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I GIOCHI IN RETE · 2012. 12. 20. · I giochi in rete sono davvero tanti, divertenti,...

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I GIOCHI IN RETE voce dati internet larga banda Polizia di Stato Cremona COMUNE DI CREMONA con il patrocinio in collaborazione
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I GIOCHI IN RETE

voce dati internet larga banda

Polizia di StatoCremonaCOMUNE DI CREMONA

con il patrocinio in collaborazione

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Tutt

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orm

a di

legg

e.

Indice:

Ideazione progetto e coordinamento:Relazioni esterne e comunicazione LGH

Testi a cura di: Rita Morini e Max SchiavettaIdeazione grafica: www.pierrepi.it

Illustrazioni: Max SchiavettaPubblicato: ottobre 2012

Stampa a cura di: Tipografia FantigraficaVia delle Industrie, 38 - 26100 Cremona (CR)

www.sicurinelweb.it

pag. 4

Giochiamo?

pag. 6

World of PixieCraft

pag. 12

Conosci la storia dei videogiochi?

pag. 14

Di cosa stiamo parlando?

pag. 20

pag. 21

pag. 22

pag. 23

Non esagerare!

Lo sapevi che...

Per non perdere la rotta

Link

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Polizia di StatoCremonaCOMUNE DI CREMONA

con il patrocinio in collaborazione

voce dati internet larga banda

RISPETTARE�LE�REGOLEPER�EVITARE�BRUTTE�SORPRESE

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Scommetto che anche tu, come la stra-grande maggioranza dei tuoi amici, sei un appassionato di giochi online! Magari vor-resti giocare più spesso o più a lungo men-tre i tuoi genitori non approvano che tu stia troppo tempo al computer o con un controller in mano. Proprio sul più bello, quando stai per conquistare quel livello che rincorrevi da tempo… devi spegnere e fare i compiti (pro-spettiva galattica). I giochi in rete sono davvero tanti, divertenti, appassionanti e non ci si rende conto che il tempo vola, a vol-te si salta persino la par-tita di pallone o la fe-stina con le amiche. Invece mamma e papà sono i r r emov ib i l i “un’ora al giorno, non di più!”. Sai, loro si pre-occupano che tu possa di-ventare troppo dipendente da Internet, perché negli ul-timi anni sono sempre più nu-merosi i ragazzi che manifesta-no disturbi psico-fisici creati da un abuso della rete (fenomeno chiamato IAD: Internet Addiction Disorder), tanto che alcuni ospedali hanno aperto reparti dedicati proprio alla soluzione di tale pro-blema. Senza contare che il mondo del

web comporta una serie di rischi che è bene conoscere per evitarli e navigare in tutta tranquillità. Capita, però, che i geni-tori si preoccupino eccessivamente (biso-gna riconoscerlo) perché troppo spesso non sanno cosa stai facendo, se per esem-pio quel gioco che tanto ti piace è adatto

alla tua età, se sei collegato in rete con altri giocatori che potrebbero esse-

re adulti camuffati da adole-scenti, se il contenuto è trop-

po violento, ecc. Insomma un consiglio spassionato per evitare rimproveri e giocare in santa pace è quello di chiedere a mamma e papà di se-dersi vicino a te e di spiegare come funzio-na il gioco, chissà ma-gari si appassionano an-che loro e iniziate una

sfida familiare epocale. In questo libretto, dedica-

to solo ai giochi Online, tro-verai utili suggerimenti e pre-

ziose informazioni per sapere come ci si deve comportare in rete,

cosa bisogna evitare e cosa è assoluta-mente vietato ai minori.

Giochiamo?

Buona lettura da

Pixie

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Pixie è un piccolissimo alieno che proviene dal

pianeta HOMPEIG a bordo della sua altret-

tanto minuscola astronave: la Upload. La sua

missione è semplice e, nello stesso tempo, diffici-

lissima: capire se sulla Terra esiste una forma di

vita intelligente degna di entrare nella Grande Co-

munità Galattica delle Intelligenze Superiori

(GCGIS, in gergo). Non appena sbarca sulla Terra de-

cide di entrare nella Rete (grazie alle sue infinitesimali

dimensioni, ovviamente) alla ricerca di tracce di

Intelligenze superiori… e qui iniziano i suoi

guai!

Una lunga serie di malintesi lo fa scontrare

con le incongruenze umane e i pericoli di un

uso inconsapevole del web, ma da essi trarrà

molti insegnamenti anche se, fino ad oggi,

non è ancora riuscito a decidere se noi umani

siamo davvero degni di essere inclusi nella GCGIS.

uploas

Chi è Pixie?

a

?

b

!

c

&

d

% 1 53 7 92 64 8 0

e f g h i l mn o p q r s t u v w x y j k z a

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efg h i l mno pq rstuvwxy j kz

l’alfabeto di PixiePer navigare nel web spesso è necessario conoscere altre lingue, per cominciare potresti imparare la lingua di Pixie!

ciao !

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Un paesaggio fantastico si stendeva

intorno a me: prati fioriti dai mille

colori, boschetti e radure ombrose, un

fiumiciattolo spumeggiante che serpeg-

giava verso la vallata e centinaia di

farfalle colorate che svolazzavano

qua e là.

No, non era un sogno e non ero

tornato sul mio pianeta natale, ero

ancora nella Rete, all'interno di

quell'immenso spazio digitale che

gli umani chiamano Web.

Per la precisione, alla ricerca della

famigerata prova dell'intel-

ligenza umana, mi ero addentrato

in un Gioco di Ruolo Online.

Mi avvicinai a un ridente

villaggio, popolato di strani personaggi

vestiti di pelli ma, giunto all'ingresso, fui

fermato da due guardie piuttosto

minacciose. “Non puoi entrare qui

vestito in quel modo: tieni, metti questi”,

così dicendo mi passarono una tunica

tutta strappata e un paio di brache di un

colore indefinito a cui era fissato un

EHM...SALVE!

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sacchettino di pelle che conteneva

alcune monete. Ringraziai i due

figuri e mi addentrai tra le

viuzze chiedendomi che fare

delle monete.

La riposta mi fu presto chiara: tutti

portavano delle spade o delle lance o

comunque armi di varia fattura, ed

erano protetti da armature più o meno

vistose. Era chiaro che non sarebbe stato

saggio girare in questi luoghi con dei

semplici vestiti di stoffa strappata, per

cui entrai in un negozio la cui

insegna recitava;

Il Guerriero imbattibile - armi e

armature per genti dure!

Il gioco cominciava a piacer-

mi: intorno a me

c'erano manichini ricoperti di arma-

ture scintillanti e, alle pareti,

rastrelliere piene zeppe di armi

di ogni tipo. Già mi vedevo

vestito di una corazza di piastre

d'argento con uno spadone, no

anzi, due spadoni con l'elsa a forma di

drago: Sir Pixie da Homepeig, cavaliere

del Re!!!

Scelsi quindi con cura la mia attrezza-

tura e, una volta deciso diedi tutto il

sacchetto di monete al negoziante.

Questi, un omone peloso con le

braccia grandi come tronchi di quercia

mi guardò dall'alto in basso e molto

seriamente mi chiese: “E tu vorresti

comprare tutta questa roba con queste

tre monete?” “Sì – risposi io con un bel

sorriso – e se ci stà vorrei anche un

pennacchio verde sull'elmo!”

Tutti gli avventori si girarono verso di

me e cominciarono dapprima a sorride-

re e poi a ridere sempre più forte, scam-

biandosi manate sulle spalle mentre io,

un po' imbarazzato, mi sentii arrossire

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tutto: avevo detto qualcosa di sbaglia-

to?

Per farla breve uscii dal negozio con una

“spada di ferro arrugginito” e uno “scudo

di legno” tra le risate e le battute dei

clienti e del negoziante. “Beh, meglio di

niente – pensai – almeno adesso ho una

spada e uno scudo!”.

Non feci in tempo a for-

mulare questo pensiero che

sentii un gran trambusto

all'entrata del vil-

laggio: “sta arrivando

u n D r a g o , f a t e

attenzione” gridava

una donna correndo per

le stradine fangose del

villaggio. Tutti i guerrieri si

misero a correre e anche

io feci lo stesso. La

porta del villaggio era

sbarrata e un folto

gruppo di energumeni

in armatura pesante vi si era schierato

davanti ma, all'improvviso, qualcuno

disse: “È solo un cucciolo di Viverna!” e

altri risposero “Ma certo, falso allarme,

è solo un draghetto di livello 1, roba da

Niubbi , andiamocene” … e così dicendo *

tutti se ne andarono per i fatti loro

lasciandomi tutto solo con quel “dra-

ghetto” di livello 1” grosso

come una mucca che mi

guardava in modo decisa-

mente poco amichevole.

“Ehm.. s-salve” dissi

io; in tutta risposta

“l'innocuo anima-

l e t t o ” i n i z i ò a

ringhiare e a emettere

f u m o d a ll e na r i c i

gonfiando il petto. “Sei

un guerriero adesso –

pensai – fatti valere!”.

Alzai lo scudo davanti a

me e puntai la mia spada,

ma quello aprì le fauci ed emise uno

sbuffo di fuoco che in un nanosecondo

ridusse il mio scudo a un mucchietto di

cenere e rese la spada talmente arro-

ventata che dovetti lasciarla cadere per

non bruciarmi.

Mi diedi a una fuga rovinosa, mentre

alcuni ragazzini mi seguivano ridendo

sguaiatamente.

Eh si, cominciavo a capire che anche qui,

in questo bucolico mondo di avventu-

aiutoooo

dall’inglese Newbie (letteralmente neofita) indica una persona inesperta di un certo contesto che mostra l'intenzione a migliorarsi. Il termine (che viene sfruttato anche in una grandissima quantità di varianti quali niubbo, newb, noob, n00b, nabbo, niubie, newbbone) è particolarmente usato nelle comunità virtuali in rete e nei giochi di ruolo Online.

Niubbo:

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rieri, l'unica cosa che conta è il denaro.

Niente denaro, niente armi e armature

… e niente Sir Pixie. Sigh.

Me ne stavo seduto e sconsolato ai

piedi di un albero di mele quando fui

avvicinato da uno strano personag-

gio vestito con una tunica sgargiante

e un alto cappello decorato con carte

da gioco.

“Buongiorno Niubbo!- mi disse con

voce squillante – perché non vai

anche tu in cerca di Fama&

Gloria?” Alzai lo sguardo e

risposi: “Perché non ho il denaro

necessario per co mprarm i

un'attrezzatura

da g uer r iero ,

ecco perché”.

“ O h m a p e r

questo c'è una solu-

zione: basta andare

fuori dal villaggio a

sconfiggere qual-

che mostro e

rivenderne pelli e corna!!” “Si ma come

faccio a sconfiggerlo?

A parolacce?”, risposi io. “Beh, in effetti

non hai proprio la stoffa dell'eroe…. Però

ci sarebbe un'altra possibili-

tà: potresti andare al casinò

del villaggio!!”

“Al CASI cosa?” chiesi, “ Al

Casinò, un luogo dove si

scommette denaro e si

vince moltissimo dena-

ro!!” rispose con un

sorrisetto malizioso.

Ne avevo sentito par-

lare del Casinò, un

posto fatto apposta

per “ spe n na re i

polli ” con false

promesse di vincite

stratosferiche, e poi,

comunque, non avrei

potuto scommettere

niente visto che ero

senza il becco di un

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quattrino! A queste parole il signor

“Tuttofacile” mise una mano in tasca,

ne trasse un foglietto e una cospicua

manciata di soldini dicendo: “Caro

amico, si dà il caso che io conosca un

metodo INFALLIBILE per vincere un

sacco di soldi, guarda qui: questo è un

metodo scientifico, messo a punto da

illustri studiosi di matematica per vince-

re al Casinò, se lo utilizzerai per me ti

presterò tutte queste monete e

me le restituirai solo

quando avrai vinto e

sarai ricco sfonda-

to!”.

Quel signore

mi sembrò un

p o ' t r o p p o

facilone ma,

i n f o n d o ,

perché avrebbe

dovuto prestarmi

dei sold i se non

fosse stato sicuro di

riaverli? E così li accettai e

mi diressi al Casinò pieno di fiducia.

Il metodo era semplice, bastava fare

delle puntate di denaro sui numeri o sui

colori indicati dal foglietto: seguii

scrupolosamente le indicazioni e,

incredibilmente, cominciai a vincere!!

Dapprima le somme erano basse, poche

monete, ma dopo un po', reso sicuro dal

metodo infallibile, cominciai ad alzare

le mie puntate. Mi resi conto però che i

numeri del bigliettino stavano per finire

e così cominciai a chiedermi cosa avrei

fatto dopo… accidenti, questo il signor

“Tuttofacile” non me l'aveva detto. E

così presi una decisione: avrei puntato

tutta la mia vincita sull'ultimo numero

del foglietto! … Purtroppo non si rivelò

una grande idea: proprio quel

numero era sbagliato e

persi tutto!

“ A c c i d e n t i !

L ' u n i co er -

rore del fo-

glietto mi ha

f r e g a t o –

pensai - … ma

forse si deve

ricominciare da

capo, se parto dal

p r i m o n u m er o

forse ricomincerò a

vincere!” L'idea non mi

sembrò così folle, ma avevo un unico

problema: non avevo più denaro!

Allora tornai da “Tuttofacile” , gli

spiegai la situazione e gli chiesi altri soldi,

promettendo che non avrei giocato

l'ultimo numero. “

«Ahi Ahi figliolo – disse lui – hai già

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perso tutto il mio denaro e non mi fido a

regalartene altro, però potremmo fare

un accordo: ti darò altre monete e se

vinci mi restituirai tutto ma, se perdi,

dovrai lavorare per me gratis per un

anno! Che ne dici?” Sentii un brivido di

pericolo ma poi pensai a tutti quei soldi

che avrei sicuramente vinto e accettai

con entusiasmo!

Avrete già capito come andò a finire: il

“magico sistema matematico” non

funzionò più, io persi tutte le monete e

dovetti tornare con la coda tra le gambe

dal mio “benefattore”.

Da sei mesi lavo i piatti all'interno del

Casinò, si, proprio lì, perché il suo pro-

prietario si rivelò nientepopòdimeno-

che… il signor Tuttofacile!! Eh si, ero

proprio stato beffato come un gonzo: mi

aveva aiutato a giocare sapendo perfet-

tamente che poi non sarei più stato

capace di fermarmi e in questo modo si

era assicurato uno sguattero gratis per

un anno.

Ogni tanto valorosi guerrieri in arma-

tura scintillante vengono a cercar

fortuna nel locale raccontando delle

loro gesta eroiche a caccia di Draghi

e Orchi: io li ascolto mentre sbrigo

le faccende e sogno di diventa-

re, un giorno, come loro.

Per adesso lavo i piatti e penso che la

prossima volta che giocherò ai Giochi di

Ruolo On line non mi farò più abbindo-

lare dalla facile promessa di ricchezze

ma mi accontenterò di una spada di

ferro arrugginito, uno scudo di legno e

tanta voglia di avventure!

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dCome nascono i videogiochi? A chi è venuta la

prima idea? Sarà stato un papà rimasto un po'

bambino? Su You Tube c'è un interessante ser-

vizio prodotto da Discovery:http://www.youtube.com/watch?v=iJw7mj

kufdg sono tre capitoli suddivisi in più parti

nei quali esperti, tecnici e critici raccontano

l'origine dei videogiochi. Guardali con i tuoi

genitori e parlatene insieme. Tutto ebbe ini-

zio attorno agli anni '50 durante il pe-

riodo della guerra fredda tra Usa e

Urss, allora la gente era terro-

rizzata che il Presidente di

una delle due nazioni potes-

se schiacciare quel fatidi-

co bottone che avrebbe fat-

to scatenare una guerra nu-

cleare. Oggi schiacci fre-

neticamente i bottoni del-

la tua console senza paura,

perché sai che stai combat-

tendo una guerra virtuale. Le

prime notizie risalgono alla

fine della seconda guerra mon-

diale, l'esercito iniziò a creare dei

programmi di simulazione per l'adde-

stramento delle truppe. Allora la tecnologia

grafica, pur se molto primitiva, era esclusiva-

mente nelle mani delle forze armate e solo

dopo circa 10 anni iniziò gradualmente a di-

ventare di dominio pubblico. I primi videogio-

chi furono creati anche per simulare lo sbarco

sulla luna e una possibile guerra spaziale, oltre

che per addestrare i piloti alla guida di aerei

con esperienze di volo molto realistiche. Man

mano si affinarono le tecniche e si riuscì a pro-

gettare un ambiente tridimensionale che con-

sentiva al giocatore di diventare protagonista,

di vedere e di interagire con tutto ciò che gli gi-

rava attorno. I progettisti impararono dal ci-

nema a creare una buona storia fatta

di eroi e personaggi capaci di tra-

sferire emozioni. Gli sparatut-

to erano considerati una for-

ma di trasgressione e di ri-

bellione, come lo fu il rock

and roll per la musica, ma

all'inizio non ebbero vita

facile, un gioco fu censu-

rato dalla Germania per-

ché utilizzava la svastica,

il simbolo del nazismo. Nel

'93 la violenza nei videogio-

chi divenne, negli Stati Uniti,

un caso nazionale; in Parlamento

si discusse a lungo dei rischi che pote-

vano provocare nei ragazzi per l'eccessivo co-

involgimento; furono istituite commissioni di

controllo dell'intrattenimento informatico e in

Europa si approvò un codice di autoregola-

mentazione per limitare la vendita dei video-

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la propria rabbia nel gioco. Oggi il videogioco

e le simulazioni restano sempre un metodo di

addestramento molto utilizzato dall'esercito,

anche per reclutare i giovani e arruolarli. Una

scelta che è stata molto criticata per-

ché s'insegna ai ragazzi molto gio-

vani, appena diciottenni, a diventare

soldati. Le guerre del futuro saranno molto

simili a quelle dei videogiochi, la possi-

bilità di guidare un carro armato azionando il

joystick potrebbe rischiare di coinvolgere trop-

po i più giovani per l'eccesso di realismo, con-

fondendo la finzione con la realtà. Ecco per-

ché non bisogna dimenticare che il gioco

non ha nulla a che vedere con la vita reale.

giochi americani, considerati troppo violenti.

Proprio in quel periodo alcuni fatti di cronaca

nera furono condizionati dall'emulazione di

Doom, un gioco particolarmente crudo, e si

sparse il panico nelle famiglie (leggi

a pag. 19 il capitolo: E' successo an-

che questo). Sull'argomento nel ser-

vizio sentirai pareri diversi e contra-

stanti, alcuni troppo estremi, cinici

e non condivisibili, tu cosa ne pen-

si?Dopo l'11 settembre 2001, con l'attentato

alle torri gemelle di New York, s'incrementò la

produzione degli sparatutto, quella triste vi-

cenda ebbe un forte impatto sull'opinione pub-

blica e sulla paura di attentati o di volare tran-

quillamente e, chissà, forse la gente pensò di

poter esorcizzare un simile evento scaricando

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I principali generi sono:

Dagli anni NOVANTA in poi l'industria dei videogiochi si è sviluppata moltissimo, tanto che nel

2007 ha superato il volume d'affari dell'industria musicale, in pratica si producono e si vendono

più videogiochi che CD. In pochi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante riuscendo a creare

ambienti, situazioni ed emozioni strabi- lianti sia per il loro realismo, sia per le

possibilità di gioco proposte. Internet ha dato un'accelerazione

consentendo di giocare online anche con altri giocatori, ren-

dendo il gioco ancora più av- vincente e competitivo, ma

oggi pure chi gioca offline en- tra in rete per scambiare in-

formazioni sui “trucchi”, ve- dere la classifica dei più forti e

magari chiedere aiuto, fare azio- ni di disturbo, scambiare ogget-

ti, ecc. La produzione di videogio- chi moderni richiede investimenti

per decine di milioni di euro e può determinare incassi per centinaia di milioni di euro. Il merca-

to si è potuto sviluppare così velocemente perché sono stati creati vari generi di giochi per coin-

volgere e appassionare il maggior numero possibile di persone di ogni età.

parlando?di cosa stiamo

GIOCHI DI RUOLO

Si suddividono in due grandi gruppi, quelli che consentono a molti giocatori, anche migliaia, di giocare insieme in rete (MMORPG) e quelli che si giocano in offline su pc o console. In un gioco di ruolo si inter-preta un personaggio fantastico al quale far compiere azioni e missioni sempre più difficili che, man mano, lo rendono più potente e in grado di affrontare nemici sempre più forti. Molto comune è l'ambientazione fantasy, con un mondo popolato da elfi, orchi, nani, umani, ecc., dove l'eterna lotta tra il bene

e il male è rappresentata principalmente dai giocatori contro i mostri. World of Warcraft è il più famoso della categoria MMORPG, mentre per i singoli giocatori sono famosi Fable e Final Fantasy. Ultimamente i giochi di ruolo offrono più libertà di scelta, dando la possibilità di giocare, per esempio, nel ruolo del cattivo. La trama del gioco non cambia, ma si ha la possibilità di vederlo sotto una luce diversa. E' difficile resistere alla tentazione di vedere cosa accade “nel mondo del male”, ma alla fine si capisce che è meglio stare dalla parte dei buoni. Se giochi con i MMORPG lo saprai sicuramente, ma è comunque bene precisare che la maggior parte sono a paga-mento (e non sono proprio economici), si trovano anche gratuiti ma spesso sono pieni di Bug (difetti) che impediscono di procedere nel gioco.

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I giochi di ruolo insegnano ad aver pazienza, perché è sbagliato volere

tutto e subito, solo imparando a conquistare nuove armi e poteri si può diventare più potenti. E' proprio come accade nella vita reale, per crescere bisogna affrontare ogni fase della vita e saper cogliere i giusti insegnamenti dalle difficoltà che si presentano. Chi ha fretta di crescere e vuole bruciare le tappe… non cresce.

Dagli Sparatutto si può imparare a riconoscere i pro-pri limiti, a mi-

gliorare la propria concentrazione e a prendere le decisioni giuste più rapidamente. L'eccessivo realismo degli ambienti e dei personaggi di questi giochi, però, li rendono molto simili alla vita reale anche perché, non bisogna dimenticare che nasco-no proprio per addestrare i militari. Volendo scegliere è molto meglio sparare ai mostri che a una persona uguale a te che indossa una divisa diversa, non credi? Nelle fiabe i mostri sono stati creati apposta per rappresentare le paure e i disagi dei bambini, quindi imbottirli di piombo non può che fare bene.

pixie pensa che pixie pensa che

GIOCHI DI RUOLO GIOCHI D’AZIONE, SPARATUTTO

GIOCHI D'AZIONE, SPARATUTTO

GIOCHI DI SIMULAZIONE

Nella categoria dei giochi d'azione gli Sparatutto sono tra i preferiti, il tema è sempre la guerra, sia che si svolga nello spazio, negli oceani o sulla terra ferma. Si affrontano scontri a fuoco pazzeschi dove bisogna cercare di uccidere il maggior numero possibile di nemici, usando tutte le armi che si hanno a disposizione e, naturalmente, cercando di evitare d'essere colpiti. Nei giochi offline ognuno sceglie il grado di difficoltà che pensa di poter affrontare, mentre in quelli online più recenti c'è un sistema che classifica le capacità del giocatore e il livello di difficol-tà che può affrontare per sfidare un avversario alla sua portata.

Un videogioco di simulazione riproduce con grande realismo un certo tipo d'esperienza come, per esempio, la guida di un aeroplano, di una macchina da corsa o di una moto in una gara di velocità. Durante il gioco si ha la sensazione di vivere veramente quell'espe-rienza perché la cura dei dettagli, i suoni, gli effetti e la richiesta di una sempre maggiore abilità la rendono assolutamente vera. Anche i giochi per la simulazione di guida di veicoli sono stati creati per addestrare veri piloti allo scopo di migliorare la loro abilità e strategia di guida, stessa cosa vale per i giochi di guerra e di combattimento. Di tutt'altro genere sono invece i “Simulatori di vita” dove è possibile controllare l'intera vita dei personaggi (anche

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Anche in questo caso i giochi sono molto simili alla realtà. E' normale desiderare d i d i v e n t a r e u n

grande pilota di Formula 1, ma non bisogna dimenticare che una guida pericolosa nel gioco ha come unica conseguenza la fine del gioco, mentre nella vita reale le conseguenze sono molto più gravi. Simulare vuol dire “far finta, mentire”, questo tipo di giochi può illuderti che tutto sia possibile, ma è una bugia.

pixie pensa che

GIOCHI DI SIMULAZIONE

16

animali) e far loro vivere esistenze normali o fuori dal comune. È una vera e propria vita secondaria dove tutto è possibile. Esiste anche il God Game nel quale il giocatore assume il ruolo di un “Dio” dai poteri soprannaturali che può modificare e plasmare l'intero universo favorendo la nascita di nuove civiltà o la loro rovina. In questo caso non si vince e non si perde, il giocatore deve usare i mezzi che preferisce (anche i miracoli) per mantenere il bene o il male nel mondo.

E’ divertente giocare in rete con gli amici, ma per non correre rischi bisogna dare l'amicizia solo a chi

si conosce davvero. È anche importante non togliere tempo allo studio per dedicarsi a un social game e… nemmeno bruciarsi la paghetta per saltare un livello, ogni piccola conquista deve essere fatta con le proprie forze, se il social game è troppo impegnativo meglio cambiare gioco.

pixie pensa che

SOCIAL GAMES

SOCIAL GAMES

Questi giochi si distinguono dagli altri perché si giocano all'interno di un social network, in pratica sono delle applicazioni di Facebook, Twitter, ecc. Quindi si gioca solo con persone a cui è stata data l'amicizia, con le quali c'è un continuo scambio di richieste per recuperare oggetti e materiali o per lanciarsi sfide che coinvolgono un numero sempre maggiore di giocatori. Le ragazze amano molto Mall World, un gioco dedicato alla moda femminile il cui scopo è quello di gestire un piccolo atelier, ma tra i social game più famosi c'è FarmVille (i giocatori sono ben 150 milioni!), una fattoria virtuale nella quale tu sei l'agricoltore che deve accudire gli animali, coltivare la terra, seminare ortaggi e attendere che crescano. Per esempio, ogni seme ha un suo tempo di crescita, un costo e un guadagno, ma se non curi la fattoria gli ortaggi marcisco-no e si perdono i soldi investiti. Però se hai tanti amici di buon cuore puoi sempre sperare che ti regalino qualcosa. Oppure, come ultima spiaggia, per avanzare di livello puoi pagare con soldi veri.

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Molti appassionati di sport possono mi-gliorare le proprie reali prestazioni con questo tipo di giochi.

Anche i più esperti trovano pane per i loro denti e riescono ad aumentare le capacità di coordinazione e… anche a utilizzare i muscoli visto che con le nuove tecniche di Motion Sensor si eseguono veri e propri movimenti di… “ginnastica video ludica”.

pixie pensa che

GIOCHI SPORTIVI

GIOCHI SPORTIVI GIOCHI CREATIVI

Se ti piace lo sport puoi divertirti provando tanti giochi sportivi che magari dal vivo non hai avuto la possibilità o il coraggio di provare. Ce n’è per tutti i gusti: basket, tennis, sci, skateboard, automobilismo, vela, freccet-te, golf… e naturalmente il mitico calcio. Sono previsti sia livelli per principianti, sia per giocatori già esperti che vogliono miglio-rare le proprie tecniche di gioco. Tra l'altro la possibilità di giocare online permette di scalare le classifiche e raggiungere le primis-sime posizioni mondiali, sfidando i giocatori più forti. Un esempio per tutti riguarda il calcio e si chiama “Pro Evolution Soccer” con il quale puoi, oltre che allenarti, anche giocare nella tua squadra preferita e sfidare gli amici.

È un genere che va oltre il gioco, propone esperienze di grande creatività, capaci di appassionare e coinvolgere intere famiglie o gruppi di amici in modo davvero intelligente. Non c'è nulla di prestabilito, tutto si può esplorare e creare, l'unico limite è l'imma-ginazione. Due tra gli esempi di maggiore successo sono Little Big Planet e MineCraft. Nel primo si entra nei panni di un pupazzetto chiamato Sackboy (o Sackgirl) e si parte per un'avventura fantastica: quella di creare un nuovo mondo. Dopo aver visitato Little Big Planet, costituito da 8 capitoli di storia (La Savana, la Metropoli, i Templi, ecc.) e raccolto le “bolle premio”, si cominciano a creare scenari, territori, oggetti, personaggi bizzarri, vestiti, costumi, musiche, traboc-chetti, per costruire un livello di gioco totalmente nuovo. E poi… puoi condividere il tuo capolavoro online per far divertire tanti altri giocatori. Pensa che in rete ci sono centinaia di mi-gliaia di livelli giocabili realizzati da al t r i autor i . MineCraft è un altro divertentissi-mo gioco creativo, anche in questo caso lo scopo è inventare un nuo-vo mondo ma la struttura è com-

Dancer

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pletamente diversa. Si parte da uno scenario casuale molto primitivo e si inizia cercando materiali (legno, ferro, pietra, ecc.) per costruire utensili e armi di difesa, produrre provviste, costruirsi una casa e sopravvivere, anche con l'aiuto di lupi che imparerete ad ammaestrare, fino addirittura ad esplorare anche l'Inferno.

La creatività sia un'a-bilità straordinaria, un valore impagabile che offre grandi van-taggi in ogni aspetto

della vita, aiuta ad essere più intuitivi, a produrre buone idee e a facilitare qualsiasi tipo di attività, non solo artistica. E' molto stimolante affrontare questi giochi insieme a un amico o col papà ci si diverte di più e, confron-tandosi, si sviluppa meglio la creatività.

La legge vieta i giochi d'azzardo ai mino-renni per proteggerli dai gravi rischi a cui p o s s o n o a n d a r e

incontro come, per esempio, scom-mettere più di quanto ci si possa permettere. Il gioco d'azzardo produce una forma di eccitazione che porta alla dipendenza, proprio come accade con la droga o con l'alcol. Dammi retta, non hai bisogno del gioco d'azzardo, per divertirti ci sono tanti altri giochi e sport in grado di darti soddisfazione per le tue capacità e non per la fortuna o sfortuna del momento.

pixie pensa che

pixie pensa che

GIOCHI CREATIVI

GIOCHI D’AZZARDO

GIOCHI D'AZZARDO

LE APP

Slot machine, poker, scommesse sportive, roulette, gratta e vinci e molti altri, fanno parte della categoria “Giochi d'Azzardo”. Sono tutti giochi accessibili in rete, ma assolutamente vietati ai minorenni perché richiedono l'impiego di soldi veri; giocare d'azzardo infatti significa scommettere denaro su un determinato risultato. Eppure sempre più ragazzi dai 10 ai 19 anni riescono ad aggirare i divieti e, secondo una recente indagine, giocano più volte la settimana sviluppando una dipendenza molto preoccupante.

Utili o giocose, le App (abbreviazione di «application», inventata da Apple) hanno il compito di semplificare la vita delle persone, renderla più divertente, comoda o pratica. Si scaricano dal web, si installano direttamente sullo smart phone (o sul tablet) e possono essere gratuite o a pagamento (in questo caso serve il consenso dei genitori). Le più scaricate, sono Facebook (per col-legarsi al social

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network più famoso del mondo), Google maps (in pratica un navigatore gratuito), Skype (per parlare gratis con gli amici), Shazam (che riconosce una canzone ascoltandone le note), WhatsApp (per inviare sms gratis) e una serie di giochi. Ecco, appunto, i giochi: avrai sicuramente sentito parlare di Angry Birds, la App-rivelazione con un miliardo di download in un solo anno, magari ci stai giocando proprio in questo momento. Con una fionda, lanci i tuoi uccellini arrabbiati contro i maiali verdi, posizionati all'interno di varie strutture, e li distruggi per vendicarti del fatto che hanno rubato tutte le tue uova! C’è poi il mitico «Plants VS Zombies», in cui devi fermare l’invasione dei mostri facendo crescere un esercito di piantine «da guerra» e il recente «My singing Monsters» con dei simpaticissi-mi mostriciattoli canterini che compongono melodie davvero accattivanti. Ogni giorno ne escono di nuove, ...ma attenzione a non diventarne schiavi!

Le App ti permettono di giocare diretta-mente dal tuo smart p h o n e , q u i n d i o v u n q u e t u s i a .

Sull’autobus, all’oratorio, in automo-bile mentre vai in gita coi genitori ... a scuola. Tutto questo è bello, sì, ma se invece di isolarti dal mondo ti guardassi intorno potresti scoprire che proprio accanto a te, sull’autobus, c’è la bion-dina di terza C che ti piace tanto; che i tuoi amici dell’oratorio stanno giocando a pallone; che il panorama fuori dal finestrino è fantastico e che stare attenti a scuola porta sempre a prendere buoni voti. Insomma: va bene video-giocare, ma non esagerare, è molto più divertente giocare.... e basta!

pixie pensa che

LE APP

Incredibile storia: in Inghilterra un bimbo di 5 anni è stato lasciato incustodito dai genitori davanti al

computer e in pochi minuti ha perso 50.000 sterline (circa 62.000 euro) su un sito di gioco. Colin Cochrane, appassionato di scommesse finanziarie e titolare di un account su Spreadex, un sito di financial betting (dove è possibile scommettere sull'andamento delle azioni e dei listini delle borse di tutto il mondo) aveva lasciato il figlio davanti al pc a giocare. Forse per un banale errore il bimbo di cinque anni ha piazzato scommesse (tutte perdenti) per 50.000 sterline nell'arco di pochi minuti sulle quotazioni di oro, argento e petrolio. La vicenda a prima vista potrebbe far sorridere, ma fa riflettere sull'importanza della tutela dei minori su internet.

Giudizi controversi: la violenza nei videogiochi è spesso oggetto di giudizi contrastanti, c'è chi sostiene

che possano influenzare negativa-mente le giovani menti dei ragazzi e chi invece afferma che possono ispirare azioni criminali solo in chi non ha tutte le rotelle a posto. Questi sono due casi sui quali l'opinione pubblica si è divisa: il 20 aprile 1999, in Colorado, alla Columbine High School due ragazzi, armati di bombe, fucili e pistole, hanno trucidato tredici persone, ne hanno ferite ventitre e poi si sono tolti la vita emulando il gioco Doom, uno “spara-tutto” particolarmente violento, diventato in poco tempo molto popolare in tutto il mondo. Nel 2004, in Inghilterra il diciasset-tenne Warren Leblanc è stato condannato per aver ucciso un amico seguendo lo stile efferato del suo gioco preferito: Man Hunt, vietato ai minori di 18 anni e censurato da molti Paesi, tra cui l'Italia. Nel corso del processo la madre di Warren sostenne che il ragazzo era ossessionato dal gioco.

e' successo anche questo!

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Ti è mai capitato di farti coinvolgere da un videogioco tanto da rinunciare a uscire con gli amici, saltare gli allenamenti del tuo sport preferito, dimenticarti di fare merenda, svegliarti durante la notte perché ti è venuto in mente come raggiun-gere un livello di gioco, essere distratto a scuola? Speriamo di no, ma se ti dovesse succedere devi sapere che questi sono tra i principali sintomi di un malessere che medici e studiosi ritengono essere una vera dipendenza da videogiochi.

Per affrontare e risolvere questo problema è stato aperto, nel 2009 all'Ospedale Poli-clinico “Il Gemelli” di Roma, il primo ambula-torio ospedaliero ita-liano specializzato nella dipendenza da Internet. In pochi a n n i s o n o s t a t i trattati centinaia di c a s i e l ' 8 0 % è costituito da gio-vanissimi tra gli 11 e i 23 anni. È un fe-nomeno in continuo aumento che desta non poca preoccupazione perché si traduce in cattivi risultati a scuola, sovrap-peso causato dalla sedentarietà, scarsa concentrazione, tendenza all'isolamento, conflitti con i genitori e frequenti crisi d'ansia.

Siamo certi che per te i videogiochi siano solo uno svago e niente più, ma se in alcuni momenti ti accorgi che stai esage-rando col gioco tieni presente che è bene:

Non dedicare tutto il tuo tempo libero ai videogiochi.

È buona abitudine fare pause ogni 15 minuti, durante le quali dovresti

guardare oggetti distanti almeno 6 metri, così riposi i muscoli degli occhi che restano contratti nel corso del gioco.

Per non rischiare un eccessivo isola-mento sfida i tuoi amici, giocando

insieme ci si può confrontare ed è più divertente.

Lascia spazio anche ad altre attività “reali” come lo sport e gli incontri con

gli amici.

Se s e i con g l i amici non isolarti

per dedicarti al gio-co che hai scaricato sul tuo cellulare.

Non saltare mai un pasto, riman-

dare un impegno o, ancor peggio, andare

a dormire tardi perché non vuoi smettere di giocare.

Come vedi si tratta di regole molto sempli-ci e di buon senso che puoi concordare con i tuoi genitori. L'obiettivo è quello di evitare un abuso, non di vietarti di giocare con i videogiochi che hanno il pregio di migliorare abilità manuali e mentali come l'immaginazione, la capacità di distingue-re tra finzione e realtà, il sapersi calare in un ruolo, ecc.

non esagerare !

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lo sapevi che ...Il gioco d'azzardo online è vietato ai minorenni

2 adolescenti su 5 sono convinti che puntare qualche euro per una partitina a poker sul web sia un passatempo del tutto legale. Invece se non hai almeno 18 anni non puoi giocare “a soldi” su Internet. Eppure il numero di ragazzi che aggirano il divieto è molto alto: secondo il sondaggio realizzato da Skuola.net, il 68% dei minori ha giocato almeno una volta online contro il 54% degli adulti.

I giochi online non costano pocoHai mai fatto due conti per sapere cosa

spendi per giocare online? A volte ci si fa ingannare da un prezzo che sembra basso e si accetta di pagare 5, 10 euro o anche più. Per esempio, conosci Urban Rivals? È un gioco affascinante che ti permette di sfidare migliaia di persone in tutto il mondo, ma l'unico modo per avere i crediti è comprarli. Non ti sembrano troppi 3 euro per acquista-re 9 carte virtuali (20 crediti)? Forse no se fossero sufficienti 20 crediti, ma per diventare più forte hai bisogno di sempre più crediti e quindi continui ad acquistarli. Se poi li comperi tramite il telefono (magari quando non sono in casa i tuoi genitori) costano ancora di più. Questo non significa che devi smettere di giocare, ma non è neanche giusto usare tutta la paghetta e forse di più, non credi? Meglio allora scegliere un gioco che abbia solo un piccolo costo iniziale e che non ti chieda altro denaro per acquistare oggetti, bonus, ecc.

Se hai uno smartphone la tua privacy è a rischioÈ comodo navigare in Internet con il

tuo cellulare, ma gli smartphone mettono seriamente a rischio la tua privacy, soprat-tutto a causa dei servizi di geolocalizzazio-

ne. Generalmente si scaricano con le App, servono per localizzare strade e punti di interesse, ma anche la posizione degli amici. Può succedere che li scarichi senza volerlo perché non fai caso all'opzione di geolocalizzazione che è spesso inclusa nel servizio o nel gioco che stai utilizzando. Sappi che rendono sempre nota la tua posizione perché aggiungono le tue coordinate geografiche a tutto ciò che pubblichi in Internet. Così ti trasformano, per citare le parole di Francesco Pizzetti, Presidente dell'Autorità Garante, in “un Pollicino che ha in tasca il suo sacchetto di sassolini bianchi che escono uno ad uno per segnarne gli spostamenti.” I malintenzio-nati, con un semplice navigatore satellitare, tengono d'occhio i ragazzi che vogliono infastidire e sono in grado di stabilirne, in qualsiasi momento, l’esatta posizione (con errori di pochi metri). Il Child Exploitation and Online Protection Centre (CEOP) spiega che: “se volete utilizzare applicazio-ni con sistemi di posizionamento, ricorda-tevi di utilizzare le opzioni di privacy ed escludere chiunque non conosciate dai vostri contatti”.

Il logo PEGI Online ti dice se il gioco è sicuroQuando entri in un sito per partecipa-

re a un gioco online, fai sempre attenzione che ci sia il logo PEGI Online, lo trovi in home page. Questo logo protegge i minori e garantisce che in quel sito non ci siano contenuti poco adatti alla tua età, non trattano temi violenti, scene di nudo, linguaggio volgare, gioco d'azzardo e non promuovono droghe, alcool o tabacco. Va bene anche il logo PEGI OK, è un'etichetta creata per i piccoli giochi online.

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per non perdere la rottai consigli che ti guidano verso un gioco sicuro

Uno dei tuoi compagni di gioco onl ine s i comporta male, inganna, usa un linguaggio

volgare? Puoi segnalarlo al forni-tore del gioco o bloccarlo e non permetter-gli più di giocare su quel sito. In ogni caso parlane sempre con i tuoi genitori.

In rete non devi mai pubblicare informazioni personali come l'indirizzo di casa e il tuo numero

di telefono, fai attenzione anche quando chatti perché potresti dare, involontariamente, il nome della scuola o altre indicazioni importanti per essere rintracciato. Evita anche di pubblicare le tue foto.

Non giocare o scaricare i giochi “piratati”, senza licenza, è contro

la legge che difende il diritto d'autore.

Usa un nick name di fantasia per creare il tuo nome online.

Proteggi il tuo gioco con una password difficile, usa almeno 8 caratteri composti con lettere,

numeri e simboli, mescola lettere minuscole e maiuscole. Non inserire mai il tuo nome e, soprattutto, non svelare la tua password a nessuno, devi conoscerla solo tu e i tuoi genitori.

Se vuoi incontrare un amico conosciuto online parlane con i tuoi genitori, loro sanno cosa fare

per evitare che tu faccia brutti incontri.

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Link

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http://www.youtube.com/watch?v=fwJB4g2xuxw http://www.youtube.com/watch?v=LZqF6psG8lgspot realizzati da AAMS (Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato) e Polizia di Stato e delle Comunicazioni sui rischi da scommesse e giochi online.http://www.skuola.net/is/gioco-online/regole-gioco-responsabile.html dal sito skuola.net le regole del gioco responsabile.http://www.skuola.net/news/scuola/gioco-on-line-polizia-postale.htmldal sito skuola.net “1 ragazzo su 10 gioca online con i soldi. E tu?”http://www.datamanager.it/news/trend-micro/indagine-sui-pericoli-della-rete-i-ragazziRisultati di una ricerca indipendente sui pericoli della rete per i ragazzi.http://www.yayoye-giochi.com/giochi-per-due/esempi di mini-giochi da fare in rete.http://www.pegionline.eu/it/la tutela dei minori e i codici di sicurezza.http://www.poliziadistato.it/pds/giovanissimi/main.htmi consigli della Polizia di Statohttp://www.assopoker.com/poker-legale/gioco-online-bimbo-di-5-anni-perde-62000-in-pochi-minuti-11157

http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_della_Columbine_High_School

http://inchieste.repubblica.it/static/rep-locali/inchieste/includes/inchieste-nav.html?ifra-meUrl=http%3A%2F%2Ftv.repubblica.it%2Fcopertina%2Fmio-figlio-prigioniero-dei videogio-chi%2F84697%3Fvideo&inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2012%2F01%2F27%2Fnews%2Fle_nuove_dipendenze-25923523%2Fvideo inchiesta di Repubblica sulla dipendenza da videogiochi

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