Date post: | 19-Mar-2018 |
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I GRANDI SCIOPERI (INIZIO 1900)
CONTESTO STORICO:
All’inizio del novecento, le campagne e le fabbriche furono attraversate da ondate di scioperi di
contadini ed operai che chiedevano migliori condizioni di lavoro, riforme per migliorare la
produzione e aiuti per gli agricoltori e i lavoratori. Le donne, che ormai lavoravano da qualche
anno fuori casa, non si tirarono indietro e cominciarono a scioperare. Nel 1906, le filandaie e le
tessitrici si sollevarono chiedendo di limitare l’orario di lavoro a 10 ore giornaliere. Nel 1908 ci
fu un grande sciopero agrario generale (vedi manifesto sotto). Le donne furono le principali
protagoniste di questa lotta, anche perchè la loro paga era inferiore agli uomini. Allo sciopero del
1912 le mondine (ricepickers) che lavoravano nelle risaie in condizioni difficilissime,
organizzarono una grande protesta che chiedeva la riduzione dell’orario a 8 ore. Contro di loro fu
chiamata anche la cavalleria dell’esercito italiano, ma ottennero quello che chiedevano. Solo nel
1923 le otto ore lavorative divennero legge per tutti.
Guardate la scena del film Novecento di Attilio Bertolucci (1976) che mette in scena lo sciopero
agrario del 1908 e in cui si sente la nostra canzone.
https://www.youtube.com/watch?v=fN56x_O0Oms
Domande per la discussione:
LA NOSTRA CANZONE
È la canzone delle donne in sciopero, dedicata alla “lega”. La lega (legare: to bond) è un gruppo
unito da uno scopo di protesta che lotta insieme. I versi si aprono con una sfida da parte delle
donne che rifiutano il ruolo passivo in cui sono di solito relegate. La prima parola è una
congiunzione concessiva: “sebbene” (although) che comincia subito a voltare la pagina della
storia, dando un nuovo ruolo alle donne: “sebbene siamo donne, paura non abbiamo”. Essere
madri rende le donne battagliere e feroci, come belve che difendono i loro cuccioli. Le loro armi
sono pacifiche ma taglienti: le loro lingue. Cosí queste donne usano uno degli insulti di solito
rivolti a loro (per esempio, le donne sono linguacciute, oche, chiacchierone) e lo trasformano
nella loro forza.
Le cantanti richiedono rispetto e giusto compenso, con un verbo alla forma imperativa: “aprite il
portafoglio”. Una strofa critica i “crumiri” che andando a lavorare quando gli altri fanno
sciopero, indeboliscono la protesta e la rendono inutile. I padroni, che posseggono le fabbriche e
i campi, sono considerati “pieni di orgoglio”. Un verso in dialetto padano “i voroma vees pagà”
significa “vogliamo essere pagate”.
La canzone entrò nel repertorio delle mondine e fu cantata tra il 1890 e la prima decade del 1900
nella pianura padana. La trovate qui: https://www.youtube.com/watch?v=ZCQHsJie8Mc,
cantata da Giovanna Marini e dal gruppo di Piadena.
La Lega Sebben che siamo donne Paura non abbiamo Per amor dei nostri figli (x2) In lega ci mettiamo Oi li oi li oi la e la lega la crescerà E noi altri socialisti / lavoratori (x2) Oi li oi li oi la e la lega la crescerà E noi altri lavoratori Vogliamo la libertà. E la libertà non viene Perchè non c'è l'unione Crumiri col padrone (x2) Son tutti d'ammazza Sebben che siamo donne Paura non abbiamo Abbiam delle belle buone lingue (x2) E ben ci difendiam E voialtri signoroni Che ci avete tanto orgoglio Abbassate la superbia (x2) E aprite il portafoglio.
The League Although we are women We have no fear For the sake of our children (x2) We gather in a League Oi li oi li oi la, the League will grow And we the Socialist / workers (x2) Oi li oi li oi la, the League will grow And we the workers We want freedom. But freedom does not come Because we are not united The strike breakers with the boss (x2) They should be killed Although we are women We are not afraid We have good sharp tongues And we can fend for ourselves And you fine gentlemen Who are so proud Lower your pride (x2) And open your wallet.
O li o li o la e la lega la crescerà E noialtri lavoratori (x2) I voroma vees pagà. O li o li o la e la lega la crescerà E noialtri socialisti (x2) Vogliamo la libertà
Oi li oi li oi la, the League will grow And we the workers Want to be paid. Oi li oi li oi la and the League will grow And we socialists We want freedom.
Vita da mondine
Guardate la scena di Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949), in cui le mondine si parlano
cantando. In questa scena, che mostra anche il lavoro nella risaia con attenzione
documentaristica, le “crumire” o “clandestine” cercano di lavorare più forte delle mondine
regolamente assunte per rubare loro il lavoro. È una guerra tra povere.
https://www.youtube.com/watch?v=OrYmI96o8m4
crumiro/a: …………………………………………………..
clandestino/a: …………………………………………………..
Domande per la discussione:
Ecco la vita delle mondine negli anni ’50, descritta dal regista Matteo Bellizzi, che nel 2003 ha
realizzato il documentario Sorriso amaro, produzione Stefilm, un viaggio a ritroso nella memoria
del lavoro.
«Le donne - racconta Bellizzi - arrivavano con i treni speciali organizzati dal sindacato agricolo:
carri bestiame che le costringevano a viaggi durissimi. Ogni giorno le mondine lavoravano dalle
8 alle 10 ore; entravano nell' acqua all' alba con i piedi nudi, dovevano stare piegate per
eliminare l' erba l' infestante, un cappello di paglia (diventato il simbolo di questo lavoro) le
proteggeva dal solleone e gli insetti pungevano in continuazione. Alla sera, sfinite dal lavoro, le
mondariso avevano il tempo di rinfrescarsi in qualche corso d' acqua per poi tornare in cascina a
cenare: riso e fagioli per 40 giorni! Per riposarsi c' erano i dormitori, enormi stanzoni ricavati nel
sotto tetto della cascina, con le brandine di ferro e un materasso riempito di paglia. Le più
anziane crollavano per la stanchezza subito dopo il tramonto e le giovani, invece, uscivano sull'