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I contenuti E - IMPIANTI A GAS - impiantienergie.it · GPL con regolatore di pressione a monte del...

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E - IMPIANTI A GAS Parte Prima - Impianti ad uso domestico e similare E - IMPIANTI A GAS Parte Prima - Impianti ad uso domestico e similare Questo libro nasce con l’intenzione di supportare gli installatori e i manutentori di impianti e apparecchi a gas nello svolgimento delle loro abituali attività, fornendo loro le informazioni necessarie in un modo che speriamo semplice e lineare, inoltre il libro ha uno scopo didattico essendo pensato anche per sostenere il percorso degli operatori che hanno deciso di certificarsi secondo la UNI 11554:2014. Il libro propone una prima parte dedicata ai gas combustibili e ai rischi connessi al loro utilizzo e a come le varie leggi e regolamenti che si sono succeduti nel tempo hanno affrontato queste problematiche. A seguire, i capitoli centrali sono dedicati ad illustrare le regola per l’installazione degli impianti a gas ad uso domestico con apparecchi aventi singola portata termica fino a 35kW. L’ultimo capitolo è dedicato alle modalità di compilazione della dichiarazione di conformità e della documentazione necessaria per ottenere l’attivazione della fornitura secondo la delibera 40/14 dell’AEEGSI. Come gli operatori più preparati sanno il campo legislativo e normativo nel settore degli impianti a gas è estremamente ricco e articolato, pertanto è facilmente intuibile che non è possibile rinchiudere all’interno di un solo libro tutte le nozioni esistenti. Pertanto il libro deve essere inteso come un sussidiario, cioè un aiuto, allo studio e alla comprensione della legislazione e delle norme applicabili e non può sostituirsi ad esse. Legislazione di settore e norme tecniche devono essere presenti nella biblioteca di ogni operatore e costituire l’unico punto di riferimento per lo svolgimento dell’attività quotidiana. I contenuti realizzazione grafica a cura di Teknologica srl realizzazione grafica a cura di Teknologica srl ® E - IMPIANTI A GAS Parte Prima Impianti ad uso domestico e similare ® www.teknologieimpianti.it
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Questo libro nasce con l’intenzione di supportare gli installatori e i manutentori di impianti e apparecchi a gas nello svolgimento delle loro abituali attività, fornendo loro le informazioni necessarie in un modo che speriamo semplice e lineare, inoltre il libro ha uno scopo didattico essendo pensato anche per sostenere il percorso degli operatori che hanno deciso di certi�carsi secondo la UNI 11554:2014.

Il libro propone una prima parte dedicata ai gas combustibili e ai rischi connessi al loro utilizzo e a come le varie leggi e regolamenti che si sono succeduti nel tempo hanno a�rontato queste problematiche.A seguire, i capitoli centrali sono dedicati ad illustrare le regola per l’installazione degli impianti a gas ad uso domestico con apparecchi aventi singola portata termica �no a 35kW. L’ultimo capitolo è dedicato alle modalità di compilazione della dichiarazione di conformità e della documentazione necessaria per ottenere l’attivazione della fornitura secondo la delibera 40/14 dell’AEEGSI.

Come gli operatori più preparati sanno il campo legislativo e normativo nel settore degli impianti a gas è estremamente ricco e articolato, pertanto è facilmente intuibile che non è possibile rinchiudere all’interno di un solo libro tutte le nozioni esistenti. Pertanto il libro deve essere inteso come un sussidiario, cioè un aiuto, allo studio e alla comprensione della legislazione e delle norme applicabili e non può sostituirsi ad esse. Legislazione di settore e norme tecniche devono essere presenti nella biblioteca di ogni operatore e costituire l’unico punto di riferimento per lo svolgimento dell’attività quotidiana.

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Impianti ad usodomestico e similare

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1.1 Le caretteristiche dei principali gas combustibili

I tipi di gas utilizzato e il concetto di intercambiabilità

I gas che utilizziamo sono il gas naturale, comunemente conosciuto come “metano” e il GPL, una miscela di gas dove propano e butano sono la componente prioritaria. In alcune zone d’Italia sono presenti anche impianti di aria propanata, cioè una miscela di aria e propano, mentre è ormai praticamente cessata la distribuzione del gas manifatturato, cosiddetto “gas di città”, ottenuto dalla distillazione del coke.

Il metano

ll gas più utilizzato è il “metano”; con questo termine si individua un gas di origine naturale presente in giacimenti sotterranei a pressioni molto elevate, da qui viene estratto attraverso pozzi e veicolato fino ai punti di utilizzo attraverso una estesa rete di condotte. La composizione del gas naturale vede una percentuale elevata di metano, un idrocarburo semplice appartenente alla famiglia degli alcani costituito da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno. La sua molecola presenta una forma tetraedrica

nello spazio e i suoi legami chimici sono causa di un’ibridazione dell’atomo di Carbonio centrale. A temperatura e pressione ambiente si presenta come un gas incolore, inodore e molto infiammabile. Eccetto per la combustione, le reazioni che lo vedono protagonista avvengono a pressioni e temperature molto elevate. Sono tuttavia presenti anche percentuali meno rilevanti di altri composti di natura idrocarburica come etano, propano, butano, ecc. La pressione del gas naturale nei giacimenti è estremamente elevata, ma mano a mano che la rete si avvicina ai punti di utilizzo, viene ridotta; fino a giungere all’interno delle abitazioni dove la pressione massima ammessa dalla regolamentazione vigente raggiunge valori di qualche decina di millibar.

Lungo il percorso delle tubazioni, conformemente alle disposizioni della Legge 6/12/1971 n. 1083, al metano viene aggiunto un gas odorizzante per rendere avvertibile la sua presenza in caso di dispersioni, questo perché in natura il metano non ha un odore specifico percettibile.

1capitoloELEMENTI GENERALI

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IMPIANTI A GAS Parte Prima - Impianti ad uso domestico e similare

Il gas naturale a temperatura ambiente ed a pressione atmosferica ha una densità minore di quella dell’aria (densità circa 0,6), quindi un’eventuale dispersione tende naturalmente di disperdersi verso l’alto dove potranno formarsi miscele pericolose di aria e gas.

Gas di Petrolio Liquefatto

Il secondo (per utilizzo) tipo di gas per che viene utilizzato nelle abitazioni è il “GPL”, acronimo di gas di petrolio liquefatto. Il nome deriva dal fatto che i componenti siano in forma gassosa a temperatura ambiente ed a pressione atmosferica, ma vengano liquefatti per effetto della pressione. In questo modo è possibile trasportare rilevanti quantità di gas in contenitori di dimensioni contenute. Possiamo avere impianti alimentati con gas distribuito in bombole, oppure da piccoli depositi domestici (serbatoi), o da reti di distribuzione comuni a più edifici.

Il GPL è in realtà una miscela di gas diversi, trai quali i più frequenti sono il Propano e il Butano in miscele di vario titolo secondo l’uso specifico cui sono destinate; la miscela utilizzata nelle bombole prevede il 70% di normal-Butano e il 30 % di Propano.

Il GPL si ottiene in diversi modi, da giacimenti metaniferi, dalla distillazione del petrolio greggio, dal frazionamento del gas naturale o dalle lavorazioni di impianti petrolchimici.

A temperatura ambiente ed a pressione atmosferica si presenta sotto forma di gas, ma è molto più denso dell’aria (Butano 2,0 e Propano 1,5, GPL in miscela circa 1,7), quindi tende a rimanere a livello del suolo o ad andare ad occupare le zone del terreno più basse, come i piani interrati, le caditoie, i tombini, ecc.; questa caratteristica lo rende particolarmente

insidioso perché una perdita all’interno di un edificio tende a permanere e ad accumularsi fino al momento in cui inevitabilmente si incontra una sorgente di innesco.

Il GPL viene commercializzato in bombole (bidoni) o in piccoli serbatoi (depositi) posti presso l’utente. In alcune zone isolate e non raggiungibili dalle reti di distribuzione del gas naturale sono state realizzate anche delle reti di distribuzione del GPL o aria propanata.

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1.1 Impianto di distribuzione del gas

L’insieme delle tubazioni e dei vari componenti che collegano il punto di inizio agli apparecchi a gas, costituiscono ciò che la norma tecnica1 definisce come “impianto interno”.

Poiché questa definizione è presente anche in alcuni atti dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico2, utilizzeremo anche noi questo modo di dire, precisando che il termine “interno” individua l’impianto posto all’interno di una proprietà, sia esso collocato nelle pertinenze esterne o tra le mura di un edificio.

Inoltre, occorre precisare che il testo intende illustrare le regole per la sicurezza da applicare alla realizzazione degli impianti a gas ad uso abitativo e simili collegati a singoli apparecchi con portata termica nominale fino a 35 kW, ma non descrive le regole per la realizzazione di impianti destinati ad altro uso, come ad esempio quelli delle centrali termiche o delle cucine di comunità, per questi impianti si applicano altre norme tecniche, come la UNI 8723 o al UNI 11528.

L’ultimo aspetto che occorre precisare è che gli impianti trattati sono alimentati con gas manifatturato e gas naturale (Metano) con pressione fino a 0,004 MPa e GPL con pressione fino a 0,007 MPa alimentati da reti di distribuzione.

1.2 Dimensionamento dell’impianto

Il passaggio di un fluido in una condotta determina sempre delle perdite di carico, dovute agli attriti tra il fluido e la tubazione e i componenti ad essa collegati.

Per funzionare in modo sicuro, gli apparecchi hanno necessità di essere alimentati con gas avente una pressione compresa in un preciso campo di valori, ed è per questo motivo che occorre dimensionare le tubazioni in modo che non si verifichino, nelle condizioni di massima portata dell’impianto, delle perdite di pressione (rispetto al valore della pressione di fornitura) superiori ai valori riportati nella tabella seguente.

Gas Perdita di pressione [mbar]Metano 1

Metano con regolatore di pressione a monte del punto di inizio 2

GPL 2

GPL con regolatore di pressione a monte del punto di inizio 4

1 UNI 7128 Impianti a gas ad uso civile Termini e definizioni2 Deliberazione 40/2014 Disposizioni in materia di accertamenti della sicurezza degli impianti di utenza a gas

2capitoloINSTALLAZIONE DELLE TUBAZIONI

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IIMPIANTI AD USO DOMESTICO E SIMILARE - Sistemi e Norma per l’impiego dei gas combustibili

Ogni impianto di nuova realizzazione deve pertanto essere dimensionato prima della sua posa, inoltre in occasione degli interventi di modifica di impianti già in servizio occorre verificare la funzionalità dimensionale della tubazione esistente.

La legislazione vigente3 prevede che tutti gli impianti siano progettati e che gli impianti a gas destinati ad alimentare utenze con potenzialità superiori a 50kW siano progettati da un professionista iscritto al rispettivo albo professionale. Ne consegue che per gli impianti con potenzialità fino a 50kW spetti al responsabile tecnico dell’impresa installatrice l’obbligo di eseguire la progettazione dell’opera e garantire il rispetto della corretta perdita di pressione.

Gli impianti di minore complessità possono essere dimensionati ricorrendo all’uso di un metodo proposto dalla norma tecnica4 e fondato sull’uso di una serie di tabelle, ognuna caratterizzata dal fatto che le combinazioni portate-diametri presenti in essa individua lo stesso valore di perdita limite (es. 1 mbar) in funzione di una portata predefinita.

Diversamente, la stessa norma prevede un metodo di dimensionamento analitico attraverso il calcolo della perdita di pressione che viene a determinarsi in ciascun ramo dell’impianto; questo metodo è da utilizzarsi per impianti più complessi o con potenzialità elevata.

La norma tecnica lascia la facoltà di eseguire il dimensionamento utilizzando anche metodi diversi, ma in questo caso sarà il soggetto che esegue il dimensionamento (impresa installatrice o progettista) a dover dimostrare la validità del metodo utilizzato e l’equivalenza dei risultati ottenuti.

A seguire si rappresenta un esempio di dimensionamento sia con metodo tabellare, sia con metodo analitico:

Fase Esempio

1 Si determina il tipo di gas combustibile da utilizzare, nel nostro caso Metano. Metano

2 Si determinano il valore della perdita limite in funzione della modalità di fornitura, nel nostro caso fornitura senza regolatore di pressione. 1 mbar

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Si determinano le portate in combustibile rilevandole dal libretto d’uso e manutenzione degli apparecchi da collegarsi. In alternativa, conoscendo la potenzialità termica di ogni apparecchio e i valori del potere calorifico superiore (da utilizzarsi per apparecchi di cottura) e il potere calorifico inferiore (per tutti i rimanenti apparecchi) si può calcolare il valore della portata di combustibile. I valori delle portate devono essere ripartititi sui singoli tratti, i tratti che alimentano più apparecchi saranno attraversati dalla somma delle portate di ogni apparecchio allacciato.

Tratto A 3 m3/hTratto B 2 m3/hTratto C 1 m3/h

4Per ogni tratto si predetermina, in via di prima approssimazione, la tipologia di tubazione (materiale e diametro interno) e lo sviluppo lineare dell’opera finita.

Tratto A Acciaio Æ 36,6 20mTratto B Acciaio Æ 27,9 10mTratto C Acciaio Æ 27,9 8 m

3 Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 22 gennaio 2008, n. 37 - Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici

4 UNI 7129 -1 Parte 1 Impianto interno

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1. REQUISITI GENERALI PER L’INSTALLAZIONE DEGLI APPARECCHI

In relazione agli impianti ad uso domestico e similare, che sono oggetto della presente pubblicazione, è indispensabile precisare che a seguire sono descritti i requisiti che devono possedere i luoghi in cui saranno installati apparecchi con singola potenzialità fino a 35 kW. Quando è necessario installare apparecchi con potenzialità maggiore occorre invece fare riferimento ad altre regole di installazioni.

In questa prima parte sono illustrati i requisiti generali che devono possedere i locali di installazione degli apparecchi a gas, mentre nei capitoli seguenti sono illustrati i requisiti generali inerenti la ventilazione e l’aerazione dei locali. Nella parte finale sono infine trattati i requisiti specifici per l’installazione di ogni tipo di apparecchio.

Gli apparecchi a gas che possono essere installati sono quelli compresi nel campo di applicazione della direttiva 2009/142/EC. Per effetto di tale atto ogni apparecchio deve essere progettato e costruito in modo da poter funzionare in sicurezza e non presentare pericoli per le persone, gli animali domestici e i beni a condizione che venga usato normalmente, cioè in modo conforme all’uso previsto dal fabbricante, con le tipologie di gas e nel campo di pressione previsto dal fabbricante.

Nel momento in cui l’apparecchio è immesso sul mercato deve: • essere corredato da istruzioni tecniche elaborate per l’installatore,

• essere corredato da istruzioni per l’uso e la manutenzione elaborate per l’utente,

• contenere, così come il suo imballaggio, le avvertenze del caso.

L’istruzione tecnica elaborata per l’installatore deve contenere tutte le istruzioni per l’installazione, la regolazione e la manutenzione, permettendo così l’esecuzione corretta di tali lavori e l’utilizzazione sicura dell’apparecchio.

Le istruzioni devono in particolare precisare:• il tipo di gas utilizzato;

• la pressione di alimentazione utilizzata;

• la ventilazione dei locali richiesta per l’alimentazione con aria per la combustione;

• le condizioni di evacuazione dei prodotti di combustione,

Le istruzioni per l’uso e la manutenzione elaborate per l’utente devono contenere tutte le informazioni necessarie per un’utilizzazione sicura e devono soprattutto richiamare l’attenzione dell’utente sulle eventuali restrizioni in materia di utilizzazione.

3capitoloINSTALLAZIONE DEGLI APPARECCHI,

VENTILAZIONE E AERAZIONE

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EIMPIANTI A GAS Parte Prima - Impianti ad uso domestico e similare

Gli apparecchi a gas possono essere immessi sul mercato solo se conformi alla direttiva e alle norme di prodotto ad essi applicabili, gli apparecchi sono marcati CE.

Quindi è possibile acquistare solo apparecchi marcati CE.

La corretta prassi di installazione degli apparecchi prevede il rispetto scrupoloso delle condizioni di installazione definite dal fabbricante, e le ulteriori prescrizioni definite dalle norme tecniche di installazione.

La norma di installazione ha recentemente introdotto la possibilità di installare apparecchi rigenerati, cioè precedentemente installati in altri impianti e poi rimossi e rimessi a nuovo: in questi casi il soggetto che rigenera gli apparecchi subentra al fabbricante nella responsabilità del prodotto e deve fornire lo stesso livello di garanzia in merito alla sicurezza e al livello delle informazioni necessarie per un uso sicuro del generatore.

La norma di installazione prevede che non sia possibile installare apparecchi privi del dispositivo di sorveglianza di fiamma nel caso di nuovi impianti, installazione di apparecchi in impianti esistenti, sostituzione di apparecchi e trasformazione o rifacimento di impianti , ma sia possibile sostituire la tubazione di collegamento ad un apparecchio privo di sorveglianza di fiamma già esistente in un impianto in esercizio. Ovviamente le condizioni di installazione e la ventilazione devono essere adeguate a questo tipo di apparecchio.

Nella scelta della posizione di installazione occorre ricordare che gli apparecchi devono essere posizionati ad almeno 1500 mm di distanza dai contatori elettrici e del gas. Quando questa distanza non può essere rispettata occorre utilizzare dei setti separatori.

Non è possibile collocare apparecchi a gas sulla proiezione verticale dei piani cottura siano essi ad incasso o facenti parti di cucine.

Gli apparecchi a gas devono essere installati nel rispetto delle specifiche norme CEI. Ad esempio, oltre al rispetto di realizzare collegamenti equipotenziali e a collegare correttamente i conduttori di protezione, nei bagni non è possibile installare apparecchi nella zona di sicurezza posta sopra la vasca da bagno o al piatto doccia (zona 1) per un’altezza di 2250mm e in quella immediatamente adiacente (zona 2) per una larghezza di 600mm dalla proiezione verticale del fondo vasca o dal piatto doccia.

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1. I “CAMINI” SECONDO LA DIRETTIVA EUROPEA “PRODOTTI DA COSTRUZIONE”

Questi primi capitoli sono dedicati ai condotti che vengono utilizzati per scaricare all’esterno i fumi generati dalla combustione degli apparecchi a gas. I condotti sono utilizzati per realizzare camini, canne fumarie, condotti intubati, inoltre possono essere utilizzati per collegare un apparecchio a gas di tipo B o C6 al sistema di scarico.

Gli apparecchi di tipo B a tiraggio forzato e di Tipo C diversi dal C6, scaricano i fumi attraverso condotti che sono forniti dai fabbricanti degli apparecchi stessi e sono ricompresi nella marcatura CE dell’apparecchio. Per queste combinazioni di apparecchi e condotti di scarico non trovano applicazione le informazioni riportate di seguito.

Nelle prossime pagine il termine “camini19” riassume in sé diverse tipologie di opere, cioè i canali da fumo20, i condotti di scarico fumi21, i camini, i condotti intubati22 e le canne collettive23.

I camini consentono di scaricare all’esterno i prodotti della combustione, in modo e posizione tale da non rappresentare un problema per la salute e la sicurezza delle persone. Ma le condizioni fisico-chimiche dei fumi possono essere notevolmente diverse e non esistono condotti che possiedono contemporaneamente tutte le caratteristiche possibili. È quindi necessario scegliere i camini che hanno le corrette caratteristiche prestazionali, adeguate rispetto al tipo e alle condizioni dei fumi che devono scaricare.

La scelta dei componenti che andranno a costituire un sistema di evacuazione dei prodotti della combustione o di esalazione di fumi e vapori di cottura è un’operazione in apparenza semplice ma nella realtà può rilevarsi più difficile di quanto si possa immaginare, perché nessuno di noi è in grado di sapere con semplice esame a vista se un condotto di scarico dei fumi può resistere alle temperature di esercizio, o alla corrosione e se queste caratteristiche saranno mantenute per un lungo periodo di tempo.

E’ per dare risposta a questi interrogativi e per garantire la qualità delle costruzioni, che la comunità europea ha promulgato la DIRETTIVA CEE/89/106 “PRODOTTI DA COSTRUZIONE”, più comunemente

19 Camino: struttura ad andamento prevalentemente verticale, che ha lo scopo di convogliare ed espellere in atmosfera i prodotti della combustione provenienti da un unico punto di immissione.

20 Canale da fumo: componente che collega l’uscita del generatore di calore al camino e che funziona in pressione negativa.21 Condotto di scarico fumi: sinonimo di condotto di evacuazione dei prodotti della combustione, indica l’elemento che collega un

apparecchio al camino/canna fumaria/sistema intubato/terminale di scarico. Per gli apparecchi a gas di tipo C (escluso il tipo C6) e di tipo B con ventilatore nel circuito di combustione, il condotto è parte integrante dell’apparecchio.

22 Condotto intubato: sistema composto da uno o più elementi a sviluppo prevalentemente verticale, inserito in un camino, canna fumaria, asola tecnica esistente o di nuova costruzione che può funzionare in pressione positiva o negativa.

23 Canna collettiva: sistema di scarico fumi collegato a più apparecchi installati su uno e/o più piani di un edificio.

Marcatura CE

4capitoloSISTEMI DI SCARICO FUMI E CONDENSE

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IMPIANTI A GAS Parte Prima - Impianti ad uso domestico e similare

conosciuta come direttiva CPD, successivamente la direttiva è stata abrogata e sostituita dal Regolamento 305/2011 che fissa condizioni per la commercializzazione dei prodotti da costruzione.

Il regolamento determina le condizioni relative all’immissione sul mercato dei prodotti da costruzione e definisce anche criteri di valutazione delle prestazioni per questi prodotti e le condizioni di utilizzo della marcatura CE.

Quando il fabbricante decide di immettere sul mercato un prodotto da costruzione che rientra nell’ambito di applicazione di una norma armonizzata, deve compilare una dichiarazione di prestazione (DOP) dove saranno riportate soprattutto le informazioni seguenti:• il riferimento del prodotto;

• i sistemi di valutazione e verifica della costanza della prestazione del prodotto;

• l’uso o gli usi previsti del prodotto;

• la prestazione dichiarata.

Una volta redatta la dichiarazione di prestazione, il fabbricante deve apporre la marcatura CE sul prodotto.I fabbricanti devono fornire la dichiarazione di prestazione, la documentazione tecnica, ed apporre la marcatura CE sul prodotto. Essi sono inoltre tenuti a ritirare i loro prodotti dal mercato, se ritengono che non siano conformi alla dichiarazione di prestazione, o a cambiare questa dichiarazione.I distributori devono assicurarsi che il prodotto rechi la marcatura CE e che sia accompagnato dai documenti di cui sopra. Qualora ritengano che il prodotto non sia conforme, devono astenersi dall’immetterlo sul mercato. I distributori devono inoltre garantire condizioni ottimali di conservazione del prodotto affinché non si degradi.I prodotti, come i componenti dei camini, sono sottoposti realizzati e testati in base a norme armonizzate, queste norme sono stabilite dalle organizzazioni europee di normalizzazione conformemente alla direttiva 98/34/CE.

Le norme armonizzate sono sviluppate in seguito a richiesta (mandato) della Commissione e servono a definire i metodi ed i criteri di valutazione delle prestazioni dei prodotti, in considerazione all’uso previsto cui sono destinati e includono i dettagli tecnici necessari per applicare il sistema di valutazione e verifica della costanza della prestazione.

La Commissione pubblica nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea l’elenco dei riferimenti alle norme armonizzate conformi ai pertinenti mandati.

Per ciascuna norma armonizzata che figura nell’elenco sono fornite le seguenti indicazioni:a. riferimenti alle specifiche tecniche armonizzate sostituite, se del caso;

b. data di inizio del periodo di coesistenza;

c. data di fine del periodo di coesistenza.

La Commissione pubblica tutti gli aggiornamenti dell’elenco.

Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è definita la data di inizio del periodo di coesistenza, cioè il periodo nel quale è possibile usare una norma armonizzata per redigere una dichiarazione di prestazione relativa ad un prodotto da costruzione che rientra nel suo ambito di applicazione. Gli organismi nazionali di normalizzazione sono obbligati a recepire le norme armonizzate conformemente alla direttiva 98/34/CE.

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5capitoloVERIFICA PER LA MESSA IN SERVIZIO

1. MESSA IN SERVIZIO DI IMPIANTI ED APPARECCHI

Dopo che si è realizzato l’impianto interno, realizzati i sistemi di ventilazione ed aerazione, installato gli apparecchi e realizzato il collegamento al sistema di scarico dei fumi e delle condense, si giunge inevitabilmente alla necessità di dovere mettere in servizio l’impianto, ma questa operazione può aver inizio solo quando si ha il gas combustibile a disposizione e comprende l’esecuzione del collegamento agli apparecchi, lo spurgo della tubazione del gas e l’effettuazione di una serie di verifiche sull’impianto e prove.

La messa in servizio deve prevedere il contemporaneamente il collegamento degli apparecchi all’impianto e la messa in gas.

Gli apparecchi a gas installati prima dell’attivazione della fornitura di gas, devono rimanere privi del collegamento all’impianto fino a quando un installatore provvede ad eseguire la messa in servizio. Non è consentito collegare l’apparecchio all’impianto prima di avere il gas combustibile a disposizione. L’installatore incaricato della messa in servizio che non ha realizzato l’impianto e il sistema di scarico dei fumi, dove eseguire una serie di verifiche preliminari di compatibilità per accertare che siano presenti le condizioni impiantistiche necessarie per procedere con le operazioni. Quando la messa in servizio (e collegamento degli apparecchi) è eseguita dallo stesso installatore che ha realizzato l’impianto, non è necessaria l’esecuzione delle verifiche preliminari di compatibilità.Se tra la posa dell’apparecchio e la sua messa in servizio trascorrono oltre 12 mesi è necessario prevedere l’esecuzione di una serie di verifiche che permettono di accertare che le parti già posate sono rimaste in condizioni tali da poter essere collegabili.

a. Messa in servizio di impianti nuovi;

b. Messa in servizio di impianti modificati35;

c. Riattivazione di impianti a seguito di messa fuori servizio a causa di dispersione di gas;

d. Riattivazione di impianti a seguito di messa fuori servizio a causa di mancata funzionalità del sistema di scarico fumi;

e. Riattivazione a seguito di inutilizzo per periodi superiori di 12 mesi.

Le prove da eseguire per ogni tipologia di occasione, sono riportate nella tabella seguente.

35 Modifica: operazione che comporta (o può comportare) variazioni dell’impianto gas esistente o degli apparecchi ad esso collegati, quali per esempio ampliamento, trasformazione, manutenzione straordinaria, sostituzione di apparecchi, rimozione di apparecchi.

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IMPIANTI A GAS Parte Prima - Impianti ad uso domestico e similare

Impianti nuovi e riattivati

Tabella 1 Verifiche da effettuare sugli impianti nuovi e riattivati SI

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Tenuta collaudo impianto interno UNI 7129-1 TCI   ü

Tenuta impianto interno successive UNI 11137 TSI ü   ü  

Compatibilità dimensioni tubazioni UNI 7129-1 CDT ü ü

Idoneità materiali impianto interno UNI 7129-1 , UNI10738 IMI ü ü ü

Rispondenza istruzioni del fabbricante apparecchio Istruzioni fabbricante IFA ü ü ü

Idoneità luoghi installazione UNI 7129-2, UNI 10783 ILI ü ü

Idoneità sistemi di aerazione UNI 7129-2, UNI 10783 ISA ü ü ü

Idoneità sistemi di ventilazione UNI 7129-2, UNI 10738 ISV ü ü ü ü

Funzionalità sistemi di scarico UNI 7129-3, UNI 10845 FSS ü ü ü

Idoneità strutturale UNI 7129-3, UNI 10845 ISS ü

Tenuta sistemi di scarico fumi UNI 10845 TSS ü

Corretta installazione canali da fumo, condotti scarico fumo e collettori

UNI 7129-3, istr. Fabbr.UNI 10783 CCS ü ü

Compatibilità apparecchio e dimensioni e materiali sistemi di scarico fumi UNI 7129-3, istr.Fabbr. CDS ü ü

Idoneità sistemi di scarico condense UNI 7129-4, istr. Fabbr, ISC ü ü

Idoneità UNI 10738 UNI 10738 IIE ü

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1. LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E GLI ALLEGATI OBBLIGATORI

Dopo avere eseguito la messa in servizio, l’installatore deve consegnare al cliente la Dichiarazione di Conformità (DiCo) delle opere eseguite completa di tutta la documentazione tecnica prevista dal stesso DM 37/08.Per essere più precisi è utile citare il testo del decreto: “1. Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell’impianto, l’impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme di cui all’articolo 6. Di tale dichiarazione, resa sulla base del modello di cui all’allegato I, fanno parte integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati, nonché il progetto di cui all’articolo 5.”Gli allegati obbligatori previsti dal decreto sono:• progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 (4);

• relazione con tipologie dei materiali utilizzati (5);

• schema dell’impianto realizzato (6);

• riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali, già esistenti (7);

• copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali;

• attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o sistemi non normalizzati (8)

In questo capitolo sarà illustrata la compilazione della DiCo e il contenuto degli allegati obbligatori, ma a questo proposito è bene precisare che il DM 37/08 non stabilisce le modalità grafiche o l’aspetto formale che devono avere gli allegati devono avere, ma si limita ad indicare i contenuti informativi della documentazione.Negli anni passati il Comitato Italiano Gas ha pubblicato due diverse proposte di modulistica utilizzabile che assolvono entrambe gli obblighi informativi previsti dal decreto, essendo gli allegati obbligatori alla DiCo utilizzabili anche per lo svolgimento della procedura inerente l’attivazione delle fornitura di gas, si è verificata una proliferazione incontrollato di modelli tra loro simili ma al tempo stesso diversi creati dai singoli distributori di combustibile, che esercitando le funzioni di accertamento stabilite dalla Delibera 40/04 hanno di fatto imposto numerose mutazioni locali, per questo motivo non è possibile illustrare la compilazione ogni tipo di allegato obbligatorio.Ci limiteremo quindi ad indicare quali sono i requisiti minimi informativi che gli allegati devono possedere e a proporre uno dei tanti modelli di documentazione che possono soddisfare queste esigenze.

1.1 La compilazione della dichiarazione di conformità

La dichiarazione deve essere rilasciata dopo avere effettuato le verifiche previste dalla norma, comprese quelle di funzionalità; in altre parole l’impianto può essere considerato finito quando si è nella condizione di poterne provare il sicuro funzionamento; quindi, nel caso di un nuovo impianto, occorre

6capitoloLA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ

E GLI ALLEGATI OBBLIGATORI

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IMPIANTI A GAS Parte Prima - Impianti ad uso domestico e similare

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poter disporre dell’energia elettrica, del gas e dell’acqua per eseguire le prove, prima del rilascio della Dichiarazione di Conformità finale. L’installatore che rilascia una Dichiarazione di Conformità senza avere eseguito le prescritte prove di sicurezza e funzionalità si espone a gravi responsabilità personali nel caso in cui l’impianto risulti pericoloso o si verifichi in un incidente, pertanto è sempre suggerito di seguire scrupolosamente il dettato del decreto.

Secondo quanto definito nella Norma UNI 7129 è possibile eseguire interventi parziali sugli impianti e rilasciare le relative dichiarazioni di conformità limitandosi ad eseguire solo quelle prove tecnicamente fattibili in relazione alle opere eseguite. In questi casi occorre precisare chiaramente nelle Dichiarazione di Conformità ciò che si è fatto e quello che deve ancora essere fatto per concludere i lavori. Solo quando sarà disponibile la fornitura di gas, l’installatore eseguirà il collegamento degli apparecchi a gas e provvederà ad eseguire le verifica di messa in servizio e l’impianto potrà dirsi ultimato. L’ultimo installatore dovrà citare nella Dichiarazione di Conformità i riferimenti alle dichiarazioni precedenti relative alle altre parti di impianto.

La Dichiarazione di Conformità deve essere redatta sulla base del modello presente nell’allegato I del Decreto, mentre la dichiarazione di cui all’allegato II deve essere utilizzata solo dalle imprese che gestiscono con proprio personale gli interventi interni di manutenzione. In ogni caso la Dichiarazione di Conformità deve comprendere la relazione tipologica dei materiali e il progetto del professionista o in alternativa il progetto dell’impresa (schema funzionale) per gli impianti per i quali non è previsto l’obbligo del progetto da parte di un professionista e la copia del certificato di possesso dei requisiti professionali.Si precisa che per le dichiarazioni incomplete il decreto prevede una specifica sanzione.

Quando il “progetto” è redatto dal responsabile tecnico dell›impresa installatrice (progetto dell’impresa) l›elaborato tecnico è costituito almeno dallo schema dell›impianto da realizzare, inteso come descrizione funzionale ed effettiva dell› opera da eseguire, eventualmente integrato con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d›opera.

In caso di rifacimento parziale di impianti, il progetto (professionista o impresa) e la Dichiarazione di Conformità si riferiscono alla sola parte degli impianti oggetto dell› opera di rifacimento, ma tengono conto della sicurezza e funzionalità dell›intero impianto. Nel momento di ideazione dell’impianto (progetto e schema funzionale) deve essere valutato l’impatto delle opere da realizzare sulla sicurezza e funzionalità dell’intero impianto, le modifiche apportate devono essere compatibili con le caratteristiche dell’impianto base. Se necessario per garantire al sicurezza e la funzionalità occorre anche modificare l’impianto a monte e non semplicemente limitarsi ad effettuare un intervento parziale, perché nella Dichiarazione di Conformità e nel progetto deve essere espressamente indicata la compatibilità tecnica con le condizioni preesistenti dell›impianto.

Il Decreto non prevede requisiti specifici per la stesura dello schema funzionale quindi, fino all’emanazione di più precise indicazioni, occorre fare riferimento alle guide di compilazione delle Dichiarazione di Conformità e dei relativi allegati emanati dagli organismi di normazione e in particolare alle guide CIG per il settore GAS.

L’impresa deve inserire tra gli allegati obbligatori alla Dichiarazione di Conformità anche i riferimenti alle dichiarazioni di conformità relative ad interventi precedenti o parziali realizzati sull’impianto o i riferimenti alle dichiarazioni di rispondenza rilasciate per impianti antecedenti al 27 marzo 2008.

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