Date post: | 19-Feb-2019 |
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I COMPLEANNI DEL MESE DI GENNAIO
Auguri a:
Brambilla Annamaria il 3 gennaio
Colombo Angela il 7 gennaio
Grassellini Umberta il 15 gennaio
Landriscina Francesca il 7 gennaio
Mapelli Ambrogia il 4 gennaio
Mapelli Giuseppe il 24 gennaio
Trapanelli Giuseppina l’1 gennaio
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Ricordando... Festa con l’auser Sabato 12 dicembre grande festa nel salone della Casa di Riposo!
Ha allietato questo pomeriggio l’Auser di Paderno D’Adda. Bella musica e bra-
vi cantanti: Dandy e sua figlia, che ci hanno fatto ballare insieme agli altri vo-
lontari. Le nostre donne erano felicissime. Il pomeriggio è terminato con l’e-
strazione di alcuni premi vinti dai nostri anziani, il panettone offerto dall’asso-
ciazione padernese e un pensiero per tutti i partecipanti alla festa.
E’ stato un buon inizio dei festeggiamenti natalizi.
Le foto di questo bellissimo pomeriggio saranno esposte a breve in sala azzur-
ra.
L’arrivo dei bambini delle scuole elementari di Cassago
Mercoledì 16 dicembre sono venuti a farci visita, come ogni anno, i bambini
della scuola elementare di Cassago Brianza.
Ci hanno portato in regalo delle belle foto da appendere sul nostro albero di
Natale situato in salone! Hanno poi recitato “La notte santa” e noi abbiamo ri-
cambiato il loro dono con un bel sacchetto pieno di caramelle per ciascun bam-
bino.
Inoltre questo pomeriggio è stato occasione di scambio della corrispondenza
iniziata dagli alunni e diretta ai nostri ospiti. Entrambi hanno potuto finalmente
conoscere di persona il loro amico di penna.
Ci saranno altri incontri, in questo anno, con i nostri piccoli amici che ormai
sono arrivati alla fine del percorso nelle scuole elementari . Per questo li salute-
remo durante la festa di fine anno, che si terrà in primavera, a cui ci hanno cor-
dialmente invitato a partecipare.
Speriamo comunque che la corrispondenza continui …
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La festa dell’associazione Amici, famigliari e volontari…
Domenica 20 dicemre alle ore 15.00 l'Associazione Amici Famigliari e Volon-
tari della Casa di Riposo ha organizzato un pomeriggio speciale per tutti gli o-
spiti ed i parenti. Dopo i saluti del presidente del C.d.A Giovanni Battista Bar-
bieri e del direttore della Casa di Riposo dott. Galbusera e dell'assessore ai ser-
vizi sociali Maria Pia Pozzi, la presidente dell'Associazione Agnese Spreafico
ha dato inizio alla tombolata natalizia.
Gli ospiti si sono molto divertiti e attendevano l'uscita dei numeri per potersi
assicurare qualcuno dei bellissimi premi in palio. Dopo una dolce merenda la
presidente ed i componenti del consiglio hanno donato a tutti i nonni una bellis-
sima copertina di pile augurando loro un Santo e sereno Natale.
Ringraziamo i volontari, gli educatori e tutti coloro che hanno reso possibile la
buona riuscita della tombola natalizia.
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Festa dei compleanni
I festeggiamenti natalizi organizzati dall’animazione di sono conclusi mercole-
dì 23 dicembre con la festa dei compleanni. La nostra Lucia Fumagalli ha com-
piuto 101 anni. In occasione di questo evento è stata acquistata una magnifica
torta artigianale, donata dai parenti di Lucia. Cogliamo così l’occasione per rin-
graziarli nuovamente. Una nuova coppia di volontari e animatori di fe-
ste,Mireya e suo marito, ha rallegrato il pomeriggio con buona musica e tanto
divertimento.
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Il presepe vivente
Il presepe vivente
Lunedì 21 dicembre è stata celebrata la Santa Messa di Natale e come ogni an-
no è stata accompagnata dal presepe vivente, il personale della casa di riposo
(asa, fisioterapisti, infermieri, personale amministrativo, educatori ed anche vo-
lontari...) si sono resi disponibili per impersonare i principali personaggi del
presepe, Maria e Giuseppe, i pastori e i Re Magi.
Dopo la Santa Messa, il pomeriggio si è concluso con l’intonazione di canti
natalizi. Ringraziamo tutto il personale che ha collaborato con noi per la realiz-
zazione di questo evento natalizio.
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I bambini della scuola materna di Monticello
E finalmente quest’anno sono venuti a trovarci i bimbi dell’asilo di Monticello
che timidamente si sono presentati e hanno cantato ai nostri ospiti delle delizio-
se canzoni natalizie. Hanno poi creato, insieme alle loro maestre, un bel mo-
mento di condivisione con gli anziani attraverso un gioco dove hanno coinvol-
to tutti gli ospiti. Il gioco si chiama “La patata bollente” che in quel caso era un
peluches di Babbo Natale, che veniva distribuito ai nostri ospiti, i quali aveva-
no il compito di custodirlo e riconsegnarlo ad un altro bambino.
Abbiamo ringraziato i bimbi di Monticello con delle buone caramelle.
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L’angolo della tradizione brianzola…
a Monticello e dintorni…
Le tre case
A Monticello, come negli altri paesi della Brianza collinare, agli inizi del seco-
lo la vita del contadino, nel bene e nel male, gravitava intorno a tre case: la cà
di vicc ( la casa dei vecchi, cioè la cascina), la cà de tùcc (la chiesa) e la cà di
mort ( il camposanto). I nostri brianzoli erano attaccatissimi a queste tre istitu-
zioni, dal momento che non avrebbero potuto immaginarsi realizzati nella loro
vita terrena senza soltanto una di esse. Per loro era un triangolo perfetto!
La casa dei vecchi era il complesso delle abitazioni in affitto ai diversi foegh
(famiglia), organizzato in quel caratteristico insediamento rurale delle nostre
colline (la cassina) che comprendeva anche la cà di besti (la stalla) della quale
il paisan aveva una cura particolarissima.
Il re della stalla era il regiuu, mentre la regina della casa vera e propria era la
regiura. Attorno a questi due personaggi ( due autentici poli) ruotava tutta la
vita familiare di un ceppo, nei tempi in cui tutti in cascina lavoravano la terra e
la manodopera dipendente era di là da venire. Della cà di vicc, da un punto di
vista sentimentale ed affettivo, ricordiamo il pozzo, ossia il posto d’obbligo del
prim puntell de nascundon ( del primo appuntamento furtivo); il portico, sotto
il quale si scartocciava il granoturco in autunno fra un canto e una bevuta; la
lobia (loggia), regno delle rondini e luogo di ritrovo delle donne anziane ed ac-
ciaccate durante la bella stagione; la grande cucina dove si viveva la vita di fa-
miglia e si prendevano le decisioni importanti ; la cà di besti dove ci si rifugia-
va d’inverno anche per ascoltare tanti racconti; la curt ( il cortile), nella quale
le massaie facevano crocchio per sabetà ( pettegolare); ul camarott (stanzone)
nel quale i ragazzini dirmivano in grandi letti di fortuna, i più piccoli de coo e
più grandicelli de pee e si recitava in coro il patèr...momenti irripetibili di un
piccolo mondo paesano ormai scomparso!
La chiesa era la casa di Dio, quindi la casa a cui tutti erano profondamente le-
gati, anche quelli che erano poco praticanti perché ghe dava fastidi ul fum di
candiil o perché preferivano ul cold del loegh al fresc della gesa.
Questa sorta di sentimento radicatissimo dipendeva dal fatto che tutti i ceppi
avevano faticato giornate intere per costruire la casa di Dio, e quindi quell’edi-
ficio fatto di pietre e di sudore era opera di tutti. Il campanile a quei tempi era il
simbolo della comunità paesana e quelli di Monticello lo scorgevano subito an-
che da lontano, svettante com’era in cima al colle. Chi non ricorda
gli accaniti campanilismi?
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C’erano ceppi che si tramandavano di generazione in generazione i tanti viaggi
dei loro avi dal fondovalle fino in cima al colle con la gerla piena di grosse pie-
tre, e se ne facevano un vanto...erano i tempi in cui le gioie, i dolori e le fatiche
dei contadini erano scanditi dal suono delle campane, perché nelle case non c’-
era neppure la sveglia...
Di primavera l’Ave Maria suonava alle 4, prima del canto degli uccelli, ma do-
po il muggito delle mucche che esigevano perentoriamente di essere governa-
te...allo squillo dell’Ave Maria tutta la cascina (ragazzi compresi) era in fer-
mento...il nostro riferimento alla cà de tucc risale ai tempi in cui la parte sini-
stra della navata, riservata alle donne, era separata da quella di destra ( riserva-
ta agli uomini) da una tenda, per concentrare l’attenzione degli uomini sull’al-
tare, senza occhiate galeotte dalla parte delle donne.
Nel settore di queste ultime c’era un ininterrotto vivacissimo bisbigliare di pre-
ghiere, mentre fra gli uomini stagnava un dignitoso silenzio. Il vecchio parroco
Don Teodoro Cantù (1892-1917) giustificava il silenzio degli uomini in questo
modo: “ le donne stufissen (infastidiscono) ul signor, ripetendo cose che lui già
sa mentre gli uomini stanno li ad ascoltare quello che Dio dice loro”. E conclu-
deva:” besugn vess bon anca de sculta”! La chiesa poi, come casa di Dio e dei
battezzati, era anche il luogo dove gioie e dolori della gente avevano la loro
giusta collocazione, secondo quanto deciso dalla Provvidenza. Tutte le tappe
della vita di ciascun contadino erano la rappresentate nel bene e nel male, nella
fortuna e nella disgrazia, sotto il manto dell’immensa misericordia di Dio.
La casa dei morti era l’ultima dimora di tutto. Anche a Monticello ogni buon
cristiano si premurava de stagà (prenotare) il suo pustesell al campu sant, da lui
considerato la seconda cà.
Di solito era il marito che partiva per l’aldila prima della moglie. Quest’ultima
andava a trovarlo tutte le volte che poteva e lasciava detto ai famigliari: “
quand muriroo mì, hii de suteramm arent al mè omm, inscì naremm insema in
paradis ul dì di trombi quand rivegneremm (risorgeremo).” il giorno dei morti
(2 novembre) il cimitero era tutto un ammiccare di lumini (muculott). Le donne
dicevano ai ragazzi che quelle luci erano i oecc di anim che erano uscite dalle
tombe per tenere compagnia ai vivi.Le vedove erano le più assidue a far visita
ai morti. Soprattutto quelle in precarie condizioni economiche e con una nidiata
di figliuoli da tirar grandi le vedevi sostare a lungo, inginocchiate davanti al
minuscolo cippo recante un semplice numero, intente ad intesser con il loro uo-
mo un dialogo intensissimo, che ogni tanto da parte di lei prendeva sonorità ed
era udibilissimo da chi era nei pressi. “ogiacum, m’hann dii de maritass anca
mò perché de per mì ghe la foo minga a tirar grand vott bagai. Ti s’en diset” un
lungo silenzio. Poi lei di nuovo: “De chel mesteè che te diset tì t’hee minga de
scruziass (non devi fartene un cruccio), percè mi ghe n’hoo vuu fina
mai de tì…”.
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Nuovo silenzio, mentre lei ascoltava lui da sotto terra. Poi di nuovo lei piutto-
sto rammaricata: “Va ben! Alura me marii pu, ma te raccomandi: vutum vutum!
(Aiutami! Aiutami!). Si rialzava quasi a fatica e se ne andava con le mani giun-
te sotto il mento strette attorno alla corona del rosario e rimaneva fedele alla
memoria del suo uomo.
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L’angolo degli ospiti
L’angolo di Roberto Bolis
Gatto da guardia
Se vi capitasse di essere nella città di Treviglio e percorrere le sue vie, fate at-
tenzione! Se vi imbattete nella casa di Artù, gatto di razza orientale sui tre anni,
troverete sul cancello un cartello “attenti al gatto”. A questo punto vi sfregate
gli occhi e pensate: “ un gatto poi! Devono aver scritto sbagliato! O è uno
scherzo!?” e invece è tutto vero. Ne sa qualche cosa il ladro che l’altra notte ha
tentato di intrufolarsi in casa sua. Il grosso micio accortosi delle intenzioni del-
l’intruso, gli si piantò davanti sfidandolo. Come il ladro tentò di scacciare con
un calcio, il gatto alzò la schiena arruffando il pelo e mostrando gli artigli. Con
un balzo gli saltò sulla spalla, lo graffiò sul collo e sul viso miagolando come
un ossesso!
Alle grida di dolore del malcapitato, accorse dalla stanza da letto la sua padrona
con in mano la scopa. A sua volta gridò e questo fu il colpo di grazia che mise
in fuga il ladro. E cosi il gatto Artù divenne un eroe per tutti i bambini!
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L’angolo di Massimo Giussani
Epifania Deriva dal greco antico: EPIFANON, che significa incontro contemplativo. Ci
è tramandata dai Vangeli e avvalorata dalla tradizione orale. Naturalmente me-
no scarna e più romanzata.
La storia narra che dei saggi ed eruditi arrivarono a Cananea da oriente, più
precisamente dalla Mesopotamia. Questi sapienti erano astronomi. L’astrono-
mia era una scienza che era già coltivata da più di un millennio. E’ indubbio
che conoscessero l’Atorà (libro sacro della religione ebrea), come accenna il
Vangelo, e dopo averlo letto seguirono la cometa di Halley (il suo periodico av-
vicendarsi nel nostro sistema corrisponde alla data presunta della nascita di Cri-
sto). Arrivarono davanti al Messia e donarono al piccolo i doni indicanti i punti
della vita di Gesù.
Qual è il significato dei doni: oro, incenso e mirra?
L’oro significa ricchezza e benessere. La mirra è una sostanza purificante usata
già dagli Egizi per l’imbalsamazione. Viene offerta a Gesù per preannunciare la
morte del corpo di Cristo. L’incenso, prezioso prodotto di piante che crescono
fra le rocce, viene bruciato per creare una gradevole profumazione. Viene dona-
to a Gesù in segno di fasto ed adorazione ed è in uso ancora oggi nelle cerimo-
nie cristiane.
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Quando un essere umano deve
sopportare da solo il peso della
vita è preferibile che lo faccia
dove in passato ha conosciuto la
felicità. Almeno se non può
rallegrarsi del presente, ha
sempre la possibilità di
rifugiarsi nelle memorie del
passato.
Federica
Federica
Saper vivere
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L’angolo della salute
Dagli ospiti:
Questo mese vogliamo dedicare questo angolo ai famosi rimedi della
nonna, che i nostri ospiti ci hanno illustrato durante le attività di re-
parto. Tosse e raffreddore:
• Come i loro avi consigliavano, per curare la bronchite serviva una farina
marroncina fatta con semi di lino, cotti in acqua. Andava comprata in far-
macia, la si avvolgeva tiepida in un telo che si applicava al petto. Serviva
per far passare il catarro.
• Alcuni ospiti dicono latte e miele, latte e cognac, latte e grappa, latte e
miele con cannella.
• Oppure, come anche oggi, fare i fumi.
Febbre:
• Estratto di china: chimino
• Polvere di timo sulla pianta dei piedi
• Stare a letto
• A volte non si sapeva che si aveva la febbre, perché non c’era neanche il
termometro!
Mal di testa
• 2 fette di limone da applicare sulle tempie
• Bendare la testa con un fazzoletto e stare la buio
• Stare a digiuno
Mal di stomaco e mal di pancia
• Bicarbonato, acqua e limone
• Limonata
• Bere qualcosa di caldo
• Qualche mamma scaldava un mattone sul camino e lo applicava sullo sto-
maco
• Caldo e affetto
• Camomilla
• Me casciaven in lec
Dissenteria:
• Foglie di camomilla o foglie di timo
Congiuntivite:
• Impacchi di camomilla
• Fette di patate sugli occhi
Geloni:
• Camminare nella neve a piedi nudi
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Otite:
• Latte materno
• Malva per infiammazione
• Stare riparati
• Fasciare le orecchie con un panno di lana
• Mettere delle gocce di olio caldo nell’orecchio e intanto simulare la masti-
cazione
Mal di denti:
• Mollica di pane bagnato
• Impacchi di acqua calda da applicare sul dente dolorante
• Tabacco della pipa da applicare sul dente
• Metter una pasta (da comprare in farmacia) su un fiammifero e applicarla
sul dente
• Impacchi con aceto
Slogature:
• Fasciare la slogatura
• Applicare sulla slogatura il lardo, oppure delle pappine fatte con uovo e
semi di lino o ancora con sterco delle pecore avvolto in uno straccio
Scottature:
• Fette di patate
• Olio
Singhiozzi:
• Mettere un filo verde o una ciabatta in testa
• Far spaventare la persona che ha il singhiozzo
• Mettere delle buste sullo stomaco e sulla gola
• Bere zucchero e limone
• Dire un numero dispari
• Trattenere il respiro
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Cervicale:
• Scialle sulle spalle
• Mettere sulle spalle e sul collo il sale caldo
Stipsi:
• Olio di ricino
• Magnesia
• Carbone vegetale
Vermi:
• Si segnavano con l’acqua e un filo: si dicevano le preghiere e si tagliava
un filo in pezzi e se il filo si muoveva c’erano i vermi. Per curarli andava
tenuta una collana di aglio sul collo o si beveva il Fernet con lo zucchero.
Hanno partecipato attivamente a questa rubrica: Balconi Desolina, Besana Ca-
milla, Carrettoni Franco, Casiraghi Colomba,Caspani Anna, Chimini Angela,
Colombo Paolina, Colombo Rosa, Comi Teresa, D’Agostino Felicia, Giussani
Massimo, Limonta Carlo, Martinenghi Teresa, Pancotti Dina, Sala Anna, Scac-
cabarozzi Eva, Trianti Angela, Verati Pasqualina.
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Proverbi brianzoli del mese di dicembre
• Genée l’è mezz feste
• A Pasquetta, on quardoretta
• La Pifania tucc i fest je menna via
• Mitaa sgenée, mita fregée
• S Sant Togn, mezz’ora u on grogn
• A san Sebastian, la vioeula in man
• A Santa Agnes corr la luserta per la sces
• A Sant’Aquilin el frecc torna indirée per on cicin
• Santa Martinna la tra giò gran farina
• A Sant Giuli la gran freggiura, per fortuna, pocch la dura
• Mej lontan e vess amis, che arent e vess nemis
• El coeur di donn l’è faa comè on melon: a che ne fetta, a chi on boccon
• Amor e gelosia se fann sempre compagnia
• L’amor, la famm,la toss hinn tre coss che se cognoss
• La robba l’è minga de chi le fa, l’è de chi le god
• La donna de bon coeur la rid e la piang come la voeur
• Varda i pee in do che vann quand te seet al prim de l’ann
• A viv s’impara cont la esperienza ‘mara
• Mei prima pensà e poeu ris’cià
• Ritardà el dì da fa spos l’è un mestè un po trop riscios
• L’è minga semper el pusè bell chi g’ha la piuma sul capell
• Piutost che parlà ma, l’è maj tasè
• Domà l’amor di mamm al riva mai ai scalmann
• Ogni dagn al g’ha ripar anca se ‘l ta costa car
• La guerra de la fam l’è insci mai seria, ma ‘l nemis pusse trist l’è la mise-
ria
• La boca la sara i dent: ma i paparol trop malament
• Chi toeu consilli in do ghe n’è l’è ben sicur do’ ‘l met el pè
• L’omm el ciapa per sapienza tanti rob tutta apparenza
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L’angolo dell’ecologia
Quanto inquina il Natale?
Regali, carta da pacco, luci e lucine, spostamenti in auto per l’acquisto dei re-
gali e per visitare parenti e amici…
Mentre a Copenhageh le massime autorità mondiali erano riunite per trovare un
accordo sul clima, in tutto il mondo ci si preparava per il Natale: addobbi, luci,
spostamenti, regali...in aggiunta al maggior consumo di acqua calda e riscalda-
mento per la maggior presenza in casa. Ma quanto inquina il Natale?
Il calcolo della CO2 (anidride carbonica) prodotta durante le festività natalizie
(tra il 25 dicembre e l’Epifania, cioè i giorni in cui si innalzano i consumi) è
stato effettuato su un nucleo famigliare medio di tre persone.
Considerando l’intera popolazione italiana i numeri fanno ancora più impres-
sione: l’impatto ambientale stimato supera i 7,7 milioni di tonnellate di CO2”.
Un peso davvero ingombrante: per eguagliarlo servirebbero oltre 10 miliardi di
panettoni da 750 grammi!
Un dato che deve far riflettere sulla necessità di adottare un comportamento so-
stenibile ed eco-compatibile anche durante il periodo natalizio.
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L’angolo della frutta di stagione
Gli agrumi sono piante coltivate appartenenti al genere Citrus della famiglia
delle rutacee (limone, arancio, mandarino, pompelmo, ecc.) sono così chiamati
anche i loro frutti. Si tratta di alberi o arbusti sempreverdi originari dell'India e
dell'Estremo Oriente e diffusi in epoche diverse in Europa in tutte le zone a cli-
ma mediterraneo. Sono coltivati per i frutti di alto valore alimentare e vitamini-
co; consumati freschi o per conservare, marmellate, canditi e bevande e per l'e-
strazione di oli essenziali usati in profumeria.
Limone
Pianta delle rutacee, originaria dell'Asia ma coltivata nelle regioni temperate (in
Italia soprattutto in Sicilia e Calabria) per i frutti, e anche come pianta orna-
mentale in vaso, in parchi, giardini e terrazze: alta dai 2 ai 6 metri, ha foglie o-
vali, fiori bianchi e profumati. Il frutto della pianta di limone ha forma ovoida-
le, buccia di colore verdognolo e a maturazione completa giallo chiaro, polpa
chiara, succosa, acida, ricchissima di acido citrico e ascorbico (o vitamina C); il
succo è largamente usato come condimento e aroma per preparare bevande e,
nell'industrie estrarne l'acido citrico; la buccia (o scorza), come aroma per dolci
e pietanze e, nell'industria, per estrarre un olio essenziale aromatico adoperato
per profumi, dolci e bibite.
Mandarino
Pianta delle rutacee, originaria della Cina ma largamente coltivata nelle regioni
temperate( in Italia soprattutto nella Sicilia occidentale) per i frutti e anche co-
me pianta ornamentale in vaso, parchi e giardini: alta dai 2 ai 4 metri, ha foglie
piccole, lanceolate, fiori bianchi. Il piccolo frutto della pianta di mandarino di
forma globosa, con buccia sottile verdognola e a maturazione completa aran-
cione, con polpa arancione, succosa, dolce e molto profumata.
Pompelmo
Albero di media altezza appartenente al gruppo degli agrumi della famiglia del-
le rutacee, originaria dell'estremo Oriente e largamente coltivato in tutte le zone
subtropicali per i frutti a grappolo commestibili. Il frutto della Citrus paradisi,
simile all'arancia ma più grande e con la buccia e la polpa colore giallo chiaro
dal succo acidulo e amarognolo, tuttavia gradevole (specialmente con un po'' di
zucchero!!): può essere consumato fresco per colazione, come antipasto o come
frutta, oppure spremuto come bevanda tonica.
Arancio
Pianta e specie di piante della famiglia delle rutacee, originaria della Cina e
della Cocincina, coltivata nelle regioni temperate (in Italia soprattutto in Sicilia
e in Calabria) per i frutti e anche come pianta ornamentale in vaso.
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E' un albero alto fino ad una decina di metri, con foglie ovali, frutti globosi,
piccoli fiori bianchi, intensamente profumati (fiori d'arancio, simbolo di purez-
za e per questo portati sul capo dalle spose durante la cerimonia nuziale), da cui
si estrae un'essenza usata in profumeria. Esistono due varietà:
- l'arancio dolce, largamente coltivato per i frutti più dolci, adatti per essere
consumati freschi;
- l'arancio amaro, dai frutti amarognoli utilizzati per preparare marmellate e
canditi, e per estrarre essenze. Il colore della buccia dell'arancia matura è inter-
medio tra il giallo/arancione e il rosso, con varie tonalità.
A chi fa bene, a chi fa male
La frutta e gli ortaggi ricchi di vitamina C sono particolarmente indicati per
bambini e ragazzi, che durante la crescita hanno bisogno di molte vitamine, e
sono utili anche agli anziani. Si consigliano inoltre ai convalescenti, a chi è af-
fetto da raffreddore e a chi deve rimanere esposto al freddo. L'azione protettiva
e curativa svolta dalla vitamina C nei confronti delle malattie da raffreddamen-
to è controverso. Gli agrumi a volte creano problemi a chi soffre di bruciori di
stomaco, gastrite e ulcera. In questi casi si deve avere la precauzione di ingerirli
solo a stomaco pieno. Se la bocca o la gola sono infiammate, gli agrumi provo-
cano una sensazione di bruciore. Anche se in misura minore, sono irritanti an-
che le fragole, i lamponi, i mirtilli, il kiwi, i pomodori, i peperoni e le cipolle
crude.
Quanto bisogna mangiarne
Si calcola che il fabbisogno giornaliero medio di vitamina C sia di circa 45 mg,
un po' più alto per gli uomini, e per le donne in gravidanza o che allattano.
Questa quantità la possiamo trovare tranquillamente in un'arancia, due manda-
rini, mezzo pompelmo o mezzo ananas, un etto di fragole, mezzo bicchiere di
spremuta d'arancia o di limone. La vitamina C in eccesso entro certi limiti non
nuoce all'organismo in quanto non si accumula e viene eliminata con le urine.
E' più frequente, anzi, che qualcuno non ne mangi a sufficienza; questo può ac-
cadere nei bambini (poco abituati a consumare verdura cruda) e negli anziani
(che mangiano poco e in maniera monotona). Ma non bisogna dimenticare che
anche la vita d'ufficio, con i pasti consumati fuori casa ed i cibi sempre più
"preparati" o cotti e riscaldati più volte, non agevola certo un adeguato consu-
mo di questa vitamina così facilmente deperibile.
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L’angolo degli operatori
Questo mese l’angolo degli operatori lo dedichiamo ai fisioterapisti , Marcella,
Claudia, Alessandro e Donato.
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L’angolo dei fisioterapisti
Supini, braccia in fuori all'altezza delle spalle; portare le braccia in
alto strisciandole a terra.
Supini, braccia in fuori all'altezza delle spalle, gomiti piegati e pal-
me a terra con avambraccia indirizzate verso i piedi; portare l'a-
vambraccio in alto fino a toccare terra col dorso delle mani, senza
spostare le spalle.
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Supini, braccia lungo i fianchi, palmo della mano rivolto verso la
faccia laterale della coscia; portare le braccia prima in fuori volgen-
do le palme delle mani verso l'alto, quindi portare le braccia in alto
mantenendo le palme verso l'esterno.
Supini, braccia lungo i fianchi, palmo della mano contro la faccia
laterale della coscia, portare le braccia prima in avanti e quindi in
alto, facendo leva sulle spalle e mantenendo gli arti tesi.
24
L’angolo dei parenti
Da un anno passo tutti i pomeriggi in compagnia di mia mamma che è ospite
della Casa di Riposo. Qui incontro tante persone, sia ospiti che parenti, e parte-
cipo alle varie attività: laboratori, giochi, tombolata, Messa, pomeriggi musica-
li…. Mi fa piacere vedere come questi animatori si danno da fare con gli ospiti,
cercando di farli divertire insieme passando un piacevole pomeriggio.
Anche mia mamma ha trovato delle persone amiche e sta volentieri in loro
compagnia.
Ringrazio tutto il personale, i medici e gli infermieri che sono molto attenti alla
salute degli ospiti.
Lucia, figlia di Teresa Martinenghi
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Gli educatori ringraziano tutti coloro che
hanno contribuito e stanno ancora
contribuendo alla realizzazione della biblioteca
situata nella sala azzurra.
Invitiamo ospiti parenti, amici ed operatori ad
usufruirne.
29
Arriva la Befana!
M'avevan detto, la Befana
non é più tanto lontana
sulla scopa è già per via
giungerà all'Epifania.
Porterà ai bimbi buoni
chicche dolci ed altri doni.
La Befana qui passò
tutto questo mi portò!
Se sia brutta vecchia e storta
non lo so e non me ne importa,
so soltanto che il suo arrivo
rende il cuore più giulivo !