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I confini La carta per il fatto stesso di essere riprodotta in migliaia di copie acquista...

Date post: 01-May-2015
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I confini La carta per il fatto stesso di essere riprodotta in migliaia di copie acquista autorevolezza e fa sembrare sensato e oggettivo ciò che non lo è. Sorprendentemente i confini sembrano naturali, non solo quelli che seguono la curvatura del terreno, il bordo di un fiume o una catena montuosa ma persino quelli che dividono una città in due (a Lahore, a Gorizia fino al 25 luglio 2007) o la separano dal suo entroterra (come è successo per Trieste e l’Istria) I confini sono tutti arbitrari, per lo più derivati da eventi traumatici, da guerre, da costruzioni fittizie di stati nazione (l’Iraq fu costruito dai britannici unendo tre province dell’ex impero ottomano), da accordi tra super- potenze (così ad esempio sono stati tracciati i confini dell’Afghanistan): per questo si spostano, avanzano, arretrano. Considerazioni di frontiera Nata in Istria Intervista a un senegalese di Milano
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Page 1: I confini La carta per il fatto stesso di essere riprodotta in migliaia di copie acquista autorevolezza e fa sembrare sensato e oggettivo ciò che non lo.

I confini

La carta per il fatto stesso di essere riprodotta in migliaia di copie acquista autorevolezza e fa sembrare sensato e oggettivo ciò che non lo è. Sorprendentemente i confini sembrano naturali, non solo quelli che seguono la curvatura del terreno, il bordo di un fiume o una catena montuosa ma persino quelli che dividono una città in due (a Lahore, a Gorizia fino al 25 luglio 2007) o la separano dal suo entroterra (come è successo per Trieste e l’Istria)

I confini sono tutti arbitrari, per lo più derivati da eventi traumatici, da guerre, da costruzioni fittizie di stati nazione (l’Iraq fu costruito dai britannici unendo tre province dell’ex impero ottomano), da accordi tra super- potenze (così ad esempio sono stati tracciati i confini dell’Afghanistan): per questo si spostano, avanzano, arretrano.

Considerazioni di frontieraNata in Istria Intervista a un senegalese di Milano

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Thomas Jefferson

Thomas Jefferson nel1784 riorganizza amministrativamente il territorio americano.Il 20 maggio 1785 con una delibera varata dal Congresso rettangolizza il paese dividendolo in unità di sei miglia quadrate. Gli Stati del sud protestarono inutilmente chiedendo il diritto di rispettare confini irregolari già esistenti, speso aderenti a linee o confini naturali.L’atteggiamento fu quello, prometeico, del geometra puro che impone modelli astratti alla nuda terra…le complicazioni, ad ogni buon conto non tardarono ad affiorate: l’Ohio sgusciava da tutta le parti, perché con la presenza del fiume omonimo a est le unità di sei miglia quadrate si troncavano in zone irregolari, …Quando non furono i fiumi, ad opporre resistenza furono le montagne o, più insidiosamente, la diversa divergenza tra il il nord polare e quello magnetico o le difficoltà di misurazione indotte dalla curvatura della terra….Accarino Bruno

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Performing borders

I ghiacci del Circolo Polare Artico e gli stati (Canada, Stati Uniti, Russia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Finlandia) interessati alle definizione dei suoi “confini”, vista la ricchezza delle risorse dell’area

Nonostante le raccomandazioni dell’ONU ogni stato adotta pressioni per dettare alla “comunità internazionale” il modo di nominare, rappresentare, delimitare i territori considerati appartenenti alla propria nazione

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La frontiera

Sulla carta lo stato è rappresentato dalla superficie, la città dal punto, il confine dalla linea.Nella realtà la linea è una zona, è la frontiera. Spazio ambiguo, dove spesso accadono cose che si preferiscono ignorare, dove facilmente si addensano comportamenti illegali, dove però si intrecciano molteplici esperienze.La frontiera svela l’inganno del confine, che delimita il fuori dal dentro sospingendo la differenza fuori per rassicurare il dentro.

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La torre di babele

Chéri SambaBisogna sapere che oltre la torre di babele di cui parla la religione cristiana ci sono state altre torri di babele e ce ne sono ancora

C’è confusione e disaccordo quando due popoli autenticamente differenti (alle volte diametralmente opposti) sono obbligati con la forza a formare un solo popolo

C’è confusione e disaccordo quando un solo popolo è con la forza diviso in più parti per formare più popoli artificialmente differenti

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Confini

Dei confini non possiamo fare a meno … “Essi muoiono e risorgono, si spostano, si cancellano e riappaiono inaspettati. Segnano l’esperienza, il linguaggio, lo spazio dell’abitare, il corpo con la sua salute e le sue malattie, la psiche con le sue scissioni e i suoi riassestamenti, la politica con la sua spesso assurda cartografia, l’io con la pluralità dei suoi frammenti e le loro faticose ricomposizioni, la società con le sue divisioni, l’economia con le sue invasioni e le sue ritirate, il pensiero con le sue mappe dell’ordine.

Claudio Magris Aut-Aut 289-290 1999

“Si, come chiunque altro, io sono un Arlecchino, il cui mantello, come un mazzo, tre gli alpeggi, si sfrangia di un intersecarsi di appartenenze. Il disegno di un blasone individuale, anche di competenze o di capacità, segue quindi una curva frattale…Così la crescita verso l’universale accentua la singolarità; reciprocamente, quest’ultima, lealmente assunta, garantisce l’ascesa verso l’universalità, sempre a profilo frattale” Serres


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