco-carpineti
Robinieti
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Castagneti
Querco-carpineti
Querceti di rovere
Robinieti
Privata rilevata
Pubblica
Altre proprietà private
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 2.949 12 100 9,3
Querco-carpineti 1.972 19 178 8,0
Castagneti 1.211 22 201 6,9
Querceti di rovere 551 22 206 6,8
62
Tagli dimiglioramento
10%Monitoraggio
21%
Evoluzionenaturale
1%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo68%
Terzoquinquennio
21%
Primoquinquennio
1%Nessuna19%
Secondoquinquennio
59%
Boschi serviti17%
Boschi non serviti64%
Boschi senzaesigenze di
servizio19%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Arboricoltura dalegno
2%
Aree urbanizzate11%
Aree agricole70%
Boschi16%
Private rilevate1%
Pubblica6%
Altri Enti1%
Altre proprietàprivate
92%
Naturalistica29%
Protettiva2%Produttivo-
protettiva24%
Produttiva45%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Alneti planizilai, montani
Arbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
Castagneti
Cerrete
Pinete di Pino silvestreQuerco-carpinetiQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Boscaglie pioniere
e di invasione
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Boscaglie pioniere
di invasione
Castagneti
Querco-carpineti
Robinieti
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 6.613 13 110 10,7
Querco-carpineti 5.393 19 168 8,2
Boscaglie pioniere diinvasione 1.254 14 106 12,6
Castagneti 871 20 159 13,2
Area Forestale
• PIANURA NOVARESE •
• Area planiziale agricola conparticolare estensione dellarisicoltura.
• La superficie forestale, così comela risorsa legno, ricopre un ruolosecondario, anche se l’indice diboscosità è superiore alla mediadella pianura piemontese,principalmente legato alle fascefluviali del Ticino e del Sesia,importanti aree protetteregionali e Siti Natura–2000.
• L’utilizzazione dei boschi, tra cuidominano i robinieti, è legata alceduo per uso energetico.
• Forte risulta la pressione antropica sugli elementi naturaliresidui, con conseguente impoverimento floristico degliambienti forestali (querco-carpineti), per la diffusione edespansione di piante esotiche, tra cui ciliegio tardivo e querciarossa oltre alla naturalizzata robinia, e progressiva riduzionedelle formazioni lineari e zone umide.
• Notevoli sono le potenzialità di sviluppo dell’arboricoltura dalegno a riconversione di suoli agrari, anche con l’impianto dispecie a breve ciclo per la produzione di biomassa.
• Si auspica la ricostituzione della rete ecologica con importantifunzioni anche produttive, ripiantando le fasce arborate,principalmente lungo la rete irrigua sviluppata per la risicoltura.
Superficie territoriale: 100.690 haSuperficie forestale: 16.341 haIndice di boscosità: 18%
Area Forestale
• PIANURA ALESSANDRINAMERIDIONALE •
• Area planiziale agricola, conindice di boscosità ridottorispetto alla media della pianurapiemontese, con popolamentilegati alle fasce fluviali (Po,Tanaroe affluenti) ove sono stateistituite aree protette regionaliora anche Siti Natura–2000; lamedia è risollevata grazie alleformazioni forestali dellaporzione meridionale collinare.
• L’utilizzazione dei boschi, tra cui irobinieti superano il 50% dellasuperficie, è legata al ceduo peruso energetico.
• Forte risulta la pressione antropica, con conseguenteimpoverimento degli ambienti forestali seminaturali (querco-carpineti) e progressiva riduzione delle formazioni lineari.
• Notevoli sono le potenzialità di sviluppo dell’arboricoltura dalegno a riconversione di suoli agrari, anche con l’impianto dispecie a breve ciclo per la produzione di biomassa.
• In tal senso l’auspicata reintegrazione della rete ecologicaripiantando le fasce arborate campestri rivestirebbe importantifunzioni anche produttive.
63
Superficie territoriale: 83.487 ha Superficie forestale: 8.142 haIndice di boscosità: 12%
Tagli dimiglioramento
8%Monitoraggio
24%
Evoluzionenaturale
2%
Tagli dirinnovazione inceduo e fustaia
sopra ceduo66%
Terzoquinquennio
15%
Primoquinquennio
16%Nessuna26%
Secondoquinquennio
43%
Boschi serviti44%
Boschi non serviti31%
Boschi senzaesigenze di
servizio25%
Interventi selvicolturali (ha) Superficie forestale per priorità di intervento (ha) Esigenze di servizio (ha)
Acque greti ezone umide
1%
Arboricolturada legno
2%
Aree urbanizzate7%
Praterie, prato-pascoli,
cespuglieti<1%
Aree agricole80%
Boschi10%
Private rilevate<1%
Pubblica7%
Altri Enti<1%
Altre proprietàprivate
93%
Protettiva14%
Evoluzione libera1%
Produttiva29%
Naturalistica10%
Produttivo-protettiva
46%
Turistico-ricreativa
<1%
Coperture del territorio (ha) Superficie forestale per proprietà (ha) Destinazioni e obiettivi selvicolturali (ha)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Acero-tiglio-frassineti
Alneti planizilai, montani
Arbusteti planizialiBoscaglie pioniere di invasione
CastagnetiCerrete
Querco-carpinetiQuerceti di roverellaQuerceti di rovereRobinieti
RimboschimentiForm
azioni legnose riparie
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
55%
Robinieti
Formazioni legnose riparie
Querceti di rovere
Querceti di roverella
Boscaglie pioniere e
di invasione
Bosco senza gestioneBosco di neoformazioneFustaiaFustaia sopra ceduoCeduo semplice
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Boscaglie pioniere
di invasione
Querceti di roverella
Querceti di rovere
Robinieti
Formazioni legnose
riparie
Privata rilevataPubblicaAltre proprietà privateAltri Enti
Categorie forestali (ha)
Principali categorie forestali per assetto (ha)
Proprietà per categorie principali (ha)
Categorie forestaliprincipali
Superficie(ha)
Areabasimetrica
(m2/ha)
Volume(m3/ha)
Incremento(m3/ha/anno)
Robinieti 4.328 20 149 10,9
Formazioni legnoseriparie 1.260 20 156 9,4
Querceti di roverella 808 23 154 9,5
Querceti di rovere 704 32 250 15,4
Boscaglie pioniere diinvasione 637 9 57 5,4
12. Sistema Informativo Forestale Regionale (SIFOR)
Alla presente pubblicazione è allegato una versione dimostrativa del SIFOR, il si-stema che contiene e permette di consultare ed elaborare i dati forestali piemon-tesi.A titolo di esempio nel CD sono stati inseriti i dati di tre Aree Forestali rappresen-tative di diversi ambienti: montagna (AF30 – Alta Valle Susa), collina (AF55 – Roe-ro) e pianura (AF63 – Pianura Alessandrina Meridionale).
Requisiti minimi di sistema:Processore di classe Pentium® II (consigliato Pentium® IV) 128 Mb di RAM (consi-gliato 256 Mb o superiore)Supporto Video SVGA (65.536 colori, 1024x768 pixel)Sistemi operativi: Windows® 98/ 2000/ XP
Software sviluppato con Microsoft Visual FoxPro® v.6.0.e con componenti ESRI Ma-pObjects LT2.
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239
13. Testi di riferimento
CAMERANO P., GOTTERO F., TERZUOLO P., VARESE P., 2004 • Tipi Forestali delPiemonte • Regione Piemonte. Blu Edizioni, pp. 204.
CANAVESIO A.,TERZUOLO PG., GOTTERO F., 2005 • Le formazioni lineari: rilie-vo dei dati e valutazioni nell'ambito della pianificazione forestale territoria-le • Convegno “Paesaggi Agrari e forestali – la pianificazione, il progettoe la gestione dei territori rurali”. Grugliasco, 7 luglio 2005.
CIELO P., GOTTERO F., 2001 • Assortimenti legnosi e sistemi di esbosco nellearee montane della provincia di Torino • Atti del convegno FORLENER – foresta, legno, energia. Biella 28 settembre 2001. Regione Piemonte.Assessorato alle politiche per la Montagna, Foreste e Beni Ambientali,pp. 15-25.
CIELO P., CORGNATI M., GOTTERO F., ZANUTTINI R., 2004 • La filiera foresta-le-gno in Piemonte • L’Italia Forestale e Montana, LIX, 6, 421-439. Ed. Accade-mia di Scienze forestali, Firenze.
CIELO P., GOTTERO F., 2004 • Il piano della viabilità: finalità, analisi ed elabora-ti • Sherwood, 102, 33 -38. Ed. Compagnia delle Foreste, Arezzo.
CIELO P., GOTTERO F., MORERA A.,TERZUOLO PG., 2003 • La viabilità agro-sil-vopastorale: elementi di pianificazione e progettazione • IPLA.Regione Pie-monte, pp. 106.
GOTTERO F.,TERZUOLO PG. (a cura di), 2004 • La Pianificazione silvopastora-le in Piemonte: Norme Tecniche per i Piani Forestali Territoriali e Indirizzi me-todologici per i Piano Forestali Aziendali • IPLA. Regione Piemonte, CD-Rom mp0408.
LICINI F.,TERZUOLO PG., 2001 • La pianificazione forestale in Piemonte • Sher-wood, 68, 5-12. Ed. Compagnia delle Foreste, Arezzo.
SINDACO R., MONDINO G. P., SELVAGGI A., EBONE A., DELLA BEFFA G., 2001 • Guida di riconoscimento di ambienti e specie della Direttiva Habitat in Pie-monte • Regione Piemonte.
SINDACO.R.,TERZUOLO PG.,2006 • Natura-2000 e foreste.Professionalità coin-volte nella gestione dei Siti • Sherwood,n.123 pp.19-21.Ed.Compagnia del-le Foreste, Arezzo.
TERZUOLO PG, SINDACO R., SAVOLDELLI P., 2005 • La Rete Natura-2000. Ca-ratteristiche e problematiche degli habitat forestali italiani • Sherwood, n.113, pp. 5-12.
TERZUOLO PG.,2001 • Pianificazione forestale polifunzionale in Piemonte me-diante piani forestali territoriali • Dendronatura, n. 2/2001, pp. 44-48. Ed.Associazione Forestale del Trentino.
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Protettiva15%
Evoluzione libera7%
Naturalistica15%
Produttiva16%
Fruizione1%
Protettivo-produttiva
46%
Superfici Ettari %
Superficie territoriale regionale 2.538.297 100
Superficie forestale boschi 874.660 34
arboricoltura da legno 48.206 2
totale 922.866 36
Superficie boscata pubblica 262.398 30
Superficie boscata privata 612.262 70
Assetti colturali dei boschi Ettari %
Cedui semplici e composti 541.756 62
Fustaie 208.903 24
Boschi di neoformazione 42.183 5
Boschi senza gestione 81.818 9
Macrocategorieforestali
Superficie[ha]
Provvigione[m3/ha]
Incrementocorrente
[m3/ha/anno]
Superficiegestione
attiva
Superficiedestinazioniproduttive
Ripresapotenziale[m3/anno]
Castagneti 204.368 220 8,3 89% 84% 1.230.900
Faggete 135.770 204 5,6 56% 67% 337.200
Querceti e Ostrieti 133.244 133 5,7 66% 58% 288.600
Robinieti 108.136 111 8,1 86% 82% 403.000
Boschi di neoformazione 100.779 124 5,5 34% 50% 91.500
Lariceti 79.536 184 2,7 31% 33% 79.800
Pinete 36.789 207 5,8 61% 45% 76.900
Arbusteti 34.317 36 1,1 1% 4% –
Abetine e Peccete 24.046 317 5,6 61% 52% 80.600
Formazioni igrofile 17.675 166 7,7 42% 24% 34.600
Totale 874.660 175 5,8 62% 62% 2.623.100
ISBN 978-88-7904-029-7
Fasce altimetriche
Superfici [ha]
Indice boschi servitiper l’esbosco
Montagna 627.259 44%
Collina 157.025 89%
Pianura 90.376 88%
Totale 874.660 46%
I BOSCHI DEL PIEMONTE
Conoscenze e indirizzi gestionali
I BO
SCH
I DEL P
IEMO
NTE
Destinazioni funzionali prevalenti dei boschi piemontesi